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Le nuove sfide dell‘Europa: Le rivoluzioni africane. VOCI D‘EUROPA ANNO 1 - N. 3 - MARZO 2011

Le nuove sfide dell‘Europa: Le rivoluzioni - Lo spazio delle idee · 2016-05-05 · E proprio l’Italia, sia per la vicinanza geografica sia per aver, ... l’alto rappresentante

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Le nuove sfide dell‘Europa:

Le rivoluzioni

africane.

VOCID‘EUROPA

ANNO 1 - N. 3 - MARZO 2011

Voci d’EuropaProgetto editoriale ideato e realizzato da:

Coop. Soc. Lo spazio delle idee Punto Europe Direct Roseto

Centro Informa Giovani Roseto

Finanziato dalla Commissione europea

Direzione generale Istruzione e cultura

attraverso il programma“Gioventù in azione”

Azione secondaria 1.2 - Iniziative giovaniattuato In Italia dall’Agenzia Nazionale per i Giovani.

Dipartimento della Gioventù Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Con il contributo delComune di Roseto degli Abruzzi

Ass.to alle politiche giovanili e comunitarie

Project coordinatorGIuSEPPE GINobLE

Direttore editorialeMIRELLA LELLI

CoachbIANCAMARIA DI DoMENICo

Redazione:Alberto Di Nicola, Alessio Palmarini, Antonio bidetta

Carla Di Diomede, Cinzia Liberatore, Federica Pavone, Francesca Di Luzio,

Francesca Michelucci, Guglielmina Di Sante, Lorenzo Falà, Maria Rita Pacioni, Marina Di Carlo, Martina bidetta,

Riccardo Montese, Riccardo Valentini, Silvio Pacioni, Simone Terramani, Vanessa Trammanoni

Laura Marinucci, Silvia Nallira, Valeria Passamonti, Filippo Testa

StampaTIPoLITo RoSETANA

Come funziona l’Unione europea •Cittadinanza europea (diritti e doveri)•Politiche dell’Istruzione•Politiche giovanili dell’Unione Europea•Giovani e Lavoro (offerte Eures)•Politica dei Consumatori, •Salute e Benessere •Ambiente •Energia •Sport•Cultura e Società•Tradizioni europee come occasione di dialogo •interculturaleUna lettera all’Europa•Dal nostro inviato•Parole d’Europa •Poesie e Aforismi •Polls•

Contatti di Redazione

Sede operativaCentro Informa Giovani - Punto Europe Direct

Via Nazionale Adriatica 25064026 Roseto degli Abruzzi (TE)

Tel. + 39 085-89453 657 - 658 - 659 fax + 39 085-8930101

Sede AmministrativaCooperativa Sociale Lo spazio delle idee s.c.s.a.r.l.

Via Vico Patrizi, 5 64026 Roseto degli Abruzzi (TE)

fax + 39 085-8944446

website:www.lospaziodelleidee.org/vocideuropa

Project [email protected]

Direttore [email protected]

[email protected]

Redazione:[email protected]

sommario

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Copertina:Lenuovesfidedell’Europadi Alessio Palmarini p. 4La Commissione europea di Cinzia Liberatore p. 6 CittadinanzaEuropea-Dirittidimobilità:DIRITTODISOGGIORNO p.7MobilitàindividualeperglialunniComenius di Simone Terramani p. 8 Bandodiconcorso2011:Europacambialascuola2011 di Simone Terramani p. 9Dalnostroinviato:IlmioErasmusaIstambuldi Giulia Ferri p.10 ServizioVolontarioEuropeo:l’esperienzadiMarta(una polacca in Italia) eFederica(un’italiana in Polonia) p.12LoSVEperleorganizzazionidi Riccardo Valentini p.13 Storiad’Italiadall’unitàaoggipassandoperilprocessodiintegra zioneeuropeadi Laura Marinucci, Silvia Nallira, Valeria Passamonti e Filippo Testa p.14

GliauguridelleIstituzionieuropeeperil150°anniversariodell’Unitàd’Italiadi Cinzia Liberatore p.18 2011Annoeuropeodelvolontariato p.19

Agendapernuovecompetenzeeperl’occupazione di Federica Pavone p.20 Opportunitàdilavoro,studioeformazioneinEuropa p.21Buonviaggio!IVostridirittineiviaggituttocompreso di Biancamaria Di Domenico p.22 Assistenzasanitariatransfrontalieranell’UE:nuova direttivaenuovidirittiperipazientidi Biancamaria Di Domenico p.23IlDiscorsodelRe.Unsuccesso(anche)europeodi Carla Di Diomede p.24 8marzoFestadelladonnadi Biancamaria Di Domenico p.25Petrolioenucleare?Vento,sole,acquaerisparmio.IntervistaaGiovanniDamianidi Silvio Pacioni p.26 ONTHEROADdi Marina Di Carlo p.27GastronoMik:EmpanadaGallegadi Francesca Michelucci p.28 Ilgergocomunitariodi Francesca Michelucci p.29Bandieprogrammiinscadenza p.30 QUESTIONARIO:Igiovanielamobilitàeuropea p.31

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Le operazioni militari contro il regime libico di Gheddafi, iniziate proprio nei giorni in cui l’Italia celebrava il suo

150esimo anniversario, segnano una svolta decisiva nello scacchiere nordafricano attraversato negli ultimi mesi da venti rivoluzionari come mai in passato.Per decenni intere popolazioni sopportano in silenzio regimi che comprimono le loro libertà finchè un giorno, come per miracolo, un singolo episodio, che in altri periodi sarebbe passato inosservato, mette in moto una reazione che nel volger di pochi giorni è capace di sovvertire ciò che pareva immutabile. Capace altresì di diffondersi come un’inarrestabile marea, attraversando confini che parevano impermeabilizzati a qualsivoglia cambiamento dell’ordine costituito.Gli eventi che, a partire dalla Tunisia, stanno scuotendo tutta l’Africa mediterranea fino a coinvolgere addirittura gli emiri del Vicino oriente, hanno rimesso violentemente in moto la macchina della storia in un’area del mondo che, a detta degli osservatori, era considerata tra le più stabili. Regimi che con pugno di ferro hanno represso per decenni gli aneliti di libertà provenienti dai loro popoli, sono caduti come castelli di carta per di più senza quasi far scorrere sangue tra le popolazioni.In Libia al contrario la violenta repressione del regime guidato da Gheddafi, che ha per giorni bombardato il suo stesso popolo dando inizio ad una vera e propria guerra civile, ha portato ad una risposta armata i paesi occidentali, tra cui l’Italia, al fine di far rispettare la risoluzione ONU che impone la no fly zone sui cieli libici.Questo intervento armato, che al momento di andare in stampa sembrerebbe limitato esclusivamente a bombardamenti (da cielo e da mare) di installazioni militari libiche, apre nuovi scenari carichi di numerose incognite. Non è detto che i soli bombardamenti siano sufficienti a costringere Gheddafi a lasciare il potere ed altresì espongono i Paesi occidentali a ritorsioni terroristiche di cui il rais africano ha già dato prova in

passato di saper metter in atto spietatamente.E proprio l’Italia, sia per la vicinanza geografica sia per aver, con la partecipazione alle operazioni militari, rinnegato un trentennale politica di sostanziale buon vicinato con quella che un tempo era definita la quarta sponda, è uno dei Paesi più esposti ad eventuali reazione (non si sa di che tipo) del leader libico.

Nel frattempo una delle conseguenze di questo vasto scenario di crisi è già emergenza per l’Italia: la questione immigrazione. Migliaia di uomini in fuga da guerra e povertà sono pronti a riversarsi sulle nostre coste in cerca di una prosperità che un continente da anni in affanno economico, difficilmente potrà loro offrire.In assenza di un forte impegno europeo, che purtroppo è sempre mancato, il nostro Paese, specie negli ultimi anni, aveva raggiunto con gli Stati dell’area nordafricana una serie di accordi bilaterali per il rimpatrio dei clandestini. Accordi che naturalmente sono attualmente saltati con il rovesciamento delle autorità che li avevano sottoscritti.

COPERTINA

RIVOLUZIONI

LE NUOVE SFIDE

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COPERTINA

In questo campo una azione forte e coordinata in sede europea sarebbe molto auspicabile e in linea con gli interessi di tutti i suoi membri. I migranti infatti, pur se approdano sulle coste italiane, hanno interesse e volontà di raggiungere anche altri paesi europei, con tutti i problemi che una immigrazione massiccia ed incontrollata di gente in fuga dalla guerra e dalla miseria può comportare. I migranti infatti, pur se approdano sulle coste italiane, hanno interesse e volontà di raggiungere anche altri paesi europei, con tutti i problemi che una immigrazione massiccia ed incontrollata di gente in fuga dalla guerra e dalla miseria può comportare. Azioni di aiuto e supporto a quelle popolazioni, che il nostro Paese ha già messo in atto, andrebbero coordinate e decise dalla stessa unione Europea, in quanto una soluzione per tamponare l’emergenza dettata dagli eventi in corso e le conseguenze che ci saranno nei prossimi mesi, è nell’interesse di tutti.

Ciò che purtroppo è da segnalare è la spaccatura tra i vari paesi dell’unione in merito all’intervento armato: da un lato Francia, Italia ed Inghilterra attivamente impegnati sul campo, dall’altro la Germania critica sulla piega presa dagli eventi e più in sintonia con Russia e Cina che con gli alleati

occidentali.In particolare la Francia (anche a causa di una deprecabile mancanza di leadership degli Stati uniti di obama che, alla prima vera crisi della sua presidenza, sta venendo rumorosamente meno ai suoi compiti) si è da subito distinta per il suo particolare attivismo, essendo la nazione che ha dato inizio alle operazioni militari forzando, a detta di molti, la lettera della stessa risoluzione ONU. Ciò forse è dovuto all’esigenza di crearsi uno Stato amico sull’altra sponda del Mediterraneo dopo che sono caduti, uno dopo l’altro, i regimi di Tunisi e del Cairo, storicamente vicini ai nostri cugini transalpini.Questa ennesima e clamorosa spaccatura all’interno dell’Unione Europea impone una seria riflessione sulla reale volontà degli Stati membri di applicare una politica estera comune. L’attuale architettura dei poteri e delle funzioni si è dimostrata inadeguata. I singoli stati europei si sono divisi ognuno secondo i propri interessi particolari, senza che la Commissione fosse minimamente in grado di far ascoltare la propria voce.Al suo primo importante banco di prova Catherine Ashton, l’alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’unione europea, ha sostanzialmente fallito il suo compito di sintesi delle posizioni dei vari paesi europei. È emerso con chiarezza che c’è ancora molta strada da percorrere per giungere ad una vera integrazione tra i vari Stati su temi decisivi come la guerra, la pace e la scala di valori e priorità da perseguire.Si è riproposto all’attenzione di tutti l’impossibilità di incidere sulle crisi internazionali, e quindi di tutelare interessi in esse, senza l’ausilio di forze armate da schierare sul campo. Finché l’unione Europea dovrà delegare le soluzioni operative nei vari scenari di crisi internazionale ad organismi sovranazionali (NATO) o a singoli Paesi, la sua voce rimarrà flebile ed inascoltata.

di Alessio Palmarini

DELL’EUROPA:

AFRICANE

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COMEFUNZIONAL’UNIONEEUROPEA

La Commissione europea è una delle tre istituzioni principali dell’Unione Europea e lavora, insieme

al Parlamento e al Consiglio dei Ministri, per garantire che le decisioni su questioni specifiche di interesse co-mune possano essere prese democraticamente a livello europeo. Il nucleo originario da cui deriva l’attuale Commissio-ne Europea fu l’Alta autorità della Comunità europea del carbone e dell’acciaio, creata nel 1951 con il Trat-tato di Parigi che istituì la CECA. In seguito, i Trattati di Roma del 1957 affiancarono alla CECA la Comuni-tà Economica Europea (CEE) e la Comunità europea dell’energia atomica (Euratom), entrambe dotate di una propria “Commissione”. I tre esecutivi europei (Alta autorità della CECA, Commissione della CEE, Com-missione dell’Euratom) coesistettero fino al 1º luglio 1967, quando il Trattato di fusione portò a combinarli in un unico organismo, la Commissione delle Comuni-tà europee.La Commissione europea rappresenta la voce degli Sta-ti membri, infatti essa è un organo indipendente dai go-verni nazionali, il cui compito è quello di rappresentare e sostenere gli interessi dell’UE nel suo complesso. La Commissione detiene il potere esecutivo, in altre paro-le essa svolge un ruolo di controllo delle decisioni del Parlamento e del Consiglio e vigila sul rispetto della legislazione e dei trattati europei.Inoltre, la Commissione redige proposte di nuove leggi europee e gestisce i programmi finanziati dall’Unione Europea, distribuendone i fondi.Composizione della Commissione EuropeaLa Commissione è composta da 27 membri – donne e uomini – uno per ciascuno Stato.I membri della Commissione sono chiamati informal-mente “commissari” e vengono scelti tra le personalità di spicco dello stato membro di appartenenza, tutta-via essi si impegnano ad agire nell’interesse generale dell’Unione e a non ricevere istruzioni dai governi na-zionali.In base al nuovo Trattato di Lisbona (1 dicembre 2009), tra i membri è compreso anche l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (PESC) in veste di vicepresidente. La Commissione è inoltre presieduta da un Presiden-te, il quale ha il compito di assegnare i portafogli ai

commissari e guidarne l’azione. Dalla sua creazione ad oggi, due italiani hanno assunto l’incarico di Presidenti della Commissione Europea: si tratta di Roberto Maria Malfatti e Romano Prodi. La commissione Malfatti, nei primi anni Settanta, lavorò sulla cooperazione mone-taria e gestì il primo allargamento, che vide l’ingresso di Regno Unito, Irlanda e Danimarca nelle Comunità europee. Invece, la Commissione Prodi fu in carica dal 1999 al 2004 e gestì l’introduzione dell’euro, l’allarga-mento ai 10 nuovi stati membri nel 2004 e il Trattato di Nizza, firmato nel 2001.Attualmente, il Presidente della Commissione è il por-toghese José Manuel Barroso che nel 2010 è stato ri-nominato per un secondo mandato. Il membro italiano dell’attuale Commissione è Antonio Tajani, commissa-rio per la politica dei Trasporti.Il lavoro quotidiano della Commissione è svolto da funzionari amministrativi, esperti, traduttori, interpre-ti e personale di segreteria. I funzionari europei sono circa 23 000.La durata del mandato della Commissione è di cinque anni ed essa viene nominata entro sei mesi dalle elezio-ni del Parlamento europeo. Dove ha sede la CommissioneLa Commissione ha sede a Bruxelles, in Belgio, ma dispone anche di uffici a Lussemburgo e di rappresen-tanze in tutti i paesi dell’UE, nonché di delegazioni in molte capitali del mondo.Di cosa si occupa la CommissioneLa Commissione europea assolve quattro funzioni fon-damentali:

La Commissione propone gli atti legislativi al Par-1. lamento e al Consiglio con l’obiettivo di difendere gli interessi dell’Unione e dei suoi cittadini; In quanto organo esecutivo dell’UE, la Commissio-2. ne amministra ed esegue il bilancio dell’Unione; La Commissione è custode dei trattati: insieme alla 3. Corte dei Conti vigila sull’applicazione del diritto europeo (insieme con la Corte di giustizia); La Commissione rappresenta l’Unione europea a li-4. vello internazionale, per esempio nei negoziati con paesi terzi per la conclusione di accordi. È un im-portante portavoce dell’UE sulla scena mondiale: gli Stati membri riescono infatti, grazie ad essa, a esprimersi con un’unica voce in contesti internazio-nali

Lavorare per la CommissioneVuoi lavorare alla Commissione? Partecipa a un concorso bandito da EPSO – l’Ufficio Europeo di Selezione del Personale, oppure candidati per un tirocinio.L’Ufficio europeo per la selezione del personale (EPSO) è l’ufficio reclutamento delle istituzioni dell’Unione euro-pea. L’EPSO organizza dei concorsi pubblici per selezionare personale altamente qualificato da impiegare in tutte le istituzioni dell’unione Europea. Per maggiori informazioni: http://europa.eu/epso/index_it.htmSvolgere uno stage presso una delle Istituzioni europee è un’esperienza che apre la mente, grazie ai continui stimoli che può dare un ambiente multietnico e multiculturale. La Commissione offre ai laureati la possibilità di svolgere due volte l’anno, per brevi periodi, Tirocini Amministrativi e Tirocini per Traduttori presso le proprie direzioni generali. I tirocini sono retribuiti con borse di studio. Per maggiori informazioni consultare la guida ai tirocini rea-lizzata dalla Rappresentanza in Italia della Commissione Europea: http://ec.europa.eu/italia/news/217131_it.htm

LA CoMMISSIoNE EuRoPEA – LA VoCE DEGLI STATI MEMbRIdi Cinzia Liberatore

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Nel numero precedente del nostro mensile, abbiamo iniziato a parlare dei “diritti di mobilità” (Arti-

colo 21 - ex articolo 18 del TCE) che comprendono sia il diritto alla libertà di circolazione che il diritto di soggiorno su tutto il territorio dell’Unione e abbiamo analizzato il primo. In questo numero analizzeremo il diritto di soggiorno.

Che cos’èÈ il diritto di permanere sul territorio di uno Stato mem-bro dell’Unione europea.

Chi ne è titolareIl cittadino dell’Unione e i suoi familiari che lo accom-pagnino o lo raggiungano.

Requisiti richiesti

Soggiorno sino a tre mesi

Per il cittadino dell’Unione:Possesso della carta di identità o passaporto valido.

Per i suoi familiari senza la cittadinanza di uno Stato membro:Possesso del passaporto valido.

Soggiorno per un periodo superiore a tre mesi

Per il cittadino dell’Unioneessere lavoratore dipendente o autonomo nello Sta-1. to membro ospitante

oppuredisporre per sé e/o per i propri familiari di risorse 2. economiche sufficienti così da non gravare sull’as-sistenza sociale dello Stato ospitante durante il pe-riodo di soggiorno - e di un’assicurazione malattia a copertura di tutti i rischi nello Stato membro ospi-tante

oppureessere iscritto presso un istituto pubblico o privato 3. riconosciuto o finanziato dallo Stato membro ospi-tante per seguire a titolo principale un corso di stu-di, inclusa una formazione professionale, e avere un’assicurazione malattia che copra tutti i ri-• schi nello Stato membro ospitante assicurare - con una dichiarazione o altro mezzo - • di disporre per sé e per i propri familiari di risorse economiche sufficienti, così da non gravare sull’as-sistenza sociale dello Stato ospitante durante il pe-riodo di soggiorno

oppureessere un familiare che accompagni o raggiunga un 4. cittadino dell’Unione che sia nelle condizioni indi-cate ai punti 1, 2 o 3.

Anche se il permesso di soggiorno è stato abolito, lo Stato membro ospitante può richiedere ai cittadini dell’Unione l’iscrizione presso le autorità competenti.

Per i suoi familiari senza la cittadinanza di uno Stato membroAccompagnare o raggiungere nello Stato membro ospi-tante il cittadino dell’Unione che sia nelle condizioni indicate ai punti 1, 2 o 3.

Carta di soggiorno di familiare di un cittadino dell’UnioneÈ il documento che comprova il diritto di soggiorno e che deve essere chiesto, entro tre mesi dall’arrivo, dai familiari.Lo Stato membro rilascia la carta entro sei mesi dalla presentazione della domanda, della quale viene rilascia-ta immediatamente una ricevuta. La carta ha validità di cinque anni dalla data del rilascio.

Soggiorno permanenteÈ l’espressione concreta della cittadinanza dell’Unio-ne.

Per il cittadino dell’UnioneCinque anni di permanenza legale e continuativa sul territorio dello Stato membro ospitante.Il cittadino può chiedere che gli venga rilasciato un do-cumento che attesti il soggiorno permanente. Tale documento è rilasciato, dopo la verifica della dura-ta del soggiorno, nel più breve tempo possibile.

Per i suoi familiari senza la cittadinanza di uno Stato membroCinque anni di permanenza legale e continuativa as-sieme al cittadino dell’Unione sul territorio dello Stato membro ospitante.I familiari sono tenuti a chiedere il rilascio di una carta di soggiorno permanente. La carta, rilasciata entro sei mesi dalla presentazione della domanda, ha durata illi-mitata ed è rinnovabile di diritto ogni dieci anni.

Attenzione!La continuità del soggiorno può essere comprovata con qualsiasi mezzo ammesso dallo Stato membro ospitan-te ed è interrotta da qualsiasi provvedimento di allon-tanamento valida¬mente eseguito nei confronti della persona interessata.La permanenza si considera continuativa anche in caso di:

assenze temporanee che non superino complessiva-• mente sei mesi all’annoassenze di durata superiore per assolvere gli obbli-• ghi militariassenza di dodici mesi consecutivi al massimo per • motivi rilevanti come gravidanza e maternità, ma-lattia grave, studi o formazione professionale o di-stacco per motivi di lavoro in un altro Stato mem-bro o in un paese terzo.

Una volta acquisito, il diritto di soggiorno permanente si perde soltanto a seguito di assenze di durata superiore a due anni consecutivi dallo Stato membro ospitante.

Diritti di mobilità: il diritto di soggiorno.

CITTADINANZAEUROPEA

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POLITICHEDELL’ISTRUZIONE

Lifelong Learning Programme - Comenius (MIA):Mobilità individuale per gli alunni delle scuole superiori

di Simone Terramani

La mobilità ha un ruolo chiave in tutto il Programma di Apprendimento Permanente.

In tutti i programmi settoriali infatti il primo obiettivo operativo indicato nella Decisione che istituisce il Pro-gramma è incentrato sull’incremento della mobilità, cui corrispondono un generale aumento del budget destina-to a questo tipo di attività e l’introduzione di alcune no-vità. In particolare, per Comenius si parla di migliorare la qualità ed il volume della mobilità, degli scambi di allievi e personale docente nei vari stati membriLe attività di mobilità Comenius comprendono:

Assistentato Comenius• per i futuri insegnanti di qualsiasi materiaLa possibilità per le scuole di • Ospitare un assisten-teFormazione in servizio• partecipazione di insegnan-ti e altro personale docente a corsi di formazione, tirocini presso istituti scolastici o imprese e dal 2010 è stata introdotta anche la • Mobilità in-dividuale per gli alunni delle scuole superiori (MIA)

L’azione Mobilità individuale degli alunni Comenius consente agli studenti della scuola superiore di trascor-rere un periodo, da 3 a 10 mesi, in una scuola e in una famiglia ospitante all’estero. Lo scopo di quest’azione è di dare la possibilità agli alunni di fare un’esperienza di apprendimento europea, sviluppare la loro comprensione della diversità cultura-le e linguistica presente in Europa, e acquisire le com-petenze necessarie al loro sviluppo personale. La partecipazione a quest’attività rappresenta inoltre un’esperienza pedagogica a livello internazionale per gli insegnanti coinvolti, ed è un’occasione per svilup-pare la dimensione europea della scuola e per stabilire una cooperazione sostenibile tra l’istituto di provenien-za e quello ospitante.Gli alunni che faranno la mobilità devono aver compiu-to 14 anni al momento della partenza. Possono candi-darsi alla partecipazione del programma le scuole se-condarie di II grado che sono o sono state coinvolte in un partenariato scolastico Comenius. L’entità delle sovvenzioni concesse, e la durata dei pro-getti, varieranno a seconda dei Paesi e delle scuole or-ganizzatrici.La sovvenzione sarà erogata alla scuola di provenienza degli alunni e coprirà i seguenti costi:

costi organizzativi sostenuti dalla scuola di prove-• nienza,costi sostenuti dalla scuola di provenienza per la •

preparazione linguistica di ogni alunno,costi organizzativi sostenuti dalla scuola ospitante, • compresi i costi per il tutorato,costi di viaggio dell’alunno,• indennità mensile per l’alunno per le spese effettua-• te nel paese ospitante.

L’ammontare delle sovvenzioni concesse e la durata del progetto varieranno a seconda dei Paesi e delle scuole che organizzano la mobilità.

La Commissione Europea ha predisposto un Manuale per la Mobilità degli alunni Comenius, rivolto a tutti gli attori coinvolti: le scuole, gli alunni, i loro genitori e le famiglie ospitanti.E’ un documento essenziale, che fornisce informazioni fondamentali per la corretta implementazione della mo-bilità e per il benessere degli alunni. Il Manuale, infatti, specifica quali sono i ruoli e le responsabilità, le sca-denze da rispettare, forniscono consigli riguardanti le varie fasi della mobilità e contiene i moduli che devono essere compilati dai partecipanti. La consultazione del manuale garantisce un’esperienza di apprendimento positiva e il benessere degli alunni durante il loro soggiorno all’estero:

la 1. prima parte fornisce informazioni pratiche ai partecipanti ed è organizzato in base alle differenti esigenze e interessi delle parti coinvolte,la 2. seconda parte contiene tutti i moduli che devono essere compilati.

Per consultare il Manuale e per altre informazioni sul-la MIA, visitate il sito dell’Agenzia Nazionale LLP: www.programmallp.it

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POLITICHEDELL’ISTRUZIONECITTADINANZAEUROPEA

Il 16 maggio 2011 scade il termine per partecipare al Concorso “L’Europa cambia la Scuola”. Possono

candidasi al riconoscimento del Label Nazionale tutti gli istituti di ogni ordine e grado che abbiano realizzato iniziative di cooperazione europea nel periodo 2008-

2011 (con conclusione entro l’anno scolastico 2010/11 Il label “L’Europa cambia la scuola” arrivato ormai alla sua terza edizione in parte si rinnova.Il 2010 è passato e la strategia di Lisbona ha lasciato il posto ad una nuova strategia “Eu 2020” pertanto il Label ha oggi una diversa strategia di riferimento e un nuovo programma per l’istruzione “ET2020” come nuovo faro da seguire.Il punto di partenza resta però lo stesso quello di dare la giusta evidenza all’analisi dell’impatto sulla scuola delle attività di co-operazione europea sviluppate dall’istituto, favorendo la presa di coscienza del processo avviato nell’ambiente educativo in cui è sta-to realizzato e nelle sue diverse componenti: alunni, personale della scuola, famiglie, co-munità locale, partenariato europeo…Attraverso il concorso si intende promuove-re in seno alle scuole coinvolte nella coope-razione europea un percorso di riflessione e consapevolezza che aiuti gli istituti a soste-nere i processi di miglioramento attivati.Questo riconoscimento si propone di dare la giusta evidenza all’impatto che le attivi-tà in dimensione europea hanno avuto sugli

istituti scolastici nelle loro diverse componenti: alunni, personale della scuola, famiglie, comunità locale, par-tenariato europeo e anche di fornire un concreto aiuto alla sostenibilità del percorso intrapreso.I 10 istituti che al termine della selezione verranno ri-

tenuti meritevoli dei Label nazionali riceveranno anche un premio di 2.000 euro ciascuno da desti-nare al sostegno dei processi di innovazione da loro avviati.Il concorso quest’anno risulta semplificato, fat-to di indicazioni più snelle per le scuole e mag-giormente relazionato con il livello territoriale coinvolgendo direttamente anche nella fase di valutazione le Direzioni scolastiche regionali.Agli istituti partecipanti vengono anche forniti chiari criteri di valutazione al fine di rendere più trasparenti i processi di attribuzione del Label e facilitare la loro risposta.Per partecipare sarà necessario compilare il modulo di candidatura disponibile e scaricabi-le dal sito MIuR-Direzione Generale Affari In-ternazionali - buongiorno Europa: all’indirizzo:

http://archivio.pubblica.istruzione.it/buongiorno_euro-pa/label2011.shtml.Allo stesso indirizzo si possono trovare il bando e tutte le informazioni utili alla partecipazione delle scuole, insieme ai criteri di valutazione e agli indirizzi a cui inviare la propria proposta e il proprio “racconto”.

POLITICHEDELL’ISTRUZIONE

Bando di CONCORSO 2011L’EUROPA CAMBIA

LA SCUOLA di Simone Terramani

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Lifelong Learning Programme - Comenius (MIA):

DALNOSTROINVIATO

L’Erasmus, come programma dell’unione Europea, offre la possibilità ad uno studente universitario di

trascorrere un periodo di studio (un semestre o un intero anno accademico) in una università straniera. Inoltre, permette di confrontare e comprendere concretamente le differenze a livello di istruzione universitaria tra i vari atenei europei. A mio avviso, purtroppo, l’Erasmus non è molto pubbliciz-zato e molti pensano che sia solo una perdita di tempo, una gita pagata dall’uE, un’occasione per fare sempre e solo feste e divertirsi. Anche, ma non solo. Dipende molto dal-la propensione individuale di ogni studente. Secondo me, è sicuramente un esperienza di studio molto interessante, con-siderando anche la molteplicità delle mete europee e non che possono essere visitate, un’ avventura che aiuta a scoprire e comprendere il nostro posto nel mondo. Io ho scelto Istanbul, Turchia, per 6 mesi. Istanbul è una me-galopoli di 17 milioni di abitanti e la prima cosa che mi ha colpito all’arrivo è stato il mare; un’immensa risorsa per la città che vive grazie ad esso e se ne sazia come un bambino si disseta da una fontana e pensai che mi avrebbe sicuramen-te fatto sentire meno la mancanza di casa nei momenti di nostalgia. E poi ricordo le tantissime moschee che si perdo-no a vista d’occhio; e ancora luci, profumi, persone di ogni nazionalità e le bellezze architettoniche. Infine, tradizioni ottomane, tratti occidentali, islamismo e laicità, sono solo alcune delle linee direttrici che fanno di Istanbul una città unica per la capacità di far convivere pacificamente con-trasti decisamente evidenti. Istanbul è la donna che indos-sa l’esarp, il velo richiesto dall’Islam, che porta una gonna

al ginocchio, tacchi e borsa firmata. Istanbul è il ponte sul bosforo, che collega la parte asiatica a quella europea, due mondi che stentano ancora a riconoscersi come facce della stessa città. Istanbul è il Generale Ataturk, il padre fondatore della moderna Turchia, che con la sua immagine campeggia in ogni casa, ufficio e negozio. Istanbul è una città con una storia millenaria alle spalle e un popolo che ha molto da in-segnarci per quanto riguarda rispetto, cordialità e ospitalità. Di tutto ciò mi sono resa conto sin dal primo giorno e molti sono stati gli episodi che mi hanno dimostrato quanto ho appena detto. Se non ci son dubbi sul fatto che Istanbul sia una città favolosa, spesso vi è un’ingiustificata diffidenza verso il popolo turco e verso i musulmani in generale. “Cosa? Sei sicura di voler andare? Ma ci sono gli attentati! E ti costringeranno a mettere il velo!”. E queste sono state alcune delle reazioni immediate alla notizia del mio Erasmus ad Istanbul.

IL MIO

ERASMUS

di Giulia Ferri

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POLITICHEDELL’ISTRUZIONECITTADINANZAEUROPEA

Lifelong Learning Programme - Comenius (MIA):Mobilità individuale per gli alunni delle scuole superiori

di Simone Terramani

DALNOSTROINVIATO

A ISTANBUL

bene, ormai sono mesi che sono tornata a casa, sono ancora viva e coi capelli al vento! Anche io nel profondo avevo alcuni dubbi sul mio viaggio in Turchia! Dubbi dettati, però, più dal timore di confrontarmi con il “nuovo”, con una cultura così profondamente diversa dalla nostra, piuttosto che la paura di essere vittima di attentati. Però diverse sono state le circostanze che mi hanno portato in breve tempo ad ammirare questo popolo e a trascorrere gran parte dei mesi ad Istanbul insieme a ragazzi e ragazze turche. Vivere in una cultura diversa non significa solo conoscere persone “diverse”, ma anche vivere se stessi e scoprirsi in un modo nuovo, grazie al fatto che, per una volta, siamo noi i “diversi”, gli stranieri davanti alla porta. E passare intere giornate all’ufficio di polizia per ottenere un visto o un permesso di soggiorno e fare file interminabili davanti a qualsiasi altro ufficio cercando in qualche modo di comunicare, mi ha permesso di toccare con mano il problema di non essere capita o compresa. Tutto ciò mi ha reso ancora più sensibile di fronte a situazioni che avvengono anche nel nostro Paese, quando per esempio, all’ufficio postale si è maldisposti ad aiutare una persona straniera in difficoltà. Questa esperienza nel complesso è stata una rivelazione, uno sconvolgimento interiore. Venire a contatto con un popolo dalle mille risorse e scoprirne altrettante dentro di sé! L’Erasmus si è rivelato non solo ricco di novità per gli occhi, ma un bagaglio stracolmo di emozioni e di lezioni di vita. Concludendo, non importa se sceglierete Turchia, Francia, Spagna, Norvegia, ungheria o altri paesi, come mete del vostro viaggio Erasmus. Le scelte sono individuali ed hanno i più svariati motivi. In tutti i casi si torna cambiati, questo è certo, ma non spaventatevi, perché da questo cambiamento

non potrete che trarne solamente benefici a lungo termine.

Cercate di viverla al meglio. Appoggiarvi ad altri che parlano la vostra lingua a volte servirà per soffrire meno di quella genuina nostalgia che ogni tanto prende il sopravvento quando si è lontani da casa, ma se riuscite, e questo è un mio consiglio, cercate di non “fare gruppo” solo con ragazzi italiani, perché c’è un “mondo” che vuole essere conosciuto e che vuole conoscere la vostra storia. E se riconoscete l’importanza del mio suggerimento di aprirvi agli altri, sarà certo che riuscirete a stabilire con l’esperienza dell’Erasmus, un rapporto più intenso, essenziale per fare vostra la citazione che ha reso celebre il film L’appartamento spagnolo, che racconta la vita di un Erasmus trascorso a barcellona: “Sono francese, spagnolo, inglese, danese, non sono uno, ma una moltitudine, sono come l’Europa, sono tutto questo, sono il caos”Prima di partire un ragazzo che aveva partecipato ad un progetto Erasmus mi disse:“Ricordati che un Erasmus è per sempre!” oggi, lo posso confermare.

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Salve sono Federica, ho ventotto anni e vivo a Pineto.

Il 10 maggio del 2010 sono partita per un progetto di nove mesi in Polonia più precisamente a Danzica (in polacco Gdańsk) una città sul Mar Baltico, con una storia lunga e colorita. Danzica è la sesta città della Polonia per dimensioni e ne è il porto principale. Qui ho lavorato in un Centro per l’Integrazione di Disabili.È stata veramente un’esperienza che mi ha dato la possibilità di arricchire il mio bagaglio culturale ed emotivo sotto molti punti di vista. L’organizzazione che mi ha accolto si occupa di persone con disabilità fisica e psichica dai venti ai cinquanta anni e dispone di tre laboratori: un laboratorio di ceramica, un laboratorio di carta riciclata e un laboratorio di cucina. Io ho preso parte al laboratorio di carta riciclata insieme al gruppo di ragazzi, una coordinatrice e a una psicologa. In più ho preso parte a un laboratorio di musicoterapia, con l’utilizzo dell’acqua come strumento di terapia.In Polonia ho vissuto con tre ragazzi di cui una ragazza Armena, un’Egiziana e un ragazzo Austriaco, devo dire di essermi trovata bene, anche se c’erano delle differenze per quel che riguarda la cultura, le tradizioni, le abitudini.È stata un’esperienza fantastica che mi ha permesso di conoscere una nuova lingua, “il polacco” con cui all’inizio ho avuto un po’ di difficoltà, ma poi studiando e frequentando le lezioni, tutto è migliorato, mi ha dato la possibilità di entrare in contatto con una nuova cultura, nuove persone sicuramente stupende.Questa esperienza mi ha dato anche l’occasione di mettermi alla prova con me stessa, da sola, in un nuovo ambiente, ed è stata una sfida che ho vinto.Consiglio a tutti di mettersi in gioco e vivere l’esperienza del servizio volontario europeo per arricchire il proprio bagaglio ”interculturale”.

Cześć, (ciao)Sono Marta, ex-volontaria presso il Punto Europe

Direct – Centro Informa Giovani di Roseto. Vengo dalla Polonia dove vivo in una piccola città che si chiama Bystrzyca Kłodzka (sicuramente impronunciabile per Voi), vicina alla frontiera tra Polonia e Repubblica Ceca. Sono una di quelle persone che viaggiano tanto e amano scoprire le culture diverse. Così è nata in me l’idea di fare un’esperienza nuova come lo SVE. Ho scelto l’Italia perché ci ero già stata e mi affascinava l’idea di tornarci. Il tempo passato a Roseto ed al Centro Informa Giovani è indimenticabile – quando mi torna in mente, è un raggio di sole primaverile. Attraverso questa esperienza ho imparato ad essere ancora più aperta, capire gli altri – soprattutto quando ci sono ostacoli “culturali”, ho migliorato l’italiano che penso sia la lingua più bella del mondo. A Roseto ho vissuto con 2 ragazze – una tedesca, un’altra turca. Il periodo passato con loro mi ha dato la possibilità di conoscere meglio anche le loro culture. Durante la formazione per i volontari, sia a Verbania che a Torre del Greco, inoltre, ho conosciuto tanti altri volontari provenienti da paesi diversi con cui, ancora oggi, sono in contatto. E’ stata una bellissima esperienza, la rifarei subito solo se fosse possibile. Adesso lavoro in un’agenzia di viaggi dove, approfittando dalle mie conoscenze acquisite in Italia, ai miei clienti, offro le possibilità di fare un viaggio in Italia spiegando loro le meravilglie del Vostro “Bel Paese”. Volete chiedermi se sono cambiata durante questi mesi passati in Italia? Io Vi rispondo, con orgoglio: “Si! Sono più matura, più allegra, più indipendente e soprattutto più rilassata, vivo di ogni momento della mia vita, questo grazie a Voi italiani.

POLITICHEGIOVANILI

Serviz io Volontario Europeo:l’esperienza di Marta (una polacca in I tal ia)

e Federica (un’i tal iana in Polonia)

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POLITICHEGIOVANILI

SVE

Come accogl iere un volontario europeo?

I l Servizio Volontar io Europeo per le organizzazioni :

I l Servizio Volontario Europeo per i Giovani (SVE) è un momento d’incontro, di conoscenza e di scambio;

è un’occasione per eliminare pregiudizi e preconcetti, per rafforzare la propria capacità di relazionarsi con l’esterno, per creare occasioni di confronto tra culture diverse. Le organizzazioni che intendono accogliere un volontario europeo devono voler accettare questa sfida e, ancora prima, come lo stesso volontario, devono voler aprire se stesse a una nuova esperienza con i suoi lati positivi e negativi.Delle cinque Azioni del programma “Gioventù in Azione” il Servizio Volontario Europeo (SVE), consente alle associazioni, agli enti e alle organizzazioni locali senza scopo di lucro di ospitare (o inviare all’estero) giovani, che s’impegnano come volontari in un progetto.Per fare questo la Comunità offre un sostegno economico alle associazioni, che, accogliendo uno o più volontari, intendono sviluppare propri progetti locali e aprirsi a una nuova cultura, nuove idee e aspetti interculturali. Due presupposti fondamentali dovrebbero essere ben radicati in chi voglia prepararsi all’esperienza dello SVE, e quindi sia volontari sia organizzazioni, e cioè:

Disponibilità a un’informazione completa e 1. trasparente sui modi di partecipazione e sui vari soggetti coinvolti. Infatti, bisogna tener presente che ci si muove all’interno di un progetto organizzato in livelli, diversi tra di loro ma al contempo tutti intrecciati insieme da un filo rosso; per questo fin dall’inizio devono essere chiari i ruoli (per esempio chi si deve rapportare all’Agenzia Nazionale, chi al volontario, chi al tutore);una 2. forte motivazione ad aprirsi nei confronti di una persona e di una cultura nuova e a mettersi in gioco.

Sulla base di questi presupposti informali, le organizzazioni possono accogliere uno o più ragazzi, purché legalmente residenti in uno dei paesi dell’unione Europea e purché rientranti nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 30 anni, per un periodo che può variare dai 6 ai 12 mesi (progetti long–term), oppure da tre settimane a tre mesi (progetti short-term) rivolti a giovani con minori opportunità. Il programma comunitario richiede inoltre il soddisfacimento di alcuni criteri formali affinché l’organizzazione sia riconosciuta come ente di accoglienza. Tali criteri di partecipazione sono:

fare parte di uno dei paesi “partecipanti” così come • indicati nel Programma Gioventù in Azione (lista dei paesi ammissibili); essere un’organizzazione senza scopo di lucro • (enti locali, organizzazione di volontariato, oNG, associazioni, cooperative sociali);disporre dei mezzi necessari per poter accogliere • uno o più volontari (attività pertinenti, personale di supporto, locali).

Infine, poiché accogliere un volontario, è non solo una risorsa per l’organizzazione che lo accoglie, ma anche e soprattutto un impegno, la Commissione Europea pone delle condizioni per poter avviare un progetto di accoglienza e sono diverse, vediamone alcune:

le attività non devono avere scopo di lucro e non • devono essere retribuite;le attività devono essere programmate e attuate ed • essere dato loro seguito congiuntamente in uno spirito di collaborazione fra volontari e organizzazioni d’invio e accoglienza;i volontari devono avere l’opportunità di svolgere • una serie ben definita di compiti. Si deve lasciare sufficiente spazio per accogliere nel progetto le idee, la creatività e le esperienze dei volontari. L’attività deve occupare 30-35 ore settimanali;i volontari non sostituiscono personale retribuito e • non possono essere impiegati in attività meramente amministrative; per questa ragione sarebbe opportuno individuare all’interno del progetto di accoglienza un percorso dedicato interamente a lui/lei, nel quale possa esprimere la sua creatività, i suoi interessi.

Fatte queste premesse, se siete interessati a ricevere uno o più giovani volontari all’interno della vostra organizzazione, visitando o prendendo contatto con il Punto Europe Direct – Centro Informa Giovani di Roseto, Via Nazionale, 250 Roseto degli Abruzzi, tel. 085-89453657-8-9, vi saranno fornite le informazioni necessarie per diventare una struttura d’accoglienza. Si tenga presente però che per la preparazione di un progetto SVE di accoglienza segue diverse tappe che richiedono a volte dei tempi lunghi. Pensare oggi di accogliere un giovane volontario non significa poterlo accogliere dopo pochi mesi. Anche alle organizzazioni, come ai volontari, viene “imposta”, quindi, un’attesa che a volte mette a dura prova la motivazione delle stesse organizzazioni.

di Riccardo Valentini

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ABRUZZOEUROPA

17 Marzo 1861: nasce l’ItaliaIl Regno d’Italia (1861-1946) nacque nel 1861 dopo l’esito del-la seconda guerra di indipendenza e dopo i plebisciti degli altri territori conquistati. Con la prima convocazione del Parlamen-to italiano del 18 febbraio 1861 e la successiva proclamazione del 17 marzo, Vittorio Emanuele II fu il primo re d’Italia (1861-1878).

SPECIALE150ºANNIVERSARIO

Storia d’ItaliaPassando per il Processo

bandiera nazionale del Regno d’Italia (1861-1946)

L’Italia liberale (1861-1914)

Marco Minghetti Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia 24 marzo 1863 – 28 settembre 1864 - 10 luglio 1873 – 25 marzo 1876

La destra storicaNel 1861 si tennero le elezioni per il primo parlamento uni-tario. Su quasi 22 milioni di abitanti (non erano stati ancora annessi Lazio e Veneto), il diritto a votare fu concesso solo a 419.938 persone (circa l’1,8% della popolazione italiana). L’affluenza alle urne fu del 57%.La Destra storica, erede di Cavour ed espressione dell’alta borghesia e dai proprietari terrieri, vinse queste elezioni. I suoi esponenti erano soprattutto grandi proprietari terrieri e indu-striali, e personalità legate all’ambito militare (Ricasoli, Sella, Minghetti, Spaventa, Lanza, La Marmora, Visconti Venosta). Diede alla neonata Italia un’economia basata sul libero scam-bio, che però soffocò la nascente industria italiana, esponen-dola agli attacchi del più forte capitalismo d’Oltralpe.

Agostino Depretis Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia 25 marzo 1876 / 24 marzo 1878 - 19 dicembre 1878 / 14 luglio 1879

29 maggio 1881 /29 luglio 1887

La sinistra storicaNel 1876 il governo di destra venne esautorato per la prima volta non per autorità regia, bensì dal Parlamento (rivoluzione parla-mentare). Ebbe così inizio l’epoca della Sinistra storica, guidata da Agostino Depretis. Finiva un’epoca: solo pochi anni dopo, Vittorio Emanuele II morì, e sul trono gli successe Umberto I.La Sinistra abbandonò l’obiettivo del pareggio di bilancio e avviò delle politiche di democratizzazione e ammodernamento del paese, investendo nell’istruzione pubblica e allargando il suffragio.

Giovanni Giolitti Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia 15 maggio 1892 / 15 dicembre 1893 - 3 settembre 1903 / 12 marzo 1905 29 maggio 1906 / 11 dicembre 1909 - 30 marzo 1911 / 21 marzo 1914

L’epoca giolittiana Dal 1901 al 1914 la storia e la politica italiana fu fortemente in-fluenzata dai governi guidati da Giovanni Giolitti. Gli interventi più importanti di Giolitti furono la legislazione sociale e sul lavoro, il suffragio universale maschile, la nazionalizzazione delle ferrovie e delle assicurazioni, la riduzione del debito statale, lo sviluppo delle infrastrutture e dell’industria. In politica estera, ci fu il riavvicina-mento dell’Italia alla Triplice intesa di Francia, Regno Unito e Rus-sia. Fu continuata la politica coloniale nel Corno d’Africa, e dopo la guerra italo-turca, furono occupate Libia e Dodecaneso. Giolitti fallì nel suo tentativo di arginare il nazionalismo come aveva costituzio-nalizzato i socialisti, e non riuscì quindi a impedire l’entrata dell’Ita-lia nella prima guerra mondiale e quindi l’ascesa del fascismo. .

di Laura Marinucci, Silvia Nallira, Valeria Passamonti e Filippo Testa

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ABRUZZOEUROPASPECIALE150ºANNIVERSARIO

dall’unità a oggid’Integrazione Europea

Armando Diaz Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano

Dalla prima guerra mondiale al ventennio fascista (1915-1939)

L’Italia nella prima guerra mondiale (1915-1918)Nella prima guerra mondiale l’Italia rimase inizialmente neutrale, per poi scendere al fianco degli alleati il 23 mag-gio 1915 dopo la firma del segreto Patto di Londra. L’ac-cordo prevedeva che l’Italia entrasse in guerra al fianco dell’Intesa entro un mese, ed in cambio avrebbe ottenuto, in caso di vittoria, il Trentino, il Tirolo fino al Brennero (Alto Adige), la Venezia Giulia, l’intera penisola istriana, con l’esclusione di Fiume, una parte della Dalmazia.

L’Italia nel 1924, con Fiume, Zara e la sua provincia.

Esito prima guerra mondialeL’Italia completò la sua riunificazione nazionale acquisendo il Tren-tino-Alto Adige, la Venezia Giulia, l’Istria ed alcuni territori del Friuli ancora irredenti e la città di Trieste. Queste regioni avevano fatto parte, fino ad allora, della Cisleitania nell’ambito dell’Imp-ro austro-ungarico (ad eccezione della città di Fiume, incorporata nel Regno d’Italia nel 1924 e posta in Transleitania). Inoltre al Re-gno d’Italia furono assegnate alcune compensazioni territoriali in Africa, come l’Oltregiuba in Somalia. Ma il prezzo fu altissimo: 651.010 soldati, 589.000 civili per un totale di 1.240.000 morti su di una popolazione di soli 36 milioni, con la più alta mortalità nella fascia di età compresa tra 20 e 24 anni.

Il ventennio fascistal’Italia non vide riconosciuti i diritti territoriali acquisiti sulla Dalmazia con l’intervento a fianco degli alleati: la Dalmazia venne annessa al ne-ocostituito Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni, con l’eccezione di Zara (a maggioranza italiana) e dell’isola di Lagosta, che con altre tre isole vennero annesse all’Italia. Questo rifiuto degli Alleati di mantenere gli impegni sottoscritti nel Patto di Londra creò numerose tensioni nella politica italiana del primo do-poguerra, ed uno dei maggiori beneficiati fu Benito Mussolini e il suo “Partito Fascista” sorto il 23 marzo 1919 a Milano con la fondazione del primo fascio di combattimento, un nuovo movimento che espresse la vo-lontà di «trasformare, se sarà inevitabile anche con metodi rivoluzionari, la vita italiana», autodefinendosi partito dell’ordine e riuscendo così a guadagnarsi la fiducia dei ceti più ricchi e conservatori, contrari a ogni agitazione e alle rivendicazioni sindacali che caratterizzarono il cosiddet-to biennio rosso.

Il fascio littorio, simbolo del fascismo

Giacomo Matteotti.

Il fascismo diventa dittatura Una volta eletto Presidente del Consiglio, Mussolini decise di rafforzare il pro-prio potere. In vista delle elezioni del 6 aprile 1924 Mussolini fece approvare una nuova legge elettorale (c.d. “Legge Acerbo”) che avrebbe dato i tre quinti dei seggi alla lista che avesse raccolto il 40% dei voti. Il listone guidato da Mussolini ottenne il 64,9% dei voti. Il 30 maggio 1924 il deputato socialista Giacomo Matteotti prese la parola alla Camera contestando i risultati delle ele-zioni. Nel biennio 1925-1926 vennero emanati una serie di provvedimenti liber-ticidi: furono sciolti tutti i partiti e le associazioni sindacali non fasciste, venne soppressa ogni libertà di stampa, di riunione o di parola, venne ripristinata la pena di morte e venne creato un Tribunale speciale con amplissimi poteri, in grado di mandare al confino con un semplice provvedimento amministrativo le persone sgradite al regime. Il 10 giugno 1924 Matteotti venne rapito e ucciso. Il 22 maggio 1939 venne firmato il Patto d’acciaio tra Germania e Italia.

ABRUZZOEUROPA

Alleata con la Germania (1940-1943)Il 10 giugno 1940 l’Italia entrò nella seconda guerra mondiale come alleata della Germania contro Francia e Regno Unito. Nel 1941 fu dichiarata guerra all’Unione Sovietica e con l’Impero giapponese agli Stati Uniti d’America. Mussolini, confortato da-gli schiaccianti successi della Germania di Hitler, credeva in una guerra lampo risolta in breve tempo a favore dell’alleato tedesco, assieme al quale avrebbe potuto sedere al tavolo dei vincitori. In realtà le difficoltà oggettive delle truppe italiane e le ingenti forze a disposizione dell’alleanza nemica, portarono non poche sconfitte all’esercito regio.

SPECIALE150ºANNIVERSARIO

Storia d’ItaliaPassando per il Processo

Dalla seconda guerra mondiale all’Italia repubblicana (1940-1948)

Sandro Pertini Partigiano e VII Presidente della Repubblica Italiana

La caduta del fascismo e la resistenza (1943-1945)Le difficoltà militari colpirono anche Mussolini. Il 24 luglio 1943 si riunì il Gran Consiglio del Fascismo e il mattino seguente il duce venne sfiduciato. Vittorio Emanuele III decise quindi di so-stituirlo a capo del governo con Pietro Badoglio. Il 3 settembre (reso pubblico l’8) Badoglio firma l’armistizio con gli Alleati.Il 25 aprile 1945 i partigiani liberano Milano e Torino dall’occu-pazione nazifascista prima ancora dell’arrivo degli alleati; que-sta data sarà poi scelta come festività nazionale per ricordare la liberazione. Le truppe nazi-fasciste capitolarono il 29 aprile 1945, ed il 2 maggio il comando tedesco firmò a Caserta la resa delle sue truppe in Italia sconfitte anche con il contributo delle forze partigiane, formate da ex-militari sbandati dopo l’armisti-zio ma anche da donne, ragazzi ed anziani, e col supporto delle popolazioni, che costò spesso gravi massacri per rappresaglia da parte delle forze occupanti. Inoltre, vi furono gravi episodi di regolamenti di conti e di guerra civile che costarono agli sconfitti migliaia di morti.

Il costo della guerraIl numero di italiani morti a causa della guerra fu molto elevato: sono stimati tra 415.000 (di cui 330.000 militari e 85.000 civili) e 443.000 morti, stiman-do che la popolazione italiana all’inizio del conflitto fosse di 43.800.000 persone si arriva conteggiare circa una vittima ogni 100 italiani. Dalla fine della guerra fino agli anni cinquanta avvenne anche l’esodo istriano du-rante il quale gran parte della popolazione di lingua italiana (in quantità stimata tra un minimo 200.000 e un massimo 350.000 persone, abbandonò i territori istriani e dalmati, occupati dagli jugoslavi, rifugiandosi come pro-fughi in Italia.

L’Italia repubblicanaDopo la fine della guerra in Italia lo scontento popolare, soprattutto nell’Italia settentrio-nale, nei confronti della monarchia era elevatissimo. Il 2 giugno del 1946 un referendum istituzionale sancì la fine della monarchia e la nascita della Repubblica Italiana; in contem-poranea vennero eletti i delegati all’Assemblea Costituente. Per la prima volta in Italia, per questa occasione, anche la donne ebbero il diritto al voto. Il 1º luglio Enrico de Nicola viene nominato il primo Presidente della Repubblica Italiana. Il primo Presidente del Consiglio dei ministri fu Alcide De Gasperi, della Democrazia cristiana e, salvo poche eccezioni, dal 1946 al 1993 la Presidenza del Consiglio fu democristiana. La nuova costituzione repubbli-cana entrò in vigore il 1º gennaio 1948.

benito Mussolini e Adolf Hitler

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ABRUZZOEUROPASPECIALE150ºANNIVERSARIO

dall’unità a oggid’Integrazione Europea

Robert Schuman

L’Italia e l’Unione europea (1950-2011)9 Maggio 1950: Dichiarazione ShumanIl 9 maggio 1950, quando lo spettro di una terza guerra mondiale angosciava tutta l’Europa, presso la sede del Ministero degli Esteri, venne presentata alla stampa la dichiarazione redatta da Robert Schuman, Ministro francese degli Affari Esteri, in collaborazione con il suo amico e consigliere, Jean Monnet, che, insieme, die-dero un’idea dei propositi ambiziosi della stessa. Proponendo alla Germania e agli altri paesi che volessero partecipare di creare una comunità di interessi pacifici, Schuman compiva un atto storico: tendendo la mano agli avversari della guerra da poco finita, fece tacere i risentimenti da essa provocati, azzerava l’incubo del passato, e avviava altresì un processo totalmente nuovo nell’ordine dei rapporti internazionali, proponendo a nazioni secolari di ritrovare insieme, con l’esercizio comune della loro sovranità, l’influenza che ciascuna di esse appariva ormai im-potente ad esercitare da sola.

13 Dicembre 2007: Firma del Trattato di LisbonaDopo aver firmato e ratificato tutti i trattati di modifica come il Trattato di Maa-stricht (Olanda) che sancisce la nascita dell’Unione Europea (UE), Trattato di Amsterdam (1997), Nizza (2001), il 13 Dicembre 2007 l’Italia è tra i firmatari del Trattato di Lisbona (ratificato dal Parlamento l’8 agosto 2008) Il trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1° dicembre 2009, dota l’Unione europea di istitu-zioni moderne e di metodi di lavoro ottimizzati per rispondere in modo efficace ed efficiente alle sfide del mondo di oggi. In una realtà in rapida evoluzione, per affrontare temi quali la globalizzazione, i cambiamenti climatici, l’evoluzione demografica, la sicurezza e l’energia gli europei guardano all’UE. Il tratta-to di Lisbona rafforza la partecipazione democratica in Europa e la capacità dell’UE di promuovere quotidianamente gli interessi dei propri cittadini.

18 aprile 1951: Firma del Trattato di Parigi che istituisce la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA.)La proposta della sua creazione, annunciata da Schuman nel 1950, fu rapidamente accettata da sei paesi (è la cosiddetta “Comunità dei sei”): Belgio, Francia, Italia, Repubblica federale tedesca, Lussembur-go e Olanda, i che ratificarono il trattato in meno di un anno. Entrò in vigore il 25 luglio 1952 ed è scaduto cinquant’anni dopo, il 23 luglio 2002 (al carbone e dell’acciaio si applica adesso il diritto comune del trattato CE). Il trattato di Parigi è considerato il precursore del Trattato di Roma, fondatore della Comunità Economica Europea.

Da 6 a 27I successi dei Sei fondatori spinsero altre nazioni europee ad unirsi ad essi. Qui di seguito una breve cronologia dei paesi che si sono resi protagonisti dell’allargamento dell’Unione europea:

1973: Regno Unito, Irlanda e Danimarca.• 1981: Grecia.• 1986: Spagna e Portogallo.• 1995: Austria, Svezia e Finlandia.• 2004: Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slo-• vacchia, Slovenia, Repubblica Ceca e Ungheria 2007: Bulgaria e Romania•

Alcide De Gasperi firmatario del Trattato CECA per l’Italia e tra i più entusiasti e convinti sostenitori del

Processo d’Integrazione Europea

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Mi rivolgo oggi con piacere a tutti gli italiani, per rallegrarmi con loro nella ricorrenza del 150°

anniversario dell’Unità d’Italia. Questa data, rap-presenta non solo un avvenimento cruciale nella sto-ria dell’Italia, ma anche una conquista per l’intero continente europeo.L’Italia ha da sempre legato il proprio destino a quello dell’Europa. La sua lunga e ricca storia, il suo immenso patrimonio artistico e culturale han-no contribuito in maniera decisiva alla formazione dell’identità europea.Ogni volta che vengo in Italia, colgo l’occasione per rendere omaggio a questo patrimonio, unico al mon-do.In tempi più recenti, grazie al grande spirito europei-sta e al suo ruolo chiave di Stato fondatore, l’Italia è diventata protagonista anche della costruzione della casa comune europea.Ora, di fronte alle grandi sfide del XXI secolo, un’Eu-ropa forte e unita ha più che mai bisogno di un’Italia forte e unita. Il suo impulso, la creatività e la passio-ne delle sue istituzioni, delle sue imprese, della sua società civile e dei suoi cittadini costituiscono una risorsa fondamentale.Anche l’Italia ha più che mai bisogno dell’Europa. Come dimostrano i più recenti sviluppi globali, è solo insieme, e in uno spirito di reciproca solidarietà e di responsabilità, che si trovano le soluzioni ai problemi che ci affliggono; è solo insieme che possiamo spera-re di vincere le sfide che ci attendono.La Commissione europea, ed io personalmente, sia-mo convinti che l’Italia continuerà a giocare un ruo-lo di primo piano, con lo stesso spirito d’iniziativa e di dedizione che l’hanno sempre contraddistinta.Auguro a tutti gli amici italiani di celebrare con gioia questo giorno di festa.

I150DELL’ITALIAPERL’EUROPA

Gli auguri delle Istituzioni europeeper il 150° anniversario dell’Unità d’Italia

Messaggio del Presidente della Commissione europea Barroso

La festa per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia non è oggi semplicemente una fe-

sta italiana, ma una festa europea.Oggi desidero ringraziare l’Italia e gli italia-ni per il loro contributo nel creare l’Europa e gli europei, e mantenere vivo il progetto d’in-tegrazione anche nei momenti più difficili. L’Italia è sempre stata una fucina di idee per l’unità del nostro continente: cominciando da Dante - che nel De Monarchia già pensava a un potere centrale temperato dal concetto di sussidiarietà, fino ad Altiero Spinelli - la voce più alta e coraggiosa del progetto federali-sta. Se alcuni italiani hanno avuto un ruolo atti-vo nella definizione dell’ideale europeo, allo stesso tempo sono molti coloro che hanno contributo alla sua realizzazione: penso per esempio a Giuseppe Mazzini così come ad Al-cide de Gasperi, figure diverse, ma accomuna-te dalla profonda convinzione della necessità dell’azione europea. Gli italiani hanno compreso quanto le que-stioni sollevate dall’interdipendenza degli stati europei non possano trovare risposta in pratiche intergovernative, per quanto intenso e profondo possa essere il dialogo tra le ca-pitali. Oggi più che mai, a fronte di un mondo multipolare risulta chiaro che l’Europa è una necessità, non un’opzione. La festa per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia non è oggi semplicemente una festa italiana, ma una festa europea. Il miglior modo per celebrarla è pensare quale Italia e quale Europa vogliamo per i nostri prossimi 150 anni insieme.

Messaggio del Presidente delParlamento europeo Jerzy Buzek

di Cinzia Liberatore

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ANNOEUROPEODELVOLONTARIATO

L’Anno europeo del volontariato è una celebrazione ma anche una sfida.

È innanzitutto una celebrazione: di quei milioni di persone che in Europa si impegnano ad aiutare gli altri senza alcun compenso; di coloro che donano tempo e sforzi ai loro quartieri, alle loro città, alle scuole, agli ospedali, ai centri sportivi, alla tutela dell’ambiente, ai servizi sociali, al soccorso umanitario in altri paesi. Le nostre vite non sarebbero ciò che sono senza il loro operato e quello delle migliaia di organizzazioni di volontariato esistenti in Europa. I volontari fanno la differenza! Ma il 2011 vuole anche essere una sfida, rivolta a coloro che non si occupano di volontariato. Anche loro possono cominciare a operare per un mondo migliore!La Decisione del Consiglio dell’unione Europea del 27 novembre 2009, che istituisce l’Anno Europeo delle attività di volontariato che promuovono la cittadinanza attiva (2011), stabilisce che l’obiettivo generale è quello di incoraggiare e sostenere gli sforzi della Comunità, degli Stati membri, delle autorità locali e regionali per creare per la società civile condizioni favorevoli al volontariato nell’unione europea e per aumentare la visibilità delle attività di volontariato nell’uE.

Inoltre la decisione sottolinea come l’Anno europeo debba fornire gli strumenti per migliorare la qualità delle attività di volontariato e sensibilizzare l’opinione pubblica al valore e all’importanza del volontariato al fine di suscitare una presa di coscienza collettiva. L’uE promuove il volontariato già da molti anni e nel 1996 ha istituito il Servizio volontario europeo per incoraggiare i giovani a lavorare come volontari in comunità all’estero.L’Anno europeo si sovrappone e si integra con le attività promosse dall’oNu in occasione del decimo anniversario dell’Anno internazionale dei volontari (IVY).Per chi si chiede se sia possibile utilizzare direttamente i fondi dell’Unione europea c’è da dire che la Commissione aveva stanziato ben 2 milioni di euro per il finanziamento di “Flagship projects” all’interno dell’anno Euopeo del Volontariato.Purtroppo per chi si sta facendo questa domanda solo ora, il bando si è concluso il 12 novembre 2010. Questo però non vuol dire non poter partecipare attivamente alla realizzazione dell’Anno Europeo del Volontariato. Le organizzazioni che sentono però la necessità di richiedere dei finanziamenti, possono tenere presente, che pur non potendo più accedere al bando dei Flagship project, possono comunque fare riferimento all’anno Europeo del volontariato in tutti i bandi tipici della Commissione Europea e questo sarà un valore aggiunto al proprio progetto.L’uso dello slogan e del logo è infatti libero.Nella pagina “Campaign toolbox” del sito dell’Anno Europeo del Volontariato potete trovare lo slogan “Volunteer! Make a difference” tradotto in ben 23 lingue, il logo ufficiale e la guida su come usarlo al meglio nella produzioni di siti, volantini e pubblicazioni.Qualsiasi associazione o evento rientri nel quadro dell’Anno Europeo del Volontariato potrà quindi liberamente utilizzare il logo e lo slogan, purché non ne alteri le caratteristiche grafiche e segua le indicazioni di utilizzo del logo fornite dalla Commissione europea.

Un anno per rendere omaggio all’opera dei volontari, facilitare illorolavoroeincoraggiarealtriadimpegnarsiallorofianco.

di Lorenzo Falà

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La Commissione europea ha lanciato ufficialmen-te la sua iniziativa faro “un’agenda per nuove

competenze e per l’occupazione”. Essa delinea 13 interventi chiave per riformare i mercati del lavoro, migliorare le competenze e renderle consone alla do-manda del mercato al fine di accrescere l’occupabilità e rendere più agevole il passaggio da un posto di la-voro all’altro, migliorare le condizioni lavorative e la qualità del lavoro e creare nuovi posti di lavoro. Ventitre (23) milioni di persone sono attualmente di-soccupate nell’uE – si tratta del 10% della popolazio-ne attiva – con serie conseguenze per la crescita e per i sistemi di welfare in Europa. Nel contempo, alcuni datori di lavoro segnalano difficoltà di reclutamento, soprattutto per colmare posti di lavoro che richiedono qualifiche elevate.Essa delinea 13 interventi chiave volti a riformare i mercati del lavoro, migliorare le competenze e render-le consone alla domanda del mercato al fine di accre-scere l’occupabilità e rendere più agevole il passaggio da un posto di lavoro all’altro, migliorare le condi-zioni lavorative e la qualità del lavoro e creare nuovi posti di lavoro. László Andor (nella foto a sx), commissario uE responsabile per l’occupazione, gli affari so-ciali e l’inclusione, ha afferma-to: “La nostra priorità è far sì che le persone abbiano un lavo-ro. Il commissario ha aggiunto: “Sono fiducioso che tutti i citta-dini dell’UE trarranno vantag-gio dagli interventi proposti, in particolare i gruppi vulnerabili che sono stati maggiormente colpiti dalla crisi”. Androulla Vassiliou (nella foto a dx), commissario europeo per l’istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù ha ribadito: “Oggi è più che mai essen-ziale che tutti i cittadini ricevano un’istruzione e una formazione di qualità elevata affinché dispongano delle competenze necessarie per trovare lavoro. L’ap-prendimento permanente deve diventare una realtà di fatto in Europa. A tal fine, occorre uno sforzo comune di tutte le parti interessate – governi, datori di lavoro, sindacati e cittadini”.Nell’ambito della Strategia Europa 2020 per una cre-scita intelligente, sostenibile e inclusiva, l’Agenda è il contributo della Commissione al raggiungimento dell’obiettivo UE che si prefigge di assicurare entro il 2020 che il 75% degli uomini e delle donne tra i 20 e i 64 anni sia occupato. La strategia dà inoltre rilievo agli obiettivi dell’uE di far scendere la dispersione scolastica al di sotto del 10% e di accrescere il numero di giovani nell’istruzione superiore o in un’istruzio-ne professionale equivalente portandolo ad almeno il 40%. Per far meglio funzionare i mercati del lavoro dell’uE la Commissione propone tredici azioni concrete che

contribuiranno: ad accelerare la riforma del mercato del lavoro in modo da migliorare la flessibilità e la sicurezza dei mercati del lavoro (‘flessicurezza’). Ciò avrebbe lo scopo di ridurre le attuali divisioni tra i lavoratori assunti a tempo determinato e quelli assun-ti a tempo indeterminato; a dare alle persone e alle imprese i giusti incentivi e investire nella formazione per migliorare continuativamente le competenze delle persone in linea con le esigenze del mercato del lavo-ro. La Commissione avvierà tra breve una ‘Panoramica uE delle competenze’ che farà una previsione delle competenze necessarie in futuro e contribuirà ad as-sicurare che le persone dispongano della giusta com-binazione di competenze (ad esempio, TIC e lingue) per migliorare le loro prospettive lavorative e la loro adattabilità. L’agenda porta avanti una proposta per sviluppare un’interfaccia comune - la classificazione europea delle abilità, delle competenze e delle oc-cupazioni - per costituire un legame più stretto tra il mondo del lavoro, quello dell’istruzione e quello della formazione.

La Commissione sollecita inoltre riforme per assicurare il riconoscimento delle quali-fiche professionali e propone di sviluppare un Passaporto europeo delle competenze per aiutare i cittadini a dimo-strare il loro bagaglio di com-petenze in modo trasparente e comparabile;ad assicurare condizioni di la-voro dignitose migliorando la qualità della legislazione del lavoro, a tal fine la Commis-

sione presenterà proposte per il riesame della direttiva sull’orario di lavoro e proporrà un’iniziativa legislativa per una migliore attuazione della direttiva sul distac-co dei lavoratori. Essa esaminerà anche la legislazione sulla salute e la sicurezza sul luogo di lavoro al fine di preparare una nuova strategia per il futuro; ad assicu-rare che sul mercato del lavoro siano presenti le condi-zioni adeguate per la creazione di posti di lavoro, come la riduzione degli oneri amministrativi o la riduzione della fiscalità che grava sul lavoro e sulla mobilità, ciò è particolarmente importante in settori in rapida evolu-zione come quelli ad alta intensità di R&S. L’agenda incoraggerà anche l’imprenditorialità, ad esempio lo scambio di prassi ottimali o l’educazione all’imprenditorialità anche mediante il programma Era-smus per i Giovani imprenditori (Erasmus for Young Entrepreneurs – EYE). L’Agenda per nuove competenze e per l’occupazione integra l’iniziativa recentemente avviata dalla Com-missione ‘Youth on the Move’ (Gioventù in movimen-to) che intende aiutare i giovani ad acquisire le cono-scenze, le abilità e le esperienze di cui hanno bisogno per trovare il loro primo posto di lavoro.

un’Agenda per nuove competenze e per l ’occupazione:l ’ue del inea iniziat ive per migl iorare l ’occupabi l i tà

di Guglielmina Di Sante (fonte: Commisione europea - Rappresentanza in Italia)

OCCUPAZIONEEPOLITICASOCIALE

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OCCUPAZIONEEPOLITICASOCIALE

ASSuNZIoNIUFFICIO EUROPEO DI SELEZIONE DEL PERSONALE (EPSO)bANDo DI CoNCoRSI GENERALI L’Ufficio europeo di selezione del personale (EPSO) organizza i seguenti concorsi generali: EPSo/AD/206/11 — AMMINISTRAToRI (AD 5) e EPSo/AD/207/11 — AMMINISTRAToRI (AD 7) nei seguenti settori:

Amministrazione pubblica europea 1. Diritto 2. Economia 3. Audit 4. Finanze 5. Statistica 6.

Il bando dei concorsi è pubblicato nella Gazzetta ufficiale C 82 A del 16 marzo 2011. ulteriori informazioni sono disponibili sul sito dell’EPSo all’indirizzo http://eu-careers.eu Termine ultimo (compresa la convalida): 14 aprile 2011 alle ore 12 (mezzogiorno), ora di bruxelles.

PREMI E CoNCoRSIConcorso “U4energy”La Commissione europea, nell’ambito del programma Energia Intelligente per l’Europa ha lanciato il concorso U4energy per sensibilizzare alunni ed insegnanti sul cambiamento climatico e sul risparmio energetico. Le scuole di tutta Europa sono invitate a partecipare a questo concorso davvero stimolante per mostrare i traguardi raggiunti per quanto concerne il risparmio energetico nello sforzo di muoversi verso un futuro più sostenibile. La prima fase del concorso U4energy verrà lanciata ufficialmente a settembre 2010. Potete inviare le vostre attività scolastiche sulle abitudini relative al consumo energetico fino a maggio 2011Per partecipare e altre informazioni http://www.u4energy.eu

TIRoCINI PRESSo LE ISTITuZIoNI EuRoPEETirocini presso la Delegazione della Commissione Europea alle Nazioni Unite La Delegazione della Commissione Europea alle Nazioni Unite a New York offre la possibilità di svolgere tirocini non retribuiti in tre sessioni annuali.

Scadenza • 15 Gennaio per il periodo da Settembre a Dicembre; Scadenza • 15 Aprile per il periodo da Gennaio (dell’anno successivo) ad Aprile; Scadenza • 15 Luglio per il periodo da Maggio (dell’anno successivo) a Luglio.

Requisiti richiesti: cittadinanza dell’unione Europea o dei paesi candidati; laurea nel settore sviluppo, economia, scienze politiche o giurisprudenza; conoscenza delle istituzioni e delle politiche dell’UE; ottima conoscenza dell’inglese e conoscenza di altre lingue (preferibilmente il francese); conoscenze informatiche.La durata dei tirocini varia tra 3 e 6 mesi.È tenuta in considerazione l’eventuale esperienza di lavoro e la conoscenza delle Nazioni unite. La sede è a New York Per saperne di più: http://www.eu-un.europa.eu

Tirocini presso l’Agenzia Europea per i diritti fondamentaliLa “FRA”, Agenzia Europea per i diritti fondamentali, creata in sostituzione del vecchio Centro Europeo di Monitoraggio sul Razzismo e la Xenofobia (EuMC), offre assistenza ed esperienza all’unione Europea e ai suoi Stati membri su temi legati ai diritti fondamentali. L’Agenzia FRA offre tirocini per periodi da 3 a 5 mesi a giovani che desiderano costruire un’esperienza lavorativa a livello europeo. L’obiettivo principale è di sostenerli nel rispettare pienamente i diritti fondamentali nell’esercizio delle loro funzioni. Sono previste borse di studio con ammontare massimo di € 1.000 mensili. Requisiti: cittadinanza di un Paese membro dell’unione Europea, possesso di un titolo di studio a livello della laurea (anche laurea breve), ottima conoscenza di almeno due lingue dell’unione Europea.Scadenza: le candidature possono essere inviate due volte l’anno il 31 maggio e il 30 novembre. Per saperne di più: http://fra.europa.eu/fraWebsite/about_fra/recruitment/traineeship/traineeship_en.htm

Tirocini presso l’OSCE - L’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa L’organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa oSCE propone un programma di tirocini, ideato per offrire ai giovani un’opportunità per sviluppare le loro capacita e acquisire esperienza,incrementando in tal modo le loro prospettive di occupazione e fornendo loro un’esperienza di apprendimento interculturale. I tirocini non sono retribuiti e possono durare da due a sei mesi; sono destinati a laureandi/neolaureati di laurea specialistica e a dottorandi/dottori di ricerca. I tirocinanti saranno impiegati inattività amministrative, economiche, ambientali, di prevenzione dei conflitti, di management e finanza, di gestione delle risorse umane, di documentazione, di difesa della democrazia e dei diritti umani e di difesa delle minoranze nazionali. Le candidature devono essere inviate almeno tre mesi prima di quando si desidera cominciare lo stage. La sede principale dell’OSCE è a Vienna, Austria.Scadenza: non c’è scadenza ma si consiglia di presentare la candidatura almeno 3 mesi prima del periodo nel quale si intende svolgere il tirocinio.Per saperne di più: http://www.osce.org/employment/91

Soggiorno attivo e organizzato in diversi paesiL’Associazione Servizio Civile internazionale (SCI) offre l’opportunità di fare un soggiorno attivo e organizzato negli Stati uniti d’America e in alrei paesi. SCI propone infatti progetti LTV (volontariato a lungo termine = 6-12 mesi) in India, Palestina, Svizzera, Russia, uSA, Australia, Gran bretagna e Spagna nell’ambito della protezione ambientale e dell’inclusione sociale. Per la descrizione dei progetti e per inviare le candidature (consigliamo di farlo al più presto) si visitate il sito http://www.sci-italia.it/viewpage.php?page_id=2. Le candidature (lettera di presentazione e CV) inviate in lingua inglese avranno maggiori probabilità di successo.

opportunità in Europa

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Le vacanze sono il periodo più atteso dell’anno. E se poi ci comunicano disdette all’ultimo momento o aumenti di prezzo o se le stanze d’albergo d’improvviso perdono “stelle”? I vostri diritti nell’ambito dei “pacchetti turistici” sono stati tutelati dal legislatore assieme ad altri diritti del consumatore con il cd. “Codice del Consumo”. Il decreto legislativo n. 206 entrato in vigore il 23 ottobre 2005, regola tutto (o quasi tutto) in merito alle “vacanze da sogno” (art. 82-101).Sulla base di quanto fissato da questa legge, le agenzie di viaggi devono consegnare ai loro clienti un contratto, il quale deve rispettare determinati criteri standard; i consumatori hanno diritto inoltre ad un indennizzo, se qualcosa dovesse andare storto.Cos’è un “pacchetto turistico”?Ai sensi del Codice del Consumo, un “pacchetto turistico” è la combinazione stabilita a priori di almeno due delle seguenti prestazioni:

trasporto• alloggio• altri servizi turistici (ad es. macchina a noleggio, • escursioni).

Altri presupposti sono_un prezzo forfetario • una durata di almeno 24 ore.•

Queste regole valgono quindi ad es. per un soggiorno in un club, ma non per l’acquisto di un biglietto d’aereo. Cosa deve contenere un contratto di vendita di un pacchetto turistico?Il consumatore ha diritto innanzitutto ad una copia firmata del contratto, con il seguente contenuto:

data del viaggio, destinazione, itinerario esatto • precise generalità dell’organizzatore e dell’agenzia • prezzo e modalità di un’eventuale sua revisione, precise • indicazioni sui costi di trasporto, su tasse, cambi di valuta e calcolo dei costi ammontare dell’acconto che può arrivare al massimo • al 25% del prezzo e indicazioni sul saldo del debito residuo indicazioni sulla copertura assicurativa e altre prestazioni • assicurative convenute informazioni precise sull’alloggio (ubicazione, categoria, • comfort, vitto ecc.) informazioni su viaggio, escursioni, visite e presenza di • accompagnatori e guide turistiche ultima data di possibile recesso dell’organizzatore in caso • non venga raggiunto il numero minimo di partecipanti (al massimo 20 giorni) spese a carico del consumatore in caso di cessione del • contratto a terzi (fino a 4 giorni lavorativi prima della data di partenza) termini per reclami • accordi specifici tra consumatore e organizzatore • data entro la quale il consumatore, in caso di modifiche • del viaggio “tutto compreso”, dovrà comunicare l’eventuale recesso.

Quali informazioni sono inoltre indispensabili?Prima di concludere il contratto:

disposizioni e scadenze per visti e passaporti• disposizioni sanitarie (vaccinazioni obbligatorie ecc.).•

Prima della partenza:orari e luoghi di fermate o scali e coincidenze• esaurienti indicazioni sul tipo di sistemazione durante • il viaggio•generalità dei rappresentanti di organizzatore e agenzia • di viaggio sul luogo di destinazione

indicazioni su possibilità di contrarre assicurazioni di • viaggio.

Le indicazioni contenute nel prospetto di viaggio devono essere esaurienti e impegnano l’organizzatore anche in caso di eventuali raggiri.Può cambiare il prezzo di un viaggio prenotato?I prezzi stabiliti nel contratto di viaggio non possono essere modificati, a meno che nel frattempo non siano cambiati i costi di trasporto, le tasse o il cambio-valuta. La revisione di prezzo non deve superare il 10%, altrimenti il consumatore può recedere dal contratto. In nessun caso il prezzo può aumentare dopo il ventesimo giorno prima della partenza, nemmeno per i succitati motivi. La variazione del prezzo deve essere documentata dall’organizzatore.Chi è responsabile in caso di inadempimento del contratto?In caso di inadempimento sono responsabili sia l’organizzatore del viaggio sia l’agenzia di viaggi, secondo le rispettive responsabilità, se non provano che il mancato o inesatto adempimento è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a loro non imputabile.Quali garanzie si hanno in caso di fallimento dell’organizzatore?Presso il Ministero dello Sviluppo Economico è istituito un apposito Fondo di Garanzia che consente al viaggiatore, in caso di fallimento dell’organizzatore italiano prima dell’inizio del viaggio, di chiedere il rimborso del prezzo pagato, nonché, se l’organizzatore fallisce durante il viaggio, di chiedere di essere riportato nel luogo di partenza senza spese supplementari. Il fondo deve inoltre fornire un’immediata disponibilità economica in caso di rientro forzato di turisti da Paesi extracomunitari in occasione di emergenze imputabili o meno al comportamento dell’organizzatore.Detto Fondo si attiva però esclusivamente in riferimento ai pacchetti turistici venduti con un contratto stipulato in Italia da un’agenzia o da un organizzatore regolarmente autorizzati.A cosa bisogna far attenzione in caso di reclamo?Se nel luogo dove state trascorrendo le vostre ferie la situazione fosse diversa da quella promessa nel catalogo, dovrete reclamare subito, senza esitazione e possibilmente per iscritto. Solamente in questo modo l’organizzatore potrà eventualmente provvedere a risolvere in loco il problema. Solo nel caso in cui alle mancanze e/o difformità lamentate non venga posto rimedio entro un periodo ragionevole, potrete voi stessi correre ai ripari e addebitare gli eventuali costi aggiuntivi all’organizzatore del viaggio. Qualora le prestazioni erogate fossero diverse in misura rilevante da quanto stabilito nel contratto di viaggio, in modo da rendere il viaggio per voi inutile, potrete interrompere le ferie e chiedere la restituzione (parziale o totale) di quanto pagato in un secondo momento. L’organizzatore potrà trattenere soltanto i costi dei servizi realmente goduti. Ma anche in questo caso vale la regola: è necessario aver denunciato le mancanze e non aver ottenuto alcuna soluzione (attenzione sempre alle prove!). Inoltre i reclami devono essere presentati per iscritto (raccomandata con ricevuta di ritorno) entro dieci giorni lavorativi dalla data del rientro (indicare nel dettaglio le mancanze/difformità incontrate). Se l’organizzatore respingesse le vostre richieste o se offrisse un indennizzo insufficiente, rivolgetevi al Centro Europeo dei Consumatori oppure ad un legale. Anche in questo caso, attenzione alla prescrizione dell’azione: è di un anno dalla conclusione del viaggio.

Buon viaggio! I Vostri diritti nei viaggi tutto compresodi Biancamaria Di Domenico

POLITICADEICONSUMATORI,SALUTEEBENESSERE

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POLITICADEICONSUMATORI,SALUTEEBENESSERE

Le politiche e i sistemi sanitari dei paesi dell’uE di-ventano sempre più interconnessi, a causa dei se-

guenti fattori:mobilità dei pazienti e del personale sanitario• crescente convergenza delle aspettative dei cittadini • europeidiffusione delle nuove tecnologie e tecniche • mediche grazie alla computerizzazione.

Questa progressiva interconnessione crea tuttavia anche numerose esigenze:

accesso più facile alle cure sanitarie all’estero • all’interno dell’uE, con norme chiare in materia di rimborsiqualità delle cure• requisiti in materia di informazione per i pazienti, • gli operatori sanitari e i responsabili politicicooperazione a livello di assistenza sanitaria e di • erogazione di serviziconciliazione delle politiche nazionali con gli • obblighi generali dell’uE.

Sono molti i casi in cui i cittadini potrebbero aver bisogno di chiarimenti riguardo ai propri diritti e alle regole sull’assistenza transfrontaliera. Per esempio:

un anziano cittadino tedesco ammalato di diabete • porta con sé in un viaggio in Italia delle prescrizioni del proprio medico, ma il farmacista italiano le accetterà? una donna polacca vorrebbe sottoporsi a • un’operazione all’anca nel paese in cui vivono e lavorano i nipoti, ma come può organizzare tutto ciò dalla Polonia? un portoghese vorrebbe farsi operare alla cataratta • da uno specialista in Spagna, ma sarà rimborsato?

A tal proposito, il 19 gennaio scorso, il Parlamento europeo ha votato a favore della direttiva uE sull’applicazione dei diritti dei pazienti relativi all’assistenza sanitaria transfrontaliera.

La direttiva appena approvata dal Parlamento europeo fa chiarezza sul diritti dei pazienti ad usufruire di un trattamento medico sicuro e di buona qualità e ad essere rimborsati: i pazienti che si recano in un altro paese dell’uE per cure mediche avranno infatti diritto

allo stesso trattamento dei cittadini dei paese in cui ricevono le cure. Inoltre sarà più facile per le autorità sanitarie nazionali collaborare e scambiare informazioni sugli standard qualitativi e di sicurezza applicabili all’assistenza sanitaria. Si tratta di un importante passo avanti per i pazienti che hanno bisogno di un trattamento specializzato, di una diagnosi o del trattamento per una malattia rara. La direttiva incoraggia lo sviluppo di “Reti di riferimento europee” che riuniranno, su base volontaria, i centri specializzati già riconosciuti in Europa. Gli esperti sanitari di tutta Europa potranno così condividere le proprie migliori pratiche in tema assistenziale e stabilire standard di eccellenza.

John Dalli (Polonia - nella foto) commissario europeo responsabile per la salute e la politica dei consumatori ha affermato: “Il voto odierno segna un importante passo avanti per quanto concerne i diritti dei pazienti in Europa. Mi congratulo con il Parlamento europeo e ringrazio in particolare la relatrice, l’onorevole Grossetete, per l’impegno profuso onde migliorare i diritti dei pazienti e le condizioni per i cittadini europei che intendono fruire di assistenza sanitaria in un altro Stato membro.”La direttiva - continua la dichiarazione - fa chiarezza sul diritto dei cittadini di accedere a cure sicure di buona qualità in tutti i paesi dell’UE e di esserne rimborsati.I cittadini europei preferiscono ricevere un’assistenza sanitaria vicino a casa propria: nessuno, quando è malato, vuole spostarsi più lontano del necessario. A volte però i cittadini hanno bisogno di recarsi all’estero poiché le cure specializzate o l’assistenza di cui hanno bisogno non sono disponibili entro le frontiere nazionali. O semplicemente perché l’ospedale più vicino si trova oltre frontiera.Questa direttiva aiuterà i pazienti che hanno bisogno di cure specializzate, ad esempio quelli che cercano una diagnosi o una cura per una malattia rara. La direttiva porrà in atto una più stretta cooperazione tra gli Stati membri in tema di salute, ad esempio per quanto concerne il riconoscimento reciproco delle prescrizioni. Gli esperti della sanità di tutta Europa potranno scambiarsi buone pratiche e avvantaggiarsi delle innovazioni nel campo della valutazione delle tecnologie per la salute e dell’assistenza sanitaria on line (eHealth). Incoraggio gli Stati membri ad attuare celermente questa direttiva.”

Assistenza sanitaria transfrontaliera nell’UE: nuova direttiva e nuovi diritti per i pazienti

di Biancamaria Di Domenico

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ARTEECULTURA

MEDIA segna ancora una volta un punto a proprio favore sul panorama internazionale. Questo programma, del quale vi abbiamo parlato anche nei precedenti numeri di Voci D’Europa, è stato creato appositamente per promuovere l’arte e l’industria cinematografica europee e diffondere le pellicole dentro e fuori l’Unione. Questa volta il viaggio è stato lungo e ha portato fino al Kodak Theatre di Los Angeles, dove il 27 Febbraio, si è svolta la Cerimonia di consegna dei Premi oscar 2011.

Il film danese della regista Susanne Bier, In a Better World ha vinto la statuetta come miglior film straniero, ma è stato Il Discorso del Re, il film di Tom Hooper su re Giorgio VI d’Inghilterra, ad essere la pellicola europea che ha ricevuto il più alto riconoscimento cinematografico internazionale. Il film è stato premiato da ben quattro Academy Awards (miglior film, migliore regia, migliore attore protagonista e migliore sceneggiatura). E’ stata una grande notte per l’industria cinematografica europea e per il programma MEDIA. L’Europa ama il cinema e il mondo ama i nostri film”, ha dichiarato la Commissaria Androulla Vassiliou, responsabile per l’Istruzione e la Cultura. “Questi registi hanno dimostrato come si possano fare film di livello mondiale anche senza un budget enorme. Questo dimostra che l’industria cinematografica europea può competere con i migliori”. Negli anni passati, in effetti, l’Academy non si è dimostrata molto propensa a premiare film di produzione europea, l’anno passato aveva vinto la statuetta come miglior film l’americanissimo The Hurt Locker, storia di due marines in missione durante la guerra in Iraq. Quest’anno Il discorso del re era certamente il favorito anche grazie alla straordinaria interpretazione di Colin Firth (Giorgio VI), affiancato dal geniale Geoffrey Rush (Lionel Logue) e da un’ inaspettata Helena bonham Carter che, svestiti finalmente i panni goth, si rivela una perfetta Regina Elisabeth, decisa e un po’ strana, da noi tutti conosciuta come la Regina Madre. Il duca di York e secondogenito di re Giorgio V è afflitto da una terribile balbuzie proprio negli anni in cui l’avvento della radio spinse anche i reali ad arrendersi alle comunicazioni

di massa. Costretto contro la sua volontà a salire sul trono d’ Inghilterra col nome di Giorgio VI, riesce - con l’aiuto di Lionel Logue, logopedista di origine australiana dalle tecniche poco convenzionali - a vincere, almeno in parte, la sua minorazione e a diventare un monarca rispettato e amato. La regia di Tom Hooper è attenta, sostenuta solo sui particolari necessari e claustrofobica quando è a servizio della storia. Bella anche la fotografia, affiancata da ricostruzioni scenografiche fatte ad arte. Il discorso del re entra nella Storia dei grandi personaggi che racconta. Narra dell’abdicazione di Edoardo VIII (interpretato da Guy Pearce) che preferì al trono la pluridivorziata Wally Simspon; l’avvento del nazismo ricordato da una memorabile scena con Giorgio VI che assiste, con la moglie e le due bambine, ad uno spezzone nel quale Hitler sbraita uno dei suoi minacciosi discorsi: Margaret chiede al padre cosa dica quel forsennato e lui risponde, «Non lo so, ma lo dice bene». Lo scoppio della seconda guerra mondiale è anche il banco di prova per il neo incoronato re balbuziente che esita davanti ad un microfono che appare enorme.

Seppur il film risulti nell’insieme gradevole e ben girato non si può non notare alcune evidenti ridondanze nella sceneggiatura che, forse, non rendono la pellicola completamente meritevole della statuetta anche in questa categoria. Spesso si preferisce contare su scene scontate o troppo incentrate sulla vivacità istrionica di Geoffrey Rush. E’ veramente difficile appassionarsi a questi personaggi che, per lo più, non riescono a esprimere la forza che desiderano. E quando non si sa che fare, è fin troppo facile giocare con le situazioni aneddotiche, come la famiglia del dottore che incontra i regnanti con risultati goffi e imbarazzati. ovvio che in tutto questo non manca una gara di bravura interpretativa che sarebbe ingiusto non constatare ma che forse ha trascinato dietro di sé troppe statuette.

Il Discorso del Re. Un successo (anche) europeodi Carla Di Diomede

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ATTUALITÀ

L’8 marzo di ogni anno ricorre la Festa internazionale della donna, un’occasione importante per celebrare l’universo

femminile, le conquiste sociali, politiche ed economiche ad esso legate, senza dimenticare le diverse forme di discriminazioni e violenze che ancora oggi molte donne subiscono, in varie parti del mondo. Sono in molti a pensare che l’emancipazione delle donne abbia già prodotto buoni risultati e che la parità tra i sessi sia un traguardo raggiunto già da molto tempo, ma è veramente così?Nell’ambito degli obiettivi informativi che il nostro mensile intende perseguire, la festa della donna (così chiamata comunemente) diventa lo spunto per una riflessione sulla condizione femminile in un contesto specificatamente europeo.Per capire a che punto siamo è sicuramente utile partire dai dati forniti dall’Eurostat lo scorso 4 marzo proprio in vista della giornata internazionale della donna. Il primo dato che ne emerge è che in Europa il numero di madri single è sette volte superiore al numero dei padri single. Sul totale degli oltre 200 milioni di nuclei familiari presenti in Europa, la percentuale di madri single varia da meno del 2% in Italia, Grecia, Finlandia, Romania e Malta al 7% di Estonia e Regno unito, mentre la percentuale dei padri single è inferiore all’1% in quasi tutti gli Stati membri.Un altro dato degno di nota è che, per la popolazione nella fascia di età tra i 25 e i 54, la percentuale di lavoratrici diminuisce col crescere del numero dei figli. Nel 2009, nell’UE- 27 erano occupate il 75,8% di donne senza figli, il 71,3% delle donne con un figlio, il 69,2% delle donne con due figli e il 54,7% delle donne con tre o più figli.Per gli uomini della stessa fascia d’età, il tasso di occupazione è praticamente l’opposto. Infatti risultavano occupati l’80,3% degli uomini con un figlio, il 90,6% degli uomini con due figli e infine l’85,4% degli uomini con tre o più figli. Questi trend sono confermati in quasi tutti gli Stati membri, pur con differenze in paesi come Cipro, ungheria, Paesi bassi e Finlandia.La (dis)parità retributiva Un terzo dato indicativo delle difficoltà che le donne incontrano nel mercato del lavoro europeo è relativo alla retribuzione: a parità di lavoro svolto, le donne ricevono un salario mediamente più basso di quello percepito dagli uomini.Sebbene il divario salariale tra uomini e donne che svolgono lo stesso lavoro vada riducendosi, questa tendenza procede a rilento, dal momento che le donne continuano a guadagnare in media il 17,5% in meno rispetto agli uomini. un dato, questo, messo in evidenza con forza il 5 marzo scorso, in occasione della prima “Giornata europea per la parità retributiva”.La data dell’iniziativa non è casuale: per raggiungere l’importo che un uomo guadagna in un anno, una donna dovrebbe lavorare ogni anno circa 2 mesi in più, fino al 5 marzo appunto. Il divario salariale implica diverse

discriminazioni e disparità sul lavoro, con effetti a lungo termine. Ad esempio, una retribuzione inferiore comporta una pensione più bassa. Ne consegue che il 22% delle

donne di 65 anni è più esposta al rischio povertà, contro il 16% degli uomini.Per contrastare questo fenomeno, la Commissione si propone, in particolare di:- elaborare programmi per le aziende, con premi, concorsi e classifiche, per sostenere le imprese impegnate a promuovere la parità tra i sessi;- aiutare i datori di lavoro ad individuare e correggere disparità retributive ingiustificate mettendo a disposizione strumenti come i calcolatori del divario salariale;- incoraggiare donne e uomini ad optare per professioni in cui sono sottorappresentati;- migliorare per entrambi i sessi l’equilibrio tra vita professionale e vita privata ;- accrescere la trasparenza salariale, mitigando l’effetto che i contratti a tempo parziale e a tempo determinato

(spesso offerti alle donne) hanno sulla parità salariale.Donne e cariche dirigenziali L’Unione europea è anche impegnata a combattere un’altra forma di discriminazione sul lavoro: la grande difficoltà con cui le donne accedono alle cariche dirigenziali.A seguito di un incontro della Vice Presidente Viviane Reding con alcuni leader aziendali, la Commissione ha lanciato un’iniziativa per incoraggiare le imprese pubbliche ad impegnarsi, su base volontaria, ad aumentare al 30% entro il 2015 e al 40% entro il 2050 la presenza femminile nei rispettivi consigli di amministrazione. Dopo un anno l’uE valuterà i progressi compiuti. Se sono soddisfacenti, esaminerà quali provvedimenti - anche giuridici - intraprendere per forzare un cambiamento ai vertici aziendali. Attualmente, soltanto il 12% dei membri dei consigli di amministrazione delle principali aziende europee sono donne.Tutto questo però non deve essere oggetto di riflessioni solo in occasione della Festa della donna. L’impegno è di fare in modo che ogni giorno sia l’8 marzo.La situazione nelle Istituzioni europee Negli ultimi anni, grazie anche all’impegno profuso per implementare misure atte a favorire la parità tra uomo e donna, le istituzioni hanno visto crescere il numero di donne impiegate al loro interno.La percentuale di donne con grado da “senior manager” all’interno delle Istituzioni europee è passata dal 4% del 1995 al 22% dello scorso anno.Invece per quanto riguarda le donne che ricoprono una funzione di “middle management”, le percentuali crescono dal 10,7% del 1995 al 25% del 2010. Più in generale, la percentuale di donne assunte dalle Istituzioni con un contratto da funzionario AD (“Adiministrator”, l’equivalente di un “funzionario quadro” dell’amministrazione nazionale) è cresciuta costantemente dal 23,9% del 1995 al 41,6% del 2010.

8 marzo Festa della donna di Biancamaria Di Domenico

La Festa della donna per Stephanie Louise Capanna, 15 anni”

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AMBIENTEEDENERGIA

Continuiamo il nostro viaggio nel mondo dell’energia. un tema cruciale sul quale si sono giocati e si giocheranno i futuri assetti mondiali. Ho sentito il parere di Giovanni Damiani, che in passato è stato Assessore regionale all’Ambiente e responsabile nazionale dell’Agenzia per la tutela ambientale, mentre oggi è presidente di uno dei comitati più attivi che si battono per la bonifica e il recupero della mega discarica abusiva di bussi, tutt’oggi il sito di rifiuti industriali più grande d’Europa.

Cosa ne pensa del possibile sviluppo petrolifero abruzzese?Non è un modello, è un’avventura che durerebbe pochissimo e sulla quale non si può basare un’economia, per molti motivi, primo fra tutti che si tratta di un petrolio ricco di inquinanti e di pessima qualità.

Quale potrebbe essere il modello di sviluppo abruzzese?L’ Abruzzo ha aderito al “meno 20-20-20” , che impone entro il 2020 di ridurre l’utilizzo di combustibili fossili del 20% e aumentare le fonti rinnovabili del 20%, ma nonostante ciò nessuno dei capoluoghi di provincia e città sopra i 50.000 (come Montesilvano) hanno redatto un piano energetico. Da uno studio condotto sulla quasi totalità dei comuni abruzzesi da Viriol D’ambrosio e da me sostenuto all’epoca in cui svolgevo il ruolo di assessore regionale si è desunto che i comuni consumano in spese energetiche (riscaldamento, luce, carburante, ecc … ) in media il 33% del loro bilancio. Si comprende come con un piano energetico ben fatto gli amministratori abbiano la possibilità di intervenire sulle varie voci determinando un risparmio importante. Oggi, la tecnologia ha fatto passi da gigante ma basterebbe poco, ad esempio scegliere dispositivi a basso consumo, razionalizzare le centraline, disseminare il territorio di interruttori crepuscolar… Abbiamo ancora

l’illuminazione di strade, parchi e spazi pubblici che è rivolta verso l’alto, impedendoci pure di guardare il cielo. Oramai è necessario creare anche a livello comunale la delega all’energia, sarebbe l’assessorato più importante, avendo a disposizione un quarto del bilancio.

L’Abruzzo potrebbe essere la California d’Italia e d’Europa?È difficile dirlo, per esempio nella nostra terra l’eolico a parte alcune zone sarebbe difficile sfruttarlo, anche perché le zone ventose sono spesso siti di pregio ambientale. In Puglia starebbero meglio, ognuno ha le sue vocazioni. L’Abruzzo potrebbe puntare su piccoli impianti di biomasse, anche comunali. Dovremmo razionalizzare l’idroelettrico, con centrali continue, senza la necessità di creare dighe e sbarramenti.

La politica regionale si sta occupando di programmazione energetica?L’ Abruzzo non ha una politica energetica, si propone spesso quello o questo impianto senza avere uno sguardo complessivo. Quando fu inaugurato alcuni anni fa l’impianto fotovoltaico di Cupello che con i suoi 1 megawatt di potenza era il più grande d’Europa si pensò di creare un’agenzia regionale per reinvestire i profitti derivanti da quella energia. Oggi l’impianto è stato ceduto ad altri e l’agenzia si occupa di tutt’altro.

Cosa ne pensa degli impianti eolici off-shore (in mare)?Io non capisco le motivazioni del “No” a questi impianti. In mare i venti sono costanti e comunque sarebbero lontane dalla costa e dalla linea dell’orizzonte. Ma non ci dobbiamo mai scordare che oggi la più grande centrale è il risparmio, altrimenti sarà sempre come andare dal benzinaio a fare rifornimento con una macchina con il serbatoio bucato.

Petrolio e nucleare? Vento, sole, acqua e risparmio

Intervista a Giovanni Damianidi Silvio Pacioni

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VIAGGIAREINEUROPA

Cari lettori,voglio raccontarvi una storia …

Si narra che in un lontano passato presso il fiume Vistola, ai piedi della collina Wawel, sorgeva un piccolo villaggio di agricoltori. La collina ospitava al suo interno un feroce drago addormentato. un giorno i giovani del villaggio increduli dell’esistenza del drago decisero di avventurarsi nella caverna, provocando il risveglio della bestia e il suo furore vendicativo.I giovani vennero risparmiati, ma da allora il villaggio fu funestato da continui attacchi e vittime. Numerosi valenti cavalieri tentarono invano di uccidere il drago, ma l’eroe che lo riuscì a sconfiggere fu un umile calzolaio di nome Krakus. Senza l’uso della forza, bensì con un ingegnoso stratagemma, attirò il drago verso un succulento ariete che egli aveva precedentemente riempito di zolfo e catrame. La bestia mostruosa sentendo lo stomaco bruciare iniziò a bere così tanto che alla fine scoppiò. Krakus divenne il capo del villaggio, sposò la figlia del re e trasformò il piccolo centro in una bellissima città.Queste sono le origini leggendarie di una delle Capitali europee della cultura 2000, Cracovia, avvolta come il resto del territorio polacco dal fascino di miti e leggende che costituiscono parte dell’identità nazionale.Leggende a parte, la città di Cracovia sorge realmente alle pendici della collina Wawel, da cui domina il Castello e dove tutt’oggi è possibile percorrere i sentieri della grotta del drago che attende all’ingresso i suoi visitatori per sputar fiammelle di fuoco!oltre a queste riproduzioni folcloristiche, all’interno delle antiche fortificazioni sono presenti sia il Palazzo Reale, residenza dei sovrani fino a quando la capitale della Polonia fu spostata a Varsavia, sia la Cattedrale dei santi Stanislao e Venceslao, luogo in cui si svolgevano le incoronazioni dei re e dove è conservata l’imponente campana di Sigismondo, suonata in occasioni importanti. Cracovia è considerata da sempre la capitale della cultura e dell’arte polacca, essendo una delle più antiche città della nazione, nonché il più importante centro universitario. Sin dal Cinquecento era chiamata l’Atene polacca, per sottolineare il fermento intellettualistico che l’avvolgeva; non è un caso che nella prestigiosa università Jagellonica studiarono importanti personalità come Copernico, Wojityla e Wiesława Szymborska, poetessa e premio Nobel per la letteratura. La Città Vecchia, Stare Miasto, accoglie il piccolo e curatissimo centro storico, rimasto quasi perfettamente

intatto, cinto da una larga fascia di giardini. Il fulcro della città è Piazza del Mercato, la più grande piazza medievale d’Europa, circondata da importanti edifici come la Torre civica del Municipio, il Mercato dei tessuti e la Chiesa di Santa Maria con le sue due torri, dove ancora oggi, allo

scoccare di ogni ora, dalla cima più alta, viene intonata la celebre Hejnał Mariacki, la “chiamata a raccolta”, mai conclusa, a ricordare il trombettista che morì dando l’allarme dell’imminente invasione dei tatari. Girare a piedi per la città è sicuramente la scelta migliore, per evitare di perdere anche solo una delle tante attrattive che ci attendono ad ogni passo, come il

Museo Czartoryski che conserva tra le varie opere d’arte “La dama con l’ermellino” di Leonardo Da Vinci e “Paesaggio con il buon samaritano” di Rembrandt, oppure il quartiere ebraico Karzimierz, dove è stato ambientato il film “La lista di Schindler” e dove sorge il Museo dell’olocausto.

La nostra passeggiata deve continuare fino a Porta Floriańska, uno degli antichi accessi alla città vecchia, ma anche uno dei luoghi più caratteristici, sempre arricchita da esposizioni permanenti di dipinti di artisti di strada, vicino alla quale si staglia la massiccia mole del Barbacane, un’antica fortificazione difensiva; infine, non si può evitare il passaggio per Ulica Kanonicza, definita una delle più belle strade d’Europa, tutta fiancheggiata da palazzi rinascimentali. La lista potrebbe ancora allungarsi fino ad includervi una dopo l’altra tutte le attrazioni da non dimenticare durante la nostra permanenza a Cracovia, inserita nel 1978 nell’elenco del patrimonio

mondiale dell’unesco. oltre alle bellezze lasciate dal tempo questa città si distingue anche per la sua intensa attività artistica e culturale: definita “città amica degli artisti”, ogni anno ospita numerosissimi eventi: a luglio il festival del teatro

di strada inonda di allegria il centro della città; ad agosto si svolge il festival della musica; a maggio si svolge la festa degli Iuvenalia, una rievocazione messa in scena dagli studenti, che rivivono gli antichi giochi medievali cracoviani; senza dimenticare gli eventi di risonanza internazionale come il Festival dei cortometraggi, il Festival della cultura ebraica e la

Mostra Biennale di Grafica. A Cracovia l’aria che si respira è di un luogo vitale, pieno di energie, ricco di storia e di cultura, dove il passato domina con la sua impronta, accolto da un presente che ne ammira la grandiosità e ne celebra il valore.

oN THE RoAD: Cracoviadi Marina Di Carlo

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TRADIZIONIECUCINAINEUROPA

GastronoMik: Empanada Gallega di Francesca Michelucci

PreparazioneMischiare tutti gli ingredienti per l’impasto e preparare un panetto da lasciare riposare mentre si procede con il ripieno.In una padella mettete la cipolla tagliata a julienne con un po’ d’olio, aggiungere il peperone lavato, asciugato e tagliato a pezzettini piccoli ed il pomodoro tagliato a dadi. Fate cuocere aspettando che le verdure

perdano la loro acqua, quindi spegnere il fuoco e aggiungere il tonno tritato. Mescolare la farcia ed aggiungere le uova sode anch’esse tritate.Stendere l’impasto (con il mattarello o con le dita) dentro una teglia imburrata o ricoperta da carta forno.Infornare l’empanada a 180° e lasciare cuocere fin quando la sfoglia non sarà ben dorata.

Dopo aver esplorato le similitudini tra la cucina italiana e quelle francese e greca, in questo numero vi proporrò una ricetta tipica di un altro paese dell’area mediterranea: la Spagna. In realtà questo piatto è tipico della Galizia, regione del nord ovest della Spagna al confine con il Portogallo.L’empanada presenta delle caratteristiche molto simili a quelle della nostra torta rustica, piatto gustoso che potete presentare sia come stuzzichino per aperitivi che come piatto unico. La preparazione è molto semplice e non richiede un grande dispendio di energie.

Per l’impasto1 tazza di farina1 cucchiaino di lievito di birra1/3 tazza d’olio1/3 tazza di acqua sale q.b.

Per il ripieno1 cipolla grane1 peperone rosso grande1 pomodoro grande250gr di tonno (in scatola)3 uova sode

INGREDIENTI

La Galizia (in galiziano e spagnolo castigliano Galicia) è una Comunità Autonoma nel nord-ovest della Spagna, le lingue ufficiali della sono il galiziano, o galego (in spagnolo gallego) e lo spagnolo, entrambi gli idiomi hanno uno status ufficiale e vengono insegnati nelle scuole.Sebbene la Galizia sia una regione spagnola presenta delle peculiarità geografiche e culturali completamente differenti da quelle iberiche, infatti il

clima è atlantico, molto piovoso, inoltre sono presenti montagne, la cui altezza è di circa 2.000 m.A livello culturale i gallegos sono fieri delle loro radici celtiche, che mostrano soprattutto attraverso la musica che è molto vicina come suoni e ritmi a quella irlandese ed è anche per questo motivo che tendono a distaccarsi dal governo centrale di Madrid, rivendicando spesso la loro indipendenza sebbene in maniera più morbida rispetto ai Paesi Baschi e alla Catalogna.

Curiosità

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PAROLED’EUROPA

Benchmarking: con questo termine inglese si intende la valutazione comparativa delle prestazioni e dei risultati di un paese, di un’impresa o di un settore economico rispetto ad altri paesi, altre imprese, altri settori ecc. Il “benchmark” è un insieme di valori presi come parametri di riferimento per questa valutazione.

“Bruxelles ha deciso…”: il termine “Bruxelles” è spesso utilizzato dai media con riferimento alle istituzioni dell’uE, situate per la maggior parte nella città di bruxelles. Le leggi dell’uE sono proposte dalla Commissione europea ma a discutere, modificare e infine decidere se adottare le leggi proposte sono il Consiglio dell’unione europea (ovvero i ministri dei governi nazionali) e il Parlamento europeo (eletto dai cittadini europei).

Capitali della cultura: ogni anno una o più città europee sono designate “capitale europea della cultura”. L’obiettivo è di pubblicizzare e celebrare le realizzazioni culturali e le attrattive di tali città sensibilizzando maggiormente i cittadini europei al ricco patrimonio culturale che condividono. Liverpool (Regno unito) e Stavanger (Norvegia) sono state designate capitali europee della cultura per il 2008. Elenco delle capitali della cultura.

CE: quest’abbreviazione designa la “Comunità europea” o anche, seppure più raramente, la “Commissione europea”. La Comunità europea: è il nome attuale di quella che, in origine, si chiamava “Comunità economica europea” o CEE (cfr. punto successivo). La Commissione europea: è l’istituzione, politicamente indipendente, che rappresenta e difende gli interessi dell’unione europea nel suo insieme. Propone gli atti legislativi, le politiche ed i programmi d’azione ed è responsabile dell’esecuzione delle decisioni del Parlamento e del Consiglio.

CEE: quest’abbreviazione indica la Comunità economica europea – una delle tre “Comunità europee” (cfr. punto successivo) istituita nel 1957 per realizzare l’integrazione economica dell’Europa. In origine contava sei Stati membri: belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi bassi. Nel 1993, con l’entrata in vigore del Trattato di Maastricht, la CEE è stata ribattezzata Comunità europea (CE), ossia la base dell’attuale unione europea.

CIG: “Conferenza intergovernativa”.con tale termine si indica la conferenza in cui si riuniscono i governi degli Stati membri dell’UE per modificare i trattati dell’unione europea.

Clausola di rendez-vous: a volte, quando i leader dell’uE discutono un importante atto giuridico, non riescono a raggiungere un accordo in merito ad una questione specifica, nel qual caso possono decidere di riesaminarla ad una data successiva. Tale decisione viene formalizzata mettendola per iscritto e inserendola come clausola nell’atto in discussione. Questo tipo di clausola viene talvolta detta “clausola di rendez-vous”.

Coesione: questo termine significa letteralmente “essere uniti”. L’espressione “promuovere la coesione sociale” significa che l’uE cerca di fare in modo che ogni persona abbia una collocazione nella società, combattendo la povertà, la disoccupazione e la discriminazione. Il bilancio dell’uE comprende un “Fondo di coesione”, utilizzato per finanziare i progetti che aiutano l’UE a “essere più unita”. Ad esempio, finanzia nuovi collegamenti su strada o rotaia che aiutano le regioni svantaggiate a svolgere un ruolo attivo nell’economia dell’uE.

Comitatologia: il termine indica una procedura, nota più correttamente come “procedura dei comitati”. Descrive un processo in cui la Commissione, nell’attuare la legislazione dell’uE, deve consultare alcuni comitati consultivi speciali composti da esperti dei paesi dell’uE. Per saperne di più, consultare il glossario.

Competenze: termine del gergo europeo che indica “poteri e responsabilità”. Ricorre spesso nel dibattito politico su quali poteri, facoltà e compiti debbano essere demandati alle istituzioni europee e quali invece siano da lasciare alle autorità nazionali, regionali e locali.

Comunità europee: negli anni Cinquanta, sei paesi europei decisero di mettere in comune le rispettive risorse economiche e di istituire un sistema per prendere decisioni congiunte su questioni economiche. Furono così create tre organizzazioni:

la Comunità europea del carbone e dell’acciaio • (CECA), la Comunità europea dell’energia atomica (Euratom), • la Comunità economica europea (CEE).•

Queste tre comunità, conosciute con il nome collettivo di “Comunità europee”, hanno formato la base di quella che è oggi l’Unione europea. La CEE è presto divenuta di gran lunga la più importante delle tre ed è stata in seguito ribattezzata semplicemente “Comunità europea” (CE). Nella CE le decisioni vengono prese utilizzando il “metodo comunitario” (cfr. punto successivo), a cui partecipano le istituzioni europee. Questo metodo vale per tutte le attività dell’UE ad eccezione di ciò che viene deciso attraverso semplice accordo tra i governi.

Il gergo comunitariodi Francesca Michelucci (fonte: http://europa.eu)

Il personale delle istituzioni europee e i media che si occupano delle attività dell’uE utilizzano spesso il cosiddetto “gergo europeo”, ovvero parole ed espressioni comprensibili soltanto a loro. Il gergo europeo può causare confusione nei comuni cittadini. Per questo motivo abbiamo deciso di riportare sulla nostra rivista la guida alla comprensione del gergo europeo presente sul sito ufficiale dell’UE. Abbiamo inizato nel numero precedente con la lettera “A”, proseguiamo con la lettera “B” e fino a “Comunità europee”.

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PROGRAMMA CULTURA - Implementazione del programma: progetti pluriennali di cooperazione; azioni di cooperazione; azioni speciali (paesi terzi) e sostegno agli enti attivi a livello europeo in campo culturale E’ stato pubblicato l’Invito a presentare proposte - Programma Cultura -2007-2010-.Le date di scadenza per la presentazione delle domande sono le seguenti: Settore 1.3.5 - Azioni speciali di cooperazione con paesi terzi - 03.05.2011Il Bando è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’unione europea C 204/7 del 28.07.2010 PROGRAMMA LLP - INVITO GENERALE A PRESENTARE PROPOSTE 2011 — EAC/49/10 L’Invito generale a presentare proposte definisce nel concreto la partecipazione per il 2011 al Programma di apprendimento permanente, o Lifelong Learning Programme (LLP), nei diversi Programmi settoriali: Comenius, Erasmus, Leonardo, Grundtvig, Trasversale e Jean Monnet.Tutte le sezioni informative del sito LLP contengono le informazioni per la partecipazione alle singole azioni.Qui di seguito riportiamo le scadenze ancora in atto in esso contenute:

Formazione in servizio Comenius e Grundtvig − 29 aprile e 16 settembre 2011Programma trasversale: Attività chiave 1 “Visite di −studio” 31 marzo 2011 e 14 ottobre 2011

Il Bando è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’unione europea C 290/13 del 27.10.2010

Programma «Gioventù in azione» 2007-2013- Invito a presentare proposte EAC/57/10 È stato pubblicato l’Invito a presentare proposte 2011 - Programma “Gioventù in azione” 2007-2013 Il presente invito a formulare proposte riguarda il sostegno alle azioni e alle sottoazioni sotto elencate:1.1, 1.2, 1.3, 2, 3.1, 3.2, 3.3, 4.1 e 5.1:Le domande devono pervenire entro il termine che corrisponde alla data di inizio del progetto. Per i progetti sottoposti a un’agenzia nazionale, esistono 5 termini all’anno per la presentazione delle domande:1 febbraio (Inizio progetto tra il 1 maggio e il 30 settembre)1 aprile (1 luglio - 30 novembre)1 giugno (1 settembre - 31 gennaio1 settembre (1 dicembre - 30 aprile)1 novembre (1 febbraio - 31 luglio)Il Bando è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’unione europea C 333/12 del 10.12.2010

Programma “Europa per i cittadini” 2007-2013E’ stato pubblicato il bando 2011 del programma “Europa per i cittadini” che intende promuovere la cittadinanza attiva europea. Questo invito è rivolto agli enti pubblici e alle organizzazioni senza scopo di lucro. Varie sono le azioni e le misure previste a sostegno del programmaAzione 1 Misura 1.1 Incontri fra cittadini nell’ambito del gemellaggio tra città: 1 febbraio, 1 giugno, 1 settembre;Azione 1 Misura 1.2 Collegamento in rete tematico tra le

città gemellate 1 febbraio, 1 settembre; Azione 1 Misura 2.1 Progetti dei cittadini; 1 giugno;Azione 1 Misura 2.2 Misure di sostegno: 1 giugno;Azione 2 Misura 1 e 2 Sostegno strutturale ai centri di ricerca sulle politiche europee (think tank) e alle organizzazioni della società civile a livello di unione europea: 15 ottobre;Azione 4 Memoria europea attiva: 1 giugno.Le domande devono essere presentate entro e non oltre le ore 12:00 (mezzogiorno, ora di bruxelles) della data di scadenza delle candidature. Se la scadenza per la presentazione delle candidature cade di sabato o di domenica, il primo giorno lavorativo successivo alla domenica verrà considerato il giorno della scadenza.Il Bando è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’unione europea C 340/21 del 15.12.2010

Erasmus Mundus Invito a presentare proposte — EACEA/41/10 per l’attuazione di Erasmus Mundus 2009-2013 nel 2011 (2010/C 341/10) E’ stato pubblicato l’Invito a presentare proposte relativo alle seguenti azioni:

Azione 1 — Programmi congiunti • Azione 2 — Partenariati • Azione 3 — Promozione istruzione superiore • europea

Il Bando è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’unione europea C 341/40 del 16.12.2010 Scadenza: 29 aprile 2011

Programma «Gioventù in azione» Azione 3.2 INVITo A PRESENTARE PRoPoSTE — EACEA/09/11 - Gioventù nel mondo: Cooperazione con paesi diversi dai paesi limitrofi all’Unione europea Il presente invito a presentare proposte si prefigge di sostenere progetti che promuovano la cooperazione nel settore della gioventù tra i paesi aderenti al programma «Gioventù in azione» e i paesi partner diversi dai paesi limitrofi all’Unione europea (paesi che hanno firmato con l’unione europea un accordo rilevante per il settore giovanile). Il presente invito fornisce sovvenzioni ai progetti. Il bando è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’unione europea C 71/19 del 05.03.2011Agenzia esecutiva per l’istruzione, gli audiovisivi e la cultura Le domande devono essere inviate al seguente indirizzo:Programma «Gioventù in azione» — EACEA/09/11 bouR 4/029 Avenue du bourget/bourgetlaan 1 1140 bruxelles/brussel bELGIQuE/bELGIË Altre Informazioni: Gli orientamenti dettagliati per i candidati, nonché i moduli sono reperibili su Internet al seguente indirizzo: http://eacea.ec.europa.eu/youth/funding/2011/call_action_3_2_en.php Le domande di sovvenzione devono utilizzare il modulo predisposto allo scopo, nonché contenere tutti gli allegati e le informazioni richieste.Scadenza: 6 maggio 2011

bANDI E PRoGRAMMI

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PoLLSQuESTIoNARIo: I GIoVANI E LA MobILITA’

Compila il questionario, ritaglia lungo la linea tratteggiata e consegnalo a: Centro Informa Giovani –Punto Europe Direct Via Nazionale 250 – 64026 Roseto degli Abruzzi Tel.085-89453657-8-9 e-mail [email protected]. Se frequenti una scuola di Roseto, consegnalo alla tua Segreteria.

Età: 13-15 16-18 19-21 22-24

Genere:

Maschio Femmina Occupazione:

Studente scuola superiore Lavoratore Studente universitario Disoccupato

I programmi europei di mobilità che conosco sono (puoi selezionare anche più di una risposta):

Erasmus (LLP) Erasmus Placement (LLP) Leonardo Da Vinci (LLP) Partenariati Comenius (LLP) MIA (Mobilità individuale degli alunni) Comenius (LLP) Grundvig (LLP) Gemellaggio con la scuola Scambio giovanile con Gioventù in Azione Training Course con Gioventù in Azione SVE (Servizio Volontario Europeo - Gioventù in Azione)

Servizio Civile all’estero Altro ___________________________________

Sei mai stato all'estero con uno di questi programmi?

Si quale/i __________________________________ No perché _________________________________

Da una esperienza all’estero ti aspetti di:

Conoscere una nuova cultura Imparare una nuova lingua Conoscere nuove persone Divertirti Arricchire il mio curriculum Trovare lavoro Nulla Altro ___________________________________

Leggi la domanda seguente e rispondi. Puoi segnare anche più di una risposta e per ognuna di quelle segnate indica la qualità scrivendo a fianco il valore da 1 a 5: insufficiente (1) mediocre (2) sufficiente (3) buono (4) eccellente (5) Le informazioni sui programmi europei che conosco provengono da:

Europe Direct ___ Eurodesk ___ Televisione ___ Stampa ___ Internet ___ Radio ___ Amici ___ Passa parola ___ Associazioni ___ Newsletter ___ università ___ Scuola ___ Altro ___________________________________

Leggi le seguenti affermazioni e rispondi alla domanda proposta segnando con una crocetta e per ognuna di quelle segnate indica a fianco il valore da 1 a 7 che ritieni più opportuno: per nulla (1) molto poco (2) poco (3) non so (4) abbastanza (5) molto (6) tantissimo (7) Pensando alle tue esperienze all’estero, quanto sono vere le seguenti affermazioni?:

Ho imparato la lingua del luogo Ho migliorato la mia conoscenza dell’inglese Ho imparato diverse tradizioni locali Ho imparato a cucinare qualche piatto tipico Ho avuto difficoltà ad ambientarmi Avevo una idea

negativa delle persone del luogo Ho tanti bei ricordi Ho nostalgia Ho prolungato il mio periodo di permanenza Avevo una idea positiva delle persone del luogo Ho imparato un nuovo lavoro Ho acquisito conoscenze teoriche Le mie esperienze all’estero sono state piacevoli Ho visto molte differenze con il mio Paese di origine Ho cambiato la mia opinione sulle persone di quella

nazione Ho acquisito competenze di base nell’ambito

scientifico e tecnologico Ho acquisito competenze informatiche Ho imparato nuove strategie per imparare Ho acquisito competenze interpersonali Ho acquisito competenze interculturali Ho acquisito competenze sociali Ho acquisito competenze civiche Ho aumentato il mio spirito imprenditoriale Ho accresciuto le mie conoscenze sulla mia cultura

di origine Ho aumentato la mia creatività

Sai cos'è lo Youthpass?:

Si No Se hai risposto si alla domanda precedente: ne hai mai ottenuto uno? :

Si No Scrivi la data dell’ultimo Youthpass ottenuto e il contesto: ___________________________________ ___________________________________ Sai cos'è un certificato Europass?:

Si No Se hai risposto si alla domanda precedente: ne hai mai ottenuto uno?:

Si No Scrivi l’anno dell’ultimo certificato Europass ottenuto, la tipologia e il contesto (o il programma): ___________________________________ ___________________________________

Via Vico Patrizi, 5 - 64026 Roseto degli Abruzzi (TE) ItalyTel. +39 348 6575988-9Fax + 39 085 [email protected]

L’Europa vicina a casa tuaServizio volontario Europeo (Hosting & Sending)

orientamento alla mobilità per Studio-Formazione-Lavoro in EuropaConcorsi e stage presso Istituzioni e Agenzie comunitarie

Help desk scuola - Help desk giovaniPubblicazioni ufficiali dell’Unione europeaConsultazione gratuite banche dati europee

Newsletter e alert – bandi e programmi in scadenzaVia Nazionale, 250 - 64026 Roseto degli Abruzzi Tel. 085 89453657/8/9 Fax 085 8930482

www.comune.roseto.te.it/ped [email protected]

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Via Nazionale, 250 - 64026 Roseto degli Abruzzi Tel. 085 89453657/8/9 Fax 085 8930482 www.comune.roseto.te.itd [email protected]

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Consulenza per l’Europrogettazione, Realizza-zione e gestione di siti Internet Formazione e aggiornamento dei soci e non soci.