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Terra di Basilicata mediterraneo SVI.MED

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il terreno e a fornire le opportune

informazioni per la futura crea-

zione del vero e proprio Corpo vo-

lontario europeo, attraverso

un’ulteriore selezione di persone e

strutture.

Il commissario Georgieva ha ma-

nifestato la propria intenzione di

proporre la questione in occasione

della legislazione europea del

2012, allo scopo di definire strut-

tura, organizzazione e funziona-

Un progettopilota

mento del Corpo, nonché il

suo ruolo all’interno del-

l’UE.

Perno attorno al quale ruota

l’intero progetto è la sicu-

rezza, parametro guida delle

fasi preparatorie dell’inizia-

tiva, ma anche del futuro

operato dei volontari.

Dopo questa prima espe-

rienza sul campo e dopo

una nuova serie di consulta-

zioni pubbliche, verranno

formulate proposte norma-

tive che saranno sottoposte

al vaglio della Commis-

sione.

Nei giorni scorsi è

stata avviata la

fase pilota di un

importante progetto che

vedrà protagonisti nume-

rosi cittadini provenienti da

tutte le nazioni dell’UE.

L’iniziativa, in linea con le

previsioni del Trattato di

Lisbona, mira alla crea-

zione di un Corpo volonta-

rio europeo di aiuti

umanitari.

E’ significativo che le atti-

vità siano partite proprio

nel 2011, designato dal-

l’UE come Anno Europeo

del Volontariato.

L’inizio dei progetti pilota

è stato annunciato il 17 giu-

gno scorso da Kristalina

Georgieva, commissario

europeo per la Coopera-

zione Internazionale, gli

aiuti umanitari e la risposta

alla crisi, durante una con-

ferenza organizzata a Bu-

dapest dalla Presidenza

ungherese dell’Unione e

dalla Commissione euro-

pea.

Il piano è stato preceduto

da intensi lavori preparatori

che hanno visto in prima

fila la stessa Commissione,

la quale si è impegnata ad

elaborare un’attenta analisi

delle principali questioni e

problematiche legate al

tema. Il lavoro della Com-

missione è stato completato

da due sessioni di consulta-

zioni pubbliche, grazie alle

quali sono state individuate

le principali aree che ve-

dranno impegnati i futuri

volontari.

Le linee guida da seguire

saranno tre, ossia la sele-

Giusi Santopietro

324 GIUGNO 2011

zione dei volontari, la loro for-

mazione, e il loro impiego con-

creto in alcune operazioni di

aiuti umanitari.

La realizzazione delle attività

sarà affiancata e seguita da al-

cune organizzazioni internazio-

nali, quali Save the Children,

Caritas e Croce Rossa.

I progetti pilota, all’interno

delle tre grandi aree operative

individuate, serviranno a testare

Direttore Responsabile

A�TO�IO SAVI�O

Direttore Politico

SARO ZAPPACOSTA

Redattori

Agnese AlbiniLuca Arlotto

Danilo ChiaradiaLaura CutullèSerena Danese

Michela Di PalmaFabrizio Fiorini

Simona MarganellaLoredana Romanelli

Giusi Santopietro

Impaginazione &Grafica

Francesco Pietro Falotico

Stampa

Martano Editrice Modugno (BA)

Reg. Trib. Potenza �°375del 24 04 2008

Concessionaria Pubblicitaria

METIS srl

Contatti

[email protected]. 0971 22715

d’areamediterranea

Nell’anno del Volontariato, le prime fasi della creazione di un Corpo permanente di aiuti umanitari

Page 4: Terra di Basilicata mediterraneo SVI.MED

sto anche il presidente della Ca-mera. Nel tardo pomeriggio Ber-lusconi è poi salito al Quirinaleper confrontarsi con il presidentedella Repubblica sul doppio con-fronto in aula. Al centro del col-loquio anche i prossimiappuntamenti parlamentari,prima di tutto la manovra. Napo-litano avrebbe sottolineato l'im-portanza di mantenere i conti inordine e di raggiungere l'obiet-tivo del pareggio di bilancioentro il 2014. Sul tavolo anche ilConsiglio europeo a Bruxelles,durante il quale si discuterà degliaiuti alla Grecia e della situa-zione economica internazionale.Ma in questi giorni Berlusconista lavorando anche al nuovo as-setto del partito in vista del con-siglio nazionale del primo luglio.La tentazione del Cavaliere sa-rebbe quella di affidare il Pdlsolo ad Alfano, eliminando i co-ordinatori. Una soluzione cheperò creerebbe forti contrasti in-terni, così in queste ore sta pren-dendo quota l'ipotesi di formareun direttorio formato da una de-cina di persone. Ipotesi «gra-dita», ad esempio, sia al sindacodi Roma Gianni Alemanno sia aClaudio Scajola.

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C’è la maggioranza

Il leader del Carroccioresta in attesa dei fatti

La verifica va. alla CameraBerlusconi ripete quasialla lettera il discorso pro-

nunciato al Senato, scatena unmezzo putiferio perché si ferma aparlare con il leader dell'Idv An-tonio Di Pietro durante una pausadei lavori, replica alle protestedell'opposizione con un «vi assi-curo che restare a palazzo Chigi èun gradissimo sacrificio», ma so-stanzialmente si ritrova con glistessi problemi e con le stessecertezze che aveva prima del dop-pio appuntamento in aula. Il suoappello ai centristi è caduto an-cora una volta nel vuoto e le pa-role di Pier Ferdinando Casininon hanno lasciato aperto alcunospiraglio: «È lei – ha ricordato nelsuo discorso il leader dell'Udc –che ha detto che finalmente, libe-ratosi della zavorra Udc, avrebberealizzato le riforme: come puòora pensare di essere credibile nelfare un appello all' unità dei mo-derati?». Un intervento che il Ca-valiere ha commentato con unlaconico «ormai è un capitolochiuso». E del resto non potevaessere altrimenti. Casini ha dettopiù volte che non sarebbe mairientrato nel centrodestra finchéfosse rimasto Berlusconi leader ein questo momento preferisce re-

4 24 GIUGNO 2011

stare a guardare come si evolve la situa-zione in casa Pdl. Anche perché questogli consente di tenere sempre aperto unospiraglio con il Pd nel caso si dovesse an-dare a un governo tecnico. Anche neirapporti con la Lega il premier non è an-dato molto oltre a una formale rassicura-zione sulla tenuta dell'alleanza. Almenofino a quando converrà al Carroccio. Inaula a Montecitorio c'era Umberto Bossi,assente al Senato. Il leader leghista haascoltato il suo amico Silvio, ha spiegatodi essere soddisfatto del programma maalla fine ha commentato con un gelido«Bello, a parole. Ma aspettiamo i fatti».

Le note positive arrivano dal Pdl. Il par-tito ha apprezzato il discorso, i toni mo-derati scelti nei confrontidell'opposizione per cercare di creare unclima più sereno. Nessun accenno ai ma-gistrati, nessun attacco frontale ai «ne-mici». E anche con l'avversario che piùlo ha angustiato in questo ultimo anno,Gianfranco Fini, ha mostrato un atteggia-mento più cordiale. Nulla di eclatante mail saluto che gli ha rivolto prima di la-sciare l'aula è un gesto impensabile al-meno per il Berlusconi di qualchesettimana fa, quando tra i due c'era un di-stacco totale. Un cenno al quale ha rispo-

Dietro alle transenne, di fronte aMontecitorio, hanno sistemato

un banchetto con libri e una pol-trona. Un cartellone penzola dal ta-volino. C'è scritto: «L'Italia migliorescende in piazza». Ci sono i sinda-cati di base (Usb), il coordinamento precari della scuola, i centri so-ciali e tanti immigrati. Sono nelle prime file, per la maggior partenordafricani, e urlano: «Berlusconi vattene». La polizia osserva, adistanza. Alle 11.30 la tensione sale e un manifestante lancia unabomba carta. Subito dopo altri cominciano a prendere di mira leforze dell'ordine. Tirano fumogeni, uova, patate. Cinque agenti re-stano feriti. Dopo una ventina di minuti le forze dell'ordine superanole transenne che li dividono dai manifestanti e avanzano. Non cari-cano. Tentano di placare gli animi. Sui caschi prendono di tutto: unimmigrato tira un sacchetto con dentro una decina di patate, un altrouna melanzana. Piovono soprattutto uova. Tanto che il dirigente chesegue le operazioni, Lorenzo Suraci, ci ha rimesso un completo ges-sato grigio, una camicia celeste e una cravatta a strisce oblique.Stava in prima fila. «Dove dovevo stare» dice. Adesso ogni poliziottoche lo vede gli dà una pacca sulle spalle: «Vabbè, le scarpe le mettein campagna». E poi ride, visto che sono quelle di cuoio, coi tacchi.Ma i manifestanti non si fermano. Uno scavalca e va diretto su unpoliziotto, riesce a dare un paio di pugni, poi lo fermano. Cade, scal-cia. Gli agenti spostano i blindati davanti alle transenne, per chiu-dure ogni accesso alla piazza della Camera, dove c'è il premierBerlusconi che sta parlando.

Il lancio di uova, verdure e qualche fu-mogeno prosegue. Tirano anche i libri.«Poesie» di Kipling, «I romanzi brevi»di Hesse, «Le tre madri» di Pirandello.Sarà «l'Italia migliore», come si defini-scono in polemica con le parole poco

azzeccate del ministro Brunetta, ma i libri invece di leggerli li tiranoa poliziotti e carabinieri. Poi i manifestanti si spostano, cercano diraggiungere il Senato ma un gruppo di forze dell'ordine gli sbarra lastrada. Alle 13 ritornano sotto al Parlamento. Uno dei leader del mo-vimento lancia anatemi col megafono: «Questa maggioranza sta di-struggendo il Paese. La manovra da 40 miliardi di euro ci porteràalla stessa situazione della Grecia». A proposito: «Solidarietà allecompagne e ai compagni greci». Poi c'è il disprezzo nei confrontidelle divise: «Abbiamo cominciato bene questa mattina e continue-remo. Per difendersi il governo ha chiamato la polizia. Ma troppi po-liziotti dovranno arrivare per tenerci fermi perché questa piazzacrescerà». Dall'altro lato delle transenne, proprio sotto all'obelisco,ci sono i ragazzi delle forze dell'ordine. «Guarda le mie scarpe» diceun agente a cui hanno tirato uova e pure qualche bottiglia: «Chie-derò il risarcimento». Poi ride. «Sì e chi me lo dà?». «A me è andatapeggio», fa un altro poliziotto in borghese che s'è dovuto levare lagiacca, sporcata dalle uova. Alle 18 carabinieri e poliziotti ancorasorvegliano l'area. Mentre dal megafono una donna strilla: «Guar-date, guardate, c'è il cambio della guardia. È uno stato di polizia».

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Scontri a Monte Citoriofuori dal palazzo

Page 5: Terra di Basilicata mediterraneo SVI.MED

Voglia di centro

Conferenza stampa in Con-

siglio regionale della Basi-

licata, per presentatare la

costituzione del nuovo intergruppo

consiliare composto dai consiglieri

Roberto Falotico (Plb), Alfonso

Ernesto Navazio (Ial) e Francesco

Mollica (Mpa).

Subito chiariti i concetti che la

nuova formazione politica “as-

sume un ruolo politico di assoluta

equidistanza tra centrosinistra e

centrodestra, non avrà un singolo

coordinatore, ma vedrà un coordi-

namento a tre, esprimerà un voto

comune su tutti gli atti con la piena

disponibilità verso ogni apertura

alla discussione ed al confronto”.

Per il consigliere Navazio “è ne-

cessario rompere l’asse nazionale

che si ripercuote negativamente in

Basilicata tra due forze politiche

che pensano di essere le uniche de-

positarie delle sorti della Nazione

e della regione, catalizzando, nel

contempo, l’interesse dei cittadini

non convinti della bontà dell’asse

destra-sinistra. Siamo tre consi-

glieri regionali – ha puntualizzato

– che hanno, evidentemente, qual-

cosa da dire ai politici e, soprat-

tutto, ai lucani. Conserviamo la

nostra specificità di gruppi consi-

liari, instaurando dopo la fase ini-

ziale di Lagopesole che ha visto la

partecipazione di altri soggetti po-

litici che hanno condiviso l’analisi

delle problematiche prioritarie da

afffrontare, un nuovo fulcro di

consultazione riguardante tutte le

attività consiliari ed extra-consi-

liari. La nostra – ha spiegato –

vuole essere una posizione dirom-

pente in un panorama statico in

continuità con la scossa registrata

la scorsa settimana con l’elezione

per molti anomala dell’Ufficio di

Presidenza. Continuare il movi-

mentismo con un intergruppo che

non ha un proprio nome, ma che

punta a rimuovere l’indolenza di

una Regione che ha studiato poco,

che ignora Socrate laddove sotto-

lineava come ‘non esiste vento a

favore se il marinaio non conosce

il porto di approdo’ e che è ferma

alla geometria euclidea basata

sulla linea retta che conosce solo

l’asse Potenza-Matera e quello Pd-

Pdl. Il nostro movimentismo – ha

annunciato Navazio – ha già com-

portato l’adesione al Comitato re-

ferendario per l’abolizione della legge elet-

torale, contro le liste bloccate, facendo sì

che i cittadini si riapproprino del diritto di

scegliere i propri rappresentanti politici.

Obiettivo fondante dell’intergruppo – ha

concluso – quello di porre in essere una

iniziativa che vuole scompaginare per dav-

vero le relazioni politiche attuali che pri-

vilegiano rapporti unilaterali e rivolti verso

una unica direzione, senza tener conto di

una parte di consenso elettorale che non

può rimanere inerte e senza voce”.

Il consigliere Falotico nel fare riferimento

ad “un intergruppo di consultazione, equi-

distante dalle altre formazioni politiche re-

gionali e pronto ad accogliere chiunque

voglia affrontare realmente i problemi

della Basilicata che, essenzialmente, pas-

sano attraverso l’occupazione”, ha rivolto

un forte richiamo agli altri esponenti poli-

tici che hanno dato vita al convegno di La-

gopesole invitandoli “ad una adesione in

linea con quanto già concertato, senza sen-

tirsi obbligati a rimanere nei ranghi, ma

piuttosto dimostrando capacità di scelta

senza rispondere ai richiami dei capiba-

stone”.

“L’intergruppo – ha affermato Falotico –

vuole dare risposte alla profonda insoddi-

sfazione della società di Basilicata nei con-

fronti della politica sin qui attuata, aprendo

un polo diverso rivolto al bene della re-

gione avulso dagli interessi di bottega e

che vuole essere valutato per gli atti messi

in campo. Un intergruppo aperto sulle que-

stioni di merito che rifugge dalle tante

enunciazioni di intenti e dalle inutili liste

della spesa, rivendicando la chiarezza e la

comunicazione capillare. Dopo aver regi-

strato – ha sottolineato – come dall’inizio

della legislatura le tre formazioni politiche

qui rappresentate si sono ritrovate su forti

convergenze concernenti proposte di me-

rito ed hanno espresso una comune capa-

cità legislativa, fatta di spunti puntuali

purtroppo finora inascoltati, è parso oppor-

tuno dare seguito ad una comunione di in-

tenti e ad una volontà simile di procedere

sia politicamente che a livello istituzionale

in grado di spezzare ogni soluzione con-

cordata solo e semplicemente tra Pd e Pdl,

in virtù del fatto che bisogna prendere atto

che nell’ambito dell’opposizione esistono

di fatto due esperienze. Non intendiamo –

ha proseguito – mettere in soffitta il con-

senso ricevuto, passare per fantasmi emar-

ginati, rompere l’incredibile fase di

impasse che sta attraversando tutta la po-

litica regionale, riportare nella sede depu-

tata, vale a dire il Consiglio, le questioni

fondamentali. Non ci iscriviamo – ha con-

cluso - al gruppo degli ‘sgabellari’, bensì

evitiamo ogni tentativo di marginalizza-

zione della nostra funzione di consiglieri

regionali”.

Il consigliere Mollica ha parlato di “una

iniziativa prettamente politica non essendo

tecnicamente contemplata nei regolamenti

esistenti e in assenza di un nuovo Statuto

di cui non si intravede alcun lineamento,

una iniziativa che intende dare una risposta

concreta al circolo mediatico aperto in

questi giorni dopo un voto consiliare legit-

timo e per ristabilire il principio che la de-

mocrazia parte dalla rappresentanza che è

basata anche sui numeri. Dal momento che

il regolamento dice solo che occorre ga-

rantire la rappresentanza delle minoranze

– ha continuato – non vedo le motivazioni

delle fibrillazioni vissute, dopo la mia ele-

zione a consigliere segretario, in entrambi

gli schieramenti politici di centrosinistra e

centrodestra con quest’ultimo che, addirit-

tura, ha inteso bloccare l’attività consiliare,

pretendendo di coprire tutte le postazioni

e gli incarichi destinati alla opposizione,

senza alcun rispetto del consenso elettorale

ricevuto dalle altre forze politiche che non

si riconoscono in questa maggioranza. Al-

trettanto inconcepibile la caccia al franco

tiratore scatenata per una sorta di volontà

punitiva verso chi non è disposto a piegare

il capo ad ogni tipo di arroganza. Questi i

numeri – ha specificato Mollica – che giu-

stificavano la scelta nei miei confronti e,

soprattutto, nei confronti di un’altra oppo-

sizione: Mpa, Plb e Ial hanno ottenuto

nella consultazione elettorale regionale

36.200 voti, pari all’11 per cento, vale a

dire a più del 40 per cento della minoranza.

Ecco allora che occorre divenire nuova op-

posizione per contare e per far sì che que-

sta falsa democrazia diventi una

democrazia partecipata che vede la pre-

senza di tutti i rappresentanti dei cittadini

al tavolo della concertazione ed a quello

per le decisioni che contano per il bene

della regione, vedi Memorandum per il pe-

trolio e Piano per le opere pubbliche, con-

sessi finora riservati solo ad una parte

dell’opposizione. Tre, dunque, i punti sa-

lienti: rivendicazione del ruolo di nuova

opposizione; riconoscimento politico

come intergruppo e come forza rappresen-

tativa di un gran numero di elettori; rimo-

zione delle acque stagnanti della politica

lucana. La grande responsabilità che ac-

compagna le mie dimissioni è la dimostra-

zione che non siamo in cerca di poltrone,

ma vogliamo molto più semplicemente ri-

stabilire le norme democratiche. Grandi in-

tenzioni – ha concluso – che si richiamano

all’insegnamento socratico secondo cui chi

vuole muovere il mondo deve muovere

prima se stesso”. Avevo visto giu-

sto quando commentando l’ele-

zione di Franco Mollica a

segretario dell’Ufficio di Presi-

denza del Consiglio Regionale

avevo parlato di voglia di cambia-

mento e voglia di terzo polo.

E’ quanto sostiene in una nota il

coordinatore regionale di Fli Egi-

dio Digilio facendo riferimento

alla costituzione del nuovo inter-

gruppo consiliare composto dai

consiglieri Falotico, Navazio e

Mollica.

“Il richiamo all’incontro di Caste-

lagopesole al quale ho partecipato

– aggiunge – esprime quella pro-

gettualità che in quell’occasione è

emersa con la qualità degli inter-

venti-comunicazioni oltre che dei

tre consiglieri dell’intergruppo

anche di consiglieri e dirigenti di

Udc e Api a riprova che i tempi del

Terzo Polo sono maturi. Fli per-

tanto non può che salutare positi-

vamente la nascita del nuovo

soggetto politico-istituzionale che

di fatto rompe l’egemonia della

minoranza pretesa dal Pdl. E’ da

sottolineare inoltre il comporta-

mento di Mollica che ha dato

prova di grande responsabilità e

sensibilità politica dimettendosi

dal ruolo istituzionale al quale era

stato legittimamente eletto.

Adesso – dice Digilio – anche in

Consiglio Regionale, come accade

nei Consigli Provinciali e Comu-

nali di Potenza e di Matera, sia il

centrosinistra che il centrodestra

devono fare i conti con la nuova

area politica terzopolista che nel-

l’aula del Palazzo di via Verrastro

si è materializzata e pertanto non

è più un fantasma da esorcizzare.

Si corona dunque un’aspirazione

che non appartiene solo al Fli ma

ai partiti che hanno aderito al

Terzo Polo. Credo sia un’opportu-

nità per affermare una nuova pos-

sibilità di fare politica, in maniera

ben distinta dai due blocchi, con

una forte connotazione strategica

e propositiva, anche per dare con-

tinuità alla spinta di cambiamento

che è venuta da amministrative e

referendum, aiutando la democra-

zia ad essere più libera nell’inte-

resse dei bisogni della nostra

comunità, aiutando il sistema-par-

titi a mettersi in discussione”.

524 GIUGNO 2011

Alla Regione Falotico, Navazio e Mollica

presentano il nuovo Intergruppo

Page 6: Terra di Basilicata mediterraneo SVI.MED

Blocco degli sportelliPt, non è la prima volta

Poste italiane in tilt. Milioni di

persone hanno dovuto fare i

conti con i disservizi di Pt. In

regime di monopolio è il minimo

che poteva succedere. Dopo ore e

ore di attesa, nei vari uffici presenti

sul territorio, della fatidica frase “la

linea c’è”, i terminali hanno ripreso

a singhiozzo vita consentendo le

operazioni di routine. Il problema è

a livello nazionale ed è di natura in-

formatica, un disservizio di immane

proporzione che ha portato i vertici

di Poste e telegrafi a scusarsi per

quanto successo. “Ma chi se ne fotte

delle scuse” ha esordito un signore

in chiara fibrillazione da stress di at-

tesa alla notizia. E’ come dire che i

pagamenti ai fornitori di luce, gas,

acqua, oppure il pagamento della

tassa sui rifiuti o delle spese condo-

miniali, per non aggiungere la cosa

più importante cioè la propria so-

pravvivenza, ecc. vanno giustificati

con un semplice “scusa, ma non

posso pagare per colpa delle Poste”.

Un capitolo a parte meriterebbero le

pensioni sociali che già di per sé

ammontano a qualche centinaio di

euro. Se poi si aggiungono uscite e

aumento dei prezzi la soglia di po-

vertà è ben oltre superata, in senso

negativo è chiaro. E su tutto questo

si abbatte pure la scure informatica

di Pt. A Potenza i tanti cittadini tito-

lari di pensione con accredito sui li-

bretti postali e tutti coloro che do-

vevano pagare i bollettini o spedire

un plico hanno girovagato per i vari

uffici postali sperando in un mira-

colo. Le succursali di via Messina e

di via Pretoria le più gettonate a pari

merito con la megastruttura di via

Grippo, dove il parcheggio è una

chimera. Le scene alle quali si è as-

sistito sono tante: dall’allegria

amara alla rabbia, da cori di protesta

a gente che si è sentita male. In tutto

questo il personale Pt non ha alcuna

colpa, che invece va di certo attri-

buita a coloro che si occupano del

settore tecnico-informatico. La cosa

strana è che anche a maggio e giu-

gno dello scorso anno si verifica-

rono sempre gli stessi problemi

legati alla mancata connessione con

il server principale e solo dopo

giorni venne ristabilito un contatto

continuo. Intanto, fanno sapere gli

addetti del call center di Pt, il pro-

blema è stato risolto il 9 giugno.

Luigi Pistone

24 GIUGNO 20116

L’indipendente

Page 7: Terra di Basilicata mediterraneo SVI.MED
Page 8: Terra di Basilicata mediterraneo SVI.MED

l’assunzione su corsie privile-

giate!! E no!!! Questo non è giu-

sto nei confronti dei vostri

colleghi rimasti fuori. Non solo

siete stati agevolati nell’avere la

convenzione dal politico di turno,

ma volete addirittura essere as-

sunti senza una valutazione seria

e uguale per tutti? Adottiamo la

novella “CHI E’ SENZA PEC-

CATO SCAGLI LA PRIMA

PIETRA!! La colpa maggiore è

sempre dei politici, sia di centro,

di destra e di sinistra e questo lo

ribadiremo sempre!!!. Hanno

tracciato un solco non tanto sem-

plice da chiudere. Per questo,

cari Lucani non credete alle fa-

vole. Analizzate bene le situa-

zioni. Il Berlusconi o il Prodi o

chiunque altro di turno, che si

trova a Roma, a Milano, a Pa-

lermo, a Potenza è sempre lo

stesso, ha gli stessi interessi e le

stesse aspettative. Non credete

poi ai trasformisti, cioè quelli che

vanno a destra, a centro, a sini-

stra, quelli che hanno sempre bi-

sogno di trovare una comoda

poltrona di potere. Pensate sola-

mente a quale politico attribuire-

ste la palma d’oro per quanto

riguarda l’onestà, il rispetto, la

solidarietà, e quanti altri aggettivi

ci sono, elencateli. Però non fate

l’errore di non andare a votare.

Questi signori, per essere eletti,

non hanno bisogno di un quo-

rum, quindi se voi vi asterrete dal

votarli, loro hanno comunque i

propri seguaci che gli permette-

ranno comunque di raggiungere

il potere. Per questo bisogna

ostacolarli con il votare una per-

sona che conoscete bene e che

non fa promesse da marinaio du-

rante le campagne elettorali, non

andare alle cene ed ai pranzi che

questi signori vogliono offrirvi.

Non credete che dopo le elezioni

vi sistemeranno con un buon la-

voro. Non credete che dopo le

elezioni vi faranno entrare in una

casa popolare o sistemeranno il

vostro problema! Come vedete, i

modi per comprarvi sono tanti,

spetta a voi non cadete in tenta-

zione!!! Ricordate bene che il po-

tere è del “POPOLO”!!!!!!!!!!

prare o iscriversi per seguirli non sa nem-

meno come fare. Cari miei, in questi

bandi di concorsi mancano solo i nomi e

cognomi dei vincitori. E qui ribadisco an-

cora gli ultimi concorsi che si sono svolti

nella nostra povera Basilicata. Provate a

fare un giro su Facebook e digitate il

nome di un qualsiasi vincitore di con-

corso. Vedrete che sono figli o fidanzati

o nipoti o amici degli amici dei potenti!!

Strano ma vero (spero che non vadano a

cancellare le loro pagine)! La migliore

trovata è stata al Comune di Potenza,

dove un noto Assessore aveva concesso,

ad un caro amico, una convenzione an-

nuale, (ALLA FACCIA DELLA TRA-

SPARENZA E DELLA

LEGITTIMITA’). Ma la cosa più nega-

tiva è che nessuno fa niente per fermare

questo scempio ai danni di chi ha vera-

mente le capacità!! L’assurdo è che un ti-

tolo preferenziale è quello di aver svolto

il servizio presso l’ente che ha bandito il

concorso! E’ normale che sarà avvantag-

giato, oltre la raccomandazione c’è anche

la beffa!! Con il concorso tutto viene le-

galizzato, ai danni dei poveri onesti!! Un

pensiero particolare lo vorrei anche de-

dicare ai precari, dopo le vicende che

hanno visto protagonista il Ministro Bru-

netta. Mi rivolgo a coloro che non hanno

mai lavorato, neanche con una conven-

zione presso un qualsiasi ente e che an-

cora oggi sono disoccupati. Purtroppo c’è

da dire che i precari non vanno difesi !!

E con questo non voglio neanche difen-

dere il Ministro Brunetta. I precari, per

aver ottenuto una convenzione, hanno

avuto l’assenso del politico di turno, a di-

scapito di un loro collega che è rimasto

fuori. Ora, dopo anni che hanno comun-

que guadagnato e lavorato, pretendono

Con la scusadel meridione...

Gli industriali del Nord per

andare ad investire al

Sud hanno ricevuto im-

mense risorse economiche dallo

Stato Italiano e in cambio non

hanno restituito nulla!! Se inter-

pellate questi signori vi risponde-

ranno che è una invenzione, anzi

vi inviteranno a fare i nomi dei re-

sponsabili, tanto sanno bene che

pur ricevendo una risposta detta-

gliata nessuno farà nulla per sot-

trargli il maltolto alle popolazioni

del Mezzogiorno. Se ricordate

bene, già nel lontano marzo del

1998, il Presidente Scalfaro aveva

denunciato questo malcostume

che si consumava ai danni dei

Meridionali. Purtroppo la triste

storia è proprio questa, molti im-

prenditori o meglio definiti truf-

fatori (per la maggior parte oggi

sono i grandi moralisti leghisti!)

hanno assalito il Sud fingendo di

fare impresa, mentre avevano già

preparato tutta la bella messa in

scena, il cui scopo era semplice-

mente quello di ottenere finanzia-

menti di favore e contributi a

fondo perduto, che con un prov-

vido fallimento, preparato nei

particolari, avrebbe reso irrecupe-

rabile. Il problema maggiore è

che tutto questo è avvenuto sotto

gli occhi di tutti perché ha rappre-

sentato un modo preciso di con-

durre la questione del

Mezzogiorno. Al Sud mancano le

imprese, le infrastrutture e fra un

po’ anche le risorse umane! Que-

sti giochi di potere economico

sono durati da tanto tempo e

penso che sia ora di dire

BASTA!! La colpa maggiore è

della classe politica che ha gover-

nato e che governa le nostre Re-

gioni. In Basilicata avvertiamo

ancora lo scotto che l’ENI ha la-

sciato in eredità la Valbasento.

Immaginate che sentivo parlare di

Valbasento e dello sviluppo della

valle già da quando ero piccolo.

Oggi, non solo io sento ancora

parlare della Valbasento, ma

anche i miei figli e fra poco anche

i miei nipoti. Tutto questo fa co-

modo a chi tira le retini del potere

di questa Regione. Tutto questo fa

comodo a chi siede nelle poltrone

del potere del Governo Centrale.

Cari Lucani, non illudetevi che il

centro ,la destra, la sinistra sono uno il

migliore dell’altro. L’appartenenza poli-

tica è solo una parvenza. Le ideologie

sono venute meno, ma la fame di potere

no!! Lo scotto maggiore lo pagano i gio-

vani, quelli che hanno bisogno di lavo-

rare e che sono soggiogati dai desideri

perversi dei SIGNORI DEL POTERE,

senza alcuna distinzione!!! Un forte ri-

scontro, che la gente è stufa, lo abbiamo

già colto dalle ultime elezioni ammini-

strative e dai referendum. Cari signori del

potere, la gente ha votato contro di voi

contro le vostre logiche. Non facciamoci

opprimere dal politico di turno, che sia di

destra, di sinistra, di centro, questi sono

già ricchi e vogliono continuare ad avere

popolo sotto i loro piedi. Non vogliono

che la scuola pubblica cresca, in questo

modo il popolo sarà istruito e capisce.

Non vogliono che il lavoro intellettuale

cresca, in questo modo il popolo sarà in

grado di sottrarre il potere. Non vogliono

che la politica cresca, in questo modo il

popolo li spodesterà. Ma vi siete mai

chiesti perché si stanno riducendo i posti

di lavoro nelle scuole pubbliche? Loro

hanno trovato la scusa che la crescita de-

mografica è diminuita e per questo biso-

gna tagliare i posti degli insegnanti. Ma

non è vero, le classi sono state ridimen-

sionate ad un numero di minimo 25 bam-

bini, oppure nei piccoli centri (vedi i

piccoli paesi della Basilicata) si è ben

pensato di sopprimere le scuole o for-

mare le pluriclassi. Non parliamo poi dei

concorsi pubblici per accedere nella P.A.

Immaginate che molti concorsi, per titoli

ed esami, sono fatti ad immagine e somi-

glianza di tizio, di caio o di sempronio.

Alcuni concorsi hanno richiesto dei titoli

particolari, che se uno li vorrebbe com-

TrenoRocky

24 GIUGNO 20118

La triste storia del Mezzoggiornosfruttato, per poter accedere ai fondi dello Stato Italiano

Page 9: Terra di Basilicata mediterraneo SVI.MED

Un annodopo la maturità

Ci sono università e un po'

di lavoro nei giorni dei

giovani che hanno supe-

rato da un anno la maturità. Ci

sono le lezioni, il caos delle aule

e le nuove amicizie. Ma anche gli

ordini del capo, le mansioni quo-

tidiane e la paga (quando c’è!) a

fine mese. I primi passi negli ate-

nei e nelle imprese produttive.

Eppure un sesto di loro è fuori da

tutto questo: ad un anno dal di-

ploma un gran numero di giovani

si ritrova senza università, senza

lavoro e senza voglia di cercarne

uno.

E' molto complessa e articolata la

realtà dei giovani che escono in

questi anni dalle superiori. Il con-

sorzio interuniversitario Almalau-

rea ne restituisce un profilo nel

Rapporto sulla condizione occu-

pazionale e formativa dei diplo-

mati che è stato presentato

all'università di Sassari lo scorso

mese di Maggio. Nell'indagine,

realizzata insieme all'organizza-

zione AlmaDiploma, vengono

esplorati con attenzione i percorsi

di un campione di circa 20 mila

giovani che si sono diplomati nel

2009 e nel 2007.

Il primo dato che balza agli occhi

è la riduzione del numero di

iscritti all’università. A un anno

dal diploma, sei su dieci si sono

iscritti a un ateneo. Ma non tutti

seguono, o possono seguire, i

corsi alla stessa maniera: tre

quarti di loro sono studenti a

tempo pieno mentre gli altri cer-

cano di tenere insieme studio e la-

voro. Poi c'è chi lavora e basta:

sono in tutto il 23,6 per cento. E

poi, ci sono i ragazzi più in diffi-

coltà. L'undici per cento della ge-

nerazione uscita dalla maturità nel

2009 cerca un impiego ma non lo

trova. Sono loro a fare i prematuri

conti con il mostro della disoccu-

pazione. A loro si aggiunge un

altro cinque per cento che ha

smesso di studiare e un lavoro

neppure lo cerca più. Le traietto-

rie dei giovani sono molto diverse

a seconda delle superiori che

hanno frequentato. Il settanta per

cento di quelli che sono stati al

liceo, a un anno dal diploma, si

impegnano solo negli studi universitari,

mentre un altro 22 per cento è uno stu-

dente-lavoratore. Le percentuali dell’ab-

bandono degli studi presso gli studenti

dei licei è quindi relativamente bassa.

Molto diverse le proporzioni negli altri

casi: va all'università il 51,6 per cento dei

diplomati degli istituti tecnici e il 21,4

per cento degli istituti professionali. Così

come sono diverse le proporzioni di

quelli che a un anno dal diploma hanno

già un impiego: il 53 per cento dei gio-

vani usciti dagli istituti professionali, il

28 per cento dai tecnici e solo il 4 per

cento dei liceali. Allo stesso tempo, i ra-

gazzi degli istituti professionali sono

quelli che più di altri stanno soffrendo la

disoccupazione o lo "scoraggiamento"

per cui smettono persino di cercare un la-

voro. Tanti sono anche i ragazzi dei tec-

nici senza un impiego o che non lo

cercano (il 19,7 per cento).

Il successo formativo del sistema scola-

stico secondario superiore, non si misura

solo dall'esito finale dell'Esame di Stato,

ma anche e soprattutto sulla capacità di

inserimenti professionali o formativi di

alto livelli, dove sia certificato e valoriz-

zato il sapere come il saper fare. Capire

quali scelte, al di là delle intenzioni e dei

desideri, i diplomati hanno compiuto per

davvero, quali strade hanno seguito o ab-

bandonato a uno e tre anni dal consegui-

mento del titolo, è una sfida importante

perché incide sul miglioramento del si-

stema scolastico, sulle politiche all'istru-

zione, e sull'orientamento. Ecco perché

diventa davvero importante capire le

scelte dei nostri giovani, per aiutarli e per

offrire alle generazioni future una scuola

migliore sia in termini di offerta forma-

tiva, ma soprattutto in termini di oppor-

tunità future. Ecco perché diventa

importante porsi alcune domande. Innan-

zitutto come stanno andando all'univer-

sità i giovani che l'hanno scelta? Come è

stato l'incontro con un mondo che fino ad

allora era quasi sconosciuto? Il primo

anno non sembra affatto semplice: o per-

ché molti giovani non scelgono in modo

consapevole, o perché non hanno rice-

vuto un sufficiente orientamento. I risul-

tati in media non sono confortanti a

vedere i crediti formativi e il tasso di ab-

bandoni: nel primo anno, in media, cia-

scuno è riuscito mettere insieme 38

crediti formativi. Per essere nei tempi, se

ne dovrebbero maturare 60. Qualche pre-

occupazione anche per gli abbandoni e i

"cambi". Già alla fine del primo anno,

quasi uno su sei ha deciso di abbando-

nare l'università o ha cambiato corso o

ateneo. E’ vero che la decisione della fa-

coltà non è cosa semplice: si tratta di una

scelta che condizionerà la vita. Ad ogni

modo, quasi un quarto dei diplomati del

2009 iscritti all'università si è iscritto a

un corso di laurea nell'area umanistica. Il

22 per cento ha puntato sull'area econo-

mico-sociale mentre quasi il 16 per cento

ha preferito una laurea in ingegneria o ar-

chitettura. Il livello di coerenza tra per-

corso universitario prescelto e diploma di

scuola secondaria conseguito risulta non

particolarmente elevato, forse per

questo alla fine del primo anno di

università sono in molti a cam-

biare facoltà o ad abbandonare

definitivamente l’università.

E come se la passano, invece,

quelli che sono riusciti a mettere

già un piede in un'impresa? Un

terzo di loro ha un contratto di

apprendistato. Un altro 40 per

cento ha accettato una delle infi-

nite forme previste dai contratti

atipici mentre solo il 23 per cento

è riuscito a strappare un posto a

tempo indeterminato. Ad ogni

modo, al di là della tipologia con-

trattuale, la media della loro

paga, in termini netti, è di 970

euro al mese di questi tempi, non

sembrerebbe neppure poco. Ma

la domanda essenziale a cui dare

risposta è: quel che hanno impa-

rato sui banchi di scuola lo utiliz-

zano nelle aziende in cui

lavorano? La risposta lascia dav-

vero esterrefatti: quasi quattro su

dieci non lo sfrutta in alcun

modo. Una cosa è la scuola, e

un'altra cosa sembra essere il la-

voro: due mondi separati. Per

altri invece c'è stata maggiore

coerenza e continuità tra i due

mondi: il 20 per cento dei diplo-

mati utilizza ampiamente quel

che ha imparato durante gli studi.

Sono soprattutto i ragazzi usciti

dagli istituti professionali. Per il

resto, per un altro 41 per cento ne

fa un uso molto moderato.

Nel rapporto c'è poi una parte di

analisi dedicata a un campione di

studenti usciti dalla maturità nel

2007: il 54 per cento di loro stu-

dia all'università mentre il 36 per

cento si dedica esclusivamente al

lavoro. Minore la quota, rispetto

a chi è uscito da un anno, di chi è

alle prese con la ricerca di un im-

piego (il 6 per cento) e chi non lo

cerca (3%). Quel che resta evi-

dente è semmai la quota degli in-

soddisfatti della propria scelta

universitaria. Sono 18 su cento.

Dopo tre anni dalla maturità, l'8,7

per cento ha lasciato l'università

e un altro 9,4 per cento ha cam-

biato o corso o ateneo.

Loredana Romanelli

924 GIUGNO 2011

Le prime difficoltà

dopo il sospirato pezzo di carta

Page 10: Terra di Basilicata mediterraneo SVI.MED

la petizione on line. L’associazione ha de-dicato uno spazio, sul suo sito, per infor-mare e chiedere il contributo di tuttiattraverso una raccolta firme: “Non è tuttodivertimento e giochi nelle foreste indo-nesiane”.

Sconvolge leggere che la carta pro-dotta per il packaging di balocchivenduti in tutto il mondo - per poi

essere presto cestinata da bambini e geni-tori inconsapevoli - sta via via portandoall’estinzione quel patrimonio animale divitale importanza anche per l’uomo: tigri,oranghi, elefanti. Specie già a rischio, mi-nacciate oggi di perdere “casa” a causa deiterreni strappati alle foreste per essere ri-convertiti in piantagioni per la produzionedi carta.

Perché le prescelte sono proprie leforeste pluviali indonesiane, forieredi specie vegetali e animali uniche?

Perché si è scoperto, grazie ai test com-missionati da Greenpeace al più illustre la-boratorio americano d’analisi, che ilpackaging dei giocattoli incriminati con-tiene MTH - Legno Misto Tropicale: sol-tanto in Indonesia esiste la produzione dicarta costituita da MTH.

La APP ed una seconda azienda,dunque, sono le uniche produttricidi polpa di cellulosa contenente il

prezioso legno.

Il governo indonesiano, silegge nell’ottimodocumento/inchiesta, frutto di

ricerche e studi realizzato da Gre-enpeace, ha lanciato l’allarme sulrischio estinzione e sul fenomenodel cambiamento climatico senzaprecedenti, conseguenze queste diun uso scellerato ed incontrollatodel patrimonio forestale.

Nel maggio 2011 lo stessogoverno ha lanciato unamoratoria sulle nuove

concessioni di aree forestali. Male ricerche di Greenpeace dimo-strano una realtà completamentediversa: milioni di ettari di forestedati in concessioni sì prima dellamoratoria ma destinate comunquealle piantagioni di polpa di cellu-losa e olio di palma (altra produ-zione sotto accusa). Di cosastiamo parlando? Di un gioco almassacro. È il caso di dirlo.

Giochiamo all’estinzione

La Barbie con il cappio alcollo. Così vorrebbe ve-derla Greenpeace, l’asso-

ciazione ambientalista che opera intutto il mondo attraverso azioni di-rette finalizzate alla salvaguardiadel pianeta. Greenpeace non mettein scena solo polemiche, appunto,ma ricerca, tanta ricerca per poibattersi sul campo. I volontari,mossi da fede profonda e per nullarassegnati all’apoteosi che sta in-vestendo il pianeta terra, questavolta hanno preso di mira la bam-bola bionda, sogno di tutte le bam-bine dal 1959. La Mattel èaccusata di essere parte attiva neldramma della deforestazione: se-condo l’associazione ambientalistail packaging, non solo della Mattelma di molti dei colossi del giocat-tolo, deriverebbe proprio dal legno(quindi dalla carta) prelevato dalleforeste indonesiane.

Le multinazionali incrimi-nate - Mattel, Lego, Disneye Hasbro - acquisterebbero

carta dall’Asia Pulp and Paper(APP): il più grande saccheggia-tore di foreste al mondo. In un di-vertente e diabolico video ideato

dagli ambientalisti, si vede Ken, lo storicofidanzato di Barbie, alterato e deluso, ab-bandonare la sua bella in diretta TV perchécomplice di disboscamento. Il video èstato cliccato un milione di volte, una cifraimpressionante; solo in Italia l’hanno vistoin 80 mila.

Forse il video ha smosso anche le co-scienze della APP se, pochi giornifa, l’azienda indonesiana ha am-

messo pubblicamente di essere tra le causedi deforestazione violenta e sciagurata.Greenpeace, dopo aver messo alla gognala ditta attraverso documenti, foto e video,ora attende certo non le scuse da parte dei“predatori” ma risoluzioni in termini di al-ternative all’uso massiccio di carta per ilconfezionamento dei prodotti destinati almercato mondiale.

Anche la Lego, si legge in un co-municato di Greenpeace, ha rea-gito promettendo di ricorrere

presto all’uso di carta riciclata o certificataFSC (il marchio che identifica i prodotticontenenti legno proveniente da forestegestite responsabilmente e secondo stan-dard ambientali, sociali ed economici).

La Disney e la Hasbro, al contrario,da mesi risultano impenetrabili.Greenpeace è notoria per i suoi “at-

tacchi”: poche parole, tanti fatti. È partita

Michela Di Palma

24 GIUGNO 2011

10

Greenpeace minaccia ritorsioni: l’industria del giocattolo complicedella devastazione delle foreste

Page 11: Terra di Basilicata mediterraneo SVI.MED

casa in fitto o spostarsi di qualche chilo-

metro dalla città, sembrano essere le so-

luzioni più adeguate per ovviare al

problema del “caro casa”. Cominciano a

popolarsi le campagne nell’immediata

periferia, dove è possibile trovare solu-

zioni più economiche e per nulla sca-

denti. Villette a schiera con giardino e

posto auto, che ricordano i quartieri alto-

locati delle cittadine americane, fanno

concorrenza ai palazzoni costosi che

spuntano come funghi tra i rioni cittadini.

Lontani dal caos e dallo smog è possibile

ritagliarsi un po’ di tempo a contatto con

la natura. Stress evitato e relax assicu-

rato! La fuga dal centro cittadino sembra

essere la nuova tendenza. Consensi e

molteplici benefici per i cittadini che ne

guadagnano in salute e ovviamente in de-

naro.

Cara citta’ quanto mi costi!Agnese Albini

Cifre insostenibili per gli appartamenti

nel capoluogo. Rimedio? Fuggire in campagna

Acquistare un apparta-

mento in città, oggi di-

venta un’impresa

impossibile. Anche il capoluogo

lucano, sembra adeguarsi ai

prezzi delle grandi metropoli.

Somme da capogiro per abita-

zioni di piccola metratura e di

vecchia costruzione è ciò che

offre attualmente il mercato im-

mobiliare dell’usato. Ancora più

ostico, il settore del nuovo. Vere

e proprie bomboniere confezio-

nate ad arte e rifinite minuziosa-

mente fanno lievitare il prezzo

dell’immobile, che diviene un

vero e proprio sogno, difficile da

concretizzare. Far fronte ad una

spesa così impegnativa mette in

crisi i tanti cittadini, in cerca

dell’abitazione che soddisfi a

pieno le proprie esigenze. Ci si

trova costretti a ridimensionare le

aspettative e a rinunciare all’ipo-

tesi dell’acquisto. Trovare una

24 GIUGNO 2011 11

Sempre più

spesso ac-

cade che viag-

giatori sbadati

perdano il baga-

glio in aero-

porto. Non sempre, però, la triste disavventura è imputabile

alla distrazione dei passeggeri. Molto frequentemente ac-

cade che gli addetti allo smistamento bagagli, perdano di

vista qualche valigia, che inspiegabilmente viene smarrita

negli enormi magazzini o addirittura abbandonata nelle

stive. Infuriati e disperati, i poveri passeggeri si trovano co-

stretti a trascorrere ore ed ore negli uffici aeroportuali, spe-

ranzosi di ritrovare l’oggetto dimenticato. Non pochi

grattacapi spettano dunque al malcapitato, costretto ad an-

dare via a mani vuote e a rifornirsi di tutto il necessario nella

località raggiunta . Ma non tutti i mali vengono per nuocere!

Contrariamente a chi ha subito l’amara sventura, c’è chi dal

disagio altrui, trae vantaggio e convenienza. Oggetti perso-

nali, gioielli, vestiti griffati, telecamere custodite nei vali-

gioni, oggi vengono messe all’asta negli aeroporti.

L’iniziativa singolare sembra suscitare curiosità e stuzzicare

numerose persone, interessate ad accaparrarsi un oggetto

ad un prezzo vantaggioso. Anche nell’aeroporto di Milano

Malpensa, è possibile dare un’occhiata al bazar dell’usato.

Sugli scaffali fanno capolino anche chincaglierie bizzarre,

come ricambi d’auto, mini frigo, pedane massaggianti� Per

mesi custoditi con la speranza che il legittimo proprietario

tornasse a riprenderle, le valigie vengono svuotate del con-

tenuto e il tutto messo in vendita. Ottimo passatempo per

ammazzare l’attesa ed utile rimedio per stemperare l’ansia

da “volo” ti-

pica dei viag-

giatori alle

prime armi. A

prezzi dispa-

rati è possi-

bile mettere in borsa un articolo appartenuto ad un’altra

persona e vantarsi dell’ottimo affare. Stravagante e allo

stesso tempo divertente, l’iniziativa conquista il pieno con-

senso dei viaggiatori, che trovano interessante il singolare

mercatino degli “oggetti dimenticati”.

Agn.Alb.

Bagagli all’astaShopping in aereoporto: in vendita gli oggetti dimenticati

Page 12: Terra di Basilicata mediterraneo SVI.MED

capoluogo. Questa zona che negli anniprecedenti è stata interessata da lavori direstyling (ampliamento della carreggiata,parcheggi, rifacimento della cinta mura-ria) non del tutto completati, ritorna a vi-vere uno stato d’abbandono. Il manto stradale, infatti, sta diventandoletteralmente una groviera: non è difficileimmaginare l’ira degli automobilisti alleprese con macchine distrutte e conti deimeccanici da pagare. Eppure il bigliettoda visita di una città è proprio quella

sati circa otto anni ma nulla ancora èstato fatto; vicoli al buio e prede di gio-vani gangster nottambuli.Tanti altri i temi ai quali presteremo at-tenzione e sui quali faremo chiarezza. Tutto questo, però, è solo la punta del-l’iceberg. Alcuni residenti e dissidenti delcentro storico, infatti, hanno segnalatoalla nostra redazione un misfatto sicura-mente increscioso e a risvolti negativi. Ècome dire: oltre al danno la beffa!Siamo sulla salita di San Gerardo, uno

dei principalipunti d’accesso alcentro storico del

Il centro potentinoormai decentrato Luca Arlotto

In attesa

della Zona a Traffico Limitato

Si dice spesso che le imma-gini parlano da sé, poichéimpietose testimoni di uno

stato di fatto. Ed è da qualche fotoche si vuole qui raccontare lostato dell’arte di un centro storicoormai decadente: il centro storicopotentino. Chi è stato assiduo e attento let-tore del nostro settimanale ricor-derà certamente che più voltesono stati affrontati disparati temilegati al nostro antico borgo ma,talune volte, senza esiti positivi.Per quanto si pensi che la pennapuò compiere miracoli e scuoterele coscienze. La tanto millantata zona a trafficolimitato, che si diceva un tempoin funzione già dal novembre2008 oggi è una speranza chesbiadisce per i residenti e un mo-stro che si allontana per i com-mercianti, il muro che percorrel’intera salita, infatti, avrebbe do-vuto essere piastrellato: sono pas-

parte più in vista o nell’imme-diata prossimità dell’epicentrocittadino. Lo si può notare osser-vando, anche solo superficial-mente, le foto che vi abbiamoproposto. Il messaggio sottesonon è “l’erba del vicino è semprepiù verde”. Si attende soltanto ungesto di civiltà: atto dovuto neiconfronti di cittadini che regolar-mente pagano le tasse.

24 GIUGNO 201112

Il consigliere co-

munale di Po-

tenza Giuseppe

Molinari eviden-

zia la necessità

di velocizzare i

tempi per l’attua-

zione dei Pisus. Questi ultimi, che preve-

dono per la città capoluogo di regione un

investimento di circa 40 milioni di euro, de-

vono rispettare una tempistica entro la

quale bisogna impegnare le risorse econo-

miche messe a disposizione dall’Unione

Europea, ma lo scorso 9 giugno a Maratea

in occasione del Comitato di Sorveglianza

del Po Fesr 2007-2013 è stato evidenziato

il ritardo che rischia di far perdere il finan-

ziamento. “In vista del prossimo incontro

tecnico –sottolinea Molinari- fra Regione e

comuni per la definizione di un cronopro-

gramma sulla tempistica procedurale di

ogni progetto, sulla previsione di assun-

zione degli impegni e dei pagamenti, sa-

rebbe necessario capire come procederà

l’amministrazione comunale di Potenza.

Dall’approvazione dei Pisus, in Consiglio

comunale lo scorso mese di gennaio, sem-

bra che il Comune del capoluogo lucano

non abbia fatto grandi passi in avanti ri-

spetto all’entusiasmo ed alla volontà di ve-

locizzare tutti i passaggi necessari al

compimento dei piani integrati di sviluppo

urbano so-

stenibile”.Se-

c o n d o

Molinari “è

i m p o r t a n t e

verificare il

c r o n o p r o -

gramma per l’attuazione dei Pisus nella

città di Potenza così da poter conoscere

le date di pubblicazione delle gare d’ap-

palto per i lavori che dovranno essere

eseguiti, la stipula dei contratti, l’aper-

tura dei cantieri e la fine lavori. In un

momento di forte crisi economica come

questo potrebbe essere di grande aiuto

alle imprese rendere subito disponibili i

finanziamenti previsti dai Pisus e quindi

passare dalla fase delle schede appron-

tate da consulenti e società alla fase più

concreta di attuazione”. “E’ necessario

–sottolinea Molinari- per l’attuazione

dell’Asse V- “Sviluppo urbano” (Pisus),

come è stato suggerito dai rappresen-

tanti dell’Unione Europea e del Mise Al-

berto Piazzi e Giorgio Pugliese,

concentrare gli sforzi per assumere gli

impegni entro settembre 2011. Altrimenti

il rischio reale è che le opere vengano

rimodulate e la loro attuazione rinviata

alla programmazione post 2013”.

Molinari su tempistica attuazione Pisus

Page 13: Terra di Basilicata mediterraneo SVI.MED
Page 14: Terra di Basilicata mediterraneo SVI.MED

tutto il mondo. L’ultima e più recente è l’im-

portante monografica “Pasión por Renoir”,

presso il Museu Nacional del Prado di Madrid,

con l’intera collezione di trentuno dipinti di

Pierre-Auguste Renoir, mai usciti prima in-

sieme dalla sede di Williamstown. Ventuno ca-

polavori sono ora esposti al Palazzo Reale di

Milano come corpus centrale di un inedito e

suggestivo percorso espositivo che, accanto ai

dipinti di Renoir, Monet, Degas, Manet, Mo-

risot e Pissarro, include altresì opere fonda-

mentali dei pittori barbizonniers quali

Jean-Baptiste-Camille Corot, Jean-François

Millet, e Theodore Rousseau, dei maggiori pit-

tori accademici del tempo quali William-Adol-

phe Bouguereau, Jean-Léon Gérôme e Alfred

Stevens, e di post-impressionisti quali Pierre

Bonnard, Paul Gauguin e Henri de Toulouse-

Lautrec. La mostra (“Impressionisti. Capola-

vori della Collezione Clark”), curata da

Richard Rand, Senior Curator della collezione

Clark, si avvale del la consulenza scientifica di

Stefano Zuffi ed è articolata in dieci sezioni in-

centrate sui temi fondamentali che testimo-

niano le innovazioni stilistiche e tecniche della

seconda metà dell’Ottocento: “Impressione”,

“Luce”, “Natura”, “Città e campagna”,

“Mare”, “Viaggi”, “Società”, “Corpo”, “Volti”

e “Piaceri”; alla realizzazione ha collaborato

Arthemisia Group ed il catalogo è stato realiz-

zato, con la consueta cura ed eleganza, da

Skira. Sterling e sua moglie Francine (che Ster-

ling definiva “un giudice eccellente, di gran

lunga migliore di me nel giudizio sui dipinti”)

vivevano a Parigi, al centro della vita culturale

e del mercato artistico; pertanto le loro scelte

non si basavano - come per altre collezioni

d’oltre Atlantico - su segnalazioni estempora-

nee o opportunità casuali, legate a occasionali

viaggi in Europa. Al contrario, i coniugi Clark

hanno costruito una collezione di emozionanti

dipinti impressionisti (Monet, Manet, Pissarro,

Sisley, Degas e il prediletto Renoir), ma hanno

altresì allargato il campo ai precursori, agli svi-

Lo Sterling and Francine Clark

Art Institute nasce nel 1955 a

Williamstown, New England,

Massachusetts, grazie a Robert Ster-

ling Clark, uno degli eredi del patrimo-

nio delle macchine da cucire Singer, e

alla moglie Francine Clary Clark, che

insieme acquistarono il nucleo princi-

pale della collezione fra il 1910 e il

1950. Il fiore all’occhiello dell’istitu-

zione è la sua collezione di dipinti fran-

cesi oltre a capolavori europei e

americani che vanno dal Rinasci-

mento alla fine dell’Ottocento. La col-

lezione Clark ha continuato a crescere

grazie ad acquisizioni e donazioni e la

holding dei Clark riunisce oggi circa

ottomila pezzi tra i quali cinquecento

quadri e importanti collezioni di opere

su carta e di arte decorativa. Il Clark

Art Institute organizza inoltre grandi

mostre esportando le proprie opere in

luppi e al seguito del movimento impressioni-

sta, lungo l’arco di tre generazioni di artisti tra

il 1830 e il 1900, ovvero da Corot a Bonnard.

La mostra dunque riflette questa caratteristica

peculiare della Collezione, presentando una

ricca selezione delle opere più importanti: di-

pinti di grande poesia, in alcuni casi assoluti

capolavori, sono parte integrante di un orga-

nico percorso che non “isola” le gemme, ma

al contrario le inserisce in uno sviluppo di stili,

di movimenti, di ricerche. Per questo, accanto

e intorno alle opere degli Impressionisti si tro-

vano dipinti degli artisti che hanno costituito le

premesse immediate per la nascita della nuova

pittura “indipendente”; non mancano i rivali

(come gli esponenti della tradizione accade-

mica) e gli artisti che, alla fine del XIX secolo,

hanno proposto nuovi scenari e soluzioni ori-

ginali, come ad esempio Gauguin e Toulouse-

Lautrec. Inoltre, se Parigi resta sempre il centro

intorno al quale ruotano le scelte dei coniugi

Clark, proprio la funzione cosmopolita della

capitale francese fa sì che nella raccolta entrino

opere di artisti inglesi, olandesi, belgi, italiani,

statunitensi, ad arricchire in modo straordinario

la trama dei rapporti e degli intrecci culturali in

riva alla Senna. A prescindere dal percorso

“obbligato” dalla scansione in sezioni temati-

che proposta dall’esposizione, vale la pena di

sottolineare che ci si trova davanti a tanti ca-

polavori, per lo più inediti o poco noti, ciascuno

da considerare di per sé un “valore assoluto”,

che merita un lungo e meditato momento di ri-

flessione e di “sosta” per il piacere dei nostri

occhi. Come, tra gli altri, la “Primavera a Gi-

verny” o “Paesaggio con mare in tempesta di

Monet, il ritratto di “Louise Harduin” di Corot,

“Ragazza addormentata”, “Bagnante

bionda” e “Thérèse Berard di Renoir

(che ci guarda severamente da un suo

autoritratto del 1875) , “Carmen” e

“Attesa” di Toulouse-Lautrec, “Fan-

ciulla cristiana” di Gauguin; ma anche

come i due Boldini, “Ricordi e rim-

pianti” del belga Alfred Stevens, lo

splendido “Nudo seduto” di Bougue-

rau e il superbo “Ritratto di uomo” di

Edgar Degas. Insomma, una mostra

che conferma quanto il collezionismo,

che nasce da un’esigenza strettamente

privata, per la magnanimità, oltre che

per la lungimiranza di chi, come i

Clark, lo hanno coltivato con passione

e competenza per tutta una vita, possa

diventare inestimabile patrimonio of-

ferto al godimento di tutti.

Impressionisti a MilanoMichele De Luca

Capolavori della Collezione Clark

in mostra al Palazzo Reale

1424 GIUGNO 2011

Pierre-August Renoir,Bagnante bionda, 1881

Camille Pissarro, L’Oise presso Pontoise, 1873

Renoir, Marie-ThérèseDurand-Ruel che

cuce, 1882

Renoir, Ragazza con il ventaglio, 1879 circa

Page 15: Terra di Basilicata mediterraneo SVI.MED

Simona Marganella

Se non c’è autostima si perde

la civiltà delle mani

Nel Bel Paese la crisi col-

pisce ancora, le categorie

deboli ma soprattutto i

giovani laureati e non che ve-

dono in frantumi i sogni le aspet-

tative di una vita, spesso costretti

a ricominciare da zero. Ciò ge-

nera un senso di malcontento ge-

nerale, di ribellione diffusa perché

troppe le promesse non mante-

nute e poco lo spazio lasciato

loro.

I disillusi giovani che vivono con-

dizioni di precariato aguzzano

l’ingegno cercando strade alterna-

tive. Tanti e, forse, non ancora

troppi decidono di reinvestire per

ricostruire una vita propria digni-

tosa perché gli sforzi fatti sino ad

oggi non pagano.

Competenze sperperate e tanto

tempo dedicato agli studi post

scolastici conducono i giovani a

percorrere la via del “mestiere”:

una strada dura e faticosa che,

oggi, diventa un’arma preziosa non solo

per inserirsi in un contesto economico e

lavorativo alquanto difficile, ma anche

per mantenere risollevare le sorti di un

Paese elegante, estroso, creativo nel

campo della moda, dell’artigianato e in

particolare nell’arte culinaria, del turi-

smo, come è sempre stato conosciuto

all’estero, caratteristiche che stanno pian

piano morendo.

Un’utile “medicina” per allontanare lo

spettro della scomparsa dell’artigianato e

di un’arte che da tempo ci distingue. Si-

curamente non è la strada più breve: an-

cora pochi coloro che la intraprendono.

Dati preoccupanti, infatti, testimoniano

come l’Italia ha un tasso di giovani im-

prenditori più basso in Europa. Sicura-

mente perché la burocrazia incombe

sovrana nel nostro Belpaese e rallenta

sogni e speranze di quanti vogliano intra-

prendere un cammino autonomo.

15

24 GIUGNO 2011

La preziosa arte del mestiere

L’Agenzia di rating

Moody’s ha con-

fermato la valutazione

Aa3 di affidabilità della Regione Basilicata. Un risultato importante, sia

se si considera il contesto economico-finanziario nazionale ed interna-

zionale, che ha portato generalmente ad arretramenti delle valutazioni

del rating, sia il giudizio analitico che la stessa agenzia ha dato della

Basilicata, che segna addirittura un miglioramento rispetto al passato.

Per Moody’s il risultato ottenuto dalla Basilicata è da attribuirsi alla “sua

convincente performance che beneficia della flessibilità fiscale addi-

zionale offerta dai proventi dell’estrazione petrolifera. Inoltre, essa tiene

conto della convincente gestione sanitaria che esercita solo una limi-

tata pressione sulle finanze della Regione e un modesto onere debito-

rio, riflettendo la sua prudente strategia di investimento”.

In particolare, la classificazione della Basilicata “riflette livelli di debito

leggermente inferiori rispetto alla media delle altre Regioni, una per-

formance operativa al di sopra della media delle Regioni a statuto or-

dinario e una limitata pressione finanziaria del sistema sanitario

regionale” e questo nonostante “una ridotta e concentrata base eco-

nomica rispetto alle altre Regioni”. In particolare, la regione ha mostrato

disponibilità di un surplus finanziario con cui finanziare investimenti,

ance supportando gli altri enti locali. “Nel 2009 – spiegano gli analisti

di Moody’s - gli investimenti di capitali si sono attestati al 31% della

spesa totale, dato che può considerarsi moderato rispetto agli stan-

dards internazionali, ma marcatamente più alto rispetto a quello delle

altre Regioni italiane (circa il 15%). Nonostante gli sforzi della Regione

a supportare gli investimenti di capitale, la dimensione del suo budget

risulta limitato per progetti infrastrutturali su larga scala”. Quanto alla

buona gestione del Sstema Sanitario, tanto avrebbe per gli analisti di

Moody’s positivi riflessi tanto sui flussi di cassa che sui tempi di attesa

per i pagamenti ai forni-

tori. “Ciò - osservano gli

analisti - evidenzia la

buona performance della Regione nella gestione prudente delle sue

responsabilità nel settore sanitario. I ritardi nel pagamento ai fornitori

dei servizi sanitari sono stimati intorno ai 100-150 giorni, un dato mo-

desto se comparato a quello delle altre Regioni nazionali e ben al di

sotto della media nazionale di oltre 300 giorni”. Sul versante più pura-

mente finanziario, la Basilicata può vantare un indebitamento “modesto

e pari al 20% delle entrate complessive. Tale dato – spiega Moody’s -

ha evidenziato la gestione oculata della Regione delle sue responsa-

bilità nel settore sanitario, così come i suoi moderati investimenti di ca-

pitali”. Inoltre “La Regione può vantare una soddisfacente posizione di

liquidità. I bilanci di cassa mensili –incluse le risorse stanziate per fi-

nanziare il settore sanitario- hanno tradizionalmente fornito una buona

copertura per i fabbisogni di servizio del debito. La Regione non ha

fatto ricorso ad anticipazioni di cassa a breve termine da parte della

sua banca tesoriera negli ultimi 5 anni”. La società di rating, pur indi-

cando per il futuro prospettive di stabilità, con addirittura ipotesi di mi-

glioramento consolidando “un sistema sanitario strutturalmente

bilanciato con la riduzione del debito”, indica inoltre i rischi a cui stare

attenti per il futuro, indicando “un’attesa riduzione delle entrate prove-

nienti dalle royalties”, dovuta a minori estrazioni nel 2010 e a un peg-

gioramento del rapporto di cambio euro/dollaro, evidenziando la

necessità “di sostenere un sistema sanitario bilanciato” e osservando

che “una possibile pressione futura sul budget della Basilicata sarà ul-

teriormente determinata dai tagli attesi del governo centrale, all’interno

delle misure di austerità nazionale e dai limiti più stringenti del Patto di

Stabilità Interno”.

Moody’s conferma rating AA3 alla Basilicata nonostante crisi

Page 16: Terra di Basilicata mediterraneo SVI.MED

d’areamediterranea

Una legge emanata nel non

lontano 2006 riguardo la di-

sciplina del settore agrituri-

stico impone che tutte le strutture

ricettive garantiscono una perma-

nenza adeguata anche a clienti diver-

samente abili; e tutto questo grazie

alla costruzione di opere adeguate.

Non deve essere una ostacolo invali-

cabile scegliere di andare in vacanza

o trascorrere qualche giorno fuori

città. La vita di una persona disabile

non è delle più semplici, è per questo

motivo che bisogna partire dalle pic-

cole cose per farlo sentire a suo agio.

Come regalargli un albergo o un agri-

turismo in regola. Non tutte le città di

Italia sfortunatamente riescono a ca-

pire quanto importante sia adempiere

a questa legge. Non per sentirsi un

onesto cittadino italiano ligio alla

legge, ma per sentirsi un uomo rispet-

toso nei confronti dei suoi simili. La

Basilicata in quanto ad umanità su-

pera ogni previsione e nella classifica

stilata da Toprural, società che si oc-

cupa proprio della ricerca in internet

di agriturismi e diversi tipi di alloggi,

occupa con onore il secondo posto.

Su 89 strutture localizzate in tutta le

regione, 32 sono accessibili a tutti. Si

può notare che gli agriturismi non

sono molto numerosi, essendo la Ba-

silicata un territorio poco esteso, ep-

pure molti proprietari hanno deciso di

regolarizzare ogni cosa. Ma come già

detto questa regione occupa solo il se-

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Vivere in libertà

Anno IV numero 23 - 24 GIUGNO 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino

condo posto, a precederla abbiamo

il Friuli-Venezia Giulia con 175

strutture di cui 63 complete. E’ in-

teressante notare come due luoghi

non popolari a livello mondiale,

segnano comunque un grande ini-

zio. Tutti i cambiamenti positivi, le

innovazioni che servono a crescere

devono partire dal basso per rag-

giungere le vette più alte. Ancora

due regioni assolutamente al-

l’avanguardia in questo campo

sono la Toscana e l’Umbria che su-

perano addirittura le strutture delle

suddette regioni. Ma semplice-

mente perché gli agriturismi pre-

senti sul territorio sono molto più

numerosi. Ma non bisogna pensare

solo ai dati positivi, ci sono infatti,

Campania e Trentino- Alto Adige

che non si può dire tengano alto

l’onore dell’Italia. Numerosi i

punti di alloggio e ristoro ma poca

dimestichezza con i disabili e le

loro esigenze. Bisognerebbe far ri-

spettare le leggi adottate, non solo

quelle ritenute più importanti da

una stretta cerchia, bensì tutte, spe-

cialmente quelle che un certo senso

riguardano la salute. Forse certe re-

gioni hanno bisogno di una carica

maggiore per rendere tutto mi-

gliore. Ma ringraziamo la nostra

Basilicata che per una volta si è po-

sitivamente distinta.

Serena Danese

http://www.worlditaliantalents.com