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Massimiliano Fiorucci - Università Roma Tre 1 Una scuola per tutti Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per il Friuli Venezia Giulia Udine 23 maggio 2011

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Una scuola per tutti

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per il Friuli Venezia Giulia

Udine 23 maggio 2011

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• La presenza degli allievi “stranieri” nella scuola italiana

(Fonti: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Gli alunni stranieri

nel sistema scolastico italiano. A.S. 2008/09, Servizio statistico, dicembre 2009;

- Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Gli alunni stranieri nel sistema scolastico italiano. A.S. 2009/10, Servizio statistico, agosto 2010)

• Gli esiti degli allievi “stranieri”

(Fonti: Ministero della Pubblica Istruzione, Alunni con cittadinanza non italiana.

Scuole statali e non statali. Anno scolastico 2006-2007, marzo 2008;

- Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Gli alunni stranieri nel

sistema scolastico italiano. A.S. 2008/09, Servizio statistico, dicembre 2009;

- Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Gli alunni stranieri nel sistema scolastico italiano. A.S. 2009/10, Servizio statistico, agosto 2010)

• Che fare? Le risposte istituzionali ed educative in prospettiva interculturale

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La presenza degli allievi “stranieri”

nella scuola italiana

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Gli alunni con cittadinanza non italiana

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Gli alunni con cittadinanza non italiana e l’incidenza

sul totale degli alunni

• Erano 673.592 gli alunni con cittadinanza non italiana nell’anno scolastico 2009/2010, con un’incidenza percentuale pari al 7,5% sul totale della popolazione scolastica complessiva.

• Il segmento scolastico con l’incidenza più elevata è quello della scuola primaria, con l’8,7% seguito dalla scuola secondaria di I grado con l’8,5% e dalla scuola dell’infanzia con il 8,1%.

• L’aumento, nel quinquennio 2005-2010, è stato mediamente di 50/60.000 unità all’anno.

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Gli alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia: le “seconde generazioni”

Dati relativi all’a.s. 2009/2010

I bambini e ragazzi stranieri nati nel nostro Paese che risultano iscritti a scuola costituiscono il 40% degli alunni stranieri (39,12%), pari a 263.524 unità.

Sono soprattutto il settore della scuola dell’infanzia e quello dell’istruzione primaria ad accogliere la maggior quantità di bambini e alunni stranieri nati in Italia, in quanto accolgono circa l’80% del totale degli studenti di seconda generazione, prospettando un consistente coinvolgimento dei settori scolastici superiori nei prossimi anni.

Gli alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia: le “seconde generazioni”

Gli alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia: le “seconde generazioni”

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Scuola secondaria

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Le principali cittadinanze

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Gli esiti degli allievi

“stranieri”

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Tassi di promozione per ordine di scuola

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Tassi di promozione (dati MIUR)

Alunni in totaleCon

cittadinanza non italiana

(CNI)

Con cittadinanza italiana (CI)

Differenza

(CNI – CI)

Scuola primaria

a.s . 2002/2003 99.0

94.8 99.1 -4.3

a.s.

2008/2009 99.1 98.5 99.7 -1.2

Scuola secondaria di I gradoa.s. 2002/2003

95.9 87.5 96.1 -8.6

a.s. 2008/200991.5 87.2 96.0 -8.8

Scuola secondaria di II gradoa.s. 2002/2003

84.5 71.6 84.7 -13.1

a.s. 2008/200972.5 67.8 83.7 -15.9

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Differenze nei ritardi scolastici tra gli

studenti stranieri e quelli italiani per

livello scolastico

italiani

non italiani

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Che fare?

Le risposte istituzionali ed

educative in prospettiva

interculturale

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Che fare?Le risposte istituzionali: • “

Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri”, (C.M. n. 24/2006);

• Istituzione dell’“Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e l’educazione interculturale” (D.M. 6/12/2006) che ha prodotto il documento: "La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri" (ottobre 2007);

• “Indicazioni e raccomandazioni per l’integrazione di alunni con cittadinanza non italiana” (C.M. n. 2/2010).

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Che fare?

Le risposte educative

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L’EDUCAZIONE INTERCULTURALE OGGI

L’origine dell’educazione interculturale va

rintracciata nello sviluppo dei fenomeni

migratori.

L’educazione interculturale, però, ha

lentamente abbandonato il terreno

dell’educazione speciale rivolta ad un gruppo

sociale specifico diventando un approccio

pedagogico innovatore per la rifondazione del

curriculum in generale.

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Le fasi dell’educazione interculturale in Italia e in Europa

L’educazione interculturale si presenta oggi come

una proposta pedagogica definita sia attraverso la

riflessione di esperti di organizzazioni

internazionali, di accademici, di educatori, di

insegnanti sia attraverso l’accumularsi di concrete

esperienze didattiche nei diversi ordini e gradi di

scuola e la loro valutazione.

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l’educazione

interculturale

Oggi

strategie per l’inserimento degli allievi stranieri (accoglienza, italiano L2, lingua e cultura di origine, ecc.)

(a)

rivolta a tutti (stranieri e autoctoni) • abiti di accoglienza negli italiani;• educazione alla “convivialità delle differenze”;• revisione critica dei saperi insegnati nella scuola

(b)

aspetti organizzativi (e didattici) (c)

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Cosa è stato fatto

nella scuola

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I principali percorsi didattici interculturali sperimentati nella scuola

• percorsi di accoglienza;• percorsi volti alla conoscenza delle differenti culture;• percorsi sul tema delle migrazioni;• percorsi volti al decentramento dei punti di vista;• percorsi volti alla prevenzione degli stereotipi, dei

pregiudizi e del razzismo;• percorsi di educazione alla gestione creativa e

nonviolenta dei conflitti;• percorsi di educazione democratica, ai diritti umani e allo

sviluppo.

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STRATEGIE DI INSERIMENTO DEGLI ALLIEVI STRANIERI NELLA

SCUOLA

- ACCOGLIENZA

- MEDIAZIONE LINGUISTICO-CULTURALE

- INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO COME L2

- VALORIZZAZIONE DELLA LINGUA E DELLA CULTURA DI ORIGINE

- ATTIVITÀ INTERCULTURALI COMUNI

- INTEGRAZIONE E INDICATORI DI INTEGRAZIONE

(a)

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Cosa è necessario fare

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una rilettura in chiave interculturale dei saperi insegnati

nella scuola e quindi il passaggio dalla pedagogia

interculturale alla didattica interculturale delle discipline e

cioè revisione dei programmi di insegnamento

Obiettivo: costruire curricoli interculturali

L’EDUCAZIONE INTERCULTURALE COME EDUCAZIONE PER TUTTI

RILETTURA IN CHIAVE INTERCULTURALE

DEI SAPERI INSEGNATI NELLA SCUOLA

(b)

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E’ ormai necessario considerare la prospettiva interculturale come nuova normalità superando un approccio emergenziale ed estemporaneo. Accanto a percorsi di accoglienza e di inserimento per i neoarrivati (che rappresentano circa il 10% degli allievi non italiani) si deve progettare un ripensamento complessivo della scuola come luogo di mediazione culturale che mira a modificare la didattica quotidiana in senso interculturale.

Costruire, progettare e sperimentare curricoli interculturali

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Costruire, progettare e sperimentare curricoli interculturali

Non più quindi percorsi/progetti interculturali di carattere extracurricolare ma un lento e progressivo cambiamento dei saperi e dei metodi che non può che partire dai saperi (espliciti e impliciti) degli insegnanti.

Si tratta di organizzare gruppi di lavoro e di ricerca di insegnanti (magari guidati da esperti) che riflettano criticamente sulle pratiche didattiche e sui contenuti disciplinari.

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Costruire, progettare e sperimentare curricoli interculturali

Nel progettare curricoli interculturali è importante tener presenti alcuni aspetti quali:

- gli obiettivi formativi sono non solo cognitivi, ma anche socio-affettivi, comportamentali, valoriali;

- le metodologie devono valorizzare l’apprendimento attivo, cooperativo e costruttivo;

- si deve prestare la massima attenzione alle modalità relazionali tra tutti i soggetti coinvolti;

- è necessaria una certa flessibilità dell’organizzazione scolastica;

- si devono potenziare i rapporti con l’extrascuola

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Costruire, progettare e sperimentare curricoli interculturali

Il percorso di revisione in senso interculturale del curricolo impone di agire su diversi piani:

• analizzare in profondità il curricolo esistente, al fine di cogliere impostazioni e messaggi etnocentrici o addirittura svalorizzanti nei confronti della cultura differente;

• porre attenzione alle componenti “nascoste” del curricolo, quali gli aspetti dell’organizzazione didattica, la comunicazione in classe, la metodologia, lo stile di insegnamento;

• “sperimentare” e proporre percorsi curricolari che tengano presente la compresenza di più culture culture.

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Costruire, progettare e sperimentare curricoli interculturali

Un processo di revisione del curricolo deve prevedere essenzialmente le seguenti fasi:

• analisi, interrogazione e decostruzione degli elementi del curricolo;

• rilevazione dei bisogni degli alunni;

• determinazione degli obiettivi formativi di revisione del curricolo;

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Costruire, progettare e sperimentare curricoli interculturali

• selezione dei contenuti essenziali del curricolo, in base agli obiettivi;

• elaborazione di esperienze di apprendimento e di attività didattiche specifiche;

• scelta della metodologia e degli strumenti da impiegare nei percorsi didattici;

• analisi delle differenti modalità di valutazione dei percorsi didattici;

• valutazione delle innovazioni curricolari apportate.

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Costruire, progettare e sperimentare curricoli interculturali

E’ opportuno, inoltre, individuare gli spazi interculturali già presenti nelle indicazioni per il curricolo del primo e del secondo ciclo di istruzione.

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Alcuni spunti a partire dalle discipline

L’EDUCAZIONE INTERCULTURALE COME EDUCAZIONE PER TUTTI

RILETTURA IN CHIAVE INTERCULTURALE

DEI SAPERI INSEGNATI NELLA SCUOLA

(b)

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nell’insegnamento della storia:la scoperta/conquista dell’America (T. Todorov, G.

Baudot, B. De Las Casas) le crociate viste dagli arabi (F. Gabrieli, A. Maalouf)

il Mediterraneo (A. Riccardi, F. Braudel) le “invasioni barbariche” gli ‘studi sulla subalternità’ = la storia dei vintiIl 150° dell’Unità come occasione per ripensare le categorie di nazione, identità, appartenenza…

per l’insegnamento della geografia: la Carta di Arno Peters e la cartografia tradizionale (Mercatore)

L’EDUCAZIONE INTERCULTURALE COME EDUCAZIONE PER TUTTI

RILETTURA IN CHIAVE INTERCULTURALE

DEI SAPERI INSEGNATI NELLA SCUOLA

(b)

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L’EDUCAZIONE INTERCULTURALE COME EDUCAZIONE PER TUTTI

RILETTURA IN CHIAVE INTERCULTURALEDEI SAPERI INSEGNATI NELLA SCUOLA

Nel curricolo di italiano è importante riflettere:

• Lingua come sistema simbolico, non neutro

• E’ importante il lessico che usiamo

• I messaggi e la visione del mondo che veicoliamo

• Le metafore che utilizziamo

(b)

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L’EDUCAZIONE INTERCULTURALE COME EDUCAZIONE PER TUTTI

RILETTURA IN CHIAVE INTERCULTURALEDEI SAPERI INSEGNATI NELLA SCUOLA

E’ importante inoltre:

• Modificare il “canone”: ampliamento delle letture proposte a scrittori di altri paesi (in traduzione) e scrittori che scrivono in italiano ma provengono da altrove (“seconda generazione”). Bisogna sempre ricordare che il canone:

- e’ convenzionale;- è vincolato dai condizionamenti sociali e materiali del tempo;- non è immutabile, ma rivedibile ed aggiornabile.

• Inserire tra gli obiettivi fondamentali l’acquisizione di “un punto di vista relativo”, da esercitare sulle varie forme di comunicazione e loro componenti (lessico, metafore, ecc.)

• Dare spazio ad attività narrative (anche autobiografiche) e dialogiche, che permettano ad ognuno di “rappresentarsi” e di conoscere gli altri al di fuori di stereotipi.

• Utilizzare modalità di riflessione sulla lingua e sulla comunicazione, propria e altrui, che permettano di comprendere come nessuna comunicazione è mai neutra e di individuare rapporti tra scelte linguistiche, atteggiamenti e cultura.

(b)

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L’EDUCAZIONE INTERCULTURALE COME EDUCAZIONE PER TUTTI

RILETTURA IN CHIAVE INTERCULTURALEDEI SAPERI INSEGNATI NELLA SCUOLA

nell’insegnamento della letteratura:

• la rilettura in chiave interculturale degli autori della nostra tradizione letteraria: Dante, l’Islam e l’influenza del Libro della Scala sulla Commedia; Tasso e la rappresentazione dell’Altro nella Gerusalemme Liberata;

• il colonialismo nella letteratura italiana: studiare autori che hanno trattato il tema del colonialismo italiano in Africa per individuare il particolare apporto del razzismo coloniale italiano all’immaginario colonialista europeo dell’Otto-Novecento (G. Pascoli, La grande proletaria si è mossa; E. Flaiano, Tempo di uccidere);

• la rappresentazione del mondo non occidentale nelle opere degli scrittori italiani ed europei: studiare quelle parte della produzione letteraria degli scrittori relativa a paesi e culture non occidentali. Nel Novecento italiano: Gozzano e l’India, Ungaretti e l’Egitto, Moravia e l’Africa, Fortini e la Cina, Pasolini, Moravia e l’India;

(b)

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L’EDUCAZIONE INTERCULTURALE COME EDUCAZIONE PER TUTTI

RILETTURA IN CHIAVE INTERCULTURALEDEI SAPERI INSEGNATI NELLA SCUOLA

nell’insegnamento della letteratura:• il tema dell’emigrazione italiana: Sull’Oceano di Edmondo De Amicis,

Italy di Pascoli, Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi, Il mare colore del vino di Sciascia;

• la letteratura italiana dell’immigrazione: autori immigrati o nati in Italia. P. Khouma, Io, venditore di elefanti; S. Methnani, Immigrato; I. Scego, Rhoda; G. Ghermandi, Regina di fiori e di perle; A. Lakhous, Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio;

• l’inclusione nei curricoli di letteratura di autori non italiani: assumere un canone letterario mondiale che tenga conto delle letterature europee ed extraeuropee. Individuare gli scrittori “meticci”, che hanno conosciuto il fenomeno della creolizzazione e hanno attinto a fonti culturali diverse, contaminando le loro lingue, scrivendo negli idiomi locali, nelle lingue nazionali, in quelle coloniali ecc. (p. es. il poeta caraibico D. Walcott, Nobel per la letteratura nel 1992).

(b)

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… ancora

È possibile rileggere in chiave interculturale anche la filosofia (influenze, trasmissione, ecc.; Atena nera), la matematica (origini e sistemi di numerazione; Etnomatematica Ascher), l’arte (Picasso, Gauguin), la musica (jazz, blues, world music, ecc.), l’economia (rapporto tra migrazioni e globalizzazione), il diritto (diritti di cittadinanza), ecc.

L’EDUCAZIONE INTERCULTURALE COME EDUCAZIONE PER TUTTI

RILETTURA IN CHIAVE INTERCULTURALE

DEI SAPERI INSEGNATI NELLA SCUOLA

(b)

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Massimiliano Fiorucci - Università Roma Tre 40

• un’analisi critica dei libri di testo. I libri di testo sono i primi mediatori e in alcuni casi trasmettono stereotipi e pregiudizi e sono fautori di una rappresentazione euro ed etnocentrica (In che modo si parla dei Paesi non occidentali?)

Cfr. Movimento di Cooperazione Educativa - Ministero della Pubblica Istruzione - BDP, Interculturalismo e immagine del mondo non occidentale nei libri di testo della scuola dell’obbligo, Firenze 1994 e A. Portera, L’educazione interculturale nella teoria e nella pratica. Stereotipi, pregiudizi e pedagogia interculturale nei libri di testo della scuola elementare, Cedam, Padova 2000

(b)L’EDUCAZIONE INTERCULTURALE COME EDUCAZIONE PER TUTTI

RILETTURA IN CHIAVE INTERCULTURALE

DEI SAPERI INSEGNATI NELLA SCUOLA

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Massimiliano Fiorucci - Università Roma Tre 41

• forti investimenti nella formazione interculturale degli

insegnanti, del personale scolastico e degli operatori

dei servizi per dotarli di competenze e, soprattutto, di

conoscenze oggi sempre più imprescindibili (di tipo

antropologico, pedagogico, linguistico, psicologico, ecc.) e

relative alle grandi religioni e alle grandi culture (India, Cina,

ecc.).

L’EDUCAZIONE INTERCULTURALE COME EDUCAZIONE PER TUTTI

RILETTURA IN CHIAVE INTERCULTURALE

DEI SAPERI INSEGNATI NELLA SCUOLA

(b)

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Massimiliano Fiorucci - Università Roma Tre 42

Per un progetto di “educazione interculturale” diventa centrale una riflessione e una revisione non solo del “curricolo esplicito” ma anche del “curricolo implicito” e delle metodologie didattiche:

- stili di insegnamento (direttivo/non direttivo; autoritario/democratico);

- clima di classe (competitivo/collaborativo);

- metodologie didattiche (tradizionali/attive).

L’EDUCAZIONE INTERCULTURALE COME EDUCAZIONE PER TUTTI

RIPENSARE LE METODOLOGIE DIDATTICHE

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Massimiliano Fiorucci - Università Roma Tre 43

Un percorso con la Sovrintendenza scolastica della Regione Valle d’Aosta (novembre 2010 – ottobre 2011)

Gruppi di lavoro di insegnanti disomogenei guidati da esperti che nella logica della ricerca-formazione lavorano con modalità miste (in presenza e a distanza) su alcuni aspetti dell’educazione interculturale:- curricoli interculturali; - semplificazione dei testi;- italiano L2;- rapporti scuola-famiglia- portale Intercultura

L’EDUCAZIONE INTERCULTURALE COME EDUCAZIONE PER TUTTI

UNA ESPERIENZA IN CORSO

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Massimiliano Fiorucci - Università Roma Tre 44

Il gruppo Curricoli interculturali che coordino sta lavorando secondo questa logica:

- analisi critica e decostruzione dei curricoli;

- elaborazione provvisoria di proposte curricolari interculturali;

- elaborazione definitiva di proposte curricolari interculturali;

- sperimentazione di curricoli interculturali.

L’EDUCAZIONE INTERCULTURALE COME EDUCAZIONE PER TUTTI

UNA ESPERIENZA IN CORSO

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Massimiliano Fiorucci - Università Roma Tre 45

Costruire, progettare e sperimentare curricoli interculturali

Insegnare e apprendere interculturalmente significa mettere in discussione il paradigma che ha orientato il sistema educativo e formativo italiano che non deve più mirare alla formazione del cittadino solo italiano, ma alla formazione di un cittadino del mondo, che vive e agisce in un mondo interdipendente. Vi è l’occasione per ripensare oggi categorie come quelle di nazione, appartenenza, cultura, identità, ecc.

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“Tutta l’umanità è “l’uno dell’altro”,è un solo volume.

Nessun uomo è un’isola,un tutto, completo in sé;ogni uomo rappresentaun frammento del continente,una parte dell’insieme;se il mare trascina via una zolla di terra,l’Europa intera ne è diminuita,come se i flutti avesserotrascinato via un promontorio,la dimora dei tuoi amici o la tua.

La morte di ogni uomo ci diminuisce,perché apparteniamo al genere umano:quindi non domandare maiper chi suona il rintocco della campana:suona per te”.

(John Donne, Su di noi la miseria del prossimo)