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7 PERCORSI ANTOLOGIA 3 TESTI Il testo ARGOMENTATIVO

Il testo ARGOMENTATIVO - GE il Capitello

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Page 1: Il testo ARGOMENTATIVO - GE il Capitello

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PERCORSI

ANTOLOGIA 3

TESTIIl testo

ARGOMENTATIVO

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SCHEDA

PER ANALIZZARE IL TESTO

IL TESTO ARGOMENTATIVOIl testo argomentativo è un tipo di testo in cui l’autore prende in esame un determi-nato problema e lo analizza, esprimendo al riguardo le sue opinioni, spesso accom-pagnate da esempi, dati statistici, citazioni, confronti con altri autori che si sono espressi sul medesimo argomento.

Per esempio, sono testi argomentativi alcuni articoli dei quotidiani, i cosiddetti com-menti o articoli di fondo, i discorsi degli uomini politici, le critiche a libri o spettacoli…

Inoltre argomentare è un’attività che ognuno di noi svolge quando discute con qual-cuno cercando di convincere l’interlocutore della validità delle proprie idee.

QUAL È LO SCOPO DI UN TESTO ARGOMENTATIVO?Lo scopo di ogni testo argomentativo è quello di persuadere i destinatari (che va-riano in rapporto al tema trattato) della validità di quanto sostenuto dall’emittente (cioè dall’autore).

LE CARATTERISTICHE E LA STRUTTURAGeneralmente un testo di tipo argomentativo è organizzato con i seguenti elementi.

• PRESENTAZIONE DEL PROBLEMA: talvolta l’oggetto del discorso è sottinteso e si può individuare man mano che si legge il testo; altre volte è già presente nel ti-tolo.

• ESPOSIZIONE DI UNA TESI: si tratta di un’affermazione oppure di un’opinione rela-tiva al problema affrontato.

• ESPOSIZIONE DI UNA SERIE DI ARGOMENTAZIONI: cioè prove o ragionamenti, il cui scopo è quello di dimostrare la validità della tesi proposta.

• EVENTUALE PRESENTAZIONE DI UNA O PIÙ TESI CONTRARIE: delle tesi contrarie vie-ne dimostrata la falsità o l’infondatezza con altre argomentazioni (confutazioni).

• FORMULAZIONE DI PROPOSTE: per risolvere il problema.

Le ARGOMENTAZIONI possono contenere:

• dati statistici;

• esempi significativi;

• confronti;

• spiegazioni di concetti;

• citazioni di personaggi autorevoli.

IL TESTO ARGOMENTATIVO MISTOSpesso il testo argomentativo è misto, cioè accompagnato da grafici, tabelle, schemi infografici. Ne hai un esempio nella verifica finale della sezione.

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IL TESTO ARGOMENTATIVOSC

HEDA

In sintesi, ecco come possiamo visualizzare la struttura del testo argomentativo con uno schema:

PROBLEMA

sostenuta daARGOMENTAZIONI

TESIseguita da

CONFUTAZIONI

TESI CONTRARIA

ripresa della TESI INIZIALE, formulazione di PROPOSTE

CONCLUSIONE

IL LINGUAGGIO DEL TESTO ARGOMENTATIVOIl linguaggio è ovviamente legato al tipo di argomento che viene affrontato.In alcuni casi è possibile trovare particolari accorgimenti grafici (parole scritte in corsi-vo, uso del neretto, sottolineature…).Nei testi argomentativi, è da notare l’uso frequente di:

• frasi complesse (basate su rapporti di subordinazione), con proposizioni causali, finali, ipotetiche;

• connettivi, cioè parole la cui funzio-ne è quella di collegare tra loro, uni-re insieme, frasi e periodi (aggiuntivi: inoltre, ancora, oltre a ciò…; conclu-sivi: dunque, quindi, perciò…; cau-sali: poiché, siccome, dal momento che…; finali: affinché, perché…; ipo-tetici: se, nel caso in cui…; avversa-tivi: ma, però, tuttavia, eppure; tem-porali: mentre, quando…).

Consigli per la letturaNel leggere un testo argomentativo poniti alcune domande.Iniziando la lettura: hai già una tua opinione sul problema trattato? Confrontala con la tesi sostenuta dall’autore.Durante la lettura: le argomentazioni presentate ti sembrano convincenti?Al termine della lettura: l’autore è riuscito a convincerti? Sei d’accordo con le sue conclusioni? Hai modificato, in tutto o in parte, l’opinione che avevi in precedenza?

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PER ANALIZZARE IL TESTO

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SCHEDA

La crisi Non possiamo pretendere che le cose cambino, se conti-nuiamo a fare le stesse cose. La crisi può essere una grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.È nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte e le gran-di strategie.Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato.Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, ini-bisce il proprio talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni.La vera crisi è l’incompetenza. Il più grande inconvenien-te delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita ai propri problemi.Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una rou-tine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. È nella crisi che emerge il me-glio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze […]Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, la tragedia di non voler lottare per superarla.

(Tratto da: A. Einstein, Il mondo come io lo vedo, Newton Compton)

Il problema

Connettivi

La tesi

Le argomentazioni

La tesi contraria, seguita da nuove argomentazioni

La conclusione, con la formulazione di proposte

Un esempio, per capire meglio.Analizziamo un celebre ed efficace testo argomentativo, scritto da Albert Einstein nel 1931, ma di straordinaria attualità.

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IL TESTO ARGOMENTATIVO

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SCH

EDA

Come si legge un testo complesso Una buona regola per cominciare a leggere un testo diffi-cile è di scorrerlo con una certa rapidità una prima volta senza soffermarsi sui dettagli, per cercare in primo luogo di capire quale sia la conclusione principale che l’autore vuole difendere.Generalmente, se il testo è breve e soprattutto se l’autore stesso ha seguito una buona strategia di scrittura nello scriverlo, sarà utile soffermarsi in modo particolare sul primo e sull’ultimo paragrafo, perché è qui che l’autore dichiara le proprie intenzioni complessive.Quando credete di aver identificato la tesi principale dell’autore, fermatevi un momento. Riformulatela dap-prima con parole vostre per essere sicuri di capirla bene, e chiedetevi se la condividete voi stessi. Se la condividete, chiedetevi come fareste per convincere altri della sua ve-rità. Se non la condividete, chiedetevi perché e formulate le ragioni per respingerla. Ancora nel corso della prima, rapida lettura, cercate di capire che cosa cerchi di dire l’autore in ciascun paragra-fo, o in ciascuna delle parti del testo che sarete riusciti a individuare. Questo vuol dire identificare la struttura argomentativa del lavoro: capire dove siano le premesse, gli argomenti e le conclusioni intermedie e come si com-pongano per arrivare alla conclusione principale. Non sempre l’autore ve lo dice esplicitamente.Spesso l’autore non si limiterà a sostenere le proprie con-clusioni, principali e intermedie, ma prenderà in consi-derazione il punto di vista contrario. Bisogna allora fare attenzione a distinguere quello che l’autore afferma in propria persona e quello che attribuisce ad altri.

(Adatt. da: Marco Santambrogio, Manuale di scrittura, Laterza)

1.Come deve essere la prima lettura

di un testo difficile e che cosa bisogna capire subito?

2.Su quali paragrafi è utile soffermarsi? Perché?

3.Dopo che si identifica la tesi principale

dell’autore, che cosa è bene fare?

4.È importante cercare di comprendere che cosa

vuol dire l’autore, perché in questo modo si identifica la struttura

argomentativa del lavoro. Che cosa è importante capire?

5.L’autore, spesso, per risultare più convincente

sulla fondatezza della propria tesi prenderà in considerazione

il punto di vista opposto (controtesi). Che cosa è importante fare in questo caso?

LEGGERE E SVILUPPARE UN ATTEGGIAMENTO CRITICONel leggere un testo complesso come l’argomentativo, prima di tutto bisogna esse-re sicuri di aver capito bene quello che si legge. Avvertiti della difficoltà di cogliere esattamente le intenzioni dell’autore e quello che è riuscito a esprimere nel suo testo, staremo più attenti e partecipi nella lettura.

Leggiamo i consigli di un esperto.

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competenze di letturaPercorso

DIZIONARIO MULTILINGUE

PAROLE CHIAVE PER CAPIRE

fatalità: caso, combinazione, fatto che non si può prevedere.esportare: vendere all’estero merci prodotte o confezionate

in un dato Paese.capitalismo: sistema economico fondato sul potere del capitale privato

nella produzione.subìre: sopportare qualcosa di spiacevole, patire.Nord e Sud del mondo:

con questa espressione non si indica solo una divisione geografica, ma anche una divisione economica tra Paesi ricchi e Paesi poveri.

Un primo sguardo al testoQuesto testo è piuttosto impegnativo: leggilo seguendo le indicazioni che ti diamo.• Per cominciare, leggi la prima frase che contiene la tesi (l’idea sostenutadell’autore.

Qual è? Trascrivila

• Leggi quindi l’ultima frase del testo che racchiude la tesi conclusivaQual è?

Trascrivila:

Di che cosa si parlaNel mondo la povertà è molto diffusa, ma spesso la si accetta come si accettano gli eventi naturali e non si cerca di capire le vere responsabilità.

La povertà non è una fatalitàCominciamo subito con un testo argomentativo un po’ difficile, ma molto interessante.

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competenze di lettura

La povertà non è una fatalità

Percorso

I CONTADINI POVERI SONO SPESSO CACCIATI DALLE LORO TERRE E DALLE LORO FORESTE

Per questo motivo nel Sud i ricchi del luogo o gli industriali stranieriutilizzano le terre,che ai contadini servonoper procurarsi il cibonecessario per vivere,per coltivare prodottida esportare nei Paesiricchi del Nord.Spesso gli abitantidelle foreste sono cacciatiper prendere legname e mineralida vendere alle industrie del Nord.Così le persone povere del Sud diventano ancora più povere perché:– non hanno più le terre dove coltivare i prodottialimentari per sfamarsi;– non possono utilizzare i beni comuni(le foreste, i pascoli, l’acqua);– ricevono solo paghe basse e finisconoper diventare disoccupati.

LE ATTIVITÀ ECONOMICHE NON PORTANO BENEFICI A TUTTI GLI UOMINI

La povertà non è dovuta al caso: ogni giorno le attività economiche non sono organizzate per essere utili a tutti gli uomini, ma per arricchire i potenti. Gli Stati del Nord del mondo derubano i Paesi del Sud, i ricchi tolgono ricchezza ai poveri, le aziende forti mandano in rovina le aziende piccole.Questo sistema economico ha lo scopo di produrre e di vendere: chi ha i soldi per comperare è utile, chi non ha i soldi per comperare è considerato inutile.Nel Nord del mondo è concentrata la gente che ha più soldi da spendere mentre nel Sud del mondo la maggior parte della popolazione è povera.

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competenze di letturaPercorso

CHI SONO “I RIFUGIATI DELLO SVILUPPO”?

Sono i “rifugiati dello sviluppo”, cioè quelle persone che lo sviluppo degli altri ha ridotto alla fame.Per esempio in India, nella Valle del Narmada, 350 000 persone sono state costrette ad abbandonare tutto perché è iniziata la costruzione di dighe che faranno allagare e sommergere tutta la valle. L’acqua del grande lago che si formerà servirà a irrigare le grandi proprietà che producono prodotti di esportazione e per produrre energia elettrica per la popolazione agiata. Negli ultimi 60 anni si calcola che 25 milioni di Indiani hanno subìto la stessa sorte degli abitanti della Valle del Narmada. Di questi almeno il 50% è diventato povero.Alla fine i veri vincitori risultano sempre le banche e le imprese del Nord.

(Adatt. da: CNMS [Centro Nuovo Modello di Sviluppo], Nord-Sud – Predatori, Predati e Opportunisti, Emi)

CHE COSA VUOL DIRE “SVILUPPO”?

Nell’idea del capitalismo lo sviluppo consiste nella crescita della produzione destinataa essere venduta. Più si produce, più si vende, più si guadagna.Visto che nel Sud si compera poco perché si è poveri, l’economia del Sud è rivolta all’esportazione.I padroni delle aziende del Sud, per guadagnare molto sulla produzione, pagano stipendi molto bassi alle persone che lavorano per loro.Ogni anno migliaia di contadini vengono cacciati dalle loro terre, dalle loro case, dalle foreste, per far posto a nuove piantagioni o nuove miniere. Così si rifugiano nelle città già sovraffollate.

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competenze di lettura Percorso

1. Una città è “sovraffollata” quando èA. eccessivamente popolata B. poco popolataC. molto popolata D. spopolata

2. Si definisce “agiata” la parte della popolazioneA. più comoda B. più ricca C. più bisognosa D. più misera

Rileggi attentamente il testo e usa le parti evidenziate per rispondere alle domande.

3. A che cosa NON è dovuta la povertà?

4. Qual è lo scopo del sistema economico?

5. Perché i ricchi del luogo o gli industriali stranieriprendono le terre ai contadini?

6. Perché gli abitanti delle foreste sono cacciati viadal luogo in cui vivono?

7. Perché la gente povera del Sud diventa sempre più povera?

8. Che cosa vuol dire “sviluppo”, nell’idea del capitalismo?

9. Dove vanno i contadini senza terra e senza lavoro?

10. Come sono definiti i contadini cacciati dalle loro terre?E che cosa vuol dire?

11. Quale esempio riporta l’autore per dimostrare che la sua tesi è vera?

LESSICO

ANALIZZARE

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ORGANIZZA LE TUE CONOSCENZE Percorso

Mappa di riepilogo: il testo argomentativo

IL TESTO ARGOMENTATIVO

un testo in cui l’autore prende in esame un determinato problema ed ESPRIME LA PROPRIA OPINIONE o TESI,

accompagnandola con ARGOMENTAZIONIe citando esempi, confronti, dati, spiegazioni,

con lo SCOPO di CONVINCEREdella validità di quanto sostiene

è

STRUTTURA• presentazione del problema• esposizione di una tesi• esposizione di una serie di argomentazioni• presentazione di una o più tesi contrarie• confutazione delle tesi contrarie• formulazione di proposte

presenta una ben definita

ARGOMENTAZIONIpuò contenere• dati statistici• esempi significativi• confronti• spiegazioni di concetti• citazioni di personaggi autorevoli ed esperti

a sostegno delle

è scritto con un LINGUAGGIO• ricco di connettivi e verbi di opinione• periodi complessi con subordinate• lessico preciso, con la presenza di terminispecifici dell’argomento

• articoli di fondo nei quotidian• articoli di commento e di opinione nelle riviste• recensioni critiche di libri, film, spettacoli• discorsi politici• discorsi importanti davanti a un’assemblea

si trova in

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MISURA LE TUE COMPETENZE

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Verso la PROVA NAZIONALE

Verifica formativa con autovalutazione

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L’unico Paese industrializzato dove non c’è – ma c’è stata – l’ora legale è il Giap-pone. C’è stata perché fu imposta dagli americani durante l’occupazione militare del Paese, dopo la sconfitta nipponica nella Seconda guerra mondiale. Nel 1952 i giapponesi, finalmente liberi di decidere, l’abolirono, forse per ripicca. Tuttavia, le industrie e le banche nipponiche, favorevoli all’ora legale, non si sono arrese e hanno tentato di aggirare l’ostacolo facendo entrare d’estate impiegati e ope-rai un’ora prima per sfruttare la luce. È stato un disastro: i lavoratori non se ne andavano un’ora prima, dormivano meno, si stancavano di più, erano nervosi e lavoravano peggio.

L’ora legale non c’è anche in quasi tutti i Paesi equatoriali dell’Africa e dell’Asia perché il vantaggio sarebbe minimo.

Il ricorso all’ora legale, che quando nacque si chiamava British summer time, è frutto di una situazione drammatica come la Prima guerra mondiale: per l’Inghil-terra del 1916, e poi per gli altri Paesi che la imitarono, il risparmio energetico era una tragica necessità dovuta al conflitto. Allora l’ora legale, allungando il periodo di luce serale, consentiva un risparmio di energia perché le fabbriche e gli uffici avevano un orario lungo, spesso con un intervallo tra fine mattinata e pomerig-gio. Oggi c’è l’orario di lavoro continuato o, comunque, i lavoratori staccano quasi sempre tra le ore 17 e le 19, quando ci sarebbe ancora luce con l’ora naturale pri-maverile o estiva. Quindi il risparmio energetico praticamente non esiste.

L’ora legale, specie nei momenti di passaggio, checché se ne dica, ha conseguen-ze significative sulla vita degli esseri umani.

Bisogna però distinguere tra le due fasi di passaggio. La più difficile è quel-la del ritorno all’ora solare in autunno. Qui si sommano soprattutto due effetti: a) l’alterazione dei ritmi stabiliti dal ciclo di 24 ore (i cosiddetti ritmi circadiani)cui sono legate molte funzioni fisiologiche; b) la corrispondenza di questo passag-gio con una forma di depressione legata soprattutto al fatto che si altera il fotope-riodo, cioè la durata del periodo di luce giornaliera.

Chi non è rimasto scioccato, proprio con il ritorno dell’ora solare, dall’arrivo improvviso del buio, un’ora prima del solito, nei pomeriggi tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre? È un colpo psicologico che avvertono anche persone molto solide e che ha effetti molto forti sul ciclo sonno-veglia, un equilibrio decisivo per il benessere di chiunque nella vita di tutti i giorni e in particolare nel lavoro (come, abbiamo visto, ci insegnano i “maestri” giapponesi).

L’ora legale: ne vale davvero la pena?Ludovico Fraia

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MISURA LE TUE COMPETENZE Verso la PROVA NAZIONALE

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Il disturbo del sonno, del resto, è stato preso molto sul serio nello studio fatto dagli stessi giapponesi per vedere se valeva la pena di provare ad applicare l’ora le-gale malgrado le forti opposizioni, in particolare da parte dei contadini. Lo studio è stato affidato nel 2005 a un gruppo di scienziati che ha documentato i rischi di insonnia per un gran numero di giapponesi. Gli scienziati hanno concluso: «Di-ciamo no. È un attentato alla salute psicofisica della popolazione».

Per noi italiani, anzi per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall’Europa, senza troppe resistenze. E risulta addirittura che oltre la metà degli italiani sareb-be favorevole a estendere l’ora legale a tutto l’anno, perché così si eliminerebbe il problema dei passaggi, in particolare di quello autunnale.

(Tratto e adatt. da: Ludovico Fraia, Il balletto degli orologi e i disturbi del sonno. Ne vale davvero la pena?, “il Centro”, inserto “Benessere e salute” – PN INVALSI, testo B, 2014)

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MISURA LE TUE COMPETENZEVerso la PROVA NAZIONALE

1. L’ora legale consisteA. nel mettere avanti di un’ora le lancette dell’orologio durante la primavera e l’estateB. nel rendere flessibile l’orario di lavoroC. nel prolungare di un’ora l’orario di lavoroD. nel portare tutti gli orologi di un Paese

sulla stessa ora indipendentemente dal fuso orario 1

2. Perché l’ora “legale” si chiama così?A. Perché è stata imposta dai giudiciB. Perché segue le leggi astronomicheC. Perché è una convenzioneD. Perché rispetta le normative locali 1

3. Quale aggettivo viene utilizzato nel primo capoverso come sinonimo di “giapponese”?

1

4. Che cosa significa l’espressione “aggirare l’ostacolo” (riga 6)?A. Ricorrere a un ingannoB. Ottenere a tutti i costi ciò che si desideraC. Prevenire le contestazioniD. Raggiungere un obiettivo in modo indiretto 1

5. Per quale ragione i lavoratori giapponesi “dormivano meno, si stancavano di più, eranonervosi e lavoravano peggio” (righe 8-9)?A. Entravano al lavoro in anticipo, ma non uscivano un’ora primaB. Il prolungamento dell’orario lavorativo cadeva nella stagione caldaC. Le aziende avevano introdotto l’ora legale contro la loro volontàD. L’anticipo dell’ora ricordava loro il periodo della guerra 1

6. Nel testo si afferma che nei Paesi equatoriali dell’Africa e dell’Asia il vantaggio dell’oralegale sarebbe minimo, ma non si spiega la ragione. In base alle tue conoscenze, perchéil vantaggio sarebbe minimo?A. Perché nella fascia equatoriale le ore di luce sono comunque

di più delle ore di buioB. Perché il risparmio energetico non costituisce un vero problema

in zone dove le attività industriali sono limitateC. Perché i Paesi della fascia equatoriale si trovano in continenti diversi

e sarebbe difficile mettere d’accordo i rispettivi governiD. Perché in questi Paesi il rapporto fra ore di luce e ore di buio

non varia in modo significativo al variare delle stagioni 1

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MISURA LE TUE COMPETENZE Verso la PROVA NAZIONALE

7. Perché durante la Prima guerra mondiale alcuni Stati introdussero l’ora legale?A. Per allungare l’orario lavorativoB. Per realizzare un risparmio di energiaC. Per far spendere meno ai cittadiniD. Per lasciare le strade al buio per meno tempo 1

8. Nel testo si afferma che oggi “il risparmio energetico praticamente non esiste” (riga 20).Ciò dipende dal fatto cheA. quando i lavoratori finiscono di lavorare c’è comunque ancora la luce solareB. l’energia attualmente ha un costo molto modestoC. i luoghi di lavoro sono illuminati con fonti energetiche alternativeD. lo spreco di energia si fa soprattutto nelle case private e non nei luoghi di lavoro

1

9. Perché il passaggio più difficile è quello del ritorno all’ora solare in autunno?A. Perché l’avvicinarsi dell’inverno rende le persone più malinconicheB. Perché con l’arrivo dell’autunno molte persone vanno soggette

a malanni di stagioneC. Perché si cumulano i disturbi legati al cambio dell’ora

con il peggioramento dell’umore dovuto alla riduzione della quantità di luceD. Perché l’accorciamento del periodo di luce non viene compensato

da un parallelo aumento della temperatura giornaliera 1

10. Che cosa sono i “ritmi circadiani” (riga 25)?A. Il succedersi in circolo delle stagioni nel corso dell’anno solareB. L’alternarsi di periodi di sonno profondo e di sonno più leggero durante la notteC. Il ripetersi di fasi diverse nella nostra vita biologica nell’arco di un giornoD. L’avvicendarsi di fasi di attività e di riposo nel corso del mese 1

11. Con quale termine del linguaggio scientifico viene indicata la lunghezza del periodo diluce nel corso della giornata?

1

12. I giapponesi sono definiti “maestri” (riga 34) perché dalla loro esperienza abbiamo impa-rato cheA. le aziende, per poter sfruttare un’ora di luce in più,

hanno finito per imporre ai lavoratori ritmi insostenibiliB. in tempo di pace non c’è un valido motivo per ricorrere all’ora legaleC. avevano ragione i contadini a non volere l’ora legaleD. la modificazione del ritmo sonno-veglia provoca disturbi

del sonno e stanchezza con riflessi negativi sulla capacità lavorativa 1

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MISURA LE TUE COMPETENZEVerso la PROVA NAZIONALE

13. Nella frase “per tutti gli europei, la decisione è stata presa dall’Europa” (riga 41), a qualedecisione ci si riferisce?

1

14. Nel testo si dice che la metà degli italiani sarebbe favorevole a estendere l’ora legale atutto l’anno (righe 42-43) perché così

A. si risparmierebbe più energia elettrica tutto l’anno

B. si eliminerebbero gli effetti negativi del passaggio dall’ora solare all’ora legale e viceversa

C. ci sarebbe la stessa ora in tutti i paesi dell’Europa

D. si eliminerebbero i problemi legati all’organizzazione del lavoroe si aumenterebbe la produttività 1

15. L’avverbio “addirittura” (riga 42) indica che ciò che viene detto subito dopo

A. precisa e spiega quanto detto prima

B. limita quanto detto prima e lo attenua

C. contraddice e smentisce quanto detto prima

D. è coerente con quanto detto prima e lo rinforza 1

16. La figura che accompagna il testo dà informazioni che riguardano:

Metti una crocetta per ogni riga.

VERO FALSO

a. il momento in cui scatta l’ora solare

b. l’alimentazione più idonea a favorire il sonno e la forma fisica

c. gli effetti sull’umore dell’ora legale

d. la direzione in cui spostare le lancette dell’orologio

e. le attività fisiche consigliabili

f. il numero minimo di ore di sonno necessarie per un vero riposo

g. che cosa fare se non si riesce a dormire

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MISURA LE TUE COMPETENZE Verso la PROVA NAZIONALE

• Ho trovato la lettura del testo argomentativofacile di media difficoltà difficile

• Negli eserciziho capito le consegne non ho capito bene le consegneconoscevo il significato delle parole non conoscevo il significato delle parole

• Ho avuto difficoltà a risponder

AUTOVALUTAZIONE TOTALE PUNTI .../24

17. Lo scopo principale del testo nel suo insieme èA. evidenziare gli effetti dell’ora legale sulla vita delle persone e proporre dei rimedi

B. informare sull’origine storico-economica dell’ora legale

C. criticare il fatto che l’ora legale sia stata imposta senza consultare i cittadini

D. convincere della necessità di adottare l’ora legale durante tutto l’anno1

18. Rispetto alla domanda del titolo “L’ora legale: ne vale davvero la pena?”, l’autore del testoA. rimane neutrale e non fornisce al lettore elementi di giudizio

B. giudica il ricorso all’ora legale un provvedimento utile e necessario

C. porta più argomenti contro che a favore dell’ora legale

D. fa discorsi confusi e in contraddizione tra di loro 1

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