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ITALIANO
Settimana dal 9 al 13 marzo 2020
Ciao, ti mandiamo il lavoro per la settimana prossima, oltre ad esserci degli esercizi di ripasso, ci sono anche argomenti nuovi. Lavora con impegno ed attenzione e se hai difficoltà puoi contattare le maestre via mail. Eccole! [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] A presto Le insegnanti
RIFLESSIONE LINGUISTICA
ORA CHE ABBIAMO IMPARATO A MEMORIA IL VERBO ESSERE DEL MODO CONDIZIONALE
CONTINUIAMO A STUDIARE IL VERBO AVERE E LE TRE CONIUGAZIONI. TROVATE ALLEGATI I SEGUENTI DOCUMENTI IN PDF:
1. TABELLE PER STUDIARE IL VERBO AVERE E I VERBI DELLE TRE CONIUGAZIONI DEL MODO CONDIZIONALE.
2. ESERCIZI SUI VERBI: SCHEDE N. 85, N. 86, N. 87, N. 88
3. SCHEMA RIASSUNTIVO DEI VERBI DA LEGGERE E CAPIRE. 4. DUE GIOCHI PER ESERCITARTI CON I VERBI:
● INDICATIVO O CONDIZIONALE? https://wordwall.net/play/360/620/523 .PER OGNI VERBO FAI UN CLICK SU "INDICATIVO" O "CONDIZIONALE"
● A CACCIA DEL VERBO CORRETTO https://learningapps.org/display?v=pdpi5ang520 INSERISCI IL VERBO CORRETTO AL CONDIZIONALE
5. SVOLGI SUL Q. ROSSO O SU DEI FOGLI L’ANALISI GRAMMATICALE DELLE SEGUENTI FRASI:
- I RAGAZZI DELLE QUINTE LAVORERANNO DA CASA CON GLI STRUMENTI
TECNOLOGICI.
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- IL CANE AFFAMATO MANGEREBBE L’ARROSTO SUL TAVOLO IMBANDITO.
- DOMENICA SIAMO ANDATI AL PARCO DI OSSONA PER RESPIRARE ARIA PULITA E
FRESCA.
COMPRENSIONE
VI MANDIAMO UNA PROVA TIPO INVALSI CON LE SEGUENTI COMPRENSIONI:
1. UN TIPO STRANO
2. GLI SCHIAVI NELLA SOCIETÀ’ ROMANA
TROVERETE ANCHE DEGLI ESERCIZI DI RIFLESSIONE LINGUISTICA E GRAMMATICA.
ATTENZIONE! NON ESEGUIRE GLI ES. N 3-4.
PRODUZIONE LINGUISTICA
LEGGETE E IMPARATE!
INIZIAMO LO STUDIO DEL TESTO REGOLATIVO:
● PER PRIMA COSA GUARDA (ALMENO DUE VOLTE) IL VIDEO INTRODUTTIVO A
QUESTO LINK, PER CERCARE DI CAPIRE COS’E’ UN TESTO REGOLATIVO:
https://www.youtube.com/watch?v=sCSCy1D03eU&list=PLsLBNKs3-
033KnPBpu8iKC0AuMySC4FqZ&index=16
● SUL Q. FUCSIA O SU UN FOGLIO O SU UN QUADERNO NUOVO SCRIVI IN DOPPIO
“IL TESTO REGOLATIVO” (come facciamo di solito!)
● ECCO UNO SCHEMA RIASSUNTIVO DI QUANTO IMPARATO CHE DEVI ATTACCARE
O RICOPIARE SUL Q.FUCSIA O TENERE SU FOGLI CHE POI ANDRANNO
ATTACCATI.
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IL TESTO REGOLATIVO SERVE PER DARE DELLE REGOLE, COME SUGGERISCE
LA PAROLA STESSA. QUESTE REGOLE POSSONO ESSERE:
❏ LEGGI o STATUTI (gli statuti sono l’insieme delle leggi)
❏ ISTRUZIONI PER LO SVOLGIMENTO DI UN GIOCO
❏ RICETTE
❏ ISTRUZIONI PER MONTARE QUALSIASI CONGEGNO MECCANICO O ELETTRONICO
❏ ISTRUZIONI PER L’USO DI QUALSIASI COSA (automobile, utensili da cucina…)
❏ ISTRUZIONI PER SEGUIRE REGOLE DI COMPORTAMENTO O IGIENICHE.
QUINDI COME SI SCRIVE UN TESTO REGOLATIVO?
E’ SEMPLICE!
❏ BASTA SCRIVERE UNA DOPO L’ALTRA, COME IN UN ELENCO O IN UNO
SCHEMA, LE ISTRUZIONI DI CIÒ’ CHE SI VUOLE SPIEGARE. AD ESEMPIO
NEL CASO DI UNA RICETTA BASTA SCRIVERE LE VARIE FASI CHE
SERVONO PER CUCINARE IL PIATTO (ascolta cosa dice il video a proposito)
❏ LE FRASI DEVONO ESSERE SEMPLICI E CHIARE. NON SERVE DILUNGARSI:
L’IMPORTANTE E’ ESSERE CHIARI.
❏ NON BISOGNA, COME PER ALTRI TIPI DI TESTO, METTERE TANTI
AGGETTIVI, METTERE SIMILITUDINI O TROPPE IMPRESSIONI PERSONALI.
IL TESTO DEVE ESSERE OGGETTIVO, NON SOGGETTIVO.
❏ BISOGNA USARE I VERBI AL PRESENTE O ALL’IMPERATIVO O AL
CONGIUNTIVO. PER ORA USATE IL PRESENTE CHE CONOSCETE MEGLIO.
PRODUZIONE SCRITTA
Introduzione al lavoro
ADESSO CHE HAI ASCOLTATO, LETTO E STUDIATO A COSA SERVE E QUANDO SI USA UN
TESTO REGOLATIVO, PROVIAMO A FARE UN SALTO NELLA REALTÀ QUOTIDIANA.
OGNI GIORNO DA QUANDO È’ INIZIATA L’EMERGENZA CORONAVIRUS SENTI PARLARE DI
NORME D’ IGIENE. IL MINISTERO DELLA SALUTE HA EMANATO DELLE NORME (o regole di
comportamento) DA ADOTTARE PER CONTRASTARE LA DIFFUSIONE DEL VIRUS.
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ECCO DUE ESEMPI DI TESTO REGOLATIVO SULLE NORME IGIENICHE DA METTERE IN
PRATICA, LE PUOI TROVARE RIASSUNTE ANCHE IN QUESTO VIDEO:
https://www.youtube.com/watch?time_continue=1&v=bDdCE_2UITg&feature=emb_logo
TESTO REGOLATIVO 1 TESTO REGOLATIVO 2
USA PER LO PIÙ’ LE PAROLE PER
SPIEGARE I DIECI COMPORTAMENTI.
OLTRE AL TESTO SCRITTO UTILIZZA
ANCHE LE IMMAGINI PER RENDERE PIÙ’
CHIARO IL CONTENUTO DELLE REGOLE
DA ADOTTARE.
↓ ↓
Svolgimento
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QUELLO CHE TI CHIEDIAMO E’ DI CREARE UN TUO ELABORATO PERSONALIZZATO
ADATTO PER TE E PER LA TUA FAMIGLIA, RISCRIVENDO LE NORME CHE TROVI SOPRA
ED AGGIUNGENDO QUALCHE REGOLA DI COMPORTAMENTO CHE RIGUARDI DI PIÙ LA
TUA FAMIGLIA (es. Lava le mani dopo che hai portato fuori il cane). RICORDATI CHE STIAMO
PARLANDO DI NORME DI IGIENE, DEVI RIMANERE SUL TEMA.
IL TESTO REGOLATIVO CHE CREERAI POTRAI SCRIVERLO SU UN PICCOLO CARTELLONE,
SU PIÙ’ FOGLI, CON MATERIALE DI RICICLO O SEMPLICEMENTE SUL QUADERNO FUCSIA.
NOI INSEGNANTI NON VEDIAMO L’ORA DI VEDERE IL TUO LAVORO! POTRAI
FOTOGRAFARLO E CONDIVIDERLO CON NOI VIA EMAIL.
RICORDA DI DARE SFOGO ALLA TUA CREATIVITÀ!
LETTURA
● CONTINUARE LA LETTURA DEL LIBRO DELLA BIBLIOTECA DI CLASSE E
POSSIBILMENTE TERMINARLO.
● DA LUNEDÌ 09/03 RICEVERAI SU WHATSAPP, GRAZIE ALLA COLLABORAZIONE DEI
TUOI GENITORI, UN AUDIO AL GIORNO DOVE AVRAI IL PIACERE DI ASCOLTARE LA
LETTURA DI QUALCHE PAGINA DEL LIBRO “SUPER ROBIN CONTRO I BULLI”. TI
CHIEDO DI FAR TESORO DI QUESTO MOMENTO, AD OGGI E’ L’UNICO MEZZO CHE
ABBIAMO PER RICREARE IL CONTATTO CHE QUOTIDIANAMENTE VIVIAMO QUANDO
SIAMO A SCUOLA.
(Maestra Vanda leggerà per la VA - Maestra Chiara leggerà per la VB.)
BUON LAVORO!
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COMPRENSIONE DELLA LETTURA (1)
UN TIPO STRANOUn tipo strano, con un mantello lungo fino ai piedi e un gran cappuccio girava
per la città. Ed era strano anche come si comportava.
A ogni passante diceva cordialmente: – Salve… Buona giornata… Buon lavo-
ro… – come fossero tutti amici suoi.
Se incrociava una ragazza modesta, di quelle che non si aspettano mai un com-
plimento per la strada, le faceva un grande inchino e un complimento poeticis-
simo; se invece incrociava una fanatica, di quelle che complimenti se li aspetta-
no da tutti, girava la testa infastidito, lasciandola con un palmo di naso.
Neanche le persone autorevoli salutava, quelle che camminano impettite, e alle
quali tutti si inchinano deferenti.
Se un’auto lussuosa si fermava e dal finestrino l’uomo al volante gli faceva un
brusco segno di richiamo: – Ehi, tu, come si arriva nella piazza principale? – lui
scrollava le spalle: – Affari tuoi, comprati una guida. – Se invece incontrava
qualcuno timido o triste, lo abbordava allegramente, come un vecchio amico, e
gli raccontava tante storielle buffe, da farlo ridere a crepapelle.
Tante cose gli davano fastidio, per esempio le vetrine dei negozi di lusso e certi
cartelloni della pubblicità.
– Scemenze – diceva, e compativa chi li guardava ammirato. Se la prendeva
anche con certe targhette dei portoni. Con un pennarello cancellava tutti gli
“On.”, “Comm.”, “Cav.”, scritti pomposamente davanti ai nomi.
Neppure sopportava i cartelli “Strada privata”: li toglieva subito, come se per lui
fosse normale che ogni strada dovesse essere di tutti. Se poi vedeva dei bambini
che non potevano giocare per via del traffico metteva subito un segnale stra-
dale di “Divieto di transito”; così le auto dovevano girare al largo, e la strada
diventava dei bambini e di chi voleva passeggiare tranquillamente.
Insomma era proprio un tipo strano, che si comportava in modo strano.
Qualcuno, una persona importante ovviamente, si risentì e fece una telefonata.
Poco dopo, su quello strano tipo piombò una pantera della polizia. Gli agenti lo
fermarono e, tra il trambusto dei passanti incuriositi, gli chiesero i documenti.
Quello si tolse il cappuccio e il mantello: era Amilcare un extraterrestre che, par-
cheggiata l’astronave fuori della città, faceva il turista clandestino.
– Perché ti comporti così – gli chiesero – tutto al contrario di noi?
– Già, perché? – rispose e, come se avesse spiegato tutto, se ne andò.
La gente rimase interdetta, non capiva, ma a un giovane venne un dubbio.
– Non sarà normale lui – disse – e siamo noi, invece, che ci comportiamo al
contrario di come si dovrebbe?
Marcello Argilli, Fiabe di tanti colori, Editori Riuniti
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Queste domande riguardano il testo che hai letto. Scegli la risposta giusta
e segnala con una ✗. Puoi rileggere il testo.
1. Il protagonista del racconto è un tipo strano:
A. nell’aspetto fisico e nel comportamento.
B. nel comportamento e nel carattere.
C. nell’abbigliamento e nel comportamento.
D. nell’abbigliamento e nel carattere.
2. Come si comportava il protagonista con le ragazze che incontrava?
A. Amava le ragazze e faceva a tutte dei grandi complimenti.
B. Si mostrava molto infastidito e girava la testa da un’altra parte.
C. Scriveva versi per le ragazze e faceva loro complimenti molto poetici.
D. Era gentile con le ragazze modeste e indifferente con quelle esaltate.
3. Secondo il testo, come si comporta di solito la gente con le persone
importanti?
A. Le saluta con un inchino.
B. Le ossequia, le riverisce.
C. Si mette impettita, sull’attenti.
D. Sta zitta per non sbagliare.
4. Come si comportava il protagonista con i timidi e i tristi?
A. Li invitava a casa e gli raccontava delle storielle buffe.
B. Li salutava, li invitava a prendere un caffè e diventavano amici.
C. Li salutava amichevolmente, li faceva parlare e cercava di rallegrarli.
D. Li trattava da vecchi amici, ci parlava e li faceva ridere allegramente.
5. Chi compativa il protagonista?
A. Chi si accontentava e aveva un’auto modesta.
B. Le ragazze che non ricevevano complimenti.
C. Chi ammirava le cose e la pubblicità di lusso.
D. Chi era timido e triste e non aveva amici.
6. Cosa significano gli “On.”, “Comm.”, “Cav.” (riga 20) che il tipo strano
cancellava?
A. Onorando, Committente, Cavaliere.
B. Onorevole, Commendatore, Cavaliere.
C. Onorato, Commendatore, Cavuriano.
D. Onorevole, Commentatore, Cavatore.
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7. Una cosa fatta “pomposamente” (riga 20) è una cosa fatta in modo da:
A. essere di esempio per gli altri.
B. comunicare amicizia e affetto.
C. informare in modo preciso.
D. apparire, mettersi in mostra.
8. Secondo il protagonista, come dovevano essere le strade?
A. Tutte pubbliche e non tutte piene di traffico.
B. Senza cartelli di indicazioni per le macchine.
C. Molto larghe, in modo che ci si potesse giocare.
D. Tutte alberate per passeggiare respirando aria buona.
9. Perché, secondo te, fu una persona importante che denunciò il tipo
strano?
A. Perché il tipo strano non considerava le persone importanti.
B. Perché le persone importanti sanno come fare le denunce.
C. Perché la polizia ascolta solamente le persone importanti.
D. Perché per fare una denuncia ci vogliono molti soldi.
Che cosa fece la polizia?
A. Fece subito allontanare tutti i curiosi.
B. Chiese i documenti al tipo strano.
C. Fermò e portò in prigione il tipo strano.
D. Fece un gran trambusto e tutti fuggirono.
Come definiresti tutto il comportamento dell’extraterrestre?
A. Assurdo, non comprensibile.
B. Fantasioso, molto bizzarro.
C. Anormale, molto criticabile.
D. Controcorrente, anticonformista.
Perché l’extraterrestre, secondo te, va via senza dare una vera
spiegazione?
A. Perché ha fretta e non ha tempo sufficiente per dare una spiegazione.
B. Perché sa che i terrestri non avrebbero mai capito le sue ragioni.
C. Perché vuole che i terrestri riflettano da soli sul loro comportamento.
D. Perché non sa dare una spiegazione chiara e convincente.
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COMPRENSIONE DELLA LETTURA (2)
GLI SCHIAVI NELLA SOCIETÀ ROMANAIl popolo romano, specialmente dopo la conquista del Mediterraneo, ebbe mol-
tissimi schiavi. Essi erano prigionieri di guerra, ma anche bambini abbandonati e
uomini liberi venduti come schiavi.
Tutti i bambini che nascevano da una schiava, chiunque fosse il padre, erano pro-
prietà del padrone, come i piccoli dei suoi animali; il padrone poteva decidere di al-
levarli in casa o di venderli ai mercanti di schiavi o anche di ucciderli. Così il numero
degli schiavi era sempre molto alto e in città venivano occupati nelle attività più di-
verse. In casa i meno istruiti svolgevano i lavori domestici, i più istruiti insegnavano
a leggere e a scrivere ai figli del padrone o addirittura amministravano i suoi beni.
Molti lavoravano nelle botteghe degli artigiani come falegnami, orafi, sarti, ma
c’erano anche schiavi che facevano gli attori, i medici, gli architetti.
La vita degli schiavi che lavoravano in campagna era più dura perché dovevano fare
lavori più pesanti, con punizioni molto severe per chi non faceva tutto bene.
Più dura ancora era la vita degli schiavi che lavoravano nelle miniere e che erano di
solito i più ribelli.
Comunque in città o in campagna, maestro o pastore, lo schiavo era un uomo che
in qualunque momento poteva essere venduto, punito, picchiato, condannato a
morte dal proprio padrone.
Lo schiavo poteva tuttavia anche ricevere dei premi, fra i quali il più grande era la
libertà.
Lo schiavo che otteneva la libertà si chiamava “liberto”; non aveva gli stessi diritti
degli altri cittadini, infatti non poteva avere cariche pubbliche, né fare il soldato, né
sposare una persona libera, ma nessuno aveva più diritto di vita e di morte su di lui
e i suoi figli sarebbero stati veri cittadini romani.
I liberti in genere non vivevano più nella casa dell’antico padrone e diventavano
spesso commercianti o artigiani abbastanza ricchi. Mantenevano tuttavia dei lega-
mi con il padrone, andavano la mattina a casa sua per salutarlo e talvolta pranza-
vano con lui.
Anche i clienti andavano la mattina a salutare il proprio “signore”.
I clienti erano uomini liberi che sceglievano un uomo ricco e potente, da cui vole-
vano ottenere protezione e benefici vari, lo onoravano, lo applaudivano e dichiara-
vano a tutti di essere i suoi “clienti”. Fra i clienti c’erano dei poveri che ricevevano
dal protettore qualche soldo ogni giorno, per mangiare, ma c’erano anche ricchi
uomini d’affari che speravano che il protettore li aiutasse a fare carriera politica o
ad arricchirsi ancora di più.
Maria Cristina Peccianti, Storie della storia d’Italia, Marietti – Manzuoli
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Queste domande riguardano il testo che hai letto. Scegli la risposta giusta
e segnala con una ✗. Puoi rileggere il testo.
1. Nella società romana:
A. potevano diventare schiavi anche degli uomini liberi.
B. solamente i figli delle schiave diventavano schiavi.
C. molti schiavi venivano uccisi ogni giorno dai padroni.
D. tutti gli schiavi erano prigionieri delle guerre di conquista.
2. I bambini che avevano come madre una schiava:
A. venivano allattati e poi tutti venduti ai mercanti di schiavi.
B. venivano sempre curati e allevati nella casa del padrone.
C. erano schiavi solo se anche il padre era uno schiavo.
D. erano sempre schiavi, anche se il padre era un uomo libero.
3. Dal testo puoi capire che gli schiavi che vivevano in città:
A. potevano fare anche lavori importanti.
B. facevano tutti lavori molto importanti.
C. erano trattati sempre bene dai padroni.
D. erano tutti istruiti e facevano i maestri.
4. Nella frase “i più istruiti insegnavano a leggere e a scrivere ai figli
del padrone o addirittura amministravano i suoi beni” (righe 8-9),
l’autrice usa “addirittura” per:
A. spiegare il motivo per cui gli schiavi di città dovevano essere molto istruiti.
B. mettere in evidenza che gli schiavi potevano fare anche lavori molto
importanti.
C. dire che comunque c’erano dei limiti ai lavori che potevano fare gli schiavi.
D. mettere in evidenza che c’erano degli schiavi che guadagnavano molto
bene.
5. Dal testo puoi capire che:
A. rimanevano in casa, a fare i lavori domestici, le schiave più belle.
B. lavoravano in campagna gli schiavi che amavano i lavori agricoli.
C. gli schiavi meno ubbidienti venivano mandati a fare i lavori più duri.
D. venivano mandati a lavorare nelle miniere gli schiavi più robusti.
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6. Un padrone:
A. non poteva uccidere gli schiavi che erano già anziani.
B. non poteva punire gli schiavi maestri dei propri figli.
C. aveva potere di vita o di morte su tutti gli schiavi.
D. poteva picchiare solamente gli schiavi di campagna.
7. Uno schiavo:
A. non poteva ricevere premi da nessuno.
B. poteva solamente ricevere premi in denaro.
C. poteva ricevere dei premi dal padrone.
D. poteva ricevere premi solo se era donna.
8. Chi erano i “liberti” (riga 21)?
A. Erano uomini liberi che, per vari motivi, erano diventati schiavi.
B. Erano schiavi a cui il padrone aveva concesso come premio la libertà.
C. Erano schiavi liberati dal padrone a seguito del pagamento di un riscatto.
D. Erano prigionieri di guerra liberati prima che diventassero veri e propri
schiavi.
9. Quali diritti acquistavano i liberti?
A. Potevano sposarsi con donne o uomini liberi e avere figli liberi.
B. Erano liberi di entrare nell’esercito romano e diventare molto ricchi.
C. Potevano essere eletti senatori, fare i commercianti e gli artigiani.
D. Non erano più proprietà di nessuno e i loro figli erano liberi cittadini.
Quali rapporti avevano i liberti con il loro vecchio padrone?
A. Continuavano a fare alcuni lavori importanti per lui.
B. Mantenevano buoni rapporti e andavano a trovarlo.
C. Continuavano a vivere nella sua casa e la pulivano.
D. Vivevano altrove e non avevano più nessun rapporto.
Chi erano i “clienti” (riga 29)?
A. Erano giovani politici che avevano bisogno dell’appoggio di un anziano.
B. Erano poveri che ogni giorno andavano da un signore diverso a chiedere
soldi.
C. Erano schiavi liberati che rimanevano sotto la protezione del vecchio
padrone.
D. Erano uomini liberi che si sceglievano liberamente un protettore ricco
e potente.
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QUESITI DI GRAMMATICA
1. Completa le frasi con le espressioni elencate sotto.
NE • NÉ • NÉ • N’È • SE • SÉ • S’È • ME • M’È
A. Perché te ………........…….. stai già andando? Fermati ancora un po'!
B. Vuoi ancora un po’ di pizza? ………........…….. rimasta qualche fetta.
C. Non so se prenderò la sufficienza nel compito: ………........…….. sembrato difficile.
D. ………........…….. vuoi, posso finire io di sparecchiare la tavola.
E. Domani andrò al Museo di Scienze Naturali. Vieni con ………........…….. ?
F. Oggi Anna ………........…….. fatta male mentre giocava in palestra.
G. Io e Yong siamo andati al parco, ma non abbiamo visto ………........…….. Pietro ………........…….. Guido.
H. Agnese porta sempre con ………........…….. un piccolo orso di pezza: è il suo portafortuna.
2. Inserisci la punteggiatura nei quadratini quando serve. Fai attenzione:
non sempre è necessaria.
A. La maestra si è arrabbiata e ha detto “Adesso basta, siete puniti e oggi
non usciamo in cortile”
B. Quando vieni da me a vedere il gattino che mi ha regalato il nonno
C. Per la festa del mio compleanno la mamma aveva preparato un sacco
di cose buone pizza panini biscotti e una grossa torta
D. Se la mia sorellina non farà più i capricci la nonna le regalerà
la culla per le bambole
E. Oggi a mensa non ho mangiato il pesce perché non mi piace
è davvero disgustoso
3. In questa frase: “Qualcuno ha visto il mio libro di letture?”,
“Qualcuno” è:
A. un aggettivo indefinito.B. un pronome personale.C. un pronome indefinito.D. un pronome interrogativo.
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4. Indica quali delle seguenti espressioni sono frasi complete e quali hanno
bisogno di essere completate con un oggetto. Metti una crocetta
per ogni riga.
EspressioneFrase
completa
Frase
non completa
A. La mamma bacia
B. Yousef incontra
C. L’insegnante scrive
D. Ilaria ha strappato
E. La nonna cucina
F. Il nonno ha raccolto
G. Il gatto insegue
H. Laura legge
5. Trova, tra le quattro opzioni che ti diamo, un sinonimo per ciascuna
parola, cioè un’altra parola che abbia lo stesso significato. Segna
la parola giusta con una ✗.
A. Un sinonimo di paura è:
timore.
buio.
ansia.
tremore.
B. Un sinonimo di precisione è:
altezza.
esattezza.
larghezza.
misura.
C. Un sinonimo di insegnante è:
scuola.
classe.
direttore.
professore.
D. Un sinonimo di gara è:
concorrenza.
corsa.
competizione.
ricorso.
E. Un sinonimo di allievo è:
ragazzo.
educazione.
studente.
docente.
PROVA
8/8
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AMARE
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PRESENTE PASSATO PRESENTE
amare
PASSATO
avere amato
1a CONIUGAZIONE
MODO INDICATIVO
PRESENTE PASSATO PROSSIMO
IMPERFETTO TRAPASSATO PROSSIMO
PASSATO REMOTO TRAPASSATO REMOTO
FUTURO SEMPLICE FUTURO ANTERIORE
MODO CONGIUNTIVO
PRESENTE PASSATO
IMPERFETTO TRAPASSATO
MODO CONDIZIONALE MODO INFINITO
io amo
tu ami
egli ama
noi amiamo
voi amate
essi amano
io amavo
tu amavi
egli amava
noi amavamo
voi amavate
essi amavano
io ho tu hai egli ha noi abbiamo voi avete essi hanno
amatoamatoamatoamatoamatoamato
amatoamatoamatoamatoamatoamato
amatoamatoamatoamatoamatoamato
amatoamatoamatoamatoamatoamato
amatoamatoamatoamatoamatoamato
amatoamatoamatoamatoamatoamato
amatoamatoamatoamatoamatoamato
io avevo tu avevi egli aveva noi avevamo voi avevate essi avevano
io ebbi tu avesti egli ebbe noi avemmo voi aveste essi ebbero
io amai
tu amasti
egli amò
noi amammo
voi amaste
essi amarono
io amerò
tu amerai
egli amerà
noi ameremo
voi amerete
essi ameranno
che io ami
che tu ami
che egli ami
che noi amiamo
che voi amiate
che essi amino
che io abbia che tu abbia che egli abbia che noi abbiamo che voi abbiate che essi abbiano
che io avessi che tu avessi che egli avesse che noi avessimo che voi aveste che essi avessero
che io amassi
che tu amassi
che egli amasse
che noi amassimo
che voi amaste
che essi amassero
io amerei
tu ameresti
egli amerebbe
noi ameremmo
voi amereste
essi amerebbero
io avrei tu avresti egli avrebbe noi avremmo voi avreste essi avrebbero
io avrò tu avrai egli avrà noi avremo voi avrete essi avranno
AMARE
VERBI IN
- ARE
TEMERE
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PRESENTE PASSATO PRESENTE
temere
PASSATO
avere temuto
2a CONIUGAZIONE
MODO INDICATIVO
PRESENTE PASSATO PROSSIMO
IMPERFETTO TRAPASSATO PROSSIMO
PASSATO REMOTO TRAPASSATO REMOTO
FUTURO SEMPLICE FUTURO ANTERIORE
MODO CONGIUNTIVO
PRESENTE PASSATO
IMPERFETTO TRAPASSATO
MODO CONDIZIONALE MODO INFINITO
temo
temi
teme
temiamo
temete
temono
iotueglinoivoiessi
iotueglinoivoiessi
iotueglinoivoiessi
iotueglinoivoiessi
temevo
temevi
temeva
temevamo
temevate
temevano
io ho tu hai egli ha noi abbiamo voi avete essi hanno
io avevo tu avevi egli aveva noi avevamo voi avevate essi avevano
io ebbi tu avesti egli ebbe noi avemmo voi aveste essi ebbero
temetti
temesti
temette
tememmo
temeste
temettero
temerò
temerai
temerà
temeremo
temerete
temeranno
che ioche tuche egliche noiche voiche essi
tema
tema
tema
temiamo
temiate
temano
che io abbia che tu abbia che egli abbia che noi abbiamo che voi abbiate che essi abbiano
che io avessiche tu avessiche egli avesseche noi avessimoche voi avesteche essi avessero
temutotemutotemutotemutotemutotemuto
temutotemutotemutotemutotemutotemuto
temutotemutotemutotemutotemutotemuto
temutotemutotemutotemutotemutotemuto
temutotemutotemutotemutotemutotemuto
temutotemutotemutotemutotemutotemuto
che io che tu che egli che noi che voi che essi
temessi
temessi
temesse
temessimo
temeste
temessero
temerei
temeresti
temerebbe
temeremmo
temereste
temerebbero
iotueglinoivoiessi
io avreitu avrestiegli avrebbenoi avremmovoi avresteessi avrebbero
io avrò tu avrai egli avrà noi avremo voi avrete essi avranno
temutotemutotemutotemutotemutotemuto
TEMERE
VERBI IN
- ERE
SENTIRE
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PRESENTE PASSATO PRESENTE
sentire
PASSATO
avere sentito
3a CONIUGAZIONE
MODO INDICATIVO
PRESENTE PASSATO PROSSIMO
IMPERFETTO TRAPASSATO PROSSIMO
PASSATO REMOTO TRAPASSATO REMOTO
FUTURO SEMPLICE FUTURO ANTERIORE
MODO CONGIUNTIVO
PRESENTE PASSATO
IMPERFETTO TRAPASSATO
MODO CONDIZIONALE MODO INFINITO
sentosentisentesentiamo
sentitesentono
sentivo
sentivi
sentiva
sentivamo
sentivate
sentivano
io ho tu hai egli ha noi abbiamo voi avete essi hanno
io avevo tu avevi egli aveva noi avevamo voi avevate essi avevano
io ebbi tu avesti egli ebbe noi avemmo voi aveste essi ebbero
sentiisentistisentìsentimmo
sentistesentirono
sentiròsentirai
sentiràsentiremo
sentirete
sentiranno
che ioche tuche egliche noiche voiche essi
sentasentasentasentiamo
sentiate
sentano
che io abbia che tu abbia che egli abbia che noi abbiamo che voi abbiate che essi abbiano
che io avessi che tu avessi che egli avesse che noi avessimo che voi aveste che essi avessero
che io che tu che egli che noi che voi che essi
sentissisentissisentissesentissimo
sentistesentissero
sentirei
sentiresti
sentirebbe
sentiremmo
sentireste
sentirebbero
iotueglinoivoiessi
io avrei tu avresti egli avrebbe noi avremmovoi avreste essi avrebbero
sentitosentitosentitosentitosentitosentito
sentitosentitosentitosentitosentitosentito
sentitosentitosentitosentitosentitosentito
sentitosentitosentitosentitosentitosentito
sentitosentitosentitosentitosentitosentito
sentitosentitosentitosentitosentitosentito
sentitosentitosentitosentitosentitosentito
io avrò tu avrai egli avrà noi avremo voi avrete essi avranno
iotueglinoivoiessi
iotueglinoivoiessi
iotueglinoivoiessi
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SENTIRE
VERBI IN
- IRE
SCH
ED
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ISCIP
LIN
AR
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Nome ............................................................................... classe ............... data .....................
SCHEDA
ITAL IA
NO
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164
85
Imparo a... riconoscere e usare il presente, l’imperfetto e il futuro del modo indicativo.
RIFLESSIONE SULLA LINGUA - Morfologia
Il modo indicativo
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- Firenze
IL MODO INDICATIvO E I SuOI TEMPI - 1
A. Leggi, osserva e rifletti.
Tombolo era un piccolo Barbagianni
che viveva con Mamma e Papà in cima
a un albero molto alto in mezzo a un campo.
Tombolo era grosso e soffice.
Aveva un bellissimo collare a forma di cuore.
Aveva occhi enormi e tondi.
Aveva le ginocchia molto appuntite.
In effetti era uguale a tutti gli altri piccoli
Barbagianni, tranne che per un particolare.
Tombolo aveva paura del buio.
– Non puoi avere paura del buio – diceva
Mamma. – I gufi non hanno mai paura del buio.
Jill Tomlinson, Il gufo che aveva paura del buio, Feltrinelli
Le parole in neretto nel testo sono verbi al modo indicativo.
B. La frase “Tombolo era un piccolo Barbagianni che viveva con Mamma e
Papà in cima a un albero molto alto” è al tempo imperfetto.
• Riscrivila al tempo presente.
.............................................................................................................................................................
.............................................................................................................................................................
.............................................................................................................................................................
Anche la frase “Tombolo aveva paura del buio” è al tempo imperfetto.
• Riscrivila al tempo futuro.
.............................................................................................................................................................
C. Completa le frasi. Coniuga il verbo fra parentesi al presente, al futuro o
all’imperfetto.
• Il prossimo anno (frequentare) ............................................................ la classe quinta.
• La mia mamma, quando era bambina, (passare) ..........................................................
l’estate dai suoi nonni.
• Va bene, mamma! (Venire) .......................................................... subito!
SCH
ED
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ISCIP
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AR
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Nome ............................................................................... classe ............... data .....................
SCHEDA
165
ITA
LIA
NO 486
Imparo a... riconoscere e usare il passato remoto, il passato prossimo, il futuro semplice e il futuro anteriore del modo indicativo.
RIFLESSIONE SULLA LINGUA - Morfologia
Il modo indicativo
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- Firenze
IL MODO INDICATIvO E I SuOI TEMPI - 2
A. Leggi, osserva e rifletti.
Era un tardo e caldo pomeriggio estivo e, a passo svelto, Klausner varcò il cancel-
letto, girò intorno alla casa e s’inoltrò nel giardino sul retro in fondo al quale c’era
un capanno di legno. Klausner tirò fuori una chiave, aprì la porta del capanno e, una volta entrato, la richiuse.
Roald Dahl, La macchina dei suoni, da Il meglio di Roald Dahl, Guanda
B. Nel testo, sottolinea in rosso i verbi al tempo imperfetto e in verde i verbi
al tempo passato remoto.
C. Cambia il testo che segue dal passato al presente. Riscrivilo sul quaderno.
Harry Potter era un ragazzo insolito sotto molti punti di vista. Prima di tutto, odia-
va le vacanze estive più di qualunque altro periodo dell’anno. Poi voleva davvero
fare i compiti, ma era costretto a studiare di nascosto, nel cuore della notte. E per
giunta era un mago.
Joanne Kathleen Rowling, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Salani
D. Sottolinea i verbi che trovi nel testo e poi inseriscili nella tabella.
Quando torneremo a casa, dopo il fine settimana, il nostro gatto, probabilmente,
avrà graffiato tutto il divano, si sarà arrampicato sulle tende, avrà sparso per
tutto il soggiorno la sabbia della sua cuccia. La mia mamma lo sgriderà ma, il
prossimo fine settimana, tutto ricomincerà daccapo!
Futuro semplice Futuro anteriore
.............................................................................. ..............................................................................
.............................................................................. ..............................................................................
.............................................................................. ..............................................................................
E. A quale tempo sono coniugati i verbi nel testo che segue?
Ieri, a Federico, le cose sono andate male: ha preso un brutto voto nell’interroga-
zione di storia, ha litigato con Mattia (il suo migliore amico), è caduto in cortile e si
è sbucciato un ginocchio. Insomma: un vero disastro!
Imperfetto. Trapassato prossimo. Passato prossimo.
Le parole in neretto nel testo sono verbi al modo indicativo.
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ISCIP
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Nome ............................................................................... classe ............... data .....................
SCHEDA
ITAL IA
NO
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87
Imparo a... riconoscere e usare il modo condizionale.
RIFLESSIONE SULLA LINGUA - Morfologia
Il modo condizionale
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IL MODO CONDIZIONALE E I SuOI TEMPI
A. Leggi, osserva e rifletti.
“…Vorrei, direi, farei…”
Che maniere raffinate
ha il modo condizionale.
Mai che usi parole sguaiate,
non alza la voce per niente,
e seduto in poltrona
sospira gentilmente:
me ne andrei nell’Arizona,
che ve ne pare?
O forse potreifermarmi a Lisbona…
Gianni Rodari, Filastrocche in cielo e in terra, Einaudi Ragazzi
B. Collega i verbi al condizionale presente con i verbi al condizionale passato.
Osserva l’esempio.
Condizionale presente Condizionale passato
vorrei avrei fatto
direi sarei andato
farei avrei potuto
andrei avrei voluto
potrei avrei detto
C. Completa le frasi. Scegli tra i due verbi che ti vengono dati fra parentesi.
• Ho tanta sete! ........................................ (Vorrei / Ho voluto) un bicchiere d’acqua!
• Giovanni ........................................ (vincerebbe / avrebbe vinto) la gara se non
fosse caduto.
• ........................................ (Uscirei / Esco) volentieri con te, ma devo studiare.
• ........................................ (Andremo / Saremmo andati) in gita, se la maestra
non si fosse ammalata.
D. In questo testo ci sono due verbi al modo condizionale. Sottolineali.
Io vorrei una bicicletta nuova e non quella già usata del mio fratello maggiore…
Sono stufo di mettere i suoi vestiti, di giocare con i suoi giocattoli, di leggere i
suoi libri! Mi piacerebbe tanto avere qualcosa di nuovo, e che fosse solo mio…
Le parole in neretto nel testo sono verbi al modo condizionale.
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SCHEDA
167
ITA
LIA
NO 488
Imparo a... riconoscere e usare il modo congiuntivo.
RIFLESSIONE SULLA LINGUA - Morfologia
Il modo congiuntivo
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IL MODO CONGIuNTIvO E I SuOI TEMPI
A. Leggi, osserva e rifletti.
– Mamma, telefoniamo alla nonna? Se lei mi accompagnasse andrei volentieri al
cinema, a vedere “La Sirenetta”.
– Credo che la nonna siapartita per andare a tro-
vare sua sorella. Vuoi che ti accompagni io?
– Mi sembrava che la nonna avessedetto che sa-
rebbe partita domani. Ma se mi accompagni tu al
cinema, va bene lo stesso.
B. Inserisci nella tabella i verbi evidenziati nel testo.
Modo congiuntivo
Presente Imperfetto Passato Trapassato
...................................... ...................................... ...................................... avesse detto
C. Sottolinea in rosso i verbi al modo congiuntivo e in
verde quelli al modo indicativo.
Non ricordo come fossimo arrivati al cimitero. Ricordo
solamente che il cielo si era fatto scuro… e all’improvviso
ci eravamo ritrovati lì.
Mia sorella Terry e io camminavamo tra file di vecchie
lapidi sghembe, crepate e coperte di muschio.
Sebbene fosse estate, una fitta nebbia grigia era
calata su ogni cosa…
Robert Lawrence Stine, La spiaggia degli spettri, Mondadori
D. Completa le frasi.
Mi piacerebbe che tu .....................................................................................................................
Spero che il dentista .......................................................................................................................
Ho paura che .....................................................................................................................................
Penso che i miei compagni .........................................................................................................
Vorrei che domani ...........................................................................................................................
Credo che, nel cortile della scuola, .........................................................................................
Le parole in neretto nel testo sono verbi al modo congiuntivo.
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VERBI
1a PERSONA: io
2a PERSONA: tu
3a PERSONA: egli, ella, esso, essa
1a PERSONA: noi
2a PERSONA: voi
3a PERSONA: essi, esse, loro
INDICATIVO
tempi semplici tempi composti
presente
imperfetto
passato remoto
futuro
passato prossimo
trapassato prossimo
trapassato remoto
futuro anteriore
CONDIZIONALE
tempo semplice tempo composto
presente passato
CONGIUNTIVO
tempi semplici tempi composti
presente
imperfetto
passato
trapassato
PERSONEMODI
1a CONIUGAZIONE
verbi in -are
• amare
2a CONIUGAZIONE
verbi in -ere
• temere
3a CONIUGAZIONE
verbi in -ire
• sentire
CONIUGAZIONE PROPRIA
• essere
• avere
CONIugAZIONI
STORIA
Ripassare la pag. 68- 69 -70
Studiare pag. 71 – LE LOTTE FRA PATRIZI E PLEBEI
Qui di seguito vi faccio un riassunto-schema per facilitarvi i concetti.
Come abbiamo detto i plebei non avevano diritti pubblici, solo i patrizi potevano
prendere decisioni e votare. I plebei inoltre si erano molto impoveriti e indebitati,a
causa delle numerose guerre fatte da Roma, e dal momento che dovevano andare a
combattere quando tornavano alle loro terre queste non davano più raccolto perché
erano state abbandonate. Tutto questo provocò molte proteste da parte dei plebei
che portarono alla secessione cioè l’abbandono delle città e delle attività lavorative.
Per prima cosa si riunirono sul Colle Aventino per chiedere maggiori diritti al Senato.
Allora il senatore AGRIPPA cercò di aiutare la plebe ad ottenere alcuni diritti.
La plebe chiedeva:
-un’assemblea fatta dal popolo : I CONCILI DELLA PLEBE;
-di avere dei magistrati che lavorassero per i diritti della plebe: I TRIBUNI DELLA
PLEBE;
-fecero scrivere le XII (12) TAVOLE DI BRONZO in cui erano scritte le leggi. Sappiamo
che se le leggi sono scritte sono più efficaci.
-la possibilità di sposarsi tra patrizi e plebei;
-di non diventare schiavi se avevano un debito da pagare, ma di avere più tempo
per pagarlo.
-l’obbligo che uno dei due consoli fosse plebeo.
Ci volle molto tempo e tante altre lotte prima che questi diritti fossero approvati dal
Senato ma alla fine ce la fecero.
STUDIATE LE PAGG. 72 e 73 “LE ABITAZIONI DEI PATRIZI E DEI PLEBEI”
Osservate bene le immagini e mettete i numeri che identificano le varie parti delle
case romane.
Le lotte tra patrizi e plebeiNonostante i plebei costituissero la maggioranza della popo-
lazione, non avevano diritti e non potevano partecipare alla
vita pubblica. I magistrati e i senatori erano tutti patrizi e poiché
le leggi erano tramandate oralmente le amministravano a loro
vantaggio.
Le guerre erano numerose e i contadini, obbligati al servizio
nell’esercito, lasciavano i campi che restavano incolti, diven-
tando sempre più poveri e soggetti alla schiavitù per debiti.
Così i plebei si ribellarono e iniziarono una forma di protesta
chiamata secessione: abbandonarono in massa la città. Questa
pratica paralizzò tutte le attività e indebolì l’esercito, formato in
gran parte dai plebei. Nel 494 a.C. avvenne la prima secessione
sul colle dell’Aventino. In quell’occasione il senatore Menenio
Agrippa riuscì a convincere la plebe a tornare, ma questa for-
ma di protesta si ripeté più volte e portò diversi risultati.
Il popolo ottenne:
• i concili della plebe, un’assemblea in cui le decisioni, dette
plebisciti, avevano valore di legge;
• i tribuni della plebe, magistrati che potevano bloccare le leg-
gi che danneggiavano i plebei;
• le XII (dodici) tavole di bronzo (451 a.C.) in cui vennero scritte
le leggi, esposte nel foro e studiate anche dai giovani a scuola;
• la possibilità di fare matrimoni misti (455 a.C.) tra patrizi e
plebei;
• l’abolizione della schiavitù per debiti;
• l’obbligo che uno dei due consoli fosse plebeo (367 a.C.).
Menenio Agrippa convinse il popolo a sospendere la sua protesta con un discorso in cui utilizzò una metafora
efficace, che lo storico romano Tito Livio ha così riportato:
Nel tempo in cui nell’uomo non regnava una perfetta armonia, le varie parti del corpo si arrabbiarono perché tutto il lavoro andava a favore dello stomaco che, standosene in ozio, non faceva che godersi i piaceri della vita.Perciò, di comune accordo, le mani non portarono più il cibo alla bocca, la bocca rifiutò quello che le veniva offerto e i denti non masticarono più. La conseguenza fu che tutto il corpo cadde in uno sfinimento mortale.
Che cosa voleva far capire il senatore con questo discorso? Che cosa rappresentano lo stomaco e le altre
parti del corpo? Parlane con i compagni e inventate insieme altre metafore adatte alla situazione.
DIAMOCI UNA MANO
Leggi con attenzione queste leggi
tratte dalle XII tavole e rispondi.
- Se qualcuno ruba o compie un crimine di notte, può essere ucciso da chi lo subisce. È però vietato uccidere i ladri di giorno, a meno che si difendano con le armi.
- Se uno rompe un braccio a un altro e non si mette d’accordo sul risarcimento, riceverà lo stesso danno.
- Se uno rompe un osso a un uomo libero, deve pagare 300 assi (moneta romana) di multa; se lo rompe a uno schiavo, paga 150 assi.
• Le leggi prevedevano pene diverse a
seconda della classe sociale?
• Era possibile farsi giustizia da soli?
• Perché è importante avere leggi
scritte?
COMPITO DI REALTà
Bottega di un plebeo.
71
STORIALa civiltà di Roma p. 32Quaderno
Le abitazioni dei patrizi...La casa dei patrizi era la domus. Era un grande edificio di uno o due
piani, circondato da orti e giardini. Costruita in mattoni e con una
pietra chiamata travertino, all’interno era spaziosa e confortevole,
con molte stanze, anche per la servitù. I pavimenti e le pareti erano
decorati con mosaici e affreschi. Le domus erano dotate di riscalda-
mento e acqua corrente. Le grandi residenze patrizie costruite in
campagna, invece, si chiamavano ville.
Scrivi i numeri corretti nella
domus (a sinistra) e nell’insula
(a destra).
STUDIO STORIA
2 Gli ospiti che
trattavano affari con
il proprietario erano
accolti nel tablinum,
una stanza separata
dall’atrio da tende.
3 Al centro dell’atrium si
trovava una vasca (impluvium)
dove si raccoglieva l’acqua
piovana.
5 L’hortus era il giardino
della domus circondato
da un ampio portico,
chiamato peristilium.
1 Superato il portone
d’entrata, vi era l’atrium, un
cortile interno intorno a cui
si affacciavano altre stanze.
I muri esterni non avevano finestre;
la luce entrava dall’atrium o dalle
porte. L’illuminazione era garantita
anche da candele o lampade a olio.
4 La sala da pranzo era il triclinium, allestita con
triclini, ovvero i lettini a tre posti su cui si mangiava
sdraiati. L’alimentazione dei patrizi era molto ricca
e comprendeva carne di maiale, fegato, uova, pesce,
legumi, latticini e frutta, accompagnati da verdure, pane
e vino. Le cene erano allietate da musiche e danze.
Zoom immagine
.....
.....
.....
.....
.....
72
TECNOLOGIA La civiltà di Roma p. 41Quaderno
Domus a Pompei.
...e dei plebeiLe insulae erano le case dei plebei, costruite molto spesso con ma-
teriali di scarsa qualità. Poiché la maggior parte della struttura, che
poteva raggiungere anche i quattro piani, era di legno, gli incendi
causati dai bracieri con cui si scaldavano gli ambienti erano frequenti.
All’interno degli appartamenti (cenacula) non vi erano impianti idrau-
lici o fognari: le acque sporche venivano gettate in strada in un canale
di scolo. L’acqua doveva essere attinta dalle fontane pubbliche.
1 Al pianterreno vi erano botteghe, indicate da insegne esposte sulle facciate
che segnalavano il tipo di prodotto venduto, e taverne per bere e mangiare. I plebei
mangiavano soprattutto legumi, cereali, verdura, pesce, olive e poca carne.
2 Il primo piano era abitato da persone abbastanza benestanti. A volte
veniva costruito in pietra. Dotato di varie stanze, aveva pareti tinteggiate in
colori vivaci e pavimenti con semplici mosaici.
3 Dal secondo piano in su
abitavano i servi, gli operai e i
muratori. Gli appartamenti erano
divisi da tende e tramezzi che
creavano tanti piccoli ambienti.
La luce entrava dalle
finestre che non avevano
vetri (troppo costosi) ma
imposte di legno o teli.
Il mobilio
era semplice
ed essenziale.
.....
.....
.....
73
TECNOLOGIALa civiltà di Roma
Zoom immagine
GEOGRAFIA
Settimana dal 9 al 13 marzo 2020
VI ABBIAMO PREPARATO DEI VIDEO RELATIVI ALLE REGIONI CHE STIAMO
AFFRONTANDO NEI GRUPPI GIÀ CREATI IN CLASSE.
OGNUNO GUARDI IL VIDEO RELATIVO ALLA PROPRIA REGIONE O SE
DESIDERA LI GUARDI TUTTI!
BUONA VISIONE!
Valle d Aosta
https://www.youtube.com/watch?v=pu5eY6WlnAk
Liguria
https://www.youtube.com/watch?v=CLCzcn9W35E
Emilia Romagna
https://www.youtube.com/watch?v=JSzbgAP2qfU
Piemonte
https://www.youtube.com/watch?v=wYvJFGcZeJw