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14 ottobre

RASSEGNA 14 ottobre

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rassegna 14 ottobre

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La lunga guerra

per mettere

il telebavaglio

S iamo alla quinta stagione di“A n n o z e ro ”, il programma che hariportato Michele Santoro in video

nel 2006 a quattro anni dall’editto bulgaro diSilvio Berlusconi. Santoro ha sempre dovutofronteggiare le critiche e l’ostruzionismo delcentrodestra, cresciuto nella scorsa stagione(2009/10) con continui esposti all’Autorità

di garanzia (Agcom), intromissioni degliallora ministri (Claudio Scajola) eviceministri (Paolo Romani) dello SviluppoEconomico, strani pareri dell’ufficio legaleaziendale, continui rinvii per il contratto diMarco Travaglio, il blocco delle docufiction.Tutta questa opera di sabotaggio siconcentra tra settembre 2009 e febbraio

2010, poi, semplicemente, “A n n o z e ro ”scompare per un mese, per volere deldirettore generale Masi e di un voto del Cdache interpretata in maniera strumentale unadelibera della Commissione di Vigilanza sullapar condicio. Siamo a marzo, campagnaelettorale per le regionali, la serrandadell’informazione è serrata. E proprio in

SANTORO, L’ORDINEÈ STATO ESEGUITO

Masi lo ‘c o n danna’ a 10 giorni di stopdi Carlo Tecce

C lick. Con una lettera di po-che righe, ultima forma dicensura, Mauro Masi hasospeso per dieci giorni

Michele Santoro e A n n o ze ro perdue puntate. Con un colpo dimano che cancella burocrazia,leggi e prassi, il direttore gene-rale ha barrato due settimane incalendario: “Ti fermi da lunedìprossimo, il 18 di ottobre”. Igiorni vanno cotanti da lunedìcon pause, sempre ordinate daMasi, di sabato e domenica: unafurbata per oscurare due giove-dì. Non c'è un precedente perun confronto. Non c'è una pro-cedura disciplinare simile. Fal-lito il piano per un licenziamen-to per giusta causa, bocciatopersino dai consiglieri di de-stra, Masi ha cercato il pretestoe l'ha trovato nella metafora delbicchiere, l'introduzione diSantoro per il debutto di Anno -ze ro : “Se viene un direttore e vidice: ogni bicchiere deve avereun marchio di libertà ex ante,voi che rispondete? Ma vaf-fa n . . . b i c ch i e re ”. E con l'impa-zienza (e l'imperizia) di un di-

rigente scaricato da chi l'ha no-minato, Silvio Berlusconi in te-sta, all'improvviso Masi ha co-municato la sospensione perraccomandata, indicato i gior-ni, disarmato la difesa: “Spettaal direttore di rete distribuire igiorni di lavoro persi, di solitoproprio per non danneggiarel'azienda”, spiega Loris Mazzet-ti, capostruttura di Raitre, giàsanzionato per i suoi articoli sulFa t t o . Ma né l'azienda né le re-gole interessano a Masi che, inun paio di minuti, travolge ilruolo e la competenza di Mas-simo Liofredi. Il direttore di Rai-

due, esautorato e di fatto com-missariato, per un attimo ha fin-to stupore: “Non può fare un at-to del genere senza informar-mi”, confidano i suoi stretti col-laboratori. Poi il dg – con unasemplice telefonata – ha soffo-cato la timida rivolta con unapromessa: “Se stai buoni, restial tuo posto”. E Liofredi è rien-trato nei ranghi.

L'EDITTO del francobollo hasorpreso Santoro nell'ufficio diA n n o ze ro : “Il provvedimento è diuna gravità inaudita, reagiròcon tutte le forze”. Anche se Ma-si ignora la difesa, Santoro haventi giorni per ricorrere al Col-legio di conciliazione e arbitra-to, composto dal sindacato dicategoria, un rappresentate diviale Mazzini e un presidentenominato. Ma il Collegio serveper negoziare: “Al momentoescludo questa possibilità”,commenta Domenico d'Amati,l'avvocato del giornalista. Giàvittima dell'editto bulgaro e giàreintegrato da un giudice, sco-perte le trame nell'inchiesta diTrani tessute dal presidente delConsiglio in persona e dal com-

missario di un'Autorità “terza”,il giornalista può denunciare laRai e Masi in sede civile e pena-le, per poi fare azzerare la san-zione dal Tribunale del lavoro.Paolo Garimberti (presidenteRai), Sergio Zavoli (presidentedella Vigilanza) e Paolo Ruffini(direttore di Raitre) scelgonouna parola uguale, forse per ca-suale coincidenza (comunque,curiosa): “Sanzione sproposita-ta”. E Zavoli annuncia di volernediscutere in Commissione. San-toro anticipa i temi: “Questo èun vero e proprio attentato allatelevisione di fronte al quale

LO SCENARIO Sulla pelle dell’azienda

La vendetta dei peones: mettere in onda un telefilm

ognuno deve assumersi le pro-prie responsabilità”. Masi rice-ve l'agenzia con le dichiarazionidi Santoro sulla porta del Con-siglio, fa un passo indietro, ecorre in ufficio per replicare: “Ilprovvedimento disciplinarenon può essere in alcun modoconsiderato riconducibile adiniziative editoriali tendenti a li-mitare la libertà di espressione oil diritto di critica. Santoro si èreso responsabile di due viola-zioni disciplinari ben precise”.Quali? Il direttore generale fa l'e-lenco: “Uno: l'uso del mezzo te-levisivo a fini personali. Due: unattacco diretto e gratuitamenteoffensivo al Direttore Generale,per una circolare a garanzia

dell’equilibrio all’interno deiprogrammi di approfondimen-to informativo, che è stata ap-provata dal Cda. Non esistonodipendenti più uguali degli altrio zone franche all’interno dellequali sia possibile garantirsi il di-ritto all’impunità, tanto piùquando si arriva ad insultare ilCapoazienda in diretta televisi-va con una modalità di contenu-ti ed espressioni che crea un ca-so che non ha precedenti almondo”.

EBBENE la tagliola del “Ca -poazienda” crea (suo mal gra-do) un governo tecnico, uniscepartiti lontani che, quasi con lastessa voce e gli stessi argomen-

Dopo il‘v a ff a n b i c c h i e re ’per il mobbingaziendale, scattala ritorsioneIl conduttore:attentato alla tv

GarimbertiP ro v v e d i m e n t os p ro p o r z i o n a t o

“C ontro ‘Annozer o’ unprovvedimento di

esclusiva responsabilità delDirettore Generale. È quasisuperfluo dire che non locondivido perchè, al di là dialtre considerazioni, lo trovomanifestamente sproporzio-nato”.

GhediniÈ un professionistasì alla trasmissione

“S antoro è un degnoprofessionista. Io

non sono in grado di direse Masi abbia sbagliato ono, certo che tendenzial-mente preferirei una san-zione pecuniaria moltoforte ma che Santoro possaandare in onda”.

MasiHo applicatola normativa

“H o applicato pun-tualmente la nor-

mativa vigente. Milioni diitaliani hanno visto in di-retta televisiva un dipen-dente che manda plateal-mente a quel paese il suocapoazienda. Ciò è total-mente intollerabile”.

Di PietroR i c o rd i a m o c idel Trani-gate

“C hiediamo le imme-diate dimissioni di

Masi. Chi non ricordaquanto emerso dalle in-tercettazioni di Trani incui il presidente del Con-siglio ordinava ai suoi so-dali di chiudere ‘Annoze-r o’ e di cancellare l’Idv?”.

DISSERVIZIO PUBBLICO

Pd, Idv e finianiinsieme:“Decisionesconcertante”AncheGhedini: deveavere spazio

Q uanto conta per la Rai un pro-gramma del 20% di share e di 6

milioni di spettatori? Una voce beninformata di Raidue, la rete cheospita A n n o ze ro , liquida il problemacon una risposta automatica: “Chefacciamo se Santoro salta per duesettimane? Mandiamo un tele-fi l m ”.

LA TOPPA sul buco funziona ma-le per le casse di viale Mazzini e peril duello di ascolti con Mediaset, nelperiodo di garanzia che disegna latorta pubblicitaria. A prezzi di listi-no, ogni puntata di A n n o ze ro fa t t u racirca un milione di euro di pubbli-cità, un po' meno con sconti e age-volazioni. E scambiando una tra-smissione di successo con una pel-licola di seconda mano, chi ha pa-gato caro la vetrina di Raidue il gio-vedì, anche 70 mila euro per trentasecondi, chiederà il rimborso, chie-

derà altri spazi? Forse l'una delledue, o entrambe le cose. Di certo:un danno per l'azienda. Che senzaun punto di forza dovrà fronteggiarela concorrenza di Paolo Bonolis conChi ha incastrato Peter Pan. In redazio-ne preparano la puntata di staseradal titolo Scherzi a parte sul caso ilGiornale-Marcegaglia, e cercano dicapire: “Cosa farà Michele adesso?Conoscendolo non se ne starà con lemani in mano, se davvero blocche-ranno il programma, qualcosa s'in-ve n t e r à ”.

ADESSO Santoro s'è limitato a di-scutere con i suoi avvocato, a cer-care la strategia adatta per rimuo-vere il macigno scaricato da Masi. Iprecedenti dall'inchiesta di Trani aicontratti che mancano a Marco Tra-vaglio e Vauro, messi in fila, valgonogià una memoria difensiva: “La pu-nizione nei miei confronti si trasfor-

ma così in una punizione per il pub-blico, per la redazione, per gli in-serzionisti, per la Rai. E, in questomodo, si spezzano le gambe ad unprogramma di grandissimo succes-so, dopo averlo già sottoposto a unapartenza ad ostacoli, dopo che ognisettimana deve andare in onda in unclima di tensio-ne, dopo cheVauro e Trava-glio - aggiungeSantoro - sonocostretti a forni-re gratuitamentele loro prestazio-ni senza che ven-gano fornite mo-tivazioni di sor-ta. Considerotutto questo unvero e proprioattentato alla te-levisione di fron-

te al quale ognuno deve assumersi leproprie responsabilità”.

L'AVVOCATO Domenico d'Ama-ti è pronto a spazzare via la sospen-sione di Masi: “Questo è un prov-vedimento abnorme con finalitàben diverse da quelle disciplinari;

ma Santoro se l'aspet-tava e non si farà inti-midire. Se non fosse unnovizio ricorderebbeche otto anni fa è ac-caduta la stessa cosa:cinque giorni di so-spensione per Santoro,con l'accusa di averstrumentalizzato l'A-zienda nella trasmissio-ne Per conto di chi - spie-ga l'avvocato - una sen-tenza che fu clamoro-samente annullata dalTribunale di Roma; og-

gi il risultato sarà lo stesso”.

IN VIALE Mazzini raccontano chequalche consigliere di maggioranza,pur felice per la censura a Santoro,stia tremando per l'eventuale con-trappasso giudiziario, così a tarda se-ra, il direttore generale è costretto aintervenire per sedare il panico:“Sento parlare da varie parti di san-zione sproporzionata. Questo verràvalutato nelle sedi competenti. Alriguardo osservo che ho applicatopuntualmente la normativa vigen-te”.E nel frattempo i telespettatori diSantoro s'aspettano un'idea chespiazzi Masi e riaccenda l'informa-zione: “Una Raiperunanotte bis”. Sta-sera il giornalista avrà il suo mono-logo per replicare, l’ultimo prima diuna pausa forzata per due settima-na.

C. Tec.

La puntata distasera ha pertitolo “Scherzi aparte”: dedicataall’affaire tra“Giornale”eM a rc e g a g l i a

Giovedì 14 ottobre 2010

ne della sua comicità, è forte inogni spettatore, quando Ella ap-pare in video sostenuto dal pre-stigio delle sue boisser ie al metroquadro stile salotto del nonno, ele costole di enciclopedia Trec-cani in bella mostra, che stannoal suo eloquio romanòfono postgruppettaro come l’idea della le-galità agli evasori delle Cayman.

Egregio dr. Mauro Masi , ie -ri Ella ha ritenuto doveroso so-spendere Michele Santoro per

uno sfottò indirizzato alla suapersona, sicuro di aver fatto be-ne, anche se è curioso che non laturbi che il principale tiggì Rai sispinga temerariamente a titolareche l’avvocato Mills è stato “as -solto” (quando in realtà è stato“prescr itto”). In attesa della dot-ta giurisprundenza annunciatadal direttore dalla testa non inu-tilmente lucida alla nostra Beatri-ce Borromeo (sei mesi fa, non ab-biamo visto una riga) ci chiedia-mo se le sia utile sapere che que-sta creativa tesi è stata smentita

L’intoccabile Minzoe la Rai degli scendi-SilvioSQUALIFICA DI DUE PUNTATE AL “NEMIC O”

E MEDAGLIE AI SERVIZI DEL DIRETTORISSIMO

ti, inveiscono contro il censore.Tutti, in fila: l'Italia dei Valori, ilPartito Democratico, Sinistra eLibertà, i Comunisti e i finiani diFuturo e Libertà assieme ai sin-dacati Usigrai e Fnsi. Scrive Fi-lippo Rossi su Farefuturo: “Sia -mo stufi di stare dalla parte dichi difende un potere che nonvuole, che non sopporta, le cri-tiche. Qualsiasi critica. Dallaparte di chi, da un lato utilizza lasua stampa come un manganel-lo, e dall’altro pretende l’appiat -timento e l’accondiscendenza”.Ma si ascoltano parole ancor piùstraordinarie in un giorno di or-dinaria censura: “Vorrei cheSantoro andasse in onda”. Fir-mato Niccolò Ghedini.

DISSERVIZIO PUBBLICO

di Luca Telese

E gregio dottor Augusto Min-zolini, Ella - con il consue-to senso dell’umor ismoinvolontario che la sua te-

sta non inutilmente lucida evo-ca - ha avuto il cuore di infor-marci su come immagina chesiano percepiti i suoi editoriali:“Se si obietta che l’intervento diSantoro era ironico, io non honeanche usato quell'ironia”.Quindi, mentre Michele Santoro

viene sanzionato per il suo delit-tuoso “Vaf fanbicchiere”, il diret-tore del Tg1 ci dice, non solo chenon sa di svolgere funzioni di uf-ficiostampismo seriale per con-to di Palazzo Chigi, ma anche cheda oggi non gli si può concederenemmeno l’a t t e nu a n t edell’umorismo. Se la punizionedi Santoro ha prodotto questoouting, almeno sarà un sacrificionon vano. Ciononostante questaconfessione costituisce una veradisgrazia, perché la speranza chealmeno ci fosse in lei la percezio-

anche da un pronunciamentodella Corte di Cassazione. Pro-blema: se l’incredibilmente diffa-matorio “vaf fanbicchiere” fr uttadue giornate di squalifica, quan-to deve restare lontano dal cam-po il direttore dal cranio elettro-lucido per queste facezie? Ci per-mettiamo di segnalarle - qualorale sia passato di mente - il calo-roso saluto dei conduttori di Uno -mattina - Stefanio Ziantoni e Su-sanna “Butterlfy” Petruni (quelladella farfallina) - che salutavano ilpresidente del Consiglio dicen-dogli: “Questo programma è casasua”. Evidentemente si trattavadi un altro omaggio alle direttiveanglosassoni da lei impartite, eapplicate con evidente zelo intutta l’azienda. Egregio dottorMasi, se un intellettuale in odoredi anarchismo come Aldo Busiviene giustamente sospeso dallasua puritana azienda per aver be-stemmiato all’Isola dei Famosi, qua-le sanzione va applicata al pre-mier che ha fatto altrettanto inpubblica via? In attesa che Ella ri-solva il dubbio, i tiggì dell’azien -da hanno giustamente evitato dimostrare l’immagine di reperto-rio per non turbare le coscienze.Con una operazione non menomeritoria, di quella dei cronistianglosassoni che aggiungevanoapplausi mai ricevuti dal nostrobeneamato premier, all’assem -blea Onu, donandogli in fase dimontaggio quelli raccolti da KofiAnnan. Non meno brillanti, illu-stre direttore generale, sono altrememorabili p e r fo r m a n c e s di Uno -mattina, l’indimenticata illustra-zione, del best seller Due anni di go-verno Berlusconi, introdotto da unavirtuosa conduttrice, come “let -tura indispensabile per l’estate”(se ne scorgevano copie sottoogni ombrellone). A rendere av-

vincente il mirabile esempio diservizio pubblico, c’era la nitidafigura dell’on. Giacomoni, notostatista di profilo risorgimentale,nonché - certo per caso - collabo-ratore del premier. Un’altra pagi-na di pluralismo, dottor Masi, ladiretta sul presidente Fini, com-mentata dalla coppia MaurizioGasparri-Fabrizio Cicchitto, cer-to sbilanciata a sinistra, ma pienadi ironica e spensierata verve.

Egregio dr. Garimberti ,siamo lieti che in una breve pausa

fra un set e l’altro, Ella abbia tro-vato il modo di allontanarsi dalcampo da tennis per definire“s p ro p o r z i o n a t a ” la sospensio-ne.Più tardi, qualora mentre riponenel fodero la sua racchetta Pr incein grafite dovesse tornare a riflet-tere sul tema, vorremmo sugge-rirle che, avendo Ella già raggiun-to l’età della pensione, il silenzioo le dimissioni, possono degna-mente onorare il suo noto ruolodi “presidente di garanzia”. Dellacippa.

TORNA LA BUSI “Articolotrésarà uno sportello dei diritti negati”

Viale Mazzini, la protesta

“DAL DG METODIDA STASI, ORA BASTA”

“Di Annozero io vado fiero, via Masi e la sua Stasi”:Questi alcuni striscioni nel sit-in pro-Santoro ieri aviale Mazzini organizzato da Articolo 21 e sostenutada Fnsi, Usigrai, Agenda blu e Popolo Viola.

COMMISSIONI Pdl-Fli, l’asse tiene:Bongiorno resta alla Giustizia

L’ accordo tra il Pdl e Futuro e Libertà sulrinnovo delle Presidenze di Commis-

sione alla fine ha tenuto. E tutto è andatosecondo copione. Anche Giulia Bongior-no è stata riconfermata alla presidenzadella Commissione Giustizia, dopo chenegli ultimi giorni i falchi non avevanonascosto la tentazione di indebolirla. Èstato il capogruppo del Pdl alla Camera,Cicchitto a dare l’ordine di scuderia aisuoi. Anche perché se la Bongiorno nonfosse stata confermata si sarebbe apertala rappresaglia nelle Commissioni Esterie Bilancio, guidate dai leghisti StefanoStefani e Giancarlo Giorgetti. Alla fine,l’avvocatessa ha ottenuto 40 voti su 48:per lei hanno votato compatti Pd e Udc.L'Idv si è astenuta e quattro preferenzesono andate all’altro deputato di Fli: Giu-seppe Consolo. Per quest’ultimo, oltre(sembra) al diretto interessato, hannovotato anche Manlio Contento, compo-

nente della Consulta Giustizia del Pdl e,si dice, anche Alfonso Papa. Racconta ilcapogruppo del Pdl in commissioneEnrico Costa che l’accordo regge. Mache, per raggiungere l’obiettivo, sonoservite diverse riunioni per spiegare aicomponenti del gruppo l'importanzadella tenuta dell’accordo di maggioran-za. Nel centrosinistra, però, si fa notareche senza i voti di Pd - Udc la Bongiornonon sarebbe stata riconfermata al primoturno perché sarebbe servita la maggio-ranza più uno dei componenti: cioè 25voti. Se ai 40 ottenuti dalla parlamentaresi togliessero infatti quelli del Pd (15),dell’Udc (3) e di Daniela Melchiorre(Lib.Dem) che dichiara di aver votato perla riconferma del presidente (poi è stataeletta segretario di commissione in quo-ta Pd), le preferenze ottenute sarebberostate solo 21. Per il resto, tutto come pre-visto sia alla Camera che al Senato.

T orna - non a caso - con Ar ticolotre Mar iaLuisa Busi. Torna sul piccolo schermo

dopo che, in polemica con il direttore delTg1 Augusto Minzolini, aveva lasciato il po-sto di anchorwoman: con un nuovo pro-gramma in onda su Raitre dal 15 ottobre,tutti i venerdì in prima in serata. Il nuovoprogramma che va a sostituire Mi manda Rai-t re si ispira all’articolo 3 della Costituzioneche sancisce l'uguaglianza formale e so-stanziale tra tutti i cittadini. “Torno prima di

tutto perchè mi piace la-vorare e ormai non riu-scivo più a farlo, in se-condo luogo perchèamo il contatto con lagente e con le piccolestorie ‘senza importan-za’. Il nostro compito sa-rà proprio quello di veri-ficare, attraverso le sto-rie vere della gente, se

l’Articolo 3 della nostra costituzione è ri-spettato”. Ar ticolotre funzionerà come unvero e proprio sportello televisivo a cuichiunque abbia visto i propri diritti calpe-stati oppure si sia sentito “meno uguale”agli altri potrà segnalare la propria storia te-lefonando in diretta alla redazione al nume-ro verde 800 550213 o scrivendo a: [email protected]. Non ha mancato di commentareanche la vicenda Santoro, la Busi: “Consi -dero il provvedimento contro di lui profon-damente ingiusto. Da parte sua non c’è sta-ta volgarità: abbiamo visto e assistito a vol-garità ben peggiori ma non mi pare che inquei casi siano stati presi alcun tipo di prov-ve d i m e n t i ”. Secondo la Busi “Santoro facon la sua trasmissione servizio pubblicogarantendo il contraddittorio: in studio c’èsempre sia un esponente del centrosinistrache del centrodestra inoltre A n n o ze ro ha de-gli ottimi ascolti, sarebbe veramente unospreco per la Rai privarsene”.

La regola Masie la legge del Capo

“L’aziendaridotta amegafono delpremier: chiserve vive,per gli altrimanganello

quel periodo di proteste, manifestazione inpiazza e “Raiperunanotte”, “il Fattoquotidiano” pubblica le intercettazionidell’inchiesta di Trani, le telefonate tra SilvioBerlusconi e il commissario dell’AgcomGiancarlo Innocenzi sino a Mauro Masi chedefinisce le pressioni peggio delloZimbabwe. “A n n o z e ro ” riprende in aprile e

chiude la stagione a giugno sempre tra lepolemiche. In estate si discute sulla possibileuscita “consensuale” dall’azienda di Santoro,poi il giornalista ci ripensa, ma il direttoregenerale continua da solo una trattativachiusa da settimane. L’attesa diventa unproblema per la preparazione della nuovastagione, Masi firma la ‘matricola’ - un

numerino necessario per riaccendere lamacchina di “A n n o z e ro ” - soltanto a iniziosettembre, a tre settimane dal via. E intantoil programma nei palinsesti viene indicatosempre come ‘spazio Santoro’ perché Masiritiene che la trasmissione debba cambiarenome. Poi arrivano circolari bavaglio perlimitare l’autonomia della trasmissione e

l’ennesimo esposto del Pdl all’Agcom. Nelfrattempo ricomincia “A n n o z e ro ”. Nel suoprimo monologo, il conduttore scherza conla metafora del bicchiere. Masi reagisce lasera stessa con un comunicato, invia unalettera che apre la procedura disciplinare epoi informa Santoro della sospensione dallavoro per dieci giorni.

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IL TIRRENO Pagina 9 - Pisa SUMMIT A SAN GIULIANO Ai Bagni il mondo del termalismo SAN GIULIANO. Appuntamento importante del termalismo toscano ed europeo il 20 ottobre alle terme di San Giuliano. A cura di Unioncamere Toscana con la collaborazione di Regione Toscana e Osservatorio regionale del turismo in Toscana saranno presentate infatti le performance più recenti del sistema termale toscano ed una disamina puntuale sulle presenze e fatturato registrati nel 2009. Saranno inoltre fornite previsioni sulle tendenze per il 2010. La presentazione avverrà in un ampio contesto di confronto rappresentato dai principi di sostenibilità ambientale e dalle certificazioni di qualità. Con una presenza qualificata di istituzioni, imprese private, associazioni ed enti di ricerca. Si svolgerà inoltre una tavola rotonda per discutere con rappresentati internazionali sulle opportunità e le criticità del settore e confrontarsi sul tema di rete, nel più ampio quadro di riferimento europeo. Interverrà l’assessore regionale al turismo Cristina Scaletti. «Un appuntamento che ci fa onore ospitare presso la nostra realtà termale che in questi anni, grazie alla Regione Toscana, al socio privato e al nostro Comune, ha prodotto sforzi e investimenti notevoli con risultati di eccellenza». E stato il commento espresso con soddisfazione dal sindaco di San Giuliano, Paolo Panattoni.

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LA NAZIONE Rosignano L’Idv ai cancelli della Solvay ROSIGNANO — ROBERTO Rizzo, responsabile lavoro IDV Toscana, Patrizio Loprete vice segretario provinciale IDV, Luca Simoncini Assessore Comune Rosignano e Sandra Lancioni Consigliere Comunale IDV saranno oggi dalle 12 alle 13 all’ingresso della Solvay per manifestare la propria solidarietà ai lavoratori preannunciando la partecipazione alla Manifestazione nazionale della Fiom sabato 16 ottobre. «Salari e pensioni ridotte alla fame — afferma l’Idv — i lavoratori, gli artigiani, le partite Iva subiscono in solitudine gli effetti della crisi fino al dramma della perdita del lavoro. I lavoratori e i pensionati stanno sempre peggio smentendo la teoria per cui riducendo i diritti a chi li ha si generano più posti di lavoro».

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IL TIRRENO Pagina 6 - Pisa AFGHANISTAN E’ solo una guerra altro che militari in missione di pace Luigi Buoncristiani (Coordinatore Idv di Pisa) Eduardo Falzone (Presidente Circolo Idv) Guerra? No missione di pace, queste le parole del ministro La Russa. Ricordiamo al ministro della Difesa che probabilmente se avesse avuto un figlio, un amico, un cugino, un nipote, o solamente un conoscente dei suoi figli coinvolto nelle missioni non avrebbe permesso alle truppe italiane di fare i pattugliamenti per il mantenimento degli equilibri di pace, anzi, di portare la pace con le armi. Il governo si è mai posto la domanda perché molti giovani, soprattutto del Sud Italia, partono per quei posti dove si combatte una feroce guerra? La risposta è scontata, o forse la nostra è solo una visione semplicistica del tutto: si parte per guadagnare qualche misero euro in più, per sposarsi, comprarsi una macchina, finire di pagare il mutuo, o molto semplicemente perché credono nella difesa del territorio afgano e perché vogliono donargli la libertà. Beh, se alla base c’è una scelta di cotanto valore, onore al merito. Mentre i C130 portavano a casa i feretri dei nostri militari con su la bandiera tricolore, il presidente del Consiglio si crogiolava col suo amico Putin, e il ministro La Russa si precipitava davanti alle tv a ribadire che l’Italia non è in guerra ma in missione di pace, ricordando però che è necessario armare gli aerei con le bombe, e la scelta spetta al Parlamento. I nostri ufficiali al fronte chiedono di sostituire gli attuali mezzi “Lince”, con i “Freccia”, più lenti ma sicuramente più robusti, a testimonianza che siamo, anzi questo Governo è in guerra. Insomma, è una missione di pace o l’Italia è in guerra? Il Pd si dice pronto ad aprire un dialogo? Ma dialogare su cosa? Ah, forse vogliono dialogare su quale tipo di bombe utilizzare. Bravo ministro, un suo errore di valutazione sulla missione in Afghanistan, con la complicità del Governo ha già riportato a casa dentro una bara trentaquattro militari italiani, abbiate il coraggio di ammettere che questa è una guerra e non una missione di pace.

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IL TIRRENO Pagina 6 - Pisa Don Bosco, così non si rispettano i diritti umani e la Costituzione Presso la Provincia di Pisa la IV commissione ha incontrato il Garante dei Diritti dei detenuti per il Comune di Pisa e gli operatori del progetto “Oltre il muro”. Questo incontro è stata la naturale prosecuzione di un percorso iniziato con la visite nel carcere di Volterra e nel carcere Don Bosco e di una audizione in commissione con la direttrice del Don Bosco. Il quadro che sta emergendo va ben la di là dell’ormai noto grido di allarme per le carceri sovraffollate: grido d’allarme peraltro raccolto qualche mese fa dal Presidente della Provincia, Pieroni, e dal presidente della IV Commissione e portato all’attenzione del Ministro Alfano tramite una lettera che non ha ricevuto alcuna risposta. In particolare nella casa circondariale pisana, la ormai cronica carenza di personale dell’amministrazione penitenziaria, l’obsolescenza della struttura del carcere, il sovraffollamento dovuto anche alle recenti restrittive norme in materia di immigrazione lo stanno rendendo sempre più simile ad un girone infernale, che ad un luogo dove lo Stato “prende in carico” le persone vuoi per fargli scontare la condanna, che per avviarli a quel processo di rieducazione e reinserimento nella società che la nostra Costituzione prevede. Dalle parole dei nostri interlocutori abbiamo appreso che può anche succedere che ad un detenuto, magari fra quelli più “ultimi” degli altri, non venga notificato un provvedimento di rilascio. Bisogna ringraziare chi spende volontariamente parte del suo tempo per assistere i detenuti e cercare di tamponare una situazione in cui è alto il rischio di totale deprivazione della loro dignità (oltre che della libertà, già di per sé pesante da sopportare anche per chi commette dei reati). Ma ovviamente questo non basta: le istituzioni presenti sul territorio, nell’ambito delle proprie competenze, devono sforzarsi di contribuire. E’ importante che siano riattivati progetti di formazione e lavoro, che gli spazi di socializzazione siano tali veramente, che si rafforzi all’esterno la rete di accoglienza per i più sfortunati e consentire così anche a loro di accedere alle misure alternative al carcere. E’importante inoltre continuare a fare pressioni sul Ministero e sugli altri organi istituzionali interessati come il Dap regionale e nazionale per far si che vengano doverosamente garantiti almeno gli interventi “strutturali” di base per contrastare la fatiscenza, enormemente dispendiosa, del carcere stesso. Oltre ad una riforma della giustizia che non si fermi a qualche ritocco del codice penale o civile ma di una vera “politica giudiziaria”. Massimiliano Casalini (Sel, presidente IV Commissione) Manolo Panicucci (Capogruppo Consiliare Pd) Alessandra Petreri (Idv, Vice Presidente della Provincia di Pisa)

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LA NAZIONE Pagina 3 – Massa Carrara Reazioni La solidarietà dell’Idv Puntualmente, le cave di marmo richiedono il loro tributo di dolore e sofferenza a chi le lavora. Ancora una volta il lavoro alle cave si ferma, in forma di rispetto per chi sta lottando tra la vita e la morte in un letto di ospedale e per quelle famiglie, che non più tardi di qualche ora prima avevano salutato un marito, un padre, un figlio che si recava al lavoro ignaro di cosa il destino gli stava riservando. Esprimiamo solidarietà a questi lavoratori, alle loro famiglie, ai loro colleghi e, allo stesso tempo, richiama tutti a una profonda riflessione sul difficile lavoro nelle cave e in generale sulla lavorazione del marmo nel nostro territorio, dove troppi sono gli incidenti più o meno gravi.

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LA NAZIONE Pagina 17 – Arezzo Sansepolcro. Tra otto mesi la città al voto Sindaco, in pole position Polcri, Buono e Bianchi di ANNA MARIA CITERNESI OTTO MESI e si ritorna alle urne, ma le opzioni che i cittadini troveranno per scegliere come e chi amministrerà Sansepolcro sono ben lungi dall’essere delineate. Nomi di possibili candidati a sindaco ne circolano tanti nella consapevolezza della necessità un sindaco forte, di esperienza amministrativa, con spiccata capacità risolutiva e con un programma ben calibrato sulla realtà di una cittadina di sedicimila abitanti, ma dove risiede un gruppo di imprenditori di rilievo e con un patrimonio culturale che ne fa un crocevia di assoluta importanza. Il punto della situazione per quanto possibile. Centrodestra, qui i nomi sono noti da tempo, Franco Polcri come prosecuzione dell’attuale esperienza amministrativa, in alternativa, portatrice anche di cambiamenti di metodo e merito fatte salve le concretizzazioni portate avanti dall’attuale amministrazione, gli altri restano quelli dell’assessore Fabrizio Innocenti e di Riccardo Marzi. La frizione interna al Pdl, tra la componente cattolica e quella laica, attualmente sembra far ricadere la scelta sulla figura del presidente della Comunità montana per raggiungere più facilmente una sintesi. Al centro si incardina stabilmente l’Udc, soggetto politico in trasformazione e in crescita di consenso, attualmente in maggioranza, ma senza incarichi di giunta. Il recente avvicendamento generazionale tra il coordinatore comunale, Marino Dell’Omarino, e il nuovo coordinatore, individuato nella figura del presidente del Consiglio comunale, Gianluca Buono, suggerisce a chiare lettere la concreta possibilità di candidare una figura autonoma e rappresentativa della società civile, circola un nome che è quello dell’imprenditore Mauro Cornioli. Sul fronte sinistra, o centrosinistra che dir si voglia, la situazione si complica perché è innegabile l’attuale confusionalità più accentuata rispetto a quella che caratterizza ogni schieramento politico in periodo preelettorale. In alcuni ambienti di sinistra e della società civile e anche da parte della lista civica Viva Sansepolcro riscuote forte consenso il nome di Danilo Bianchi, attuale sindaco di Anghiari con scadenza del secondo mandato amministrativo per il 2012. Nell’eventualità Bianchi dovrebbe portare il proprio paese ad elezioni anticipate con tanto di commissariamento, ci sono stati dei contatti e risulta che Bianchi è lusingato dall’apertura di credito, ma sarebbe davvero curioso che il centrosinistra e, soprattutto, il partito democratico che in città è la prima forza politica, non riuscissero ad esprimere un candidato biturgense alla carica di primo cittadino. Il nodo da sciogliere è dove va il Pd? Verso sinistra, solo quella riformista o anche la radicale? Verso il centro? Saprà mettere insieme una coalizione dal centro alla sinistra riformista? Il direttivo del partito lo scorso fine settimana ha avviato una serie di incontri interlocutori con gli altri soggetti della sinistra riformista, con il Psi e con Sel, proseguirà con l’Idv e Rifondazione comunista. Il discorso è aperto anche ad altre rappresentanze politiche.

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LA NAZIONE Pagina 7 – Prato Il monitoraggio Via alla commissione sul credito Ecco come contattare i consiglieri E’ PARTITA la commissione di studio sul credito del consiglio comunale ed i consiglieri di opposizione si sono già mossi per ricevere suggerimenti e segnalazioni che riguardano le problematiche sulla concessione del credito. Per contattare i due componenti del Pd, Massimo Carlesi e Nicola Oliva (vice-coordinatore della commissione) si può chiamare alla segreteria consiliare del gruppo Pd ai numeri 0574.183.63.59 o 0574.183.63.64 o scrivere all’indirizzo di posta elettronica [email protected]. Anche il capogruppo dell’Idv Aurelio Donzella è in commissione e può essere contattato all’indirizzo e-mail [email protected].

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IL TIRRENO Pagina 2 - Prato Il commissario Ardita in pensione «Ai giovani poliziotti lascio in eredità il buon senso» P.P. PRATO. «Spero di lasciare in eredità il buonsenso. La legge - che pure dobbiamo far rispettare - a volte è fredda e male si adatta alle varie situazioni personali e sociali in cui ci troviamo ad operare. Con un pizzico di buonsenso anche le situazioni più difficili possono essere smussate affinchè si crei quel rapporto di fiducia e rispetto fra la gente e noi ed io credo di averlo sempre usato ed è quello che voglio lasciare in eredità, se me lo consentite, ai giovani che proseguiranno il lavoro». Con queste parole il commissario di polizia Salvo Ardita si è congedato ieri mattina dai colleghi della questura di Prato e dal lavoro di poliziotto, per andare in pensione. In tanti lo hanno voluto salutare ed il questore Filippo Cerulo, che pure lo conosce da poco tempo, gli ha regalato una targa a nome di tutta la questura di Prato per il suo lungo servizio svolto in città e un invito, «per lei le porte della questura sono sempre aperte». A delinearne il profilo fra lo scherzoso ed il serio ci ha pensato il capo della squadra mobile Francesco Nannucci, che lo ha avuto alle sue dipendenze negli ultimi anni in importantissime operazioni contro la criminalità. Salvo Ardita che ha in pasato ricevuto le onorificenze di Cavalierie e Ufficiale della Repubblica Italiana, si è impegnato anche nel sindacato dei poliziotti partecipando alla creazione del Siulp e svolgendone anche le funzioni di segretario provinciale di Firenze, per poi svolgere lo stesso ruolo nel Silp per la Cgil. Dal 1 ottobre è in pensione ma non smetterà il suo impegno civile che continuerà come segretario provinciale dell’Italia dei Valori.

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LA NAZIONE Pagina 7 – Pistoia Il sindacato La solidarietà dei Comunisti NUOVE adesioni alla manifestazione Fiom di sabato a Roma. Oltre all’Idv, parteciperanno il circolo Pd AnsaldoBreda e il gruppo dei Comunisti per Pistoia «La manifestazione — dice il capogruppo Lido Berti — è stata organizzata in difesa dei diritti e del contratto nazionale di lavoro contro il ricatto delle associazioni padronali e contro il governo. Non si possono negare — ribadisce Berti — diritti acquisiti dopo anni ed anni di lotte».

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