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D ir et to re L uc a B el tr am i G ad ol a Numero 2 Anno II 1 9 g en na io 20 10 www.arcipelagomilano.org Editoriale - L.B.G. - MILANO. UNA GIUNTA PRIGIONIERA DEL PRESENTE ettera - Antonio Piva - BOB NOORDA: UNA BELLA FIGURA MILANESE VENUTA DALL'OLANDA Architettura - Maurizio De Caro - DARSENA: THE WATER TALES (I RACCONTI DELL'ACQUA) Mobilita - Gi vanna Franco Repellino - CENTRALE BRUTTA E SCOMODA: DUE TRAGEDIE IN UNA Lavoro - Nicoletta Fasani - COLF & BADANTI I ITALIA: INVISIBILITA DELLO STEREOTIPO 0 STE- REOTIPO D LL'INVISIBILIT A? Urbanistica - Giancarlo Consonni - LIBERTA E URBANISTICA. DEREGULATION 0 RELIGIO CIVILE? Societa - Vincenzo Ortolina - COSTI DELLA POLITI CA. TAGLIARE GLI SPRECHI NON LA DEMOCRA- ZIA CI VI LE? Dall' Arcipelago - Savino Natalicchio - IL CAMMINO DEL PGT E I NODI DA SCIOGLIERE Cultura - Chiara Volpato - SIMONE DE BEAUVOIR - LA PASSIONE PER LA L BERTA Approfondimenti - Emilio Vimercati - PGT: COMMEDIA IN TRE A TTl Musica D ani el Steibelt (1765 -1823) - SUONATA A QUATTRO MANI - rondo YouTube IL CAMINETTO MORA TTl: PARLARE SENZA DIR NULLA I I m agazi ne offre come sempre le sue rubriche di attualita in ARTE & SPETT ACOLI ARTE - acura di Rita P. Bramante MUSICA - a cura di Paolo Viola TEA TRO - a cura di Guendalilla MUITo li CINEMA E TV - a cura di Simone Mancuso

N02_2010

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8/2/2019 N02_2010

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Direttore Luca Beltrami Gadola

Numero 2 Anno II

19 gennaio 2010

www.arcipelagomilano.org

Editoriale - L.B.G. - MILANO. UNA GIUNTA PRIGIONIERA DEL PRESENTE

Lettera - Antonio Piva - BOB NOORDA: UNA BELLA FIGURA MILANESE VENUTA DALL'OLANDA

Architettura - Maurizio De Caro - DARSENA: THE WATER TALES (I RACCONTI DELL'ACQUA)

Mobilita - Giovanna Franco Repellino - CENTRALE BRUTTA E SCOMODA: DUE TRAGEDIE IN UNA

Lavoro - Nicoletta Fasani - COLF & BADANTI IN ITALIA: INVISIBILITA DELLO STEREOTIPO 0 STE-

REOTIPO DELL'INVISIBILIT A?

Urbanistica - Giancarlo Consonni - LIBERTA E URBANISTICA. DEREGULATION 0 RELIGIO CIVILE?

Societa - Vincenzo Ortolina - COSTI DELLA POLITI CA. TAGLIARE GLI SPRECHI NON LA DEMOCRA-

ZIA CIVILE?

Dall' Arcipelago - Savino Natalicchio - IL CAMMINO DEL PGT E I NODI DA SCIOGLIERE

Cultura - Chiara Volpato - SIMONE DE BEAUVOIR - LA PASSIONE PER LA LIBERTA

Approfondimenti - Emilio Vimercati - PGT: COMMEDIA IN TRE ATTl

Musica

Daniel Steibelt (1765 -1823) - SUONATA A QUATTRO MANI - rondo

YouTube

IL CAMINETTO MORA TTl: PARLARE SENZA DIR NULLA

II magazine offre come sempre le sue rubriche di attualita in

ARTE & SPETT ACOLI

ARTE - acura di Rita P. Bramante

MUSICA - a cura di Paolo ViolaTEATRO - a cura di Guendalilla MUITolli

CINEMA E TV - a cura di Simone Mancuso

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Editoriale

UNA GIUNTA PRIGIONIERA DEL PRESENTE

L.B.G.

Da Orazio a Seneca, da Bergson a

Einstein in molti 10 hanno definito

rna per il "presente" c'e oggi una

nuova definizione: il triduo della po-

litica. Ogni afferrnazione, ogni atto

dura tre giomi: quello dell'af-

fermazione, quello della replica e,

infine, quello della smentita 0 della

rettifica. Tre giomo soltanto 0 poco

pili e ogni cosa perde valore, scom-

pare dalle pagine dei giornali, dai te-

legiornali, dalle chiacchiere della

gente. Anche se un a vicenda dura di

pili e un su ss egu ir si di tridui mono-

tematici.

Sembra che questo 10 si debba ai me-

dia, soprattutto ana televisione, che

ha accorciato tempi e distanze ridu-

cendo tutto al presente a cominciare

dalla politica dove il triduo ormai euna regola fissa: dichiarazione, repli-

ca, smentita Irettifica. E dunque sic-

come non c'e la realta senza la sua

rappresentazione mediatica, la politi-

ca si e adeguata e soffre inesorabil-

mente dell' ossessione del presente. E

un'ossessione che non trova argini in

chi non sa e non ha interesse per il

passato, poco per quello prossimo

nulla per quello remoto e puo na-scondere la sua ignoranza in questo

gioco fatto tutto al presente. IIpassa-

to e come non esistesse se non

nell'accezione della favola di Fedro -

«S e non sei stato tu e stato tuo padre

(politico) a intorbidare l'acqua! » - e

il futuro e ormai il regno delle pro-

messe marinaresche. Cosi si fa poli-

tica, cosi si anuninistra una c it ra : Mi-

lano.

Oggi ci si affretta a far fuori 10 staff

del Difensore civico, I'indomani si

vede che il decreta non e (fortunata-mente) passato, il terzo giomo si cer-

ca di rimettere tutto al suo posto.

Oggi si annuncia una storica riunione

di Consiglio comunale, domani man-

ca ilnumero legale, ilterzo di, come

se nulla fosse, si tirano le orecchie

agli assenti. Poi tutto come prima.

Oggi i cittadini proclamano la loro

indignazione per i1 deturpamento di

Piazza Piemonte, domani ilsindaco

accoratamente se ne duole e dichiara

che provvedera, il terzo giorno i co -

struttori dicono che il loro progetto

aveva bolli tondi e bolli quadri e tut-

to muore Ii. Sull'Ecopass e un rosa-

rio di tridui, come sui parcheggi sot-

terranei, sulle buche nelle strade 0

sugli incidenti dell' ATM. Purtroppo

anche l'opposizione, che a Milano

sembra sempre giocare di rimessa, si

e adeguata al costume, probabilmente

perche la sua influenza sui media, la

cui prevalente proprieta e altrove, e

debolissima e un'inversione di ten-denza - parliamo di meno cose rna

pili a lungo e seriamente - sembra

impossibile.

Quanto pu o durare una c it ta ammini-

strata in questo modo? Anche

all'infinito perche la sindrome del

triduo riguarda solo Ia superficie, i

burattini della politica, quelli che

nell'acqua buttano tanti sassolini per

teneme sempre increspata l a s upe rf i-cie in una micro tempesta, forse non

in un bicchiere ma in una tinozza. La

vera realta si muove in profondita,

dove nell' acqua torbida non arriva 10

sguardo e i padroni del vapore, quelli

si, fanno il futuro e non si perdono

nel triduo del presente. Sanno come

sovrapporre i lora disegni - Expo,

Fiera, PGT, tangenziali private a pa -

gamento, privatizzazione dell'acqua,

rinascita della finanza drogata - per

accordarsi su di un disegno unitario,

non privo di conflitti e di tensioni rna

ben sapendo che in un Paese come il

nostro il futuro va dove va il denaro.

Per chi intravvede questa realta e

cerca di opporsi 10 sforzo e titanicoperche le cortine fumogene che si

stanno innalzando sono sempre pili

dense e per sapere come vanno le co-

se non basta l'immaginazione, che

spesso ci azzecca, ma ci vorrebbe pili

trasparenza, prima e poi. Quella del

poi, a malversazioni e reati commes-

si, era nata a Milano con Mani pulite

e forse morira a Milano dove si riabi-

lita Craxi e non si riescono a conclu-dere i processi berlusconiani. II disa-

gio milanese intanto cresce e chissa

se qualcuno si domanda perche i ge-

nitori non riescano a impedire ai figli

di togliersi la vita: forse il malessere

e 1a sofferenza passano di padre in

figlio.

Lettera

BOB NOORDA: UNABELLA FIGURA MILANESE VENUTA DALL'OLANDA.Antonio Piva

Capita che con un'avvolgente telefo-

nata Omella mi comunichi all'im-

provviso che Bob e mancato si apre

cosi nna nuova ferita con una pugna-

lata che va ad aggiungersi aIle altre

che il corpo e 10 spirito sopportano

per necessita.

Bob Noorda a Milano tutti 10 cono-

scono e s' intende fuori dalla cerchia

delle mura in giro per il mondo, an-

che per aver disegnato la segnaletica

della metropolitana di New York do-

po quella delle nostre tre linee me-

tropolitane a partire dagli anni ses-santa quando, con Franco Albini,

Franca Helg e il sottoscritto, abbiamo

iniziato a occuparci delle finiture del-

le stazioni della prima e della secon-

da linea. Questo lavoro ci ha visti

impegnati per decenni ed anche ora,

nel tentativo di realizzare un aggior-

namento nelle stazioni mantenendo

quello spirito compositivo e quei

principi costruttivi e di comunicazio-

ne che hanno concluso degnamente il

primo mezzo secolo di vita.

Come avrebbe voluto la logica, dopo

aver chiarito insieme, con la Soprm-

tendenza e il Ministero dei Beni Cul-

di un progetto e una realizzazione

complessa, abbiamo sempre sperato

di poter essere utili custodi del pen-

siero generatore. Mille ostacoli han-

no rallentato le procedure e iconfini

di una collaborazione con ATM con

cui pero non e stato possibile ancora

raggiungere accordi tesi a una con-

servazione ragionevole di alcune sta-

zioni e di un rinnovamento, dove e

necessario, bloccando il degrado in

atto e attivando quelle migliorie di

supporto a una gestione degli spazi

aggiomata.

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Noorda e professionista che SI e

sempre imposto per la sua serieta; il

rigore del suo approccio ai temi della

comunicazione seguiva ilfilo della

razionalita che proveniva dalla cultu-ra del suo paese d'origine, ha valo-

rizzato le sue linee essenziali con il

colore e con la misura mai in eccesso

rna in armonia con 10spazio disponi-

bile.

Ma d'altro si veste la sua figura di

uomo che ha mantenuto i principi

della serieta professionale senza

spingere rna facendo ricorso alle doti

di discrezione e della sua sensibilita

restia a cogliere gli spunti della pro-

gettualita dalle forme alla moda

quanta piuttosto dalle necessita della

comunicazione. IIlogo della Regione

Lombardia, di Agip, Feltrinelli, Mo-

ndadori, Pirelli, aprono la fila dellericonoscibilita.

II tono mite, educato all'ascolto, la

dolcezza degli occhi azzurri che ave-

va un riscontro nel movimento delle

labbra che difendevano un leggero

accento del nord 10 rendevano auto-

revole, affidabile, incapace di tradire.

Per caso abbiamo sempre abitato a

poche decine di passi I'uno dall 'altro

affermando cosi rapporti anche occa-

sionali colti con il sacchetto del pane

o la bottiglia di vino. Poche chiao-

chiere di cui non c'era bisogno rna

l'affermazione ogni volta del piacere

di una presenza di cui non si puc fare

ameno.Siamo sopravvissuti agli accadimenti

pili tristi e crudeli senza sfuggire al

peso che ilnostro carapace ha sop-

portato con gli scricchiolii delle no-

stre risorse.

Chi esce di scena prima e pili fortu-

nato: agli altri e concesso un altro

tratto di vita che ci fa ricchi di con-

sapevolezza rna riduce i pilastri su

cui ci vorremmo appoggiare per ri-

manere ancora attenti e partecipi.

ArchitetturaTHE WATER TALES (I RACCONTI DELL'ACQUA)

Maurizio De Caro

La darsena di Milano nasce dall' in-

tersezione della forcella d'ac-qua

formata dai rami del Naviglio Grande

e del Naviglio Pavese. Quasi una col-

lana che ha alle due estremita le

piazze Cantore e XXIV maggio, con

la porta Ticinese del Cagnola. E' no-

to a tutti che il destino eli una parte

della citra, mutando nel corso deltempo e inseguendo gli imprevedibili

eventi che ne determinano il volto,

non puo identificarsi con la semplici-

ta teorica della conservazione.

II futuro del passato e la sua inter-

pretazione; se il testo puo mutare

marginalmente, la messa in scena

puo essere solo contemporanea.

L' area della darsena presenta una

fortissima stratificazione storica che

corrisponde alla varieta degli usi fun-

zionali nel tempo. Dall 'arena rornana

nei pressi, alIa basilica, allo specchio

d'acqua prodotto dalla costruzione

dei navigli, fino al suo rnolo eli giun-

tura fra le due porte della citra Ri-

dotta l' arena a reperto archeologico

'segreto', cessati i traffici sui navigli

e interrati quelli urbani facendo della

darsena solo un elemento di colore,

annullato il confine tra citra e cam-

pagna con la riduzione della circon-

vallazione a superstrada di scorri-

mento e delle piazze con Ie porte mo-

numentali declassate a rotatorie. Im-

possibile la balneazione, la darsena

appare oggi come una frattura (1'a-

sfaltatura e la riduzione a parcheggio

dell' area intema ne sono la prova, in

quanto tentativo di trovare un qual-

che uso all 'area stessa).

Un "vuoto" estemo alla cerchia dei

bastioni che dialoga con 10 spazio

aperto di futura riqualificazione dellascalo di Porta Genova (che disegna

una sorta di "controcurva" rispetto

alIa sagoma della darsena) e gli spazi

aperti dei nuovi parchi Argelati e del

Sieroterapico, accanto ad ambiti eli

riqualificazione come quello di Ma-

golfa, con permanenze riconducibili

alla trama d'insediamenti rurali, e

quello della periferia industriale sto-

rica del piano Beruto, a nord del na-

viglio grande.

II progetto e fortemente sbilanciato

sui temi della sociologia, dell'an-tro-

pologia e dell 'estetica delle contami-

nazioni. Piazza, porto, acqua, lu-ogo

urbano, mercato, pedonalita nella

mon-umentalita, verde progettato,

percorsi tematici, segnaletica storica,

illuminazione dinamica, poli di ag-

gregazione, studi cromatici, ponti,

attraversamenti, aste commerciali,

musica, aree archeologiche, siti reli-

giosi, poli museali, centro-periferia,

viabilita.

3

Forme, funzioni e luoghi che hanno

assunto valori e sensi urbani diversi,

impensabili contraddittori; e dall' ac-

qua partiremo per disegnare il cuore

nuovo del Ticinese, con tutta la forza

catalizzatrice che I' acqua riveste

nell'immaginario collettivo, nel pas-

sato dei navigli e nel futuro di Mila-

no. Livelli di case, eli parcheggi, distrade, di ponti e di collegamenti che

ci hanno spinto a progettare partendo

da un'unica gigantesca sezione come

se simbolicamente volessimo operare

uno scavo archeologico per analizza-

re anche i suoni viscerali di quella

particolarissima parte di citta Quel-

l'acqua deve assumere la forma di

una piazza, nuova, unica, diversa e

contemporanea su cui si specchie-

ranno Ie trasformazioni future e dove

confluiranno disorelinatamente i flus-

si disordinati delle esistenze che cal-

cano a migliaia isuoli del quartiere.

Sara il fulcro di un sistema comples-

so di piazze e eli percorsi che avra

come sinergie d'attrazione Ie piazze

XXIV Maggio e Cantore, per cui

quella sara la Piazza de! racconto

dell' acqua. Quella piazza guarda al

mercato/galleria d'arte, aperto 24 ore

con tutte le funzioni possibili e im-

maginabili che 10 renderanno un'a-

ltemativa pubblica al sistema com-

merciale e consumistico spesso im-

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) .

personale del sistema un po' sfiatato

dei locali dei navigli. Nello scambio

delle merci e implicito 10scambio di

emozioni, nelle diverse parti del

giomo e della notte che rappresenta-

no mondi diversi e poco comunican-

ti. Quel "mercato"e quella piazza so-

no luoghi dialettici per eccellenza,

luogo di antiche grida, di silenzi mo-

demi, di volti, di popoli diversi.

Il progetto si basa sui principi di: in-

tegrazione interdisciplinare (con at-

tenzione alla ricostruzione della sto-

ria del luogo, alla lettura sociale del

contesto, agli aspetti degli usi nello

spazio e nel tempo, agli aspetti eco-

logici e alle suggestioni umanistiche,

in particolare artistiche e letterarie, e

le nuove prospettive aperte della

multimedialita) sostenibilita (con at-tenzione agli aspetti ambientali, con-

siderando l'ambito di progetto come

un eco-sistema urbano connesso a

sistemi ambientali territoriali) multi-

scalarita (basata sulla consapevolezza

della necessita di integrare attraverso

il progetto con altre opportunita/pro-

blematiche di scala metropolitana 0

di regione urbana, come ad esempio

la risoluzione di conflitti fra esigenze

di residenti e di city users) partecipa-

zione (considerando una risorsa pre-

ziosa la ricchezza sociale del conte-

sto e illavoro delle varie associazioni

che si sono spontaneamente costituite

per la valorizzazione di tale ambito e

dei navigli ). L'acqua ha un potenzia-

le di fruibilita sociale diretta e/o pae-

sistica al centro del progetto Green-

way: la darsena viene interpretata

come chiave di volta per connettere il

parco agricolo sud Milano con i par-

chi urbani centrali; tale connessione

si svolge sia lungo I'asse principale

del parco lineare del Naviglio grande

sia lungo l'asse di penetrazione del

verde attraverso l' ambito di riqualifi-

cazione di Romolo e la serie di par-

chi di successione Argelati e Sierote-

rapico.

II passaggio da una dimensione di

consapevolezza (e segno) della tradi-zione a quella dell'innovazione sara

il significante di questa interpreta-

zione della Darsena. Piazza e acqua

ne potranno identificare le declina-

zioni sia materiali che simboliche. La

piazza (sull'acqua) diviene il luogo

che nei suoi "contenuti" e destina-

zioni funge da scenario dei valori in-

novativi.

Alcuni di questi riguardano la piazza

come situazione aperta aile diverse

possibili integrazioni:

* della spazio e del tempo (una si-

tuazione organicamente sempre aper-

ta dove accadono costantemente si-

tuazioni, occasioni, eventi ... );

* del multiculturalismo e del multi-

linguismo (una situazione dove le

istanze culturali, artistiche, espressi-

ve in genere ...vengono valorizzate e

contestualizzate );

* delle arti e delle merci ... , una con-tarninazione che fa il mercato e mo-

della costanti transiti di modalita di

fmizione e di profili sociali d'in-

terlocuzione.

In sostanza una piazza che ospita ed

esprime contaminazioni e integrazio-

ni, come tale assorbita dalla citra e

"assorbente" nel senso pili moder-

namente glocal. n luogo nell'acqua

(pili che le funzioni sull'acqua) con-nota la sua relazione con la citra an-

che in chiave di polivalenza simboli-

ca: l'acqua come fluidita comunica-

tiva, l' acqua come origine, l' acqua

come rallentamento ipnotico e narra-

tivo.

Un luogo che richiama la complessi-

ta sociale, linguistica, culturaIe della

citra e la riforma nella fluidita:

l' architettura alla prossima puntata.

Mobilita

CENTRALE BRUTTA E SCOMODA: DUE TRAGEDIE IN UNA

Giovanna Franco Repellino

E nota come gli architetti italiani

siano i migliori restauratori sul mer-

cato internazionale, l'esperienza, Ie

tradizioni culturali, la presenza della

Sopraintendenza fanno si che nessu-

no sia altrettanto bravo a recuperare

un intonaco 0 una superficie marmo-

rea decorata, a ricomporre parti man-

canti e in complesso a ridare smalto a

paesaggi storici, cosi e strano che in

Italia sia molto raro vedere un inter-

vento contemporaneo che ben si spo-

sa con un monumento 0 un ambiente

antico, ehe sappia essere perf e tta-

mente attuale eppure giustamente

allacciato e non prevaricante. In-

somma uno di quegli interventi che

fa piacere guardare e che ci fa sentire

bene inseriti in uno spazio dove tra-

dizioni e modemita ei danno un sen-

so di appartenenza continuativo. A

questo penso girando senza meta alla

stazione centrale di Milano nel gior-

no tragico e desolato della giomata

prenatalizia della nevicata in cui mi-

gliaia di persone si accalcavano nella

speranza di un treno.

Ma perche mi domando questa tra-

sformazione della stazione mi appare

cosi sgradevole e ostile tanto che

onnai preferisco, se posso, prendere

il treno da un'altra parte? Sieuramen-

te la scarsa funzionalita e il primo

motivo. In precedenza daIl'uscita del

metro al binario ci mettevo pochi

minuti e adesso ho triplicato il tem-

-4-

po. Della scarsa funzionalita della

stazione si e gia parlato, ma anche

trattando di estetica non si puo trala-

sciare quello che e il nostro criterio

fondamentale di bellezza: il buon

funzionamento spaziale di un luogo,

quella semplicita d'incastro degli

ambienti che da un senso di natura-

lezza. Certo parlare di naturalezza in

Centrale sembra assurdo, 10 spazio

pili insolito, gigantesco, artefatto,

imponente, ma al contempo fantasio-

so, signorile, urbano e, come un'a-

ntica eattedrale, riceo di dettagli arti-

stici anehe nei luoghi nascosti. La

sua costruzione aveva richiesto una

lunga gestazione, ben due concorsi

con un totale di quasi sessanta pro-

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getti, in cui il presidente Camillo

Boito, il fondatore della scuola ita-

liana di restauro, dopo diverse va-

rianti aveva scelto la soluzione

dell' architetto Ulisse Stacchini con

cui lavon) una ricca squadra di arti-

sti.

Uno spazio immenso con cuiediffi-ciIe eonfrontarsi. Le intenzioni di

Trenitalia erano buone con seopi si-

mili a quelli di molte altre stazioni

europee che si sono trasformate in

luoghi attrattivi dove andare e poter

stare assierne anche senza dover

prendere il treno. Questo e il secondo

punto di eritiea cioe I'incapacita delnuovo intervento di esprimere senso

di accoglienza, di creare luoghi dove

sia piacevole stare. Se non si riesce

in questo intento e inutile pensare di

poter aprire negozi, ristorantini e ba-

retti in luoghi che hanno il calore e

l'attrattiva dell'ingresso a un diurno.

Ma andiamo per ordine, seguiamo un

pereorso, seendiamo dalla metro ed

entriamo nella vecchia galleria delle

carrozze pedonalizzata. E' deserta,

gigantesca e semibuia, Sara state an-

che giusto togliere i taxi ma tutti

sappiamo ehe gli spazi pedonali fun-

zionano solo se ci sono delle attivita

forti ehe sostituiseono il traffieo se

non possono essere l' anticamera del

degrado. Questo vuoto fa tristezza e

subito si rimpiange il eonvulso mo-vimento precedente. Anche la vee-

chia biglietteria e abbastanza vuota,

svuotata di significato, se non altro

possiamo guardare ilsoffitto e Ie bel-

le pareti: ci accorgiamo che sono in

travertino, vorrei sapeme pili, sareb-

be bello se ci fosse qualche video ehe

ei fa vedere da vicino queste opere, i

materiali e i lavori, sicuramente ae-eurati, di recupero storieo.

Bene, infiliamoci nel nuovo atrio da

cui partono i grandi tapis roulant per

i treni. Tutto diventa marmo avorio,

vetro e aeciaio con forti luci diffuse.

Vetro marmo e acciaio formano or-

mai un trio buono in tutte Ie occasio-

ni, ma perche quell'ossessivo colore

beige? Beige era anehe il travertino

ma la patina del tempo gli ha virato il

colore, della stesso marmo avorio

sono anehe degli inserti dei vecchi

mosaici di pavimento delle sale supe-

riori, ma e troppo poco per giustifica-re una seelta legata alIa preesistenza,

in realta quel colore lucido fa a pugni

con i toni grigi e sfumati della vee-

chia stazione. La tonalita ealda non esuffieiente a rendere quello spazio

differente da tanti ipermercati che

circondano le nostre citta, dove perc

progettisti esperti in marketing sono

stati pili bravi a inserire attivita

eommereiali allegre e differenziate

piuttosto che la lunga e terrificante

fila di vetrine nel mezzanino, tutte

uguali, desolate, che sembrano desti-nate a non riempirsi mai, nonostante

Ie reeenti assicurazioni in senso con-

trario. La mediocrita stilistica e l'u-

niformita dei materiali pretenziosi

ma banali risalta negativamente in

eonfronto alla passione tardo roman-

tica di un edificio dove chimere e

leoni vegliano dall'alto. Non si tratta

solo di un eclettismo deeorativo or-mai desueto, ma anehe di opere di

alta ingegneria come Ie enormi strut-

ture a centina reticolare a copertura

dei binari, progettate dall' ingegnere

delle ferrovie Alberto Fava e montate

1929.

Realizzate tutte per chiodatura a eal-

do, ineemierate al eulmine alIa base,

sono dei capolavori, una vera opere

d'arte in ogni singolo pezzo. Siamo

arrivati infine al piano dei treni, la

confusione morfologiea qui e totale,

spiccano ai lati soppalchi con scala

chiocciola ispirati da quelli di casa in

fase di recupero di sottotetto, una sa-

la vip tutta in vetro (ovviamente)

come una grande vasea per i pesei

rossi e rossi sono i grandi divani

comp1etamente vuoti: forse nessuno

osa sedersi.

Che dire dunque in sintesi: poco

funzionale, poco accog1iente, banale.

Una trasformazione da manuale di un

1uogo dense e significativo in un non

1uogo senza patria e senza storia. II

vecchio Genio che liabitava e scom-

parso.

Lavoro

COLF & BADANTI IN ITALIA: INVISIBILITA DELLO STEREOTIPO 0 STEREOTIPO

DELL 'INVISIBILIT A?Nicoletta Fasani

Dopo anni d'invisibilita d'immigra-

zione femmini1e, oggi 1a categoria eli

genere diventa uno stmmento di ana-

1isi utile a comp1etame il quadro: le

donne migranti sono ormai visibili

(In Italia, nel 2008 sono il 50,8% dei

migranti), ma di qua1e visibilita si

par1a? Secondo I'opinione pubblica

le donne migranti sono: badanti, col-

laboratrici familiari 0 pili raramente

infermiere [CaritasIMig-rantes 2009].

Alcuni elementi contribuiscono allo

stereotipo dellinvisibilita sociale: il

lavoro di cura, da sempre considerate

invisibile, l' aspetto trascurato ma sto-

ricamente imporwnte che vede le

donne migranti come al seguito degli

uomini e il mole dei media. Tuttavia

in Italia il tasso di attivita delle mi-granti e pili elevato di quello delle

italiane: 59,9% a fronte di poco pili

del 51% della totalita della popo1a-

zione di sesso femmini1e [Cari-

taslMigrantes, 2009] e le donne con

permesso di soggiorno di 1avoro

(46,3%) hanno superato le titolari

con permesso di soggiorno per moti-

vi fami1iari (44,9%). Meno della me-

5

ta (circa i1 43%) e impiegata ne1 la-

voro domestico/cura, rna poco ci

s'interroga sulla parte restante, ali-

mentando attraverso 10 stereotipo

immigrata-badante, i1 perpetuarsi di

ostaco1i all' inclusione sociale. Che

1avoro svo1ge l'invisibile restante

57%? Siamo di fronte ad un imperia-

lismo cu1turale in base a cui un grup-

po e invisibi1e e contemporaneamen-

te e additato all 'attenzione e rappre-

sentato attraverso stereotipi. [Young,

1996]

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II binomio donna migrante-badante e

diventato cosi evidente da celare le

differenze intragenere: Ie donne mi-

granti sono invisibili e, in quanta im-

piegate nel lavoro domestico, tuttebadanti e questo stereotipo diviene a

sua volta invisibile, nascondendo le

altre donne migranti. Esiste un mon-

do di non-badanti invisibile, 0meglio

visibile solo fuori da stereotipi de-

formanti. Contro 10 stereotipo sem-

pre pili numerose sono le donne che

emigrano da sole 0 hanno un ruolo di

breadwinner (quasi Ia meta dei mi-

granti nel mondo sono donne), i la-

voratori domestici di origine immi-

grata sono diminuiti tra il2002 e il

2006 del 20%[ www.inps.it] e, in

ogni caso, occorre stratificare illavo-

ro di cura, considerando ad esempio

Ie infenniere. L'101tre e ricomparsa,

nellambito di cura retribuito la don-

na italiana di mezza eta espulsa dal

mercato del lavoro industriale e va

annoverata Ia presenza in Italia

d'imprese migranti femminili.

Contro la visione mono-oculare e ste-

reotipata, le donne straniere titolarid'imprese rappresentano il 17% di

tutti i titolari d'impresa e sono anche

lavoratrici attive nei bar e ristoranti

etnici, negli alberghi e nel ramo este-

tico. Tra Giugno 2007 e Giugno

2008 Ie imprese femminili sono au-

mentate di +5.523 unita, di cui 3.921

hanno a capo una donna extracomu-

nitaria, In Lombardia nella stesso

anno si sono registrate +1.739 di cui730 con titolarita femminile extra-

comunitaria [Osservatorio Imprendi-

toria Femminile, Unioncarnere]. 11

numero di donne extracomunitarie

cresce se si considera anche la per-

centuale di socie d'impresa oltre alle

donne titolari. L'Ultima Dichiarazio-

ne di Emersione per la regolarizza-

zione di CoIf e Badanti, conclusasi

ufficialmente a Ottobre 2009, distin-

gue le domande inviate in base a di-

stribuzione per mansione (tot. 294.-

744/colf 180.408, badanti 114.-744)e le Province con maggior numero di

domande inviate e principali nazio-

nalita.

Nulla compare circa la divisione per

sesso delle domande, il Ministero

non ha ancora reso pubblici idati.

Non sappiamo ancora quanti uomini

e Quante donne abbiamo inviato la

domanda per essere regolarizzati e,

sapendo che ci sono stati casi di coIf

e badanti 'improvvisati'per un gior-

no, appare fondamentale Ia distinzio-

ne per sesso per non contribuire in-

consapevolmente alIa diffusione del-

10 stereotipo immigrata-badante,

Quale visibilita delle donne immigra-

te?

Urbanistica

LIBERTA E URBANISTICA. DEREGULATION 0 RELIGIO CIVILE?

Giancarlo Consonni

La realta restituita dall 'assessore allo

Sviluppo del Territorio del Comunedi Milano nell'intervista rilasciata a

Luca Beltrami Gadola per Arcipela-

gomilano e tutta in bianco e nero,

senza sfumature. Per Carlo Masseroli

pubblico e sinonimo d'inefficienza e

degrado, privato e sempre e comun-

que dinamismo e positivita, Baste-

rebbe un minimo di familiarita con la

materia di cui e chiamato a occuparsi

- l'assetto urbanistico della citta di

Milano - per rendersi conto che Ie

cose stanno diversamente. Per rima-

nere al novecento, suI fronte del fare

citta ifallimenti non sono prerogativa

esclusiva del pubblico, cosi come i

successi non 10sono del privato.

Masseroli liquida la vicenda dei

quartieri d'iniziativa pubblica come

del tutto negativa, quando invece ci

sono realizzazioni in Iarga parte riu-

scite e di forte tenuta (basti pensare

al QT8 e al quartiere Feltre, espe-

rienze apprezzate e studiate in Italia e

all'estero), Ese, per contro, in altri

quartieri si sono manifestate forme di

degrado fisico e di ghettizzazione

sociale, cioeimputabile a 'difetti'd 'impostazione (come dimenticare Ia

deportazione dei ceti popolari opera-

ta dal fascismo"), rna anche ad altro.

Essenzialmente al fatto che l'am-

ministrazione della citra non e inter-

venuta per tempo con recuperi, inne-

sti e sostituzioni (come solo da quaI-

che anna si va facendo con i contratti

di quartiere).

Anche suI fronte dell' iniziativa pri-

vata il quadro milanese degli ultimi

decenni non da ragione all 'assessore.

Ci sono parti della citra - si pensi al

tessuto misto lungo la via Tortona -

ottimamente recuperate grazie a ope-

ratori privati e che costituiscono una

risorsa per l' economia urbana e per

la vita civile. Ma ci sono anche di-

verse realizzazioni a cui corrispon-

dono tante occasioni mancate: l'ex

Maserati, l' ex OM, la Bicocca, per

fermarci alle maggiori. Realta che

parlano da sole e che nell'insieme

testimoniano di un'amara verita: Mi-

lano ha fin qui perso l'aggancio a un

6

importante movimento che, da oltre

trent'anni caratterizza la pili qualifi-cata scena europea e ch e va sotto il

nome di Rinascimento urbane.

L'impostazione che sorregge Ia pro-

posta del PGT di Milano e coerentecon il bilancio cosi sbrigativamente

tracciato dall 'ingegner Masseroli. Esolo lasciando libero campo agli ope-

ratori privati - egli sostiene - che si

pu o raggiungere il grande obiettivo

strategico che tutti gli altri ordina e

illumina: la possibilita per icittadini

di poter scegliere dove andare a vive-

re (non a caso 10slogan posto in capo

all'operazione e «Milano per scel-

t a» ) .

L'assessore allo Sviluppo del Terri-

torio si descrive come protagonista di

una svolta. Come dargli torto? Tra gli

obiettivi del PGT da lui promosso vi

e quello di incrementare la popola-

zione di Milano di diverse centinaia

di migliaia di abitanti (700.000 se-

condo isuoi primi annunci, 489.441

secondo il Documento di piano). Se

alle prospezioni dovessero seguire i

8/2/2019 N02_2010

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fatti, egli troverebbe posto a fianco di

figure come quella del Barone Haus-

smann, che ha fatto di Parigi la capi-

tale del XLX secolo, o di Edouard

Herriot, il sindaco socialista di Lioneche si e avvalso dell'opera di Tony

Garnier per riqualificare la sua citra

Anche se, nell' ideale galleria di chi

ha rilanciato la vicenda urbana in eta

contemporanea, non c'e nessuno che

si sia mai spinto fin la dove Massero-

li ambisce di arrivare.

Da dove verrebbe infatti quel mezzo

milione di nuovi abitanti di Milano?

A meno che non si tratti di un'im-

migrazione senza precedenti (gli

stessi Longobardi erano solo qualche

decina di migliaia), 0 che non si veri-

fichi un'invasione di alieni, quegli

abitanti non potranno che venire

dall'hinterland, ossia dalla periferia

metropolitana in cui la rendita li ha

cacciati (decisamente esigua e la

componente che se n'e andata per

libera scelta). E, se si vuole fare sul

serio, occorrerebbe una politica della

casa popolare - pardon, di social

housing - da fare impallidire quella

della Vienna Rossa 0 le sagge politi-

che di governo del territorio e della

casa da cui ip ae si s cand in av i non si

sono mai discostati. In altri termini,l'inversione radicale di una tendenza

insediativa come quella che, dai pri-

mi anni settanta a oggi, ha svuotato

Milano di oltre mezzo milione di abi-

tanti sarebbe possibile solo se si sov-

vertissero ab imis le regole della ren-

dita immobiliare. Siamo dunque alle

soglie di una rivoluzione senza pre-

cedenti?

Purtroppo la realta eben altra.L'idea, 0 meglio I'ideuzza, su cui

Masseroli e la giunta Moratti scom-

mettono e questa: se il pranzo del pa-

drone e luculliano alIa fine ci sara

trippa anche per i gatti. Saziati a do-

vere i vari immobiliaristi che tengono

in pugno le aree pregiate e non, tro-

vato spazio per i capitali rientrati con

10 scudo fiscale e per i fondi pensio-

ne americani, e cosi per quelli della

mafia, grazie a un'abbondante offerta

di aree e con indici edificatori gene-

rosi si creeranno spazi anche per le

cooperative (di vario colore).

Niente male per chi contesta I'im-

postazione quantitativa di un'ur-

banistica basata sugli standard. Cio

che mancava a questa urbanistica non

e il fatto che essa avrebbe osteggiato

l'iniziativa privata, come sostiene il

Nostro: a fare difetto, in molti casi,

era un'idea di citta: linee guida e

chiari indirizzi di disegno urbano. Equesto limite della cultura dei tecnici

e degli amrninistratori che va supera-

to. Ma non e certo facendo saltare il

banco, cioe ritornando alIa non piani-ficazione degli anni cinquanta, che si

otterra un salta di qualita.

Fare citta e un'arte difficile che com-

porta come prima cosa un'idea di

convivenza civile e la consapevolez-

za che ogni scelta sugli assetti fisici

pu o favorirla 0 osteggiarla. E del sa -

pere e della comune esperienza attor-

no a tali questioni che si nutre ilpia-

no urbanistico. C'e nel PGT in di-scussione un'indubbia attenzione alle

infrastrutture (la rete delle metropoli-

tane; rna anche il turmel Linate-Rho

Fiera, un'opera demenziale che avril

effetti devastanti su importanti spazi

pubblici urbani). Ma bastano Ie reti

tecnologiche a fare citra? No: occorre

dare vita a un'armatura di servizi e di

spazi pubblici di relazione. Di ci o il

PGT si occupa poco e male. Ne una

simile strategia e mai entrata nell'ag-enda degli immobiliaristi.

Pensare, poi, che essa possa essere

conquistata in un a contrattazione di

rimessa, caso per caso, fa torto

all'intelligenza di chi indica questa

scelta come linea programmatica.

E da un a rete forte della socialita che

dipende anche il problema della sicu-

rezza.

Ma, evidentemente, chi ha oggi la

responsabilita di governare l 'ex capi-

tale morale preferisce vivere di rendi-

ta sulla paura invece che dare corpo a

un religio civile.

La storia della citra 10 dimostra: laliberta non viene dal vivere "dissolu-

ti" (Giambattista Vico) rna dai vinco-

li civili liberamente scelti e persegui-

ti.

Societa

COSTI DELLA POLITI CA. TAGLIARE GLI SPRRCHI NON LA DEMOCRAZIAVincenzo Ortolina

Sui media ritorna ciclicamente il te-

rna dei costi della politica. V'e in-

dubbiamente, sull'argomento, la ne-

cessita e l'urgenza di affrontare una

razionalizzazione generale del siste-

ma istituzionale del nostro paese, per

evitare gli sprechi, e rendere pili fun-

zionale la pubb1ica amministrazione.

Per taluni opinionisti dei maggiori

quotidiani, il problema sembra sia

rappresentato dalle province, che co-

stano inutilmente, e che bisognerebbe

avere il coraggio di abolire. In argo-

mento, io, milanese, sono tra coloro

che condividono, innanzi tutto, l'esi-

genza di realizzare con urgenza. In

quest'area, la Citta metropolitana

(chiamiamola cosi, 0 in qualsiasi al-

tro modo), destinata, tra l'altro, ad

assorbire l 'ente provincia. Un'opera-

zione, peraltro, complicata, a me

sembra, dal fatto dell'avvenuta istitu-

zione della nuova provincia di Mon-

za.

Tornando al tema delle province in

generale, mi chiedo tuttavia se sia ora

7

il caso di riportare I'orologio indietro

di anni, riaprendo una discussione

che dovrebbe considerarsi conclusa,

perlomeno per il medio periodo, con

l'avvenuta approvazione, nel 2001,

delle modifiche alla parte seconda

della Costituzione, confermate dal

referendum popolare. Modifiche che

hanna rafforzato, in parte ridefinen-

dolo, il malo degli enti locali, pro-

vince comprese. La nuova Costitu-

zione mi pare abbia disegnato un as-

setto adeguato e coerente: un quadro

8/2/2019 N02_2010

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costituzionale e istituzionale chiaro,

organico, pulito, mi verrebbe da dire.

Un disegno che prevede come noto,

che 10 state abbia competenza su ben

determinate materie che non possonoche essere attribuite allivello centra-

le (moneta, politica estera, esercito,

eccetera), mentre Ie regioni 1'abbiano

su ogni altra materia non espressa-

mente assegnata, appunto, allo stato.

Ma la competenza regionale e di na-tura squisitamente legislativa e piani-

ficatoria, mentre le funzioni ammini-

strative sono attribuite interamente ai

comuni, salvo il caso della necessita

di un eventuale esercizio unitario da

parte di province, citta metropolitane,

regioni 0 stato.

Un quadro chiaro, ribadisco, nel

quale la provincia e cosi tenuta a ge-

stire soitanto le funzioni che riguar-

dina i problemi che superano i confi-

ni dei singoli comuni. E a occuparsi,

in raccordo con la regione, e coordi-

nandosi con i comuni, di program-

mazione, economica, territoriale, so-

ciale, e ambientale. Nonche di attivi-

ta di promozione e di sostegno ai

comuni medesimi, in particolare

quelli di piccola dimensione. Pro-

granuuazione, non gestione, dunque.

Nonche coord inamento, promozione,sostegno. Funzioni sussidiarie, per-

cia, in un certo senso. Salvare 1'Italia

abolendo le province, pare, in ogni

caso, illeit motiv del momento, finita

(forse), 1'era dell'attacco della stesso

tenore alle prefetture, sferrato in par-

ticolare dalla Lega Nord Oppure,

mantenerle, Ie province, ma soltanto

quali unita tecnico-operative, come

pure e state proposto. In proposito, io

ho qua1che dubbio che decidere in

particolare su viabilita, trasporti, in-quinamento, formazione professiona-

Ie, grandi insediamenti (i gia citati

problerni di area vasta), debba com-

petere soltanto alla dimensione tecni-

ca , e considero in particolare che Ie

citate funzioni di programmazione, di

coordinamento e di supporto ai co-

muni siano di natura squisitamente

politica.

Ma se allora, per i suddetti opinioni-

sti, il problema pare ridursi alIa que-

stione degli stipendi (il termine e ov-

viamente improprio) di presidenti,

assessori e consiglieri provinciali, io

credo si possa fare di pi u e di meglio,

in Italia, per risparmiare. Riducendo

per esempio i privilegi di tutti politi-

ci, che sono peraltro assai diseguali

da categoria a categoria (quelli dei

provinciali non parrebbero scandalo-

si, in confronto ad altri), a partire da

quelli dei parlamentari , ilnumero dei

quali potrebbe, innanzi tutto, essere

ridotto in misura anche significativa.

Del resto, che senso ha avere conferi-

to alle regioni un'enormita di compe-

tenze legislative, e continuare a man-tenere un migliaio di parlamentari?

In ogni caso, forse, fermo restando

che non ha indubbiamente senso ere-

arne di nuove, piu che sopprimere

tout court le province esistenti, la

gran parte delle quali ha una storia

lunga e importante, 0 comunque pri-

rna di farlo, varrebbe la pena di spe-

rimentare davvero la piena attuazione

del dettato costituzionale sopra de-

scritto, imponendo soprattutto che

ciascuna istituzione si mantenga nelproprio ambito di competenza e non

invada campi altrui: 10 state non sia

accentratore. La regione non riprodu-

ca, per parte sua, neocentralismi, e si

limiti, appunto, alla legificazione,

alIa grande pianificazione e alIa ne-

cessaria funzione di coordinamento

infraregionale, trasferendo tutta 1'at-

tivita amministrativa agli enti locali.

Le stesse province (che giustificano

la lora esistenza, innanzitutto, se

hanno, insieme, una popolazione a-

deguata e un territorio peculiare.

Monza ha quest' ultimo"), infine, non

esercitino competenze dei comuni,

come pure, da qualche parte, accade.

Tutti gli enti, poi, valorizzino piena-

mente Ie risorse interne, evitando

possibilmente la moltiplicazione di

agenzie, istituti, sub enti e quanto

altro, riducendo la proliferazione del-

le consulenze, e astenendosi dall' at-

tuare, Ie amministrazioni subentranti,

uno spoil system selvaggio. Ridurre i

costi della politica e indispensabile e

possibile, dunque.

Credo, pero, serva anche la consape-volezza che, come detto, la democra-

zia resta un bene fondamentale. In

proposito va alIora segnalata anche

1'imprescindibile esigenza di ridare

dignita aIle assemblee elettive degli

enti locali, oggi in evidente cnsi

d'identita e di molo.

Dall'Arcipelago

IL CAMMINO DEL PGT E I NODI DA SCIOGLIERE

Savino Natalicchio

E iniziata in questi giorni la discus-

sione in Consiglio Comunale per

l'adozione del Piano di Governo del

Territorio, il piu importante atto am-

ministrativo della Giunta Moratti,

che sostituira il vecchio Piano Rego-

latore Generale del 1980. Sono stati

presentati complessivamente 1395

emendamenti, dei quali oltre 350 del

PD-IdV, rna anche 200 del PdL e

della Lega. La prima seduta di di-

scussione in consiglio del 14 gennaio

ha visto la mancanza del numero le-

gale, per l'assenza di 12 consiglieri

di maggioranza. Un pessimo segnale

per 1'assessore Masseroli che conta

di arrivare all'adozione del Piano in

tempi utili da concludere entro 1'anno

1'approvazione definitiva del PGT,

dopo i 240 giorni previsti dalla Leg-

ge Regionale 12/'05. Considerando

che a primavera 2011 scade il man-

8

dato amministrativo, i tempi risulta-

no molto stretti e il cammino e assai

rischioso.

Stante il quadro, e utile richiamare i

punti pin critici del piano, Ie questio-

ni piu rilevanti e sulle quali si stanno

concentrando Ie richieste di modifica

del Partito Democratico milanese.

Da una prima lettura d'insieme, il

PGT non pensa Milano come una

citra fulcro di un' area metropolitana

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prezzo delle abitazioni. Una signifi-

cativa crescita della popolazione si

realizzerebbe inoltre solo a fronte di

un qualificato incremento dell'offerta

occupazionale. In assenza di questecondizioni l'aumento della popola-

zione previsto dal P.G.T. sembra ale-

atorio e irrealizzabile.

I limiti del Piano sono poi molto evi-

denti in relazione ai temi del verde e

delle grandi dotazioni ambientali tra

Ie quali si pone, per rilevanza, il Par-

co Sud.

L'obiettivo di affermare la natura a-

gricola e produttiva del Parco Sud si

attua, come visto, tramite la perequa-

zione urbanistica, acquisendo al Co-

mune la proprieta delle aree, al fine

di realizzare ilparco agricolo pubbli-

co pili grande d'Europa, e sostenere

I' attiviti agricola mediante I' ani-

vazione di contratti agrari di lunga

durata.

Si eomprende tuttavia che il nodo

politico principale del PGT, l'anello

debole del meccanismo di funziona-

mento del piano e insito nella defini-

zione autoritativa da parte del eomu-

ne di Milano dell'indice di edificabi-

lim sulle aree del parco, essendo que-

sta materia di concertazione con gli

altri comuni del parco sud, oltre checon la Provincia di Milano e, soprat-

tutto, con la Regione Lombardia (il

Parco e infatti regionale). Da

un'analisi delle quantita insediabili si

evince inoltre che a oggi non esiste

alcuna garanzia che Ie aree del Parco

Sud vengano salvaguardate da even-

tuali atterraggi dei diritti edificatori,

in quanto Ie modalita attuative sono

rimandate ai Piani di Cintura Urbana,

strumenti esecutivi del Piano Territo-riale di Coordinamento del Parco

Sud.

Da ultimo una riflessione sui progetti

infrastrutturali del Piano tra i quali si

riehiama, oltre alle numerose nuove

linee di trasporto, anehe i1 tunnel vi-

abilistieo Expo-Linate.

Si puo eonvenire a priori come una

viabilita interrata, anche rilevante,

possa portare signifieativi benefici, a

eondizione ehe l'infrastruttura porti

con se una riorganizzazione eom-

plessiva e forte di tutta la rete di su-

perfieie, valutando opportunamente

in fase progettuale gli aeeessi e le

uscite del tunnel, per evitare il rischio

di searieare quantita rilevanti di traf-

fico in ambiti non in grado di assor-

birli. II progetto in questione tuttavia

va proprio nella direzione opposta e,

come tale, va rigettato.

Avrebbe pili senso una viabilita inter-

rata ad andamento trasversale e non

di attraversamento urbano, come ad

esempio nel quadrante nord sul trac-

ciato est-ovest della Strada Interquar-

tiere Nord, ehe nei tratti eritici e pilieontestati puo essere interrata.

Per cio che concerne la trasformazio-

ne dei comparti ferroviari, il Piano

disattende le iniziali indicazioni degli

accordi di programma Comune di

Milano-FS e non prescrive aIle Fer-

rovie di impiegare le valorizzazioni

economiche lora derivanti dalle tra-

sformazioni assentite dal PGT, esclu-

sivamente per opere connesse al po-

tenziamento infrastrutturale del nodoferroviario milanese (ad esempio, la

connessione ferroviaria Centrale-

Garibaldi 0 il passante ferroviario

ovest). II rischio e che tali risorse

siano impiegate per capitoli di spesa

non strutturali (ad esempio, il rinno-

vo del materiale rotabile) 0, peggio

ancora, per esigenze di bilancio.

In conclusione si puo osservare che il

PGT puo rimanere un libro dei sogni

in assenza di risorse economiehe

pubbliche e se si attarda la ripresa del

ciclo immobiliare.

Vi e poi il rischio ehe le previsioni di

piano, quand'anche approvato, siano

disattese 0 peggio contraddette in fa-

se attuativa, in quanto le aree strate-

giche verranno attuate mediante se-

parati atti di programmazione nego-

ziata (accordi di programma, pro-

grammi integrati d'intervento) ehe

anticipano l' efficacia del piano.

Centrale sara la capacita dell' Am-

ministrazione di verificare e valutare

gli effetti del PGT in fase di attua-

zione e gestione. Occorrera in parti-

colare verificare se il PGT sara ingrado di operare come strumento se-

lettivo della sviluppo urbano, e cioe

capace di produrre seelte tangibili in

termini localizzativi, spaziali, quali-

tativi.

Cultura

SIMONE DE BEAUVOIR - LA PASSIONE PER LA LIBERTA

Chiara Volpato

Giovedi 17 dieembre, all'Universita

di Milano-Bicocea, ilgruppo ABCD

- Centro Interdipartimentale per 10

Studio dei Problerni di G enere ~ e il

Comitato Pari Opportunita de11'U-

niversita di Milano-Bicocca hanno

organizzato un incontro dal titolo

"Simone De Beauvoir. La passione

per la Iiberta" per ricordare il sessan-

tesimo anniversario della pubblica-

zione de "II secondo sesso".

L'incontro, presieduto da Carmen

Leccardi, si e aperto con una bella

riflessione di Liliana Rampello, cura-

trice dell' edizione 2008 del volume

per ilSaggiatore e autrice della post-

fazione a110 stesso volume, e si e

ehiuso con un piccolo, magnifico,

concerto di Maria Vittoria Jedlowski,

chitarrista classica e cantautrice, che

ha presentato alcune sue composi-

zioni dedicate aIle tematiche del

femminile.

La vicenda editoriale italiana del Se-

condo Sesso fu accidentata: Monda-

dori acquisto i diritti del saggio subi-

to dopo il successo francese e 10fece

trad urre; nel m arzo d el 1 953 la p ub -

10

blicazione fu pero bloecata da una

serie di resistenze interne alla casa

editrice, un esempio significativo

delle quali e la scheda di lettura di

Remo Cantoni. L'inserimento del

testa nell'Indice dei libri proibiti nel

1956 ne procrastino aneora l'uscita.

La traduzione italiana vide la luce

solo nel 1961 per merito della casa

editrice II saggiatore, fondata tre anni

prima da Alberto Mondadori.

Nel suo intervento, Liliana Rampello

ha seguito le linee della postfazione

a ll'e diz io ne d el 2 00 8, ra cc onta nd o I a

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ricezione che il testo ebbe negli anni

Sessanta e Settanta tra le esponenti

del femminismo italiano; tra le tante

voci citiamo quelle di Luciana Ca-

stellina, Carla Mosca, Miriam Mafai,delle donne dell'Udi. Negli anni Set-

tanta, l'influenza del Secondo Sesso

fu forse meno pregnante, sostituita

dagli apporti del femminismo ameri-

cano e anglosassone. Tutte le testi-

monianze sono pero concordi nell 'in-

dicarlo come un testo fondante, uno

snodo essenziale della riflessione fe-

mminista, con il quale ogni genera-

zione si trova prima 0 poi a fare i

conti.

Ascoltando Liliana Rampello ho pen-

sato che sarebbe interessante conti-

nuare il suo percorso, raccontandoci

se e quanto questo libro ha contato

nella nostra personale formazione e

riflessione.

Personalmente so di averlo letto poco

dopo i vent'anni; ricordo di essermi

soffermata sulla seconda parte, dopo

aver scorso pill frettolosamente la

prima; sicuramente non tutto mi era

chiaro; mi aveva pero catturato

I'inizio, fulminante:

"Ho esitato a lungo prima di scrivere

un Iibro sulla donna. II soggetto e

irritante, soprattutto per le donne; enon e nuevo.".

E mi aveva colpito anche la conclu-

sione, che indicava, dopo un percorso

tanto sofferto, una possibile alleanza

tra l'universo femminile e quello ma-

schile. Simone De Beauvoir parlava

di una 'fraternita', parola desueta, rna

ricca di significati, che rimandano

alIa parte menD conosciuta, rna forse

pill promettente del pensiero rivolu-

zionario francese, un'indicazione sul-

la quale si potrebbe tornare a riflette-

re oggi:

Correva I'anno 2005 quando il Con-

siglio regionale della Lombardia va-

rava la nuova legge urbanistica n. 12

in sostituzione della precedente n. 51

del 1975, cosiddetta legge Morpurgo,

dal nome del consigliere regionale

del1'allora pci che pur dall'opposi-

"E' in seno al mondo dato che spetta

all 'uomo far trionfare il regno della

liberta; per raggiungere questa su-

prema vittoria e tra l'altro necessario

che uomini e donne, al di 1 £ 1 delle 10 -ro differenziazioni naturali, affermi-

no, senza possibilita di equivoco, la

lora fraternita."

Di Simone De Beauvoir ho poi fre-

quentato le pagine autobiografiche e

IMandarini, che con Alberta Conta-

rello abbiamo usato, insieme ad altri

testi letterari, quale archivio di dati

per una ricerca sull'amicizia lungo i

secoli. Le descrizioni di amicizie fe-

mminili non abbondano nel romanzo,

in linea con il pensiero dell'autrice,

secondo la quale Ie donne sono anco-

ra troppo poco libere per sperimenta-

re con completezza la pill libera delle

relazioni, l'amicizia appunto.

Delle pagine autobiografiche di Si-

mone De Beauvoir mi e restato tanto,

soprattutto suggerimenti di pratiche

possibili, percorsi da tentare, rifles-

sioni su fallimenti ripensati con luci-

dita e dignita,

Citero solo due esempi che mi hanno

fatto compagnia in questi anni.

La pagina, ne L'eta forte, sulle scar-

pe basse come pratica di liberta, Ie

scarpe che permettono di fuggire ra-pide da cia che si rifiuta e di correre

veloci verso cia che si desidera.

Le pagine, nel La forza delle cose,

sul rapporto con la Francia nel diffi-

cile periodo della guerra di Algeria:

Simone non si sentiva pill a suo agio

nel suo paese; troppo spesso al caffe,

per la strada captava brandelli di

conversazione che la ferivano, troppo

spesso assisteva a pubbliche prese di

posizione 0 si trovava a leggere arti-

coli che la indignavano, segni di un

imbarbarimento del sentire comune

Approfondimenti

PGT: COMMEDIA IN TRE ATTl

Emilio Vimercati

zione ne era stato il relatore. Dopo

trent'anni nessuno ha messo in di-

scussione la necessita di una revisio-

ne della stessa. Infatti iPiani Regola-

tori Generali dei comuni risultano

rivoltati da innumerevoli varianti

nonnative introdotte nel corso e li

11

provocato dal desiderio dei suoi con-

cittadini di continuare a essere dei

colonizzatori, padroni del territorio e

dell' anima altrui. Con la consueta

lucidita arriva a dire:"1 0 e altri eravamo stati trattati da

antifrancesi: 10 diventai. Non soppor-

tavo pill i miei concittadini."

Epili sotto:

"E forse anche peggio, perche di

quella gente di cui non sopportavo

pill nemmeno la vicinanza, mi trova-

vo nolente 0 volente a essere compli-

ceo Questo soprattutto non riuscivo a

perdonarle. Perche ragionassi diver-

samente avrebbero dovuto fin dalli-

nfanzia formarmi come una SS 0 un

para, invece d' inculcarmi una co-

scienza cristiana, democratica, uma-

nistica; una coscienza insomma. Per

vivere avevo bisogno di avere stima

di me stessa, mi vedevo invece con

gli occhi delle donne violentate, degli

uomini a cui erano state rotte le ossa,

con gli occhi dei bimbi impazziti:

una francese" .

Questa pagina mi e tornata in mente

innumerevoli volte negli ultimi anni

di fronte al nostro imbarbarimento, a

un'Italia che rifiuta l'altro e con

I' altro il proprio passato e ilproprio

futuro. Mi ha costretto a non disto-gliere 10 sguardo, a guardarmi con gli

occhi dei clandestini sottoposti a 0-

gni arbitrio, di chi dopo aver lavorato

vent'anni in Italia e rinchiuso in un

lager perche ha perso il lavoro, con

gli occhi delle ragazze che subiscono

la tratta, dei bambini cacciati perche

rom.

Anche di questo vorrei ringraziare

Simone De Beauvoir.

questi anni, chiamate di deregulation,

che hanno anteposto la realizzazione

dei progetti rispetto aIle previsioni

dei piani.

Ambiti omogenei, destinazioni fun-

zionali, indici volumetrici, aree a

servizi, nulla e pili utilmente pro-

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grammabile e prefigurabile a fronte

di singoli interventi che si sovrap-pongono a qualsiasi disegno di piani-ficazione e che contengono in se, si

dice, ogni risposta. Anzi pianifica-zione e standard sono vocaboIi che

sono spariti daliessico urbano. Tuttocio si giustifica invero per Ie troppemancate attuazioni di obblighi preor-

dinati a rimanere sulla carta: indica-zioni di aree produttive mentre Ie at-

tivita dismettono, difesa dell' esisten-

te laddove e necessario ricostruirlo,destinazioni d'uso rigidamente com-

patibili e percentualizzate in un si-

stema eeonomieo dinamieo, vincoliper l'esproprio delle aree a servizisenza le risorse necessarie, limitazio-

ni volumetriche in luogo di un mag-gior uso della spazio edificabile con

minor consume di suolo. Si e quindiarrivati a mutare 1aconcezione intesaa rego1arechirurgicamente ogni area

e ogni isolato formu1ando viceversacon 10 strumento del govemo del ter-ritorio le ipotesi d'intervento in un

pili vasto scenario aperto. Tutto be-ne? Si e no. Per i comuni con popo-

lazione inferiore ai 2.000 abitanti e

per quelli con popolazione compresafra i 2.001 e 15.000abitanti, 1asban-

dierata semplificazione della norma-tiva e imbarazzante.L'articolazione in tre atti del PGT

manifesta una scenografia ridondanterna poco efficace. La legge n. 12/05,modificata spesso, si conferma comeun contenitore di procedure senzaoffrire strategie e modelli d'innova-

zione della programmazione territo-

riale. I PGT rischiano di funzionare

solo in termini di quantita e crescitaedilizia sottovalutando i temi strate-

gici che incombono sul nostro futuro:Ia sostenibilita ambientale, i limiti

che la natura pone allo sviluppo,

l'ecosistema, il clima, il riscaldamen-

to, irifiuti, le fonti energetiche, l'ac-qua, ilsuolo, 1aria. Non si percepi-

see che rimandare il confronto conqueste problematiche puo costituirela causa, come gia avviene in alcuneparti del mondo, di conflitti e penurie

mettendo in pericolo la convivenzacivile.Le nuove leggi per il governo delterritorio e di conseguenza i PGT,cosi come sono concepiti non tra-

guardano il presente; il loro scopo e

aprire un mare aperto agli interventiedilizi con semplici scorciatoie. IIgoverno del territorio e ben pili com-plesso di un piano che disegna ambiti

specifici e quindi ci si aspetta cheesso prefiguri come tutelare e miglio-

rare l'insieme degli interessi dellacollettivita: e sotto quest'aspetto pr-

ioritario che oggi si sta perdendo

un'occasione. II PGT di Milano con-ferma questa ipotesi. Ma tutto proce-

dera senza intoppi vista la scarsa at-tenzione che la predisposizione delnuovo strumento urbanistico per Mi-

lano suscita nell' opinione pubblica epersino negli addetti ai lavori chepreferiscono attendere e delegare adaltri Ie scelte e le critiche. Lo stru-

mento milanese ha la caratteristica diuno studio dedicato alIa metodologiadella rieerca per la stesura dei PGT:prefigura una tecnica, insegue obiet-

tivi preordinati e Ii giustifica di con-

seguenza. L'esempio paradigmaticoe l'art. 35 delle norme di attuazionedel piano delle regole secondo cuinelle note aree del parco sud si appli-ca ex ante la perequazione preveden-

do la slp complessiva gia concordata

in altra sede, funzioni comprese.E' cosi che si evitano i commissari

straordinari. Si potrebbe proseguirecon la previsione di 1.600.000 mq di

sIp sulle aree del Trotto. Sviluppoappunto. Per rimanere sulle questionigeneraIi mi limito ad alcune breviconsiderazioni suI PGT: primo atto,il documento di piano: e la messin-

scena, un complesso di obiettivi usati

per descrivere una realta virtuale, lapresentazione di una vetrina alle cuispalle emerge una tendenza conser-

vatrice fatta di progetti in termini di

quantita e con una regia disposta asoluzioni di compromesso mentre il

contesto metropolitano fa solo da

sfondo; secondo atto, il piano dei

servizi: si esplica mediante Ia speri-mentazione teorica, proiezioni dimodelli, fabbisogni statistici, misura-

zione qualitativa, rna rispetto alIamodernita Iiquida il cittadino chiedepiuttosto un servizio che risponda inbreve aIle sue esigenze; terzo atto, ilpiano delle regole: in pratica disci-p1ina e liberalizza l'attivita ediliziasull' esistente senza esclusioni. Anco-ra pochi spunti per trattare di pro-

12

blemi che meriterebbero ben pili ap-profondite riflessioni.

La crescita della popolazione: dalfamoso picco di 1.745.220 unita re-

sidenti del settembre 1973agli odier-ni 1.296.103 unita pari a 449.117 re-

sidenti in meno, che sono e rimango-no attomo a questa cifra da ormai

quasi vent'anni: da un lata c'e una

citra che invecchia e non promuove ilricambio generazionale, dall'altro

immaginare una crescita della popo-

lazione che recuperi gli abitanti persiappare improbabile, come di fattoavviene, anche perche l'offerta abita-tiva si rivolge a ristrette categorie

socioeconomiche e per ripopolareoccorrerebbe realizzare pili ers, come

fu in passato, rna non ci sono risorse.La vocazione della citta: e esplicitata

dal dato che emerge dal centinaio diPH approvati in questi anni in cui la

funzione produttiva raggiunge incomplesso appena il 5% ivi compresele attivita ricettive alberghiere, il chesignifica fare i conti con un mercatoche 0 chiude 0 si delocalizza e per-tanto si dovrebbe pensare comeporre

al centro la questione del lavoro e

dell'indirizzo professionale dei gio-vani. I servizi: incombe anche per il

futuro il solito problema delle tantepromesse contenute nelle convenzio-

ni che non vengono mantenute enemmeno sanzionate rna anche il ti-more che la cifra di 18 mq/ab non siaun minima rna la regola per di pilisenza distinguere tra aree a verde earee a servizi. L'Arcimboldi, la

BEIC, il Centro Congressi, La citra

della moda, stanno tutti nei 18mq/ab. Ciao vecchi 44 mq/ab. E an-cora: perche sull'area del Tiro a Se-gno Nazionale di Piazzale Accursiodestinata a Servizi Comunali e stata

localizzata la sede del nuovo Conso-

lato americano, interrompendo ilRaggio Verde che da Monte Stellascende verso il centro? Proprio nonc'era un'area alternativa gia com-

promessa? Perche la nuova sede dellaRegione sull'area dei Giardini diGioia, con il Galfa a lato vuoto da un

decennio? Altro che diminuzione delconsumo di suolo. E al fin della li-cenza, un appello. Spiace chesull' argomento PGT appaiano affie-volite le voci della societa milanese e

manchino Ie critiche ovviamente sia

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positive ehe negative in un eonfronto

civile. C'e aneora tempo per le pro-

poste e questo e il momento propizio

dei tanti saperi diffusi di manifestarsi

RUBRICHE

ARTEQuesta mbrica e curata da Rita P. Bramante

e suscitare l 'interesse dei cittadini per

il futuro del territorio milanese.

"ANTENATE DI VENERE" A MILANO DAL CUORE DELL'EUROPA

Figure femminili con accentuate ca-

ratteristiche del profilo corporeo e

particolari anatomici distorti - fianchi

abbondanti e natiche prominenti, di

dimensioni spropositate, con solehi

profondi e seni infantili, a pera rivoltiall'ingiu - estremamente stilizzate

tanto che a prima vista possono sem-

brare sculture eontemporanee e fauna

pensare alle forme dalle linee volu-

tamente ipertrofiche di Botero: sono,

invece, immagini di donna plasmate

nell' argilla 0 seolpite in pietra, osso e

ciottoli all'alba della nostra civilta.

Dalla piu antica terracotta

dell 'umanita -1a 'Venere' paleolitiea

ritrovata nel foeolare del sito di Dol-

ni Vestoniee sui Monti Pavlov, tra la

Moravia e l' Austria - che ha quasi

trentamila anni http://en.wikipedia.-

orglwiki-lVenus_of_Doln%-C3%A-

D_V%C4%9Bstonice, alla monu-

mentale figura femminile di Masovi-

ce degli agrieoltori moravi del V mil-

lennio a. C.

La Sala Sforzesca del Castello ospita

fino al 28 febbraio 2010 la mostra

archeologica 'dal27000 a.C, Antena-

Vcstard Shimkus e un ragazzone

lungo lungo e sottile, di ventieinque

anni, con i modi del bravo figliolo

ehe si siede al pianoforte per far pia-

cere agli amici; iniziato 10 studio del

pianoforte a Riga, dov'e nato, aveva

cinque anni quando si sono aperte Ie

frontiere del suo paese verso I' oc-

cidente, e da aH ora a oggi e r iu sc ito a

te di Venere', interessanti reperti di

creature femminili, primitive statuet-

te che raccontano i primordi e

l' evoluzione dell' arte figurativa pa-

leolitica e neolitica europea e sono

figure simbolo di abbondanza e ferti-lim, impregnate di valore simbolico e

spirituale: statuette feticcio legate a

riti sciamanici per propiziare la ferti-

lim della terra, l'abbondanza del rae-

coIto e la continuita della specie nella

prole, divinita femminili riferibili

all'arehetipo della Dea Madre, pro-

tettrice della fecondita nella donna.

http://www.antenatedivenere-

.it/mostra.html,

Grazie ai ISO reperti del percorso

espositivo databili tra i127.000 a.C. e

il 4.000 a.C. (oltre alle figure femmi-

nili, oggetti d'uso, vasellame e reci-

pienti, un piccolo zoo di statuette di

animali dei cacciatori di mammut) la

fantasia ei aiuta a ricostruire la vita

quotidiana dei primi europei nel cuo-

re del continente, il passaggio dalla

comunita nomade di cacciatori e rae-

coglitori alIa prima societa agricola

stanziale. Ignoti agricoItori moravi

MUSICAQuesta mbrica e curata da Paolo Viola

mbriche(ZIl,arcipelagomilano,org

UN CONCERTO "GIOVANE"

continuare e a perfezionare gIi studi

musicali in Spagna, negli Stati Uniti,

in Germania, a vincere eoncorsi e

premi, a suonare in tutti i continenti,

in recital e con orchestra, e a cimen-

tarsi anehe nella composizione.

L'altra sera ha debuttato in Italia sia

come pianista che come eompositore,

ospite delle Serate Musicali nella sala

13

hanno scolpito la figura femminile di

Masovice in argilla cotta: il volta e-

statico, atteggiato a perpetua stupefa-

zione, in contemplazione del cielo, le

mani a palme in su in atteggiamento

orante ci interroga suI molo di questeantiehe figure femminile: donne 0

dee?

L'esposizione, realizzata con il pa-

trocinio e contributo degli Assessora-

ti al Turismo, marketing territoriale,

identita e alla cultura del Comune di

Milano, e organizzata dall' Associa-

zione Culturale Capodanno Celtico

con la collaborazione del Servizio

Castello, e in programma presso la

Sala Sforzesca del Castello.

In un'epoca segnata da un culto esa-

sperato e non di rado autolesionista

della linea e della magrezza eccessi-

va del corpo denutrito delle top

model, puc far riflettere soffermare

10 sguardo su immagini femminili

che hanno la propria cifra nella gene-

rosita delle forme e aprire un varco

per ulteriori considerazioni.

grande del Conservatorio milanese,

con un programma a dir poco sor-

prendente e sintomatico dellevolu-

zione del gusto e della prassi concer-

tistica di questi ultimi anni,

L'inizio e clamoroso: la Hammerkla-

vier, l'opera 106 in si bemolle, venti-

nove sima delle trentadue sonate per

pianoforte di Beethoven, arcinota per

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ehe riprende il eoneetto filosofieo

dell' assurdita dell' esistenza umana,

ne 11milo di Sisifo di Camus mi vie-

ne detto che "... bisogna non appar-

tenere al tempo ... ".Direi ehe ci sono abbastanza elemen-

ti di riflessione, anehe se mi rendo

eonto personali, per prendere il vali-

gino e andare all 'Out Off entro il 7

febbraio.

Questa settimana:

Debutta il 19 gennaio al CRT, La

Madre, adattamento di Lettere di una

novizia di Guido Piovene con dram-

maturgia di Luea Searlini, messa inseena e adattamento di Maria Grazia

Mandruzzato.

Debutta il 19 La Malattia della fa-

miglia M., di Fausto Paravidino al

Teatro Litta fino al 31 gennaio.

Gallery

2

YOUTUBE

Ancora in scena:

Il Fabbricone di Giovanni Testori,

con l'adattamento di Emilio Russo e

la regia di Marco Balbi, al Teatro

Oscar fino al 31 gennaio.

L'ingegner Gadda va alia guerra, di

Carlo Emilio Gadda con la regia di

Giuseppe Bertolucci al Teatro

Franco Parenti, fino al 24 gennaio.

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MORA TTl: PARLARE SENZA DIR NULLA

http://www.youtube.comiwatch?v=bKZg_FNL9LE

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