La Globalizzazione

Definizione della globalizzazione

La parola globalizzazione deriva da globo, cioè mondo.La globalizzazione è l'aumento notevole dei fenomeni e delle relazioni globali, cioè di quei fatti e di quei rapporti che coinvolgono l'intero mondo.Esempi di fenomeni globali sono il commercio mondiale, la rete mondiale delle telecomunicazioni, il trasporto aereo mondiale.

Definizione della globalizzazione economica

La globalizzazione economica è la formazione di un unico spazio economico mondiale senza frontiere, in cui gli scambi commerciali e la circolazione di capitali, informazioni, conoscenze e nuove tecnologie sono aumentate con una notevole velocità

Un'importante conseguenza della globalizzazione economica

La globalizzazione economica ha provocato un enorme spostamento delle produzioni industriali dalle aree più sviluppate del mondo, come il Nordamerica e l'Europa occidentale, verso regioni fino a poco fa arretrate, come l'Asia orientale e l'Europa orientale.

La rete della Globalizzazione

L'immagine della globalizzazione

Per descrivere la globalizzazione viene spesso usata l'immagine del mondo interamente coperto da una rete.

Le maglie della rete sono composte da nodi (i cerchi bianchi), che sono luoghi e da fili (le linee bianche) che sono vie di trasporto e linee delle telecomunicazioni.

Lungo i fili della rete si muovono persone, merci, denaro ed informazioni.

Le principali cause che hanno favorito l'ultima fase della globalizzazione economica.

● l'enorme riduzione dei tempi e dei costi di trasporto su lunga distanza.

● la riduzione dei dazi doganali.● l'evoluzione tecnologica dei mass media.

Le grandi organizzazioni economiche internazionali che hanno guidato la globalizzazione

● WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio): opera per la riduzione delle barriere doganali.

● FMI (Fondo Monetario Internazionale): concede capitali in prestito agli stati.

● Banca Mondiale: finanzia programmi di aiuto per i paesi più poveri.

Effetti positivi della Globalizzazione

● notevole aumento degli scambi internazionali (+1200% in 30 anni)

● diffusione delle telecomunicazioni tra milioni di persone prima escluse da ogni forma di informazione e di comunicazione

● ha favorito la crescita dele economie dei paesi più sviluppati, prima dello scoppio della crisi

● ha favorito la rapida industrializzazione di diversi stati del Sud del mondo, determinando in questi ultimi un miglioramento del livello di vita

Effetti negativi della Globalizzazione● una riduzione degli scambi dei paesi più

arretrati, che offrono merci poco competitive, ciò ha comportato in questi paesi un aumento della povertà.

● un aumento dei problemi ambientali, dovuto all'incremento delle produzioni.

● un aumento del rischio e della velocità di propagazione delle crisi economico- finanziarie.

● un aumento della disoccupazione nei paesi più sviluppati, dovuta al trasferimento di produzioni nei paesi dove la manodopera costa meno.

Le conseguenze della crisi economica mondiale del 2007-2008● La globalizzazione ha anche aumentato il

rischio e la velocità di propagazione delle crisi economico finanziarie

● L'ultima crisi del 2007-2008, che ha avuto origine negli USA, ha ridotto in povertà milioni di famiglie e di risparmiatori, in tutto il mondo

● Tale crisi, inoltre, ha prodotto tra tante persone dei Paesi più sviluppati un sentimento di sfiducia e di rifiuto nei confronti della globalizzazione, considerata un pericolo per la sicurezza ed il benessere dei cittadini

Le divisioni economiche del mondo attuale

Il mondo d'oggi presenta grandi disuguaglianze economiche.

Esso è diviso in:● 55 Paesi ad alto reddito (1,3 miliardi di

abitanti)● 107 Paesi a medio reddito (5,1 miliardi)● 34 Paesi poveri a basso reddito (1 miliardo)

Gli enormi divari di reddito nel mondo

● Un abitante degli USA dispone di un reddito annuo medio di circa 56.000 $

● Un abitante della Repubblica Centrafricana ha un reddito annuo medio di appena 630 $

Una nuova geografia dell'economiamondiale

La divisione Nord-Sud del pianeta

Fino ad una trentina di anni fa, il mondo era considerato diviso, dal punto di vista economico, in due parti ben distinte, separate da una immaginaria linea (rossa nella precedente diapositiva) di confine:

- il Nord composto dagli stati industrializzati e

tecnologicamente avanzati.

- il Sud di cui facevano parte paesi agricoli ed

arretrati.

I paesi del G 20

Il G20

Il G20 è il gruppo delle venti economie più importanti che si riunisce regolarmente per discutere i problemi economici internazionali.

Fondato nel 1999, riunisce le vecchie potenze industriali con le nuove potenze emergenti.

Il 20° membro è l'Unione Europea.

I paesi BRICS

I BRICS

I BRICS sono le nuove potenze emergenti.

Ne fanno parte: il Brasile, la Russia, l'India, la Cina ed il Sud Africa.

Si tratta di paesi che negli ultimi decenni sono riusciti ad aumentare molto la loro forza economica sfruttando le enormi risorse dei loro territori e l'ampia disponibilità di manodopera a basso costo.

I motivi del dominio economico mondiale dei Paesi del Nord

I Paesi del Nord, sebbene in difficoltà, a causa dei debiti e della concorrenza dei Paesi emergenti, continuano a dominare economicamente i mondo.

Ciò avviene perché i Paesi del Nord possiedono:

● le principali imprese multinazionali

● le aziende di telecomunicazione

● Le maggiori banche

● le borse mondiali

Gli USA, in particolare, con servano il ruolo di leader dell'economia mondiale.

I Paesi a sviluppo intermedio

Ci sono alcune aree con un livello di sviluppo intermedio, a metà strada tra i Paesi avanzati e quelli più poveri.

Esse comprendono:● I Paesi BRICS● I Paesi dell'Est europeo● I produttori di petrolio del Medio Oriente● Alcuni Stati dell'Asia di nuova

industrializzazione, come il Vietnam, la Thailandia, la Malaysia e l'Indonesia

Principali paesi produttori di petrolio

I paesi produttori di petrolio

I paesi ricchi di petrolio sono distribuiti in diverse aree del pianeta: Medio Oriente; Stati Uniti; Russia; Europa (Norvegia e Regno Unito); Africa (Libia, Nigeria, Algeria); America (Canada, Venezuela e Messico) e in Asia (Kazakistan, Indonesia e Cina).

In Nordafrica e Medio Oriente guerre e terrorismo hanno determinato conseguenze negative sulle economie locali.

L'organizzazione internazionale che riunisce i principali stati produttori di petrolio è l'OPEC.

I Paesi del Sud del mondo

Nel Sud del mondo, accanto a paesi in via di sviluppo, ve ne sono altri molto poveri, soprattutto nell'Africa subsahariana e nell' Asia meridionale.

I Paesi più poveri del mondo

I Paesi vincitori ed i Paesi vinti della globalizzazione

La globalizzazione ha rivoluzionato la geografia economica mondiale, spostando impianti produttivi e masse enormi di ricchezze da un continente all'altro.

Come avviene in ogni grande trasformazione ci sono stati vincitori e vinti

Il ruolo della Cina nella globalizzazione

La Cina è il Paese che è uscito maggiormente rafforzato dalla globalizzazione, tanto da conquistare il ruolo di “fabbrica del mondo”.

La sua crescita economica è iniziata nel 1978, quando sono stati introdotti all'interno di un'economia pianificata di stampo comunista elementi tipici dell'economia di mercato capitalista

I grandi cambiamenti avvenuti nell'economia della Cina

La Cina, dal 1978, si è aperta al commercio internazionale ed agli investimenti di imprese private straniere.

E' stata quindi consentita l'apertura di banche, borse valori, centri commerciali, aziende private cinesi e straniere ed è stata incoraggiata la diffusione di un modello di vita tipico del consumismo occidentale.

Perché la Cina è diventata la “fabbrica del mondo”

In Cina la presenza di un'enorme quantità di contadini poveri disposti a lavorare per salari bassissimi e praticamente senza diritti, ha spinto molte grandi imprese dell'America settentrionale e dell'Europa a trasferire nel Paese asiatico le pricipali produzioni sia dei settori tradizionali (tessile, abbigliamento, arredamento, elettodomestici), sia di quelli tecnologicamente più avanzati (computer, smartphone, TV).

L'attuale potenza industriale e finanziaria della Cina

La Cina oggi conta il 20% della popolazione mondiale, ma i suoi operai costituiscono il 30% della manodopera globale.

I prodotti cinesi hanno ormai invaso i mercati di tutto il mondo sono addirittura le aziende cinesi ad acquistare imprese, centri commerciali, complessi residenziali in Europa ed in America.

La crescita economica della Cina negli ultimi 30 anni

In soli trenta anni la Cina ha vissuto un'accelerata crescita industriale ed una serie di trasformazioni sociali ad essa legate.

Tale crescita, nei Paesi più sviluppati del Nord del mondo, è invece avvenuta gradualmente ed ha richiesto più di un secolo.

I dati sulla crescita economica cinese

A partire dal 1978 la Cina ha registrato una crescita media annua del PIL, intorno al 10%.

Ha potuto quindi raddoppiare la propria economia ogni 7 anni: un risultato davvero sbalorditivo.

Oggi la Cina è la seconda porenza economica mondiale, dietro gli Usa, per il PIL, e prima potenza al mondo per il commercio internazionale.

Le conseguenze positive del rapido sviluppo economico della Cina

L'accelerata crescita economica della Cina ha determinato:

● Una notevole riduzione della povertà, anche se rimangono sacche di sottosviluppo nelle aree rurali interne

● La diminuzione della natalità, assieme alla riduzione della mortalità infantile

● L'aumento della speranza di vita● L'innalzamento del ivello medio di istruzione

Le conseguenze negative della crescita economica cinese

Purtroppo, lo sviluppo accelerato della Cina ha prodotto anche importanti aspetti negativi:

● Un gigantesco spostamento di persone dalle campagne povere dell'interno verso i grandi centri industriali

● Un notevole aumento delle disuguaglianze sociali

● La distruzione di molti ambienti naturali, provocata dall'industrializzazione

● L' intensa diffusione di malattie cardiache, polmonari e tumori, dovuti all'incremento dell'inquinamento

La Repubblica Centrafricana: un Paese fortemente danneggiato dalla

globalizzazione

La Repubblica Centrafricana, al contrario della Cina, è un Paese rimasto ai margini delle grandi trasformazioni della globalizzazione.

La Repubblica Centrafricana si trova agli ultimi posti nel mondo, per quanto riguarda il Pil procapite e l'ISU (Indice di Sviluppo Umano).

Cause geografiche del sottosviluppo della Repubblica Centrafricana

L'inadeguato sviluppo economico del Paese africano è dovuto anche a fattori geografici:

● La mancanza di sbocchi sul mare che ha determinato grosse difficoltà per i commerc

● La presenza di gravi malattie endemiche, come la malaria.

I fattori storico-politici che hanno penalizzato lo sviluppo della

Repubblica Centrafricana

Tra le cause storico-politiche che hanno impedito la crescita economica del Paese africano abbiamo:

● Lo sfruttamento coloniale dei secoli XIX e XX● Dopo l'indipendenza il susseguirsi di regimi

dittatoriali corrotti e inefficienti che hanno mantenuto un modello economico basato solo sullo sfruttamento e l'esportazione delle risorse del paese, come il legname ed i minerali.

L'attuale situazione economica della Repubblica Centrafricana

Il dissesto finanziario dello Stato, la mancanza di capitali sufficienti agli investimenti, la presenza di continue guerre interne hanno quindi ostacolato lo sviluppo del Paese.

Se nel 1990 il PIL procapite era pari al 4% diquello degli USA, ora è sceso all'1,1%.

Le multinazionali

L'espansione delle multinazionali

Le multinazionali sono grandi imprese che hanno la propria sede centrale in un paese, solitamente sviluppato, e numerose filiali o aziende all'estero.

Le multinazionali sono protagoniste della globalizzazione dell'economia.

Le multinazionali hanno notevolmente ridotto la forza economica degli stati nazionali.

Alcuni dati sulle multinazionali

Oggi nel mondo si contano oltre 6000 multinazionali.

Esse occupano più di 50 milioni di addetti.

Fino a pochi anni fa le multinazionali più importanti erano quasi esclusivamente europee, nordamericane o giapponesi; oggi,invece, sono in netto aumento le imprese di paesi come Cina, Corea del Sud, Brasile e India.

L'istogramma dei fatturati delle multinazionali

Come e cosa producono le multinazionali

Molte multinazionali, specie dell'abbigliamento e dell'elettronica, non producono più nulla direttamente, perché affidano la produzione a imprese del Sud del mondo.

Le multinazionali concentrano i loro sforzi nella ricerca di nuove tecnologie e soprattutto in costose campagne pubblicitarie in cui promuovono il loro marchio.

In genere, le spese pubblicitarie incidono maggiormente di quelle di produzione sul costo finale di un prodotto.

L'enorme potere delle multinazionali

Le multinazionali controllano, da sole, i due terzi del commercio internazionale.

Le più grandi hanno un fatturato annuo superiore al reddito nazionale di Stati di medie dimensioni

Le multinazionali sono in grado di spostare rapidamente le proprie attività produttive dai Paesi d'origine verso Paesi poco sviluppati, dove i costi sono più bassi.

I rapporti tra le multinazionali ed i Paesi dove sono presenti

● Le multinazionali chiedono ed ottengono dai governi nazionali agevolazioni fiscali, finanziamenti, esenzioni dalle norme di salvaguardia ambientale.

Esse minacciano di spostarsi altrove nel caso di leggi considerate ostili.

La nascita di aree industriali speciali dove operano le multinazionali

Negli ultimi decenni le multinazionali hanno favorito la nascita, nei Paesi in via di sviluppo, di oltre 1000 aree di produzione industriale rivolte all'esportazione.

In queste aree lavorano circa 30 milioni di persone e vengono prodotte merci senza pagare dazi doganali ed imposte sul reddito, inoltre non vengono riconosciuti i diritti sindacali.

Le condizioni dei lavoratori nel Sud del mondo

● Oggi le multinazionali dispongono nel Sud del mondo di un esercito di manodopera a basso costo che permette alle aziende di produrre merci a prezzi bassissimi

● Si tratta dei tre quarti dei lavoratori del globo che in maggioranza non hanno un contratto di lavoro regolare, né diritto di sciopero e sussidi contro la disoccupazione ed inoltre devono far fronte da soli alla malattia, alla povertà e a una vecchiaia senza pensione

Lo sfruttamento dei bambini e dei poveri nel Sud del mondo

● Molti Stati sottosviluppati del mondo, governati da dittature, permettono lo sfruttamento del lavoro minorile

● Nel Sud del mondo, inoltre, esistono milioni di poveri disposti a lavorare a qualsiasi condizione pur di migliorare la loro misera situazione

Le conseguenze sulla geografia mondiale del lavoro delle politiche

delle multinazionali● Le multinazionali hanno operato la

delocalizzazione, cioè il trasferimento nei paesi in via di sviluppo di migliaia di impianti industriali

● Tali impianti erano prima a basso contenuto tecnologico, come l'abbigliamento, le calzature e l'arredamento

● Oggi le multinazionali trasferiscono anche impianti per produzioni tecnologicamente avanzate, come l'informatica e l'elettronica

Il trasferimento di milioni di posti di lavoro dal Nord al Sud del mondo

● Le multinazionali, oltre agli impianti, trasferiscono dal Nord al Sud del mondo anche milioni di posti di lavoro

● Ciò avviene perché in mancanza di regole e diritti dei lavoratori condivisi in tutto il mondo si è sviluppata una spietata concorrenza tra i lavoratori disseminati sul globo

● Esiste, quindi, un legame tra lo sfruttamento dei lavoratori dei paesi sottosviluppati ed il peggioramento delle condizioni di vita di molti lavoratori in Europa e negli USA

Il cambiamento delle condizioni di lavoro nel Nord del mondo

● In America settentrionale e in Europa occidentale, milioni di lavoratori hanno perso il posto perché le multinazionali hanno trasferito impianti nei Paesi in via di sviluppo

● Pur di non perdere il posto, i lavoratori del Nord hanno dovuto accettare di ridurre la loro paga ed i propri diritti

L'aumento dei lavori precari nel Nord del mondo

● La maggior parte dei nuovi posti di lavoro nei Paesi del Nord, Italia compresa, è oggi costituita da contratti atipici, detti precari

● Tali contratti sono caratterizzati da durata incerta, salari modesti, assenza o quasi di diritti e assicurazioni contro malattie ed infortuni

L'aumento delle disuguaglianze sociali nel Nord del mondo

● Nel Nord del mondo, dopo tanti decenni, è aumentato il divario tra le retribuzioni dei dirigenti delle aziende e quelli dei dipendenti

● Oggi un manager di una grande impresa può percepire un salario 119 volte maggiore rispetto a quello del lavoratore meno pagato

● Per la prima volta, dopo un secolo, i lavoratori del Nord del mondo hanno visto peggiorare e non migliorare le proprie condizioni di vita

Aspetti positivi delle multinazionali

● Hanno consentito il miglioramento delle condizioni di vita di molti abitanti dei paesi meno sviluppati

● Hanno trasferito in regioni arretrate tecnologie avanzate, opportunità di lavoro e capitali

Aspetti negativi delle multinazionali

● Realizzano enormi profitti attraverso un intenso sfruttamento del lavoro, compreso il lavoro minorile

● Provocano la devastazione di interi ecosistemi● Finanziano campagne di stampa ingannevoli

per convincere i consumatori che le loro produzioni non sono nocive né alla salute umana, né all'ambiente

Il lavoro nell'epoca della globalizzazione

La globalizzazione ha creato un mercato del lavoro su scala mondiale, in continua crescita, composto da 2,8 miliardi di occupati.

Purtroppo, la crisi economica del 2007-2008 ha bloccato questa crescita causando la perdita di migliaia di posti di lavoro.

Con la globalizzazione le multinazionali hanno trasferito produzioni e posti di lavoro per lo più dal Nordamerica e dall'Europa occidentale, dove i lavoratori sono ben retribuiti e godono di diritti sanciti dalle leggi, verso i paesi del Sud del mondo , dove i salari sono bassi e i diritti dei lavoratori inesistenti.

Salari medi annui nel settore industriale nel 2012

paese Salario lordo annuo (in euro)

29570

Italia 23600

Brasile 4800

Cina 3640

India 2700

Germania

Lo sfruttamento dei lavoratori nell'era della globalizzazione

Lo sfruttamento del lavoro minorile