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d’areamediterranea
CONCESSIONARIA DI PUBBLICITA’: METIS SRL 0971 22715 CELL. 320 1813033 email: [email protected]
Come cambia il cieloAnno IV numero 18 - 20 Maggio 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino
La tavolozza del ballottaggio
Il 29 e 30 di Maggio si vota per il ballot-
taggio. Nel Paese gli occhi sono puntati
su Milano e Napoli. In Basilicata sotto os-
servazione sono Melfi e Pisticci. Il cielo di
Milano e di Napoli è ancora iridato in at-
tesa di definire gli apparentamenti. In Ba-
silicata ed in particolare a Melfi e Pisticci
il cielo, invece, ha assunto tonalità già
ben definite. L’assoluta mancanza dei co-
lori sociali del Popolo della Libertà lascia
via libera all’unica tinta disponibile che è
quella rossa. Infatti gli unici a duettare
sono rappresentanti del Pd. Solo a Melfi
figura una eccezione, una lista civica in
rotta con quelli del Pdl. Il centrodestra è
letteralmente sparito per cui c’è da chie-
dersi come voterà. Può darsi che molti
non andranno proprio a votare, oppure se
lo faranno saranno costretti almeno per
una volta a cambiare colore. Cosa assai
più difficile a Pisticci dove la lotta è tutta
in famiglia, mentre a Melfi c’è la possibilità
di schierarsi con una civica più vicina al
rosa anziché all’azzurro. A questo punto
non ci resta dire: vinca il migliore.
20 MAGGIO 20112
''La legge e' uguale per tutti'': il procuratore distrettuale di Manhattan,Cyrus Vance, ha tenuto a sottolineare questo semplice messaggio in una di-chiarazione pubblica resa all'esterno del palazzo di giustizia di New Yorkdove Dominique Strauss-Kahn ha vissuto oggi la giornata piu' lunga dellasua vita. Davanti agli occhi esterrefatti di moglie e figlia, presenti inaula, l'ex direttore del Fondo Monetario Internazionale ha saputo di esserestato formalmente incriminato da un gran giuri' per tutti e sette i capi diimputazione di cui e' accusato; ha appreso che la Corte Suprema dello Statodi New York ha accolto la sua domanda di liberta' su cauzione, ma lui dovra'comunque restare ancora una notte in carcere, fino a quando - domani - nonavra' versato un milione di dollari e avra' fornito garanzie in deposito peraltri 5 milioni di dollari; ha avuto la conferma che, fuori dal carcere,dovra' comunque portare un braccialetto elettronico.
'Almeno una ventina di civili, tr
a cui un bambino, sono rimasti
uccisi dalle forze di sicurezz
a siriane che hanno aperto i
l
fuoco contro i dimostranti ant
i-regime scesi in piazza nella
città di Homs, 160 chilometri a nord
ovest di Damasco, e
in quelle meridionali di Deraa e a Sanamin. Lo rif
eriscono
attivisti per i diritti umani e
alcuni testimoni. Mentre la
televisione araba al Jazeera, ha rif
erito che sono in corso
numerosi cortei contro il go
verno, a Damasco, Banias e
Qamshili e in moltissime altre
città siriane.
IL CENTRO OLI di viggiano dell'Eni, capace di trattare decine di mi-
gliaia di barili di petrolio al giorno, ha fermato ogg
i l'attivita' per per-
mettere l'esecuzione di lavori di manutenzione strao
rdinaria e
ammodernamento che dureranno ''circa 25 giorni''. L
o ha reso noto l'Eni,
precisando che i lavori saranno eseguiti da 1.400 l
avoratori di 60 im-
prese e consentiranno ''una migliore gestione operat
iva del centro olio e
andranno a ridurre ulteriormente le emissioni in atm
osfera'', i rumori e
gli odori.
LA SITUAZIONE dei collegamenti ferroviari con potenza e la Basili-
cata fa pensare ad una ''regione fuori dal Paese e con collegamenti d
a
terzo mondo'': lo ha scritto il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, al-
l'amministratore delegato di Trenitalia, Vincenzo Soprano. Nella let-
tera, il cui testo e' stato diffuso dall'ufficio stamp
a del Comune,
Santarsiero ha espresso ''stupore, amarezza e giudizi
o negativo sullo
stato dei collegamenti ferroviari a servizio della ci
tta' e dell'intera re-
gione'' e ha evidenziato i ''gravi disagi'' patiti dai via
ggiatori lucani.
IL COMUNE di Potenza intensifichera' i controlli dei vigili urbani de
l
quartiere Bucaletto: e' quanto e' emerso nel corso di un incont
ro che si
e' svolto nella sede locale degli uffici comunali, a c
ui hanno partecipato
il sindaco del capoluogo lucano, Vito Santarsiero, l'assessore al
le politi-
che abitative, Donato Pace, e il comandante della Polizia locale, Donato
Pace. E' anche previsto - e' scritto in una nota - il monitor
aggio ''delle
famiglie che abitano nella cittadella'' sorta per osp
itare i prefabbricati
dopo il terremoto del 1980.
FILE TOP SECRET(Gli appunti del direttore)
Dopo la clamorosa chiusura in antic
ipo del pro-
gramma - il mio canto libero-(questo
è il vero nome
del programma di Sgarbi), vogliamo
far capire,
che la cultura non si cancella per
ché non fa au-
dience. Iniziamo dalla scena, la scen
ografia ispirata
alla Scuola di Atene di Raffaello dà profondità
senso di grandezza.E lui, Vittorio Sgarbi pronto
per una “lectio magistralis”, gran
de è stata la
scelta di parlare con suo figlio ospi
te nello studio
e il padre novantenne in collegament
o, di “L’essere
genitore e l’essere padre”, parlar
e in prima se-
rata di Raffaello, Michelangelo e poi addirittura
deviare su Martinez e Serafini , scusate ma tutto
questo è geniale.Poi il parlare della
bellezza del-
l’Italia, del paesaggio, del mondo ag
ricolo perduto
con il conforto di Leo longanesi, G
uido Ceronetti,
Pier Paolo Pasolini, Thomas Bernahard, Cesare
Brandi, Carlo Petrini, insomma una serata dove si
respirava cultura da ogni parte. P
er questo pro-
testo contro la Rai che cancella un
programma di
cultura in prima serata e ribadisco
il concetto, la
cultura non si cancella perché no
n fa audience,
perché vogliamo ancora respirare a
ria di cultura,
onore a quei duemilioni di persone c
he hanno visto
la trasmissione. Rivogliamo Vittorio Sgarbi in prima
serata, perché la cultura non può
avere audience.
Fiofab
Caos in Si
ria
I domiciliari di Strauss-Khan
Antonio Savino
Appuntamenti personali
Ore 09:00 Elisabetta Canalis
Sgarbi Televisivi
Di nuovo la POTE�ZA - FOGGIADa lunedì 23 maggio ultimati con una settimana d’anticipo i lavori di ripristinodella sede ferroviariaPotenza, 20 maggio 2011Torna operativa la linea Potenza – Foggia.Saranno i Regionali 3523 delle 11.33 e 3520 delle 11.51 i primi due treni apercorrere la tratta da lunedì prossimo.Con una settimana di anticipo rispetto al programma sono ultimati gli interventidi ripristino della sede ferroviaria (rilevato, massicciata, traverse e binari), traLeonessa e Rocchetta Sant’Antonio, e degli impianti di sicurezza collegati. Laferrovia era stata danneggiata da un movimento franoso in atto nella zona damolti anni, innescato dalle abbondanti piogge invernali.A causa della difficoltà di accesso alla sede ferroviaria dei mezzi e dei materialie delle avverse condizioni meteorologiche, i lavori sono stati piuttosto impe-gnativi.
Escavatori, macchine perforatrici, ruspe e binari sono stati trasportati sul postovia ferroviaria e, per consentire l’accesso alle betoniere, sono stati rimossi epoi ripristinati 700 metri di binari.Per tutta la durata dell’interruzione, i collegamenti tra Potenza e Foggia sonostati garantiti con autobus sostitutivi.
Lo Stato che si è dimostrato più attivo
nel corso del 2010 è la Germania, con
ben 204 notifiche, seguita da Bulgaria
e Ungheria.
Le categorie di prodotti che hanno ri-
cevuto maggiori segnalazioni sono
quelle del settore tessile e i giocattoli,
seguite da motori ed elettrodomestici.
Ciò che si richiede alle autorità nazio-
nali per affrontare le sfide del pros-
simo futuro sono la diffusione
dell’informazione tra gli operatori del
settore e un’intensa sorveglianza e ap-
Più controlli sui prodottinon alimentari
plicazione delle norme sulla
sicurezza, nell’ottica di una
maggiore cooperazione tra gli
Stati.
John Dalli, responsabile della
salute e della politica dei con-
sumatori, si è dichiarato sod-
disfatto del lavoro svolto
finora e fiducioso nel successo
del sistema per il futuro.
Secondo il suo parere, la sicu-
rezza dei prodotti inizia dalla
fonte, soprattutto oggi che la
produzione ha i caratteri della
globalizzazione, pertanto sono
i produttori stessi a dover atti-
vare e gestire la qualità delle
merci nelle varie fasi della
loro realizzazione.
Dal 2004, anno in cui
gli ordinamenti na-
zionali hanno rece-
pito la Direttiva UE sulla
sicurezza dei prodotti, è attivo
in Europa il RAPEX, un si-
stema di allarme rapido in
grado di segnalare i prodotti
non alimentari pericolosi che
sono immessi sul mercato.
Dal momento della sua istitu-
zione, l’attività del RAPEX si
è intensificata notevolmente,
aumentando di anno in anno
l’efficienza del sistema.
Il sistema chiama tutti i Paesi
membri dell’Unione ad atti-
varsi nell’identificazione e se-
gnalazione dei prodotti che
possono destare allarme in
termini di sicurezza.
Sono sempre meno i prodotti
pericolosi che raggiungono il
nostro mercato, in quanto tra
i principali obiettivi del si-
stema approntato dall’UE c’è
quello di puntare molto sulla
prevenzione.
Oggi i prodotti a rischio sono
individuati ed eliminati molto
più facilmente.
Secondo il rapporto annuale
pubblicato dallo stesso
RAPEX, nel 2010 i prodotti
ritirati dal mercato a dai con-
sumatori sono aumentati del
13% rispetto al 2009, rag-
giungendo la cifra di ben
2.244 unità, rispetto alle 468
del 2004.
Anche le imprese europee
stanno incrementando l’uti-
lizzo del sistema di allarme
rapido attraverso attività di
controllo e monitoraggio sui
prodotti pericolosi.
Attualmente l’attività del
RAPEX si sta orientando
verso due principali direzioni:
il rafforzamento della sicu-
rezza nei luoghi di origine dei
prodotti e l’intensificazione
della collaborazione con par-
tner internazionali, in partico-
lare con la Cina, dalla quale
proviene un quantitativo sem-
Giusi Santopietro
3
Direttore Responsabile
A�TO�IO SAVI�O
Direttore Politico
SARO ZAPPACOSTA
Redattori
Agnese AlbiniLuca Arlotto
Danilo ChiaradiaLaura CutullèSerena Danese
Michela Di PalmaSimona MarganellaLoredana Romanelli
Giusi Santopietro
Impaginazione &Grafica
Francesco Pietro Falotico
Stampa
Martano Editrice Modugno (BA)
Reg. Trib. Potenza �°375del 24 04 2008
Direttore Editoriale
Emilio D’AndreaSVI.MED.
associazione onlus per lo sviluppo
sostenibile del mediterraneo
Concessionaria Pubblicitaria
METIS srl
Contatti
[email protected]. 0971 22715
d’areamediterranea
20 MAGGIO 2011
pre crescente di merce.
La crescita di efficienza del si-
stema sembra dovuta a molteplici
fattori, che si sono perfezionati nel
corso degli anni, quali una mag-
giore partecipazione da parte dei
governi nazionali, una maggiore
consapevolezza di produttori,
aziende e commercianti, un più in-
tenso intervento da parte della
Commissione, attraverso la crea-
zione di reti e sistemi coordinati
tra gli Stati membri.
E’ attivo in Europa il Rapex,
un sistema di allarme rapido in grado
di segnalare merci pericolose
consigliere regionale anche per-ché ciò avrebbe potuto suscitarenon pochi malumori dalla granparte del PdL lucano che lo hasostenuto in massa per consen-tirgli una elezione in consiglioregionale certamente a rischiosenza il corposo sostegno.Ma quello che sinceramentemeraviglia è l’inerzia e l’apatiadella dirigenza lucana del PdLche di fronte a debacle così cla-morose che si ripetono oramaida dieci anni ad ogni competi-zione elettorale non trovino laforza per chiedere ed ottenere ledimissioni di politici che se lacantano, se la suonano e comesempre stonano.Con tutta probabilità i nostri tretenori sono riusciti a far scom-parire anche quella classe diri-gente che con fatica si eracreata dal nulla negli anniscorsi. Crediamo che il PdLdebba aprire una seria rifles-sione sui continui errori pro-vando veramente a cambiareclasse dirigente diversamentel’estinzione dei consensi per ilcentro destra è irreversibile.
Saro Zappacosta
Il recente turno delle ammi-nistrative di Basilicata ci haregalato l’ennesima stecca
dei tre tenori del PdL Lucano,capaci anche questa volta di nonfarsi votare dall’elettorato purdesideroso di cambiare.Infatti dei 27 comuni in cui si èvotato solo tre sono riconduci-bili a candidati vicini al partitodel Cavaliere vale a dire unapercentuale dell’11% e di questiin uno si è vinto facile essendol’unica lista presente.La percentuale dei comuni ap-pannaggio del centro destra, èmolto vicina a quella registratadalle liste del Popolo della li-bertà (intorno al 10%) e questola dice tutta sulla attrattiva delPdL, sulla capacità e sulle stra-tegie messe in campo dalla suaclasse dirigente; mica tutta però,solo quella che effettivamentepesa nelle decisioni locali ossiai parlamentari con responsabilitàdi partito. I nomi li conosciamotutti sia quelli del potentino chedel materano, non fosse altroperché è da circa un decennioche continuano a far registraresconfitte su sconfitte: la succes-siva più clamorosa della prece-dente e ciononostante non siriesce a sostituirli.
4 20 MAGGIO 2011
Anche questa volta i tre tenori hannofatto registrate l’ennesima stecca anziuna ennesima clamorosa stonaturabasta pensare che il serbatoio di voti delcentro destra fino a qualche anno ad-dietro appannaggio del Vulture-melfeseper il potentino e del materano si è con-centrato sulla cittadina di Francavilla.Non c’è che dire un ottimo risultato ov-viamente per il centro sinistra che è l’unico a trarre giovamento da questaclasse dirigente quasi come ci fosse untacito accordo che dovrà portare al-l’estinzione dei consensi per il PdL ouna vera e proprio strategia tesa a ri-durre al minimo il numero dei poten-ziali contendenti per le poltroneromane: “meno siamo meglio stiamo”.Alla maggior parte di colpe derivantidai plenipotenziari parlamentari i qualiimpongono sul territorio ogni decisione(checché ne dica qualcuno di essi cheabilmente ha cercato di spostare sugli
indigeni del luogo errori eclatanti), sisomma la miopia di parte della classedirigente regionale che nei propri centridi residenza non solo non riesce a vin-cere ma non riesce neanche ad andareal ballottaggio dove questo avviene. Èil caso di Melfi dove il candidato ricon-ducibile al PdL e quindi a NicolaPagliuca riporta appena la metà deiconsensi del candidato di Ernesto Na-vazio il quale va al ballottaggio.Peggiore è caso di Lauria dove aldanno si aggiunge la beffa: il candidatoPidiellino Mariano Pici primo elettoalle scorse regionali per il suo partito,si è classificato per ultimo promettendoin caso di vittoria che si sarebbe di-messo dalla carica di consigliere regio-nale (è evidente che era certo diperdere).Nutriamo forti dubbi che in presenza diun siffatto miracolo ci sarebbero statele dimissioni dalla comoda carica di
Una rivoluzione necessariaLa Lega sta portando avanti un progetto, che sé condotto a buon fine
sarebbe “Epocale”. Vi spiego : si tratta di una proposta di decentra-
mento dei Ministeri, che di fatto potrebbe trasferire dei ministeri da
Roma in altre città, non solo del Nord ma anche al Sud che rappre-
senta uno dei ultimi cavalli di battaglia della Lega, poichè guarda al
modello britannico come esempio di decentramento amministrativo.
La Lega ha già fatto una bozza di mappa che ritiene ideale: il Mini-
stero dell’Economia a Milano, quello dello Sviluppo economico a To-
rino, quello della Cultura a Venezia, il Ministero dell’Interno a Reggio
Calabria o Palermo, a Napoli la sede dell’Ambiente, mentre la Difesa
e Pubblica Istruzione a Roma. Con questa mossa, il carroccio fa ca-
pire come è cresciuto il suo livello di maturità e di responsabilità isti-
tuzionale, di quanto lavoro ha fatto e quanto tenga con il Federalismo
all’Italia a differenza della sinistra che parla, parla�e basta, adesso
se la cosa và in porto, chi avrà piu’ il coraggio di additare la Lega
come un gruppo sparuto di Uomini rozzi, senza idee e senza respon-
sabilità istituzionale? Ora ci vorrebbe che tutti, da Destra e Sinistra
che inchinandosi, facciano un mea culpa e Chapeau alla Lega!
Nella dirigenza lucana
del PdL domina inerzia ed apatia L’ennesima stecca
dei tre tenorihttp://steffanpaulus.files.wordpress.com
Giocare d’anticipo
Ebravo Egidio Digilio:
con una sola frustrata ha
messo al mondo i mas-
simi dirigenti della squallida
partitocrazia lucana, li ha scor-
ticati, ha messo a nudo tutta la
loro debolezza politica sma-
scherando la incapacità di in-
tuito politico che
contraddistingue i massimi di-
rigenti dei partiti lucani. E così
il leader del più piccolo movi-
mento politico presente in Lu-
cania, con un colpo di intuito,
ha fatto crollare tutto il castello
di sabbia costruito da oltre un
lustro da politici e magistrati, ai
danni di un amministratore del
settore sanitario, travolto da ac-
cuse ingiuste e risorto grazie a
giudici onesti, trasformando
così in un simbolo vittima di un
mondo mafioso ed omertoso. Il
giustiziere dell’ultimo mo-
mento, ripeto, è il Senatore
Egidio Digilio mentre la vit-
tima trasformata in simbolo è
Michele Cannizzaro, ex Presi-
dente dell’ospedale San Carlo
di Potenza, il quale diciamolo
subito oggi potrebbe rappre-
sentare un bel gruzzolo di voti
se non addirittura una piccola
miniera non solo per il credito
personale di cui gode, quanto
per il fatto di essere uscito vin-
citore dal conflitto che ha visto
i giustizialisti da una parte e
buonisti dall’altra intendendo
per buonisti gran parte dei mo-
derati di Potenza e tutti coloro
che non sono vittime dei pre-
giudizi sociali e politici. Ex de-
mocristiano, ha goduto della
fiducia di ex Popolari, fino a
quando a costoro ha fatto co-
modo: fino a quando cioè Mi-
chele Cannizzaro non è entrato
nel tritacarne che ha coinvolto
– a volte distruggendoli – pro-
tagonisti della politica e della
magistratura tra di loro in con-
flitto, rimanendone travolto
tanto che, in virtù della sua
onestà intellettuale e morale, ha
preferito dimettersi, piuttosto
che rimanere seduto in pol-
trona, come hanno fatto decine di uo-
mini politici che pur indagati, sono ri-
masti a godere dei frutti del potere!
Tutto ciò è stato compreso perfetta-
mente da Egidio Digilio, sia nel suo
aspetto politico che in quello umano e
sociale, e da politico di razza, e calco-
latore, alla notizia che quanto prima ci
sarà il rinnovo della dirigenza del-
l’ospedale San Carlo di Potenza, ha
anticipato la mossa di quanti avreb-
bero dovuto già farlo e non l’hanno
fatto, e come un fulmine a ciel sereno
ha piazzato la sua frustrata, con questa
iniziativa epistolare: “personalmentepropongo la candidatura del dottorMichele Cannizzaro, per l’aziendaospedaliera San Carlo, in modo diconsentire di portare a termine l’im-portante è positivo lavoro interrotto acausa delle note vicende giudiziarieche lo hanno ingiustamente coinvoltocome è stato ampliamente dimo-strato”. Un uomo nato cresciuto e pa-
sciuto all’opposizione dell’attuale
classe dirigente lucana, ha quindi
sponsorizzato un ex democristiano.
Non ci meravigliamo, con i tempi che
corrono. Quello che è sorprendente è
che gli ex popolari che pure hanno vo-
luto Cannizzaro alla guida del San
Carlo dove ha lasciato rimpianto per
la sua saggia, accolta, giusta ammini-
strazione, in virtù della sua acclarata
onestà intellettuale temporale oggi è
stato completamente dimenticato (o
volutamente isolato?) al punto tale che
si preferirebbe mettere al vertice
dell’ospedale San Carlo, quell’asses-
sore Martorato che, di medicina non
capisce un cavolo di niente. Tutto ciò,
quel volpone di Digilio l’ha compreso,
e per questo avvisa l’opinione pub-
blica lucana del misfatto che si po-
trebbe compiere alle spalle del popolo
per atroci interessi di botteghe politi-
che. Chi non ha compreso che Canniz-
zaro avrebbe potuto diventare un
uomo chiave, un valore aggiunto, una
miniera di voti delle proprie sorti, è
stato il maggiore partito di opposi-
zione, il Popolo della Libertà. Su que-
sto fronte, avrebbero dovuto lanciare
ponti d’oro all’ex Presidente del San
Carlo, fargli una corte spiegata, lottare
a denti stretti pur di coinvolgerlo nelle
vicende del pdl: invece – è tutti lo
sanno- nel partito di Berlusconi lucano
si contano sulle punte della mano gli
uomini dotati di intuito politico, legati
al partito e alle sue idee, e fra questi,
non ci sono certamente Guido Vice-
conte, Vincenzo Taddei e Cosimo La-
tronico, consociativi all’ennesima
potenza autori protagonisti di tutte le
sconfitte vergognose che ha subito – e
continua a subire- il popolo della li-
bertà. Ecco perché l’azione isolata di
Egidio Digilio acquista una luce par-
ticolare: nel centro destra è stato
l’unico esponente politico a lanciare
un messaggio positivo e saggio, anche
se probabilmente di origine
egoistica; il tempo ce lo dirà;
un fatto è certo: dinanzi alla
sua frustata, la maggioranza
dovrà rivedere le proprie posi-
zioni sul problema Cannizzaro.
Digilio infatti, tra l’altro, ha
messo in guardia tutti coloro
che saranno coinvolti nella
scelta dei candidati che do-
vranno diventare amministra-
tori all’Acquedotto Lucano,
Acqua spa, Sel, Sviluppo Ba-
silicata, Alsia e Arbea, perché,
se costoro non risponderanno a
requisiti di indubbia moralità,
il Senatore di destra non si li-
miterà soltanto alla denuncia
politica, ma “fornirà ai citta-
dini il curriculum dettagliato
dei meriti politici acquisiti,
delle protezioni e dei grandi
sponsor ”. Ne vedremo delle
belle insomma. Per quanto
concerne l’ospedale San Carlo,
da parte nostra non possiamo
non ribadire quanto abbiamo
sostenuto il 6 maggio sul pros-
simo concorso dirigenziale,
per il quale Michele Canniz-
zaro, come un fulmine a ciel
sereno, ha già presentato do-
manda di partecipazione: “…mai come questa volta nu-triamo un filo di speranza sulbuon esito del concorso, per-ché non solo bisogna renderegiustizia per dimostrare di es-sere giusti, ma soprattutto per-ché su questo concorso laclasse politica dirigente – siapolitica che sanitaria – sigioca quel residuo di credibi-lità che ancora gli rimane.D’altronde è difficile sba-gliare: basta ritrovare lo spi-rito con il quale i nuclei divalutazione stilarono la gra-duatoria dei dirigenti del2009. Si, nonostante tutto, ci èrimasto un pizzico di spe-ranza”Dopo la frustata di Egidio Di-
gilio, la nostra speranza è au-
mentata
520 MAGGIO 2011
Con una sola mossa
il Senatore Digilio mangia
le pedine politiche
Saro Zappacosta
Assoluzione piena “per
non aver commesso il
fatto”. Si è concluso in
questo modo per Lei, onorevole
Margiotta, il processo in cui era
accusato di corruzione, nell’am-
bito dell’inchiesta sulla gestione
della concessione per le estra-
zioni petrolifere nella Valle del
Sauro. A distanza di due setti-
mane dall’assoluzione piena,
qual è il suo stato d’animo
Sono felice perché la vicenda si èconclusa nei tempi sperati, e se-reno. Sa cosa mi ha colpito moltoin questi giorni? Le tante mail ogli sms ricevute dai miei colleghideputati, di tutti i partiti, in cui lafrase più ricorrente è stata “com-plimenti per come hai vissutoquesti anni con dignità e sere-nità”. Mi ha impressionato, per-ché sapevo bene di avercontinuato a svolgere il mio la-voro con grande impegno e diavere agito con correttezza, senzaatteggiarmi a vittima, ed ancheevitando le polemiche; non erocerto invece di avere mostrato al-l’esterno serenità. La serenità miveniva dalla certezza di non averecommesso il reato, e dalla fiduciache ciò sarebbe stato riconosciutodalla magistratura giudicanteche, è mia convinzione, non con-danna mai un innocente. Eppureche giorni terribili ho trascorso,quindici giorni tremendi: il 16 di-cembre 2008, ero alla Camera,pronto a svolgere l’intervento perdichiarazione di voto finale su undecreto sull’emergenza rifiuti a�apoli che il gruppo del PD miaveva affidato, con mia grandesoddisfazione; arrivò lì la notiziadell’ordinanza. L’impatto media-tico fu enorme, mi trovai catapul-tato in tutti i giornali nazionali enelle trasmissioni televisive. Duesettimane dopo, il 30 dicembre2008 si celebrò l’udienza innanzial Tribunale del Riesame, che an-nullò l’ordinanza medesima perinsussistenza di gravi indizi. Lì horipreso a vivere, ho potuto rico-minciare l’attività politica, dipartito ed istituzionale che avevototalmente sospeso. Lì ho potutoriacquistare quella serenità equella dignità che mi sono statericonosciute. La stampa nazio-
620 MAGGIO 2011
Una iniezione Saro Zappacosta
nale, ed anche la televisione –andai tral’altro a Porta a Porta, da Vespa – mi re-stituirono la visibilità e l’onore che eranostati intaccati. Poi, certo, sapevo beneche mi aspettava il processo: ma erocerto che anche in quella sede sarebbestata acclarata la mia innocenza; comeè davvero accaduto il 4 maggio scorso.Il ruolo dell’Avvocato Tuccino Pace in
questa sua vicenda
�utro per l’Avv. Pace, non da oggi, stimaed affetto profondi. E’ da sempre il miolegale e, sempre, le vicende si sono con-cluse nel modo migliore, confermando lacorrettezza del mio operato. In questacircostanza è stato fondamentale, soprat-
tutto per le scelte adottate nella strategiadifensiva: ha scelto di ricorrere subito alTribunale del Riesame, con l’esito perme decisivo di cui ho parlato in prece-denza, ed ha scelto, successivamente, dichiedere il rito abbreviato, saltando tuttala fase dell’udienza preliminare, che inteoria da più garanzie all’imputato, mache nel mio caso poteva tradursi in un al-lungamento a dismisura dei tempi. E perme i tempi erano fondamentali: vi era, evi è, la possibilità di elezioni anticipate,e desideravo arrivare alla fase di presen-tazione delle liste senza alcuna pendenzapenale, alcuna ombra sul mio operato.Anche di questo, come ovviamente della
brillante arringa finale, gli sonoe gli sarò sempre profondamentegrato.Un collega ha scritto, a seguito
della sua piena assoluzione, che
“finchè non ci lasceremo alle
spalle la pre-politica demago-
gica e ricattatoria della via giu-
diziaria al bene” e finchè, in
sostanza, le inchieste verranno
brandite “come clave chiodate
nel dibattito pubblico finanche
dai “finti amici”, la magistra-
tura, anziché essere –come do-
vrebbe essere- sobria
istituzione di verità, risulta es-
sere soltanto crocevia di perso-
nalismi, rabbia oscura,
messaggi, manovre politiche
trasversali”. In questa depri-
mente logica, la classe politica
dirigente lucana, ci ha sguaz-
zato gioiosamente. Avrà com-
preso la lezione?
Se ho colto bene la citazione, sitratta di un suo collega che nonconosco personalmente, mastimo, per la sua capacità di sa-pere essere fuori dal coro, siaquando il coro è osannante, siaquando invece è sferzante. Laparola che mi piace di più è l’ag-gettivo sobrio: il richiamo allasobrietà vale per tutti, politici,pubblici ministeri, giornalisti,anzitutto, e poi per tutti gli altri.E’, peraltro, il costante richiamoche viene dal Presidente �apoli-tano. Quel che non condivido èche la classe politica lucana ciabbia sguazzato gioiosamente:prima di me moltissimi sono staticoinvolti in vicende analoghe,ancora non del tutto concluse;moltissimi, con me, recano nel-l’animo, nel cuore e nella menteferite profonde, anche se curatee rimarginate dalla benefica me-dicina della verità e della giusti-zia. �on credo – o almeno nonvoglio credere: mi arrendereisolo innanzi ad una solare evi-denza, che non vedo – che ci siaqualcuno, in Basilicata, cheabbia utilizzato, o tentato di uti-lizzare, le inchieste a fini di lottapolitica.Abbiamo l’impressione, tutta-
via, che in virtù dei sereni pro-
scioglimenti di “Totalgate” e di
“Toghe lucane” la magistra-
720 MAGGIO 2011
tura abbia riacquistato sere-
nità, terzietà e sobrietà, e che
certe procure si siano bonifi-
cate dai “cavalieri della giusti-
zia assoluta e del successo
personale”. Un suo giudizio, in
merito, potrebbe essere confor-
tante…
E’ presto per dare un giudiziostorico obiettivo, e per compren-dere fino in fondo cosa sia acca-duto, e mi riferisco soprattutto aToghe Lucane, inchiesta in cui sisono contrapposti pezzi eccel-lenti dello Stato, dalla magistra-tura, alla politica, alle forzedell’ordine. Una cosa mi parecerta: il proscioglimento di tuttigli indagati, su proposta del pmdi Catanzaro, accolta dal GUPdopo una lunghissima udienzapreliminare, restituiscono un giu-dizio forte di innocenza ed inte-grità della classe dirigenteapicale lucana. E questo è im-portantissimo per la Basilicata.A proposito di giustizia, il Se-
natore Egidio Di Gilio ha pro-
posto la candidatura del dottor
Michele Cannizzaro per
l’Ospedale San Carlo “in modo
da consentirgli di portare a ter-
mine l’importante e positivo la-
voro interrotto a causa delle
note vicende giudiziarie che lo
hanno ingiustamente coinvolto
come è stato ampiamente di-
mostrato”. �oi crediamo che,
alla giustizia dei giudici, debba
seguire anche quella della poli-
tica. Lei, onorevole Margiotta,
che ci dice?
E’ stato bandito un avviso pubblico, enon so se il dottor Cannizzaro intendapresentare domanda; se lo farà, come èsuo diritto, la Giunta regionale dovràfare le proprie valutazioni di merito, inautonomia dai partiti, ed ancor di più daiparlamentari. Ho troppo rispetto per iruoli di ciascuno, per entrare nella que-stione. Ciò detto, anche io sento di espri-mere un giudizio assolutamente positivosul lavoro che il dottor Cannizzaro svolseal San Carlo: l’Azienda ne trasse sicurobeneficio.�el suo partito, il PD, sembra sia nata
una sorta di corrente, denominata
“Partecipazione democratica”, ricollo-
cata in posizione neutra. Inoltre il
Consigliere regionale Santochirico
sembra essersi alleato con Chiurazzi e
Viti, che a loro volta sono stati rag-
giunti da Gennaro Straziuso e Vito
Santarsiero, tutti della corrente di Fio-
roni. Lei che è “ritornato in campo”
con animo nuovo cha aria politica ha
trovato ma, soprattutto, non crede che
i movimenti interni al PD possano de-
terminare un nuovo assetto interno al
partito influenzando il futuro rimpasto
regionale e provinciale, incarichi sub
istituzionali, nonché le future candida-
ture al Parlamento? Le chiediamo il
quadro dell’organigramma attuale del
PD, se ce ne sarà uno nuovo e qual è il
suo messaggio sull’attuale evoluzione
del PD, anche alla luce dei risultati
elettorali, sia nazionali che locali
Domanda corposa e complessa, quasiuna nuova intervista! Proverò a rispon-dere sinteticamente. Intanto, lo dicevo al-l’inizio di questo nostro colloquio, io nonho mai abbandonato il campo, se non inquei terribili 15 giorni a cavallo di �a-
tale 2008. Lei però intelligentemente dice“con animo nuovo”, e dice una verità,perché ho più voglia, più entusiasmo epiù combattività da spendere sia nel miolavoro di deputato, a Roma, sia in quellodi dirigente di partito, a Roma e a Po-tenza. Partiamo dalla coda del suo inter-rogativo: oggi possiamo dire che leelezioni, nazionali e locali, sono stateuna sconfitta per Berlusconi e il centro-destra, e rafforzano le leadership di Ber-sani e Speranza, in Italia ed inBasilicata. Il dato più entusiasmante èquello di Milano, e mi riferisco alla per-centuale del PD, primo partito con il28,6% dei voti; si pensi che la Lega, contutta la retorica del �ord che mette ognivolta in campo, nel capoluogo lombardoè al 9%: ciò anche a conferma dell’au-tentico tasso di civiltà culturale e politicache caratterizza quella città. La strategiadi Bersani ha pagato, e molto: i prean-nunci di ridiscutere la linea del partito,contenuti in un’intervista a Veltroni, tro-veranno ben poca attenzione. Così le ra-gioni di Fioroni: è un mio amico, ma gliho sempre detto che stava portandoquella parte di ex popolari che lo se-guono in una delicatissima e pericolosis-sima posizione di confine, dalla qualemolti dei suoi seguaci hanno fatto ilpasso definitivo per uscire dal partito,con ciò indebolendo ulteriormente lapresenza e la forza dei cosiddetti cattolicidemocratici. Aveva invece visto beneDario Franceschini, nel decidere, e noicon lui, di collaborare fattivamente conil Segretario, superando la contrapposi-zione che vi era stata nelle primarie:l’asse Bersani-Franceschini esce raffor-zato da questa competizione, e sarà neiprossimi mesi sempre di più il baricentro
vero nella vita del partito. Cosaaccadrà lo vedremo: non escludoche la probabile sconfitta dellaMoratti a Milano determini unacrisi di Governo, magari con laformazione di un esecutivo tec-nico e le elezioni anticipate al-l’anno prossimo. In taledimensione tutti i temi che lei haposto, dalle candidature alle no-mine, potranno essere di strin-gente attualità, in Basilicata:Speranza, che esce bene da que-sta competizione, così come ilgiovane segretario provinciale diPotenza, Antonello Molinari,sarà messo alla prova, e noi tutticon lui, per cercare di comporreun puzzle di non semplice solu-zione. Io darò, come ho semprefatto, per mia cultura politica epersonale, il mio contributo indirezione del migliore equilibriopossibile, in cui ciascuno non sisenta prevaricato, e nessuno,però, provi a prevaricare: non ètempo di tentativi di egemonianel PD di Basilicata! I Congressihanno mostrato quanto com-plessa, frammentata e sostanzial-mente paritaria sia larappresentanza delle varie aree:chi non vorrà tenerne conto tro-verà in me, per il peso che saròin grado di esercitare, un osta-colo. Ho fiducia piena nel gio-vane gruppo dirigente delpartito, e sono certo che supere-remo bene anche le prossimeprove.
di fiducia Assoluzione piena per il Deputato Margiotta
coinvolto nella gestione delle concessioni
per le estrazioni petrolifere nella Valle del Sauro
C’è una leggenda me-
tropolitana che si
racconta nella stanza
dei bottoni, in virtù della
quale sembra che tra i vertici
del Pdl e quelli del Pd c’è un
patto di desistenza grosso
così, quanto una casa. A
confermare che la leggenda
metropolitana non è affatto
leggenda, ma è una “mafio-
sicamente” storica, ci’è per-
venuta una soffiata secondo
la quale, in occasione del-
l’elezione di domenica
scorsa, alcuni uomini vicini
al Sole che scotta del pro-
fondo Sud, poco distante dal
fiume Agri, sarebbero con-
fluiti nella lista del neoeletto
sindaco di una meravigliosa
cittadina bagnata dalle
acque del Sinni per aiutarlo
a vincere, pur non apparte-
nendo al Popolo delle li-
bertà: “Io aiuto a vincere te,
tu non presenti uomini im-
portanti nella lista del Par-
tito democratico del mio
paese”. E così, una mano
lava l’altra e tutte e due la-
vano la faccia poco candida
di chi è l’ispiratore del patto
di desistenza. Se c’è ancora
qualcuno che si chiede per-
ché il Pdl è ridotto ad una ri-
serva indiana e rischia di
scomparire alle prossime
elezioni, è servito: rifletta
sulla notizia che abbiamo ri-
portato. Se c’è ancora qual-
cuno che nel Pdl, dopo
questa ennesima vergognosa
sconfitta, comincia a consi-
derare che il terzo polo as-
suma un fascino particolare
e può diventare sponda per
chi oggi nel Pdl lucano senta
di essere tradito dai vertici
del partito, è servito: rifletta
sulla notizia che abbiamo ri-
portato. Se c’è ancora qual-
cuno che ritiene che il pdl
dovrà iniziare a coinvolgere
al suo interno personalità
della società per avere più
820 MAGGIO 2011
Si salvi chi puòfortuna nelle future consul-
tazioni, la smetta di illu-
dersi, perché il partito di
Berlusconi è destinato a
scomparire e sapete perché?
Perché non è il partito de-
mocratico, dove i parlamen-
tari nazionali non hanno
cariche di partito e durante
le campagne elettorali si
mettono al fianco dei vertici
del partito, lottano con loro
e alla fine tutti insieme, ap-
passionatamente, raccol-
gono le vittorie, una dietro
l’altra. E sono condannati a
vincere. Sempre. Nel po-
polo della libertà , invece i
parlamentari occupano
anche le posizioni di vertice
all’interno del partito, per
cui non riescono ad eserci-
tare né l mestiere di parla-
mentare né quelle di
massimi dirigenti del par-
tito, portando di conse-
guenza a ripetute e
umilianti sconfitte. Questa è
l’incontestabile verità sto-
rica che ha costretto chi
scrive questa nota a chie-
dere –come ha chiesto dopo
la vittoria del Pd nelle pre-
cedenti elezioni ammini-
strative e regionali- ai
vertici del Pdl, di dimettersi
dalle cariche di partito, in-
vocare l’arrivo di un com-
missario straordinario per
gestire un congresso utile al
rinnovo del partito e sperare
nell’aiuto di un Dio mag-
giore. Perché quello minore
è già pronto a godere della
scomparsa della destra lu-
cana definitivamente. Co-
raggio, quindi, l’ultimo
coordinamento regionale
può rappresentare l’alba di
una nuova storia: ci vuole
solo la forza delle dimis-
sioni, altrimenti, tutto di-
venta legittimo, anche
seguire chi dal Pdl è andato
via.
Sa.Za.
La Basilicata presenta una peculiarità politica particolare con un
centrosinistra fortemente e capillarmente radicato su tutto il ter-
ritorio, dal Capoluogo di Regione fino al più piccolo borgo dell’en-
troterra, il suo continuum governativo gli permette una notevole forza
elettorale fondata sul controllo sistematico di ampi, se non tutti i set-
tori e gli aggregati della società lucana. Però, sul versante politico
opposto vi è un centrodestra guidato da un partito di maggioranza
relativa in Italia e che guida un governo nazionale che stenta ad af-
fermare la sua forza attrattiva in Basilicata, anzi affermo senza reti-
cenza che i Lucani non percepiscono il Pdl quale reale partito
alternativo al PD ed ai suoi alleati. In Politica contano le idee ed i
programmi, come sono importanti le donne e gli uomini e le loro in-
dividualità ma la sua cruda e ferrea logica si fonda sui numeri e sui
risultati che oggi ci hanno bocciato per l’ennesima volta. Sarebbe
facile per noi gruppo dirigente regionale affermare che in qualche
comune si è vinto, che in altri si è perso perchè divisi, certo è vero
anche questo ma sono concause non la Causa Principale. Oggi rac-
cogliamo poco, prendendo i pochi frutti del passato, ma non pos-
siamo pretendere di più perchè gli artefici della debacle siamo noi
stessi. Ma che pretendiamo dopo due anni di lontananza, di abban-
dono del territorio, di una linea politica poco chiara e indefinita. Che
potevamo aspettarci dopo due anni nei quali il partito è stato usato
come una porta girevole, dove si entra in cerca di incarico e si esce
subito dopo alla ricerca di uno migliore, tutto ciò in dispregio di chi
da anni si impegna ed è sempre con noi. Che pretendiamo se la
linea politica è dettata dagli umori e dai capricci dei singoli, spesso
autoreferenziali e nutriti solo dal proprio interesse di carriera; mentre
la forza viva del Pdl ovvero iscritti, militanti e rappresentanti istitu-
zionali dei vari territori sono lasciati a se stessi, senza alcuna sintesi
o guida politica. Ora non è più tempo di giocare a far gli strateghi
politici senza aver numeri e consenso, o giocare a fare i leader
senza avere consenso e struttura partitica. Ora è il tempo delle
scelte vere e nette, questa lezione che l’elettorato lucano ci ha dato
deve far comprendere che è necessario un radicale cambio di
passo, rompere ogni indugio e passare a quella fase di organizza-
zione del territorio e contemporaneamente di politica comunale, pro-
vinciale e regionale senza se e senza ma e con contenuti e
proposte.
Basta con i falsi moderatismi che hanno creato solo confusione,
basta con il non voler prendere decisioni o peggio prenderle in pochi
e in completo silenzio, noi siamo il Popolo della Libertà e siamo al-
ternativi al centrosinistra. I cittadini non ci percepiscono come op-
posizione, non credono nelle nostre capacità, e semplicemente
preferisce votare il certo anche se distruttivo, che l’incerto che oggi
appare inconsistente e schiacciato su posizioni alquanto confuse e
ambigue.
Lo dico a me stesso bisogna cambiare, lo dico ai miei amici i nostri
avversari sono nel centrosinistra, lo dico ai lucani teneteci d’occhio.
Gianni RosaVice Coordinatore Regionale PdL
Tra Pd e PdL:
“Tu dai una cosa a me
e io do una cosa a te”
Teneteci d’occhio
Perché la Regione Basilicata
non deve incassare tutti i soldi
dei proventi delle royalties, ap-
plicate alle produzioni degli
idrocarburi, ma bensì una parte
li deve destinare al Veneto? E
questo è stato concesso anche
dai nostri Parlamentari, e la
cosa più negativa è che tutti si
nascondono dietro il dito, ma
perché non uscite allo scoperto?
E che fine ha fatto lo sconto
della benzina per i Lucani?
Cari amici è solo propaganda
elettorale, è solo fumo negli
occhi. Il guaio è che i Lucani
sono fin troppo buoni, incas-
sano e tacciono!!
Intanto, in questo modo i nostri
rappresentanti continuano a fare
i fatti loro, tanto la gente è con-
tenta e soprattutto non si la-
menta. Purtroppo questa è
l’amara realtà. Fino a quando le
cose andranno avanti così i no-
stri giovani continueranno a la-
sciare la loro terra a cercare
altrove lavoro e quasi sicura-
mente in un altro paese europeo
o oltreoceano.
Mi viene da ridere (c’è da pian-
gere) quando dicono che il fu-
turo della Basilicata è stato
tracciato !! Ma cari omini di Pa-
lazzo, volete ancora prenderci
in giro, fate le solite passarelle
di turno per poi ritrovarci nuo-
vamente con i problemi di sem-
pre, ma sapete che in Basilicata
ci sono più anziani che giovani?
Sapete quant’è il reddito medio
di una famiglia lucana? Cono-
scete le cifre reali delle pensioni
sociali, con cui vivono gli an-
ziani? Sapete che non c’è abba-
stanza assistenza per i ceti più
poveri? E ci sarebbe da conti-
nuare a chiedersi ancora molte
cose, ma qui sembra di parlare
al vento, tanto chi ha la poltrona
comoda e gestisce non ha di
questi problemi. I proverbio
dice: IL SAZIO NON CREDE
AL DIGUNO!! (Le nuove ge-
nerazioni che vivono in questa
regione non hanno futuro)!!
Primi perchè senza lavoro
Igiovani lucani hanno final-
mente un primato, ma c’è
poco da stare allegri, anche
perché questo primato è sempre
stato in voga qui in Basilicata!
Infatti, sono quelli che in tutta
Italia hanno il più alto indice di
disoccupazione, e nonostante
un’alta istruzione universitaria,
sono quelli che pagano di più la
crisi e l’incuria di una classe po-
litica che non li tutela. C’è chi è
preoccupato del lavoro che non
si trova o in alcune occasioni
vengono sottopagati. Molti di
questi giovani hanno un futuro
da precari a vita e ci sono alcuni
che non hanno nemmeno il mi-
nimo di speranza, tutti giovani
che hanno una fascia di età tra i
18 ed 35 anni. In questa regione,
con la piaga della disoccupa-
zione, dove il lavoro continua a
essere una risorsa sempre più in-
trovabile o esclusiva per i soli
eletti (i cosiddetti figli di papà o
parenti dei potenti). Molti (i so-
liti politici di turno) escono con
la trovata che molti giovani non
si adattano ai lavori che il mer-
cato offre, però non dicono che
sono sottopagati !! In molte oc-
casioni non c'è una sufficiente
informazione, perché meno
gente sa, meglio è! In tutto que-
sto troneggia la delusione per le
sempre minori opportunità che
vengono offerte loro è ormai il
sentimento più radicato. Sta di
fatto che per molti giovani lu-
cani, il risultato di trovare un la-
voro, è diventato un terno al
lotto (e pensano che chi ci go-
verna ha già fatto il terno al
lotto!!).
Molti, delusi o amareggiati si
rende conto che l'istruzione uni-
versitaria non sia una soluzione
interessante, anzi peggiora lo
status economico.
Anche in altre regioni, a dire il
vero, le percentuali di disoccu-
pati sono preoccupanti ma da
noi, in Basilicata, le statistiche
indicano un indice sempre in sa-
lita. Molti giovani sono ormai
andati verso altri paesi europei
come la Norvegia, il Belgio, la
Germania, l’Olanda, mentre altri hanno
addirittura varcato l’Oceano andando
in USA, come facevano i nostri ante-
nati agli inizi del ‘900.
Se si osservano i dati demografici della
Basilicata si scopre che sono soprat-
tutto i giovanissimi a essere più attratti
da un'opzione di lavoro all’estero con
un'età compresa tra 18 ed i 35 anni. In
centri piccoli, che hanno poco più di
1.000 abitanti, la percentuale di gente
che si trasferisce, è altissima!! Infatti,
molti di questi paesi hanno 1.000 abi-
tanti sulla carta, ma in realtà quasi il
50% lavora o studia altrove.
L'occupazione, in questa Regione, è per
i giovani come un enigma che non offre
opportunità, da qualsiasi punto lo si af-
fronta. Ma cari cittadini lucani, i nostri
rappresentanti istituzionali cosa
fanno??
Molti risponderanno che qualcosa si
muove, vedi ad esempio l’intesa sul pe-
trolio tra il Governo Regionale e quello
Nazionale. L’obiettivo è proprio quello
di ottenere finalmente uno sviluppo
della Basilicata, individuare le priorità
e dare delle risposte ai cittadini di que-
sta terra. La presenza del Senatore Vi-
ceconte e del sottosegretario Saglia
hanno dato una notevole importanza al-
TrenoRocky
20 MAGGIO 2011
l’intesa con il Presidente De Filippo.
Prima di tutto quello di riconoscere la
Basilicata come riserva petrolifera
dell’intero Paese dove dai profitti deri-
vanti sarà necessario dare le premesse
allo sviluppo della regione. Ma quanti
altri giovani dovranno ancora andare
via dalla Basilicata, per poter vedere i
benefici che hanno sottoscritto De Fi-
lippo, Viceconte & C.? E come mai, a
distanza di 150 anni dall’Unità d’Italia,
solo ora si sono accorti che il sud ed in
particolare la nostra regione ha la ne-
cessità di infrastrutture, sviluppo, prio-
rità di nuove attività economiche? Ma
fino ad oggi questi personaggi (sia di
destra che di sinistra) dove hanno vis-
suto? Purtroppo viene da pensare che
la nostra classe dirigente ha fino ad
oggi pensato a coltivare il proprio orti-
cello, non curandosi dei problemi al-
trui, quelli del proprio popolo. Le
preoccupazioni dei ragazzi lucani non
le conoscono, o meglio cercano di ma-
scherarle. Il Governo centrale ha svolto
solo una politica di incentivi a favore
delle Regioni Settentrionali, questo
grazie alla Lega Nord. I leghisti hanno
saputo giocare bene le loro carte. Il fe-
deralismo è un esempio. Ma badate
bene che questo federalismo è monco.
9
La Basilicata con il più alto indice
di disoccupazione
è concluso con l’accusa di colpevo-
lezza di alcuni degli imputati. Anche
in Basilicata si contano i morti e si
piange con rabbia per la loro ingiusta
scomparsa. Ai sindacati e alle ammi-
nistrazioni si rivolgono in coro le fa-
miglie dei cari deceduti. Chiedono
giustizia e riscatto per tutte le vittime
che hanno subito la furia di un vio-
lento destino. Fato o tragedie preve-
dibili? A volte il destino ci mette lo
zampino, ma, in troppe occa-
sioni l’incuria degli addetti ne
ha fatto da protagonista. Oggi
sono tanti i processi in atto
contro datori di lavoro, i cui
capi d’accusa sono davvero
pesanti: omicidio! Più fortu-
nati alcuni operai che sono
riusciti a scampare alla morte
e che portano sul corpo le
tracce indelebili degli inci-
denti subiti. I più fortunati
sono guariti e hanno conti-
nuato a vivere una vita nor-
male, altri hanno riportato
danni irreversibili che li
hanno resi invalidi ed inca-
paci di affrontare la quotidia-
nità come in passato.
Sensibilizzare le istituzioni e
imporre controlli a tappeto
potrebbero scongiurare ulte-
riori drammi. E’ necessario
agire con tempestività e meti-
colosità per mettere un freno
alle ormai numerose “morti
bianche”!
Le maledettemorti bianche
Quotidianamente il tg
da notizia di tragedie
sul posto di lavoro.
Non curanza delle norme di si-
curezza, poca attenzione al-
l’idoneità dei luoghi di lavoro
possono costare caro alla vita
di migliaia di lavoratori. La
categoria più a rischio è sicu-
ramente quella operaia. Mac-
chinari pericolosi, sostanze
tossiche e materiali pesanti da
trasportare, complicano le
mansioni da svolgere e au-
mentano il rischio di imbat-
tersi in situazioni azzardate.
Ancor peggio quando gli ad-
detti ai lavori sottovalutano
l’importanza di indossare in-
dumenti anti infortunistici, ob-
bligatori ed utili per
proteggersi. Ultimo in ordine
di tempo, il dramma che ha
colpito un giovane lucano, ca-
duto da un’impalcatura. Le
sue condizioni sono gravi e
l’episodio ha risollevato il
problema “sicurezza” scuo-
tendo l’opinione pubblica su
un problema attuale. Gli stessi datori,
a volte negligenti, sottovalutano, la
possibilità di incappare in dramma-
tici incidenti di percorso. Come di-
menticare il triste incidente,
conclusosi tragicamente nella fab-
brica torinese della Thyssenkrup. In-
trappolati in un inferno di fuoco, gli
operai non sono riusciti a sfuggire al-
l’infelice destino. Un lungo processo
a carico dei dirigenti dell’azienda si
Agnese Albini
20 MAGGIO 2011
10
Salgono i numeri di decessi sul lavoro:
pericolo sicurezza
Sempre più preoccupanti i
dati che quantificano i nu-
meri di abbandono scolastico
di adolescenti svogliati e im-
maturi. Sacrificati e costretti a
sedere tra i banchi della scuola dell’obbligo, i ragazzi del nuovo mil-
lennio titubano sulla possibilità di proseguire gli studi ed affrontare
altri 5 lunghi anni di duro lavoro. Stanchi e negligenti si trascinano
nelle aule di scuola e si preparano ad affrontare la vita da studente.
Sermoni infiniti di professori vecchio stampo ed interrogazioni stile
tortura cinese, mettono in crisi anche gli studiosi più diligenti e vo-
lenterosi. Per i più drastici la soluzione giunge immediata: abbando-
nare la “nave” e correre ai ripari! Lavorare o crogiolarsi sotto le
coperte fino a ora di pranzo? Dilemma che tortura mamma e papà,
incapaci di gestire i figli ribelli e scapocchioni. Altri, invece, non si
preoccupano di scaldare la sedia e di perdere l’anno, facendo magari
il bis o il tris in compagnia di nuovi amici. Disillusi della possibilità di
intraprendere la carriera dei loro sogni, troppi giovani decidono di
mettere in soffitta i libri e di rimboccarsi le maniche. Lavoretti stagio-
nali o poche ore mal retribuite ciò che aspetta al popolo dei rinuncia-
tari. Accontentarsi senza troppe pretese è l’imperativo di chi non ha
voluto proseguire la carriera scolastica. Non un semplice “pezzo di
carta”, ma un passepartout per accedere ad una carriera stimata e
dignitosa. Anni e anni di sudore e sacrificio con la speranza di una
vita soddisfacente. Dalle statistiche si evince che i giovani del Nord
Italia preferiscono lasciare in tenera età i libri e dedicarsi a qualsiasi
cosa, purchè retribuita. Certamente la scelta a loro disposizione non
sarà variegata e toccherà accontentarsi delle mansioni più semplici.
Al Sud, al contrario, si
preferisce di gran lunga
dottrinarsi di saggia
cultura e sperare che
nel frattempo spunti
qualche sistemazione sicura. Le possibilità di impiego sono scarse
e spesso distanti anni luce dal lavoro anelato da una vita. Acconten-
tarsi e tirare avanti, la formula segreta della felicita. Nell’incertezza
di un domani roseo, la soluzione temporanea rimane lo studio, rifugio
necessario per acquisire competenze e abilità.
Agn.Alb.
ADDIO SCUOLA..TROPPI GIOVANI ABBANDONANO GLI STUDI
Santarsiero, per sottoporgli
l’angoscioso problema. Il
sindaco ha esortato, poi, i
cittadini a chiedere risolu-
zione all’ATER in quanto
ente appaltato.
Ciononostante la questione
è lontana da una risolu-
zione. Ma i cittadini non si
arrendono e vogliono ri-
sposte. Non sembra piacere
affatto il detto ‘ campa ca-
vallo che… la discarica
cresce!’.
Se la discarica c’e’... i topi ballano
Luca Arlotto
Discarica a cielo aperto tra via Oscar Romero
e via Martin Luther King nel popoloso rione Macchia Romana
Un problema che non
sembra giungere a
risoluzione quello
della discarica a cielo
aperto in zona Macchia Ro-
mana, precisamente in un
tratto abitato che costeggia
via Oscar Romero e via M.
Luther King.
L’area in questione è stata
oggetti di lavori di manu-
tenzione da parte del-
l’ATER di Potenza che ha
disposto l’avvio di lavori di
pavimentazione delle pa-
lazzine popolari già da due
anni: lavori che si sono resi ne-
cessari per bloccare l’infiltra-
zione di acqua nei garage
sottostanti.
Sebbene risolutivi di un problema
i lavori ne hanno creato degli
altri: ancora incomplete, infatti,
le opere di manutenzione hanno,
di conseguenza, generato una pic-
cola discarica a cielo aperto.
Fogli di catrame maleodoranti ac-
catastati gli uni sugli altri, esala-
zioni polverose. Insomma, una
forma di polluzione che non è an-
data affatto giù ai tanto esasperati
residenti della zona.
La segnalazione giunta in reda-
zione sottolinea un ulteriore disa-
gio: una difficile convivenza con
gli altri ‘inquilini’ della discarica.
Infatti, i topi fanno da padroni a
questo ‘condominio abusivo’
sorto tra il verde che dovrebbe
costeggiare i complessi residen-
ziali.
Ulteriori paure sono legate al
fatto che avventori di ogni genere
possano alimentare la discarica,
ormai sita in pianta stabile, con
scarti e materiali di ogni sorta.
Tempo fa il comitato di quartiere
ha ospitato nella sua sede il
primo cittadino di Potenza, Vito
20 MAGGIO 2011
12
tutte le società pubbliche,controllori di volo. L’attesa èlegata d un filo. I tecnici, nelfrattempo, stanno decidendose affidare la quinta tranchedell’aiuto da 110 miliardi dieuro concesso alla Grecia unanno fa. Come conseguenzadi questa decisione, si stabi-lirà se elargire, inoltre, unnuovo pacchetto di aiuti cheammonta a 60 miliardi dieuro. La Grecia, se privata diquesti aiuti, non riuscirà a pa-gare né bond in scadenza néstipendi. La disoccupazione al15% e una evasione storicacome mai si era constatata haportato il paese a subire unarecessione che ormai si attestaal terzo anno consecutivo. In-tanto è anche vero che ilpaese, almeno in certi settori,prova a rimboccarsi le mani-che e a far da sé. È il caso delturismo: la Grecia vuol far ri-partire da questo distretto, cheda sempre contraddistingueegregiamente il suo territorio,l’economia nazionale. Obiet-tivo: far ritornare nella top tendelle destinazione turistichemondiali le sue mete. La Gre-cia, insomma, ci prova. Tuttoil mondo è col fiato sospeso.
La Grecia al tramonto?
Se in Italia la preoccupa-zione per lo stato dicrisi generale, in campo
economico, resta alta, è suffi-ciente lanciare uno sguardooltre il mare per avere una per-cezione diversa. È il caso dellaGrecia: il paese è al collasso.Tre anni fa lo stato d’emer-genza fu lanciato. Nel frat-tempo si è consumato ildramma: disoccupazione aimassimi storici, uffici, aziendee negozi chiusi, suicidi, fughedi giovani all’estero, tagli aglistipendi del 20%, aumenti diIVA e accise su benzina e ta-bacchi, aumento dei prezzi deibeni di prima necessità, gliaiuti della Comunità Europea
e l’impotenza del governo locale.Sono trascorsi, dunque, tre anni. Manulla è cambiato. Oggi, però, è ri-volta. Ad Atene sono scesi in piazza,profittando dello sciopero generaleproclamato contro il piano di auste-rity voluto fortemente dalla UE e dalFondo Monetario Internazionale, chespera, attraverso le tasse, di tampo-nare la crisi debitoria del paese chesi attesta a quota 340 miliardi dieuro. Gli scontri, la scorsa settimana,hanno messo sotto assedio la capi-tale. I giovani alla testa e al cuore delcorteo non si sono risparmiati innulla. Poliziotti anti sommossa prontia tutto: e qui è pronto il paradosso,perché proprio loro sono tra le prin-cipali categorie ad aver subito tagliingenti sugli stipendi. In Grecia le or-
Michela Di Palma
20 MAGGIO 2011
ganizzazioni sindacali più compattee partecipate sono due: l’Adedy cherappresenta i dipendenti pubblici e laGsee che riunisce i lavoratori del set-tore privato. I leader delle due orga-nizzazioni, già nelle settimaneprecedenti il presidio, hanno caldeg-giato continuamente la partecipa-zione dei lavoratori allo sciopero ealla conseguente sollevazione. Finoad incitare i giovani “per fermare gliattacchi ai diritti dei lavoratori”. Ap-pello recepito tanto da provocare glistessi partecipanti ad una partecipa-zione mirata, sentita e non per forzainnocua. Alle dieci di mercoledìscorso si è visto un primo corteo ca-peggiato dal Partito Comunista lo-cale, mentre in una piazza nondistante sono scesi in piazza sinda-cati e appartenenti. Poi i due cortei sisono toccati ed insieme diretti versoil palazzo del Parlamento, nella cen-trale piazza Sintagma, sede, inoltre,del Ministero delle Finanze e dell’-hotel presso cui alloggiavano i tec-nici della UE, del Fondo Monetarioe della Banca Centrale Europea, allavoro da tempo per perseguire il sal-vataggio del paese. Le categorie dilavoratori che hanno preso parte allosciopero e alla manifestazione suc-cessiva sono le più disparate: medici,insegnanti, giornalisti, dipendentidelle amministrazioni locali, bancari,operai, studenti, precari, impiegati di
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L’Unione Europea tenta il tutto per tutto per recuperareil paese dal collasso definitivo. È rivolta.
Anche il Louvre ha uno sguardoMichele De Luca
Mostra-evento di Mimmo Jodice
nel tempio parigino dell’arte
Ho trascorso settimaneprima di scegliere, disoffermarmi solo sui
ritratti, accostando volti di fi-gure storiche e volti di personeche lavorano oggi in questoMuseo. Mi sono servito di unpiccolo specchio che, colpitoda una pila, produce una in-tensa luminosità negli occhi.Così Mimmo Jodice (Napoli,
1934), uno dei massimi artisti
italiani sulla scena della foto-
grafia internazionale, e tra que-
sti il primo in assoluto ad essere
invitato dal Louvre ad esporre
le sue opere, racconta il “me-
todo” che è alla base della idea-
zione di una coinvolgente
installazione nella Salle de la
maquette, Aile Sully del più
prestigioso tempio parigino, e
mondiale, dell’arte (dal 19
maggio al 15 agosto). Nella
mostra intitolata “Les yeux du
Louvre”, curata da Marie-
Laure Bernadac (catalogo Coé-
dision Actes Sud / Musée du
Louvre Editions 2011), il mae-
stro napoletano propone, in un
lavoro concepito e realizzato
tutto all’interno dello stesso
museo, sessanta opere in
bianco e nero, in cui mescola
volti catturati dai quadri delle
sue raccolte con quelli di per-
sone viventi da lui fotografati.
Le facce riprese dai quadri ap-
partengono ai più grandi pittori,
da Leonardo a Pontormo, da
Raffaello ad Antonello da Mes-
sina, dal Bronzino a Ingres,
mentre quelle riprese dalla re-
altà sono di dipendenti e fun-
zionari del Louvre.
L’idea che sta alla base di que-
sto lavoro di Jodice è quella di
azzerare i linguaggi (o, se si
vuole, i confini) tra pittura e fo-
tografia, da una parte, e, dall’al-
tra, di annullare le epoche,
lasciando all’espressività del
volto, e precipuamente alla
centralità comunicativa e rive-
latrice dello sguardo, il compito
di trasmettere sentimenti ed
emozioni, di svelare misteri o
enigmi, di rendere chiare le individua-
lità (gli occhi sono lo specchio del-
l’anima), oppure di nasconderle
gelosamente e definitivamente, avvol-
gendole in un’eterna ed impenetrabile
ambiguità. Ancora - dunque - dopo
aver lavorato sulle rughe causate dal
tempo sulle statue del Museo Archeo-
logico di Napoli e, in seguito, sulle
tele barocche del museo di Capodi-
monte confrontate con ritratti fotogra-
fici, Jodice propone un nuovo progetto
incentrato sullo sguardo; in un allesti-
mento che è strettamente funzionale
alla lettura di un’opera d’arte da con-
siderare nel suo complesso, di una
specie di mosaico, cioè, a cui le sin-
gole tessere sono “asservite” e finaliz-
zate.
Jodice sceglie i volti: si concentra sui
primi piani, volutamente escludendo
tutto ciò che è intorno. Non c’è nessun
rinvio a un “dove” e a un “quando”
nelle sue inquadrature, concentrandosi
la sua osservazione sugli gli occhi dei
personaggi ritratti, da cui irradia
un’intensa luminosità: gli sguardi di-
ventano, anche in fase di installazione,
una rigorosa e quasi ossessiva narra-
zione di stati d’animo, di cui la foto-
grafia diventa strumento originale di
investigazione, diretta a far emergere
dal profondo moti dell’animo, pas-
sioni, slanci, tormenti, ostentazione
del potere, ironia, ansia, paure, che ap-
partengono all’uomo in quanto uomo.
Ed ecco che diventano indistinguibili
il fanciullo del Perugino o il combat-
tente di Antonello da Messina da un
decoratore o da un custode del Lou-
vre, che per una sorta di “com-
pensazione” diventano tutti in-
sieme partecipi di una comune
idealizzazione e “solennità”.
Gli occhi dei personaggi sono
allineati alla stessa altezza
mentre “guardano” il visita-
tore, ma con ciò non si vo-
gliono creare delle analogie tra
i ritratti dipinti e quelli di per-
sone viventi, né – soltanto - ri-
dare vita, anima e carattere alle
figure del passato effigiate
sulla tela (che, peraltro, per-
dono ogni loro originaria
“identità” per rappresentare
soltanto una “categoria” so-
ciale, come nel lavoro di Au-
gust Sander: “condottiero”,
“giovane uomo”, “disegna-
tore”) . In questa affascinante
“sequenza” di facce e di yeux,
il volto umano, completamente
astratto e decontestualizzato da
qualsiasi riferimento storico-
ambientale, viene ad essere
considerato in sé, come
“luogo” e valore assoluto,
nella sua astoricità, e le sem-
bianze antiche ed artificiali (in
quanto opera di artisti) e quelle
di persone realmente ed attual-
mente esistenti si ritrovano af-
fiancate, in una imprevedibile
ed inimmaginabile “contempo-
raneità”. O, se si preferisce, in
una comune dimensione meta-
fisica, atemporale, in cui se un
“tempo” ha ragione di essere e
di affermarsi è solo quello “in-
teriore” del fotografo; che
scruta in queste pupille lumi-
nose e dilatate, vi riflette la
propria anima, le interroga e ci
invita ad esplorarle insieme a
lui, facendoci condividere la
forte ed ineluttabile sensazione
di esserne in qualche modo
“intimoriti”, di essere noi in
definitiva da loro osservati ed
indagati. Quasi in una terribile,
ineludibile ma intrigante sfida
a chi, tra noi e loro, per prima
abbassi le ciglia…
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Mimmo Jodice
linghe (36,1%). Il 44,3% della
popolazione ha dichiarato di
aver letto fino a tre libri nel-
l’ultimo anno ("lettori deboli")
mentre soltanto il 15,1% ne ha
letti 12 o più (i cosiddetti "let-
tori forti").
Avere tanti libri in casa e vi-
vere con genitori che ne leg-
gono, in particolare quando
sono tutti e due a farlo, influi-
sce positivamente sui compor-
tamenti di lettura dei figli. I
dati evidenziano un significa-
tivo incremento della quota di
giovani lettori in quelle fami-
glie dove i libri sono presenti
in casa e, in particolare, in
quelle dove la biblioteca dome-
stica è più consistente. Infatti,
se in media il 58,2% dei bam-
bini e ragazzi di 6-14 anni di-
chiara di aver letto almeno un
libro, tale quota raggiunge il
78,1% nel caso in cui in casa
siano presenti più di 200 libri,
mentre la percentuale crolla al
23,6% se in casa non ce ne
sono affatto. Una famiglia su
dieci, infatti, non possiede libri
in casa. Nel 2010 il 90,1%
delle famiglie dichiara di
averne: il 62% ne possiede al
massimo 100, il 12,2% da 101
a 200 e il 15,9% più di 200. Il
9,6% (pari a 2 milioni e 338
mila famiglie) dichiara di non
possederne affatto. La regione
con la percentuale più alta di
famiglie che non possiedono in
casa alcun libro è la Basilicata
(20,5%), seguita da tutte le re-
gioni del Sud, la Sicilia, l’Um-
bria e le Marche. All’opposto
le regioni con la più bassa
quota di famiglie che non
hanno libri in casa sono il
Friuli-Venezia Giulia (3%), il
Trentino-Alto Adige (3,4%), la
Valle d’Aosta (4,5%), il Lazio
(5,2%) e la Sardegna (5,6%).
Anche per quanto riguarda i
libri, dunque, esiste una “que-
stione meridionale”... e visto
che la cultura, anche quella dei
libri, aiuta a crescere, forse è il
caso che insegniamo ai nostri
giovani ad amare un po’ di più
i libri!
Italiani, popolo di lettori?
Leggere nel tempo libero sembra
piacere sempre di più agli italiani
Donna, laureata, del Cen-
tro-Nord: è il ritratto
del "lettore-tipo" se-
condo l'Istat. Dal rapporto an-
nuale sulla lettura dei libri in
Italia emergono anche dati
“sconvolgenti”. E’ diffusa l'opi-
nione che i giovani leggano
poco? Bene, i dati dell'Istituto
italiano di statistica dicono il
contrario: i bambini e i ragazzi
sono divoratori di pagine - il
picco maggiore è tra gli 11 e i
14 anni - e il problema è proprio
la disaffezione al libro a mano a
mano che passano gli anni. Tut-
tavia, leggere nel tempo libero
sembra piacere sempre di più
agli italiani. Rispetto all'anno
precedente, nel 2010 l'Istat re-
gistra infatti un aumento della
quota dei lettori di libri dal
45,1% al 46,8%. Tradotto in
cifre, 26 milioni e 448 mila per-
sone dai sei anni in su dichia-
rano di aver letto, per motivi
non strettamente scolastici o
professionali, almeno un libro
nei 12 mesi precedenti. Nel
complesso, diminuiscono leg-
germente le differenze di ge-
nere, mentre si allarga il divario
territoriale e sociale. Le donne,
come detto, leggono più degli
uomini: le lettrici, infatti, sono
il 53,1% rispetto al 40,1% dei
lettori. Le differenze di genere
sono presenti in tutte le fasce di
età e risultano molto forti tra i
20 e i 24 anni - dove la quota di
donne che amano leggere sfiora
il 65%, mentre quella degli uo-
mini si attesta al 41,3% - e si ri-
ducono in modo significativo
solo tra la popolazione di 65
anni e più. La quota più alta di
lettori si riscontra tra la popola-
zione di 11-17 anni (oltre il
59%), con un picco tra gli 11 e
i 14 anni (65,4%). Anche tra
bambini e adolescenti l’inte-
resse verso la lettura di libri è
maggiore tra le femmine (il
63% delle bambine e ragazze di
6-14 anni rispetto al 53,8% dei
coetanei maschi). Emergono
inoltre forti differenze territo-
riali: dichiara di leggere il
68,7% dei bambini e ragazzi di
6-14 anni residenti nel Nord a
fronte di una quota che si attesta
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al 63,7% nel Centro e scende al 44%
nel Mezzogiorno. La passione per i
libri decresce con l’aumentare dell’età:
già a partire dai 35 anni la quota di let-
tori si colloca intorno al 50%, per di-
minuire drasticamente dai 65 anni in
poi e raggiungere il valore più basso
tra la popolazione di 75 anni e più
(22,9%). A livello territoriale si legge
più al Nord, dove circa il 54% della
popolazione dai sei anni in su ha letto
almeno un libro nei 12 mesi precedenti
l’intervista, e nel Centro (50,6%). Nel
Sud e nelle Isole, invece, la quota di
lettori scende, rispettivamente, al
34,5% e al 36,9%. Esiste, inoltre, una
significativa variabilità regionale nei
livelli di lettura: se Trentino-Alto
Adige, Friuli-Venezia Giulia, Valle
d’Aosta e Lombardia fanno registrare
livelli superiori al 55%, Marche, Um-
bria e tutte le regioni del Mezzogiorno
si attestano al di sotto della media na-
zionale. In particolare, agli ultimi posti
si collocano Basilicata (31,4%), Sicilia
(32,8%), Campania (33,3%) e Puglia
(33,6%). Unica eccezione tra le regioni
del Mezzogiorno è la Sardegna, dove
la quota dei lettori si colloca su livelli
superiori alla media nazionale
(49,1%).
Può sembrare strano, ma si legge di
più nelle grandi città - nonostante le
metropoli offrano più opportunità di
svago - rispetto ai centri più piccoli: si
passa, infatti, dal 57,4% nei Comuni
centro dell’area metropolitana al
40,9% in quelli fino a 2.000 abitanti.
Nella passione per i libri conta molto
anche il titolo di studio. Livelli di let-
tura superiori alla media si riscontrano
tra i laureati (80,8%), i quadri e gli im-
piegati (69,2%), i dirigenti imprendi-
tori e liberi professionisti (67,3%) e gli
studenti (66%); quelli più bassi tra chi
possiede la licenza elementare o nes-
sun titolo di studio, gli operai (31,7%),
i ritirati dal lavoro (35,3%) e le casa-
Loredana Romanelli
d’areamediterranea
Ascoltare un tg o sfogliare un
giornale, oggi, è come
aprire il libro dell’Apoca-
lisse. Soprattutto da quando le
drammatiche vicende nipponiche
hanno scombussolato il grigiore
della vita quotidiana. Dappertutto
balzano vaticini sul futuro e previ-
sioni, fondate o meno, che alimen-
tano voracemente le nostre già
molteplici angosce. Per di più se
queste “profezie” hanno un sapore
scientifico.
A partire da quest’anno infatti, ba-
sterà sottoporsi a semplici analisi
del sangue per calcolare il tempo
che resta da vivere. Un esame al
costo di circa 400 sterline.
Sebbene l’esame ematochimico non
ci permetterà di conoscere giorno,
mese e anno del nostro capolinea,
darà importanti informazioni e cam-
panelli d’allarme.
La scoperta a cui è giunta Maria
Blasco, questo il nome della ricer-
catrice spagnola ora più discussa al
mondo, permetterà attraverso la mi-
surazione della lunghezza dei telo-
meri (la parte finale dei cromosomi)
di comprendere se l’orologio biolo-
gico corre più in fretta di quello cro-
nologico.
A partire dalla fine di quest'anno e
sottoponendosi a un'analisi del san-
gue speciale lanciata in Inghilterra al
costo di 400 sterline (dunque 500
CONCESSIONARIA DI PUBBLICITA’: METIS SRL 0971 22715 CELL. 320 1813033 email: [email protected]
Paura rosso sangue
Anno IV numero 18 - 20 MAGGIO 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino
euro circa), si potrà sapere quanto ri-
mane da vivere. La notizia riportata dal
The Independent, desta dubbi e incer-
tezze, nonché controversie di carattere
etico. Molti, infatti, sperano in un con-
trollo limitato e ragionevole dell’esame
stesso. La preoccupazione maggiore è
quella di un diffuso senso di paura nel
conoscere la propria età biologica e,
ancor di più, che possano proliferare cial-
troni pronti a gridare al mondo la sco-
perta di un elisir di lunga vita.
"Quanto è nuovo in questo test è la sua
precisione. Possiamo identificare diffe-
renze molto piccole nella lunghezza dei
telomeri; si tratta inoltre di una tecnica
molto semplice e veloce che per-
mette di analizzare diversi cam-
pioni allo stesso tempo. Fattore
più importante, possiamo deter-
minare la presenza di telemori
pericolosi, che sono quelli molto
corti. Al momento, é necessario
disporre di una serie di cliniche
che ci invii i campioni di sangue
e siamo in contatto con molti
gruppi del Regno Unito che sono
interessati", ha continuato Bla-
sco.
La società di Blasco, Life
Length, è così in trattative con di-
verse società diagnostiche in
tutta Europa, per raccogliere
campioni di sangue che verranno
analizzati poi in Spagna. Un ac-
cordo con una società operativa
nel Regno Unito dovrebbe essere
raggiunto entro un anno.
In molti a non volersi sottoporre
al fatidico test. Altri, invece,
guardano con totale indifferenza
la scoperta appena presentata.
Conoscere il proprio corpo,
forse, può aiutare a prevenire.
Chi può dirlo quanto resta da vi-
vere. In fondo le fatalità sono
dietro l’angolo.
Simona Marganella
http://www.worlditaliantalents.com