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Il melanoma

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Libretti del Girasole

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AIMaC è grata a Cancer Information Service, CIS (Servizio Informazionisul Cancro; www.nci.nih.gov/hpage/cis.htm) del National Cancer Institute, NCI(Istituto Nazionale dei Tumori), l’istituto americano più importante nel campodella ricerca sul cancro, per aver concesso in esclusiva l’utilizzazione di questolibretto e per aver consentito al Comitato Scientifico di adeguarne il contenuto allarealtà del Servizio Sanitario Nazionale, alla cultura, alle abitudini e ai rapporti medi-co-infermiere-paziente del nostro Paese.

Per la revisione e l’adattamento del testo AIMaC ringrazia:

Dott. Natale Cascinelli, Direttore Scientifico Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano

Gruppo Interdisciplinare Melanoma e Dott Paolo A. Ascierto Istituto Nazionale Tumori di Napoli Fondazione G. Pascale.

Questa pubblicazione è stata realizzata nell’ambito del Progetto “L’informazione e ilsostegno psicologico ai malati oncologici e alle loro famiglie” in collaborazione conl’Istituto Nazionale Tumori di Milano grazie al sostegno del Ministero della Salute.

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IL MELANOMACos’è, come combatterlo

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Titolo originale dell'opera: What You Need To Know About™ Melanoma

Tutti i diritti sono riservati.La riproduzione e la trasmissione in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico,comprese fotocopie, registrazioni o altro tipo di sistema di memorizzazione o consultazione dei dati

sono assolutamente vietate senza previo consenso di AIMaC come convenuto da CancerBACUP.

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INDICE

Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5

Che cos’è il melanoma? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6

Segni e sintomi del melanoma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10

Diagnosi e stadiazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .12

Trattamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15

Studi clinici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20

Gli effetti collaterali del trattamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21

La dieta per i malati di cancro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .24

I controlli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .25

Il sostegno per i malati di cancro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .25

Cause, fattori di rischio e prevenzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .27

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Come eseguire l’autoesame della cute . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .29

Termini medici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .31

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INTRODUZIONE

Il melanoma scrive il suo messaggio sulla pelle con il suo inchiostro ed è li alla vista di tutti. Sfortunatamente alcuni lo vedono

ma non lo comprendono.Neville Davis

Ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 4.000 nuovi casi dimelanoma cutaneo. Questo libretto è stato realizzato tenendo contodell’esperienza nazionale, europea e americana, essendo un adattamentodell’omonima pubblicazione del CIS (Cancer Information Service)l’organizzazione che negli Stati Uniti, attraverso 19 uffici regionali, fornisceinformazioni ai malati di cancro. Il CIS fa parte del National CancerInstitute (NCI). Il libretto descrive in breve i sintomi del melanoma, illustrai criteri diagnostici e le modalità di trattamento, oltre a dare informazioniutili per far fronte alla malattia, qualora ne siate affetti voi stessi o unapersona a voi cara. Esistono altri due tipi di tumori cutanei, che però non sono oggetto ditrattazione di questo libretto: il carcinoma a cellule squamose e ilcarcinoma a cellule basali (Tumori Cutanei Non Melanoma, TCNM);quest’ultimo, tuttavia, è a malignità locale (non metastatizza). Siamo consapevoli del fatto che i nostri libretti non sono in grado dirispondere a tutte le domande che volete porre sul cancro, né possonosostituire i colloqui con i medici, gli infermieri e gli altri membri checompongono le équipe mediche. Speriamo solo che possano esservi utili aprepararvi a questi colloqui.

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CHE COS’È IL MELANOMA?

Il melanoma è un tumore maligno della cute, che origina da alcune celluledette melanociti. Per capire che cos’è il melanoma, è utile saperne di piùsulla cute e sui melanociti (qual è la loro funzione, come crescono e checosa succede se si trasformano in cellule neoplastiche).

La cuteLa cute è l’organo più esteso di tutto il corpo. Essa svolge molteplicifunzioni: ci protegge dai raggi solari, dalle ferite e dalle infezioni; regola latemperatura corporea; assorbe l’acqua e i grassi e produce la vitamina D.La cute è costituita da due strati principali: uno più superficiale, dettoepidermide, e uno più profondo, detto derma.L’epidermide è costituita principalmente da cellule piatte, simili alle squame

Epidermide

Derma

Nervo Follicolo Ghiandola sudoripara

Ghiandola sebacea

Tessuto adiposo

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dei pesci e per questo definite cellule squamose. Al di sotto di queste,sempre nell’epidermide, si trovano delle cellule rotonde dette cellulebasali. La parte più profonda dell’epidermide contiene anche i melanociti.Nel derma sono presenti vasi sanguigni, vasi linfatici, follicoli piliferi e unaserie di ghiandole, alcune delle quali producono il sudore che serve aregolare la temperatura corporea, e per questo dette sudoripare, mentrealtre secernono il sebo, una sostanza grassa che serve a impedire che lacute si secchi. Queste ultime si chiamano ghiandole sebacee. Il sudore e ilsebo raggiungono la superficie attraverso minuscoli fori detti pori.

Melanociti e nevi I melanociti sono cellule presenti nello strato più profondodell’epidermide. L’attività fisiologica dei melanociti contribuisce adeterminare il normale colorito della pelle. Quando ci esponiamo al sole,la nostra pelle si abbronza, perché i raggi solari, in particolare gliultravioletti, inducono la comparsa di sostanze tossiche, che sonocatturate e quindi ‘bruciate’ dai melanociti. Il prodotto finale di questacombustione, la melanina, è eliminato attraverso le cellule più superficialidell’epidermide, che assume, in tal modo, il colore più scuro chechiamiamo abbronzatura.I melanociti sono di regola cellule singole, ma a volte crescono a grappoloformando noduli compatti di cellule benigne detti nevi o nei. I nei sono‘abitatori’ normali della nostra pelle: è stato calcolato, difficile dire conquanta precisione, che ogni italiano è portatore in media di 25 nei. Questisono di forma regolare ( di norma ovale e rotonda), di colore marrone divaria tonalità, piani o rilevati. Nello stesso individuo sono tutti molto similiper forma e colore. Raramente sono presenti alla nascita (nevi congeniti),compaiono nella grandissima maggioranza dei casi nei primi anni di vita.

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Nell’adulto di regola sono stabili, benché alcuni individui possanoprodurre nuovi nei anche dopo i quarant’anni. Tuttavia, se sono di formae colore simili a quelli già esistenti, non sono sospetti. Fino ad alcuni anni fa i nevi congeniti erano considerati molto pericolosi:oggi sappiamo che il rischio che su un nevo congenito possa svilupparsi untumore cutaneo è un po’ più alto rispetto a quello della cute normale, masi tende a non drammatizzare. Se un clinico esperto, dopo un accuratoesame, ritiene che si possa escludere il sospetto di un tumore (evento, peraltro, molto raro nell’infanzia), potrete programmare senza fretta la suaasportazione, che sarà eseguita in anestesia locale. Oggi sappiamo concertezza che la rimozione chirurgica di un nevo non può indurre unatrasformazione maligna. Se pensate che la vostra immagine sia in qualchemodo ‘deturpata’ da un nevo esteticamente sgradevole, potrete farloasportare con assoluta tranquillità, verificando solo che il chirurgo lo facciasottoporre ad esame microscopico, assolutamente indispensabile per unadiagnosi sicura. Se il clinico non è in grado di escludere il sospetto di tumore, deveindicare la rimozione chirurgica del nevo per conferma diagnostica:l’osservazione protratta nel tempo di lesioni di dubbia natura può rischiaredi ritardare la diagnosi. Una volta rimosso con un margine di cute sana di1 o 2 mm, il nevo non si riformerà: l’eventuale ricomparsa sulla cicatricedel pregresso intervento deve indurre ad un altro intervento chirurgico.

Il cancroCon questo termine si definisce un gruppo di malattie che hanno incomune il fatto che il processo di riproduzione cellulare impazzisce. Ilnostro corpo è costituito da molti tipi di cellule. In condizioni normali, lecellule crescono, si dividono e producono così altre cellule per

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mantenere l’organismo sano e farlo funzionare nel modo adeguato. Avolte, però, il processo di riproduzione cellulare impazzisce, per cui lecellule si dividono troppo spesso e in maniera disordinata e incontrollata.Da queste cellule in sovrannumero si forma così un tumore. I tumoripossono essere benigni o maligni.

• I tumori benigni non sono carcinomi. Spesso possono essere asportatichirurgicamente e, nella maggior parte dei casi, non si ripresentano. Lecellule dei tumori benigni non si diffondono ad altre partidell’organismo. La cosa più importante è che questi tumori solo in casirari costituiscono un pericolo di vita.

• I tumori maligni sono carcinomi. Le cellule dei tumori maligni sonoanormali e si dividono in maniera incontrollata e disordinata. Possonoinvadere e distruggere i tessuti adiacenti. Inoltre, le cellule tumoralipossono staccarsi dal carcinoma e attraverso il sistema linfatico (i tessutie gli organi che producono e accumulano le cellule che combattono leinfezioni e le malattie) o il circolo ematico possono diffondersi ad altriorgani. Questo processo, che prende il nome di metastasi, è un eventomolto raro nei tumori cutanei di piccole dimensioni, quale la stragrandemaggioranza di quelli diagnosticati oggi.

Il melanomaIl melanoma della cute è dovuto alla trasformazione maligna deimelanociti. Può comparire in qualunque superficie cutanea e in entrambi isessi. Nei maschi si sviluppa più spesso al tronco (la regione corporea cheva dalle spalle ai fianchi), nelle femmine agli arti inferiori. È ormai accertato che il melanoma si sviluppa attraverso due fasi evolutive:

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• prima fase, in cui cresce in orizzontale, caratterizzata da un’aggressivitàdella malattia più teorica che pratica;

• seconda fase, in cui cresce in verticale, acquisisce caratteristiche diaggressività e la capacità di formare metastasi.

Le cellule tumorali possono diffondersi attraverso i vasi linfatici eraggiungere i linfonodi regionali (i linfonodi sono piccole strutture a formadi fagiolo, che filtrano le sostanze contenute nella linfa e contribuiscono acombattere le infezioni e le malattie. I distretti linfonodali localizzati nelcavo ascellare, nella pelvi, nel collo, nell’addome e nell’inguine) oppureattraverso i vasi sanguigni, raggiungendo così organi importanti qualipolmoni, fegato, cervello, ecc.La probabilità di una diffusione metastatica è tanto più elevata quantomaggiore è lo spessore massimo del tumore. È oggi possibile riconoscere il melanoma nella fase di crescita orizzontale.Per questo è molto importante la diagnosi precoce: è necessario impararea conoscere la propria pelle. È questo il fine dei messaggi che invia la classemedica alla popolazione generale, ed anche se il loro tono può sollevarepiù preoccupazioni di quanto sarebbe necessario, l’importante è cheattirano attenzione su questa malattia, per cui se ne parla molto.

SEGNI E SINTOMI DEL MELANOMA

Grazie alle campagne di sensibilizzazione e educazione, il melanoma èsempre più frequentemente riconosciuto dal soggetto che ne è portatore oda un proprio familiare: si nota una macchia cutanea diversa dalle altre che

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si è abituati a vedere sulla propria pelle, innanzitutto per il colore,nettamente più scuro. Tuttavia, questa può non essere l’unicocaratteristica. Oggi si tende a definire il melanoma della cute il ‘bruttoanatroccolo’, una lesione diversa, non sempre ben definibile nella suadiversità, ma certamente evidente se messa a confronto con tutte le altremacchie presenti sulla pelle.Quattro sono le caratteristiche che vi possono aiutare a riconoscere ilmelanoma e che si ricordano facilmente perché i loro nomi comincianocon le prime quattro lettere dell’alfabeto:

A per Asimmetria: la forma di una metà noncorrisponde alla forma dell’altra metà.

B per Bordo: il contorno è irregolare, dentellato osfumato (cosiddetto a carta geografica).

C per Colore: il colore non è uniforme. Possonoessere presenti sfumature nere, marroni e scure; sipossono distinguere anche aree bianche, grigie,rosse o blu.

D per Diametro: le dimensioni cambiano. Dunque, attenzione ad ABCD!

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Il melanoma compare molto più frequentemente sulla cute sana e solo inuna minoranza di casi è associato ad un neo. Non è noto se l’associazionetra neo e melanoma sia l’esito di una trasformazione maligna della lesionebenigna o se la presenza contemporanea sia solo casuale. Questo nonsignifica che se avete dei nevi sarete destinati a sviluppare un melanoma!Il melanoma non dà sintomi: scrive solo il suo messaggio sulla cute e deveessere riconosciuto. L’unico sintomo soggettivo che può essere associatoalle fasi evolutive precoci è il prurito. Se il melanoma secerne siero osanguina, ciò è indicativo di una fase evolutiva avanzata.

DIAGNOSI E STADIAZIONE

Diagnosi precoceSiamo profondamente convinti che ogni persona in età adulta debbasottoporsi, almeno una volta nella vita, ad un attento esame della cute daparte di un clinico esperto, anche (o soprattutto) in assenza di sintomi o didubbi. Ciò consentirà di:definire la ‘normalità’ della cute del paziente, che sarà conservata comeriferimento per riconoscere tempestivamente l’eventuale comparsa delmelanomariconoscere eventuali lesioni sospette, che debbono essere asportate perraggiungere una diagnosi finale.La diagnosi precoce rappresenta, quindi, l’arma più efficace per nella lottacontro il melanoma. Se riconosciuto in tempo, il melanoma può esseresconfitto. I progressi della ricerca hanno radicalmente cambiato i criteri diriconoscimento del melanoma, con il risultato che in Europa questa

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malattia è diventato il secondo tumore meno aggressivo.Altrettanto importante è l’autoesame della cute per individuare nuoveformazioni o altre modificazioni (per l’esecuzione dell’autoesame dellacute v. paragrafo sulla cute). Nel caso in cui l’autoesame accertimodificazioni della cute o di un nevo il paziente dovrebbe recarsi senzaindugio dal medico curante, che lo invierà dal dermatologo, lo specialistain malattie della cute, se avrà il dubbio che la lesione osservata possa essereun melanoma. Appena posta la diagnosi di melanoma è indispensabile escludere lapresenza di metastasi a distanza. Se non accusate sintomi, sarà sufficienteeseguire una radiografia del torace e un’ecografia epatica e della (delle)stazioni linfonodali regionali, ossia più vicine, per escludere la presenza dimetastasi. Se tali accertamenti sono negativi, in particolare non risultanometastasi polmonari o epatiche, sarete sottoposti a una terapia chirurgica,la cui estensione dipenderà dai risultati dell’esame istologico sui linfonodie dalle caratteristiche istologiche del melanoma.

Metodiche diagnosticheLa diagnosi precoce è facilitata oggi da una metodica innovativa, lamicroscopia in epiluminescenza o dermoscopia, utilizzata anche perindividuare le lesioni pigmentate ad alto rischio di trasformazione. Si trattadi un esame di semplice esecuzione che, mediante una telecamera o unoculare di ingrandimento, permette allo specialista di valutare ladistribuzione del pigmento nella lesione e quindi di stabilirne lapericolosità e l’indicazione terapeutica.L’esame istologico è l’unica indagine che consente la diagnosi finale e quindidi pianificare in modo adeguato il trattamento la cui modalità dipende dauna serie di informazioni che il clinico può ottenere da diversi esami.

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Se il dermatologo ha il sospetto che una lesione cutanea sia un melanoma,dovrà sottoporre il paziente a biopsia, che rappresenta l’unica possibilitàper avere la certezza diagnostica. Con questa procedura, il medicoasporterà il nevo sospetto interamente o in parte. La biopsia si esegue disolito ambulatorialmente con somministrazione di un anestetico locale.Quindi il medico invierà il reperto all’anatomo-patologo che esaminerà iltessuto al microscopio per verificare la presenza di eventuali celluletumorali. A volte può essere utile richiedere il parere di più patologi.

Richiedere un secondo parereLe decisioni sul trattamento sono complesse. A volte il paziente si sentetranquillizzato se può avere il parere di un altro medico sulla diagnosi e sultrattamento. Un breve ritardo non pregiudicherà certo l’efficacia deltrattamento. Ci sono diversi modi per sapere a chi rivolgersi per un consulto:

• il medico curante può inviare il paziente da un altro medico specialistanel trattamento del melanoma, per esempio un dermatologo, oncologo,chirurgo o chirurgo plastico;

• il paziente può rivolgersi alla Società Italiana di Dermatologia per averei nomi degli specialisti che operano nella provincia/regione in cui eglirisiede;

• il paziente può rivolgersi a AIMaC che è in grado di segnalare i centriper la cura dei tumori e altri istituti;

• il paziente può chiedere i nominativi di alcuni specialisti all’ordine deimedici della provincia, agli ospedali o alle scuole di medicina.

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IL TRATTAMENTO

Una volta accertata la diagnosi ed effettuata la stadiazione del tumore, ilmedico elabora un piano terapeutico su misura per le esigenze delpaziente, tenendo conto dell’età e delle sue condizioni generali,dell’estensione del tumore e di altri fattori.

La chirurgiaL’intervento chirurgico per l’escissione, ossia l’asportazione, del melanomaè il trattamento standard per questo tipo di tumore. Come già affermato, ènecessario asportare non solo il tumore, ma anche un margine di tessutosano circostante allo scopo di ridurre la probabilità che vengano lasciate insede eventuali cellule tumorali. Qualora la biopsia escissionale dovesse risultare positiva per melanoma ilpaziente è sottoposto ad un ulteriore intervento chirurgico ‘di sicurezza’,ovvero all’asportazione di una zona più ampia(exeresi allargata).L’ampiezza del margine di tessuto da asportare dipende dallo spessore.Salvo casi assolutamente eccezionali, è oggi possibile concluderel’intervento con una chiusura diretta dei margini della ferita, per cuirimarrà una cicatrice lineare quasi sempre più che accettabile. Ormai è dimostrata l’inutilità dell’asportazione profilattica, o immediata,dei linfonodi regionali. L’intervento di asportazione dei linfonodi regionaliviene effettuato solo in presenza di un’adenopatia sospetta e comunquedopo valutazione del cosiddetto linfonodo sentinella. Tale tecnicaoperatoria prevede l’asportazione del primo linfonodo regionale, ovverodel primo linfonodo dove arriva la linfa proveniente dalla zona sede delmelanoma. Lo scopo è quello di valutare la possibilità che qualche cellula

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metastatica abbia colonizzato nei linfonodi. Qualora l’esame istologicoaccerti che il linfonodo sentinella è positivo per la presenza di celluleneoplastiche, il paziente è sottoposto allo svuotamento dell’intera catenadei linfonodi regionali; in caso contrario è avviato ad un follow-up clinico-strumentale, ossia è invitato a sottoporsi a controlli periodici. Se si riscontra la presenza del melanoma, il medico ha bisogno diconoscerne l’estensione, o stadio, prima di avviare il paziente altrattamento. Il piano di trattamento deve essere elaborato tenendo contodelle dimensioni del tumore, della profondità dell’invasione (spessoresecondo Breslow) e dell’eventuale diffusione delle cellule tumorali ailinfonodi adiacenti o ad altri organi. A volte è necessario asportare ilinfonodi adiacenti per esaminarli al microscopio e verificarne l’invasione.Il medico esegue, inoltre, un attento esame fisico e, a seconda delledimensioni del tumore, può decidere di sottoporre il paziente a radiografiadel torace, analisi del sangue, ecografia epatica e scintigrafia ossea. La chirurgia è un trattamento efficace anche in presenza di metastasilinfonodali; si ritiene, infatti, almeno in Europa, che per il trattamento delmelanoma le terapie cosiddette adiuvanti, quelle cioè che si eseguonoimmediatamente dopo l’intervento chirurgico allo scopo di distruggerefocolai microscopici di malattia, siano inefficaci.

La chemioterapiaLa chemioterapia è un trattamento sistemico, che vuol dire che può agiresulle cellule tumorali in tutto l’organismo. Consiste nella somministrazionedi uno o più farmaci antitumorali, o antiblastici, sia per via orale che perendovena. Nell’uno e nell’altro caso il farmaco entra nel circolo ematicoche lo trasporta in tutto l’organismo. La chemioterapia si attua di solito percicli: si effettua un periodo di trattamento a cui segue un intervallo, quindi

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un altro periodo di trattamento e così via. Di solito il paziente riceve lachemioterapia come paziente esterno presso l’ospedale, lo studio delmedico curante o a casa. Tuttavia, a seconda dei farmaci somministrati edelle condizioni generali del malato, potrebbe essere necessario un breveperiodo di degenza in ospedale. La chemioterapia viene attuata spesso quando il melanoma èmetastatizzato, ossia si è diffuso dal sito primitivo ad altri organi. Se ilmelanoma si è sviluppato solo su un arto, il medico a volte preferisce altremodalità di somministrazione dei chemioterapici. Esiste, per esempio, latecnica detta perfusione, che consiste nel bloccare il flusso sanguignoall’arto interessato tramite l’applicazione di un laccio emostatico; quindisi procede alla somministrazione di alte dosi di farmaco nella zona in cuisi è sviluppato il melanoma.

La radioterapiaIn alcuni casi anche la radioterapia (o terapia radiante) viene usata per iltrattamento del melanoma. La radioterapia consiste nell’uso di radiazioniad alta energia per distruggere le cellule tumorali e bloccarne la crescita.La radioterapia è una terapia locale, ossia agisce solo contro le cellulepresenti nella zona trattata. Le cellule del melanoma hanno una sensibilitàal trattamento radiante molto particolare; per tale motivo, esso si eseguequasi sempre con dosi singole elevate e distanziate nel tempo. L’impiegodella radioterapia è limitato quasi esclusivamente alle metastasi ossee ecerebrali.

L’immunoterapiaNonostante in passato abbia suscitato enormi speranze, ancora oggil’immunoterapia non è la prima scelta nel trattamento del melanoma. Due

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BRM, acronimo dell’inglese Biological Response Modifiers (interleuchina 2e interferone alfa). si utilizzano nella pratica clinica corrente, sempreassociati a farmaci chemioterapici, per il trattamento del melanomadisseminato anche se la loro somministrazione non ha dimostrato unamigliore efficacia rispetto alla sola chemioterapia al di la di ogniragionevole dubbio.L’immunoterapia (detta anche terapia biologica o bioterapia) serve apotenziare l’azione del sistema immunitario contro la malattia. Questaforma di trattamento richiede spesso l’uso di sostanze definite BRM,acronimo dell’inglese Biological Response Modifiers, ossia modificatoridella risposta biologica, che sono sostanze che in condizioni normali sonoprodotte dall’organismo in piccole quantità in risposta ad infezioni omalattie.Molte sostanze potenzialmente utili a stimolare il sistema immunitariocontro la malattia sono in fase sperimentale, ma ancora ragionevolmentelontane dalla pratica clinica corrente.

Prepararsi al trattamento

Alcune tra le domande che i malati pongono più frequentemente almedico prima di sottoporsi al trattamento:

• Qual è la diagnosi?

• Qual è lo stadio della malattia?

• Quali sono le opzioni terapeutiche per il mio caso? Quale consiglia?Perché?

• Quante sono le possibilità che il trattamento abbia successo?

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• Come sapremo che il trattamento sta avendo effetto?

• Quanto durerà il trattamento?

• Cosa posso fare per avere cura di me durante il trattamento?

• Si stanno studiando nuovi trattamenti? Uno studio clinico potrebbeessere indicato per me?

• Quali sono i rischi e i potenziali effetti collaterali di ognitrattamento?

• Che cosa si può fare per combatterli?

• Come mi sentirò dopo l’intervento?

• Se avrò dolore, come pensa di aiutarmi?

• Dovrò sottopormi ad altri trattamenti dopo l’intervento chirurgico?

• Rimarrà un cicatrice? Dovrò sottopormi ad un innesto cutaneo o aun intervento di chirurgia plastica?

• Dovrò modificare la mia routine? Per quanto tempo?

• Con quale frequenza dovrò sottopormi ai controlli?

• Come potrò prevenire la ricomparsa del melanoma?

Molti malati di cancro vogliono sapere tutto sulla loro malattia e sullepossibilità di trattamento in modo da poter partecipare attivamente alledecisioni su come affrontarla. Quando ad un individuo vienediagnosticato un tumore, paura e smarrimento sono reazioni naturali.Questi stati d’animo possono rendere difficile per il malato pensare atutto ciò che vogliono sapere dal medico. Spesso è utile predisporre unelenco di domande. Per ricordare in un secondo tempo tutto ciò che ilmedico dice, alcuni pazienti preferiscono prendere appunti oppure

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chiedono il permesso di usare un registratore. Altri, invece,preferiscono farsi accompagnare alla visita da un parente o da un amicoche interverranno nella discussione, prenderanno appunti o silimiteranno semplicemente ad ascoltare. Sono molte le cose da sapere sul cancro e sul suo trattamento, ma nondovete pensare che sia necessario chiedere e capire tutto e subito.Avrete molte occasioni per chiedere al medico altre informazioni e perfarvi spiegare tutto ciò che non è chiaro.

STUDI CLINICI

Molti pazienti affetti da melanoma partecipano a studi clinici. I mediciconducono studi clinici per valutare l’efficacia di nuove metodicheterapeutiche e gli effetti collaterali a cui questi possono dare adito. Inalcuni studi, tutti i pazienti ricevono il nuovo trattamento. In altri, i medicimettono a confronto modalità terapeutiche diverse attuando il nuovotrattamento su un gruppo di pazienti e quello tradizionale su un altrogruppo, oppure possono mettere a confronto tra loro due trattamentitradizionali. La ricerca ha fatto compiere progressi notevoli al trattamentodel melanoma. Ogni risultato ottenuto è per i ricercatori un ulteriore passoavanti verso il controllo del melanoma. I medici stanno studiando nuovi metodi di somministrazione dei farmacichemioterapici, immunoterapici e della radioterapia; nuovi farmaci ecombinazioni di farmaci; e nuove modalità di combinazione dei diversi tipidi trattamento. Alcuni studi clinici sono destinati a valutare la possibilità diridurre gli effetti collaterali del trattamento e di migliorare la qualità di vita.

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I pazienti che partecipano agli studi clinici hanno la prima opportunità ditrarre vantaggio dai trattamenti che hanno evidenziato risultatipromettenti nel corso di studi precedenti; inoltre, in questo modo dannoun contributo importante alla scienza medica. Un modo per saperne dipiù sugli studi clinici anche in Italia si sta lavorando in questa direzioneattraverso i siti di AZALEA, START e degli Istituti di Ricerca e Cura aCarattere Scientifico (IRCCS), il PDQ (una risorsa computerizzata diinformazioni sui tumori messa a punto dal National Cancer Instituteamericano) e anche attraverso AIMaC.

GLI EFFETTI COLLATERALI DEL TRATTAMENTO

I medici pianificano il trattamento in modo da ridurre al minimo gli effetticollaterali, ma è difficile limitare gli effetti della terapia in modo che sianorimosse o distrutte solo le cellule neoplastiche. Il trattamento danneggiaanche le cellule e i tessuti sani, ed è per tale motivo che può dare adito aeffetti collaterali. Gli effetti collaterali del trattamento oncologico dipendono soprattutto daltipo e dall’estensione del trattamento. Gli effetti collaterali variano daindividuo a individuo e a volte anche da trattamento a trattamento. Idottori e gli infermieri possono spiegare gli effetti collaterali che iltrattamento potrebbe causare e possono intervenire per alleviare i sintomiche dovessero manifestarsi nel corso del trattamento.

La chirurgiaGli effetti collaterali della chirurgia dipendono principalmente dalle

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dimensioni e dalla localizzazione del tumore e dall’estensionedell’intervento. Anche se i pazienti possono accusare dei fastidi nei primigiorni del periodo postoperatorio, il dolore può essere controllato con lasomministrazione di farmaci. I pazienti dovrebbero affrontare questoargomento con il medico curante. È altrettanto normale sentirsi deboli ostanchi per un po’ dopo l’intervento. La durata della convalescenza varia dasoggetto a soggetto.Alcuni pazienti possono preoccuparsi della persistenza della cicatrice. Perevitare cicatrici estese, i chirurghi asportano solo la quantità di tessutoindispensabile, senza, però, accrescere le probabilità di recidiva. Ingenerale, le cicatrici conseguenti alla rimozione chirurgica di un melanomain stadio iniziale sono piccole (spesso sono lunghe 3-4 cm) e tendono adattenuarsi col tempo. Se, invece, il tumore è esteso e voluminoso, occorreasportare un’area più vasta di cute circostante e di tessuto (compreso ilmuscolo). Anche se gli innesti cutanei hanno l’effetto di ridurre le cicatriciderivanti dall’escissione di masse tumorali di grosso diametro, comunquelasciano segni abbastanza evidenti.L’asportazione chirurgica dei linfonodi ascellari o inguinali puòdanneggiare il sistema linfatico, rallentando l’afflusso di linfa al braccio oalla gamba. Di conseguenza, la linfa si accumula causando gonfiore all’arto(linfoedema). In questi casi, il medico curante o l’infermiere/a possonoconsigliare al paziente di eseguire degli esercizi o altre soluzioni perridurre il gonfiore, qualora questo sia causa di fastidi. Inoltre, l’escissionedei linfonodi regionali rende più difficile per l’organismo combattereun’eventuale infezione all’arto interessato, per cui il paziente dovrà fareestrema attenzione a non procurarsi tagli, graffi, contusioni o ustioni inquanto potrebbero provocare un’infezione. Se questa si sviluppacomunque, il paziente dovrebbe recarsi immediatamente dal medico.

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La chemioterapiaGli effetti collaterali della chemioterapia dipendono principalmente daifarmaci e dalle dosi in cui questi sono somministrati. In generale, i farmaciantiblastici agiscono sulle cellule che si dividono rapidamente. Oltre allecellule neoplastiche, queste comprendono le cellule ematiche, checombattono le infezioni, fanno coagulare il sangue e trasportano l’ossigenoa tutte le parti dell’organismo. Se le cellule ematiche vengonocompromesse dai farmaci chemioterapici, il paziente diventa più soggettoa febbre e infezioni, riporta facilmente ematomi o perdite ematiche e sisente meno in forze. Anche le cellule che sono presenti nei follicoli piliferie quelle che rivestono il canale alimentare si dividono rapidamente, per cuila chemioterapia può causare la caduta dei capelli e altri problemi qualiulcere del cavo orale, inappetenza, nausea e vomito. I farmacicomunemente usati per il trattamento del melanoma possono causareanche affanno, problemi renali, formicolio o intorpidimento delle dita dimani e piedi e anche del volto, oppure a volte perdita dell’udito. Lamaggior parte degli effetti collaterali della chemioterapia scompare unavolta concluso il trattamento, anche se alcuni, per esempio formicolio,intorpidimento e caduta dei capelli, possono persistere anche dopo laconclusione della chemioterapia. AIMaC ha pubblicato un libretto sullachemioterapia che fornisce informazioni più particolareggiate sultrattamento e sugli effetti collaterali. Inoltre, nell’ambito della Collana delGirasole, è disponibile anche un DVD dedicato specificamente allachemioterapia, che contiene informazioni molto utili.

La radioterapiaGli effetti collaterali della radioterapia dipendono dalla quantità di dose

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irradiata e dall’area sottoposta a irradiazione. Gli effetti collaterali chepossono manifestarsi durante il trattamento sono fatigue e alopecianell’area irradiata. Anche se gli effetti collaterali della radioterapia possonoessere fastidiosi, il medico è di solito in grado di consigliare cosa fare perattuenuarli. Sappiate che, comunque, nella maggior parte dei casi gli effetticollaterali sono temporanei. AIMaC ha pubblicato un libretto sulla radioterapia che saremo lieti diinviarsi se volete avere ulteriori informazioni sull’argomento. Inoltre,nell’ambito della Collana del Girasole, è disponibile anche un DVDdedicato specificamente alla radioterapia, che contiene informazioni moltoutili. Nel caso accusaste fatigue, vi consigliamo anche la lettura del librettoLa fatigue.

LA DIETA PER I MALATI DI CANCRO

La perdita dell’appetito può essere un problema per i pazienti in terapia.Questi, infatti, spesso non hanno fame se soffrono di disturbi o si sentonostanchi. Inoltre, alcuni degli effetti collaterali comuni del trattamentoantitumorale, per esempio nausea e vomito o le modificazioni del gusto,possono rendere la nutrizione un problema. Eppure una sanaalimentazione è importante perché i pazienti che mangiano bene di solito sisentono meglio e hanno più energia, oltre a una maggiore capacità disopportare gli effetti collaterali del trattamento. Mangiare bene durante untrattamento oncologico vuol dire assumere una quantità di calorie eproteine sufficiente per prevenire il calo di peso e recuperare le forze.Mangiare bene spesso aiuta il malato a sentirsi meglio e ad avere più energia.

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Per molti malati di cancro mangiare bene è difficile. Dimagriscono edinoltre gli effetti collaterali del trattamento, quali nausea, vomito o lapresenza di ulcere all’interno della bocca, rendono molto difficile nutrirsi.Il sapore dei cibi non è più lo stesso. Per di più, i malati oncologici spessonon hanno voglia di mangiare quanto non si sentono bene o sono stanchi. Medici, infermieri/e e dietisti sono sempre disponibili per spiegare aipazienti come mangiare bene nel corso del trattamento oncologico. InoltreAIMaC ha pubblicato un libretto specifico sui problemi alimentari delpaziente oncologico dal titolo La dieta e il malato di cancro che dàanche indicazioni pratiche su come risolverli.

I CONTROLLI

I soggetti che sono stati trattati per un melanoma hanno un rischio di avereuna ripresa evolutiva della malattia variabile in funzione dellecaratteristiche del tumore primario e dell’eventuale presenza di metastasiin altre sedi. Pertanto, debbono essere sottoposti a controlli periodici, lacui frequenza è definita dal chirurgo, che ha eseguito l’intervento odall’oncologo.

IL SOSTEGNO PER I MALATI DI CANCRO

Convivere con una malattia seria è difficile sia per il malato che per i suoicari. Tutti devono affrontare problemi e situazioni difficili, e trovare la

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forza per farlo è più facile se si può disporre di informazioni utili e diservizi di sostegno. Amici e parenti, soprattutto coloro che hanno vissuto sulla propria pellel’esperienza del cancro, possono essere di grande aiuto. Inoltre, moltipazienti traggono beneficio dalla possibilità di parlare con persone chedevono affrontare situazioni simili. I malati di cancro spesso si riunisconoin gruppi di sostegno, dove ognuno può raccontare ciò che ha appreso sulcancro e il relativo trattamento e come ha affrontato la malattia. È tuttaviaimportante tenere a mente che ogni paziente è un caso a sé. I trattamentie i modi di combattere il cancro che vanno bene per un individuopotrebbero non avere risultati altrettanto positivi per un altro - anche seentrambi soffrono dello stesso tipo di tumore. È sempre bene discutere iconsigli degli amici e dei parenti con il proprio medico o conl’infermiere/a.I malati di cancro sono preoccupati per ciò che il futuro riserverà: chi siprenderà cura della mia famiglia, perderò il lavoro, come porterò avanti laroutine quotidiana. Anche preoccupazioni sugli esami, i trattamenti, iricoveri in ospedale e le parcelle mediche sono comuni. Avere colloqui conun assistente sociale, un counsellor o un esponente del clero possonoaiutare coloro che sentono il bisogno di esternare questi stati d’animo odiscutere le loro ansie. L’équipe medica può raccomandare una varietà dirisorse utili e segnalare i gruppi locali o nazionali che forniscono sostegnopsicologico o che provvedono al trasporto e all’assistenza domiciliare. Imalati oncologici e i loro familiari e amici possono trovare indicazioni utilinei libretti pubblicati da AIMaC.

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CAUSE, FATTORI DI RISCHIO E PREVENZIONE

Le cause che inducono la comparsa di un melanoma non sono note concertezza. È stato dimostrato che alcune condizioni predispongono allosviluppo della malattia – per esempio avere già avuto un melanoma e averedue o più parenti stretti che hanno o hanno avuto questa malattia. Ancheun numero di nei superiore a cinquanta è indice di un rischio un po’aumentato di sviluppare questo tumore della pelle.Molto discusso è il ruolo dei cosiddetti nevi displastici, che per alcuniscienziati sono precursori del melanoma, mentre per altri non lo sono. Inmancanza di elementi certi a favore di una delle due posizioni, sembra,quindi, ragionevole consigliare un controllo periodico a chi ha più dicinquanta nevi, indipendentemente dalle loro caratteristiche cliniche.Un fattore di rischio molto particolare riguarda l’esposizione eccessivaalla luce solare. La definizione ‘eccessiva’ è variabile, perché la quantità diradiazione UV che può essere assorbita senza rischi dipende dai ‘colori’(dei capelli, degli occhi e della cute) dell’individuo e della capacità diabbronzarsi. Dette caratteristiche sono, a loro volta, condizionate dallapopolazione di appartenenza. Soggetti con la pelle chiara, gli occhi chiarie con scarsa capacità di abbronzarsi sono più frequenti nelle popolazioninord europee. È stato osservato che in Europa il melanoma è molto piùfrequente nei paesi nordici che nel bacino del Mediterraneo. In Italial’incidenza più alta del melanoma della cute si registra al nord, quella piùbassa al sud. Gli studi eseguiti sulle popolazioni emigrate dimostrano chedovunque siano emigrate popolazioni di origine nord europea l’incidenzaè alta, mentre dovunque siano emigrate popolazioni mediterraneel’incidenza è bassa.Sulla base di tali informazioni tenute volutamente generali sembrapossibile affermare che il rischio di sviluppare un melanoma cutaneo sia

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proporzionale alla sensibilità individuale alla luce solare. In un Paese come l’Italia una campagna educativa dovrebbe riguardare inmodo particolare:

• i bambini, che non debbono essere esposti al sole se non nelle primeore del mattino e nel tardo pomeriggio,

• i soggetti con i capelli rossi, gli occhi chiari, la pelle chiara che si scottasempre e non si abbronza mai, ai quali deve essere detto con estremachiarezza che l’esposizione solare anche non eccessivamenteprolungata rappresenta per loro un pericolo un po’ più che potenziale.Il comportamento di esposizione al sole da raccomandare loro è ugualea quello per il bambino.

Per quanto riguarda i soggetti adulti con caratteristiche mediterranee èsufficiente dire loro, che l’abbronzatura va acquisita progressivamente eche è ragionevole stare un po’ all’ombra nelle ore centrali della giornata.In altri termini stare al sole è come mangiare: è necessario. Se si segue unadieta ragionevole si sta bene, se si fa indigestione tutti i giorni ci sarannodi certo problemi.Queste le informazioni volutamente generali: per avere un parerepersonalizzato è bene che, se ritenete di essere a rischio di sviluppare unmelanoma, vi facciate vedere da un dermatologo esperto, che potràelaborare, se necessario, un programma di esposizione alla luce solareadatto al vostro caso.

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COME ESEGUIRE L’AUTOESAME DELLA CUTE

Le probabilità di individuare tempestivamente un melanoma aumentano sesi esegue periodicamente l’autoesame della cute, una procedura moltosemplice. Se il vostro medico vi ha scattato delle fotografie, poteteservirvene per evidenziare le differenze. Il momento migliore per procedere all’autoesame della cute è dopo ilbagno o la doccia. Il luogo migliore è una stanza ben illuminata davanti aduno specchio a figura intera, tenendo a portata di mano uno specchietto.È bene iniziare imparando dove sono localizzati “voglie”, nevi e macchiecongeniti, come appaiono e qual è la loro consistenza. Verificate attentamente se un nevo ha dimensioni, forma, consistenza ocolore differenti rispetto alla volta precedente o se è presente un’ulcerache non vuole rimarginare. Scrutatevi attentamente dalla testa ai piedi, senza trascurare nemmeno uncentimetro quadrato di cute, anche schiena, cranio, il solco tra le natiche el’area genitale.

Guardatevi davanti e dietro allo specchio,sollevate le braccia e esaminate anche leascelle.

Piegate il gomito e osservate attentamenteunghie, palmo della mano, avambraccio(anche la parte posteriore) e braccio.Ripetete sull’altro braccio.

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Esaminate le gambe davanti, dietro elateralmente. Guardate anche tra le natichee intorno ai genitali.

Mettetevi a sedere e esaminateattentamente i piedi, comprese le unghie,le piante e gli spazi tra le dita.

Scrutate attentamente volto,collo, orecchie e cranio. Scostatei capelli con il pettine o con ilphon per vedere meglio, oancora meglio chiedete ad unfamiliare o ad un amico diaiutarvi, in quanto non è facileesaminare attentamente questaregione cutanea da soli.

Eseguendo periodicamente l’autoesame della cute sarete in grado diriconoscere ciò che è normale da ciò che non lo è. Può essere una buonaidea appuntare la data in cui avete eseguito l’autoesame e annotare levostre osservazioni. Se riscontrate qualcosa di insolito, consultateimmediatamente il vostro medico.

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TERMINI MEDICI

Anatomopatologo: medico che diagnostica le malattie studiando le cellule e i tessutial microscopio.

Anestetico: farmaco che induce perdita della sensibilità o della coscienza. Glianestetici locali producono la perdita di sensibilità in una parte dell’organismo,mentre quelli generali addormentano.

Benigno: non canceroso; non invade i tessuti adiacenti, né si diffonde ad altri organi.

Biopsia: asportazione di un campione di tessuto per esaminarlo al microscopio eaccertare l’eventuale presenza di cellule tumorali. Se si asporta solo un campione ditessuto, si parla di biopsia incisionale; se, invece, si asporta tutta la lesione tumorale,prende il nome di biopsia escissionale. Se il campione di tessuto o liquido è prelevatocon ago, prende il nome di agoaspirato.

BRM, Biological Response Modifiers: sostanze che stimolano la rispostadell’organismo alle infezioni e alle malattie. L’organismo ne produce naturalmentepiccole quantità. Gli scienziati sono in grado di produrne alcuni in laboratorio ingrandi quantità e se ne servono per la cura dei tumori.

Cancro: termine che indica malattie in cui cellule anormali si dividono senzacontrollo. Le cellule tumorali possono invadere i tessuti adiacenti e diffondersiattraverso il sistema ematico e linfatico ad altri organi.

Cellule basali: cellule piccole, rotonde che sono presenti nella parte più profonda obase dell’epidermide, lo strato più superficiale che forma la cute.

Cellule squamose: cellule piatte simili alle squame dei pesci, che costituiscono lamaggior parte dell’epidermide, lo strato più superficiale della cute.

Chemioterapia: trattamento con farmaci antitumorali o antiblastici.

Chirurgo plastico: chirurgo specialista nella riduzione di cicatrici o deturpazionidell’aspetto fisico in conseguenza di incidenti, difetti congeniti oppure trattamenti peralcune patologie.

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Cutaneo: relativo alla cute.

Derma: lo strato più profondo dei due principali strati di cellule che costituisconola cute.

Effetti collaterali: problemi che si verificano quando il trattamento interessa cellulesane. Gli effetti collaterali comuni del trattamento antitumorale sono: fatigue, nausea,vomito, calo delle cellule ematiche, caduta dei capelli e ulcere del cavo orale.

Dermatologo: medico specialista nella diagnosi e nel trattamento delle malattie dellapelle.

Dermoscopia: v. Microscopia in epiluminescenza.

Epidermide: lo strato più superficiale dei due principali strati di cellule checostituiscono la cute.

Fattore di rischio: condizione oppure esposizione ad una sostanza che accresce leprobabilità che un individuo sviluppi una particolare malattia.

Follicoli piliferi: piccole sacche presenti nel derma dalle quali crescono i peli.

Immunoterapia: trattamento che serve per stimolare o ripristinare la capacità delsistema immunitario di combattere contro le infezioni e le malattie. Si usa anche perridurre gli effetti collaterali indotti da alcuni trattamenti antineoplastici. Detta anchebioterapia.

Inguine: il punto in cui la coscia si unisce all’anca.

Innesto cutaneo: è il frammento di cute che viene prelevato da una parte del corpoper essere trapiantato in un’altra in sostituzione di una superficie cutanea rimossa. Interferone: tipo di BRM (v.). Gli interferoni nterferiscono con la divisione dellecellule tumorali, rallentando in tal modo la crescita del tumore. Esistono diversi tipidi interferoni, i più comuni sono l’interferone alfa, beta e gamma. Sono sostanzenormalmente secrete dall’organismo, che si possono produrre anche in laboratorioper il trattamento dei tumori e di altre malattie.

Interleuchina-2: tipo di BRM (v.). Stimola la crescita di alcune cellule ematiche nel

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sistema immunitario che sono in grado di combattere contro le malattie. Sonosostanze normalmente secrete dall’organismo, che si possono produrre anche inlaboratorio per il trattamento dei tumori e di altre malattie. Detta anche IL-2.

Linfa: fluido quasi incolore che scorre nel sistema linfatico e che trasporta le celluleche servono per combattere le malattie e le infezioni.

Linfoedema: accumulo di liquido nei tessuti che, di conseguenza, mostrano gonfiore.Interessa braccia o gambe dopo l’asportazione chirurgica dei distretti linfonodaliascellari o inguinali.

Linfonodi: piccoli organi localizzati in tutto il corpo lungo la rete dei vasi linfatici. Ilinfonodi ospitano particolari cellule che sono in grado di combattere le infezioni e lemalattie. I distretti linfonodali sono localizzati nell’ascella, nell’inguine, nel collo, neltorace e nell’addome. Detti anche linfoghiandole.

Linfonodo sentinella: procedura in cui un colorante o una sostanza radioattiva vieneiniettata nella regione adiacente al tumore. Il materiale fluisce nel linfonodo sentinella(il primo linfonodo, o anche gruppo di linfonodi, cui il cancro potrebbe diffondersidal tumore primitivo). Il chirurgo individua quindi il colorante o tramite lo scanner illinfonodo sentinella e lo asporta per analizzarlo e verificare l’eventuale presenza dicellule tumorali.

Maligno: canceroso; può invadere i tessuti adiacenti e diffondersi ad altri organi.

Melanina: pigmento cutaneo (sostanza che conferisce alla cute la sua tipicacolorazione). Gli individui di carnagione scura hanno più melanina di quelli acarnagione chiara.

Melanociti: cellule presenti nella cute che producono e contengono la melanina (v.).

Melanoma: forma di tumore della pelle che si forma nei melanociti, le cellule cheproducono il pigmento. Il melanoma di solito si manifesta in un nevo preesistente.

Metastasi: la diffusione del cancro dal sito primitivo, ossia originale, ad altri organi.Le cellule del tumore metastatico, ossia secondario, sono simili a quelle del tumoreprimitivo.

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Microscopia in epilumunescenza:. metodica diagnostica di semplice esecuzione perla diagnosi precoce del melanoma. Mediante una telecamera o un oculare diingrandimento, permette allo specialista di valutare la distribuzione del pigmentonella lesione e quindi di stabilirne la pericolosità e l’indicazione terapeutica.

Nevi displastici: nevi atipici; nevi il cui aspetto è diverso da quello dei nevi comuni. Inevi displastici sono di solito più grandi di quelli normali e hanno margini irregolari.Hanno un colore spesso non omogeneo; di solito sono piatti, ma una parte puòessere rialzata rispetto alla superficie cutanea.

Nevo: una crescita benigna sulla cute. È costituito da un gruppo di melanociti e daltessuto di supporto circostante, che di solito hanno l’aspetto di una macchia scura ocolor carne sulla pelle.

Oncologo medico: medico specialista nella diagnosi e nel trattamento dei tumori, conl’impiego di chemioterapia, terapia ormonale e BRM. L’oncologo medico è spesso ilprincipale punto di riferimento per il paziente ed è colui che coordina il trattamentofornito da altri specialisti.

Perfusione: tecnica che si può usare per somministrare i farmaci antineoplasticidirettamente in un arto. Il flusso di sangue a e dall’arto viene temporaneamentebloccato tramite applicazione di un laccio emostatico e i farmaci vengono iniettatidirettamente nel sangue dell’arto stesso. Ciò consente al paziente di ricevere un’altadose di farmaci nell’area in cui si è manifestato il tumore.

Pigmento: sostanza che conferisce la caratteristica colorazione a ogni tessuto. Ipigmenti sono responsabili del colore della pelle, degli occhi e dei capelli.

Radiazioni ultraviolette (UV): raggi invisibili che fanno parte dell’energia emessa dalsole. Le radiazioni UV possono danneggiare la cute e causare il melanoma e altri tipidi tumori cutanei. Le radiazioni UV che colpiscono la superficie terrestre sonocostituite da due tipi di raggi, detti UV-A e UV-B. Questi ultimi hanno maggioriprobabilità di provocare eritemi e ustioni solari rispetto ai raggi UV-A, ma questipossono penetrare negli strati cutanei più profondi. Gli scienziati hanno ritenuto permolto tempo che i raggi UV-B potessero causare il melanoma e altri tipi di tumoricutanei. Oggi, però, credono che anche i raggi UV-A possano danneggiare la cute finoa sviluppare il cancro e causare comunque l’invecchiamento cutaneo precoce. Per talemotivo, i dermatologi raccomandano di usare i solari che riflettono, assorbono e/odissipano entrambi i tipi di radiazioni quando ci si espone al sole.

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Radioterapia: trattamento con radiazioni ad alta energia mediante raggi X, neutronio altre fonti per uccidere le cellule tumorali. La radioterapia può essere irradiata dauna macchina esterna al corpo (radioterapia esterna) o da materiale (radioisotopi) cheemette radiazioni, che viene colloocato dentro il tumore o nella regione circostante(radioterapia interna o intracavitaria, o brachiterapia). La radioterapia sistemicacomporta la somministrazione di una sostanza radioattiva, per esempio anticorpimonoclonali marcati, che circola nell’organismo.

Sebo: sostanza grassa prodotta da certe ghiandole cutanee.

Sistema linfatico: i tessuti e gli organi che producono, ospitano e trasportano iglobuli bianchi che combattono le infezioni e le malattie. Comprende midollo osseo,milza, timo e linfonodi più una rete di vasi sottilissimi i quali, diramandosi come i vasisanguigni in tutti i tessuti del corpo, trasportano la linfa e i globuli bianchi in tuttol’organismo.

Stadio: è l’estensione del tumore nell’organismo, ed indica anche se il tumore si èdiffuso dal sito primitivo ad altri organi. La stadiazione è la determinazione delladiffusione del tumore.

Studio clinico: studio di ricerca che valuta l’efficacia di nuovi interventi su individui.Ogni studio serve per stabilire nuovi metodi di screening, prevenzione, diagnosi otrattamento dei tumori.

Terapia adiuvante: trattamento effettuato dopo quello primario allo scopo dipotenziarne l’efficacia. Come terapia adiuvante si possono attuare chemioterapia,radioterapia, immunoterapia o terapia ormonale.

Terapia locale: trattamento che agisce sul tumore e sul tessuto limitrofo.

Terapia sistemica: trattamento che usa sostanze che entrano in circolo nell’organismoattraverso i vasi sanguigni e che in questo modo agiscono contro le cellule tumoraliin qualsiasi parte dell’organismo.

Tumore: massa di cellule anomale che si forma in seguito ad un’eccessiva divisionecellulare. I tumori non adempiono ad alcuna funzione utile nell’organismo. Possonoessere benigni (v.) o maligni (v.).

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1. Non so cosa dire 15. La caduta dei capelli

2. La chemioterapia 16. Il cancro avanzato

3. La radioterapia 17. Il linfoma di Hodgkin

4. Il cancro del colon-retto 18. I linfomi non-Hodgkin

5. Il cancro della mammella 19. Il cancro dell’ovaio

6. Il cancro della cervice 20. Il cancro dello stomaco

7. Il cancro del polmone 21. Cosa dico ai miei figli?

8. Il cancro della prostata 22. I tumori cerebrali

9. Il melanoma 23. Il cancro del fegato

10. Sessualità e cancro 24. La resezione epatica

11. I diritti del malato di cancro 25. La terapia e il controllo del dolore

12. Il linfedema 26. Il cancro del rene

13. La dieta e il malato di cancro 27. La fatigue

14. Cancro e terapie complementari

La Collana del Girasole

3a edizioneFinito di stampare nel mese di novembre 2005dalla tipografia Maprosti & Lisanti srl - Roma

Grafica: ArtWork - Alessandria

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