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1 ITALIANO Settimana dal 9 al 13 marzo 2020 Ciao, ti mandiamo il lavoro per la settimana prossima, oltre ad esserci degli esercizi di ripasso, ci sono anche argomenti nuovi. Lavora con impegno ed attenzione e se hai difficoltà puoi contattare le maestre via mail. Eccole! [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] A presto Le insegnanti RIFLESSIONE LINGUISTICA ORA CHE ABBIAMO IMPARATO A MEMORIA IL VERBO ESSERE DEL MODO CONDIZIONALE CONTINUIAMO A STUDIARE IL VERBO AVERE E LE TRE CONIUGAZIONI. TROVATE ALLEGATI I SEGUENTI DOCUMENTI IN PDF: 1. TABELLE PER STUDIARE IL VERBO AVERE E I VERBI DELLE TRE CONIUGAZIONI DEL MODO CONDIZIONALE. 2. ESERCIZI SUI VERBI: SCHEDE N. 85, N. 86, N. 87, N. 88 3. SCHEMA RIASSUNTIVO DEI VERBI DA LEGGERE E CAPIRE. 4. DUE GIOCHI PER ESERCITARTI CON I VERBI: INDICATIVO O CONDIZIONALE? https://wordwall.net/play/360/620/523 .PER OGNI VERBO FAI UN CLICK SU "INDICATIVO" O "CONDIZIONALE" A CACCIA DEL VERBO CORRETTO https://learningapps.org/display?v=pdpi5ang520 INSERISCI IL VERBO CORRETTO AL CONDIZIONALE 5. SVOLGI SUL Q. ROSSO O SU DEI FOGLI L’ANALISI GRAMMATICALE DELLE SEGUENTI FRASI: - I RAGAZZI DELLE QUINTE LAVORERANNO DA CASA CON GLI STRUMENTI TECNOLOGICI.

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ITALIANO

Settimana dal 9 al 13 marzo 2020

Ciao, ti mandiamo il lavoro per la settimana prossima, oltre ad esserci degli esercizi di ripasso, ci sono anche argomenti nuovi. Lavora con impegno ed attenzione e se hai difficoltà puoi contattare le maestre via mail. Eccole! [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] A presto Le insegnanti

RIFLESSIONE LINGUISTICA

ORA CHE ABBIAMO IMPARATO A MEMORIA IL VERBO ESSERE DEL MODO CONDIZIONALE

CONTINUIAMO A STUDIARE IL VERBO AVERE E LE TRE CONIUGAZIONI. TROVATE ALLEGATI I SEGUENTI DOCUMENTI IN PDF:

1. TABELLE PER STUDIARE IL VERBO AVERE E I VERBI DELLE TRE CONIUGAZIONI DEL MODO CONDIZIONALE.

2. ESERCIZI SUI VERBI: SCHEDE N. 85, N. 86, N. 87, N. 88

3. SCHEMA RIASSUNTIVO DEI VERBI DA LEGGERE E CAPIRE. 4. DUE GIOCHI PER ESERCITARTI CON I VERBI:

● INDICATIVO O CONDIZIONALE? https://wordwall.net/play/360/620/523 .PER OGNI VERBO FAI UN CLICK SU "INDICATIVO" O "CONDIZIONALE"

● A CACCIA DEL VERBO CORRETTO https://learningapps.org/display?v=pdpi5ang520 INSERISCI IL VERBO CORRETTO AL CONDIZIONALE

5. SVOLGI SUL Q. ROSSO O SU DEI FOGLI L’ANALISI GRAMMATICALE DELLE SEGUENTI FRASI:

- I RAGAZZI DELLE QUINTE LAVORERANNO DA CASA CON GLI STRUMENTI

TECNOLOGICI.

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- IL CANE AFFAMATO MANGEREBBE L’ARROSTO SUL TAVOLO IMBANDITO.

- DOMENICA SIAMO ANDATI AL PARCO DI OSSONA PER RESPIRARE ARIA PULITA E

FRESCA.

COMPRENSIONE

VI MANDIAMO UNA PROVA TIPO INVALSI CON LE SEGUENTI COMPRENSIONI:

1. UN TIPO STRANO

2. GLI SCHIAVI NELLA SOCIETÀ’ ROMANA

TROVERETE ANCHE DEGLI ESERCIZI DI RIFLESSIONE LINGUISTICA E GRAMMATICA.

ATTENZIONE! NON ESEGUIRE GLI ES. N 3-4.

PRODUZIONE LINGUISTICA

LEGGETE E IMPARATE!

INIZIAMO LO STUDIO DEL TESTO REGOLATIVO:

● PER PRIMA COSA GUARDA (ALMENO DUE VOLTE) IL VIDEO INTRODUTTIVO A

QUESTO LINK, PER CERCARE DI CAPIRE COS’E’ UN TESTO REGOLATIVO:

https://www.youtube.com/watch?v=sCSCy1D03eU&list=PLsLBNKs3-

033KnPBpu8iKC0AuMySC4FqZ&index=16

● SUL Q. FUCSIA O SU UN FOGLIO O SU UN QUADERNO NUOVO SCRIVI IN DOPPIO

“IL TESTO REGOLATIVO” (come facciamo di solito!)

● ECCO UNO SCHEMA RIASSUNTIVO DI QUANTO IMPARATO CHE DEVI ATTACCARE

O RICOPIARE SUL Q.FUCSIA O TENERE SU FOGLI CHE POI ANDRANNO

ATTACCATI.

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IL TESTO REGOLATIVO SERVE PER DARE DELLE REGOLE, COME SUGGERISCE

LA PAROLA STESSA. QUESTE REGOLE POSSONO ESSERE:

❏ LEGGI o STATUTI (gli statuti sono l’insieme delle leggi)

❏ ISTRUZIONI PER LO SVOLGIMENTO DI UN GIOCO

❏ RICETTE

❏ ISTRUZIONI PER MONTARE QUALSIASI CONGEGNO MECCANICO O ELETTRONICO

❏ ISTRUZIONI PER L’USO DI QUALSIASI COSA (automobile, utensili da cucina…)

❏ ISTRUZIONI PER SEGUIRE REGOLE DI COMPORTAMENTO O IGIENICHE.

QUINDI COME SI SCRIVE UN TESTO REGOLATIVO?

E’ SEMPLICE!

❏ BASTA SCRIVERE UNA DOPO L’ALTRA, COME IN UN ELENCO O IN UNO

SCHEMA, LE ISTRUZIONI DI CIÒ’ CHE SI VUOLE SPIEGARE. AD ESEMPIO

NEL CASO DI UNA RICETTA BASTA SCRIVERE LE VARIE FASI CHE

SERVONO PER CUCINARE IL PIATTO (ascolta cosa dice il video a proposito)

❏ LE FRASI DEVONO ESSERE SEMPLICI E CHIARE. NON SERVE DILUNGARSI:

L’IMPORTANTE E’ ESSERE CHIARI.

❏ NON BISOGNA, COME PER ALTRI TIPI DI TESTO, METTERE TANTI

AGGETTIVI, METTERE SIMILITUDINI O TROPPE IMPRESSIONI PERSONALI.

IL TESTO DEVE ESSERE OGGETTIVO, NON SOGGETTIVO.

❏ BISOGNA USARE I VERBI AL PRESENTE O ALL’IMPERATIVO O AL

CONGIUNTIVO. PER ORA USATE IL PRESENTE CHE CONOSCETE MEGLIO.

PRODUZIONE SCRITTA

Introduzione al lavoro

ADESSO CHE HAI ASCOLTATO, LETTO E STUDIATO A COSA SERVE E QUANDO SI USA UN

TESTO REGOLATIVO, PROVIAMO A FARE UN SALTO NELLA REALTÀ QUOTIDIANA.

OGNI GIORNO DA QUANDO È’ INIZIATA L’EMERGENZA CORONAVIRUS SENTI PARLARE DI

NORME D’ IGIENE. IL MINISTERO DELLA SALUTE HA EMANATO DELLE NORME (o regole di

comportamento) DA ADOTTARE PER CONTRASTARE LA DIFFUSIONE DEL VIRUS.

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ECCO DUE ESEMPI DI TESTO REGOLATIVO SULLE NORME IGIENICHE DA METTERE IN

PRATICA, LE PUOI TROVARE RIASSUNTE ANCHE IN QUESTO VIDEO:

https://www.youtube.com/watch?time_continue=1&v=bDdCE_2UITg&feature=emb_logo

TESTO REGOLATIVO 1 TESTO REGOLATIVO 2

USA PER LO PIÙ’ LE PAROLE PER

SPIEGARE I DIECI COMPORTAMENTI.

OLTRE AL TESTO SCRITTO UTILIZZA

ANCHE LE IMMAGINI PER RENDERE PIÙ’

CHIARO IL CONTENUTO DELLE REGOLE

DA ADOTTARE.

↓ ↓

Svolgimento

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QUELLO CHE TI CHIEDIAMO E’ DI CREARE UN TUO ELABORATO PERSONALIZZATO

ADATTO PER TE E PER LA TUA FAMIGLIA, RISCRIVENDO LE NORME CHE TROVI SOPRA

ED AGGIUNGENDO QUALCHE REGOLA DI COMPORTAMENTO CHE RIGUARDI DI PIÙ LA

TUA FAMIGLIA (es. Lava le mani dopo che hai portato fuori il cane). RICORDATI CHE STIAMO

PARLANDO DI NORME DI IGIENE, DEVI RIMANERE SUL TEMA.

IL TESTO REGOLATIVO CHE CREERAI POTRAI SCRIVERLO SU UN PICCOLO CARTELLONE,

SU PIÙ’ FOGLI, CON MATERIALE DI RICICLO O SEMPLICEMENTE SUL QUADERNO FUCSIA.

NOI INSEGNANTI NON VEDIAMO L’ORA DI VEDERE IL TUO LAVORO! POTRAI

FOTOGRAFARLO E CONDIVIDERLO CON NOI VIA EMAIL.

RICORDA DI DARE SFOGO ALLA TUA CREATIVITÀ!

LETTURA

● CONTINUARE LA LETTURA DEL LIBRO DELLA BIBLIOTECA DI CLASSE E

POSSIBILMENTE TERMINARLO.

● DA LUNEDÌ 09/03 RICEVERAI SU WHATSAPP, GRAZIE ALLA COLLABORAZIONE DEI

TUOI GENITORI, UN AUDIO AL GIORNO DOVE AVRAI IL PIACERE DI ASCOLTARE LA

LETTURA DI QUALCHE PAGINA DEL LIBRO “SUPER ROBIN CONTRO I BULLI”. TI

CHIEDO DI FAR TESORO DI QUESTO MOMENTO, AD OGGI E’ L’UNICO MEZZO CHE

ABBIAMO PER RICREARE IL CONTATTO CHE QUOTIDIANAMENTE VIVIAMO QUANDO

SIAMO A SCUOLA.

(Maestra Vanda leggerà per la VA - Maestra Chiara leggerà per la VB.)

BUON LAVORO!

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COMPRENSIONE DELLA LETTURA (1)

UN TIPO STRANOUn tipo strano, con un mantello lungo fino ai piedi e un gran cappuccio girava

per la città. Ed era strano anche come si comportava.

A ogni passante diceva cordialmente: – Salve… Buona giornata… Buon lavo-

ro… – come fossero tutti amici suoi.

Se incrociava una ragazza modesta, di quelle che non si aspettano mai un com-

plimento per la strada, le faceva un grande inchino e un complimento poeticis-

simo; se invece incrociava una fanatica, di quelle che complimenti se li aspetta-

no da tutti, girava la testa infastidito, lasciandola con un palmo di naso.

Neanche le persone autorevoli salutava, quelle che camminano impettite, e alle

quali tutti si inchinano deferenti.

Se un’auto lussuosa si fermava e dal finestrino l’uomo al volante gli faceva un

brusco segno di richiamo: – Ehi, tu, come si arriva nella piazza principale? – lui

scrollava le spalle: – Affari tuoi, comprati una guida. – Se invece incontrava

qualcuno timido o triste, lo abbordava allegramente, come un vecchio amico, e

gli raccontava tante storielle buffe, da farlo ridere a crepapelle.

Tante cose gli davano fastidio, per esempio le vetrine dei negozi di lusso e certi

cartelloni della pubblicità.

– Scemenze – diceva, e compativa chi li guardava ammirato. Se la prendeva

anche con certe targhette dei portoni. Con un pennarello cancellava tutti gli

“On.”, “Comm.”, “Cav.”, scritti pomposamente davanti ai nomi.

Neppure sopportava i cartelli “Strada privata”: li toglieva subito, come se per lui

fosse normale che ogni strada dovesse essere di tutti. Se poi vedeva dei bambini

che non potevano giocare per via del traffico metteva subito un segnale stra-

dale di “Divieto di transito”; così le auto dovevano girare al largo, e la strada

diventava dei bambini e di chi voleva passeggiare tranquillamente.

Insomma era proprio un tipo strano, che si comportava in modo strano.

Qualcuno, una persona importante ovviamente, si risentì e fece una telefonata.

Poco dopo, su quello strano tipo piombò una pantera della polizia. Gli agenti lo

fermarono e, tra il trambusto dei passanti incuriositi, gli chiesero i documenti.

Quello si tolse il cappuccio e il mantello: era Amilcare un extraterrestre che, par-

cheggiata l’astronave fuori della città, faceva il turista clandestino.

– Perché ti comporti così – gli chiesero – tutto al contrario di noi?

– Già, perché? – rispose e, come se avesse spiegato tutto, se ne andò.

La gente rimase interdetta, non capiva, ma a un giovane venne un dubbio.

– Non sarà normale lui – disse – e siamo noi, invece, che ci comportiamo al

contrario di come si dovrebbe?

Marcello Argilli, Fiabe di tanti colori, Editori Riuniti

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1. Il protagonista del racconto è un tipo strano:

A. nell’aspetto fisico e nel comportamento.

B. nel comportamento e nel carattere.

C. nell’abbigliamento e nel comportamento.

D. nell’abbigliamento e nel carattere.

2. Come si comportava il protagonista con le ragazze che incontrava?

A. Amava le ragazze e faceva a tutte dei grandi complimenti.

B. Si mostrava molto infastidito e girava la testa da un’altra parte.

C. Scriveva versi per le ragazze e faceva loro complimenti molto poetici.

D. Era gentile con le ragazze modeste e indifferente con quelle esaltate.

3. Secondo il testo, come si comporta di solito la gente con le persone

importanti?

A. Le saluta con un inchino.

B. Le ossequia, le riverisce.

C. Si mette impettita, sull’attenti.

D. Sta zitta per non sbagliare.

4. Come si comportava il protagonista con i timidi e i tristi?

A. Li invitava a casa e gli raccontava delle storielle buffe.

B. Li salutava, li invitava a prendere un caffè e diventavano amici.

C. Li salutava amichevolmente, li faceva parlare e cercava di rallegrarli.

D. Li trattava da vecchi amici, ci parlava e li faceva ridere allegramente.

5. Chi compativa il protagonista?

A. Chi si accontentava e aveva un’auto modesta.

B. Le ragazze che non ricevevano complimenti.

C. Chi ammirava le cose e la pubblicità di lusso.

D. Chi era timido e triste e non aveva amici.

6. Cosa significano gli “On.”, “Comm.”, “Cav.” (riga 20) che il tipo strano

cancellava?

A. Onorando, Committente, Cavaliere.

B. Onorevole, Commendatore, Cavaliere.

C. Onorato, Commendatore, Cavuriano.

D. Onorevole, Commentatore, Cavatore.

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7. Una cosa fatta “pomposamente” (riga 20) è una cosa fatta in modo da:

A. essere di esempio per gli altri.

B. comunicare amicizia e affetto.

C. informare in modo preciso.

D. apparire, mettersi in mostra.

8. Secondo il protagonista, come dovevano essere le strade?

A. Tutte pubbliche e non tutte piene di traffico.

B. Senza cartelli di indicazioni per le macchine.

C. Molto larghe, in modo che ci si potesse giocare.

D. Tutte alberate per passeggiare respirando aria buona.

9. Perché, secondo te, fu una persona importante che denunciò il tipo

strano?

A. Perché il tipo strano non considerava le persone importanti.

B. Perché le persone importanti sanno come fare le denunce.

C. Perché la polizia ascolta solamente le persone importanti.

D. Perché per fare una denuncia ci vogliono molti soldi.

Che cosa fece la polizia?

A. Fece subito allontanare tutti i curiosi.

B. Chiese i documenti al tipo strano.

C. Fermò e portò in prigione il tipo strano.

D. Fece un gran trambusto e tutti fuggirono.

Come definiresti tutto il comportamento dell’extraterrestre?

A. Assurdo, non comprensibile.

B. Fantasioso, molto bizzarro.

C. Anormale, molto criticabile.

D. Controcorrente, anticonformista.

Perché l’extraterrestre, secondo te, va via senza dare una vera

spiegazione?

A. Perché ha fretta e non ha tempo sufficiente per dare una spiegazione.

B. Perché sa che i terrestri non avrebbero mai capito le sue ragioni.

C. Perché vuole che i terrestri riflettano da soli sul loro comportamento.

D. Perché non sa dare una spiegazione chiara e convincente.

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COMPRENSIONE DELLA LETTURA (2)

GLI SCHIAVI NELLA SOCIETÀ ROMANAIl popolo romano, specialmente dopo la conquista del Mediterraneo, ebbe mol-

tissimi schiavi. Essi erano prigionieri di guerra, ma anche bambini abbandonati e

uomini liberi venduti come schiavi.

Tutti i bambini che nascevano da una schiava, chiunque fosse il padre, erano pro-

prietà del padrone, come i piccoli dei suoi animali; il padrone poteva decidere di al-

levarli in casa o di venderli ai mercanti di schiavi o anche di ucciderli. Così il numero

degli schiavi era sempre molto alto e in città venivano occupati nelle attività più di-

verse. In casa i meno istruiti svolgevano i lavori domestici, i più istruiti insegnavano

a leggere e a scrivere ai figli del padrone o addirittura amministravano i suoi beni.

Molti lavoravano nelle botteghe degli artigiani come falegnami, orafi, sarti, ma

c’erano anche schiavi che facevano gli attori, i medici, gli architetti.

La vita degli schiavi che lavoravano in campagna era più dura perché dovevano fare

lavori più pesanti, con punizioni molto severe per chi non faceva tutto bene.

Più dura ancora era la vita degli schiavi che lavoravano nelle miniere e che erano di

solito i più ribelli.

Comunque in città o in campagna, maestro o pastore, lo schiavo era un uomo che

in qualunque momento poteva essere venduto, punito, picchiato, condannato a

morte dal proprio padrone.

Lo schiavo poteva tuttavia anche ricevere dei premi, fra i quali il più grande era la

libertà.

Lo schiavo che otteneva la libertà si chiamava “liberto”; non aveva gli stessi diritti

degli altri cittadini, infatti non poteva avere cariche pubbliche, né fare il soldato, né

sposare una persona libera, ma nessuno aveva più diritto di vita e di morte su di lui

e i suoi figli sarebbero stati veri cittadini romani.

I liberti in genere non vivevano più nella casa dell’antico padrone e diventavano

spesso commercianti o artigiani abbastanza ricchi. Mantenevano tuttavia dei lega-

mi con il padrone, andavano la mattina a casa sua per salutarlo e talvolta pranza-

vano con lui.

Anche i clienti andavano la mattina a salutare il proprio “signore”.

I clienti erano uomini liberi che sceglievano un uomo ricco e potente, da cui vole-

vano ottenere protezione e benefici vari, lo onoravano, lo applaudivano e dichiara-

vano a tutti di essere i suoi “clienti”. Fra i clienti c’erano dei poveri che ricevevano

dal protettore qualche soldo ogni giorno, per mangiare, ma c’erano anche ricchi

uomini d’affari che speravano che il protettore li aiutasse a fare carriera politica o

ad arricchirsi ancora di più.

Maria Cristina Peccianti, Storie della storia d’Italia, Marietti – Manzuoli

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Queste domande riguardano il testo che hai letto. Scegli la risposta giusta

e segnala con una ✗. Puoi rileggere il testo.

1. Nella società romana:

A. potevano diventare schiavi anche degli uomini liberi.

B. solamente i figli delle schiave diventavano schiavi.

C. molti schiavi venivano uccisi ogni giorno dai padroni.

D. tutti gli schiavi erano prigionieri delle guerre di conquista.

2. I bambini che avevano come madre una schiava:

A. venivano allattati e poi tutti venduti ai mercanti di schiavi.

B. venivano sempre curati e allevati nella casa del padrone.

C. erano schiavi solo se anche il padre era uno schiavo.

D. erano sempre schiavi, anche se il padre era un uomo libero.

3. Dal testo puoi capire che gli schiavi che vivevano in città:

A. potevano fare anche lavori importanti.

B. facevano tutti lavori molto importanti.

C. erano trattati sempre bene dai padroni.

D. erano tutti istruiti e facevano i maestri.

4. Nella frase “i più istruiti insegnavano a leggere e a scrivere ai figli

del padrone o addirittura amministravano i suoi beni” (righe 8-9),

l’autrice usa “addirittura” per:

A. spiegare il motivo per cui gli schiavi di città dovevano essere molto istruiti.

B. mettere in evidenza che gli schiavi potevano fare anche lavori molto

importanti.

C. dire che comunque c’erano dei limiti ai lavori che potevano fare gli schiavi.

D. mettere in evidenza che c’erano degli schiavi che guadagnavano molto

bene.

5. Dal testo puoi capire che:

A. rimanevano in casa, a fare i lavori domestici, le schiave più belle.

B. lavoravano in campagna gli schiavi che amavano i lavori agricoli.

C. gli schiavi meno ubbidienti venivano mandati a fare i lavori più duri.

D. venivano mandati a lavorare nelle miniere gli schiavi più robusti.

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6. Un padrone:

A. non poteva uccidere gli schiavi che erano già anziani.

B. non poteva punire gli schiavi maestri dei propri figli.

C. aveva potere di vita o di morte su tutti gli schiavi.

D. poteva picchiare solamente gli schiavi di campagna.

7. Uno schiavo:

A. non poteva ricevere premi da nessuno.

B. poteva solamente ricevere premi in denaro.

C. poteva ricevere dei premi dal padrone.

D. poteva ricevere premi solo se era donna.

8. Chi erano i “liberti” (riga 21)?

A. Erano uomini liberi che, per vari motivi, erano diventati schiavi.

B. Erano schiavi a cui il padrone aveva concesso come premio la libertà.

C. Erano schiavi liberati dal padrone a seguito del pagamento di un riscatto.

D. Erano prigionieri di guerra liberati prima che diventassero veri e propri

schiavi.

9. Quali diritti acquistavano i liberti?

A. Potevano sposarsi con donne o uomini liberi e avere figli liberi.

B. Erano liberi di entrare nell’esercito romano e diventare molto ricchi.

C. Potevano essere eletti senatori, fare i commercianti e gli artigiani.

D. Non erano più proprietà di nessuno e i loro figli erano liberi cittadini.

Quali rapporti avevano i liberti con il loro vecchio padrone?

A. Continuavano a fare alcuni lavori importanti per lui.

B. Mantenevano buoni rapporti e andavano a trovarlo.

C. Continuavano a vivere nella sua casa e la pulivano.

D. Vivevano altrove e non avevano più nessun rapporto.

Chi erano i “clienti” (riga 29)?

A. Erano giovani politici che avevano bisogno dell’appoggio di un anziano.

B. Erano poveri che ogni giorno andavano da un signore diverso a chiedere

soldi.

C. Erano schiavi liberati che rimanevano sotto la protezione del vecchio

padrone.

D. Erano uomini liberi che si sceglievano liberamente un protettore ricco

e potente.

10.

11.

PROVA

6/8

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389

CO

MP

ITO

DI

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ITALIANO

VE

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LI

Nome .............................................................................. Classe ..................................... Data ....................................5

PR

OV

AM

OD

EL

LO

INV

AL

SI

QUESITI DI GRAMMATICA

1. Completa le frasi con le espressioni elencate sotto.

NE • NÉ • NÉ • N’È • SE • SÉ • S’È • ME • M’È

A. Perché te ………........…….. stai già andando? Fermati ancora un po'!

B. Vuoi ancora un po’ di pizza? ………........…….. rimasta qualche fetta.

C. Non so se prenderò la sufficienza nel compito: ………........…….. sembrato difficile.

D. ………........…….. vuoi, posso finire io di sparecchiare la tavola.

E. Domani andrò al Museo di Scienze Naturali. Vieni con ………........…….. ?

F. Oggi Anna ………........…….. fatta male mentre giocava in palestra.

G. Io e Yong siamo andati al parco, ma non abbiamo visto ………........…….. Pietro ………........…….. Guido.

H. Agnese porta sempre con ………........…….. un piccolo orso di pezza: è il suo portafortuna.

2. Inserisci la punteggiatura nei quadratini quando serve. Fai attenzione:

non sempre è necessaria.

A. La maestra si è arrabbiata e ha detto “Adesso basta, siete puniti e oggi

non usciamo in cortile”

B. Quando vieni da me a vedere il gattino che mi ha regalato il nonno

C. Per la festa del mio compleanno la mamma aveva preparato un sacco

di cose buone pizza panini biscotti e una grossa torta

D. Se la mia sorellina non farà più i capricci la nonna le regalerà

la culla per le bambole

E. Oggi a mensa non ho mangiato il pesce perché non mi piace

è davvero disgustoso

3. In questa frase: “Qualcuno ha visto il mio libro di letture?”,

“Qualcuno” è:

A. un aggettivo indefinito.B. un pronome personale.C. un pronome indefinito.D. un pronome interrogativo.

PROVA

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CO

MP

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DI R

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ITALIANO

VE

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VE

RIF

ICH

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TE

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ER

IFIC

HE

FIN

AL

I

Nome .............................................................................. Classe ..................................... Data ....................................

5

PR

OV

AM

OD

EL

LO

INV

AL

SI

4. Indica quali delle seguenti espressioni sono frasi complete e quali hanno

bisogno di essere completate con un oggetto. Metti una crocetta

per ogni riga.

EspressioneFrase

completa

Frase

non completa

A. La mamma bacia

B. Yousef incontra

C. L’insegnante scrive

D. Ilaria ha strappato

E. La nonna cucina

F. Il nonno ha raccolto

G. Il gatto insegue

H. Laura legge

5. Trova, tra le quattro opzioni che ti diamo, un sinonimo per ciascuna

parola, cioè un’altra parola che abbia lo stesso significato. Segna

la parola giusta con una ✗.

A. Un sinonimo di paura è:

timore.

buio.

ansia.

tremore.

B. Un sinonimo di precisione è:

altezza.

esattezza.

larghezza.

misura.

C. Un sinonimo di insegnante è:

scuola.

classe.

direttore.

professore.

D. Un sinonimo di gara è:

concorrenza.

corsa.

competizione.

ricorso.

E. Un sinonimo di allievo è:

ragazzo.

educazione.

studente.

docente.

PROVA

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AMARE

© G

iunti S

cuola

S.

r. l.

- Firenze

PRESENTE PASSATO PRESENTE

amare

PASSATO

avere amato

1a CONIUGAZIONE

MODO INDICATIVO

PRESENTE PASSATO PROSSIMO

IMPERFETTO TRAPASSATO PROSSIMO

PASSATO REMOTO TRAPASSATO REMOTO

FUTURO SEMPLICE FUTURO ANTERIORE

MODO CONGIUNTIVO

PRESENTE PASSATO

IMPERFETTO TRAPASSATO

MODO CONDIZIONALE MODO INFINITO

io amo

tu ami

egli ama

noi amiamo

voi amate

essi amano

io amavo

tu amavi

egli amava

noi amavamo

voi amavate

essi amavano

io ho tu hai egli ha noi abbiamo voi avete essi hanno

amatoamatoamatoamatoamatoamato

amatoamatoamatoamatoamatoamato

amatoamatoamatoamatoamatoamato

amatoamatoamatoamatoamatoamato

amatoamatoamatoamatoamatoamato

amatoamatoamatoamatoamatoamato

amatoamatoamatoamatoamatoamato

io avevo tu avevi egli aveva noi avevamo voi avevate essi avevano

io ebbi tu avesti egli ebbe noi avemmo voi aveste essi ebbero

io amai

tu amasti

egli amò

noi amammo

voi amaste

essi amarono

io amerò

tu amerai

egli amerà

noi ameremo

voi amerete

essi ameranno

che io ami

che tu ami

che egli ami

che noi amiamo

che voi amiate

che essi amino

che io abbia che tu abbia che egli abbia che noi abbiamo che voi abbiate che essi abbiano

che io avessi che tu avessi che egli avesse che noi avessimo che voi aveste che essi avessero

che io amassi

che tu amassi

che egli amasse

che noi amassimo

che voi amaste

che essi amassero

io amerei

tu ameresti

egli amerebbe

noi ameremmo

voi amereste

essi amerebbero

io avrei tu avresti egli avrebbe noi avremmo voi avreste essi avrebbero

io avrò tu avrai egli avrà noi avremo voi avrete essi avranno

AMARE

VERBI IN

- ARE

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TEMERE

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S.

r. l.

- Firenze

PRESENTE PASSATO PRESENTE

temere

PASSATO

avere temuto

2a CONIUGAZIONE

MODO INDICATIVO

PRESENTE PASSATO PROSSIMO

IMPERFETTO TRAPASSATO PROSSIMO

PASSATO REMOTO TRAPASSATO REMOTO

FUTURO SEMPLICE FUTURO ANTERIORE

MODO CONGIUNTIVO

PRESENTE PASSATO

IMPERFETTO TRAPASSATO

MODO CONDIZIONALE MODO INFINITO

temo

temi

teme

temiamo

temete

temono

iotueglinoivoiessi

iotueglinoivoiessi

iotueglinoivoiessi

iotueglinoivoiessi

temevo

temevi

temeva

temevamo

temevate

temevano

io ho tu hai egli ha noi abbiamo voi avete essi hanno

io avevo tu avevi egli aveva noi avevamo voi avevate essi avevano

io ebbi tu avesti egli ebbe noi avemmo voi aveste essi ebbero

temetti

temesti

temette

tememmo

temeste

temettero

temerò

temerai

temerà

temeremo

temerete

temeranno

che ioche tuche egliche noiche voiche essi

tema

tema

tema

temiamo

temiate

temano

che io abbia che tu abbia che egli abbia che noi abbiamo che voi abbiate che essi abbiano

che io avessiche tu avessiche egli avesseche noi avessimoche voi avesteche essi avessero

temutotemutotemutotemutotemutotemuto

temutotemutotemutotemutotemutotemuto

temutotemutotemutotemutotemutotemuto

temutotemutotemutotemutotemutotemuto

temutotemutotemutotemutotemutotemuto

temutotemutotemutotemutotemutotemuto

che io che tu che egli che noi che voi che essi

temessi

temessi

temesse

temessimo

temeste

temessero

temerei

temeresti

temerebbe

temeremmo

temereste

temerebbero

iotueglinoivoiessi

io avreitu avrestiegli avrebbenoi avremmovoi avresteessi avrebbero

io avrò tu avrai egli avrà noi avremo voi avrete essi avranno

temutotemutotemutotemutotemutotemuto

TEMERE

VERBI IN

- ERE

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SENTIRE

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S.

r. l.

- Firenze

PRESENTE PASSATO PRESENTE

sentire

PASSATO

avere sentito

3a CONIUGAZIONE

MODO INDICATIVO

PRESENTE PASSATO PROSSIMO

IMPERFETTO TRAPASSATO PROSSIMO

PASSATO REMOTO TRAPASSATO REMOTO

FUTURO SEMPLICE FUTURO ANTERIORE

MODO CONGIUNTIVO

PRESENTE PASSATO

IMPERFETTO TRAPASSATO

MODO CONDIZIONALE MODO INFINITO

sentosentisentesentiamo

sentitesentono

sentivo

sentivi

sentiva

sentivamo

sentivate

sentivano

io ho tu hai egli ha noi abbiamo voi avete essi hanno

io avevo tu avevi egli aveva noi avevamo voi avevate essi avevano

io ebbi tu avesti egli ebbe noi avemmo voi aveste essi ebbero

sentiisentistisentìsentimmo

sentistesentirono

sentiròsentirai

sentiràsentiremo

sentirete

sentiranno

che ioche tuche egliche noiche voiche essi

sentasentasentasentiamo

sentiate

sentano

che io abbia che tu abbia che egli abbia che noi abbiamo che voi abbiate che essi abbiano

che io avessi che tu avessi che egli avesse che noi avessimo che voi aveste che essi avessero

che io che tu che egli che noi che voi che essi

sentissisentissisentissesentissimo

sentistesentissero

sentirei

sentiresti

sentirebbe

sentiremmo

sentireste

sentirebbero

iotueglinoivoiessi

io avrei tu avresti egli avrebbe noi avremmovoi avreste essi avrebbero

sentitosentitosentitosentitosentitosentito

sentitosentitosentitosentitosentitosentito

sentitosentitosentitosentitosentitosentito

sentitosentitosentitosentitosentitosentito

sentitosentitosentitosentitosentitosentito

sentitosentitosentitosentitosentitosentito

sentitosentitosentitosentitosentitosentito

io avrò tu avrai egli avrà noi avremo voi avrete essi avranno

iotueglinoivoiessi

iotueglinoivoiessi

iotueglinoivoiessi

iotueglinoivoiessi

SENTIRE

VERBI IN

- IRE

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Nome ............................................................................... classe ............... data .....................

SCHEDA

ITAL IA

NO

4

164

85

Imparo a... riconoscere e usare il presente, l’imperfetto e il futuro del modo indicativo.

RIFLESSIONE SULLA LINGUA - Morfologia

Il modo indicativo

© G

iunti S

cuola

S.

r. l.

- Firenze

IL MODO INDICATIvO E I SuOI TEMPI - 1

A. Leggi, osserva e rifletti.

Tombolo era un piccolo Barbagianni

che viveva con Mamma e Papà in cima

a un albero molto alto in mezzo a un campo.

Tombolo era grosso e soffice.

Aveva un bellissimo collare a forma di cuore.

Aveva occhi enormi e tondi.

Aveva le ginocchia molto appuntite.

In effetti era uguale a tutti gli altri piccoli

Barbagianni, tranne che per un particolare.

Tombolo aveva paura del buio.

– Non puoi avere paura del buio – diceva

Mamma. – I gufi non hanno mai paura del buio.

Jill Tomlinson, Il gufo che aveva paura del buio, Feltrinelli

Le parole in neretto nel testo sono verbi al modo indicativo.

B. La frase “Tombolo era un piccolo Barbagianni che viveva con Mamma e

Papà in cima a un albero molto alto” è al tempo imperfetto.

• Riscrivila al tempo presente.

.............................................................................................................................................................

.............................................................................................................................................................

.............................................................................................................................................................

Anche la frase “Tombolo aveva paura del buio” è al tempo imperfetto.

• Riscrivila al tempo futuro.

.............................................................................................................................................................

C. Completa le frasi. Coniuga il verbo fra parentesi al presente, al futuro o

all’imperfetto.

• Il prossimo anno (frequentare) ............................................................ la classe quinta.

• La mia mamma, quando era bambina, (passare) ..........................................................

l’estate dai suoi nonni.

• Va bene, mamma! (Venire) .......................................................... subito!

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Nome ............................................................................... classe ............... data .....................

SCHEDA

165

ITA

LIA

NO 486

Imparo a... riconoscere e usare il passato remoto, il passato prossimo, il futuro semplice e il futuro anteriore del modo indicativo.

RIFLESSIONE SULLA LINGUA - Morfologia

Il modo indicativo

© G

iunti S

cuola

S.

r. l.

- Firenze

IL MODO INDICATIvO E I SuOI TEMPI - 2

A. Leggi, osserva e rifletti.

Era un tardo e caldo pomeriggio estivo e, a passo svelto, Klausner varcò il cancel-

letto, girò intorno alla casa e s’inoltrò nel giardino sul retro in fondo al quale c’era

un capanno di legno. Klausner tirò fuori una chiave, aprì la porta del capanno e, una volta entrato, la richiuse.

Roald Dahl, La macchina dei suoni, da Il meglio di Roald Dahl, Guanda

B. Nel testo, sottolinea in rosso i verbi al tempo imperfetto e in verde i verbi

al tempo passato remoto.

C. Cambia il testo che segue dal passato al presente. Riscrivilo sul quaderno.

Harry Potter era un ragazzo insolito sotto molti punti di vista. Prima di tutto, odia-

va le vacanze estive più di qualunque altro periodo dell’anno. Poi voleva davvero

fare i compiti, ma era costretto a studiare di nascosto, nel cuore della notte. E per

giunta era un mago.

Joanne Kathleen Rowling, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Salani

D. Sottolinea i verbi che trovi nel testo e poi inseriscili nella tabella.

Quando torneremo a casa, dopo il fine settimana, il nostro gatto, probabilmente,

avrà graffiato tutto il divano, si sarà arrampicato sulle tende, avrà sparso per

tutto il soggiorno la sabbia della sua cuccia. La mia mamma lo sgriderà ma, il

prossimo fine settimana, tutto ricomincerà daccapo!

Futuro semplice Futuro anteriore

.............................................................................. ..............................................................................

.............................................................................. ..............................................................................

.............................................................................. ..............................................................................

E. A quale tempo sono coniugati i verbi nel testo che segue?

Ieri, a Federico, le cose sono andate male: ha preso un brutto voto nell’interroga-

zione di storia, ha litigato con Mattia (il suo migliore amico), è caduto in cortile e si

è sbucciato un ginocchio. Insomma: un vero disastro!

Imperfetto. Trapassato prossimo. Passato prossimo.

Le parole in neretto nel testo sono verbi al modo indicativo.

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Nome ............................................................................... classe ............... data .....................

SCHEDA

ITAL IA

NO

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Imparo a... riconoscere e usare il modo condizionale.

RIFLESSIONE SULLA LINGUA - Morfologia

Il modo condizionale

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S.

r. l.

- Firenze

IL MODO CONDIZIONALE E I SuOI TEMPI

A. Leggi, osserva e rifletti.

“…Vorrei, direi, farei…”

Che maniere raffinate

ha il modo condizionale.

Mai che usi parole sguaiate,

non alza la voce per niente,

e seduto in poltrona

sospira gentilmente:

me ne andrei nell’Arizona,

che ve ne pare?

O forse potreifermarmi a Lisbona…

Gianni Rodari, Filastrocche in cielo e in terra, Einaudi Ragazzi

B. Collega i verbi al condizionale presente con i verbi al condizionale passato.

Osserva l’esempio.

Condizionale presente Condizionale passato

vorrei avrei fatto

direi sarei andato

farei avrei potuto

andrei avrei voluto

potrei avrei detto

C. Completa le frasi. Scegli tra i due verbi che ti vengono dati fra parentesi.

• Ho tanta sete! ........................................ (Vorrei / Ho voluto) un bicchiere d’acqua!

• Giovanni ........................................ (vincerebbe / avrebbe vinto) la gara se non

fosse caduto.

• ........................................ (Uscirei / Esco) volentieri con te, ma devo studiare.

• ........................................ (Andremo / Saremmo andati) in gita, se la maestra

non si fosse ammalata.

D. In questo testo ci sono due verbi al modo condizionale. Sottolineali.

Io vorrei una bicicletta nuova e non quella già usata del mio fratello maggiore…

Sono stufo di mettere i suoi vestiti, di giocare con i suoi giocattoli, di leggere i

suoi libri! Mi piacerebbe tanto avere qualcosa di nuovo, e che fosse solo mio…

Le parole in neretto nel testo sono verbi al modo condizionale.

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Nome ............................................................................... classe ............... data .....................

SCHEDA

167

ITA

LIA

NO 488

Imparo a... riconoscere e usare il modo congiuntivo.

RIFLESSIONE SULLA LINGUA - Morfologia

Il modo congiuntivo

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S.

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- Firenze

IL MODO CONGIuNTIvO E I SuOI TEMPI

A. Leggi, osserva e rifletti.

– Mamma, telefoniamo alla nonna? Se lei mi accompagnasse andrei volentieri al

cinema, a vedere “La Sirenetta”.

– Credo che la nonna siapartita per andare a tro-

vare sua sorella. Vuoi che ti accompagni io?

– Mi sembrava che la nonna avessedetto che sa-

rebbe partita domani. Ma se mi accompagni tu al

cinema, va bene lo stesso.

B. Inserisci nella tabella i verbi evidenziati nel testo.

Modo congiuntivo

Presente Imperfetto Passato Trapassato

...................................... ...................................... ...................................... avesse detto

C. Sottolinea in rosso i verbi al modo congiuntivo e in

verde quelli al modo indicativo.

Non ricordo come fossimo arrivati al cimitero. Ricordo

solamente che il cielo si era fatto scuro… e all’improvviso

ci eravamo ritrovati lì.

Mia sorella Terry e io camminavamo tra file di vecchie

lapidi sghembe, crepate e coperte di muschio.

Sebbene fosse estate, una fitta nebbia grigia era

calata su ogni cosa…

Robert Lawrence Stine, La spiaggia degli spettri, Mondadori

D. Completa le frasi.

Mi piacerebbe che tu .....................................................................................................................

Spero che il dentista .......................................................................................................................

Ho paura che .....................................................................................................................................

Penso che i miei compagni .........................................................................................................

Vorrei che domani ...........................................................................................................................

Credo che, nel cortile della scuola, .........................................................................................

Le parole in neretto nel testo sono verbi al modo congiuntivo.

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iunti S

cuola

S.

r. l.

- Firenze

VERBI

1a PERSONA: io

2a PERSONA: tu

3a PERSONA: egli, ella, esso, essa

1a PERSONA: noi

2a PERSONA: voi

3a PERSONA: essi, esse, loro

INDICATIVO

tempi semplici tempi composti

presente

imperfetto

passato remoto

futuro

passato prossimo

trapassato prossimo

trapassato remoto

futuro anteriore

CONDIZIONALE

tempo semplice tempo composto

presente passato

CONGIUNTIVO

tempi semplici tempi composti

presente

imperfetto

passato

trapassato

PERSONEMODI

1a CONIUGAZIONE

verbi in -are

• amare

2a CONIUGAZIONE

verbi in -ere

• temere

3a CONIUGAZIONE

verbi in -ire

• sentire

CONIUGAZIONE PROPRIA

• essere

• avere

CONIugAZIONI

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STORIA

Ripassare la pag. 68- 69 -70

Studiare pag. 71 – LE LOTTE FRA PATRIZI E PLEBEI

Qui di seguito vi faccio un riassunto-schema per facilitarvi i concetti.

Come abbiamo detto i plebei non avevano diritti pubblici, solo i patrizi potevano

prendere decisioni e votare. I plebei inoltre si erano molto impoveriti e indebitati,a

causa delle numerose guerre fatte da Roma, e dal momento che dovevano andare a

combattere quando tornavano alle loro terre queste non davano più raccolto perché

erano state abbandonate. Tutto questo provocò molte proteste da parte dei plebei

che portarono alla secessione cioè l’abbandono delle città e delle attività lavorative.

Per prima cosa si riunirono sul Colle Aventino per chiedere maggiori diritti al Senato.

Allora il senatore AGRIPPA cercò di aiutare la plebe ad ottenere alcuni diritti.

La plebe chiedeva:

-un’assemblea fatta dal popolo : I CONCILI DELLA PLEBE;

-di avere dei magistrati che lavorassero per i diritti della plebe: I TRIBUNI DELLA

PLEBE;

-fecero scrivere le XII (12) TAVOLE DI BRONZO in cui erano scritte le leggi. Sappiamo

che se le leggi sono scritte sono più efficaci.

-la possibilità di sposarsi tra patrizi e plebei;

-di non diventare schiavi se avevano un debito da pagare, ma di avere più tempo

per pagarlo.

-l’obbligo che uno dei due consoli fosse plebeo.

Ci volle molto tempo e tante altre lotte prima che questi diritti fossero approvati dal

Senato ma alla fine ce la fecero.

STUDIATE LE PAGG. 72 e 73 “LE ABITAZIONI DEI PATRIZI E DEI PLEBEI”

Osservate bene le immagini e mettete i numeri che identificano le varie parti delle

case romane.

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Le lotte tra patrizi e plebeiNonostante i plebei costituissero la maggioranza della popo-

lazione, non avevano diritti e non potevano partecipare alla

vita pubblica. I magistrati e i senatori erano tutti patrizi e poiché

le leggi erano tramandate oralmente le amministravano a loro

vantaggio.

Le guerre erano numerose e i contadini, obbligati al servizio

nell’esercito, lasciavano i campi che restavano incolti, diven-

tando sempre più poveri e soggetti alla schiavitù per debiti.

Così i plebei si ribellarono e iniziarono una forma di protesta

chiamata secessione: abbandonarono in massa la città. Questa

pratica paralizzò tutte le attività e indebolì l’esercito, formato in

gran parte dai plebei. Nel 494 a.C. avvenne la prima secessione

sul colle dell’Aventino. In quell’occasione il senatore Menenio

Agrippa riuscì a convincere la plebe a tornare, ma questa for-

ma di protesta si ripeté più volte e portò diversi risultati.

Il popolo ottenne:

• i concili della plebe, un’assemblea in cui le decisioni, dette

plebisciti, avevano valore di legge;

• i tribuni della plebe, magistrati che potevano bloccare le leg-

gi che danneggiavano i plebei;

• le XII (dodici) tavole di bronzo (451 a.C.) in cui vennero scritte

le leggi, esposte nel foro e studiate anche dai giovani a scuola;

• la possibilità di fare matrimoni misti (455 a.C.) tra patrizi e

plebei;

• l’abolizione della schiavitù per debiti;

• l’obbligo che uno dei due consoli fosse plebeo (367 a.C.).

Menenio Agrippa convinse il popolo a sospendere la sua protesta con un discorso in cui utilizzò una metafora

efficace, che lo storico romano Tito Livio ha così riportato:

Nel tempo in cui nell’uomo non regnava una perfetta armonia, le varie parti del corpo si arrabbiarono perché tutto il lavoro andava a favore dello stomaco che, standosene in ozio, non faceva che godersi i piaceri della vita.Perciò, di comune accordo, le mani non portarono più il cibo alla bocca, la bocca rifiutò quello che le veniva offerto e i denti non masticarono più. La conseguenza fu che tutto il corpo cadde in uno sfinimento mortale.

Che cosa voleva far capire il senatore con questo discorso? Che cosa rappresentano lo stomaco e le altre

parti del corpo? Parlane con i compagni e inventate insieme altre metafore adatte alla situazione.

DIAMOCI UNA MANO

Leggi con attenzione queste leggi

tratte dalle XII tavole e rispondi.

- Se qualcuno ruba o compie un crimine di notte, può essere ucciso da chi lo subisce. È però vietato uccidere i ladri di giorno, a meno che si difendano con le armi.

- Se uno rompe un braccio a un altro e non si mette d’accordo sul risarcimento, riceverà lo stesso danno.

- Se uno rompe un osso a un uomo libero, deve pagare 300 assi (moneta romana) di multa; se lo rompe a uno schiavo, paga 150 assi.

• Le leggi prevedevano pene diverse a

seconda della classe sociale?

• Era possibile farsi giustizia da soli?

• Perché è importante avere leggi

scritte?

COMPITO DI REALTà

Bottega di un plebeo.

71

STORIALa civiltà di Roma p. 32Quaderno

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Le abitazioni dei patrizi...La casa dei patrizi era la domus. Era un grande edificio di uno o due

piani, circondato da orti e giardini. Costruita in mattoni e con una

pietra chiamata travertino, all’interno era spaziosa e confortevole,

con molte stanze, anche per la servitù. I pavimenti e le pareti erano

decorati con mosaici e affreschi. Le domus erano dotate di riscalda-

mento e acqua corrente. Le grandi residenze patrizie costruite in

campagna, invece, si chiamavano ville.

Scrivi i numeri corretti nella

domus (a sinistra) e nell’insula

(a destra).

STUDIO STORIA

2 Gli ospiti che

trattavano affari con

il proprietario erano

accolti nel tablinum,

una stanza separata

dall’atrio da tende.

3 Al centro dell’atrium si

trovava una vasca (impluvium)

dove si raccoglieva l’acqua

piovana.

5 L’hortus era il giardino

della domus circondato

da un ampio portico,

chiamato peristilium.

1 Superato il portone

d’entrata, vi era l’atrium, un

cortile interno intorno a cui

si affacciavano altre stanze.

I muri esterni non avevano finestre;

la luce entrava dall’atrium o dalle

porte. L’illuminazione era garantita

anche da candele o lampade a olio.

4 La sala da pranzo era il triclinium, allestita con

triclini, ovvero i lettini a tre posti su cui si mangiava

sdraiati. L’alimentazione dei patrizi era molto ricca

e comprendeva carne di maiale, fegato, uova, pesce,

legumi, latticini e frutta, accompagnati da verdure, pane

e vino. Le cene erano allietate da musiche e danze.

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TECNOLOGIA La civiltà di Roma p. 41Quaderno

Domus a Pompei.

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...e dei plebeiLe insulae erano le case dei plebei, costruite molto spesso con ma-

teriali di scarsa qualità. Poiché la maggior parte della struttura, che

poteva raggiungere anche i quattro piani, era di legno, gli incendi

causati dai bracieri con cui si scaldavano gli ambienti erano frequenti.

All’interno degli appartamenti (cenacula) non vi erano impianti idrau-

lici o fognari: le acque sporche venivano gettate in strada in un canale

di scolo. L’acqua doveva essere attinta dalle fontane pubbliche.

1 Al pianterreno vi erano botteghe, indicate da insegne esposte sulle facciate

che segnalavano il tipo di prodotto venduto, e taverne per bere e mangiare. I plebei

mangiavano soprattutto legumi, cereali, verdura, pesce, olive e poca carne.

2 Il primo piano era abitato da persone abbastanza benestanti. A volte

veniva costruito in pietra. Dotato di varie stanze, aveva pareti tinteggiate in

colori vivaci e pavimenti con semplici mosaici.

3 Dal secondo piano in su

abitavano i servi, gli operai e i

muratori. Gli appartamenti erano

divisi da tende e tramezzi che

creavano tanti piccoli ambienti.

La luce entrava dalle

finestre che non avevano

vetri (troppo costosi) ma

imposte di legno o teli.

Il mobilio

era semplice

ed essenziale.

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TECNOLOGIALa civiltà di Roma

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GEOGRAFIA

Settimana dal 9 al 13 marzo 2020

VI ABBIAMO PREPARATO DEI VIDEO RELATIVI ALLE REGIONI CHE STIAMO

AFFRONTANDO NEI GRUPPI GIÀ CREATI IN CLASSE.

OGNUNO GUARDI IL VIDEO RELATIVO ALLA PROPRIA REGIONE O SE

DESIDERA LI GUARDI TUTTI!

BUONA VISIONE!

Valle d Aosta

https://www.youtube.com/watch?v=pu5eY6WlnAk

Liguria

https://www.youtube.com/watch?v=CLCzcn9W35E

Emilia Romagna

https://www.youtube.com/watch?v=JSzbgAP2qfU

Piemonte

https://www.youtube.com/watch?v=wYvJFGcZeJw