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d’areamediterranea
CONCESSIONARIA DI PUBBLICITA’: METIS SRL 0971 22715 CELL. 320 1813033 email: [email protected]
LA FURIA DELL’ACQUAAnno IV numero 8 - 04 Marzo 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino
Il cedimento del pilone
Una commissione di indagine conoscitiva, “da affi-
dare ad esperti, sulle cause delle alluvioni e del dis-
sesto del suolo che hanno colpito principalmente il
Metapontino”: l’ha proposta il consigliere regionale
della Basilicata, Franco Mattia (Pdl). “Dopo che la
magistratura materana ha avviato un’indagine sul
cedimento di un pilone del viadotto Calciano 2 sulla
ss 407 Basentana che ha 'spezzato' in due la nostra
regione e bloccato i collegamenti tra Potenza e Ma-
tera, l’istituzione regionale - ha spiegato Mattia –
non può sottrarsi alle proprie competenze e respon-
sabilità per accertare quello che è accaduto con le
calamità naturali del primo marzo scorso”.
Mattia ha evidenziato che “la commissione a cui
penso deve essere composta da personalità del
mondo dell’università e della scienza, in collega-
mento con il Gruppo Grandi Rischi del Cnr e il Cen-
tro Geodesia Spaziale Asi di Matera che dispone
della documentazione satellitare sui fenomeni di ca-
lamità naturali”. “Penso dunque – ha concluso il
consigliere regionale – ad una commissione che
avrebbe anche un ruolo di supporto per la Giunta, i
Dipartimenti Infrastrutture, Agricoltura, Ambiente e
Attività Produttive, nella quantificazione dei danni
ingenti provocati dagli eventi alluvionali e in generale
a sostegno della fase di interlocuzione con il Go-
verno nazionale decisa nella riunione di ieri con i
parlamentari lucani”.
04 MARZO 20112
Il futuro è tracciato, ma la strada non è né breve né scontata.In questo percorso che porterà un mondo mosso dalle energie rin-novabili si inserisce il tema dello sfruttamento ancora indispen-sabile delle energie da fonte fossile, con tutti i problemi e leopportunità che questo può portare alla Basilicata. Una realtàcon cui fare i conti ancora per lungo tempo, ma non necessaria-mente una realtà negativa. Perché se è vero che il petroliosarà ancora “duro a morire” è pur vero che per la Basilicata ilmix di risorse e know how che il greggio comporta, insieme a unasempre più sviluppata sensibilità ambientale, ci può essere spazioper costruire un futuro di sviluppo che vada oltre l’orizzonte delpetrolio.
Copam
«Il nostro amico Silvio Berlusconi s
i in-
teressa non solo alle
ragazze ma si oc-
cupa anche di cose co
ncrete»: lo ha detto
il primo ministro russ
o Vladimir Putin a
Briansk durante una r
iunione regionale
del suo partito, Russia Unita, pres
en-
tando l'Italia come u
n Paese all'avan-
guardia in Europa nell'attenzione ai
problemi ecologici.
LE CENTRALI COOPERATIVE Agci, Confcoopera-
tive e Legacoop Basilicata esprimono – in un comunicato
- “seria preoccupazione per quanto si sta verificand
o in
seguito alle avverse condizioni meteorologiche di qu
esti
giorni. Le copiose precipitazioni hanno messo a nudo
non
solo la fragilità idrogeologica del territorio, ma an
che
le carenze della rete infrastrutturale della region
e, in
particolare quella agricola, creando enormi disagi p
er i
cittadini e gravi problemi alle imprese del metapont
ino e
del materano.Ad una veloce e dettagliata
stima dei danni occorre ab-
binare un celere ripristino dei collegamenti viari, t
ra-
mite interventi strutturali e definitivi che garantis
cano
sicurezza e che scongiurino in futuro il ripetersi di
si-
tuazioni analoghe.
Le centrali cooperative Agci, Confcooperative e Lega-
coop Basilicata invitano pertanto il Governo regionale e
gli enti locali ai vari livelli ad affrontare con tem
pesti-
vità una situazione che non può più essere rinviata,
pro-
grammando in maniera rapida tutte le azioni necessa
rie
ad una riqualificazione dell'intero sistema infrastrut
tu-
rale a partire dal riassetto del territorio che è ri
ma-
sto intatto da oltre mezzo secolo”.
Doveva andare in onda sulle reti Rai da domenica
6 marzo. Ma per ora i telespettatori non ve-
dranno lo spot di Silvio Forever, il film di
Ro-
berto Faenza e Filippo Macelloni dedicato a Silvio
Berlusconi il cui soggetto è stato sc
ritto dagli
autori de La Casta (e giornalisti del Corriere
della Sera) Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella.
La Rai ha sospeso la messa in onda, si le
gge sul
sito ufficiale del film, motivando la
decisione «con
non meglio specificati approfondimen
ti in corso da
parte dell'ufficio legale di viale M
azzini». E la
decisione dell'emittente pubblica ha
naturalmente
scatenato la polemica politica, con e
sponenti delle
opposizioni che parlano senza mezzi t
ermini di «cen-
sura ridicola».
Putin
Il libro
su Berl
usconi
Antonio Savino
Appuntamenti personali
Ore 23.00 Belen Rodriguez
Essere o non essere, questo e’ il
problema : “ Se dovesse emergere
con certezza, che mio cognato e’ il
propretario della casa di Montecarlo,
non esiterei a lasciare la Presidenza
della Camera”.
Essere o non essere, questo e’ il
problema : “ Se F.L.I fallisce, lascio
la politica”.
Essere o non essere, questo e’ il
problema : il partito si scioglie come
neve al sole!.
Essere o non essere, questo e’ il problema : “ Mi dimetto
solo se lo’ fa’ anche Berlusconi!”.
Essere o non essere, questo e’ il problema : “ Ci sono, o
ci faccio?”.
P.S C’E’ DEL MARCIO A MONTECITORIO�.
FILE TOP SECRET(Gli appunti del direttore)
Più pensionati, meno pensioni
Tra gli argomenti al
centro dell’attenzione
dell’ultima sessione
plenaria del Parlamento di
Strasburgo, il delicato ed at-
tuale tema delle pensioni.
La questione è di rilevanza
primaria, se si tiene conto del
fatto che la longevità media
di uomini e donne va aumen-
tando e che sono sempre più
numerose le persone con
un’età superiore ai 65 anni,
che hanno smesso, cioè, di
svolgere la propria attività
lavorativa.
Dal Libro verde della Com-
missione europea risulta che
attualmente per ogni indivi-
duo in pensione ce ne sono 4
in età lavorativa, tra 50 anni
il rapporto sarà di uno a due.
Durante la sessione plenaria,
che si è tenuta tra il 14 e il 17
febbraio scorsi, il Parlamento
ha adottato una risoluzione in
materia, con 535 voti favore-
voli, 85 voti contrari e 57
astensioni.
La risoluzione si pone come
risposta ai dati forniti dalla
Commissione, nel tentativo
di trovare proposte e solu-
zioni comuni che siano effi-
caci e comunemente
accettate.
Il Parlamento ha evidenziato
innanzitutto che, benché sia
fondamentale l’interessa-
mento e la collaborazione di
ogni singolo Paese membro,
è altrettanto rilevante coordi-
nare la materia a livello euro-
peo, anche attraverso
l’attività dell’autorità di vigi-
lanza. Quest’ultima, in parti-
colare, ha il compito
importantissimo di monito-
rare e valutare l’efficienza
dei sistemi pensionistici dei
diversi Stati, per assicurare
che ognuno di essi rispetti gli
obiettivi prefissati dal-
l’Unione.
E’ evidente e preoccupante il
fatto che non tutti gli Stati
Giusi Santopietro
3
Direttore Responsabile
A�TO�IO SAVI�O
Direttore Politico
SARO ZAPPACOSTA
Redattori
Agnese AlbiniLuca Arlotto
Danilo ChiaradiaLaura CutullèSerena Danese
Michela Di PalmaSimona MarganellaLoredana Romanelli
Giusi Santopietro
Impaginazione &Grafica
Francesco Pietro Falotico
Stampa
Martano Editrice Modugno (BA)
Reg. Trib. Potenza �°375del 24 04 2008
Direttore Editoriale
Emilio D’AndreaSVI.MED.
associazione onlus per lo sviluppo
sostenibile del mediterraneo
Concessionaria Pubblicitaria
METIS srl
Contatti
[email protected]. 0971 22715
d’areamediterranea
04 MARZO 2011
sionabile, rendendo i posti di lavoro
più vivibili per i lavoratori più an-
ziani e rafforzando le protezioni con-
tro i licenziamenti. Per la
Oomen-Ruijten è fondamentale, in
ogni caso, il dialogo con le parti so-
ciali su tali argomenti.
Dall’altra parte ci sono gli Stati che,
come la Francia, si oppongono in
maniera decisa a tale proposta, che
considerano contraria al modello so-
ciale europeo.
Per l’europarlamentare francese
Françoise Castex, per esempio, vi-
vere più a lungo non vuol dire dover
lavorare più a lungo, perché ciò por-
terebbe uno squilibrio ulteriore nel
sistema pensionistico. Ci sono, in-
fatti, classi sociali più disagiate che
non possono accedere alle cure me-
diche e per le quali la speranza di
vita, a differenza della tendenza ge-
nerale, si abbassa. A suo avviso,
quindi, bisogna partire dalle persone
per giungere alla soluzione del pro-
blema e non adeguare le regole alle
esigenze del sistema economico-fi-
scale. La soluzione proposta in alter-
nativa è dunque quella di tutelare i
cittadini e di rendere sufficienti i
fondi destinati a garantire le pen-
sioni.
Attendiamo che si giunga ad un mag-
giore accordo tra i Paesi membri e
che si arrivi finalmente a soluzioni
che consentano di risolvere, o quan-
tomeno di alleggerire, il delicato
problema, che preoccupa non poco
chi è prossimo alla pensione, ma
ancor più chi inizia oggi ad entrare
nel mondo del lavoro.
Qualche dato…
membri abbiano messo da parte
risorse sufficienti a pagare le pen-
sioni per i prossimi anni, e ciò
graverà in maniera pesantissima
sulle giovani generazioni.
Atro dato allarmante è la palese
disuguaglianza tra uomini e donne
in relazione al trattamento pensio-
nistico. La popolazione di sesso
femminile, infatti, a parità di
mansione, percepisce una retribu-
zione - quindi anche una pensione
- più ridotta rispetto a quella di
sesso maschile.
Ciò che si chiede ai singoli Stati
membri è in primo luogo la neces-
sità di rivedere la normativa in-
terna, alla luce dei dati concreti
che li riguardano, così da co-
struire un sistema “stabile, affida-
bile e sostenibile”, e contrastare il
crescente problema della povertà
in età avanzata.
Si invitano inoltre gli Stati ad age-
volare i sistemi pensionistici di
coloro che – sempre più nume-
rosi- lavorano per alcuni periodi
in Paesi dell’Unione diversi dal
proprio.
Tra le proposte per risistemare la
questione delle pensioni, non c’è,
tuttavia, accordo tra tutti i Paesi
dell’Unione.
Alcuni Stati, come l’Olanda, pro-
pongono di innalzare l’età pensio-
nabile, così da prolungare la
produttività dei cittadini.
L’europarlamentare olandese Ria
Oomen-Ruijten, che ha redatto la
risoluzione, sostiene la necessità
di ampliare l’accesso al mondo
del lavoro e di innalzare l’età pen-
Nel 2008, per ogni persona in
età pensionabile, 4 persone
sono state assunte; si prevede
che per ogni pensionato sa-
ranno 5 le persone a trovare
un’occupazione nel 2020, e
soltanto 2 nel 2060.
La media effettiva dell’età di
cessazione del rapporto di la-
voro nel 2010 in Italia è stata
di 61,4 anni.
L’aspettativa di vita dal 2008
al 2060 si alzerà da 76 a 84
anni per gli uomini e da 82 a
89 anni per le donne.
Si prevede che entro il 2060
il 4,75% del PNL sarà desti-
nato alla cura degli anziani,
mentre il 2,4% servirà a pa-
gare le pensioni.
Il metapontinosommerso
Flagellate da pioggia in-
cessante e violenta, le
province lucane messe
in ginocchio dalla potenza in-
controllabile della natura. Il
Metapontino, l’area maggior-
mente colpita. Le esondazioni
dei fiumi hanno invaso le aree
abitate e le campagne portando
morte e distruzione. Decine e
decine di animali rimasti in-
trappolati nelle stalle non
hanno potuto sfuggire alla
furia dell’acqua. E’ dispera-
zione per i tanti sfollati, privati
di ogni bene dall’alluvione. I
danni calcolati ammontano a
16 milioni di euro circa e si
parla di “stato di calamità”. Su
richiesta dei rappresentati della
cittadina materana, sono stati
inviati dei contingenti in aiuto
ai senza tetto lucani. Militari
del 7° Reggimento Bersaglieri
di Bari e ad altri soldati dell’
11° Genio di Foggia sono
giunti in soccorso, attivandosi
tempestivamente per ripristi-
nare la situazione, estrema-
mente drammatica. Sono stati
allestiti campi di accoglienza
per ospitare i tanti sfortunati
che non hanno un letto dove ri-
posare ed un piatto caldo da
gustare. Il sindaco di Matera,
Salvatore Adduce, ha stilato
una relazione dettagliata su
quanto accaduto e ha reso note
le esigenze delle provincie col-
pite a tutti gli alti organi com-
petenti, speranzoso che la
richiesta di aiuto venga accolta
e presa a cuore dalle dirigenze.
Immediato l’interessamento
del presidente della Regione,
De Filippo, il quale con i suoi
collaboratori sta cercando di
fare un punto sulla situazione e
trovare una via di fuga risolu-
tiva. Si spera che il Governo
possa offrire tutto il sostegno
economico e morale, fonda-
mentale e necessario per risol-
levare le sorti di un popolo,
Agnese Albini
La pioggia ha distrutto tutto!
Disperato il coro d’aiuto degli sfollati lucani
404 MARZO 2011
aggrappato ad un debole filo di spe-
ranza. La stessa cura ed immediata
accoglienza che hanno ricevuto i ter-
remotati dell’Abruzzo, è ciò che serve
per ricominciare. Il dramma che
stanno vivendo le nostre genti è in
fondo lo stesso. Anche in questo caso
la forza della natura è prevalsa sul-
l’uomo, vittima incapace di imporre
la propria forza. Certi che, agli occhi
dei governatori non esistano figli e fi-
gliastri, non resta che attendere tutto
quanto i nostri rappresentati decide-
ranno di offrire in supporto alle vit-
time di questa disgrazia. Nel frat-
tempo, i malcapitati vivono
nell’angoscia e nella paura di rima-
nere soli, impotenti e rassegnati a su-
bire le sorti di una calamità inattesa.
Si pensa già a quanto duro lavoro sarà
necessario per ritornare alla norma-
lità. Quella “normalità” fatta di cose
semplice e di vita quotidiana, che ora
è stata bruscamente interrotta. Si
dovrà cominciare da zero! Strutture
turistiche, strade distrutte e soprat-
tutto l’agricoltura hanno su-
bito una terribile battuta d’ar-
resto. In una terra come la
“nostra”, già vittima della po-
vertà e della crisi, una “ca-
duta” come questa infliggerà
un’ ulteriore bastonata alle ri-
sorse locali, sempre più scarse
ed inconsistenti!
Cemento: della natura il tormento
Ogni anno coperti 500chilometri quadrati. Ilrapporto annuale di
Legambiente, redatto dall’isti-tuto di ricerche Ambiente Ita-lia, quest’anno è tutto dedicatoal fervore e al monopolio delcemento che brutalizza il suolodel nostro paese. Quei chilo-metri di paura lasciano senzafiato. Si legge: “È come seogni quattro mesi spuntasseuna città uguale all’area urba-nizzata del comune di Mi-lano”. Si cementificavisceralmente, si costruiscecome se i piani regolatori, chedovrebbero disciplinare ordi-natamente il fenomeno del-l’edificazione, non esistessero.Le città si ampliano a macchiad’olio, le periferie implodonorepentinamente, costruzionidove una volta esistevano pic-coli “grappoli” di abitazionioggi si notano palazzetti e nu-clei abitativi ampi e disomoge-nei. L’abusivismo èatteggiamento tipicamente ita-liano e la carenza di pianifica-zione una macchia durevole.Appare difficile quantificarenon solo i danni ma l’intero fe-nomeno. Le banche dati sultema sono antidiluviane e pocoattendibili: un serio controllosulla questione dell’edifica-zione in Italia non è mai statanon solo applicata ma neancheconcepita. Ad aiutare chi do-vrebbe controllare il fenomeno- perché pagato per farlo - ciprova Legambiente. In con-certo con l’Istituto nazionale diurbanistica ha fondato il Cen-tro di ricerca sui consumi disuolo, con il supporto del Di-partimento di Architettura ePianificazione del Politecnicodi Milano. La fotografia delconsumo del suolo, datata2010, mostra la Lombardia ca-pofila dell’edificazione “inso-stenibile” con il 14% di
Michela Di Palma
Il patrimonio territoriale italiano vittima
predestinata tra scempi e abusivismo
504 MARZO 2011
superfici artificiali sul totale della suaestensione; il Veneto con l’11%; laCampania con il 10,7%; il Lazio el’Emilia Romagna con il 9%. Ve-niamo a noi. Basilicata, Molise e Pu-glia, malgrado serbino una naturafortemente rurale, appaiono celer-mente in crescita: un aumento della“colonizzazione” del suolo che ap-
pare, secondo i dati pubblicati nellostudio, altamente ambiguo e spropo-sitato. Le nostre periferie sono quelledove vige uno stato di plenaria anar-chia, essendo sprovvisti di progettimetropolitani ed ambientali, di tra-sporto pubblico e servizi basilari. Lecoste non godono di alcuna tutela, lestesse che costituiscono un patrimo-
nio di pregevole natura. Nonin Italia. È qui che non sispiega il fenomeno dell’abusi-vismo che dà il meglio di sécontro ogni logica. Zone a ri-schio idrogeologico violentatecon l’incuria tipicamente no-strana. I piani regolatori, ovepresenti, tacciono. "Il con-sumo di suolo - ha dichiaratoil presidente di LegambienteVittorio Cogliati Dezza - èoggi un indicatore dei pro-blemi del Paese. La crescita diquesti anni, senza criteri o re-gole, è tra le ragioni dei perio-dici problemi di dissestoidrogeologico e tra le cause dicongestione e inquinamentodelle città, dell’eccessivaemissione di CO2 e della per-dita di valore di tanti paesaggiitaliani e ha inciso sulla qualitàdei territori producendo di-spersione e disgregazione so-ciale. Occorre fare come neglialtri paesi europei dove lo sicontrasta attraverso precisenormative di tutela e con limitialla crescita urbana, ma anchecon la realizzazione di ediliziapubblica per chi ne ha vera-mente bisogno e interventi diriqualificazione e densifica-zione urbana, fermando così laspeculazione edilizia”. Ap-punto. Mentre nella ComunitàEuropea non solo si discutema si corre ai ripari, si fa pre-venzione, si studiano poi simettono in campo soluzioniconcrete, qui ci si domanda inche modo contrastare l’abusi-vismo, prima ancora di pen-sare che la materia è benregolamentata e che, quindi, lasoluzione potrebbe nascere dalcontrollo del territorio e del-l’applicazione delle leggi. Ilpressapochismo nostrano con-tinua a mietere vittime.
Appello ai giornalisti lucani
In difesa del territorio lucano perché il suo petrolio e la sua acqua, da fonte di ricchezza sono diventati fonte di corruzione
Egregio Direttore,con gliamici carissimi colle-ghi.
Il 30 Maggio del 1966, ToninoDapoto, Vittorio Sabia, LinoViggiani, Raffaele Garra-mone, Franco Corrado, Lu-ciano Carpelli, FerdinandoMoliterni, Pasquale Daraio,�icola Perri e Biagio Lacen-tra creammo i presupposti perla nascita dell’Associazioneprovinciale della Stampa lu-cana entrando a far parte delprimo consiglio direttivo.Sono trascorsi 45 anni fa.Oggi,come allora, credo che igiornalisti rappresentano unacorporazione, il cui principaleobiettivo debba essere il do-vere di difendere la società daisoprusi e dalle ingiustizie. Eche tale dovere potrà esserecompiutamente esercitato so-prattutto quando si è uniti, le-gati da spirito concorde ecomune visione. E’ vero: nonsempre lo siamo stati. Oggiperò, come uno dei decani delgiornalismo lucano, vi invitoper la prima volta nella nostrastoria a superare i naturalimomenti di divisione ideolo-gica e culturale, per diventareun corpo unito e compatto indifesa dei lucani, delle loro fa-miglie, del futuro dei nostrigiovani. In difesa del territo-rio lucano, perché il suo pe-trolio e la sua acqua, da fontedi ricchezza sono diventatifonte di corruzione. E’ in attoun feroce tradimento ai dannidel popolo lucano, che solo igiornalisti, per la prima voltauniti, potranno respingere sal-vando così le attese di quanti–e sono tutti- avvertono chesul petrolio e l’ acqua lucanasi sta assistendo ad un vero eproprio assalto alla dirigenza.Affermo ciò, e ne sono con-vinto, perché è pervenutanella redazione del settima-nale del quale sono editoriali-sta, una lettera firmata da untecnico della materia inesame, che non ritengo oppor-
tuno pubblicare in esclusiva, poichéin essa è contenuto un appello a tuttala stampa, e che pertanto sottopongoall’attenzione dei direttori e dei col-leghi giornalisti, nella certezza checoglieranno la drammaticità del con-tenuto. Con il titolo “Cui Prodest“questa la lettera che trascrivo inte-gralmente, invitandovi a pubblicarlaunitamente alla mia lettera.�el corso della settimana si terrannouna serie di incontri su una delletante risorse lucane: il petrolio, perdefinire le nuove intese tese a river-berare sulle comunità indigene i ri-flessi positivi dell’oro nero che,attualmente, contribuisce in misuradel 15% alla bolletta energetica na-zionale ed il cui peso nei prossimianni crescerà fino a circa il 25-30%.Se solo si considerasse che la Libiacontribuisce per circa i 20% alle im-portazioni petrolifere nazionali, cisarebbe da pensare che il governa-tore lucano debba essere ricevutocon onori maggiori dell’ormai exdittatore libico.Certo, ed è amaro constatarlo, unasorta di similitudine, prima dei tri-stissimi fatti di sangue di Tripoli, trail popolo libico e quello lucano sem-bra esistere; la gestione della cosapubblica in mano allo stesso partitoda oltre 65 anni, il reddito pro capitetra i più bassi della nazione, il tassodi disoccupazione tra i più alti dellanazione come pure l’emigrazione, ladisoccupazione giovanile, femminile,ecc.E … allora : cui prodest ?, ossia achi giova o a chi ha giovato la pre-senza del petrolio in Basilicata? �oncerto alla comunità lucana a quantopare; certamente alla compagnie pe-trolifere, certamente ai politici chechiudono un occhio sulla quantità dibarili estratti dalle stesse compa-gnie, certamente, ancora a quei lo-schi figuri che hanno conclusoaccordi locali e nazionali sul prezzoda riconoscere alle comunità lucaneper la coltivazione di idrocarburi icui effetti si possono vedere sullepiantagioni della ex verde val d’Agrila cui economia in termini agricoli èin via di distruzione.E allora gli incontri prossimi a te-nersi cosa tratteranno ancora?!
Come occupare economicamentealtri ambiti territoriali della nostraregione? È noto infatti le richieste didati avanzate da società americane(almeno nei nomi, un po’ meno negliinteressati palesi od occulti), per ilterritorio dell’alto Bradano a cui se-guirà certamente anche parte delMetapontino e poi sarà la volta dialtri ambiti territoriali, perché diuna cosa si può essere sicuri, che laBasilicata è su un mare di Petrolioquasi fosse l’Arabia Saudita solo chementre gli arabi pretendono petro-dollari per le loro estrazioni i lucanisi accontentano, grazie ai loro go-vernanti locali e nazionali, di pochicentesimi di euro (meno di quantoviene corrisposto a paesi del terzomondo) e sono anche disposti a sor-birsi i rifiuti delle trivellazioni per-ché è evidente che per emungerepetrolio bisogna scavare da 5 a 7mila metri nelle viscere della terra erimuovere il materiale ivi presente ilquale contiene metalli pesanti, e pe-ricolosamente inquinanti se non tos-sici e quindi pericolosi per la salutedelle comunità. Infatti, in analogia con l’ignoranzasul numero dei barili estratti anche ifanghi rinvenienti da estrazioni nonè noto che fine abbiano fatto, dovesiano stati smaltiti, con quali proce-dure e quale certificazione sulla nonpericolosità rispetto all’ambiente edalle falde acquifere.E con l’acqua si apre un altro tristescenario che si sta trascinando dadecenni:con l’acqua lucana si irri-gano i territori pugliesi e si disse-tano quelle comunità fornendo adacquedotto Pugliese la risorsa idricaaccumulata nelle nostre dighe, e, iro-nia della sorte i cugini pugliesi, nonsolo fondano buona parte del lororeddito sull’acqua lucana ma paganoanche meno l’acqua potabile rispettoa quanto la pagano i lucani.Ritornando poi indietro con la me-moria ci si ricorderà di come anchel’acqua lucana era gestita dai pu-gliesi fino ad un decennio fa grazieall’Acquedotto Pugliese con sede inBari. Ai lucani toccavano le briciolee qualche acquedotto colabrodo incambio di tanto oro blu.Sempre da circa un decennio, si è de-
finito che la Puglia ristori ilucani dei costi ambientali so-stenuti per accumulare l’ac-qua nelle dighe ma, detto chenon è noto se siano mai statipagati e quanto sia stato cor-risposto dai Pugliesi, non èda escludere che questi ultimipossano pensare di ripeterequanto già fatto in passatocon Acquedotto Puglieseossia gestire le leve delle ri-sorse lucane facendo gravareagli stessi lucani gran partedei loro costi senza corri-spondere un bel niente.Certo perché ciò avvenga ènecessario, come per il petro-lio e i rifiuti delle trivella-zioni, che vi sia la complicitào l’ignavia della classe poli-tica e della classe dirigentelucana che pur di contrarrequalche utilità personale sidisinteressi del futuro dellegenerazioni a venire e alloraè necessario che la società ci-vile, la gente libera da condi-zionamenti e la stampa inparticolare, faccia sentire lasua voce, eserciti la vigilanza,senza mollare mai la presasostituendosi a quella classepolitica di ogni colore, sem-pre più attenta ai propri contiin banca che alle nostre co-munità in attesa, appena pos-sibile, che il giudizio deglielettori lucani li trascini viacome il turbinio dell’acquanegli scarichi sanitari.Lettera firmataSul contenuto della lettera deltecnico, cari colleghi, lascioa voi le dovute conclusioni.Da parte mia l’invito a tutti dicogliere l’appello finale inessa contenuta, affinché igiornalisti lucani, per laprima volta nella loro storia,promuovano un’azione co-mune da concordare affinchési eserciti la vigilanza senzamollare mai la presa. Cordialmente Saro Zappacosta
604 MARZO 2011
I click di Phillipssulla storia
Antonia Genovesi
Una mostra a Verona ed un libro
di Silvana Editoriale sul celebre fotografo
Come scrive Walter Gua-
dagnini nell’introdu-
zione del catalogo “La
figura e l'opera di John Phillips
racchiudono l'essenza della
grande stagione del reportage
fotografico, iniziata negli anni
Venti e protrattasi fino agli anni
Sessanta”. Guardare le foto di
John Phillips è come sfogliare
un libro di storia, perché alcune
immagini di questo grande foto-
reporter giramondo (nato a Bo-
uira, Algeria, il 1914 da madre
americana e padre inglese e
morto a New York nel 1996)
sono entrate nella memoria col-
lettiva più che di tanti studi sto-
rici o resoconti giornalistici. Tra
i tanti suoi scatti, appunto “sto-
rici”, ricordiamo quello che im-
mortala a Teheran, nel 1943,
Churchill, Roosevelt e Stalin,
una foto "rubata" che realizzò,
alla maniera di Erich Salomon,
spacciandosi per funzionario in-
glese, la foto dei due mutilati
della Prima Guerra Mondiale
che vendono fiammiferi a Pic-
cadilly Circus, del maresciallo
Tito al telefono nella caverna
che gli faceva da quartier gene-
rale con l’inseparabile cane
Tigar che dorme ai suoi piedi,
del ghetto di Varsavia ridotto in
macerie nel 1945… Ma Phillips
fotografò anche Re Farouk, De
Gasperi, Togliatti. Documentò i
conflitti e i gli incontri diplo-
matici, i disastri della guerra, i
sopravvissuti delle deporta-
zioni, esecuzioni e migrazioni,
manifestazioni e riti collettivi,
il mondo dello spettacolo e
quello della strada; in Italia im-
mortalò i volti di Fellini, Vi-
sconti, De Sica, Antonioni,
Sophia Loren (belle le sequenze
sul set del film “La riffa” a
Lugo di Ravenna), De Filippo,
e tanti altri; nella sua galleria di
ritratti in bianco e nero ci sono
poi le persone comuni, i bam-
bini italiani, i partigiani, i mina-
tori gallesi, i contadini
iugoslavi. Un obiettivo sulla
storia, così potrebbe definirsi il
lavoro di Phillips, quando però
la storia non è vista soltanto at-
traverso i grandi eventi e i cele-
bri personaggi; è lo svolgersi
anche, nei decenni da lui scrutati con
curiosità ed impegno civile, della vita
nella sua globalità, della gente comune
ed ignota, che nei suoi fotogrammi as-
surge a “protagonista”, come rivela-
trice della vera incidenza, spesso
dolorosa ed inumana, dei processi sto-
rici. Una bella mostra agli Scavi Sca-
ligeri di Verona, introdotta da Walter
Guadagnini nel catalogo edito da Sil-
vana Editoriale, ha riproposto all’at-
tenzione del grande pubblico la figura
e l’opera di quello che è stato uno dei
più grandi fotografi del Novecento;
nella città scaligera il fotografo rea-
lizzò nel 1959 un reportage di oltre ot-
tanta scatti, rimasto inedito fino ad ora,
nell’ospedale psichiatrico San Gia-
como della Tomba. La mostra ne ripro-
pone oltre cinquanta che, nel loro
rigore formale e nel forte impatto emo-
tivo, non indulgono a nessuna cru-
dezza ma esprimono un forte
sentimento di solidarietà umana, e,
come ha detto lo stesso Phillips, evo-
cano “una spaventosa sensazione di
solitudine e un profondo senso di de-
solazione”. Come dice ancora Phillips,
viene ritratta la vita quotidiana di un
ospedale psichiatrico, connotata da un
senso profondo di rispetto, di genti-
lezza e di moderazione che contraddi-
stingue il rapporto tra medici, ,
infermieri e degenti. Da un reportage
di questo tipo ci si può aspettare tut-
t’altro, che ha più a che fare con quella
che oggi chiamiamo spettacolarizza-
zione del dolore. Emerge invece –
come ci fa notare Erminia Perbellini,
Assessore alla Cultura del Comune di
Verona, il profondo senso di solitu-
dine, e a volte di desolazione, ma –
dice il fotografo – “attento a risve-
gliate un sentimento di compassione, e
non certo a stuzzicare menti contorte”.
La mostra inizia con una breve retro-
spettiva del lavoro di fotogiornalista;
trentuno scatti, dal 1937 al 1962: dalle
feste dell’alta società inglese alla pas-
seggiata di Sophia Loren sul set di un
suo film, dalle origini del nazismo fino
al ghetto di Varsavia in macerie. Dal
ritratto di Saint Exupery, l’autore del
Piccolo Principe, poco prima della par-
tenza per il suo ultimo volo, a quello
del grande regista Erich Von Stroheim
seduto sulla sella trasformata in sga-
bello. Scrive ancora Guadagnini nella
prefazione: “Si tratta davvero di una
fotografia “umanista”; Phillips è sem-
pre rispettoso dei suoi soggetti. Non
giudica nella convinzione che i fatti -
e le immagini - portino con sé il loro
giudizio, e forse anche che gli eventi
della storia superino le volontà dei sin-
goli protagonisti, soprattutto quando si
tratta delle comparse”. Quello
di Phillips, dunque, è uno
sguardo attento sulla storia
(con la “esse” sia maiuscola
che minuscola), che è nello
stesso tempo “freddo” come si
addice ad un reporter di razza,
ma nello stesso tempo parte-
cipe, appassionato, ricco di in-
tensa umanità. Resteranno
nella memoria collettiva i suoi
scatti più famosi, anche perché
spesso dedicati a eventi o per-
sonaggi “famosi”; ma non di
meno, una volta osservate con
attenzione, incideranno nel-
l’osservatore le immagini che
raccontano quell’ ordinary peo-
ple, spesso emarginato e do-
lente, come quelle degli
sconosciuti ed anonimi ospiti
del San Giacomo della Tomba,
destinati a non lasciare alcun
segno del loro “passaggio”, se
non ci fosse stato un obiettivo
come quello di Phillips a dare
loro questa pur dolente e scon-
solata forza di testimonianza.
704 MARZO 2011
d’areamediterranea
Èrecord per l'inflazione a feb-braio: secondo i calcoli prov-visori dell'Istat si è attestata
al 2,4%, con una crescita dello 0,3%rispetto a gennaio. Si tratta di unnuovo record dal novembre 2008.Sul dato hanno pesato gli aumentidei beni alimentari e dei carburanti.In particolare, spiega l'Istat, il prezzodella benzina è aumentato a febbraiodello 0,8% su base mensile, con unacrescita annua dell'11,8%. Saleanche il gasolio per riscaldamento(+1,8% su mese e +17,2% sul-l'anno). Se si pensa alle turbolenzeche hanno colpito i paesi del NordAfrica, non si può non essere pessi-misti circa un probabile ulteriore au-mento del prezzo del petrolio....In forte crescita anche i prezzi dei
beni alimentari: in particolare il paneaumenta dello 0,3% su base mensile,dell'1,2% sull'anno. Vola anche lafrutta fresca, che in un mese è salitadell'1,8% e del 2,4% rispetto al feb-braio 2010, colpa del freddo pun-gente e del maltempo chenell’ultimo mese ha arrecato gravidanni all’agricoltura.Sul fronte dei conti pubblici nel2010 la crescita del Pil è statadell'1,3%. Il dato è migliore diquanto previsto dal governo chenella decisione di finanza pubblicaaveva indicato un +1,2%. Alla cre-scita hanno contribuito per 0,6 puntipercentuali i consumi delle famiglieresidenti, mentre la spesa della pub-
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Un Paese sempre più in crisi
Anno IV numero 8 - 04 MARZO 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino
blica amministrazione ha segnato un -0,1 punti percentuali. In calo anche (0,4punti) la domanda estera. Il deficit inrapporto al Pil è stato pari al 4,6%. Ildebito pubblico è stato pari al 119% delPil. Lo rileva sempre l'Istat ricordandoche l'indebitamento lo scorso anno èstato pari al 5,4% (rivisto rispetto al5,3%). Cala invece la pressione delfisco. Nel 2010, secondo l'Istat, si è at-testata al 42,6%, ovvero cinque decimidi punto in meno rispetto al 43,1% del2009. Il saldo primario è stato invecenegativo e pari allo 0,1%.Ma non è solo la crescita dell'inflazionel'unico dato negativo per il nostropaese. A gennaio infatti come sottolineasempre l'Istat, prosegue la crescita del
tasso di disoccupazione giovanile, cheraggiunge il 29,4% su base mensile. Se-condo l'istituto di statistica, si tratta delrecord da gennaio del 2004, quando sonoiniziate le serie storiche mensili. A di-cembre 2010 il tasso di disoccupazionegiovanile si era attestato al 28,9%. La di-soccupazione a gennaio è pari all'8,6%,per il terzo mese consecutivo. Rispettoallo stesso mese dello scorso anno si re-gistra una crescita di 0,2 punti percen-tuali. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni,rileva l'Istat, aumentano dello 0,5% (80mila unità) rispetto al mese precedente.Il tasso di inattività è pari al 37,8%, dopotre mesi in cui risultava stabile al 37,6%.La disoccupazione maschile è in diminu-zione dello 0,9% (-11 mila unità) rispetto
al mese precedente, ma in au-mento del 5,2% nei dodici mesi.Il numero di donne disoccupatecresce dell'1,3% rispetto a di-cembre (+13 mila unità) e dello0,1% su base annua. Il tasso didisoccupazione maschile risultainvariato rispetto a dicembre e inaumento su base annua (+0,4punti percentuali). Il tasso di di-soccupazione femminile au-menta rispetto allo scorso mese(+0,2 punti percentuali), ma ri-mane stabile in termini tenden-ziali. Gli uomini inattiviaumentano dell'1,0% in con-fronto al mese precedente (+52mila unità) e del 2,4% su baseannua. Le donne inattive regi-strano una variazione positiva sianel confronto congiunturale(+0,3% pari a +28 mila unitá), sianei dodici mesi (+0,1%). «Con la bussola giusta, con ipiedi per terra un passo dopo l'al-tro, gli italiani e l'Italia stanno an-dando nella giusta direzione» haaffermato il ministro dell'Econo-mia, Giulio Tremonti, commen-tando i dati Istat relativi al Pil ealla pressione fiscale. Una do-manda però rimane senza rispo-sta.... Che dice il governoriguardo alle spaventose cifresulla disoccupazione giovanile?Tutto tace..... Non ci resta chesperare!
Loredana Romanelli