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a pagina 5 d’areamediterranea CONCESSIONARIA DI PUBBLICITA’: METIS SRL 0971 22715 CELL. 320 1813033 email: [email protected] Tutti più sobri Anno IV numero 4 - 28 Gennaio 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino I FALSI MORALISTI Adesso a sinistra scoprono la morale. E adesso a sinistra ci si straccia le vesti per- ché a Berlusconi piacciono le donne. Ma facciamo un passo indietro nel tempo, quando tutto questo degrado che viene ur- lato nelle piazze, era esclusivo e vergo- gnoso bagaglio della cultura sessantottesca. Ricordiamo, tanto per rin- frescare la memoria, le battaglie delle donne della sinistra per avere sesso libero; quelle donne che andavano in piazza scan- dalizzate, come “la casta e pura” di estra- zione radicale, che faceva aborti clandestini e fumava canne. Vi ricordate si- curamente “Porci con le ali” il libro-diario sessuo-politico di due adolescenti, prota- gonisti di un romanzo -scritto nel 1976 da Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera- che fece scandalo all’epoca della sua pub- blicazione per il linguaggio triviale ed il contenuto esplicito di situazioni intime. Senza parlare poi dell’informazione di sini- stra, il cui obbiettivo non poteva non por- tare alle offese nei confronti di preti cattolici. Gli insegnamenti di Santoro, Vauro, Floris e Gad Lerner portano a squal- lidi spettacoli come il “ripugnante postri- bolo televisivo”. Quindi, per favore, voi di sinistra, non fate i moralisti zitti e cuccia!

Terra di Basilicata d'areamediterranea SVI.MED

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a pagina 5

d’areamediterranea

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITA’: METIS SRL 0971 22715 CELL. 320 1813033 email: [email protected]

Tutti più sobriAnno IV numero 4 - 28 Gennaio 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino

I FALSI MORALISTI

Adesso a sinistra scoprono la morale. E

adesso a sinistra ci si straccia le vesti per-

ché a Berlusconi piacciono le donne. Ma

facciamo un passo indietro nel tempo,

quando tutto questo degrado che viene ur-

lato nelle piazze, era esclusivo e vergo-

gnoso bagaglio della cultura

sessantottesca. Ricordiamo, tanto per rin-

frescare la memoria, le battaglie delle

donne della sinistra per avere sesso libero;

quelle donne che andavano in piazza scan-

dalizzate, come “la casta e pura” di estra-

zione radicale, che faceva aborti

clandestini e fumava canne. Vi ricordate si-

curamente “Porci con le ali” il libro-diario

sessuo-politico di due adolescenti, prota-

gonisti di un romanzo -scritto nel 1976 da

Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera-

che fece scandalo all’epoca della sua pub-

blicazione per il linguaggio triviale ed il

contenuto esplicito di situazioni intime.

Senza parlare poi dell’informazione di sini-

stra, il cui obbiettivo non poteva non por-

tare alle offese nei confronti di preti

cattolici. Gli insegnamenti di Santoro,

Vauro, Floris e Gad Lerner portano a squal-

lidi spettacoli come il “ripugnante postri-

bolo televisivo”. Quindi, per favore, voi di

sinistra, non fate i moralisti� zitti e cuccia!

Maggiore assistenza al di fuori dei propri confini nazionali

e rimborsi più semplici per le spese sostenute all’estero

28 GENNAIO 2011

Ue, direttivasulla salute

Durante la seduta plenaria

dello scorso 19 gennaio,

i deputati del Parlamento

europeo hanno approvato una

nuova direttiva che ha ad oggetto

i diritti dei pazienti che ricevono

cure in uno Stato membro diverso

dal proprio.

Le disposizioni contenute nei 23

articoli di cui si compone il testo

sono poche ma chiare.

Scopo della direttiva è quello di

definire i diritti di assistenza sani-

taria transfrontaliera validi nel-

l’intero territorio dell’Unione,

così da delineare standard quali-

tativamente elevati e uniformi in

tutti i Paesi membri.

Per rendere possibile ciò, sarà ne-

cessario promuovere la coopera-

zione tra gli Stati, ma, come

affermato nella direttiva stessa,

ciò non dovrà invadere le compe-

tenze nazionali in materia di orga-

nizzazione e prestazioni sanitarie

interne.

La normativa ha ad oggetto tutti i

servizi di assistenza sanitaria,

compresi quelli di prescrizione e

somministrazione di medicinali,

con esclusione delle forme di as-

sistenza di lunga durata, del set-

tore dei trapianti, e delle

campagne di vaccinazioni desti-

nate alle popolazioni di zone geo-

grafiche circoscritte.

Le cure prestate dovranno essere

rispettose degli standard di sicu-

rezza previsti dalla normativa eu-

ropea in materia e conformi alla

legislazione vigente all’interno

del Paese che fornisce l’assistenza

sanitaria.

In tal modo, i pazienti stranieri, a pa-

rità di situazione clinica, avranno gli

stessi diritti e i medesimi trattamenti

dei cittadini dello stato di cura, com-

presi gli onorari da corrispondere.

Al fine di intensificare la coopera-

zione tra gli Stati e per far sì che i di-

ritti affermati possano essere

esercitati in maniera effettiva e con-

sapevole, sarà necessario allestire in

ogni Stato dell’Unione uno o più

punti di contatto nazionali per l’assi-

stenza transfrontaliera, in grado di as-

sistere i pazienti e di facilitare

l’applicazione della normativa. I

punti di contatto, le cui coordinate do-

vranno essere rese pubbliche alla

Commissione europea e ai cittadini,

avranno il compito di fornire tutte le

informazioni relative ai diritti dei pa-

zienti, alle procedure di denuncia, alle

forme di tutela, alle modalità di riso-

luzione delle controversie.

Il Paese membro in cui viene prestata

l’assistenza sanitaria dovrà fare in

modo che l’interessato sia in grado di

compiere scelte informate; affinché

le cure possano avere continuità, ad

ogni paziente dovrà essere fornita

una cartella clinica e garantito l’ac-

cesso alla stessa.

Da parte dello Stato di appartenenza

è previsto il rimborso per le spese

sanitarie, se corrispondenti a tratta-

menti a cui il soggetto avrebbe

avuto diritto se fosse stato curato nel

proprio Paese. Lo Stato di affilia-

zione, inoltre, potrà anche decidere

di rimborsare le spese supplemen-

tari sostenute dal paziente, come

quelle relative al viaggio e all’allog-

gio, o quelle legate a specifiche di-

sabilità, qualora siano

adeguatamente documentate dal-

l’interessato.

L’assistenza sanitaria transfronta-

liera, che deve sempre e comunque

essere rispettosa dei principi fonda-

mentali di non discriminazione e di

libera circolazione, potrà essere

soggetta, in alcuni casi espressa-

mente individuati dalla normativa,

a preventiva autorizzazione da parte del

Paese di appartenenza.

Ciò sarà possibile quando le cure da pre-

stare prevedono il ricovero del paziente

o l’accesso a strutture ed apparecchia-

ture altamente specializzate e costose,

quando il trattamento sanitario potrebbe

esporre il paziente o la popolazione a

specifici rischi, quando il soggetto depu-

tato a prestare assistenza non fornisce

idonee garanzie qualitative.

L’Unione, da parte sua, si impegna a fa-

vorire la cooperazione e la collabora-

zione tra gli Stati membri, in particolare

tra quelli confinanti, ad incentivare lo

scambio di informazioni, a promuovere

la creazione e lo sviluppo di reti di rife-

rimento per tutti i prestatori di assistenza

sanitaria nel territorio europeo, in parti-

colar modo nel settore delle malattie

rare, così da ridurre le distanze tra gli

esperti e favorire la loro interazione.

L’europarlamentare che ha guidato le di-

scussioni in aula, il francese Françoise

Grossetête, considera la normativa un

passo importante che finalmente porterà

chiarezza in un settore che, nonostante

la primaria importanza, è rimasto finora

molto vago ed incerto. In questo modo i

pazienti saranno più consapevoli dei

propri diritti e potranno sentirsi più tu-

telati e non abbandonati a sé stessi.

Il testo, che è frutto di un accordo tra

Parlamento e Consiglio, attende l’appro-

vazione formale di quest’ultimo per es-

sere trasformato in legge e diventare

vincolante per tutti gli Stati membri.

Dalla data di approvazione, ogni Paese

appartenente all’Unione dovrà adeguare

la propria normativa interna entro un ter-

mine di 30 giorni.

Giusi Santopietro

Gli eurodeputati hanno appena approvato la nuova

direttiva sull’assistenza sanitaria transfrontaliera

E' la giusta atmosfera Barnum dove tutti gioiscono. Berlusconi trova l'attuale fase-oltre che legittimamente stimolante- magicamente divertente. Di sicuro, non sarà

stato così nel corso delle recenti incursioni telefoniche dalle parti di Floris e Lerner(quest'ultima, da annali del piccoloschermo). Legittimo impedimento, vi-cende Ruby- Minetti-Macrì, via Olgettina,monito Cei, Marcegaglia, maggioranzaappesa ad un filo, sembrano non scalfire più di tanto la tempra del premier. Almeno. Glichiedono di dimettersi? Liquida Fini, bava alla bocca: sgombra il campo tu piuttosto,poiché occupi la poltrona più alta di Montecitorio grazie alla tua ex coalizione, mentreio sono titolare di un legittimo responso delle urne. Santoro, invece, non può non am-mettere di aver goduto nel mostrare alle telecamere mezzo numero del cellulare di Silvio(il restante era già in circolazione su internet). Per la vendetta, a stretto giro, il Giornaleapre con quelle tonde tonde del conduttore salernitano. �on poteva non mancare Emilio

Fede, comodo sulla graticola di Lucia Annunziata a discettar di cene, dopocene, canzoni,escort, spogliarelli, foto taroccate, Lele Mora e varie (facendo inviperire addirittura ilsuo Capo); così come le sfuriate della ritrovata pasdaran Santanchè (troppo fotocopia

di La Russa quando abbandona le trasmissioni )o oppure l'anticlericalismo immarcescibile del ros-sissimo Vauro, dove anche Benedetto XVI è comel'aceto balsamico, buono per ogni vignetta.

Quanto si sarà divertito poi Augusto Minzolini nell'apprendere che comunque spetta aigiudici- e non ad un direttore di testata- rimettere Tiziana Ferrario in video, dopo tren-t'anni ininterrotti da mezzobusto. L' “insopportabile” Roberto Saviano, al contrario, sce-glie l'allegoria impegnata. La sua freschissima laurea ad honorem in giurisprudenza l'havoluta dedicare ai magistrati milanesi. Gli stessi che indagano su Berlusconi. Il cerchio(circense), lo chiudiamo davvero, anche senza “recordman” Checco Zalone.

SSineLinea

Nicola Melfi

DIVERTIMENTI

2

l'Italia è il quarto paese per dimensione

demografica e che a partire dal 2001

la popolazione italiana ha ripreso a cre-

scere al ritmo di 0,7% l'anno, per ef-

fetto della crescita delle nascite e,

soprattutto, dell'immigrazion. Nel con-

testo europeo, prosegue il documento,

l'Italia fa registrare valori di crescita

naturale più vicini ai Paesi di nuova

adesione all'Unione. Per quanto ri-

guarda la crescita migratoria, l'Italia si

colloca ai primi posti della graduatoria

come forza attrattiva.

Anziani

L’Italia è un paese per vecchi: al primo

gennaio 2010 ci sono 144 anziani ogni

100 giovani; in Europa solo la Germa-

nia presenta un indice di vecchiaia più

accentuato. La regione più anziana è la

Liguria, la più giovane la Campania. Il

rapporto tra popolazione giovane e an-

ziana e popolazione in età attiva supera

il 52% (2009). L'Italia è ai primi posti

nella graduatoria europea. La vita

media degli italiani è di oltre 84 anni

per le donne e di quasi 79 anni per gli

uomini, ai primi posti nell'Unione eu-

ropea.

Italiani pigri ed ignoranti

In Italia nell'arco di un anno meno del

47% degli italiani legge almeno un

libro nel tempo libero. Inoltre, fa sapere

sempre l'Istituto di statistica, poco più

di un italiano su due (55%) legge un

quotidiano almeno una volta a setti-

mana e poco più di uno su cinque uti-

lizza Internet per leggere on-line o

DONNE IN AFFANNO

28 GENNAIO 2011

L'Italia non è un Paese in

salute, e a dimostrarlo

sono le percentuali

sulla disoccupazione riguar-

danti giovani e donne: una

donna su due non ha lavoro

(perché non ha mai lavorato o

perché lo ha perso a causa

della crisi) e ha anche rinun-

ciato a cercarlo; stesso destino

per un giovane su cinque: non

studia e anche ha rinunciato a

cercare un posto di lavoro. E'

la fotografia che descrive come

sta andando il paese, come ri-

sulta da oltre 100 statistiche tra

aspetti demografici ed econo-

mici, culturali e sociali. Si

chiama "Noi Italia" ed è un

dossier curato dall' Istat. In Ita-

lia, quindi, un giovane su cin-

que non studia, nè lavora: i

ragazzi «non più inseriti in un

percorso scolastico-formativo,

ma neppure impegnati in un'at-

tività lavorativa sono poco più

di due milioni, il 21,2% tra i

15-29enni (anno 2009), la

quota più elevata a livello eu-

ropeo». Il tasso di inattività

femminile italiano nel 2009

(48,9%) è stato il secondo più

alto dell'Ue a 27, inferiore solo

a quello di Malta.

�el sud irregolare

un lavoratore su 5

Altra immagine di un paese

che non va, sempre presa dal

rapporto "Noi Italia" . La quota

del sommerso si mantiene ab-

bastanza rilevante, spiega l'Isti-

tuto, confermando il dato del

2007, in lieve calo rispetto al

biennio 2005-2006. La Re-

gione con la quota più alta è la

Calabria (26,6%), mentre

quella con la percentuale più

bassa è l'Emilia Romagna

(8,5%). E’ il Mezzogiorno, in

cui può essere considerato irre-

golare quasi un lavoratore su

cinque che rappresenta, dun-

que, la spina del fianco per

quanto riguarda il lavoro nero.

In calo omicidi, furti e rapine

Con 1,10 omicidi ogni 100

mila abitanti, l'Italia si colloca

al di sotto della media calco-

lata sul complesso dei 27 paesi

Ue, pari a 1,30 omicidi (2008). Il

fenomeno è in continua diminu-

zione: nel 1991 erano 3,38. Nello

stesso anno le rapine sono state

quasi 46 mila, 76,6 ogni 100 mila

abitanti, in calo rispetto all'anno

precedente. Nel contesto del-

l'Unione europea l'Italia si colloca

appena al di sopra della media ge-

nerale. La distribuzione sul territo-

rio nazionale delle rapine è

estremamente disomogenea: la

Campania presenta il livello più

alto (232,9 rapine denunciate per

100 mila abitanti), la Basilicata

quello più basso (9,8 per 100 mila

abitanti). I furti denunciati sono

stati circa 1,3 milioni, pari a

2.327,4 per 100 mila abitanti, in

calo nel 2008 dopo una crescita du-

rata sei anni. Per il complesso dei

furti il Mezzogiorno è caratteriz-

zato da valori costantemente più

bassi rispetto alla media nazionale.

Crescono gli immigrati

La popolazione nel nostro Paese

continua a crescere grazie agli im-

migrati. Lo conferma il rapporto

"Noi Italia", in cui si spiega che i

cittadini stranieri iscritti nelle ana-

grafi dei Comuni italiani all'inizio

del 2010 sono oltre 4,2 milioni, il

7% del totale dei residenti. Ri-

spetto al 2001 sono più che tripli-

cati. Il rapporto Istat dice che con

quasi il 12% dei circa 500 milioni

di abitanti dell'Unione europea,

scaricare giornali, news o ri-

viste.

Il Rapporto “Noi Italia” re-

stituisce dunque l’immagine

di un paese che rispetto alla

media dei paesi europei è an-

cora indietro, un paese sfidu-

ciato (se è vero che i giovano

nulla fanno per migliorare la

propria condizione), un

paese di anziani, in cui per-

sino chi legge un libro o un

quotidiano è una mosca

bianca.... Non sarà il caso di

rivolgere ai nostro politici

(nazionale e regionali) una

sorta di appello? Piuttosto

che preoccuparsi delle feste

ad Arcore e delle prostitute

del premier, non è forse il

caso di dare uno sguardo a

quel che accade nel mondo

reale?

Direttore Responsabile

A�TO�IO SAVI�O

Direttore Politico

SARO ZAPPACOSTA

Redattori

Agnese AlbiniLuca Arlotto

Danilo ChiaradiaLaura CutullèSerena Danese

Michela Di PalmaSimona MarganellaLoredana Romanelli

Giusi Santopietro

Impaginazione &Grafica

Francesco Pietro Falotico

Stampa

Martano Editrice Modugno (BA)

Reg. Trib. Potenza �°375del 24 04 2008

Direttore Editoriale

Emilio D’AndreaSVI.MED.

associazione onlus per lo sviluppo

sostenibile del mediterraneo

Concessionaria Pubblicitaria

METIS srl

Contatti

[email protected]. 0971 22715

d’areamediterranea

Loredana Romanelli

3

Il tasso di inattività femminile

italiano nel 2009 è stato

il secondo più alto dell'Ue

28 GENNAIO 2011

Una finestrasui Paesi vicini

Cipro: la pace tra Greci

e Turchi forse è vicina

Potrebbero presto giungere ad

una svolta decisiva i negoziati

tra la parte settentrionale,

turca, e quella meridionale,

greca, per la riunificazione di

Cipro, dopo la divisione avve-

nuta nel 1974.

Il prossimo 26 gennaio, infatti,

il segretario generale delle Na-

zioni Unite, Ban Ki-Moon, in-

contrerà a Ginevra i presidenti

delle due repubbliche, Dimitris

Christofias per la parte greca e

Derviş Eroğlu per quella turca.

Un primo incontro tra i tre per-

sonaggi è già avvenuto lo

scorso 18 novembre, pertanto,

l’auspicio è quello che entro il

26 gennaio i due presidenti ci-

prioti individuino soluzioni di

compromesso per poter av-

viare in tempi brevi le trattative

che porteranno all’effettiva riu-

nificazione delle due parti

dell’isola.

Tra i principali motivi di sfidu-

cia espressi dall’opinione pub-

blica cipriota sull’esito

dell’imminente incontro a tre

c’è la reciproca sfiducia tra le

due etnie. Sia i turchi che i

greci, infatti, sono convinti che

l’altra parte non accetterà i

compromessi necessari per

giungere ad un accordo, o che,

una volta raggiunto, lo stesso

non verrà rispettato.

Sembra di essere in uno scena-

rio d’altri tempi, invece ancora

oggi, nel 2011, l’isoletta euro-

pea è attraversata da una barriera di

reticolato che impedisce la libera cir-

colazione. Ma la distanza tra la parte

greca e quella turca non è soltanto di

natura fisica, anche il gap economico

tra le due repubbliche è di propor-

zioni tutt’altro che trascurabili.

Mentre i greco-ciprioti rivendicano le

abitazioni che sono state strappate

loro dall’intervento militare turco del

1974, i turco-ciprioti, il cui territorio

è riconosciuto ufficialmente solo dal

governo di Ankara, lamentano la pro-

pria condizione di isolamento politico

e commerciale.

Altro importante segno di una possi-

bile apertura verso la riunificazione è

il recente accordo tra le autorità delle

due parti della capitale, Nicosia, per

la costruzione di un unico impianto di

depurazione che serva l’intera città,

grazie a finanziamenti dell’UE e sotto

la supervisione dell’Onu. La conclu-

sione dei lavori per la realizzazione

dell’impianto è prevista per il 2012.

Spagna: la televisione pubblica

dice no alle Corride

E’ di pochi giorni fa la notizia annun-

ciata dalla televisione pubblica spa-

gnola, la Rtve, di voler eliminare dal

proprio palinsesto gli spettacoli più

caratteristici della nazione iberica: le

corride. La decisione non giunge iso-

lata. Dal prossimo anno, infatti, le esi-

bizioni con tori e matador saranno

banditi dal territorio della Catalogna,

come ha annunciato il governo auto-

nomo della regione.

A motivare la scelta della tv spagnola

la volontà di non turbare gli spettatori

più giovani con scene di violenza nei

confronti degli animali. Le corride,

infatti, vengono trasmesse general-

mente in fasce orarie protette.

D’altra parte, già da qualche anno, la

Rtve non trasmette più corride in di-

retta e ha aumentato i programmi in

cui vengono valorizzati altri sport, tra

i quali il calcio.

L’emittente televisiva, tuttavia, ha

sottolineato di non essere contraria

alle corride in via di principio.

Grecia: bond spazzatura

e sfiducia del mercato

Quello attuale non è affatto un pe-

riodo facile per la Repubblica, che,

dopo la gravissima crisi finanziaria

dello scorso anno, continua ad essere

nel mirino delle agenzie di rating di

tutto il mondo.

Nonostante sia stato salvato dai soste-

gno dell’Unione Europea e del Fondo

Monetario Internazionale, il Paese

non ha acquistato la fiducia del mer-

cato.

Dopo Moody’s e Standard & Poor,

anche l’agenzia Fitch ha declassato il

rating greco, bollandolo con il ter-

mine “junk”, ossia “spazzatura”. Lo

sconfortante giudizio della Ficht Ra-

tinge non si ferma qui, in quanto

l’agenzia ha fissato per la Grecia

anche un out look negativo, il che

vuol dire che il Paese, almeno per il

momento, non gode della fiducia del

mercato, e, di conseguenza, si po-

trebbe attendere un declassamento ul-

teriore.

Tale decisione è stata motivata dal

fatto che, nonostante i risultati otte-

nuti grazie all’intervento di UE e FMI

siano stati migliori di quelli attesi, il

pesante debito pubblico rende il

Paese troppo debole e vulnerabile,

quindi poco affidabile sotto il profilo

finanziario.

La strada per riottenere la fiducia dei

mercati è ancora lunga, e tutta in sa-

lita, anche se si prevede, per il 2011,

una lenta ripresa rispetto allo scorso

anno. Secondo alcune stime,

la contrazione dell’economia

ellenica dovrebbe attestarsi in-

torno al -3% rispetto al -4 %

del 2010, mentre il deficit

pubblico dovrebbe scendere

dal 10% all’8% del Pil.

Da parte sua, il Governo

Greco non accetta l’infelice

giudizio delle Agenzie, la cui

assoluta negatività sarebbe

soltanto la dimostrazione che

il sistema di rating a livello eu-

ropeo va rivisto e corretto.

RatingIl rating è un sistema utilizzato

per valutare la rischiosità di ti-

toli obbligazionari ed imprese.

BondTermine inglese che indica le

obbligazioni finanziarie.

OutlookIn ambito finanziario è utiliz-

zato come sinonimo di previ-

sione sull’andamento futuro

del rating, pertanto, può es-

sere positivo, negativo o sta-

bile.

devastano il Paese.

Giu.San.

Tra rivolte e negoziati

il futuro di un’immensa area

4

IL FLAGELLODI DIO

28 GENNAIO 2011

U�A PROLUSIO�E

ILLUMI�ATA

Angelo Bagnasco, Presidente

della Conferenza Episcopale Ita-

liana ovverossia “Il Flagello di

Dio”. La sua prolusione ai lavori

del Consiglio permanente della

CEI, svoltosi ad Ancona, era at-

tesa. E’ arrivata puntuale, illumi-

nata, grandiosa perché

divinamente giusta, e ha lasciato

il segno anzi il sigillo, quello ap-

punto del “Flagello di Dio”. Ec-

covi i passaggi chiave della sua

prolusione: sul disagio morale

che si vive in Italia ha detto che

“la collettività guarda sgomentaagli attori della scena politica”.

Sui conflitti ha ammonito che

“bisogna superare questa fase incui i poteri dello Stato si tendonotranelli”. C’è una deriva, ha pre-

cisato Bagnasco, che trova ori-

gine “da una situazioneall’altra”. E’ l’equilibrio gene-

rale che ne risente e quindi l’in-

vito per risolvere i problemi:

“Occorre fermarsi tutti e farechiarezza nelle sedi appropriatein modo pacato”.�ESSU�A SCOMU�ICA

PER BERLUSCO�I

Divinamente giusta, dicevamo.

Ci sono stati schiaffi per tutti,

come è giusto che sia. Ma chi si

aspettava l’anatema, la scomu-

nica, la spallata a Silvio Berlu-

sconi, è rimasto deluso. Non ha

affatto ignorato il “caso Ruby”,

e ha richiamato la necessità

“della misura, della sobrietà,

della disciplina e dell’onore” che

comporta l’assunzione di un

mandato politico. Ma al tempo

stesso, e qui arriva “lo schiaffo”

alla Magistratura, probabilmente

non previsto dalla sinistra ita-

liana. Angelo Bagnasco ha ricor-

dato che “qualcuno si chiede ache cosa sia dovuta l’ingentemole di indagini”, insomma si è

chiesto perché la Magistratura si

impegni tanto a fondo e con tanta

profusione di mezzi, per inda-

gare sulla vita del Premier. Così

“passando da una situazione ab-norme all’altra”, ha spiegato il

Presidente dei Vescovi, “è l’equi-librio generale che ne risente in

maniera progressiva, nonché l’imma-gine generale del paese”. La collettività

“guarda sgomenta gli attori della scenapubblica, e respira un evidente disagiomorale”.U� VESCOVO

CATTOCOMU�ISTA

Le parole del Presidente della CEI sono

di conforto. Tanto più, quando si ap-

prende dalla stampa che il Vescovo di

Caserta, Monsignor Raffaele Nogaro,

ha stabilito che “il vero cristiano è anti-berlusconiano”. Non solo. Ha affer-

mato “che c’è la chiesa di Ruini eRatzinger, prona al potere berlusco-niano. Dall’altra parte c’è la chiesa diCristo”. Non sappiamo quale sia “l’altra

parte” per il Vescovo di Caserta, perché,

forse, Monsignor Nogaro non ha avuto

il coraggio di specificarlo. Supponiamo,

però, che sia comunista, perché la noti-

zia relativa alla dichiarazione del Ve-

scovo casertano è stata riportata da

Micromega, il vangelo dei comunisti

prima e cattocomunismi poi, che, come

è noto, giudica chi apprezza Berlusconi

come un criminale, mentitore, ladro,

evasore, senza dio a malapena umano.

Questo illustre Vescovo cattocomunista,

però, non è a conoscenza di un episodio

grave, terribile, che i suoi amici giorna-

listi comunisti hanno messo in azione a

livello nazionale memori di quel laici-

smo sfrenato e perfido che la storia

mondiale ci ricorda ogni giorno, e che

certi cattolici da strapazzo preferiscono

ignorare.

SA�TORO E VAURO

GLI “A�TICRISTO”

Infatti, a Monsignor Nogaro è sfuggita

la notizia pubblicata dal quotidiano cat-

tolico “Avvenire” Domenica 23 Gen-

naio 2011 come editoriale in prima

pagina, relativa alla testimonianza di un

prete anticamorra, Don Maurizio Patri-

ciello, parroco di San Paolo Apostolo a

Caivano, nella diocesi di Aversa. Don

Maurizio ha messo in pagina tutto il suo

dolore, prima che la sua indignazione,

per quanto accaduto giovedì dell’altra

“Occorre fermarsi tutti e fare chiarezza

nelle sedi appropriate in modo pacato”

Incredibile posizione del Vescovo di Caserta

settimana, durante la puntata di

“Annozero”, il programma di

Michele Santoro, dedicata inte-

ramente al caso Ruby. Al ter-

mine della trasmissione, e qui

chiediamo l’attenzione dei no-

stri lettori, Vauro ha infatti mo-

strato alle telecamere una

vignetta raffigurante Benedetto

XVI che parla di Berlusconi e

dice: “Se a lui piacciono tantole minorenni, può sempre farsiprete”. Un pesante riferimento

agli scandali sessuali della pedo-

filia. Questo il fatto, che ci pone

nella condizione di chiedere al

Vescovo di Caserta: come giu-

dica la trasmissione dei comuni-

sti Santoro e Vauro? A quale

chiesa, secondo monsignor No-

garo, appartengono gli “anticri-

sto” Santoro e Vauro?

Attendiamo risposta.

DO�

MAURIZIO PATRICIELLO:

EROE DEI �OSTRI GIOR�I

E in attesa che arrivi, espri-

miamo tutta la nostra solidarietà

a Don Maurizio Patriciello, co-

raggioso prete in prima linea, la

cui onestà intellettuale è dimo-

strata in questo brano dal suo ar-

ticolo domenicale. “Sono unprete, non sono un pedofilo” os-

servando come, “per bastonareBerlusconi”, si faccia “ricorsoalla calunnia”, mentre Santoro

e tutti gli altri “ridono”. “Ri-dono di un dramma atroce e diinnocenti violentati. Ridono dime e dei miei confratelli sparsiper il mondo impegnati a por-tare la croce con chi da solonon ce la fa. Ridono sapendoche tanta gente davanti alla te-levisione in quel momento sisente offeso in ciò che ha di piùcaro e soffre. Soffre per ilSanto Padre offeso e perché lamenzogna, che non vuol mo-rire, ancora riesce a trionfare”. GRAZIE A CHI?

Grazie a certi Vescovi, aggiun-

giamo noi, che hanno perso fede

religiosa e orgoglio cristiano, in-

credibilmente, vergognosa-

mente.

Saro Zappacosta

5

(Gianfranco/Bruto), designato allaterza carica della Stato con i soli votidel Centrodestra, potesse divenire ilpiù accanito, bellicoso e visceraleantiberlusconiano, arrivando per-sino a pugnalare alle spalle il suo piùgrande benefattore politico e istitu-zionale (Silvio/Cesare)? Avvisagliein tal senso, comunque, non eranomancate. Basti pensare al giudizio(“Siamo alle comiche finali”) chediede su Berlusconi, quando dal pre-dellino di Piazza San Babila, nel no-vembre 2007, fu annunciata lanascita del Popolo della Libertà,salvo aderirvi in gran fretta un mesedopo, anche se più per opportunismoe convenienza che per sincera con-vinzione, rivendicando il ruolo di co-fondatore e mandando alle ortichesenza troppi ripensamenti anche lapur imposta esperienza di Alleanza�azionale.La sua natura sleale e rancorosa èstata “vomitata” con meschina in-gratitudine nei confronti del Cava-liere, negli esplicativi “fuori onda”dell’ormai famoso convegno di Pe-scara, quando come il più livido deiGiuda ebbe a bisbigliare al magi-strato che gli stava di fianco: “Il con-senso gli ha dato alla testa, gliel’hodetto che i dittatori fanno sempre unabrutta fine….”. Ma oltre a livore, invidia e risenti-mento personale nei confronti delvero leader del Centrodestra, sicura-mente covano altre torbide ed intri-cate motivazioni che prima o poiverranno fuori con tutta la loro deva-stante ed eversiva connotazione.In Lucania il grande tradimento si

è consumato con l’opposizione di

Egidio Digilio, oggi futurista senza

speranze, alla candidatura di

Magdi Allam come leader del Cen-

trodestra alla Presidenza della

Giunta Regionale di Basilicata. Il

tuo pensiero in merito.

Quella fu davvero un’occasione spre-cata che poteva rappresentare seria-mente un nuovo laboratorio di idee euna potenziale e credibile propostadi governo alternativo al Centrosini-stra, ma addossare la colpa ad Egi-dio Digilio significherebbericonoscergli un potere che non ha.Si è solo adeguato, come sempre, aidiktat imposti dal Capo e, soprat-tutto, si è uniformato al coro di veti

28 GENNAIO 2011

Cambiare pellein venti anni

�el maggio del 2005, sei stato,

forse, il primo giornalista ita-

liano a definire Gianfranco Fini

“Lo Spergiuro”, dimostrando,

attraverso un libro, la sconcer-

tante evoluzione politica di un

personaggio che di politico ha

tanto poco quanto niente. Quale

è stata la molla che ti ha spinto

ad affrontare un lavoro critico,

ma denso di verità storiche?

Avrei voluto sbagliarmi, ma lemie modeste benché documentateconsiderazioni si sono rivelate,purtroppo, fondate, veritiere e ri-specchianti totalmente le reali in-tenzioni dell’ex pupillo diAlmirante. La mia, più che un’intuizionegiornalistica, è stata l’amara edolorosa constatazione, sia comeesponente del partito che comediretto testimone di circostanze,fatti e situazioni delle innumere-voli, incongruenti e contradditto-rie prese di posizione diGianfranco Fini. �el corso dei suoi 40 anni di car-rierismo ho avuto modo di perce-pirne insicurezze epressappochismo, insieme a unamalcelata ambizione personalemista a presunzione, alterigia efredda razionalità, che non mihanno mai convinto sulle sue ef-fettive capacità nel rappresentareadeguatamente la leadership delnostro Movimento e succedere aun carismatico trascinatore delcalibro dell’impareggiabile Gior-gio, che pure lo ha collocato allaSegreteria nel fatidico congressodi Sorrento del 1987. Le vicende successive sono note atutti: la svolta di Fiuggi; il ripu-dio del Fascismo e di Mussolini(definito da Fini prima “migliorestatista del secolo” e poi “il maleassoluto”), ma anche la sbriga-tiva archiviazione del Msi e dellamemoria del suo capo storico; lafallimentare esperienza dell’Ele-fantino con Mario Segni alle Eu-ropee del 1999 e, infine,l’infausta scelta nel 2003 di Scan-zano Ionico quale sede per depo-sito e stoccaggio di scorieradioattive, unitamente alla con-comitante, nonché penosa ed ipo-crita visita in Israele, quale ex

fascistello in doppio petto pentito. Evidentemente le ragioni per gridarglitutto il disagio, lo sdegno e il disap-punto avvertiti dalla stragrande mag-gioranza della Destra italiana sonostate molte più di una.La candidatura alla Camera del 1994

e l’elezione in An alle regionali del

1995 sembra che siano bastate a tra-

sformarti, si fa per dire, quasi in pro-

feta biblico, tanto da farti prevedere

già sei anni fa il più grande tradi-

mento della Storia, dopo quello di

Giuda, naturalmente….

La mia lunga militanza nel partito èstata indispensabile per vedere dal didentro il meno nobile rovescio dellamedaglia, che di solito sfugge ai più,ma i comportamenti a dir poco discuti-bili e stravaganti di Fini erano sotto gliocchi di tutti, anche se quasi nessuno sel’è sentita di denunciarli o, ancor peg-gio, contrariarli e combatterli. Si tenga conto che, oltre ad essere l’in-contrastato padre-padrone del partito,Fini rappresentava all’epoca, a torto oa ragione, degnamente o immeritata-mente, per sorte o per ventura, il nu-mero due del Centrodestra, rivestendole prestigiose cariche di Vice Presidentedel Consiglio e Ministro degli Esteri. Chi mai avrebbe avuto l’interesse, laconvenienza, per non dire l’onestà mo-rale e intellettuale o addirittura il co-raggio del cuore e della mente, permettere sotto accusa o soltanto in di-scussione le spericolate acrobazie di unGianfranco, comunque e nonostantetutto, diffusamente indicato come ilsuccessore unico e naturale di Berlu-

sconi? Soltanto pochi irrecuperabili idealisti

ed inguaribili battitori liberi non hannopotuto fare a meno di commentare, sep-pur in isolata solitudine, il prologo diciò che sarebbe divenuto uno dei piùclamorosi ed inspiegabili tradimentidella storia politica repubblicana delnostro Paese.Comunque, è una verità da te prevista

prima di tutti gli altri che “Lo Sper-

giuro”, con il suo tradimento sarebbe

passato dal Governo prima, all’oppo-

sizione dello stesso Governo poi.

In realtà, i continui litigi e gli ininterrottidistinguo all’interno della maggioranzadi Centrodestra, tornata al Governo nel2001, insieme alle sempre più sconcer-tanti prese di distanza di Fini nei con-fronti del Cavaliere, lasciavanopresagire, così come poi è accaduto, lavittoria della pur variegata e multico-lore armata brancaleone del Centrosini-stra, guidata anche nel 2006 come diecianni prima da Romano Prodi.�on hai messo in conto, però, forse

perché davvero imprevedibile, che

“Lo Spergiuro” da circa un anno

avrebbe tramato per giungere alla

classica pugnalata alle spalle come

fautore di un complotto che non ha

precedenti.

Questa era un’ipotesi fuori da ogni pre-visione logica e razionale. Chi maiavrebbe potuto immaginare che, nono-stante la schiacciante vittoria alle poli-tiche del 2008, di ogni altra successivacompetizione elettorale e con un go-verno sostanzialmente in buona salute,il Presidente della Camera dei Deputati

6

“Da alfiere del proporzionale è divenuto paladino di maggiori-

tario e bipolarismo, per poi smaterializzarsi nelle paludose al-

chimie di un tanto superato quanto disomogeneo Terzopolismo”

Saro Zappacosta

28 GENNAIO 2011

incrociati sollevati contro MagdiAllam da altri “emeriti” e piùscaltri personaggi del Pdl lu-cano, sui quali, non manche-remo, spero, di “conversare”nelle prossime occasioni. Ma perun partito che vorrebbe proiet-tarsi al domani (“Futuro e Li-bertà”), appare davvero strano ebizzarro affidare il ruolo impor-tante e innovativo di coordina-tore regionale a un vecchio“fedele guardiano” del passato,in sella alla medesima carica daquasi vent’anni (Msi e An prima,vice nel Pdl poi), nonché duevolte consigliere regionale e at-tualmente Senatore della Repub-blica nominato per graziaricevuta e per i servigi resi.Tutto questo forse solo perchésempre pronto ad eseguire i pe-rentori ed incontrovertibili ordiniromani: aver subito la candida-tura alla Camera di uno scono-sciuto Alessandro Galeazziprima e di un altrettanto ano-nimo Donato Lamorte poi; nonessersi opposto a Fini e Matteoliquando, col loro amico generaleJean, individuarono nella Basili-cata il ricettacolo nazionale dirifiuti tossici e nucleari; non averproposto né reclamato nulla diconcreto alla maggioranza di go-verno di cui faceva parte per unospiraglio di occupazione e svi-luppo in Basilicata, se non lasoppressione dello storico 91°Battaglione Lucania. Ma ancheper aver condiviso in toto e senzaremore tutti gli sbalzi di umore ei radicali camaleontismi del suo“padrone” vita natural durante.Gianfranco Fini, infatti, non soloha sciolto prima l’Msi e poi An,spegnendone definitivamente lafiamma e svendendone il rag-guardevole patrimonio, ma daalfiere del proporzionale è dive-nuto paladino di maggioritario ebipolarismo, per poi smaterializ-zarsi nelle paludose alchimie diun tanto superato quanto diso-mogeneo Terzopolismo; da fir-matario della Bossi-Fini sullalotta all’emigrazione clandestinasi è convertito alla causa per ladrastica riduzione dei tempi utilial riconoscimento della cittadi-

Cinque domande a Emilio D’Andrea

autore del libro “Lo spergiuro”

7

nanza italiana e diritto di voto agli ex-tracomunitari e, infine, da sedicente de-positario dei valori cristiani sullafamiglia e sulla vita si è ritrovato fra ipromotori di nuove regole sulla feconda-zione assistita, sull’eutanasia e su altredelicate questioni di bioetica.Se queste sono le massime espressioni dirappresentanza del nuovo ed ennesimopartito di Fini, è facile ritenere che, consimili logore e superate proposte, la Ba-silicata non potrà avere né Futuro, nétanto meno Libertà. D’altronde prender-sela con Digilio sarebbe come sparareuna cannonata a un moscerino. Ciò che,invece, davvero ripugna ed indigna èl’occupazione abusiva della Presidenzadella Camera da parte di uno spregiudi-cato ed incallito Spergiuro, indegno diquella carica di garanzia e super partes,il cui prestigio e privilegi sono alla mercèdi un infervorato capo cordata (o sotto-capo di Casini e Rutelli), che da mesicontinua a fare politica attiva, propa-ganda spicciola e, soprattutto, a sputarefango e veleno sul governo e sulla stessamaggioranza che a suo tempo in buonafede lo ha eletto.Ma gli italiani e i lucani, per fortuna,

non sono tutti dei compiacenti ed ubbi-dienti “yes-men” e, quando arriverà ilmomento del voto, sapranno risponderea cotanta deprecabile e vergognosa ar-roganza e, come già accadde nel 1979per gli scissionisti di Democrazia �azio-nale, spazzeranno via gli inaffidabili, ivoltagabbana, i traditori e gli sper-giuri…

Come Popolo delle Libertà e come appartenenti al

Centrodestra Italiano in questi ultimi mesi abbiamo

attraversato un periodo difficile – inutile negarlo- ma nes-

suno può accusarci di incoerenza rispetto al patto elet-

torale che abbiamo con chi ha espresso la sua fiducia o

di aver disatteso il programma politico che abbiamo sot-

toposto ai cittadini. Altrettanto non si può dire dei nostri

ex amici di Futuro e Libertà, specie di quelli “nominati”

nelle liste parlamentari, che ora si ritrovano eletti grazie

ai voti del Popolo delle Libertà. Però sentire il già segre-

tario regionale del MSI sen. Digilio parlare di caduta degli steccati ideolo-

gici, sulla vecchia divisione tutta filosofica tra destra e sinistra, tra

democristiani e non, colpisce specie per chi conosce la storia politica del

senatore, sempre a destra, sempre coerente contro un sistema di potere

lucano maldestro, ingiusto e inefficiente rispetto alle tante problematiche

esistenti, almeno fino a ieri. Crediamo che gli amici del FLI non abbiano

superato gli steccati ideologici ma semplicemente fatto un “salto triplo” da

oro olimpico. Il popolo lucano di centrodestra ha bisogno di chiarezza, da

parte del Pdl c’è, siamo opposizione e tale rimaniamo rispettando il ver-

detto delle urne; ora la chiarezza la devono dare i FLI lucani. Per questo

ci aspettiamo che il senatore Digilio ci faccia comprendere, dopo l’incontro

romano del costituendo “Terzo Polo”, la sua posizione politica rispetto alle

questioni regionali che maggiormente interessano gli elettori lucani. Tra-

lasciando il “politichese” ed arrivando al dunque: tra gli alleati del FLI vi

sono l’UDC che ha quale leader il Vice-Presidente della Giunta Agatino

Mancusi e l’API che ha quale coordinatrice regionale l’assessore Wilma

Mazzocco. Digilio, per la sua recente storia di duro oppositore al sistema

di potere lucano che nessuno può contestargli, ora deve spiegare senza

artifici quale sia la sua posizione reale nei confronti della maggioranza di

centrosinistra. Futuro e Libertà continuerà ad avere una politica di centro-

destra alternativa a questo sistema di potere lucano, senza sconti e senza

consociativismo? Oppure farà l’oppositore part time, scegliendo i settori

dove intervenire quali formazione (IdV), Attività Produttive (PD), Opere

Pubbliche (Tecnico) mentre si asterrà sull’agricoltura e sull’ambiente e ter-

ritorio? Prenderà posizioni dure sull’APOF-IL come sempre, mentre sarà

comprensivo verso le vicende dell’Arbea e semmai dell’Alsia, per non dar

troppo fastidio ai nuovi alleati? Il coordinatore regionale del FLI deve

anche chiarire al popolo di centrodestra meglio cosa vuol dire che è caduta

“ la vecchia divisione tutta filosofica tra destra e sinistra”, ossia che posi-

zione ha nei confronti dell’attuale maggioranza di Viale Verrastro: equidi-

stanza reale oppure in prossimità di una competizione elettorale entrare

nel calderone del “Grande Centro Lucano”, ossia quello che ieri ed oggi

“mal governa” e che il Popolo delle Libertà ha controbattuto, al quale si

oppone e sempre si opporrà; per noi gli “steccati” non sono caduti, la coe-

renza politica rimane.

L’imbarazzo per gli Italiani e’ avere un Presidente

della Camera che non perde occasione per at-

taccare il Premier, il Governo ed il Paese". Cosi’ si

e’ espresso Mario Mantovani, Sottosegretario alle

Infrastrutture e dirigente nazionale del Popolo della

Liberta’. "Qualche giorno fa l’On. Casini aveva par-

lato di "Repubblica dei videomessaggi" in relazione

all’iniziativa del Premier di avvalersi di tale stru-

mento di comunicazione. Non c’e’ nulla di strano:

Silvio Berlusconi infatti da sempre si rivolge cosi’ ai propri sostenitori e

Promotori della Liberta’. In questo senso vorrei pero’ ricordare che solo

pochi mesi fa l’On. Fini preferi’ consegnare ad un videomessaggio la

propria versione dei fatti sulla famosa casa di Montecarlo, evitando cosi’

le scomode domande dei giornalisti sulla spinosa questione. Allora il

leader di FLI annuncio’ le dimissioni nel caso di un’identificazione fra

un congiunto e la proprieta’ dell’appartamento. Auspico pertanto che la

magistratura, con la stessa solerzia con cui indaga la vita privata di Sil-

vio Berlusconi, possa aiutare l’On. Fini ad identificare il proprietario del-

l’appartamento di Montecarlo, sciogliendolo cosi’ dall’imbarazzo di

dover essere o Presidente della Camera o capo partito".

MANTOVANI: E’ FINI AD IMBARAZZARE GLI ITALIANI

ROSA: IL TRIPLO SALTO DEI FINIANI

28 GENNAIO 2011

Per guardare oltre

Carissimo Mario, sapevoche avevi la stoffa di unparlamentare agguerrito

al tempo stesso saggio ed equili-brato ma sinceramente non avreimai immaginato che con un colpodi bacchetta magica, tu fossi statocapace di dividere i consiglieri re-gionali di Basilicata in due distintigruppi: i “trasparenti” e i “nontrasparenti”. E’ come se tu, im-provvisamente, avessi deciso dimettere le mani nel pentolonedella Regione e ritirandole, avessipescato con una mano i consiglieripiù cristallini, e con l’altra quellimeno trasparenti, per cui in virtùdi un evidente senso di giustiziapolitica che alberga nel tuo animo,come un giornalista serio e re-sponsabile, li hai sbattuti in primapagina. Proprio così: sbattuti inprima pagina. Solo da te, caroMario Venezia, in virtù della tuaesperienza ventennale o forse più,tra le aule parlamentari e consi-liari, poteva uscire l’idea di chie-dere l’istituzione di unaCommissione speciale d’inchiestasulle assunzioni effettuate dal si-stema regionale negli ultimi ven-t’anni. Sapevi bene che la Regioneè una macchina amministrativache in quarant’anni è diventatauna delle maggiori opportunità dilavoro dell’intera Basilicata. Eche per tanto, in quarant’anni diassunzioni o di concorsi prima opoi ci sarebbe scappato il“morto”. L’hai dichiarato tustesso quando in un’intervista haiaffermato: “E’ giunto il momentodi spezzare il muro di ipocrisia. Inquesta regione i potenti sono sem-pre più potenti e i poveracci sem-pre più poveracci. E solo i figli diquei potenti trovano un “posto alsole” a tutti i livelli, istituzioni,enti ed agenzie. Perché ho chiestouna commissione d’inchiesta?Semplice: per rendere pubblicoun dato di fatto. Qui c’è un re-gime sovietico, tutto è sotto il con-trollo del “partito”, nellafattispecie di Partito Democraticoe di accoliti. Il risultato è una re-gione cloroformizzata, con evi-denti ingiustizie, poiché il poterealimenta ogni forma di clienteli-smo. Al punto tale che anche iconcorsi fanno parte del mecca-

nismo. Ecco il perché della mia richie-sta che alla prova dei fatti avrebbe age-volato anche i consiglieri da millepressioni e richieste quotidiane. Il Par-tito Democratico in qualche modo hariconosciuto la presenza di recluta-menti discutibili, ma poi non ha avutoil coraggio di aprire gli armadi”. Quegliarmadi che tu invece hai aperto, onore-vole Venezia: parlo del calderone delConsiglio Regionale dove la tua propo-sta è stata respinta dai “non traspa-renti”, quei sedici consiglieri presenti inaula del Partito Democratico-…., del-l’Italia dei Valori…., di Sinistra e Li-bertà……..di Io Amo la Lucania,Ernesto �avazio e dei Dec, Roberto Fa-lotico: che da quel voto in poi sarannoguardati come personaggi che nascon-dono qualche cosa: e tu lo sai, non èbello per un consigliere sentire che lapropria coscienza è sporcata da un attoillecito, quale può essere un concorsotruccato o un’assunzione ingiusta. Chese così non fosse, tutti e sedici avrebbero

votato favorevolmente la tua proposta,per presentarsi poi comodamente, comei consiglieri “trasparenti” della Regione.E invece non lo sono, sono altri; quelliche hanno creduto legittima l’iniziativa.Vale a dire i consiglieri dell’opposizionedel Popolo delle Libertà, Mollica del-l’MPA, nonché il consigliere dell’API(che è in giunta con l’assessore Maz-zocco) Alessandro Singetta che ha dirittocome te a tutti gli onori della cronaca peressere firmatario con te, della “propostadecente”. Sai come me che Singetta è unodegli avvocati più noti ed apprezzati diPotenza; credo che con evidente onestàintellettuale che lo caratterizza, diventeràaltrettanto famoso ed apprezzato espo-nente della classe politica dirigenziale.Basta un voto favorevole, a volte, per ac-quisire meriti insperati. Con altrettantaonestà intellettuale debbo dirti che noncondivido quella parte della tua intervi-sta in cui affermi che, “nel ruolo istitu-zionale Viceconte deve spogliarsidell’appartenenza al partito. Del resto

ha già dimostrato di voler aiutarequesta regione facendo arrivare ifondi quando era alle infrastrutture.�on è inciucio, è collaborazione.�on si capisce fino a che punto nevalga la pena se poi quegli interventivanno sprecati”. Giusta la tua difesad’ufficio, vero il fatto che Viceconte hafatto arrivare fondi e che nel ruoloistituzionale egli deve spogliarsidall’appartenenza al partito e ti lasciopassare anche il fatto che il dialogoaperto tra De Filippo ed il Sottosegre-tario Viceconte “non è inciucio, è col-laborazione”. Ma non puoi noncondividere con me che in Lucania c’èun consociativismo grande come unacasa che i parlamentare del PdL nonhanno idee chiare su che cosa è lalotta politica e su che cosa è questacollaborazione tra i vertici dei mas-simi partiti di maggioranza ed oppo-sizione. Sono certo, anzi, che anche tusei consapevole che la corruzione di-lagante in Lucania, trova le sue radiciproprio nella mancanza della linea-rità politica, nella confusione deiruoli, e che sanitopoli, concorsopoli,policoropoli, sono facce della meda-glia del consociativismo, dell’omertà,del silenzio espressione di mancatadenuncia, di una informazione ag-greppiata, appiattita, priva di rea-zione, ma onorata dal coraggio dipochissimi giornalisti che, se uniti,potrebbero creare davvero presuppo-sti per una sollevazione popolare con-tro una classe politica- dimaggioranza e di opposizione – cheha calpestato i valori e gli ideali siadella sinistra che della destra. D’al-tronde, basta dare uno sguardo aquanto è accaduto in questi ultimimesi in Italia ed in Lucania dove av-venturieri, traditori, invidiosi, inca-paci e falliti sembrano trovare forzain un nuovo schieramento politicoparlamentare nella illusione di poteremergere e quindi raggiungere ric-chezza e potere per comprenderequale assurda evoluzione ha subito ilmondo politico lucano e nazionale. Sututto questo non ho dubbi risorta caroMario Venezia. Spero solo di ricevereuna tua risposta che avrebbe per meil valore di un sentimento di conforto.Assistere alla mia età al deprimentespettacolo che ci circonda è vera-mente triste. Con affetto Saro Zappacosta

“...la corruzione dilagante in Lucania, trova le sue radici proprio nella man-

canza della linearità politica, nella confusione dei ruoli, e che sanitopoli,

concorsopoli, policoropoli, sono facce della medaglia del consociativismo...”

Lettera aperta a Mario Venezia

per capire come si esce dalla palude

del centrodestra lucano

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I giovani del PdL insistono sulla Commissione

speciale d’inchiesta sulle assunzioni alla Regione

28 GENNAIO 2011

Chi è senza peccato scaglila prima pietra…. Iosono convinto che in que-

sta Regione tutto viene fatto a re-gola d’arte in termini legislativi”.Con queste parole il PresidenteDe Filippo durante seduta delConsiglio Regionale di martedìscorso ha motivato la bocciaturadella proposta avanzata dalgruppo consiliare Pdl circa l’isti-tuzione una Commissione Spe-ciale d’inchiesta sulle assunzionieffettuate negli ultimi vent’anninella Regione Basilicata, neglienti regionali sub regionali, nelleaziende sanitarie e in tutte le so-cietà partecipate.Il Presidente De Filippo, anche sefa finta di nasconderlo, sa benis-simo che clientelismo e nepoti-smo rappresentano il malemaggiore di cui è affetta la poli-tica lucana.Certo, non sono fenomeni limitatialla realtà regionale; le cronachenazionali sono piene di esempi si-mili a ogni latitudine e con ammi-

nistrazioni di ogni colore politico.Ma in questa terra il clientelismo è diven-tato sistema.�on dimenticherà certo, il nostro Presi-dente, le parole del Sindaco di Potenzanonché suo compagno di partito Vito San-tarsiero, il quale, in un’occasione pub-blica non più tardi di qualche mese fa difronte alle critiche del vescovo di PotenzaMons. Suberbo, dichiarava candidamentecome ormai il sistema lucano imponessespintarelle e facilitazioni.E non saranno certo sfuggite, all’attentoDe Filippo, le polemiche che nelle ultimesettimane hanno acceso le discussioni suisocial network e sulla stampa circa i ri-sultati di alcuni concorsi pubblici in entiregionali, che hanno garantito l’assun-zione a persone dal nome importante, as-sessori vari e collaboratori di ex politicidi grido tutti riferibili alla maggioranzadel Presidente.�on basta certo soffiare sul vento dell’an-tipolitica sventolando una presunta egua-glianza tra tutti i politici lucani, permigliorare la situazione.�onostante i dubbi e le perplessità che ciattanagliano quando guardiamo questi

risultati e questi comportamenti, sal-vando la buona fede di tutti, ieri era stataofferta alla maggioranza politica che go-verna la Basilicata una straordinaria op-portunità politica: la creazione dellacommissione avrebbe sgombrato ilcampo da dubbi e pettegolezzi e sarebbestato un bel segnale per tutta la popola-zione lucana.Ma si può ancora tornare indietro, inse-rire la discussione sulla creazione dellaCommissione nel dibattito dei prossimiConsigli.E l’ottima proposta dei consiglieri delPopolo della Libertà, su idea del Consi-gliere Venezia, è addirittura migliorabile:si potrebbe allargare la Commissioneprevedendo la partecipazione di ufficialidella Guardia di Finanza o dei Carabi-nieri.Pur avendo personalmente molta fiducianell’operato e nell’onesta dei ConsiglieriRegionali (soprattutto quelli del mio par-tito…), così si scongiurerebbe il rischioche l’opinione pubblica pensi che “i con-trollori controllano i controllati” sottra-endo o comunque mitigando il controllopolitico sulla Commissione.

Presidente De Filippo, accetti lanostra proposta.�on sarà certo la soluzione perfermare l’emorragia demograficadella Lucania, ma potrebbe es-sere un bel segnale ai giovani checome noi studiano sperando dipotersi costruire un futuro nellapropria regione,sperando di par-tire con le stesse possibilità di chiha un cognome importante, è unassessore negli enti locali o èstato collaboratore di qualchepolitico.E se boccerà nuovamente le no-stre idee, non si nasconda dietroa un dito o dietro frasi di circo-stanza, ma spieghi politicamentei motivi del suo “�o”.Ci faccia sapere, Presidente.

Canio Sinisi*

*coordinatore regionale Stu-denti per le Libertà

9

L’urlo deisenza lavoro

“Siamo alle comiche finali”,disse Gianfranco Fini al famoso e memorabile

discorso del “Predellino”,quando Silvio Berlusconi fondo’ il PDL,infatti poco

dopo la “comica”entra nel PDL da coonfondatore.Vinte le elezioni

Politiche,si punta su’ di lui come Presidente della Camera.E da li inizia la sua

“conversione sulla via della sinistra”,con critiche al Governo,ma soprattutto

con azioni in malafede tenta di spaccare il PDL.Fa di tutto per uscire dal PDL

,rema contro,battute in combutta con Magistrati schierati contro Berlusconi

e alla fini ci riesce! Siamo alla famosa lite alla direzione Nazionale PDL 22-

Aprile 2010,quando Berlusconi sbugiarda Fini davanti a tutti. E ecco da li ini-

zia la vera “comica”,con Fini Presidente della Camera che fa’ politica

fondando un suo partito, ma guarda un po’, in stile Berlusconi con il suo

nome inciso al centro!,e non finisce qui! Ma alla fondazione del partito a Ba-

stia Umbra, dove sembrava di stare alla fondazione di Forza Italia!Quando

Fini viene tirato in ballo per la famosa casa di Montecarlo,lui che fa’! si di-

fende in un video proprio come fa’ Berlusconi!.Allora sapete che vi dico?

Che alle “comiche finali”ci siamo,ma non per Berlusconi ma solo per te Gian-

franco.

P.S. Chi di Procura ferisce, di cognato perisce!!.

Le comiche finali

troverebbero un impiego fisso gra-

zie al nuovo progetto. Dunque

vantaggi molteplici su più ver-

santi. Oltre allo sconto si potrebbe

pensare di fornire agli automobili-

sti un vantaggio sul costo com-

plessivo del pieno dal benzinaio.

Per tutti i non patentati la possibi-

lità di convertire i 10 euro in de-

naro concreto da spendere presso

i supermercati. Si tratta di ipotesi

di cui si sono fatti portavoce i lea-

der della regione Basilicata e che

allo stato attuale non hanno pro-

dotto ancora svolte concrete. La

speranza è che direttive dagli or-

gani superiore diano il via libero

e pieno consenso all’attuazione

dell’iniziativa. Cambiamento

importante per i lucani, ancora

molto scettici e sfiduciati. Tra

pareri e giudizi disparati non

resta che attendere paziente-

mente qualche novità. Si sa, un

regalo non si rifiuta mai, ancor

di più se si tratta di soldi!

28 GENNAIO 2011

BUONI – BENZINAPER TUTTI

Terra ricchissima di pe-

trolio, la Basilicata ge-

stisce il più grande

giacimento di petrolio e di gas

dell’Europa continentale.

L’area della Val D’Agri lavora

da circa 20 anni su 47 pozzi,

dai quali sono state estratte

solo minime quantità di

grezzo. Potenzialmente si po-

trebbero raccogliere circa 465

milioni di barili. Dati rile-

vanti, necessari per compren-

dere la capacità economica

dell’area lucana. Gli accordi

stipulati dalla regione con

Total, Esso e Shell per i giaci-

menti di Tempa Rossa hanno

prodotto una cifra pari a 33

milioni di euro( scaturiti dalle

royalties del 2009). Perché

non utilizzare questi soldi, di-

stribuendoli come buoni

sconto tra gli oltre 335 mila

patentati lucani? Idea saggia a

cui stanno lavorando i nostri

amministratori. L’idea è quella di as-

segnare 50 euro a tutti i lucani, neo-

nati compresi, sotto forma di buoni

da 10 euro cadauno. A conti fatti, si

è valutato che basterebbero 30 mi-

lioni per rimborsare l’intera popola-

zione e i 3 restanti potrebbero essere

investiti per le spese di distribuzione.

L’onere di occuparsi delle spedizioni

delle card, potrebbe essere affidato a

nuovi giovani impiegati delle poste,

i quali potrebbero cogliere un’oppor-

tunità di lavoro a tempo indetermi-

nato. Più di 100 fortunati postini

C’è chi si prende cura del nostro popolo

e pensa bene di farci un regalo

10

Agnese Albini

28 GENNAIO 2011

UN MERCATOASSURDO

APotenza è difficile, so-

prattutto in questi pe-

riodi, acquistare una

casa, “i prezzi sono assurdi e

pochi possono permettersi il lusso

di affrontare questa spesa!!” La

colpa di tutto ciò è anche delle

Agenzie immobiliari che non

fanno una esatta valutazione degli

immobili. Se date uno sguardo

alle tante inserzioni di case a Po-

tenza, troverete prezzi assurdi (si

vendono a circa 2.000 – 2.500

euro al mq.) e la sorpresa è che

sono in vendita da minimo un

anno! Ma la cosa più strana è che

immobili datati hanno quasi lo

stesso prezzo del nuovo.

Ancora più difficile è acquistare

un terreno per volersi costruire

una casa a immagine e somi-

glianza. E’ difficile perché sono

poche le zone edificabili e per la

maggior parte lo si trova con de-

stinazione agricola. Inoltre, se si

trova un terreno agricolo lo si

paga a circa 7 euro al mq. (prezzo

alquanto alto e assurdo!). Con

l’ipotesi di avere il terreno e si de-

cide di costruire la “sognata

casa”, bisogna seguire un iter bu-

rocratico il più delle volte affan-

noso e stressante. Di seguito

cercheremo di spiegare.

Bisognerà affidarsi ad un tecnico

abilitato che avrà il compito di

realizzare un progetto, sulla base

delle proprie esigenze abitative,

quest’ultimo lo dovrà studiare at-

tentamente e poi redigerlo.

Il Comune di Potenza ha appro-

vato il Regolamento Edilizio il 7

Aprile del 2009 ed entrato in vi-

gore il 16 Maggio 2009. Il tec-

nico, con la planimetria catastale

del lotto, in scala 1:2000 oppure

1:1000, prima di iniziare a fare la

progettazione dovrà informarsi

circa i seguenti dati, indispensa-

bili per l’approvazione:

1) La zona di Piano Regolatore

Generale nella quale ricade il pro-

getto;

2) L’indice di fabbricabilità della

zona (cioè quanti mc puoi co-

struire per ogni mq di lotto);

3) Il Rapporto di copertura (cioè

che percentuale del lotto puoi ri-

coprire: 25%, 30%.. e così via)

4) Le distanze dai confini da ri-

spettare;

5) La distanza dalla strada;

6) L’altezza raggiungibile dal fabbricato

(m 7,50, 10,50… e così via);

7) I vari vincoli cui è sottoposta una

nuova costruzione (Vincolo idrogeolo-

gico, sismico, eventuali pareri del Genio

Civile, vincoli della Soprintendenza alle

Belle Arti, parere igienico sanitario della

ASL di zona, fasce di rispetto stradale,

fasce di rispetto cimiteriali ed altro an-

cora).

Una volta che il tecnico ha tutti questi

dati, contatta il cliente, lo informa di

tutto, gli comunica cosa si può realizzare

nel lotto e poi, cosa importantissima,

ascolta il cliente sulle sue necessità abi-

tative, architettoniche, di disposizione in-

terna e su quanto altro possa dirgli il suo

c o m m i t -

tente relati-

v a m e n t e

alla nuova

casa deside-

rata, realiz-

zabile sulla

base degli

standards e

dei vincoli

che ha veri-

ficato.

Redatto il

progetto e

ottenuto il

nulla osta

del proprie-

tario, il tecnico deve presentare le varie

pratiche, prima al Comune, contempora-

neamente a tutti gli enti preposti per i pa-

reri dovuti o per il solo deposito della

pratica.

Il progetto, dopo una istruttoria da parte

degli Uffici tecnici comunali viene sotto-

posto al parere della Commissione Edili-

zia. La Commissione Edilizia può

approvarlo senza condizioni, oppure con

alcune condizioni o ancora respingerlo

per motivi validi riscontrati. Il progetto,

quindi, dopo l’approvazione comunale e

completo di tutti i pareri necessari, passa

alla fase di rilascio della concessione edi-

lizia.

Se il progetto ricade in zona agricola è

esente da tributi vari, purchè il proprieta-

rio sia un agricoltore diretto ed abbia pre-

sentato un idoneo piano di utilizzazione

aziendale (In poche parole deve dimo-

strare che ha tanto terreno per le colture

richieste e che queste sono esistenti e

producono).

Chi ricade in altre zone urbanistiche

(C.da Rossellino, C.da Serra, C.da

Costa della Gaveta, ect.), è importante

riuscire a formare un Consorzio, dove

il più delle volte non tutti hanno la vo-

glia di buttarsi in questa avventura (per

noi una …. disavventura).

Con la Concessione in mano il pro-

prietario può finalmente pensare ad

iniziare i lavori. Prima però deve pro-

curarsi una ditta di fiducia che gli ri-

metta un preventivo congruo. Il

tecnico, a questo punto, deve redigere

un rendiconto che contenga le quantità

di tutti i lavori necessari per la esecu-

zione della costruzione, nonchè i

prezzi, ed alla fine deve riportare il

probabile costo finale della casa.

Copie del preventivo, naturalmente

prive dei

prezzi, ma

con indicate

le sole

q u a n t i t à

espresse in

metri, metri

q u a d r a t i ,

n u m e r o

ecc. viene

n o r m a l -

mente dato

a varie ditte

conosciute.

Il proprieta-

rio, con il

t e c n i c o ,

esaminano i preventivi presentati dalle

ditte e quindi il proprietario sceglie a

suo insindacabile giudizio la ditta che

gli costruirà la casa.

A questo punto, può avvenire una trat-

tativa fra il proprietario con il suo tec-

nico progettista e la ditta, cioè o

entrambe le parti concordano di appli-

care il preventivo così come presen-

tato, riservandosi di fare tutte le

misurazioni dei lavori realizzati di

volta in volta ed effettuando i paga-

menti a stati di avanzamenti, oppure

viene concordato fra le due parti un

prezzo "A corpo" per la consegna della

casa "chiavi in mano".

Normalmente le ditte accettano la

prima soluzione, in quanto gli errori di

valutazione di un preventivo possono

essere veramente molti.

Trovato l’accordo, il tecnico redige un

Capitolato Speciale di Appalto, che

contiene tutte le indicazioni relative:

alla consegna dei lavori, al tempo con-

cesso per la sua ultimazione, alle

eventuali penali da pagare in caso di

ritardo, all’elenco prezzi unitari da

applicarsi alle misure, (qualora sia

stata scelta la prima soluzione);

inoltre vengono indicati i vari mo-

menti nei quali verranno pagati gli

stati di avanzamento (per esempio

tot. euro al primo solaio, tot. euro

alle murature esterne e così via).

Il capitolato di appalto è un docu-

mento che fra i privati spesso viene

ignorato, e che invece è di primaria

importanza e deve essere redatto

minuziosamente, deve contenere i

riferimenti specifici alle normative,

alle leggi e a quant’altro. Questo

perchè in caso di controversie di-

venta un documento basilare.

Al Capitolato segue un regolare

Contratto di Appalto. Le vigenti

leggi stabiliscono che per una co-

struzione ci vuole un progettista ed

un direttore dei lavori, che natural-

mente devono essere di provata

esperienza e conoscere alla perfe-

zione tutta la materia da seguire..

Il direttore dei lavori deve tenere un

libretto delle misure che aggiorna

continuamente e che serve a salva-

guardare il proprietario, affinchè

non venga mai superato, con gli ac-

conti che questo darà in denaro, il

lavoro effettivamente fatto dalla

ditta.

In conclusione tiriamo le somme di-

cendo che con i prezzi di mercato

che ci sono a Potenza, conviene ac-

quistare, un immobile, a Matera e

perché no, meglio ancora a Roma o

Milano o in cittadine come Modena,

Reggio Emilia, Ferrara, dove c’è

più mercato e sicuramente una qua-

lità della vita superiore a quella del

piccolo capoluogo della Basilicata!

Ma vi siete mai chiesti perché molti

politici e alti burocrati della Basili-

cata hanno acquistato una casa in

altre città come: Roma, Milano, Bo-

logna, ect.? e vi siete mai chiesti:

“Conviene costruire a

Potenza?”Aspettiamo il federalismo

fiscale dove noi potentini paghe-

remo più tasse con servizi da terzo

mondo, rispetto ad altre Città e/o

Regioni….

Come sempre saremo considerati la

Cenerentola di turno, anche in que-

sta occasione!!!!

11

Gli appartamenti sono carissimi, ancora più difficile

è acquistare un terreno per volersi costruire una casa

TrenoRocky

28 GENNAIO 2011

L’alleanza degli Atenei

Segna una nuova significa-

tiva tappa nella sua evolu-

zione il progetto di

aggregazione delle Università del

Sud-Est (Puglia, Basilicata e Mo-

lise) che dallo scorso Settembre

hanno deciso di unirsi in una fede-

razione.

Lunedì scorso a Matera, i membri

del senato accademico dei 6 atenei

hanno avuto un incontro pubblico,

alla presenza di numerose autorità

politiche tra cui il ministro per gli

Affari Regionali, il pugliese Raf-

faele Fitto, ed il sottosegretario

all’Istruzione, il nostro corregio-

nale Guido Viceconte, allo scopo

di esporre il progetto federativo

che presenta da un lato grosse po-

tenzialità ma dall’altro la necessità

di operare ancora una serie di ap-

profondimenti.

Volendo ricostruire il percorso che

ha caratterizzato l’inizio di questa

“avventura”, è necessaria una di-

samina su quanto avvenuto nel-

l’Università italiana negli ultimi

decenni quando, a fronte dell’im-

pegno da parte dello Stato di raf-

forzare la promozione della cultura

e della ricerca, si è assistito alla de-

generazione di un sistema al cui

interno sono spesso proliferati

costi ingiustificabili, non più com-

patibili con le sempre più precarie

condizioni delle pubbliche casse.

L’iter del cosiddetto disegno di legge Gel-

mini, concluso con la sua trasformazione

in legge alla fine dello scorso anno, ha

semplicemente preso atto di questa situa-

zione imponendo delle innovazioni che,

garantendo comunque la distribuzione

delle risorse pubbliche, richiede coerenza

con gli obiettivi e gli indirizzi strategici

per il sistema e le sue componenti (art.1,

comma 5).

Si può pertanto affermare che i rettori

delle Università in questione abbiano de-

ciso di avviare in anticipo, rispetto all’ap-

provazione della legge, un percorso

inedito il cui traguardo dovrà essere rap-

presentato dal consolidamento della rete

universitaria delle 3 regioni interessate

salvaguardando l’attuale offerta formativa

ed ottimizzando, in tutti gli ambiti possi-

bili, l’utilizzo delle risorse destinate dal

governo centrale e da quelli regionali.

In effetti, già con il protocollo concor-

dato nel settembre 2010, alla voce

“obiettivi”, è testualmente riportato che

le Università “si impegnano a realiz-

zare un processo di integrazione fede-

rativa, attraverso forme di

collaborazione in settori strategici

dell’attuale processo di sviluppo del si-

stema universitario lucano-molisano-

pugliese”.

Sulla scorta di questo principio, è en-

trata nel vivo l’attività che dovrà ora

portare alla condivisione dei pro-

grammi di funzionamento dei singoli

atenei che, è il caso di ricordare, regi-

strano un numero di studenti pari a

circa 140.000 unità.

Da parte sua, come hanno confermato

anche gli esponenti presenti a Matera,

il Governo supporterà questa iniziativa,

attraverso l’impiego delle risorse pre-

viste nel piano per il sud che, in uno dei

suoi otto punti, prevede forti investi-

menti su università e ricerca, ciò per

il bene delle giovani generazioni dei

lucani, dei pugliesi e dei molisani.

In particolare, proprio il sottosegre-

tario Viceconte ha ricordato di essere

stato subito entusiasta di questa ini-

ziativa tra Atenei che a suo avviso

porterà ad un processo straordinario

in grado di creare cooperazione e reti

di collaborazione che garantiranno

processi virtuosi e competitivi.

Concludendo, le premesse per otte-

nere un buon risultato sembrano es-

serci tutte. L’auspicio è ora quello di

veder pian piano realizzati gli obiet-

tivi prefissati per fare in modo che il

sistema universitario meridionale

non subisca alcun indebolimento

che, inevitabilmente, lo porterebbe

ad essere etichettato come un appa-

rato di serie B con tutti gli effetti con-

seguenti.

C’è infine da rilevare che anche sul

piano sindacale si è avviata una ini-

ziativa di coordinamento tra le uni-

versità federate. La Cisl, in

particolare, ha approvato un docu-

mento che riportiamo su queste

stesse pagine, nel quale espone il suo

punto di vista sull’intera questione.

12

Francesco Fagella

Le Segreterie provinciali e regionali della Federazione CISL Universitàdi Puglia, Molise e Basilicata si sono riunite a Matera per avviare un

confronto sui temi che riguardano la costituzione della federazione tra leuniversità delle tre regioni meridionali.Durante la riunione, è stato analizzato il protocollo che i rettori dei 6 ate-nei hanno firmato a Bari nello scorso settembre ed è stato convenutoche gli effetti restrittivi che la riforma appena varata dal parlamento ine-vitabilmente produrrà nel contesto di ogni singola istituzione, potrannoessere meglio affrontati se il progetto della federazione saprà coniugarele nuove necessità di bilancio con l’ottimizzazione dei servizi offerti.Da quanto è stato anche ribadito durante l’ultima riunione dei Senati Ac-cademici, si intuisce che il progetto di federazione inciderà sui principalisettori dell'attuale sistema, comportando innovazioni nella ricerca, nelladidattica, nella formazione, nell’internazionalizzazione, nella governancee nella gestione dei servizi con possibili (ma non scontate) ricadute sullamobilità sia del personale che degli studenti. Le segreterie della Cisl hanno quindi condiviso la necessità di vigilaresul quel processo che, per l’aggregazione delle varie sedi, dovrà portarealla riformulazione degli statuti dei singoli atenei al cui interno dovrannocontemplarsi elementi comuni per omogeneizzarne il funzionamento.

In quest’ottica, anche il personale tecnico-amministrativo intende svol-gere un ruolo di protagonista che miri da un lato a partecipare al processodi consolidamento degli atenei nelle rispettive realtà territoriali senza sna-turarne la loro mission e dall’altro a salvaguardare gli attuali livelli occu-pazionali e, ove possibile, anche ad incrementarli.L’attenzione che il ministero competente sta dedicando all’evoluzione delprogetto federativo delle nostre università che, attualmente, è quello allostato più avanzato, costituisce la prova che gli intenti sottoscritti dalle di-rigenze interessate potranno aprire una nuova fase per costruire un si-stema vero, dove la qualità della didattica e della ricerca, evitandodannose frammentazioni, possano emergere per competere con le realtàuniversitarie più storicamente affermate.Per il pieno raggiungimento di questo ambizioso obiettivo, le segreteriedella Cisl torneranno a riunirsi nei prossimi mesi, coinvolgendo anche lasegreteria nazionale, affinché, ogni fase di realizzazione del progettopossa garantire il pieno soddisfacimento di tutte le componente di questanon più piccola comunità.

Il commento delle Federazioni Universitarie (CISL) di Basilicata – Molise - Puglia

A Matera, i membri del senato accademico di sei

università, hanno avuto un incontro pubblico

con il Ministro Raffaele Fitto

28 GENNAIO 2011

Si riapre il sipario: ritornain scena il caso Claps.Ultimo atto? Nella pun-

tata del 26 gennaio “Chi l’havisto” ha riproposto in modoprepotente un caso che oramaitutti credevano sepolto sottouna fitta coltre di silenzio.Nuovi risvolti preparano il ter-reno a ipotesi, dibattito e dia-tribe. È emerso, infatti, che il corpocaduco della giovane ragazza èstato scoperto già nel maggio2008. Questo secondo un’ipo-tesi al vaglio della Procura diSalerno che sta indagandosulla misteriosa morte dellastudentessa potentina. Un’ipo-tesi che, peraltro, ha coinvoltoall’epoca del ritrovamento, il17 marzo 2010, mons. Ago-stino Superbo come personagià informata dal vice parrocoDon Vagno della presenza diquesto corpo nel sottotettodella centrale Chiesa della S.S.Trinità. L’idea di un ritrovamento pre-cedente alla data “ufficiale” èfuoriuscita anche dalla periziamerceologica condotta dalldottoressa Eva Sacchi che rin-viene sul corpo della giovanealcuni semi alati di acero. Seminon freschi, perché cadonodagli alberi in autunno, ma ne-anche troppo vecchi perché an-cora integri nella loro parte piùfragile, quell’aletta che age-vola il loro propagarsi. Semiche, secondo l’esperta, pos-sono risalire al settembre 2009o all’anno precedente. Da questo elemento partonoindagini che riportano proprioall’inizio del 2008 e ai mesi incui don Mimì Sabia, il vecchioe ormai malato parroco dellaSantissima Trinitá, viene af-fiancato, per decisione del ve-scovo, da don Guy NoelOkamba, giovane sacerdotedel Congo. Alla morte del reg-gente parroco, Don Noel

prende le redini della parrocchia in at-tesa della nomina del successore. Edecide di mettere ordine. Sulla sua fi-gura ancora avvolta nel mistero, im-perversano tanti dubbi ancora dadipanare. Si è detto, infatti, che ilprete congolese fu raggiunto nel suoPaese d’origine dopo il ritrovamentodella ragazza dai magistrati italiani.Notizia, tra l’altro, smentita.Altri elementi rendono questo caso ungiallo dalle tinte fosche: almeno dueferite da arma bianca, fra le dita diElisa, rivelano il tentativo di difen-dersi. È quanto emerge dalle anticipa-zioni Ansa della perizia di CristinaCattaneo, depositata alla Procuradella Repubblica di Salerno: "Laprima lesione alla mano destra si ac-corda con una lesione da arma biancae suggerisce che tale taglio sia statoprodotto dal tentativo, da parte dellavittima, di afferrare attivamente lostrumento di offesa". Sul tipo di armautilizzato da chi ha ucciso ElisaClaps, dall'esame delle mani, per laCattaneo "è possibile concludere uni-

camente per uno strumento da ta-glio o da punta e taglio". Nelle 250pagine della sua perizia il medicolegale dell'Università degli Studi diMilano analizza le mani, i capelli ele ossa della salma della ragazza."Tra i capelli di Elisa - riferisce ilmedico legale del Dipartimento diMorfologia umana e Scienze biolo-giche - vi sono almeno 8 ciocchesezionate con strumento tagliente.Questa è una stima minima, inquanto altre ciocche più irregolaripotrebbero essere state tagliate, mala degradazione e l'attività entomo-logica potrebbero averne camuffatol'aspetto regolare". Per il perito"non sono evidenziabili residui si-gnificativi di metallo". La Cattaneoparla anche dello strumento con cuii capelli furono tagliati: "Non èpossibile stabilire quale strumentotagliente può avere tagliato le cioc-che, anche se la maggiore linearitàdi alcuni tagli depone più a favoredi una forbice che di una lama sin-gola". L'analisi delle mani arricchi-

sce di reperti le indagini. Se "nonè stato possibile ottenere im-pronte digitali utili dalle mani diElisa Claps", scrive il perito,sono state però "rilevate sullemani due formazioni pilifereconsegnate al prof. Pascali pereventuali indagini di natura ge-netica". Il genetista però non haritenuto possibile analizzare que-sto materiale e la magistraturasalernitana, disponendo unnuovo incidente probatorio nel-l'ottobre 2010, ha affidato unanuova perizia al Ris dei carabi-nieri di Parma. Prosegue, dunque, l’attento la-voro della giustizia per fugareogni sospetto e qualsiasi di-lemma. Si ritorna a parlare diElisa, quindi. A quale atto di que-sto spettacolo, però, stiamo assi-stendo? Quello conclusivo in cuitrionfale entra in scena la Verità?O, semplicemente, attendiamo diaprirle le porte?

Luca Arlotto

Caso Claps: attento lavoro della giustizia

per fugare ogni sospetto e qualsiasi dilemma

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A VOLTE RITORNANO

28 GENNAIO 2011

LA FORZA DEL MADE IN ITALY

Leggerezza, Geometrical Déco, Glamour,

Scioltezza. Queste le parole chiave della

collezione primavera estate della maison

Armani. L’asso nella manica? Rinnovata vivacità

ad uno stile tipicamente italiano. Di ispirazione

etnica, con materiali effetto legno, corno sfaccet-

tato e cordonetto intrecciato, gli accessori con-

noteranno con il buon gusto di sempre i nostri

abiti eleganti. Dress senza tempo e concepiti in

“assenza di peso”, con materiali che creano un

effetto davvero unico di leggerezza e che, im-

mancabilmente, doneranno al par terre femminile

una linea che la stessa particolarità dei tessuti tra-

sfigura. Decorazioni geometriche, perle leggia-

dramente adagiate su organza, creano effetti

strabiliani con un accento di scioltezza. Non pos-

siamo dimenticarci, poi, dell’accessorio per ec-

cellenza: la scarpa. Tacco rigorosamente alto, in

raso di seta per la sera o stringate in “canvas”

profilato di nappa. Meno appariscenti di giorno,

con mezzo tacco per creare armonia ed equlibrio

con la lunghezza della gonna.

Sensazioni cromatiche che si declinano in sfu-

mature minerali, lucenti e fresche: grigio, alba,

quarzo con un tocco consueto di nero.

Gli uomini? Rievocheranno gli ambienti tipica-

mente orientali del deserto con classiche inver-

sioni di ruolo: monocolore, cristallli e paillettes,

tessuti stratificati e trasparenti. Maglie lavorate

a pizzo e linee sempre più sottili.

I fusti più à la page, saranno presto accontentati:

cappelli annodati tipo turbante e gioielli: polsini

di gros, portati come bracciali. Segno inconfon-

dibile di stile e fascino.

Un percorso che sottolinea l’essenzialità dell’in-

confondibile stile Armani, un Made in Italy che

apre le proprie porte a gusti esotici e che non

teme contaminazioni. Che dire: non vediamo

l’ora di assaporarli!

Simona Marganella

Dagli stilisti una rinnovata vivacità

ad uno stile tipicamente italiano

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28 GENNAIO 2011

UFO A POCHIMETRI DAL TETTO

Hai mai creduto nel paranor-

male?

Sono uno scettico per natura, senon vedo non credo. �on ho maicreduto nel paranormale, né nellemanifestazioni soprannaturali. Enon ho mai creduto negli ufo, al-meno fino al 16 gennaio 2010.Cos’è successo il 16 gennaio?

Erano circa le ore 20 e stavo pas-seggiando sotto i portici che si af-facciano da un lato su piazzaCagliari, dall’altro su viale Fi-renze. �onostante fosse invernoinoltrato, il cielo era sereno e lim-pido, pieno di stelle. Ad un certopunto, d’istinto, ho alzato gliocchi verso l’alto e ho visto unastella di colore rosso vivo. Incu-riosito dallo strano astro, mi sonofermato e ho continuato a fis-sarlo, finché mi sono accorto chesi stava avvicinando, e, mentre simuoveva, la sua forma cambiava.In una manciata di secondi, dopoaver percorso una distanza appa-rentemente enorme, l’oggetto lu-minoso si è fermato sul tetto diuno dei palazzi che si affaccianosu piazza Cagliari, con le fattezzedi un grande triangolo dai latioscillanti, simile ad una fiam-mella.Spostando di poco lo sguardo, misono accorto che la grande figurageometrica rossa non era sola.Accanto al triangolo, sulla destra,sospesa nell’aria alla stessa al-tezza, c’era una grossa sfera dicolore giallo intenso, quasi fluo-rescente. Le due luci sono rimaste ferme apochi metri dai tetti per diversisecondi, un minuto forse, per poiallontanarsi rapidamente. Dopoalcuni minuti, la stessa scena si èripetuta una seconda volta. Il mo-vimento fluttuante del triangolonon si è mai arrestato.Tutto ciò è accaduto senza che sipercepisse il minimo suono o ru-

more, né gli oggetti sembravano esseremossi da un motore. �essun altro si è accorto di ciò che

stava accadendo?

Era sabato e le strade erano abba-stanza piene di gente. �on ero solo, enon sono stato l’unico a rendermiconto che stava accadendo qualcosa dimolto strano. Ricordo bene che alcune

delle macchine provenienti da viaPienza si sono fermate e diverse per-sone sono scese per strada con i cellu-lari per scattare qualche fotografia.Per un po’ il traffico è rimasto fermo.Durante le settimane successive hocercato notizie su internet, credevo chequalcuno avesse condiviso in rete im-magini, filmati o almeno qualche com-mento, ma purtroppo non ho trovatonulla.Cos’hai pensato in quel momento e

che idea ti sei fatto di ciò che è suc-

cesso?

In quel momento non pensavo perché

ero troppo preso da ciò che stavo ve-dendo. L’unica cosa che mi passavaper la testa era che stavo assistendoa qualcosa di non normale, ma eroquasi rapito, mi aspettavo sempre dipiù.In seguito ho riflettuto molto e misono posto tantissime domande, maancora oggi, ad oltre un anno di di-

stanza da quella sera, non riesco atrovare una spiegazione plausibile,almeno sul piano della logica. Ciòche ho visto annulla ogni principiodella fisica conosciuta.�on credo agli omini verdi dagliocchi grandi, ma certamente ciò cheho visto è legato ad un’intelligenzasuperiore, magari anche terrestre, macomunque sconosciuta.Mi sento di dire, però, che, qualunquecosa fosse, non sembrava essere fina-lizzata a causare danni.Hai avuto altre esperienze simili?

Mi è capitato altre volte di essere at-

tirato da strane luci che si muovevanonel cielo, sia prima che dopo quellasera, ma non avevo mai avuto - né hopiù avuto - esperienze simili a quelladel 16 gennaio 2010.Mi piacerebbe assistere di nuovo aqualcosa di simile, o anche a qualcosadi più, se esiste.Perché hai scelto di rimanere ano-

nimo?

Durante le settimane successive all’av-vistamento non ne ho parlato con nes-suno, poi ho iniziato a raccontarlo aqualcuno, ma sono pochissime le per-sone che mi hanno creduto, forse 3 o 4.La gente potrebbe pensare che voglioattirare l’attenzione o acquistare noto-rietà, ma non è questo il mio intento.Ciò che mi interessa è raccontare lamia esperienza, ciò che ho visto e ciòche mi è accaduto, perché è tutto rigo-rosamente vero.Cosa ti ha lasciato questa espe-

rienza?

All’inizio solo domande e tanta curio-sità, voglia di capire. �on mi sono resoconto subito che quel singolare “incon-tro” per me ha significato anche altro.Quella sera, mentre avevo gli occhipuntati verso il cielo e continuavo a fis-sare le due grandi figure geometrichesospese a pochi metri dalla mia testa,anziché il timore e la paura, in me èprevalsa la curiosità. E in quel mo-mento è successo qualcosa.Anche se l’ho capito solo in seguito, daquel giorno la mia ansia è diminuita,anzi, posso dire che si è completamenteannullata. Affronto in maniera diversatutto ciò che prima per me era fonte dinervosismo, stress e agitazione, comeun esame o un colloquio importante.Continuo ad essere uno scettico e a noncredere nel paranormale, ma credonegli ufo, e sono certo che da quellasera è cambiato qualcosa.Ciò che ho visto io vorrei che lo vedes-sero le persone che mi hanno creduto.Degli altri non m’importa.

La singolare esperienza di un giovane potentino

e dell’avvistamento di strane luci nel cielo della città

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Giusi Santopietro

Qualcosa di simile alla storia raccontata dal giovane potentino è accaduto in Inghilterra.Alcuni funzionari di polizia si sono fatti avanti per raccontare di un loro avvistamento UFO,

avvenuto il 31 marzo 1993, e riemerso grazie ai documenti declassificati chesi trovano al The National Archives. L’incidente coinvolse numerosi rapportiriguardanti un oggetto triangolare, segnalato sopra Bristol Channel. Nick Por-ter, della stazione di polizia di Barnstaple, racconta che quel giorno lui e il suocollega Huges erano di turno notturno e si trovavano in auto con direzione cheandava da Higher Clovelly a Hartland, quando videro un oggetto provenientedalla spiaggia di Bideford. Porter dichiara che l’oggetto era di forma triangolare, con tre lucibrillanti, ognuna delle quali rilasciava una scia di vapore. Porter ricorda che all’inizia pensavanoche era una sorta di aeromobile, ma quando scesero dalla macchina videro che era chiara-

mente un UFO. La cosa più strana dell’avvistamento era il silenzio mortale e quando scivolòvia nel nulla. Per i due ufficiali fu un momento di totale irrealtà. Erano restii a comunicarlo via

radio, ma poi si decisero a fare un rapporto. Una volta fatto ciò seppero chealtri colleghi videro la stessa cosa.Qualche anno dopo, guardando la televisione, Porter vide un servizio dove sispiegava l’avvistamento di quel giorno. Un missile russo. Cosa che non con-vinse Porter. Inoltre nei giorni dell’avvistamento, Porter si recò alla stazione dimonitoraggio di Morwenstow e parlò con alcuni funzionari governativi, i quali

però dissero di non aver notato nulla. Porter fu dubbioso di questa risposta, dichiarando cheanche loro avranno sicuramente visto qualcosa e probabilmente il loro silenzio sapeva di�segreto.

Come quell’UFO avvistato 18 anni fa

a Bristol

grotteschi, che ancora conti-

nuano a credere di essere al cen-

tro di una scena importante. Non

sono Berlusconi e i suoi infiniti

scandali che mi angosciano, ma

l'indifferenza e la mancanza di

coraggio degli Italiani, soprat-

tutto di quelli che hanno il potere

per fare sentire la propria voce, e

non lo fanno”. Un popolo che

vive di silenzi, di rassegnazione

e indolenza che non trovano

sfogo se non in una chiacchierata

tra amici? Roberta scrive da Am-

sterdam: “Da fuori ci vedono

come un popolo di smidollati che

ha smesso di reagire da anni, che

accetta tutto passivamente”. E la

passività pare contraddistinguere

intere fasce d’età e classi sociali,

invogliati a non maturare una

precisa linea da seguire grazie a

politici e amministratori che non

hanno neanche più la verve e la

credibilità necessarie per comu-

nicare. Mario, da Bruxelles,

prova a lanciare: "Sogno il tele-

giornale che racconta di nessun

morto e di nessun ferito, della po-

lizia che si unisce alle proteste.

Di un colpo di stato senza vit-

time, dove il popolo - se mai ve

ne fosse uno - dimostra la propria

frustrazione, il proprio 'non ce la

facciamo più'". Una rivoluzione,

allora. Una rivoluzione buona ma

partecipata, senza armi ma since-

ramente arrabbiata. Forse questo

servirebbe al Bel Paese. Per ri-

prendersi indietro dignità e di-

ritti.

Dobbiamo rassegnarci ad

una certezza, noi italiani:

all’estero siamo ormai

visti come uno stivale dalla suola

forata attraverso cui entra acqua a

fiumi. In Inghilterra, Giappone,

Germania, Francia, Olanda la per-

cezione del Bel Paese sta mu-

tando amaramente. Una volta

terra di santi e navigatori, di tra-

dizioni culturali e storiche, di

beltà ad ogni angolo: oggi, tra uo-

mini non proprio virtuosi la cui

immagine fa il giro del pianeta,

tra tagli alla cultura che investono

Università, teatri e musei, tra siti

archeologici che si sbriciolano

sotto gli occhi sgomenti del

mondo, tra città da evitare come

la peste perché soffocate dalla

spazzatura, gli italiani sembrano

aver smarrito la bussola del buon

senso e della dignità. Qualcosa,

però, è rimasto dei retaggi, tutti

peraltro lusinghieri, legati ai fasti

del nostro paese e percepiti da

sempre dagli stranieri: a quanto

pare manteniamo alta la bandiera

che ci vede grandi amatori. L’ul-

tima inchiesta che vede Silvio

Berlusconi indagato dalla Magi-

stratura milanese lo conferma: il

nostro Presidente del Consiglio a

75 anni scodinzola festoso al co-

spetto di giovani e procaci ra-

gazze. Il sito del quotidiano La

Repubblica ha promosso recente-

mente un’inchiesta sulla visione

degli italiani all’estero, attraverso

un invito - rivolto ai connazionali

“fuori sede” - a pubblicare com-

menti personali, per poi farne un

collage e poter trarne una qualche

conclusione. “Italiani, ci dispiace

per voi”: è questo, in sintesi, il ri-

ITALIANI BRAVAGENTE?Il nostro popolo visto con gli occhi di chi ha lasciato

il Bel Paese per mete più “intelligenti”.

28 GENNAIO 2011

sultato. Quattro messaggi al minuto: la

casella dedicata alla raccolta di cosmo-

polite testimonianze è stata subissata, ap-

pena i lettori hanno drizzato le antenne.

La Repubblica commenta così: “Le e-

mail arrivano da tutto il mondo, ma come

gocce di pioggia sembrano uscire da una

stessa nuvola scura”. Alla luce dell’ul-

tima bollente inchiesta sul Presidente del

Consiglio, i ricercatori, i professori, i ca-

merieri, i ricercatori, gli studenti italiani

che vivono oltralpe non l’hanno presa

bene. Giulia, dalla Francia, scrive: “Per

noi è una continua battaglia per la credi-

bilità. Una nazione che riposa sopra i

fasti del passato. Che tristezza per noi

contemporanei! Di oggi non si vede altro

che la bellezza del paesaggio (sebbene

posta sotto grave minaccia) e la barzel-

letta politica". Di barzellette quante ne

volete, è vero, peraltro raccontate al co-

spetto di eserciti, ministri e capi di stato.

Silvia dall’Olanda inveisce: “Un popolo

che per accettare quello che sta accet-

tando deve aver messo il proprio senso

della morale e del decoro sotto al tacco

dello stivale”. Siamo presi forse per fessi

se ci lamentiamo tra di noi di quanto

fango da soli ci stiamo versando addosso,

sui nostri vestiti puliti. Dall’Inghilterra,

Michela commenta furiosa: “Esprimo a

gran voce la mia rabbia per un paese che

non vuole svegliarsi e combattere per i

valori civili che sono la base nella vita di

una persona e di una nazione. Guardo il

triste spettacolo Italia, con i suoi attori

Michela Di Palma

17

La Repub-blica ha

promossorecente-mente

un’inchie-sta sullavisione

degli ita-liani al-l’estero

28 GENNAIO 2011

LINGOTTI DI GRANO

Questa è la guerra del pane. Una guerra il cui focolaio parte pro-

prio da una fiamma: una torcia umana. Una torcia dalla carna-

gione olivastra, vestita di un jeans e una giacca semplice. Una

torcia tunisina. Un ambulante con un carretto che espone frutta locale.

Un giovane ingegnere di ventisei anni che decide di svoltare in questo

modo e di inventarsi un lavoro. Perché qualcosa nel suo paese non va.

Il giovane viene messo sullo stesso piano di un delinquente qualunque,

se la polizia giunge prontamente a sequestragli il carretto perché sprov-

visto della licenza per vendere. Ma soldi per ottenerla non ve ne sono.

Soldi in circolazione nel paese non se ne vedono. Se non nei piani alti

di un governo dittatoriale che signoreggia indisturbato dal 1987. Il ra-

gazzo non può perdere il suo carretto, non può sbarcare il lunario se

non in quel modo. Contravviene alle regole ma senza contestare il go-

verno. Anzi, la sua opposizione è maturata in quel contesto, in quel

modo di lavorare non in linea con il suo sapere - per il quale ha pagato

-, non in sintonia con le sue attese di giovane che vede nel lavoro un

diritto e nulla di più. Si dà fuoco. Lo fa in un paese, la Tunisia, dove,

allo scadere della notte del 4 gennaio, scatta il bollino rosso sui generi

alimentari, quelli di prima necessità, senza i quali si muore di fame.

30-40% di rincari sul latte, sui legumi, sulla farina, sulla carne. Il pane

è il simbolo di una protesta partorita dalla disperazione in carne ed

ossa: il suo prezzo è lievitato come una pagnotta nel forno a legna:

siamo al 50% in più rispetto a due mesi fa. Il pane che assume i con-

notati di un lingotto fatto di grano. Le notizie circa lo stato delle cose

in Tunisia sono giunte in tutto il mondo attraverso il tam tam dei social

network, della rete, dei giornalisti svincolati da quel potere che tende

a chiudere la bocca e a statuire l’orientamento della penna. Un secondo

ambulante si dà fuoco, stavolta un cinquantenne padre di famiglia. Due

perseguitati dalla miseria costruita a tavolino dai governi. Il primo è

morto. il secondo è grave. La disoccupazione ai massimi storici, il caro

vita schizzato come un termometro del malessere sociale, la paura e la

fame. La rivolta si fa caustica, forte di una totale repressione della spe-

ranza necessaria a sopravvivere. Il governo ha cercato di mediare ri-

stabilendo i prezzi, ma le dittature prima o poi diventano vittime di se

stesse. La popolazione dei disperati e dei reietti, suo malgrado, non ha

sentito ragioni ed ha urlato un dolore a lungo requisito, a suon di ba-

stoni, sassaiole, pugni e calci. Ed il tentativo non riuscito di bloccare

con gli stessi strumenti il dissenso nelle piazze, attraverso il corpo di

polizia che agisce sulla falsa riga del presidente Ben Ali (ex generale

al potere dal 1987 e capace di frenare qualsiasi forma di opposizione

politica e sociale), ha innescato solo altra tensione, violenza, avvili-

mento nella popolazione. Non solo locale: di lì a poco la protesta scon-

fina gettando ombre anche sull’Algeria e su una popolazione allo

stremo, sconfitta e ottenebrata. Il Sole 24 Ore ha commentato la som-

mossa per lo più giovanile ricordando che tutto è cominciato dal web:

“Internet è il sistema nervoso della rivolta”. Perché anche in Algeria,

come in Tunisia, in Iraq, in Iran, in Bielorussia, a Cuba, in Libia, in

Sudan, in Siria - in tutto circa 25 paesi nel mondo - internet è un vettore

di informazioni a rischio. La guerra del pane lo è. La rabbia generata

dalla disoccupazione, dalla fame e dai diritti negati, rischia di scoper-

chiare molte pentole bollenti e numerose realtà sommerse. Nell’omertà

delle istituzioni, locali e mondiali. Nel silenzio di certi paesi che si

spera non vengano investiti da un effetto domino. Perché le tensioni

sociali, oggi, hanno tutte la medesima natura, da qualsiasi angolazione

del mondo le si veda.

Michela Di Palma

La rivolta sociale in Tunisia e Algeria fa del pane

il simbolo della rabbia contro il caro vita

18

Come mai i giornali, i libri,

i cartelloni pubblicitari e

tutte le cose che deside-

rano attirare l’attenzione sono

sempre correlate di innumerevoli

immagini? Colorate o in bianco e

nero, grandi o piccole, strava-

ganti o normali, non possono

mancare mai; poiché è il primo

elemento a cui la mente umana fa

attenzione e di conseguenza ri-

corda. Non esiste mezzo più effi-

cace per essere notato. Per quanto

le parole possano essere più

esplicative e interessanti, non riu-

sciranno quasi mai a sortire lo

stesso effetto di un’immagine.

Anche distrattamente il cervello

capta il messaggio subliminale

celato dietro l’apparente sempli-

cità dell’immagine. Uno sguardo

veloce tra una pagina e l’altra di

quel libro, oppure una furtiva oc-

chiata al grande cartellone sotto

casa, ed ecco che scatta qualcosa

all’interno della grande scatola.

In maniera involontaria viene im-

magazzinato tutto per poi poter

uscire fuori quando meno ce lo si

aspetta. Al giorno d’oggi, infatti,

uno degli articoli tecnologici più

comprati è senza dubbio la mac-

china fotografica. In ogni casa è

possibile trovarne almeno una.

Le mille sfaccettaturedi un’immagine

28 GENNAIO 2011

Sia appartenente all’ultima generazione

appena prodotta sia una vecchia ante-

nata, ancora funzionante. L’importante è

che riesca ad immortalare tutto. In

quanto è impossibile essere perenne-

mente all’avanguardia in questo campo,

considerato che la tecnologia compie

passi da gigante e l’ultimo modello di-

venta nel giro di un mese già obsoleto.

Esistono macchine dal peso impercetti-

bile ma dall’alta precisione; oppure mac-

chine molto più grandi e quindi meno

maneggevoli, utili quindi per esperti.

Questa varietà di scelta rende chiara-

mente l’idea di quanto l’immagine sia

parte assestante della società. Probabil-

mente perché dietro ogni foto si na-

sconde un ricordo, un momento felice

che la mano che ha premuto il famoso

tasto della fotocamera, vuole ricordare

per sempre o almeno per un lungo pe-

riodo di tempo. Se si dovesse chiedere a

un uomo cosa avrebbe piacere di portare

con sé, su un’isola deserta, ci sono nu-

merose probabilità che quest’ultimo ri-

sponda una foto. In questo modo pur

essendo lontani dagli affetti delle per-

sone care, ci sarebbe sempre quell’appa-

rentemente insignificante pezzo di carta

a farteli ricordare. Certo, è difficile se

Serena Danese

19

non impossibile dimenticare la

propria famiglia o una qualsiasi

persona a cui si è affezionati; ep-

pure la memoria in senso lato al-

cune volte è fallace a differenza

invece della specifica memoria

visiva. Uno sguardo e accade

che dentro di noi possono na-

scere una moltitudine di senti-

menti, sia positivi e allegri sia

tristi e nostalgici. Infatti non è

sempre scontato che una foto

faccia balzare in mente solo ri-

cordi felici. Il cervello è un or-

gano così incontrollato e ancora

oggi non del tutto compreso, che

può sempre stupire. Addirittura

nelle persone più sensibili, a

causa di una sindrome molto

rara, conosciuta con il nome di

Sindrome di Stendhal, può avve-

nire un’accelerazione del battito

cardiaco, della frequenza respi-

ratoria e un forte senso di verti-

gini davanti la bellezza di

un’incommensurabile opera

d’arte. Troppo numerose e diffi-

cili da descrivere sono le rea-

zioni che ogni essere umano può

avere, quando si trova a contatto

con un’immagine. Di sicuro però

nessuno rimane indifferente.

Nel piccolo centro albanofono del Vulture, è nata l’associazione FidasBarile Onlus. Precisamente è stata costituita domenica 23 Gennaio

2011 alla presenza di un nutrito gruppo di giovani barilesi pronti alla do-nazione del sangue e dei suoi componenti. La Fidas Barile Onlus, asso-ciazione di volontariato e promozione sociale, senza fini di lucro, ha loscopo di praticare e promuovere la donazione anonima, volontaria, gra-tuita, periodica e responsabile del sangue e dei suoi componenti qualeatto di umana solidarietà. La partecipata assemblea dei soci fondatoriall’unanimità e per acclamazione ha eletto Presidente della neonata as-sociazione “Fidas Barile Onlus”, il giovane Rocco Franciosa, che sarà

affiancato daAnna Cefola, vi-cepresidente, Da-niele Giuliano,segretario ammi-nistrativo e AnnaMaria Piarulli, se-gretario organiz-zativo. Presenteall’assemblea ilparroco di Barile,Don Tommaso

Garzia che farà parte del consiglio direttivo insieme ai soci fondatori: TinaBotte, Rocco Grimolizzi, Antonio Colangelo, Pasquale Volonnino, JennyDuca, Maria Colomba Grimolizzi, Vito Gioseffi, Nicola Grimolizzi, Miche-lina Volonnino, Vincenzo Notario, Samuele Franciosa, Erminia Palmieri,Lino Lo Pinto e Incoronata Celentano. Il neo eletto Presidente della FidasBarile Onlus, Rocco Franciosa ha sottolineato “ringrazio tutti per la stimae la fiducia, in modo particolare la socia Anna Maria Piarulli, che insiemea me e gli altri soci ha voluto creare l’associazione a Barile. E – ci tienea rimarcare Franciosa - sono onorato e contento, perché appunto graziealla forte sensibilità e disponibilità di tutti i soci fondatori, abbiamo co-struito un primo passo importante per realizzare anche nella nostra co-munità un punto di donazione del sangue. A breve – ha continuatoFranciosa - di concerto con il Sindaco e l’Amministrazione Comunale diBarile, i dirigenti della Fidas Basilicata e l’Assessorato alla Sanità dellaRegione Basilicata, presenteremo le nostre attività alla comunità, persensibilizzare la donazione del sangue e dei suoi componenti, soprattuttotra i giovani e i tanti immigrati presenti”. Al termine dell’assemblea dellaFidas Barile Onlus, sono giunti gli auguri del Presidente Fidas Basilicata,Paolo Ettore, il quale attraverso un messaggio ha sottolineato “ nel con-gratularmi per la straordinaria sensibilità che ogni giorno dimostrate versoil volontariato, invio a nome di tutta la Fidas regionale, i migliori auguri dibuon lavoro”.

Barile, è nata l’associazione Fidas Onlus

Migliori costumi: Alice in Wonderland - Colleen Atwood Io sono l'amore - Antonella Cannarozzi The King's Speech - Jenny Beavan The Tempest - Sandy Powell True Grit - Mary Zophres

Miglior trucco: Barney's Version - Adrien Morot The Way Back - Edouard F. Henriques, Gregory Funk e Yolanda Toussieng The Wolfman - Rick Baker e Dave Elsey

Miglior colonna sonora: How to Train Your Dragon - John Powell Inception - Hans Zimmer The King's Speech - Alexandre Desplat 127 Hours - A.R. Rahman The Social Network - Trent Reznor e Atticus Ross

Miglior canzone: “Coming Home” - Country Strong (Tom Douglas, Troy Verges e Hillary Lindsey) “I See the Light” - Tangled (Alan Menken; Glenn Slater) “If I Rise” - 127 Hours (A.R. Rahman; Dido e Rollo Armstrong) “We Belong Together” - Toy Story 3 (Randy Newman)

Migliori effetti visivi: Alice in Wonderland - Ken Ralston, David Schaub, Carey Villegas e Sean Phillips Harry Potter and the Deathly Hallows Part 1 - Tim Burke, John Richardson, Christian Manz e Nicolas Aithadi Hereafter - Michael Owens, Bryan Grill, Stephan Trojanski e Joe Farrell Inception - Paul Franklin, Chris Corbould, Andrew Lockley e Peter Bebb Iron Man 2 - Janek Sirrs, Ben Snow, Ged Wright e Daniel Sudick

Miglior montaggio sonoro: Inception - Richard King Toy Story 3 - Tom Myers e Michael Silvers Tron: Legacy - Gwendolyn Yates Whittle e Addison Teague True Grit - Skip Lievsay e Craig Berkey Unstoppable - Mark P. Stoeckinger

Miglior mix sonoro: Inception - Lora Hirschberg, Gary A. Rizzo e Ed Novick The King's Speech - Paul Hamblin, Martin Jensen e John Midgley Salt - Jeffrey J. Haboush, Greg P. Russell, Scott Millan e William Sarokin The Social Network - Ren Klyce, David Parker, Michael Semanick e Mark Weingarten True Grit - Skip Lievsay, Craig Berkey, Greg Orloff e Peter F. Kurland

Miglior cortometraggio: The Confession - Tanel Toom The Crush - Michael Creagh God of Love - Luke Matheny Na Wewe - Ivan Goldschmidt Wish 143 - Ian Barnes e Samantha Waite

Miglior cortometraggio d'animazione: Day & Night - Teddy Newton The Gruffalo - Jakob Schuh e Max Lang Let's Pollute - Geefwee Boedoe The Lost Thing - Shaun Tan e Andrew Ruhemann Madagascar, carnet de voyage (Madagascar, a Journey Diary) - Bastien Dubois

Miglior cortometraggio documentario: Killing in the Name Poster Girl Strangers No More Sun Come Up The Warriors of Qiugang

Miglior film: Black Swan ,The Fighter ,Inception ,The King's Speech ,The Social Network ,Toy Story 3 ,127 Hours ,The Kids Are, All Right , True Grit , Winter's Bone

Miglior regista: Darren Aronofsky per Black Swan, David Fincher per The Social Network ,Tom Hooper per The King's Speech Joel Coen ed Ethan Coen per True Grit ,David O. Russell per The Fighter

Migliore attore protagonista: Jesse Eisenberg per The Social Network ,Colin Firth per The King's Speech, James Franco per 127 Hours Jeff Bridges per True Grit, Javier Bardem per Biutiful

Migliore attrice protagonista: Nicole Kidman per Rabbit Hole , Jennifer Lawrence per Winter's Bone , Natalie Portman per Black Swan Michelle Williams per Blue Valentine , Annette Bening per The Kids Are All Right

Migliore attore non protagonista: Christian Bale per The Fighter , John Hawkes per Winter's Bone , Mark Ruffalo per The Kids Are Allright Jeremy Renner per The Town , Geoffrey Rush per The King's Speech

Migliore attrice non protagonista: Amy Adams per The Fighter, Helena Bonham Carter per The King's Speech, Hailee Steinfeld per True Grit Melissa Leo per The Fighter,Jacki Weaver per Animal Kingdom

Migliore sceneggiatura non originale: 127 Hours - Danny Boyle & Simon Beaufoy, The Social Network - Aaron Sorkin Toy Story 3 - Michael Arndt; John Lasseter, Andrew Stanton e Lee Unkrich True Grit - Joel Coen & Ethan Coen, Winter's Bone - Debra Granik & Anne Rosellini

Migliore sceneggiatura originale: Another Year - Mike Leigh, The Fighter - Scott Silver, Paul Tamasy, Eric Johnson; Keith Dorrington Inception - Christopher Nolan, The Kids Are All Right - Lisa Cholodenko & Stuart Blumberg The King's Speech - David Seidler

Miglior film d'animazione: Dragon Trainer, L'illusionista, Toy story 3 - La grande fuga

Miglior film straniero: Biutiful, Dogtooth, Incendies, Hors la loi, Hævnen

Miglior documentario: Exit through the Gift Shop, Gasland, Inside Job, Restrepo, Waste Land

Miglior fotografia: Black Swan - Matthew Libatique, Inception - Wally Pfister, The King's Speech - Danny Cohen The Social Network - Jeff Cronenweth, True Grit - Roger Deakins

Miglior montaggio: Black Swan - Andrew Weisblum, The Fighter - Pamela Martin, The King's Speech - Tariq Anwar 127 Hours - Jon Harris, The Social Network - Angus Wall e Kirk Baxter

Miglior scenografia: Alice in Wonderland - Robert Stromberg; Karen O'Hara, Harry Potter and the Deathly Hallows Part 1 - Stuart Craig; Stephenie McMillan Inception - Guy Hendrix Dyas; Larry Dias e Doug Mowat, The King's Speech - Eve Stewart; Judy Farr, True Grit - Jess Gonchor; Nancy Haigh

Sala: 1 Posti a sedere: 284

Che bella giornata

Orari: 16.45 19.15 21.45

Sala: 2 Posti a sedere: 193

Immaturi

Orari: 17.30 20.00 22.30

Sala: 3 Posti a sedere: 193

Che bella giornata

Orari: 17.45 20.00 22.15

Sala: 4 Posti a sedere: 193

Vallanzasca - Gli angeli del male

Orari: 17.00 19.30 22.00

Sala: 5 Posti a sedere: 204

Qualunquemente

Orari: 17.15 19.30 21.45

Sala: 6 Posti a sedere: 174

Qualunquemente

Orari: 18.10 20.20 22.30

L'orso Yoghi

Proiezione in : 3D

Orari: 16.30

Sala: 7 Posti a sedere: 48

Vi presento i nostri

Orari: 17.30 19.45 22.15

PROGRAMMAZIONE CINEMATOGRAFICA MULTISALA RANIERI

28 GENNAIO 2011

20

Il discorso del Re

Trama:

Dopo la morte di suo padre Re Giorgio V (Michael Gam-

bon) e la scandalosa abdicazione di Re Eduardo VIII

(Guy Pearce), Bertie (Colin Firth), che soffre da tutta la

vita di una forma debilitante di balbuzie, viene improv-

visamente incoronato Re Giorgio VI d'Inghilterra. Con il

suo paese sull'orlo della guerra e disperatamente biso-

gnoso di un leader, sua moglie, Elisabetta (Helena Bon-

ham Carter), la futura Regina Madre, organizza al marito

un incontro con l'eccentrico logopedista Lionel Logue

(Geoffrey Rush). Dopo un inizio burrascoso, i due si met-

tono alla ricerca di un tipo di trattamento non ortodosso,

finendo col creare un legame indissolubile. Con l'aiuto

di Logue, della sua famiglia, del suo governo e di Win-

ston Churchill (Timothy Spall), il Re riuscirà a superare

la sua balbuzie e farà un discorso alla radio che ispirerà

il suo popolo e lo unirà in battaglia.

Candidature Premio Oscar 2011

realtà spesso sconosciuta e sotto-

valutata, si riscatta in maniera di-

vertente e con buon gusto. Un

sud verace e genuino, bello nella

sua spontaneità e per una volta

lontano dai target di malessere

socio-economico in cui siamo

intrappolati. Forte della sua ap-

partenenza alla Lucania, Papaleo

confeziona una vera opera

d’arte, giudicata sensazionale e

geniale. Da poco il film viene

proposto anche dalla compagnia

area Alitalia a tutti i passeggeri

in volo su lunghe tratte. Ottima

scelta e gratificazione per noi lu-

cani che possiamo vivere un pic-

colo momento di gloria.

cata coast to coast”, commedia diver-

tente ed ironica. Narra la storia di un

gruppo di musicisti sui generis, che de-

cide di partecipare al festival della can-

zone di Scanzano Jonico. L’elemento

bizzarro della vicenda sta nella scelta

degli amici di raggiungere la meta attra-

versando la Basilicata a piedi da Maratea

a Scanzano, dunque dalla costa Tirrenica

a quella Jonica. Un carro trainato da un

cavallo, gli strumenti musicali ed i viveri

li accompagneranno in questo tour, il

tutto filmato dalla telecamera di una

giornalista locale che vivrà l’avventura

assieme a loro. Momenti commoventi e

grandi risate fanno da padrone al film

che descrive alcuni tra i più bei paesi lu-

cani: Trecchina, Lauria, Tramutola,

Aliano e Craco. Attraverso la macchina

da presa dell’attore (in questa occasione

anche regista) Rocco Papaleo, ci rac-

conta quello che c’è di bello al sud. Una

BASILICATA:CHE SPETTACOLO

Paesaggi incantati, natura ri-

gogliosa e montagne roc-

ciose fanno da sfondo ai

piccoli paeselli lucani. Case in

pietra, impreziosite da fiori di

campo, rendono quasi surreali le

atmosfere che si vivono nei bor-

ghi lucani. Pochi abitanti ed un

piacevole silenzio completano

questo meraviglioso quadro, che

non è frutto dell’immaginazione

di un pittore, ma fedele descri-

zione della realtà. Raffinati e na-

turali i piccoli villaggi sono stati

i protagonisti di ambientazioni ci-

nematografiche. Il primo grande

debutto ci ha fatto conoscere in

tutto il mondo con il film “The

passion - La passione di Cristo”,

girato tra il novembre del 2002

ed il gennaio 2003. A fare da

protagonista la città di Matera ed

il paese fantasma Craco. I suggestivi

Sassi ed il freddo secco dell’inverno

hanno reso l’atmosfera ancora più affa-

scinante e spirituale. L’attore Mel Gib-

son ed il cast hanno camminato tra

sentieri misteriosi alla scoperta dei luo-

ghi più adatti per girare le scene. Emo-

zionante e ricca di effetti scenografici, la

ripresa finale della crocefissione girata

nel Parco delle Chiese rupestri. La pre-

ferenza del regista è ricaduta sulla pro-

vincia materana proprio in onore della

meraviglia della cittadina, riproposi-

zione perfetta dei luoghi arcaici in cui è

vissuto Cristo. Successo straordinario, il

capolavoro ha impressionato critici ed

esperti del settore, consacrando la città

come meta di fama internazionale. Tan-

tissimi turisti hanno voluto ripercorrere

i luoghi delle riprese, gli stessi che

hanno ospitato il cast americano. Non da

meno il successo della pellicola “Basili-

Agnese Albini

La bellezza della terra lucana

non passa inosservata.

Musa ispiratrice di grandi artisti,

sbarca sul grande schermo

28 GENNAIO 2011

21

28 GENNAIO 2011

Trotti, una rispostaall'infinito

Francesco De Luca

L'artista “marchigiano-cinese” in una bella mostra

a Civitanova Marche

In una lontana intervista rila-

sciata da Alberto Moravia a

Costanzo Costantini, che fun-

geva da presentazione al catalogo

della mostra di Sandro Trotti alla

galleria romana Schema Z nel

1981, il celebre autore degli Indif-

ferenti e della Noia, diceva tra

l'altro: “E' un segno continuo,

come se l'ispirazione fosse una

matassa, e, se si tira, il filo della

matassa si srotola e immediata-

mente disegna nello spazio l'og-

getto che trotti intende

rappresentare”. Giusto dieci anni

prima, recensendo su “Il Tempo”,

la sua personale alla Galleria della

Balduina, sempre nella capitale,

Virgilio Guzzi aveva sottolineato

come il “segno” dell'artista evo-

casse “un ricordo vago di ele-

ganze secessionistiche e

modiglianesche”, cui faceva eco

Franco Solmi, che, in un appro-

fondito testo critico, annotava:

“Nessuna analisi del lavoro di

Trotti può prescindere dal dato di

esperienza che conduce l'artista

marchigiano a una continua veri-

fica delle proprie nostalgie di me-

morie. L'apprensione di un reale,

concreto e immaginario insieme,

si esprime nella forma più diretta,

quella dell'espressionismo”. Trotti

nasce il 25 gennaio 1934 a Monte

Urano (Ascoli Piceno), ma Roma

diviene presto centro dei suoi in-

teressi artistici; qui si diploma al

Liceo Artistico nel 1953 e dove

poi diventerà titolare della catte-

dra di Pittura all'Accademia di

Belle Arti in Via di Ripetta per

circa trent'anni, ed esattamente

dal 1973 al 2000. A Roma stringe

una lunga ed intensa amicizia con

Luigi Montanarini e frequenta gli

artisti come Domenico Purificato

e i suoi “grandi” conterranei

Sante Monachesi, Corrado Cagli

e Pericle Fazzini, che lo presentò

nel catalogo della mostra alla gal-

leria L'Indiano di Firenze nel

1961, consacrandolo, con grande

intuito e preveggenza, come si-

cura promessa (allora il pittore di

Monte Urano era appena ventiset-

tenne) nel firmamento artistico

contemporaneo: “La pittura di

Alessandro Trotti si muove sul

piano di apparizioni cromatiche:

ogni colore è in funzione del colore vi-

cino, e il tutto forma un'immagine che

potrebbe essere surrealista, ma non lo è,

e se ne rimane l'odore, è anche per quegli

intrichi di segni che appaiono sempre da

una parte o dall'altra, o nel mezzo dello

sfondo dei suoi quadri; egli esprime così,

con questa sua pittura, un'ansia, una do-

manda, una risposta all'infinito, condu-

cendo il pensiero di chi guarda alla

poetica interpretazione del dipinto, che,

in questo modo acquista consistenza e

valore di arte. La pittura di Trotti, che è

marchigiano, nato in un paesino vicino al

mio, è piena di talento perchè rispecchia

l'atmosfera delle nostre parti, sa di bar-

che, di mare e di cielo, dove finisce e co-

mincia l'orizzonte e da dove ogni giorno,

all'alba, appare il sole come un'immensa

arancia”. A Trotti, con il suggestivo titolo

“Pittura infinita poesia”, viene dedicata

una bella mostra antologica, curata, in-

sieme al bel catalogo realizzato dalle

Grafiche Fioroni, da Enrica Bruni Stro-

nati e Sandro Pazzi, all'Auditorium San-

t'Agostino di Civitanova Marche Alta,

nella raffinata cornice degli stucchi set-

tecenteschi della ex chiesa vicinissima

alla casa dove ebbe i natali Annibal

Caro, il celebrato traduttore dell'Eneide,

ormai da tempo sede di importanti ed ap-

prezzate mostre promosse ed organizzate

dal Comune di Civitanova, dalla Pinaco-

teca “Marco Moretti” e dall'Azienda Spe-

ciale Teatri di Civitanova. Nel catalogo,

per un consuntivo storico-critico sull'ar-

tista, è di grande interesse il testo di pre-

sentazione di Lucio Del Gobbo, attento

studioso e profondo conoscitore del No-

vecento marchigiano, il quale aiuta a

“concludere” come “pur nella scansione

dei periodi, siamo di fronte ad un'arte

molto umana e condivisibile, per quella

sorta di apparente spontaneità che la ca-

ratterizza; una naturalezza immediata-

mente leggibile che la rende vicina e

comunicativa anche là dove il pensiero

che ne è origine è tutt'altro che sem-

plice”. La mostra è rappresentativa del-

l'intero arco creativo del maestro, dalla

sua prima attività pittorica, che si con-

centra sulla sperimentazione di nuovi

materiali e sulla ricerca dell’astrattismo

(è il periodo delle “strisce” e dei “crates”)

alle indagini (anni '70) sul nudo femmi-

nile in una serie di disegni e dipinti il cui

monocromatismo li fa battezzare

“nudi bianchi”. Scorrono attra-

verso una bella scelta di opere i

decenni successivi, in cui si ri-

flette l'originale rapporto dell'ar-

tista con il mondo esterno che,

come ha sottolineato Gabriele Si-

mongini, nella sua pittura ariosa

ed istintiva si è tradotto sempre

in una originale “capacità di evo-

care e non di descrivere”, nei ri-

tratti come in assorte

contemplazioni del paesaggio

marchigiano che ricordano il

grande civitanovese Arnoldo

Ciarrocchi; facendo rivivere la

lezione del grande Baudelaire, il

quale scriveva: “La natura este-

riore non e che un ammasso in-

coerente di materiali che I’artista

e invitato ad associare e a mettere

in ordine, un incitamentum, un

risveglio per le facoltà assopite”.

Fino a giungere all'ultimo decen-

nio della sua attività, connotata

da un elemento decisamente

nuovo rispetto ai primi quaran-

t'anni di lavoro, e cioè dall'incon-

tro con la civiltà cinese, ancora

poco conosciuuta e “frequentata”

dai nostri artisti; un incontro in

cui l'artista ha attinto con curio-

sità e rispetto, ma nel quale a sua

volta ha profuso la sua espe-

rienza pittorica, tanto da essere

considerato uno fra i maggiori te-

stimoni della nostra cultura arti-

stica, specie nel ruolo didattico

quale professore di Storia del-

l’Arte presso l’Accademia Cen-

trale di Pechino e presso

l’Accademia di Belle Arti di

Canton. E' una nuova stagione

nell'arricchimento culturale e

nella creatività pittorica, che

Trotti così racconta: “Ho avuto

l'onore di insegnare Arte in

oriente. Ma anche l'oriente mi ha

rivelato sorprendenti prospettive,

una di queste riguarda il paesag-

gio. Il nostro paesaggio ha un

solo punto di vista: l'uomo! Il

paesaggio orientale invece ha un

altro punto di vista: la natura! La

foglia, il fiume, l'uccello, la mon-

tahna, hanno un'unica misura e

convivono in un unico piano”.

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Nelle foto in alto da sinistra

in senso orario1 Ragazza

di Guilin, 20082 Ritratto

di Sun, 19843 Jessica, 1980

28 GENNAIO 2011

23

d’areamediterranea

Dopo la dissennata politica

di potatura operata dal

nostro governo nel set-

tore scolastico e, soprattutto, in

quello universitario si è deciso di

attuare un’inversione di rotta.

Quella cura dimagrante, imposta

a livello centrale, che ha costretto

una miriade di atenei italiani ad

una risistematizzazione oggi,

forse, sta dando qualche frutto. Il

Ministero dell’Università e della

Ricerca Scientifica ha stabilito i

bonus da attribuire ai migliori

poli culturali italiani. Quelli sta-

tali questa volta! Una stoccata,

dunque, ad una pervicace politica

di incentivazione agli istituti pri-

vati. Gli incentivi sono attribuiti,

come afferma il decreto del 2008,

in base all’attenta valutazione di

due aspetti: ricerca e didattica.

Verranno, quindi, vagliati attenta-

mente i successi conseguiti dai

docenti nei progetti di ricerca di

interesse nazionale, giudizi del

comitato di valutazione della ri-

cerca, partecipazione a progetti di

ricerca per giovani ricercatori e,

dulcis in fundo, numero di stu-

denti attivi e crediti raggiunti su

quelli previsti. 720.000.000 di

euro l’ammontare complessivo

della quota incentivi cresciuta

sensibilmente rispetto al 2009.

Una classifica che vede in pole

position il Politecnico di Torino

che guadagna il primato con il

16,6% del totale del finanzia-

mento statale. Meritevoli, in or-

dine la “Ca’ Foscari” di Venezia

e Trento. Meno in vista gli atenei

meridionali che, però, segnalano

un trend in forte crescita. Di certo

il polo universitario lucano non

gode di un ottimo stato di salute

ma, pur sempre, in corsa. Seb-

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BASTA TAGLIARE! E’ ORA DI RACCOGLIERE I FRUTTI

Anno IV numero 4 - 28 Gennaio 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino

bene con l’affanno! Molte, invece,

quelle che rimangono fuori da que-

sto “digesto” presentato lo scorso 14

gennaio dal “Sole 24 ore”: Came-

rino, Macerata, l’ateneo aquilano e

l’Università per Stranieri di Perugia.

Alla luce dell’imperante sforbiciata

firmata “Gelmini”, sei atenei meridio-

nali di Basilicata, Molise e Pu-

glia, discuteranno dei risultati

ottenuti nella prospettiva di

un’ottimizzazione delle ri-

sorse, seppur esigue, a dispo-

sizione. Ciò è stato deciso a

seguito di una riunione con-

giunta tra i rettori dei sei ate-

nei: Mauro Fiorentino

dell’ateneo lucano, Giovanni

Cannata dell’Università del

Molise, Corrado Petrocelli di

Bari, Domenico Laforgia

dell’Università del Salento,

Nicola Costantino del Politec-

nico di Bari, Giuliano Volpe

dell’ateneo foggiano. La vo-

lontà è quella di portare avanti

un progetto federativo, legitti-

mato dall’art. 3 dell’emenda-

mento “Legge

sull’Università”, una conver-

genza di intenti che ha preso

vita dallo scorso settembre. «Il

percorso, coraggioso e diffi-

cile, attivato e da sviluppare

secondo il principio della leale

collaborazione e nel pieno ri-

spetto dell'identità, della spe-

cificità e dell'autonomia di

ciascun ateneo, terrà conto - è

detto in una nota congiunta -

anche delle criticità in cui si

dibatte il sistema universitario,

in particolare quello meridio-

nale, e necessiterà da parte

degli interlocutori istituzionali

di risposte adeguate e concrete

che testimonino attenzione e

sostegno al primo processo di

integrazione federativa che su-

pera i confini regionali».

Insomma, di necessità virtù!

Luca Arlotto