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Anno 1 - Numero 10 - Domenica 3 luglio 2011 Dott. Alberto Maria Picardi Intervista al Magistrato Casoriano. Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - [email protected] - Distribuzione gratuita BUONE VACANZE! Appuntamento a settembre in edicola e sul web con il Giornale di Casoria.

il giornale di Casoria Anno 1 - Numero 10

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Domenica 3 luglio 2011 Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - [email protected] - Distribuzione gratuita

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Anno 1 - Numero 10 - Domenica 3 luglio 2011

Dott. Alberto Maria PicardiIntervista al Magistrato Casoriano.

Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - [email protected] - Distribuzione gratuita

BUONE VACANZE!Appuntamento a settembre in edicola e sul web con il Giornale di Casoria.

2 il giornale di Casoria • Domenica 3 luglio 2011

E D I T O R I A L E

Buone vacanze!Appuntamento a settembre in edicola e sul web con il Giornale di Casoria. di Giuseppe Storti

Con l’odierno numero, ci fermiamo. Pau-sa estiva. Dieci numeri dal 1 maggio. Ri-prenderemo a settembre. Con grosse sor-prese per i nostri lettori. Questo giornale dedicato, ad iniziare dal nome, alla nostra città è nato quasi per scommessa. In tre settimane, abbiamo creato il logo, il nome e la testata. Un esperimento per due mesi. Questa la premessa. Non lo diciamo noi, ma ce lo dice la gente che ci legge: l’espe-rimento è riuscito. Non siamo adusi a pubblicare l’elenco dei messaggi di inco-raggiamenti e di complimenti all’inizia-tiva. Ma sicuramente dimostrano il suc-cesso di un giornale che è andato al di là di ogni nostra piu’ rosea previsione. Dalle edicole ci segnalano che già nella tarda mattinata della domenica, le copie conse-gnate del giornale sono esaurite. Abbiamo dovuto, grazie alla sinergia stabilita con Giuseppe Vibrato pubblicare il giornale on-line. Il portale in cui si può leggere in formato PDF il giornale è: CASORIA IERI E OGGI. Anche on-line il giorna-le di Casoria è letto da tantissima gente. Il collega Vibrato ad esempio, ci segnala che da “contatore” del Portale il numero 3 del Giornale è stato letto da trecento persone. Siamo usciti in piena campagna elettorale per le amministrative. Ma per precisa scelta editoriale abbiamo preferito non accettare messaggi elettorali. La li-nea editoriale del giornale è stata chiara ed inequivocabile fin dal primo numero. Questo è il giornale di Casoria e dei cit-

tadini casoriani. Non è schierato, e non si schiererà. Intende rappresentare i fatti e le notizie della città, senza partigianerie e virate a 360 gradi a seconda di come cam-bia il vento. Tutti hanno diritto di tribuna sul giornale. Ascoltiamo ogni segmento della società casoriana. Certo la politica ci interessa. La seguiamo. Ma con occhio imparziale. Proprio questa linea editoria-le ha decretato il successo del giornale. Unita ad una grafica accattivante e sem-pre varia, ed al contenuto degli articoli. Abbiamo puntato sulla cultura. Sulla sto-ria locale. Sulla conoscenza della politica regionale. Sulle rubriche. Già, una nostra invenzione che va avanti su molti perio-dici che abbiamo diretto da anni. Far scri-

vere a professionisti della città nelle varie branche di competenza articoli semplici di cui si possano giovare i lettori per le molteplici esigenze della vita quotidiana. Una sorta di istruzioni per l’uso, su tema-tiche di carattere legale, medico e pros-simamente anche fiscale. Altro elemento

di novità per la gestione di un giornale locale: la managerialità nell’organizzazio-ne e nella distribuzione. Il venerdì sera il giornale già sfornato: fresco di stampa. Molti lettori hanno capito questa novità e vengono a prendersi la copia in antepri-ma nei locali che ospitano la redazione e nel locale di uno dei nostri primi sponsor. Michele Iuliano che ha creduto in noi fin dalla prima ora. Il suo accorsato loca-le: PANE, PIZZA E FANTASIA pre-so letteralmente d’assalto il venerdì sera dalla gente per ritirare la copia gratuita del giornale. Ancora, il giornale il lunedì successivo alla pubblicazione viene spedi-to a tutte le scuole locali. Gli studi medi-ci. Agli uffici postali. Insomma arriviamo dovunque. Il profilo di FACEBOOK creato artigianalmente in poco meno di due mesi ha raggiunto i 600 contatti. Un dialogo costante e duraturo con gli inter-nauti di F.B. che ci hanno esposto le loro lamentele, i propri disagi la propria rabbia rispetto alle mille problematiche del vive-re quotidiano della nostra città. Noi ab-biamo recepito: le abbiamo fatte nostre. E rappresentate: giornalisticamente par-lando alle autorità competenti. Veniamo alla redazione che si è formata in questi due mesi. Tre avvocati: Gennaro Calva-nese, Luisa Santucci e Rodolfo Cusano. Professionisti conosciuti e affermati che rendono con i loro articoli un servizio ai lettori. Due Medici: Liberatore Grazia-no Pediatra tra i piu’ stimati e noti della città, e Mauro Fiore, medico cardiologo. Per non dimenticare la nostra nutrizioni-sta: Silvana Di Martino, dispensatrice di utili consigli per essere sani e… belli. Non mancano i professori. Margherita De Rosa,insegnante , giornalista molto nota in città. Pasquale Di Petta. Scrittore, po-eta, direttore di giornale, stimato ex diri-gente scolastico. Giuseppe Pesce. Storico locale, scrittore saggista, collaboratore di Rai Educational, del Corriere del Mez-zogiorno e di altri prestigiosi quotidiani nazionali. Ancora altri insegnanti: Gio-vanna Bocchetti. Una dirigente scolasti-ca Edy Vitale, giornalista pubblicista: ha

Anno 1 - Numero 1 - Domenica 1 maggio 2011

Il sindaco che verràLe richieste dei cittadini

Casoriani D.O.C.Intervista all’ Ing. Vinci

Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - [email protected] - Distribuzione gratuita

Le radici profonde

non gelano mai!

Casoria nel cuore.

3il giornale di Casoria • Domenica 3 luglio 2011

I L C A S O

Casoria: contributi fitti polemiche e precisazioniControlli sull’intera lista dei beneficiari.di Daniela Devecchi

Pacifica protesta al comune di Casoria mercoledì ventitrè giugno. Un cittadino V. G. con tanto di manifesto dal titolo: ”...Basta all’ illegalità nel segno della conti-nuità”, stufo dell’incessante situazione “contributo fitti ai meno abbienti” che si protrae dall’inizio dell’anno, ha così deciso di manifestare pacificamente il proprio di-sappunto fuori al municipio. Scopo :”Bloc-care l’ erogazione dei fondi, senza prima avere effettuato un controllo a tappeto di tutti gli aventi diritto” . Un avvenimento che, per fortuna, si è risolto nel migliore dei modi. Con la promessa, da parte dello stesso assessore alle politiche sociali Luisa Marro, a seguito di una riunione ad hoc eseguita proprio la stessa mattina, di una celere soluzione del problema. La vicenda, sfortunatamente, si protrae dall’inizio del 2011, anche se il contributo riguarda l’an-nualità 2008. Lo stesso residente coinvol-to, testimonia di una lista “contributo fitti” di cui ogni anno, da circa dieci anni, egli stesso beneficia. “Eppure, proprio questa

volta, ne sono rimasto fuori- testimonia indignato - la lista era di oltre mille perso-ne, tutte aventi diritto, e, tra queste, sareb-bero stati erogati i soldi alle prime 430... Tra cui io non c’ ero. - prosegue deciso - Ma io non mi sono dato per vinto. Così dopo svariate peripezie e vari “andirivie-ni” presso l’ ufficio competente, denunce ai carabinieri, sono riuscito ad ottenere la promessa di un controllo effettivo dell’in-tera lista. Tutto al solo scopo di scovare i falsi a reddito zero, e di fare beneficiare del contributo ai meno abbienti coloro che ef-fettivamente ne hanno bisogno. Tra i quali ci sono, ovviamente, anche io”. Cionono-stante da aprile ad oggi, come racconta G., di una tabella di oltre mille candidati ne sono stati controllati solo il quaranta per cento e, una buona percentuale, è stata esclusa dal pagamento dei fondi. “Eppure – ribatte - se non sarà controllata l’ inte-ra lista, molti altri cittadini come me, non avranno il contributo dovuto, e questo non è assolutamente giusto”. In seguito, una risposta che non è piaciuta al combattivo casoriano, ha rappresentato la chiave per la successiva pacifica rappresaglia. “Quando mi è stato riferito che i contributi erano partiti, senza il controllo, dal mese di apri-le, di tutti candidati coinvolti, non ci ho visto più. Ho preparato subito il volantino e ho replicato dinanzi al comune. Ho ot-tenuto così il mio scopo, e sono riuscito a bloccare, per ora, l’ erogazione dei fondi, come avrebbe dovuto essere”- conclude - la mia protesta, come mi è stato anche riferito, forse è stata troppo avventata. Ma è dallo scorso febbraio che mi viene pro-messo senza mantenere nulla. E quando l’ ufficio mi ha confermato il pagamento dei contributi fitti ai meno abbienti, senza il controllo dell’intera lista, mi sono lascia-to trasportare dalla rabbia. Ora dovrebbe essere tutto risolto. Resta solo da aspettare il controllo della restante tabella affissa a inizio anno, e il conseguente pagamento. Spero solo che l’ attesa, non sia troppo lun-ga”. Ora i controlli, disposti dal Sindaco Carfora d’intesa con l’Assessore Marro da parte del Dirigente competente che do-vranno ricomprendere l’intera lista degli eventuali beneficiari.

scritto in passato su quotidiani nazionali. Angela Uliano: la pasionaria delle batta-glie civili sul territorio di Arpino tramite il Codacons, nonché accesa sostenitrice delle pari opportunità per l’altra metà del cielo. Francesco Scalamogna e An-tonella Storti. Le gemelle Rosa e Con-cetta Alvino pubbliciste che chi scrive, ha introdotto nel giornalismo locale tanti anni fa. Bravissime e compite. Daniela Devecchi, giornalista pubblicista esperta che ha scritto su Testate quotidiane. Ha già collaborato per noi in altre esperienze giornalistiche. Infine due recentissimi in-serimenti. Sara Mottola e Maria Esposi-to. Due laureate con master. Futura classe dirigente di questa città, se non le lascia-mo scappare fuori regione alla ricerca di lavoro. Questa è la Casoria che ci piace. Un gruppo di professionisti, di persone perbene che vogliono dare un contributo in spirito volontaristico all’informazio-ne della propria città. Sì perché per fare questo giornale tutti siamo volontari. La passione per il giornalismo vince ogni re-mora. Questa redazione già numerosa e ricca, è pronta ad accogliere altri volon-tari e volontarie. Noi siamo così: sempre pronti ad aggiungere un posto... al tavo-lo redazionale. Perché aggregare è bello. Infine i ringraziamenti. Ai nostri lettori. Agli edicolanti. Al nostro editore e allo staff che lo coadiuva. Ai nostri sponsor che sempre piu’ numerosi ci contattano. Il tempo di ritemprarci e pronti a stare ancora con voi. Le sorprese non manche-ranno. Il progetto editoriale si estende e si consolida. Grazie a voi: cari lettori. Mi raccomando: non perdiamoci di vista.

4 il giornale di Casoria • Domenica 3 luglio 2011

C A S O R I A N O D . O . C .

Magistrati non si nascema si diventaParla il magistrato casoriano Dott. Alberto Maria Picardi.di Giuseppe Storti.

Proseguiamo la ricerca delle eccellenze casoria-ne e arpinesi. Ce ne sono tante e variegate. La rubrica “ il Casoriano doc” ha avuto un grande successo. Pertanto continuerà anche alla ripresa della pubblicazione del giornale, dopo la pausa estiva. A questo proposito invitiamo anche i no-stri tantissimi lettori a segnalarci le professiona-lità’ locali che portano in alto nella società civile e professionale il nome della citta’ di Casoria e di Arpino. Saremo pronti ad intervistarli. In questo numero diamo la parola ad un valente magistra-to casoriano, tra l’altro nostro affezionato lettore anche di altre Testate che abbiamo avuto l’onore di dirigere, che ringraziamo di avere accettato il nostro invito. Noi, nutriamo profondo rispetto per la Magistratura che nel sistema democratico è uno dei poteri dello Stato, che ha pagato un grosso tributo in termini di vite umane per la te-nuta dello stato democratico e per la salvaguardia dei principi di legalità, in particolare nella lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata. Di seguito un breve profilo del Dr. Picardi, che ha risposto con garbo e stile alle nostre domande. Nato a Napoli il 21/11/1967. Magistrato già sottoposto alla III Valutazione di professiona-lità (“ex” funzioni di Consigliere di Corte di Appello). E’ entrato in magistratura a 28 anni, il 30 maggio 1996. Ha iniziato la carriera sce-gliendo di trasferirsi a Gela (CL) come uditore giudiziario, poi Pretore e infine giudice pena-le del locale Tribunale, dove ha svolto per ol-tre tre anni, dal 1997 al 2000, processi anche particolarmente complessi non solo in tema di criminalità organizzata come componente dell’unico collegio penale antimafia, ma anche come Pretore e poi come giudice monocrati-co, in materia di diritto penale dell’ambien-te a carico di esponenti del petrolchimico e di

autorità territoriali competenti nella materia della gestione dei rifiuti e della tutela ambien-tale da inquinamento idrico e atmosferico. Trasferitosi a Santa Maria Capua Vetere nel 2001, ivi ha inizialmente svolto, sempre nella materia penale, le funzioni di G.I.P./G.U.P., di componente applicato di uno dei collegi e poi, sino ad oggi, di giudice monocratico pe-nale presso la Sezione Distaccata di Aversa, dove da oltre due anni riveste anche il ruolo apicale di magistrato coordinatore dell’ufficio. Lei e’ uno che partendo da casoria ce l’ha fatta, che consigli darebbe ai giovani locali?Io continuo a ritenere che i giovani de-vono sapere se intendono, da grandi, “la-vorare per vivere” o “vivere per lavorare”. Se scelgono la prima soluzione, allora non hanno bisogno di studiare molto, né di continuare gli studi fino alla laurea, ma basta, nella logica clien-telare e familistica che “governa” questo paese, che abbiano qualcuno “alle spalle” che li inserisca in qualche settore retribuito, sia privato (profes-sioni, mestieri o aziende “assistite”) che pubbli-co (assistente o collaboratore di partito, consi-gliere di qualche azienda municipalizzata etc.). Se, invece, non vogliono o non possono (perché non hanno nessuno alle loro spalle in grado di sorreggerli) scegliere di “lavorare per vivere”, ma solo di “vivere per lavorare”, cioè di realizzarsi attraverso il proprio lavoro, allora devono avere la forza di capire quali solo le loro autentiche “passioni lavorative”, cioè i mestieri o le profes-sioni che a loro interessano di più e per cui, alla luce degli studi e delle esperienze maturate da ragazzi, si accorgono di essere più portati, per avere la forza e il coraggio di perseguirli , con co-stanza e criterio unite ad una abnegazione totale.Per esempio, se un giovane dovesse decide-re di fare il mio lavoro, oltre ad essere stato bravo a scuola e all’Università di Giurispru-denza, deve “sentire” il fascino e la responsa-bilità del ruolo di giudice civile o penale (o di Pubblico Ministero) alla luce delle esperienze dirette e indirette che ha avuto fino ad allora. Io, non avendo avuto esperienze dirette perché

non vengo da una famiglia di magistrati o giuristi (anche se è stato mio padre a farmi appassionare al diritto pubblico, che ha sempre ben conosciu-to sin da quando, pur da studente lavoratore, si è laureato con lode con una tesi in diritto costi-tuzionale), ho amato il mio lavoro grazie agli esempi di vita, di coraggio civile e di lavoro di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino, ma anche di Rosario Livatino (il cd. “giudice ragazzino”, ucciso a pochi chilometri da Gela), che seguivo e ammiravo anche quando erano in vita. Il loro coraggio, la loro indipendenza da ogni potere, associata a professionalità e competenza, il loro essere uomini di Stato in quanto uomini “di leg-ge” me li faceva vedere come dei veri e proprio eroi moderni, specie in realtà assetate di giustizia come quelle meridionali dove, spesso, la giustizia “dei Tribunali” era l’unica risposta al sopruso e alla arroganza del più forte contro il più debole. Ma la passione non serve se non è associata ad una “strategica abnegazione”, cioè ad una forza di volontà e spirito di sacrificio che non ti fa mai demordere dall’obiettivo. Per esem-pio, per il concorso in magistratura, che è un concorso serio che si vince (anche più di una volta, come è successo a me) solo se si è vera-mente preparati, occorre studiare anche 15 ore al giorno quasi ininterrotte, Domeniche e festivi compresi, per almeno tre anni dopo la laurea, e tutto ciò non basta perché occorre anche, even-tualmente con l’ausilio di preparatori privati, sapere come e cosa studiare o approfondire etc. Come vede la sua città?La vedo male, sempre peggio, purtroppo.La mia esperienza di adolescente e poi di gio-vane casoriano è stata segnata dal terremoto del 1980. A Casoria non ci sono state vittime, però, di certo, da allora vennero meno quei po-chi spazi all’aperto che, tra un palazzone e l’altro, consentivano a noi ragazzi di incontrarci per giocare a pallone e perfino a tennis (nel 1977, anno dell’unica Coppa Davis vinta dall’Italia, tutti i ragazzini giocavano tra loro e contro il muro delle case con racchettine di plastica che compravano in merceria per imitare gli idoli del tempo che erano Adriano Panatta e poi Bjorn Borg) o per improvvisare gare ciclistiche per immedesimarci in novelli Moser o Gimondi. Pensate a cosa era la “pista”, quello spazio verde che affacciava su via Pio XII dove, di Domenica, intere famiglie si riunivano per andare a mangia-re o giocare distesi sull’erbetta e dove, sullo spa-zio sterrato (la vera e propria “pista”) spesso si or-ganizzavano vere e proprie gare di corsa al trotto. Ovviamente quello spazio, per la necessità di

5il giornale di Casoria • Domenica 3 luglio 2011

C A S O R I A N O D . O . C .

ospitare le popolazioni sfollate, come qua-si tutti quei pochi che ancora esistevano a Casoria, fu requisito per ospitare le tende e i container dei terremotati, che rimasero lì per decenni. E così i giovani casoriani, che pure all’epoca avevano un cinema e uno stadio, ne-gli anni successivi al terremoto persero ogni spazio di aggregazione, mentre quei pochi spazi ancora non urbanizzati venivano occu-pati da case, inizialmente abusive, poi sanate con i condoni del 1985 e con quelli successivi.In sostanza, Casoria, prima del terremoto e del successivo abusivimo edilizio condonato, aveva spazi che, con una più accorta pianificazione urbanistica, potevano essere dedicati a strutture sportive, ricreative e di pubblico interesse (cine-ma, centri sportivi, fiere, ma anche scuole supe-riori, centri studi e di aggiornamento professio-nale) e che, invece, sono stati colmati con ulteriori alloggi e negozi, in modo che la città si limitasse, nei fatti, ad essere solo una sorta di paesone dor-mitorio, senza più identità, per la città di Napoli. Oggi, con la deindustrializzazione senza bonifica delle aree nel frattem-po dismesse, nella mancanza di spazi culturali, sportivi e ricreativi, l’eco-nomia si fonda su pochi centri com-merciali più o meno fortunati e su investimenti economici che, talvolta, evidenziano dubbie origini, visto che l’unica economia che non ha cono-sciuto crisi nel territorio è quella che si fonda sul crimine organizzato e sulla delinquenza da scippi e rapine. Siamo in un contesto in cui la lega-lità è piu’ un concetto che una buona pratica. A suo avviso quali azioni do-vrebbero essere messe in campo dalla politica locale per educare i cittadini alla legalità?Occorre, innanzitutto, sostenere la scuola con progetti continui improntati alla le-galità e al senso civico e con premi a scritti, di-segni e progetti che nascono e si sviluppano lì. La sinergia con gli insegnanti e i presidi deve essere costante. Non si ha idea di quanto può essere positivo per la società un bimbo edu-cato al rispetto dell’ambiente e alla legalità: i miei figli hanno avuto la fortuna di frequentare la scuola elementare S. Mauro, dove da sem-pre tutto il corpo insegnante ha portato avanti progetti di tal genere con la partecipazione e sensibilizzazione dei genitori. Essi hanno, così, imparato le norme fondamentali della Costi-tuzione italiana, i diritti e i doveri dei cittadini ma anche il valore del rispetto dell’ambiente e l’importanza della raccolta differenziata grazie agli insegnanti che hanno avuto e che porte-ranno sempre nel loro cuore anche da grandi.Io da anni partecipo a progetti, organizzati nelle scuole superiori, di “processi simulati” al Tribunale Sezione Distaccata di Casoria dove, come giudice penale, spiego “con la pratica” agli alunni cosa è e come si svolge un proces-so penale, portando in tale sede fatti espressi-vi di tematiche come il bullismo o la violenza sessuale tra minori, che pure vengono trattate e discusse dal personale docente con gli alunni

prima e dopo il processo vero e proprio che si tiene davanti a me, con tanto di sentenza finale. Per i più grandi, ovviamente, tutto è più difficile e la strada è più lunga e articolata: eppure, in tal caso, tutto dipende dalle persone che si scelgo-no: se, per esempio, i cittadini decidono di votare in massa un ex magistrato come De Magistris e quest’ultimo, tra l’altro, nomina assessore alla legalità un PM esperto di reati contro la PA, è evidente che il “segnale” contro gli “intrallazzi” e il malaffare è molto “forte”, non le pare ? Cer-to, non basta, ma è sicuramente un buon inizio.Oggi molti magistrati scendono in campo po-litico. L’ultimo in ordine di tempo e’ l’ex P.M. De Magistris da poco sindaco di Napoli. A suo avviso è positivo che i magistrati scelgano la politica?Secondo me, specie se non si limitano ad ac-cettare “comodi” incarichi ministeriali o, peg-gio ancora, di partito, ma si “mettono in gio-co”, sottoponendosi al voto dei cittadini, per essere alla guida di sfide difficilissime come

quelle di Sindaco di una città come Na-poli, sono una risorsa umana importante.Si tenga presente che il C.S.M., da sempre at-tento a questa tematica, ha stabilito, onde evitare profili di condizionamento, che il magistrato, dopo essersi messo necessariamente in aspetta-tiva “elettorale”, non può tornare, alla fine del mandato politico (financo se non dovesse venire eletto), a lavorare come giudice o PM nello stes-so distretto dove ha svolto le funzioni politiche. L’esperienza e la pratica della legalità, in un magistrato, è come “il sangue che scorre nelle vene”. Mio padre, con l’ironia che lo contraddi-stingue, suole dire spesso, in occasione di ogni discussione che attenga direttamente o indiret-tamente al diritto o alle regole in generale, che io, essendo un magistrato, sono “mentalmente deformato”, e forse ha ragione ! Ciò, ovviamen-te, non significa che tutti i magistrati siano, per definizione, onesti e capaci amministratori, ma l’esperienza e la pratica di legalità non può che aiutare il “magistrato/amministratore”, for-nendogli la bussola della gestione della cosa pubblica, visto che tutta la pubblica ammini-strazione è fondata sulla legge e sul suo rispetto, ai sensi dell’art. 95 della Costituzione italiana. Lei ha molta passione per il tennis, pensa che

lo sport possa essere d’aiuto ai giovani per fug-gire dai disvalori che alimentano le devianze giovanili?Io non sono solo appassionato di tennis, sono “di più”: secondo mia moglie io sono “ma-lato” di tennis! Lo guardo in TV da quando ero bambino, prima sulle reti Rai e poi sui ca-nali satellitari, e lo pratico, da agonista tesse-rato “F.I.T.” veterano “Over 40”, compati-bilmente con il lavoro, anche assiduamente, partecipando a tornei federali di “IV Cate-goria” che si tengono a Napoli e in provincia. Ho praticato il tennis sin da ragazzo, ai tempi di Panatta e di Borg, guardando i miei genito-ri che, al tennis “Castaldo” di Casoria si esibi-vano in tornei sociali di singolare (mio padre) e doppi misti (mio padre e mia madre) parti-colarmente, per me, appassionanti ed istruttivi. Erano forti, veramente forti, specie in dop-pio dove hanno vinto anche qualche trofeo. Ho avuto la fortuna di avere dei genitori che mi hanno educato alla pratica sportiva, visto che

da ragazzo avevo il privilegio, insie-me a mio fratello, di giocare a tennis (frequentavo il corso agonistico alla “Castaldo” di Casoria e poi alla di-sciolta “Dambruss” vincendo anche qualche torneo juniores Under 12 o 14) ma anche, seppur con minori ri-sultati, di nuotare, sciare, pattinare, fare arti marziali, giocare a basket etc. All’età di 14 anni, pur avendo avuto discreti risultati nel tennis agonistico juniores, mio padre, giustamente, mi fece smettere di partecipare a tornei e corsi, pur consentendomi sempre di fare sport ma non a livello agonistico, perché frequentavo il liceo classico alla “mitica” sezione “B” del Liceo “G. Garibaldi” di Napoli, all’epoca assorti-ta da veri e propri “genietti” che sole-

vano tradurre dal greco al latino “all’impronta” e con i quali dovevo “confrontarmi” ogni gior-no sul difficile terreno dei banchi di scuola.Ho, ovviamente, trasmesso la mia malattia sportiva a mio figlio Vincenzo, portandolo an-che lui alla “Castaldo”, cioè sugli stessi campi dove ho imparato a giocare a tennis guardando i miei genitori e poi frequentando i primi corsi agonistici, dal grande maestro ed ex atleta ago-nista Pino Ferrara, figlio di Giovanni (maestro dei miei genitori). Vincenzo gioca bene, dico-no, di sicuro meglio del papà, tanto che già a 9 anni era tra i primi dieci bimbi under 10 della Campania (alla luce delle classifiche pubblica-te sul sito della Federazione Campana di ten-nis), già finalista e semifinalista di molti tornei juniores under 10. Non so cosa farà da grande, ma di certo pare non voglia fare il giudice !Lo sport è una delle migliori soluzioni, unita-mente alla istruzione e alla formazione morale e religiosa, che una società civile deve avere per combattere la devianza a livello giovanile. A Casoria, purtroppo, basta vedere la fine che ha fatto lo Stadio San Mauro, dove pure mi por-tava mio padre a vedere i “viola” del Casoria, per capire da che parte è andata la politica e la società, e da che parte sono andati i giovani…

6 il giornale di Casoria • Domenica 3 luglio 2011

P O L I T I C A

«OPPOSIZIONE seria e costruttiva ma senza sconti»Parla il Consigliere Regionale del PDL Gennaro Nocera.di Giuseppe Storti

I veleni della campagna elettorale sembrano essere sfumati. Almeno nell’ufficialità. Incon-triamo il Consigliere regionale del Pdl il caso-riano Gennaro Nocera per fare il punto della situazione politica a pochi giorni dall’insedia-mento della Giunta Carfora. Il centrodestra già si è mosso in sede locale con un manifesto affisso in città, invitando il Sindaco Carfora a mettere in campo iniziative idonee a risolvere la grave emergenza rifiuti che investe Casoria, ed a approntare gli opportuni adempimenti per consentire la riapertura delle scuole cittadine, risolvendo le carenze delle strutture scolastiche in termini di sicurezza e di agibilità funzionale. Intanto a livello nazionale il partito di Berlu-sconi ha in essere un cambiamento epocale che per la prima volta nella sua storia determinerà l’assunzione della carica di segretario politico del deputato siciliano Angelino Alfano, attual-mente Ministro della Giustizia, e da piu’ parti indicato come il vero erede di Silvio Berlusconi.Nel nostro partito- afferma Nocera- è in atto un profondo cambiamento che noi auspichiamo ed abbiamo chiesto. Con la segreteria politica nazionale di Alfano si determinerà un effetto a catena che servirà ad incidere positivamente anche in Campania. Lo stesso senatore Nespo-li con il nostro pieno appoggio si è dichiarato disponibile ad un profondo rinnovamento dei quadri dirigenziali del partito qui in Campania,

partendo proprio dall’analisi del dato elettorale. Ma questo cambiamento ha bisogno soprattut-to di una necessaria riforma elettorale. I par-lamentari devono tornare ad essere espressione dei territori a cui devono rendere conto del proprio impegno e della propria azione politica.Solo chi conosce e opera per il proprio colle-gio, puo’ capire ed interagire con la comunità di appartenenza. Ad esempio- continua No-cera- come consigliere regionale sto seguen-do l’iter politico amministrativo del Presidio ospedaliero casoriano. Presto sarà completata la procedura per l’attivazione del pronto soccorso sanitario e l’attivazione del reparto di Ortope-dia. Casoria e i cittadini casoriani devono poter usufruire sul proprio territorio di prestazioni sanitarie di una strut-tura di eccellenza come è quella gestita dai Pa-dri Camilliani. Così come sono intervenuto a piu’ riprese per una soluzione positiva della vertenza dei lavorato-ri della Jacorossi. Così come ho intrapreso ogni iniziativa utile a far sì che si impedisse la costruzione della centra-le a biomasse nel Comune di Casalnuovo che è molto vicino a Casoria. Inoltre, e ci tengo a sottolinearlo: ho chiesto alla dirigenza dell’Ale-nia di poter visionare il piano industriale della azienda, per impedire eventuali delocalizzazio-ne o riduzioni di attività delle sedi aziendali sul nostro territorio. A breve sarà possibile far decollare l’Hospice di Casavatore per i malati terminali, che da quattro anni attende di essere aperta. Una importante struttura che va a van-taggio della sanità dell’area a Nord di Napoli.

Infine nella nuova legge di sistema sul Turismo regionale sono intenzionato far inserire norme specifiche sul turismo religioso di cui possano giovarsi città come Casoria che presentano una ricca tradizione di luoghi religiosi come santuari, conventi, chiese. Questo è il lavoro e l’azione politica che va chiesta ai rappresentan-ti politici dei territori. In quest’ottica anche i parlamentari nazionali devono tornare a rap-presentare il collegio di pertinenza, portando in parlamento le istanze e le problematiche delle comunità locali.Tornando alle questione locali abbiamo chie-sto al consigliere Nocera una sua valutazione politica sulla neonata Giunta Carfora. Ecco la risposta.“Mi sembra una giunta enigmatica. Ci sono elementi giovani, che si affacciano per la prima volta nella gestione di settori strategici e delica-ti per la vita dell’Ente locale. Il giudizio ovvia-mente non attiene alla persona ma ci saremmo aspettati elementi con esperienza adatta ad un contesto di una città martoriata dal degrado. Poi ci sono vecchi e noti volponi della politica locale degli anni bui del centro- sinistra. Co-munque la nostra sarà un’opposizione costrut-tiva. Se l’amministrazione Carfora metterà in essere provvedimenti utili ad invertire la grave situazione locale valuteremo senza pregiudizi. Intanto prendiamo atto del perbenismo pre-

dicato dal Sindaco,e dalla sua squadra. li attendiamo pero’ alla prova dei fatti. Sulla gravissima emergen-za rifiuti, riteniamo che vada affrontata in maniera energica. La priorità è to-gliere i rifiuti dalle strade. Occorre provvedere al piu’ presto all’individuazione di un sito di trasferenza

come avviene in tante città anche della pro-vincia di Napoli, che infatti pur nell’emergen-za sono pulite. Poi efficienti isole ecologiche. L’implementazione della differenziata va bene. Ma pensare che si possa risolvere il problema solo con la differenziata è sbagliato. Le altis-sime temperature di questi giorni non consen-tono di avere rifiuti in strada, con grave rischio per la salute dei cittadini. Anche in questo caso siamo disponibili come rappresentanti del ter-ritorio a collaborare con le nostre proposte e le nostre considerazioni.”

7il giornale di Casoria • Domenica 3 luglio 2011

A T T U A L I T À

Una nuova stella nel firmamento degli artisti: CARLO VANNINIEx studente casoriano del liceo “Gandhi”.di Margherita de Rosa

I cultori del teatro di casa nostra conoscono, senza dubbio, Carlo Vannini, autentico talento artistico, reduce del successo riscosso dal mu-sical “ C’era una volta…Scugnizzi”, che l’ha visto trionfale protagonista nei mesi scorsi. Di questi giorni è l’ampio consenso raccolto dalla performance del nostro Carlo in “Scat-ti”, lo spettacolo di Pippo Cangiano, nato con l’intento di sottolineare i tratti peculiari della vita di quei giovani che hanno come obietti-vo principale della propria esistenza il calcare le scene, respirando la polvere delle tavole di un palcoscenico. L’autore ha voluto, con tale

progetto, fare in modo da riempire quel vuoto che, inevitabilmente, pervade i loro giorni nel momento in cui chiudono il corso di forma-zione artistica all’interno di accademie e la-boratori. Pippo Cangiano ha dunque ideato il modo per colmare questo “vuoto” raccogliendo intorno a sé questi giovani talenti, che, sotto la sua esperta guida, si impegnano nelle prove di spettacoli, potremmo dire, di “transizione”, di aggancio tra un provino e l’altro, cosicché i tempi di attesa non passino in una sterile attesa, che potrebbe affievolire gli entusiasmi, entusiasmi che, invece, mediante tale strata-gemma, trovano una valida ragion d’essere e di crescere. “Scatti” è dunque il risultato di tale, ingegnosa, trovata: uno spettacolo fresco ed originale, di cui Carlo Vannini è stato brillan-te protagonista, non deludendo, come sempre, le aspettative di quanti, da sempre, credono in

lui, conoscendone la bravura e la versatilità. In scena al teatro Arcas, insieme ai suoi compagni di avventura, Carlo ha messo in luce le sue più spiccate qualità artistiche, all’interno di una esibizione, tagliata su misura delle sue poten-zialità, sempre più raffinate ed eclettiche. Nello specifico, infatti, il nostro giovane talento ha mostrato tutta la sua bravura non nella sola re-citazione ma anche nel canto, completamento eccezionale della sua poliedricità. “Scatti” ha rappresentato, dunque, ancora un banco di prova per Carlo Vannini, un esame supera-to con eccellenza di risultati, a dimostrazione del fatto che quella promessa di un giorno non lontano, quando poco più che adolescente si esibiva quale giovane attore di belle speranze negli spettacoli allestiti nel liceo Gandhi, eb-bene, quella stella nascente sta ora splendendo di luce propria nel firmamento della notorietà.

Consensi per lo spettacolo “Nun è cosa” della compagnia teatrale “Ombre di luce”

di Salvatore Giacometti

Sabato 25 giugno V.S., presso la Sala Teatro S.M.S. “Ludovico da Casoria” in Via Pio XII, alle ore 19,00 la Compagnia Teatrale “Ombre di Luce” ha tenuto una eccellente performance con lo spettacolo “NUN è COSA” di Ludovico Sil-vestri coaudivato alla regia da Tonia Giacometti, le coreografie di Emiliana Cresci e le musiche di Andrea Amoroso.La Compagnia Teatrale “Ombre di Luce”, è un laboratorio di integrazione per giovani disabili dell’AIAS affiancati, oltre oltre che dai volontari, anche da un gruppo di giovani liceali del “Ghan-di” guidati da anni alla loro passione per l’arte del teatro dal bravissimo Prof. Silvestri.Quest’ultimo è un gruppo che si rigenera annual-

mente ed ha prodotto diversi artisti, uno su tutti Francesco Cicchella, che stà attenendo un gran successo da cantante, imitatore e cabarettistaMentre per i giovani disabili che presentano due volte all’anno il loro lavoro che li impegna quoti-dianamente, avendo il loro momento di aggrega-zione e di socializzazione presso il Centro Socio Educativo dell’AIAS.Questo C.S.E. è un progetto che ha avuto il via nei primi anni novanta, sostenuto economica-mente con la legge 104/92 dalle Politiche Sociali della Regione Campania cui l’AIAS presentava il progetto annualmente che veniva finanziato.Subentrata la legge 328/2000, cui passava le com-petenze delle Politiche Sociali agli Uffici di Piano degli Ambiti Territoriali; l’Ambito NA6 (Caso-ria, Casavatore e Arzano) all’AIAS per tale attivi-tà non ha pagato più una lira (pardon un EURO) eppure la Regione Campania per il Centro Socio Educativo esistente in Casoria, nel finanziamento economico, almeno i primi anni, nei piani finan-ziati ha sempre incluso tale spesa, mai rendicon-tata dall’Ambito NA6, presumibilmente girando

tale spesa su altri capitoli e conseguentemente, si suppone non più finanziato dalla Regione.Quindi non si è trattato solo di mancanza di risorse economiche, ma anche e soprattutto di mancanza di cultura e poca volontà politica.Questo è stato detto alla platea in sala che ha visto tra i presenti il neo Sindaco Dott. Enzo Carfora, il Vicesindaco Sergio D’Anna, l’Assessore Pa-squale Tignola e l’Assessore alle Politiche Sociali Prof.ssa Luisa Mar-ro che ha preso atto di questo e tanti altri problemi del Sociale che possono essere risolti, con l’impegno della po-litica e la sensibilità della nuova ammi-nistrazioneChe sia nata una nuova stagione per il sociale a Casoria?È questa la speranza della nostra comunità citta-dina e dell’AIAS.

8 il giornale di Casoria • Domenica 3 luglio 2011

C A S O R I A N E L L A S T O R I A

SAN MAURO, festa d’estateL’arrivo a Casoriadelle reliquie, tra leggenda popolaree riscontri storici.di Giuseppe Pesce

Quella di luglio, per i vecchi casoriani è la festa dell’estate: ricorda il leggendario arrivo in città delle reliquie del santo protettore. La tradizio-ne vuole infatti che le reliquie di San Mauro siano giunte a Casoria in modo eccezionale, se non miracoloso: il cavallo di un “capitano francese” si sarebbe fermato davanti alla chie-sa senza volerne più sapere di ripartire, fino a quando il militare consegnò al parroco una reliquia che portava con sé. Quando sarebbe avvenuto questo episodio? Nella sua guida alla chiesa di San Mauro (1996), Carmine Geno-vese parla addirittura del periodo angioino, ri-prendendo un’ipotesi di Arcangelo Paone della fine dell’Ottocento (1893).In realtà, il primo a parlare di questa tradizione fu il preposito Mattia D’Anna in un libretto del 1828 pubblicato a spese del canonico Valentino Rossi e intitolato “Breve esercizio di devozione verso il glorioso santo delle grazie, taumaturgo

de’ miracoli, apostoli de’ benedettini San Mauro Abate, principale padrone e protettore della terra di Casoria in diocesi di Napoli”. D’Anna colloca precisamente l’arrivo delle reliquie «quasi tre se-coli in dietro (...) come raccontasi per tradizione da essa popolazione di Casoria». Una “voce di po-polo”, insomma; che non tiene conto del fatto che ai primi del Cinquecento Casoria era sotto la dominazione spagnola, e i francesi se n’erano andati da più di mezzo secolo. Ma a rileggerla con attenzione, la storia riserva sempre qualche sorpresa. Esattamen-te tre secoli prima di quando scrive Mattia D’Anna, infatti, negli anni 1527-28, ci fu una spedizione fran-cese a Napoli, guida-ta direttamente dal capo dell’esercito, il maresciallo di Francia Odet De Foix conte di Lautrec. Nella Storia d’Italia del Guicciar-dini è documentato con certezza il suo arrivo a Casoria, il 21 aprile 1528. Possibile che sia stato proprio lui (non un qualsia-si capitano francese,

dunque, ma “il” Capitano Francese), o magari uno dei suoi ufficiali, a lasciare quella reliquia a Casoria? Chissà. Certo, a leggere le cronache dell’epoca, in quei mesi c’era un gran viavai di condottieri che assediavano le mura della città di Napoli, le cui porte erano ovviamente sbar-rate. E dunque, per forza di cose, gli eserciti do-vettero appoggiarsi a Casoria, che era il centro abitato più vicino. Il campo militare fu instal-lato a Poggioreale, e mai scelta fu più infelice, perché col caldo, a metà di luglio i miasmi delle paludi decimarono l’esercito. Lo stesso Lau-trec morì, il 12 di agosto, e centinaia di soldati furono sepolti a metà strada tra Poggioreale e Arpino, nella cosiddetta “Grotta degli Spor-tiglioni”, in una località che prese il nome di “Monte Lotrecco”.Ma questa è un’altra storia. Torniamo a San Mauro. Nello stesso libretto del 1828, infatti, Mattia D’Anna dice che la festa della seconda domenica di luglio fu istituita a Casoria solo nel 1803, con l’autorizzazione di papa Pio VII, anche se ufficializzava «la invecchiata tradizio-

ne di più secoli dalla propria sperienza comprovata». Nel libretto, inoltre, viene pub-blicata per la prima volta a Napoli un “Esercizio di de-vozione”, che è in pratica la cosiddetta “Novena” di San Mauro (tuttora recitata in preparazione alla festa), che scopriamo essere stata “im-portata” da San Mauro Ca-stelverde, vicino Palermo, dove era stata pubblicata per la prima volta nel 1748. Anche nel paese siciliano, dove la tradizione è ancora molto viva, si svolge infatti una doppia festa del santo: il 15 gennaio e la prima do-menica di luglio.

Una rara stampa “popolare” dei primi dell ’Ottocento raffigurante la traslazione delle reliquie di San Mauro a Casoria.

9il giornale di Casoria • Domenica 3 luglio 2011

L ' I N T E R V I S T A

Nozze d’argento con la scuolaIntervista alla Dirigente Gerarda Durante,da cinque lustri al timone della Scuola “S. Mauro”.di Giovanna Bocchetti

Da venticinque anni è a capo del I Circolo didat-tico di Casoria, la scuola “storica” della nostra cit-tà, attualmente in ristrutturazione. La Dirigente scolastica Gerarda Durante ha dedicato tutta la sua carriera alla Scuola “S. Mauro” ed è particolar-mente impegnata, in questo periodo, a condurre, da bravo capitano, la sua nave fuori dalle secche, di nuovo verso il mare aperto. Un personaggio assai noto ai Casoriani, molti dei quali non sanno che la Prof.ssa Durante, in realtà, è originaria di Gesualdo (AV).Quali vicende l’hanno portata dalla natia Ge-sualdo a Casoria? Si è trattato di un caso o di una scelta meditata?Lasciai il paese di origine per seguire mio marito che lavorava a Napoli. Come tanti altri cittadini casoriani acquisiti scegliemmo questa città perché i prezzi delle case, in quei primi anni settanta, erano più accessibili rispetto a quelli della città di Napoli.E’ stato difficile, per Lei, passare da una realtà tranquilla, lontana dalle cronache, a quella tu-multuosa e caotica della provincia partenopea?Al contrario. Sin dagli inizi degli studi universita-ri, a Napoli, mi colpì moltissimo la vivacità delle strade e delle piazze, la folla chiassosa e ridente. Ero molto incuriosita da ogni aspetto della vita metropolitana. In quegli anni si vivevano gli effet-ti della contestazione studentesca di cui condivi-devo gli ideali e, anche se le mie origini “paesane” mi impedivano una partecipazione attiva ai movi-menti studenteschi, vivevo, comunque, quel clima di grande euforia che prefigurava un futuro di pari opportunità e di eguaglianza sociale. Inoltre Ca-soria a quei tempi era più vivibile, il traffico non era caotico ed i palazzi nuovi che erano sorti in via Pio XII ed in Via Principe di Piemonte pullula-vano di giovani coppie di diversa provenienza. Un ambiente eterogeneo affollato da tanti bambini.Quale ritiene sia stato il problema più grande con cui, nella sua qualità di Dirigente Scolasti-ca, si è dovuta confrontare?Lo scollamento e la mancanza di sinergia tra le istituzioni che, a diverso titolo, si occupano di minori e la difficoltà di ottenere quanto ad essi è dovuto. E’ questo il problema più grave che im-pedisce alle scuole del meridione di svolgere al meglio la propria azione educativa. E’ una lotta

quotidiana che personalmente svolgo con grande caparbietà ed un po’ di rimpianto delle mie ini-ziali esperienze nel ruolo direttivo in provincia di Firenze dove la collaborazione tra scuola, comune ed ASL era continua ed efficace. A Barberino di Mugello (FI) bastava che una richiesta fosse ben motivata per ottenere provvedimenti ed inter-venti anche di natura sostanziale come quando, nel volgere di pochi mesi, costruirono un refetto-rio per consentire il prolungamento delle attività didattiche. Allo stesso modo era il Comune che premeva per assicurare fin dal primo giorno di scuola la refezione scolastica agli alunni di scuola materna, elementare e media; così come era l’Asl a garantire la costante presenza delle professio-nalità necessarie per la elaborazione e la verifica del piano educativo individualizzato a favore dei bambini diversamente abili. La stessa manuten-zione ordinaria delle strutture scolastiche era continua. Quando mi sono trasferita al 4° Circo-lo di Casoria e, successivamente, alla scuola San Mauro, avevo alle spalle questa esperienza e non mi capacitavo di trovarmi di fronte ad una realtà tanto diversa, non riuscivo ad accettare che nella stessa nazione, con le stesse risorse economiche assegnate alle scuole ed alle Regioni, esistessero situazioni tanto diverse. Ho, allora, intrapreso una lotta che dura tuttora con un unico scopo: dare ai nostri bambini quello che avevano ed hanno i bambini di Firenze; cercare di sopperire alle tante carenze strutturali e di servizi con la professiona-lità di tutti gli operatori scolastici e soprattutto dei docenti che si aggiornano costantemente per migliorare l’offerta formativa. Tra i Dirigenti scolastici di Casoria, Lei è molto nota ed apprezzata non solo dagli “addetti ai la-vori” ma anche dalle famiglie. Per quali motivi, secondo Lei? Se è vero quanto lei cortesemente afferma credo che ciò dipenda dall’essere diventata la più an-ziana tra i capi d’Istituto presenti sul territorio. Dirigo il 1° Circolo Didattico da ben 25 anni. Ci sono oggi a Casoria giovani e bravi Dirigenti che potrebbero ricevere gli stessi attestati di stima se operassero per tanti anni nel medesimo contesto. Consiglierebbe ai giovani di intraprendere la Sua professione?Oggi il ruolo è profondamente cambiato. Io ho sempre voluto essere una “Direttrice didattica” ed era l’aspetto “didattico” che più mi interessava. Infatti sono sempre rimasta nella scuola primaria pur avendo i requisiti professionali per dirigere al-tri ordini di scuola. Del mio lavoro mi interessava e mi interessa tuttora soprattutto il ruolo di guida nell’elaborazione del progetto pedagogico; mi in-teressa il contatto con gli alunni e la possibilità di verificare i risultati. Osservare i piccoli di tre anni quando arrivano incerti e timorosi per la prima volta a scuola, vederli crescere nel corso degli anni

ed assistere alle manifestazioni finali delle classi quinte in cui disinvolti e sicuri utilizzano i diver-si mezzi espressivi, verbali, coreutici, musicali, è un’esperienza umana e professionale impagabile. Oggi il ruolo di capo d’Istituto ha decisamente “virato” verso il “management”e lascia poco spazio alla didattica. Al Dirigente Scolastico sono state trasferite molte funzioni già svolte dagli Uffici Scolastici Provinciali e la vantata autonomia delle scuole che non contempla un’effettiva autonomia economica, ad esempio per quanto concerne le strutture scolastiche e la sicurezza delle stesse, ha comportato, invece, un aumento a dismisura delle responsabilità sottraendo tempo alle scelte pedagogiche, metodologiche e didattiche. Tutta-via l’attività di Capo d’Istituto rimane pur sempre un lavoro bello e gratificante che consiglierei a tutti quei docenti che svolgono il proprio ruolo non soltanto con adeguata professionalità ma so-prattutto con dedizione e amore verso gli alunni di qualsiasi età.Nonostante le innegabili difficoltà in cui si tro-va attualmente la scuola pubblica, in che modo il 1° Circolo di Casoria si propone di rimanere un punto di riferimento nella formazione dei piccoli casoriani? Le difficoltà della scuola pubblica sono soprat-tutto le difficoltà della scuola del meridione come evidenziano i rapporti internazionali sulla valu-tazione dei sistemi scolastici, i risultati dell’IN-VALSI e gli stessi fondi, PON o POR, che l’Eu-ropa stanzia per elevare i livelli d’istruzione degli alunni nelle regioni del Sud Italia. Sono difficoltà di una scuola inserita in un contesto che non fun-ziona. Sempre in quei primi anni vissuti a Firenze ho avuto modo di constatare che la preparazione dei docenti e dei Capi d’Istituto provenienti dal sud non aveva nulla da invidiare ai locali: inse-riti in un contesto positivo assicuravano ottimi risultati. Quanto al 1° Circolo il mio desiderio più forte è che conservi nel tempo quei valori che sono alla base delle sua identità: il rispetto dei mi-nori e dei loro diritti, la consapevolezza di essere al servizio dei cittadini, l’interazione e la sinergia tra le diverse componenti della comunità scola-stica, l’impegno costante nella elaborazione di un progetto pedagogico che, non trascurando quanto della tradizione rimane valido, si confronta con le innovazioni del sistema e con l’evoluzione dei saperi al fine di realizzare la migliore offerta for-mativa.Il problema che vorrebbe eliminare per i suoi alunni, con uno schiocco delle dita?Non ho alcun dubbio: vorrei che fin da domani ci ritrovassimo tutti, alunni, docenti, genitori, nella nostra scuola San Mauro con le sue aule lumi-nose, i suoi laboratori, le palestre, le aiuole e gli ampi spazi esterni. Avevamo tanto e non ne era-vamo consapevoli!Quali possibilità ci sono, secondo Lei, di vedere riconsegnata ai casoriani la scuola San Mauro entro i primi mesi del 2012?Secondo le ultime ufficiose notizie la scuola do-vrebbe essere riconsegnata non prima dei mesi di giugno, luglio 2012. Speriamo che i membri del nuovo governo di questa città facciano rispet-tare tali scadenze e che abbia fine al più presto l’estremo disagio in cui versa la nostra comunità scolastica.

11il giornale di Casoria • Domenica 3 luglio 2011

A R P I N O

EMERGENZA RIFIUTI: incubo perenne di noi cittadiniIncontro-dibattito organizzato presso il Circolo PD-Arpino di Casoria in merito alla scottante questione dei rifiuti.di Sara Mottola

Lunedì 27 giugno, ore 18:30, presso la sede del PD Arpino di Casoria, è stato organiz-zato un incontro per discutere dell’emer-genza rifiuti e, quindi, della situazione igie-nico-ambientale del territorio di Arpino. Vi hanno partecipato il neo-sindaco, dottor Vincenzo Carfora, l’assessore all’ambiente e personale, Pasquale Tignola, il consiglie-re comunale del PD Giovanni Marigliano e l’assessore all’urbanistica Giovanni Ga-gliardi. Il dibattito è stato molto acceso ed interessante in quanto tutti hanno avuto la possibilità di prendere la parola, un incontro ravvicinato tra l’amministrazione, impegna-ta energicamente a risolvere l’emergenza, divenuta un vero e proprio incubo per gli abitanti di Casoria-Arpino e i cittadini con i loro problemi, bisogni, necessità, inquie-tudini, insoddisfazioni. Il primo ad inter-

venire è stato il sindaco Carfora, il quale rammentando che la gran parte delle re-sponsabilità di questa forte crisi sono da ri-cercarsi nell’operato di Regione e Provincia, ribadisce la necessità di impegnarsi nella raccolta differenziata e trovare una discarica in cui sversare i rifiuti. Allo stato attuale la raccolta differenziata è al 40%, ragione per cui il sindaco auspica che alla fine di luglio essa possa coprire l’intera Arpino. Poi la parola è stata data ai cittadini, i quali han-no avuto la possibilità di esprimere le loro perplessità, opinioni, consigli in merito. Una signora ha addirittura scritto e letto una lettera al sindaco Carfora, nella quale esorta a far rispettare gli orari dei depositi dei sacchetti, ad imporre multe a volontà ai trasgressori con il benefico effetto di rim-pinguare le casse del Comune, ad avere più vigilanza, più controlli e, per concludere, a coinvolgere i cittadini restii a fare la raccol-ta differenziata, togliendo i cassonetti dalle strade. L’auspicio è che si possa fare di Ca-soria, una Portici bis, modello indiscutibil-mente virtuoso per tutti gli altri comuni. Poi è la volta dell’assessore Pasquale Tignola, il quale ribadisce la necessità di fare la raccol-ta differenziata, che è un problema trasver-sale a tutti, cittadini ed amministrazione, sottolineando l’importanza del confronto continuo e diretto con i cittadini, in quanto solo lavorando in maniera coesa e sinergi-

ca si possono trovare congiuntamente gli strumenti per risolvere questa emergenza. L’assessore conclude il suo discorso rivol-gendo apprezzamenti ai molti cittadini ar-pinesi presenti all’incontro, in quanto la loro presenza è indice di una ferma volontà di cambiare realmente le cose. Ancora, segue l’intervento dell’assessore all’urbanistica Giovanni Gagliardi. Queste le sue parole : “Questo territorio ha visto troppi vetri rotti, si è rotto tutto quanto, noi dobbiamo pro-grammare la rinascita del nostro territorio. Se non facciamo riferimento ai consiglieri da voi eletti, di certo non possiamo invertire la rotta”. A conclusione dell’intero dibatti-to, prende la parola il consigliere comunale Giovanni Marigliano, il quale dice : “Stasera stiamo sancendo un patto, vogliamo inverti-re la tendenza, vogliamo un metodo di lavo-ro, un metodo di come bisogna governare la città. Noi dobbiamo chiedere al sindaco ed ai suoi assessori di partire immediatamente con la differenziata ad Arpino. Poi occorre rivedersi a settembre e fare il punto della situazione. Questa è la vera informazione, i momenti di incontro con i cittadini sono momenti di vera informazione”. Se l’obbiet-tivo ultimo dell’incontro era quello di creare un collegamento diretto, proficuo ed effica-ce tra classe dirigente e cittadini arpinesi, possiamo con sicurezza asserire che esso è stato abbondantemente raggiunto.

13il giornale di Casoria • Domenica 3 luglio 2011

L ’ I N T E R V E N T O

RECUPERO EDILIZIO,esportare il “Progetto Sirena”Dal centro storicodi Napoli alle periferie,questa “buona pratica”arriverà anche in provincia?dell ’Arch. Fortuna De Rosa

Il progetto. La società S.I.RE.NA. (Società consortile mista per le Iniziative di REcupe-ro di NApoli) è nata alla fine degli anni ‘90 da un’idea dell’Amministrazione Comunale e dell’Associazione dei Costruttori Edili Na-poletani. Obiettivo: creare un programma per incentivare il recupero delle parti comuni degli edifici privati del centro storico della città di Napoli, attraverso contributi pubblici a fondo perduto. Un meccanismo di collaborazione vir-tuosa tra pubblico e privato, in cui il Comune non solo concede incentivi economici, ma met-te in campo anche azioni strategiche necessarie ad attrarre gli investimenti privati, e soprattutto definisce regole di progetto e controllo dei can-tieri.I primi bandi. Nei primi sei anni (2002-08), il Progetto Sirena ha pubblicato due bandi, finan-ziando 1.032 cantieri, per un intervento totale di oltre 240 milioni di euro tra investimenti pubblici (64 mln) e privati, con una rilevante ricaduta occupazionale di grande importanza per l’economia locale. Questi eccezionali risul-tati sono valsi al progetto un prestigioso rico-noscimento a livello mondiale nel 2004: la qua-lifica di “Good Practice” al Dubai International Award for Best Practices to Improve the living Environment.

Sirena oggi. Attualmente è in fase di realiz-zazione il III bando pubblico (avviato a luglio 2008), che prevede uno stanziamento di contri-buti di circa 16 milioni e 600mila euro, e conta già 571 domande presentate. La novità più ri-levante è che l’area di intervento è stata estesa anche alle periferie ed a altre aree della città di particolare interesse, a dimostrazione dell’effi-cacia dei risultati ottenuti per il centro storico.Come funziona. I contributi a fondo perduto erogati dal Comune di Napoli (finanziati in parte anche dalla Regione Campania) coprono ad oggi fino al 37% dei costi, per lavori e spese tecniche. Il contributo base concedibile è del 30%, ma dal III Bando vengono aggiunti con-tributi premiali fino a un massimo del 7% per quanti a saldo dimostreranno di aver eseguito particolari opere (consolidamento e migliora-mento strutturale, riqualificazione energetica, abbattimento barriere architettoniche, elimi-nazione superfetazioni ecc.); un ulteriore 3% è concesso ai condomini che predispongono il “Libretto di Manutenzione” del fabbricato, che riassume lo stato di fatto dell’immobile e indica le attività manutentive da eseguire in un ven-tennio. Il progetto Sirena, dunque, non punta solo ad una riqualificazione fisica degli edifici, ma an-che a diffondere una nuova cultura della manu-tenzione urbana, quale strumento per migliora-re contestualmente l’aspetto e la sicurezza degli edifici, e di conseguenza le condizioni ambien-tali; considerando il patrimonio edilizio una ricchezza e una risorsa per la città.Abbiamo chiesto al direttore generale della società S.I.RE.NA., l’architetto Bernardino Stangherlin, qual è la filosofia del progetto. I criteri etici che guidano le attività di Sirena sono innanzitutto una gestione semplice e par-tecipata del processo edilizio; la trasparenza del processo di reclutamento delle imprese che ese-guono i lavori e la legalità dei cantieri, sia per garantire il rispetto delle norme di sicurezza nel corso dei lavori che per evitare infiltrazioni della criminalità organizzata. Sulla base di questi primi nove anni di esperien-za, sono state individuate anche delle azioni da implementare per attenuare alcune criticità ri-scontrate. Riguardano soprattutto lo snellimen-to delle procedure di erogazione dei contributi a fondo perduto ai cittadini; con l’estensione di Sirena a quartieri periferici meno abbienti, diventa inoltre di fondamentale importanza anche coadiuvare i cittadini nel reperire i fon-di per finanziare la parte di intervento di loro competenza (65-60% del totale, in media circa 170mila euro per edificio).L’allargamento di Sirena dal centro storico

alle periferie costituisce il primo passo verso una più ampia “esportazione” di questo mo-dello. Ma a partire dall’esperienza napoletana, quali sono, secondo il direttore, i criteri fon-damentali per una diffusione del progetto in altri Comuni? Innanzitutto, bisogna verifica-re qual è il reale fabbisogno qualitativo/quantitativo di riqualificazione urgente del patrimonio edilizio nell’intero territorio comunale, o in alcu-ne aree predeterminate. Que-ste aree di importanza strate-gica possono essere individua-te considerandone il valore storico architettonico, oppure il livello di degrado (sia edili-zio che socioeconomico). Op-pure considerare aree in cui vi siano particolari propensioni o agevolazioni ad intervenire: disponibilità degli abitanti, particolare interesse di com-mercianti o imprenditori alla riqualificazione dell’ambiente urbano, e dunque disponibili-tà a contribuire all’attuazione. È importante definire i finan-ziamenti pubblici disponibili da spendere nell’arco di tre/quattro anni; verificare di-sponibilità di indebitamento dell’Amministrazione e veri-ficare della possibilità di repe-rimento finanziamenti esterni da fonti locali (FAS, POR Campania ecc.) o statali. E poi bisogna avviare una prima analisi per la definizione dei soggetti gestori o compartecipanti del progetto Sirena. In questo processo, la società S.I.RE.NA. potrebbe sup-portare le amministrazioni comunali interes-sate, nell’individuazione delle aree e nell’ela-borazione delle proposte operative e gestionali; definendo misure per sostenere la partecipazio-ne dei diversi utenti, fino a garantire assistenza nella cantierizzazione dei progetti esecutivi e nella gestione degli interventi.Alla base della buona riuscita del modello Si-rena vi è insomma un forte meccanismo par-tecipativo e di assunzione di responsabilità, sia della Pubblica Amministrazione che dei privati. Sta a chi ci governa, ma anche a noi cittadini, dunque, dimostrare di essere capa-ci di trarre insegnamento dall’esperienza di Napoli e di saperne cogliere le potenzialità anche per Casoria.

14 il giornale di Casoria • Domenica 3 luglio 2011

“bufale” come quella che attribuiva ai vaccini la responsabilità di provocare casi di autismo. La verità è che gli effetti collaterali gra-vi dei vaccini sono molto rari mentre le malattie che si riescono a prevenire con i vaccini sono comuni e, spesso, molto pericolose.Perciò, l’invito che rivolgo ai genitori è quello di affrontare le vaccinazioni dei propri figli con serenità e di farli vacci-nare per tutto ciò che il loro pediatra gli consiglia. Inoltre, se avessero dei dubbi, l’invito è quello di non tenerseli per sé, ma di parlarne con il proprio pediatra di fiducia che saprà consigliare ciò che è meglio per la salute del proprio bambino.

R U B R I C A M E D I C A

LE VACCINAZIONI Si? No? Quali?E’ nato un bimbo!Quanti dubbi!Quarta parte.

A cura del Dr. Liberatore Graziano Pediatra

L’attuale legislazione italiana sui vaccini distingue le vaccinazioni pediatriche in “obbligatorie” e “raccomandate” e ciò può creare confusione, inducendo un genito-re a considerare necessarie, efficaci e più sicure quelle obbligatorie e superflue e meno sicure quelle raccomandate. Non è assolutamente così!!! Le vaccina-zioni disponibili sono tutte raccoman-date, ognuna con le proprie indicazio-ni!!!L’obbligo vaccinale è nato nel secolo scor-so, quando si sono resi via via disponibili i vaccini contro malattie (come il vaiolo, la poliomielite, la difterite e il tetano) che mietevano migliaia di vittime nella popo-lazione. Poiché era necessario vaccinare il più alto numero possibile di persone in poco tempo e i mezzi di comunicazione allora disponibili erano alla portata di po-chi, l’unico modo per raggiungere l’obiet-tivo era quello di rendere la vaccinazio-ne obbligatoria per legge. La strategia ha avuto successo: il vaiolo è scomparso dalla faccia della terra dal 1977 (infatti

la vaccinazione non si fa più) e, in Italia, non abbiamo più casi di poliomielite e di difterite e i casi di tetano sono diventati molto rari.Negli ultimi decenni la ricerca ha messo a punto vaccini sicuri ed efficaci contro altre malattie, come la pertosse, il mor-billo, la rosolia, la parotite e le infezioni da microbi che possano dare, tra le atre cose, delle meningiti (pneumococco, Haemophilus Influentiae tipo b e Me-ningococco C). Essi non sono diventati obbligatori semplicemente perché nella società odierna, dove le fonti di informa-zione sono tante, rapide ed efficaci, l’ob-bligo vaccinale non ha più senso. E’ più logico che i bambini si vaccinino perché i genitori ne hanno compreso l’importan-za, piuttosto che perché vi ci siano stati costretti. In quest’ottica, è verosimile che l’obbligo vaccinale prima o poi scompaia, perché ormai anacronistico, come è già accaduto in alcune regioni come il Pie-monte e il Veneto.Ad aumentare la confusione e la preoccu-pazione dei genitori contribuisce il fatto che i media danno enorme enfasi ai raris-simi casi in cui un vaccino determina un effetto collaterale grave, ma non sottoli-neano con la stessa forza i milioni di casi di malattia evitati grazie alle vaccinazioni.In alcuni casi i media hanno anche con-tribuito a diffondere delle autentiche

15il giornale di Casoria • Domenica 3 luglio 2011

nifestazione pacifica organizzata dal Codacons di Casoria ha raggiunto lo scopo: partecipazione e trasparenza per il bene comune. Che ogni cittadi-no si prenda la sua soddisfazione per aver parte-cipato con solidarieta’ alle iniziative promosse dal Codacons prima che qualcuno tenti di attribu-irsene il merito. Complimenti popolo di Casoria uniti stiamo facendo passi da giganti.Dal mese di settembre u.s., a Casoria e in tante parti d’Italia, con l’apice raggiunto nella giornata dei referendum del 12 e 13 giugno, la cosiddetta società civile si sta prendendo alcune rivincite. Essa era stata assai bistrattata dalla “casta”, sia di destra che di sinistra. I par-titi, anzi la partitocrazia, avevano invaso tutto lo scibile umanamente invadibile. Casoria la società civile si è unita e ha pro-dotto un ottimo risultato sul quale si deve la-vorare, perché la centrale non è ancora abbat-tuta del tutto, perché questa esperienza deve insegnare a tutti ( a chi ha partecipato e a chi no) che noi siamo i guardiani dei nostri diritti e dei nostri doveri e dobbiamo vigilare e restare uniti affinché i nostri rappresentanti siano la nostra longa manus e non diventino come sono (non tutti per fortuna): i parassiti del nostro lavoro.

U L T I M A P A G I N A

Anno 1 - Numero 10Domenica 3 luglio 2011

Questo numero è stato chiuso in redazione mercoledì 29 giugno 2011.

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Inserto di Napolincasa News

Aut. Tribunale di Napolin. 0062 del 30/09/2005

Editore: Carlo De VitaVia S. Di Giacomo, 6/8 - 80026 Casoria (NA)

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Direttore responsabile: Giuseppe Storti

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STOP AI LAVORI della Centrale a Biomasse

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Vittoria del Comitato, del Codacons Casoria e di tutti i cittadini di Casoria.del Codacons Casoria

Sono cominciati il 3 dicembre 2010 i lavori per la costruzione dell’ impianto per la produ-zione di energia elettrica a ciclo combinato da 8.7 MW alimentato da biomasse (Fonte lette-ra Arin n. 0032462 del 29/12/2010). Prima di questa data, che mostra l’incapacità della po-litica di assicurare una adeguata qualità della vita ai cittadini, i casoriani, preoccupati per la costruzione di un impianto del genere vicino al centro abitato, hanno lanciato un accorato grido di dolore e preoccupazione immediata-mente raccolto dal Codacons Casoria. La nostra associazione di consumatori ha po-sto in essere una serie di iniziative al fine di sensibilizzare tutti, anche le istituzioni pub-bliche in merito al grave pericolo incomben-te sul territorio casoriano. Una di queste si è concretata nell’organizzazione di un apposito convegno, conche ha posto il focus sulle pro-

blematiche e sulle azioni da realizzare per favorire le energie cosiddette “rinnovabili” e “sostenibili”. Sapiente e dotto relatore è sta-to il prof. Stefano Montanari, noto esperto di fama internazionale in materia, ha presentato l’incontro il Vice Presidente del Codacons Enrico Marchetti; al convegno, tenutosi all’Hotel Futura, hanno partecipato più di 400 interessatissimi citta-dini casoriani.Martedi 28 giugno 2011, mediante il social network “facebook”, che ha unito nella lotta contro le paure le preoccupazioni dei casoriani nel gruppo “Tutti i casoriani che dicono “NO” alla centrale elettrica a biomasse”, dopo una costante pressione civile esercitata in questi mesi presso le istituzioni preposte in materia, il Codacons, insieme ai cittadini (comitato “basta veleni no alla centrale biomassa a Ca-soria o altrove”) promotori della “battaglia”, ha emesso il seguente comunicato: Il Codacons di Casoria e’ lieto di informarvi di una vittoria importante: la centrale della bio-massa alla cittadella di Casoria non verrà mai messa in funzione. Sono stati bloccati i lavori grazie all ’impegno profuso da chi come noi si e’ battuto per la tutela del cittadino. Oggi si e’ tenu-to l ’’incontro tra l ’Arin ed il Comune di Casoria. Il comitato “basta veleni no alla centrale biomassa a Casoria o altrove” costituitosi durante una ma-

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