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InfiammazioneInfiammazione
Acuta e cronicaAcuta e cronica
IL PROCESSO INFIAMMATORIOIL PROCESSO INFIAMMATORIO
La risposta flogistica a un patogeno è finalizzata a
eliminareeliminare la causa, a contenerecontenere il danno e riparareriparare
le lesioni
Il processo, dall’iniziale vasodilatazione alla cicatrice
che spesso lo conclude, è formato dal sovrapporsi disovrapporsi di
fasi, diverse per natura e significatofasi, diverse per natura e significato
““LL’’infiammazione infiammazione è è una una reazionereazione di di un un tessutotessuto e dele del
suo suo microcircolomicrocircolo ad un ad un insulto patogenoinsulto patogeno..
Essa Essa è è caratterizzata dalla generazione di caratterizzata dalla generazione di mediatorimediatori
chimicichimici e e dallo dallo spostamentospostamento di di liquidoliquido e e leucocitileucociti daldal
sanguesangue verso lo verso lo spaziospazio extravascolareextravascolare””
Segni Cardinali (A.C. Celso)
• rubor
• tumor
• calor
• dolor
• functio laesa (Virchow)
- rossore (rubor)
- rigonfiamento (tumor)
- calore (calor)
- dolore (dolor)
- perdita della funzione (functio laesa)
ACUTA ! ore o giorni (ANGIOFLOGOSI)
CRONICA ! settimane o mesi (ISTOFLOGOSI)
ModificazioniModificazioni
vascolarivascolari
InfiltratiInfiltrati
cellularicellulari
ModificazioniModificazioni
stromalistromali
Vasodilatazione e
permeabilizzazione
PMN
No replicazione
Minime
Edema
Minime
Mononucleati
Replicazione
Proliferazione
cellulare
Fibrosi
Infiammazione
ACUTA CRONICA
•• LL’’amplificazione della inizialeamplificazione della inizialerisposta risposta è la è la chiave chiave del del fenomenofenomeno
•• LL’’infiammazione persiste finchè infiammazione persiste finchè lolostimolo persiste stimolo persiste ed i ed i mediatori sonomediatori sonodispersi dispersi o o inibitiinibiti
•• LL’’infiammazione infiammazione è è potenzialmentepotenzialmentelesivalesiva
FASI DELLAFASI DELLA
INFIAMMAZIONEINFIAMMAZIONE
•• IniziazioneIniziazione
•• Amplificazione Amplificazione
•• Terminazione Terminazione
La triplice risposta di Lewis
Sir Thomas Lewis (1927):
– Vasocostrizione fugace
– Vasodilatazione delle arteriole precapillari
– Stasi e marginazione, con aumento delle
permeabilità vascolare, soprattutto nelle venule
postcapillari
Regolazione normale della permabilitàRegolazione normale della permabilità
vascolarevascolare
Legge di Legge di StarlingStarling::
la la pressione idrostaticapressione idrostatica deldel
sangue nel capillare sangue nel capillare èè
quasi quasi bilanciata dallabilanciata dalla
pressione oncoticapressione oncotica delle delle
proteine proteine del plasma*del plasma*
*Il risultato netto del bilanciamento
di queste forze è che si verifica
un continuo efflusso di liquido
dal compartimento
intravascolare a quello
extravascolare in
corrispondenza della prima
parte del capillare; questo
liquido viene o riassorbito nella
venula post-capillare o drenato
dai linfatici
Condizioni normali
Spazio extravascolare
OncoticOncotic
pressurepressure
P. Oncotica
P. Idrostatica
Infiammazione: effetto dell’aumento della
permeabilità vascolare
OncoticOncotic
pressurepressure
P. Oncotica
P. Idrostatica
formazione di essudato formazione di essudato con altocon alto
contenuto proteicocontenuto proteico, peso , peso specifico specifico >1.012), >1.012), ricco di ricco di PMNPMN
ESSUDATO ! liquido edematoso ricco di proteine
L’essudato è tipico dell’infiammazione acuta e non va confuso con iltrasudato che è invece un liquido edematoso che si forma in seguito ad unaumento della pressione venosa (e quindi capillare), in assenza diaumentata permeabilità vasale (es. edema posturale).
In base alla composizione dell’essudato si possono distinguere diversi tipi diinfiammazione acuta:
--inf. inf. SierosaSierosa - inf. - inf. Fibrinosa Fibrinosa -- inf. inf. Suppurativa Suppurativa o o purulenta purulenta ((PUSPUS))
- inf. - inf. EmorragicaEmorragica
Funzioni dellFunzioni dell’’essudatoessudato:
- diluizione barriera meccanica
- formazione di fibrina
- pH acido (5.3) facilitazione fagocitosi
- anticorpi
- drenaggio essudato da parte dei linfatici ! linfonodi !rispostaimmunitaria
•• Esempi di Esempi di Edema non Edema non infiammatorioinfiammatorio::
• edema polmonare (aumentata p. idrostaticanei capillari polmonari)
• sindrome nefrosica (diminuita pressioneoncotica)
•• Edema Edema infiammatorioinfiammatorio::• Danno diretto sui vasi (es. ustioni)
• Transiente aumento della premeabilitàvascolare, ad es. per l’effetto dei mediatoridell’infiammazione sulle venule post-capillari.
Effetto dell’aumento della p. idrostatica
OncoticOncotic
pressurepressure
P. Oncotica
P. Idrostatica
((formazione di trasudato formazione di trasudato con bassocon basso
contenuto proteicocontenuto proteico, peso , peso specifico specifico <1.012)<1.012)
Infiammazione purulenta: la presenza del pus
domina il quadro
Empiema: il pus si raccoglie all'interno di un organocavo (pleura, cavo articolare, colecisti..)
Flemmone: la raccolta si sviluppa negli interstizi di untessuto
Ascesso: il pus dà origine e si raccoglie in una cavitàneoformata delimitata da una membrana che limitala diffusione ulteriore dell’infezione
Foruncolo pus in un annesso pilo-sebaceo
(Favo confluenza di più foruncoli)
Infiammazione
Essudazione di leucociti e fagocitosi
•• MarginazioneMarginazione, rolling, , rolling, adesioneadesione
•• DiapedesiDiapedesi
•• Migrazione Migrazione verso verso il sito di lesione lungoil sito di lesione lungoil gradiente chemiotatticoil gradiente chemiotattico
NEI VASI SANGUIGNI DEL MICROCIRCOLO IL FLUSSO ASSIALE DEINEI VASI SANGUIGNI DEL MICROCIRCOLO IL FLUSSO ASSIALE DEI
GLOBULI ROSSI (GLOBULI ROSSI (PIUPIU’’ NUMEROSI) SPINGE I GLOBULI BIANCHI (NUMEROSI) SPINGE I GLOBULI BIANCHI (PIUPIU’’
GRANDI) AD URTARE CON LA PARETE DEI VASI. IN CONDIZIONIGRANDI) AD URTARE CON LA PARETE DEI VASI. IN CONDIZIONI
NORMALI I GLOBULI BIANCHI RIMBALZANO E NON ADERISCONONORMALI I GLOBULI BIANCHI RIMBALZANO E NON ADERISCONO
ALLA PARETE ENDOTELIALE.ALLA PARETE ENDOTELIALE.
Marginazione dei leucociti
CoinvolgimentoCoinvolgimento
sequenziale dellesequenziale delle
molecole di adesionemolecole di adesione
Rotolamento ! Adesione ! Migrazione
SELECTINE (E&P) INTEGRINE & Ig-LIKE MOLECULES (ICAM, VCAM)
• Il primo passo dell’accumulo di
leucociti nel sito infiammatorio è
il rotolamento (rolling) sulla
parete vascolare, mediato dalle
selectine.
• Il passaggio in prossimità della
parete endoteliale permette ai
leucociti di verificare la presenza
di altri segnali infiammatori, e di
coinvolgere altri recettori di
adesione in modo da consentire
un contatto stabile e la diapedesi
In pratica, il
fatto che i
leucociti
rotolino
sull’endotelio
è un
prerequisito
per l’adesione
tramite
integrine.
Il passagio in
prossimità della
parete endoteliale
permette ai leucociti
di verificare la
presenza di altri
segnali
infiammatori, e di
coinvolgere altri
recettori di adesione
in modo da
consentire un
contatto stabile e la
diapedesi
CHEMIOTASSICHEMIOTASSI !!
movimento di cellule lungo unmovimento di cellule lungo un
gradiente di concentrazione digradiente di concentrazione di
sostanze che le attiranosostanze che le attirano
I NEUTROFILI CHE PER CHEMIOTASSI ARRIVANO NEL FOCOLAIO
INFIAMMATORIO HANNO IL RUOLO DI FAGOCITARE I BATTERI, I DETRITI
CELLULARI O LE PARTICELLE DI MATERIALE ESTRANEO EVENTUALMENTE
PRESENTI.
I NEUTROFILI DISPONGONO DI
DUE DIVERSI MECCANISMI PER
DISTRUGGERE I BATTERI UNA
VOLTA CHE LI HANNO
FAGOCITATI
1) ENZIMI LISOSOMIALI 2) MECCANISMO OSSIGENO-DIPENDENTE
IPOCLORITO
ACQUA OSSIGENATA
I LEUCOCITI (INIZIALMENTE SOPRATTUTTO NEUTROFILI)ADERISCONO ALL’ENDOTELIO MEDIANTE SPECIFICHE MOLECOLE DIADESIONE, ATTRAVERSANDO LO STRATO ENDOTELIALE EMIGRANO NEL SITO DANNEGGIATO SOTTO L’INFLUSSO DI AGENTICHEMIOTATTICI.
ALLA MIGRAZIONE SEGUE LA FAGOCITOSI DEGLI AGENTI LESIVICHE PUÒ PORTARE ALLA MORTE DEI MICRORGANISMI.
DURANTE LA CHEMIOTASSI E LA FAGOCITOSI I LEUCOCITIATTIVATI POSSONO RILASCIARE IN SEDE EXTRACELLULAREMETABOLITI TOSSICI E PROTEASI, CHE POSSONO ESSERE CAUSADI DANNO TESSUTALE.
Mediatori dell’Infiammazione
• Amine vasoattive• Complemento• Chinine• Coagulazione• Fibrinolisi• Metaboliti dell’acido arachidonico• Platelet activating factor• Citochine• Ossido nitrico
CE=cell endot
ISTAMINA
E’ IL PRINCIPALE MEDIATORE
DELLE FASI PRECOCI
DELL’INFIAMMAZIONE
• Amine vasoattive (in mastociti e piastrine)
– Istamina – abbonda nei granuli dei mastociti,che sono distribuiti nei tessuti in vicinanza deivasi sanguigni
– Serotonina – nelle piastrine. Rilasciata dopol’aggregazione piastrinica o sotto l’effetto delPAF (platelet activating factor).
Ossido Nitrico (NO)
Formato dalla ossido nitrico sintetasi (NOS)• Costituitivamente espressa in cellule endoteliali e neuroni
cells. Può essere indotta rapidamente dall’influsso di calcio.• NOS Inducibile (INOS) – indotta nei macrofagi dal TNF-! o
dall’ IFN-"
– Potente vasodilatatore– Coinvolto nella patogenesi dello shock settico– Azione antimicrobica
• Metaboliti dell’Acido Arachidonico
– Sintetizzati a partire dai fosfolipidi di
membrana attraverso l’azione delle
fosfolipasi
– Formano leucotrieni (via 5-lipossigenasi5-lipossigenasi)
– Formano prostaglandine e trombossani A2
(via ciclossigenasiciclossigenasi)
Leucotrieni, Prostaglandine, Trombossani
• Sistema del complemento
• Sistema delle chinine
• Sistema della coagulazione
• Sistema delle chinine
– Sono peptidi vasoattivi generati da unaproteasi chiamata callicreina
– Il fattore di Hageman è un potente attivatoredella callicreina
– La chinina più importante è la bradichinina,che causa:
• Vasodilatazione• Dolore
• Coagulazione
• Fibrinolisi
– Entrambi i sistemi sono indotti dal fattore XIIattivato
– i due sistemi si bilanciano reciprocamente
– Le molecole più importanti sono:
fibrinogeno, fibrina, trombina, plasminogeno,plasmina.
Sistema del complemento
• Sistema di proteine presenti nel plasma in forma inattiva
Attivazione:
– Via classica e via alternativa
• Il C3 è il punto critico di controllo, ed interagisce con
entrambe le vie di attivazione.
• C3a e C5a sono conosciuti come “anafilotossine”, e sono
capaci di determinare il rilascio di istamina dai mastociti,
mentre il C5a è anche potentemente chemiotattico.
• Il “Membrane attack complex” (MAC) è il responsabile
dell’azione litica del complemento, econsiste nel complesso
C5-9
COMPLEMENTO
IL COMPLESSO DI ATTACCO ALLA MEMBRANA
Manifestazioni sistemichedell’infiammazione
• Febbre: innalzamento della temperatura corporeodi 1-4°C, generata in risposta a sostanze dettepirogeni (pirogeni endogeni: IL-1 e TNF-!)
• Leucocitosi (PMN neutrofili, PMN eosinofili, linfociti)
• Leucopenia - (rara)
• Proteine di fase acuta: alcune possono comportarsicome opsonine (es. proteina c reattiva)
FASI PRINCIPALI DELLFASI PRINCIPALI DELL’’INFIAMMAZIONE ACUTAINFIAMMAZIONE ACUTA
SCHEMA RIASSUNTIVOSCHEMA RIASSUNTIVO
I FENOMENI VASCOLARI SONO CARATTERIZZATI DA UNI FENOMENI VASCOLARI SONO CARATTERIZZATI DA UNAUMENTATO FLUSSO SANGUIGNO NELLAUMENTATO FLUSSO SANGUIGNO NELL’’AREA DANNEGGIATAAREA DANNEGGIATA,,DERIVANTE PRINCIPALMENTE DA UNA VASODILATAZIONEDERIVANTE PRINCIPALMENTE DA UNA VASODILATAZIONEARTERIOLARE E DALLARTERIOLARE E DALL’’APERTURA DEI CAPILLARI.APERTURA DEI CAPILLARI.
•• LL’’AUMENTO DELLA PERMEABILITÀAUMENTO DELLA PERMEABILITÀVASCOLARE PORTA ALLVASCOLARE PORTA ALL’’ACCUMULOACCUMULOEXTRACELLULARE DI UN FLUIDOEXTRACELLULARE DI UN FLUIDORICCO DI PROTEINE, DETTORICCO DI PROTEINE, DETTOESSUDATOESSUDATO..
•• PROTEINE PLASMATICHE ESCONOPROTEINE PLASMATICHE ESCONODAI VASI, GENERALMENTEDAI VASI, GENERALMENTEATTRAVERSO UN ALLARGAMENTOATTRAVERSO UN ALLARGAMENTODELLE GIUNZIONI INTERENDOTELIALIDELLE GIUNZIONI INTERENDOTELIALIA A LIVELLO VENULARELIVELLO VENULARE
O COME CONSEGUENZA DI UNO COME CONSEGUENZA DI UNDANNO ENDOTELIALE DIRETTO.DANNO ENDOTELIALE DIRETTO.
Infiammazioni Infiammazioni
cronichecroniche
Cronicizzazione del processo infiammatorio
INFIAMMAZIONE CRONICA
Cause:
• Irritazione prolungata chimica o fisica prodotta da
particelle di materiale inerte ! reazione da corpo estraneo.
• Infezione da microrganismi (parassiti endocellulari; bassa
tossicità): TBC, lebbra, sifilide, brucellosi.
• Reazioni autoimmunitarie (artrite reumatoide; tiroidite
cronica).
• Casi ad eziologia sconosciuta.
CARATTERISTICHE GENERALI DELL’INFIAMMAZIONE
CRONICA
1)1) PERSISTENZA DELLO STIMOLO IRRITANTEPERSISTENZA DELLO STIMOLO IRRITANTE
2)2) PRESENZA CONTEMPORANEA DI PROCESSI DIPRESENZA CONTEMPORANEA DI PROCESSI DI
INFIAMMAZIONE, DEMOLIZIONE E GUARIGIONEINFIAMMAZIONE, DEMOLIZIONE E GUARIGIONE
3)3) IMPORTANZA PREDOMINANTE DELLA COMPONENTEIMPORTANZA PREDOMINANTE DELLA COMPONENTE
CELLULARE RISPETTO A QUELLA VASCOLARE CELLULARE RISPETTO A QUELLA VASCOLARE !!
ISTOFLOGOSIISTOFLOGOSI
4)4) NON SPECIFICITANON SPECIFICITA’’ !! AGENTI MOLTO DIVERSI POSSONO AGENTI MOLTO DIVERSI POSSONO
PROVOCARE TIPI DI INFIAMMAZIONE MOLTO SIMILIPROVOCARE TIPI DI INFIAMMAZIONE MOLTO SIMILI
Caratteristiche istologiche
• Infiltrato di macrofagi, linfociti,plasmacellule.
• Distruzione tissutale, in parte dovutaalla produzione locale di citochine.
• Aspetti di guarigione, con proliferazionedi fibroblasti e fibrosi.
Monociti/Macrofagi
– cellule chiave dell’infiammazione cronica egranulomatosa
– proliferano localmente nel sito di lesione
– Producono citochine, che continuano areclutare cellule, tra cui altri macrofagi
– possono presentare antigeni ai linfociti T,causando ipersensibilità specifica
CELLULE DELL’INFIAMMAZIONE CRONICA
MACROFAGI ! derivano dai monociti ematici. Nel focolaio infiammatorio
vengono attivati dalle linfochine, proliferano, diventano
più grandi e la loro attività fagocitaria diventa più
efficace.
DISTRUZIONE TESSUTALE SEGNOCARATTERISTICO DELL’INFIAMMAZIONE
CRONICA
• Le molecole prodotte daimacrofagi difendono l’organismoma possono indurre distruzionedel tessuto se attivati in modoimproprio
Cellule epitelioidi
• Cellule che si dispongono a circondareil corpo estraneo
• Fittamente stipate (da sembrare unepitelio)
• Hanno perso la capacità fagocitaria mapossono secernere enzimi responsabilidell’eventuale necrosi
CelluleCellule giganti giganti ((LANGHANSLANGHANS))
• Derivano dalla fusione di più cellule epitelioidi
• Abbondante citoplasma
• Contengono materiale inglobato
• Molti nuclei:
- disposti disordinatamente nel citoplasma (granuloma da corpo
estraneo)
- ordinati alla periferia (granuloma immunitario)
CELLULE IMMUNOCOMPETENTI ! LINFOCITI
- Linfociti T ! secrezione linfochine: amplificano
la risposta infiammatoria
- Linfociti B ! trasformazione in plasmacellule:
produzione di anticorpi
fibroblasti
CELLULE DEL CONNETTIVO
cellule endoteliali
Abbondante produzione di collageno
Formazione di tessuto connettivo fibroso
Sviluppo di cicatrici permanenti
- INFIAMMAZIONE CRONICAINTERSTIZIALE
(o aspecificaaspecifica)
- INFIAMMAZIONE CRONICAGRANULOMATOSA
(o specificaspecifica)
– Syphilitic Aortitis
GRANULOMAGRANULOMA !! risposta infiammatoria focale ad risposta infiammatoria focale ad
andamento cronico caratterizzata dallandamento cronico caratterizzata dall’’accumulo eaccumulo e
dalla proliferazione di leucociti di tipodalla proliferazione di leucociti di tipo
prevalentemente prevalentemente mononucleato mononucleato (MACROFAGI).(MACROFAGI).
Classificazione funzionale (patogenetica):
- Reazioni granulomatose NON IMMUNOLOGICHE
o DA CORPO ESTRANEO
- Reazioni granulomatose IMMUNOLOGICHE
o DA IPERSENSIBILITA’
Inflammazione cronica granulomatosa
• In presenza di antigeni persistenti e non degradabili (bacillo tubercolare)l’infiltrato linfocitario iniziale è sostituito dopo 2-3 settimane, dai macrofagi chesi trasformano assumendo l’aspetto di cellule epiteliali.
•• CelluleCellule epitelioidiepitelioidi sono il segno distintivo dell’infiammazione granulomatosa.
• Le cellule epitelioidi si aggregano, spesso sono circondate da linfociti ecostituiscono il granulomagranuloma.
• Spesso le cellule epitelioidi si fondono formando cellule cellule giganti giganti multinucleatemultinucleate(LANGHANSLANGHANS)
Esempio di infiammazione cronicagranulomatosa: il granuloma tubercolare
Dall’aspetto si risale alla causa
Processi di riparazioneProcessi di riparazione
Formazione della cicatriceFormazione della cicatrice
RIGENERAZIONE = sostituzione delle cellule andate perdute con cellule RIGENERAZIONE = sostituzione delle cellule andate perdute con cellule
dello stesso tipo. Negli organismi superiori è limitata. dello stesso tipo. Negli organismi superiori è limitata.
TESSUTO CONNETTIVO ! tutte le varietà di tessuto connettivo sono capaci dirigenerare, sebbene in misura variabile.
EPITELI ! rigenerano molto bene, con alcune eccezioni (es. le cellule delcristallino)
TESSUTO MUSCOLARE ! mentre il muscolo liscio rigenera molto bene, per lostriato, sebbene abbia un certo potenziale rigenerativo, i tentativi di rigenerazionein genere falliscono perché i monconi si retraggono troppo e la perdita di sostanzaviene colmata prima da un coagulo di sangue e poi, con il passare del tempo, dauna cicatrice.
TESSUTO NERVOSO ! nell’uomo i neuroni andati perduti non vengono sostituitie gli assoni del SNC, una volta recisi, non ricrescono in maniera efficiente.
RIPARAZIONERIPARAZIONE
EE’’ conseguenza dell conseguenza dell’’ordinato svolgersi di una serie diordinato svolgersi di una serie di
processi che schematicamente consistono:processi che schematicamente consistono:
•• nella neoformazione vascolare nella neoformazione vascolare
•• nella migrazione dei nella migrazione dei fibroblasti fibroblasti che depongono fibre eche depongono fibre e
sostanza fondamentalesostanza fondamentale
•• nella rigenerazione, più o meno completa ed efficace nella rigenerazione, più o meno completa ed efficace
della componente epiteliale (di rivestimento edella componente epiteliale (di rivestimento e
ghiandolare)ghiandolare)
Ferite cutanee: modello di “Riparazione dei tessuti”
Nella guarigione per seconda intenzione (si verifica quando
c’è notevole perdita di tessuto come ad es. nell’infarto o
nell’ascesso) la reazione infiammatoria è notevole:
maggior accumulo di detriti necrotici, coagulo di fibrina
ed essudato.
La principale differenza tra la guarigione per prima e
seconda intenzione è la contrazione della ferita. Le
cellule responsabili sono i miofibroblasti, si differenziano
dai fibroblasti, con caratteristiche tipiche delle cellule
muscolari lisce.
Guarigione per “prima” o “seconda intenzione”
• Entro 24-48 ore24-48 ore: reclutamento chemiotattico di neutrofili e,
successivamente, macrofagi!digestione del coagulo.
• Dal 3°giorno3°giorno tessuto di granulazione (neo-angiogenesi e
proliferazione di fibroblasti!deposizione di collagene, fibrosi)
Nella seconda settimanaseconda settimana• I leucociti e i fibroblasti muoiono per apoptosi
- Regressione della rete vascolare- Il tessuto cicatriziale (t. connettivo privo di cellule infiammatorie) progressivamente sostituisce il tessuto fibrotico
Durante l’intero processo di riparazione delle ferite c’è un continuorimodellamento della matrice extracellulare operato da enzimi specifici dettimetalloproteasi.
FASI DEL PROCESSO DI RIPARAZIONE
1. Demolizione e rimozione dei detriti: macrofagi
2. Neoangiogenesi: “tessuto di granulazione”
3. Proliferazione di fibroblasti associati ai capillari neoformati
4. Deposizione di collagene: tessuto connettivo cicatriziale
5. Rimodellamento e contrazione della cicatrice
Complicanze della guarigione delle ferite
• Infezione
• Deiescenza
• Formazione di cheloide
• Complicanze dovute alla localizzazione
della cicatrice (es. SNC)
Complicanze della guarigione delle ferite
• Infezione
• Deiescenza
• Formazione di cheloide
• Complicanze dovute alla localizzazione
della cicatrice (es. SNC)