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Pagina 1 Aprile 2012 - N° 10 Parrocchia S. Maria del Carmine - via Emilia, 72 - 40060 Toscanella BO - tel 0542 672306 - www.parrocchiatoscanella.it Quaresima: tempo di conversione L a quaresima è ormai giunta al termine, già pregustiamo la gioia della Pasqua. Talvolta la Pasqua è una preoccupazione in più. È fatica fare festa quando si è provati dalla durezza delle circostanze della vita. Quante sofferenze nelle case! Divisio- ni, contese, malattie, lutti … Potessimo sperimentare, per una vol- ta almeno, che davvero il Signore è Risorto! Potessimo gustare che quan- do, nella solenne Veglia Pasquale, si proclama che “la luce ha vinto le te- nebre, che Cristo è davvero Risorto” non è una frase fatta! Quanta conso- lazione, anche nella sofferenza. Per qualcun altro la gioia della Pasqua è una gioia sconosciuta, al massimo è un’occasione per fare festa per tradi- zione. La Pasqua è una vacanza, è la scampagnata, è l’uovo di cioccolato… è un sontuoso pranzo in più mentre per altri c’è la preoccupazione di cosa mettere in tavola anche nel Giorno di Festa per la Resurrezione del Signore. La crisi economica e sociale che sta attraversando la nostra società si ab- batte pesantemente su molte fami- glie. Dal nostro “osservatorio”, il cen- tro di ascolto Caritas, constatiamo l’aumento continuo di persone che si rivolgono a noi per un aiuto, ma pa- radossalmente calano i mezzi. Di quali mezzi sto parlando? Mi riferi- sco ai cosiddetti “prodotti AGEA”. Si tratta di prodotti agricoli che attraver- so questo Ente Europeo AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricol- tura) che ha il compito di salvaguar- dare il mercato dei prodotti agricoli, immagazzina e distribuisce gratuita- mente ad enti benefici e caritativi prodotti agricoli raccolti dalle cosid- dette “eccedenze di mercato”. Per fattori diversi, ma prevalentemente per volere di alcuni paesi europei quali Francia, Germania Inghilterra e altri, queste forniture sono state ri- dotte di almeno due terzi. Questa riduzione riguarda soprattutto prodotti come il latte e suoi derivati (burro, forma, formaggio) e derivati del grano come farina, cracker, fette biscottate (per il momento non ri- guarda la pasta ma in futuro riguar- derà anche quella), lo zucchero, la marmellata. Tutti prodotti molto utili alla alimentazione. Per effetto di que- sta riduzione noi oggi acquistiamo con i nostri fondi il latte, ma una spe- sa di circa cinquanta euro a settima- na ci consente di garantirne una quantità minima almeno alle famiglie che hanno bambini o anziani ritenen- dolo un alimento indispensabile. La premessa già fa intravvedere la conclusione: - Oggi la Caritas ha bisogno di aiuto, del tuo aiuto! Ci sono giorni in cui le cose – umanamente parlando – vanno meglio, ci sono dei giorni in cui van- no meno bene. Allora ripeti la dolce esperienza che nella vita presente che ti è data non conta se va bene o meno bene, ma vale come la vivi questa vita, perché in quel come è la carità, che sola dà valore a tutto.” Oggi la Caritas ha bisogno di aiuto Uno sguardo sul cambiamento reale della vita di molte persone Continua a pagina 2 Chiara Lubich

Lo Specchio n.10 - Aprile 2012

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Riflettendo la parrocchia di Toscanella

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Page 1: Lo Specchio n.10 - Aprile 2012

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Aprile 2012 - N° 10

Parrocchia S. Maria del Carmine - via Emilia, 72 - 40060 Toscanella BO - tel 0542 672306 - www.parrocchiatoscanella.it

Quaresima: tempo di conversione

L a quaresima è ormai giunta al termine, già pregustiamo la gioia

della Pasqua. Talvolta la Pasqua è una preoccupazione in più. È fatica fare festa quando si è provati dalla durezza delle circostanze della vita. Quante sofferenze nelle case! Divisio-ni, contese, malattie, lutti … Potessimo sperimentare, per una vol-ta almeno, che davvero il Signore è Risorto! Potessimo gustare che quan-do, nella solenne Veglia Pasquale, si proclama che “la luce ha vinto le te-nebre, che Cristo è davvero Risorto” non è una frase fatta! Quanta conso-lazione, anche nella sofferenza. Per qualcun altro la gioia della Pasqua è una gioia sconosciuta, al massimo è un’occasione per fare festa per tradi-zione. La Pasqua è una vacanza, è la scampagnata, è l’uovo di cioccolato… è un sontuoso pranzo in più mentre per altri c’è la preoccupazione di cosa mettere in tavola anche nel Giorno di Festa per la Resurrezione del Signore. La crisi economica e sociale che sta attraversando la nostra società si ab-batte pesantemente su molte fami-glie. Dal nostro “osservatorio”, il cen-tro di ascolto Caritas, constatiamo l’aumento continuo di persone che si rivolgono a noi per un aiuto, ma pa-radossalmente calano i mezzi. Di quali mezzi sto parlando? Mi riferi-sco ai cosiddetti “prodotti AGEA”. Si

tratta di prodotti agricoli che attraver-so questo Ente Europeo AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricol-tura) che ha il compito di salvaguar-dare il mercato dei prodotti agricoli, immagazzina e distribuisce gratuita-mente ad enti benefici e caritativi prodotti agricoli raccolti dalle cosid-dette “eccedenze di mercato”. Per fattori diversi, ma prevalentemente per volere di alcuni paesi europei quali Francia, Germania Inghilterra e altri, queste forniture sono state ri-dotte di almeno due terzi. Questa riduzione riguarda soprattutto prodotti come il latte e suoi derivati (burro, forma, formaggio) e derivati del grano come farina, cracker, fette

biscottate (per il momento non ri-guarda la pasta ma in futuro riguar-derà anche quella), lo zucchero, la marmellata. Tutti prodotti molto utili alla alimentazione. Per effetto di que-sta riduzione noi oggi acquistiamo con i nostri fondi il latte, ma una spe-sa di circa cinquanta euro a settima-na ci consente di garantirne una quantità minima almeno alle famiglie che hanno bambini o anziani ritenen-dolo un alimento indispensabile. La premessa già fa intravvedere la conclusione: - Oggi la Caritas ha bisogno di aiuto, del tuo aiuto!

“Ci sono giorni in cui le cose – umanamente parlando – vanno meglio, ci sono dei giorni in cui van-no meno bene. Allora ripeti la dolce esperienza che nella vita presente che ti è data non conta se va bene o meno

bene, ma vale come la vivi questa vita, perché in quel come è la carità, che sola dà valore a tutto.”

Oggi la Caritas ha bisogno di aiuto

Uno sguardo sul cambiamento reale della vita di molte persone

Continua a pagina 2

Chiara Lubich

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Pagina 2 Attività parrocchiali

Riporto una piccola parte di uno scrit-to di un Padre della Chiesa, san Pie-tro Crisologo, che ci veniva proposto alla meditazione nei giorni scorsi all’Ufficio Divino e che mi ha molto colpito e penso possa aiutare la rifles-sione di tutti: - … Chi nel domandare desidera di essere esaudito, esaudisca chi gli ri-volge domanda. Chi vuol trovare a-perto verso di sé il cuore di Dio non chiuda il suo a chi lo supplica. Chi digiuna comprenda bene cosa signifi-chi per gli altri non aver da mangiare. Ascolti chi ha fame, se vuole che Dio gradisca il suo digiuno. Abbia com-passione, chi spera compassione. Chi domanda pietà, la eserciti. Chi vuole che gli sia concesso un dono, apra la sua mano agli altri. È un cattivo ri-

chiedente colui che nega agli altri quello che domanda per sé. O tu che digiuni, sappi che il tuo campo resterà digiuno se resterà di-giuna la misericordia. Quello invece che tu avrai donato nella misericor-dia, ritornerà abbondantemente nel tuo granaio. Pertanto, o uomo, per-ché tu non abbia a perdere col voler tenere per te, elargisci agli altri e al-lora raccoglierai. Da’ a te stesso, dan-do al povero … “ Con il mese di marzo si conclude il “Progetto Vita”, ed è stata un’opera meravigliosa e commovente di cui noi tutti della Caritas siamo moto grati a voi e al Signore. I frutti sono stati più abbondanti di quanto potessimo spe-rare. Circa settanta persone singole o famiglie hanno aderito, e la

“sovrabbondanza” è ora indirizzata ad un’altra famiglia che si trovava in dif-ficoltà ad accogliere una bocca in più da sfamare a causa della mancanza di lavoro e quindi di reddito. Oggi ci rivolgiamo alla generosità di chi può, perché apra il suo cuore al fratello bisognoso, perché “dividendo il pane moltiplichiamo la gioia”. Chiediamo:- latte, farina, zucchero, marmellata, tonno, legumi (sia secchi che in scatola), pomodoro (passata, pelati concentrato) … non richiediamo pasta, riso omogeneizzati perché al momento ci sono forniti a sufficienza. E il Dio della gioia ricambi il vostro dono ricolmandovi di ogni Benedizio-ne. Buona Pasqua … di condivisione

Continua da pagina 1 — Quaresima: tempo di conversione

Diacono Luciano Mongardi

“Infatti ama Dio chi osserva la sua parola. Noi, durante il giorno, dobbiamo pensare che in Paradiso non porteremo né le gioie, né i dolori. Anche il dar il corpo alle fiamme, senza la carità, è nulla. Né valgono le opere di apostolato. Anche il saper la lingua degli angeli, senza la carità, non vale. Né le opere di misericordia. Anche il dar via tutto ai poveri, senza la carità, non vale. In Paradiso porteremo come abbiamo vissuto tutto questo: se cioè secondo la parola di Dio, che ci dà modo di esprimere la nostra carità.”

Siamo, come dal titolo, una cooperativa composta da dieci persone e offre lavo-ro, anche in questo periodo di crisi, a chiunque dovesse farne richiesta. Le

buste paga sono milio-narie: la cassa paga-menti è gestita diretta-mente dal cuore traboc-cante di Gesù, tesoriere d e l l e r i c c h e z z e dell’intero universo e di più ancora. Egli è sem-pre presente ai nostri lavori e non ci ha mai mosso un rimprovero, anche perché la Sua famiglia di Toscanella ( mamme, papà, bambi-ni, bambine, nonni, gio-

vani ) trova la casa bella e pulita e ci sta bene! Dai bilanci an-nuali è risultato che le spese di gestione sono state assoluta-mente minime, men-tre le entrate enormi quanto le montagne e, cosa assolutamen-te straordinaria e meravigliosa, non soggette a tassazione. Noi continuiamo a lavorare per la casa di Dio e del Suo popolo anche dopo l’età pensionabile, perché abbiamo trovato l’occupazione meglio retribuita su tutto il nostro piane-ta. Provare per credere!

I soci della Cooperativa Pulizie

Chiara Lubich

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Attualità

Durante le vacanze si possono fare tante cose, come ad esempio riposar-si, incontrare i parenti e gli amici, vedere un film, leggere un libro, qual-che passeggiata…. Noi quest’anno siamo andati a visitare il “museo del Patrimonio Industriale” di Bologna. Questa visita ci ha offerto un escur-sus storico del nostro capoluogo, con avvenimenti che in forme e maniere diverse si ripresentano anche oggi, seppure in un contesto molto cambiato. In fondo lo sappiamo, si impara molto dalla storia! In-fatti ciò che più mi ha colpito è il fatto che l’attuale sviluppo eco-nomico e industriale di Bologna ebbe le sue origini …….da una cri-si! Per capire quanto successo dobbiamo partire più o meno dall’inizio, sapendo che tutto il benessere del nostro capoluogo non ci sarebbe, se la sag-gezza medievale non avesse suggerito di portare acqua alla cit-tà, attraverso canali artificiali, essen-do la posizione e la portata del fiume Reno assolutamente insufficiente per i bisogni della città. E così, attraver-so tali canali, Bologna venne a con-tatto con Venezia, importò la lavora-zione della seta e si specializzò nella produzione del velo. Un anonimo del 1300 inventò poi una macchina per la lavorazione del filo di seta, che veni-va in altri luoghi lavorato solo a ma-no, e così Bologna divenne leader nel settore tanto che su 50.000 lavoratori bolognesi, ben 20.000 erano impiega-ti nella produzione del velo di seta. Dal 1300 fino alla fine del 1700 il be-nessere di Bologna fu basato su que-ste lavorazioni, ma l’avvento della rivoluzione francese e di Napoleone e la costruzione in altre aree di telai più avanzati, mandò in profonda crisi il settore. Che cosa fare allora? Il

1800 fu caratterizzato a Bologna dal-la… disoccupazione ! Ebbene si, an-che allora c’era la disoccupazione e le prospettive non erano per nulla rose-e. Beh per non annoiarvi, vi dico su-bito che fu grazie a due docenti uni-versitari, i prof. Aldini e Valeriani, il primo un fisico, nipote di Galvani e studioso di elettrotecnica applicata, il secondo docente di economia, che il

Comune di Bologna puntò sulla for-mazione tecnica dei lavoratori e so-prattutto dei giovani: i due professori infatti lasciarono un testamento ed anche delle risorse concrete al Co-mune, in cambio dell’impegno a fon-dare una scuola per l’insegnamento delle scienze e delle tecniche. L’attuale istituto di istruzione superio-re Aldini-Valeriani è l’erede della “Scuola Tecnica Bolognese” fondata appunto nel 1844. Fu così che molti giovani si prepararono ad essere dei meccanici e dei tecnici ed arrivarono ad inventare piccole macchine: ad esempio tra gli anni ‘20 e gli anni ’40 furono inventate la macchina per fare i tortellini Zamboni-Troncon, quella per fare la penna stilografica (che soppiantò pennini e calamai), l’ACMA 713 macchina per confezionare l’idrolitina, gli apparati per elettrocar-

diogramma Rangoni-Puricelli ecc. Oggi Bologna è diventata una vera e propria capitale dell'industria mecca-nica ed elettromeccanica. Il distretto dei produttori di macchine per il con-fezionamento di vari prodotti e quello relativo alla motoristica contribuisco-no ad affermarci a livello mondiale. Mi ha colpito anche il fatto che i vari imprenditori ed inventori delle mac-

chine sopra elencate non erano in competi-zione tra loro, anzi, es-sendo usciti tutti dalla stessa scuola, si cono-scevano bene e collabo-ravano tra loro, per cui nelle loro invenzioni si inserivano in una fascia diversa di mercato, o magari complementare. Questa breve storia può insegnare qualcosa an-che a noi, uomini e donne di oggi: prima di tutto che le vie del Si-gnore sono infinite, co-me si dice, e che le crisi, per quanto ci pos-sano preoccupare, non sono un’invenzione di oggi. Esse si possono

superare con la formazione, con l’impegno, con la ricerca di nuove strade, ma anche affidandosi alla Provvidenza che ci da il coraggio e la serenità necessari per non abbando-narci mai alla disperazione. I tempi passati ci insegnano così chiaramen-te che affidarsi a Dio significa anche mettere in pratica la solidarietà, saper chiedere aiuto e saperlo per quanto possibile offrire, con l’impegno di re-stituire quanto ricevuto in un dare e ricevere di solidarietà. E la storia ci mostra che il dito di Dio è sempre presente nei corsi e ricorsi storici, perché Dio non ci abbandona mai: ogni difficoltà, ogni impedimento, ogni crisi sono un mezzo per spinger-ci sempre più avanti nel bene comu-ne e personale.

L’industrializzazione di Bologna

nacque… dalla crisi! Una visita al “Museo del Patrimonio Industriale”

Carla Guerrini

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Pagina 4 Esperienze

Qualche tempo fa gli avvenimenti arrivavano alle nostre orecchie dopo tempo, dipendeva dalla distanza, oggi le cose che accadono dall’altra parte del mondo si sanno in tempo reale oppure se è un evento non trasmesso dalle televisioni, basta un telefonino per riprenderlo e metterlo in rete. Internet è diventata una finestra da dove affacciarsi sul mondo per guar-darlo o per urlare qualcosa in modo che tutti possano sentire. Si trova proprio di tutto! Oggi voglio riferirmi ad una notizia tragica come la morte di tanti bambini Palestinesi. Non ho voluto approfondire la lettura di quel

comunicato stampa, ma gli occhi mi sono subito andati ai commenti che alcuni Israeliani postavano su un fa-mosissimo social network. “Niente paura, non sono dei nostri…..” “Terroristi in meno domani…” “Ci vorrebbe una notizia cosi ogni mattina, si comincerebbe meglio la giornata!” Questo era il tono dei com-menti che si leggevano, fatto di odio profondo, viscerale. Mi ha sconvolto vedere la foto di una donna che pian-geva disperata per la perdita di uno o più figli e sotto leggere questi com-menti. La mente mi ha immediata-mente portato a tanti anni fa, quando mio padre mi raccontava una storia che lo toccava in prima persona, for-se non attinente alla situazione che la

foto riportava, ma quante volte ve-dendo qualcosa, la mente di ognuno di noi vola ad un ricordo, ad una si-tuazione propria? Nella seconda guer-ra mondiale suo fratello, cioè mio zio, fu dato disperso nella famosa campa-gna di Russia, dove molti Italiani fu-rono mandati a morire, oltre che per la pazzia più totale chiamata guerra, di freddo e di stenti. Mia nonna non si riprese mai più da quella notizia sconcertante, non aveva nemmeno il corpo di suo figlio per poterci piange-re sopra e allora, presa dalla dispera-zione, si rivolse a una donna che di-ceva di essere una medium in grado

di parlare con l’aldilà. E cosi in casa dei miei nonni iniziavano a mancare fari-na, latte, for-maggi e beni di prima necessità che mia nonna portava in dono alla truffatrice. Tutta la famiglia tentava di far ragionare la povera donna, ma il dolore le offuscava la

mente, tanto da affermare di sentire la voce di mio zio morto in quella ca-sa, dopo che la “fantomatica veggen-te” lo evocava dal regno di Dio. Un giorno sia mio padre che i miei due zii seguirono di nascosto mia nonna, la videro entrare in una casa e dopo poco videro un signore di mezza età arrampicarsi tramite una scaletta sul tetto di quella abitazione. “Ecco no-stro fratello!” esclamò uno dei miei zii con un sorriso sprezzante. Con la do-vuta prudenza si avvicinarono alla scala e la tirarono via. Si rivolsero all’uomo appollaiatosi sul tetto inti-mandogli di scendere con le ali, giac-ché era un angelo, se non l'era, da lì a poco lo sarebbe diventato. Il signo-re rendendosi conto di essere stato

scoperto e guardando i tre giovanotti con intenzioni bellicose, promise di scendere e confessare tutto alla don-na truffata. E cosi avvenne; mia non-na fu chiamata fuori insieme all’altra donna, chiarendo una volta per tutte con chi realmente parlava la povera signora disperata. I tre figli pensava-no, giustamente, di riportare la ma-dre alla ragione e di non farsi più fre-gare da persone che le garantivano di poter parlare con Peppino (il figlio morto). La teoria era giusta, la prati-ca si rivelò molto diversa! Mia nonna entrò in un tunnel di sconforto incon-solabile, le avevano tolto la possibilità di “parlare” con suo figlio. Quando pensava di essere da sola, si rivolge-va alla Madre Santissima con questa frase: “ Matri Santissima, tu, a tò fi-ghiu mortu almenu lu putisti abbraz-zari, a mia mancu chistu!” che vuol dire: Madre Santissima, tu, a tuo fi-glio morto lo hai potuto abbracciare, a me neanche questo!” Ogni volta che mio padre mi raccontava questa storia, con le lacrime agli occhi, mi ripeteva sempre “Non bisogna dare grossi dispiaceri ad una mamma, im-pazzisce dal dolore!”. E vedere quella foto dove la donna piangeva sui corpi di quei bambini, oltre a farmi ricorda-re la storia che ho appena racconta-to, mi ha fatto venire in mente Maria sotto la Croce, una Madre che piange suo Figlio. Palestinese, Israeliana, Italiana, Afgana è semplicemente una mamma che non deve avere questo dispiacere. Nessuna mamma merita un dispiacere cosi grande. E invece Tu, Madre Santissima, hai accettato di dare alla luce un Figlio destinato alla Croce, caricato di tutti i nostri peccati, Lui che è irreprensibile. Il dolore che hai provato non riesco ad immaginarlo, è troppo grande da po-ter quantificare, ma sei stata cosi forte per amore di tutti noi. Ora sia-mo tutti salvi, grazie a Te che hai avuto la forza ed il coraggio di darlo alla luce per vederlo morire.

Vincenzo Bambina

“ABBRACCIARLO PER L'ULTIMA VOLTA”

Internet: una finestra sul presente per non dimenticare il passato.

Storia di una madre inconsolabile

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Famiglie

“Perciò, alziamoci ogni giorno felici: sia che tempesti, sia che sorrida il sole; e ricordiamoci che varrà della nostra giornata quanto di parola di Dio avremo nel corso di essa «assimilato». Così facendo, in quel giorno

Cristo sarà vissuto in noi ed Egli avrà dato valore alle opere da noi compiute, o con il contributo diretto, o con quello della preghiera e della sofferenza. Ed esse, alla fine, ci seguiranno.”

Carla Guerrini

“Dopo aver lavorato per sei giorni alla creazione del mondo e dell’uomo, il setti-

mo giorno Dio si riposa. Il riposo di Dio ricorda all’uomo la necessità di sospen-

dere il lavoro, perché la vita religiosa personale, familiare, comunitaria non sia

sacrificata agli idoli dell’accumulo della ricchezza, dell’avanzamento della car-

riera, dell’incremento del potere. Non si vive solo di rapporti di lavoro, funzionali

all’economia. Ci vuole tempo per coltivare le relazioni gratuite degli affetti fa-

miliari e dei legami di amicizia e parentela.”

INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIEINCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIEINCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIEINCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE

MILANO 2012MILANO 2012MILANO 2012MILANO 2012

Così scrivono i vescovi nella 5° cate-chesi di preparazione al 7° incontro mondiale delle famiglie. Il Convegno si terrà a Milano dal 29 maggio al 3 giugno 2012, con la presenza del Papa la sera del 2 giugno e la mattina del 3, per la Messa conclusiva, pre-sieduta dallo stesso Benedetto XVI. Il tema è più che mai attuale, dopo il recente dibattito a proposito della soppressione o meno della domenica

come giorno di riposo uguale per tutti (eccetto naturalmente certi servizi essenziali). “La famiglia – ha detto il card. Tettamanzi – rappresenta la cellula fondamentale della società e l’attenzione che la Chiesa le riserva è in una prospettiva unitaria: cioè sia religiosa, sia umana. Grazie alla fa-miglia e alle sue dinamiche di amore e aiuto reciproco, si parte dall’umano per giungere a Dio”.

Dice il Papa a tal proposito: “Ai nostri giorni, purtroppo, l'or-ganizzazione del lavoro, pensata e attuata in funzione della con-correnza di mercato e del massi-mo profitto, e la concezione della festa come occasione di evasione e di consumo, contribuiscono a disgregare la famiglia e la comu-nità e a diffondere uno stile di vita individualistico.

Come parrocchia riteniamo questo Incontro Mondiale delle Famiglie di fondamentale importanza, pertanto parteciperemo in gruppo con le famiglie che vorranno aderire. La formula che abbiamo scelto come parrocchia è la seguente:

partenza la mattina del sabato 2 giugno e visita a qualche luogo di interesse con pranzo al sacco; arrivo a Milano e posteggio delle auto; al pomeriggio ci si sposterà a Bresso, presso i locali della fiera, per partecipare alla serata delle Testimonianze alla presenza del Papa; pernottamento a Milano; al mattino della domenica ci si recherà alla Messa presieduta dal Papa, pranzo in loco e

ripartenza con le auto. Si pensava di andare in auto anziché prenotare un pullman in quanto risulterà più semplice e meno costoso prenotare un parcheggio a pagamento, depositare le auto il sabato 2 all’arrivo e riprenderle al termine la do-menica 3 giugno. Abbiamo già dato adesione per il pernottamento presso un convento di suore Benedettine le quali ci daranno posto per la notte nella loro foresteria, in stanze da 1, da 2 o da 3 persone. Colazione fuori. I posti non sono molti perciò chi ha intenzione di partecipare è invitato a dare adesione per tempo (a Carla al nr. 3402582720). Questo anche allo scopo di prenotare i pass di accesso senza i quali non sarà possibile entrare.

Chiara Lubich

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Pagina 6 Testimonianze

E’ già diverso tempo che il termine “morte improvvisa” mi accompagna. Dapprima la morte di Ania. Questa ragazza che un a volta era bambina. Una bambina di Chernobyl. Questa bambina che anche per lo slancio gratuito di due persone, Teresa e Franco (i parrucchieri di Dozza), ha avuto la possibilità di sperimentare qui sulla terra l’amore, il sacrificio donato. Venendo in Italia, accolta da Teresa e Franco come una figlia e quindi curata, accudita, seguita ha potuto allontanare lo spettro di una possibile e grave malattia. Ma non solo! E’ stata amata e moltissimo. Così che amata ha potuto costruirsi, ha potuto vivere con la speranza, ha potuto desiderare la felicità, ha potu-to essere mamma. Quale gioia! Nel momento della sua realizzazione, ac-compagnata sempre dallo sguardo amorevole di Teresa e Franco, lei camminava verso la vita sapendola affrontare. Che cosa grande e bella! Tutto ciò viene interrotto dalla “morte improvvisa”. Dolore! Successivamente muore Lucio Dalla, un’artista, musicista, cantautore e perché no anche un po’ poeta. Io che sono nata nel 1961 posso dire che questa piccola scimmietta pelosa ha accompagnato tante scampagnate con gli amici. Nel mondo dello spetta-colo se quello che vuoi cantare, dire, suonare viene dal cuore fai fatica a rimanere “vergine”. Nel senso che prima o poi devi scendere a tanti compromessi ed accettare di omolo-garti per “stare nel giro” Lucio Dalla non l’ha fatto. Fisicamente non era granché, non aveva certo la faccia di chi bucava lo schermo. Bello non era! Non parliamo poi del suo esagerato accento bolognese, però cantava con il cuore e sorrideva! Che cosa difficile sorridere ed essere “leggeri” verso la vita! H a detto il suo confessore du-rante il funerale: l’insostenibile legge-rezza dell’essere! Lui, nonostante tutto, nonostante il tutto ha scoperto la fede e non l’ha nascosta. Una fede vissuta con delicatezza e discrezione, una fede scomoda a causa della sua omosessualità, mai ostentata sempre

sottratta nelle immagini e nel suo parlare agli implacabili e sommari giudizi. Nel momento forse più sereno da un punto di vista artistico e affetti-vo finisce il primo tempo( la definizio-ne che Lucio Dalla dava della vita terrena). Dolore! Lunedì 6 marzo 2012 un’ amico mi chiama per dirmi della morte di Laura Limarzi. 54 anni, madre di due figlie, moglie esemplare e tutta la sua vita vissuta alla luce di Cristo. Una donna realizzata! Trascrivo qui l’sms inviato il 5 marzo 2012 ai suoi amici di Co-munione e Liberazione: “Comincio la giornata facendo esperienza di quello che ha detto Carron. Sono sola ma non sono sola. La vostra presenza ormai fa parte di me. E’ la sua com-pagnia. Io voglio solo Lui, mendicar-Lo, attenderLo, cercarLo, amarLo e ricambiare il suo amore. Aiutatemi a non spostarmi mai dal mio rapporto con Lui. Tutto il resto verrà. Ciao Ca-rissimi” Le cose che ho scoperto in questi giorni di Laura sono tante e tutte rac-contano, dicono, testimoniano di una vita vissuta amando Cristo. Una per-sona che trasforma la sua vita e quel-la di chi le sta accanto in una straor-dinarietà unica, come dire fa speri-mentare a Lei e agli altri la felicità. Proprio quest’anno le sue due figlie si preparavano a due momenti significa-tivi, l’una la professione di fede, l’altra il matrimonio. Quindi proprio in un momento forte della sua vita, la morte improvvisa. Dolore! E ancora dopo una mattina aprendo il giornale apprendo la notizia della morte di tutti quei bambini in Svizze-ra di ritorno dalla settimana bianca. Il loro diario online racconta di risate, di sciate, di contentezza, di amicizie e di tutto ciò che si possa raccontare quando si è stati bene. Non vedevano l’ora di raccontare di persona ai geni-tori quanto erano stati bene. Tragico incidente. Morti, feriti gravi, soprav-vissuti scioccati, genitori e parenti increduli stramazzati dalla violenta e “prematura morte” dei lori figli. Dolore! Cosa hanno in comune queste morti?

Un unico denominatore: colti, chia-mati in un momento di serenità, di realizzazione, di attesa, di felicità. E noi che rimaniamo? Già! Noi che sia-mo stati lasciati così senza fiato! Co-me stiamo di fronte alla “morte im-provvisa”? Concedo a me e a tutti la prima rea-zione che è quella del rifiuto, della rabbia, del pianto disperato, del bat-tersi il petto. La nostra umanità si ribella al dolore e come non potrebbe essere! Nessuno è mai pronto per essere lasciato. Ma il punto è proprio qui. Sui verbi. Lasciare, scomparire, abbandonare, partire per non tornare mai più. Quando è terminato il funerale di Laura Limarzi (era presente un PO-POLO!), dopo la commozione, dopo le lacrime, lungo la strada del ritorno a casa pensavo: se qualcuno mi chie-desse adesso come sto risponderei che sono contenta, felice, dolcemen-te. Cavoli la sofferenza c’è e tanta ma … ma adesso c’è anche Laura, Ania, Lucio e tutti quei bambini che mi guardano dal Cielo. Questa consape-volezza di essere sempre guardati, mai andati via, che loro sono davanti a Lui è la forza che mi spinge a pre-pararmi all’incontro con Lui, ovvero verso il mio vero compimento. E allo-ra la morte è solo sofferenza, dolore? No, è la Sua volontà e noi dobbiamo fare solo quello: la Sua volontà. Probabilmente quando si presenterà il mio turno più di una persona, com-presa me, non si sentirà pronta ma questo non mi fa paura semmai mi strappa un sorriso pensando alla no-stra meravigliosa umanità e dico che non voglio più sentire più queste defi-nizioni quali “morte improvvisa”, pre-matura scomparsa”, “tolto o strappa-to dall’affetto dei suoi cari”. Non pos-so accettare queste definizioni perché sono ingiuste, non vere e contraddit-torie. Ci attende un destino buono!

“Ama chi dice all’altro: tu non puoi morire” G. Marcel

Rita Savarino

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Riflessioni

Ogni volta che leggo il Vangelo, mi rendo conto che ogni gesto di Gesù, ogni sua parola, non sono casuali, ogni atteggiamento ha un senso, un significato che entra nella mia vita in modo diverso secondo la mia capacità di ascol-tarlo con tutto me stesso. In questa quaresima, pensando alla Sua passione, e alla Sua croce, mi sono reso conto di quanto sia concreto il peccato. Spesso pensiamo al peccato come a una mancanza, una disobbedienza di comportamento più o meno intimo, io stesso credo sia lo stare lontano da Lui, il non riconoscer-lo. Quella croce però è reale, è pesante, così concreta da schiacciare con il tutto suo peso. La forza del peccato ha portato alla condanna di un Innocente, alla tortura stessa del corpo del Cristo, il Prescelto per la nostra salvezza. Gesù è stato deriso nella Sua regalità, messo su quella croce di legno e mostrato alla gente come un impostore, un brigante bugiardo, uno condannato di essere contro

Dio stesso, un bestemmiatore. Lui è morto sotto i colpi del peccato. Pensiamo forse che la nostra giustizia sia meglio di quella di allora? O che la nostra ricchezza ci protegga dal male? La tecnologia ci migliora la vita? Eppure spesso sentiamo di persone irresponsabili nei posti di potere, di ladri in posti di fiducia, di impotenza di fronte ad eventi eccezionali che si ripetono con sempre più frequenza. E ancora missioni di pace che diventano guerre, vittime innocenti, uccisioni, bambini mai nati, donne stuprate, popoli sterminati. Dov’è la nostra giustizia? Questa è la croce dei nostri giorni, il peccato ha questi frutti, perché non vogliamo vedere? Siamo invasi dall’odio e da altri sen-timenti che provengono dal male, dall’assenza nelle nostre vite di Cristo. Perché si continua a dire che Dio se esistes-se non permetterebbe tutto questo. Dio ci sta aspettando, chi compie questi gesti siamo noi, non il demonio! Il male ci tenta e noi accettiamo la sua tentazione. Ogni volta che rifiutiamo Cristo lasciamo spa-zio al maligno. A Fatima un bambino, uno dei tre pastorelli aveva il com-pito di consolare Dio. Aveva 10 anni, e morì credo a 11. Dio ha bisogno di essere consolato per i nostri peccati, e si fa consolare da un bambino. Quando qualcuno ci ama vuole il nostro bene, senza co-stringerci, altrimenti il bene diventa possesso, e noi lo sappiamo bene. Quando qualcuno ci ama aspetta con a-more che ce ne accorgiamo, e soffre per non essere corri-sposto, soffre nell’essere deriso e rinnegato. Comprendere la risurrezione, non parte dalla mente, ma dal cuore, solo il cuore ci fa riconosce Gesù risorto! Il peso del peccato è così potente che ci porta alla morte, la conversione del cuore a Cristo ci fa risorgere a nuova vita con Lui. Coraggio!

Il peso del peccato

“Insomma si può ammirare come la parola di Dio, la Verità, ci faccia liberi… Liberi dalle circo-stanze, liberi da questo corpo di morte, liberi dalle prove dello spirito, liberi dal mondo che attorniandoci vor-rebbe scalfire la bellezza e la pienezza del Regno di Dio dentro di noi.”

Franco Caradossi

Chiara Lubich

Ogni volta che rifiutiamo Cristo lasciamo spazio al maligno.

Sono ben 250 circa le persone che hanno votato per l’elezione del nuovo Consiglio Pastorale! Tutto sommato la par-tecipazione è stata buona, così come i nuovi eletti danno un nuovo volto alla comunità. I consiglieri più giovani sono: Gabriele Mongardi, Federica Benuzzi, Lorenzo Tubertini, Noemi Bassi, poi crescendo anagraficamente ci sono Michela Mongardi (Presidente parrocchile di Azione Cattolica), Andrea Sermenghi, Cristian Martignani. Tra le persone che danno sicurezza è stato rieletto Matteo Clemente, mentre nuovi sono Susanna Cenni, Rita Zotti, Elisa Zotti, Liliana Becca, Bruno Carafa e Franco Caradossi. Il nostro diacono Luciano Mongardi, Don Alexander, e il nostro parroco Don Andrea, completano il Consiglio. Il 12 marzo, a Dozza, si è svolto il primo incontro, dove è stato elencato il program-ma da impostare per i prossimi mesi. Che lo Spirito Santo ci guidi in questo compito, all’annuncio del Vangelo.

E’ stato eletto il nuovo Consiglio Pastorale

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Ogni martedì, precisamente alle 21, i cosiddetti adulti vanno al catechismo. Certo, proprio il catechismo, come i bambini. Attraverso la Sacra Bibbia e Il Catechismo della Chiesa Cattolica ap-profondiamo e verifichiamo se vera-mente siamo Cristiani. Abbiamo anche ricevuto una bella intervista da parte del gruppo dei giovanissimi e credo si siano resi conto che approfondire se-riamente non significa per forza essere mogi, ma piuttosto avere il coraggio di confrontarsi senza timore, di chiedere quando non si sa. Solo così gli altri possono rendersi utili e mettere la loro gioia con la tua gioia, e i dubbi svani-scono, spesso comprendendo che la tua fatica è la loro e siamo veramente tutti figli dello stesso Padre. Grazie a tutti e ciao!

Cosa fai il martedì sera?

Ti piace recitare, ballare, suonare, cantare? Qualcuno

vuole esprimere le sue capacità tecniche audio, luci? Hai

delle belle storie da raccontare, ti piacciono le storie e i

libri? Non sai fare niente, vorresti imparare ogni cosa, ma

non riesci nemmeno a coordinare un movimento? Vieni

con noi, ogni domenica sera abbiamo bisogno di te, per-

ché ciò che facciamo è scoprire tutti i talenti possibili per

dare lode all’Altissimo. E ricordate: non è bene nasconde-

re il proprio talento, dobbiamo invece mettere a frutto

ogni nostra qualità, perché dovremo renderne conto!

Nuova compagnia teatrale della parrocchia di Toscanella

A.A.A. Cercasi

Per info:

Franco: 3402554318

Miriana: 3490909598

Dopo aver vissuto a Madrid l’edizione n°26 della Giornata Mon-

diale della Gioventù, insieme a 2 milioni di giovani provenienti

da tutto il mondo, la XXVII GMG verrà celebrata a livello dioce-

sano come da tradizione la Domenica delle Palme.

Quest’anno il tema consegnato dal Papa è una frase tratta dalla

lettera ai Filippesi: “Siate sempre lieti nel Signore!” (Fil 4,4).

I giovani della diocesi di Imola si riuniranno quindi Sabato 31

Marzo 2012 per una veglia con il Vescovo Tommaso Ghirelli,

accompagnati quest’anno dalla testimonianza di Giovanni Paolo

Ramonda, attuale Responsabile Generale della Comunità Gio-

vanni XXIII, fondata nel 1973 da Don Oreste Benzi.

Il programma della serata prevede il ritrovo alle ore 20:30 nel

PRATO DELLA ROCCA, dove accompagnati dalla rappresentazio-

ne animata del Vangelo, e da alcuni canti, il corteo dei giovani si

incamminerà verso la Cattedrale dove inizierà il momento di

veglia e testimonianza di Giovanni Ramonda, seguita dal saluto

del Vescovo e una preghiera conclusiva.

La serata è aperta a tutti, ed è rivolta in modo particolare a tutti

i giovani della diocesi LIETI NEL SIGNORE!

Non abbiate timore a mandaci notizie, articoli, commenti, consigli e altro ancora.

Il nostro indirizzo mail è:

[email protected] o lascia ciò che scrivi in parrocchia a Don Alexander o a Don Andrea.