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IL MONDO CHE VORREI INSIDE#8

INSIDE - Numero #8

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In questo numero parliamo delle novità che sono in arrivo per i nostri piloti nei prossimi mesi, oltre ad una serie di riflessioni riguardanti il tema delle novità.

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IL MONDO CHE VORREI

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INDICEEditoriale 3Le ali della libertà 6La passione non tramonta 14Dieci minuti di buio 26Le note dolenti 38Nuovo corso 41Campagna contro l’abbandono della moto 43Ti maledico 45Il Nostro futuro (parte 2) 46Tre domande a bruciapelo 49Focus On - Non sempre si può sempre avere tutto 51Plus Minus 54Contattaci 60Copertina: Zio Sam

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EditorialEdi RobeRto CoRtese

Vorrei. Quante volte abbiamo ripetuto questa parola nella nostra vita? Si co-mincia probabilmente con un “Caro Babbo Natale, vorrei..”, si prosegue con i vorrei con cui chiediamo qualcosa ai nostri genitori e si continua tutto il re-sto della vita con i vorrei che pretendia-mo da noi stessi o da chi ci accompa-

gna. Talvolta sono cose semplici, banali, altre volte è qualcosa che desideriamo fino da quando siamo bam-bini oppure è il sogno di una vita.Quando siamo fortunati, riusciamo ad ottenere ciò che vorremmo, altre volte la vita ci risponde con un bel muro contro cui andiamo a sbattere il naso. E quando su quel muro si infrange un tuo sogno, fa male, molto male. Ancor di più quando ti succede al primo giro di prove nel tempio del Motocross italiano, a Maggiora. Perché quando la tua moto ti abbandona ancora pri-ma che siano cominciate le ostilità in pista, credo ci sia ben poco da fare. E non importa quanto forte hai desiderato quel weekend: ciò che conta è cosa ti porti via da quell’esperienza.

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Come in ogni dramma (nel senso più ampio possibi-le), ci si può fermare a rimpiangere il sogno andato sfumato, oppure si può trarre una lezione dall’acca-duto e decidere di continuare a lottare. Altrimenti è finita. Ed è inutile andare avanti a prendere in giro te stesso.Io ci ho parlato a fine maggio con Gianluca ed ho per-cepito quel misto di tensione e paura che ti accom-pagna nei momenti importanti della tua vita. In quei bivi che fanno di te l’uomo che sei e che sarai. Non mi sembrava però scarico a causa della tensione pre-gara, tutt’altro.Purtroppo è andata così. Bisogna metterci una pie-tra sopra e ricominciare come se nulla fosse. Perché la nostra passione ci rende felici, al di là dei traguardi ottenuti. Non dimentichiamolo mai.Mollare non è da te. Spero di rivederti al più presto in pista, lo speriamo tutti.A parte il mio augurio, questo numero di INSIDE an-ticipa le vacanze ma, come sempre, noi non andremo in ferie, infatti vedrete dal calendario che le nostre gare continuano sia a Luglio che ad Agosto anche se spo-stiamo il baricentro verso i fettucciati (ma non solo). Leggeremo inoltre le news che ci aspettano a partire da Settembre, anche se sono delle novità immateria-li, almeno per ora; ci saranno anche alcune opinioni sulla trasformazione del mondo del Motocross, se sia o meno necessario e come ci dobbiamo preparare ad un nuovo mondo. Vi racconteremo che cosa fanno in vacanze le nostre pilotesse e vi invitiamo ad un evento

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a quattro ruote che si svolgerà nel Sud Italia, al qua-le dovete assolutamente partecipare, se siete in zona. Leggeremo anche le news dal mondo PitBike del Tri-veneto, oltre ovviamente a tutti i report dei nostri ra-gazzi che sgasano su piste asfaltate e sterrate.Tanta carne al fuoco, dunque bando alle ciance. Buona lettura e buone ferie da tutta la redazione!

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lE ali dElla libErtàdi FiCus dj, immagini di giaComo Poli

A testimonianza dell’incremento del livello tecnico del nostro campionato Pitbike Motard, arriva dalla Lom-bardia e dal Piemonte un folto gruppo di Wild Card (piloti che partecipano alla gara di giornata ma non prendono punti per il campionato).Uso questo neologismo perché a questo gruppo mi unisco anch’ io, consapevole che quando guarderanno le mie moto e mi diranno “belle, ci corre suo figlio?” risponderò come sempre di si, sempre consapevole che mio figlio è rimasto dentro di me e corriamo in due, poi andrò a riferirlo a mia mamma che a ottan-tuno anni guarda la televisione in camper.Mi chiamo Ficus Dj e a cinquantasei anni mi cimen-to ancora su ruote da dodici pollici contro giovani e meno giovani per sbarazzarmi della settimana lavora-tiva e dalle oppressioni settimanali che la vita mi pro-pina.Noi usiamo dei motocicli nati in origine nel sud est asiatico, nati come mezzi per lo spostamento nei pad-dock e divenute nel tempo dei veri e propri motocicli da competizione, su sterrato e asfalto, in stile super-motard ma con la guida sportiva, cioè con il ginoc-

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chio a terra.Ci accoglie la pista di Avio, fra due catene montuose e una lingua d’asfalto in semipendenza. Sbirciamo il ve-nerdì sera, il cancello è chiuso e subito notiamo che il tracciato ben si presta oltre ai virtuosismi kartisti alle pieghe delle nostre moto a cilindro orizzontale con quattro marce, con potenze dai quattordici ad oltre venti cavalli, suddivise nelle varie categorie.Il sabato scivola veloce, fra prove, modifiche d’assetto e carburazione, ormai queste moto in leggera scala ri-dotta hanno le stesse esigenze delle cugine più grandi e quindi si lavora fra sole e sudore, fra test e cacciaviti.A completare il quadro di giornata ci pensa la catego-ria Ohvale, un nuovo prodotto, che ricorda le mini-moto ma con dimensioni più grandi, una via di mezzo fra le mini GP e le stesse minimoto, le quali montano motori uguali alle pit bike con la ciclistica dotata di semimanubri.I ritardatari arrivano alla domenica e il circo si com-pleta fra montaggi di moto alloggiate in macchina o scaricate da camper e carrelli.Dal Piemonte alla Lombardia, dal Veneto al Friuli sono circa settanta i piloti accaldati nella loro tuta che ambiscono a confrontarsi con i propri tempi a portare il tempo del cronometro davanti a quello degli altri.Inizia così la kermesse delle qualifiche per appropriar-si della tanto ambita pole position: saranno i più velo-ci a scandire il tempo migliore, ma la lunga fila dietro loro per nulla intimorita serberà l’asso nella manica

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già a partire da gara uno.Il team cento ottani ben interagisce con la presenza di piloti di rilievo che occupano le posizioni di punta nel campionato nord-ovest, oliando in giusta misura la macchina organizzatrice e scandendo tempi di pro-ve e gara come un organizzazione di lunga esperienza.La zona box ha il suo spunto migliore a tarda ora il sabato, quando dopo la cena inizia il vagabondare di gente in cerca di sorrisi e parole come me, quando la compiacenza di ritrovarsi fra una settimana e l’altra si esibisce nella danza degli amari e dei commenti che inevitabilmente sconfinano sul prendersi reciproca-mente in giro, nell’alzare il calice al nuovo incontro alla nuova gara.Le luci della penombra entrano in scena e si raccoglie il vero sapore di “esserci”, di rivedere vecchi amici per-si nel tempo da anni e come per magia riapparsi in un istante vicino a una moto. Domani si corre, ma stase-ra lasciamo alle mani dei nostri “vicini” augurarci la buona notte con una pacca sulla spalla.Domenica mattina: di solito la fila ai bagni è diretta-mente proporzionale alla tensione dei piloti, ma or-mai la maggior parte viaggia in camper e “fa” da se.Raffronti sui tempi, sorpassi, cadute, tutti danno il meglio di loro dando origine a vincitori e vinti, com-ponendo il quadro delle corse, della competizione.Tutti ormai si apprestano a smontare i propri gaze-bo con malinconia, consci di dover aspettare per un po’ il completamento del prossimo palcoscenico, dove

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si abbatteranno nuovamente le barriere della ciclicità settimanale, dove ognuno potrà salire sulla sua moto e nell’abbassare la visiera del casco pensare di essere ancora veramente libero.Grazie di tutto da un datato pilota che per il momento non ha voglia di diventare grande.

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la passionE non tramonta

di giaComo beRton, immagini di RobeRto CoRtese

Domenica 1 giugno ho corso la gara di Casale Mon-ferrato, la mia seconda gara di regionale in questa stagione, dopo un anno di assenza dalle gare. È stata per me una gara importante, non per il risultato, ma perché mi ha fatto ritrovare la voglia di migliorarmi e l’entusiasmo per le gare, persi lasciando la moto in garage a prendere polvere.Tutto è incominciato lo scorso anno, quando ad ini-zio stagione sono salito in moto con poca regolari-tà e poco allenamento. Ho così rimediato dei fastidi alla schiena che si presentavano ad ogni uscita e sono continuati fino a quando un giorno mi sono fatto male per davvero. Sono tornato a casa che non riuscivo né a camminare, né a stare in piedi, nonostante non avessi nulla di rotto. Fortunatamente la maggior parte del dolore è passato in pochi giorni, ma per settimane una sensazione di dolore e fastidio mi si ripresentava ogni volta che provavo a fare sport. Ho provato a fare delle visite mediche per cercare di capire le cause dei miei problemi ma non ho trovato una soluzione. Ho quin-

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di abbandonato la moto in garage con la seria preoc-cupazione di non riuscire più a fare motocross. Non è stato facile pensare che forse non sarei più riuscito a praticare lo sport che tanto amavo, a coltivare quella che consideravo una passione vera.Con il passare del tempo la schiena è migliorata, ho iniziato ad allenarmi più costantemente di corsa ed in mountain bike, ho più o meno imparato a giocare a calcio e sono entrato in una squadra di calcio a cin-que. Mi sono trovato così degli sport alternativi che non mi rompevano la schiena e rappresentavano una variante meno dolorosa e pericolosa al motocross.Allenandomi, la mia condizione fisica migliorava ed ho così riacquistato fiducia verso la possibilità di tor-nare in moto. Ricordo che la domenica in cui decisi di risalire in moto ero preoccupato perché avrei potuto rovinare tutto, buttando via i progressi che avevo fatto sino a quel momento. Ricominciai così ad andare a gi-rare sempre con molta cautela, senza badare a quanto andassi forte, ma solo preoccupandomi di tornare a casa intero. Fortunatamente, con le prime uscite non ebbi conseguenze alla schiena, ma mi accorsi che rico-minciando ad andare in moto dopo tanto tempo non avevo più lo stesso entusiasmo di un tempo. Mi pesa-vano le ore passate a preparare la moto e non avevo voglia di fare km per girare su piste diverse, probabil-mente a causa del fatto che ero troppo preoccupato di farmi male un’altra volta, e quindi giravo senza met-terci il massimo dell’impegno. Anche il fatto di cor-rere in MX2 da solo e senza la compagnia degli amici

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che invece corrono in MX1 ha influito sulla mia per-dita di interesse. Era una sensazione strana, che non avevo mai provato, e mi stupiva il fatto che mi stessi disinteressando della mia grande passione.Devo ringraziare il mio socio Pierpaolo, che mi ha fatto sentire di nuovo lo spirito della competizione, e così mi sono preparato per presentarmi al cancelletto di Casale.A Casale la gara non è stato un trionfo, non ho fatto delle belle manche, ma ciò che mi carica per il futuro sono state le grandi qualifiche! Ho realizzato il quar-to tempo della batteria, l’ottavo tempo totale, dando-mi la possibilità di scegliersi un cancelletto da cui è possibile partire bene. Infatti nonostante io non sia particolarmente bravo allo start, ho centrato due buo-ne partenze, un’emozione stupenda non vedere circa quaranta moto davanti a te! Ho poi rovinato tutto con due manche in cui ho commesso degli errori, ma al-meno ho rivisto la possibilità di centrare il mio vec-chio obiettivo: entrare nella top ten. È questa la spe-ranza che oggi mi dà nuovo entusiasmo e carica per allenarmi e migliorarmi.Da tutta questa vicenda ho imparato che per me il mo-tocross è fortemente legato alla competizione ed alla voglia di migliorarmi, e nonostante sia uno sport in-dividuale la compagnia di chi condivide la tua stessa passione è fondamentale.

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diEci minuti di buiodi gabRiele maRzolla, immagini di RobeRto CoRtese

La mia giornata era cominciata con un po’ di tensione, perché in quella pista non ci avevo mai girato, infatti mia mamma mi avvertì di non farla, in cuor suo non si fidava. E ne aveva ben donde, visto che non ci avevo mai girato. Entro per fare le prove e sfrutto i primi due giri per capire un po’ la pista. In questi primi giri mi capita di scivolare una volta ma, tutto sommato, per non averci mai girato, tutto filava per il verso giusto. Visto che ho fatto il settimo tempo, ero abbastanza soddisfatto del risultato. Allo schieramento ero carico a molla infatti parto sem-pre attorno alla settima posizione ed avevo davanti uno dei miei migliori amici. Al secondo giro mi cade davanti e non riesco ad evitarlo, purtroppo. Ci scon-triamo, ma prontamente ripartiamo anche se siamo ultimi ora; dopo un altro mezzo giro scivolo di nuovo ed anche in questo frangente mi rialzo subito senza far spegnere la moto. Recupero qualche pilota fino a quando la stanchezza prende il sopravvento anche se in modo del tutto inatteso. Su una rampa di un salto lascio per errore il gas aperto e la moto si inclina pe-

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ricolosamente indietro come per ribaltarmi. In quel momento mi è venuto da lasciare andare la moto per aria, però il ricordo successivo è all’infermeria del cir-cuito, dove mi risveglio senza sapere dove sono, cosa faccio, e cosa mi sia successo. In mezzo, buio totale. E’ stato un brutto colpo, non tanto per me, ma per mio padre che mi segue sempre. Prima di riprendermi e di ricordarmi tutto è passato del tempo perché anche sull’ambulanza ed in ospedale non mi ricordavo al-cunché. Per fortuna non mi sono rotto niente e non so come a dire il vero. Sono stato davvero fortunato perché, qualche mese fa, un ragazzo che conosco ha fatto lo stesso genere di caduta da un salto più piccolo sempre a Salmour e si è rotto entrambe le gambe. Questa volta mi è andata di lusso e da oggi in poi farò di tutto perché una cosa del genere non accada più: mi allenerò finché posso di modo da imparare a control-lare la fatica in gara perché non voglio assolutamente più rischiare che qualcun altro si faccia male per una mia distrazione. Non succederà più!

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lE notE dolEntidi elia maResCutti

Se non dovessi scrivere questo articolo, per una volta farei volentieri a meno di pensare alle moto e al mo-tociclismo.La faccio breve: scrivo dal letto di camera mia, letto che mi sta ospitando da tre settimane giorno e notte, si perché una vertebra fratturata si cura cosi: con un bel periodo di riposo (che nei mesi estivi è l’ideale) e andandoci cauti nei movimenti per diversi mesi.Per rendere più divertente la situazione, il destino ha deciso che anche la mia fidanzata condividesse con me qualche sofferenza: lei con una frattura scomposta alla clavicola.Si, perché quando io sono caduto, il sabato durante le prove e sono stato trasportato in ospedale con diverse varianti di dolori, pensavo di essere stato sfortunato, ma mi è bastato aspettare la domenica per vedere lei nel mio stesso ospedale con una fasciatura alla spalla, caduta malamente durante la gara, giusto per ricor-darmi che la situazione può sempre peggiorare.Non vi dico cosa ho pensato in quei momenti, lo po-tete immaginare, quel che è peggio è che nei giorni a seguire ho avuto forse troppo tempo per riflettere.

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Ogni tanto credo che pensare non sia la cosa migliore: nel senso che porta a conseguenze indesiderate.Dopo tutto quello che ho sacrificato per essere li è ba-stato un attimo per rovinare tutto, ho messo tempo, soldi, fatica e tutte le energie che avevo, eppure non è bastato, devo pagare ancora, dolori e sofferenze ma anche con conseguenze per le persone che devono ba-dare a me.Per non parlare della mia ragazza che invece che es-sere aiutata, lei aiuta me con un braccio fasciato ad aprire la porta e a portarmi motosprint.Allora devo ammettere che mi sono chiesto se ne vale la pena.Ho sempre ammirato piloti come Valentino Rossi per una ragione in particolare: si è sempre rialzato, niente lo ferma: psicologicamente è un carro-armato, sono 15 anni che corre ai massimi livelli, ha subito infor-tuni, anni difficili, la perdita di un amico, e l’avanzare dell’età, eppure è ancora li a giocare.Ecco però che la mia dolce metà mi fa notare che non è la stessa cosa, noi giochiamo, lui no: quello è il suo lavoro, quella è la sua vita e il suo dovere, il rischio è parte intrinseca di quello che è: un pilota professioni-sta.Noi invece si che giochiamo! Se ci facciamo male però c’è poco da ridere, molti di noi (me compreso) sono liberi professionisti: 3 mesi nel letto possono essere una catastrofe anche economicamente parlando, mol-ti hanno una fidanzata, una moglie o magari dei bam-

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bini che hanno bisogno di noi.Che sia arrivato il momento di mettere la testa a po-sto?Ci vuole moderazione, non dico di smettere, ma valu-tare di sacrificarsi meno quello è giusto.Direi forse di si, forse è giusto godersi questa passione con un occhio in più alla propria incolumità: andare quei due decimi più piano che ti fanno stare in piedi, l’abbigliamento perfetto, evitare quel sorpasso che non è sicuro al cento per cento, limitare gli allenamenti all’indispensabile e insomma evitare le situazioni di pericolo il più possibile.Mi piacerebbe concludere l’articolo con un bel “ma vaffa..” perché è cosi che andrà a finire: tutto quel ra-gionamento di sicuro lo scaricherò nel wc appena chiuderò la visiera ma per ora sono ancora nel letto e sono ancora incazzato.Per ora va cosi, e corro il rischio di mandare a INSIDE un articolo che fa perdere la voglia di andare a farsi un giro in moto ma davvero sono ancora troppo depres-so per passarci sopra.Devo quindi cercare di approfittare, ormai la paura l’ho fatta venire a tutti e la uso per farvi una racco-mandazione: usate il paraschiena!

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nuovo corsodi RobeRto CoRtese

Passione, spirito di adattamento ed innovazione. Que-ste sono, a mio modo di vedere, le tre ragioni per cui noi di MOTOASI.IT portiamo avanti l’attività del no-stro settore con un ottimo riscontro da parte dei nostri ragazzi. E l’iniziativa di cui vi sto per parlare continua ad andare in quella direzione, ovvero la strada verso un ampliamento dell’offerta ricreativa per i piloti vo-tati al fuoristrada, specialmente quelli che viaggiano su quattro ruote.Segnatevi la data, perché il 30 e 31 agosto a Laganadi, provincia di Reggio Calabria, in pieno Aspromonte, si svolgerà una manifestazione amatoriale per tutti i mezzi da fuoristrada che toccano terra con quattro ruote, la quale porterà i piloti a passeggiare per le splendide alture calabresi. Un ritorno alle radici per il team HP4, il quale ha progettato ed organizzato que-sto evento e che conta diversi membri provenienti da queste zone del Sud Italia.Nello specifico, questa “passeggiata” della durata di due giorni porterà tutti gli iscritti attraverso i territori di tre comuni limitrofi: il già citato Laganadi, Sant’A-lessio in Aspromonte e Santo Stefano in Aspromonte,

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tutti patrocinanti l’evento in questione. Una volta ter-minate le iscrizioni sabato mattina, ci sarà il pranzo ed anche un briefing per i piloti per toccare i punti salien-ti della manifestazione oltre a chiarire come portare a termine la motorata in assoluta sicurezza. Si parte per l’escursione vera e propria alle 12.30 per terminare la sera verso le 19.30; successivamente i partecipanti si sistemeranno negli alberghi e potranno rilassarsi fino alle 21, orario cui è prevista la cena.Sveglia di buon ora domenica e partenza alle 9 per l’escursione mattutina. Dopo la pausa pranzo, che si svolgerà presso un’area attrezzata, si terranno una se-rie di prove trialistiche assolutamente facoltative, le quali, però, contribuiranno ad innalzare il livello tec-nico della manifestazione. Per concludere, alle 17.30 si terrà la chiusura della manifestazione assieme a tut-ti i partecipanti.MOTOASI.IT sostiene attivamente questo evento e crede molto anche in questo tipo di attività: pur non sentendosi per una competizione, è importante avvi-cinare i piloti ad un’attività in sicurezza e soprattut-to all’insegna di valori che per noi sono fondamentali quali l’amicizia ed il rispetto reciproco.Per chi volesse ulteriori informazioni, a breve sarà di-sponibile il sito dell’evento, dove potrete trovare le ul-time news, contatti e risorse utili per capire come par-tecipare a questo evento. Stay tuned!

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campagna contro l’abbandono

dElla motodi maRy giRotti

Quest’anno non lasciare la tua moto a casa quando vai in vacanza!Ovviamente il tono è scherzoso, non è mia intenzione paragonare la moto ad un animale, ma perché rinun-ciare alla propria moto durante le ferie estive?Quale migliore occasione per trascorrere qualche giorno in sella, senza lunghi intervalli e quindi tentare di perfe-zionare la propria guida?Da donna, lo ammetto, è più facile. Perché la mag-gioranza di noi crossiste è fidanzata con un crossista. Mentre voi uomini avete il problema che magari siete fidanzati con una il cui sport preferito è lo shopping!Ma io alla moto non rinuncio neppure in vacanza.Vivo in Emilia Romagna e quindi le mie piste sono queste, ma in vacanza mi trasferisco da mio marito in

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Piemonte (Valsesia) e ho una scusa per farmi portare su nuovi tracciati.L’anno scorso ho provato il brivido di Armeno (NO). Una pista creata su due livelli, con una ripidissima discesa che lascia con il fiato sospeso… un salto nel vuoto di alcuni metri che vale la pena di provare.Ma sono certa che tutta l’Italia sia costellata di piste meravigliose che valga la pena scoprire. E allora per-ché non approfittare delle vacanze per visitarne di nuove?Mare e montagna non mancano certo di piste. Si può alternare la tintarella totale all’abbronzatura dei polsi tipica del crossista! Un giorno in spiaggia e l’altro in pista.Per i piloti più abbienti esistono addirittura delle strut-ture che organizzano le vacanze in moto negli USA per prendere parte come spettatori al National e pro-vare l’ebbrezza di saltare tra le curve di Glen Helen o altri luoghi che a noi Europei sembrano così lontani e quasi mitologici.Io dalle mie vacanze voglio tornare più stanca di quan-do sono partita. Perché per me “vacanza” significa li-bidine per il cervello, non oziare tutto il giorno all’om-bra con una pigna colada da sorseggiare.E se la vostra fidanzata vuole andare a Sharm El Sheikh?Bè, cambiate fidanzata e trovatevela crossista!

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ti malEdicodi RobeRto CoRtese

Ti ricordi quella volta che ti hanno superato all’ultimo giro della manche? Oppure quell’altra in cui ti hanno rallentato durante le prove e non sei riuscito a fare un tempo buono in qualifica? Mandaci anche tu la tua migliore maledizione (ironica) e la pubblicheremo as-sieme al top delle altre.Perché, diciamocelo, va bene il politically correct, ma poi quando succede, non c’è nulla di male a tirare una bella maledizione!

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il nostro futuro (partE 2)

di RobeRto CoRtese

Ve ne parlavo nello scorso numero di INSIDE e sono qui a riconfermare tutto. Siamo per cominciare un nuovo corso di ciò che è per noi Motocross, comin-ciando con l’ascoltare le vostre idee e confrontarle con le nostre. Essendo sempre dal lato organizzativo, sia-mo certi che ci farebbe assolutamente bene sentire qualche nuova idea dal vostro punto di vista, ovvero da chi poi le corre le gare. E ci saranno anche ostacoli da superare, ma di questo non ci spaventiamo perché siamo abituati ad adattarci: l’avvento della crisi e di nuove tecnologie ha fatto si che il nostro mondo si trovi in mezzo ad un guado al momento. Molti non sanno dove andare, altri pensano di risolvere il pro-blema tornando indietro, noi crediamo che sia il caso di prendere in mano la situazione e proseguire reman-do tutti assieme. Solo così ne usciremo.Preparatevi, dunque, a proporci le vostre idee in una sorta di forum sui generis che vedrà la luce sul no-stro sito nella seconda parte dell’anno. Volete parla-re di assicurazioni perché avete un paio di dritte per

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migliorare la situazione attuale? Parliamone e contri-buiamo a sviluppare qualcosa di buono anche per gli altri piloti. Avete dei progetti per nuove formule di gara che superino il vecchio concetto di competizione e che continuino a garantire divertimento? Siamo tut-to orecchi. Volete semplicemente che introduciamo qualche novità come una pista in un circuito piuttosto che in un altro? Chiedete e vi sarà dato.Man mano che le idee arriveranno, se ne parlerà e tut-ti avranno voce in capitolo: da parte nostra l’impe-gno è nel portare a termine il maggior numero del-le vostre richieste, compatibilmente con le restrizioni che ci troveremo ad affrontare. Non tutto verrà risolto subito, anche perché tematiche calde ed importanti necessitano un dibattito serio ed un’attenta conside-razione sui provvedimenti da prendere. Però qui sta proprio il bello di questa piattaforma: non avrà una data di scadenza, bensì resterà sempre attiva di modo che si possa affrontare nuovamente l’argomento nel caso novità interessanti dovessero sorgere. Faccio un esempio semplice: potrebbe arrivare l’idea di avere una pista dentro ad un trofeo però il Moto Club non ha le energie per organizzare una gara di quel genere. Nessun problema, non chiuderemo il topic finché non si è trovata una soluzione. E se non la si trova, allora resterà aperto, così, nel caso in cui ci siano sviluppi futuri per cui il MC può sobbarcarsi l’onere di quella gara, potremo continuare a discuterne a partire dalle ultime opinioni.Crediamo che questo progetto sia molto prometten-te perché ci consentirà di trasformare il Motocross in

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quello che vorremo tutti quanti noi; inoltre è la prima esperienza a livello nazionale in cui un Ente di Pro-mozione Sportiva plasma il proprio futuro assieme agli affiliati. Di questo siamo estremamente orgoglio-si. Cogliamo al balzo l’opportunità, tutti insieme.

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trE domandE a bruciapElo

di luCa lombaRdi

Bentornati, come sempre, in compagnia di Yves Valenza, il Coordinatore dell’attività Nazionale di MOTOASI.IT. In questo numero di INSIDE si parla di novità in cantiere, dunque chiediamo un paio di delucidazioni in merito direttamente a chi trascorre in pista praticamente tutte le domeniche.Cominciamo subito con una domanda bella calda: ci sono news succulente in programma nei prossi-mi mesi?Per fortuna le buone idee e le novità non ci manca-no mai, ecco perché abbiamo pensato di non limitar-ci più a pensare autonomamente ad innovazioni da apportare all’attività di MOTOASI.IT, bensì di creare uno spazio di condivisione e maturazione di idee e progetti che potrebbero migliorare il nostro settore ed anche quello su strada. Ci sembra opportuno cresce-re come Ente di Promozione Sportiva soprattutto in relazione alle necessità dei nostri ragazzi. Per questo motivo, chiediamo direttamente a loro di suggerirci in

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cosa potremmo migliorare la nostra attività, di modo che ci sia un guadagno collettivo da questo scambio di idee. Noi mettiamo a disposizione uno strumento (che stiamo finendo di approntare) per tenere trac-cia di ogni idea: toccherà poi anche ai piloti suggerire qualcosa di buono. Siamo sicuri che questo accadrà perché, avendo un punto di vista differente dal nostro, ci porteranno in dono molti consigli preziosi.Una specie di piattaforma in continua evoluzione, insomma. Sul fronte formule gara invece ci saran-no novità?Ci stiamo ancora confrontando riguardo a questo tema e ne stiamo pensando delle belle per poter viva-cizzare la nostra offerta in termini di campionati che portiamo avanti. Il tutto nell’ottica del divertimento in sicurezza e della crescita della nostra grande famiglia. Ovviamente, sono tutti invitati a fornirci consigli su nuove formule sulla piattaforma di cui sopra, saremo felici di leggere tutte le idee, comprese quelle più paz-ze.Nuove piste nel roster?Questo purtroppo è uno dei pochi punti su cui ci vie-ne difficile ampliare l’offerta poiché sono pur sempre i singoli moto club a richiedere gare ed ovviamente non ce la sentiamo di forzare la mano ai MC che han-no poche risorse da investire al momento. Di contro, più riusciremo ad ampliare l’attività di MOTOASI.IT e più speriamo che nuove piste scelgano di ospitare una delle gare dei nostri circuiti. Siamo sempre molto fiduciosi visto l’esempio recente di Chieve!

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focus on - non sEmprE si può sEmprE avErE tutto

di RobeRto CoRtese

Sembra sempre tutto rosa e fiori quando si parla di novità. Sono belle, sono seducenti, riescono a coin-volgerti al primo colpo d’occhio. Non è tutto come sembra però. Le novità costano e parecchio. Sono co-stose in termini di tempo ed energie spese a progetta-re qualcosa di diverso, a trovare una strada alternativa che nessuno ha mai provato prima. Ma sono soprat-tutto costose in termini di rischi che si corrono. Si, perché avere un’idea nuova significa puntare tutto su quel cambiamento nella speranza che vada tutto bene, perché se qualcosa va storto sono state energie buttate via.La stessa cosa vale per noi di MOTOASI.IT: investia-mo tempo, passione e voglia di cambiare per ampliare la nostra attività. Come ben sapete, questo significa in parte aggiornare l’infrastruttura del nostro Ente: a partire dal sito web riprogettato per semplificare l’ac-

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cesso alle informazioni ai piloti, per arrivare alla no-stra App (di cui siamo tuttora il primo esempio in Ita-lia) ed anche ai tempi che vi portiamo in real time sui vostri smartphone alle gare.Un’altra parte delle nostre energie, invece, la utilizzia-mo per stringere nuovi contatti con piste che prima non facevano parte delle nostre affiliate, oltre a por-tare i nostri campionati su tracciati sempre nuovi che consentano a tutti di divertirsi ed a turno fare anche poca strada.Specialmente in Lombardia, stiamo lavorando per avere un numero maggiore di tappe di modo da ve-nire incontro ai piloti del posto. Seguiamo, peraltro, una richiesta sempre più insistente (ed assolutamen-te ragionevole) dei piloti lombardi, i quali chiedono a gran voce di poter fare qualche chilometro in meno per farsi una gara. Quest’anno infatti abbiamo voluto dimostrare che siamo assolutamente attenti da questo punto di vista, infatti abbiamo anche portato una gara di Trofeo ASI a Chieve a metà maggio (cosa che non accadeva da quattro anni). Peccato che l’ottantacinque percento dei piloti presenti siano stati piemontesi. In realtà siamo stati molto lieti delle reazioni riguardo la gara, poiché molti non avevano mai provato la pi-sta (essendo abbastanza fuori mano per i piemonte-si) e soprattutto del lavoro fatto di concerto assieme al Moto Club affinché tutto filasse liscio come l’olio. Quello che ci ha lasciato un po’ basiti è la scarsa pre-senza proprio di quei piloti che ci chiedevano una gara vicino a casa.

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Chiaramente non molliamo perché non siamo del ge-nere che alla prima difficoltà si fermano, però ci piace-rebbe avere il vostro supporto in termini di presenza alle gare. Se riusciamo ad instaurare lo stesso circolo virtuoso che funziona alla grande in tutti gli altri nostri circuiti, sarà l’ennesimo desiderio dei piloti che riusci-remo a soddisfare. Non si tratta di guadagnare dena-ro, anche perché, come sapete bene, MOTOASI.IT, in quanto coordinatore dell’evento, non percepisce nulla in più del rimborso per le spese di cronometraggio. Da questo punto di vista, non cambia minimamente dover sostenere una manifestazione da quaranta pi-loti o da trecento piloti. Se però la gara consente di rientrare dei costi anche ai Moto Club organizzatori, allora c’è anche l’incentivo di un evento in attivo, il che significa poter investire nuove energie per gli anni successivi. Dal punto di vista dei piloti, il vantaggio è poter spendere di meno tra benzina, autostrada e so-prattutto tempo trascorso al volante.Capite che in questo modo riusciremmo a venire in-contro a tutte le parti, piloti e MC, che poi è la cosa che ci preme di più. Per farlo però abbiamo bisogno anche del vostro supporto.Sappiamo che siete attenti e noi non molliamo su questo progetto. Abbiamo già grandi piani per l’anno prossimo, portiamoli a termine tutti insieme.

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plus minusdi andRea de beni

La lotta tra il bene e il male inonda da sempre le vite di ognuno di noi: dai cartoni animati quando siamo an-cora bambini fino alle tematiche teologiche, passando dal cinema alla letteratura e, perché no, anche dallo sport. Generalmente la figata, che impariamo quando ancora il segno sul muro non supera il metro di altez-za, è che il bene vince sempre. A volte è un po’ noioso e anche scontato e non capiamo perché ciò accada ma tutto sommato si gioisce sempre quando il cattivone di turno soccombe al protagonista buono. Crescendo, la magia svanisce: le nostre giornate si riempiono di ingiustizie, di cattiverie gratuite e di logiche non esa-geratamente meritocratiche come da bambini ideali-sti avevamo immagazzinato nelle nostre pure menti, ancora poco deviate. Talmente disillusi dalla verità della vita, sembra qua-si che gli adulti diano per scontato che è la negatività a dover per forza avere il sopravvento. Al punto che la quotidianità dei soprusi si intrufola nella bellezza dei nostri sport, dei nostri hobby, dei nostri momenti più belli, compromettendoli irrimediabilmente. Non c’è parola, spesso, che nella mente di tanti di noi non nasconda significati altri, negativi, distruttivi. Non c’è

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gesto che non sia gratuito, attività commerciale che non sia traditrice, gara che non sia mal organizzata, pilota che non sia maleducato e classifica che non sia maldestramente pilotata. Insomma, basta parlare del più e del meno in qualsiasi paddock per venire inve-stiti di una quantità tale di pessimismo, tale da porta-re la quantità di fango sulle persone più con le parole che a causa delle piste. L’essere umano di sesso motociclista pare godere nelle sfighe altrui. Pare invidioso e negativo, distruttivo più che costruttivo. Fortunatamente non è così, ma così è come appare: l’energia sprecata nello spandere males-sere supera di gran lunga quella diffusa per divulgare ottimismo e gioia di fare quello che più ci piace, anda-re in moto. E così, ogni cento motociclisti soddisfatti, sereni ma purtroppo silenziosi, ci sono dieci rompi-scatole che energicamente e assiduamente contestano, lamentano, arrogano, litigano, telefonano, sputtanano. La loro energia supera di tante volte quella dei cugini silenziosi, che stanno bene con se stessi, con il risul-tato che qualcuno dei “buoni” prima o poi ci casca e viene contagiato anche lui e, cosa ancora peggiore, la negatività acquista valore come unica voce in campo. Il finale della storia, è che con una sola corrente di pensiero – minoritaria come quantità ma maggiorita-ria quanto a forza – ogni cosa che si cerca di fare assu-me i toni della fantozziana cagata pazzesca. Non c’è gara, applicazione per smartphone, sito in-ternet, fotografia o qualsiasi atto di qualità che possa competere con una lamentela profusa ai mille venti, a

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maggior ragione in questa digitale scena motociclisti-ca, dove basta un commento tipo “non andate a girare lì perché oggi la pista fa schifo” perché i “mi piace” meno obiettivi del mondo fiocchino come la neve ad Aspen e il gestore si ritrovi a segnare i tempi sul giro solo dei suoi amati pollici, intenti a girare su stessi. L’accorato appello non va fatto ai negativi della prima ora: quella è gente che nasce per fare del male, per uccidere lo sport nella sua linfa vitale più bella, la pas-sione. L’appello va per tutti gli altri: fatevi sentire! La sensazione, a volte, è che gli schieramenti opposti sia-no ormai talmente tanti che sembra quasi regni l’uno contro uno perenne: è ora di dire basta. E i modi ci sono: uno su tutti è quello di non tenersi per sé nulla, se quello che si ha dentro è bello, positivo, sereno e ot-timista. Il segno più può vincere sul segno meno solo se comincia ad essere condiviso, a maggior ragione nell’epoca dei social network.Andiamo ad una gara e ci divertiamo? Diciamolo! Conosciamo una persona che gratuitamente si offre di darci un pezzo senza il quale avremmo dovuto ca-ricare e tornare a casa? Diciamolo! Andiamo a fare allenamento e la pista è perfetta? Ringraziamo pubbli-camente il gestore e tutta la sua famiglia, da tre gene-razioni ad oggi. Altrimenti l’energia degli spandi-em-me avrà il sopravvento, come a volte leggendo qua e là sembra che già sia. Troppa forza spesa per diffondere negatività, pochissima spesa dai tanti – maggiori di numero, sicuramente – soddisfatti per ciò che hanno vissuto. E’ ora di non lasciare che il Partito dello Sput-

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tanamento vinca, dobbiamo reagire e fare “mi piace” ad ogni nostro sorriso. Con la stessa energia loro se non di più, con foga, passione, voglia di non mollare mai, di non lasciare lo sport della moto, tassellata e non, in mano a negativi di professione, a lamentosi per natura, a laureati in diffusori di malessere. Isolia-moli e rispondiamo con coraggio: se ognuno di noi, dopo aver letto questo magazine digitale – un’attivi-tà che ad un ente di promozione sportiva nessuno ha chiesto di fare ma che di fatto rappresenta un “di più” non certo dovuto, alla popolazione di appassionati – lo trovasse almeno decente e scrivesse una mail, un messaggio, un sms, a qualcuno degli autori dicendo “bello” (ammesso che tale l’abbia trovato, s’intende), beh avrebbe fatto di certo un gran lavoro nel costru-ire il futuro stesso dell’attività di redazione. Niente di quello che accade è scontato e se è giusto far notare le manchevolezze e gli errori, ancor più giusto e moti-vato – nonché motivante – è condividere il bello che ci circonda e che in fondo supera il brutto in maniera colossale. Sta a noi non soccombere sotto quel fango ma tenere l’anteriore alto come il nostro sorriso.

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calEndario luglio

05-07 Armeno (NO)Corso Minicross Willy School

06-07 Armeno (NO)Reg. Quad - Reg. Mini-Young-Veteran - Interreg. MX1-MX2

12-07 Villareggia (TO)Endurance Scootercross

13-07 Boves (CN)Trofeo ASI MX1-MX2-Mini - Reg. 2T

20-07 Frinco (AT)Fettucciato MX1 - MX2 - Mini - Veteran Epoca

27-07 Bosconero (TO)Endurance Scootercross

27-07 Vigliano Biellese (BI)Coppa ASI Epoca - Trofeo ASI MX1-MX2-Mini - Reg. 2T

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calEndario agosto

03-08 Villar San Costanzo (CN)Fettucciato MX1 - MX2 - Mini - Veteran Epoca - Quad

10-08 Polonghera (CN)Fettucciato MX1 - MX2 - Mini - Veteran Epoca - Quad

24-08 Piana San Raffaele (TO)Fettucciato MX1 - MX2 - Mini - Veteran Epoca - Quad

30-08 Vigliano Biellese (BI)Corso Minicross Willy School

31-08 Vigliano Biellese (BI)Trofeo ASI MX1-MX2-Mini - Reg. 2T

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Giacomo Berton - La passione non tramonta

Ficus DJ - Le ali della libertà

Elia Marescutti - Le note dolenti

Gabriele Marzolla - Dieci minuti di buio

INSIDE#8 Luglio-Agosto 2014un progetto editoriale di

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