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www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIO Sport & Spettacolo sabato 27 febbraio 2016 anno 6 numero 10 Milan Torino

N 10 2016 milan torinoweb

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www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIOSport & Spettacolosabato 27 febbraio 2016 anno 6 numero 10

Milan

Torino

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sabato 27 febbraio 2016 www.stadio5.it2

MILAN Arbitro: Domenico Celi di Bari

M i l a n Torino

Allenatore A

llena

tore

TORINODonnarumma

Abate , Alex, Romagnoli, Antonelli;Honda, Kucka, Bertolacci, Bonaventura;

Bacca, Niang

PadelliMaksimovic, Glik, Moretti;

Zappacosta, Acquah, Vives, Baselli, Peres;Belotti, Immobile

(4-4-2) (3-5-2)

Colpo gobbo Con i gobbi

Sandro Mazzola

STADIO MEAZZA ORE 20.45

SinisaMihajlovic

GiampieroVentura

L’Europa ci prende a pallonate, ma l’Inter torna a vincere e il Milan non perde con la seconda in classifica. Milano torna a rug-gire in vista di momenti ben più difficili. Questo weekend presen-ta la sfida incrociata Milano-Torino, con Juventus-Inter che diventa quasi fondamentale per il cammino delle due squadre. L’egemonia della squadra di Al-legri, non più clamorosa come lo scorso anno ma solo nella clas-sifica, con i nerazzurri potrebbe trovare qualche ostacolo, se non altro per le energie nervose per-se nella partita pazzesca giocata contro il Bayern martedì scorso. Il Milan riceve il Torino, sempre pieno di problemi. Gli uomini di Mihajlovic sono in condizioni fi-siche straripanti e nel match con il Napoli, nel posticipo dell’ulti-ma giornata, si è ampiamente visto. Il gioco delle due milanesi né piace, né convince, ma è red-ditizio. Se i rossoneri sono riu-sciti a trovare la quadratura del cerchio, i nerazzurri sembrano tornati quelli d’inizio stagione, dove con un gioco semplice e fi-sico riuscivano a mietere succes-si insperati. Contro la Juventus sarà difficilissimo strappare un risultato positivo, ma se ci sarà convinzione dei propri mezzi, tutto può succedere. Non è più tempo di fare esperimenti, le rose sono risapute e quindi lo stato mentale diventa determinante. Convinzione, volontà e deter-minazione per ottenere qualsi-asi risultato. Un conestoga (la lunga carovana dei pionieri nel far west americano) di motiva-zioni per esorcizzare i fantasmi di una mancata qualificazione in Champions che vorrebbe dire fallimento. Nel disastro euro-peo, dove solo la Lazio si salva (la Roma è ormai eliminata e la Juventus è con un piede fuori), il calcio milanese cerca un rilancio per preparare l’offensiva fina-le. Le speranze di agguantare il terzo posto ci sono, ma devono essere suffragate da risultati che hanno un comun denominatore: consapevolezza dei propri mez-zi. La Roma sembra avere qual-cosa in più nella lotta a quattro, però Inter e Milan devono in-contrarla e possono giocarsi le chance senza vivere d’inutili il-lusioni. La Fiorentina, per il mo-mento è terza, ed è realmente la vera favorita, ma saprà ripeter il girone d’andata? E’ il pezzo che ci manca per dare un giudizio definitivo alle squadre di Man-cini e Mihajlovic.

Tutto è possibile, per-chè nel calcio non c’è mai niente di sconta-

to. Ho visto la Juventus l’altra sera con il Bayern Monaco e mi ha veramente impressio-nato, soprattutto nella reazio-ne che ha avuto nel secondo tempo, quando era sotto di due gol. Noi arriviamo dalla vittoria con la Sampdoria e, come ho detto l’altra volta, se vogliamo restare in cor-sa, dobbiamo giocare tutte le partite che rimangono, come se fossero una finale. Siamo lontani dal terzo posto che

E se l’Inter vincesse con la Juve?

vale la Champions, però se il Napoli ci dà una mano, bat-tendo domani sera la Fioren-tina, tutto può essere rimes-so in discussione. E’ chiaro che l’Inter non dovrà uscire a mani vuote dalla sfida con i bianconeri di domani, dal momento che anche la Roma, grazie a Spalletti, è rientrata

in gioco alla grande, sorpas-sandoci in classifica. Al vertice della classifica con-tinua il braccio di ferro tra la Juventus ed il Napoli che, come detto, non avrà un com-pito facile tra ventiquattro ore al Franchi contro la Fiorenti-na, che, comunque, potreb-be pagare lo sforzo in Euro-

pa League di Londra, con il Tottenham. Personalmente, ritornando sulla sfida di To-rino, con la Juventus, sono abbastanza fiducioso, perchè l’Inter con le grandi ha sem-pre disputato buone partite.Un occhio oggi a mezzogior-no alla gara di Palermo, dove il Bologna potrebbe fare bot-

tino pieno. I rosanero sette giorni fa si sono sciolti come neve al sole all’Olimpico con la Roma e Iachini avrà il suo bel da fare per rimettere in sesto una squadra che, come sappiamo, ha cambiato cin-que allenatori nel giro di pochi mesi. Attenzione alla gara di questo pomeriggio fra Sampdoria e Frosinone. Se i ciociari dovessero vincere a Marassi, sarebbe veramente un brutto colpo per Montella ed in particolare modo per il presidente Ferrero che ama questa squadra più di ogni cosa. Se andasse male imma-gino come trasformerebbe la sua sciarpa della Sampdoria attorno al collo, fasciandosi, soprattutto, la testa.

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3sabato 27 febbraio 2016 www.stadio5.it

EUROPA PIÙ VICINAla partita

Spettacolo? No, ora contano soltanto i punti

Luigi Rubino

Severa Bisceglia

Carlos Bacca

cla

ssif

ica

ma

rcatori

LA C

LASS

IFIC

A

52 34

23

58 37

27 18

12

48

25

50

28

44

29

57

2631

38

24

32

34

20

1013

Éder Citadin MartinsGonzalo Higuain Josip IlicicPaulo Dybala

13

Mauro Icardi

11

E’ vero, non sarà un Milan spettacolare e forse non ne ha le possibilità, ma il

pari di Napoli, che ha fatto tanto incazzare i supporter azzurri per il sorpasso mancato alla Juve, vale come una vittoria. In un clima infuocato come quello del S. Paolo, i rossoneri sono riusci-ti a portare a casa un punto che certamente non dà una grande scossa alla classifica, l’obiettivo terzo posto è ancora lontano, ma conferma un netto e positivo cambiamento di rotta della squa-dra che, nelle ultime otto gare,

ad iniziare dal pareggio 1-1 nella trasferta dell’Olimpico contro la Roma, ultima partita di andata, non ha più perso. Contro i par-tenopei, il Milan ha giocato con giudizio e con accortezza tattica, concentrazione e tanto sacrificio, rimanendo corto tra i vari repar-ti per tutta la partita. Segno evi-dente che il gruppo è compatto e sereno. Il 4- 4- 2, prova e riprova, sembra il modulo giusto di que-sta squadra, migliorata non solo sul piano atletico e mentale, ma anche nelle prestazioni dei sin-goli. Al S. Paolo, se superlativa è

stata le prestazioni dei due cen-trali difensivi Alex e Zapata, abili a chiudere nella morsa il Pipita in ogni occasione, altrettanto efficace è stato il lavoro di Aba-te e quello di Jack Bonaventura, capace di squartare non solo la difesa del Napoli, con il gol del pareggio, ma dare un sostanziale contributo, in alcuni momenti del match, anche al reparto di-fensivo. Buono anche l’appor-to di Honda sull’out di destra. Il samurai, anche al S. Paolo, come si è verificato nelle prece-denti gare contro Fiorentina ed

Inter, sta convincendo sempre di più, entrando di diritto negli schemi di gioco di questo Milan che sembra ora avere equilibrio e ritmi giusti per cercare di ri-salire in alto. Nel frattempo, i rossoneri non possono fallire la vittoria nella gara di questa sera al Meazza contro il Torino, an-che perché, se si vuole risalire la classifica, c’è da continuare il trend positivo di risultati inizia-ti a gennaio. I granata, invece, non attraversano un’eccellente condizione di forma. L’ultima prestazione contro il Carpi, pari

interno con rigore sprecato da Maxi Lopez, che vanifica la vit-toria netta ottenuta la settimana precedente a Palermo, ha creato molto malumore tra i tifosi. Più volte al Toro negli ultimi tempi, è mancata la carica giusta per le rimonte – sostengono i suppor-ter granata. La squadra è undice-sima, ha 32 punti, si trova a cen-tro classifica e dista 11 lunghezze dalla zona Europa League e 9 punti dalla retrocessione. Ven-tura, nel frattempo, è sul banco degli accusati. Il nervosismo certamente non aiuta. C’è quindi

bisogno di una sterzata, che po-trebbe arrivare soltanto con una vittoria a S. Siro contro il Milan, lanciato, dopo il pari contro il Napoli, alla conquista del diffici-le terzo posto.

In casa Milan sembra tornato il sereno. Mihajlovic è final-mente riuscito a trovare la

quadratura del cerchio. Certo, sarà anche una squadra che poco diverte, ma la consapevolezza di potersela giocare alla pari con le avversarie, sia essa anche un Napoli motivato dal controsor-passo ai bianconeri di Allegri, ti carica della giusta adrenalina per

scendere in campo senza par-ticolari timori. La zona Europa è ancora lontano, neppure poi tanto, ma i numeri per risalire la china con una certa serenità ci sono tutti. Honda è tornato, Bo-naventura è ormai l’uomo chiave dei rossoneri, il tecnico è riuscito finalmente nel suo intento e que-sta sera contro il Torino del sem-pre più contestato Ventura non dovrebbe essere un problema. Il pareggio del San Paolo ha cari-cato a dovere Bacca e compagni mentre la deludente prestazione del Toro contro il Carpi, soprat-tutto il rigore sbagliato da Maxi Lopez, potrebbe averli indeboliti psicologicamente. Granata peri-colosamente vicini alla zona re-trocessione, 9 punti di vantaggio sulla prima posizione utile alla Serie cadetta, potrebbe, però, es-sere il giusto stimolo per questo Toro che questa sera potrebbe incornare il Diavolo, ma deve

drigo Ely, Mexes, Luiz Adriano e Josè Mauri. Ventura, invece, a Milano arriva senza Bovo, Gazzi, lo squalificato Benassi e Avelar. La 27a giornata, in questo anti-cipo serale, vedrà sul campo del Meazza, area rossonera, Kucka e Bertolacci quale coppia centrale, sulle fasce confermato Honda a destra e Bonaventura a sinistra con anche il compito di “ingras-sare” la coppia d’attacco Bacca-Niang. A proteggere la porta di Donnarumma, invece, il dubbio rimane su Romagnoli, Zapata a Napoli ha batto la sua bella figu-ra in coppia con Alex. Sui due terzini, invece, pochi dubbi: a destra Abate e Antonelli a sini-stra. Giampiero Ventura, da can-

to suo, non arriva al Meazza con molte possibilità di scelta. Le as-senze, come già detto alla squali-fica di Benassi fanno eco gli in-fortuni di Bovo, Gazzi e Avelar, creano non poche difficoltà. La difesa granata dovrebbe lasciare pochi dubbi, Maksimovic, Glik e Moretti proveranno a chiudere le incursioni rossonere. La coppia d’attacco vede sempre Belotti e Imobile, a centrocampo, invece, vedremo Vives, Baselli e Bruno Peres. Il problema più grosso per il buon Venrura, resta la sosti-tuzione di Benassi, favorito l’ex nerazzurri Obi, chi mandare in campo come terzino destro tra Zappacosta, Gaston Silva e Mo-linaro.

fare i conti con Mihajlovic che vuole allungare la serie positiva di risluutati, soprattutto in casa. Torino, dunque, che si presenta a San Siro non nella forma miglio-re, Giampiero Ventura sempre

più contestato dai tifosi granata, dovrebbe bastare questo ad im-pensierire poco il tecnico serbo che dovrà fare a meno, oltre allo squalificato Montolivo, dell’eter-no assente Diego Lopez, di Ro-

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Jacopo Segre

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5sabato 27 febbraio 2016 www.stadio5.it

I Cugini

Severa Bisceglia

Luigi Rubino

L’inter, l’ultimo giorno utile dello scorso mer-cato estivo, ha felice-

mente scaricato alla Juventus il trequartista Hernanes che domani potrebbe occupare la poltrona di rregia con la ma-glia bianconera. Il calciatore brasiliano ha fin qui collezio-nato poche presenze con la Zebra, ma domani, complice l’infortunio di Claudio Mar-chisio che dovrà restare fer-mo una settimana per un so-vraccarico del muscolo vasto laterale della coscia sinistra rimediato martedì sera nella gara di Champions League

Marchisio out, torna Hernanes contro i suoi ex compagnicontro il Bayern, ma domani sera, grazie anche alla buona prestazione contro Robben e compagni, ha la prima gran-de occasione di dimostrare al Mancio quale errore è sta-to liberarsene. Massimilia-no Allegri punta proprio sul centrocampista brasiliano, fin qui dodici presenze con la maglia bianconera in cam-pionato, nella speranza di ve-dere lo stesso Hernanes visto nel secondo tempo contro i bavaresi. Non più un pacco, dunque, ma un calciatore di qualità che può salire tran-quillamente in cabina di re-gia e fare la sua bella figura. Il risentimento muscolare di Marchisio, come già detto, ri-lancia il calciatore brasiliano, soprattutto i tredici milioni di investimento, nelle sfide importanti, se l’avversaria è l’Inter, tanto meglio. Allegri-manderà in campo il 3-5-2, tra i titolari Hernanes, Chiel-lini e Alex Sandro. Roberto

Mancini risponderà proba-bilmente con lo stesso 4-4-2 visto contro la Sampdoria con Biabiany e Perisic esterni, in difesa la coppia Miranda-Murillo sostenuta da Na-gatomo e D’Ambrosio sugli esterni. Torna a disposizione Kondogbia, accolto il ricorso contro la squalifica, che par-te titolare. Resta squalificato, invece, Brozovic. In avanti, al fianco di Icardi, dovrebbe partire favorito Eder prefe-rito a Palacio. Sarà affidata all’arbitro Gianluca Rocchi, terzo derby d’Italia per lui, la direzione di gara allo Juven-tus Stadium. Il controllo della partita non dovrebbe riserva-re brutte sorprese per nessuna delle due compagini, al fian-co di Rocchi ci saranno due assistenti d’area fra i migliori arbitri italiani: Rizzoli e Banti. Tre arbitri per una partita così delicata.

Scherzi del calendario. Juve- Inter, il derby d’Ita-lia, si giocherà due volte

in pochi giorni. Domani i neraz-zurri affronteranno a Torino la vecchia Signora per l’ottava gior-nata di ritorno, poi mercoledi ci sarà il ritorno di coppa Italia a S. Siro. I bianconeri stanno me-glio in tutti i sensi. Sono primi in

Juve-Inter, è sfida senza pauracampionato e, in Coppa, dopo il 3 a 0 dell’andata, viaggiano ver-so la finale. Per l’Inter i due im-pegni sono difficilissimi, ma ci sono tutti i presupposti per far bene, ad iniziare dalla prima sfi-da di campionato, domani sera alla Juventus Stadium. Favorita dal pronostico è sicuramente la squadra di Allegri che in casa

non conosce sconfitte da mesi ed è riuscita ad inanellare dal-la settima giornata di campio-nato (2 a 1 contro il Bologna) una serie di risultati positivi che hanno cancellato gli inaspettati stop interni della prima giorna-ta, sconfitta contro Udinese ( 0 – 1) e pareggio contro Chievo ( 1 a 1) e Frosinone ( 1 a 1), ri-

spettivamente alla terza e quinta giornata. I bianconeri, dopo il pareggio di Champions acciuf-fato in rimonta contro il Bayern Monaco, sono caricati a mille. Quindi, contro l’Inter quasi sicu-ramente ci sarà battaglia soprat-tutto a centrocampo,dove tra i nerazzurri fa ritorno in squadra Kondgobia, mentre tra i bian-

coneri è assente Marchisio, fer-mo per infortunio. Al suo posto Allegri potrebbe schierare l’ex di turno Hernanes. L’ultima vitto-ria dell’Inter allo Juve Stadium è recente. Stagione 2012/2013. In quell’occasione, l’impresa riu-scì ad Andrea Stramaccioni che sulla panchina della beneamata riuscì a sconfiggere i bianconeri per 3 a 1 con una doppietta di Milito e un gol di Palacio, dopo il vantaggio iniziale di Arturo

Vidal. Lo scorso anno il match di campionato tra le due squadre a Torino finì in parità ( 1 a 1) con reti di Tevez e Icardi..

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sabato 27 febbraio 2016 www.stadio5.it6

Jeremy Menez

Continuano i problemi per Je-remy Menez legati alla schiena.

Non è bastato un periodo di riposo e recupero di due mesi dopo l’ultimo intervento. L’incontro in Coppa Ita-lia disputato dai rossoneri contro il Perugia ha risvegliato i vecchi do-lori costringendo ancora una volta il francese al riposo forzato. La spe-ranza di Sinisa Mihajlovic è di ri-averlo a Milanello almeno fra una decina di giorni. L’attaccante, an-cora a Montecarlo, sta terminando il periodo di riabilitazione. Presto per ipotizzare quando Menez potrà scendere in campo ad allenarsi con i compagni ma allenamenti indivi-duali sono ipotizzabili già fra dieci giorni come anzidetto.

Diego LopezDiego Lopez dovrebbe essere prossimo al

rientro. La sua tendinopatia rotulea ha dato al giovanissimo collega Gianluigi Don-narumma l’occasione di mettere in mostra le proprie capacità. Il portierone dovrà riconqui-starsi la maglia titolare.

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7sabato 27 febbraio 2016 www.stadio5.it

Giovanni Labanca

Vita di CLUB

Sono trascorsi ben trent’anni da quando un uomo nuovo nel panorama imprenditoriale mila-nese ha cambiato la storia di una società decaduta e di una squa-dra a pezzi.Berlusconi Silvio, già famoso per assai invidiate ope-razioni ben riuscite, con le quali soleva trasformare in oro tutto quello che era diventato misero e pesante piombo, nel 1986, tra lo stupore generale ed anche lo scetticismo di maniera, si reca in tribunale e compra la fallita Società AC Milan di via Turati, suscitando non poche ilarità e commenti non tanto lusinghieri, fino ad apparire un vero e pro-prio pazzo per essersi infilato in un tunnel che sembrava senza fine e senza luce. Invece, inve-ce il futuro Cavaliere tira avanti dritto con le sue precise idee ed i piani già ben congegnati da tempo, fino a portare quella ne-gletta società e la sua squadra rossonera sul tetto del mondo, con trofei vinti ovunque, fino a farla diventare quella più titolata del pianeta calcio. L’operazione Milan sbalordisce tutti e ridà anche vita allo sterminato po-polo del Diavolo, che ,stanco di sconfitte e misere figure, torna a farsi sentire con voce grossa su tutti gli spalti. Il compleanno del trentennale poteva sicuramente cadere in un momento più pro-pizio per la squadra,ma, come si sa, queste ricorrenze seguono una logica diversa e vanno fe-steggiate nel migliore dei modi. Così stanno facendo in tutti i Milan Club, di cui noi di Stadio5 riportiamo una piacevole carrel-lata.Cominciamo, stavolta, dal-la splendida Sardegna dove

bUon CoMplEAnno pRESiDEnTEopera,tra gli altri, il Milan Club Sassari, capitanati dal presiden-te Marco Canu ,che, a nome di tutti i tifosi isolani, manda a dire al presidente Berlusconi : Augu-ri, caro presidente e grazie per quello che hai fatto per la nostra squadra del cuore, in tutti questi lunghi anni. Noi, sebbene lon-tani da Milano,abbiamo seguito e seguiremo la squadra in ogni situazione,piacevole e meno, per dare l’esempio del nostro affet-tuoso tifo che è tornato forte gra-zie alle sue cure. Auguriamoci che questa lieta ricorrenza possa portare bene alla squadra, per la quale chiediamo, però maggiore attenzione, perchè attraversa un momento particolare.La Trinacria, la bella Sicilia non è meno prodiga di complimen-ti per il presidente, al quale il Coordinamento regionale, che comprende moltissimi Milan Club tra cui quelli di Palermo, Catania, Agrigento,Messina e tanti altri di paesi più piccoli, formula gli auguri più belli con una richiesta particolare: “ Agli auguri carissimi, aggiungiamo la richiesta di avere migliori con-tatti con la squadra, con la visita di giocatori e dirigenti rossoneri, come avviene per le altre regioni, anche se siamo ben consapevoli della grande distanza che separa Milano dalla Sicilia. Rinnoviamo la nostra stima per un cammino comune ancora lungo e, speria-mo, più ricco di soddisfazioni”.Passato lo stretto, ancora senza Ponte, sbarchiamo, come Gari-baldi in Terra calabra, quella del-la Magna Grecia, del bergamotto. I Milan Club, anche qui, hanno imbandito favolose tavolate con prodotti tipici, attorno alle quali, uniti più che mai, i tifosi hanno levato centinaia di calici al cielo per la salute del presidente. Da Reggio Calabria a Cosenza,da Tropea a Sibari, hanno fatto giungere fino a Casa Milan i loro auguri che, in questi casi parti-colari, assumono maggiore va-lenza, se consideriamo anche le

difficoltà che i soci dei Club de-vono superare per mantenere le loro sedi. “ Siamo tutti con il pre-sidente, forti ed uniti come non mai e gli facciamo gli auguri più sinceri e fervidi,proprio come è la nostra cara Calabria. Aspet-tiamo una squadra più forte ed un suo impegno maggiore. Per cent’anni”.Ecco, sorvolato il monte Polli-no con il suo grande e favolo-so Parco Nazionale, atterriamo in Basilicata o Lucania, come preferite,anche se qui, terra di Spartaco e della “lucanica”, della fragola Candonda e di Matera Capitale europea della Cultura 2019, preferiscono chiamarla Lucania,il suo nome origina-rio. Tappe a Viggianello, Lauria, Moliterno e Rionero in Vulture, dove i locali Milan Club si as-sociano ai colleghi del resto d’I-talia, nell’augurare al presidente lunga vita e benessere. “ E’ quello

che vogliamo per un uomo che ha dato tutto se stesso per la pas-sione del calcio spettacolo, con la grande speranza che torni presto alla cura di una squadra che ha bisogno di tanto sostegno, cosa che noi tifosi non faremo mai mancare, anche da mille chilo-metri di distanza. I nostri soci dovranno tornare a sorridere e solo un presidente come Berlu-sconi ci può riuscire”In Puglia,regione dagli stermi-nati uliveti e splendido mare pescoso, la musica non cambia. I Milan club, ne citiamo alcuni, di Monopoli, Bari,Taranto, Ca-stro, Foggia, San severo, hanno un solo pensiero : “ Auguri e tanti ringraziamenti, signor pre-sidente per quello che ha fatto in questi anni. La Terra di Puglia è compatta attorno al Diavolo, come sempre e griderà più forte il suo nome ,fino ad arrivare al cielo più lontano”.

Abruzzo, Molise, Campania e Lazio, coni loro cento e passa Milan Club, non sono da meno nell’unirsi agli auguri al presi-dente, considerato un vero e pro-prio Re Mida, per aver rivoluzio-nato il concetto stesso del calcio spettacolo e portata sulle vette più alte il pennone rossonero.Marche,Toscana,Umbria e Emi-lia Romagna esultano. Da Pesaro a Firenze,da Fano a Riccione,da Reggio Emilia a Bologna arri-vano fiumi di complimenti ed auguri per il presidente dei pre-sidenti :”La speranza è che pos-sa ritrovare l’antico entusiasmo giovanile per ridarci una squa-dra nuova e competitiva, come quella che conquistò vittorie in ogni dove”.Non possiamo che essere d’accordo,mentre raccogliamo gli auguri della Liguria, Piemon-te, Lombardia, da Genova a Se-regno, da Saronno alla Provin-

cia Grande,da Torino a Lissone, ovunque c’è un Milan Club , c’è allegria ed entusiasmo per questa ricorrenza, salutata con gli augu-ri più calorosi per i prossimi anni a venire che dovranno ridare alle tifoserie accanite nuove grandi soddisfazioni. Stessa musica ci giunge dall’est,dal Veneto,Friuli, Trentino, tanto per intenderci. Dalle valli e dai monti maestosi, accompagnati dal suono dallo scampanellio di mille pascoli,il saluto al presidente è forte,tanto da arrivare a Milano e far com-piacere il presidente, commosso da tanto affetto.In un solo modo Berlusconi po-trà rispondere a questi messaggi: una squadra da rafforzare,una società più dinamica, degna del blasone rossonero.Anche Stadio5, con tutta la reda-zione, fa i migliori auguri a Sil-vio Berlusconi, per vederlo an-cora festante sollevare tante altre

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Ospiti

Giovanni Labanca

Curiosità

Marjlja Bisceglia

Interrogare i maggiori maghi del mondo non sarebbe ser-vito per avere un responso

sul cammino del Torino, nem-meno con l’ausilio dell’oracolo di Delfi. Impossibile solo a pensare che l’armonia e la provata ami-cizia tra l’allenatore, la società ed i tifosi potesse finire in que-sto modo. E’ stata ufficialmente sancita la rottura con l’allenatore che, più di ogni altro, aveva dato al Toro una precisa fisionomia di carattere e di squadra, fino ad essere indicata ad esempio da seguire. Il carattere e la vo-glia di lottare, tipiche del mister,

La SVentura del Torosi erano trasferite di pari passo negli uomini in granata, che ne mostravano con determinazione la perfetta simbiosi. Il giocattolo, poi, come spesso succede a que-sto mondo, ha cominciato a rom-persi un po’ alla volta, colpa dei risultati che, al contrario dell’an-no passato, non sono arrivati co-piosi. E di questo passo indietro si chiede il conto all’allenatore che, meravigliato come non mai, sembra incredulo che gli stessi sostenitori fino all’altro ieri lo lodavano, ora abbiano cambiato atteggiamento. Non dice nulla di male contro nessuno, anzi. “Non stiamo facendo un bel campio-nato” ci dice il mister. Abbiamo subito una inspiegabile inversio-ne di marcia che ha vanificato anni di ottimo lavoro, ma non dobbiamo nemmeno versare la-crime di dolore per una situazio-ne che, a conti fatti, non è preoc-cupante, se consideriamo che la salvezza, la meta che ormai dob-biamo raggiungere quest’anno, non è messa in discussione, an-che se capisco la delusione della piazza granata. Il campionato è ancora lungo e non è detto che non si possa tornare a sorridere”.

per avere un regalo da portare in omaggio a Berlusconi, per i suoi trent’anni di presidenza. “Noi giocatori ce la mettiamo tutta, anche se in questa stagione ci manca qualche compagno im-portante che è stato ceduto per ovvi motivi, dice candidamente capitan Glik Kamil. Non pos-siamo sempre essere al top e un calo di pressione è nella natura delle cose. Chiediamo ai tifosi di non abbandonarci proprio adesso, in ricordo, se non altro, di quello che abbiamo fatto di buono gli anni passati. In fondo, siamo sempre gli stessi e torne-remo ad essere competitivi e se lottiamo assieme, sarà anche più facile fare meglio. Noi promet-tiamo il massimo impegno, ma non meritiamo più tanti fischi”.Il Toro, dunque, scalpita e fa le prove generali per tentare l’in-cornata maligna al Diavoletto, che, da parte sua, non ha nessu-na intenzione di lasciargli libero pascolo sul prato amico di San Siro, forte anche del bel pareggio di Napoli. Che sia una bella lotta.

Più che una promessa, ci sembra il ragionamento di un uomo di valore che sa il fatto suo, come lo sa nel suo difficile mestiere. Pagherà la parcella dell’ingrati-tudine e andrà a cercarsi lavoro

su altri lidi e non gli sarà difficile trovare una degna collocazione. Il Toro, piuttosto, che fine farà, dovendo ripartire da zero con un nuovo allenatore? In attesa della risposta, i granata sono attesi

dal Diavolo che non sbuffa più di tanto, come da minimo con-tratto sindacale, ma che aspetta sempre di riprendere ad essere quello che fu, a cominciare dal-la vittoria contro il Toro, anche

Riflettori puntati su Torino per il derby d’Italia fra Juve ed Inter. I bianco-

neri arrivano dalla faticaccia in Champions League, con il Ba-yern Monaco, dove stavano per essere buttati fuori in anticipo dall’appuntamento europeo. Al-legri ha già archiviato la sfida con i tedeschi e dai suoi ragazzi vuole con l’Inter un’altra prova d’orgoglio per non vanificare tut-to quanto hanno fatto di buono nelle ultime sedici giornate di campionato, dove hanno colle-zionato trentun punti che han-no permesso alla squadra prima l’aggancio del Napoli e poi la vetta alla classifica. Grazie al pareggio del Milan al Aan Paolo, i bianco-neri sono riusciti a mantenere il comando delle operazioni e con l’Inter faranno sicuramente il possibile per confermare questa loro positiva situazione. L’Inter arriva dal confortante successo casalingo con la Sampdoria e proverà a sferrare il colpaccio, in particolare modo per cancellare la pesante scnfitta di un mese fa in Coppa Italia. La sfida tra bian-

Derby d’Italia con il Napoli che tifa Interconeri e nerazzurri solitamente non ha pronostico, però, questa volta, con l’Inter a caccia di punti per recuperare il terreno perdu-to, tutto è possibile. Eder scalpi-ta alla ricerca del primo gol con i colori dell’Inter, ma dall’altra parte c’è una squadra, vedi la re-azione con il Bayern di Monaco, capace di qualunque impresa. Il Napoli, in campo domani sera contro la Fiorentina al Franchi, sarà sicuramente davanti ai tele-visori a tifare Inter, dal momento che la classifica vede la squadra di Mancini distanziata di ben nove punti da loro in classifica. Ultima chiamata per il Verona dopo la vittoria nel derby con il

Chievo. Gli scaligeri saranno al Friuli contro l’Udinese, mentre la Sampdoria, a Marassi, incro-cerà le armi con il Frosinone che dopo il pareggio interno con la Lazio, si è portato quasi addos-so ai liguri di Montella. Un’at-tenzione particolare, in questa giornata spezzatino, anche al match di Modena fra il Carpi ed una Atalanta finita, domenica scorsa, sotto i colpi di una Fio-rentina corsara. Prova del nove, infine, per la Lazio nel posticipo di domani sera con il Sassuolo, qust’ultimo deciso a strappare un risultato positivo all’Olimpi-co, dopo la bella vittoria in ri-monta con l’Empoli.

Contro il Torino maglietta speciale per il Milanfirmato Berlusconi

Le belle avventure vanno, giustamente, immortala-te e, perché no, ricordate.

Il Milan di Berlusconi, anche se negli ultimi anni ha perso il suo splendore, ha fatto gran-di cose e questo “matrimonio” sarà suggellato da una magliet-ta speciale. In occasione dell’in-contro odierno contro il Torino alle 20.45, la squadra rossone-ra  indosserà, come anzidetto, una maglia speciale: al centro del petto sarà ricamato in oro il testo “20 febbraio 1986-20 febbraio 2016 Silvio Berlu-sconi”. Le maglie saranno poi messe all’asta e il ricavato sarà devoluto in favore dei progetti sostenuti da Fondazione Milan. Sarà possibile scoprire la maglia celebrativa già dalla mattinata di sabato 27 Febbraio, poichè verrà esposta in anteprima a Museo Mondo Milan e presso il Milan Megastore di C.so Vitto-rio Emanuele.

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S T o R i E D i o C C A S i o n i A n D AT E

Il Milan visto al San Paolo sembrava il Foggia di Oron-zo Pugliese, palla lunga e

pedalare, randellate e tutti a di-fendere a mo di autobus davanti la porta e per la prima volta si è visto attuato il “Modulo a Farfal-la” di mister Canà, il famoso 5 – 5 – 5 ( 11 calciatori più arbitri).E comunque sono soddisfazio-ni seppur minime quelle viste, il Milan dei Sacchi, dei Capello, delle Champions, delle Coppe Intercontinentali, che arriva al San Paolo, fa ostruzionismo, perde tempo nel rilanciare il gioco, fa barricate tipo Padova di Nereo Rocco ed esulta alla fine per avere pareggiato mi confor-ta come tifoso del Napoli. Io mi sarei vergognato se la mia squa-dra avesse giocato così. Certo che il sogno di vincere questo campionato comincia a scemare man mano che passano i turni e ci si rende conto che anche per quest’anno la Juventus farà man bassa; a questo punto, per il bene del calcio nostrano sarebbe stato meglio avesse vinto l’Inter o la

Roma, così da non egemonizza-re il torneo nel modo come sta accadendo da 5 anni, un mo-nopolio che alla lunga mortifica l’ intero settore calcistico. Gli azzurri, con tutti i loro difetti tecnici e di scuderia,  ci hanno comunque provato,  anche se non doveva certo essere il com-pito primario dei partenopei in questa stagione di transizione, ma voglio sottolineare che senza la nostra presenza a oggi la Juve avrebbe già preso il volo defini-tivamente, senza antagonisti. Si esce anche dalla Europa League ad opera del Villareal, dopo che era già accaduto con la Coppa Italia contro l’Inter,  ma la partita contro gli iberici l’abbiamo per-sa lì al Madrigal, per le amnesie di un arbitro scandaloso,  e co-munque paghiamo il calo fisico e il momento no degli attaccanti e del portiere, una stanchezza fisica naturale, che capita a tut-te le squadra durante l’arco della stagione, al Napoli è arrivato nel momento clou della stagione. Però è un peccato, usciamo a testa alta,dopo un girone di qua-lificazione stratosferico al limite della fantascienza, e l’amarezza rimane forte perché meritava-

mo di più nonostante la scarsa condizione che però contro gli spagnoli almeno in taluni pare riaffiorare finalmente e anche in maniera energica. Si ritorna al campionato, contro i viola di Paulo Sousa a Firenze,  ulteriore partita verità che chiude un ciclo terribile di gare che finora sono andate nel peggiore dei modi. Anche la Fiorentina come il Na-poli è uscita dalla competizione Uefa, perdendo malamente in Inghilterra contro il Tottenham.  La squadra di Pochettino si è di-mostra superiore a quella tosca-na, e guadagna meritatamente la qualificazione agli ottavi di finale di Europa League. Mason porta in vantaggio i padroni di casa nel primo tempo, il gol di Lamela e l’autorete di Rodriguez nella ripresa chiudono i conti. Al Franchi quindi si esibiranno due

squadre che si leccano le ferite della debacle europee del calcio nostrano. Il Napoli però se do-vesse perdere ancora inficerebbe sia la posizione finora raggiunta di antagonista principale della Juventus, sia la fascia di distanza tra gli azzurri e il terzetto che lo insegue rischiando così di esse-re risucchiato nel gruppone che si limiterebbe a solo due punti, sarebbe davvero spiacevole per i tifosi del club partenopeo ma la realtà dice che da 4 partite consecutive il club di De Lau-rentis non vince e soprattutto non convince più come prima. Fiorentina-Napoli  è stata spesso una partita che ha fatto da spar-tiacque alla stagione di entram-be; nella stagione 2010-11 la gara  terminò 1-1 con le reti di Cavani al 5° ed il pareggio di D’Agostino al 50° mentre il 12 febbraio ci fu

il rotondo 3-0 con la doppia fir-ma di Cavani più Lavezzi. In Se-rie B le strade si sono incrociate una sola volta, il 22 maggio 2004: Fiorentina-Napoli 2-1. Azzurri in vantaggio con Dionigi al 25° ma nella ripresa prima Fontana poi, all’87°, Delli Carri ribalta-rono il risultato in favore dei gi-gliati. Facendo un balzo indietro di una ventina d’anni, fu fonda-mentale il Fiorentina-Napoli del 13 gennaio 1985; era il primo Napoli di Maradona, guidato da Marchesi, e il gol del Pibe scacciò i fantasmi di una crisi.  Due anni dopo le cose andarono diversa-mente: Napoli capolista affossa-to per 3-1, reti dell’ex Diaz, 2-0 di Antognoni, 2-1 di Maradona e terza rete viola di Monelli il quale con un tiro da centrocam-po ebbe ragione di Garella che in quel concitato finale si lanciò

avanti per cercare il 2-2. Prima sconfitta stagionale per il Napoli che si sarebbe cucito il tricolore. Diaz farà ancora male alla sua ex squadra nel maggio dell’88; un dolore doppio non tanto per le sue due reti ma perché con quel 3-2 il Napoli di fatto consegnò lo scudetto al Milan vincitore al San Paolo sette giorni prima. Questa la successione delle reti: Di Chiara all’8° con un’azione personale, pareggio di Ferrara al 24°, quindi doppietta di Diaz – allora non c’era la moda di non esultare ad un gol segnato all’ex squadra – e 3-2 di Renica quasi allo scadere. Napoli vittorioso due stagioni consecutive: 3-1 nell’89, Pellegrini rispose alla punizione vincente di Careca prima della doppietta di Car-nevale nella ripresa, e lo 0-1 nel gennaio ’90 con la rete di Fusi.

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pagine 284 - ill. - prezzo € 16,00isbn 978-88-6218-242-3

Nell’ottobre del 1908, cu-riosamente a Chiasso, si

disputava il primo Inter-Milan, la sfida che sarebbe diventata il derby italiano per eccellenza, il più giocato, il più prestigioso. Il derby della Madonnina ne ce-lebra la storia ripercorrendo in sessantuno storie la sua gloriosa epopea attraverso partite famose e incontri che pochi conoscono. Un lungo, intenso e vivace rac-conto, ricchissimo di aneddoti, interviste, personaggi: dai fratelli Cevenini all’immenso Meazza che segnò con entrambe le ma-glie, dai fuoriclasse come Nyers e il Gre-No-Li, Rivera e Mazzola, Matthaeus e van Basten, Ibra e Kaká, a giocatori magari meno celebri ma che un’impronta, nel-la stracittadina, l’hanno lasciata: Smerzi, Bonizzoni, Cappellini, Belli, De Vecchi, Minaudo e tan-ti altri. Calcio, dunque, ma non solo. Poesia, musica, fatti di cro-naca si inseriscono spesso e vo-lentieri nei racconti, al pari delle vicende di una città fortunata a possedere il derby. Perché la stracittadina, oltre a essere emo-zione allo stato puro, è anche de-mocrazia: una sorta di bipolari-

Alberto Figliolia, Davide Grassi, Mauro RaimondiIL DERBY DELLA MADONNINA

smo calcistico, l’esaltazione della dialettica, della libertà. Questo libro rappresenta un sincero, ap-passionato atto d’amore nei suoi confronti.Alberto Figliolia è giornali-sta pubblicista. Collabora con il «Gazetin», periodico indi-pendente di cronaca civile, e «tellusfolio», rivista telematica “glocal”. Allenatore di basket, ha provato a coniugare la passione dell’insegnamento con i concetti di agonismo, democrazia e soli-darietà. Collabora con Silvana Ceruti alla conduzione del Labo-ratorio di Scrittura creativa nella Casa di Reclusione di Milano-Opera. Ha scritto numerosi libri navigando fra poesia e sport. Condivide con Çlirim Muça la vocazione alla divulgazione del-lo haiku e crede con fermezza nel martello libertario e gandhiano della poesia.Davide Grassi, giornalista pub-blicista, ha collaborato con diver-si quotidiani nazionali – tra cui il «Corriere della Sera» – prima di approdare agli uffici stampa. Ha pubblicato Inter? No, grazie! (Li-mina, 2002), Rossoneri comun-que (Limina, 2003) – antologia curata con Andrea Scanzi –, La palla è rotonda? (Limina, 2003), Rossoneri. Il manuale del perfet-

to casciavit (Fratelli Frilli Editori, 2008). Nel 2013, ha curato il Dia-rio della mia guerra (Segni e Pa-role), scritto da suo padre Paolo, e nel 2014 ha partecipato all’an-tologia 33 Racconti rock (QuiE-dit). Il suo sito è www.davideg.it, il blog www.fuorigiocoblog.com. Mauro Raimondi, milanese, ha esordito nel 2003 con Invasione di campo. Una vita in rossonero (Limina), partecipando all’an-tologia Rossoneri comunque (Limina, 2003). Insegnante di Storia di Milano, ha curato la biografia del poeta Franco Loi in Da bambino il cielo (Garzanti, 2010). Della sua città ha raccon-tato il cinema in Milano Films 1896/2009 (Frilli, 2009, coautore M. Palazzini), le testimonianze dei viaggiatori stranieri in Dal tetto del Duomo (Touring Club, 2007) e i libri in CentoMilano (Frilli, 2006). I tre autori hanno pubblicato insieme Centonovan-tesimi (Sep, 2005), Eravamo in centomila (Frilli, 2008) e Portieri d’Italia (A.Car, 2010). Nel 2010, Figliolia e Grassi hanno inol-tre scritto La sua Africa. Storia di Samuel Eto’o (Limina), e nel 2012 Grassi e Raimondi hanno pubblicato Milano è rossonera (Bradipolibri).

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buco NERO

Luigi Sada

finestra sul mondo e dintorni

Giovanni Labanca

Attualità

La Russia è più realista del re. L’America no. Putin, fortuna per noi, non è uno

sprovveduto, sa benissimo qual è la situazione in Siria e nel re-sto del Medio Oriente e di con-seguenza capisce di essere dalla parte giusta, dove, per lo meno, i governi sono riconosciuti sul piano internazionale, Siria com-presa.In Libia c’era Gheddafi: è stato abbattuto e trucidato. In Iraq c’era Saddam ed è stato impic-cato. In Egitto c’era Mubarak ed è stato messo in croce. In Siria c’è Assad ed i cervelloni dell’Oc-cidente vorrebbero vederlo al

lA RUSSiA AbbATTERà il CAliffATotappeto, come è successo con gli altri dittatori. Assad, d’accordo, è un dittatore, ma il Paese era unito ed aveva il più alto tasso di intellettuali. Risultato, di quanto detto prima: Egitto costretto ad usare il pugno di ferro di Al Sisi, per mettere a tacere gli estremi-sti dei Fratelli Musulmani, che volevano la sharia, in Iraq guer-riglia quotidiana con l’Isis che la fa da padrona, in Libia guerra ci-vile, in Siria idem, con Assad as-sediato dai ribelli che vorrebbero la primavera siriana.Putin difende Assad e fa bene. Mosca ha al suo fianco l’Iran, che tra l’altro, non è simpatico a

nessuno, però se si vuole la pace, Theeran e Putin devono operare insieme, battendo la ribellione che sta insanguinando la Siria e creando milioni di profughi e provocato più di 500mila mor-ti. Ad Aleppo, i Russi sono stati accusati di aver bombardato due ospedali ed una scuola, provo-cando un centinaio di vittime, ma siamo proprio sicuri che siano stati loro e non i ribelli, armati fino ai denti quelli che hanno provocato questa nuova tragedia. La miccia per la guerra civile è stata accesa dai ribelli anti As-sad, i quali hanno dato l’assist

all’Isis per creare il Califfato. Per il momento, i tagliagole conti-nuano a seminare il terrore, de-capitando chi ascolta musica oc-cidentale, come è successo ad un povero ragazzo di quindici anni, scoperto con le cuffie per seguire il festival di San Remo. USA e Russia si sono accordati per creare un corridoio uma-nitario in Siria, ma l’Isis lo ha già chiuso con bombardamenti a tappeto. Gli Stati Uniti? Wa-shington si dice pronta a colla-borare in maniera più concreta con Mosca, ma i cervelloni della Casa Bianca per farlo vogliono, in primo luogo, togliere di mez-

zo Assad, unico bastione, in Si-ria, contro il terrorismo islamico.Ultima delle loro opere, di questi uomini in nero, quale risposta ad Assad, due autobombe ed alcuni Kamicaze a Damasco ed Homs, con duecento morti. Intanto la Turchia ha fatto sapere che per abbattere l’Isis, bisogna agire da terra e non solo dall’aria, in uno sforzo comune per debellare questo cancro terrorista. era ora perchè Ankara, fino adesso ave-va messo il bastone tra le ruote alla coalizione. Basta pensare cosa era successo, qualche mese fa, con la vigliaccata dell’abbatti-mento del Mig russo.

La Turchia si è finalmente ac-corta, tappandosi gli occhi, che far la guerra solo ai curdi, che tra l’altro combattono l’Isis, è un vero autogol che ha portato alle sue frontiere migliaia di profu-ghi siriani.

C’è allarme in tutta Italia per una proposta di legge che non fa dor-mire sonni tranquilli a milioni di cittadini ed ai loro amministratori. Corre sul web la paura, come se si fosse in attesa di una nuova sciagura per la già martoriata Nazione. Scri-ve, su Face Book, Biagio Costanzo, sindaco di Episcopia, un ridente paesello di 1441 abitanti, in provin-cia di Potenza, che domina dall’alto la lussureggiante Valle del Sinni: “Circola, ormai con insistenza, voce di una proposta di legge, formulata da venti deputati del PD, sulla sop-pressione di tutti i Comuni al di sotto dei cinquemila abitanti, per cui in Basilicata ne resterebbero in piedi solo trenta su centotrentuno. Ora, considerato che questi ven-ti geniali parlamentari, con il loro ispiratore, non sono stati eletti da nessuno, bensì “nominati”, il sotto-scritto, eletto, invece, direttamente dal popolo come sindaco, propone l’abolizione dei venti parlamentari, per la semplice ragione che, senza dubbio, questa arrecherebbe minori danni ai cittadini”. Abbiamo scel-to questo esempio come simbolo del pensiero comune, che riguarda tutte le regioni italiane e soprattut-to la vastissima comunità montana

pRopoSTA inDECEnTE: CAnCEllARE i piCColi CoMUniche, in buona parte, forma il nostro territorio. La legge in questione, già peraltro ventilata dal governo Pro-di, con la Fornero in prima linea, sbandiera la necessità di accorpa-re i piccoli comuni per ottenere un bel risparmio sulla spesa pubblica ed avere, per i cittadini, migliori servizi. Questa affermazione viene fortemente contestata da tutti gli amministratori locali, che governa-no paesini arroccati sulle montagne e posti geograficamente lontani gli uni dagli altri, in condizioni tali da non poter avere nemmeno strade di collegamento agevoli e mezzi di co-municazione adeguati. Due sono gli aspetti salienti su cui si invita il go-verno a ragionare, quello economico e quello sociale, per cui le posizione sono molto lontane e si avviano a rinfocolare un vecchio contenzioso con le Istituzioni centrali, che, ap-

punto per questo, non vivono diret-tamente le reali criticità dei piccoli comuni. La risposta a quello econo-mico arriva direttamente dalle cifre spese per agevolare l’accorpamento: si è aumentata la spesa stessa, tanto è vero che si sono stanziati 180 mi-lioni per gli anni 2013, 2014 e 2015, in aggiunta ai 260 milioni già erogati con la legge 388/2000, per un bel to-tale di 440 milioni. Questi solo per il momento, senza pensare a quanti soldi ci vorranno ancora per creare nuove strutture centrali, sanitarie e burocratiche, che dovrebbero far fronte alle nuove esigenze. Molto contestato, per questo, è soprattutto l’articolo diciassette della legge For-nero che impone “idolatricamente” l’unione come modello idoneo al risparmio ed all’efficienza. I sindaci, anche per bocca dell’ANCI, si sono espressi in maniera assai diversa ed hanno ribattuto a muso duro alle

variopinte proposte governative, con una relazione dettagliata, con la quale dimostrano tutte i difetti di questa iniziativa che va contro gli interessi dei cittadini. Questi, in effetti, lo fanno notare tutti, an-ziché essere considerati al centro di un nuovo processo evolutivo di complessa preparazione, sono trat-tati come semplici numeri, pedine di scambio di un sistema economi-co vergato a tavolino, senza tenere minimamente conto dell’aspetto umano, antropologico della com-plessa operazione di accorpamento. I cittadini, soprattutto nei piccoli agglomerati, hanno sempre avuto come punto centrale di riferimento il loro Municipio, il loro sindaco, visto come un padre che protegge la sua famiglia e l’aiuta a mantene-re salde e vive anche le numerose attività lavorative, le tradizioni ed i servizi stessi. Ogni paese, questa è la

bella realtà che ci si pone davanti da millenni, ha un suo cuore,una sua identità che più che dal campanile in se stesso, le deriva dalla storia, che è ben diversa da quella degli altri paesi del circondario e che nessuna legge, nemmeno del governo Renzi, potrà mai cancellare. Quello che bisogna fare, piuttosto, è invitare tutte le am-ministrazione ad una gestione della cosa pubblica più oculata e rigorosa , che eviti i tanti sprechi che vengo-no alla luce ogni giorno in tutta la penisola, senza distinzione tra Nord e Sud. Solo così , la spesa pubblica generale potrebbe essere contenuta, se affiancata anche da una riduzio-ne drastica dei tantissimi anacro-nistici privilegi della classe politica centrale, di deputai e senatori, che agiscono da vere sanguisughe sulla già dissanguata Italia , che, invece, merita più rispetto ed eguaglianza dei cittadini di fronte ai problemi economici che pure ci sono e sono

tanti, se ogni giorno si parla anche di nuove odiose imposte e di tagli generalizzati, che ricadono, in mag-gior parte, sui più deboli. Come non dare ragione al sindaco di Episco-pia, Biagio Costanzo, che è stato,nel frattempo, votato come vessillifero di una protesta legittima quanto sentita, in virtù della sua carica do-natagli dai suoi concittadini e che onora ogni giorno con competenza e dedizione? Questo sarà una nuova grana per dei legislatori arruffoni e faciloni ,che non sanno guardare al di là dello scranno parlamentare su cui siedono spensierati e lontani as-sai dal mondo che li circonda ed ai quali, in chiusura, vogliamo dedica-re questa bella frase di Cesare Pavesi :”Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo e che ,anche quando non ci sei, resta ad aspettarti”. Lo capiranno mai i soloni del Parlamento?

Castelmezzano, annoverato tra i 37 Borghi più belli d’Italia, questo minuscolo borgo, arroccato tra le Dolomiti lucane ad un’altezza di circa di 1000 m, è famoso soprattutto per il “Volo dell’Angelo”

Castelmezzano

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Anastasia Mazzia

Cinema

Dal 3 marzo arriva nelle sale il thriller psicologi-co “Regali da uno scono-

sciuto - The Gift” scritto, diretto ed interpretato da Joel Edgerton (“Animal Kingdom”, “Black Mass - L’ultimo gangster”).La pellicola ruota intorno alla domanda: “che cosa accadrebbe se qualcuno a cui in passato si è fatto del male ricomparisse ca-sualmente a distanza di anni?”. Simon (Jason Bateman) e Robyn (Rebecca Hall) sono una giovane coppia appena trasferiti nell’as-solata California per il nuovo e promettente lavoro di Simon. Un giorno, casualmente, incon-trano Gordo (Joel Edgerton), un ex compagno di liceo di Simon. Dopo una serie di incontri in-desiderati e regali misteriosi ri-emerge dal passato un orribile segreto.Quando Robyn scoprirà la verità inquietante su quanto è accadu-to tra Simon e Gordo, inizierà a dubitare del suo stesso marito. La verità sconvolgerà la vita dei protagonisti.Opera prima dell’attore e sceneg-

La donna

Per tutti i Fan di Samantha Cristoforetti e gli appas-sionati di Spazio e galassie,

le Officine UBU distribuiranno

solo martedì 1 e mercoledì 2 marzo il film “Astrosamantha - la donna dei record nello spazio” diretto dallo scrittore Gianluca Cerasola.Samantha Cristoforetti è la pri-ma donna italiana nello spazio ed è l’astronauta ESA in missione ASI e capitano pilota dell’Avia-zione Militare ad aver trascorso più giorni consecutivi nello spa-

Il giornalista ed autore di re-portage Cerasola ripercorre con questo documentario tre anni della vita dell’astronauta: la dura preparazione fisica e mentale che le hanno permesso di diventare la prima donna italiana ad anda-re nello spazio.La voce narrante dell’attore Giancarlo Giannini segue le di-verse fasi di preparazione della

La pellicola segue i suoi sposta-menti: si attraversano i conti-nenti alla scoperta delle varie

cosa nascondono gli astronauti negli armadietti dei mini appar-tamenti di Star City.

un omaggio all’eroina, ma an-che alla donna ingegnere, che sempre con il sorriso affronta le difficoltà ed elargisce generosa-mente la sua esperienza unica e meravigliosa.Il documentario regala anche un sogno: la conquista possibile dell’ignoto attraverso immagini inedite e sorprendenti.  L’Italia è anche Samantha Cri-

zio in un’unica missione. Infatti è stata la prima donna ad aver trascorso 199 giorni, 15 ore e 42 minuti nello spazio e anche la prima ad aver percorso oltre 130 milioni di chilometri. 

missione, gli inediti momenti precedenti al lancio – con la pre-senza per la prima volta in video della famiglia di Samantha –, l’arrivo nell’etere ed il suo emo-zionante ritorno a casa.

il sogno

lo spazio

agenzie spaziali - europea (ESA), americana (NASA) e russa (Ro-scosmos) – e dei centri aerospa-ziali come Star City nei dintor-ni di Mosca o il Johnson Space Center di Houston, fino al lancio dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan. Si scoprono abi-tudini, aneddoti, curiosità come la tradizione russa della visita-omaggio prima della partenza alla tomba di Yuri Gagarin, o

Il regista Cerasola, con questa pellicola, ci mostra tutta la forza e la tenacia sia della donna che

dell’astronauta. “Astrosamantha - la donna dei record nello spazio” non è solo

stoforetti: una donna, un sogno che si realizza, la entusiasmante avventura spaziale.

Il thriller sul bullismo

giatore Joel Edgerton, la pellicola ripropone molti cliché tipici del film di genere.C’è la solita casa tutta vetri, la protagonista femminile fragile e dubbiosa, l’uomo rampante e prepotente, lo stalker pazzoide, la vicina di casa invadente, lo sconosciuto alla porta che vio-la la nostra intimità. Allo stesso tempo però il regista riesce a

costruire un prodotto cinemato-grafico nuovo, brillante e pieno di suspense. Ad una sceneggia-tura ben articolata corrispon-de uno sviluppo narrativo ben costruito che regala mistero e tensione, oltre ad una regia ma-gistrale e pulita.  Ottimi sono anche i protagonisti: dal sempre bravo Jason Bateman (“Come ammazzare il capo..e vivere feli-

ci  1 e 2”, serie tv “La casa nella prateria” e “Scrubs - Medici ai primi ferri”) allo stesso Joel Ed-gerton. Il thriller poi prende le mosse da tematiche importanti e purtroppo attuali come il bul-lismo. Infatti lo scherzo appa-rentemente innocente, la piccola prepotenza, la stessa azione del bullo si ripercuote sulle vittime non solo nell’immediato ma può

influenzarne diversamente la vita.  Dopo gli ultimi tragici fatti di cronaca che registrano atti di bullismo nelle scuole e vittime sempre giovanissime, questo film sembra essere un thriller molto realistico ed attuale.“Regali da uno sconosciuto” è un uno thriller pieno di suspense e colpi di scena, con un finale sor-prendente.

Regali da uno sconosciuto: il thriller sul bullismo

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Musica

Riccardo Sada

Il ritorno della “signora” della Tv e tre nuovi coach - ciascu-no con il proprio “marchio”,

dal rap al pop - a caccia di talen-

È tornato The Voice Of Italy

Su Rai2 tre nuovi coach, Dolcenera, Emis Killa, Max Pez-zali, e il grande ritorno di Raffaella Carrà, per la quarta edizione dell’evento televisivo che premia la Voce.

Da mercoledì scorso in prima serata su Rai2. Conduce Federico Russo

ti: Raffaella Carrà, Dolcenera, Emis Killa e Max Pezzali. Sono loro, dallo scorso mercoledì 24 febbraio, in prima serata su Rai2, a occupare le quattro poltrone rosse di “The Voice of Italy”. An-cora tredici puntate per tornare alla ricerca di talenti, partendo solo dalla voce. A condurre que-sta quarta edizione c’è ancora Fe-derico Russo, mentre nei panni della V-Reporter è Angelina, che mostra i retroscena e le curiosità interagendo con il pubblico da casa attraverso il sito ufficiale e

i social network. Il programma, inoltre, è seguito in diretta anche da Radio2 Rai con “The Voice of Radio2”.Oltre i quattro coach, la novità sta anche nello svolgimento del-le quattro fasi della gara, durante la quale i talenti si esibiscono dal vivo con un’orchestra che esegue la grande musica italiana e in-ternazionale. Le Blind Audition, le audizioni durante le quali i Coach non possono vedere il ta-lento, sono passate da cinque a sei. Per le due Battle poi i Coach

devono scegliere tre componenti della propria squadra (anziché due). Ma solo uno accede alla fase successiva. Anche in questa edizione, inoltre, è valida l’op-zione Steal, grazie alla quale i cantanti eliminati da un Coach, sono recuperati da un altro. Se-gue la fase dei due Knockout, durante la quale i talenti si sfida-no con il loro cavallo di battaglia. La parte finale, la più attesa dello show con i quattro Live, decre-tera il vincitore di “The Voice of Italy”. “The Voice Of Italy” è un pro-gramma realizzato da Rai2 in collaborazione con Talpa Italia, negli studi del Centro di Produ-zione Tv Rai in via Mecenate a Milano.

Info su www.thevoiceofitaly.rai.it

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MusicaRiccardo Sada

Adam Beyer

Nel 2016, la label Drumcode celebra i suoi primi vent’anni di

onorata attività. Un anniversario da iniziare a festeggiare nel mi-gliore dei modi venerdì 04 mar-zo al Fabrique di Milano con la Drumcode Night e la musica di Adam Beyer, Bart Skils e Pan-Pot (rigorosamente in ordine alfabetico). Adam Beyer ha fon-dato Drumcode nel 1996, e in breve tempo l’ha portata nell’o-limpo delle label techno, grazie ad uno stile essenziale, talvolta duro, sempre distantissimo da qualsiasi compromesso musica-

VENERDI’ 4 MARZO DRUMCODE NIGHTAL FABRIQUE DI MILANO

POWERED BY AMNESIA

le. Suo indiscusso pregio, la ca-pacità di cogliere sempre quanto ci sia di positivo e di attuale in ogni produzione di musica elet-tronica. Se ne ha una prova lam-pante ascoltando la recentissi-ma compilation The Drumcode A-Sides, sapiente mix tra talenti collaudati e giovani promesse. Sin dalla fine degli anni novanta, l’olandese Bart Skils ha trovato rapidamente la strada maestra, grazie in particolare ad una se-rie di remix per artisti quali Joris Voorn, Nicole Moudaber, Kol-lektiv Turmstrasse e ovviamente Adam Beyer. Tassilo Ippenber-

ger & Thomas Benedix aka Pan-Pot hanno concluso un trionfale 2015, caratterizzato dal loro The Other Album Tour, il loro secon-

do album uscito a sette anni esat-ti di distanza da Pan-O-Rama, il loro lavoro d’esordio. Dopo la se-rata al Fabrique, sabato 02 aprile

Adam Beyer e Pan-Pot si ritrove-ranno insieme nell’edizione 2016 di Timewarp, uno degli eventi techno più importanti al mondo.

La miglior dimostrazione della qualità assoluta della Drumcode Night di venerdì 4 marzo.

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teatro

n o n s o l o c a l c i o Suoni eSaporiL’accordo di sesta napoleta-

na è costruito sul II grado abbassato della scala mi-

nore. Essa si trova allo stato di primo rivolto e avrà la numerica di 3-6 in quanto primo rivolto di triade. Tale accordo poggia sul IV grado della scala minore napoletana, ed ha un intervallo di terza minore e sesta minore. Ad esempio, nella tonalità di Sol minore, il basso dell’accordo di sesta napoletana è Do, la 3ª minore è Mi bemolle e la sesta minore (che forma l’intervallo di seconda minore con la toni-ca) è La bemolle. La risoluzione è sul V grado (che fa la cadenza composta consonante) dal quale si approda al I grado. In giro tra l’altro si racconta che dei famo-sissimi personaggi sostengono la tesi per cui il jazz lo avrebbero, in pratica, inventato gli italiani emigrati che portarono il suo-no “della sesta napoletana, che ha dato il via alle scale usate nel jazz. Il fatto che poi, frasi di que-sto tipo, le hanno asserite anche altri illustri critici musicali che sommergono i canali di comu-nicazione più istituzionali, e sto parlando di gente famosa, segui-ta e ascoltata vorrà dire magari che un pizzico di verità potrebbe esserci.Io ritengo che non sia così.  La sesta napoletana non è una nota, e poco o nulla di ciò che è scrit-to in quella frase corrisponde a verità.Si potrebbe dire che è un accor-do, ma in realtà non è corretto

La sesta napoletanaè sviluppato nella scuola napole-tana. E’ costruito, infatti, sul se-condo grado della scala minore napoletana (1 b2 b3 4 5 6b 7), in Lam: la sib do re mi fa sol- la.Ho pure trovato un sito, un fo-rum, dove dicevano che la sesta napoletana è il sesto grado ab-bassato alla scala maggiore (il lab in Do maj) con relativo accordo di Fam o Lab maj.No! Come ho già spiegato, l’or-dinale (e quindi l’intervallo) “se-sta” è relativo all’intervallo, alla distanza della nota caratteristica di questa cadenza e di quest’ac-cordo dal basso del IV grado e non al grado della scala (che in-vece è il IIb).Una volta Renzo Arbore affrontò un discorso sulla ‘settima napo-letana’. Ma forse anche lui con-fuse le cose e intendeva appun-to  parlare della sesta.“In Maggio se ne va“ di Pino Da-niele il brano viene introdotto proprio con gli accordi ricono-sciuti come “sesta napoletana” e in quel passaggio si scorge con totale chiarezza l’anima del sound napoletano.E allora jamme cumpa’, jamme a suna’!

Pino Daniele

neanche questo. La sesta napole-tana è una cadenza, una sequen-za di accordi, in un contesto pre-ciso e con un voicing ancora più preciso.La sesta napoletana è perciò un

accordo in primo rivolto, cioè con la terza al basso.L’accordo in questione, e que-sta è la parte più interessante, è l’accordo maggiore costruito sul secondo grado abbassato di una

tonalità minore.Il suono caratteristico di questa cadenza è dato dall’intervallo di terza diminuita che si forma fra il IIb (sIb) e la sensibile (sol), sia che esso si presenti come sal-

to diretto o come sequenza di seconde minori (due semitoni consecutivi) se si passa dal Lam/mi.Quest’accordo, o meglio questa cadenza, è in uso già dal ‘700 e si

Ha debuttato il 18 feb-braio scorso la versione originale di CATS con

orchestra dal vivo. Lo show sarà in Italia per solo cinque settima-ne dal 18 febbraio al 20 marzo 2016 e proporrà uno spettacolo con molte piacevoli novità che

hanno già conquistato il pubbli-co inglese. Il musical, tornato in tour nel 2013, ha riconquistato il West End londinese nello scorso dicembre 2014 e per l’occasione si è riunito il team creativo ori-ginale (il regista Trevor Nunn, la regista associata e coreogra-fa Gillian Lynne, lo scenografo John Napier e il compositore Andrew Lloyd Webber) che ne ha rivisto alcuni brani. La nuova versione di CATS non ha man-cato il suo obiettivo, sbancando il botteghino e registrando il tutto esaurito. Un attore italia-no, Greg Castiglioni, interpreta i

ruoli di Bustopher Jones (il gatto gourmet che passa le sue gior-nate al ristorante), Gus (il gatto del teatro) e Growltiger (il gatto pirata). CATS, musical di An-drew Lloyd Webber del 1981, è uno dei più famosi musical nel mondo: ha battuto tutti i record di longevità, spettatori e incassi. E’ stato visto da oltre 73 milio-ni di persone ed ha affascinato il pubblico in oltre 30 paesi in tutto il mondo.

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