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MICAT IN VERTICE La Micat in Vertice (dal motto della famiglia Chigi, che significa “Splende sulla cima”) è uno tra i più longevi cartelloni del panorama nazionale. Con questo motto il Conte Guido Chigi Saracini il giorno di Santa Cecilia del 1923 aprì le porte del suo Palazzo di via di Città inaugurando la prima delle sue “creature musicali”, destinata a qualificare le stagioni concertistiche invernali. The Micat in Vertice (from Latin motto of the Chigi’s Family’s coat of arms, which means “The Star shines on the top”) is among the oldest and most prestigious Italian concert festivals. It was inaugurated on 23 november 1923 by Count Guido Chigi Saracini in his own Palace in the City of Siena, so as to found a new winter concert season. PROSSIMI APPUNTAMENTI 21 DICEMBRE CATTEDRALE ORE 21 Cantate Domino CORO DELLA CATTEDRALE DI SIENA “GUIDO CHIGI SARACINI” LA PIFARESCHA Andrea Inghisciano cornetto / David Brutti cornetto Mauro Morini trombone Fabio Costa trombone basso LORENZO DONATI direttore Musiche di A. Gabrieli, G. Gabrieli, Gallus Ingresso gratuito 18 GENNAIO PALAZZO CHIGI SARACINI ORE 21 BRENTANO STRING QUARTET Musiche di Haydn, Aucoin, Carter, Mendelssohn VENERDÌ 14 DICEMBRE PALAZZO CHIGI SARACINI, ORE 21 Partir ELINA DUNI voce con il contributo di La sede storica dell’Accademia Musicale Chigiana è Palazzo Chigi Saracini. Eretto nel XIII secolo lungo una delle arterie principali di Siena, con le sue numerose collezioni di pregio, il palazzo è aperto al pubblico per visite guidate. Per prenotazioni ed informazioni consultare il sito internet o contattare il 0577-22091. media partner Studente della Toscana NOI ADERIAMO alla nuova carta universitaria SERVIZI e AGEVOLAZ

MICAT IN VERTICE - chigiana.it · Domenico Modugno Polignano a Mare, Bari 1928 - Lampedusa 1994 Amara terra mia (testi di E. Bonaccorti) Canto tradizionale del Kosovo Vishnja Rexhep

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MICAT IN VERTICE

La Micat in Vertice (dal motto della famiglia Chigi, che significa “Splende sulla cima”) è uno tra i più longevi cartelloni del panorama nazionale. Con questo motto il Conte Guido Chigi Saracini il giorno di Santa Cecilia del 1923 aprì le porte del suo Palazzo di via di Città inaugurando la prima delle sue “creature musicali”, destinata a qualificare le stagioni concertistiche invernali.

The Micat in Vertice (from Latin motto of the Chigi’s Family’s coat of arms, which means “The Star shines on the top”) is among the oldest and most prestigious Italian concert festivals. It was inaugurated on 23 november 1923 by Count Guido Chigi Saracini in his own Palace in the City of Siena, so as to found a new winter concert season.

PROSSIMI APPUNTAMENTI21 DICEMBRE CATTEDRALE ORE 21 Cantate DominoCORO DELLA CATTEDRALE DI SIENA “GUIDO CHIGI SARACINI”LA PIFARESCHA Andrea Inghisciano cornetto / David Brutti cornetto Mauro Morini trombone Fabio Costa trombone basso LORENZO DONATI direttoreMusiche di A. Gabrieli, G. Gabrieli, GallusIngresso gratuito

18 GENNAIO PALAZZO CHIGI SARACINI ORE 21BRENTANO STRING QUARTETMusiche di Haydn, Aucoin, Carter, Mendelssohn

VENERDÌ 14 DICEMBREPALAZZO CHIGI SARACINI, ORE 21

PartirELINA DUNI voce

con il contributo di

La sede storica dell’Accademia Musicale Chigiana è Palazzo Chigi Saracini. Eretto nel XIII secolo lungo una delle arterie principali di Siena, con le sue numerose collezioni di pregio, il palazzo è aperto al pubblico per visite guidate. Per prenotazioni ed informazioni consultare il sito internet o contattare il 0577-22091.

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Elina Duni è una stella nascente nel panora-ma internazionale, la sua voce ci ipnotizza con antiche canzoni albanesi interpretate in chiave jazz, grazie alla sua superba voce, con uno guardo alle proprie radici, ma da un punto di vista attuale. La sua conoscen-za del jazz vocale entra in una comunione sensuale e vibrante, con un amore non negoziabile delle tradizioni musicali seco-lari del suo paese natale, l’Albania. La sua voce-strumento è assolutamente naturale, libera e lontana dagli svolazzi glamour così alla moda in questi tempi. Il canto di Elina è una carezza, ma tutt’altro che evanescen-te: è una voce intensa e struggente, raffi-nata eppure viscerale. Nata in una famiglia d’artisti a Tirana, insofferenti al dispotismo, Elina era una bambina che sapeva canta-re antiche canzoni tradizionali della sua ter-ra, poi educata al jazz e alle note classiche, infine lascia l’Albania all’età di dieci anni, e così trova la sua strada. Dopo incursioni nel-la musica classica, blues e standard di jazz, fu il suo pianista Colin Vallon che all’univer-sità la incoraggiò a cantare in albanese. Con una voce soul, una presenza scenica magnetica e supportata da ottimi musicisti, si è esibita ormai sui palcoscenici dei più im-portanti festival internazionali.D’altro canto il jazz è la musica di coloro che sono in esilio, è una forma di espressio-ne in cui la musica occidentale incontra il blues e la musica che viene dall’Africa. Il jazz dunque è un luogo di incontro, è per definizione un miscuglio. Il jazz, inoltre, è una musica intrinsecamente innovativa, perché prescrive l’improvvisazione ed è l’improvvi-sazione che genera il rinnovamento. Per-mette la ricerca di nuove soluzioni, spinge ad uscire dagli schemi rigidi. Si può quindi affermare che per Elina il jazz non è uno sti-le, ma un modo di concepire la musica.

C’è un preciso momento in cui dal dolore nasce la gioia, questo mistero dell’essere, questa trascendenza del male. È proprio quando pensi di aver perso tutto, che sia un amore o più tragicamente un paese devastato dalla guerra, che dobbiamo trovare le risorse per credere nell’ignoto che si svolge davanti a noi, con i ricordi di un passato remoto come unico bagaglio.Siamo tutti in partenza, fatti per essere strappati da ciò che amiamo: è questo il punto di partenza di questa creazione di Elina Duni.Attraverso la musica e i testi di Partir, l’al-bum sul quale si articola questo concerto, incrociamo con lei gli abissi del dolore, il cuore amaro come un deserto, per arriva-re finalmente all’ultimo rifugio: la gioia. Canzoni d’amore, di perdita e di parten-za. Dopo due acclamati album con il suo quartetto jazz, Elina Duni pubblica la sua registrazione fino ad oggi più intima. Par-tir, album a solo, presenta la cantante di Tirana che si accompagna con il pianofor-te, la chitarra e le percussioni interpretan-do brani provenienti da diverse fonti. Dalle canzoni popolari ai cantautori troviamo qui musica tradizionale dell’Albania, del Kosovo, della Macedonia, della Svizzera, Je ne sais pas di Jacques Brel, Meu Amor di Alain Oulman, Amara terra mia di Dome-nico Modugno ed altro ancora. La voce unica ed espressiva della Duni e gli arran-giamenti scarni creano qui un filo condut-tore di desiderio che attraversa tutto il con-certo. Partir è stato registrato negli Studios La Buissone nel sud della Francia nel luglio 2017 e prodotto da Manfred Eicher.

***

Canto tradizionale del KosovoKanga e kurbetit

Alain OulmanLisbona 1928 - Parigi 1990

Meu amor (testo di J.C. Ary dos Santos)

Canto tradizionale dell’AlbaniaVaj si kenka

Muhammad Abd al Rahim al MasloubEgitto 1786 - 1895

Lamma bada yatathanna

Domenico ModugnoPolignano a Mare, Bari 1928 - Lampedusa 1994

Amara terra mia (testi di E. Bonaccorti)

Canto tradizionale del KosovoVishnja

Rexhep MulliqiGusinje, Montenegro 1923 - Pristina 1982

Baresha (testo di R. Kukaj)

Canto tradizionale albanese dalla Macedonia

Ani kaj lulije

Philip LaskowskyVarsavia 1889 - New York 1960

Oyfn Veg (testo di I. Manger)

Ann RonellOmaha, Nebraska 1905 - New York 1993

Willow weep for me

Canto tradizionale svizzeroSchönster Abestärn

Jacques BrelSchaerbeek, Belgio 1929 - Bobigny, Francia 1978

Je ne sais pas