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alle pagine 5 e 6 d’areamediterranea CONCESSIONARIA DI PUBBLICITA’: METIS SRL 0971 22715 CELL. 320 1813033 email: [email protected] A PISUS AD UN FILO Anno IV numero 6 - 11 Febbraio 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino Sepolcri imbiancati Dopo aver smascherato i puritani di sinistra del Palasharp e di Repubblica, in un redazio- nale sul suo Foglio, Giuliano Ferrara afferma: “Dicono che il Presidente del Consiglio si com- porta male, e magari non si è comportato meravi- gliosamente bene in parecchie occasioni. Ma è questo il problema? Siamo convinti di no. Il pro- blema è che vogliono mettergli le mani addosso per evitare ragioni politiche alimentate da spirito facinoroso e da avversione antropologica a un’Ita- lia popolare rigettata e odiata; ma non basta, di- chiarano di voler andare oltre Berlusconi, bandiscono una crociata puritana in cui arruolano anche i tredicenni, allagano ogni spazio informa- tivo gridando alla libertà di stampa conculcata, parlano con disprezzo del denaro di cui hanno piene le tasche e le menti, si intromettono nei ca- pricci dell’altrui sangue senza fare i conti con le loro colpe, agitano il corpo femminile come un simbolo di vergogna. Spiano, intercettano, guar- dano dal buco della serratura e stanno inculcando in una generazione di italiani il disprezzo della po- litica. Una minoranza etica degna del suo nome dovrebbe sapere distinguere tra conflitti politici e funzionamento delle istituzioni”. Di consegenza, l’Elefantino lancia un appello: “Perchè non diamo vita ad una campagna di passione e di de- nuncia pubblica?” Giusto, caro Giulianone. Siamo con te perchè dici la verità. Siamo Pronti!

Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

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Page 1: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

alle pagine 5 e 6

d’areamediterranea

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITA’: METIS SRL 0971 22715 CELL. 320 1813033 email: [email protected]

A PISUS AD UN FILOAnno IV numero 6 - 11 Febbraio 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino

Sepolcri imbiancati

Dopo aver smascherato i puritani di sinistra

del Palasharp e di Repubblica, in un redazio-

nale sul suo Foglio, Giuliano Ferrara afferma:

“Dicono che il Presidente del Consiglio si com-porta male, e magari non si è comportato meravi-gliosamente bene in parecchie occasioni. Ma èquesto il problema? Siamo convinti di no. Il pro-blema è che vogliono mettergli le mani addossoper evitare ragioni politiche alimentate da spiritofacinoroso e da avversione antropologica a un’Ita-lia popolare rigettata e odiata; ma non basta, di-chiarano di voler andare oltre Berlusconi,bandiscono una crociata puritana in cui arruolanoanche i tredicenni, allagano ogni spazio informa-tivo gridando alla libertà di stampa conculcata,parlano con disprezzo del denaro di cui hannopiene le tasche e le menti, si intromettono nei ca-pricci dell’altrui sangue senza fare i conti con leloro colpe, agitano il corpo femminile come unsimbolo di vergogna. Spiano, intercettano, guar-dano dal buco della serratura e stanno inculcandoin una generazione di italiani il disprezzo della po-litica. Una minoranza etica degna del suo nomedovrebbe sapere distinguere tra conflitti politici efunzionamento delle istituzioni”. Di consegenza,

l’Elefantino lancia un appello: “Perchè nondiamo vita ad una campagna di passione e di de-nuncia pubblica?” Giusto, caro Giulianone.

Siamo con te perchè dici la verità.

Siamo Pronti!

Page 2: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

Era finito nel dimenticatoio Paul Getty III,rampollo di una delle dinastie petrolifere

super. Ed ho provato tristezza e stupore vederloimmortalato su internet. Un uomo distrutto,inerme, seduto su una carrozzella, cieco. Paul Getty III ha lasciato la vitaterrena pochi giorni fa, a 54 anni. Da trenta viveva in un corpo devastatoda un ictus per aver abbondato di alcol e droghe. A sedici, durante l'estatedel 1973, venne sequestrato a Roma dalla n'drangheta (il papà guidava laGetty Oil in Italia) mentre bivaccava, spensierato, in piazza Farnese in-sieme ad un gruppo di amici hippy. In cinque mesi di prigionia subì ognisorta di angheria, finchè rilasciato, poco prima di �atale e dietro paga-mento di circa due miliardi di lire (dieci, la richiesta lievitata nel frattempoma negata con ferreo piglio dal nonno-patriarca) vicino a Lauria, lungo il

raccordo autostradale Salerno-Reggio Cala-bria. Fu un camionista in transito a caricarloa bordo, sporco, infreddolito, con pochi stracciaddosso. Gli mancava l'orecchio destro, cru-

delmente mutilato dagli aguzzini, per accelerare le pratiche del riscatto.Attese l'arrivo dei genitori provenienti da Roma, nella caserma dei carabi-nieri di Lagonegro. Fu così che la Basilicata entrò a far parte del circolomediatico di quei tempi per una vicenda al centro delle cronache planetarie.Probabile sia stata questa esperienza inconcepibile a far sprofondare nelbaratro il riccioluto Paul, ricchissimo, viziatissimo, traboccante noia ed in-felicità, tenuto soprattutto a debita distanza dagli affari di famiglia. Terrenofertile per il vuoto nichilista pronto a prendersi in conse-gna le pecore nere, i reietti, grazie al dio avere.

11 FEBBRAIO 2011

SineLinea

Nicola Melfi

REIETTI

2

Il caso Ruby potrà arrivare davanti alla Corte di Strasburgo. E'Franco Frattini ad annunciare l'ipotesi di un ricorso alla Corte deidiritti umani per la violazione del diritto alla privacy. Il ministrodegli Esteri lo ha detto rispondendo a una domanda sull'ipotesi di unacausa del premier contro lo Stato. Causa che, sottolinea Frattini,non sarebbe "un rimedio straordinario" perché ciascuno ha il dirittodi rivolgersi al giudice per la sua tutela.

Caso Ruby

LA STRAGE DIMENTICATA

Foibe, oggi il giorno della memor

ia

Oggi celebrazioni in ricordo della

strage

delle Foibe, dove migliaia di italiani fu

-

rono uccisi dai partigiani di Tito e gettati

nelle fessure carsiche tra Venezia Giulia

e Jugoslavia.

STUPRO L’ opinione pubblica partenopea, ancora

scossa per la brutale aggressione avvenuta lo scor

so

anno ai danni di una quindicenne francese in vacanza

sull’

isola di Capri, chiede giustizia per una nuova, barbara

violenza di gruppo, avvenuta questa volta ai danni di

una

giovanissima vittima di Arzano.I Carabinieri della compa-

gnia di Casoria, dopo un attento lavoro di indagine, sono

riusciti finalmente ad arrestare i cinque minorenni

accu-

sati di un barbaro stupro di gruppo. Gli inquirenti, gra-

zie alla testimonianze della ragazzina di soli undici a

nni,

sono così riusciti a ricostruire la dinamica: i cinque

ra-

gazzi, dopo aver convinto la giovane a seguirli in un

luogo appartato, e, dopo averla immobilizzata e spog

liata,

hanno abusato a turno di lei.

GEMELLINE SCOMPARSE Alessia e Livia, in Fran-

cia un numero verde: forse avvelenate

La polizia è sulle tracce del registratore, che Schepp

portava sempre con sé: potrebbe contenere messagg

i

utili. A Marsiglia un numero verde. Sospese le ricer-

che in Svizzera: erano sul traghetto in Corsica.

Spunta l'ipotesi avvelenamento.

FILE TOP SECRET(Gli appunti del direttore)

Alessia Marcuzzi è incinta. A rivelarlo è stato

Alfonso Signorini durante il suo consueto app

unta-

mento Alfonso Signorini Show: “Ufficializzo, in

accordo con lei, la gravidanza perc

hé è al terzo

mese” ha detto il direttore di Chi in diretta alla

radio dopo avere avuto il via libera

da lei.

Foibe Alessia

Antonio Savino

Appuntamenti personali

Ore 22:00 Dita Von Teese

Page 3: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

Più prudente la posizione del se-

gretario generale della Uila, Ste-

fano Mantegazza, che suggerisce

all’Italia di camminare insieme al-

l’Europa, per non indebolire la

propria posizione all’interno

dell’Unione.

Il progetto di legge attualmente

approvato era stato reso noto a

Bruxelles già nel gennaio del

2010, dove aveva incontrato il pa-

rere contrario di Stati come Ger-

mania, Austria, Francia e Spagna.

Andare avanti nel progetto – è inu-

tile negarlo - potrebbe esporre

l’Italia ad una procedura comuni-

taria di infrazione.

Già nel 2004 si era verificato un

episodio simile, quando il Parla-

mento italiano cercò di introdurre

l’obbligo di etichettatura per tutti

i prodotti alimentari con la l.

201/2004.

Anche in quella occasione la

Commissione europea aveva rile-

vato l’incompatibilità della legge

italiana con la normativa europea.

liana possano essere recepite nel futuro

quadro normativo dell’Unione e si è detto

fiducioso che la voce del nostro Paese, in

questo ambito così delicato, verrà tenuta

nella giusta considerazione.

Assolutamente intenzionato a procedere

sulla strada intrapresa dal Parlamento na-

zionale è anche il sottosegretario alla Sa-

lute, Francesca Martini, che considera la

nuova normativa indispensabile per una

scelta sicura e consapevole da parte dei

consumatori, ed invita gli europarlamen-

tari italiani a farsi portavoce di tali esi-

genze a Bruxelles.

Per la Coldiretti, inoltre, l’Italia non può

rinunciare alla propria leadership europea

sulla qualità e sulla sicurezza degli ali-

menti, pertanto, bisogna andare avanti

anche a costo di aprire un contenzioso con

l’Unione.

UE boccia Italia sulle etichette

alimentari L

o scorso gennaio la Com-

missione agricoltura della

Camera ha approvato al-

l’unanimità il ddl 2260 dal titolo

“Disposizioni in materia di eti-

chettatura e di qualità dei prodotti

alimentari”, trasformandolo in

legge. Secondo la nuova norma-

tiva, è diventato obbligatorio in-

dicare per qualsiasi alimento non

soltanto il luogo di lavorazione,

ma anche quello d’origine delle

materie prime che lo compon-

gono. L’art. 4 della nuova legge,

infatti, recita così: “Per i prodotti

alimentari non trasformati, l’indi-

cazione del luogo di origine o di

provenienza riguarda il Paese di

produzione dei prodotti. Per i pro-

dotti alimentari trasformati, l’in-

dicazione riguarda il luogo in cui

è avvenuta l’ultima trasforma-

zione sostanziale e il luogo di col-

tivazione e allevamento della

materia prima agricola prevalente

utilizzata nella preparazione o

nella produzione dei prodotti”.

Scopo della normativa è quello di

tutelare i consumatori con infor-

mazioni più chiare e trasparenti, e

quello, ovviamente, di salvaguar-

dare il “made in Italy” in fatto di

alimentazione e qualità dei pro-

dotti.

La legge ha incontrato il favore di

numerosi produttori e di alcune

confederazioni agricole, ma non

ha fatto i conti con la normativa

europea in materia.

In base alla direttiva comunitaria

relativa a etichette, presentazione

e pubblicità riguardanti prodotti

alimentari (dir. CE n. 13 del

2000), l’indicazione dell’origine

dei prodotti non è obbligatoria,

ma a discrezione del produttore, a

meno che l’omissione non possa

trarre in inganno il consumatore.

Secondo la normativa europea,

infatti, l’origine dei prodotti viene

identificata con il luogo in cui av-

viene l’ultima trasformazione,

salvo che per alcune specifiche

categorie di prodotti, tassativa-

mente indicate, quali quella orto-

frutticola, quella delle carni

bovine, delle uova, del mercato it-

tico fresco e degli alimenti biolo-

gici.

L’Italia, come gli altri 26 Stati

membri, avendo ceduto parte

della propria sovranità in vista

della creazione di un Mercato

Unico nel quale sia garantita la

libera circolazione delle merci , non

può adottare in materia regole diffe-

renti da quelle comunitarie.

E la voce dell’Unione Europea non ha

tardato a farsi sentire. Il commissario

europeo per la Salute e la Tutela del

Consumatore, John Dalli, e quello per

l’Agricoltura, Dacian Ciolos, hanno

inviato una lettera al nostro ministro

delle Politiche Agricole, Giancarlo

Galan, nella quale si invita l’Italia a

non procedere e si ricorda che proprio

in questi giorni l’Unione sta rivedendo

la normativa comunitaria in materia.

Il Ministro italiano ha assicurato il

tempestivo invio alla Commissione

Europea della legge e dei relativi de-

creti attuativi per i singoli prodotti. Ha

auspicato, inoltre, la possibilità che le

disposizioni previste nella legge ita-

Giusi Santopietro

3

Direttore Responsabile

A�TO�IO SAVI�O

Direttore Politico

SARO ZAPPACOSTA

Redattori

Agnese AlbiniLuca Arlotto

Danilo ChiaradiaLaura CutullèSerena Danese

Michela Di PalmaSimona MarganellaLoredana Romanelli

Giusi Santopietro

Impaginazione &Grafica

Francesco Pietro Falotico

Stampa

Martano Editrice Modugno (BA)

Reg. Trib. Potenza �°375del 24 04 2008

Direttore Editoriale

Emilio D’AndreaSVI.MED.

associazione onlus per lo sviluppo

sostenibile del mediterraneo

Concessionaria Pubblicitaria

METIS srl

Contatti

[email protected]. 0971 22715

dd’areamediterranea

11 FEBBRAIO 2011

La legge sull’etichettatura dei prodotti, approvata in sede parlamentare, è inapplicabile, perché contraria ai principi europei

Page 4: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

a partire dagli anni Settanta, hapurtroppo trasformato l’Italia inuna ’democrazia del deficit’, conl’esplosione del debito pubblico.E’ chiaro che le forze conserva-trici,espresse oggi da Casini e Fini,abituate ai privilegi dei palazzi enon alla trincea e al lavoro suiterritori, hanno paura del cam-biamento. Il Popolo della Libertànon ha certo paura e insieme allaLega, continuerà con entusia-smo, in Parlamento e in mezzoalla gente, il proprio impegnoper innovare e riformare ilPaese". “

4 11 FEBBRAIO 2011

LO SCONFORTO DI QUI ,QUO E QUA

Berlusconi si riprende la scena,aumenta la maggio-ranza in Parlamento,spaccaFli (il partito dei traditori),vara un piano in tre mosse perl’economiainsieme a Tremonti e lascia a bocca asciutta chi gia’vedeva Tremonti Premier. I tre piccoli QUI (Fini) QUO(Casini) QUA (Rutelli)non sanno dove sbattere la testa.Il Terzo Polo annuciato e’ gia’ tramontato. Di conse-guenza ci troviamo, QUI alle prese con la sua marghe-rita (colta a Montecarlo), da sfogliare per domandarsimi dimetto o no! QUO con il solito dilemma: sto’ al cen-tro,destra o sinistra,bho’, ci penso! QUA aspetta alla fi-nestra per vedere chi passa, tanto lui nonragiona!.Povera piccola ammucchiata anti-Berlusconi,dove voleva andare?P.S. QUI, QUO E QUA CHE QUAQUARAQUA’ !��

Controffensiva del Popolo

della Libertà, nei con-

fronti dei leader del Polo

di Centro, Casini e Fini.

"Un partito libertario, multiraz-ziale, multireligioso, non conser-vatore, idealmente aperto e via

ancora con altri attributi che de-stano solo tantaconfusione culturale e ideale. Secosi’ e’ sta nascendo un partito,quello di Fli, che non ha nulla ache spartire con la destra italianadel dopoguerra,quella per intenderci che va dalMsi ad An e poi al PdL”. Lo ha

dichiarato il Ministro dei Tra-

sporti Altero Matteoli, secondo il

quale, “il FLI e’ un partito chenasce per l’ odio incomprensibile

contro Berlusconi, con il quale non sa-rebbe possibile fare alcuna riforma.Poco importa se con Berlusconi, leaderdel centrodestra per volere degli italiani,abbiamo fatto insieme un percorso lungodiciassette anni, un percorso che oggiviene improvvisamente misconosciuto.

�on si comprende perchè riformecostituzionali come il Senato Federale,piu’ poteri al premier, la diminuzione deiparlamentari, la modifica del titolo Vdella Costituzione che pure avevamoprovato a fare nella legislatura2001/2006, non si possano piu’ fare per-che’ c’ e’ premier Berlusconi. Quasi cheBerlusconi fosse un usurpatore e non unlaedervoluto e votato dagli italiani. Mi pare chele prese di posizione del Fli sianonon solo inaccettabili ma incomprensibili

sul piano politico ed ideale".Il Sottosegretario Mario Mantovani,

mette in evidenza l’importanza storica

del Federalismo, precisando che

"Gli elettori del �ord cancellerannoquelle forze che stanno ostacolando l’attuazione del federalismo e lo vedremogià alle prossime scadenze elettoralidi Milano, Pavia e Mantova.Il Governo Berlusconi è nato per cam-biare il Paese” . - precisa Mantovani, se-

natore del Pdl e coordinatore regionale

della Lombardia -

“Il progetto federalista rappresenta inquesto senso la riforma cruciale della le-gislatura, introducendo finalmente unrinnovato protagonismo del popolo at-traverso i rappresentanti più vicini allagente, cioè sindaci, assessori, consigliericomunali, provinciali, regionali, elimi-nando quel centralismo finanziario che,

Fini e Casini nel mirino

di Matteoli e Mantovani

Un attaccoal terzo Polo

Page 5: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

Pioggia di eurosulla città

Una nuova cospicua quan-

tità di risorse economi-

che è in arrivo per

migliorare la qualità della vita per

i residenti nel capoluogo di re-

gione e per coloro che abitual-

mente lo raggiungono dalla

periferia.

Nei giorni scorsi, infatti, il consi-

glio comunale ha approvato il

piano integrato di sviluppo soste-

nibile (pisus) che, con un impiego

di circa 40 milioni di euro, do-

vrebbe consentire alla città di

compiere un significativo miglio-

ramento nella sua offerta di ser-

vizi. L’approvazione dei pisus ha

evidenziato un sostanziale ac-

cordo tra maggioranza ed opposi-

zione visto che quest’ultima

componente, al momento del voto

ha optato per l’astensione e non

per una espressione contraria.

All’indomani dell’approvazione

del consiglio, dai banchi dell’op-

posizione, l’On. Giuseppe Moli-

nari ha motivato tale scelta

dichiarando che “ancora una volta

l’opposizione, in maniera respon-

sabile e nell’interesse della città,

ha svolto un ruolo propositivo

perché le cifre in gioco con i fondi

da destinare al Pisus sono troppo

alte” facendo quindi intendere

che, dopo i discutibili recenti ri-

sultati ottenuti in alcune zone

della città dopo l’impiego delle ri-

sorse destinate ai piani di riquali-

ficazione urbana, l’opposizione

non poteva perdere questa occa-

sione per incidere su quelle scelte

che potrebbero migliorare, al-

meno sotto certi aspetti, il volto

della città. Città che avrebbe po-

tuto compiere un salto qualitativo

ancora più significante se, a pa-

rere di Molinari, nei pisus fosse

rientrato qualche altro obiettivo

come la delocalizzazione della

centrale Enel di Gallitello, il col-

legamento tra le contrade Drago-

nara e Centomani per accedere

rapidamente al raccordo autostra-

dale e la riconversione dell’area

dell’ex cip-zoo.

A questo punto, tentiamo di ap-

profondire l’intera faccenda rivol-

gendo alcune domande ai

rappresentanti dell’opposizione.

L’intera opposizione in Consi-

glio Comunale, al momento del

voto sui pisus, ha optato per l’asten-

sione: che significato ha questo atteg-

giamento ?

Per la prima volta il sindaco e l’ammini-strazione del comune di Potenza dalleparole sono passati ai fatti. Il sindaco hadato l’opportunità all’opposizione dipresentare idee e proposte e dall’autunnoscorso ci siamo confrontati anche conAsl, Comitati di quartiere, Amministra-zione Provinciale e Camera di Commer-cio per giungere ad un progetto quantopiù possibile condiviso che metta alprimo posto le necessità dei cittadini enon una inutile primogenitura da partedel centrosinistra o del centrodestra.Da cosa traggono origine i Pisus ?

I fondi per la realizzazione del pisus sonodestinati dalla Comunità Europea che haconcesso 40 milioni di euro a Potenza e30 a Matera sulla scorta di progetti dimassima presentati negli anni scorsi perrealizzazioni nell’ambito della mobilità,del verde, dei servizi sociali e di quellialle imprese.Per la città di Potenza l’aspetto più im-portante della realizzazione dei pisus ri-guarda la mobilità. Con il contributo di10 milioni di euro che arriveranno dalMinistero delle Infrastrutture ed 8 mi-lioni dei pisus, sarà realizzata un’areaparcheggi per 500 automobili nell’areadelle Fal a ridosso dello snodo del Gal-litello; quell’area rappresenterà il termi-nal per chi, giungendo in città, decideràdi spostarsi con tutti i mezzi pubblici:scale mobili metropolitana ed autobuscon questi due ultimi che in quella zonaavranno il capolinea. E’ inoltre previstolo sdoppiamento delle tratte ferrate sullequali transitano alternativamente i treniRfi e Fal. Con lo sdoppiamento, le corseFal saranno più frequenti per collegaremeglio i vari rioni della città ed a questo

scopo è prevista la realizzazione di unastazione tra la zona posta a valle di ViaTorraca e Rione Lucania.L’auspicio è che vengano ridotti i disagiagli automobilisti che sono spesso co-stretti a lunghe attese ai passaggi a li-vello di Rione Mancusi, Via AngillaVecchia e Via Palermo mediante lo sca-valcamento o l’interramento dei binariin prossimità dell’intersezione con lestrade urbane. Sull’argomento il capogruppo del PdL

in Consiglio Comunale ci comunica:

Il PdL ha suggerito la realizzazione di unterminal per autobus nella zona di La-vangone dove fermare i torpedoni prove-nienti dalla zona nord della Basilicata efar proseguire il viaggio dei pendolarimediante gli stessi treni delle Fal. �ellamedesima zona, poi, abbiamo propostola trasformazione del previsto campo dicalcio in una struttura per il calcio a 5considerato che quel campo non è omo-logabile per il calcio a 11 a causa dellesue ridotte dimensioni. In questo modo,si offrirebbe finalmente una strutturaadeguata alla squadra della città che mi-lita in serie B.Altri interventi sono poi previsti per ilriutilizzo dell’ex caserma dei vigili delfuoco di Rione San Rocco (3700 mq) perla quale è prevista una destinazione perattività sociali giovanili considerataanche la vicinanza al polo universitariodi Macchia Romana. Infine, altro ambi-zioso progetto degno di rilievo è quelloche potrebbe portare all’allungamentopedonale di Via Pretoria fino all’anticatorre Guevara. Infatti, dal piazzale anti-stante la scuola media Torraca, si po-trebbe realizzare un tunnel che porti finoa Via Vescovado; in questo modo le autonon transiterebbero più lungo l’attualepercorso e, dopo la demolizione della

L’ approvazione dei Pisus ha messo

d’accordo maggioranza ed opposizione

Francesco Faggellasede dell’ex Itc Da Vinci, che oraospita provvisoriamente l’Istitutod’Arte, da Via Pretoria si po-trebbe raggiungere l’area dellatorre senza imbattersi in auto intransito.Infine, altro intervento previsto,è quello riguardante la demoli-zione dell’ex tribunale di ParcoAurora, fino a qualche giorno fasede del comando dei vigili ur-bani, dove si dovrebbe realizzareuna bella piazza. Ad ascoltare questo pro-

gramma sembra di vivere in

un’altra realtà; i potentini non

hanno ancora metabolizzato

recenti interventi di riqualifi-

cazione urbana che non sem-

brano aver colto l’obiettivo

come è successo per la fontana

di Via Lazio o la cosiddetta

nave di Via Tirreno……

Questa volta le cose andrannodiversamente; l’opposizione vigi-lerà attentamente su quantoverrà cantierizzato ed il sindacosarà invitato ad informare pun-tualmente il Consiglio su tutta lamateria.Tornando per un attimo al mi-

glioramento dei trasporti in

città, ci sembra di capire che il

funzionamento di questo com-

plesso “sistema” che si inte-

grerà anche con i trasporti

verticali, comporterà nuovi

costi per la pubblica ammini-

strazione: ritiene che il Co-

mune possa giustificarli anche

alla luce del modesto risultato

registrato con il monitoraggio

dell’utilizzo del cosiddetto

ponte attrezzato?

E’ evidente che con i 60 milionidi euro di debiti che già gravanole casse comunali, l’amministra-zione dovrà a breve inventareuna soluzione che chiami i frui-tori di questi servizi a contribuirealle spese relative. Credo peròche a fronte di una offerta effi-ciente, che consenta a tutti i cit-tadini di muoversi agevolmenteda un lato all’altro di Potenza, larichiesta del pagamento di un bi-glietto unico e cumulativo possaessere tranquillamente accettata.

511 FEBBRAIO 2011

Page 6: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

RivoluzionePisus

Siamo in Europa anche noi.Piccola Potenza, quasi unaborgata se si pensa a realtà

metropolitane complesse e dina-miche. Eppure anche il capo-luogo ha ricevuto in dotazionedalla Comunità Europea un “ca-pitale” destinato ad uno svilupposostenibile, in armonia con i cit-tadini che la vivono. Ma partiamodal 1997, quando la Commis-sione Europea per la prima voltaaffronta apertamente la “proble-matica urbana”, questione legataai cambiamenti in atto nelle cittàeuropee, con tutto il carrozzonedi questioni congiunte. Ossia, au-mento demografico, svilupposocio-economico, lavoro, econo-mia, ambiente. Nel 2007 nasce laCarta di Lipsia sulle Città Euro-pee Sostenibili, sottoscritto dagliStati membri, che raccoglie stra-tegie, piani e obiettivi comunicirca una politica di sviluppo ur-bano in linea con i tempi. I Mini-stri degli Stati si impegnano,attraverso la Carta, affinché nonci si impantani sul terreno astrattodei buoni propositi che come na-scono così soccombono. Infine laStrategia Europa 2020 (da qui,poi, la Strategia“Potenza 2020”):il documento più significativonato sull’onda rovinosa della crisieconomica in cui versa il pianetaEuropa. Josè Manuel Barroso, ilPresidente della CommissioneEuropea, ha rappresentato conqueste parole l’obiettivo madredella Strategia: “Essa dimostrache l’Europa è capace di promuo-vere una crescita intelligente, so-stenibile e inclusiva, di trovare ilmodo di creare nuovi posti di la-voro e offrire un orientamentoalle nostre società”. Gli obiettividunque: occupazione, ricerca einnovazione, cambiamento cli-matico ed energia, istruzione elotta alla povertà. La sfida è darealle parole un terreno su cui pog-giare le fondamenta e poi la strut-tura di un processo dicambiamenti articolato e innova-tivo. Il PISUS, Piano Integrato diSviluppo Urbano Sostenibile,vede a questo punto la luce: il do-cumento, che si ispira alla Strate-gia, intercetta attraverso laRegione Basilicata il finanzia-

mento di 40 MLN di euro messi a di-sposizione dall’UE e traccia le linee diattuazione delle politiche mirate allosviluppo urbano. Come una “senti-nella” che vigila sugli obiettivi, le ope-razioni da eseguire e anche su quelcorpulento finanziamento. La città diPotenza, grazie al PISUS, potrebbedavvero acquistare un nuovo volto, unaqualità urbana di cui è fortemente man-chevole ed una attenzione ai reali pro-blemi lamentati dai cittadini. Il PISUSdocumenta dettagliatamente il quadrodentro cui vanno ad inserirsi gli inter-venti ipotizzati. Si parte dall’analisi deidati socio economici: impianto demo-

grafico dei Comuni del PSM - PianoStrutturale Metropolitano -, tessutoimprenditoriale, mercato del lavoro,mobilità, ambiente; si inquadra il ter-ritorio, il sistema naturalistico e delverde, rischio idrogeologico, sistemainfrastrutturale; poi la strategia di in-tervento del Piano di Azione, con gliobiettivi ed i progetti immaginati. Lavera rivoluzione è data proprio dalnumero e dalla qualità degli inter-venti da porre in essere nella nostracittà. Il finanziamento a disposizionedell’amministrazione comunale pre-vede 4 obiettivi specifici che abbrac-ciano numerosi interventi. Il primo è

“Accessibilità e mobilità”, gli inter-venti previsti: Terminal Gallitello;Terminal Betlemme; Nuova StazioneCentrale; Infomobilità; dal Gallitelloall’Ospedale in 15’ - La metropoli-tana; A piedi in città - collegamentouniversità/centro storico; fermate epercorsi senza barriere. Secondoobiettivo è “Aiuti alle imprese”, gliinterventi: Reti tra imprese e Impresa& Innovazione. Terzo: “Rigenera-zione Urbana”, gli interventi sonoBasento-Musmeci; Verso il ParcoGuevara; il Parco per Parco Aurora -da piazza di Giura a Viale Firenze;Polo Lavangone; Gallitello - la pe-donalità del Nodo Complesso; CittàCultura. Quarto ed ultimo obiettivoè “Inclusione sociale e welfare”, gliinterventi previsti: Polo Scolastico aMacchia Romana; Sportello ServiziSociali; Poli di Servizi socio - cultu-rali per i giovani; sostegno al volon-tariato. È chiaro che una similerivoluzione, territoriale e sociale, po-trebbe avvenire sul lungo periodoma, oggi, un vero progetto esiste edè il PISUS. Esiste anche la volontà ela predisposizione al cambiamento.E la città di Potenza, il cambiamento,senz’altro la fomenta. A questopunto sta a noi, cittadini, giovani estudenti, comitati di quartiere, asso-ciazioni di categoria, ordini profes-sionali e sindacati, accompagnare,come sentinelle - e come fa il PISUScon gli obiettivi -, la realizzazione diquesto inizio di rivoluzione urbana esociale. Sta a noi vigilare.

Michela Di Palma

Il documento “rivelazione” che potrebbe

cambiare il volto del capoluogo.

611 FEBBRAIO 2011

A piedi in città: percorsi ed aree verdi

Page 7: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

Caro amicoti scrivo...così

Un attivista romantico polemizza

con i vertici del PdL

Teodoro Pica, è forseuno dei tanti romanticidi una idea politica, di

un mondo forse superato daitempi che ancora cerca di mo-strare tutta la sua fede politica,i suoi sentimenti puri nonchéla sua forza morale, a dispettodei tempi, nei confronti delladirigenza del Popolo della Li-bertà.Ha scritto una lettera aperta alvertice del Pdl lucano, speditaper conoscenza all’On. Ver-dini, uno del triumvirato na-zionale del Pdl che ancoraconta e, bontà sua, ha tra-smesso ufficialmente copia diquesta lettera alla nostra Reda-zione. Terra ringrazia TeodoroPica (venosino, cofondatorecon altri amici del Club diForza Italia nel lontano 1994tesserato poi nel Pdl, nonchécomponente nel direttivo dielezione e dulcis in fundo, Pre-sidente dei Seniores) per la fi-ducia evidenziata con il suoatto che ci induce a doveroseconsiderazioni. Anche perché,evidentemente, il signor Teo-doro Pica, riconosce nella no-stra azione critica,appassionata e sgombra di finispeculativi, uno scoglio a cuiaggrapparsi, visto e conside-rato che il suo partito rischia diaffogare di una morte gora,dalla quale – unitamente al no-stro organo di informazione –tenta disperatamente di libe-rarsi. Fortunatamente, TeodoroPica è anche la voce della dis-sidenza, che non crede nellamaggior parte dell’attualeclasse dirigente e cerca di rag-gruppare intorno allo spiritodissenziente, possibilmentequanti più eroi idealisti, appas-sionati amici di partito deside-rosi di una nuova, fresca,dirompente e vincitrice classedirigente. Teodoro Pica af-ferma di essere “ un tenace so-stenitore della linea politica

711 FEBBRAIO 2011

che deve essere vista come azione alservizio del cittadino . nella mia cittàquesto non è possibile neanche oggiche il Pdl è un partito di maggio-ranza relativa. Forte sostenitore dellavisibilità politica del partito durantele scorse elezioni amministrativedella cittadina oraziana – precisaTeodoro Pica – questo non è statopossivile, vuoi per la mancanza di vo-lontà nel gestire senza condiziona-menti, vuoi per volontà regionale”.Classe regionale chiamata in causa,quindi, per la prima volta. Ma c’è

anche il secondo attacco del venosinocontro i centralisti dirigenziali. Un at-tacco che nasce da un episodio incre-dibile, che evidenzia tutto losquallore che caratterizza alcuni diri-genti del Pdl lucano. Teodoro Pica in-fatti ci scrive: “Vorrei ricordare chela sezione di Venosa viene gestita inmaniera anonima e senza idee daparte dell’attuale classedirigente.Vorrei ricordare che in unconvegno pugglico l’attuale Sindacodi Venosa (mai tesserato né nel Pdlné in Forza Italia) plaudeva alle in-vettive dell’onorevole Voldo Spinicontro l’attuale Presidente del Con-siglio. La mia domanda, quindi, è:come si fa a considerare di centro de-stra l’attuale giunta amministra-tiva?”.

Non tocca a noi rispondere a questointerrogativo. È doveroso, però, daparte nostra, evidenziare l’appellolanciato da Teodoro Pica al verticedel Pdl e, per conoscenza, all’onore-vole Verdini, poiché, rappresenta ilcuore di tutta la lettera scritta dal-l’esponente venosino. “Ora basta con questa ambiguità –urla Teodoro Pica – il Pdl non è fi-nito, esiste e crescerà con la vogliadella vera politica. Pertanto chiedoche avvenga l’azzeramento di tutte lecariche regionali e comunali. La con-

testazione è forte – precisa il veno-sino del Pdl – e spesso le decisionisono di comodo ed opportunistiche ascapito della vera forza di cambia-mento”. C’è il pericolo, a questo punto, cheanche la lettera di Teodoro Pica, fini-sca nel dimenticatoio come tante altrelettere di questo tipo, come tante etante intenzioni di ribellione che si re-gistrano nel partito, a causa di unacondizione di stallo voluto “dalli...superiori”.È vero: la contestazione è forte, le la-mentele aumentano, il dissenso pure.Ma c’è un problema però ed è rappre-sentato dal fatto che contestazione,lamentele e dissenso rischiano di fi-nire nel vuoto, , perché gran partedella dirigenza preferisce il vuoto per

meglio crogiolarsi nel proprioorticello. Non c’è mai infattiun gruppo forte, capace di farquadrato, imporre la volontàdella dissidenza. Ci vorrebbeun miracolo, piccolo ma im-portante: che qualche diri-gente fosse capace didichiarare ufficialmente divoler rappresentare la voce deldissenso e promuovere unaserie di iniziative miranti adinvogliare elettori e dirigenti adiscutere sulle cause dellesconfitte continue che si subi-scono nelle elezioni e crearedi conseguenza, una nuovaalba per il Pdl. È possibile. Èvero: oggi il massimo partitodi opposizione lucano è incoma, perché vittima di unmale oscuro, del quale ab-biamo già parlato la settimanascorsa in una intervista inesclusiva al nostro settimanaleda Lorenzo Larocca, il cheevidenziava le ragioni per lequali la gente si è disamoratadella politica, allontanando-sene, stufa delle solite man-frine e di soliti vantaggipersonali.C’è un uomo che possa alzareil vessillo del dissenso chesquarcia il Popolo della Li-bertà di Basilicata? Per noiesiste, deve trovare il coraggiodi uscire fuori dal suo guscio,e guidare l’esercito dei dissi-denti verso la vittoria finale.Esiste, e noi lo rispettiamo,perché è un uomo che ponealla base di ogni scelta i proprivalori, con una grande tenacianel soddisfare i mandati chegli vengono affidati e con unarara capacità organizzativache da alla politica più diquanto da essa riceve, sempreproteso alla crescita dellaclasse dirigente e capace difare un passo indietro quandogli interessi generali e di par-tito lo richiedono.

Saro Zappacosta

Page 8: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

Navazio che, da Capolista di “Io Amo la Lu-

cania” - candidato Presidente proprio Allam

- , in soli 30 giorni di campagna elettorale,

oltre a far confluire al suo Movimento quasi

trentamila consensi (9,0%), si è conquistato

l’elezione a Consigliere Regionale con ben

dodicimila preferenze personali (4%). Ma

come mai il Pdl si è lasciato scappare o, me-

glio, ha fatto di tutto per “liberarsi” di un pro-

prio rappresentante di spicco e grande

levatura come Navazio?

Benché riconosciuto da tutti come valido ed

attento amministratore della Città di Melfi e,

notoriamente, depositario di un considere-

vole seguito elettorale (in poche settimane ha

registrato intorno a sé consensi superiori a

quelli di partiti tradizionali), “la Cricca” dei

soliti “sfascisti” del Centrodestra Lucano non

ha mai mancato di tenerlo in disparte, lontano

da ruoli importanti e candidature di rilievo,

quasi come un pericoloso ed inaffidabile

corpo estraneo di quel Pdl a cui lo stesso Sin-

daco, da “coerente socialista di vecchia data”,

aveva aderito ufficialmente in prima persona

e con tutte le sue consistenti truppe.

L’unica leggerezza da potersi addebitare a

Navazio, commessa sicuramente in buona

fede e sopratutto nell’intento di dare un pro-

prio incisivo contributo alla ripresa dell’eco-

nomia regionale, è stata quella di aver

accettato troppo frettolosamente la carica di

Commissario del Consorzio per lo Sviluppo

Industriale di Potenza, offertagli a suo tempo

da Vito De Filippo, già all’epoca disinvolto

e abile sparigliatore Presidente Regionale di

Centrosinistra. Quella immediata disponibi-

lità, dettata in parte dall’esigenza di mettersi

senza indugio al servizio della propria terra,

ma anche forse per lanciare un forte segnale

di “insofferenza” e significativa dimostrazione

“muscolare” ai suoi viscerali ed abituali “de-

trattori interni” (Viceconte, Pagliuca, Taddei,

ecc.), non è stata valutata a fondo da Navazio

che, conoscendo bene i soggetti con cui an-

dava a scontrarsi, ha subito tutta una serie di

ostracismi, discriminazioni e demonizzazioni

varie, fino al punto da metterlo, di fatto, fuori

dal Pdl.

Il presiedere quel Consorzio Asi è stato usato

dai suoi “avversari di partito” come il facile

grimaldello per accusarlo di “tradimento” ed

“inciucio” con la Sinistra, tanto da negare ad

una figura autorevole e credibile come Nava-

zio la nomina al Senato nel 2008, poi la can-

didatura a Presidente della Provincia di

Potenza nel 2009 e, infine, quella nel 2010 a

Presidente della Regione Basilicata per il Cen-

trodestra o, quanto meno, da Consigliere Re-

gionale nel Pdl.

Una feroce guerra all’arma bianca che, nel

malsano intento di voler fare fuori a tutti i costi

il pur attivo e capace Sindaco di Melfi, altro

non ha prodotto che una clamorosa ed inevi-

tabile debacle su tutti i fronti del Centrodestra

Lucano, le cui disastrose conseguenze sono

ancora sotto gli occhi di tutti.

Non solo, infatti, il Vulture-Melfese è stato pri-

vato di un proprio rappresentante a Palazzo

Madama (ne ha beneficiato il Metapontino col

Sen. Cosimo Latronico), ma si è andati scel-

leratamente incontro alla schiacciante sconfitta

delle Provinciali col giovane candidato Aure-

lio Pace e, ancora più cocente e umiliante, a

quella delle Regionali con Pagliuca “eterno

mancato presidente”.

Ernesto Navazio non è stato e non sarà certa-

mente né il primo né l’ultimo “agnello sacri-

ficale” della suicida ed autodistruttiva “non

E’ il PdL che devefare posto a Navazio

L’accordo siglato a livello nazio-

nale, lo scorso 25 gennaio, fra

Silvio Berlusconi e Magdi

Allam, per fare liste e programmi co-

muni nelle elezioni amministrative

della prossima primavera, è sicura-

mente un nuovo punto a favore del

Cavaliere, ma è anche un importante

passo in avanti nell’irreversibile pro-

cesso della semplificazione della poli-

tica e di un più maturo e funzionante

bipolarismo.

Magdi Allam, Cristiano di nome e di

fatto, non poteva fare diversamente: né

rimanere vita natural durante in un’im-

produttiva, ininfluente e sterile equidi-

stanza fra i due poli, né tanto meno

confondersi ed annullarsi con la sem-

pre più caotica, disomogenea e incon-

cludente armata brancaleone di

Centrosinistra.

Berlusconi, dal canto suo, anche in

considerazione della delicata fase del

Governo da lui presieduto e dello

stesso Centrodestra da lui capeggiato,

quasi nell’inderogabile necessità di ag-

gregare intorno al Pdl nuove forze po-

litiche per più solide e stabili alleanze

(il Gruppo dei Responsabili, La Destra

di Storace, forse i Radicali, ecc.), non

ha perso un solo attimo di tempo per

aprire le porte a quel Magdi Allam, già

Vicedirettore del Corriere della Sera,

nonché attuale Europarlamentare e

leader del Movimento “Io Amo l’Ita-

lia”, a cui un anno fa aveva offerto la

candidatura a Presidente della Regione

Basilicata per il Centrodestra.

Le cose, poi, andarono come tutti sap-

piamo: le levate di scudi dello sper-

giuro Fini, dei suoi “ubbidienti

guardiani” locali e di quasi tutta la “no-

menclatura” del Pdl Lucano che, pur

di garantire l’ennesima poltrona sicura

a Nicola Pagliuca e, soprattutto, di non

confrontarsi con figure carismatiche e

portatrici di idee innovative, ha rinun-

ciato a un’onorevole battaglia di alter-

nativa, anche con qualche buona

possibilità di riuscita, da giocarsi a tutto

campo con gli avversari di Centrosi-

nistra, andando incontro alla millesima

disfatta annunciata e vanificando, an-

cora una volta, il voto pulito, sponta-

neo e generoso di migliaia e migliaia

di elettori e simpatizzanti di Centrode-

stra, che per l’occasione, però, hanno

energicamente dissentito da tale rovi-

nosa “non scelta”, facendo registrare

intorno a Pagliuca il risultato minimo

storico in Basilicata e quello peggiore

in Italia (27,23%).

A determinare in maniera rilevante la

prevedibile Caporetto del Centrode-

stra, è stato il cambio di campo dell’al-

lora Sindaco di Melfi del Pdl, Ernesto

politica” dei “sommi sacerdoti” del Pdl

nostrano (per non dire “vetusti, superati e

inconcludenti” vertici del partito in regione

che in qualche lustro hanno più che deci-

mato consensi e classe dirigente) e non gli

si può dare torto quando afferma di dover

tenere fede al mandato elettorale che lo

pone, in Consiglio Regionale, all’opposi-

zione del Centrosinistra e distinto e di-

stante dal Centrodestra.

Ma siccome in politica, soprattutto quella

italiana, come dimostrano fatti antichi e re-

centi, non si può mai “dire mai” perché

tutto e il contrario di tutto accade in un solo

battito d’ali, l’ex Sindaco della Città Nor-

manna, pur tenuto a mantenere in quel di

Via Anzio le posizioni scaturite dalle urne,

in relazione a tutto il resto, seguendo anche

l’indicazione del leader Nazionale del suo

Movimento e, ancor più, dimostrando an-

cora una volta quel sentimento di amore,

rispetto e considerazione per la gente e i

territori di appartenenza, ha il dovere di

mettersi a disposizione per un grande patto

di crescita, stabilità e rilancio, non solo di

Melfi ma dell’intera Basilicata.

Questa volta, però, deve essere il Pdl a fare

il “mea culpa” (magari col perentorio in-

tervento dello stesso Berlusconi), con un

passo indietro che lasci ai dirigenti di “Io

Amo la Lucania” la scelta del Sindaco e

di alcuni assessorati chiave, sia per garan-

tire a Melfi il prosieguo della consolidata,

positiva ed esemplare esperienza ammini-

strativa, sia soprattutto per ridare a Ernesto

Navazio e a Magdi Cristiano Allam, quella

dignità politica e intellettuale che, invano,

si è tentato di inficiare nelle stagioni pas-

sate e, soprattutto, col meschino e vergo-

gnoso voltafaccia delle regionali 2010.

Senso di responsabilità, umiltà e coesione,

è ciò che chiedono gli elettori; di questo ha

bisogno la nostra ricca, generosa e florida

terra, specialmente perchè martoriata, ge-

nuflessa e disastrata dalle fallimentari ben-

ché quarantennali gestioni di

Centrosinistra.

Senso di responsabilità, lungimiranza e ri-

nunce personali per il perseguimento del

bene collettivo: in questo particolare e de-

licato momento politico, economico e so-

ciale, lo si richiede a Ernesto Navazio, ma

anche e soprattutto a Viceconte, Pagliuca

ecc., poiché andare divisi e lacerati non

giova e non conviene alla causa comune.

Ancora bruciano, infatti, le passate e re-

centi esperienze di Rionero, Venosa, La-

vello, Barile, Matera….e della Regione.

Non si disperdano forze, intelligenze e ca-

pacità, ma soprattutto non si esasperi ulte-

riormente la volontà di cambiamento e la

speranza nel futuro che, malgrado tutto e

tutti, tanti cittadini/elettori ancora ripon-

gono nel programma e nella prospettiva di

governo del Centrodestra.

Emilio D’Andrea

811 FEBBRAIO 2011

Page 9: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

Libera Chiesa in libero Stato

Compiono 82 anni i patti

Lateranensi stipulati nel

febbraio del 1929 fra il

Duce del Fascismo, Benito Mus-

solini e il Santo Padre, Papa Pio

XI.

Un accordo storico siglato fra il

Governo Italiano e la Santa Sede

che pose fine a una lunga situa-

zione di insostenibilità, avvertita

dalla maggioranza degli italiani, in

cui i rapporti fra Stato e Chiesa ve-

nivano posti su basi concordatarie

accettate reciprocamente fra le

parti e da cui scaturì il consenso al

regime di larghi strati cattolici. Al

riguardo riportiamo uno stralcio

del discorso tenuto da Mussolini

alla Camera dei Deputati a propo-

sito del Concordato: “Accordi

equi e precisi, creano tra l’Italia e

lo Stato Vaticano una situazione,

non di confusione o d’ipocrisia,

ma di differenziazione e di lealtà.

Io penso, e non sembri assurdo,

che solo in regime di concordato

si realizza la logica, normale, be-

nefica separazione fra Chiesa e Stato; la

distinzione, cioè, tra i compiti, le attribu-

zioni dell’una e dell’altro. Abbiamo leal-

mente riconosciuto la sovranità alla Santa

Sede, non solo perché esisteva nel fatto,

non solo per la quasi irrilevante esiguità

del territorio richiesto, ma nella convin-

zione che il Sommo Pontefice di una reli-

gione universale non può essere suddito di

alcuno Stato, pena il declino della cattoli-

cità che è sinonimo di universalità. Con

questo noi rispettiamo il carattere sacro

dell’urbe, ma è ridicolo pensare, come fu

detto, che si dovessero chiudere le Sina-

goghe! Gli Ebrei sono a Roma dal tempo

dei re; forse fornirono gli abiti dopo il

ratto delle Sabine; erano cinquantamila ai

tempi di Augusto e chiesero di piangere

sulla salma di Giulio Cesare: rimarranno

indisturbati, come rimarranno indisturbati

coloro che credono in un’altra religione”

Le buone intenzioni del Duce proferite in

quel discorso anche a favore della comu-

nità ebraica italiana, furono irrimediabil-

mente disattese con l’emanazione

delle vergognose leggi razziali del

1938 che, con l’entrata in guerra

del 10 giugno 1940 a fianco della

Germania Nazista di Hitler, costi-

tuirono non solo le più cupe e

scellerate colpe del regime, ma

anche l’inizio della sua irreversi-

bile fine. Per quanto riguarda, in-

vece, la grande intuizione

politico-istituzionale del già “so-

cialista e anticlericale” Mussolini,

nel sanare un’insostenibile dia-

triba con la Chiesa, non vi è dub-

bio che si rivelò valida,

lungimirante e duratura, tanto da

essere integrata e migliorata solo

il 18 febbraio del 1984, con la

sigla di nuove intese fra l’allora

Presidente del Consiglio Italiano,

anch’egli socialista e non di certo

clericale, Bettino Craxi ed il

Sommo Pontefice dell’epoca Gio-

vanni Paolo II, che dalla soglia di

Pietro di ieri assurge a quella di

Santità. Oggi e per sempre.

Emi. D’And.

911 FEBBRAIO 2011

Page 10: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

1011 FEBBRAIO 2011

L'acqua è bene pubblico (del mondo e non di un Paese) e

fonte di vita. Pensarla come risorsa economica vuol dire

arrivare a progetti come quello che, diversi anni fa, aveva

un presidente dell'Acquedotto Pugliese: prendere l'acqua

lucana e venderla, imbottigliata, a prezzo d'oro alle nazioni

più assetate.

Sul petrolio, ripeto quello che ho scritto varie volte e che

è sotto gli occhi di tutti: fino ad ora i proventi degli idro-

carburi lucani – leggi “royalty” – sono stati trasformati in

belle fontane e gradini di marmo nei paesi interessati.

Quei paesi, ben restaurati ma senza una politica regionale

che crei davvero occasioni di lavoro e sviluppo, rischiano

di rimanere dei paesi-fantasma. Belli e spopolati.,

Rocco Pezzano (Luci)

E’ necessario partire da un dato: le ricchezze del territorio lucano (in spe-

cial modo il petrolio) incidono, in modo cospicuo, sul bilancio italiano,

portando ossigeno all’economia nazionale. Dalle prime estrazioni ad

oggi, c’è da dire che la gestione delle risorse è un po’ sfuggita di mano.

Sono stati elargiti, infatti, esigui compensi che, alla lunga, si sono rivelati,

una forma poco congrua di risarcimento. E il quadro si tinge decisamente

di rosso se, al fatto economico si aggiungono i timori, peraltro fondati,

degli effetti devastanti dell’ inquinamento ambientale. Sul fronte istitu-

zionale, l’unica novità, è rappresentata dal tavolo aperto tra regione Ba-

silicata e governo. In questa sede, le istanze lucane hanno l’opportunità

di spingere per ottenere un aumento delle royalty con conseguenti mag-

giori introiti nelle casse lucane e, si spera, un po’ di ossigeno in tema di

occupazione. Per quanto riguarda l’acqua, accantonato l’Acquedotto Pu-

gliese, l’amministrazione lucana si trova, da qualche anno, a dover far

fronte a costi di gestione, che, in precedenza, non doveva sostenere.

Anche i qui è necessario soffermarsi sul fatto che, spesso, la Basilicata

si è trovata ad intervenire in soccorso di altri territori, per rimpinguare le

riserve idriche delle regioni limitrofe. Probabilmente, anche in questo

caso, andrebbero nuovamente calcolate, in maniera più adeguata, le con-

dizioni economiche di tali accordi. Sarebbe auspicabile, infatti, che i pro-

venti di tali interventi, venissero utilizzati per alleggerire la morsa dei

costi, relativi all’erogazione dell’acqua, nei confronti degli utenti lucani.

Antonello Lombari (Il Lucano)

La Basilicata è una terra ricca di risorse idriche e pe-trolifere, in modo particolare. Un dato di fatto che po-trebbe far decollare la nostra Terra per entrare in 'poleposition' tra le regioni più ricche d’Italia, e non solo.Quindi, non più il ventre molle del “Mediterraneo” o ilfanalino di coda dello stivale. Eppure, per un arcanomistero, queste stesse risorse rappresentano per noiuna pesante zavorra: faccio riferimento, banalmente, alfatto che la benzina nel "Texas lucano" costa in media1,50 euro e l’acqua, come trapelato dalle preoccupa-zioni dell’Adiconsum, sta per subire un tendenziale au-mento al metro cubo.

Page 11: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

L’accendiamo?

Si chiama “Diritto al Futuro” ereca la firma di un giovaneministro che certo non condi-

vide personalmente i tormenti dellagenerazione dei trentenni, ma l’etàsoltanto. Il progetto, a firma di Gior-gia Meloni, ministro della Gio-

ventù, è pieno di misure redatte adhoc per quegli under 35 che si bar-camenano in tempi sospetti su na-tanti instabili e ormai marci. Unadelle misure che poco o nulla è statapromozionata - forse perché inpochi pensano ad un acquisto im-portante oggi, forse perché è unagoccia nell’oceano melmoso del-l’universo dei trentenni - è quellache abbraccia il tema doloroso deimutui. Quelli destinati ai giovani,che posseggono un contratto atipicoe che vogliono - ardimentosi loro! -intraprendere un passo così impor-tante. 50 milioni di euro a disposi-

zione di giovani coppie coniugate o di nu-clei familiari composti anche da un solo ge-nitore con figli minori: l’obiettivo dellamisura è consentire ai richiedenti di ottenerefinanziamenti agevolati per l’acquisto dellaprima casa. Primo requisito per poter acce-dere al fondo di garanzia statale: avere

meno di 35 anni. Secondo: il reddito com-plessivo non deve superare i 35.000 euro.Terzo: possedere un contratto atipico o atempo determinato. Quarto: i richiedentinon devono essere proprietari di altri immo-bili; la casa da acquistare dovrà essere adi-bita ad abitazione principale; non dovràrientrare nelle categorie catastali A1, A8 eA9 e non dovrà avere una superficie supe-riore a 90 metri quadrati; infine non dovràpossedere requisiti di lusso. È stato calcolatoche un fondo pari a 50 milioni potrà soste-nere 10 mila coppie. Se tutto va bene. Gior-gia Meloni ha precisato e “ricordato” il tuttoattraverso le pagine del Sole 24 Ore delloscorso 5 febbraio: entro una decina di giorni

verrà sottoscritto l’accordo definitivo conl’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana.Seguirà poi la fase due, ossia la sottoscri-zione degli accordi con gli istituti di cre-dito disposti ad offrire il finanziamentoagevolato. La novità è tutta qui: nel fattoche oggi solo una banca senza direttoreo una banca fondata da giovani precariconcederebbe un mutuo ad una giovanecoppia che presenta, a garanzia, un con-tratto atipico e nemmeno un centesimoin sacca. Da una ricerca dell’OCSE (Or-ganizzazione per la Cooperazione e loSviluppo) i costi di compravendita dellecase in Italia sono trai più cari tra i paesiindustrializzati. Ed il nostro paese sipiazza al 5° posto - su 33 nazioni - nellaclassifica dei costi complessivi che inclu-dono tasse, imposte di registro, spese no-tarili e di fee per agenzie immobiliari. LaDanimarca e l’Irlanda risultano, al con-trario, paradisi che mantengono i costitalmente bassi da invogliare il diritto allaproprietà privata anche per le giovani

coppie. Quello che fa riflettere è la naturastessa degli interventi disegnati a pen-nello sui trentenni di oggi in Italia. Pre-vedere misure in sostegno e intitolarefondi per i giovani precari non farà per-dere un po’ la bussola dell’attuale statoin cui versa il popolo del lavoro? Comea dire: il sistema è incancrenito per bene,non si torna indietro, questo è, ora pos-siamo solo farvi indorare un’altra pillola,possiamo ammorbidire, possiamo cor-rere ai ripari su un ambito piuttosto chesu un altro. Ma le misure per affrontarela questione “Universo Giovani” dalpunto di partenza sono mai state annun-ciate o solo considerate? La nostra Mini-stra, agguerrita e giovanissima, ha maiimmaginato di metter mani a quel docu-

mento che ci vede soggetti passivi enon più artefici del nostro futuro, ossiaal Contratto Collettivo Nazionale diLavoro, il famigerato CCNL? Ap-punto. Il sistema ormai è vilipeso, de-formato, manomesso. Sul sito delMinistero della Gioventù, a chiusuradelle tante voci, così impattanti, cosìd’interesse collettivo, immaginate persostenere sempre l’universo dei gio-vani, si legge una data: mercoledì 24

novembre 2010. Lo slogan “Diritto alFuturo” di cui si è fatto bello il pac-chetto per ora è lì, sulle pagine bianchee azzurre del sito web. Ed il diritto aduna casa è un diritto al futuro. Che do-vrebbe però prima di tutto avere lebasi per poter essere applicato. A que-sto punto, visto che per ora soluzionidefinitive non si paventano né nellanostra immaginazione né sui tavoli delGoverno, speriamo che il piano mutuinon sia la solita storia che suona unpo’ come “basta il pensiero”. Perchéqui in Italia i trentenni non cercanomica regali. Ma diritti.

11

Michela Di Palma

Universo mutui: le misure a favore

delle giovani coppie che intendono

acquistare casa.

11 FEBBRAIO 2011

Page 12: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

Le idee, il turbo

In un momento in cui il rap-porto tra i giovani e la politicaè ridotto al lumicino è forse si-

gnificativo (e per molti versiesemplare) discutere con l’on.Giuseppe Moles, un leader poli-tico giovane ma già forgiato daforti esperienze ad alti livelli isti-tuzionali, i temi più spinosi del-l’attualità in un locale

tradizionalmente frequentato dagiovani romani all’ora dell’aperi-tivo domenicale.On. Moles i giovani non hanno

una grande opinione della poli-

tica italiana, ma al tempo stesso

sono una componente decisiva

per la vittoria elettorale. Se-

condo lei come è considerato il

mondo giovanile dalla politica?

E perché un giovane dovrebbe

votare per il centro destra?

Innanzitutto sono felicissimo diquesto incontro, perché “voi sietela politica” e perché avete il co-raggio di fare politica ben sapendoche altrimenti la politica comun-que si occupa di voi. Quindi, cosìcome ho fatto io, fate politica per“legittima difesa” ma con il van-taggio di avere dalla vostra la

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Matteo Bressan

11 FEBBRAIO 2011

forza delle idee vincenti: quelle idee chenon solo hanno vinto prima ma che è ne-cessario far vincere domani. Non è facilefare politica oggi venendo da una tradi-zione di Forza Italia in un momento sto-rico così difficile. È molto più sempliceinvece essere stupidamente proni ai cat-tivi maestri della contestazione di sini-stra.Inoltre sono felicissimo di essere qui per-

ché voi siete la evidente dimostrazioneche esiste ancora, e mi auguro ancheabbia sempre più forza e rilevanza, quellacomponente giovanile che tanto ha fattonei 16 anni della vita politica di Berlu-sconi, e cioè quella di Forza Italia, che èparsa a volte porsi in secondo piano ri-spetto al semplice movimentismo di de-stra sociale.Ma allora può riuscire la fusione tra i

due movimenti giovanili?

Assolutamente si, sono poche le cose checi dividono dai nostri amici provenientida A� ma molte quelle che ci uniscono.A condizione però che le nostre idee, i no-stri valori, quello in cui crediamo, quelloche Berlusconi ha sempre sostenuto nonvengano offuscate dalle logiche di pa-lazzo.Dobbiamo e dovete essere orgogliosi diquello che siamo, perché anche giovani

ex FI sanno fare politica, magari non ur-lata, hanno idee che sono quelle giuste esanno, quando vogliono e quando pos-sono, portarle avanti con la forza e lacoerenza che li contraddistingue.Se ascoltiamo alcune voci sorge spon-

taneo un quesito: il PdL è all’inizio o

alla fine del suo percorso politico?

�on possiamo cambiare il passato mapossiamo influire sul futuro . La rivolu-zione di Berlusconi è nata per cambiarel’esistente. �on per gestirlo. In tutti questianni a causa di una serie di fattori indi-pendenti dalla vera volontà di Berlusconila rivoluzione liberale italiana è iniziatama non si è compiuta, e ciò spesso pro-prio a causa delle logiche perverse dellapolitica politicante.Tre esempi per tutti: il tradimento diBossi del 94 con l’avallo del Presidentedella Repubblica; le enormi difficoltà e iveti posti dall’UDC di Casini nel prece-dente Governo Berlusconi; la pazzia per-versa di Fini oggi.Ben venga non solo una rivoluzione fi-scale ma anche qualsiasi riforma chetenti di abbattere finalmente il poterevero, quello dell’establishment.Ma proprio adesso On. Moles? Con

tutte le difficoltà del momento storico?Si, soprattutto adesso, perché è il mo-mento storico che segnerà la frattura conil passato. O i poteri forti abbattono noie Berlusconi o noi rilanciamo la granderiforma liberale con la forza delle idee.E quindi avanti con la riduzione delle ali-quote, la separazione delle carriere deimagistrati, la cancellazione degli entiinutili, il presidenzialismo, la modificadel sistema elettorale.Un sistema elettorale che non va bene

perché di fatto siete dei nominati…

Chi lo dice ha ragione. La mia personalepreferenza è per l’uninominale seccoall’americana. Ma siccome ritengo che isistemi elettorali sono degli strumenti, lafortuna o meno di un sistema elettorale lafa chi lo utilizza. Anche con un sistemaelettorale uninominale si potrebbero ve-rificare casi di “nominati” ma bisogne-rebbe vedere che tipo di assetto vogliamoe, sulla base di quello, adattare il sistemaelettorale.Questa legge avrebbe potuto consentireanche a chi non ha enormi disponibilitàfinanziarie o di partito di entrare in Par-lamento e portare la propria professiona-lità e contributo ed era questo l’intento diBerlusconi; purtroppo è anche vero chepoi le perversioni hanno colpito questo

sistema.Il ritorno al Mattarellum sarebbeun primo passo avanti. Secondoalcuni calcoli se al 2008 aves-simo avuto il Mattarellum il Po-polo della Libertà avrebbe avutouna maggioranza superiore per-fino dell’attuale.Che assetto ipotizza per un par-

tito moderno? Il partito delle

tessere o il partito che si mobi-

lita solo per i grandi appunta-

menti?

È ormai chiaro che a Berlusconiil contenitore PDL così com’ènon piace. Quando Berlusconidice potessi tornare a FI non fasolo riferimento al contenitore,ma fa riferimento a quello che FIera. Un insieme eterogeneo matendenzialmente unito dai valoricomuni e rivoluzionari all’in-terno del quale senza le storturee le beghe del partitismo stile vec-chia repubblica, convivevanotutta una serie di componentisenza che mai si sia verificatonessun tipo di divisione perché ilprogramma rivoluzionario univasu quei principi e su quei valoritutti. In secondo luogo c’era unasintesi effettuata diversamente daBerlusconi che ha sempre pre-miato le persone in base non al-l’appartenenza a correnti ocomponenti ma in base a quelloche sapevano fare o alle idee cheavevano.Questo a maggior ragione eraimportante in quello che era ilgiovanile di FI, che era un pourpuri di gente entusiasta che si eraavvicinata a quelle che erano leidee vincenti. Qualsiasi sia il con-tenitore, se non ci si mettono leidee, rischia di diventare uno deitanti partiti modello Prima Re-pubblica. Perciò anche io ho sot-toposto, nel mio piccolo, uncontributo in tal senso a Berlu-sconi sul futuro del nostro movi-mento.Movimento o partito?

Mi piacerebbe che si tornasse almovimento. Mi piacerebbe chefosse più il partito delle idee chequello delle tessere.Che opinione si è fatto della mi-

riade di associazioni, circoli e

club che compongono la galas-

Quattro chiacchere con l’On. Giuseppe Moles, un leader politico giovane

Page 13: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

sione in Libano perché in realtà l’-hanno voluta Prodi e D’Alema soloper far dimenticare che erano scap-pati dall’Iraq; in più hanno limitatoe mortificato l’azione dei nostri mi-litari con assurde regole di ingag-gio. Se il compito affidato dall’ Onuera di disarmare Hezbollah le regoleimposte dal nostro Governo hannorischiato di mettere in pericolo i no-stri militari, tanto da rischiare difarli trovare tra due fuochi senzapossibilità di agire. Un esempio sututti: se i nostri militari fermano uncamion di armi di Hezbollah nonpossono sequestrarli ma devonochiamare i militari libanesi e conse-gnare loro uomini e armi; il pro-blema è che, però, la gran parte deicomponenti dell’esercito libaneseproviene proprio da Hezbollah.Io sposterei i nostri militari dal Li-bano all’Afghanistan proprio perperseguire quanto detto prima: piùtruppe, più controllo del territorio,più sicurezza.

della rivoluzione liberale

sia del PdL?

Qualsiasi iniziativa presente pas-sata e futura che possa essereutile a far si che il PdL in quantomovimento possa diventare il par-tito unico del centrodestra ita-liano mi vede favorevole. Ma sel’intento fosse quello di affermarecomponenti o correnti mi farebbeschifo.Ho partecipato e parteciperò aqualsiasi manifestazione di questerealtà, ma se mi accorgessi che lafinalità è separare anziché unirene trarrò conclusioni.Secondo lei Berlusconi ristrut-

turerà il centrodestra proce-

dendo con un cambio

generazionale?

Il cosiddetto “cambio generazio-nale” è un concetto molto popu-listico e mi fa venire i brividi. Uncambio generazionale significaannullare in un colpo solo siacose positive sia fattori negativiallo stesso tempo. La classe diri-gente di oggi era giovane ieri. Masenza quella che è oggi la classedirigente, i giovani di domani dachi potrebbero ricevere il testi-mone delle idee e dei valori vin-centi?Anni fa ci fu una tesi di laurea af-fidata dall’ On. Antonio Martinoad una studentessa. Questa veri-ficò che il 95 % dei testi di econo-mia politica nelle Universitàitaliane erano keynesiani e solo il5% erano monetaristi. Le nostreidee, quelle di Berlusconi sono illibero mercato, la libera impresa,l’avversione alla patrimoniale ela limitazione dell’ingerenza dellostato. Da chi possiamo appren-dere queste cose se cancelliamouna generazione che deve inse-gnare? Diverso è invece indivi-duare nuovi e migliori strumentiche consentano a chiunque, aprescindere dalla generazione, didare il suo contributo al PDL.In questi giorni stiamo regi-

strando l’ennesimo scontro tra

politica e magistratura. Un

duello infinito?

È necessaria la separazione deipoteri e la separazione delle car-riere. Se una componente, sep-pure minoritaria, dellamagistratura fa politica non

siamo in un paese civile: automatica-mente rende non più liberi ed indipen-denti gli altri poteri, e ciò alla faccia diquella grande componente della magi-stratura che fa il suo lavoro ed il suo do-vere in silenzio. Questa è l’unicamagistratura che noi rispettiamo, quellamagistratura che non guarda dal bucodella serratura per un anno sputando suuno dei principi liberali più sacri: la li-bertà personale e la privacy.Che idea si è fatto di quanto sta avve-

nendo in Medio Oriente ed in partico-

lare in Tunisia ed Egitto?

Se mai ce ne fosse bisogno è la dimostra-zione del fallimento della politica del Pre-sidente Obama.Fin dall’inizio ha abbassato la guardianei confronti degli estremismi aprendo al-l’Iran e ad altri non solo ricevendoneschiaffi in faccia ma anche legittimandolie ponendo le premesse che potrebberoconsentire loro di impossessarsi dell’in-tero Medio Oriente. L’appoggio diObama alla piazza in Egitto non favori-sce una transizione democratica gestitacon l’attenzione dovuta. Tutti noi rite-niamo che la libertà sia un valore asso-luto ma, nonostante tutte le critiche,proprio Berlusconi ha bene espostoquella che deve essere una linea in poli-tica estera giusta, indicando la necessitàdi una attenta e non frettolosa fase ditransizione dell’Egitto. Hamas ha inmano Gaza, Hezbollah ha il potere in Li-bano, l’Iran è degli ayatollah, ci mancasolo che l’estremismo islamico metta lemani sull’Egitto.La scorsa settimana una sua collega,

l’On. Calipari, ha contestato l’eccessiva

spesa per le operazione militari in Af-

ghanistan che, a suo dire, avrebbero

tolto risorse dalla spese di ricostruzione

e cooperazione. Qual è il suo punto di

vista su questa vicenda e sulla situa-

zione in Afghanistan?

L’On. Calipari è un’amica ma, come alsolito, fa propaganda pur sapendo perfet-tamente che ogni operazione o interventoall’estero costa di tre fasi: militare, mili-tare e civile, civile.È evidente che in Afghanistan siamo an-cora nella prima fase, che è quelle di as-sicurare il controllo e la sicurezza sultutto il territorio. Sarebbe molto bellopoter solo stanziare soldi per fare asilisenza che i bambini rischino di saltare suuna bomba mentre vanno a scuola.Invece dovremmo aumentare uomini e ri-sorse per portare a termine la missione e

per consegnare il paese alle sue istitu-zioni. Altrimenti non si onorerebbe ilsacrificio dei nostri morti. �on ti di-fendi da un RPG solo dicendo che haistanziato soldini per opere di bene.Ma perché non si parla abbastanza

del peacekeeping italiano che rap-

presenta un modello vincente delle

nostre Forze Armate?

I nostri militari si contraddistinguonoper un approccio estremamente profes-sionale e nello stesso tempo elasticonegli impegni delle missioni all’estero,e questo è uno dei punti di forza dellenostre partecipazioni.È indubbio che ci siano state molte dif-ficoltà per superare la propagandacattocomunista che per anni ha identi-ficato il militare con l’uomo di destra,il fascista. Oggi, per fortuna, il climaè in parte cambiato, e la gente pianpiano è tornata e guardare con affettole donne e gli uomini in divisa.A proposito delle nostre missioni mi-

litari. Alla luce della caduta del Go-

verno Hariri, ha ancora senso la

nostra presenza in Libano?

Sono stato sempre contrario alla mis-

1311 FEBBRAIO 2011

Il deputato lucano ha affrontato per noi i temi più scottanti di oggi

Page 14: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

San Valentino: amore e dintorni

L’arco ormai è teso: Cupido è pronto a scoccare la fatidica

freccia! Molte ne ha già scagliate: infatti le coppie già con-

solidate si apprestano a vivere il giorno tanto atteso: il giorno

di San Valentino. Una felice ricorrenza che prevede il classico scam-

bio di doni e dolci pensieri, un vademecum che nel tempo è diven-

tato liturgia per ogni innamorato. E già, perché la festa in questione

non è solo dedicata a quanti vivono un’idillica situazione amorosa

ma a quanti sono innamorati e, perché no, innamorati dell’amore!

Dallo scarno bigliettino alla ricca scatola di cioccolatini, dalla clas-

sica fedina al diamante. Ce n’è per tutti i gusti. E per tutte le tasche.

Per i più facoltosi e bizzarri, internet offre soluzioni davvero avvin-

centi: acquistare una stella nel firmamento e darle il nome della

dolce metà.

Ma ancora: beauty farm e SPA, cena romantica a lume di candela

nel miglior ristorante della città o, per aggiungere una nota di dol-

cezza, concedersi un fine settimana all’insegna del relax e delle ef-

fusioni. Peccato che quest’anno cada giusto di lunedì.

Un giorno romantico che ha un suo rituale e un suo stile. San Va-

lentino impone eleganza: in fondo è anche il linguaggio del corpo

che veicola e sublima emozionanti messaggi d’amore e di seduzione.

Presi d’assedio i negozi di lingerie: castiganti corpetti per lei, per

far girare la testa anche all’uomo più morigerato. Boxer neri o dise-

gnati per lui, per coppie alla ricerca dell’ironia e delle sorprese.

Ci sono coppie, poi, che sono ormai svincolate da questi che consi-

derano cliché: in fondo l’amore è uno stato d’animo che dovrebbe

coinvolgerci sempre e non in sparute occasioni. In ogni caso diverso

il punto di vista femminile da quello maschile: gentildonna lei, bruto

lui.

Speriamo che quest’anno dimentichi questa stupida festa, afferma

lui, che non capiti di domenica guastandomi l’estatica visione della

mia squadra del cuore e che non mi chieda come mai non le abbia

scritto una lettera romantica. Speriamo che non mi riempia di coc-

cole ma solo di cioccolatini e che non venga a trovarmi a casa se

non indossa calze autoreggenti e guepiere.

Speriamo, afferma lei, che ricordi almeno quest’anno un giorno così

romantico, che mi porti a cena fuori, che mi riempia di regali e che

i suoi pensieri siano concentrati su di me e che mi stringa a sé, ma-

gari sul divano… solo per guardare un film strappa lacrime.

Insomma, inconciliabili universi, pianeti che si rincorrono senza mai

collidere. O almeno si spera.

Bisogna, inoltre, ricordare che la festa che ci apprestiamo a celebrare

con grande dovizia non ha soltanto un suo aspetto profano ma è una

mistura di motivi religiosi.

La Chiesa Cattolica venera S.Valentino, detto anche da Terni o da

Interamna, vescovo e martire cristiano. Alcune storie sono narrate

attorno alla figura del venerabile santo: la prima da conto del “gio-

vane” Valentino che, graziato ed "affidato" ad una nobile famiglia,

compie il miracolo di ridare la vista alla figlia cieca del suo "carce-

riere", Asterius: Valentino, quando stava per essere decapitato, te-

neramente legato alla giovane, la salutò con un messaggio d'addio

che si chiudeva con le parole: dal tuo Valentino.... Un'altra, ancora,

racconta di come un giorno il vescovo, passeggiando, vide due gio-

vani che stavano litigando ed andò loro incontro porgendo una rosa

e invitandoli a tenerla unita nelle loro mani: i giovani si allontana-

rono riconciliati. Addirittura si dice che il santo sia riuscito ad ispi-

rare amore ai due giovani facendo volare intorno a loro numerose

coppie di piccioni che si scambiavano dolci effusioni di affetto; da

questo episodio si crede possa derivare anche la diffusione del-

l'espressione piccioncini.

Simona Marganella

Per il giorno degli innamorati, il classico dono, dolci pensieri

ed un vademecum diventata ormai liturgia per la dolce metà

1411 FEBBRAIO 2011

Page 15: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED
Page 16: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

Si riscopre la bellezza delle mode retrò: abiti, pezzi d’arredamento

ed accessori vintage tornano a far tendenzaI mitici

anni ‘60

Sono trascorsi 51 anni,

ma i mitici anni “60”

sembrano non essere

invecchiati. Cambiamenti ed

innovazioni, hanno travolto

la generazione dell’epoca,

trascinandosi fino ai giorni

nostri. Il cinema, la moda, la

politica, tutto faceva notizia

e soprattutto novità. Beat

generation e la pop music

appassionavano i giovani,

sempre più trasgressivi e ri-

belli. Le famiglie nel frat-

tempo accoglievano nelle

loro case una nuova arrivata:

la televisione. La piccola scatola

allietava grandi e piccini con il

famosissimo “Carosello”, che

divertiva con gli sketch comici e

faceva propaganda dei prodotti

sul mercato. Non è mancato il

dissenso politico del popolo, ce-

lebre per le rivolte del ‘68. Ma

degli anni d’oro è giusto ricor-

dare il meglio, quello che ancora

oggi si apprezza e talvolta si

rimpiange nostalgicamente. Le

donne riscattavano la loro fem-

minilità con minigonne da urlo e

bikini mozzafiato, mentre gli uo-

mini sfoggiavano pantaloni a

zampa d’elefante e brillantina. A

bordo di una Vespa o di una 500

si sfrecciava per le strade e ci si

divertiva ballando un twist o

ascoltando i Beatles. Non si pos-

sono dimenticare i capolavori ci-

nematografici realizzati da

Federico Fellini, che inaugurava

la stagione della “Dolce Vita”. A

distanza di diversi anni, il pas-

sato torna prepotentemente ad

influenzare le abitudini di vita e

le tendenze delle nuove genera-

zioni. Alla ricerca di monili e

chincaglierie datate, gruppi di

appassionati rievocano lo stile

“Vintage”. Scoppia la moda dei

mercatini dell’usato, dove è

possibile trovare gli oggetti che

conservano tutto il fascino e la

funzionalità dell’epoca. Anche

i grandi stilisti rispolverano gli

album e riportano sulle passe-

relle gli indumenti “cult”. Mi-

nigonne, occhialoni da sole,

grandi borse e zeppe affasci-

nano le donne del nuovo mil-

lennio, che volentieri si

concedono alla magia del retrò.

Anche i maschietti si lasciano

capitolare dal richiamo dei

tempi mitici. Automobili, moto-

cicli divengono must di ten-

denza accanto ai dischi di vinile

e alle collezioni di fumetti.

Pezzi di valore inestimabile ac-

cecano i più accaniti appassio-

nati, disposti ad ogni cifra pur

di accaparrarsi un monile

unico. Il passato, dunque, torna

a far breccia nel cuore di tanti e

con esso gli oggetti della tradi-

zione. Travolti dalla riproposi-

zione in chiave moderna dello

style anni 60, i nuovi designer

mettono sul mercato merce a costi

accessibili e di buona manifattura.

Guadagno certo e visibilità garan-

tita a chiunque voglia rimanere al

passo con i tempi, non rinun-

ciando al “vecchio” che fa cool.

16

Agnese Albini

11 FEBBRAIO 2011

Page 17: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

necessità di individuare altre di-

scariche per fronteggiare l’emer-

genza rifiuti nel napoletano, Il

venticinque gennaio, lo stesso

governo, trasforma in legge dello

Stato quel decreto rifiuti che,

cancellando le tre discariche pre-

cedentemente individuate per

fronteggiare l’emergenza (Cava

Vitiello, Terzigno; Andretta, in

Irpinia; Serre, a Salerno) sanci-

sce il principio che in Campania

non c'è emergenza. Eppure, tre

settimane prima, è proprio Pa-

lazzo Chigi a parlare della neces-

sità di individuare una discarica

capace di accogliere almeno un

milione di rifiuti, per fronteg-

giare la crisi. E’ evidente che a

Roma il governo ha altro a cui

pensare.... probabilmente i di-

scorsi sul bunga bunga risultano

essere molto più interessanti dei

problemi che riguardano il

Paese....

L'ennesima emergenza rifiuti,

che potrebbe essere la più dram-

matica, sembra non toccare più

di tanto i vertici del nostro paese.

E mentre la Sapna, l'ennesima

società sui rifiuti incaricata di

fronteggiare l’emergenza, ha

prodotto per ora solo 800mila

euro di consulenti più altre spese

accessorie e l'aumento del 10 per

cento della tassa sui rifiuti, Na-

poli e la sua provincia sono tra-

volti da questa che ormai non è

più un’emergenza, ma la triste

realtà di tutti i giorni!

Un vicoletto di Chiaia tra-

sformato in discarica, ri-

dotto a letamaio da paese

sottosviluppato, può diventare il

simbolo della continua emer-

genza che sta precipitando su Na-

poli e provincia.

E così, tra cumuli di immondizia

ridotta ormai in poltiglia, tra le

vie della Napoli bene, si leva la

rabbia di cittadini e negozianti.

Bloccano la viabilità, parcheg-

giano le auto di traverso, gridano:

"Basta con questo schifo". Tutto

ciò avviene mentre tre impianti

Stir sono al collasso, la discarica

di Chiaiano rischia la saturazione

e la coda di camion in coda agli

impianti dura una notte intera. E’

la storia che si ripete, ormai ine-

sorabilmente, da un paio di anni

a questa parte. E’ la storia di mal

governo, di inefficienza che ac-

compagna Napoli da almeno

quindici o sedici anni. E’ la storia

che tutti raccontano, ma che ne-

suno vuol sentire. Ci risiamo,

“ma stavolta sarà peggio”, si pas-

sano la voce gli autisti dei camion

fantasma, i Caronte di quell'im-

mondizia che da tre giorni è tor-

nata a vagare per la regione - da

Caivano a Tufino, da Napoli a

Santa Maria Capua Vetere - in at-

tesa di trovare un po di pace.

La città di Napoli già mostra i

segni di 2mila tonnellate di arre-

trato: dalla Riviera di Chiaia al

corso Vittorio Emanuele; da via

Chiatamone a via Foria, nessuna

zona della città viene risparmiata.

Nel sistema incompleto, a rischio

costante di corto circuito com'è

noto, Napoli continua a patire la

mancanza dei siti in cui sversare.

Così il rosario dei 60 autocom-

pattatori della città, in coda agli

stabilimenti ormai al collasso di

Rifiuti, la crisi infinita

A Napoli duemila tonnellate di arretrato.

Cumuli in centro e in provincia, ma il peggio

deve ancora arrivare. La protesta degli abitanti.

Giugliano o Tufino, per i soliti 1500 euro

di spesa al giorno, è destinato ad allun-

garsi. Con l'aggravante che mancano le

prospettive.

Il comune tenta di correre ai ripari indi-

viduando due siti di stoccaggio provvi-

sorio, uno nella zona orientale e l'altro ad

ovest. Nessuna polemica, stavolta, ma

una preoccupazione originata dalla asso-

luta mancanza di prospettive, in carico

alla Provincia di Napoli e alla Regione.

Non a caso tornano le cosiddette "sta-

zioni di trasferenza" dei comuni: il limbo

dell'immondizia che si accatasta in attesa

di giorni migliori, la montagna di sac-

chetti che non si sa dove né quando sarà

sistemata. Un'idea tampone dei tempi

bui, che riporta indietro le lancette di

quasi tre anni, e tuttavia inevitabile se

non si ha altro. Anche la discarica di

Chiaiano è ridotta al lumicino, con capa-

cità di accoglienza decurtata (dalle tradi-

zionali 600-700 tonnellate al giorno si è

passati alle 250 degli ultimi giorni). Né

è ipotizzabile immaginare che, in as-

senza di un ciclo integrato, in mancanza

di impianti di compostaggio e di stabili-

menti di trattamento adeguati, baste-

rebbe un innalzamento della raccolta

differenziata a Napoli - su cui il Comune

promette di intervenire, allargando a

marzo a tutta l'area di Scampia - per ri-

baltare il corso delle cose.

Ma non è solo Napoli ad offrire uno spet-

tacolo pietoso. Anche la provincia torna

a sprofondare nell'immondizia. Prove

tecniche dell'annunciato di primavera.

Nei territori dell'hinterland, l'arretrato ha

già raggiunto quota 8mila tonnellate. A

Melito, i banchi della vergogna misurano

chilometri. Anche a Quarto e nell'area

flegrea alcuni rioni sono già ostaggio

della viabilità "obbligata", quella trac-

ciata dalla mappa dei cumuli da evitare.

Analoga sofferenza nel nolano o nella

zona vesuviana. Difficile nascondere,

alla luce dei fatti, che l'accordo di Capo-

danno si è rivelato un bluff. O solo il le-

gittimo tentativo di ripulire Napoli alla

vigilia dell'ultimo ponte turistico del-

l'Epifania (compresa la visita in città del

presidente della Repubblica Giorgio Na-

politano).

Fatto sta che, trentacinque giorni dopo,

la dichiarazione di impegni firmata il 4

gennaio a Palazzo Chigi alla presenza

del sottosegretario Gianni Letta, del go-

vernatore Caldoro, del presidente Ce-

saro, degli altri vertici delle Province

campane, e del sindaco Iervolino, è carta

straccia. Zero discariche mentre siamo

alle porte della saturazione di Chiaiano,

zero progressi per i termovalorizzatori,

zero idee sui commissari da nominare

per la definizione delle discariche, così

come prevede la legge. Anche perché

non è previsto compenso per questi ul-

timi, e non si intravedono commissari-

missionari sulla via lastricata di

resistenze, guerriglie e scontri di piazza.

Al primo punto, l’accordo siglato all’ini-

zio dell’anno recitava: "Individuazione e

realizzazione di una discarica nella pro-

vincia di Napoli per almeno un milione

di tonnellate e problemi connessi". Ri-

sultato? Il trionfo del paradosso: il quat-

tro gennaio il governo afferma la

Loredana Romanelli

1711 FEBBRAIO 2011

Page 18: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

La lotta dei precaridella scuola

Le graduatorie ad esaurimento dei docenti della scuola pubblica, dove sonoin lista di attesa circa 240 mila supplenti abilitati all'insegnamento, dovrannoessere rinnovate nella prossima primavera e non nel 2012: è questo il parere

espresso dalla V Commissione Bilancio del Senato, a proposito del “congelamento”delle graduatorie dei precari della scuola richiesto da un gruppo di senatori attra-verso l'emendamento 1.129, con cui si chiedeva che le graduatorie ad esaurimentoper il biennio 2009/2010 e 2010/2011 fossero prorogate per l'anno scolastico2011/2012. È questa l’ultima notizia ufficiale datata 4 febbraio che riguarda la sorte di centinaiadi migliaia di docenti che, annualmente, si trovano a dover affrontare ostacoli e dif-ficoltà di carattere burocratico solo per vedersi inseriti in graduatorie e rimanere inattesa di un posto di lavoro. L'invito a mantenere la cadenza biennale delle gradua-torie, come previsto dalla normativa vigente, nasconde dubbi e perplessità. Potrebbea questo punto determinare un vero sconvolgimento delle posizioni degli iscritti:gli spostamenti avverrebbero con il sistema tradizionale così, con il cosiddetto in-serimento a 'pettine', ogni precario manterrebbe il proprio punteggio e avrebbe lapossibilità di spostarsi in qualsiasi provincia a danno di chi ormai da anni si è con-quistato un posto nella graduatoria della propria provincia che gli ha consentito diinsegnare. A questo proposito numerosi sono quei docenti che non gradiscono ilnuovo inserimento a pettine in virtù di quella trasformazione delle Graduatoria Per-manenti in Graduatorie ad Esaurimento, avvenuta con il recepimento nella finan-ziaria della legge 296/2006 nel 2007: le graduatorie furono "chiuse" con l'intenzionedi "esaurirle", ossia assumere in tempi relativamente brevi tutti gli iscritti. Questodeterminò la scelta definitiva della provincia di inclusione, non potendo più cam-biarla. Tale inserimento a pettine non farebbe altro che togliere il posto ad alcuniprecari per attribuirlo ingiustamente ad altri. Una vera e propria guerra tra poveri esolo per vedersi rinnovato un contratto che puntualmente il 30 giugno scadrà nuo-vamente. Nel mese di gennaio una valanga di ricorsi ha sommerso il Ministro del-l’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: i precari della scuola hanno impugnatole risoluzioni dei contratti che regolarmente ogni anno si vedono rinnovare a set-

tembre e sciogliere a giugno e hanno chiesto, come prevede la normativa europea,la conversione del contratto in contratto a tempo indeterminato nonché il pagamentodelle retribuzioni perdute e il risarcimento dei danni patiti. A loro favore una seriedi sentenze tra cui quella del Tribunale di Siena che, in accoglimento del ricorsopresentato da una docente della scuola, ha statuito l’immissione in ruolo, senza con-corso, convertendo il rapporto di lavoro a temine (costituito da una molteplicità dicontratti succedutisi tra il 1999 ed il 2007) in rapporto a tempo indeterminato e con-dannando il MIUR a reinserire la ricorrente nel posto di lavoro per lo svolgimentodelle medesime mansioni, oltre al risarcimento del danno. Una sentenza storica cheapre un ulteriore spiraglio per le centinaia di migliaia di docenti precari che, inattesa che la giustizia faccia il proprio corso, possono solamente sperare di scegliere– se l’apertura delle graduatorie sarà definitivamente confermata - la provincia giu-sta per il prossimo anno scolastico.

Laura Cutullè

Aggiornamento graduatorie

permanenti

1811 FEBBRAIO 2011

Dal genio di un diciannovenne di nome Mark Zuckerberg, nasce Facebook. Mente eccelsa e geniale, elabora nel 2004 una piat-taforma di condivisione, il cui successo avrebbe di lì a poco rivoluzionato il mondo intero. In Italia il boom scoppia solo nel

2008. Una vera e propria droga! Ragazzini, ma anche adulti si lasciano catturare dalla novità. Stando comodamente seduti davantiil pc si può socializzare con perfetti sconosciuti e dare spettacolo della propria vita con foto e video messi in bella mostra sulweb. “Chattare”, “Taggare” i termini che conoscono e condividono i seguaci del social network che ormai si danno appuntamentosu internet per un caffè virtuale. Occorre creare un “profilo” ed il gioco è fatto! Una foto, un nome e si crea un’identità virtualegrazie alla quale si da inizio all’avventura. Odiato e amato, facebook fa parlar di sé. Utile per contattare amicizie perse di vista enecessario anche per accalappiare prede da conquistare. Da inchieste re-centi è stato appurato che una notevole percentuale di relazioni ha comin-

ciato a vacillare a causa del famigerato strumento di aggregazione. Ancorapiù gravi i casi di dipendenza da connessione, definite “Social network ad-diction”. Il soggetto, sente continuamente l’esigenza di controllare il pro-prio profilo e di cercare continuamente nuove amicizie( amico dipendenza).Come tutti i disturbi, anch’esso presenta dei sintomi. I principali: assuefa-zione, astinenza ed impulsi ossessivi. Molti sono concordi nel definirlo ildegrado dei tempi moderni. Induce all’isolamento e alla perdita di contattocon la realtà. Persone sole ed insicure trovano rifugio dietro uno schermodimenticando quanto possa essere piacevole stringere la mano ad una persona e scambiare quattro chiacchiere in un bar. Questocome altri è il frutto del progresso. Come un’arma a doppio taglio si porta dietro benefici e negatività. Consolazione e compagniaper tanti ammalati costretti a letto e distruzione per i ragazzi che fuggono dal mondo, creandosi una dimensione alternativa espesso problematica. Allarmati, i genitori si rivolgono sempre più frequentemente a specialisti con la speranza di rimediare al di-sagio dei propri figli. L’antidoto contro il contagio non esiste, ma la possibilità di raggirarne i pericoli sì. Basta usare con intelli-genza il web e capire quando è il momento giusto per “scollegarsi” e dire basta alla finzione virtuale.

Agnese Albini

FACEBOOK: PERICOLO CONTAGIO!

Page 19: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

• ottenere un risparmio di energia

primaria pari a 55 milioni di tep;

• ridurre le emissioni di CO2 di un

valore pari a 100 milioni di tonnel-

late;

• introdurre nuovi standard proget-

tuali.

La 2006/32/CE (recepita in Italia

dal D.Lgs. 115/2008, che introduce

le UNI TS 11300) ha l'obiettivo di

migliorare l'efficienza degli usi fi-

nali di energia sotto il profilo

costi/benefici negli stati membri, ri-

ducendo i consumi del 9%. Le di-

rettive richiedono agli stati membri

di provvedere affinché gli edifici di

nuova costruzione e quelli esistenti

sottoposti a ristrutturazioni impor-

tanti soddisfino requisiti minimi di

rendimento energetico, monito-

rando “la quantità di energia effet-

tivamente consumata o che si

prevede possa essere necessaria per

soddisfare i vari bisogni connessi

ad un uso standard dell’edificio,

compresi, fra gli altri, il riscalda-

mento e il raffreddamento”. L'At-

testato di Certificazione Energetica

deve essere messo a disposizione in

fase di costruzione, compravendita

o locazione. In esso devono essere

riportati “dati di riferimento che

consentano ai consumatori di valu-

tare e raffrontare il rendimento

energetico dell’edificio” e “racco-

mandazioni per il miglioramento

del rendimento energetico in ter-

mini di costi-benefici”. A livello

nazionale le normative di riferi-

mento sono:

• D.lgs. 192/05, in vigore dal

8/10/2005: "attuazione della Diret-

tiva 2002/91/CE" ;

• D.lgs. 311/06, in vigore dal

2/2/2007: "disposizioni correttive

al D.lgs.192/05";

• DPR 59/09, in vigore dal

25/06/09;

• DPR 158/09 (linee guida nazio-

nali).

In Italia, a decorrere dal 2005, si

deve procedere alla certificazione

energetica degli edifici, introdotta

come principio dalla Legge 10/91,

cosa che anche in Basilicata, è ri-

chiesta, ma che molti ancora non

considerano fondamentale per la

valutazione economica, comples-

siva, di una casa!!!

Uno dei problemi, che

spesso attanaglia molte

case è la muffa che ricopre

le pareti, soprattutto quelle più

fredde e meno coibentate.

Molti cercano dei rimedi, come ad

esempio fare dei fori dal diametro

80/100 ai cassonetti delle tapparelle

e poi coprirli con delle griglie (come

quelle usate per i fori del gas), chi

può economicamente, ed è proprie-

tario di casa sua, può usare dei pan-

nelli di coibentazione (cosiddetto

sistema a cappotto delle pareti inte-

ressate - interno e/o esterno).

Un importante sistema è quello di

far arieggiare le stanze il più possi-

bile, anche con il freddo, ed evitare

di far arrivare la temperatura interna

a 25 gradi. Sarà anche importante

trattare le mura (impregnate di

muffa) con idropitture assoluta-

mente a base calce (quindi anti-

muffa) usare (se la cosa persiste)

una pittura termica (molto efficace)

reperibile in qualsiasi colorificio

(questo per chi non può spendere

soldi al cappotto, o per mancanza di

spazio che richiederebbe il cap-

potto). Prima di procedere con que-

sti interventi è necessario rimuovere

la muffa con uno straccio bagnato

con acqua e candeggina, senza in-

zuppare troppo il muro (MAI

ASCIUTTO, ALTRIMENTI LA

MUFFA SI DIFFONDE IN

TUTTO L’AMBIENTE).

Il problema della muffa lo riscon-

triamo in case, per la maggior parte

di vecchia costruzione, ma anche in

nuove abitazioni, dove la coibenta-

zione è stata fatta in parte o in modo

del tutto mediocre. Importante, nelle

nuove costruzione è quello di un

buon isolamento, anche dei ponti

termici, dove in molti casi non viene

considerato dalla maggior parte

delle imprese costruttrici, che cer-

cano di risparmiare sui costi dei ma-

teriali.

Tutto ciò vale se parliamo di con-

densa, e non di infiltrazioni che

vanno (queste ultime) prima riparate

dall'esterno, e che comunque recano

danni anche alla struttura

Un importante allarmismo, per

quanto riguarda la muffa è che fa

male (specie ai bimbi ed agli an-

ziani,) soprattutto se le mura sono

ricoperti da carte o da stoffe.

Difendersidalla muffaUn importante sistema è quello di far arieggiare

le stanze il più possibile

Di particolare importanza è anche il pro-

blema dell’umidità che risale dalle fonda-

menta delle abitazioni. A causa della

capillarità, l'umidità risale dalle fondamenta

e si manifesta nella zona bassa delle mura-

ture. Il grado di risalita dell'umidità dipende

dalla presenza di acqua nel sottosuolo, dalla

porosità e capacità assorbente dei materiali

da costruzione e dai fenomeni atmosferici e

stagionali, per cui l'altezza dell'umidità può

aumentare nei mesi freddi o piovosi, a causa

della mancata evaporazione.

Avete mai osservato una spugna che as-

sorbe dell'acqua? Lo stesso principio vale

per i vari materiali da costruzione. La diffu-

sione dell'acqua all'interno dei materiali da

costruzione viene favorita da una particolare

caratteristica di ciascun materiale, definita

come "porosità". La porosità indica, in altre

parole, la predisposizione di un materiale ad

assorbire l'acqua che riesce a spostarsi al suo

interno attraverso un fenomeno fisico cono-

sciuto come "capillarità". Il diametro dei ca-

pillari svolge un ruolo importante per la

risalita del liquido: ai capillari più sottili cor-

risponderà una maggiore risalita e vice-

versa.

Si possono notare chiaramente nelle mura-

ture degli aloni di umidità di altezza varia-

bile, da pochi centimetri ad alcuni metri,

con conseguente degrado e danni agli into-

naci e alle murature stesse, sia all'interno

che all'esterno. I sali presenti nel terreno e

nel materiale da costruzione, si sciolgono

nell'acqua e salgono, grazie all'effetto capil-

lare, fino alla superficie. Mentre l'acqua

evapora il sale rimane nell'intonaco. Il sale,

una volta cristallizzato, aumenta il suo vo-

lume fino a 12 volte causando una spinta

verso l'intonaco e verso il materiale da co-

struzione. L'intonaco si stacca e cosi’ anche

parte del materiale murario. Con il tempo

poi si arriva ad un degrado e ad un indebo-

limento statico della struttura.

Macchie ed aloni di umidità, presenza di

muffa, intonaco che si sfalda, colore che si

scrosta, efflorescenze saline, mobili e strut-

ture in legno che si rovinano e nei casi peg-

giori il distacco dell'intonaco dovuto dalla

spinta dei sali.

La muffa presente nell'intonaco è un fungo

che si alimenta con l'umidità. Le sue spore

sono nocive e si impregna negli armadi e

nei vestiti. L'eccesso di umidità nell'am-

biente, dovuto alla presenza di un muro

umido e freddo, causa maggior condensa,

soprattutto d'inverno e provoca una generale

situazione ambientale insalubre che può

procurare malesseri, disagi e perfino malat-

tie come raffreddori, sinusiti, mal di gola,

artriti, reumatismi, allergie, ecc.

Oltre al danno materiale delle pareti e dei

mobili, molti costi aumentano anche all’ec-

cessivo consumo del riscaldamento (dovuto

ai muri freddi causa l'evaporazione). Sarà

importante, oltre ad arieggiare i locali delle

abitazioni, anche usare deumidificatori.

Tutti questi problemi, che abbiamo de-

scritto, vanno attribuiti alla poca accortezza

di costruire le abitazioni, da parte delle im-

prese. Per questo motivo, prima di acqui-

stare una casa è importante verificare il

certificato energetico (il certificato energe-

tico è un attestato che consente di compren-

dere come è stato costruito un edificio o un

appartamento sotto il profilo dell’isola-

mento termico e della coibentazione, evi-

denziando il consumo energetico

dell’edificio stesso. Inoltre analizza l'effi-

cienza degli impianti e del sistema di distri-

buzione permettendo di ricavare valori sui

fabbisogni energetici determinati in condi-

zioni standard e di valutare le emissioni di

CO2 nell'ambiente).

Le Direttive Europee 2002/91/CE e

2006/32/CE sono direttive di riferimento in

Europa per la certificazione energetica degli

edifici.

La 2002/91/CE (Energy Performance Buil-

ding Directive) ha i seguenti obiettivi:

• diminuire del 22% i consumi energetici

comunitari entro il 2010;

TrenoRocky

1911 FEBBRAIO 2011

La muffa èquel

fastidiososenso

di umidoche si

avverte tipicamente

nelle cantine

Page 20: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

Un solo album straniero nella top ten italianaAgli italiani piace il made in Italy. Un dato che emergedalle vendite: un solo album straniero (''21'' della lon-dinese Adele), compare nei primi dieci titoli della clas-sifica. Cosi' come nel cinema anche la musica stavivendo un momento d'oro nonostante la discografiasia in crisi. I piu' venduti? Jovanotti, Gianna Nannini eNegramaro. La classifica dei dischi piu' venduti. 1.ORA, JOVANOTTI, UNIVERSAL UNIVERSAL MUSIC. 2.IO E TE, GIANNA NANNINI, RCA SONY. 3. CASA 69,NEGRAMARO, SUGAR WMI. 4. ARRIVEDERCI, MO-STRO!, LIGABUE, WARNER BROS WMI. 5. RE MATTOLIVE, MARCO MENGONI, RCA SONY. 6. IL MONDO INUN SECONDO, ALESSANDRA AMOROSO, EPICSONY. 7. 21, ADELE, XL RECORDINGS SELF. 8. CHO-CABECK, ZUCCHERO, UNIVERSAL UNIVERSALMUSIC. 9. INASPETTATA, BIAGIO ANTONACCI, IRISSONY. 10. TORNO A CASA A PIEDI, CRISTINA DONA',CAPITOL EMI.

Tamara Drewe - Tradimenti all'inglese

Il ritorno della nuova Tamara nella casa di

campagna in cui ha trascorso l'infanzia

Regia di Stephen Frears. Con Gemma Ar-

terton, Roger Allam, Bill Camp, Dominic

Cooper, Luke Evans. continua» Genere

Commedia, produzione Gran Bretagna,

2010. Durata 111 minuti circa. Da merco-

ledì 5 gennaio 2011 al cinema e in pro-

grammazione in 13 sale

cinematografiche.

Tamara Drewe torna alla casa di campa-

gna dove ha trascorso l'infanzia, in se-

guito alla morte della madre. Ha un nuovo

naso, una rubrica su un quotidiano di

Londra e un paio di gambe che non

passano inosservate. Alle loro pendici

cadono presto l'ex fidanzatino Andy,

ora tuttofare presso un ameno ritiro

per scrittori in cerca di calma e ispira-

zione, il famoso romanziere Nicholas

Hardiment, che gestisce il suddetto

posto con l'aiuto della moglie Beth, e

la rockstar Ben Sergeant, che per Tam

si trattiene in quel luogo ben oltre il

tempo previsto per il concerto. A muo-

vere le file tragicomiche del teatrino

che da queste premesse si dipana,

sono due ragazzine del luogo, Casey e

Jody, rese folli dalla noia e dal fanati-

smo nei confronti del batterista.

PROGRAMMAZIONE CINEMATOGRAFICA MULTISALA DUE TORRI

20

Into ParadisoAlfonso è uno scienziato napoletano, timido e impac-

ciato, che ha appena perso il lavoro. Gayan è un affa-

scinante ex campione di cricket srilankese che non ha

più un soldo, è appena arrivato a Napoli ed è convinto

di trovare il Paradiso. Alfonso ha passato tutta la vita

a studiare la migrazione delle cellule e a guardare te-

lenovelas con la madre. Gayan ha viaggiato, ha cono-

sciuto fama, gloria e denaro. Cosa c’entrano questi

due uomini l’uno con l’altro? Com’è possibile che due

persone tanto diverse vengano a contatto e le rispet-

tive vite si leghino in modo indissolubile l’una all’al-

tra? In una Napoli multietnica, s’intrecciano i destini

di Alfonso e Gayan, che si ritrovano a condividere gio-

coforza una catapecchia eretta abusivamente su un

tetto di un palazzo nel cuore del quartiere srilankese

della città.

11 FEBBRAIO 2011

Page 21: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

alla fine la Musica è questo, unire tantepersone diverse sotto un unico comunedenominatore.

Uno su mille ce la fa

Quanto tempo al giorno dedichi

alla Musica?

Si può dire che dedico alla Mu-sica 24 ore al giorno! Appena hola possibilità di studiare, provaree cantare, lo faccio.La mattina, quando mi sveglio, ilmio primo pensiero va alla Mu-sica. Inizio a studiare e a provarei miei pezzi e vado avanti per ore.Qual è stato il tuo percorso fino

ad oggi?

Ho sempre avuto lapassione per la Mu-sica, sin da quandoero molto pic-cola.A 17 anni hodeciso di ini-ziare a stu-diare, cosìmi sonoiscritta ad unascuola di Po-tenza, che ho fre-quentato fino all’età di21 anni. Per un biennio ho frequentatoanche il conservatorio di Potenzastudiando canto lirico.Lo scorso anno, la Regione Basi-licata ha messo a disposizionedelle borse di studio per 40 musi-cisti lucani. Dopo aver sostenutoun’audizione insieme ad altri 90giovani, sono riuscita ad acce-dere al Centro Europeo di Tosco-lano di Mogol. Lì ho seguito uncorso intensivo durato 3 mesi emi sono diplomata nella classe“interpreti”.Per me è stata un’esperienzamolto importante, perché mi hapermesso di confrontarmi e mi hadato la possibilità di far ascoltarealcuni miei pezzi inediti a Mogol.Contemporaneamente ho semprelavorato come cantante, ho fattopianobar nei locali e feste dipiazza, e ho collaborato con al-cune radio locali.Com’è nata l’idea di un album?

Fin da piccola scrivo testi e poe-sie, generalmente in inglese, daun paio d’anni scrivo canzoni.Ho sempre amato la Musica

“nera”, mi piaceva l’idea di un progettosoul realizzato da un musicista lucano,che avesse respiro nazionale e interna-zionale, e non rimanesse chiuso all’in-terno dei confini della regione.Grazie al mio percorso di studi e alle col-laborazioni lavorative, ho avuto la pos-sibilità di conoscere numerosi musicistilucani abbastanza conosciuti e moltobravi che, dopo aver ascoltato alcuni dei

miei pezzi, si sono offerti di aiutarmicon gli arrangiamenti e con

le registrazioni in stu-dio.

Ciò che mi preoc-cupa non è la

fase di realiz-zazione, ma

quello cheverrà dopo,

cioè il lan-cio e la distri-

b u z i o n e .A t t u a l m e n t e

non ho nessuna eti-chetta, l’album saràcompletamente auto-

prodotto.Come vengono fuori i tuoi pezzi?

Ascolto molta Musica, soprattutto stra-niera. Attualmente apprezzo molto can-tanti come Alicia Keys, Adele, ArethaFranklin e Caro Emerald. Prendo spuntoda ciò che ascolto, cerco di mescolarestili per individuare il mio.I testi vengono fuori dalle mie esperienzequotidiane, spesso mi servono per direciò che non riesco ad esprimere a parole.Uno dei brani che ho recentemente regi-strato in studio è dedicato a mio padre,è una sorta di lettera che contiene tuttociò che non gli ho mai detto.Ho intenzione di inserire circa 6-7 braninel primo album, per capire quale saràla risposta della gente.Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Certamente tra i progetti per il prossimofuturo c’è quello di completare la realiz-zazione del mio primo album.Attualmente sto continuando a studiarecome autodidatta, ma non basta. Mi piacerebbe riuscire ad accedere alConservatorio Santa Cecilia di Roma ediplomarmi lì in Canto Jazz. Se non do-vessi riuscirci, cercherò comunque diproseguire gli studi presso qualche

Giusi Santopietro

Manuela Montesano ci racconta la sua esperienza,

difficoltà, tanto studio e il progetto di un disco soul

21

11 FEBBRAIO 2011

scuola privata come il C.P.M. diMilano o il Saint Louis di Roma. Ovviamente, tra i progetti a lungotermine c’è quello di continuare laprofessione di cantante e inter-prete, e di continuare a studiare,sempre.Quello che ho scelto è uno tra imestieri più difficili, perché sonomolto più numerosi i casi di scon-fitta che quelli di successo. Per an-dare avanti sono indispensabiliimpegno, studio e tantissima dedi-zione.Come vedi il tuo futuro da musi-

cista?

�on roseo, sicuramente. Il principale ostacolo qui in Basi-licata è che quella del musicistanon viene considerata una profes-sione, al massimo una passione. Sipensa alla Musica, e alle Arti ingenerale, come attività secondarie,hobby, ma non si crede che pos-sano essere un vero e proprio me-stiere. E il cantante, nellospecifico, viene considerato comeil musicista più ignorante, e non sitiene conto del fatto che tanti can-tanti conoscono la musica, la leg-gono, e che dietro l’intonazionedelle note ci sono studio ed impe-gno.Emergere è dura, perché, nono-stante ciò, sono tantissimi i talentilucani, quasi tutti sconosciuti.Spero che la situazione migliori eche riuscirò a trovare il mio spazioqui in Basilicata, ma, se non do-vessi riuscirci, sono disposta a tra-sferirmi, anche all’estero.�onostante le difficoltà, non mi ar-rendo, perché per me la Musicanon rappresenta soltanto una pro-fessione, ma una ragione di vita.Credo che sia l’unica cosa che rie-sce a rendermi davvero felice. Il mio sogno più grande? Salire suun palco e cantare ciò che ho stu-diato per anni. Mi sentirei comple-tamente realizzata se un giornoriuscissi a trovarmi di fronte a cen-tinaia di persone che cantano ciòche ho scritto, lo comprendono elo condividono. La fama e la tele-visione non mi interessano, perché

Page 22: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

Le visioni variopintedi Čiurlionis

Francesco De Luca

Al Palazzo Reale di Milano un’antologica

del grande artista lituano

Mikalojus KonstantinasČiurlionis (Varėna 1875 –Pustelnik 1911) è stato un

grande pittore e musicista lituano; al-l’età di tre anni si trasferisce con la suafamiglia a Druskininkai, dove tra-scorre la sua infanzia. All’età di setteanni impara, per merito del padre mu-sicista, a leggere la musica senza fatica,e intraprende la sua formazione musi-cale al Prince Oginsky’s OrchestraSchool (dal 1882 al 1893), imparandocosì il flauto e altri vari strumenti, perpoi studiare, nei successivi sei annipianoforte e composizione al Conser-vatorio di musica di Varsavia e in que-sto periodo incomincia anche adinteressarsi a scienze naturali, storia eletteratura. Durante la sua permanenzaal conservatorio, compone “De Pro-fundis”, una cantata per coro e orche-stra sinfonica. Nella capitale polacca,scopre ben presto anche il suo forte in-teresse per la pittura e si iscrive, dap-prima al Kauzik’s Drawing School epoi all’Accademia di Arte. Fu moltoimportante, per le sue opere, la nuovavisione che egli sviluppò per la Bibbiae, comunque, per tutte le religioni ingenerale. Ben presto i suoi dipinti ven-gono esposti in importanti mostre, ma,nonostante che la sua popolarità crescaimmediatamente e la sua arte destigrande interesse ed attenzione, nonvede migliorare la sua condizione eco-nomica; questa situazione di quasi in-digenza lo portò ad una crescenteinstabilità mentale che fu causa del suointernamento, nel 1909, in un manico-mio. A ciò si aggiunse, al suo rilascio,anche uno stato di progressivo males-sere fisico che lo portò ad una morteimprovvisa il 10 aprile 1911. Čiurlio-nis è stato un singolare esempio di si-nesteta suono-colore, perché aveva laqualità di riuscire a percepirli contem-poraneamente, come è chiaramentedimostrato dalla sua carriera e dainomi stessi che dava alle sue opere ar-tistiche. Considerato nel suo paese unodei fondatori dell’arte moderna, è pres-sochè sconosciuto nel resto delmondo, a eccezione della Francia chegli ha dedicato nel 2000-2001 alMusée d’Orsay una prima grande re-trospettiva. E’ merito dunque di unaimportante mostra al Palazzo Reale diMilano – la prima in assoluto nel no-stro paese -, curata da Gabriella DiMilia e Osvaldas Daugelis (catalogo

Mazzotta), dieci anni dopo dell’esposizioneparigina, di riproporre questo eccezionale per-sonaggio, esponendo un’ottantina di temperee pastelli su tela o cartoncino del maestro, oltrea trenta acquarelli, chine e disegni, fotografie emolti documenti (tra cui una raccolta di lettereinedite) provenienti da un tempio “segreto”dell’arte moderna, cioè il Museo Nazionale diBelle Arti di Kaunas in Lituania. “Un viaggioesoterico” – questo il titolo della mostra - vienedunque a colmare una lacuna, ma anche a sal-dare un debito verso un artista straordinarioquanto insolito e misterioso per la sua pittura,per la singolarità delle sue visioni, dipinte “fu-riosamente, dimenticando se stesso, senza con-cedersi tregua”. Condensata in soli sette anni(dal 1902 al 1909), la sua opera influenzò moltipittori a lui contemporanei e fu apprezzata daStravinskij e dal Premio Nobel per la letteraturaRomain Rolland, che nel 1930 ammirò le ri-produzioni di suoi quadri sulla rivista russa“Apollon”. A sua volta Kandinskij, colpito daalcuni dipinti di Čiurlionis esposti a San Pie-

troburgo, scrisse nel 1910 all’artista lituano perinvitarlo alla mostra della Nene Künstlerverei-nigung di Monaco, ma la lettera giunse con taleritardo che Čiurlionis perse l’occasione di farsiconoscere al di fuori del suo paese. Spirito so-litario dell’arte, divenne famoso per le sue “vi-sioni d’altri mondi”, che pochi ebbero lafortuna di conoscere prima che venissero final-mente mostrate a Berlino durante il Festivald’autunno del 1979. Un’antologica esclusiva-mente dedicata a Čiurlionis dà finalmente l’op-portunità di conoscere in Italia una personalitàtra le più affascinanti della storia dell’arte, cheprecorre l’astrattismo senza tuttavia poter es-sere interamente collegata ad alcun movimentocontemporaneo. Infatti l’artista lituano, nonidentificandosi con la cultura parigina, portòavanti la tradizione romantica nordica di Ca-spar David Friedrich, anticipando le liriche in-venzioni di Kandinskij, Kupka, Mondrian(nella sua fase iniziale) e altri. Fa dunque partedi una schiera di artisti che, nelle loro visionidell’origine dell’universo, hanno trovato mezzi

espressivi nuovi per trasmettere leemozioni più segrete. Morto a solotrentasei anni, Čiurlionis attraversò lapittura come una luminosa meteora,introducendo quelle tonalità velate eintimamente abbaglianti che secondoil filosofo Rudolf Steiner corrispon-dono alla terza parte costitutiva del-l’uomo e cioè allo spirito. Il densocatalogo della mostra, fondamentaleper l’approfondimento storico-criticodi un artista la cui esperienza si con-sumò in un batter d’occhio, oltre aitesti dei curatori e di Nijolé Adoma-vičiené (già autrice di un’ampia e me-ditata biografia dell’artista),comprende un saggio di Claudio Stri-nati sulla sua musica, oltre a ricchi ap-parati, tra i quali spicca un epistolarioper la prima volta tradotto in italiano.Grande fascino esercitarono in lui leopere di Friedrich, di Max Klinger edi von Stuck, ma la scoperta dell’arteinternazionale non offuscò il suo in-teresse per l’estetica dell’arte popolaredella sua terra, a cui restò sempre for-temente legato (in una lettera al fra-tello Paulius nel 1907 scriveva che ilsuo impegno era quello di “dedicaretutto il lavoro passato e futuro per laLituania”. Le opere che egli realizzòin quei pochi anni sono “fantasie di-pinte” in cui l’artista innalza acropolioniriche su cime alpestri, disseminatorri e rocche immaginarie, ponti e ar-cate, pilastri e gallerie che si snodanocome scale in profondità acquee e incieli rarefatti, fantasiose strutture at-traversate da schiere di angeli. I pochielementi terrestri, disposti nella parteinferiore del quadro, costituiscono inlui punti di riferimento per esaltare lospazio vuoto che si espande magica-mente. Qui, si aggirano personaggisolitari e vascelli fantasmi, sullosfondo di un orizzonte marino o diprofili montani dai contorni incerti,che sconfinano in una lontananza in-finita.

2211 FEBBRAIO 2011

Da sinistra insenso orario:

M. K. Ciurlionis,Juros Sonata

Final, PasaulioSutverimas,

Zodiakas Saulys, nel riquadro

piccolo Preludiodell'Angelo

Page 23: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

2311 FEBBRAIO 2011

Page 24: Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

d’areamediterranea

Al Guggenehim di New York neigiorni scorsi si è aperto uno star-gate, un varco, un confine tre pas-

sato e futuro. Nel presente ci siamo noi.Verso il futuro ci conduce Murdoch. E lofa stravolgendo il mondo dell’informa-zione: il magnate dell’editoria statunitense– che annovera sotto il suo controllo quo-tidiani come Wall Street, New York Post,nonché i britannici Times e Sun, colui cheha subito una battuta d’arresto solo difronte a Pechino e alla sua volontà diesportare nella terra del Sol Levante un ca-nale commerciale in mandarino – ha vo-luto dare prova di prodezzasmaterializzando il suo Daily e riadattarloai mutamenti ormai incombenti impostidalle nuove tecnologie come l’ormai notoiPad. Una tavoletta di colore nero conforma rettangolare, molto piccola si appre-sta a cambiare il nostro modo di accederealle informazioni, ponendosi come una fi-nestra sul mondo. Anzi, contenendolo perintero. Si ma come fa un così piccolo stru-mento, rettangolare per giunta, a conteneretutto il mondo? Ebbene sì: il tablet, questoil vero nome dell’ultima diavoleria parto-rita dall’avanzante ricerca tecnologica, cipermetterà di portare in tasca una sorgentedi informazioni che, di certo, soddisferà lanostra sete di conoscenza rispetto a quantoaccade nel mondo vicino e lontano. Ma,ormai, le distanze non esistono più. Mur-doch ce lo insegna. Qualcosa sta cam-biando. Voi che ne pensate? Chi è oggi ilgiornalista, quell’amico invisibile ma sem-pre presente che ci tiene per mano e ci ac-compagna dappertutto: negli angoli piùreconditi del mondo o sopra le più altevette da cui osservare ogni cosa da una

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Come cambia l’informazione

Anno IV numero 6 - 11 Febbraio 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino

prospettiva diversa? Proviamo a chiederlo adun uomo nelle cui vene scorre un liquido blu.No amici, non è sangue: è inchiostro. Chie-diamolo al Direttore di Terra di Basilicata, An-tonio Savino, che del giornalismo ne ha fattoun modo di vita. È di pochi giorni la notizia della presentazionedel “Daily” per l’iPad. Un’operazione com-merciale o semplicemente una naturale evo-luzione dell’informazione. Cosa possiamopensare?

L’informazione è cambiata molto negli ultimianni, soprattutto nel terzo millennio. Una tra-smutazione da cui ci siamo fatti travolgere.Tutto all’insegna della velocità: oggi deside-riamo essere informati nel modo più velocepossibile e sapere prima di tutti le cose. Untempo l’informazione era metabolizzata intempi diversi, c’era pazienza nell’attendereche le notizie scorressero verso di noi. Oggi,invece, siamo sotto assedio: una morsa che ciconduce a trovare meccanismi sempre più ra-pidi in grado di soddisfare la nostra morbosità.Già la televisione è stata rapidissima di suo:non si fa in tempo ad entrare nella propria abi-tazione che sentiamo la voce del cronista rac-

contarci le ultime vicende. Forse ancora primadi accendere la tv. Un bisogno legato al deside-rio di anticipare i tempi. Ed Internet ha accele-rato ogni cosa. Non contenti ci si affida, tramitesistemi sms, alla agenzie per mettersi a riparoda una mancanza di informazione. Che spessopuò tradursi in vere e proprie ansie e paturnie.La vera rivoluzione è che oggi le agenzie, i tg,li portiamo in tasca. Anzi, abbiamo in tasca pro-prio coloro che ci forniscono le notizie.Com’è cambiata la professione giornalistica?

Radicalmente. Ma questo cambiamento si è re-gistrato quando lo stesso lettore ha mutato i suoigusti e le sue esigenze. Un po’ come dire checambia il menù poiché prima è cambiato ilmodo di mangiare. Il lettore vuole che venganosviscerate le passioni e le emozioni che spessosi è costretti a reprimere: vuole ridere se c’è al-legria, piangere se c’è dolore. Non si ferma al-l’autenticità del protagonista di una vicenda. Vaoltre, a scovare nel suo dolore o nella sua gioia.Forse perché un po’ ci si riconosce in essi. Si èall’accanita ricerca di sensazionalità. Notizie incui non si parli di un cane che morde l’uomo,ma di un uomo che morda il cane. Il lettorevuole e sa essere parte attiva della notizia e, so-

prattutto del mondo. Sa costruire ipo-tesi, sa stanare i colpevoli, sa giungerealla verità. Se non sa farlo ci prova.Carta stampata, radio, giornale, Inter-net. Quali sono, tra questi, i veicoli piùrapidi e immediati?L’informazione maggiormente coin-volgente è quella veicolata dalla radioperché la gran parte delle giornate letrascorriamo in macchina: accendiamola radio e possiamo ascoltare nel corsodi mezz’ora circa tre gr. Quella più im-mediata proviene dalla tv stessa: tuttoè giocato sul terreno della diretta, dellavelocità e della dinamicità. Ogni cosaè detta in tempo reale. Forse ancoraprima che accada. Un ruolo fonda-mentale, poi, è quello delle immaginiche catturano l’attenzione dell’ascol-tatore, lo ammaliano, lo incantano.In un mondo in cui tutto si regge sullasensazionalità, sull’emozione e, adesempio, sulle vivide immagini, avolte crude della realtà, si può dire cheil giornalista rispetti ancora una suaetica e deontologia? A volte si scon-fina, per esempio, nel commento piùche nella mera cronaca o racconto deifatti.Tutto dipende dal giornalista. Primaancora di rispettare norme, codici, re-golamenti si fa riferimento ad un uni-verso interiore di valori. Il giornalistadeve limitarsi solo a raccontare i fatti.I commenti vanno lasciati agli altri.Chi fa commenti e racconta meno ifatti non è un buon giornalista. Non è,come dovrebbe essere, al di sopra delleparti.

Luca Arlotto