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Gruppo nato nel 2007Manuel Lando – Basso e Mandolino Marco Felix – Chitarre, Theremin, CoriFrancesco Paluan – BatteriaAndrea Ranfa – Voce e Armonicawww.mothership.it

Ph: PinkPainterPhoto di Rosa Punteri

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La domanda è d’obbligo: quando nasce la vostra passione per la musica?

Marco FelixDa bambino vedevo il festival di Sanremo e cantavo sempre, all’età di 10 anni ho strimpellato la chitarra di uno zio ed è stato amore a prima vista. Ho sempre pensato che senza la musica non ci possa essere vita.

Manuel LandoSono cresciuto in una famiglia di rocker, in special modo mio padre che, oltre a gestire insieme ad altri amici una rock-radio privata, era anche musicista; suonava come dilettante ma io lo guardavo con una tale ammirazione tanto da indurmi un bel giorno a imbracciare la sua chi-tarra e in qualche modo abbozzare dal nulla “Owner of a Lonely Heart” degli Yes, ancora oggi ricordo il suo sguar-do, tra la meraviglia e lo stupore e da quel momento non fece altro che spronarmi a provare cercando di insegnar-mi a suonare.Era la metà degli anni 80, avevo dieci anni e mi feci coinvol-gere allegramente in quest’avventura!

Avendo avuto differenti e molteplici esperienze nel campo, come siete arrivati a definire il vostro stile?

Marco FelixCredo che lo stile sia sempre in fase di definizione e con l’esperienza impariamo a capirlo meglio ogni giorno, allo stesso modo di come impariamo a conoscerci come perso-ne; per la musica è uguale, io cerco sempre di migliorarmi e la prima regola che ho imparato è che non si finisce mai di imparare. Personalmente suono ogni volta che ne ho la possibilità, sen-za pause, a qualunque orario, da sempre ! Spero di avere un buono stile ma credo che sia chi ascolta che deve valutare...Con i Mothership cerco di modificare il mio modo di suonare e usare di più la parte istintiva che mi porta a vivere la musica come ci ha insegnato il buon Jimmy Page!! Anche l’ uso dei vestiti simili ai suoi mi aiuta ad entrare nel personaggio, li ho sempre adorati tutti e mi diverte colle-zionarli e indossarli quando facciamo i concerti.Tutti noi cerchiamo di indossare vestiti che rendano più possi-bile l’immagine dei veri Led Zeppelin degli anni ‘70, per entrare di più nell’ atmosfera.

Manuel LandoIn questi trent’anni di attività musicale ho avuto modo di suo-nare in molte realtà, ho seguito diversi progetti con stili an-che molto diversi tra loro e questo ha permesso di ampliare il mio bagaglio musicale portandomi a essere un musicista abbastanza versatile. Tuttavia credo che l’esperienza insegna anche che non si fini-sce mai di imparare e che l’evoluzione sia infinita.Musicalmente mi piace entrare nel contesto del genere, im-parare tecniche e metodi per suonare al meglio il pezzo per poi, però, cercare di renderlo sempre un po’ mio; adoro dare una mia impronta, mi piace ricercare il suono e usare la stru-mentazione più adatta. Per descrivermi sul palco cito una frase di uno dei miei bas-sisti preferiti:“Non mi piacerebbe essere là davanti come Page. Essere ar-tista implica comunque una minima dose di esibizionismo… Credo che si debba fare ciò che si deve e, se sono il bassi-sta, piuttosto che cercare di impormi per diventare il leader del gruppo preferisco dare il mio contributo eseguendo un buon giro di basso” John Paul Jones.

Francesco PaluanNonostante la differenza di età ci accomuna l’amore per il filone rock anni ‘70.Entrando nei Mothership nel 2016 ho trovato professionisti preparati con i quali riproporrre uno spettacolo fedele per tributare i Led Zeppelin.Personalmente ricordo che ho cominciato ad ascoltarli con la videocassetta di “The song remains the same” che ho let-teralmente consumato a forza di guardare!

Come si inserisce nella tua realtà musicale la professione di docente?

Marco FelixSecondo me la musica e l’insegnamento sono due cose di-stinte, due diverse arti e passioni che si possono combinare. Io insegno musica da più di 20 anni e ho un mio metodo anticonvenzionale che rispetta la musicalità dei bambini e degli adulti e il loro approccio. Tanti musicisti insegnano per arrotondare nei momenti in cui non si suona; per me non è mai stato così, anzi la considero un’attività di pari importanza senza la quale non potrei stare. Purtroppo la musica moderna non è ancora riconosciuta e

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rispettata, tanti ragazzi (e genitori) credono che sia un gioco semplice e lo abbandonano alle prima difficoltà. Io penso che la musica sia assolutamente un gioco (in ingle-se si usa lo stesso verbo per definire le due cose... ) ma un vero gioco deve essere preso seriamente e con impegno, per superare sé stessi ogni giorno. Col tempo diventa una passione insostituibile.In Italia purtroppo manca il rispetto per chi svolge questa attività in modo professionale che viene sempre considerata come un secondo lavoro o un’attività aggiuntiva, per me è da sempre l’attività principale.

Come è stata la vostra prima esperienza in tournée sia dal punto di vista delle aspettative che da quello emotivo?

Marco FelixNella nostra realtà non esiste la tournée, ogni mese è buono per andare a suonare dove possibile. Le prime date con i Mothership sono state elettrizzanti perché non immaginavo che ci fosse ancora tanto interesse e passione per i Led Zep-pelin. Sembrava un po’ di rivivere le sensazioni che potreb-bero aver vissuto loro, sempre ridimensionate ovviamente.

Come è avvenuto l’incontro con i componenti della band? E perché la scelta di questo nome? Parlateci di voi e della vostra musica.

Manuel LandoIl mio incontro con i membri della prima formazione è av-venuto nel 2007, l’anno della reunion degli Zeppelin. Lessi un annuncio su una rivista musicale padovana che erano alla ricerca di un bassista. Il primo incontro in sala prove è stato emozionante e capii che c’era molto potenziale, da lì un susseguirsi di prove e sudore per mettere in piedi uno spettacolo, imperfetto ma emozionante.Cercavamo un nome adatto per il nostro gruppo finché nel Novembre dello stesso anno uscì ‘Mothership’, una raccolta con ben due CD e un DVD, da lì il colpo di fulmine!!Negli anni la band subisce svariati cambi di line up fino ad arrivare alla formazione attuale. punto. Benchè si venga tutti da esperienze diverse, ci accomuna l’amore per la musica anni ‘70 e per gli Zeppelin. Mi piacciono la professionalità e la serenità che si creano sul palco prima e dopo i nostri concerti, ma ogni volta al primo colpo di bacchette del buon Francesco è una scarica di adrenalina indescrivibile!!

Marco FelixLa prima formazione dei Mothership era del tutto diversa, solo Manuel è rimasto. Io ero conosciuto nella zona perché suonavo e cantavo le canzoni dei Led Zeppelin con il mio gruppo storico (Giullari), loro facevano le prove nella mia scuola, cercavano un chitarrista, abbiamo provato ed è stato amore a prima vista! Era il 2010.

Qual’è stata l’esperienza più significativa della vostra carriera? Quella che segnato un punto di svolta nella vostra vita?

Marco FelixCon i Mothership abbiamo vissuto diverse esperienze im-portanti, abbiamo suonato al mitico Alcatraz di Milano nel 2013, suonato con un’orchestra di 40 elementi nel 2016, suonato in Germania, Belgio e Svizzera nel 2017-18-19 Sono state tutte conferme della nostra scelta di mettere in scena questo tributo.Non vediamo l’ora di poter ricominciare a esibirci, sarà sicu-ramente un momento speciale per tutti!

Da dove nasce l’idea di fare un tributo ai Led Zeppelin?

Marco FelixHo sempre adorato lo stile di Jimmy Page, mi viene na-turale suonarlo, comprese le “sporcherie” tipiche di quei tempi e che rendono ancor più magico il suo mood di suonare. Anche poter usare tutti gli strumenti usati prima da lui è super stimolante! Dalla storica Gibson Les Paul alla Telecaster con il drago, alla Danelectro, alla Gibson doppio manico, senza dimen-ticare il theremin, e l’uso dell’archetto e tutte le diavolerie che si è inventato il mio eroe nella sua carriera!I Led zeppelin erano, per loro stessa constatazione, il me-glio possibile del periodo nell’uso dei rispettivi strumenti, tutti e quattro, ragazzi stiamo parlando dei Led Zeppelin! Gli Dei assoluti del Rock!!

Andrea RanfaPersonalmente ho molti punti di riferimento nell’ascol-to musicale, legati all’umore e alle situazioni vissute, ma una costante è sempre stata la vena “Zeppeliana” che ac-comuna molte delle mie scelte e dei miei compagni di viaggio.

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Qual’è il brano che vi rappresenta di più?

Marco FelixProbabilmente “Stairway to heaven” è il brano che amo di più in assoluto, quando l’ho sentito la prima volta credevo di veder uscire un angelo da un mo-mento all’altro, non sapevo chi fosse l’ autore.Ho pensato: “Io dovrò imparare a suonare quella cosa prima o poi”.I Led Zeppelin stessi lo hanno definito come il bra-no perfetto, dove c’è tutto. Quando lo hanno pro-dotto sapevano che sarebbe stato un successo, tra l’altro quest’anno compie 50 anni!Parlando di brani meno conosciuti mi piace moltis-simo “Wanton song”.

Manuel LandoForse il brano che mi rappresenta di più è “Dazed and Confused”, adoro tenere in piedi il pezzo con il giro di basso possente di Jones, mentre Ranfa imperversa con urli orgasmici e Felix si prodiga in assoli e bizzarrie come l’uso dell’archetto, la si-nergia che si crea con Francesco alla batteria è da pelle d’oca. Molti danno significati diversi al testo di questo pezzo, ma a me piace pensare sia dedicato a una donna e un po’ rappresenta le storie della mia vita.Altri pezzi che mi piacciono molto sono quelli nei quali suono il mandolino come “Going to Califor-nia” o “The battle of Evermore”, un approccio total-mente diverso ma sempre emozionante!

Francesco PaluanIl mio pezzo preferito è “Achilles last stand”, da suo-nare una vera goduria!È uno dei brani più complessi della loro discografia.È lungo e complicato con diverse sezioni che striz-zano l’occhio al Prog e all’Heavy Metal.Suonarla tutta dall’inizio alla fine è sempre una pia-cevole sfida!

Andrea RanfaIl brano a cui sono più legato è “Since I’ve been loving you”, un brano inciso nel disco “III” dei Led Zeppelin. È un blues dove ai nostri beniamini è richiesta non la bravura ma il sudore e la passione che il genere richiede. Noi nel nostro piccolo dobbiamo avere la stessa intenzione. Il difficile è che nelle cover band spes-so si tende a rifare le note identiche, ma nel gene-re blues è l’esatto opposto, quindi è una lotta fra il bene e il male.Marco fa un’introduzione toccante che determina da subito l’andamento di tutto il brano, Manuel e Francesco eseguono il tempo con tutta la pas-sione necessaria, io devo entrare in quel mood e difendermi dal confronto con il grande Plant… Spesso il risultato è esaltante per tutti noi e per il pubblico presente ed è grosso modo il nostro punto di riferimento della serata.

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Andrea “Ranfa” Ranfagni Inizia l’attività di cantante nel 1988 con un gruppo di cover e molte collaborazioni con vari gruppi dell’ambiente fiorentino e fa-cendosi notare in vari concorsi per gruppi emergenti.Dal 1999 al 2005 si esibisce nella compa-gnia Musicale KasparHauser, dove inter-preta il ruolo di Rocky nel “Rocky Horror Show” e il ruolo di Jesus nel “Jesus Christ Superstar”.Nel 2000 suona con Ian Paice in una for-mazione tributo ai Deep Purple e da quel momento viene riconosciuto come ottimo interprete del genere e iniziano svariate collaborazioni in cover band italiane e sviz-zere dei Deep Purple che lo portano ad esibirsi nei locali rock più importanti italiani con turnisti di livello che collaborano con grandi artisti quali PFM, Bertè, New Trolls, Dolcenera e tanti altri...La collaborazione con questi artisti nazio-nali fa si che la sua idea di fare un album di blues rock si concretizzi. L’album che ne esce fuori è un cd di sapore seventies, con riferimenti alle grandi band del passato (Led zeppelin, Free, Deep Purple, Cream etc... ) senza mai cadere nel plagio.Ha formato e collaborato con diversi grup-pi quali Ranfa Band, tribute band dei Deep Purple e brani originali, The Trip, gruppo storico del prog anni settanta, Braido Plays, tributo a Ritchie Blackmore, Mothership, tribute band dei Led Zeppelin, Vanexa e Silver Horses.Attualmente sta terminando le registrazioni di un CD che vede la collaborazione di Ber-nie Marsden e ‘The voice of Rock’, Mr Glenn Hughes, che uscirà a Giugno 2021.

Francesco PaluanNato nel 1990 è il più giovane del gruppoSi approccia alla batteria fin da piccolo gra-zie al padre anche lui batterista.Nel 1998 comincia lo studio dello strumen-to con il Maestro Alessandro Piovan.Dal 2005 al 2007 frequenta il Conservato-rio di Padova dove approfondisce la tecnica del tamburo, della teoria e solfeggio.Dal 2007 comincia con ad esibirsi regolar-mente con formazioni e musicisti veneti.

Dal 2016 oltre che con i Mothership colla-bora come sostituto per gruppi in ogni sfac-cettatura nel mondo rock.

Manuel LandoClasse 1976, viene influenzato dal padre musicista che gli fece conoscere le più grandi rock band degli anni 70’. Inizia il suo percorso musicale a dieci anni, dal 1986 al 1988 frequenta un corso di pianoforte al Centro Beethoven col maestro Giampietro Mirimin dove studia le basi, nel frattempo prova vari strumenti e capisce ben pre-sto che il basso elettrico è il suo mezzo di espressione. Successivamente continua gli studi dello strumento come autodidatta. Finito il servizio di leva, dal 1996 al 1998 approfondisce lo studio e la tecnica del-la ‘Daigo Music School’ con vari maestri: Roberto Pascucci, Enrico Santacatterina, Stefano Olivato e Andrea Braido. Contem-poraneamente suona in varie band con stili anche molto diversi tra loro ottenendo buo-ni risultati e consensi che gli ha permesso di ampliare il suo bagaglio musicale por-tandolo a essere un musicista versatile. Du-rante l’attività ‘live’ si appassiona anche al mondo della tecnica del suono di cui inizia gli studi da autodidatta e che approfondi-sce successivamente alla Daigo. Frequenta inoltre varie masterclass alla Rcf e alla D&b. Dal 2007 suona con i Mothership, Led Zep-pelin Tribute, grazie ai quali si approccia ad un nuovo strumento, il mandolino.

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Marco Felix Felisati È nato a Ferrara il 23 Gennaio 1974, chitar-rista e cantante suona da quando aveva 13 anni e canta da sempre. Diplomato Geometra, ha frequentato la scuola per strumenti a plettro “Gino Neri “, la Scuola di Musica Moderna AMF e il con-servatorio G. Frescobaldi di Ferrara.Nel 2009 ottiene l’ attestato di Canto Mo-derno, Morfologia, Tecniche Corrette per il Canto Moderno dal famoso foniatra Gian-franco Fussi.Suona principalmente musica rock, ma co-nosce l’ impostazione della chitarra classica, il blues, le accordature aperte, funky, pop, in parte il jazz e tutte le tecniche più usate: finger picking, sweep picking, tapping ecc..Dal 1990 suona e canta con la band Giul-lari Rock, con cui ha prodotto brani propri, e attualmente propone un repertorio misto di cover di bands come Led Zeppelin, Deep Purple, AC/DC, Guns&Roses, Queen e molti inediti, suonando professionalmente in tut-ta Italia e in Europa.Dal 2005 suona la chitarra con la band 17RE, tributo ai Litfiba, che riscuote molto successo in tutta Italia. Dal 2010 suona con i Mothership, tributo Italiano ai Led Zeppelin con cui sfoggia la storica Gibson 1275 doppio manico, suona con archetto e Theremin davanti a migliaia di appassionati della musica anni ’70 in Ita-lia ed Europa.Dal 2011 dà vita al progetto ‘Rock Legend’, un tributo a tutte le migliori e leggendarie voci del rock, da Janis Joplin e Guns&Ro-ses, a Metallica, Ozzy, Iron Maiden , Dire Straits, Cranberries, Led Zeppelin e tanti altri, con un vasto repertorio di oltre 150 brani. Il concerto è impostato sull’idea dello storico tributo a Freddie Mercury con una band resident e diversi cantanti o musicisti che si alternano rappresentando il meglio dei loro artisti di riferimento. Con questa band suona davanti a 10.000 persone nel 2016 e ottiene un grande successo nelle fe-ste estive di tutta Italia.Propone anche un concerto acustico molto divertente da lui personalizzato, con brani rock e pop e sempre un ampio spazio per intrattenimento e ironia.Dopo aver insegnato in diverse scuole tra Ferrara e Rovigo dal 1998 in poi, dal 2005 dirige la “PROMUSIC SCHOOL” a Rovigo.

Web:www.marcofelix.com

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Ph: PinkPainterPhoto di Rosa Punteri

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A quali progetti state attualmente lavorando?

Marco FelixCon la situazione attuale tutto ciò che riguarda il live è fermo fino a data da destinarsi.Personalmente sto promuovendo il CD per i 30 anni della mia band storica, i Giullari, gruppo rock Ferrarese. Ci sono sette inediti e alcune cover tra cui anche “Kashmir” dei Led Zeppelin.

Manuel LandoIn questo periodo sto lavorando solo con i Mother-ship. Avevo altri progetti paralleli che ho lasciato per iniziare un mio percorso personale di studio.In questo momento buio e decadente causato da questo virus, è molto difficile potersi esibire se non quasi impossibile; abbiamo in programma di regi-strare dei pezzi per rendere omaggio ai nostri fan ma queste restrizioni molto pressanti rallentano il lavoro.

Andrea RanfaHo la fortuna di essere un cantante in svariate situa-zioni musicali. Non dimenticando mai la passione che mi lega al progetto Mothership, collaboro con grandi artisti na-zionali ed internazionali (Ian Paice dei Deep Purple, Bene Marsden ex Whitesnake, Andrea Braido, Mina, Vasco Rossi, Ramazzotti e molti altri ancora).Ho in programma quattro album che saranno pubbli-cati a brevissimo, con i Trip, uno dei primi gruppi prog italiani, con i Vanexa, fra i primi heavy metal italiani, i Secret Alliance che sono un progetto di un amico con due artisti internazionali (Ricardo Confessori degli An-gra e Tony Franklin ex Whitesnake ed ex Jimmy Page) ed in fine un progetto di brani miei con amici di vec-chia data e artisti internazionali.Tutti progetti che propongono brani inediti.

Un consiglio particolare per coloro che volessero intraprendere questa strada?

Marco FelixConsiglio ai giovani di studiare più possibile, di ascoltare gli altri e di far sentire le proprie idee. Fare le cover è bellissimo, può essere un lavoro e una grandissima scuola ma il mio consiglio è di suonare musica propria e far sentire le proprie idee, riferendosi al passato ma cercando di creare nuove cose, nuovi suoni e nuove emozioni. I miti resteranno miti ma questo non impedisce di cre-arne di nuovi.

Manuel LandoPer me la musica è un linguaggio, può essere una valvola di sfogo per le frustrazioni della vita quoti-diana, per le sconfitte ricevute, per le chiacchiere delle malelingue e potrei continuare all’infinito. È l’unica cosa che mi fa esprimere tutto ciò che sto provando in quel preciso istante: rabbia, dolore, felicità, tristezza, ecc… quindi il mio consiglio è di imparare questa lingua, ascoltate tanta musica, imparate uno strumento e studiate magari con un buon maestro come Felix o Paluan al vostro fianco, suonate tutto ciò che vi piace, soprattutto la musi-ca dei big e fate più esperienze possibili, tutto ciò vi permetterà un giorno di emergere scrivendo e suonando pezzi vostri.