N13_2010

Embed Size (px)

Citation preview

  • 8/2/2019 N13_2010

    1/16

    A ' f ' c i p e l ~~oM i l ~"'o" . . ~ . a f ~.IJ" J 1 ! I . . ~ ' ,'1 '" ,f! .,;'

    Direttore Luca Beltrami GadolaNumero 13 Anno II

    6 aprile 2010

    II

    II

    I

    www.arcipelagomilano.orgEditoriale - L.B.G. - LIBERTA DI STAMPA E FUTURO DELLA POLITICA

    Approfondimenti - Guido Martinotti - DOPO IL BERLUSCA I NARCOSCultura - Pier Vito Antoniazzi - GRAFFITI. UNA STORIA INFINITA?

    Citta - Valentino Ballabio - OLTRE LA CINTA DAZIARIA: MILANO DOV'E'?Dall' Arcipelago - Guglielmo Lozio - I CIRCOLI DEL PD E LE ELEZIONI COMUNALI

    Urbanistica - Nino Bosco - SOTTO LA STRADA NULLA: PGT E CITTA SOTTERRANEAPrimo Piano - Alessandra Tami - CHI E CONTRO L'ABORTO NON E PER LA VITAMobilita - Maurizio Mottini - FACCIAMOLA FINITA: VIA LE AUTO DA MILANO

    Societa - Giuseppe Ucciero - DOPO IL VOTO NON TUTTO E' PERDUTOLavoro - Rita P. Bramante - DONNE E TECNOLOGIA MOBILE

    Lettera - Enrico Saravalle - MILANO IN BICI E MEGLIOSpeciale elezioni - Walter Marossi - LAST CALL PER LE AMMINISTRATIVE A MILANO

    VideoLIBERTA DI STAMPA. LETIZIA GONZALES

    MusicaJOHN CAGEDREAM (1948)Percussionista Justin Solarik

    ARTE & SPETTACOLIMUSICA - a cura di Paolo Viola

    TEATRO - a cura di Guendalina MurroniARTE - a cura di Michele Santinoli

    http://www.arcipelagomilano.org/http://www.arcipelagomilano.org/
  • 8/2/2019 N13_2010

    2/16

    EditorialeLIBERTA DI STAMPA E FUTURO DELLA POLITIC

  • 8/2/2019 N13_2010

    3/16

    berto Biorcio ho avuto una forte sen-sazione di estraniamento, nel sensoche vi si discuteva serenamente dellerecenti regionali come delle "primeelezioni del post-berlusconismo": adire il vero Roberto Biorcio, abituatoa trattare idati, si difendeva, ma afatica, da questa impostazione. Mipare che soltanto Di Pietro, dotato dimaggior fiuto cavallino degli altri,abbia qualificato l'idea del declino diBerlusconi, cautelando sui perico1i diquesto tanto atteso Gotterdamme-rung. E credo che Di Pietro abbiatutte le ragioni perche se dobbiamopensare a una Italia post -berlusco-niana, dobbiamo inquadrar1a nei ri-schi che si profilano nei prossimi an-ni non solo per i1 nostro, ma ancheper molti a1tri paesi.Intanto diciamo che se usciamo dalde1irio post-traumatico, irisultati diqueste elezioni sono stati tra i piliprevisti degli ultimi anni: l' astensio-nismo era state annunciato e temutoda entrambe Ie parti; 1a vittoria diVendo1a era nell'aria, come 1a scon-fitta di De Luca e Loiero; l'avanzatadella Lega era data per certa da tutti isondaggi; cosi come l'arretramentodel PDL e del PD, e l'avanzamentodi IDV, ma forse pili di que1 che si everificato, mentre che Piemonte eLazio fossero elezioni altamente co-mpetitive era stato detto da tutti.L'unica vera sorpresa e stata BeppeGrillo, ma non e da ieri che si e dettoche Ie persone minimamente coltenelle scienze sociali sanno benissimoche isondaggi non sono molto utiliper cog1iere le avanguardie: per chise 10 vuol ricordare rimando a Nuc-cio Gilli, Come si fa ricer-ca,(Gilli,1971) 1etto a suo tempo damigliaia di studenti che oggi sonoprofessori e giornalisti e sondaggisti,ma evidentemente se 10 sono dimen-ticato come iracconti Pavese. Nonsono i sondaggisti che devono essereattenti alle avanguardie ma i politicidi professione, e se come e scappatodetto a Mercedes Bresso, ci si e sor-presi perche si pensava che Grillonon avesse preso neppure un voto,vuol dire che qualcosa non funzionanell' organizzazione elettorale dellaBresso e del PD.Fatto salvo il fume fatto circo1are dastolti e mascalzoni, non e state nep-pure sorprendente che la Chiesa siaintervenuta a gamba (Ie due gambe)tesa, chi si commuove per le furbatee rimasto incantato del trucco daquattro soldi di attaccare gli abortisticon Ie grancasse e il giorno dopo da-re un buffetto ai nemici degli immi-

    grati con flauto dolce, anche se que-sto fa parte della ipocrisia pretescache ritroviamo per intero nella im-magine popolare e denuncia uno sta-to di degradazione morale nellaChiesa dei potenti, non facilmenteriscontrabile in altre organizzazioni.E solo gli sto1ti hanno potuto ripeterecon incorreggibile e radicata sempli-ciotteria che 1atelevisione non influ-enza ilvoto: difatti il Cavaliere hapotuto tranquillamente tappare labocca ai suoi critici, accusando per dipili la sinistra di avere imposto unalegge (par condicio) che richiede ilsilenzio, e invadendo tutte Ie bocchetelevisive del paese come uno tsuna-mi. Credo che il Magic Moment deldibattito su questo tema sia statoquando Velardi, che per mestiere daconsulenze ai politici per la loro im-magine televisiva, ha dichiarato sen-za neppure una piega del suo faccinoelegante e affilato dalla soleggiaturacaprese, che la "televisione non con-ta". Faccia abbronzata davvero! Maallora, dove e la sorpresa? La sorpre-sa, come sempre e una questione psi-cologica di gestalt: tutti noi siamoabituati a rimpiangere di non esserestati capaci di prevedere situazioni ecomportamenti, avendo avuto a di-sposizione tutti gli elementi che aposteriori si incastrano nel modo giu-sto esatto. Vediamo i singoli pezzi.Dell'astensione e troppo presto perdire qualcosa di sensato. L'astensio-ne e un fenomeno complesso e nonpUDessere trattato in modo grossola-no: dobbiamo attendere analisi pen-sate sui flussi, per capire almeno chisi e spostato dove. Ma almeno pos-siamo dire che, nel generale aumentodell'astensione in tutte le democrazieoccidentali esistono due tipi di aste-nuti, che per riprendere una distin-zione scolastica possiamo classificarecome "raffinati parigini" e "gli stu-pidi ottentotti". Gli "stupidi ottentot-ti" sono quelli che non votano perignoranza, anaIfabetismo, disinteres-se e perifericita al sistema. Nelle tra-dizionali analisi e1ettorali questa a-stensione si correlava con analfabeti-smo, basso livello di istruzione equindi donne, sud campagna e ten-denzialmente aree di destra e con ivoti nulli.Poi ci sono i"raffinati parigini": que-sti sono gli astenuti per troppo impe-gno e sono quelli che non votano"per protesta", "per far capire" (alIasinistra in genere) che deve cambiarerotta e cosi via. Tradizionalmenteerano voti bianchi, che hanno corre-lazioni opposte a quelli dei voti nul-

    li, e si correlano con istruzione eleva-ta, uomini, citta, Nord, sinistra. II raf-finato parigino e un qualunquista,anche se pensa di non esserlo, perchepur essendolo, 0 considerandosi al-tamente po1iticizzato, i1 suo ragiona-mento e fallace e si basa su una con-cezione poltronesca della democrazi-a. L' elettore, per questi "raffinati pa-rigini" e un po' come 10 spettatoretelevisivo, sta li seduto suI "divano diseta con la coscienza inquieta" e se lapietanza che gli offrono non 10 sti-mola Ie sue papille del gusto, conti-nua a bersi i1 suo scotch con ghiac-cio. Non si considera un soggetto at-tivo, eventual mente critico delle celtedella sua parte politica, ma consape-vole delle conseguenze del voto 0 delnon voto: lui e blase, le ha viste tuttee aspetta che gli portino il piatto disuo gradimento, altrimenti non alzaIe chiappe. Di solito il raffinato a-stensionista e di sinistra.Vediamo invece a1cune altre affer-mazioni, che sono risuonate alIagrande."Berlusconi non ha vinto perche ilPOL ha perso voti". Affermazionedel tutto fuorviante: per Berlusconi ilpartito conta fmo a un certo punto,morto uno se ne fa un altro. Berlu-sconi ha vinto queste elezioni gio-cando come sempre in prima linea efacendo vincere sotto la sua facciapersino candidati di AN, come laPolverini. I voti al POL erano secon-dari."Berlusconi ha perso e Bossi ha vin-to". E' una sciocchezza: la Lega haguadagnato suI e dal POL, ma Berlu-sconi e Bossi sono come una barrettabimetallica e, a seconda delle condi-zioni, si piegano da una parte 0dall'altra, ma non si staccano maioBossi senza Berlusconi sarebbe rima-sto un fenomeno da baraccone pede-montano e Berlusconi senza Bossiavrebbe dovuto inventarselo. La ge-nialita di entrambi e stata, senza om-bra di dubbio, l'aver stretto un pattosuI piano personale tenendo separati ipartiti. Cosi Bossi e libero di produr-si (sempre meno da quando si sonotutti rimpannucciati con lauti stipendidella Stato e di sottogovemo) nellesue studiatissime flatulenze e Berlu-sconi puo cavarsela dicendo che e unbirbantello di cui lui non ha respon-sabilita morale: mentre BerlusconipUD continuare a pasteggiare a piz-zette, champagne e escort (mi sonosempre stupito che mancassero le 0-striche, ma con queUe che si accon-tentano di un mille a notte forse nonsono necessarie) mentre i solidi le-

  • 8/2/2019 N13_2010

    4/16

    ghisti continuano con illoro barbera,pane e salame e famiglia tradiziona-le. Sono come le ali di un aereo chesostengono 10 stesso corpo, ma sonoflessibili, mentre se ci mettessero latrave di un partito unico destinate adandare in pezzi alia prima turbolenza.I seriosi politologi del Carriere siinterrogano ponderando se si tratti diborghesia 0popolo, tutte categorie didue secoli fa e non capiscono che sitratta di segmenti del perbenismo no-strano, di un ceto, strato, classe nonimporta, che e diventato rieeo mentre"governavano i comunisti" facendo isoldi con svalutazione, lavoro neroed evasione fiscale. Per questo sonolegati, come loro stessi dieono benis-simo, da un "idem sentire", una co-mune coscienza di una classe in for-mazione, cui la Chiesa dei potentioffre un potente collante, indifferenteal grido di dolore delle donne e degliuomini della Chiesa dei giusti. Sevogliamo, la vera novita, che peronon e una novita, rna il eonsolida-mento di una tendenza in atto da uncerto tempo, che e molto probabile sieonsolidi ulteriormente con l'affer-marsi della Lega, e cioe l' attrazionedella Lega per UI I elettorato ill sini-stra costituito da lavoratori dipenden-ti e autonomi che nella socialdemo-crazia rossa avevano trovato suppor-to e riconoscimento, rna che ora sonominacciati, come del resto buona par-te del ceto leghista, dalla crisi e dallaglobalita Per queste persone intimo-rite e terrorizzate, la Lega ha trovatoun perfetto capro espiatorio: gli "im-migrati". Clandestini 0 no, neri gial1io slavi sono il parafulmine di tutti iterrori che minacciano 1a "buona vi-ta" di famiglie interamente immersenella logica di una societa dei con-sumi, rna minacciate ora dal soffiogelido della poverta. Come era sue-cesso con gli ebrei, gli immigratifomiscono una spiegazione sempliceper tutti i mali. Non e la prima voltae non sara l'ultima: gli Stati Uniti,pur essendo una societa di imrnigratiha una lunga traduzione di movimen-ti xenofobi.E anche oggi continuando a parlaredi "territorio" e di "radicamento" del-la Lega, si perde di vista il dato difatto cruciale che la Lega (come ilPCI e la DC un tempo) pu o contaresu un numero elevato di persone di-sponibili a dedicare parte del lavoropolitico nel proprio contesto localemotivate da alcune eredenze semplicima forti, sostenute dalle risorse mes -se a disposizione dal diffuse sottogo-verno esclusivo della Lega, ovvia-

    mente destinate oggi ad arricchirsiconsiderevolmente. Cianciare del ter-ritorio come di una entita indistinta egenerieamente benevola, non fa chenascondere fatti che andrebbero in-vece guardati con estrema luciditaForse passerebbe l'uzzolo di metter-si, in ritardo, a "fare come fa la Le-ga", per mettersi inveee a "fare qual-cosa di diverso dana Lega". Non eutopistico, guardare all'esperienza diPietrasanta, Lecco, Torino, ma ancheVenezia, giusto per dare qualche e-sempio.Ma soprattutto non facciamoci illu-sioni con la fine del berlusconismo:se il PDL ha perso, Berlusconi si eportato a casa tre regioni, di cui una,quella del Lazio, di importanza stra-tegica per il softfranquismo che si stacostruendo unificando il perbenismorisentito di ceto medio che sta allabase di entrambe queste forze politi-che, I'oscurantismo anti conciliare elaicofobico del Vaticano, sostenutoda autorevoli voci intellettuali comeGiuliano Ferrara, Ernesto Galli dellaLoggia, Vittorio Messori e ahime, siapure indirettamente, Giancarlo Bo-setti (Bosetti, 2009) con I'immoralitad' alto bordo del consumismo e delcinismo machiavellico (che tantopiace ai realisti come Ostellino 0 Pa-nebianco) del Berlusconismo puro.Come dice benissimo Giovanni Sar-tori, Berlusconi non ha alcun pro-blema a pagare qualsiasi prezzo e ba-ciare qualsiasi anello compreso, persbaglio, quello di Gheddafi (Corrieredella Sera, 2 Aprile 2010). Berlusco-ni vuole una cosa sola, la Presidenzadella Repubblica e per arrivarci devefar fuori chiunque minacci Ie sue ric-chezze e la sua posizione, a partiredai magi strati.In generale che fare? Nel medio pe-riodo, salvo imprevisti per ora nonprevedibili, la sinistra cosiddetta ri-formista e ingabbiata in un sistemaelettorale fintamente bipolare, chegarantisce per molto tempo a venire,anche dal punto di vista del sistemaelettorale, il premio di maggioranzaall'altra parte. Lo garantisce per unsemplice calcolo aritmetico: per arri-yare alla maggioranza tutti i partiti emovimenti fino all'UDC compresadovrebbero mettersi assieme, maquesto non e possibile perche se siingloba rUDC, anche solo come al-leanza elettorale e provvisoria, Gril-lo, Di Pietro e altri gruppi di sinistrase ne vanno, e viceversa. Senza par-lare della barriera posta dal Vaticanoche, come si e visto aRoma, impedi-see la rappresentanza a una grande

    porzione della cultura laica di sini-stra. Ha un bel dire Veltroni che nonsi deve parlare di "sinistra", rna di"centro-sinistra" a "vocazione mag-gioritaria": stando cosi le cose la vo-cazione rirnarra tale. L'illusione diconquistare 1'elettorato dell'UDC eirrealistica. Ma la realta minoritaria egarantita anche in modo profondoperche, anche se (ipotesi di terzograde ) dovesse raggiungere la mag-gioranza dei voti, farebbe la fine delProdi II, perche non ha ancora co-struito l'aereo con Ie ali flessibili, rnaha al pi u una zattera di botti e tronchitenuta assieme con gomene fradice.Quindi, in primo luogo, un PD chevoglia in futuro vincere, deve abban-donare il tennine di riformista, chenon significa piu nulla: tanto le ri-forme le fanno gIi altri. In secondoluogo deve puntare a una coalizionedi idee, non di partiti: non uso il ter-mine "valori", rna sono quelli.Nell' area che non accetta ilberlusco-nismo, esistono a disposizione di unpartito di sinistra forti idee-guidacomuni e condivise sul piano eco-nomico, sociale, di sensibilita cultu-rale e civile, che vengono continua-mente frammentate dagli interessi dipreservazione delle oligarchie interneai vari gruppi. Se non si trova la con-cordanza su un "progetto" comune diidee per il domani, nessun accordofunzionera maio Infine si deve ab-bandonare la difesa cieca di un bipar-titismo che e sempre piu imperfettoanche se in modo contrario a quellodi Giorgio Galli (Galli, 1967), nelsenso che questa volta il bipolarismoc'e nelle sigle, rna non nella realta.Volete convincervi? Dove esiste unvero sistema bipolare come in USA,rna anche in Francia, si capisce subi-to chi ha vinto 0 perso, sia pure peruna manciata di voti. Qui dopo le e-lezioni hanno sempre vinto tutti.Nell'immediato, che fare a Milano?Qui la sinistra non e maggioritaria,rna e relativamente pin forte che nelresto della regione e la disputa ch e sie subito aperta tra Lega e Moratti a-pre una opportunita importante. Larinuncia di Penati a ricandidarsi (attodi cui dobbiamo essergli grati, anchese forse faceva parte del covenantdella sua candidatura alIa Regione)apre un'altra opportunita, nel sensoche obbliga alla ricerca di un nomenuovo. Non sprechiamola con l'im-broglio delle primariel Le primariesono un modo per legittimare le scel-te degli apparati: qualsiasi candidatoscelto dal1'apparato del PD con pri-marie interne perdera Mi permetto di

  • 8/2/2019 N13_2010

    5/16

    riportare quello che ho scritto a Ma-jorino martedi 30,alle 15.26 primache la parola primarie emergesse dal-la nebbia dena batosta: "Ciao Majo-rino, davvero questa volta la dirigen-za del PD non si pu o pili permettereun minima errore. Pero prima delleprimarie, che sana comunque unaelezione con le sue regole e i suoivincoli, io proporrei che un gruppoavanzato del PD organizzi, con altreforze, una sorta di Stati Generali del-la sinistra, con una discussione lunga(anche un paio di giorni) aperta a tut-ti in cui le varie forze progressistemilanesi si facciano avanti, dicano lelora ragioni, si scazzino apertamente.Poi (ovviamente) i partiti e igruppiorganizzati faranno (presto) Ie loroscelte ed eventual mente anche Ieprimarie. Facciamo correre un po' dicavalli in pubblico per vedere comesi comportano, non alleviamo i pule-dri di nascosto nelle stalle per tirarnefuori all 'ultimo momenta uno, maga-ri balzano e magari spompato. Cerca-te di non ripercorrere i vecchi riti. Sie visto che non funzionano pili G".

    Un pomeriggio di febbraio in pienaIuce. Un "ragazzo" dipinge un muret-to che fa da cinta a uno spazio giochiper I'infanzia dentro ai giardinettidella "Fontana" (via Cusio a Mila-no). Arriva una volante, entra nelparco, scendono agenti "in borghe-se".II "ragazzo" viene fermato, le bom-bolette sequestrate, somministratiuna multa di 450 Euro e un verbaledi apertura di un procedimento pena-Ie. Sono le 16.10 e pieno giomo, il"ragazzo" non ha tentato fughe, hafomito i documenti, e rimasto sbigot-tito. 11 fatto e che dipingere questomuretto e sempre state consideratoda lui e da altri giovani graffitariuu'azione "legale", anche perche daalmena venti anni (me 10 ricordoperche portavo li il figlio all'asilo ... )periodicamente i ragazzi "10 sbian-conano" per sostituire i graffiti piuvecchi 0 sbiaditi con altri pili nuovi ecolorati (vedi immagini in copertina).Questo fatto paradossale e simbolicodella politica schizofrenica 0 inesi-stente dell' amministrazione comuna-le sul tema graffiti. Anni fa Sgarbiorganizzo una mostra di graffitari eprotagonisti della street art al PAC di

    Ribadisco: Ie primarie non servono amobilitare l'elettorato, ma solo i mi-litanti. Anche negli Stati Uniti nonsono quel quisisana della partecipa-zione che il provincialismo del mon-do politico italiano da per scontato.In molti casi, anzi, servono proprio alimitare il voto ai "registrati", e poi-che spesso queste "registrazioni" so-stituiscono il certificato elettorale(che negli USA non e rilasciato dalcomune, ma dai singoli partiti) sono,come e noto, il fattore principale del-la bassa partecipazione al voto, conl' esclusione di nuovi elettori (chespesso sono anche i nuovi arrivati).Spero che Arcipe/ago si faccia pro-motore di una campagna contro leprimarie del PD, se non sono prece-dute da una discussione ampia anchecon le altre forze e soprattutto conquelli che non hanno votato. Ann hopreso una decisione, se ilPD si osti-nera con questo rito magico delleprimarie, non andre a votare.RiferimentiAA. vv. Per un 'altra campagna. Rifles-sioni e proposte sull 'agricoltura periur-

    CulturaGRAFFITI. UNA STORIA INFINITA?

    Pier Vito Antoniazzivia Palestro. Ma anche gli assessorialIa cultura e ai giovani successivi e10 stesso sindaco hanno promessospazi alIa creativita giovanile (recen-temente ancora una mostra alla Fab-brica del vapore di via Procaccini)ma contemporaneamente si spendeper "pulire" e si multa chi dipinge.Sembra una spirale infinita percherisultati dal punto di vista del decoronon se ne vedono. E' sicuramentedifficile conciliare l'esigenza di unacitta pulita e decorosa con quella deigiovani di esprimersi, farsi conosceree anche criticare la societa. Ma senon si osa sulla strada della reciprocaresponsabilita e del reciproco ricono-scimento non si andra da nessunaparte. Si e osato (grazie all' emergen-za e all'impegno di don Colmegna eOpera nomadi) con il "patto di legali-ta" con irom .... Non si puo osare an-che con i nostri giovani una chancedi dialogo? II Comune (e le sue a-ziende) potrebbero proporre un "Pat-to per il decoro" ai giovani graffitaricreativi.Lo scambio contrattuale potrebbeessere tra spazi pubblici di espressio-ne e visibilita (muri, tram, metro, ...magari con pellicole protettive sosti-

    bana, Maggioli, Satarcangelo di Roma-gna 2009Robert A.Beauregard, When AmericaBecame Suburban, University 0/ Minne-sota Press, Minneapolis 2006Giancarlo Bosetti, I I fallimento dei laicifuriosi, Rizzoli, Milano 2009Giorgio Galli, II bipartitismo imperfetto,If Mulino, Bologna 1967Gian Antonio GiZZi, Come si fa ricerca,Oscar Mondadori, Milano 1971Nicola Gratteri, Antonio Nicaso, Fratellidi sangue, Mondadori, Milano 2009Hugues Lagrange, Oberti, Marco,Emeutes urbaines et protestations, unesingularite francoise, Presses de SciencePo, Paris 2006 (trad.it. La rivolta delleperi/erie, Mondari,Milano 2006).Guido Martinotti, "Gli italiani sono fa-scisti ma (forse) non 1 0 sanno ", in Rena-to Treves, Treves: spirito critico e spiritodogmatico, UNIMIB-Angeli, Milano2009, pp.123-144; Autant en emporte levent. i.Espace et populat ions dans la me-tropole de troisieme generation in Bel-geo, 2006-4Giorgio Ruffolo, II capitalismo ha ise-coli contati,gli Struzzi Einaudi, Torino2008.Aldo Schiavone, L'Italia contesa, Later-za, Roma 2009

    tuibili) per igiovani e lora impegnoalla legalita e alla rinuncia all'imbrat-tamento.Non e un percorso facile ma sonoconvinto che se un certo numero di"firme" del mondo graffitaro e dellastreet art, pseudonimi che sono unmito per chi inizia 0 si avvicina aquesta pratica, sottoscrivessero que-sto impegno, svolgerebbero un ruolodi traino ed esempio nel confrontodegli apprendisti imitatori,Molti ragazzi partono dalle "tag",cioe dalle firme sui muri che sporca-no senza valore artistico. Per loro ilrischio e poco ed e un modo di farsapere al mondo e agli amici che esi-stono.Quelli che veramente si appassiona-no studiano e ristudiano l' arte discrivere lettere e abbinare colori.Dobbiamo dare la possibilita a chicrede in questa forma di arte di e-sprimersi in modo legale (anche suimuri e i mezzi di trasporto) e chiede-re loro di parlare ai propri coetaneiper separare l' espressione artisticadal puro imbrattamento.Se c'e da lavorare a un tavolo con igiovani creativi di strada come Fab-brichetta e arcipelagomilano.org sia-

  • 8/2/2019 N13_2010

    6/16

    mo disponibili. E' un'utopia? DicevaJohn Fitzgerald Kennedy che "un

    passo e solo un passo, rna senza ini-ziare a fare un passo non percorrere

    mo mai cento miglia ... ".

    CittaOLTRE LA CINTA DAZIARIA: MILANO DOV'E'?Valentino Ballabio

    L'idea di Arcipelago di ragionaresulla "ricchezza della citra" rimandaintanto a un semplice interrogativo:la citta dov'e? Dove inizia e dovefinisce? Per valutare quali e quantericchezze, ed anche purtroppo caren-ze e mediocrita, vi sono contenute einfatti necessario definire il conteni-tore.Qui la discussione rischia di arenarsisubito perche l'interpretazone preva-lente della "citta infmita" porta allaresa di fronte ad una realta apparen-temente indefinibile. Poiche la citrasi propaga verso la Svizzera convie-ne accontentarsi di una governancefluida, limitarsi a lab i li intese tra glienti esistenti, affidarsi alle virtu ma-giche della "rete".Tuttavia la citta infinita, che e il pro-dotto e non la causa del mancato go-verno strategico del territorio, coprela carta geografica "fisica", distintadalla carta "politica" che segna lefrontiere e le rispettive pertinenzevariamente colorate. Chiaramente lacarta politica muta con gli eventi del-la storia che, mediante guerre e armi-stizi , annessioni e secessioni, hannodi volta in volta fissato "arbitraria-mente" idiversi confini. E' altrettan-to vero che la globalizzazione delpresente secolo ha travolto moltaparte dei confini tradizionali. Questofenomeno pen') riguarda, per cosi di-re, ilsoftware del sistema, ovvero lamobilita delle persone e delle mercinonche 18diffusione di beni immate-riali. Diverso il dicorso per l'hard-ware, ossia la base fisica costituitadal territorio e dalle restanti risorse

    naturali idriche, energetiche, atmo-sferiche (guarda caso i quattro ele-menti empedoclei).Ora se a livello del software non edannoso e talvolta vantaggioso - quile scuole di pensiero hanno ampiapossibilita di confronto - lasciar farealla "mano invisibile" del liberomercato non altrettanto si puo dire alivello dell 'hardware, che tratta dirisorse primarie limitate. Quindi ilconsumo del suolo, cosi come l'ef-ficienza energetica, la disponibilitadell'acqua e l'inquinamento del-l'aria, devono essere poste sotto con-trollo da una mana cosciente e re-sponsabile, possibilmente capace diimpugnare la matita che disegna apriori la costruzione territoriale eambientale. Tocca allora alle istitu-zioni elettive guidare e controllare,esercitando competenze definite den-tro ambiti territoriali determinati, iquali peraltro individuano due altrifattori essenziali delle democrazieprogredite: il diritto di voto e la tas-sazione. I diversi livelli istituzionalidevono inoltre coordinarsi dentrol'ordinamento generale, evitando do-ppioni, sovrapposizioni e rimpalli diresponsabilita. I principi di sussidia-rieta (verticale), di adeguatezza e dif-ferenziazione, sanciti dall'art. 118della vigente Costituzione, offronocriteri precisi per una seria azionepolitica di riordino e avvicinamentoagli standard europei.Tornando allora alIa domanda inizia-le (Milano dov'e? ) si ripropone laquestione dei confini. Nella storiaMilano e risorta dalla distruzione del

    -6-

    Barbarossa fondando i propri contor-ni e ampliandoli nei secoli - dallacerchia viscontea ai bastioni spagnoli- fino alla "cinta daziaria" del primonovecento, geniale espediente di de-tassazione e sviluppo. Tuttavia il da-zio comunale e stato abolito nel 1974e da allora Milano non 11asaputo pinrelazionarsi col proprio intorno, sinoa subire la "scissione" di Monza eBrianza. Scissione antistorica (aMonza vige il rito romano, mentre Ieparrocchie brianzole sono fieramenteambrosiane) e antieconomica (ilmercato del lavoro come il mercatoimmobiliare insistono nella medesi-rna dimensione metropolitana) bensitutta politica: protesta verso il centra-lismo e unilateralismo del capoluogo.Per non parlare del sistema dellarnobilita, analizzando il quale un re-cente studio di Giuseppe Boatti indi-vidua chiaramente gli "spartiacque"dei movimenti quotidiani, ovvero -con ottima approssimazione - i con-torni della possibile citra metropoli-tana.Infine Milano se e troppo piccola pergovernare adeguatamente insedia-menti, infrastrutture e ambiente, e inpari tempo troppo grande per gestiredemocraticamente le proprie perife-rie in mancanza di un vero decen-tramento, responsabile a pieno titolodi servizi alla persona, aggregazionesociale, manutenzioni e pulizia, si-milmente ai comuni dell'hinterland.Sotto questa profilo, come ebbe adire a suo tempo il Cardinal Martini"Ia citra e troppo grande per sentirsiuna".

  • 8/2/2019 N13_2010

    7/16

    Dall' ArcipelagoI CIRCOLI DELPD E LE ELEZIONI COMUNALI

    Guglielmo LozioLe correnti costituiscono uno dei piligravi limiti del PD: impediscono laformazione di un partito dalla forteidentita e minano la sua credibilitapresso gli elettori. Lo Statuto recita:"II Partito Democratico riconosce erispetta il pluralismo delle opzioniculturali e delle posizioni politiche alsuo interno come parte essenzialedella sua vita democratica." Invece, esotto gli occhi di tutti che siamo inpresenza di vere e proprie correntiorganizzate che vanno ben aldila delpluralismo delle opzioni culturali.Gia il partito e diviso nelle tre com-ponenti uscite dalle primarie cui siaggiungono le correnti interne a ognicomponente. Correnti che privilegia-no la difesa del proprio orticello, laricerca di visibilita, la pretesa di postiin ogni elezione e la lottizzazione dipoltrone in ogni organismo. Cosi, ildibattito schietto e approfondito chedovrebbe elaborare un serio progettodi societa scade in meschine diatribeinterne. A danno della credibilita delPD e con 1acrescita della disaffezio-ne fra gli elettori.A Milano, alle primarie per l'elezio-ne di Cornelli si sono presentate treliste separate, e bloccate, rappresen-tanti le tre componenti. E ogni listaera suddivisa fra le diverse correnti.E' vero che una sciagurata normadella Statuto, prevede che pili listepossano appoggiare un singolo can-didato, ma visto che tutte sosteneva-no 10 stesso coordinatore, sarebbestato logico presentarne una sola.Non voglio immaginare le lotte inte-

    stine per le candidature aile Regiona-li. Le elezioni comunali, possono es-sere l' occasione per superare, almenoin parte, queste logiche spartitorierilanciando la partecipazione dei cit-tadini attraverso i circoli.I quali, individualmente0 accorpati alivello di zona, dovrebbero organiz-zare assernblee, con diritto di voto, dicittadini, organizzazioni, associazio-ni, comitati presenti sul territorio. Daogni assemblea dovrebbero uscireindicazioni relative al candidato/isindaco (anche pili di uno se non siaccordano su un solo nome), ad al-cuni candidati al Consiglio comuna-le, a pezzi di progrannna che partanodalle esigenze del territorio, nell'otti-ca di costruire un progetto di citta edella sua amministrazione. Tutto cioa prescindere dal fatto che alle ele-zioni siano previste le preferenze dicandidati imposti dall'alto.Inoltre, si dovrebbe costituire un Co-ordinamento cittadino dei circoli, e-letto dai circoli stessi e non nominatodall'alto, che raccolga le indicazioniemerse dai circoli, ne faccia una sin-tesi e proponga il candidatoli sindaco(2-3 persone se non si accordano suun solo nome), una parte dei candi-dati al Consiglio e ampi pezzi di pro-gramma da discutere con gli organi-smi superiori, per giungere a una sin-tesi condivisa, ma non impostadall'alto. 11tutto dovrebbe conclu-dersi con le primarie. Ogni candidatosindaco dovrebbe essere appoggiatoda una sola lista. A proposito delprograrnma, da esso dovrebbero de-

    rivare le indicazioni per le alleanze.Altrimenti ci troveremmo di fronte asemplici accordi di potere. I candida-ti ai C.d.Z. (consigli di zona), invece,dovrebbero essere eletti fra quelliindicati dalle assemblee dei circoli.Nelle assemblee chiunque puo can-didarsi.Tuttavia, i circoli dovrebbero predi-sporsi a proporre e presentare perso-ne gia contattate e che abbiano giaespresso un orientamento di disponi-bilita a candidarsi. Persone non pro-poste perche appartenenti a questa 0a quella corrente, rna perche di valo-re, perche conosciute, perche godonodi fiducia, di prestigio e, possibil-mente, perche esperte dei meccani-smi della pubblica amministrazione.II dibattito delle assemblee potrebbeincrinare le logiche correntizie e, so-prattutto, ricreare un clima di fiduciaverso ipartiti.Non e detto che tutti i circoli aderi-scano a questo percorso. Ma cio nondeve impedirne la realizzazione. Siparte con chi ci sta. Basta un numerodi circoli sufficientemente ampio,anche se non necessariamente mag-gioritario.La costruzione di una partecipazionedal basso e troppo importante pernon essere perseguita ad ogni costo.Manca un anno alle elezioni. Nell'a-reo di un mese si dovrebbe essere ingrado di indicare, nei circoli, i candi-dati e alcuni punti del programmaper procedere, poi, rapidamente ariunioni di coordinamento, e quindiaile primarie.

    UrbanisticaSOTTO LA STRADA NULLA: PGT E CITTA SOTTERRANEANino Bosco

    Milano sta elaborando il Piano diGoverno del Territorio con l'obiet-tivo dichiarato di ripensare la citra intutti i suoi aspetti territoriali, urbani-stici e dei servizi. II settore delle retitecnologiehe (acqua, energia, comu-nicazione) e uno dei comparti strate-

    gici per il rinnovo della citta. Le retisono una maglia intrecciata che siestende nel sottosuolo stradale, favivere la citta e migliora la qualitaurbana. La sua creseita nel tempo estata in parte caotica, in molte aree isistemi sono vecchi e ineffieienti e

    7

    presentano notevoli disservizi conl'attivazione di tanti cantieri per lalora manutenzione. II funzionamentogiornaliero non sempre e effieiente eincide sul fiuire della vita cittadina.Esso arreea alti costi soeiali (bIoeeodel traffico, inquinamento, ritardi e

  • 8/2/2019 N13_2010

    8/16

    aumento dei costi del servizio in bol-letta) e detennina una bassa qualitaurbana con notevoli sprechi dovutiaIle perdite e alla vetusta delle retiche ricadono sulla bolletta dei citta-dini.Nuove regole. IIDPCM Micheli del3/3/99 ha posto la necess i ta di cono-scere i sottosistemi, di pianificare ilsottosuolo urbano e gestirlo attraver-so il Piano Urbano del Sottosuolo(PUGSS) per combattere il degrado ei disservizi presenti nella citta Le retisvolgono un servizio di pubblica uti-lim, esse devono rispondere aile ne-cessita dei cittadini e non a semplicilogiche aziendali dei gestori. La Re -gione Lombardia con la leggen.26/03 completata dal regolamentoregionaIe n.6/10 ha fatto suoi questipunti e Iiha norman a livello legisla-tivo. La legge regionale stabilisceche tutti i comuni devono pianificarel'uso del sottosuolo stradale e gover-nare 10 sviluppo delle infrastruttureper I'aIloggiamento dei sottosistemi arete. II concetto di servizio alla citta estato maggionnente precisato daIlanuova legge urbanistica lombarda"Governo del Territorio" (n 12/05),dove viene prevista l'elaborazionedel Piano dei Servizi. II Piano deiServizi (art 9 c 8) e integrato, perquanto riguarda l'infrastrutturazionedel sottosuolo, con le disposizioni delPUGSS, (art 38 della l.r. 12112/03n026). Questo e il nuovo percorsononnativo ehe la Regione Lombardiasi e data e che iComuni sono tenuti a

    reaIizzare per govemare il lora terri-torio in sintonia con le strategie dellaProvincia di riferimento.La IV dimensione urbana. II PGT diMilano in discussione ne l ConsiglioComunale e privo del Piano del Sot-tosuolo che e obbligatorio e rappre-senta la IV dimensione urbana che vagovemata.Bisogna recuperare, elaborando ilPUGSS nell'ambito del Piano deiServizi. La proposta del Piano diGoverno del Territorio di attirare aMilano 500 mila persone in pili (co-me dire Monza, Brescia, Bergamo,Como messe insieme) deve far riflet-tere. Le nuove costruzioni determine-ranno la richiesta di nuovi apporti dirisorse energetiche, idriche e di co-municazione che dovranno esseresoddisfatte dalle reti tecnologichech e non sempre sono adeguate. Lefognature di Milano sono al limiteidraulico e quindi rischiano di nonreggere gli apporti idrici dovuti agliscarichi dei nuovi immobili che sonoprevisti in alcune aree della citra,Non basta, quindi, decidere di costru-ire nuovi immobili, bisogna pensarecome dotarli di adeguati servizi a retesia superficiali che sotterranei perrispondere aIle richieste di efficienzae di economici ta ,La funzione dei sottoservizi ed e l e -menti del PUGSS. II sottosuolo e unpatrimonio naturaIe che per molti an-ni e state sottovalutato 0 trascurato.Nel momenta in cui si pensa la tra-sformazione e il miglioramento della

    citra bisogna pensare in paraIlelo algoverno del sottosuolo e del sopras-suolo stradale che resta come nn'areabianca nei Piani Urbanistici. La IVdimensione che e "nascosta"e nonimmediatamente visibile e aItrettantoimportante per la vita della citra equindi va " scoperta" e normata. Lapresenza di supporti logistici, di ser-vizi aile attivita e di sottoservizi effi-cienti in un'area favorisce la crescitadelle imprese e la coesione della vitasociaIe e valorizza il territorio urbanocreando sviluppo economico, occa-sioni occupazionali e qualita urbana.Attira gente e imprese. L'uso del sot-tosuolo urbano e fortemente condi-zionato dalle sue caratteristiche geo-logiche e sismiche.Milano e una citra d'acqua con undiffuso reticolo idrico e una falda i-drica superficiale. Questa risorsa euna delle maggiori ricchezze naturalidella citta e storicamente ha incisosullo sviluppo socia - economico diMilano.Pertanto la scelta d'infrastrutturazio-ne deve essere effettuata evitando diposizionare le opere aI limite 0 den-tro la falda idrica per non detennina-re degradi idrogeologici e attivare Ieinevitabili impenneabilizzazioni. Glierrori del passato siano d'insegna-mento. La predisposizione del Pianodel Sottosuolo e un obbligo di leggee un ' opportuni ta che bisogna coglie-re per coniugare la sperimentazionecon la ricerca della qualita e dell'ef-ficienza urbana di Milano.

    Primo PianoCHI tCONTRO L'ABORTO NON tPER LA VITAAlessandra TanliDi nuovo si parla di aborto e soprat-tutto s' interviene sulle modalita concui l 'aborto viene procurato: pillola 0intervento chirurgico sana modalitadell' aborto e quindi e oltremodo pro-pagandistico attaccare la pillola RU,in luogo di affrontare la modificadella legge sull'aborto. Mi pare chetomi a farsi sentire in modo preoccu-pante la mentalita maschilista dell'u-

    omo italiano, ch e non collabora incasa, che lascia la cum dei figli tuttialla donna, che non modifica la legi-slazione per rendere la nascita di unfiglio un evento che di fatto rimanetutto sul1e spalle della donna.Perprima cosa bisogna chiedersi perchesi abortisce e chi abortisce. Intantonon credo che nessuna donna prendala decisione a cuor leggero: e sempre

    8

    un trauma. Vi ricordate illibro dellaFallaci: "lettera a un bambino mainato"?La mia eta mi pone al di sopra delproblema, perche dopo i50 anni ilproblema non si pone pili.Intanto i figli si fanno in due: quindicome prevenire gli aborti. Ne Cota neZaia nella loro crociata stanno par-lando di prevenzione. Prevenzione

  • 8/2/2019 N13_2010

    9/16

    significa educazione sessuale, signi-fica "valori", rna significa anche ser-vizi per le mamme. Avere un bambi-no, in una sinzazione di famiglie mo-nonucleari 0 addirittura di donnesingle, significa, se il coniuge 0compagno non e collaborative, spes-so per le donne rinunciare alla loracarriere, che dieo, rinunciare al lavo-ro tout court. Infatti in Italia il tassodi attivita delle donne e ilpili bassod'Europa. D'altra parte se I'asilo ni-do costa pili dell'Universita, nonpossiamo scandalizzarci se il tasso dinatalita in ltalia e 1, 39 per donna. IIrisultato e un invecchiamento dellapopolazione, con gli ultra sessanta-cinquenni superiori al 20% della po-polazione. Mi pare strano che nessu-no, quando di parla del tasso di svi-luppo dell'Italia, richiami il problemadell'invecchiamento della popolazio-ne. Per fortuna che ci sono gli imrni-grati, che sono giovani e lavorano pernoi!Dicevo prevenzione. Ma quale pre-venzione e possibile se i modelli deinostri giovani sono "il grande fratel-10", mentre la castita, la vecchia "pu-rezza di Maria Goretti" sono idealinon pili presenti. Cosa vedono i no-stri ragazzi? Da cosa sono educati?Anche se vanno nelle scuole cattoli-che, cosi care alla gerarchia, per cui iVescovi appoggino un modello dileader che proprio della castita nonsa che farsene, poi i giovani sono fra-stomati da spettacoli televisivi che

    annullano completamente i messaggiricevuti in casa e a scuola. Richiama-re al valore della persona, al fatto chel'amore non significa sesso, e Ia sfidaperduta di questa generazione. Vorreiricordare che trent'anni fa Ieggesull'aborto voleva eliminare una pra-tica molto diffusa, quella degli aborticlandestini, che facevano morire ledonne. E' a questo che i politici dellaLega vogliono ritomare? Alla messaal bando, fino alla morte, delle donneche abortiscono. Ma per ilfiglio none intervenuto anche un uomo? E que-sto partner perche non si prende lesue responsabilita?La lotta all'aborto si ottiene con Iaprevenzione, sull'educazione sessua-le prima, e poi con istituti e serviziper favorire la natalita. Tenendo conche i figli fanno bene non solo ai ge-nitori, ma a tutta la collettivita, e cheIe pensioni di domani potranno esse-re pagate solo se ci saranno giovaniche lavorano (la capitalizzazione euna pura illusione, in quanto se i ca-pitali, risorse finanziarie, non sonovalorizzati col lavoro, risorse umane,non producono autonomamente ric-chezza! Abbiamo visto corne la so-vrastruttura finanziaria dei primi anni2000 abbia portato a una crisi gravis-sirna). Quindi servizi per la natalita.Se gli asili nido fossero gratuiti, esoprattutto ci fossero, se ci fosseroservizi per le mamme nei prirni mesidi vita dei bambini, quando la mam-ma, dopo il parto, rirnane spossata e

    dare da mangiare 6 volte al giomo aun bimbo non e una passeggiata,probabilmente nascerebbero pilibambini.La Francia e un esempio in questocampo. Purtroppo forse il ricordo dipolitiche del ventennio per le cullepiene, per avere "came per la guer-ra", e forse troppo presente in alcunipolitici, con il risultato che mancanopolitiche per la farniglia e gli stessiassegni farniliari sono "un'elemo-sina".Per evitare l'aborto ci sono molte vie.Anche la Chiesa ammette la paternitaresponsabile: i metodi naturali, che siassociano a una concezione di unapersona "responsabile" sono accetta-ti, rna non ditemi che in Italia tuttisono seguaci della Chiesa: Ie chiesesono vuote, chi va a messa e una rni-noranza e soprattutto la prevalenza edi persone anziane!Quindi prevenire I'aborto con le pra-tiche anticoncezionali, con educazio-ne, evitando che Ie ragazze si "rega-lino", corne fanno Ie protagonistedelle trasmissioni televisive: forsemeno veline e meno calciatori in TV,direi meno TV tout court, sarebbe lacura rnigliore contro l'aborto.E alIa Chiesa chiedo, invece di parla-re solo di aborto, di insistere per latutela della vita non solo prima chenasca, rna anche dopo: gli immigratisono persone nate, perche a essi me-no attenzione che a un feto?

    MobilitaFACCIAMOLA FINITA: VIA LE AUTO DA MILANO

    Maurizio MottiniLa vicenda dei parcheggi e un'altratestimonianza dell' inconsistenza delSindaco Moratti e della sua Giunta.Dopo lunghi anni di attesa nella pro-sciugata Darsena sono cresciuti albe-ri e ora il parcheggio non si fa pin (esi dovranno pagare danni). Non sipoteva decidere prima? A S. Ambro-gio invece, dopo anni di "stop andgo" il parcheggio invece si fara, InP.za Meda ilavori stanno proceden-do (rna era proprio necessario un

    parcheggio?). Mentre in P.za )L'{VAprile non si capisce cosa succedera,mentre il Teatro Smeraldo e andatoin crisi come pure molti commercian-ti della piazza. Invia Gavirate, l 'areadi fronte al Liceo Vittorio Veneto eall'istituto Ettore Conti, e recintatada12005. Gli esempi potrebbero con-tinuare.A volte ci sono delle proteste contro iparcheggi. A volte sono anche giusti-ficate. Ma non sempre. Perche non

    9

    sentire anche l'opinione di quei citta-dini che con i Ioro soidi vogliono to-gliere dalla strada la lora automobile,facendo quindi un piacere a tutti? Disolito la protesta e per difendere Iepiante. Ma in genere a lavori finiti, Iepi ante aumentano. Perche invecenessuno difende gli alberi e le aiuoledei nostri viali che sono aggreditidalle auto in sosta? Le aiuole sonoscomparse e ci sono solo sterrati fan-gosi 0 polverosi dove le macchine

  • 8/2/2019 N13_2010

    10/16

    sono addossate alle povere piante.Tutti i pili bei viali di Milano sonoridotti cosi. I viali Canova e Melzid'Eril, tutto Corso Sempione, ForoBonaparte, via Marina come pureVia Washington, via Sardegna, viaElba, via Morgagni, Via BenedettoMarcello (a parte l'ultimo tratto ri-qualificato da un parcheggio sotter-raneo).Gli esempi della sconcio delle bellevie trasformate in parcheggioall'aperto potrebbe continuare a lun-go. E tutto do non genera protestaalcuna! Ma consideriamo il temaparcheggi distinguendo le diversetipologie. Ci sono gli utilissimi par-cheggi d'interscambio col metro alIaperiferia e forse in futuro anche fuoriMilano alle stazioni delle ferrovie.Sono ancora pochi e sono cari. Po-trebbero essere gratuiti, almeno pergli abbonati all' ATM! Sono gia ingestione a quest'azienda! I parcheggia rotazione sono necessari solo inqualche caso. IIparcheggio realizzatomolti anni fa per il Policlini-co/MangiagaIli, in via San Barnabarisponde a giuste esigenze. Cosi pureper quello di via Vittor Pisani anchese aneora un po' Iontano dalia Sta-zione Centrale. Quelli realizzati invia Mascagni e vicino al Dal Vermeerano meno necessari. Ma ci sonoaltri parcheggi a rotazione in pro-gramma molto discutibili. Insomma iparcheggi a rotazione hanno un difet-

    Leggendo Ie analisi della recentissi-rna tornata regionale si ha comel'impressione di un clima di disfatta,di generale scoramento, di perduranteapnea elettorale. Come se, con il pas-sare del tempo, anno su anno, restas-se al centrosinistra e al suo pilastrocentrale, il PD, solo una condizioneper cosi dire, strutturalmente e defi-nitivamente minoritaria, di fronte aldilagare delle armate della destrabossiana e berIusconiana. Ma, perdo-nate ilpuntiglio, Ie cose stanno dav-

    to: possono attrarre traffico e proprionon ne abbiamo bisogno.IIvero problema di Milano e la man-canza di parcheggi per i residenti.Parcheggi che non servono per il te-rna del traffico, della sua fluidifica-zione. Servono per il decoro e la vi-vibilita della citra, Non ci puo essereuna politica d'isole pedonali senzaaffrontare il problema parcheggi perresidenti. Non si pu o ridare dignita atante parti della citta senza far spariretutti i parcheggi all'aperto che occu-pano anche 10 spazio dei pedoni erendono impossibili tracciare i per-corsi per Ie biciclette. Non basta cer-care in questa 0 quella parte della cit-ta qualche piccola area che si reputisufficiente per un parcheggio. Si de-ve puntare sulle piazze idonee e so-prattutto sui grandi viali, sufficien-temente ampi da rendere praticabilel'interramento di migliaia di auto diresidenti per ciascun intervento. Oc-corre un progetto di grande respiro,per dare una svolta radicale all'usodel suolo pubblico, che non puo esse-re riservato aIle auto in sosta.Quindi mettiamole sottoterra senzaspender soldi dei contribuenti rna conIe risorse dei proprietari di automobi-Ii! Le auto a Milano ci sono e se an-che i milanesi non ne comprasseropili neppure una, occorrerebbe met-terne sottoterra 300-400 mila per re-spirare e far respirare gli alberi dellepiazze e dei viali della citra. Scorag-

    SocietaDOPO IL VOTO NON TUTTO E' PERDUTOGiuseppe Ucciero

    vero cosi? I numeri, che hanno la te-sta pili dura di qualsiasi percezione,idea, analisi 0 ipotesi, legittimanoeffettivamente iclamori trionfali del-la destra e il ripiegare malinconicodel centrosinistra? Davvero siamomessi cosi male, da non poter pensa-re ad altro orizzonte, per i prossimianni, che non sia il rifugiarsi nelleridotte appenniniche dell' ex PCI eattendere che passi la tormenta? Pernon saper ne Ieggere ne scrivere, conqualche amico, mi sono allora messo

    10

    giare l'uso delle auto dove c'e un ab-bondante servizio pubblico di tra-sporto e adottare una severa politicadella sosta in superfieie quando c'epossibilita di sosta in parcheggi inter-rati per residenti. E' utile procederealIa chiusura del traffico entro la cer-chia dei Bastioni 0 quanto meno pas-sare alla "congestion charge" valedire l'ingresso in centro a pagamen-to. Ma ci vogliono posti di parcheg-gio per i residenti se vogliamo libera-re il centro della citra dalle auto insosta.Perche non usare via Palestro per ungrande parcheggio per senza toccareun albero? Di P.za Sant' Ambrogio sie gia detto. II parcheggio a un solopiano. di via Zecca Vecchia perchetrasformarlo in un pluripiano per re-sidenti con un progetto di qualita?Nella via Calatafimi oggi c'e gia un(brutto) parcheggio alI'aperto. Inter-riamolo! Riconsegnamo parti impor-tanti del centro citra ai pedoni. Per inuovi macro-interventi di Garibaldilex Varesine e City Life, non do-vrebbero avere neppure un posto autoa rotazione.Ci si arrivi solo con mezzi pubblicigia esistenti 0 programmati! Impos-sibile? Non credo. Certo non si puoprogettare come si e sempre progetta-to.Non possiamo pili permettercelo sevogliamo liberare Milano dalla rnor-sa delle auto.

    a fare qualche modesto conticino, diquelli propri della "serva" fatti su11acarta del droghiere, nulla ache vede-re con Ie sofisticate analisi inforrnati-che degli istituti di ricerca e dei poli-tologi esperti di flussi e controflussi,cosi coinvolti nel loro vortice chealIa fine rischiano di perdere il sensogenerale delle cose.Ci siamo limitati a fare qualche mo-desta addizione aritmetica e qualchealtrettanto modesto calcolo percentu-ale sui voti registrati nelle ultime ele-

  • 8/2/2019 N13_2010

    11/16

    zioni regionali e guardate cosa vienefuori:a) totale dei voti del centro sinistra(compreso anche il Movimento 5stelle): 10.273.246 voti;b) totale dei voti del centro destra:10.651.670 voti;c) differenza: 378.424 voti pariall'l ,69% sui totale dei votanti.Ildato e oggertivamente stupefacentee contraddice in modo patente, asso-luto e quindi incomprensibile, la per-cezione diffusa dell'esito del voto:tra i2 schi e ramen ti passa su base na-zionale una leggerissima differenza,assolutamente marginale e del tuttorecuperabile, quantitativamente, insede di elezioni politiche generali.Qualche Pierino, del tipo Brunettaammesso che il poveretto ne abbiaaneora voglia e fiato, potrebbe anehesollevare dubbi suI fatto che i voti delMovimento 5 stelle siano ascrivibilial centro sinistra: personalmente cre-do di S 1 , credo che gli elettori chel'hanno sostenuto siano espressioneprevalente di questo schieramento,rna anche se si escludessero (rna, ri-peto, non si dovrebbe) questi voti, lapercentuale di differenza passerebbedall'1.69 al 3,46 %, insomrna tut-t'altro che una voragine su base na-zionaIe. Diviene allora chiaro che ilcosiddetto plebiscito a favore di Ber-lusconi e del suo govemo non solonon si e verificato, rna e del tutto in-ventato, e solo una gran balla. Ma, secosi stanno le cose, come si e genera-ta questa leggenda "metropolitana",questa esuberante suffle informativoche lascia pero tracce pesanti nelladigestione del risuItato elettorale, conpesanti efferti sull'immaginario col-lettivo della nazione intera e sui mo-rale delle due opposte fazioni?Due Ie motivazioni. La prima ha ache vedere con la diversa abilita nelgestire la comunicazione. La secondacon le aspettative sorte nel corsodell'ultimo mese di campagna eletto-rale. Non vi e dubbio che il centrode-

    stra possegga, tra Ie sue principaliarmi, una particolare capacita di rae -conto politico, di affabulazione, dimarketing dell' immaginario: Berlu-sconi e Bossi posseggono entrambi lacapacita tutta politica di raccontare almondo , essendone creduti, quello ch efa pili comodo, in una visione spre-giudicata della relazione politica conI'elettorato del Paese. In questo, sideve proprio ammettere, sono deci-samente moderni, coerenti ed espres-sione di un clima socia culturale chenon premia la trasparenza e la corret-tezza, rna piuttosto la capacita di rna-nipolazione del rapporto. D'altra par-te, l'uno si e inventato dal nulla lapili grande industria della comunica-zione italiana, il secondo, non riu-scendo neppure a diplomarsi alIaSeuola Elettra, si e baloccato fin dalprincipio con miti ineffettuali, rnatestardamente proclamati e difesi conenfasi bertoldesca.Insomma due ballisti di genio. Dicontro il PD non solo continua a por-tarsi dietro, e c'e comunque del buo-no in questo, la moralistica tradizionecattocomunista, che impedisce al suopersonale dirigente approcci stru-mentali e falsificatori nella descri-zione della realta, prassi arrivata alsuo top con il buon Prodi, che delresto negli uItimi tempi neppure sicapiva pili bene cosa dicesse, salvocomunicare subliminalmente agli ita-liani una insopportabile serieta datedioso tecnocrate brusselliano.C'e di pili, c'e anche I'incapacita dicogliere l'attimo fuggente e di comu-nicare con "gesti, parole e opere"quei feeling che pili facilitano la ge-stione del momenta politico. Cosi, ece 10 dobbiamo pur ricordare, sequalche mese prima delle elezioni eradel tutto prevalente il senso di unadurissima battaglia di resistenza alleregionali, ci si e lasciati via via ab-bindolare da un seducente, quantoincauto, profumo di avanzate semprepili leggere e felici, dimentichi dei

    11

    disastri elettorali appena precedenticome della recentissima vicenda Ma-rrazzo. Ci si e lasciati cullare dal dol-ce sciabordio delle speranze, questidolcissimi fior di loto della politica,tanto stordenti quanto pericolosi,coinvolgendo prima iscritti e i mili-tanti, e poi gli elettori.Ilrisveglio soprattutto per questo estato duro, rna se non avessimo abu-sato dei fior di Ioto, il 7 a 6 delle re-gionali sarebbe parso per quello chee: un ottimo risuItato che avrebbeimpedito, se ben comunicato, a Ber-lusconi di raccontare per l'ennesimavolta il suo trionfo, convincendo diquesto, e qui sta davvero il suo capo-lavoro, non solo i suoi elettori e imedia, rna anche e soprattutto i suoiavversari.Insomma, il PD come una bandad'incapaci comunicatori.E ora? E ora, resta sul terreno sial'oggettiva forza dei numeri che lasoggettiva forza di raccontarli e farlival ere. Qui vale proprio quanto dice-va Gianni Agnelli: i voti non si con-tano, si pesano. E per farli pesare,occorre proprio che nasca qualcunonel centrosinistra che li sappia primadi tutto ben raccontare, nel prima, neldurante e nel dopo. Qualcuno, non sidice manipolatorio, che non ci si riu-scirebbe neppure a provarci cent' an-ni, tale e il retaggio culturale, rnaquantomeno avvertito, diciamo purescaltro.La partita politico e l e tt or a le p ros simanon quindi e chiusa, anzi e apertissi-rna, proprio per la natura dell'ultimosuccesso del centrodestra, dove il re-gno berlusconiano si avvia al tramon-to, lasciando intravedere i bagliori diconflitti interni pressoche ingestibili.Al centrosinistra e al PD il compitodi leggere lucidamente la partita esoprattutto, per una volta almeno, diben raccontare la propria parte incommedia: non tutto e perduto ... ne-anche il futuro.

  • 8/2/2019 N13_2010

    12/16

    Al Teatro Derby e andata in scena laseconda edizione di 'Donne e tecno-logia mobile', evento promosso dafuturo@lfemminile, progetto di Re-sponsabilita Sociale di Microsoft Ita-lia in collaborazione con Acer per lePari Opportunita. L'iniziativa si pro-pone di valorizzare l'influenza chel'innovazione della tecnologia mobi-le di ultima generazione produce su l'business al femminile' e di dimo-strarne le opportunita nella dimen-sione familiare e sociale. Spunti diriflessione interessanti sono stati of-ferti dallintervento del sociologo,Presidente di Future Concept Lab(istituto di ricerca specializzato inanalisi delle tendenze) FrancescoMorace, '11 femminile e i paradigmidella post-opulenza', orientato ad ac-compagnare i1pubblico alla scopertadi nuove sfide, paradigmi e trend det-tati daIla diffusione delle tecnologiemobili nell'universo femminile.II futuro e femminile gia nella realtadell' oggi, come emerge dalle nuovetendenze della quotidianita, dal cam-biamento di regole e dagIi orienta-menti dei nuovi 'consum-autori ', nonsolo consumatori passivi che si ade-guano alle offerte, ma protagonistianche in termini creativi. E' semprepili difficile distinguere tra cio checonsumiamo e cio che produciamonoi stessi: una visione creativa cheporta anche ad autoprodurci attraver-so le tecnologie quello che poi util iz-

    Ma davvero la "capitale morale" delBel Paese e cosi brutta come la si di-pinge 0 si tratta solo di una banalitadiffusa, di un bla bla da Bar Sport, diuna delle tante verita del "casalinga-divogherapensiero"? Tolti "el Dom-m", il Cenacolo e il Castello - e opi-nione comune - resta ben poco davedere nella metropoli meneghina E,invece assicura qualcuno, non e cosi:basta non avere fretta, allontanarsi

    LavoroDONNE E TECNOLOGIA MOBILE

    Rita P. Bramantezeremo nella nostra vita quotidiana.Ricerche mirate, come quella a curadell'Osservatorio Multicanalita Niel-sen 2009, ci dicono che ci sono oltre20 milioni di consumatori multicana-le in Italia - tra Reloaded, consuma-tori propriamente multicanale, forte-mente coinvolti nei processi di rela-zione attraverso una molteplicita dicanali di contatto (quasi 9 milioni) eOpen Minded, consumatori forte-mente aperti all'innovazione, che co-noscono le nuove tecnologie, ma nefanno un uso prevalentemente indi-vidualista, (quasi 12 milioni) -, conun incremento del 7% soltantonell 'ultimo anno e si tratta di unacrescita al femminile; un fenomenoglobale quantificabile in 127 milionidi blog nel mondo, 1 milione dicommenti postati in 24 ore e 1 utentedi telefonia mobile su 4 che possiedeuno smartphone (*).Una rivoluzione epocale che ha perprotagoniste tre generazioni di don-ne: la prima, le posh-tweens, preado-lescenti alla moda, precoci utilizza-trici di tecnologia, che gia a 12 annivivono la propria identita come 'e-sposizione', avvertono il bisogno diappartenere a un circuito generazio-nale, di condividere foto e di co-struirsi una propria credibilita in Fa-cebook Per questa fascia di eta latecnologia e un passaggio iniziatico,che segna una nuova autonomia rela-zionale, estetica e di pensiero. La se-

    LctteraMILANO IN BICI EMEGLIO

    Enrico Saravalledal "centro storico", seminare le tor-me di giapponesi e scoprire quanto dibello sa nascondere la citta, tra pa-lazzi e slarghi, chiese e oratori, vialie giardini, Piccoli capolavori e operedellingegno di celebri archistar delpassato 0 nati dalla fantasia di arti-giani talentuosi sono disseminati (avolte anche dissimulati) a piene maniin citra e a loro va il merito di averearricchito, impreziosito, valorizzato

    12

    conda, le sense-girls, giovani adultedi 25 - 30 anni, dotate di spiccataraffinatezza sensoriale, attratte daoggetti tecno belli, con una loro di-gnita anche dal punto di vista del de-sign, che ne sfruttano le capacita peramplificare la propria sensibilita eseduzione e che sono grandi speri-mentatrici di comportamenti tecnolo-gici e protagoniste di consumi perso-nalizzati. La fascia demografica delle16-35enni si afferma come la genera-zione pili 'geek', pili affascinata dallatecnologia in Italia,E infine le singular women, ultraqua-rantenni con una forte propensioneall'identita di genere, orientate acomportamenti etici e ritmi di vitasostenibili, per le quali cio che havalore non ha necessariamente uncosto e che imparano a conoscere latecnologia in autonomia per esprime-re al meglio 1unicita del propriopunto di vista. Diversi universi fem-minili, tante consum-autrici diverseper eta e competenza, comunque pro-tagoniste della trasformazione deiprocessi di consumo, che coinvolgo-no anche le over 60, capaci di rilan-ciare utopie giovanili anche graziealla dimestichezza con Ie tecnologie.

    (*)http://.www.multicanalita.comliscriviti-a1-convegno-2/scarica-le-presentazioni-del-convegnol

    angoli pili 0 meno nascosti del "nostMilan".Ad aiutare i milanesi indaffarati, di-stratti e lontani nella scoprire i tesoridella metropoli viene Ia lettura di duevolumetti, due "guides de poche"(letteralmente), dal titolo-manifestoMilano e bella in.b ici ed Evviva Mi-lano in bici, pubblicate per i tipi diEdizioni Milanoexpo e creati dallafantasia, dalla curiosita e dalla penna

    http://.www.multicanalita.comliscriviti-a1-/http://.www.multicanalita.comliscriviti-a1-/
  • 8/2/2019 N13_2010

    13/16

    di Anna Pavan, ciclobbyca dentro eautrice elegante e originale. Costatidue anni di pedalate lungo i Navigli ele Circonvallazioni, tra Mura Spa-gnole e memorabilia romane, traBroletti e periferie trascurate, iduelibri conducono per mano (0 per ma-nubrio) icicloturisti che amano, an-cora e nonostante tutto, la loro citta ea loro l'autrice suggerisce micro (emacro) percorsi da effettuare peda-lando a naso all'insu.Gli itinerari sono in totale quasi unacinquantina (sono 25 nel primo vo-lume e 22 nel secondo) e sviluppanotemi e soggetti che pin eclettici nonsi puo. Seguendo Ie dettagliate indi-cazioni di Anna Pavan (che, tral' altro, guida gruppi di ciclobbyciana scoperta di Milano e quindi for-nisce suggerimenti precisi e "testati")si scopre, per esempio, una Milano ...in crisi d'identita, con architettureche suggeriscono bifore e finestredegne del Canal Grande, atrnosfere

    nordiche e giardini provenzali. Trafinestre, architravi e fregi, poi, si di-vertono, a decine, angioletti, putti ebambini daIl'aria innocentementemaliziosa. Un ripasso di storiadell'arte? Facile: tra il neoromanicodi Santa Maria di Caravaggio e il ne -ogotico della Cappella del Monasterodelle Benedettine, dal neorinasci-mento della Ca' de Sass al neorococodi Palazzo Bolagnos Visconti (percitare qualche esempio), c'e solol'imbarazzo della scelta. Per i tira-tardi c'e anche un itinerario che sco-pre Milano by night, che snobba (cava sans dire) i Iuoghi canonici dellamovida velinara e si snoda tra vie evicoli scoprendo le lunette in ferrobattuto dei portoni (che conl'illuminazione sembrano merletti), isoffitti a cassettoni delle case di viaButinone e via Terraggio, I'illumi-nazione soft di San Lorenzo, i vialiromanticamente in penombra deiGiardini Pubblici.

    Non sono trascurati neppure i lettoriunder 14: a loro sono dedicati per-corsi tematici e indovineUi, "giochi"e scoperte tarate sulla loro giovaneeta. Tutti gli itinerari sono corredatida cartine (anche queste precise edettagliate), brevi note di curiositastoriche e indicazioni per raggiunge-re ed effettuare i percorsi. Non man-cano le immagini uscite dagli obietti-vi di Guia Biscaro: dei suggestivibianchi&neri che corredano il testocon una presenza molto understated.Sarebbe bello poter vedere tutti gliscatti realizzati per idue libri che"sono oltre 400 - assicura Biscaro - eper ragioni di spazio non sono statepnbblicaie". In occasione dell'uscitadel primo volume, ricordano le autri-ci, il corpus delle imrnagini era statoofferto come "mostra chiavi in ma-no" all'aUora assessore Sgarbi, che,sgarbatamente, rispose che la cosanon interessava... Chissa se in vistadell'Expo ...

    Speciale elezioniLAST CALL PER LE AMMINISTRATIVE A MILANOWalter Marossi

    Come a ogni elezione i commenti delgiomo dopo, per chi ha perso, si di-vidono tra bartaliani ("e tutto sbaglia-to e tutto da rifare") e saragattiani(''noi abbiamo ragione rna il destinee cinico e baro") e quelli che comefrankestein junior dicono: "potevaandare peggio. Poteva piovere". Pocoessendoci da argomentare sul risulta-to regionale, dove il centro sinistra enumericamente arretrato, politica-mente piu isolato, amministrativa-mente govema solo in qualche peri-feria; il Pd et similia, per una voltatanto compatto, parla di Milano edelle elezioni del prossimo anno vistecome last call. Come dopo Borghini,Formentini, Albertini.Diffusa e la convinzione che, essen-do la popolarita del sindaco Morattibassa e non avendo Formigoni supe-rato il 50% dei voti, le possibilita divittoria sono intatte. Sulla popolaritamisurata dai sondaggi vi e poco dadire, e un parametro che in politica, [serve solo quando e comparato adaltri nomi. Oggi e di relativa utilita,

    essendo che gran parte degli elettorisceglie ilmeno peggio tra i candidatie decide nell'ultima settimana. Il fat-to che Formigoni non ha superato il50% (rna le sue liste si) e un dato po-sitivo per il centro sinistra, rna eragia successo aUe regionali del 2005.Le cose su cui riflettere pensandoall' anno prossimo secondo me sonoaltre:

    L'astensione aIle comunali e pilibassa che alle altre elezioni ammini-strative; in periferia I' astensione siriduce pili che nel centro citra

    L'elettorato moderato si mobilitamaggiormente alle politiche che alleamministrative; Ie percentuali delcentro destra sono pili aIte alle politi-che che alle amministrative

    Gli elettori che votano solo il candi-dato alIa carica monocratica e nonvotano le liste sono in costante au-mento

    I candidati di centrodestra alle cari-che monocratiche prendono sempremeno voti che la somma delle liste

    13

    che 10 sostengono (Moratti, Formi-goni, Podesta) Il bipolarismo e sempre piu accentua-to anche in ragione del voto utile. Leliste di centro tendono piu facilmentea schierarsi al secondo tumo con ilcandidato di centro destra che conqueUo di centro sinistra. Le liste disinistra al secondo tumo tendono inmisura sensibile versoI' astensionismo

    II candidato di centro destra puocontare su uno schieramento pilicompatto, apparentemente meno con-tradditorio. Il candidato di centro si-nistra risulta spesso essere obbligatoalIa mediazione tra diversi

    La scelta del candidato e nel centrodestra relativamente semplice: bastal'investitura del leader nazionale. Nelcentro sinistra it candidato passa at-traverse tappe e gradi di giudizio in-terminabili offrendo all'avversario unvantaggio

    La franunentazione dei candidati edelle liste ha un effetto indifferentein relazione allo schieramento

  • 8/2/2019 N13_2010

    14/16

    Il passaggio al secondo tumo nonautomaticamente favorisce il centrosinistra.

    Le caratteristiche del candidate:genere, religione, professione, pro-venienza politica, abitudini sessualisono indifferenti per l'elettoratoIlnumero delle preferenze espresserispetto ai voti di lista e in continuoaumento senza variabili significativetra centro destra e centro sinistra. Leliste del sindaco sono pili un regola-mento di conti all'intemo della schie-ramento che un appeal perI'elettorato, i candidati di centro de-stra e di centro sinistra spendendogran parte del loro lavoro nella lottasulle preferenze

    La campagna elettorale e le modalitadel suo svolgimento influenzanol'elettorato nelle elezioni comunalimolto pili che nelle elezioni politi-che. Ilcentro destra ha una strategiafissa: tende alla politicizzazione delleamministrative (scelta di campo). IIcentro sinistra quando accetta questoterreno (se vinciamo Berlusconi va incrisi) generalmente perde.In sostanza l' elettorato di apparte-nenza e nelle elezioni amministrativemeno saldo e pili influenzabile masolo in presenza di fatti amministra-tivamente rilevanti e di candidaturesignificative. L'elettorato di scambioovviamente e pili attratto da chi go-vema. L'elettorato d'opinione tendea scegliere il candidato pili che 10schieramento. L'astensione penalizzamaggiormente 10 sfidante che vederidursi la platea meno schierata.

    Milano c quindi contcndibilc, come 10era 5 anni f~ rna con alcuni paletti

    1) Per poter battere il centrodestra e necessario che tutte le oppo-sizioni siano coalizzate ovvero cheun candidato sia capace di coalizzarleovvero che ci siano pili candidati dipeso per andare al secondo tumo

    Questo pone al Pd alcuni problemi: Dopo aver scelto di non cercare alle-anze a sinistra per incompatibilitaprogrammatica (cosa peraltro realiz-zatasi nelle lontane provincie delPiemonte e della Liguria) l'attualegruppo dirigente non puo certo ripro-porre l'Unione

    Dopo aver ricevuto due no tra pro

    vinciali e regionali e visto anche ilpeso numerico dell 'UDe milanese ilcorteggiamento al centro serve a po-coLa risposta del Pd e: "non parliamodi schieramenti rna di contenuti".Giustissimo rna un po' naif, dopo de-cenni di opposizione 10 schieramentoe nelle cose e i contenuti conun'elezione ogni 6 mesi, forse ovvi.10 credo invece che la risposta do-vrebbe essere: "cerchiamo un nomeche abbia queste caratteristiche":

    un candidato completamente auto-noma dai partiti e dallo schieramentoche 10 sostiene: con uno slogan deltipo: "non parlo di politica voglioamministrare". Non ho nulla (anzi)contro i candidati di partito, il pro-blema e che a Milano nel centro sini-stra, non mi pare ci siano i partiti

    un candidato che si impegna ad igno-rare l'esistenza di Berlusconi e delquadro politico nazionale. Per quantoincredibile possa apparire alIa sini-stra pili il confronto e svolto tra ber-lusconiani e antiberlusconiani piliquesti ultimi perdono e s'incasinanoda soli

    un candidato dal basso profilo identi-tario che obblighi i malpancisti disinistra a votarlo in base al voto utilerna consenta anche ai moderati di vo-tarlo

    un candidato che lavori sull'ast-ensione. Impostando una campagnaelettorale un po' meno elitaria diquelle che vediamo di solito (avetepresente quelle curiose facce conproblemi ai calli che avrebbero dovu-to spingere a votare Pd nolle scorsesettimane?)

    Un candidato che non si preoccupadella sua lista rna che favorisca lapresentazione di tutte le liste possibi-li e immaginabili. Pili il menu e vastomeno il candidato appare condiziona-to dal main COurse

    Un candidato, soprattutto, consape-vole che si vince e si perde con lacampagna elettorale e che a questa sidedichi anima e corpo, da leader,nulla delegando

    Un candidato consapevole che lecampagne elettorali si vincono con lagiusta strategia rna anche con mezzieconomiciadeguati

    14

    Un candidato scelto con Ie primarie?Non saprei e riforruulerei cosi ladomanda: "Le primarie aiutano elet-toralmente il candidato del centrosinistra"?In Lombardia non ci sono precedentidi primarie ad esclusione di quelledel 29 gennaio 2005. Le primarie in-fatti per Veltroni Martina/SarfattiBindi, Bersani MartinalFiano Fran-ceschini per non parlare di quelle Ca-sati! Antoniazzi erano faccende inter-ne dall' effetto trascurabile sulle ele-zioni.Le primarie di Ferrante hanno avutoun indubbio effetto logorante sulcandidato del centro sinistra sottopo-sto a un confronto di coalizione consoggetti pili noti e pili abili (Fo) piliricchi (Moratti) pili giovani (Corrito-re). La legittimazione del candidato estata cosi pagata con un suo appan-namento. Le primarie avevano porta-to anche alIa convinzione che il can-didato dovesse subire un maquillageper renderlo un po' pili "di sinistra".Si e assistito cosi a quella de courti-siana campagna elettorale in cui ilprefetto, gia vicecapo della polizia,veniva descritto come un tardo set-tanttotardo. Tuttavia l'effetto prima-rie dipende dal candidato e dallecondizioni in cui si svolgono, in altrerealta hanno dato effetti diversi e po-sitivi.Al minima occorrerebbe:

    .limitare il numero di concorrenti esottoporli a uno sbarramentod'ingresso (ormai tutti pensano chepartecipare alle primarie sia un utilestrumento di diffusione del proprionome)

    fissare delle incompatibilita sul dopo(chi partecipa alle primarie non va inlista)

    definire prima un programma mini-mo, un minima comun denominatoreche limiti il confronto a propostecompatibili e non sia una scimmiot-tatura delle elezioni vere e proprie

    rna soprattutto occorre avere date certe e rapide rifuggendodalla tendenza ad aprire "laboratori",che consentano di avviare il primapossibile la campagna di found rai-sing e di mobilitazione dell'elettoratodi appartenenza. Prevedo invece che

  • 8/2/2019 N13_2010

    15/16

    11pezzo di Franco Morganti e del tut-to condivisibile, tranne che nel fina-le : "Una sinistra che pensa cheI'unico problema italiano sia difende-re iposti di Iavoro a Termini Imere-se" esso pare dettato da un tipico vi-zio dialettico della sinistra che bre-vemente si puo sintetizzare nella ce-leberrima locuzione "il problema eun altro".Ma e possibile che non siriesca a fare sintesi di problematicheche sono strettamente cormesse comeinfrastrutture digitali, livello di istru-

    Nell'ultimo numero di Arcipelagomi-lana abbiamo raccontato diun'eccezionale esecuzione, tutta te-desca (arrivava da Stoccarda), dellagrande "Messa in si minore" di Bachalla chiesa della Passione; oggi, ap-pena conclusasi la settimana pasqua-le, eben difficile allontanarcidall' argomento e dunque dobbiamoriferire - con la stessa soddisfazione -di una bella e "italianissima" Johan-nespassion ascoltata venerdi scorso,2 Aprile, all' Auditorium di Milano,eseguita dalla Orchestra e dal CoroGiuseppe Verdi che li vi hanno sede.Smaitito il week end elettorale - incui la fierezza di essere italiani e mi-lanesi era finita letteralmente sotto ipiedi - mentre la citta si svuotavacome sempre per la vacanza pasqua-le, ci siamo trovati in una sala stra-piena di gente profondamente assortanell'ascolto di una sacra rappresenta-zione, vecchia di quasi trecento anni(fu eseguita per la prima volta a Lip-sia nella cattedrale di San Tommasoil venerdi santo del 1724), che rae-contava di truci e oscuri tradimenti,di processi sommari, di torture e diatroci sofferenze. La raccontiamocosi - laicamente - perche, discen-dendo Ie Pass ioni bachiane dalla tra-dizione luterana, il loro interesse daparte di una platea presumibilmente

    Scrive Vito Antonio Ayroldizione e politiche industriali nel mez-zogiomo? Perche bisogna chiosareun ottimo pezzo con un sterile pole-mica?Ci guadagnerebbe forse qual-cuno nel dimenticare che esiste A NC H E una questione operaia? Cioe diuna classe che volente 0 nolente everamente sul mercato e affronta congrande dignita gli aspetti pili violentie negativi della globalizzazione intutto il paese e non solo al sud.Spero tanto che la mia non sia l'inter-pretazione autentica del pensiero

    RUBRICHEMUSICA

    Questa rubrica e curata da Paolo [email protected]

    Venerdi di Pasquacattolica non poteva che prescindereda qualsiasi intendimento religioso;per di pili sono state scritte ed eranogiustamente cantate in tedesco, vale adire in una lingua che - a dispettodella sua meravigliosa musicalita - enotoriamente poco amata e poco pra-ticata dagli italiani. Dunque vi eranotutti gli ingredienti per farci sentirelontani mille miglia dalla deprimentenostra quotidianita, per due magnifi-che ore europei a tutto tondo, appar-tenenti al mondo senza confini - eproprio per questa fortemente identi-tario - della cultura intemazionale ...Abbiamo detto "italianissima" perchela produzione, la direzione, l'orche-stra e il coro erano tutti milanesi, rnacuriosamente i solisti venivano datutto il mondo: dalla Bulgaria (la so-prano Sonya Yoncheva), dall' Austra-lia (il tenore Steve Davislim e il con-trotenore - rna in realta un vero eproprio contralto, con una voce stra-ordinaria - David Hansen), dal Cile edalla Norvegia (i bassi ChristianSenn e Havard Stensvold), di volta involta introdotti da un "evangelista"giapponese (il tenore Makodo Saku-rada, assolutamente perfetto non solodal punto di vista della musicalitabachiana, rna persino nella dizione enella pronuncia del tedesco). Ad a-malgamare il gruppo cosi apparen-

    dell 'autore e tuttavia l'impressione,quella resta, ed e veramente triste!P.S. Magari la SX riuscisse veramen-te a difenderli sti posti di lavoro!!!!!farebbe semplicemente una parte delsuo mestiere. Anche il Nord e faIei-diato dalla chiusura di aziende chedopo aver incassato contributi pub-blici delocalizzano dopo aver sac-cheggiato anche Ie nostre migliori epregiate Risorse Umane leggasi i casiGlaxo, Ericsonn, Motorola, Nokia,Siemens. V.A Ayroldi

    temente eterogeneo, e a fonderlo coni due cori preparati dalla bravissimaErina Gamberini, ha provveduto congrande rigore e passione Rubens Jais,gia "Maestro del Core" e ora "Diret-tore Residente" della Verdi.Jais ha messo assai bene in evidenzala diversita della Passione secondoMatteo rispetto a questa secondoGiovanni - la prima drammatica epotente, la seconda commossa e ri-flessiva - e la grande partecipazionedel pubblico (meravigliosamente as-sorto e silenzioso) gli ha dato piena-mente ragione; perfino il "Ruhtwohl" del penultimo Corale - cantic-chiato in tutto il mondo da quando ilmusical "Jesus Christ Superstar" I'hareso famoso per aveme assuntoI'incipit come leitmotiv - ha persocon Jais la sua enfasi e la sua teatrali-ta per diventare un momenta di inti-mo e commosso raccoglimento.Nel momenta culminante di questaPassione - quel "Es ist vollbracht!Und neiget das Haupt und verschied"(" ... Tutto e compiuto! E, chinato ilcapo, spiro ... "), affidato prima allavoce del contralto in duetto con laviola da gamba (la parigina AmelieChemin) e poi, nelle ultime dramma-tiche parole, al recitativo dellevan-gelista con accompagnamento di unesiguo basso continuo - un brivido

    mailto:[email protected]:[email protected]
  • 8/2/2019 N13_2010

    16/16

    ArteQuesta rubrica e curata da

    Michele SantinoliII Grande Gioco. Forme d'arte in Italia. 1947 - 1989

    Tre mostre per fare una panorarnicasulla storia italiana dal secondo do-poguerra alIa caduta del muro di Ber-lino, mettendo in rete tre importantirealta del territorio lombardo: la Be-sana di Milano, la GAMeC di Ber-gamo e ilnuovo Museo d' Arte Con-temporanea di Lissone. IItitolo dellamostra, " 1 1 Grande Gioco" , e statoscelto per evidenziare la ricchezza diquegIi anni di scoperta e sperimenta-zione, caratterizzati da un'intensacollaborazione tra gli artisti e quantioperavano in territori affini, comel'architettura, il cinema, il design, l 'e-ditoria, il teatro, la televisione e lapubblicita, Storia e arte spesso vannodi pari passo, e analizzare tutti glielementi culturali di una societa in undeterrninato tempo puo essere un 'u-tile chiave di lettura per farci com-

    Schiele e il suo tempo: nome azzec-cato per una mostra che non solopermette di vedere una quarantina diopere del maestro austriaco, rna checi conduce attraverso la storia e lavitalita della Vienna degli u1tirni annidell'Ottocento e dei primi del Nove-cento: attomo alla figura di Schiele,infatti , viene ricostruita la vita politi-ca e culturale della capitale austriaca.Partendo dalla fondazione della Se-cessione e attraverso Ie opere dei piligrandi artisti esponenti di questamovimento (Gustav Klimt, OskarKokoschka, Richard Gersti, Kolo-man Moser), il percorso ci conducefino al 1918, anno segnato dalla finedelle Grande Guerra e dalla morte

    Dopo i1 successo delle mostre suWarhol, Haring e Basquiat, la Trien-nale di Milano presenta un altrogrande nome dell' arte contemporane-a, l'artista Pop Roy Lichtenstein. Unamostra antologica che sara visitabiledal 26 gennaio al 30 maggio e chesam poi ospitata al Ludwig Museumdi Colonia. Una retrospettiva suddivi-

    prendere e interpretare cio che e sta-to. II criterio scelto per la distribu-zione delle opere nei diversi spazi edi tipo cronologico. Si inizia con Lis-sone, 1947-1958, si passa a Milanocon gli anni 1959-1972 per poi giun-gere a Bergamo agli anni 1973-1989.A Milano tocca quindi rappresentaregli anni che vanno dal boom econo-mico alle contestazioni studentesche.La generazione artistica di quegli an-ni si svincola dalle nozioni di tela,dipinto 0 scultura per approdare auno spregiudicato uso di forme, spazie materiali. Le larniere di Burri, i li-bri tagliati di Munari, Kounellis cheespone un pappagallo vivo. Ma an-che oggetti di design (la radio Brion-vega e i Moon Boots), le canzoni diAdriano Celentano eMina, il caro-sello, Ie pubblicita di Armando Testa.

    Schiele e il suo tempo.

    prematura di Schiele e Klimt. Pos-siamo cosi seguire l' infanzia diSchiele nella campagna austriaca, lasua naturale predisposizione per ildisegno, l 'arnicizia sincera che 10 le-go sempre a Klimt, le sue storied'amore, la prigionia dovuta aun'ingiusta accusa, il servizio di levaa Vienna. Tutto questo segna la suaproduzione, dai quadri che ritraggonosua sorella minore, a quelli sulle suefidanzate, fino a quello che e statodefinito come il suo omaggio a KlimtCGli eremiti"). Schiele e il primoartista a essere spregiudicato nel ri-trarre la fisicita umana e le pulsionipili intime: il punto di vista sui suoisoggetti e spes so inconsueto e le po-

    Roy Lichtenstein. Meditations on art.sa in sezioni tematiche che partonodalle opere pre-pop degli anni '50 earrivano agli ultimi lavori dell ' artista,morto nel 1997. La mostra non espo-ne le classiche icone pop 0 i famosi"fumetti"in formato gigante, rna e-splora la produzione legata al lavorodi rivisitazione che l'artista feeedell'iconografia medievale, delle

    Tutto fa da contomo a un'esposizio-ne labirintica anche in senso fisico,che si snoda tra Manzoni, l' Arte Po-vera, gli specchi di Pistoletto, i mani-festi di Rotella e le installazioni chependono dal soffitto 0 che il visitato-re e quasi costretto a scavalcare.Un'occasione preziosa per assaporarela vita di una societa italiana vitale,culturalmente propositiva e coraggio-sa.

    II Grande Gioco. Forme d'arte inItalia. 1959 - 1972. Rotonda di ViaBesana, 12. Orari: 9.30-19.30. Gio-vedi 9.30-22.30. Lunedi 14.30-19.30.Biglietti: intern 8; ridotto 6. Ab-bonamento tre sedi: 10,50; ridotto 9. Fino a1 9 maggio.

    sture disarticolate. Della stessa inten-sita i paesaggi proposti. Completanoil percorso, oItre alle foto e alle te-stimonianze della decadenza dell'Im-pero Asburgico, una piccola didasca-lia su un giovane Hitler che, al tem-po, si aggirava ai margini di quellasocieta, mentre Ie note di Mahler eStrauss accompagnano i visitatorilungo tutto il percorso.

    Schiele e it suo tempo. Palazzo Rea-le. Piazza del Duomo, 12. Orari:9.30-19.30. Lunedi 14.30-19.30.Giovedi e sabato 9.30-22.30. Bigliet-ti: intern 9; ridotto 7,50; ridottoscuole 4,50. Fino al6 giugno.

    scene di storia americana e in genera-le di opere famose di artisti del passa-to pili 0 meno recente, come Monet,Carra, Dali, Magritte, Picasso e Ma-tisse.A partire dalla riproduzione diun'immagine celebre, una banale co-pia, Lichtenstein trasfigurava e rein-terpretava il soggetto negli stilerni