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a pagina 5 d’areamediterranea CONCESSIONARIA DI PUBBLICITA’: METIS SRL 0971 22715 CELL. 320 1813033 email: [email protected] Quanti barili... Anno IV numero 16 - 06 Maggio 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino La riconciliazione tra Bossi e Berlusconi A suggellare la pace ritrovata tra la Lega e il Pdl è stata una cena svoltasi a palazzo Grazioli. E' lì che Silvio Ber- lusconi e Umberto Bossi, alla pre- senza di Gianni Letta e del ministro Giulio Tremonti, hanno posto definiti- vamente fine alle tensioni degli scorsi giorni originate da una mozione sulla Libia che prometteva di far cadere il governo. Così non è stato: il testo è di- ventato congiunto, incassando il voto favorevole alla Camera, e tra il pre- mier e il Senatur sembra essere tor- nato il sereno. Ma è davvero così? Intanto l'investitura di Giulio Tremonti a suo successore, lanciata dal Presi- dente del Consiglio, ha suscitato il fi- nimondo. Tra le tante analisi abbozzate, non è mancata quella di coloro che sostengono che si sia trat- tato di un bluff, del tentativo di esporre il responsabile dell'Economia al giudi- zio pubblico per "bruciarne" definitiva- mente la candidatura a premier.

Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

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a pagina 5

d’areamediterranea

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITA’: METIS SRL 0971 22715 CELL. 320 1813033 email: [email protected]

Quanti barili...Anno IV numero 16 - 06 Maggio 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino

La riconciliazione tra Bossi e BerlusconiA suggellare la pace ritrovata tra la

Lega e il Pdl è stata una cena svoltasi

a palazzo Grazioli. E' lì che Silvio Ber-

lusconi e Umberto Bossi, alla pre-

senza di Gianni Letta e del ministro

Giulio Tremonti, hanno posto definiti-

vamente fine alle tensioni degli scorsi

giorni originate da una mozione sulla

Libia che prometteva di far cadere il

governo. Così non è stato: il testo è di-

ventato congiunto, incassando il voto

favorevole alla Camera, e tra il pre-

mier e il Senatur sembra essere tor-

nato il sereno. Ma è davvero così?

Intanto l'investitura di Giulio Tremonti

a suo successore, lanciata dal Presi-

dente del Consiglio, ha suscitato il fi-

nimondo. Tra le tante analisi

abbozzate, non è mancata quella di

coloro che sostengono che si sia trat-

tato di un bluff, del tentativo di esporre

il responsabile dell'Economia al giudi-

zio pubblico per "bruciarne" definitiva-

mente la candidatura a premier.

06 MAGGIO 20112

La finale di Champions League a Londra è fra Manchester United e Barcellona,rivincita di quella vinta dai blaugrana a Roma. Prima certificazione il pareggioal Camp Nou tra Barceellona e Real Madrid, che ha iliminato definitivamentela squadra di Mourinho. Nella seconda semifinale di ritorno lo Schalke ha provatoper un tempo a difendere l'onore all'Old Trafford disputando (ormai libero davere responsabilità) una partita accettabile e segnando anche un gol allo United.Ma dopo il 2-1 della prima frazione, il Manchester ha dilagato nella ripresaconquistando una larga e meritata vittoria: 4-1 firmato da Gibson, Anderson(doppietta) e Valencia, mentre il gol dei tedeschi era stato siglato da Jurado.

'Ennesimo record storico per il

prezzo della benzina

che, secondo le rilevazioni q

uotidiane di Staffetta

Quotidiana, ha superato oggi l

a soglia psicologica

degli 1,6 euro al litro nella

media nazionale. Per

Esso e TotalErg si rileva un aumento di 1 c

entesimo

al litro sul prezzo della verde

. I prezzi medi nazionali

salgono cosi' rispettivamente

a 1,595 euro/litro e

1,601 euro/litro.

IL DOPO BIN LADEN C'era da aspettarselo che dopo l'annuncio dell'uccisione di O

sama

Bin Laden rifiorissero le vecchie leggende metropolitane s

u possibili attentati nelle nostre

città. Timori infondati ma incontrollabili, che trovano origine nell

a 'grande paura' del dopo

11 settembre. "Non prendete la metrò a maggio!!!", è la raccomandazione

che da alcuni

giorni campeggia su una moltitudine di siti internet, di for

um e sui social network. Si

tratta però solo dell'ultima versione della psicosi che co

rre sul web. Primo obbiettivo indi-

viduato dalla fantasia dei creatori di bufale sarebbe la m

etropolitana, affollata e vulnera-

bile. Che secondo queste storie sarà presto teatro di un attent

ato come rappresaglia per

l'uccisione del capo di Al Qaeda.Della leggenda circolano diverse versioni, che differiscono

per pochi particolari, anche quando provengono da nazioni

diverse: un cittadino compie un

gesto di cortesia verso un arabo, come restituire un port

afogli smarrito, o soccorrerlo

per una caduta, e lo straniero per gratitudine avverte:

"Non prendere la metropolitana a

maggio, succederà qualcosa di brutto". E il fatto che que

sto siparietto si ripeta molto fre-

quentemente, secondo i suoi sostenitori, non dovrebbe insos

pettire, anzi, significherebbe sol-

tanto che gli islamici "lo stanno facendo apposta". E' qui

siamo di fronte una prima

gemmazione della leggenda: gli arabi non faranno nessun a

ttentato, ma vogliono farlo cre-

dere e per diffondere il panico tra gli occidentali vanno

in giro ad avvisare i cittadini. "In

questi giorni 7 miei amici sono stati fermati da marocchin

i che gli hanno detto di non pren-

dere la metro - dice Sarah in un forum - il 14 maggio..

.". "Spiegami bene - le risponde

un conoscente - 7 persone ti hanno raccontato questo o a

7 persone è accaduto questo?

Perché io conosco una di queste persone che ha veramente

visto. E se sono 7 episodi di-

versi allora c'é una precisa volontà a diffondere il panico

. Non riesci a farti dire il

giorno? Alla mia è accaduto il 30 aprile alle 18 sulla linea rossa

...".

FILE TOP SECRET(Gli appunti del direttore)

Il fotografo che ha scattato quest

a foto, è stato

veramente bravo a cogliere l'attim

o. Sembra quasi

che William e Kate siano impegnati a fare un qual-

cosa di sexy.

Caro Benzin

aGiovanni Paolo II

Antonio Savino

Appuntamenti personali

Ore 10:00 Lola Ponce

William - Kate e l’attimo fuggente...

L'uccisione di Osama Bin Laden in Pakistan ènotiziona da codice rosso. Gerarchicamente,

scavalca tutte le altre notizie. E arriva, inaspet-tata,mentre stavano concludendosi le cerimoniedella beatificazione di Giovanni Paolo II, altroevento tanto atteso quanto maestoso. Sarà unacombinazione ma l'annuncio da parte di Barak Obama in persona (una verae propria urbi et orbi laica) giunge in concomitanza con l'elevazione aglialtari celesti del (quasi santo) Papa polacco. Il bene sul male (quasi asso-luto),dunque. Ho sempre nutrito la convinzione che bin Laden rappresen-tasse l'irreale, quasi fosse un prodotto di laboratorio.Le sue incursioni videodal suo rifugio segreto (Afghanistan?) sembravano artificiali. A caldo, hoaddirittura dubitato circa la veridicità del ritratto sfigurato in foto. Pocodopo si viene a sapere che il cadavere di Osama, per evidenti ragioni, giacein fondo al mare. Questo evento planetario si consuma in un momento, di-

ciamo così, di "distrazione". L'attenzione del-l'Occidente, States in prima linea, è al mo-mento rivolta alla questione libica. Mentre si

cerca di ultimare il paccotto per far capitolareGheddafi, ecco che le forze speciali statuni-tensi-�avy Seals- sferrano in sordina (con al-

meno un paio di mesi di preparazione alle spalle, secondo quanto fornitodalla Casa Bianca) l'attacco finale al capo di Al Qaeda. Ucciso, si badibene, non sotto un bombardamento aereo ma in un normale blitz dei mari-nes. Ora gli esperti temono scosse di assestamento da parte della ragnatelaterroristica islamica; mentre sul piano finanziario si gioca al ribasso con ilprezzo del petrolio, frutto di una momentanea stabilità in termini di sicurezza(Deo Gratias). Però non bisogna cantare vittoria con troppa facilità.Mortoun re, se ne fa un altro. Anche nel regno di Al Qaeda

�icola Melfi

SineLineaVITTORIE

certo equilibrio tra le esigenze lavora-

tive e quelle familiari. Entrambi questi

obiettivi coincidono con quelli della

maggioranza dei paesi dell’OCSE. Ul-

teriore questione è quella che riguarda

la popolazione più anziana, che è in

continuo aumento, e che sarà al centro

dell’attenzione durante il 2012, scelto

come Anno europeo per l’Invecchia-

mento Attivo. Per fronteggiare queste

importanti ed ambiziose sfide, l’Unione

potrà disporre di un contributo annuo –

erogato a partire dal 2007 e destinato a

perdurare fino al 2013 - di ben 10 mi-

lioni di euro da parte del Fondo Sociale

Europeo, nonché di strutture e servizi

messi a disposizione dal Fondo europeo

di sviluppo regionale. Andor, infine,

non ha omesso di sottolineare l’impor-

tantissimo ruolo delle parti sociali nel

raggiungimento degli obiettivi del

2020.

Cos’è l’Organizzazione per la coope-

razione e lo sviluppo economico

Occupazione sempre più critica

L’OCSE è un’organizzazione

internazionale di studi econo-

mici con funzioni prevalente-

mente consultive, che ha lo

scopo di sostenere i propri stati

membri – attualmente 34 - attra-

verso attività di confronto, co-

ordinamento di politiche e

risoluzione di problematiche co-

muni.

Nata originariamente solo in

ambito europeo, nel 1950, con

la denominazione di OECE, per

realizzare un’azione di sostegno

comune e di ricostruzione eco-

nomica nel secondo dopo-

guerra, ha ampliato, in seguito,

il proprio raggio di azione,

aprendosi a Paesi di 4 diversi

continenti.

In occasione del 50° anni-

versario dell’entrata in fun-

zione dell’OCSE e ad un

solo giorno di distanza dall’an-

nuale Festa dei Lavoratori, lo

scorso 2 maggio Bruxelles ha

ospitato una riunione ministe-

riale, nel corso della quale Là-

szlò Andor, commissario per

l’Occupazione, gli Affari So-

ciali e l’Integrazione, ha fatto il

punto della situazione sulle

questioni di maggiore interesse

nel campo delle politiche so-

ciali e occupazionali.

Il Commissario europeo ha evi-

denziato alcuni dati preoccu-

panti, registrati in seguito alla

grave crisi internazionale che

stiamo attraversando. Attual-

mente i disoccupati all’interno

dell’Unione sono circa 23 mi-

lioni, cifra che supera di oltre

un terzo la percentuale del pe-

riodo precedente alla crisi. La

situazione è ancora più critica,

se si considera esclusivamente

l’universo dei giovani, per i

quali è sempre più difficile av-

vicinarsi al mondo del lavoro e

accumulare esperienza in tal

senso. Cresce anche il numero

dei cittadini europei che vivono

al di sotto della soglia di po-

vertà, i quali raggiungono oggi

l’enorme cifra di 80 milioni. Il

commissario Andor, tuttavia,

ha anche sottolineato come i si-

stemi di protezione sociale esi-

stenti nei Paesi dell’Unione

abbiano consentito di mitigare

gli effetti della crisi e abbiano

messo in moto meccanismi

volti a venirne fuori. Si è messo

in luce come nel corso degli ul-

timi decenni la Commissione

Europea abbia lavorato a stretto

contatto con l’OCSE e abbia

condiviso – e condivida - con

essa numerose problematiche.

Ciò dimostra come le sfide che

si profilano in campo sociale,

economico e lavorativo richie-

dano risposte e soluzioni che

sappiano partire da prospettive

Giusi Santopietro

3

Direttore Responsabile

A�TO�IO SAVI�O

Direttore Politico

SARO ZAPPACOSTA

Redattori

Agnese AlbiniLuca Arlotto

Danilo ChiaradiaLaura CutullèSerena Danese

Michela Di PalmaSimona MarganellaLoredana Romanelli

Giusi Santopietro

Impaginazione &Grafica

Francesco Pietro Falotico

Stampa

Martano Editrice Modugno (BA)

Reg. Trib. Potenza �°375del 24 04 2008

Direttore Editoriale

Emilio D’AndreaSVI.MED.

associazione onlus per lo sviluppo

sostenibile del mediterraneo

Concessionaria Pubblicitaria

METIS srl

Contatti

[email protected]. 0971 22715

d’areamediterranea

06 MAGGIO 2011

internazionali e ad ampio raggio.

A tal proposito, il Commissario eu-

ropeo ha rimarcato l’importanza

delle strategie del 2020 e degli obiet-

tivi che l’Unione si è prefissata per

quella data, tra i quali quello di far

risalire il tasso di occupazione ad un

livello del 75% e quello di ridurre di

almeno un quarto il numero di per-

sone a rischio di povertà. Le due ca-

tegorie maggiormente interessate

dalle politiche del 2020 saranno i

giovani e le donne.

Dal primo punto di vista, l’Unione

cercherà di migliorare l’educazione

e l’istruzione delle nuove genera-

zioni, attraverso un progetto denomi-

nato “Youth on the Move”.

Per quanto riguarda gli interventi in-

dirizzati ad agevolare il lavoro

“rosa”, l’Europa si adopererà per in-

crementare le politiche volte a svi-

luppare forme di occupazione

flessibile, che possano garantire un

Cresce anche il numero

dei cittadini europei che vivono

al di sotto della soglia di povertà

Il primatodi una notizia

Imbroglio francese

Terra di Basilicata, è stato il primo organo di informazione Lucano a dare notizia, con

il suo Folletto Azzurro, che i servizi segreti Francesi hanno creato i presupposti per

una spedizione di imprenditori e militari Francesi a Benghasi, destinata a preparare

la rivolta Libici : cosi è stato, per ragioni di stato, ed è scoppiata la guerra, alla quale l’Italia,

per ragioni di stato, ha - Obtorto collo - aderito.Polemiche infinite, sul come e perché, su re-

troscena, minacce di crisi di governo, eccetera ecc.ecc.Nessuno però, dà la notizia sulla spe-

dizione francese, tranne ripetiamo, Terra di Basilcata che l’ otto aprile, ha anticipato, forse,

tutta la stampa nazionale sia cartacea che televisiva. E poiché la verità viene sempre a galla;

un quotidiano nazionale, “Libero”, conferma la notizia, ( dopo venti giorni ) data dal Folletto

Azzurro.La prova? Qui sotto la riportiamo, in forma scannierizzata.

4 06 MAGGIO 2011

Giovedi 28 aprile, quindi, è toccato a uno dei Vice Direttori di Libero, scoprire prima

e pubblicare poi, la notizia in virtu’ della quale, “ su quel volo, insieme ad operatori

umanitari, medici e infermieri, si sono imbarcati in gran segreto una ventina di col-

letti bianchi manager di tre gruppi industriali con sede e portafoglio in Francia, atterrando a

Benghasi.” Il tutto mentre il mondo intero si chiedeva chi avesse iniziato la guerra, senza sa-

pere che un umile settimanale lucano Terra di Basilicata, aveva creato i presupposti, venti

giorni prima, di

raggiungere IL PRIMATO DI UNA NOTIZIA

08 Aprile 2011

28 Aprile 2011

La memoria primadel memorandum

Dopo il memorandumsiglato la scorsa setti-mana tra il Presidente

De Filippo ed il Governo, rap-presentato dal Senatore Vice-conte, è da ritenere superato ilvecchio adagio : “nemo pro-pheta in patria” almeno a guar-dare uno tra i punti delmemorandum, quello relativoall’energia (il quarto) che pre-vede la costituzione di un clu-ster dell’energia aventevalenza Nazionale ed Interna-zionale. Già il nostro LorenzoLarocca aveva avuto modo diauspicare, durante un conve-gno dello scorso dicembre2009, parlando delle potenzia-lità dell’Ente Irrigazione intema di idroelettrico, la costi-tuzione, in Basilicata, di uncentro nazionale ed internazio-nale dell’Energia: una sorta dicassaforte europea dell’Ener-gia alla stregua di quanto av-venuto a Parma perl’Alimentazione (come è notodivenuto centro Europeo del-l’alimentazione). Di seguito ri-portiamo un tratto del suointervento : “Temiamo che vi sia una vo-lontà politica insensibile allosviluppo di un territorio me-diante il miglioramento dellesue infrastrutture, una volontàche prescinda dai tre fattorieconomici : efficienza efficaciaed economicità che badi esclu-sivamente a creare nicchieeconomiche ad utilità di pochiintimi sia in termini di pre-bende per C.d.A. sia in terminidi incarichi da conferire avario titolo. È evidente che intal modo non potrà crearsialcun sviluppo per i territori eper le comunità ne alcun in-cremento occupazionale. C’èbisogno di rivedere le regoledel gioco cercando di metterein campo le migliori risorseumane per una governanceche sappia utilizzare al meglioquelle naturali orientandole

verso le necessità del terzo millennioche vedono prioritaria la ricerca difonti energetiche rinnovabili.Bisogna operare per istituire un corsodi laurea ad hoc per gli idrocarburi eprevedere centri sperimentali per lefonti energetiche rinnovabili con lastesso filosofia che ha visto Parmacentro europeo dell’alimentazione.Per tutto ciò è necessaria la parteci-pazione di Istituzioni sovrarregionaliche guardino all’interesse nazionalesviluppando strategie industriali, nonsolo partitiche, che portino sviluppo,economia ed occupazione e che guar-dino al Sud ed alla Basilicata non piùcome zavorra da trainare con rimem-branze da questione meridionale, macome cerniera del mediterraneo chepossa fungere da traino per l’econo-mia nazionale almeno dal punto divista energetico.”Finalmente ora anche il Governo Na-zionale insieme a quello regionale hacompreso che in Basilicata si debbacostituire un centro che contemperil’insieme degli elementi (cluster) dienergia derivanti da idrocarburi,efonti rinnovabili. È esattamentequanto noi diciamo da anni stante lavocazione altamente energetica della

nostra regione; quello che fa specie èche solo ora ci si sia decisi di occu-parsi dell’”Insieme energetico “ lu-cano: dagli idrocarburi all’eolico, dalfotovoltaico all’idroelettrico.Il rischio, però è che i soliti noti ab-biano già pianificato gli investimentispeculativi nel settore energetico po-nendo le mani sulle energie rinnova-bili o molto più semplicementeassumendo il controllo degli Enti chein tale settore possono dire la lorocome ad esempio l’idroelettrico,senza però scartare l’eolico né il fo-tovoltaico (basta guardare alle recentitensioni dei giorni scorsi sui bandi per“l’accaparramento” di parte delMGW di energia disponibili sul terri-tori regionale).Venendo poi ai primi tre punti l’au-spicio è che non si ripeta quanto av-venuto con gli accordi del 98 che difatto ha portato:1) a deturpare un territorio ad altis-sima vocazione agricola-turisticocome la Val d’Agri con conseguentefallimento di molte aziende agricole;2) alla perdita di numerosi posti di la-voro che non sono stati per nientecompensati da quelli creati dal settoredegli idrocarburi o aziende satelliti

(mai sorte);3) a costituire una commis-sione regionale che non haprodotto alcun risultato;4) a non conoscere l’effettivaconsistenza delle royalties e illoro impiego;5) a limitare l’utilità delle ro-yalities solo a pochi comunidella Val d’Agri senza, di con-verso, mettere in moto un si-stema di crescita regionale;6) a non conoscere l’effettivaproduzione in materia di estra-zione;7) a non conoscere la destina-zione finale dei rifiuti prove-nienti dalle trivellazioni;8) ad appestare l’ambientedella val d’Agri facendo cre-scere in modo esponenziale lepatologie tumorali.9) a far rilevare la presenza dimateriali e metalli nocivi senon tossici nelle falde acqui-fere Noi siamo certi che gli ammi-nistratori e il Governo nonvorranno ripetere gli orrori delpassato ma chi avrà cura di ve-rificare che ciò non accada? Il credito concesso alle strut-ture regionali si è ormai esau-rito e necessita quindi creareun organismo che verifichi ilpuntuale adempimento deipunti del memorandum. Di-versamente sarà meglio che siopponga divieto a qualsiasitrivellazione o sfruttamentolobbysta e/o delinquenziale oanche semplicemente e legitti-mamente lucrativo delle ri-sorse del sottosuolo e delterritorio della nostra regioneproprio in armonia con quelfederalismo tanto decantato eche vorremmo venga adottatoper il caso di specie.

06 MAGGIO 2011

Bisogna operare per istituire

un corso di laurea

per gli idrocarburi

Saro Zappacosta

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Il Politico buono

Giornalista, scrittore, saggista,

assessore, deputato, osserva-

tore politico, fondatore – in-

sieme a Giorgio Napolitano – e

presidente della Fondazione Mezzo-

giorno Europa, leader del PC a Na-

poli: una moltitudine di cariche ma

anche di passioni. Questo è stato An-

drea Geremicca, spentosi al Cardarelli

di Napoli il mercoledì 4 maggio. Il

primo cordoglio istituzionale arriva

dal suo fraterno amico, il Presidente

del Consiglio Giorgio Napolitano. Pa-

role subissate di affetto, amicizia e

stima, sufficienti a rappresentare un

uomo “leale e generoso come pochi

possono esserlo". Ricorda la "straor-

dinaria passione civile e politica e l'in-

faticabile operosità con cui ha

continuato, finchè le sue forze hanno

retto, a rappresentare il volto migliore

della città per la sua intelligenza di

una così complessa e dura realtà, per

la sua capacità di iniziativa, e soprat-

tutto per la sua dirittura morale, per il

suo totale disinteresse, per la sua

apertura a ogni ricerca di collabora-

zione e di unità - senza ombra di fa-

ziosità - per il bene di Napoli e del suo

popolo". Un leader di partito, durante

i fasti elettorali di quello che era il

Pci, quando il gruppo era ancora

mosso da ideali alti e partecipati. In

una città lacunosa, complessa e

ostica, Andrea Geremicca si muoveva

con ardore e persuasione, diffondendo

speranza, valori morali, filosofia di

vita da prendere ad esempio. La Fon-

dazione Mezzogiorno Europa è, dal

2000, un eccellente esempio di pas-

sione ragionata e poi trasformata in

fatti concreti. Un luogo di confronto,

un contenitore di idee, riflessioni,

pensieri, suggerimenti, un punto di ri-

ferimento volto ad uno scambio co-

stante tra il Parlamento europeo e i

rappresentanti delle forze sociali ed

istituzionali. Il tema è il Mezzogiorno

d’Italia. Andrea Geremicca osteg-

giava l’idea diffusa di considerare il

sud come una spina nel fianco per il

governo centrale, per la politica, per

gli stessi meridionali. Nella sua città

operava attraverso la politica, quella

pulita, quella che può migliorare e

rappresentare il cambiamento. Senza

lucro, senza doppi fini, senza giocare

al ribasso ai danni della comunità e

del futuro soprattutto dei giovani. La

Fondazione di Geremicca e Napoli-

tano - nata prima come Associazione

- ha sempre operato in maniera tra-

sparente rendendo efficaci e costrut-

tivi i dibattiti partoriti e i momenti di

formazione continuamente proposti.

Poi la rivista “Mezzogiorno Europa”,

bimestrale diventato col tempo un

vero punto di riferimento per studenti,

politici, amministratori, professioni-

sti. Una vita spesa per il giornalismo

e per la politica, una vita centrata sulle

passioni divenute strumento di costru-

zione e cambiamento. Non un intel-

lettuale votato alle parole, ma un

uomo concreto, propositivo, fattivo,

amato dai cittadini e da un partito che,

nell’epoca d’oro del Pci, ne aveva

fatto un leader e un militante puro. Un

esempio per quanti, oggi, cercano

nella politica momenti diversi e di-

stanti dai soliti dibattiti e dalle diatribe

tutte italiane. Un esempio di alta po-

litica, di giornalismo spontaneo, di

valori civili e ideali puliti.

Andrea Geremicca: intellettuale

appassionato e vero leader di partito.

Michela Di Palma

06 MAGGIO 2011

6

Ex parlamentare comu-nista, amico personaledi Giorgio Napolitano,negli ultimi anni presi-dente della Fondazione"Mezzogiorno Europa".Fu assessore dellagiunta Valenzi al Co-mune di Napoli nel '76fino alla sua conclu-sione nell'estate dell'83.Negli anni ’60 e ’70 èstato segretario citta-dino e provinciale delPci.

L’amico di Napolitano

tremore alla mano, cominciò a

pronunciare con difficoltà più

frasi di seguito, e vennero notati

anche alcuni problemi uditivi.

Soffriva anche di un’artrosi acuta

al ginocchio destro,che aveva

sviluppato in seguito all’applica-

zione di una protesi all’anca.No-

nostante questi disagi, continuò a

girare il mondo.Disse di accettare

la volontà di DIO che lo aveva

voluto Papa e cosi rimase deter-

minato a mantenere la carica fino

alla morte, o finchè non sarebbe

diventato mentalmente inabile in

maniera irreversibile. Coloro che

lo hanno incontrato dicono che,

sebbene provato fisicamente, sia

sempre stato perfettamente lu-

cido. E’ l’ultimo insegnamento

che ci lascia: dignità anche nella

malattia, non vergognarsi non na-

scondersi. Ha dato dignità anche

alla morte, e’ morto senza paura,

da Cristiano. Doveroso sull’inse-

gnamento del Beato GIOVANNI

PAOLO II, ricordare le sue pa-

role sulla sofferenza :

“Non si è mai soli davanti al mi-

stero della sofferenza: è Cristo

che dà senso a tutta la vita. Con

Lui tutto ha un senso, compresi il

dolore e la morte.

Ha attraversatola soglia di ogni casa

Dopo la maestosa e toc-

cante cerimonia di Do-

menica 1 Maggio 2011,

con cui e’ stato proclamato Beato

il Servo di DIO GIOVANNI

PAOLO II, bisogna approfondire

e fare comprensibile il suo inse-

gnamento.Appena eletto al soglio

di Pietro, il Beato GIOVANNI

PAOLO II ci stupi’ con la famosa

frase “ se mi sbaglio, mi corrigi-

rete”: in quella semplice frase si

nasconde l’umiltà dell’uomo, ma

soprattutto come Papa, che per la

prima volta dice non sono infalli-

bile! E’ da quella frase di rottura

con il passato che inizia il suo

Pontificato. Poi parlando con i

giornalisti dichiara : “Il papa non

puo’ rimanere prigioniero del Va-

ticano.Io voglio andare da tutti…

Dai nomadi delle steppe ai mo-

naci alle suore nei conventi…vo-

glio attravesare la soglia di ogni

casa” Ecco la grandezza del-

l’uomo e del Papa. Il giorno della

sua prima Messa da Papa, sul sa-

grato della Basilica di S. Pietro il

16 Ottobre 1978, dichiara con na-

turalezza e con fermezza : “Non

avete paura! Aprite, anzi, spalan-

cate le porte a CRISTO e alla sua

salvatrice podestà aprite i confini

degli stati, i sistemi economici

come quelli politici, i vasti campi

di cultura, di civiltà, di sviluppo.

Non abbiate paura! Cristo sa cosa

è dentro l'uomo. Solo lui lo sa!”

Ecco, dal quel momento il mondo

capisce che i tempi sono maturi per scar-

dinare le folli dittature che umiliano i po-

poli, GIOVANNI PAOLO II intraprese

cosi una vigorosa azione politica e diplo-

matica contro il comunismo e l’oppres-

sione politica. E’considerato uno degli

artefici del crollo dei sistemi del sociali-

smo reale, già controllati dall’ex Unione

Sovietica, combattè la Teologia della li-

berazione, intervenendo ripetutamente in

occasione di avvicinamenti di alcuni

esponenti del clero verso soggetti politici

dell’area marxista. Stigmatizzò inoltre il

capitalismo sfrenato e il consumismo,

considerati antitetici alla ricerca della

Fabrizio Fiorini

06 MAGGIO 2011

7

giustizia sociale, nonchè causa d’ingiu-

stificata sperequazione fra i popoli e le-

sivi della dignità dell’uomo. Arriva il

momento della sofferenza, con l’attentato

subito il 13 Maggio 1981,ore 17,22, in

piazza S. Pietro, Mehmet Ali Agca at-

tenta alla sua vita, con due colpi di pi-

stola, colpendolo all’addome.Wojtyla fu

presto soccorso e sopravvisse. Dopo l’at-

tentato fu sottoposto ad un intervento di

5 ore e 30 minuti. Dopo il Natale del

1983, volle andare in prigione per incon-

trare il suo attentatore e dargli il suo per-

dono. I due parlarono da soli per lungo

tempo e la loro conversazione è rimasta

ancora oggi segreta. Il Papa disse poi del-

l’incontro : “Ho parlato con lui come si

parla con un fratello, al quale ho perdo-

nato e che gode della mia fiducia.Quello

che ci siamo detti è un segreto tra me e

lui” Ecco l’insegnamento che ci lascia in

eredità, il perdono! Fantastica parola il

perdono, ma chi sa veramente perdo-

nare? Inizia un gran numero di traumi fi-

sici, la sua salute cominciò a declinare.

Fu vittima di un tumore al colon che gli

venne rimosso nel 1992, si slogò una

spalla nel 1993, si ruppe il femore nel

1994 e subi’ l’appendicectomia nell’Ot-

tobre del 1996. Nel 2001 venne diagno-

sticato nel corso di una visita ortopedica

che, come alcuni osservatori internazio-

nali sospettavano da tempo, GIOVANNI

PAOLO II soffriva del morbo di Parkin-

son.Ciò venne ufficialmente confermato

dal Vaticano nel 2003.Oltre all’evidente

Un vero gigante

della storia contemporanea

glio e verità, di difendere la no-

stra terra senza calcoli e pru-

denze in ogni circostanza, costi

quel che costi.” Non ho dubbi

amici lettori: più rileggo il mes-

saggio di Di Consoli e più mi

convinco che in esso c’è tutto il

dramma del popolo lucano, inca-

pace tra l’altro, di esprimere or-

goglio e coraggio e di saper

lottare per una causa che si ri-

tenga giusta. Uniamo lo spirito di

questi due concetti e vediamo

quello che ne esce fuori: un mo-

stro con due teste e mille tenta-

coli che cospargono veleni,

cupidigia, affarismo ed egoismo

personale umiliante e depri-

mente. Questo mostro lo identi-

fico nella classe politica

dirigente, soprattutto nel settore

sanitario, perché lì c’è il marcio.

Lo sappiamo tutti. La madre del

clientelismo è in questo mondo

che essendo quello più vivo e

palpitante- perché è negli ospe-

dali che ci giochiamo la vita- ri-

chiama l’attenzione e l’interesse

di tutta l’opinione pubblica. Lo

affermiamo in tutta sincerità: non

vorremmo proprio trovarci nei

panni dei commissari che do-

vranno valutare il prossimo diri-

gente dell’Ospedale San Carlo di

Potenza; oppure nei panni della

dirigenza politica, sulla quale

convergono centinaia di migliaia

di occhi per controllare cosa dice,

cosa fa, come sceglierà il futuro

dirigente. Diciamo tuttavia che

mai come questa volta nutriamo

un filo di speranza sul buon esito

del concorso, perché non solo bi-

sogna rendere giustizia per dimo-

strare di essere giusti, ma

soprattutto perché, su questo con-

corso la classe dirigente - sia po-

litica, che sanitaria- si gioca quel

residuo di credibilità che ancora

gli rimane. D’altronde è difficile

sbagliare: basta ritrovare lo spi-

rito con il quale i nuclei di valu-

tazione stilarono la graduatoria

nel Dicembre del 2009. Si, nono-

stante tutto, ci è rimasto un piz-

zico di speranza.

Un banco di prova

Si è appreso che la Giunta

Regionale ha firmato la de-

libera relativa al bando per

la nomina del nuovo Direttore

Generale dell’Azienda Ospeda-

liera San Carlo di Potenza, poiché

l’attuale manager dovrebbe la-

sciare la guida del nosocomio per

un altro incarico. Sembra, infatti,

che Giovanni De Costanzo sarà

chiamato alla direzione ammini-

strativa dell’Università di Basili-

cata. Il bando è stato pubblicato.

Alla lettura di quest’ultima noti-

zia, l’interesse del vostro cronista

è voltato dritto, dritto, al ricordo

di un articolo del 29 Dicembre

2009, dove la stampa riportava

una notizia sul mondo della sanità

lucana, in virtù della quale, i nu-

clei di valutazione composti dagli

esperti, hanno assegnato i voti ai

Direttori Generali per l’anno

2007 dopo aver valutato l’operato

della sanità lucana. Il responso

della votazione ha visto al primo

posto i dottori Michele Canniz-

zaro e Rubino Grieco ed espri-

meva un giudizio sul

raggiungimento degli obiettivi,

come richiesto da un’apposita

legge regionale, e per la cronaca,

detta votazione è avvenuta du-

rante l’ultimo anno della dire-

zione di Cannizzaro al San Carlo:

a metà di quell’anno, il Direttore

Generale, pur essendo il miglior

dirigente sanitario, si sarebbe di-

messo per affrontare le sue vi-

cende giudiziarie. Usiamo il

condizionale, poiché solo la storia

ci dirà se Cannizzaro si è dimesso

per scelta sua o perché costretto

dalla classe politica dirigente di

quel periodo. Quella che è certa,

però, è la graduatoria dei nuclei di

valutazione che riportiamo per i

nostri lettori con i relativi voti.

Premesso che il massimo dei voti

è pari a venti punti, la graduatoria

definitiva ed ufficiale di allora era

la seguente: Michele Cannizzaro

e Rubino Grieco, punti 17,48; al

secondo posto, con una percen-

tuale appena più bassa, -17,20- il

Direttore Generale del CROB di

Rionero. A seguire si piazzano il

Direttore Generale dell’ASI di

Matera, Maroscia, con una per-

centuale del 16,58%; quello

dell’ASL di Venosa Iannicelli, con il

16,26; di Montalbano Pierino Quinto con

il 15,92; di Lagonegro Marra, con il

15,71% ed infine l’ex Direttore dell’ASL

di Potenza Nunziata con il 12,07 %. Que-

sta graduatoria, ripeto, con i relativi pun-

teggi risale al Dicembre 2009, più di un

anno fa, il che lascia supporre che se va-

riazioni si sono verificate in questo ul-

timo periodo, certamente non saranno

eclatanti. Tanto evidenziamo, perché la

stampa ha riportato nelle previsioni della

vigilia, come probabili candidati, i se-

guenti dirigenti: Rocco Maglietta,

Mimmo Maroscia, Giuseppe Cugno,

Giuseppe Spera, nonché l’ex Direttore

Generale dell’ospedale di Lagonegro

Marra. Il dato che si evidenzia tra i nomi

della graduatoria del 2009 e i probabili

candidati di oggi è che sono saltati pro-

prio coloro che avevano il punteggio più

alto, vale a dire Michele Cannizzaro e

Rubino Grieco nel Dicembre del 2009.

Sono sicuro che non sfuggirà ai nostri let-

tori l’importanza che riveste il concorso

per Dirigente dell’ospedale San Carlo di

Potenza per il capoluogo e l’intera re-

gione: e proprio perché è sacrosanta-

mente importante, non tentiamo neppure

lontanamente di fare il tifo per chicches-

sia. Tuttavia non posso non ricordare a

Saro Zappacosta

06 MAGGIO 2011

me stesso e ai lettori come si è espresso

un uomo di pensiero, un indipendente, un

caro collega, Andrea Di Consoli, un lu-

cano che ama la Lucania, che non più

tardi di due settimane fa ha liberato la sua

coscienza critica con questo amaro giu-

dizio: “ In Basilicata, invece, vedo solo

prudenza e viltà, difesa dei privilegi,

degli ottusi stipendi, degli assetti conso-

lidati. Solo prudenza e viltà hanno per-

messo a gente ( che la nostra terra ha

letteralmente stuprato) di venire da noi e

poi dire al mondo intero una clamorosa

falsità, ovvero che eravamo mafiosi, cor-

rotti fino nelle midolla, vittime di mas-

soni affaristi e ndranghetisti…”. Un

giudizio critico, duro, spietato che pochi

con i fatti sono in grado di smentire e

che, tuttavia, l’amico Andrea addolcisce

con un augurio personale ed un invito

alla classe dirigente lucana con questo

messaggio: “Adesso tocca ai lucani deci-

dere se diventare una terra di coraggio e

di orgoglio e di robusta cultura civile, op-

pure una terra di bugiardi, di rimestatori

e di disonesti. Non abbiamo solo bisogno

di uomini con la schiena dritta, ma di uo-

mini che sappiano camminare con la

testa alta e che sappiano guardare negli

occhi la gente e, soprattutto che siano li-

beri di poter parlare, di rivendicare orgo-

8

Rinnovo della dirigenza al San Carlo di Potenza.

Attesa nell’opinione pubblica, per il risultato finale

Vandalismo a Rionero

Negli ultimi due giorni ab-

biamo assistito ad “atteggia-

menti beceri, vandalici e

criminali” che hanno avvelenato il

clima politico nella nostra Basilicata,

una regione civile e democratica, abi-

tata da cittadini laboriosi e dignitosi.

L’episodio di intolleranza politica av-

venuto a Rionero in Vulture ai danni

del candidato sindaco della lista Pdl

Donato Ramunno è l’emblema di

questa barbarie, che non definiamo

politica poiché si offenderebbe

chiunque crede nei valori democra-

tici, nelle istituzioni, nella politica

quale servizio per una comunità. Si

offenderebbe quei tanti che hanno la

passione per l’attivismo politico

come Donato Ramunno, giovane

professionista che vuole dare un con-

tributo alla sua Rionero in Vulture.

Le scritte ingiuriose, vere minacce fi-

siche all’incolumità di un cittadino

sono atteggiamenti criminali, che a

parte l’aspetto di ordine pubblico che

compete alle forze dell’ordine, de-

vono essere stigmatizzati ed isolati da

tutto il mondo politico e da tutta la

società civile. Quei ignoti “antifasci-

sti” che hanno devastato il comitato

elettorale di Ramunno, reo di essere

un dirigente del Popolo della Libertà

quindi un nemico da affrontare con le

“lame”, solo dei volgari e codardi de-

linquenti che però mostrano il vero

volto di quella intolleranza violenta e

pericolosa che vive, si nutre e cresce

in determinati ambienti “progressisti,

democratici ed antifascisti”. Ai citta-

dini di Rionero ed a tutti i lucani di

qualunque credo o pensiero politico

lanciamo un appello affinché questi

episodi siano condannati e questi fa-

cinorosi siano isolati dal vero gene

democratico, affinché episodi simili

non si considerano una “bravata” ma

che siano considerati un campanello d’al-

larme di un clima che può degenerare, ripor-

tandoci ai tempi terribili degli anni di

piombo.

Assurdo nella sua inciviltà e atteggiamento

da irresponsabilità politica e civile anche un

episodio capitato in una manifestazione isti-

tuzionale dell’amministrazione comunale di

Satriano di Lucania, quando durante la pre-

sentazione del progetto di una piscina ecoso-

stenibile uno dei relatori ha dichiarato, con

un’infelice battuta, che per la caldaia della

struttura si potrebbe alimentare utilizzando

come combustibile qualche “consigliere co-

munale di opposizione”. Questo alla presenza

del sindaco Miglionico, degli assessori Ca-

vallo e Lagone e del capogruppo di maggio-

ranza Polino, che invece di indignarsi per una

frase che inneggia ad un moderno Olocausto

verso una componente istituzionale e poli-

tica, hanno taciuto. Cosi come tace il Pd di

Satriano, il Psi di Satriano, il mondo politico

di riferimento. Questi sarebbero i rappresen-

tanti istituzionali del popolo lucano? Questi

i difensori della Democrazia, Questi sareb-

bero i Progressisti e gli Illuminati che vorreb-

bero salvare l’Italia dalla Deriva. Anche per

questo indegno episodio, nessuno si permetta

di minimizzarlo quale bravata di un singolo,

è di una gravità estrema da codice penale lon-

tana dalla Civiltà dei Lucani, degli Italiani e

dell’Umanità. Da esponenti politici del Pdl,

da cittadini italiani ed europei ci vergo-

gniamo che questo sia accaduto tra l’indiffe-

renza delle Istituzioni regionali e locali, dal

silenzio dei Partiti di Maggioranza che poi

sono pronti a parole a condannare gli orrori

del passato, ipocriti nel tollerare che perso-

naggi del genere infangano ed offendano le

istituzioni, i cittadini ed il dolore e le tragedie

della Storia. Quanto accaduto, è una vergo-

gna che la Comunità di Satriano,di Rionero

ed i Lucani e la Basilicata non meritano

06 MAGGIO 2011

Rosa e Pici

sull’intolleranza politica

9

C’è qualcosa di nuovo nella

crisi politica che ha inve-

stito i consiglieri dell’oppo-

sizione all’amministrazione di

comunali Potenza. Qualcosa di

nuovo e, al tempo stesso, costrut-

tivo: c’è un anima buona – si fa per

dire naturalmente – che tenta di sal-

vare il salvabile, in quel marasma

generale rappresentato dai presunti

oppositori del sindaco Santarsiero,

che come è noto, sono divisi su

tutto, rappresentando così una pura

e semplice armata di Brancaleone.

Divisi, tanto per usare una parola

nobile: in effetti, come abbiamo

scritto il 21 Gennaio di quest’anno,

c’è stata una frattura odiosa tra due

autorevoli esponenti del PdL – An-

tonino Imbesi e Nicola Becce – e

colui che era partito per diventare il

leader dell’opposizione – Peppino

Molinari – e si è invece ritrovato

come una delle piccole anime

dell’opposizione, in contrasto con

gli altri, soprattutto i pi-

diellini Imbesi e Becce,

che “sfacciatamente”

avevano contestato la

sua leadership. Non

l’avessero mai fatto: da

allora, Vito Santarsiero

ha governato il comune

senza opposizione, per-

ché questo coacervo di

forze litiganti, tutto ha

fatto tranne che il pro-

prio dovere. Se irre-

sponsabilità e l’immaturità politica

hanno fatto da padrone per ogni tre

mesi, ora invece c’è qualcosa di

nuovo e costruttivo che induce al-

l’ottimismo. Infatti, Antonino Im-

besi ha rotto gli indugi e dopo

ampia e costruttiva riflessione si è

convinto che la divisione all’interno

dei gruppi di opposizione, è nociva

per tutti, per i loro partiti e per la

città di Potenza, che ha assistito con

un certo disgusto alle lotte interne

dell’opposizione: per tanto, ha detto

basta, ha preso penna e carta e ha

scritto una lettera –appello- ai con-

siglieri di centrodestra compreso

Peppino Molinari, con il quale – ha

scritto Imbesi – “ Di fatto ed in pra-tica e il riavvicinamento personale

si è realizzato ben presto, e il col-lega Molinari ha ben compreso leragioni tutte politiche che avevanoprodotto le mie rivendicazioni. Pur-troppo da Gennaio in poi, invece,non c’è stato un incontro generaleche potesse rinsaldare anche i rap-porti tra i vari gruppi consiliari,benché auspicato da diversi consi-glieri di minoranza, e questo ha de-terminato un sfilacciamento inalcune scelte e decisioni prese inconsiglio, dove, purtroppo, su al-cuni temi (quali per esempio la no-mina dei revisori dei conti delmunicipio) la minoranza si è dimo-strata divisa. Ma lasciando dietro il

passato e guardando al futuro peril bene della nostra comunità credosia arrivato il momento di ricom-pattarsi e riportare con la stessaverve collettiva di inizio legisla-tura”. Imbesi auspica la costituzione di un

nuovo intergruppo, che dovrà anche

affrontare con se-

rietà la situazione

della rappresentanza

del Pdl.

“Un problema che,secondo me – pun-

tualizza Imbesi- do-vrebbe percorrettezza riguar-dare non solo lealtre forze di mino-ranza che della que-stione saranno

ovviamente in primis investite.Sono convinto che anche di questanecessità si farà carico l’auspicatonuovo intergruppo, ed in primis ilcollega Molinari. Che spero favo-rirà la risoluzione di questa proble-matica”. E’ anche il nostro auspicio, a patti e

condizioni che l’amico Molinari ri-

trovi la strada maestra e che si con-

vinca che il problema della

rappresentanza politica del PdL non

è solo un tema di ordine politico ma

lo è anche e soprattutto di ordine

morale. A buon intenditor poche pa-

role!

Sa.Za.

Comune di PotenzaUrge la pace

nell’opposizioneAppello di Imbesi a Peppino Molinari

Welcome to Potenza

Il piccolo e grazioso capo-

luogo lucano si offre ai cu-

riosi e ai turisti di

passaggio con una vetrina di

architetture e tradizioni che

vale la pena di visitare. Arroc-

cata sui monti a 819 metri sul

mare, la città di Potenza rap-

presenta il centro più popoloso

della regione. La storia e le tra-

dizioni del centro lucano sono

custodite nella parte antica

della città, il centro storico. Vi-

coletti antichi e palazzi datatati

lasciano una piacevole traccia

della Potenza di 50 anni fa,

ormai travolta dal new style

dei tempi d’oggi. Borghi affa-

scinanti, un tempo splendenti

ora deturpati dai vandali, arte-

fici del decadimento delle bel-

lezze autentiche. E’ proprio nel

cuore della parte antica che tro-

viamo una raffinata opera

d’arte, il Duomo, costruito in

onore di San Gerardo nel 12°

secolo e ristrutturato finemente

in età neoclassica. Al Santo pa-

trono è dedicata anche un’altra

struttura, conosciuta come

“l’edicola di San Gerardo”. Si

tratta di un tempietto, realiz-

zato nel 19° secolo in cui vi è

collocata la statua del patrono.

Proseguendo il tour tra le bel-

lezze antiche della città è pos-

sibile ammirare la Torre

Guevara, unica superstite del

castello appartenuto alla fami-

glia di cui porta il nome. Qual-

che anno fa, sempre nel cuore

antico, venne rinvenuta la Villa

di Malvaccaro. La costruzione,

scoperta per caso, custodisce

alcuni mosaici, i cui colori

sono ancora ben visibili. Non

manca all’appello il Museo Ar-

cheologico Nazionale della

Basilicata “Dinu Adame-

steanu”. Aperto nel 2005, ha

trovato collocazione tra le sale

del Palazzo Loffredo, custode

di testimonianze e tradizioni

della storia di Potenza. Non

solo di vetusti edifici si adorna

la cittadina, ma anche di no-

vità e manifestazioni coinvol-

genti che si alternano durante

tutto l’anno. Un appuntamento

immancabile per i potentini è

la consueta sfilata dei turchi di

fine Maggio. Vestiti con i co-

stumi dell’epoca, decine di

volontari sfilano tra le vie

principali della città. La rievo-

cazione celebra un’antica leg-

genda locale secondo la quale

San Gerardo avrebbe salvato

la città da un imboscata da

parte dei saraceni. Dame, ca-

valiere e soldati allietano il

pubblico con danze popolari e

finti combattimenti. Rulli di

tamburi e trombe fanno da sot-

tofondo alle esibizioni degli

sbandieratori e dei mangiatori

di fuoco che lasciano il pub-

blico con il fiato sospeso. La

sfilata si conclude con il pas-

saggio del tempio di San Ge-

rardo, portato in spalla

dai“portatori del santo”.

Lungo tutta Via Pretoria la

festa continua con musica e

stand gastronomici. Un altro

immancabile appuntamento è

quello del Festival delle arti

pirotecniche che si tiene ogni

anno la prima domenica di

Settembre. Fuochisti profes-

sionisti, provenienti da tutta

Italia si esibiscono in una gara

appassionante. Un solo vinci-

tore per uno spettacolo che de-

lizia gli occhi con colori e

coreografie mozzafiato. Tutto

questo e molto altro c’è da of-

frire ai visitatori di passaggio

in città. Il piccolo centro si

prepara ad accogliere i turisti

della stagione estiva, sperando

di deliziarli piacevolmente e

di imprimere loro il ricordo di

una bella esperienza.

Agnese Albini

06 MAGGIO 2011

Turisti di passaggio?

Ecco le bellezze e le tradizioni di casa nostra

11

Storia di una cittàabbandonataTrenoRocky

Le varie sfaccettature del capoluogo

della Basilicata

Chi è nato a Potenza e la

conosce bene, la ricorda

sempre con un po’ di rab-

bia!! La rabbia che scatta quando

si pensa a Potenza piccola città di

provincia, a Potenza caotica, a

Potenza cara dal punto di vista dei

prezzi, a Potenza non organizzata,

ma anche bella … quando era la

Potenza di una volta (i vecchi

anni ’40 e ’50). C’è addirittura chi

ricorda il vecchio Vico Addone,

soprattutto chi ci è nato! La gente

era più genuina, aveva si pro-

blemi di sopravvivenza, ma si re-

spirava un clima che al giorno

d’oggi nemmeno immaginiamo.

La città, purtroppo, oggi vive un

momento triste, anche se i soliti

politici e loro servi vogliono farci

credere che è una Potenza nuova,

rinnovata e grintosa. Immaginate

che non abbiamo più nemmeno il

gusto di gridare allo stadio

“FORZA POTENZA”!!. Questo è

il modo barbaro e incivile in cui

sono ridotti i potentini, non ab-

biamo nemmeno più cura dei no-

stri ambienti. Ricordo che quando

ero piccolo la città era sempre ri-

cordata per l’acqua e l’aria buona.

Ricordo Montereale, dove dopo

tanti soldi spesi, per il migliora-

mento, è diventato il parco dello

sconforto. Basterebbero quattro

panchine, un arredo urbano mi-

gliore e impedire la sosta delle

auto per renderlo un luogo straor-

dinario e rilassante. Provate a por-

tare i bambini a giocare!!

Non parliamo dello scempio che si è con-

sumato al Serpentone, con la famosa

“NAVE” che naviga in un mare tempe-

stoso! E che dire degli altri rioni? Abban-

donati a se stessi e non consideriamo le

Contrade! Eppure si poteva fare tanto,

dalle piazze contornate di parcheggi e

luoghi di ritrovo, rivalutare il centro sto-

rico con gli edifici storici, i vicoli con il

loro fascino indescrivibile. Potenza ha

ambienti scenografici e suggestivi, che

trasudano storia e cultura ad ogni metro,

ha luoghi magici che molte altre città ci

invidierebbero, perché sarebbe potuta es-

sere una bomboniera, con un tessuto ur-

banistico pregiato. Una città di

montagna, contornata da tanti bellissimi

boschi che sarebbero una delle grandi ri-

sorse turistiche che ha la Regione. Ma,

essendo città di montagna ha la capacità

di non essere organizzata quando nevica!

E’ tanto incredibile quanto scoraggiante.

E’ accaduto, fino all’anno scorso, che sa-

pevamo il giorno e quasi l’ora in cui sa-

rebbe iniziato a nevicare e cosa è

successo? L’ACTA è rimasta immobile e

la città è rimasta praticamente bloccata:

traffico paralizzato in centro e fuori di

esso; marciapiedi impraticabili in ogni

parte. E’ stato anche difficile, in questo

deserto organizzativo, chiedere la colla-

borazione dei cittadini. Al massimo, e

non è bello da dire, l’Amministrazione

dovrebbe chiedere ai cittadini di non

uscire di casa. Scherzi a parte, conside-

rando i pressanti e preoccupanti allarmi

meteo della Protezione Civile, minimo

sarebbe stato lo sforzo nel programmare

una preventiva distribuzione di sale e un

piano per la dislocazione degli spazza-

neve. Questo vale anche per squadre di

uomini che intelligentemente dislocati in

città, avrebbero consentito di tenere

sgombri i marciapiedi per consentire ai

cittadini di muoversi in assoluta sicu-

rezza. Forse chiediamo molto ai nostri

rappresentanti istituzionali, però loro in

cambio ci chiedono sempre di pagare le

tasse …. e che tasse !!!

Perché dobbiamo pagare fior di quattrini

a questi signori che siedono su comode

poltrone, senza avere un adeguato servi-

zio? Immaginate che l’ACTA effettua

anche la raccolta dei rifiuti in città. Ma

fino ad oggi, la tassa per la spazzatura è

aumentata, ma in cambio cosa è miglio-

rato? Il servizio è sempre lo stesso, non

si effettua la raccolta differenziata, le

strade sono sempre sporche o si tenta di

pulirle con le macchine spazzatrici nelle

ore del giorno, quando il traffico è al top.

Ma a proposito di rifiuti, chi controlla

l’aria a Potenza? E’ semplice l’ARPAB,

l’agenzia per la protezione dell’ambiente.

E molti si chiedono “Ma come mai i con-

trolli nella zona di Bucaletto sono del

tutto inesistenti o si cercano di tenerli na-

scosti?” Pensate che Bucaletto è proprio

a ridosso della famosa fonderia Pittini,

conosciuta come ex Sider Potenza. E’

mostruoso vedere che addirittura si

stanno costruendo due mega-palazzoni e

al fianco si è iniziato a costruirne altri. E’

assurdo far vivere delle persone in quella

zona. Il problema è di chi andrà a vivere

in quelle case e non di chi le ha costruite,

o meglio chi ha deciso di farle costruire.

Tutti cercano di nascondersi die-

tro il dito, i politici di turno pro-

mettono che a breve la ferriera

sarà delocalizzata, ma quando?

Chi pagherà l’eventuale sposta-

mento, sempre se ci sarà? Ad

oggi quanto costa avere un im-

pianto dislocato in quella zona,

per ciò che riguarda la salute

degli abitanti? Molti degli ammi-

nistratori se ne escono con la bat-

tuta che in quella fabbrica ci

lavorano e campano molte fami-

glie, ma il costo intero per la col-

lettività quanto costa? Nessuno

vuol stimare i reali rischi e costi

in termini di salute. Basterebbe

verificare quanti casi di leucemie

e patologie tumorali si riscon-

trano in un anno nella zona. Nes-

suno fa questi controlli, nessuno

ha cercato di far istituire un regi-

stro epidiemiologico. Purtroppo

il convento passa solo mediocri

amministratori incapaci di svol-

gere appieno il ruolo che gli è

stato assegnato, il loro principale

interesse è solo quello di avere la

poltrona e guadagnare a discapito

della citadinanza. Non si pensa a

riprogettare una città vera, piena

di aspettative ed esigenze di una

moderna città europea. Bisogne-

rebbe garantire la buona qualità

della vita, però al momento ….

campa cavallo che l’erba (avve-

lenata)... forse crescerà !!

06 MAGGIO 2011

12

Il vero protagonista della stagione primaverile 2011 èl’uomo. Attento scrutatore delle tendenze modaiole, si

muove tra look vintage e tendenze più contemporanee.Sulla scena irrompono i jeans, molto chiari, quasi sbia-diti a gamba dritta, strappati e aderentissimi. Via i vecchi‘cinque tasche’ e le vite basse considerate ormai out,per portare in auge uno stilevicino agli anni Settanta. In-somma, perfetti per uno stilestreet ma sono utilizzabilianche per un look più ele-gante dallo spirito giovane e leggero. Contaminazionidenim anche per le camicie da portare sbottonate ochiuse ad altezza sterno per evidenziare la t-shirt, altroindumento must. Bianche o a righe, con collo a V o giro,semplici o più elaborati, le magliette abbinate al jeansdonano un look undergorund ormai completamentesdoganato dal mondo della moda, perfetto per essere

sportivamente glam. Il giubbotto in pelle diventa mustper ogni uomo che vuole essere trendy, deve esseremolto leggero e aderentissimo quasi cucito su misura,ovviamente sotto la giacca non possono mancare ma-glioncini o camicie slim semplici e dai colori classici:nero, marrone,verde scuro o grigio. Anche la giacca

doppiopetto torna alla ribalta,ovviamente sempre elegantisono il nero e il blu, con fazzo-letti dai vivaci colori nel ta-schino. Imperano accessori

per un uomo sempre più à la page come le maxi bagsdalle forme lineari, con inedite sfumature ma, soprat-tutto dai colori tropicali. Se uomo e donna sono universiinconciliabili, la moda cerca di avvicinarli con scambi alquanto bizzarri.

Un’emozione da provare

quella del Rafting. Rafting. Una parola forse scono-

sciuta ma che racchiude in séconcetti come emozione, brivido eavventura. Una disciplina sportivadefinite estrema che, oggi, è unavera e propria tendenza. E non solo:un ritorno alla natura, dovendo per-correre ripide discese fluviali incanoa, nel cuore pulsante di unanatura rigogliosa. Anche la Basili-cata, da qualche tempo, presta ilsuo ‘sangue cristallino’ che irrora ilpolmone verde del Pollino che, neiperiodi estivi, vede schiere di avven-turieri munirsi di muta, casco, pa-gaia, giubbotto salvagente perlanciarsi tra frastagliati pendii. Nel-l’area del Pollino è possibile percor-rere la spettacolare discesa delfiume Lao, in gruppi da un minimodi quattro a un massimo di quattor-dici persone, sarete forniti di parti-

colari attrezzature come muta,casco, pagaia, giubbotto salvagentee così pronti per una nuova avven-tura potrete scegliere differenti per-corsi: adatto a tutti e soprattutto imeno amanti del rischio è il SoftRafting, il più rilassante, è un per-corso lungo 4 km che ha la duratadi circe un’ora e percorre il tratto piùsemplice del fiume Lao. Per gliamanti degli spettacoli naturali el’avventura è possibile percorrere ilCanyon Rafting, la percorrenza è di14 km e dura circa 3 ore, ha una dif-ficoltà media, ma permette di en-trare nelle Gole del Lao.I più temerari sicuramente sceglie-ranno il Full day Rafting, il tempo im-piegato è di circa sei o sette ore peruna percorrenza di 24 Km, com-prende il percorso del Canyon Raf-ting e un secondo percorso duranteil quale è possibile percorrere altreemozionanti ripide discese e osser-vare nuovi percorsi fluviali.Una completa immersione nella na-tura, tuttavia che dire, un brivido daprovare per chi dell’avventura nonha paura.

Ripensando ai mitici anni 80

Simona Marganella

13

06 MAGGIO 2011

Tante persone che hanno vissuto la loro adole-scenza, o la loro infanzia, durante i celebri anni ’80,non possono far altro che ricordarli con nostalgia e

un briciolo di rammarico per tutto quello che hanno dovutoabbandonare. I giochi di una volta non possono regalarliai loro figli o nipoti, sono costretti a scegliere doni moltopiù articolati che forse non garantiscono nemmeno il di-vertimento genuino di un tempo. E l’unica cosa che restaloro da fare è raccontare come era bello divertirsi con pic-cole e semplici mosse. Indimenticabile il Crystal ball chetrasformava tutte le feste o i pomeriggi oziosi in un grandedivertimento. Bastava un magico tubetto contenentegomma colorata da applicare all’estremità di una cannuc-cia di plastica, per creare palloncini dalle forme più stranepossibili. E così le ore passavano in fretta tra chi ne gon-fiava di più e chi li faceva resistere più a lungo senzascoppiare. Oggi è veramente difficile,se non impossibile trovare una “diver-timento” del genere. Non si può nonricordare il Subbuteo che appassio-nava e appassiona ancora non solo igiovanissimi, ma anche ragazzi piùgrandi, con l’amore per il calcio. Oggiperò è tutto più evoluto, i calciatorinon si rompono facilmente come unavolta, e se anche dovesse succederesenza pensarci due volte vengonorimpiazzati. Un tempo, invece, si pas-sava le ore ad organizzare il tutto,grande rettangolo di colore verde persimulare il campo, piccole figurine dicalciatori attaccate a basi semisferi-che, spalti per i tifosi tirati su “alla me-glio”. Lo scopo era quello di toccaredelicatamente le pedine con la puntadelle dita e superare la barriere del portiere, per diventarel’eroe della partita. Tornando ai divertimenti per i bambini,ottennero grande successo nel 1980 i trasferelli, fogli tra-sparenti con immagini che si trasferivano su carta eserci-tando una lieve pressione con una penna. Raffiguravanoimmagini varie, da quelle riguardando il mondo delle sporta quelle circa il mondo dello spettacolo. Era un modo perstuzzicare la fantasia, a differenza degli sbrigativi metodidi oggi. Basta scaricare disegni da internet e colorarlisenza neppure sforzarsi a inventare qualcosa di nuovo.Un altro pilastro della storia sono le figurine Panini che sivendono ancora in edicola ma non ricoprono l’importanza

di un tempo. Si risparmiava giorno per giorno per potercomprare l’agognato pacchetto che avrebbe permesso difinire la raccolta. Ma non si era quasi mai tanto fortunati,quindi bisognava ricorrere all’arte dello contrattazione conamici e non. I bambini del 2000 invece iniziano tante rac-colte ma nessuna viene mai finita. Non c’è più l’usanza diappendere l’album concluso, come piccolo trofeo. E cosadire della Polaroid? La macchina fotografica forse un po’ingombrante da portare in giro ma estremamente partico-lare. Dopo aver scelto il soggetto bastava schiacciare untasto e istantaneamente la foto era tra le tue mani. Oggisi è persa l’usanza di stampare le foto, i ricordi vengonotutti affidati al computer che li custodisce segretamente.Proprio a proposito di computer, il primo modello uscìnegli anni ’80, il Vic20 che vendette più di 2milioni diesemplari. Questa tecnologia in un certo senso veniva tra-

smessa anche in campo musi-cale, infatti acquistava grandesuccesso la musica elettronica,con l’introduzione dei sintetizza-tori, ormai soppiantati da stru-menti all’ultima moda. Macontemporaneamente nasce inAmerica la cultura rap e hip-hopche alla fine del secolo sarà sem-pre più popolare fino ad arrivare anoi. E’ una musica diversa moltospesso di denuncia. Infatti il po-polo americano scaccia la musicadisco ritenuta troppo banale. Que-sto ragionamento però non vienefatto in Europa dove le discotecheprendono sempre più piede, sonoluoghi di ritrovo dove divertirsi tuttiinsieme. Agli inizi degli anno ’90

iniziano a divertirsi anche con l’arredamento, sempre piùstrano e con stili diversi da posto in posto. Questa tradi-zione esiste ancora e le discoteche sono frequentatissimeanche se non è più un divertimento sano. La musica as-sordante rimbomba nella teste e infastidisce i timpani, edè accompagnata da cocktail strani che butti giù senza sa-pere cosa contengano. Un divertimento solo apparente,poiché il giorno dopo non ricordi più nulla. Ovviamente igiovani degli anni precedenti facevano di questa cose macon il passare degli anni le statistiche negative hannoavuto un picco vertiginoso.

Luca Arlotto

Il re della scena: Uomo Primavera 2011

Serena Danese

Cogli l’attimo fuggente Michele De Luca

A Lugano una mostra dedicata al fotografo

croato-milanese Frank Horvat

Circa dieci anni fa un

prezioso libro della Pe-

liti Associati, Cinquan-

tuno fotografie in bianco e

nero, ci faceva ripercorre il

primo periodo (circa un decen-

nio) dell’attività di Frank Hor-

vat , nato ad Abbazia (già

Italia, oggi Croazia) nel 1928,

evidenziandone la robusta sta-

tura di fotografo, attento a co-

gliere nell’attimo fuggente

momenti di pregnante emble-

maticità, con un senso della

composizione dell’immagine

degno dei più grandi maestri.

Milanese di formazione e di

adozione, ha frequentato i corsi

di disegno all’Accademia di

Brera e realizzato per “Epoca”,

nel 1951, il suo primo servizio

fotografico; di lì partiva la sua

grande carriera di fotogiornali-

sta che doveva portarlo, nel

corso di mezzo secolo, a mie-

tere successi professionali in

ogni parte del pianeta. Asso-

ciato alla Magnum dal 1959,

ha visto le sue opere pubblicate

sui più importanti magazine

del mondo ed esposte nei

musei più prestigiosi. Ora, con

una pregevole iniziativa la gal-

leria Photographica FineArt di

Lugano, che ha la consuetu-

dine di mettere a confronto gli

artisti emergenti con i grandi

maestri della fotografia mon-

diale, dedica l’intero spazio ad

un unico grande autore, perché

da solo Horvat colma la scena

fotografica con quell’eleganza

che poi lo ha reso interprete

della grande moda dalla fine

degli anni ‘50 alla fine degli

anni ‘80 e che in seguito, fino

ad oggi, si ripropone come raf-

finato e seduttivo interprete

della realtà quotidiana. Horvat

ha impreziosito con le sue im-

magini alcune tra le più belle

pagine di “Elle”, “Vogue”,

“Harper’s Bazaar”; insieme ai

suoi colleghi tra cui Richard

Avedon, Bourdin, Newton ha

interpretato magistralmente

l’alta moda italiana, da Nina Ricci a

Ungaro, e le creazioni dei grandi

couturier francesi, da Chanel a Given-

chy. Il suo modo di fotografare la

moda deriva dall’istintività e dalla na-

turalezza con cui affrontava anche i

reportage di viaggio, prediligendo

sempre il momento magico ed evi-

tando la messa in scena caratteristica

del set fotografico ricco di flash e

schermi per luce riflessa; i suoi scatti

sono contraddistinti sempre da una

grande tecnica e ottenuti con un ap-

parecchio di piccolo formato - Leica

o Nikon che fosse - ma sempre, senza

eccezione, una 35mm. Il suo

istinto di fotografo raffinato e la sua

grande sensibilità per l’individuo lo

portano in seguito, in concomitanza

con l’arrivo del digitale, a fare una fo-

tografia immediata che per lui si tra-

sforma in un nuovo campo di ricerca

ed in uno strumento linguistico tutto

da esplorare; anche quest’ultimo pe-

riodo è caratterizzato dall’osserva-

zione, fuori dalle “strettoie” più

propriamente professionale, del mo-

mento ideale, “l’istante privilegiato”,

che – come egli sostiene - non è per

forza l’attimo risolutivo o “decisivo”

di Cartier-Bresson, ma è piuttosto

quello che si sprigiona da un evento

del tutto soggettivo, cioè dalla sua

emozione, dalla luce che si combina

con il suo umore, il suo sentire del

momento, ed è controllato dall’armo-

nia della sia visione positiva del-

l’esperienza. Nel 1999 Frank Horvat

ha scelto una foto per ogni giorno del-

l’ultimo anno del millennio e

ne ha fatto una pubblicazione,

“1999 Journal photographi-

que” appunto, che descrive e

dà forma a questa sua evolu-

zione artistica; da lì ha conti-

nuato la sua ricerca delle

emozioni di un istante che si

possono trovare ovunque, in

uno sguardo della persona

amata o nell’odore delle cose

e che trasformano immagini

quasi banali, come una tavola

apparecchiata o delle lenzuola

sfatte o ancora una finestra

aperta, in quegli “istanti privi-

legiati” che ne fanno delle

buone immagini, delle belle

fotografie. Dalla Croazia,

Horvat si trasferisce dapprima

a Lugano, dove frequenta il

Liceo, e vi rimane per tutto il

tempo della guerra. A Milano,

dove si trasferisce nel 1947,

inizia la sua attività di foto-

grafo professionista e poco

dopo; a Parigi, incontra Henry

Cartier-Bresson, che diventa il

suo più grande maestro, col

quale entra subito in sintonia e

dal quale apprende la sponta-

neità dell’immagine e dalla

cui lezione resterà influenzata

tutta la sua opera fotografica.

Viaggia per alcuni anni in Eu-

ropa e in Asia dove fa i suoi

primi reportage che sono pub-

blicati da “Die Woche”, “Paris

Match”, “Life”, “Stern” e

tante altre tra le più prestigiose

riviste europee. Dal 1957 al

1989 è uno dei massimi foto-

grafi interpreti della moda eu-

ropea (lavora anche per

“Jardin des Modes”, “Elle”,

“Esquire”, “Glamour” e

“Queen”). Vive tra Parigi e

Cotignac, assieme a sua mo-

glie Veronique, è tuttora pro-

fessionalmente attivo e cura

personalmente, sia dal punto

di vista della post-produzione

che della stampa, ogni imma-

gine da lui creata.

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Couple, Quai du Louvre,Paris, 1955

Shoes and Eiffel

Coco Chanel

ferie. Qui si potrebbe incappare

in qualche incidente di per-

corso imprevisto e far saltare

tutto, perdendo viaggio e soldi.

Però come si suol dire: “chi

non risica non rosica” ! Nuova

moda o stile di vita? In en-

trambi i casi il risultato è il me-

desimo: RISPARMIO!

Vite Low Cost!

Alimenti, vestiti, vacanze: la nuova moda del risparmio

Un vero e proprio stile di

vita, quello del low

cost, dilaga tra gli ita-

liani, perennemente alla ricerca

delle occasioni migliori e del ri-

sparmio. Impossibile far fronte

alle spese quotidiane con il mi-

sero stipendio a disposizione, ci

si trova costretti a far “quadrare

i conti”e spaccare il centesimo.

Fortunatamente, in soccorso ai

tanti che non riescono ad arri-

vare a fine mese ci sono nume-

rose alternative. I discount che

offrono generi alimentari di

marchi non noti a prezzi con-

correnziali. Pasta, biscotti, be-

vande da mettere nel carrello

con pochi euro. Ancora sono

molte le persone che nutrono

dubbi sulla qualità di queste

merci. Prodotto di marca sino-

nimo di qualità o solo inutile fa-

natismo? Correre dietro ai

brand pubblicizzati costa molto

caro e troppo spesso diventa un

lusso non facile da concedersi.

Il fascino dei prodotti reclamiz-

zati riesce ad ammaliare il con-

sumatore, indotto all’acquisto

solo per pura curiosità. Per non

cadere nel tranello basta mu-

nirsi di pazienza e trovare l’og-

getto dei desideri tra gli scaffali

dei market low cost. Ed ecco

che il gioco è fatto! Non solo

alimentari, ma anche abbiglia-

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mento. Le vetrine patinate che amma-

liano con colori e capi di raffinata ele-

ganza fanno gola a tutti, ma non

sempre è possibile mettere in busta

l’anelato manufatto. Anche in questo

caso l’alternativa è subito pronta! Di-

menticare le griffe e rifugiarsi in nego-

zietti – non di alta moda- che

propongono capi di tendenza e di por-

tata. Senza rinunciare allo stile si può

risparmiare un notevole gruzzoletto e

sfoggiare abiti da fare invidia. Occorre

buon gusto ed una paziente ricerca del-

l’indumento perfetto. L’italiano non ri-

nuncia di certo alle ferie. Mete da

sogno e relax a 5 stelle a prezzi shock.

Come accaparrarsi la vacanza da

sogno a pochi euro? Semplice, si può

ricorrere al “last minute”. Armati di

bagagli con lo stretto necessario si ap-

profitta dell’occasione dell’ultimo mi-

nuto. Baciati dalla fortuna, ci si

appresta alla partenza, pagando il pac-

chetto vacanza a metà prezzo. Altra so-

luzione, propone di prenotare con

netto anticipo la meta e il periodo delle

Agnese Albini

Potenza sarà la capitale della geriatria italiana. Provengono

infatti da tutto il Paese, i clinici e i geriatri che si confronte-

ranno su temi e approcci metodologici al paziente geriatrico nel

meeting nazionale “Geriatria: la faccia nascosta della luna” ,

organizzata dall’Aor san Carlo e in programma presso l’Audi-

torium dell’Ospedale San Carlo di Potenza. “Sono tanti –

spiega il dottor Biagio Ierardi, di-

rettore del Dipartimento Interni-

stico e dell’Unità complessa di

Geriatria del san Carlo - gli ambiti

operativi in cui si consuma

l’“oscurità” a cui allude il titolo del

meeting: dalle interazioni tra farmaci e alimentazione alle diffi-

coltà di un approccio medico-legale rispettoso della volontà del

paziente alla difficoltà di applicare i trials clinici ai pazienti ge-

riatrici. Ecco perché il concetto di efficacia pratica sta sosti-

tuendo il concetto di Evidence Based Medicine”. Il convegno

sarà diversamente articolato nei due giorni di lavori. Il venerdì

sono in programma quattro sessioni tematiche con le letture

magistrali del prof. Luigi Di Cioccio, presidente nazionale della

Sigos e primario di Geriatria a Cassino “Invecchiamento nel

terzo millennio. Emergenza o normalità” e del prof. Palleschi,

presidente onorario della Sigos e primario di Geriatria al San

Giovanni-Addolorata di Roma: “Geriatria: l’altra faccia della

luna”. Sabato invece, dopo la lettura magistrale del prof. Fini

(direttore sanitario dell’IRCCS San Raffaele di Roma) su “L’an-

ziano tra Ebm e linee guida”, la sessione unica sui confronti in

geriatria, moderata dal prof.

Palleschi e dal giornalista Lo

Pomo, vedrà dibattere su spe-

cifiche patologie un clinico e un

geriatria: ipertensione, bpco,

scompenso cardiaco, diabete

mellito, depressione. Tra le principali personalità scientifiche

saranno presenti anche l’Ordinario di Endocrinologia all’Uni-

versità di Chieti, Agostino Consoli, il direttore del corso supe-

riore di Geriatria all’Azienda ospedaliera universitaria integrata

di Verona, Ettore Malacco, primario emerito di internistica al-

l’Ospedale Sacco di Milano, autore delle linee guida europee

per l’ipertensione arteriosa; Gianluigi Vendemmiale, ordinario

di Geriatria all’Università di Foggia.

Per capire le malattiedella terza età

d’areamediterranea

Ci sono voluti dieci lunghi, in-

terminabili anni.... Ci sono vo-

lute migliaia di vittime da una

parte e dall’altra.... Ci sono voluti due

presidenti... Ma alla fine l’America può

dichiarare al mondo: «Osama Bin

Laden è stato ucciso. Giustizia è fatta».

L'annuncio del presidente americano

Barack Obama in diretta tv, quando in

Italia erano quasi le 5 del mattino,

scuote gli Stati Uniti e rimbalza nei

cinque continenti. Il ricercato numero

uno al mondo, il nemico giurato

dell’Occidente, il simbolo del terrore,

l'uomo che ha incarnato il Male a par-

tire dalla terribile strage del settembre

di 10 anni fa a New York, è morto.

Negli Stati Uniti, dove ovviamente

l’eco della notizia ha più effetto, le pa-

role di Obama hanno una conse-

guenza immediata: la gente si riversa

per strada nel cuore della notte: final-

mente dopo dieci anni le vittime di

ground zero sono “vendicate”. E si fe-

steggia: l'America, dopo dieci anni, ri-

trova orgoglio e vigore con una notizia

che segna una vittoria che forse nes-

suno più attendeva dopo la lunga e

fino ad oggi infruttuosa caccia al ter-

rorista-simbolo che sembrava inaffer-

rabile. Un terrorista contro il quale è

stata scatenata una guerra, contro il

quale sono stati impiegati un gran nu-

mero di uomini e mezzi, ma che sem-

brava avere sette vite come i gatti.

Sfuggito alla cattura sulle montagne di

Tora Bora, nei mesi immediatamente

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITA’: METIS SRL 0971 22715 CELL. 320 1813033 email: [email protected]

La fine di un incubo

Anno IV numero 16 - 06 MAGGIO 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino

seguenti l'11 settembre, Bin Laden aveva

continuato a guidare la rete terroristica

cambiando diversi nascondigli e facendosi

sentire periodicamente con messaggi in

video o in audio, senza che l’intelligence

Usa riuscisse a scovarlo. Ma tutto questo

ora appartiene al passato. Le manifesta-

zioni di giubilo nelle principali città ame-

ricane sono andate avanti tutta la notte:

Times Square e Ground Zero a New York

e il mall davanti alla Casa Bianca a Wa-

shington i luoghi simbolo di questa cele-

bration night che diventerà

inevitabilmente il contrappunto dei pianti

e dell'America in ginocchio dopo il crollo

delle Torri Gemelle. Il blitz che ha portato

alla uccisione del leader di Al Quaeda è

stato pianificato attentamente dall’intelli-

gence americana. L'operazione è avvenuta

a Abbottabad, una città a 75 chilometri da

Islamabad, e Bin Laden si trovava secondo

gli esperti dei servizi segreti della rete ame-

ricana, in un compound di alta sicurezza,

circondato da una recinzione e protetto da

una doppia cancellata. Il blitz sarebbe stato

preparato da cinque riunioni fra il presidente

Obama e i servizi segreti in questi ultimi

mesi, dopo che gli Usa avevano individuato

il nuovo nascondiglio segreto di Bin Laden.

Con lui sono state uccise altre quattro per-

sone. Fonti del Pentagono riferiscono che le

forze speciali che hanno effettuato l'opera-

zione avevano provato più volte il piano di

attacco per evitare vittime tra civili inno-

centi.

Il governo americano ha subito messo in

stato di allerta tutte le sue ambasciate e rap-

presentanze diplomatiche nel mondo per ti-

more di rappresaglie. In un comu-

nicato del Dipartimento di Stato si

esortano inoltre i cittadini ameri-

cani, soprattutto in quelle zone del

mondo dove vi sono maggiori ten-

sioni, ad evitare i luoghi in cui vi

sono affollamenti di gente e mani-

festazioni per «l'imprevedibilità ed

insicurezza dell'attuale situazione».

Timori anche nei paesi alleati degli

Usa che hanno sostenuto la guerra

e le operazioni militari. Certo la

morte di Bin Laden rappresenta un

successo per l’Occidente e soprat-

tutto per gli Usa che più di tutti

hanno investito nella guerra al ter-

rorismo... ma c’è da chiedersi se

davvero la morte del capo di Al

Quaeda segnerà la fine della strate-

gia del terrore da lui inaugurata con

l’attacco alle torri gemelle ed al

Pentagono. La speranza è che final-

mente si possa mettere la parola

fine a questa guerra – non guerra,

condotta dai terroristi con tattiche

di guerriglia che hanno seminato il

panico tra i comandi militari occi-

dentali. Resta da vedere come si

evolverà la situazione e quali sa-

ranno i possibili scenari internazio-

nali. Intanto lasciamo che

l’America ed il mondo festeggino

questo successo!

Loredana Romanelli

http://www.worlditaliantalents.com