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nr. 8 / Ott. 2011 La voce della moda in Ticino

Ticino Business

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n. 08 - Ottobre 2011

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Page 1: Ticino Business

nr. 8 / Ott. 2011

La voce della moda in Ticino

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Niente di grande è stato fatto al mondo,senza il contributo della passione.

Con passione lavoriamo per voi.

Hegel

Liberi di sentirsi sicuri

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Ottobre 2011Strong opinion 4 Un ventennio di immobilismo

Editoriale 6 Berna e oltreContromano 8 I cittadini e le imprese hanno bisogno di segnali forti

Il Tema 9 La moda non è solo immagine ed effimero consumoIl Tema 10 Ticinomoda: eccolaOspite 14 Il comparto moda in Ticino: tutto da (ri)scoprire

Biblioteca liberale 16 La lezione di un grande regista: “Come ripudiare la sinistra e vivere felici”Speciale elezioni federali 17 Per una rappresentanza degli imprenditori a Berna

Attualità 18 Assicurati il lavoro, studia ingegneria!Attualità 20 Esiste una soglia del dolore per il franco svizzero? Attualità 22 Fondo Clima Lugano Sud – arcobaleno aziendaleAttualità 23 Anno 2050: ecco come investiremoAttualità 26 Chiusura del Gottardo: seria minaccia per le aziende ticinesi

Eventi 27 Ticino Informatica e startup 2011, il 12-14.10.2011Eventi 28 La forza del franco svizzero dal punto di vista

dei settori economici ticinesi, il 12.10.2011Eventi 29 Corea del Sud: le grandi opportunità di un Paese

in continua crescita, il 24.10.2011Eventi 30 94esima Assemblea generale ordinaria della Cc-Ti, il 28.10.2011

Formazione 32 Corsi proposti dalla Cc-TiOsec 34 Commercio estero

Fiere internazionali 38 I prossimi appuntamentiVita dei Soci 39 Helsinn SAVita dei Soci 40 Edilcentro WullschlegerVita dei Soci 42 Lugano Airport SAVita dei Soci 44 WETAG CONSULTING Immobiliare SAVita dei Soci 46 Terreni alla Maggia SAVita dei Soci 48 Boss Editore SAVita dei Soci 50 Luisoni Consulenze SAVita dei Soci 51 Gruppo Sicurezza SAVita dei Soci 53 Tyco Fire & Integrated Solutions AGVita dei Soci 54 Tinext SAVita dei Soci 55 SvegaVita dei Soci 56 HelsanaVita dei Soci 58 Studio Picas SA

Sommario

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Editore: Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino, Lugano

Redattrice responsabile: Lisa Pantini

Comitato redazionale:Franco Ambrosetti, Luca Albertoni, Rinaldo Gobbi, Lisa Pantini, Simona Morosini Marconi e Marco Passalia

Redazione:Cc-Ti, Corso Elvezia 16, 6900 LuganoTel. +41 91 911 51 11Fax +41 91 911 51 [email protected] www.cc-ti.ch

Pubblicità: Pubblicità Sacchi, C.P. 5586928 MannoTel. +41 91 600 20 [email protected] www.pubblicitasacchi.ch

Stampa: TBS, La Buona Stampa savia Fola 11, Pregassona (Lugano)

Diffusione: Tiratura: 2’500 copieAbbonamento gratuito per i soci Cc-TiAbbonamento supplementare: - CHF 50.- annuo- per i non soci CHF 70.- annuo (+ IVA)

Frequenza: Ticino Business è pubblicato in 10 numeri annuali

I m p r e s s u mnr. 8 / Ott. 2011

La voce della moda in Ticino

nr. 8 / Ott. 2011

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Niente di grande è stato fatto al mondo,senza il contributo della passione.

Con passione lavoriamo per voi.

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4 Ticino Business

Forse abbiamo taciuto per troppo tempo. La questione dell’apertura dei negozi nel nostro Cantone è vecchia, stantia, logora e ha sfinito tutti. Per tutti intendo i commer-cianti, i sindacati, i dipendenti, la politica, i governanti, i partiti, i gruppi di pressione, i clienti e forse anche i lupetti. Da 20 anni si discute, si dibatte, si argomenta e si litiga, si è scritto e perfino votato; le tavole rotonde sono tanto numerose da far invidia a Re Artù e le opinioni dei soliti tuttologi indigeni si sprecano. Esperti, consulenti, faccen-dieri, funzionari, le associazioni preposte e la società civile se ne sono occupati intensamente senza cavare un ragno dal buco. Nulla.Immobilismo totale, un riempirsi la bocca di buoni propo-siti per non mettere in pratica un “acca” di ciò che si è det-to, tanto da far nascere il dubbio legittimo che mantenere lo status quo sia vantaggioso per tutte le parti in causa. E il Paese soffre. Intorno a noi gli orari dei negozi sono liberalizzati da tempo, le cittadine della provincia italiana pullulano di gente i sabati, le domeniche, la sera, complice anche l’euro a buon mercato. Anche oltre Gottardo nella protestantissima e puritana Zurigo hanno liberalizzato, in-somma non serve essere laureati in economia per capire che un po’ più di elasticità nella gestione degli orari non può che far bene al commercio in generale e quindi alla crescita benché questo banalissimo argomento non goda affatto di unanime condivisione.Ricordo che a metà degli anni Ottanta ,durante una riunio-ne di ufficio presidenziale della Cc-Ti sotto la presidenza di Sergio Grandini, il Direttore, Dott. Adriano Cavadini, portò in discussione lo scabroso argomento dell’apertura domenicale creando un certo scompiglio e accese discus-sioni fra i membri, troncate con la presa di posizione di un prestigioso commerciante del centro che interruppe pe-rentoriamente ogni discussione con - “io, se tengo aperto la domenica non vendo più impianti stereo. Le aperture domenicali (e serali) avvantaggiano solo la grande distribu-zione” -. L’affermazione aveva certamente un senso logico nonostante mi venisse da pensare che magari il vicino che vendeva orologi avrebbe potuto, invece, smerciare qualche prodotto. Il ragionamento “a posct mi, a posct tücc“ (a posto io, a posto tutti),non è molto amato nella teoria eco-nomica che si occupa invece di garantire accesso facile alle professioni e al libero mercato.Pensate se viveste in una città ove i negozi chiudessero, poniamo alle 19.30; chi esce alle sette dall’ufficio, cosa normalissima in una piazza finanziaria importante e pre-stigiosa, potrebbe incontrasi con moglie e figli ,mangiare una pizza e fare qualche acquisto prima di tornare in campagna dove vive l’ottanta percento della popolazione che lavora in centro. I ristoranti la sera non sarebbero più desolatamente semivuoti, le vie del centro si riem-

pirebbero di allegria anche fuori stagione come succede d’estate, cancellando quell’atmosfera da coprifuoco che incontra il cittadino che si avventura in Via Nassa dopo le otto di una qualsiasi sera tra ottobre e aprile. Una città vive se c’è attività e i negozi aperti sono un segno essen-ziale di vitalità, vivacità ed entusiasmo che innesca una spirale virtuosa volta a rivitalizzare l’economia cittadina.Detto questo perché fin’ora la Cc-Ti ha mantenuto un pro-filo così basso su un argomento tanto sensibile e vitale? Perché questo improvviso risveglio? La nostra non è stata distrazione o peggio disinteresse, solo il fatto che come associazione mantello dell’economia ticinese di fronte a un problema di categoria, consideriamo che competa in primis alla categoria stessa, nella fattispecie alla Feder-commercio, il compito di occuparsene. I loro responsabili hanno fatto di tutto e di più per dirimere la questione, per trovare un accordo, un compromesso accettabile per le parti, trovandosi di fronte il muro di gomma dei sindacati ai quali sembra stare più a cuore il loro potere dell’interes-se generale del Paese, schierati, come sono, su posizioni di retroguardia con atteggiamento fortemente corporativo e conservatore. Perciò, dopo l’ennesimo strenuo tentativo di trovare un’intesa fra le parti,la Federcommercio, nostra socia, ci ha chiesto aiuto per rendere pubblico il disagio,la difficoltà che la categoria sta vivendo da ormai troppi an-ni. In un momento in cui tutta l’Europa è sommersa da problemi economici enormi che di riflesso toccano anche la Svizzera non è affatto saggio arroccarsi su posizioni ideologiche desuete, opporsi a quel poco per non dire quel minimo di liberalizzazione che potrebbe facilitare una ri-presa del commercio. Con il dogmatismo non si va lonta-no e bloccare iniquamente una maggior flessibilità nella gestione degli orari non è segno di grande lungimiranza. Oggi, dopo due decenni, preoccupa un uso del potere in modo prepotente e velleitario, ormai tramutatosi in abuso di posizione dominante, proprio nello stile di quei padroni arroganti di un tempo che la lunga battaglia per i diritti condotta con successo dai sindacati ha contribuito a do-mare.Tenere il Paese legato al palo provoca nel tempo enormi costi di opportunità per occasioni perse. Ma non tutto è perduto se, e sottolineo se, alla cocciutaggine, a un orgo-glio mal riposto, si applicasse nelle trattative il principio della buona fede (che da decenni regola i rapporti fra im-prenditori e datori di lavoro nella metalmeccanica). Con un pizzico di sano pragmatismo e quel buon senso che della Svizzera ha fatto un Paese vincente e in grado di combattere brillantemente anche la crisi che attanaglia il mondo intero, non è tanto difficile superare pregiudizi e incrostazioni ideologiche pensando al futuro del Ticino, futuro che, come dice Einstein, arriva fin troppo presto...

Strong Opiniondi Franco Ambrosetti, Presidente della Cc-Ti

UN VENTENNIO DI IMMOBILISMO

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6 Ticino Business

Editorialedi Luca Albertoni, Direttore della Cc-Ti

BErNa E OLTrE

Le elezioni federali sono alle porte e l’esito appare abba-stanza incerto. Al di là degli schieramenti partitici, le asso-ciazioni economiche si aspettano ovviamente che possano essere eletti gli imprenditori in lizza e gli altri candidati che hanno già avuto l’occasione di dimostrare di essere sen-sibili alle preoccupazioni del mondo imprenditoriale. Per questo la Cc-Ti sostiene in primis le candidature di Rocco Cattaneo e di Fabio Regazzi, in quanto rappresentanti degli organi associativi (membro dell’Ufficio presidenziale della Cc-Ti il primo, Vice presidente di AITI il secondo). Si tratta di imprenditori dinamici e di grande esperienza, che sa-rebbero senz’altro rappresentanti qualificati e qualificanti dell’economia ticinese, per cui è indispensabile che siano sostenuti in modo compatto. Oltre ai due candidati “uf-ficiali”, secondo lo stesso schema adottato in occasione delle elezioni cantonali dello scorso mese di aprile, sarà nostra premura indicare anche tutti i candidati che sono legati alla Cc-Ti perché soci diretti o membri delle asso-ciazioni a noi legate e che meritano pure un sostegno. Criterio trasparente e a prova di sterili ed inutili polemiche. Perché di polemiche ce ne sono sempre troppo e a noi interessano soprattutto i fatti e chi può tutelare al meglio gli interessi delle aziende a livello nazionale. Che il ruolo dei parlamentari federali sia fondamentale e sempre più importante può sembrare scontato, eppure non lo è, visto che troppo spesso la presenza a Berna è stata considerata con sufficienza dalla politica nostrana. Forse perché la ri-balta cantonale concede (o concedeva) maggiore visibilità. Oggi non possiamo più permetterci di ritenere secondario il ruolo della deputazione ticinese a Berna. È ormai in-confutabile che la stragrande maggioranza delle decisioni importanti sono prese nella Capitale federale e quindi è fondamentale partecipare al processo decisionale invece di limitarsi a subirlo. E il rispetto per le cause ticinesi dobbiamo guadagnarcelo anche e soprattutto sul campo, con una presenza costante, convinta e decisa alle Camere federali. La lotta è sempre dura, perché dobbiamo lavorare il doppio degli altri e con una maggiore serietà per essere ascoltati, subendo comunque sempre rovesci poco simpa-tici, come nel caso delle sprezzanti risposte del Consiglio federale alle nostre legittime rimostranze sulla discrimina-zione delle aziende svizzere rispetto a quelle estere in ma-teria di imposta sul valore aggiunto (IVA). Eppure questo non deve scoraggiarci, perché negli ultimi mesi vi sono stati numerosi segnali di una maggiore attenzione verso un Ticino che, anche grazie ai numerosi stimoli provenienti dal mondo economico, ha messo sul tavolo della politica federale argomenti fondati, non limitandosi solo alla pura e semplice lamentela della minoranza bistrattata. Occorre pertanto continuare su questa strada, il resto sono solo chiacchiere. Il Ticino può e deve giocare un ruolo di primo

piano anche nell’ambito federale e questo è possibile solo attraverso il lavoro serio, che a medio e lungo termine è sempre pagante.Per quanto riguarda il lavoro politico in senso lato, è giusto anche ricordare quanto realizzato qualche settimana fa con il Consiglio economico della Cc-Ti, che raggruppa le 43 as-sociazioni di categoria a noi affiliate e che è stato allargato anche ad AITI. Il documento presentato all’attenzione delle autorità cantonali e federali, con proposte di misure atte a contrastare a breve termine gli effetti della crisi valutaria, è il frutto di un lavoro comune svolto con le varie categorie. Gli obiettivi di questa operazione erano sostanzialmente due: sottolineare la compattezza del mondo economico e portare proposte concrete, fondate dal punto di vista giuri-dico e tecnicamente realizzabili. Mi sento di poter dire che entrambi gli obiettivi sono stati raggiunti, anche se sulle singole misure le valutazioni politiche potranno essere di-verse dalle nostre. Ma il fatto di evitare i semplici proclami, privilegiando cose concrete, dimostra che l’economia sa po-sizionarsi in modo responsabile e costruttivo. E il fatto che si muova unita, malgrado le inevitabili e normali differenze che regnano fra le varie categorie, è un segnale che anche il mondo politico dovrebbe raccogliere. Il ruolo di coordi-namento della Cc-Ti, quale associazione-mantello dell’eco-nomia, è fondamentale e sarà ulteriormente rafforzato nei prossimi mesi, anche attraverso una modifica della struttu-ra del Consiglio economico, che renderà tale gremio ancora più snello ed efficiente. Il lavoro svolto in questi anni per posizionare la Cc-Ti rispetto alle associazioni di categoria sta portando i suoi frutti, con una più chiara ripartizione e una più netta valorizzazione dei rispettivi ruoli e competen-ze. La nostra imminente Assemblea generale ordinaria del prossimo 28 ottobre sarà l’occasione per ribadire questo nuovo slancio nei rapporti fra associazioni. L’Assemblea, che ospiterà il Consigliere federale Schneider-Ammann e il Consigliere di Stato Norman Gobbi, permetterà pure di annunciare alcune altre importanti novità su progetti che stiamo sviluppando per servire ancora meglio gli interes-si dei nostri associati. Il delicato momento dell’economia impone di moltiplicare gli sforzi per rispondere alle esi-genze della aziende, ma le sfide difficili o apparentemente impossibili non ci spaventano. Basta pensare che quando annunciammo l’intenzione di avere un delegato dell’econo-mia per le relazioni esterne ci furono numerose reazioni di incredulità (per non dire di scetticismo). Oggi di delegati (attivi e annunciati) ce ne sono diversi ed è passato poco più di un anno. E anche il tema della politica “estera” can-tonale è ormai stato sdoganato. Ogni ulteriore commento è superfluo, ma ciò dimostra che il coraggio di osare rimane un motore indispensabile per far evolvere le cose. Ed è un coraggio che non ci manca.

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Contromanodi Alessio Del Grande

I cITTaDINI E LE IMprESEhaNNO BISOgNO DI SEgNaLI fOrTI

A parte l’attesa per le prossime elezioni federali, in Ticino la ripresa dell’attività politica e di Governo non promette niente di buono. Nessuna chiarezza né per contenuti, né per modalità e tempi di alcuni problemi urgenti che nell’agenda dell’esecutivo e del Parlamento figuravano come prioritari. Tutto fermo. Intanto, l’economia canto-nale si trova alle prese con un euro deprezzato più che mai; per l’industria dell’esportazione, per i commerci e il turismo si profilano scenari assai preoccupanti. Molte industrie hanno subito una notevole erosione dei margini del fatturato, per altre è crollato del tutto e, per-manendo questa situazione, diverse imprese hanno già annunciato che saranno costrette a chiudere o a deloca-lizzare. Perdita di fatturato e di guadagni significa perdita anche nella capacità d’investimento e, di conseguenza, una frenata nelle innovazioni per restare competitivi sui mercati internazionali. Indubbiamente bene ha fatto il Consiglio di Stato a scrivere a Berna sollecitando un tas-so agevolato dell’IVA, la modifica della legge sui cartelli e un’estensione dell’Assicurazione contro i rischi delle esportazioni. Purtroppo non basta. Le difficoltà create dal super franco e l’empasse in cui si trova la politica cantonale non possono che generare un clima di sfiducia nel mondo economico. Poche settimane fa i Vicedirettori della Cc-Ti e deputati in Gran Consiglio Rinaldo Gobbi (PLRT) e Marco Passalia (PPD) hanno inoltrato un’interrogazione sollecitando un decreto esecutivo urgente per prolungare, temporanea-mente, l’orario dei negozi fino alle 20 dal lunedì al vener-dì, sino alle 18 il sabato e alle 21, come attualmente, il giovedì, è stata respinta il 13 settembre 2011. Si sarebbe trattato di una misura di sostegno al commercio che sta subendo un calo di vendite allarmante anche a causa della forza del franco e della diminuzione della clientela italiana. Un decreto del genere sarebbe stato un segnale importante per l’insieme delle attività commerciali che da tanti anni aspettano una legge sugli orari adeguata ai tempi e alle mutate esigenze dei consumatori e del turismo. La nuova legge ha davanti ancora un lungo iter parlamentare e, se approvata, dovrà fare i conti con un referendum già annunciato dai sindacati. Oggi più che mai il Ticino e i suoi imprenditori hanno bisogno di se-gnali chiari da parte della classe politica. Se la passata legislatura si contraddistinta per una pres-

soché inconcludente ricerca di un’armoniosa collegialità, quella attuale pare dominata da un immobilismo collegia-le, mentre i cinque Ministri marciano ognuno per conto proprio. Non si è riusciti a fare un passo avanti né con l’amnistia fiscale né con gli sgravi, sui quali pende pe-raltro l’iniziativa della Lega, ed è stato pure rinviato ai tempi migliori il risanamento della cassa pensioni dei di-pendenti dello Stato, disastrata da un inaudito sistema di privilegi che costeranno ai contribuenti una cinquantina di milioni all’anno per parecchi anni. Eppure, da tempo si sottolinea l’urgenza di questo risanamento e che biso-gna passare al più presto dal primato delle prestazioni a quello dei contributi. Invece, non si è fatto un passo avanti, ora si è in attesa di decidere il grado di copertura e le modalità di altri aggiustamenti. Peggio del peggio sul fronte del fisco, nonostante i ripe-tuti e autorevoli allarmi dei mesi scorsi sulla perdita di concorrenzialità fiscale del Cantone. Rischiamo di per-dere i contribuenti più facoltosi, vale a dire quelli che da soli garantiscono una sostanziosa fetta del gettito fiscale. Rischiamo, inoltre, di pregiudicare l’insediamento di nuo-ve aziende estere, mentre le imprese ticinesi e i cittadini aspettano ormai da troppo tempo un alleggerimento delle imposte. Ma è tutto fermo.Per vedere il nuovo Piano finanziario e le Linee direttive bisognerà aspettare dicembre, così il Parlamento si ri-troverà a votare il bilancio preventivo 2012 senza nulla sapere della strategia finanziaria che l’esecutivo intende adottare. Di sicuro assisteremo, invece, all’immancabile rito delle grida di dolore per i deficit a preventivo (s’ipo-tizza un disavanzo di oltre 300 milioni di franchi) e agli allegri sospiri di sollievo quando si tireranno le somme dei consuntivi, con la scoperta di “inaspettati” tesoretti. Sono ormai i rituali di una politica stanca e ripiegata su stessa nel rassicurante tran tran amministrativo. Senza slanci, colpi d’ala e senza progetti forti capaci di rincuo-rare il Paese. Attenzione però. Proprio l’impatto del rapporto franco-euro ci sta dimostrando quanto sia vulnerabile la nostra tenuta competitiva. Se sul mercato dei cambi il Ticino non può fare niente di niente, si potrebbe per contro fare molto nel cercare di migliorare le condizioni quadro della nostra economia, nel sostenere l’occupazione e per difendere il reddito dei cittadini.

8 Ticino Business

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Il tema

di Alessio del Grande

La MODa NON è SOLO IMMagINEED EffIMErO cONSUMO

Agli inizi degli anni ‘70 l’Italia, come tutti i Paesi occiden-tali, fu investita pesantemente dalla crisi petrolifera. Ma nel pieno della prima grande recessione dopo gli anni del boom, seppe trovare una nuova strada per il rilancio della sua economia e della sua immagine internazionale. Erano quelli anche gli anni in cui si avviava al tramonto la vecchia società industriale, sorretta ormai più dai furori sindacali e dalla retorica della sinistra rivoluzionaria dell’operaio mas-sa che avrebbe sovvertito l’ordine capitalistico, che non dalla forza reale dei vecchi assetti produttivi dell’industria-lismo novecentesco. Sebbene ancora non visibile, se non agli occhi acuti di pochi studiosi, era cominciata una fase di transizione verso un nuovo modello economico, la cui potenza mutante si avvertirà pienamente soltanto qualche decennio dopo.È proprio in questo cruciale passaggio tra il vecchio e il nuovo, tra la produzione fordista e l’economia immateriale, che nasce la grande moda italiana. Grazie all’estro di una nuova generazione di stilisti e creativi, la moda si afferma sul mercato nazionale e internazionale, trainando e rin-novando col suo successo anche la tradizionale industria tessile e dell’abbigliamento. Saranno i grandi nomi della moda a fare da rompighiaccio per il successo del “made in Italy” anche in altri settori, dai mobili alle ceramiche, dai complementi di arredo alla cristalleria, e più in generale a tutto il design di origine italiana. Sull’onda del marchio “made in Italy” migliaia di piccole e medie imprese, riorientano la loro produzione, ritrovano slancio produttivo e acquisiscono nuovi sbocchi di merca-to. È in questi anni che si consolida quel neocapitalismo molecolare, su basi per lo più famigliari, che dimostra sin sa subito, almeno nei suoi segmenti più avanzati, una for-te vocazione all’internazionalizzazione. Intanto, la moda e tutto quello quello che ruota attorno ai nomi delle case più famose, diventa una vera e propria industria, anzi la nuova industria su cui s’innestano fiorenti business collaterali, dalle sfilate alla pubblicità, mentre nelle città principali si eleggono le vie più eleganti a meta privilegiata per lo shopping di lusso.Si crea e si reinventa, dai sofisticati e inaccessibili modelli delle passerelle al prêt à porter, si sperimentano e si produ-cono nuovi tessuti, in un processo continuo d’innovazione tecnologica e creativa che investe non solo l’economia, ma che incide in profondità sui costumi sociali, plasmando

quelli che saranno gli stili di vita del terzo millennio. Nel giro di qualche decennio avviene una sorta di mutazione antropologica negli usi e nei consumi che corrisponde alla trasformazione stessa di un tessuto produttivo sempre più incentrato sull’economia della conoscenza, sull’accresciu-to valore aggiunto della componente immateriale per ogni produzione di beni e servizi.I nomi delle migliori case di moda italiane, francese o tede-sche e quello dei loro stilisti diventano griffe internazionali, il segno più visibile e celebrato della capacità creativa di un Paese. Perché acquistando un capo o un accessorio di moda, non si acquista ormai soltanto un indumento, ma un’emozione, il sentirsi parte di una novità che contraddi-stingue lo stile di un determinato tempo. A cascata dalle sfilate più sofisticate le novità della moda si traducono in capi più o meno alla portata di tutti: quello che è un lusso oggi diventa un bisogno e un consumo di massa domani.Più che un’ industria, come spesso impropriamente è defi-nita, la moda è un conglomerato di attività che si integra-no e si incentivano vicendevolmente: design, produzione tessile, agenzie di modelle e modelli, grafica, fotografia, pubblicità, sfilate stagionali che sono ormai diventati i veri riti mondani internazionali, catene di negozi monomarca, prestigiose boutique, outlet, turismo da shopping. Un vor-ticoso giro di affari alla cui base c’è soprattutto il principio vitale di una creatività capace di suscitare sempre una nuova domanda del mercato. È dall’abbigliamento che la definizione “alla moda” si sposta agli accessori: pellet-teria, occhiali, calzature, e ad altri settori come il design d’interni e persino alle automobili. Oggetti cult, icone di uno stile di vita che inseguono senza sosta nuovi trend sui confini sempre più mobili e mutevoli tra “in” e “out”. Questo conglomerato di attività negli ultimi anni è andato strutturandosi attraverso la creazione di figure professio-nali prima impensabili, di competenze specifiche e saperi capaci di fiutare con largo anticipo le novità. Un processo continuo d’innovazione perché la moda è la moda solo se sa proporsi sempre e comunque come novità. Tra le attività del postfordismo è forse quella che meglio ne ha incarnato per prima lo spirito, sostituendo al duro lavoro della catena di montaggio quello della catena creativa dell’economia immateriale, capace più immediatamente di trasformare le idee in beni di consumo.

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Il tema

di Lisa Pantini

TIcINOMODa: EccOLa

Presentata ufficialmente allora. Un inchino di ben-venuto. Dinnanzi a oltre 250 persone tra ospiti illu-stri, amici, colleghi, autorità, associati e membri di Comitato, lo scorso 9 settembre si è svolta l’inau-gurazione ufficiale di Ticinomoda. Il cocktail di pre-sentazione si è svolto nella suggestiva cornice del Castello di Morcote, una fortezza militare medievale arroccata a strapiombo sul lago, sulle sponde del Ceresio, edificata dai Visconti attorno al 1450.Secoli di storia si sono intrisi di moda con la pre-sentazione ufficiale. Alla presenza del Dott. Elio Fiorucci e dell’On. Marco Borradori, Consigliere di Stato, con il Dott. Santo Versace, Presidente Alta Gamma, in collegamento da Roma; il Presidente di Ticinomoda Franco Cava-dini ha salutato i convenuti e gli ospiti.

Attualmente Ticinomoda conta 34 soci, raggruppan-do le principali industrie attive nei settori del tessile, dell’abbigliamento o in rami affini, di cui una parte ha una propria collezione e marchi di qualità cono-sciuti sia in Europa che oltre oceano, mentre l’altra parte è costituita da aziende che lavorano per conto di terzi, soprattutto in ateliers. Sono infatti diverse le realtà imprenditoriali sparse sul territorio cantonale che si occupano del settore tessile e dell’abbiglia-mento anche per grandi firme internazionali e griffes di alta moda. Il Ticino per questo settore è divenuto un’importante piazza economica cha ha saputo at-trarre con interessanti vantaggi competitivi grandi aziende, divenendo così in breve tempo un polo di competenze per attività produttive e logistiche di famose case d’abbigliamento. Una vera e propria “Fashion Valley” a tutti gli effetti.

Il Comitato dell’Associazione si compone di:• Franco Cavadini, Presidente• Giorgio Delpiano, Vice Presidente• Luca Albertoni, Segretario• Membri di Comitato: Maurizio Binelli, Michele But-

tazzoni, Davide Corniolo, Rino Fasol, Marco Fer-retti, Peter Kriemler, Giuseppe Marsocci, Fiorenzo

Peduzzi, Marco Tini, Heinz Karl Salzburger e Ales-sandro Vincenzi.

Un rilancio del comparto moda ticinese, che arriva dopo un periodo di studio, durante il quale il Co-mitato si è chinato sul tema di una maggiore cono-scenza del settore tessile e della moda ticinese in Svizzera e all’estero. Un rilancio che è passato attra-verso un nuovo nome, un nuovo logo ed un portale web (www.ticinomoda.ch). Si è cercato di creare un cappello che inglobasse nel suo insieme tutto ciò che il settore rappresenta, aprendosi maggiormente verso la società, sia a livello regionale sia sul piano internazionale, non limitandosi agli addetti ai lavori, ma coinvolgendo imprenditori di altri settori, politici, media, funzionari, ecc..

Ticinomoda racchiude in sé da un lato esperienza e solidità, e dall’altro la freschezza data da un settore sempre in movimento. La prova è che in Ticino è sede delle più importanti aziende della moda inter-nazionale, molte ne sono arrivate e diverse ne arri-veranno ancora. Una culla della moda e del tessile con un’associazione forte che rappresenta questo mondo, e che vuole agire con iniziative concrete per farne capire il ruolo e l’importanza per il territorio.

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TIcINOMODa: EccOLa TICInOMODA: I DATI SALIEnTI

➟Mission: promuovere le condizioni favorevoli allo sviluppo di aziende operanti nel settore moda in Ticino

➟Strumenti:1. Rapporti regolari e ravvicinati con le Istituzioni,2. Promozione della formazione di base e continua,3. Rafforzamento della rete tra associati

➟Rapporti con le Istituzioni:Focus sui seguenti temi1. Questioni doganali e fiscali,2. Politica infrastrutturale, in particolare interventi a favore della mobilità,3. Monitoraggio dell’applicazione degli Accordi bilaterali, soprattutto in materia di libera circolazione

➟Formazione:• Analisi delle future competenze richieste dalle aziende (arco temporale di 3 a 5 anni) per le nuove assunzioni

(formazione di base)• per il personale già in forza all’azienda (formazione continua)• Corsi mirati per dirigenti

➟Sinergie tra associati:• Lavoro comune sulle questioni concernenti il frontalierato (aspetti fiscali, salariali, formativi, ecc.)• Nuovo sito internet ticinomoda.ch quale piattaforma di informazione e scambio• Benchmark organizzativo e salariale per lo sviluppo di iniziative comuni• Collaborazione per lo sviluppo sostenibile delle rispettive attività aziendali

➟Un’associazione integrata nella rete nazionale e cantonale:Grazie ai legami con l’associazione-mantello nazionale di categoria TVS Textilverband Schweiz e la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino quale associazione-mantello dell’econo-mia cantonale, Ticinomoda dispone di una rete di contatti istituzionali e fra associati che agevolano la risoluzione dei problemi della aziende e facilitano la promozione e la difesa degli interessi del settore.

➟Sviluppo delle competenze:L’associazione funge da ponte fra le scuole STA e SAMS e le imprese, al fine di organizzare stages in azienda per gli studenti. Grazie ad alcuni progetti innovativi, questi periodi di formazione in azienda hanno portato all’as-sunzione a titolo definitivo di giovani neo-diplomati. Questo permette di coordinare al meglio l’attività formativa e le esigenze delle ditte associate.

➟Il Ticino quale piattaforma e polo di competenze:La vicinanza con Milano e la centralità geografica sul principale asse europeo nord-sud, una piazza finanziaria efficiente, servizi di qualità e la stabilità politico-economica rendono il Ticino una base ideale per l’insediamento di aziende della moda. Queste godono infatti di interessanti vantaggi competitivi e il Ticino in breve tempo è diventato un polo di competenze per attività produttive e logistiche di famose case d’abbigliamento.

➟Alcune cifre:• 3’500/4’000 posti di lavoro• 200 milioni di salari versati all’anno• 8-10 miliardi di cifra d’affari

➟ Struttura dell’associazione:34 soci, fra cui le principali industrie attive nei settori del tessile, dell’abbigliamento o in rami affini. Alcuni associati hanno una propria collezione e marchi di qualità conosciuti sia in Europa che oltre oceano, mentre altri lavorano per conto di terzi, soprattutto in ateliers.

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© Effectred Loreta Daulte

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Ospite

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Ospite

Intervista di Lisa Pantini con Franco Cavadini, Presidente di Ticinomoda

IL cOMparTO MODa IN TIcINO: TUTTO Da (rI)ScOprIrE

Franco Cavadini

Il Ticino ha una lunga tradizione nel settore tessile-abbigliamento, micro e piccole imprese che negli anni scorsi sono state investite in pieno dall’evoluzione dei mercati. Qual è stata l’evoluzione del comparto?“Il settore tessile in Ticino ha una tradizione ormai secolare: risale infatti ai primi del Novecento e for-se anche a prima… A quel tempo vennero chiuse le filande della seta per allinearsi al progresso in-dustriale, che andava prendendo piede ovunque. Dopo la seconda Guerra Mondiale il settore conob-be un boom sull’onda della crescita economica del dopoguerra, arrivando ad occupare oltre 10’000 operaie nel settore di produzione dei capi d’ab-bigliamento; settore, quello della produzione, che con il progresso è andato sì sempre migliorando in qualità, metodi lavorativi e tecnologici, ma ha visto anche un’impennata dei costi di produzione (manodopera). Questi fattori hanno fatto sì che il ramo della produzione andasse pian piano sceman-do, e fu ridimensionato in maniera molto netta tra gli anni ‘80 e ‘90, perdendo diverso personale. Ad oggi restano circa una decina di aziende di pu-ra vocazione produttiva sul territorio cantonale, il comparto si è riorientato verso la logistica integra-ta e la gestione dei brand, accogliendo con favore anche, a partire dal 2000, numerosi grandi marchi internazionali, dando una seconda vita al settore. Afra (l’Associazione fabbricanti e operatori ramo abbigliamento del Cantone Ticino), oggi rinominata in Ticinomoda, venne fondata negli anni ‘70 con l’aggregazione di 3 associazioni settoriali che co-privano il comparto maglieria, camiceria/biancheria e capispalla, battendosi da sempre per una difesa del comparto, come pure per una formazione di alto profilo a tutti i livelli”.

Quali sono le sfide di oggi?“Attualmente vi è una grande concorrenza, soprat-tutto riguardo al costo della manodopera. In Tici-no risultano particolarmente interessanti le attività legati alla gestione dei marchi e della logistica. Il comparto abbigliamento risulta molto competitivo, anche a fronte della delicata situazione economica,

con la svalutazione dell’Euro in favore del Franco, considerando che il 90% dei prodotti che trattiamo sono destinati all’esportazione. Siamo confrontati con un momento difficile, soprattutto sui mercati esteri. Abbiamo però già potuto delineare alcune strategie operative per far fronte a questa situa-zione, mantenendo alti gli standard qualitativi e il livello gestionale attuale”.

Cosa ha rappresentato l’esperienza di Ticinomoda, per il nostro settore dell’abbigliamento?“Ticinomoda arriva dopo un lavoro preciso ed in-tenso di restyling di Afra, quale rilancio dell’attività associativa e del comparto moda in Ticino. Il Co-mitato dell’associazione ed i soci si sono adoperati affinché l’attività fosse continuativa, sempre dina-mica e presente. Vogliamo offrire ai nostri associati un servizio qualitativamente efficiente, e lo faccia-mo attraverso un segretariato competente e sempre pronto a rispondere alle richieste delle aziende. Ci siamo focalizzati su una serie di servizi mirati alle imprese, come pure su una rappresentanza del set-tore a livello svizzero e internazionale con presenza a fiere specifiche direttamente o attraverso alcuni nostri affiliati o ancora attraverso degli eventi quali sfilate. Per cui Ticinomoda è una naturale evolu-zione dell’attività di Afra, ancora più specifica e performante”.

Quale può essere lo spazio del Ticino in un settore in cui dominano i grandi marchi internazionali?“Il Ticino è divenuto, per le sue caratteristiche sia territoriali, come pure fiscali, politiche ed economi-che, un terreno fertile per l’insediamento di aziende estere, soprattutto nel nostro settore. Come dicevo poc’anzi, dal 2000 in poi sono davvero numerose le imprese che si sono insediate in Ticino. Parlo di aziende che rispecchiano grandi ed affermate re-altà internazionali quali Gucci, Zegna, Hugo Boss, Armani, Versace, ecc.. Negli anni queste realtà hanno creato una vera e propria «Fashion Valley», che rendono lo stesso Cantone una location molto attrattiva”.

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Può fare un bilancio dell’esperienza della STA - Scuola specializzata superiore di tecnica di abbigliamento e della moda? Quale è la collaborazione con Ticinomoda?“È stata la stessa Afra a suo tempo a collabora-re alla creazione della STA - Scuola specializzata superiore di tecnica di abbigliamento e della mo-da, negli anni ‘70. Questo perché abbiamo sempre creduto che un personale qualificato e motivato fosse una risorsa imprescindibile per le aziende, ieri come oggi. Per poter far fronte alla crescente domanda di personale specializzato, in linea con le richieste del mercato e il progresso tecnologico costante, abbiamo sempre cercato di sondare le esigenze aziendali per far sì che andassero sempre di pari passo con l’insegnamento. Oggi la STA è una scuola all’avanguardia che forma giovani che ben si possono inserire nel settore, sia in Ticino che all’estero. Quale scuola professionale specia-lizzata superiore del terzo ciclo, si rivolge ai giovani interessati al settore della moda che desiderano occupare posizioni di responsabilità nell’industria

dell’abbigliamento. Il percorso di formazione di ba-se è gestito dalla SAMS – Scuola d’Arti e Mestieri della Sartoria, fondata nel 1907, con sedi a Lugano e Biasca; che getta le basi per la formazione degli apprendisti. Questa sinergia tra scuola e azienda è la risposta alle necessità reali, e come associazione di categoria ci interfacciamo con entrambe le par-ti. Infine è utile dire che stiamo investendo, come l’abbiamo fatto in passato, in numerose attività di formazione continua, per il personale già attivo nel ramo”.

I giovani ticinesi sono attratti da queste attività? E quali sono per loro le prospettive di lavoro?“Al momento purtroppo non riscontriamo una gran-de rispondenza, benché ci sia l’effettivo bisogno di personale indigeno qualificato, non solo nelle ditte che si occupano di produzione, ma anche in altri ambiti quali la gestione dei marchi e l’ambito logi-stico. I posti di lavoro ci sono e ritengo siano inte-ressanti; anzi colgo l’occasione per ribadire l’attrat-tività del settore e le potenzialità che può offrire”.

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Biblioteca liberaledi Alessio del Grande

Titolo: The Secret Knowledge

Autore: David Mamet

La LEzIONE DI UN graNDE rEgISTa:“cOME rIpUDIarE La SINISTra E VIVErE fELIcI”

“The Secret Knowledge”, ovvero “come ripudiare la sinistra e vivere felici” è il saggio di David Mamet, un libro che negli USA ha sollevato grande interesse per la forza, lucida e rea-listica, di un’analisi critica a tutto l’armamentario ideologico del marxismo, ai suoi travestimenti politically correct e a quei travisamenti liberal che vorrebbero accoppiare libera-lismo e socialismo. Ma chi è innanzitutto Mamet? Ai più il suo nome dice tanto appena si ricorda che è il regista, sceneggiatore e produttore cinematografico che ha firmato film come “Il verdetto”, “Sesso&Potere”, “Il postino suona sempre due volte”, “Hannibal”, “Gli intoccabili” e, inoltre, anche Premio Pulitzer per il dramma “Glengarry Glen Ross”. In italiano il libro di Mamet è stato tradotto e pubblicato questa estate con una quarantina di pagine quotidiane dal ‘il Giornale’, e c’è da augurarsi che qualche piccola casa editrice libertaria lo proponga al più presto al grande pub-blico. Difatti, questo saggio, come notava Dino Cofrancesco, presentandolo sul quotidiano milanese, è “una ventata di aria fresca in una cultura politica che non sa più cosa sia il liberalismo e che, quando prova a definirlo, lo identifica con la teoria dei diritti piuttosto che con la difesa delle libertà”.Altrettanto stimolante per la lettura è il fatto che Mamet non sostituisce l’ideologia con l’ideologia, non combatte l’una, quella di sinistra, con le armi dell’altra, ossia semplicemente usando il pensiero liberale classico, ma guarda invece alla sinistra con gli occhi disincantati di chi, avendo scoperto Friedrich A. Hayek, scopre anche un modo diverso di legge-re e interpretare la società, la politica e la storia in cui era sino allora inconsapevolmente vissuto. Per questo il saggio è una sorta di diario di un intellettuale che scoprendo il liberalismo denuda miti e riti di quella sinistra che ne aveva plasmato vita e pensiero. E lo fa con il linguaggio semplice e intrigante del grande sceneggiatore, ma anche con la si-stematicità analitica dello studioso che non lascia pensieri e interrogativi in sospeso. Il suo libro è una autobiografia intellettuale che usa come un piccone per dissodare il pie-troso terreno della vulgata di sinistra, sezionandone teoria economica e teoria politica. Ci sono i fantasmi dell’econo-mia pianificata delle democrazie socialiste che definisce grotteschi reality show; l’analisi ragionata del conformismo antiamericano dominante; la rivalutazione del lavoro e del sacrificio personale come affermazione anche del principio di responsabilità personale; le illusioni e l’irresponsabilità di un terzomondismo che usa la retorica caritatevole non tanto per aiutare davvero i Paesi poveri quanto piuttosto per attac-care e colpevolizzare quelli ricchi. Ci sono la critica alla co-siddetta giustizia sociale che si traduce in assistenzialismo e clientelismo, dilatando pericolosamente l’ingerenza dello Stato e dei suoi apparati burocratici nella vita dei cittadini; ci sono ancora la condanna del buonismo progressista e di quella cultura delle diversità i cui eccessi fomentano alla fin fine il razzismo invece di combatterlo. Lui che di definisce un “progressista riformato” scardina

dalle fondamenta il progressismo dei paladini delle buone cause e la politica che vuole dominare sulla società civile. A proposito della giustizia sociale, Mamet scrive: “La Sinistra vede lo scambio economico - la fonte di ogni ricchezza - come sfruttamento; e visto che i bambini nascono uguali, ogni differenza di ricchezza, ancora, come un furto. Per correggere questa ineguaglianza percepita che la Sinistra considera innaturale, essa ha inventato il termine Giusti-zia sociale”. Ma un sistema di Giustizia già esiste, ricorda Mamet, ed è quello elaborato dal Potere legislativo come presunta espressione della volontà popolare e amministrato dal sistema giudiziario. E, allora, si domanda, che cosa è in più questa “informe Giu-stizia Sociale”? È che “lo Stato, operando su basi che esso solo conosce e in maniera irresponsabile di fronte alle leggi promulgate dal popolo, confisca la ricchezza accumulata in base alle leggi esistenti e la ridistribuisce a quelli che ritiene più meritevoli”. La storia insegna, ricorda Mamet, che nella concezione marxista, i più meritevoli sono, o lo diventano in fretta, proprio coloro che sono incaricati della distribuzione, vale a dire lo Stato stesso, attraverso coloro che avendo usurpato i poteri costituzionali sono diventati dei dittatori. “Per la Sinistra è lo Stato che dovrebbe distribuire posti, ricchezza, e status. Questo lo si chiama ‘correzione umana degli errori strutturali’ o riparazione dell’eredità schiavistica, o Affirmative Action, o tetto alle retribuzioni per i manager; ma è, e può essere solo, quello Spoil System che a livello locale viene condannato come clientelismo, e a livello nazio-nale viene invece lodato come ‘giustizia sociale’. È nel nome di questa ‘giustizia sociale’ che si compiono tante oscenità: poiché essa non è altro che la distribuzione di beni e servizi da parte del Governo in risposta a pressioni, o nel tentativo di accattivarsi il favore di gruppi che cercano avanzamenti o beni che non riescono ad ottenere grazie alla legge o grazie a quelle pratiche di mutua utilità che passano sotto il nome di Libero Mercato”.

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Speciale elezioni federali

Cartolina A5 Regazzi_cartolina A5 Regazzi 12.09.11 11.49 Pagina 1

pEr UNa rapprESENTaNza DEgLI IMprENDITOrI a BErNa

La Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi, unitamente alle principali associazioni econo-miche ticinesi, sostiene le candidature di rocco cattaneo (PLR) e fabio regazzi (PPD) per il Consiglio nazionale, che sono diretta emanazione degli organi associativi. Il primo è infatti membro dell’Ufficio presidenziale della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino, mentre il secondo è Vice Presidente dell’Associazione industrie ticinesi. Essi hanno pertanto tutte le carte in regola per essere considerati i nostri candidati ufficiali, secondo lo stesso criterio già utilizzato per le elezioni cantonali dello scorso mese di aprile. Si tratta di imprenditori molto rappresentativi, perché da anni vivono la quotidianità delle attività aziendali in vari ambiti economici e sanno perfettamente quali sono le caratteristiche, le esigenze, i punti di forza e le difficoltà dell’economia ticinese. Pertanto sono le persone idonee a difendere i nostri interessi nel contesto della politica nazionale, perché la voce dell’imprenditoria cantonale deve essere forte e credibile nel contesto del Parlamento federale, visto che sempre più le decisioni che contano

vengono prese a Berna. È pertanto indispensabile so-stenerli con forza e decisione, se vogliamo che in futuro si possa essere più attivi sui dossier delicati e non solo subirli a posteriori quando le principali decisioni sono prese. La presenza sotto la cupola di Palazzo federale di persone dallo spiccato senso imprenditoriale e con grandi competenze sarebbe essenziale per tutto il mon-do economico cantonale. Fabio Regazzi, oltre ad essere un imprenditore, è un politico navigato, con una lunga esperienza parlamentare a livello cantonale. Rocco Catta-neo si affaccia sulla scena politica, ma ha già dimostrato di avere idee chiare e ben definite che gli permettono di profilarsi sui temi importanti per l’economia. Entrambi hanno una visione ampia degli interessi in gioco e non sono legati solo alle categorie nelle quali operano, per cui costituiscono un’accoppiata vincente, forte di un mix di competenza, entusiasmo, coraggio, determinazione ed esperienza. Scusate se è poco. La battaglia per l’elezione sarà dura, ma restando tutti uniti dietro l’obiettivo di por-tare in Consiglio nazionale due imprenditori dalle grandi qualità, si può vincerla.

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Attualita`di Angelo Geninazzi, Responsabile di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere

Gli ingegneri giocano un ruolo cen-trale nell’economia e questo sotto diversi punti di vista. Essi forni-scono un contributo sostanziale e generalmente sottostimato alla creazione di valore aggiunto. Fon-te di innovazioni, essi sono uno dei principali motori del cambiamento tecnologico. Dal 1950 la doman-da di ingegneri è decuplicata in Svizzera. Questa tendenza non sembra invertirsi in futuro. Secondo alcuni studi, si ritie-ne che nel 2008 mancavano in Svizzera oltre 16’000 speciali-sti nei settori della matematica, dell’informatica, delle scienze naturali e delle professioni tecni-che. Questa situazione comporta costi importanti per l’economia quantificati ad oltre due miliardi di franchi all’anno. La correlazione positiva tra la ca-pacità d’innovazione di un’impre-sa – rispettivamente di un’econo-mia – e la disponibilità di personale altamente qualificato è incontestabile. Se la penuria di ingegneri dovesse perdurare, la capacità d’innovazione del nostro Paese verrebbe minacciata seriamente. Occorre dunque prevedere misure che agiscano alla radice del problema, e questo su più fronti. Tra i prin-cipali strumenti citiamo:• Promuovere la comprensione tecnica già al livello

della scuola dell’obbligo: risvegliando presto l’in-teresse dei giovani per le discipline tecniche si è dimostrato che coloro che ottengono buoni risulta-ti si orientano maggiormente verso le professioni dell’ingegneria.

• Maggiore informazione dei possibili curriculum for-mativi: i giovani talentuosi che optano per un ap-prendistato professionale devono essere informati più approfonditamente sulle possibilità di ottenere un diploma di un’alta scuola ed essere incoraggiati su questa strada.

• Aumento della quota delle donne tra i diplomati: occorre oggi identificare le ragioni per le quali le ragazze si mostrano poco interessate alle professio-

aSSIcUraTI IL LaVOrO, STUDIa INgEgNErIa!

ni tecniche – come dimostra il grafico “Percentua-le delle donne sul totale degli ingegneri attivi”. La Svizzera si contraddistingue per un tasso di donne nelle professioni ingegneristiche nettamente infe-riore alla media europea o ai Paesi scandinavi. Dal canto loro, le associazioni economiche sono invitate ad adottare misure per permettere meglio di conci-liare la vita familiare con quella professionale.

L’evoluzione sul mercato del lavoro degli ingegneri sarà cruciale per le sorti della Svizzera. Occorre mol-tiplicare gli sforzi per permettere alle imprese di re-clutare giovani talentuosi con una formazione tecnica. È infatti a loro che dobbiamo i progressi tecnologici di cui oggi tutti approfittiamo. Diventare ingegnere risulta oggi un investimento più sicuro che mai.

Per ulteriori informazioni vedi: Dossierpolitica 12/ 5.9.2011www.economiesuisse.ch

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18,218,618,7

9,5

19,1

14,514,6

24,2

29,6

percentuale delle donne sul totale degli ingegneri attivi (nel 2007)

Fonte: European Engineering Report

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ESISTE UNa SOgLIa DEL DOLOrE pEr IL fraNcO SVIzzErO?

Attualita`

Che il rincaro del franco abbia creato più di un gratta-capo alle aziende svizzere è noto. Perciò non stupisce che si usi spesso e volentieri l’espressione “soglia del dolore”: così è stato anche nelle prime fasi della rivalu-tazione del franco.“Per diversi settori dell’economia d’esportazione, la so-glia del dolore del tasso di cambio con l’euro si fissa a CHF 1.50” si poteva leggere il 27 marzo 2002 in un’a-genzia dell’ATS. Col senno di poi è invece evidente che il rafforzamento dell’euro tra il 2004 e il 2007 e il pa-rallelo indebolimento del franco causarono un esagerato aumento delle esportazioni svizzere. Nel febbraio 2010 un esponente di spicco del settore delle esportazioni dichiarava sulla NZZ: “può far male se l’euro doves-se crollare per diverse settimane sotto la soglia dell’1 e 40”. Nei mesi seguenti non si sono notarono però sviluppi tragici benché le pressioni a margine fossero senza dubbio aumentate.Questi esempi dimostrano che dichiarazioni seppur per-tinenti circa la “soglia del dolore” non sono da prende-re come oro colato. Esse suonano piuttosto come dei campanelli d’allarme, sia per la Banca nazionale che per la politica; si basano più su impressioni soggettive che non sull’effettiva forza del franco. D’altra parte è illusorio credere che vi sia un unico rapporto fisso fra tasso di cambio e esportazioni valevole per tutti i set-tori: le aziende sono troppo diverse le une dalle altre, persino nello stesso ramo di attività, per poter trovare una formula univoca.Quale misura scegliere allora per analizzare in modo se-rio la situazione? Qui spicca - in aggiunta alle tradizionali statistiche a breve termine - un concetto fondamentale: l’elasticità del tasso di cambio. Dietro a questo termine si nasconde un’idea semplice, e cioè che lo sviluppo del-le esportazioni svizzere dipende sia dal prezzo dei beni esportati che dall’andamento economico dell’estero.

La ripresa all’estero passa dalla Svizzera Diversi studi empirici dimostrano come sul lungo periodo l’elasticità delle esportazioni svizzere rispetto all’attività economica all’estero sia importante. Queste ultime ap-profittano quindi in modo più che proporzionale di una buona congiuntura nei nostri mercati d’esportazione. Si stima infatti che un aumento del PIL dei mercati esteri di un punto percentuale si traduca in un’espansione del due percento delle nostre esportazioni. La crescita più che proporzionale riflette non da ultimo il rapido aumento delle attività commerciali a livello mondiale e la buona integrazione delle imprese svizzere nell’econo-mia globale.Più complesso risulta invece calcolare l’impatto della competitività delle esportazioni. Essa dipende dallo svi-

luppo dei prezzi e dei costi in Svizzera rispetto a una media ponderata dei Paesi in cui esportiamo. A seconda del modello utilizzato (sulla base di indicatori dei prezzi al consumo, dei prezzi della produzione o del costo del lavoro), del livello di aggregazione (economia totale o settoriale) e del periodo considerato si trovano risulta-ti diversi. Il KOF, l’osservatorio congiunturale presso il Politecnico federale di Zurigo stima che un aumento dei prezzi relativi delle nostre esportazioni all’estero di un punto percentuale porti ad una diminuzione delle espor-tazioni tra il - 0,2 e il - 0,6 percento. A dipendenza del settore e del Paese l’impatto sarà più o meno elevato.

Un buon mix di industrie per il mercato mondiale Nonostante l’incertezza sull’importanza della competi-tività dei prezzi vi sono forti indicazioni che le esporta-zioni svizzere, sia nel corso del tempo sia nel confronto tra economie, sono diventate più resistenti alle fluttua-zioni di cambio. Tuttavia le differenze, anche tra settori, sono tendenzialmente aumentate. L’industria chimico-farmaceutico riesce quindi a digerire le rivalutazioni del franco più facilmente dell’industria metalmeccanica ed elettronica, di quella tessile o del turismo.Se si ricompone il puzzle per formare un quadro com-plessivo, si può dire che l’economia svizzera, produttrice di beni di marca e di prestigio, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sviluppo, presenta un buon mix di industrie nel mercato mondiale. Siccome l’elasticità della doman-da estera ha un effetto di ben cinque volte superiore ri-spetto a quello del tasso di cambio, l’economia svizzera ha beneficiato fino ad ora della ripresa congiunturale nei Paesi esportatori, soprattutto in Germania.

Le previsioni rimangono difficili Anche se i diversi studi empirici sulla competitività dei prezzi forniscono importanti informazioni, non possono venir presi come un barometro troppo preciso per il fu-turo perché in tali studi vengono sempre utilizzati dati ex-post. È quindi difficile anticipare le reazioni delle aziende allo shock attuale. Permarrà la buona resistenza dell’economia di esportazione o - di pari passo con la forza persistente del franco - andrà scemando la capaci-tà di adattamento? Come già ha mostrato il nostro paper dello scorso febbraio la situazione è complessa – e non solo per la Banca nazionale.

Tratto dal documento: Der (zu) harte Franken di Gerhard Schwarz, Alois Bischofberger, Rudolf Walser, Boris Zür-cher, Martin Wermelinger e Markus Schär. Scaricabile da www.avenir-suisse.ch

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Attualita` Intervista a Giovanni Rengucci, responsabile del Fondo Clima Lugano Sud

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BALENO

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LA SCELTA GIUSTAPER LA SUA AZIENDA

fONDO cLIMa LUgaNO SUD – arcOBaLENO azIENDaLEUna collaborazione vincente per un progetto all’avanguardia di tutela dell’ambiente

Cos’è il Fondo Clima Lugano Sud?Il Fondo Clima Lugano Sud è frutto di una convenzione del 2004 tra il Gruppo IKEA, il Centro Lugano Sud, WWF Sezione Svizzera italiana e l’ATA, Associazione Traffico e Ambiente Sezione Svizzera italiana. Lo scopo del Fondo è finanziare la realizzazione di progetti che contribuiscano alla salvaguardia del clima. In particolare si focalizza su:• incentivo all’acquisto di prodotti a risparmio energetico• campagne di sensibilizzazione alla riduzione dei consumi energetici e all’utilizzo di energie rinnovabili (eventi

informativi, incontri con il pubblico, incontri scolastici, ecc.)• incentivo all’uso di energie rinnovabili.

Come funziona?L’autosilo a Grancia, di proprietà del Centro Lugano Sud e gestito dal Fondo Clima, conta 370 posti auto. La tariffa è di 50 centesimi all’ora. Ogni utente che utilizza l’autosilo contribuisce alla raccolta di fondi volti al finanziamento di progetti proposti e sviluppati dal Fondo per la salvaguardia del clima, tra i quali vi è anche la collaborazione con arcobaleno aziendale. L’intento di tali progetti è di compensare le emissioni derivanti dal traffico indotto dall’offerta di posteggi. La durata di questo esperimento è stata fissata in 15 anni. Inoltre, il titolo di trasporto pubblico uti-lizzato per accedere al Centro, l’abbonamento arcobaleno o il ticket del posteggio, consentono di beneficiare delle azioni promosse all’interno del Centro per l’acquisto di prodotti a risparmio energetico.

Come e quando è stata avviata la collaborazione con arcobaleno aziendale? “Il Fondo ha attivato le prime misure concrete del progetto dedicato alla mobilità aziendale ScairoMobile nell’autunno del 2008, coinvolgendo da subito le direzioni dei negozi per la sottoscrizione degli abbonamenti e delle condizioni d’uso da par-te dei dipendenti interessati. Ad oggi, contiamo una cinquantina di abbonamenti arcobaleno aziendale su circa 500 collaboratori. Il Fondo, inoltre, è costantemente attivo presso le aziende del Centro per promuovere l’iniziativa, organizzando regolarmente eventi, momenti di in-contro ed occasioni d’approfondimento”. Ci parli del finanziamento di arcobaleno aziendale. “Ci tengo a premettere che ScairoMobile è l’unico progetto del Fondo che, viste le caratteristiche, ha ricevuto un contri-buto a copertura delle prime fasi di sviluppo dell’iniziativa. Abbiamo infatti svolto un iniziale «sondaggio della mobilità» presso i dipendenti che è stato finanziato dal Cantone e un conseguente studio sulle misure da attivare, reso possibile grazie al contributo federale di Svizzera Energia. Per quanto riguarda arcobaleno aziendale, il nostro contributo per i colla-boratori (che copre il 25% del costo totale) è interamente finanziato dagli introiti dell’autosilo. A questo, naturalmente, va aggiunto anche il contributo dato dal Cantone attraverso la Comunità tariffale Ticino e Moesano che è del 25%. I nostri dipendenti hanno quindi la possibilità di acquistare un abbonamento ai trasporti pubblici scontato del 50%”.

Quale è il grado di soddisfazione dei dipendenti? “Direi che il fatto che gli abbonamenti vengano rinnovati «quasi» tacitamente sia davvero un buon segnale”.

Avete ospitato lo stand arcobaleno… “Oltre ad essere occasione d’incontro e di informazione, è stata anche un’opportunità di rilevamento delle necessità caratteristiche del centro commerciale, in continua evoluzione e con un importante ricambio di dipendenti”.

Cosa rappresenta arcobaleno aziendale per il Fondo? “Per perseguire i propri scopi di informazione e di sensibilizzazione alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti, la collaborazione con tutti gli attori della mobilità sostenibile, tra cui il Dipartimento del territorio e la Comunità tariffale Ticino e Moesano, è certamente indispensabile. In questo contesto, arcobaleno aziendale rappresenta un valido partner, un alleato ed uno strumento efficace. Una solida voce in un coro di note positive a favore di una mobilità davvero sostenibile”.

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Cominciamo con il chiedere come si combina, nella pratica odierna, il mondo dei capitali con il mondo delle imprese che compongono il tessuto economico.“Dopo i recenti scossoni finanziari, caratterizzati da una diffusa incapacità degli intermediari nell’allocare le risorse finanziarie del pubblico in soluzioni durevoli e sostenibili, assistiamo ad un’accresciuta volontà, da parte dei rispar-miatori, di riprendere in mano il destino dei loro portafogli. Molti risparmiatori si sono resi conto che i professionisti addetti alla gestione dei loro risparmi, lautamente pagati per il loro servizio, non sono stati in grado di far meglio di quanto avrebbero fatto loro stessi, agendo in prima perso-na. Alcuni di questi risparmiatori, avendone la possibilità, preferiscono optare oggi per una for-mula d’investimento che non prevede una delega a favore di terzi, ma che piuttosto consenta di avere una miglio-re visibilità sulle attività oggetto d’inve-stimento. In sostanza presso gli investi-tori più evoluti si sta assistendo ad una sorta di «regressione», nel senso che si sta tornando a considerare opportuno avere un’idea chiara di dove si va ad investire, invece che delegare la scelta a soggetti terzi. La fiducia verso i pro-fessionisti della gestione è stata per co-sì dire «commissariata» ed affiancata, laddove possibile, da un coinvolgimento diretto dell’investitore nell’ambito delle proprie scelte d’investimento. Questo monitoraggio in prima persona è tanto più praticabile quanto meno costruite (o «cartolarizzate») sono le attività nelle quali si va ad investire. In altri termini, il fenomeno è tanto più ampio e diffuso quanto meno «in-termediato» è il mercato dei prodotti d’investimento verso cui ci si orienta. E quando il mercato d’investimento è rap-presentato dal mondo delle imprese (e più precisamente dalla partecipazione alle imprese operative), il fenomeno è ancor più marcato, in quanto l’oggetto dell’investimento (la partecipazione al capitale sociale di piccole e medie im-prese) sfugge dalle regolamentazioni imposte dai governi e dalle autorità di vigilanza”.

Potrebbe essere più esplicito al riguardo?“Oggi esiste una forte correlazione tra la fonte del capitale ed il suo impiego. Un imprenditore seriale che abbia fatto la propria fortuna investendo in imprese sarà molto pro-babilmente orientato verso nuovi investimenti nel mondo delle imprese private. Un neopensionato alle dipendenze

dello Stato troverà più naturale affidarsi ai consigli di un professionista della gestione patrimoniale, che verosimil-mente lo indirizzerà al mercato tradizionale dei capitali: azioni di società quotate ed obbligazioni di varia natura. L’imprenditore, in virtù dei suoi trascorsi professionali, di-spone verosimilmente di una serie di competenze che gli consentono di avere una buona lettura delle attività che si presta a considerare quale potenziale investimento. Al contrario, il dipendente statale fresco di pensione è ge-neralmente ignaro delle dinamiche di un’impresa privata, e non può fare altro se non affidarsi ad un professionista della gestione. A mio modo di vedere in futuro la citata correlazione andrà sbiadendo, e si apriranno anche nel

mondo finanziario scenari nuovi, sulla scia di quelli che stanno già rivoluzio-nando il mondo”.

Dunque, secondo questa visione, sempre meno investitori continueranno ad affi-darsi al mondo dell’intermediazione e del risparmio gestito.“Corretto. E più correttamente ancora, sempre meno investitori si affideranno al mondo dell’intermediazione e del ri-sparmio gestito per quelle attività in cui il mondo dell’intermediazione e del rispar-mio gestito non apportano alcun valore aggiunto. Il mercato degli investimenti in quote di partecipazione di piccole e medie imprese è ricompresa tra queste attività, dove agire in prima persona può

essere più pagante che agire attraverso un professionista incaricato. A ben vedere è proprio questo il motivo per cui generalmente i gruppi industriali operano in autonomia, ovvero senza l’appoggio strategico del mondo finanziario; alle strategie ci pensano loro, gli imprenditori, che utilizza-no il mondo finanziario (e bancario) soltanto per attività di intelligence, attività di networking (relazionali), per la ge-stione corrente della liquidità e/o per i fabbisogni creditizi”.

Ci può fare qualche esempio concreto?“Esempi ne esistono a vari livelli, e di natura varia. Nel mondo dell’imprenditoria si assiste alla diffusione di vei-coli privati che consentono agli imprenditori di aggregarsi fra loro e di operare in pool, nelle logiche descritte sopra. L’ultima nata, in ordine di tempo, è la cosiddetta SPAC (Special Purpose Acquisition Vehicle, o «veicolo specia-le per le acquisizioni»), una forma abbastanza «spinta» di investimento condizionato, ma utile a dare il senso

Attualita` Intervista con Gianluca Olivieri, Managing Partner di Financial Technologies

aNNO 2050: EccO cOME INVESTIrEMOAbbiamo chiesto al nostro Advisor specialista di finanza d’impresa di tracciare un quadro sull’evoluzione, nel medio termine, del mondo degli investimenti nell’economia reale. Quello che ne emerge è un quadro interessante di libero pensiero e, per molti versi, la nascita annunciata di un “Gigante”

Gianluca Olivieri

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Attualita` Intervista con Gianluca Olivieri, Managing Partner di Financial Technologies

di dove si sta andando. I promotori di un progetto in-dustriale incaricano il mondo finanziario di creare una scatola vuota destinata agli investitori (avente per obiet-tivo quello di andare ad acquisire una società operativa, PMI o grande impresa che sia) e di quotarla presso una borsa valori. Piuttosto che reperire capitale sul mercato del debito si ricorre al mercato azionario. Generalmente il placing (la sottoscrizione iniziale) viene riservato agli investitori istituzionali, mentre il trading (la negoziazio-ne dei titoli) viene esteso anche al mondo retail (cioè al normale pubblico, desideroso di acquistare qualcosa di diverso dal solito titolo di una società quotata). Una volta individuata la società target (la società oggetto dell’in-vestimento) i principali investitori votano. Se la scelta sul target è approvata, l’investimento viene effettuato: il contante raccolto viene convertito in titoli di proprie-tà dell’impresa target. Se la scelta non dovesse invece venir approvata, ognuno prosegue per la propria strada: il veicolo viene smantellato e il capitale raccolto viene restituito ai sottoscrittori che hanno aderito al proget-to. Il concetto di fondo è che gli investitori conoscono preventivamente l’oggetto dell’investimento, e non ad investimento effettuato. Scelgono votando, anziché de-legare la scelta a terzi. Si «disintermedia» insomma il processo decisionale. E questa «disintermediazione», o «disclosure», oppure ancora «trasparenza» che la si voglia definire, incide in maniera sostanziale sulla praticabilità dell’operazione, aumentando l’incertezza che la stessa possa andare a buon fine, ma riducendo drasticamente la possibilità di brutte sorprese. In fondo è un sistema, seppur un po’ complesso, per investire in maniera con-sapevole. Un’altra interessante manifestazione di questo fenomeno di presa di coscienza da parte del beneficiario economico del capitale risparmiato la si ritrova nel cosid-detto crowd sourcing, che tradotto letteralmente significa «esplorazione di massa». La finanza sta invadendo ambiti non tradizionalmente presidiati, per certi versi democra-tizzandosi, con l’ausilio della Rete”.

Cosa c’entra la Rete?“La Rete c’entra, eccome. Internet è un grande sistema di comunicazione aperto («open source» o «sorgente libera» come si usa dire), estremamente potente. Tanto potente da aver addirittura innescato la maggior parte dei recenti fenomeni di democratizzazione, la cosiddetta Primavera Araba. In futuro i padroni del mondo, anche di quello fi-nanziario, saranno quelle Comunità che sapranno creare consenso, massa critica e condizioni operative sostenibili”.

Ci può spiegare meglio?“Il cuore di un sistema come Internet è la propagazione dell’informazione. La memoria e la conoscenza di ogni utente viene condivisa e, se reputata accettabile, som-mata a quella di altri utenti. La sommatoria viene quindi registrata come memoria di gruppo, anche se i componen-ti di questo «gruppo virtuale» sono distanti nello spazio. Attraverso la Rete gli utenti s’incontrano, comunicano, si organizzano e agiscono. E qualche volta rovesciano perfino le dittature. Restano insieme per un po’, poi ciascuno va per sé. Il gruppo risponde a regole di utilità ed efficienza, e da vita a quello che in gergo viene definito «sciame». Lo «sciame» altro non è se non un assembramento di eguali

che interagiscono nella logica del «peer to peer» (da pari a pari) dove manca un «capo». Nel passato ci si rendeva conto di appartenere ad uno sciame soltanto quando gli effetti della condivisione si erano già manifestati. La Rete ha innescato una dinamica diversa: oggi la consapevolezza del «essere gruppo» e della sua forza sono le ragioni stesse che spingono ad unirsi. Con le tecnologie di Internet il con-cetto di autorità è quasi scomparso, a favore di quello della autoregolazione. Documentare e creare contenuti sono le azioni che conferiscono potere al singolo utente. Ma si stratta di un potere aleatorio e temporaneo. Il «comando» è in mano a tutti, e i cambi di direzione (o di strategia) spes-so iniziano con il movimento brusco di uno qualsiasi del componente dello sciame; gli altri vengono coinvolti in un effetto traino, trascinati in una specie di «valanga» che ha il potere di travolgere anche il nemico più forte (e qualche dittatore, appunto). In un probabile scenario avveniristico neanche troppo lontano queste Comunità virtuali comin-ceranno anche ad investire in autonomia, producendo una vera e propria attività di start up di nuove attività economi-che. Esse promuoveranno insomma la creazione di nuove attività d’impresa. Ogni singolo individuo potrà partecipare all’investimento collettivo per quanto nelle sue possibilità. Saranno le idee ad essere trainanti, portate avanti dalle Comunità. Quello che voglio dire è che anche nei processi decisionali inerenti gli investimenti molto probabilmente l’intermediazione cederà il passo alla condivisione. Ver-ranno verosimilmente introdotti innovativi sistemi di asta, per l’attribuzione di un valore condiviso dell’investimento, per il monitoraggio della sua evoluzione nel tempo e per la protezione da abusi vari. Il prezzo sarà sostituito da un fair value (valore congruo), determinato in maniera trasparente dalla Comunità sulla base di un consenso, oggettivo e ri-scontrabile, piuttosto che dal margine aleatorio tradizional-mente stabilito dalla figura dell’intermediario. Nel Medioe-vo l’informazione era un privilegio: i contenuti transitavano da pochi soggetti a pochi soggetti. Oggi l’informazione transita da pochi soggetti a molti, e quei pochi incaricati di gestire l’informazione (gli intermediari appunto) godono ancora di quel retaggio medievale. Domani l’informazione transiterà da molti a molti, e lo spazio per gli intermediari si ridurrà drasticamente”.

Da questa interessante osservazione qual è la conclusione che possiamo trarre?“Le Comunità (anche d’investitori), al di là dei tecnicismi veri o simulati, cominciano finalmente ad intuire di dispor-re, insieme, delle facoltà intellettuali richieste per agire. E nell’agire rientra anche il soppesare un determinato in-vestimento. L’intelligenza collettiva e la comunicazione in open source, dal canto loro, sono già state la culla di molte idee grandiose che stanno rivoluzionando il mondo, sotto la guida di «sciami illuminati». In fondo il buon senso e la condivisione d’idee sono la sola prerogativa su cui co-struire il cambiamento. La diffusione del buon senso è un processo irreversibile, e il raziocinio una prerogativa che non andrebbe mai delegata a terzi. Il protezionismo delle informazioni non ha nessuna particolare virtù, perché le decisioni (anche quelle sugli investimenti) prima o poi vengono comunque confermate o smentite dalla vita reale (dall’economia e dal mercato), e dallo sciame umano che la popola, il «Gigante»”.

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Attualita`

chIUSUra DEL gOTTarDO: SErIa MINaccIa pEr LE azIENDE TIcINESI Presentati i risultati del sondaggio effettuato durante l’estate sul completamento della galleria autostradale del San Gottardo

Il Comitato per il completa-mento del Gottardo ha presen-tato in questi giorni i risultati del sondaggio effettuato fra le aziende ticinesi appartenenti a vari settori economici, come commercio, industria, servi-zi, turismo, trasporti, ecc.. Lo scopo principale era quello di valutare le possibili conseguen-ze per l’economia cantonale in caso di chiusura del tunnel del S. Gottardo.A questo sondaggio, composto da 9 domande, hanno aderito più di 500 aziende, suddivise in modo tale da risultare quale campione rappresentativo della realtà ticinese. Al primo quesito si voleva va-lutare la porzione di coloro che fossero già al corrente di questa futura chiusura, prevista a par-tire dal 2020: il 98% degli intervistati ha risposto di esserlo.Il secondo quesito chiedeva se vi saranno delle conseguenze sui singoli settori, con 4 gradi di rilevanza: da “solo in parte” fino a “in modo essenziale”. Dai dati emersi risulta che turismo ed edilizia sono i settori più colpiti, seguiti con minimi scarti da commercio ed industria. Più in generale il 96% dei partecipanti ritiene che subirà indubbiamente degli effetti negativi dovuti alla chiusura del tunnel.Al terzo quesito veniva chiesto di esprimersi sul grado di coin-volgimento della propria azienda in riferimento alla chiusura, e quasi tutte le aziende (oltre il 90%) hanno dichiarato di sentirsi toccate, almeno in parte, da questo evento.La possibile perdita di posti di lavoro, presente nella domanda successiva, ha raccolto delle risposte piuttosto unanimi con percentuali che poco si discostano nei vari settori interessati (quasi il 50% dei partecipanti ha dichiarato che probabilmente ridurrà il proprio effettivo). Spiccano, in ogni caso, fra i settori più colpiti: commercio , servizi e turismo che si vedrebbero co-stretti ad intervenire con un’importante riduzione del personale (anche oltre le 100 unità).La quinta domanda prendeva in considerazione le conseguenze a livello aziendale e logistico. In questo caso, tutti i settori coin-volti prospettano di avere maggiori costi di fornitura (27%) e di consegna (26%). Inoltre vi saranno anche degli aumenti riguar-do al prezzo di vendita (nel 13% dei partecipanti), che causerà una conseguente riduzione della clientela (in oltre il 20% dei casi). Non da ultimo, verrebbero toccati anche i fornitori ol-tralpe (7%), che potrebbero essere sostituiti da quelli italiani.La sesta domanda mirava a recepire le sensazioni degli opera-tori circa la durata degli effetti della chiusura del S. Gottardo (prima, durante e dopo i lavori). In maniera uniforme, le rispo-

ste prevedono forti disagi durante la chiusura ed ancor più alta è la percentuale di chi ipotizza ripercussioni importanti non solo “durante”, ma anche “prima” e “dopo” di questa.Tra le varie soluzioni per far fronte alla chiusura della galleria del S. Gottardo proposte nel rapporto USTRA (Ufficio Federale delle strade), vi è quella di trasferire il traffico pesante e quello passeggeri su rotaia. In questo senso, il settimo quesito chie-deva di esprimere un giudizio di carattere qualitativo su tale proposta. In maniera chiara ed omogenea le varie categorie interpellate ritengono che questa opzione sia per lo più irrea-lizzabile e che in ogni caso non limiterà i danni conseguenti ad una chiusura prolungata.Sulle azioni da porre in atto per limitare i contraccolpi della chiusura, la maggior parte delle aziende ha dichiarato, all’otta-vo punto, di non aver ancora pensato seriamente a quali misure adottare .Una piccola parte degli imprenditori è invece pro-pensa a dislocare parte o l’intera attività oltre Gottardo (7%), mentre altri investiranno maggiormente oltralpe (5%), altri ancora cambieranno la gestione logistica (20%) o addirittura cesseranno definitivamente la propria attività (5%).Infine alla domanda numero 9 si domandava quale fosse il gra-do di priorità per il completamento della galleria autostradale del S. Gottardo: la stragrande maggioranza delle imprese inter-pellate ritiene questa realizzazione “prioritaria” (74%) contro appena il 3% che invece non la reputa un’opera impellente. Per poter leggere alcune delle osservazioni raccolte dai vari imprenditori nella domanda 10 e per poter disporre dei risultati numerici e statistici, con i relativi grafici, è possibile visitare il sito web all’indirizzo: www.2tunnel.ch, nella sezione argomenti, sotto la rubrica download documenti e rapporti.

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Ticino Informatica e Startup: la forza dell’innovazione per un Ticino Competitivo

La manifestazione è il grande punto di incontro per le aziende e per tutti coloro che vogliano comprendere le ultime evoluzioni della tecnologia, in un contesto di neo imprenditorialità. Ticino Informatica è una vetrina in continuo rinnovamento e anche quest’anno, ha deciso di mescolare la tecnologia con la neo imprenditorialità. Il motivo è molto semplice: entrambi sono fattori propulsivi molto importanti per il nostro Cantone, devono quindi essere tematizzati e discussi. Si lancia così un forte messaggio ad un Ticino che sta esplorando nuove strade da percorrere. Il Palazzo dei Congressi di Lugano diventa un punto di incontro per dialogare e capire. Non ha più infatti senso limitarsi a girovagare passivamente tra gli stand, senza possibilità di interagire. Si può affermare che le fiere tradizionali, unicamente informative, non abbiano più senso, nell’era di Internet. Verranno sostituite da platee di discussione, dove il pubblico è un attore tanto importante, quanto i soggetti che si presentano.

Sarà una Ticino Informatica basata su eventi e punti di incontro, in cui si parlerà delle macro tendenze che influenzeranno la tecnologia che ormai tutti indossiamo come un abito, sul posto di lavoro, a scuola e a casa, lo si farà in modo sufficientemente approfondito da soddisfare gli addetti ai lavori, ma contemporaneamente con un linguaggio semplice, facilmente comprensibile.

Basta leggere la lista dei partecipanti visibile sul sito www.ti-info.ch, per capire come gli argomenti di discussione non mancheranno. Verrà allestita una zona appositamente dedicata alle aziende startup, per dare voce al crescente numero di neo imprenditori che si stanno insediando nella nostra Regione. Grandi e piccoli attori, uniti dalla voglia di proporre innovazione.

Quali saranno le tendenze che emergeranno, dai tre giorni di dibattiti? Innanzitutto il ruolo centrale della telefonia mobile come cardine dell’informatica. Lo SmartPhone è diventato più importante del PC ed è sempre collegato ad Internet ad un costo flat. Questo trasferimento dei dati all’etere non si limiterà più alla comunicazione, ma anche alla memorizzazione permanente: i server perdono di importanza e vengono sostituiti dal cosiddetto “cloud computing”, l’informatica che sta sulle nuvole, che diventano degli infiniti contenitori di documenti, fotografie, fino ai file aziendali più importanti.

In secondo luogo si assisterà ad un cambiamento epocale del ruolo della televisione, con la presentazione da parte di RSI della nuova piattaforma ad alta definizione, che dovrà confrontarsi con l’offerta “pay per view” degli operatori telefonici e via cavo.

I tre giorni di discussione contribuiranno all’insediamento di nuove imprese nel nostro Cantone, diventando la culla dell’innovazione, la tre giorni delle idee che nascono e che si materializzano. Dobbiamo tutti avvicinarci a questo nuovo terreno fertile, per scoprire l’innovatività che sta dentro ognuno di noi e che determina la nostra vitalità e creatività.

LuogoDate

Orari apertura

Tel.Fax

E-mailWeb

Palazzo dei Congressi, Lugano12 – 14 ottobre 2011

Me 13.00 – 19.00Gio-Ve 10.00 – 19.00

+41 (0)91 921 15 45+41 (0)91 911 84 14

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Informazioni essenziali

L’entrata alla manifestazione e agli eventi è libera,

per motivi organizzativi richiediamo l’iscrizione agli

eventi attraverso il sito web:

www.ti-info.ch

Ticino Informatica e startup 201112 – 14 ottobre 2011, diciannovesima edizione

Eventi

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Eventi

La fOrza DEL fraNcO SVIzzErO DaL pUNTO DI VISTa DEI SETTOrI EcONOMIcI TIcINESI

Mercoledì 12 ottobre 2011, dalle ore 17.30 alle ore 19.00(networking apero a partire dalle 19.15) presso il salone della Società Elettrica Sopracenerina, Piazza Grande 5 a Locarno

PROGRAMMA:

17.30 Saluto di benvenuto e breve introduzione alle tematiche trattate Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti

17.35 Stato di salute della grande distribuzione Enzo Lucibello, Direttore Media Markt

17.50 Artigianato. Quali conseguenze a causa del franco forte Piergiorgio Rossi, Presidente USM, Officine Ghidoni

18.05 Esportazione nel settore alimentare Alessandra Alberti, Direttrice Chocolat Stella

18.20 Conseguenze per l’industria farmaceutica Michele Genovesi, General Manager Ginsana

18.35 Discussione con il pubblico con la moderazione di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti

19.00 Chiusura dell’evento Ivo Wuthier, Presidente SCIA

19.15 networking apero nella corte del Palazzo SES

La manifestazione è aperta a tutti gli interessati. Entrata libera.Per iscrizioni prego rivolgersi entro lunedì 10 ottobre 2011, alla SCIA, Signora Schmid,

Tel. +41 91 752 13 50 (ufficio aperto il mercoledì dalle 08.00 alle 11.00),Fax +41 91 752 13 65, [email protected], www.scia-locarno.ch

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Eventi

Lunedì 24 ottobre 2011, dalle ore 16.30 alle ore 18.30(networking apero a partire dalle 18.30) presso l’Hotel Parco Paradiso, Via Carona 27 a Lugano

In collaborazione con:

cOrEa DEL SUD: LE graNDI OppOrTUNITà DI UN paESE IN cONTINUa crEScITa

Presentazione:La Corea del Sud non solo è un Paese in continua crescita, ma è anche una realtà nazionale solida e dinamica visto che è stata una delle prime econo-mie al mondo a riprendersi dalla crisi finanziaria scoppiata nell’autunno del 2008. L’economia cre-sce da anni a ritmi sostenuti (circa 6% nel 2010) e la bilancia commerciale in attivo mostra una forte propensione all’esportazione da parte dell’industria coreana. Il tasso di disoccupazione è piuttosto sta-bile (circa 3.7% nel 2010) ed il debito pubblico coreano rispetto al PIL si è fissato attorno al 20%.La Corea del Sud è il 6° partner asiatico del nostro Paese dopo il Giappone, la Cina, Hong Kong, l’In-dia e Singapore: nel 2010 la Svizzera ha importato merci coreane per un ammontare di circa 436 mi-lioni di franchi, di cui automobili, aerei e altri veicoli (23.4%), macchinari e apparecchiature elettriche (22%), macchine e apparecchiature meccaniche (10.7%), materiali plastici (14.4%) e prodotti chi-mici di base (7.3%).La bilancia commerciale elvetica ha però segnato un saldo attivo, visto che la merce venduta a clien-tela coreana ha quasi raggiunto quota 2’236 milio-ni di franchi. Tra le merci elvetiche maggiormente esportate vi sono: le macchine e le apparecchia-ture meccaniche (29.1%), i prodotti farmaceutici (22.1%), gli orologi (13.4%), i macchinari e le ap-parecchiature elettriche (8.4%) e gli strumenti del settore medicale e ottico (6.9%).Durante questo interessante evento, dopo un breve accenno sull’accordo di libero scambio in vigore tra i due Paesi sin dal 2006, l’attenzione si sposte-rà sugli aspetti economici e sulle opportunità che caratterizzano la Nazione asiatica. A seguito delle informazioni sui rischi nella gestione dei crediti e sulle relative possibilità di copertura, vi sarà un’ulti-ma parte di testimonianze reali e pratiche di chi ha relazioni commerciali con partner coreani.

La manifestazione è aperta a tutti gli interessati. Entrata libera.Per iscrizioni prego rivolgersi entro lunedì 17 ottobre 2011, alla Cc-Ti, Signora Gabella - Veljkovic,Tel. +41 91 911 51 11Fax +41 91 911 51 [email protected]

Programma:

16.30 Saluto di benvenuto e breve introduzione all’accordo di libero scambio

Marco Passalia, Vice Direttore e Responsabile Servizio Export e Legalizzazione, Cc-Ti

16.50 Business opportunities for Swiss SMEs in Korea Okjeong (Monica) Baik, Director, Swiss Business Hub Korea

17.30 Credit Risk management in South Korea Luca Caretti, Deputy Head of Account Management, Euler Hermes Kreditversicherungs-AG

17.50 Prodotti bancari per la copertura dei rischi nelle operazioni internazionali

Roberto Gagliardi, Head of Trade Finance Service Center (Lugano), Credit Suisse

18.10 Esportare in Corea del Sud: un esempio positivo e di successo Rappresentante della ditta Marni International SA

18.30 networking apero

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94ESIMa aSSEMBLEa gENEraLE OrDINarIa DELLa cc-TIVenerdì 28 ottobre 2011, dalle ore 15.00 presso il Grand Hotel Eden a Lugano

Eventi

Cari soci della Cc-Ti,cari ospiti,

è con piacere che vi annunciamo la 94esima Assemblea generale ordinaria della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino che si terrà venerdì 28 ottobre 2011 presso il Grand Hotel Eden a Lugano, con il seguente programma:

15.00 Apertura della 94esima Assemblea generale ordinaria della Cc-Ti da parte del Presidente Franco Ambrosetti

15.10 Intervento dell’ospite d’onore Consigliere federale e Capo del Dipartimento federale dell’economia (DFE), Johann Schneider-Ammann

16.00 Saluto del Governo da parte del Consiglio di Stato, Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle istituzioni, norman Gobbi

16.30 Rinfresco

dalle 17.00 Relazione del Presidente Franco Ambrosetti Relazione del Direttore Luca Albertoni Lavori assembleari: Relazione finanziaria, rapporto dei revisori ed approvazione dei conti 2010 Scarico all’Ufficio presidenziale Nomine statutarie Revisione degli statuti Eventuali

18.30 Chiusura dell’evento

Segue aperitivo

19.30 Cena

30 Ticino Business

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Il Consigliere federale Johann N. Schneider-Amman, Capo del Dipartimento federale dell’economia (DFE), è uno dei sette membri del Consiglio federale, l’Esecutivo svizzero. All’interno del DFE sono rappresentati i principali settori economici del Paese: dall’agricoltura alla formazione professionale, dal mercato del lavoro alla ricerca, dal consumo al commercio estero. Il DFE è composto di sette uffici federali e di altre unità amministrative. La Segreteria di Stato dell’economia (SECO) è il centro di competenza del Governo svizzero per tutte le principali questioni in materia economica e di politica commerciale. In veste di capo del DFE, il consigliere federale Schneider-Amman ha il compito di assicurare alla Svizzera un posizionamento ottimale sotto il profilo della politica economica esterna. A livello multilaterale, rivestono particolare importanza i negoziati del ciclo di Doha in seno all’Or-

ganizzazione mondiale del commercio (OMC). Allo stesso tempo, la Svizzera difende i propri interessi mediante accordi bilaterali di libero scambio. A livello nazionale, il DFE crea un quadro normativo e condizioni di politica economica volti ad offrire valide prospettive per il futuro alle imprese svizzere e alle imprese estere presenti in Svizzera. Tra gli ambiti di competenza del capo del DFE Johann N. Schneider-Ammann rientrano altresì il lavoro, la formazione professionale, la tecnologia e l’innovazione. Di questi temi si occupano la SECO e l’Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia. Uno dei principali obiettivi è quello di sviluppare un ambiente propizio alla creazione di posti di lavoro mediante condizioni flessibili sul mercato del lavoro. Un’altra priorità è l’accesso agevolato al mercato del lavoro per i giovani, le donne e i lavoratori più anziani. Il DFE comprende anche l’Ufficio federale dell’agricoltura e l’Ufficio federale di veterinaria. Con la “Politica agricola 2014-2017”, il capo del DFE Johann Schneider-Amman si prefigge il raggiungimento di quattro obiettivi: produzione sicura delle derrate alimentari, impiego efficiente delle risorse, vitalità delle aree rurali e spirito imprenditoriale in agricoltura e nella filiera alimentare. Prima di assumere la carica di capo del DFE in data 1° novembre 2010, Johann Schneider-Amman è stato per undici anni consigliere nazionale nelle fila del Partito Liberale Radicale (PLR). Nello stesso periodo, è stato anche membro della Commissione dell’economia e dei tributi. Il Consigliere federale Schneider-Amman è nato nel 1952 ed è ingegnere elettronico (Dipl. Ing. El. PF). Prima di essere eletto in Consiglio federale è stato presidente e delegato del Gruppo Amman. Johann N. Schneider-Ammann è sposato e padre di due figli.

Norman Gobbi è Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle istituzioni del Canton Ticino dal 2011. Norman Gobbi, coniugato, padre di una bimba, è nato a Faido il 23 marzo 1977. Dopo aver conseguito la maturità scientifica al Liceo cantonale di Bellinzona, nel 2007 si è laureato in scienze della comunicazione, indirizzo aziendale ed istituzionale, all’Università della Svizzera italiana. Nel 2002 ha iniziato un’attività lavorativa quale consulente in comuni-cazione e marketing. A partire dal 2008 ha fatto parte di alcuni Consigli di amministrazione di società attive sul territorio, allo scopo di promuovere economicamente il Ticino e lo sviluppo di attività innovative. Il percorso politico di Norman Gobbi ha avuto inizio nel 1996, eletto Consigliere comunale del Comune di Quinto. L’anno seguente assunse la presidenza del legi-

slativo comunale. Eletto per la prima volta in Gran Consiglio nel 1999, è stato riconfermato nel 2003 e nel 2007. Nell’anno di Legislatura 2008-2009 ha presieduto il Gran Consiglio della Repubblica del Cantone Ticino. Nel 2008 l’elezione a Municipale per i Dicasteri sicurezza ed economia pubblica per il Comune di Quinto. Il 1. marzo 2010 è entrato ufficialmente in Consiglio Nazionale.

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Entrata libera.

Per iscrizioni e maggiori informazioni: entro venerdì 21 ottobre 2011, Cc-Ti, Signora Gabella-Veljkovic, Tel. +41 91 911 51 11, Fax +41 91 911 51 12, [email protected], www.cc-ti.ch

NB. Si prega di notare che il prezzo della cena, a carico dei partecipanti ammonta a CHF 100.- (bevande incluse).

Per motivi organizzativi l’iscrizione alla cena è vincolante e verrà fatturata anche in caso di mancata partecipazione.

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Formazione

cOrSI DI fOrMazIONE prOpOSTI DaLLa cc-TI

InTERnATIOnAL SAnCTIOnS AnD DUAL-USEOctober 21st, 2011, 13.45 – 17.00

At the Chamber of commerce, industry, handicraft and services of canton Ticino (Cc-Ti),6th floor, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano

ProgrammeInternational sanctions• General information on International sanctions and

implementation in the Swiss law• Sanctions and export restrictions depending

on involved countries and goods (with focus on commodities such as steel, non ferrous metals and coal as well as on sensitive industrial goods; examples for critical situations)

• Notifications and/or authorizations related to the financial aspects of exporting and trading

• Information about due diligence obligations for banking relationships

Dual-use• General information on the Goods Control Act• Types of export authorizations• Types of goods needing export authorization• What does “sensitive countries” mean and imply• “Catch-all” provisions for companies exporting their

own goods• “Catch-all” provisions in relation to trading

companies, especially when dealing with countries of concern, e.g. Iran, Syria, Myanmar, Pakistan,

North Korea• Export and trade to Iran: forms and procedure for

industrial products• Best practices of SECO: focus on commodities such

as steel, non ferrous metals and coalConclusion: focus on questions

L’ABC DELL’EXPORT: CORSO BASELugano, Sala dott. G. Papa, presso la Cc-Ti

Modulo 1 – Introduzione al commercio con l’esteroGiovedì 27 ottobre 2011, dalle 16.00 alle 18.30

Programma• L’economia estera di un Paese (definizioni e concetti

chiave; indicatori ed elementi analitici;strumenti di politica commerciale; l’esempio della Svizzera)

• Le istituzioni internazionali nell’economia globale ed i pilastri del commercio mondiale

• Le istituzioni svizzere coinvolte nel commercio con l’estero(Cc-Ti, Osec, SECO, ecc.)

Modulo 2 – La dogana commerciale in pilloleLunedì 7 novembre 2011, dalle 16.00 alle 18.30

Programma• Ruolo, compiti e presentazione degli uffici di

riferimento• La procedura d’imposizione doganale• I regimi doganali• Il Tares• I disposti federali di natura non doganale• L’origine preferenziale e non preferenziale

Modulo 3 – Le diverse modalità di trasporto di merciLunedì 14 novembre 2011, dalle 16.00 alle 18.30

Programma• Visione generale dei trasporti delle merci su strada,

su rotaia, marittimo, aereo nonché del traffico combinato

• Caratteristiche principali e particolarità dei vari mezzi di trasporto

• I documenti di trasporto in breve (CMR,B/L,AWB,RWB)

• Accenni al trasporto di merci pericolose• Breve presa in considerazione della composizione e

creazione di costi e prezzi di spedizione

Modulo 4 – Gli Incoterms e l’assicurazione di trasportoLunedì 21 novembre 2011, dalle 16.00 alle 18.30

Programma• Gli Incoterms: definizione, scopo, utilizzo ed esempi

pratici• Definizione dell’assicurazione trasporti ed i rischi più

ricorrenti per le merci in viaggio• Il trasferimento del rischio fra il venditore e il

compratore• I rischi coperti e quelli esclusi dell’assicurazione

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Per maggiori informazioni e iscrizioni: Cc-Ti

Tel. +41 91 911 51 [email protected]

Programma• Descrizione dello sviluppo della normativa e stato

avanzamento lavori• Introduzione agli Swiss GAAP FER• In concetto quadro di Swiss GAAP FER e basi• Valutazione• Presentazione e struttura• Rendiconto finanziario• Operazioni fuori bilancio• Allegato

Modulo 2 – Ulteriori Swiss GAAP FER sceltiMercoledì 23 novembre 2011, dalle 09.00 alle 17.00

Programma• Immobilizzi immateriali e materiali• Imposte sull’utile (correnti e differite)• Riduzioni durevoli di valore• Rimanenze e commesse a lungo termine• Leasing• Accantonamenti e impegni di previdenza• Introduzione agli ulteriori Swiss GAAP FER, senza

quelli per settori specifici

Modulo 3 – Ulteriori Swiss GAAP FER scelti e Swiss GAAP FER per settori specificiMercoledì 30 novembre 2011, dalle 09.00 alle 17.00

Programma• Introduzione a Swiss GAAP FER 21 – Rendiconto di

organizzazioni sociali non profit di pubblica utilità• Transazioni con parti correlate• Capitale proprio e transazioni con azionisti• Conto di gruppo• Strumenti finanziari derivati

LAVORARE COn MAGGIORE EFFICIEnZAMartedì 29 novembre 2011, dalle 13.30 alle 17.30Lugano, Sala Monte Brè, presso la Cc-Ti

Programma• Fattori che influenzano le prestazioni di una persona• Consigli per utilizzare al meglio il proprio tempo di

lavoro• Strumenti di lavoro per migliorare la propria

efficienza

Modulo 5 – Le modalità di pagamento ed il finanziamento delle esportazioniGiovedì 1° dicembre 2011, dalle 16.00 alle 18.30

Programma• I rischi nell’ambito internazionale• Quali strumenti finanziari utilizzare e la loro funzione

nelle operazioni import/export• Accenni allo svolgimento di un’operazione di un

credito/incasso documentario, i vantaggi e gli svantaggi visti dell’ottica del compratore e del venditore

• Le garanzie utilizzate nelle esportazioni

COnQUISTARE, EnTUSIASMARE, GUADAGnARE: LA RELAZIOnE COL CLIEnTEGiovedì 10 novembre 2011, dalle 09.00 alle 17.00Lugano, Sala Monte Brè, presso la Cc-Ti

Programma• Mercato e orientamenti• Soddisfazione ed entusiasmo del cliente: un modello

di riferimento• Redditività del cliente: misurazione ed azioni

conseguenti• Interventi ad hoc sui clienti• Previsione di abbandono del cliente ed azioni

conseguenti• Acquisizioni di nuova clientela• Sintesi e conclusioni

L’ALLESTIMEnTO DI REGOLAMEnTI AZIEnDALI In AMBITO RULunedì 14 novembre 2011, dalle 09.00 alle 13.00Lugano, Sala Monte Brè, presso la Cc-Ti

Programma• Impostazione strutturata dei documenti• Procedere ad una raccolta di regolamentazioni• Indicazioni per la messa in pratica di alcuni tipi di

direttive• L’importanza e i vantaggi di una regolamentazione

IL FUTURO DIRITTO COnTABILE E GLI SWISS GAAP FERLugano, Sala Monte Brè, presso la Cc-Ti

Modulo 1 – Sviluppo delle norme contabili e FER fondamentaliMercoledì 16 novembre 2011, dalle 09.00 alle 17.00

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34 Ticino Business

Commercio estero

34 Ticino Business

Pagine a cura di Osec Ticino

• dal 22 luglio 2017 per gli strumenti di monitoraggio e con-trollo industriali;

• dal 22 luglio 2019 per la nuova categoria “altre AEE”.Non si applica invece alle seguenti apparecchiature:• utensili industriali fissi di grandi dimensioni;• impianti industriali fissi di grandi dimensioni;• mezzi di trasporto di persone o di merci;• macchine mobili non stradali destinate ad esclusivo uso pro-

fessionale;• pannelli fotovoltaici;• apparecchiature appositamente concepite a fini di ricerca e

sviluppo.Direttiva 2011/65/UE dell’8 giugno 2011 sulla restrizione

dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchia-ture elettriche ed elettroniche (rifusione)http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2011:174:0088:0110:IT:PDF

La direttiva sulla protezione dei consumatori dell’UE: nuove norme per gli acquisti on-lineLa nuova direttiva sulla protezione dei consumatori dell’UE è ul-timata. Le principali modifiche riguardano gli acquisti on-line.La direttiva europea raggruppa le norme sui contratti a distanza e su quelli negoziati fuori dai locali commerciali. Il Parlamento europeo ha altresì apportato qualche modifica e aggiornamento alle disposizioni:• secondo la nuova direttiva, il consumatore può recedere da

un contratto entro due settimane. Il periodo di recesso sca-de un anno dopo la fine di questo termine se il consumatore non è stato informato dal professionista sul suo diritto di recesso;

• il diritto di recesso vale anche se la consegna oggetto del contratto non avviene entro 30 giorni;

• il consumatore sostiene i costi della restituzione dei beni se recede il contratto d’acquisto, ma solo se è stato avvisato prima dell’acquisto che tali costi sarebbero stati a suo carico.

UE: estensione della restrizione dell’uso di determinate sostanze nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche La direttiva rifusa per la restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elet-troniche (direttiva RoHS dall’inglese “Restriction of Hazardous Substances”) è entrata in vigore nell’UE il 21 luglio 2011. La nuova legge prevede la progressiva estensione della restrizione a tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE), ai cavi e ai pezzi di ricambio.Il campo d’applicazione della direttiva RoHS è stato esteso alle seguenti categorie di AEE:• dispositivi e strumenti medici;• strumenti di monitoraggio;• altre AEE non comprese nelle categorie esistenti.Finora tale direttiva si applicava solo a:• grandi elettrodomestici (p.es. forni, frigoriferi);• piccoli elettrodomestici (p.es. tostapane, aspirapolvere);• apparecchiature informatiche e per la telecomunicazione

(p.es. stampanti, telefoni, fax);• apparecchiature di consumo;• apparecchiature di illuminazione (soprattutto con tubi fluo-

rescenti);• strumenti elettrici ed elettronici (p.es. perforatrici, tosaerba);• giocattoli e apparecchiature per il tempo libero e per lo sport

(p.es. ferrovie in miniatura, attrezzi per la palestra);• distributori automatici (p.es. distributori di biglietti).Secondo quanto pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE, la nuova direttiva RoHS dovrà essere recepita a livello nazionale entro il 2 gennaio 2013. Le scadenze per l’applicazione variano a seconda della categoria e della sottocategoria dell’apparec-chiatura. La nuova direttiva RoHS vige:• dal 22 luglio 2014 per i dispositivi medici nonché per gli

strumenti di monitoraggio e di controllo;• dal 22 luglio 2016 per i dispositivi medico-diagnostici in

vitro;

prOSSIME gIOrNaTE DI cONSULENza paESELUgaNO, OTTOBrE/NOVEMBrE 2011

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• Corea-24ottobre2011• Brasile-10novembre2011• India-21novembre2011

Nel corso delle giornate di consulenza proposte alle aziende, avrete l’occasione di fissare un incontro individuale con i consulenti dell’Osec e con gli specialisti provenienti direttamente dal paese di riferimento. Le aziende intenzionate ad espandere le loro attività nei mercati sopra citati o che hanno esigenze concrete non esitino a mettersi in contatto con l’Osec e a fissare un appuntamento con i suoi esperti!

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Parlamento europeo: “Diritti dei consumatori: il Parlamento approva nuove norme a livello UE per gli acquisti on-line”www.europarl.europa.eu/ it /pressroom/content /2011 0622IPR22326/html/Diritti-dei-consumatori-il-PE-approva-nuove-norme-per-gli-acquisti-on-line

7° programma quadro di ricerca e sviluppo dell’UE: nuovi progetti in appaltoIn vista del programma di lavoro 2012, la Commissione euro-pea ha pubblicato 50 gare d’appalto in diversi settori del 7° programma quadro di ricerca e sviluppo.Il valore totale degli appalti ammonta a 7 miliardi di euro. La documentazione per la partecipazione alle gare è pubblicata sull’apposito sito della Commissione europea.

European Commission Participant Portal: Research & In-novationhttp://ec.europa.eu/research/participants/portal/page/calls

Giochi olimpici 2012 a Londra: annunciati acquisti per 700 milioni di sterline Malgrado le Olimpiadi si tengano a Londra nel 2012, non tutte le commesse sono state aggiudicate. Il “London Organising Commitee for the Olympic Games” (LOGOC) stima che si pro-cederà agli ultimi acquisti per 700 milioni di sterline nei pros-simi 12 mesi. I bandi di gara d’appalto saranno pubblicati sul portale d’aggiudicazione “CompeteFor”.Oltre alle commesse in relazione alle Olimpiadi, su questo por-tale molto gettonato si cercano anche gli offerenti e i fornitori per altri progetti prestigiosi con committenti quali Metropolitan Police Service, Crossrail e i quartieri londinesi di Haringey e Westminster City.

CompeteForLondon: “Businesses Benefit from Games with One Year to Go”www.competeforlondon.co.uk/index.php?option=com_content&task=view&id=787&Itemid=5

Aeroporto di Monaco: luce verde alla costruzione di una terza pistaIl governo dell’Alta Baviera ha autorizzato la costruzione di una terza pista di decollo e di atterraggio all’aeroporto di Monaco. Tuttavia, il controverso progetto non è ancora confermato.Secondo quanto comunicato dal governo nel suo piano d’appro-vazione, la necessità di questa pista, che permetterebbe l’at-terraggio e il decollo di 30 ulteriori voli all’ora, è stata accertata da diverse perizie. L’autorità aeroportuale FMG ritiene quindi che si possa dare il via al progetto da 1 miliardo di euro, ma i lavori non potranno iniziare prima dell’autunno 2012. Infatti, occorre attendere le prime sentenze sulle azioni legali che po-trebbero essere intentate contro l’ampliamento dell’aeroporto.

Aeroporto di Monaco (MUC): “Flughafenausbau”www.muc-ausbau.de/

La Germania sviluppa il crescente mercato delle tecnologie marineLa Germania intende concentrarsi maggiormente sulle tecno-logie marine. La bozza del “Nationaler Masterplan Maritime Technologien” (NMMT) approvato recentemente dal governo federale getta le basi per il futuro sviluppo di questo settore. Secondo il Ministero tedesco competente, le tecnologie marine comprendono diverse tecniche fondamentali per la protezione

e il corretto sfruttamento dei mari nonché per una futura for-nitura di energia e di risorse. Il NMMT focalizza sugli ambiti del petrolio, del gas e dell’ener-gia eolica offshore, delle tecnologie sottomarine, della tecnica del trasporto e della sicurezza in mare nonché sull’estrazione di risorse minerarie marine.Tenuto conto della crescente domanda di energia soprattutto nei paesi emergenti, è probabile che gli investimenti siano de-stinati principalmente al settore del petrolio e del gas offshore, ma comprendano anche l’energia eolica e l’esplorazione delle risorse minerarie marine (p.es. terre rare) visto il loro alto po-tenziale.

Bundesministerium für Wirtschaft und Technologie: “Bun-deskabinett beschliesst Nationalen Masterplan Maritime Tech-nologien”www.bmwi.de/BMWi/Navigation/Presse/pressemitteilungen,did =435838.html

Nationaler Masterplan Maritime Technologienwww.bmwi.de/BMWi/Navigation/Service/publikationen,did =431034.html

La Turchia accelera l’estensione della rete ferroviariaLa Turchia intende investire 45 miliardi di dollari fino al 2023 per ampliare la rete ferroviaria. L’estensione da 15’000 a 26’000 chilometri comprenderà il progetto prioritario di una rete ad alta velocità lunga 10’000 km. Inoltre, i tratti a doppio binario cresceranno dagli attuali 9% al 50%. Ankara intende anche dotare il 60% della rete con catenarie elettriche (ad oggi: 26%).L’ampliamento e la modernizzazione della rete sono accompa-gnati da diversi adeguamenti infrastrutturali. I maggiori pro-getti sono la costruzione di una galleria lunga 14,6 chilometri sotto lo stretto tra la parte europea e quella asiatica di Istanbul nonché una stazione sotterranea ad Ankara destinata ai colle-gamenti ad alta velocità.

Das Investment.com: “Ausbau des Eisenbahnnetzes in der Türkei”www.dasinvestment.com/jpmorgan/?action=getNews&newsID=1031

Russia: nuova legge sulle licenze per alcune attività imprenditorialiIl 4 novembre 2011, una nuova legge entra in vigore in Russia sulle licenze richieste per svolgere alcune attività imprendi-toriali. Questa legislazione, più liberale, offre una maggiore trasparenza e importanti agevolazioni ai licenziatari. Ecco una panoramica delle principali novità:• il numero delle attività soggette a licenza è stato quasi di-

mezzato. A titolo d’esempio, non è più necessario avere una licenza per il controllo del traffico aereo, la produzione di protesi e altri presidi ortopedici, il risanamento di oggetti posti sotto tutela;

• le seguenti attività rimangono soggette a licenza: la tecnolo-gia di codificazione, l’ingegneria aerospaziale, la tecnologia militare, la produzione di farmaci e di tecniche mediche, la telecomunicazione, il trasporto di passeggeri e di merci peri-colose, l’energia atomica, i crediti, la borsa, le assicurazioni, la distribuzione e la vendita di etanolo e di alcool;

• le licenze per le attività saranno ora di durata illimitata (fino-ra: 5 anni al massimo). Le licenze esistenti possono essere prorogate su richiesta;

• i documenti necessari per ottenere una licenza possono es-sere trasmessi all’autorità competente in forma elettronica;

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Commercio estero

36 Ticino Business

Pagine a cura di Osec Ticino

• si progetta una piattaforma che informi, per esempio, sui regolamenti sulle licenze, sul relativo registro, sulle norme tecniche e sui requisiti posti alle imprese attive in settori soggetti a licenza.Rödl & Partner: “Newsletter Russland - Neues Lizenzge-

setz” (pagine 3 a 5) www.roedl.com/fileadmin/user_upload/Roedl_Russia/Newslet-ter/deutsch/Newsletter_Russland_07_08_2011_DE.pdf

La Russia valuta nuove regole per gli appalti pubblici di tecniche mediche Secondo quanto comunicato dal Ministero competente, il mer-cato russo delle tecniche mediche crescerà del 13% entro il 2020. Mosca intende modificare le disposizioni per gli appalti pubblici in questo settore al fine di garantire la qualità dei beni forniti e di promuovere i prodotti nazionali.Germany Trade and Invest, citando fonti sicure, anticipa le se-guenti novità:• le imprese che intendono partecipare alle gare d’appalto

pubbliche per prodotti di tecnica medica dovranno presen-tare una garanzia bancaria per il 10% dell’importo della fornitura;

• l’offerta trasmessa dovrà comprendere l’assistenza e la ma-nutenzione per un periodo da 2 a 3 anni;

• il fornitore dovrà impegnarsi a produrre determinati compo-nenti sul posto per gli ordinativi di quantità importanti che prevedono forniture per un periodo prolungato;

• l’attuale disposizione, secondo la quale i prodotti russi han-no precedenza su simili beni d’importazione fino a un so-vrapprezzo del 15%, rimane in vigore fino alla fine dell’anno corrente.ExpatNews: “Russland investiert in Medizintechnik”

www.expat-news.com/markteintritt-ausland/russland-investiert-in-medizintechnik/

Sudafrica: rete autobus per RustenburgNumerose città sudafricane stanno ampliando la loro rete di trasporti pubblici di prossimità. Molte prendono come esempio il Rea Vaya Bus Rapid Transit System (Johannesburg) - e così fa anche Rustenburg, vicino alla frontiera con la Namibia. La fase di studio del progetto di Bus Rapid Transit System a Rusten-burg è stata avviata. È prevista la realizzazione di una rete di trasporti (bus) lunga 40 chilometri, che comprenderà anche la creazione di 37 fermate e l’acquisto di 100 veicoli. Il finanzia-mento del progetto, il cui costo totale è stimato a 360 milioni di franchi, è già assicurato grazie all’apporto dato da Pretoria.

Engineering News: “Rustenburg in R3bn bus rapid transport roll-out”www.engineeringnews.co.za/article/rustenburg-in-r3bn-bus-rapid-transport-roll-out-2011-07-11

Rea Vaya Bus Rapid Transit System www.reavaya.org.za/

Il Vietnam progetta un vasto ampliamento della distribuzione elettricaIl Vietnam ha gettato le basi per un vasto ampliamento della di-stribuzione elettrica in un masterplan che prevede di triplicare le capacità di produzione entro il 2030. La costruzione di nuovi centrali a carbone rappresenta il fulcro del programma, con un’estensione delle capacità produttive dagli attuali 36’000 a 75’000 megawatt entro il 2030. Anche le energie rinnovabili saranno promosse maggiormente. Hanoi vede un alto potenzia-

le nell’eolico (da 1’000 a 6’200 MW), nella biomassa (da 500 a 2’000 MW) e nelle centrali di pompaggio (da 1’800 a 5’700 MW). Tuttavia, queste capacità non basteranno per coprire il fabbisogno di elettricità in rapida crescita, quindi dal 2020 si ricorrerà anche all’energia atomica per fornire altri 10’700 MW entro il 2030.Gli investimenti ammonteranno a 123,8 miliardi di dollari, di cui due terzi saranno destinati all’ampliamento delle capacità di produzione e un terzo andrà all’estensione della rete elettrica. Tuttavia, gli esperti dubitano che il Vietnam sia in grado di finanziare la totalità degli investimenti necessari. Ci si atten-de tagli al masterplan che saranno particolarmente difficili da sopportare poiché persino i rappresentanti del ramo elettrico vietnamita non si aspettano che gli ampliamenti previsti possa-no bastare per garantire una sufficiente alimentazione elettrica a lungo termine. Negli ultimi anni la domanda di elettricità è cresciuta a ritmo quasi doppio rispetto al prodotto interno lordo che invece è aumentato mediamente del 7,5% all’anno.

Vien Nang Luong/Institute of Energy: “Approval of the Na-tional Power Development Plan for Period 2011-2020 with Perspective to 2030”www.ievn.com.vn/en/index.php/phat-trien-he-thong-nang-luong/3-phat-trien-he-thong-nang-luong/77-approval-of-the-national-power-development-plan-for-period-2011-2020-with-perspective-to-2030

Mondaq: Vietnam: “Vietnam Power Development Plan for the 2011-2020 Period”www.mondaq.com/x/144632/Renewables/Vietnam+Power+Development+Plan+for+the+20112020+Period

Cina: quattro nuovi impianti idroelettrici con capacità di produzione da primato mondiale La Cina intende costruire quattro impianti idroelettrici lungo il fiume Jinsha (un affluente dello Yangtze). Complessivamente, dovranno produrre il doppio dell’elettricità generata dal mag-gior impianto al mondo, ossia la Diga delle Tre Gole.I lavori di costruzione sono già stati avviati presso due delle quattro installazioni, le cui entrate in funzione sono previste per il 2012 e il 2013. Gli altri due sono ancora in fase di proget-tazione. Secondo gli operatori, la capacità totale di produzione elettrica ammonterà a 190 miliardi di chilowatt all’anno.

ChinaDaily: “Power plants will double output of Three Gor-ges Dam”www.chinadaily.com.cn/cndy/2011-06/21/content_12739929.htm

Cina: tariffe di riacquisto per l’energia solareLa Cina ha introdotto recentemente le tariffe di riacquisto per l’energia solare, gettando le basi per una promozione mirata del fotovoltaico. Le tariffe stabilite sono le seguenti:• 1,15 yuan per chilowattora per i progetti fotovoltaici ap-

provati prima del 1° luglio 2011 o completati entro la fine dell’anno (non sono previsti contributi per quanto assegnato nell’ambito di gare d’appalto pubbliche);

• 1,0 yuan per chilowattora per i progetti fotovoltaici approvati dopo il 1° luglio 2011.

Gli esperti prevedono che questi contributi e il conseguente aumento dei progetti fotovoltaici permetteranno alla Cina di rafforzare la sua posizione come uno dei principali produttori mondiali di energia solare.

BusinessGreen: “China heats up solar market with new feed-in tariff”www.businessgreen.com/bg/news/2098838/china-heats-solar-market-feed-tariff

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Taiwan: l’energia eolica ha il vento in poppaIl Taiwan ha un enorme potenziale di energia eolica che intende ora sviluppare con la costruzione di 1’000 impianti che porte-ranno le relative capacità dagli attuali 500 megawatt a 4’200 MW. L’ampliamento avverrà in due fasi:• 450 impianti eolici prevalentemente terrestri e con una capaci-

tà produttiva di 800 megawatt saranno costruiti entro il 2020;• 600 impianti offshore con una capacità di 3’000 MW sor-

geranno tra il 2020 e il 2030.Clean Energy Project: “In Taiwan wird Windkraft massiv

ausgebaut”www.cleanenergy-project.de/18219/

Taiwan Today: “MOEA unveils Taiwan wind power develop-ment plan”www.taiwantoday.tw/ct.asp?xItem=171856&ctNode=445

Gli Stati Uniti passano alle lampade a basso consumoNuove disposizioni volte a migliorare l’efficienza energetica entreranno in vigore negli Stati Uniti a gennaio 2012. Que-sta regolamentazione condurrà verosimilmente a una grande richiesta di lampade a basso consumo.La modifica dell’Energy Independence and Security Act 2007 prevede di limitare e poi proibire l’importazione e la vendita di lampadine convenzionali. Da gennaio 2012 non sarà più consen-tito importare o produrre lampadine convenzionali da 100 watt, a fine 2012 il divieto sarà esteso alle lampadine da 75 watt. Le lampadine da 40 e 60 watt saranno vietate a fine 2012. Nel 2014 il commercio di lampadine convenzionali sarà proibito del tutto.

Energystar: “What is this light bulb law?” www.energystar.gov/ia/products/lighting/cfls/downloads/EISA_Backgrounder_FINAL_4-11_EPA.pdf

Il futuro dell’America Latina è nelle cittàL’America Latina, insieme all’America del Nord, è la regione più urbanizzata al mondo. Il 79% della popolazione sudamericana vive in metropoli con oltre 200’000 abitanti. Entro il 2025, questa percentuale salirà all’84%. Di conseguenza, l’infrastrut-tura delle città dovrà essere ampliata ulteriormente e rappre-senterà una fetta ancora più importante del boom economico in molti paesi di lingua spagnola. Secondo uno studio pubblicato recentemente dal “McKinsey Global Institute”, le 198 metropoli latinoamericane generano attualmente oltre il 60% del PIL della regione. L’importanza economica dei centri urbani è particolarmente marcata in Ar-gentina, Colombia, Perù e Uruguay.In questo contesto, si constata che molte metropoli dal Messico fino al Cile continuano a riscontrare lacune infrastrutturali che devono essere colmate rapidamente se vogliono stare al passo con l’importante crescita economica. Gli ambiti in cui occorre interve-nire con urgenza sono il traffico, l’alloggio, l’approvvigionamento idrico ed elettrico, la gestione dei rifiuti, la sanità e l’educazione.

McKinsey Global Institute Report: “Building Globally Com-petitive Cities - The Key to Latin American Growth”www.mckinsey.com/mgi/publications/Building_globally_compe-titive_cities/index.asp

I paesi più competitivi al mondo: la Svizzera rimane primaLa Svizzera capeggia nuovamente la classifica dei paesi più competitivi al mondo. Per la terza volta risulta in testa al “World Competitiveness Report” stilato dal Foro economico mondiale. È seguita da Singapore e Svezia che si sono scambiati i posti.

La Finlandia risulta quarta, guadagnando tre posizioni rispetto all’anno scorso. Gli USA slittano al quinto posto e la Germania si ritrova sesta. La top ten si conclude con i Paesi Bassi, la Danimarca, il Giappone (il paese che, passando da sesto a nono, ha perso più terreno) e la Gran Bretagna.L’edizione 2011-2012 della classifica valuta 142 nazioni. Tra i pri-mi 50, i paesi che hanno fatto più progressi sono: Puerto Rico (6 posizioni guadagnate e ora al 35° posto), Spagna (anche 6 posizio-ni in più e ora 36°), Malesia (5 / 21°) e Italia (5 / 43°). Le seguenti nazioni sono avanzate di quattro posizioni: Belgio (ora 15°), Arabia Saudita (17°), Ungheria (48°), Panama (49°) e Sudafrica (50°).Il primo tra i paesi emergenti, attuali forze trainanti dell’eco-nomia globale, è la Cina che si trova al 26° posto e avanza quindi di una posizione. Il Brasile è balzato in avanti di cinque posizioni (da 58° a 53°) mentre hanno perso terreno l’India (da 51° a 56°) e la Russia (da 63° a 66°).La competitività è stata valutata secondo le seguenti categorie principali:• le migliori istituzioni si trovano a Singapore, in Svezia, Nuova

Zelanda, Finlandia e Danimarca. La Svizzera segue in sesta posizione;

• a livello infrastrutturale brillano Hong Kong, Germania, Sin-gapore, Francia e Svizzera;

• per quanto riguarda l’ambiente macroeconomico, i leader sono Brunei, Corea del Sud, Oman, Norvegia e Qatar. La Svizzera si piazza settima;

• i migliori voti per la sanità e l’educazione sono attribuiti a Finlandia, Belgio, Singapore, Nuova Zelanda e Islanda. La Svizzera è ottava;

• l’educazione superiore e la formazione sono il fiore all’oc-chiello di Finlandia, Svezia, Svizzera, Singapore e Belgio;

• i mercati dei beni più efficienti si trovano a Singapore, in Lussemburgo, a Hong Kong, in Arabia Saudita e in Svizzera, mentre i mercati del lavoro più efficaci si trovano in Svizzera, a Singapore, Hong Kong, negli USA e in Canada;

• lo sviluppo del mercato finanziario è più promettente a Sin-gapore, Hong Kong, in Malesia, Sudafrica e Norvegia. La Svizzera si piazza settima;

• la categoria competenza tecnologica è capeggiata dalla Svizzera, seguita da Svezia, Islanda, Danimarca e Paesi Bassi;

• la dimensione del mercato vede ai primi posti USA, Cina, India, Giappone e Germania. La Svizzera non può ambire a posizioni alte in questa categoria per ovvi motivi di configu-razione geografica (si piazza 39°);

• il miglior livello di evoluzione delle imprese si registra in Giappone, Svezia, Svizzera, Germania e Paesi Bassi;

• l’innovazione è un vanto di Svizzera, Svezia, Finlandia, Giap-pone e USA.WEF: “Global Competitiveness Report 2011-2012”

www.weforum.org/issues/global-competitivenessComunicato stampa del Foro economico mondiale: “La

Suisse et la Suède, champions européens en termes de com-pétitivité” www.weforum.org/news/la-suisse-et-la-suede-champions-euro-peens-en-termes-de-competitivite

OsecCorso Elvezia 16Casella postale 5399 – CH-6901 LuganoTel. +41 91 911 51 35/37Fax +41 91 911 51 [email protected]

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Fiere internazionali

La scorsa edizione di Co-smoprof Bologna ha con-tato 177’287 visitatori, di cui il 20% provenien-ti dall’estero, e 2’300 espositori da 58 paesi su una superficie espositiva di 194’000 m2.Per la decima volta con-secutiva, l’Osec vi allesti-sce uno SWISS Pavilion destinato alle aziende svizzere esportatrici del ramo. Cogliete anche voi l’opportunità di avvaler-vi del marchio pregiato “Svizzera.”! Informazioni sul salone:www.cosmoprof.com

Informazioni sullo SWISS Pavilion:www.osec.ch/fiere > SWISS Pavilion @ Cosmoprof 2012

Hannover Messe – Industrial SupplyHannover, 23 - 27 aprile 2012 L’Hannover Messe è costituita da otto saloni internazio-nali rilevanti, che presentano le tecnologie di domani e raggruppano gli ambiti di creazione di valore industriale in un solo luogo. Nata come la classica fiera setto-riale, si è sviluppata in una piattaforma che presenta soluzioni a procedimenti complete - fino a diventare il maggiore evento tecnologico a livello mondiale. Vero tempio della sinergia tecnologica e industriale, ogni anno attira oltre 200’000 visitatori e 6’000 espositori provenienti da 60 paesi. Il paese partner per il 2012 è la Cina, prima nazione per l’export svizzero in Asia. Alla fiera sono presentati materiali, prodotti semila-vorati, sistemi di approvvigionamento e assemblaggi, prodotti intermedi e completi nonché processi di fab-bricazione ad ampio utilizzo industriale in diversi setto-ri. Vi si possono commercializzare in modo mirato nuo-vi prodotti, esplorare rami alternativi in cui applicarli, scoprire le novità altrui, curare i contatti con i clienti esistenti e acquisirne nuovi. Inoltre, nell’attuale situa-zione commerciale caratterizzata dall’apprezzamento del franco, la fiera Industrial Supply costituisce una piattaforma importante per trovare nuove proposte di subfornitura. Lo SWISS Pavilion con il business center dell’Osec vi offre la possibilità di una presenza forte. Il padiglione collettivo svizzero, ubicato nella posizione privilegiata della hall 4, offre una visibilità alta grazie al marchio “Svizzera.”.Informazioni generali sulla fiera:www.hannovermesse.deInformazioni sullo SWISS Pavilion:www.osec.ch/fiere > SWISS Pavilion @ Hannover Messe 2012

INfOrMazIONI SUgLI “SwISS paVILION”: www.OSEc.ch/fIErE

nano tech Tokyo, 15 - 17 febbraio 2012Giunta alla sua 11° edizione, nano tech è la maggior fiera al mondo per le nanotecno-logie. Vi si presentano nuo-ve tendenze tecnologiche, strumenti per lo sviluppo, prodotti derivati, collabora-zioni R&S e partner com-merciali. I settori trattati comprendono materiali, IT ed elettronica, biotecnolo-gie, ambiente ed energia, fiere e analisi, MEMS e nano fabbricazione. Il salone si ri-volge a ricercatori, scienzia-ti, ingegneri e responsabili del business development. La scorsa edizione ha visto la partecipazione di 638 espositori e di 46’502 visitatori.Malgrado la situazione difficile dovuta alle calamità che hanno colpito il Giappone, gli organizzatori non rinuncia-no ad organizzare l’edizione 2012 di nano tech a Tokyo. Segnalano, tuttavia, che attueranno diverse misure volte a risparmiare energia e chiedono la comprensione dei partecipanti.L’associazione Swissnanotech vi allestirà il padiglione col-lettivo svizzero “SWISS Pavilion” in collaborazione con Osec, Inno-X GmbH e lo Swiss Business Hub Japan. Informazioni generali sulla fiera: www.nanotechexpo.jp/en/Informazioni sullo “SWISS Pavilion”: www.osec.ch/fiere > SWISS Pavilion @ nano tech 2012

CosmoprofBologna, 9 - 12 marzo 2012 Da oltre 40 anni, il Cosmoprof di Bologna rappresen-ta uno dei maggiori saloni mondiali della profumeria e della cosmetica. Gli attori del settore vi si ritrovano per presentare e scoprire le nuove tendenze e le innovazioni. Cinque le manifestazioni che si fregiano del marchio Cosmoprof: Cosmoprof Bologna, Cosmoprof Asia (Hong Kong), Cosmoprof Cosmetica (San Paolo), Cosmoprof North America (Las Vegas) e Cosmoprof ExpoBeauty (Mosca). L’eccezionale ventaglio di prodotti presentati fornisce una visione globale del mercato: vi sono infatti esposti prodotti professionali per capelli; attrezzature, apparecchiature e prodotti cosmetici per l’estetica; pro-dotti e attrezzi per ricostruzione unghie; attrezzature e arredamenti per acconciatori; arredamenti per profume-rie; prodotti cosmetici e profumi; accessori per l’igiene e articoli da regalo; bigiotteria; cosmetici per erboristerie; articoli e novità per acconciatori; packaging; materie prime; tecnologie e servizi per l’industria cosmetica; prodotti farmaceutici; macchinari vari.

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Vita dei Soci

La NUOVa paSSErELLa DI cOLLEgaMENTO DELLa SEDE hELSINN, Tra crEScITa E INNOVazIONE

Struttura architettonica in acciaio e vetro, unica nel suo genere nel luganese unisce i due stabili della sede centrale del Gruppo

Unico nel suo genere nel luganese, vero e proprio gioiello architettonico contempora-neo, è stata inaugurata alla fine di agosto la passerella di collegamento di acciaio e vetro che unisce i due stabili sede della direzio-ne generale del Gruppo Helsinn di Pambio Noranco-Lugano. Un progetto in linea con lo sviluppo e l’innovazione dell’azienda, che ha realizzato negli ultimi due anni investimenti per oltre 40 milioni di franchi nell’ambito del-la riorganizzazione strutturale del polo ticine-se. La passerella di collegamento, progettata dagli Studi di Architettura A. Mazzola di So-rengo e d’Ingegneria M. Marcionelli di Bel-linzona è lunga 31m e posta a 5,60m sopra la strada cantonale per collegare il 2° piano dello stabile di proprietà Helsinn costruito nel 1994 ed ampliato nel 2001, con il 1° piano del nuovo stabile terminato l’anno scorso. Il nuovo polo direzionale Helsinn occupa così oltre 6’750mq di uffici ed è dotato di par-cheggi sia sotterranei che all’esterno. “Agli inizi dell’attività nel 1976, i primi uffi-ci della Helsinn, occupavano poco più di un mezzo piano in una palazzina a Chiasso. Oggi siamo presenti a Biasca, in USA ed in Irlan-da, i nostri prodotti vengono venduti in oltre 85 Paesi del mondo”, ha ricordato Gabriele Braglia, Presidente e fondatore del Gruppo Helsinn.L’ampliamento della sede centrale testimonia la crescita dell’azienda. “La nostra rinnovata sede centrale e la riorganizzazione delle atti-vità della chimica localizzate a Biasca avve-nuta lo scorso anno, insieme al rafforzamento di questo polo industriale, costituiscono un passo fondamentale per la creazione di un gruppo sempre più competitivo, che possa ulteriormente espandersi, accrescere il pro-prio business e rappresentare un importante volano economico per tutta l’area” ha con-fermato Riccardo Braglia, CEO del Gruppo Helsinn. “L’investimento in corso di realizza-zione a Biasca per il nuovo impianto per la lavorazione dei farmaci citotossici destinati al mercato oncologico, ad esempio, è destinato a creare almeno 25 nuovi posti di lavoro, con evidenti ricadute positive per il territorio” ha concluso Riccardo Braglia.

Sono intervenuti all’inaugurazione l’Onorevole Marco Borradori, Consigliere di Stato, ed in rappresentanza del Municipio di Lugano, il Vice Sindaco, l’Onorevole Erasmo Pelli.

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Vita dei Soci di Diana Scaramella, Responsabile Marketing Edilcentro Wullschleger

EDILcENTrO wULLSchLEgEr: 111 aNNI DI STOrIa!

È una storia che ha radici profonde e che vanta una lunga tradizione famigliare quella dell’azienda ticinese Edilcentro Wullschleger. Correva infatti l’anno 1900 quando Fritz Wul-lschleger, di ritorno da un periodo di alcuni anni vissuto in Romania, acquistò con un suo lontano cugino, Antonio Bariffi, una fornace a Pambio-Noranco lanciandosi così nel pionieristico mondo della produzione di mattoni. Purtrop-po, all’epoca c’era una grande diffidenza nei confronti del mattone in laterizio, meno resistente del «mollone» prove-niente dalle cave di Caprino. Il mercato non assorbiva la produzione per cui dovettero cercare smercio altrove. Lo trovarono in Svizzera tedesca, facendo uno scambio merci: mattoni contro calce e cemento Portland provenienti dalla cementeria Hürlimann di Brunnen. Da necessità, virtù… e così nacque il primo commercio di materiali edili in Ticino. Si chiamava allora Bariffi & Co., in seguito ribatezzato Bariffi & Wullschleger, ditta individuale, trasformata in seguito in società anonima. Ben presto, al cemento e ai mattoni si ag-giunsero svariati materiali usati nella costruzione, fatto che permise un rapido sviluppo dell’attività aziendale. In meri-to all’importante sviluppo che conobbe il settore del com-mercio legnami, ci piace per esempio ricordare un piccolo aneddoto: interpretando in maniera furba le esigenze della clientela, il signor Fritz Wullschleger, acquistò tronchi di pino molto lunghi e soprattutto diritti nei boschi del Canton Ar-govia per poi trasportarli via ferrovia a Genova e venderli ai cantieri navali per farne degli alberi per velieri. Vennero poi i momenti di gravi crisi delle due guerre mondiali, durante i quali solo la ferrea volontà degli imprenditori ed i notevoli sacrifici della manodopera permisero alla ditta di sopravvi-vere. Dopo la seconda guerra, seguì il periodo segnato da

un forte sviluppo edilizio, turistico ed economico, con un importante «boom» anche nelle costruzioni di immobili su tutto il territorio cantonale. Al fine di estendere l’attività anche al Sopraceneri, che al-lora sembrava essere economicamente separato dal Sot-toceneri, nel 1947 venne acquistata la Olgiati Berta SA, con sede a Giubiasco nelle immediate vicinanze di Piazza Grande e diventata in seguito Edilcentro SA.Nel dicembre 1997, dalla fusione tra Edilcentro e Bariffi & Wullschleger, nacque l’attuale Edilcentro Wullschleger SA con sede principale e amministrativa in via del Tiglio 6 sem-pre a Giubiasco e 7 punti vendita sparsi su tutto il territorio cantonale, da Nord a Sud a: Chiggiogna, Biasca, Giubiasco, Losone, Noranco, Bioggio e Balerna. La prima fornace di Pambio-Noranco fu messa assai presto fuori servizio a causa dell’esaurimento del giacimento di argilla e fu sostituita in breve tempo da un’altra fornace a Canobbio (oggi sede dell’impresa Spalu SA), in seguito da una a Boscherina presso Stabio (dove avrebbe dovuto sorgere più tardi la Pisolino City) e finalmente da una, allora moderna, fornace a Balerna: l’Industria Ticinese Laterizi SA, oggi ancora azienda del gruppo e attiva nella produzione di calcestruzzo preconfezionato e di pannelli in gesso per tramezzi Gessofon.La necessità di approvvigionarsi di materiali da costruzio-ne presso produttori oltre Gottardo spinse i fondatori e la seconda generazione a diversificare ulteriormente l’attività creando centri di produzione e di servizi in Ticino. In partico-lare: la Agglomerati di Cemento SA, con due stabilimenti a Noranco e Giubiasco e la Silobeton di Balerna, come anche la Impregnierte Werke Brittnau, la Olbena SA, le Cave di

I membri della famiglia Wullschleger, attualmente attivi in azienda. Da destra, Carlo con i figli Paolo e Luca, che rappresentano la quarta generazione, e il fratello Michel

Lo showroom del reparto energia e impianti presso la sede ammini-strativa di Giubiasco

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San Martino, le Solette Ottiker, la Preco SA, le Segherie Calanca, la Palese SA, la Giacometti SA, la Franchini SA e la Do-It SA, tutte ditte del gruppo che hanno nel frattempo, per una ragione o per l’altra, terminato il loro ciclo di vita o in parte la loro attività è stata negli anni assorbita dalle affiliate rimaste. Nel 1959 fu inoltre creata, specificata-mente per i dipendenti della Bariffi & Wullschleger, la Cassa pensione PROEDIL, tutt’ora attiva, che già a quel tempo, fra le prime, prevedeva una base autonoma rispondendo ai minimi richiesti dalla legislazione. Nel corso degli anni le sue prestazioni sono migliorate di continuo e oggi possiamo dire con tranquillità che offre una buona copertura pensio-nistica, incentivo interessante e da non sottovalutare per i nostri collaboratori. Onde rispondere al meglio alle esigenze della nostra clientela e completare l’ampia scelta di prodotti, non poteva mancare un commercio di utensili e macchinari specifici per l’edilizia, per l’industria e per gli artigiani stessi. Venne perciò creata la Sala Ferramenta SA, oggi in forte espansione, che iniziò la sua attività nel 1953 a Biasca con un piccolo negozio di utensili e ferramenta per poi svilupparsi, anche grazie alla presenza capillare dei suoi rappresentanti esterni, su tutto il territorio ticinese e divenire un punto di riferimento, sia per esigenze specifiche delle grandi aziende, sia nell’ambito del fai-da-te per il cliente privato.Un ulteriore tassello del gruppo è rappresentato dalla ditta Geniomeccanica SA di S. Antonino, che offre macchinari all’avanguardia e servizi di montaggio e manutenzione per le industrie.Da sempre sensibili alle questioni ambientali, oltre a svi-luppare il settore della bioedilizia puntando su prodotti per la costruzione creati nel rispetto dell’ecosistema, il gruppo Edilcentro Wullschleger ha recentemente deciso di investire anche nel settore dell’energia rinnovabile, creando un nuovo reparto specializzato nella vendita di stufe e caldaie a pellet e a legna, come anche di pellet sfuso e pannelli solari con Showroom a Giubiasco, sempre in via del Tiglio 6. In questi centoundici anni di lungo cammino, l’azienda ha vissuto sviluppi e cambiamenti folgoranti; basti pensare ad esempio che allora il cemento arrivava dalla Svizzera tede-sca in sacchi sciolti su vagoni ferroviari. Alla stazione merci di Lugano gli stessi venivano poi scaricati a mano, sacco per

sacco e portati su carri trainati da cavalli nel magazzino in Corso Elvezia. Solo molto più tardi si imballarono i sacchi su palette e si fece uso dei carrelli elevatori per manipolarle. Anche a livello amministrativo si passò dalle lettere tutte scritte a mano, alla macchina da scrivere con le copie in carta carbone, in seguito arrivò il rumoroso telex, poi sosti-tuito dal telefax e finalmente l’informatica con Internet che rivoluzionò nuovamente tutti i processi lavorativi ed i mezzi di comunicazione.Come già accennato in precedenza, a tutt’oggi Edilcentro Wullschleger dispone, per il commercio di materiali edili, di 7 punti vendita ben ripartiti su tutto il territorio cantonale da Balerna a Chiggiogna ed il gruppo intero dà lavoro at-tualmente a circa 150 dipendenti distribuiti in dieci centri, tutti con sede in Ticino. L’azienda si avvale inoltre di un si-stema informatico moderno e di un parco veicoli dell’ultima generazione. Per quanto riguarda il futuro, si possono esprimere buoni auspici in quanto l’ormai quarta generazione, rappresentata in particolar modo dai due figli dell’Ing. Carlo Wullschleger, Amministratore delegato del gruppo, già da tempo sono at-tivi ed inseriti nel contesto aziendale.Se questo importante sviluppo è stato possibile, lo si deve in primo luogo al fondatore, Sig. Fritz Wullschleger, il quale con spirito pionieristico ed imprenditoriale e correndo grossi rischi, creò un’azienda dalle basi molto solide e in secondo luogo ai nostri affezionati clienti e collaboratori, che qui co-gliamo l’occasione per nuovamente ringraziare per la fedeltà e la fiducia dimostrateci.

Il magazzino del punto vendita di Bioggio

nuovo camion per la consegna del pellet sfuso a domicilio in azione

Il giubileo dei 111 anni è stato festeggiato con la cena ed il concerto di musica da camera nella suggestiva cornice del Castello Montebello di Bellinzona

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Vita dei Soci

Da LUgaNO VErSO IL MONDOImportanti novità in arrivo allo scalo ticinese

Da sempre un importante catalizzatore per l’economia locale, l’aeroporto rappresenta un imprescindibile punto di riferimento per la regione e il territorio. Con i suoi molteplici ruoli, dall’assicurare i collegamenti passeggeri al trasporto delle merci, l’aeroporto ha l’ambizione di ri-spondere alle necessità locali coprendo sia una funzione di servizio, sia offrendo opportunità di sviluppo ai partner e clienti.Lugano Airport sa bene che coniugare la domanda locale con le peculiarità del mondo dell’aviazione è una sfida non indifferente e si sta adoperando per assicurare lo sviluppo dello scalo ticinese.Nato nel 1938 grazie agli appassionati di volo dell’Aero Club, l’Aeroporto di Lugano ha una lunga storia alle spal-le. Nel 1960 fu finalmente asfaltata quella che fino ad allora era una pista su erba, portandola ad una lunghezza di 1’200 m per 30 m di larghezza.Diversi gestori si sono alternati negli anni, dal Gruppo Volo Motore, ad Avilu SA e all’Azienda Comunale dei Tra-sporti, per culminare nel 1996 con l’ottenimento da parte della Città di Lugano della concessione di esercizio tren-tennale da parte dell’ufficio Federale dell’Aviazione Civile.Lugano Airport SA nasce nel 2006 con capitale aziona-rio detenuto al 12.5% dal Cantone Ticino ed il restante 87.5% dalla Città di Lugano. Il gestore aeroportuale assi-cura l’impiego di 73 collaboratori e ha una cifra di affari annua di circa 10’000’000 franchi. La crisi economica degli ultimi anni ha colpito duramente il settore dell’aviazione e le linee aeree in modo particola-re, spingendo gli aeroporti a cambiare i modelli tradizio-nali e a sviluppare nuove tipologie di offerte commerciali per restare sempre competitivi.Lugano Airport SA punta ad un target di nicchia, definen-do il proprio bacino d’utenza in maniera tale da evitare di competere su mercati già saturi. “La nostra infrastruttura compatta e la distanza dalla città e dai servizi ci per-mettono di essere un vero City Airport ed è importante che nel piano di sviluppo si cerchino di mantenere le caratteristiche di velocità e qualità del servizio, che ci contraddistinguono dagli scali più grandi” spiega il CEO dell’aeroporto, Dott. Alessandro Sozzi. “Noi puntiamo a essere l’aeroporto di riferimento per la regione insubrica e stiamo lavorando sia con vettori nuovi sia con i partner esistenti per sviluppare nuove rotte point to point che rispondano alle esigenze del nostro mercato di riferi-mento”.A conferma di quanto affermato rimbalza la notizia dell’in-tenzione della compagnia bernese SkyWork Airlines AG

di inaugurare la nuova rotta Lugano – Berna nel marzo 2012, permettendo così di collegare il Ticino tramite la capitale svizzera al resto del network della Sky Work, verso destinazioni che includono le principali capitali eu-ropee come Londra, Parigi e Berlino. La rotta su Berna sarà operata con un Dornier 328 con collegamenti giorna-lieri 7 giorni su 7, consentendo ai passeggeri di transitare direttamente da un aeromobile all’altro senza sottoporsi ad ulteriori controlli all’interno dello scalo. Darwin Airline dal canto suo ha introdotto la rotta sta-gionale su Crotone in aggiunta alle destinazioni stagionali consolidate e si attendono prossimamente degli importan-ti ulteriori sviluppi da parte della compagnia di bandiera ticinese. Come affermato dal CEO della Lugano Airport “la collaborazione con Darwin Airline è strategica e fon-damentale per il nostro aeroporto e sono convinto che nel futuro prossimo potremo costruire insieme delle interes-santi occasioni di business oltre che ulteriori opportunità per tutto il tessuto economico ticinese che già usufruisce dell’importante attività di Darwin Airline e dell’aeroporto.”Un’altra alleanza fondamentale per Lugano Airport è quella consolidata da anni con Swiss International Air Lines, che assicura quotidianamente il collegamento con l’hub di Zurigo, garantendo così nel tempo continuità e qualità del servizio, insieme ad un’offerta di collegamenti internazionali estesa e competitiva. L’attenzione al servi-zio e il forte orientamento al cliente rappresentano una base di fondamentale importanza per la compagnia di bandiera svizzera, che grazie ad un costruttivo scambio con Lugano Airport offre delle coincidenze veloci ed un livello di servizio che soddisfa la crescente domanda di qualità da parte della clientela.

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La vicinanza dell’aeroporto di Lugano-Agno al centro di Milano ed al cuore di tutto il distretto finanziario, nonché alla regione dei laghi è anche motivo di attrazione per l’aviazione privata, che da sempre rappresenta un impor-tante aspetto commerciale per l’aeroporto internazionale di Lugano.

Rispondendo alla tradizione di eccellenza e perfezione svizzera, ma sempre conservando un’atmosfera mediter-ranea, la peculiarità di Lugano Airport sta nel poter offrire servizi personalizzati di General Aviation secondo tutte le esigenze, dall’impeccabile servizio handling per aerei ed elicotteri, ad un catering di prima qualità. La rinomata discrezione e cortesia dello staff rappresentano alcuni dei motivi di frequente scelta dell’abituale clientela VIP.Al fine di poter migliorare e espandere il proprio ventaglio di servizi offerti, a breve inizieranno i lavori di allunga-mento della pista a Nord nonché l’annessione al sedime aeroportuale di spazi destinati all’hangaraggio e manu-tenzione sia di aerei destinati alla General Aviation che all’aviazione di linea.Lugano Airport è la scelta ideale di tutti i viaggiatori che vogliono evitare lo stress dei grandi aeroporti accedendo in modo facile e rapido alle strutture terminali e di volo.Un altro aspetto molto importante è la gestione delle infrastrutture, sia da un punto di vista di soddisfacimento degli standard internazionali di sicurezza che di mante-nimento e miglioramento del livello di comfort offerto ai passeggeri.Non a caso Lugano Airport SA ha raggiunto un traguardo qualitativo molto importante il 3 agosto 2011 ricevendo dall’Ufficio Federale dell’Aviazione Civile il “Certificato di Aeroporto ICAO”, che attesta che tutte le procedure di sicurezza relative all’aeroporto di Lugano soddisfano i requisiti previsti.Queste novità arrivano a coronamento di un lungo e si-nergico lavoro di squadra come dichiarato da Alessandro Sozzi: “Grazie all’ampliamento dell’offerta ed al continuo impegno profuso alla ricerca di un servizio sempre più completo e ricco per la nostra clientela ci attendiamo un costante incremento del trend positivo per il nostro aeroporto.”

Lugano Airport SAvia Aeroporto, 6982 Agno Tel. +41 91 610 12 82www.lugano-airport.ch

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44 Ticino Business

Vita dei Soci di Martina Kren, Marketing Department Wetag Consulting Immobiliare SA

wETag cONSULTINg IMMOBILIarE SaGli specialisti degli immobili di ultra-lusso

CHRISTIE’S, il nome associato a collezioni straordinarie, servizio esclusivo e competenze senza egua-li, è una delle case d’asta più vecchie al mondo. Fondata a Londra 240 an-ni fa da James Christie, Christie’s è la casa d’asta selezionata da esperti in arte e collezionisti da tutto il mon-do e ha condotto le maggiori aste del 18°, del 19° e del 20° secolo. Oggi la casa d’asta rimane sempre all’avan-guardia tramite l’organizzazione di eventi nei mercati emergenti copren-do un ventaglio sempre più vasto di categorie di collezioni, che spaziano dall’arte, alla gioielleria, alla fotogra-fia, al vino e a collezioni quali gli abiti da sera di Elisabeth Taylor (in asta a New York a partire da dicembre pres-so il centro Rockfeller) o, addirittura, agli immobili di lusso.

Maurice Elst e Ueli Schnorf, Proprietari di WETAG COnSULTInG

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Le più meravigliose opere d’arte?Selezionate da CHRISTIE’S

CHRISTIE’S International Real Estate (CIRE) è parte di Christie’s e unisce una serie di agenzie immobi-liari attentamente selezionate con il fine ultimo di soddisfare in pieno la clientela del settore.

Nel corso della storia, le migliori collezioni d’arte hanno sempre com-plimentato le case più prestigiose al mondo. L’intermediazione di opere d’arte ricercate e quella intrinseca agli immobili di pregio sono difatti una combinazione naturale. Ne ri-sulta un centro specializzato nell’in-termediazione di immobili di lusso guidato dalla passione per i valori di Christie’s, dalla rete di conoscenze locali e globali, e dalla vasta espe-rienza degli specialisti del settore.

Gli agenti immobiliari più affermati?Selezionati da CHRISTIE’SInternational Real Estate

WETAG CONSULTING è stata sele-zionata quale esclusiva affiliata di CHRISTIE’S International Real Esta-te (CIRE) al Sud della Svizzera. L’a-zienda ha uffici a Lugano, Locarno ed Ascona ed è specializzata nell’in-termediazione di immobili di pregio nell’area del cantone Ticino. L’affilia-zione esclusiva a CIRE ha permesso a WETAG di sviluppare una struttura offrendo ai clienti un servizio basa-to sulla combinazione unica di una piattaforma globale con connessioni locali.

Grazie all’affiliazione con CIRE WE-TAG può raggiungere clienti, ed inve-stitori in tutto il mondo.

I migliori immobili di lusso in Ticino?Selezionati da WETAG COnSULTInG

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Perché proprio il Ticino?Imposte forfettarie e la sicurezza. Ma non solo.

Deborah Fontana, Direttrice del ramo luganese di WETAG CONSULTING ha costatato una costante crescita nella ricerca di immobili di lusso nell’area di Lugano durante i primi tre trimestri dell’anno un trend già emerso nel corso degli ultimi anni. “La gente che negli scorsi mesi ha visitato il nostro sito Internet e ha inoltrato richiesta di informazioni pro-viene da tutto il mondo. Questo non è solo dovuto al clima mediterraneo e agli splendidi paesaggi del Cantone Ticino”.“Le persone sono attratte da fattori chiave quali la sicurezza e il sistema delle imposte forfettarie per gli stranieri, ma non solo. Altri importanti criteri a condizionare la scelta dei clienti sono presentati dal sistema educativo (in più, nel Luganese ci sono due affermate scuole interna-zionali), la stabilità economica, le strutture sanitarie, la vicinanza ad un aeroporto internazionale come Malpensa e, naturalmente, il bel clima ed il fantastico stile di vita che Lugano ed il Ticino in generale sono in grado di offrire.” La Direttrice della sezione di Lugano aggiunge poi: “anche la crisi europea sta contribuendo a influenzare le decisioni della clientela, che è portata a investire il proprio denaro in Svizzera e il Ticino, offre fantastiche opportunità per quanto riguarda gli affari. Il luogo perfetto per insediarsi con la propria famiglia e noi offriamo anche supporto per questioni pratiche.”

WETAG COnSULTInG Immobiliare SALocarno – Ascona – LuganoPer informazioni: Tel. +41 41 91 751 31 [email protected], www.wetag.ch

Villa a Montagnola

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Magnifico diamante a forma di cuorepeso 56.15 carati

venduto a $ 10’946’422.- o CHF 9’619’000.-nel contesto di un’asta di CHRISTIE’S

nello scorso mese di maggio

Montagnola: non un sogno, bensì realtàA descriverlo sembra il luogo dei desideri, invece è una splendida realtà. Una gemma architettonica in stile mediter-raneo, che, edificata nel 1970 e oggetto di una sofisticata ristrutturazione nel 2001, offre esclusività ed ubicazione da sogno, in una cornice ambientale degna di una cartolina. Questa villa di lusso sorge a Montagnola, la località più esclusiva in assoluto della Collina d’Oro, nei pressi di Lugano. Il seducente svolgersi della trama strutturale, esteso su 1450 metri quadrati, espresso con solenne monumentalità, costruisce degli spazi abitabili di grande splendore, dove la ricerca estetica incontra la funzionalità. La lussuosa villa, incorniciata da un magnifico parco (di 3’315 metri quadrati) orientato verso Sud-Est, offre spettacolari panoramiche sul lago di Lugano e sulle alpi circostanti. La rinomata scuola internazionale (TASIS) si trova a pochi passi di distanza e Lugano e l’aeroporto di Agno, sono raggiungibili in pochi minuti d’auto. 14 camere, una piscina interna, e un garage per 8 auto: un sogno... Un sogno che può diventare realtà. Lo spettacolare immobile è da poco stato aggiunto al portafoglio di WETAG COnSULTInG. Un immobile tanto spettacolare quanto lo è il portafoglio di WETAG COnSULTInG.

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

46 Ticino Business

TErrENI aLLa MaggIa: UNa TENUTa LUSSUrEggIaNTE DOVE NaScONO BUONI frUTTISulle rive del Verbano, baciate dal sole, esiste un luogo che da oltre 80 anni si occupa della terra e dei suoi frutti. Un’azienda agricola con una storia ben radicata al territorio che da anni ci propone e porta sulle nostre tavole – ma anche oltre confine e oltre Gottardo – prodotti genuini e nostrani. L’avreste mai detto che in Ticino si coltiva il riso? Tante novità e un cambio ai vertici per i Terreni alla Maggia SA

Ad Ascona, nel punto d’incontro tra il fiume Maggia e il Lago Maggiore, sorge l’azienda agricola Terreni alla Maggia. Una società che nel tempo ha saputo sfruttare al meglio il terri-torio della sua ubicazione e le sue proprietà, con sapienza e passione ha investito e creduto nel potenziale dell’impresa. Come più di ottant’anni fa, anche oggi essa lavora nella col-tivazione di campi, frutteti, vigneti e pollame, i prodotti da qui derivati sono coltivati secondo le regole della produzione integrata. Fondata nel 1930, l’azienda agricola si estende su circa 150 ettari, di cui 130 di superficie coltivata, nei comuni di Ascona, Locarno e Gordola.

Il cambio ai verticiSono diverse le novità che sono state inserite nel ventaglio prodotti, come pure è di primaria importanza il cambio ai vertici avvenuto nella primavera del 2010 in seno alla società. Dopo anni di onorato servizio Renato Altrocchi ha lasciato la carica di Direttore a Moreno Maderni, che con competenza e interesse ha raccolto la sfida sulle rive del Delta della Maggia.L’Ingegnere agronomo H.E.S Moreno Maderni, classe ‘58, possiede un solido background professionale, denso di espe-rienze all’estero ed in patria che lo hanno visto in prima linea quale consulente nel campo dell’agronomia e dell’agricoltura per il Canton Ticino, per un’azienda romanda e quale indipen-dente soprattutto in Africa, durante le quali ha raccolto un va-riegato bouquet di abilità che, come un buon vino, ne fanno il candidato ideale per la successione ai vertici della direzione.Il Direttor Maderni ed il suo team di una quindicina di dipen-denti fissi, ci accoglie in una soleggiata giornata estiva nella tenuta di Via Muraccio 105 ad Ascona.

Un passo indietro…Risale al 1930 l’inizio dell’attività, con l’imprenditore bernese Jakob Merz, che gestiva una superficie coltivabile di 50 ettari sulla parte destra del Delta della Maggia (Ascona), dirigen-do al contempo una pensione di campagna all’interno della tenuta. Negli anni successivi alla sua fondazione, l’azienda è rilevata dalla famiglia Bührle, – industriali zurighesi – e da quel momento ha prosperato. Confrontata con i grandi mutamenti del XX° secolo, la società ha visto nel corso degli

anni un costante decremento degli addetti ai lavori (sostituiti dalle macchine e dal progresso tecnologico), ma ciò non ha influito sull’andamento dell’azienda, anzi, il progresso combi-nato con l’assunzione di personale specialistico sono stati un beneficio. La famiglia Bührle oggi gestisce tre rami d’attività: quello turistico-alberghiero, con la struttura a 5 stelle “Ca-stello del sole” (www.castellodelsole.com); quello immobilia-re, con la vendita di alcuni terreni situati sulla parte sinistra della Maggia (divenuta, in parte, zona edificabile) per poter investire nelle migliorie dell’albergo e nell’attività agricola; e quello agricolo, parte centrale dell’attività societaria. I terreni coltivabili si situano sul Delta della Maggia per due terzi, e per il restante terzo sul piano di Magadino.

Nel corso dei decenni sono state sviluppate e portate avan-ti svariate attività, alcune perdurano ancora oggi, altre sono state “abbandonate” in favore di diverse opzioni innovative che hanno dato nuovo slancio alla ditta. La viti-vinicoltura è stata introdotta a partire dagli anni ‘40, la pollicoltura dagli anni ‘50, e così via.All’inizio degli anni ‘90 è stata abbandonata la coltura della soia, del frumento, dell’orzo, ecc. per puntare sulla produzio-ne del riso, nel 1997, e del grano duro per la pasta nel 2001.

Il presente: un ventaglio prodotti che riflette l’innovazione e l’impegno costante per la qualità“Made in Ticino”. È una prerogativa dell’azienda agricola. Coltivato in Ticino, prodotto e lavorato sul suolo cantonale; in Svizzera se non esiste in Ticino un’azienda che possa lavorare quel determinato prodotto. Sono molte le aziende che collabo-rano con i Terreni alla Maggia: il pastifico Simona, l’Orticola Bassi, i Mulini di Maroggia, la Riseria di Taverne, e molti altri.Di tutti i prodotti lavorati e venduti dall’azienda agricola sono davvero pochi quelli che arrivano e/o vengono lavorati fuori dal Ticino: sono solo quelli che per necessità non sono reperibili da noi, come ad esempio il malto per il Whisky (una prima in Ticino), la lavorazione della birra di riso, che per mancanza di birrifici sul territorio viene lavorata nel Canton Appenzello, ecc..In questi ultimi anni è stata ampliata notevolmente l’offerta

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produttiva, con un ventaglio prodotti di prima qualità che spazia dal vino, alla pasta, al riso, con new entries quali il già citato Ascona Single Malt Whisky ed il nuovissimo digestivo Monte Verità.Si punta all’eccellenza della qualità, per prodotti innovativi e per una continua ricerca sul territorio alla scoperta e risco-perta di piante e specie vegetali che si tenta di riseminare e reimpiantare in Ticino, dato che un tempo erano autoctone, ma sono andate perse. Interessante discorso dal punto di vista della diversità e delle proposte che queste colture pos-sono apportare alla nostra dieta, al gusto dei nostri piatti ed all’esplorazione delle nostre origini. Da qui nascono dei beni di consumo interessanti come il grano nero “corvino”, la polenta bianca, il mais rosso. Diversificazione e innovazione sono punti chiave per l’azienda asconese.

Vediamo alcuni beni che sono diventati fiori all’occhiello dei Terreni alla Maggia:

•ivini,grappe,distillati: di diversi tipi, con intensi profumi e gusti sorprendenti. Ideati nei dettagli, ideali per qual-siasi occasione, non mancheranno di essere l’ingrediente perfetto per un brindisi, per accompagnare una cena o un evento importante. Vitigni Merlot, d’origine bordolese, pro-dotte sotto il sole nelle tenute dei Terreni alla Maggia. Da qui si produce il pregiato “Barbarossa Riserva”, il “Querce-to” barrique. Nei 10,5 ettari di vigna sono coltivate anche le varietà Kerner, Chardonnay, Bondola e Isabella (per la grappa). Sono numerosi i vini che hanno ottenuto diversi riconoscimenti con denominazione “oro” in molti concorsi, come pure “argento”. È il caso per esempio del nuovissimo “Cuvée Renato”, Grand Prix Argent du Vin Suisse 2010, pro-dotto con uve Bondola e Merlot, con un affinamento parziale in barriques francesi. Una chicca da gustare.

Il Whisky prodotto in Ticino, il solo e unico, che ha riscosso un successo ben oltre le aspettative. L’Ascona Single Malt Whisky risulta essere un single malt raffinato amabile ed allo stesso tempo corposo, di color bronzeo, a suggerire il significativo contributo del legno.

La novità del 2011 è invece il Digestivo “Monte Verità”, pro-dotto in collaborazione con l’erborista e filosofo del thé Peter Oppliger. Si tratta di un estratto di thé verde prodotto nell’uni-ca piantagione di thé su terraferma europea (Monte Verità, Ascona), che è mescolato, insieme ad altre piante medicinali provenienti dal Ticino, con il vino medicinale Malaga. Una ricetta che assicura un elisir naturale e molto speciale made in Ticino, efficace quale digestivo dopo un pasto, e gustoso.•ilriso: prodotto in Ticino, sulle rive del Delta della Maggia. Il

riso è coltivato “in secca”, dati i terreni sabbiosi e permeabi-li, e viene irrigato a pioggia. Seminato in maggio, raccolto ad ottobre, la varietà del primo riso proveniente dalla soleggiata Ascona appartiene alla varietà Loto, un riso ovale-allungato di ottima qualità che si presta bene per risotti e quale con-torno di altre pietanze. Saporito e consistente, non scuoce facilmente.

•lapasta: anche per la pasta si può garantire la provenienza ticinese al 100%. Il grano duro è coltivato sul Delta della Maggia e nel Piano di Magadino, dopo essere mietuto in

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luglio, viene macinato presso i Mulini di Maroggia e trasfor-mata in pasta di diverso tipo (spaghetti, penne, fusilli, ecc.) presso il Pastificio Simona di Quartino.

À côté vi sono altri prodotti quali pollame, uova, verdura e frutta, nonché l’assortimento di pasta, riso, vini, distillati, ecc. che si possono trovare nel negozio di vendita diretta all’interno della tenuta di Via Muraccio 105, oppure presso il Negozio alla Fattoria in Via Ferrera 87, entrambi ad Ascona.

Visite guidate e degustazioniUtile sottolineare che per gli interessati è possibile visitare l’azienda, degustare i prodotti edacquistare cibi sani. Il team dei Terreni alla Maggia è a vostra disposizione. Si consiglia di fissare un appuntamento, chia-mando il numero +41 91 791 24 52, oppure visitando il sito www.terreniallamaggia.ch.

Per ulteriori informazioni:Terreni alla Maggia SAVia Muraccio 1056612 AsconaTel. +41 91 791 24 52Fax + 41 91 791 06 [email protected]

Moreno Maderni, Direttore

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48 Ticino Business

Robert Boss

Vita dei Soci

LE rEgOLE E La LIBErTà D’azIONE: cONgrESSO LaVOrO 2011Il 24 novembre 2011 avrà luogo il quarto congresso promosso da Boss Editore SA, l’evento annuale nella Svizzera italiana per dirigenti, responsabili delle risorse umane e loro collaboratori. Con il partenariato di Cc-Ti, AITI e HR Ticino

LE REGOLE E LA LIBERTÀ D’AZIONE

Risorse umane tra norme e buone prassi

Giovedì 24 novembre 2011dalle 9.00 alle 12.30

seguito nel pomeriggio (opzionale)dalle 14.00 alle 17.00

da tre open forum

Centro Eventi Cadempino

“L’offerta di formazione e aggiornamento intensivo in am-bito HR della nostra casa editrice – commenta il promoto-re, l’editore Robert Boss – ha acquisito una sua specificità: oltre a presentare la nuova giurisprudenza coniuga teoria e pratica, le norme e le buone prassi, con uno sguardo panoramico sulle organizzazioni e un approccio più mirato sulle questioni cruciali in ambito HR. L’edizione 2011 si focalizza su «Le regole e la libertà d’azione», nel contesto

A Congresso Lavoro Simona Scarpaleggia CEO di IKEACongresso Lavoro 2011 avrà un’ospite di statura internazionale: Simona Scarpaleggia, CEO di IKEA Svizze-ra. Dopo un’interessante quanto insolita carriera in ambito HR e in IKEA Italia, dal maggio 2010 è approdata a Spreitenbach, il centro nevralgico di IKEA Svizzera, quale CEO per l’intero mercato nazionale. Simona Scarpaleggia esporrà a Congresso Lavoro l’idea che IKEA ha delle risorse umane “molto forte e condivisa – ci anticipa – vogliamo offrire a gente schietta e onesta la possibilità di crescere sia personalmente che personalmente in IKEA”. La multinazionale – presente in 44 Paesi – ha una varietà di figure professionali forse come nessun altra azienda al mondo ed è considerata uno dei più ambiti posti di lavoro: “Le persone ed il business crescono insieme in modo sinergico – dice Simona Scarpaleggia – noi supportiamo questa idea con i nostri piani di formazione e di sviluppo di carriera, con il nostro sistema di comunicazione e il nostro sistema premiante. Ciò che è più importante e che ispira le nostre azioni e le nostre politiche delle risorse umane e il nostro sistema di regole sono i valori IKEA. Questi valori ci rappresentano, ci contraddistinguono e ci rendono riconoscibili sia internamente che nei confronti dei nostri clienti”.

Simona Scarpaleggia

operativo e attuale delle PMI del nostro Paese sempre più esposto al succedersi di cambiamenti, sfide, rischi, incertezze”.Congresso Lavoro coinvolgerà 11 relatori – esperti del di-ritto del lavoro e in ambito HR – e un centinaio di persone (su iscrizione) accomunate da competenze, esperienze e responsabilità nella gestione delle risorse umane. Nella prima parte della giornata, dopo il saluto del Consigliere nazionale, avvocato Fulvio Pelli, il congresso verrà aperto da Simona Scarpaleggia, CEO IKEA Svizzera che esporrà l’idea molto forte e condivisa che IKEA ha delle risorse umane.

Dall’organizzazione all’uomo fra regole e libertà. Torna a Congresso Lavoro Anna Zanardi, Psicologa e consulente strategico-organizzativa, executive coach per manager e imprenditori, autrice di numerose pubblicazioni sulla ge-stione strategica delle risorse umane, (la più recente «Il coraggio di essere stupidi. Nuovi modelli di leadership»). Già apprezzata relatrice nel 2009, Anna Zanardi rifletterà sulla consapevolezza fra regole e libertà d’azione.

La nuova giurisprudenza nel diritto del lavoro sarà al centro del congresso. Gli Avvocati Costantino Delogu, Sharon Gug-giari Salari e Tanja Uboldi Ermani – autori del Sistema d’in-

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Prima parte

09.00 Apertura del congresso Robert Boss, editore

09.05 Introduzione Domenico Basile, moderatore

09.20 HR – la chiave del successo Simona Scarpaleggia, CEO IKEA SVIZZERA

supportiamo questa idea con i nostri piani di formazione e di sviluppo di carriera, con il nostro sistema di comunicazione e il nostro sistema premiante. Ciò che è più importante e che ispira le nostre azioni e le nostre politiche delle risorse umane e il nostro sistema di regole sono i Valori IKEA. Questi valori ci rappresentano, ci contraddistinguono e ci rendono

09.50 L’uomo consapevole fra regole e libertà d’azione Anna Zanardi, Ph.D in psicologia

«Come l’imprenditore, il dirigente e il collaboratore possono fare della consapevolezza la vera bussola del proprio business e della propria professione. Valori e comportamenti che ci danno libertà e rigore; pensare

10.20 Pausa

10.40 La nuova giurisprudenza nel diritto del lavoro

Panoramica analitica delle ultime importanti, indicative e particolari sentenze sul diritto del lavoro, la cui conoscenza risulta necessaria o utile ai fini della sicura e attuale gestione contrattuale di un rapporto di lavoro in tutti i suoi aspetti e nelle diverse fasi:•l’inizio•ilrapportodilavoroinsée•lafinedelrapporto

12.30 Buffet in comune

Seconda parte

14.00 Open forum (a scelta, iscrizione da preannunciare) •La gestione delle regole nel rapporto di lavoro •La gestione sicura delle risorse umane nel processo di

riorganizzazione e ristrutturazione •Mediare invece di litigare: gestire il conflitto sul lavoro

15.45 Pausa

16.15 Sintesi degli open forum e discussione plenaria

17.00 Rinfresco

09.10 Saluto di Fulvio Pelli, Avvocato e Consigliere nazionale

riconoscibili sia internamente che nei confronti dei nostri clienti».

e agire sono il risultato del nostro teatro interiore».

Costantino Delogu, Avvocato

Sharon Guggiari Salari, AvvocatoTanja Uboldi Ermani, Avvocato

«Le persone ed il business crescono insieme in modo sinergico. Noi

Mediare invece di litigare: gestire il conflitto sul lavoro

mediatrice

ISS Regione Ticino e consulente HR di IQcenter

Conflitto sul lavoro? Meglio pensarci prima, facilitando il dialogo e favorendo la cooperazione sul posto di lavoro. E se succede? Che fare in una situazione conflittuale? Mediare invece di litigare è appagante. I tre punti di vista: il mio, il

coloro che si confrontano. Gli atout della mediazione per disinnescare il vortice delle emozioni e ricercare soluzioni

La gestione sicura delle risorse umane nel processo di riorganizzazione e ristrutturazione

Umane presso BancaStato

Riorganizzare o ristrutturare: momenti critici per l’azienda che un datore di lavoro e/o un responsabile del personale devono saper prontamente affrontare e gestire. Sfide, aspetti legali e gestionali del cambiamento organizzativo; per esempio, come procedere alle modifiche contrattuali. Casi pratici, aspetti teorici e competenze per una gestione sicura dei

La gestione delle regole nel rapporto di lavoro

Come nella vita, anche all’interno delle organizzazioni, le regole sono le nostre certezze. Quali regole è importante definire, citare ed esplicitare? E come devono essere applicate? Regole e buon senso quali sinergie? Per una gestione buona e corretta del rapporto di lavoro è condizione imprescindibile il coordinamento delle regole legali, delle regole concordate (contrattuali) e delle regole unilaterali (quelle fissate dal

Costantino Delogu, Avvocato

presso Cooperativa Migros TicinoRosy Croce, Responsabile Risorse umane

datore di lavoro)

Sharon Guggiari Salari, Avvocato Dario Caramanica, Responsabile Risorse

licenziamenti individuali e collettivi condivise

Anna Lutti Martella, Avvocato e

Marco Homberger, Responsabile HR di

tuo, e quello “giusto”. Diritti e doveri di

Nel pomeriggio, a titolo opzionale, Congresso Lavoro pro-porrà tre open forum tematici, su questioni cruciali: regola-re e con quali strumenti; riorganizzare o ristrutturare e nel contempo gestire in modo sicuro le risorse umane; mediare i conflitti sul lavoro. Introdotti e condotti da un tandem di esperti – un avvocato specializzato nel diritto del lavoro e un esperto di gestione delle risorse umane – gli open forum sono laboratori in cui i partecipanti insieme con i modera-tori possono scambiarsi esperienze e trovare delle soluzioni promettenti. Il gruppo avrà cento minuti a disposizione per analizzare la questione dal punto di vista legale, amministra-tivo e gestionale, dopo di che ne riferirà al plenum.La partecipazione alla parte opzionale di Congresso Lavoro potrà dare un’ulteriore opportunità di crescita del know how professionale e degli stimoli concreti per la gestione della propria attività. I posti sono limitati per favorire il lavoro di gruppo.

Condizioni di partecipazioneIl costo del congresso per partecipante è di CHF 760.00 per tutta la giornata, mentre il costo di partecipazione alla sola mattinata è di CHF 440.00. I soci di Cc-Ti godono di uno sconto del 10%. Quindi il costo di partecipazione per loro è di CHF 684.00 anziché CHF 760.00 e di CHF 396.00 anziché CHF 440.00. Le cifre comprendono la partecipazione al congresso, la documentazione, i rinfre-schi e il pranzo.Informazioni e iscrizioni: www.boss-editore.ch/congres-so11.asp oppure scrivere a [email protected] per ot-tenere il programma cartaceo.

formazione per una gestione sicura delle risorse umane «Il diritto del lavoro applicato» – esporranno le più significati-ve sentenze attinenti al rapporto di lavoro, dall’assunzione alla separazione. I relatori esemplificheranno l’applicazio-ne della norma, di per sé generale e astratta, il margine di interpretazione per casi concreti e la prassi dei tribunali nel considerare i cambiamenti sociali e culturali. Dalla co-noscenza dell’evoluzione giurisprudenziale i partecipanti trarranno concreta utilità nella gestione contrattuale dei rapporti di lavoro nella propria azienda.La prima parte del congresso si concluderà con un buffet in comune, momento conviviale sempre gradito ai parteci-panti e ai relatori per approfondire la reciproca conoscenza personale e allacciare nuove relazioni professionali.

Gli open forum

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IL “MaNagEMENT BY OBJEcTIVES” (MBO)

Vita dei Soci di Laura Galli, Senior Consultant Luisoni Consulenze SA

Il Management by Objectives (MbO) è un siste-ma concertato di gestione dell’azienda e del suo personale, secondo il quale gli obiettivi specifici di performance sono determinati congiuntamente dai dipendenti con i rispettivi superiori, i progres-si raggiunti sugli obiettivi vengono periodicamente controllati, e i premi vengono allocati sulla base della percentuale di raggiungimento degli obiettivi. L’MbO è finalizzato al miglioramento costante dei risultati dell’impresa grazie ad attività focalizzate e coordinate ed a personale più motivato. Con il Ma-nagement by Objectives si passa da una gestione “per compiti” ad una gestione “per obiettivi e per progetti” ma tali obiettivi devono avere delle ca-ratteristiche ben precise: devono essere specifici, focalizzati su un risultato e non su una attività, mi-surabili, correlati ad un limitato periodo di tempo, sfidanti ma al tempo stesso raggiungibili. La principale caratteristica del metodo MbO è la sua natura partecipativa e motivante, tendente cioè alla autorealizzazione del singolo dipendente coin-volto. Non sempre è chiaro infatti che per ottenere risultati aziendali consistenti è indispensabile per-seguire anche obiettivi di gruppo ma è risaputo che l’impegno collettivo ha notevoli effetti sinergici. L’impianto di un sistema MbO avviene con il pieno coinvolgimento della Direzione ed è preceduto o affiancato da un intenso processo di formazione delle persone chiave. La procedura sistematica denominata Management by Objectives coinvolge tutti i responsabili aziendali di funzione nello stu-dio e nella definizione collegiale di una gerarchia di obiettivi, ben definiti in ogni dettaglio, insieme all’individuazione dei mezzi opportuni per il relativo conseguimento. I responsabili di ogni funzione so-no poi chiamati ad operare, con ampia autonomia decisionale, per il conseguimento degli obiettivi concordati con la Direzione Generale. L’approccio per il miglioramento delle prestazioni manageriali secondo la procedura dell’MbO considera pertanto la chiarificazione con ciascun manager da parte della Direzione Generale, dei “risultati chiave” e degli standard di rendimento che il manager de-ve raggiungere, per l’unità di cui egli fa parte, in modo conforme agli obiettivi dell’azienda che sono stati discussi e condivisi collegialmente. Inoltre il

metodo MbO, chiedendo la responsabilizzazione di tutti, impone la chiara definizione delle funzioni aziendali, indispensabile ad assicurare il buon fun-zionamento del sistema azienda. La tecnica del Management by Objectives si fonda sul concetto di “empowerment” delle risorse umane aziendali alle quale viene richiesto di esprimere il pro-prio potenziale, indirizzandolo verso la realizzazione di obiettivi condivisi. Nella pratica pertanto è fondamen-tale evitare di trasformare l’MbO in una gabbia rigida di regole che imbrigliano, piuttosto che liberare le energie dei manager e dei loro collaboratori. In altri termini, il sistema MbO deve indicare ai collabora-tori cosa deve essere fatto (obiettivo da raggiun-gere), ma deve lasciare libertà di decisione e di azione sui modi di realizzazione. Infatti, affinché il principio funzioni sul serio, i singoli collaboratori devono essere messi in condizione di svilupparlo personalmente, per esprimere al meglio il proprio potenziale.Sostanzialmente potremmo dire che il motto del management by objectives sia “puntare al risulta-to”: pianificare, decidere e agire di concerto con i membri del proprio staff, quando ciò che conta non è la gerarchia ma il successo.Non dobbiamo dimenticare però che una condizione essenziale per la realizzazione concreta dell’MbO è la presenza in azienda di una funzione di pianifica-zione e controllo realmente indipendente e di fatto riportante esclusivamente al vertice aziendale. È questa l’unità che colloca il budget in una logica proattiva, legata ai progetti e ai carichi di lavoro delle singole funzioni. Ed è sempre tale funzione che, grazie alla sua indipendenza, misura i risultati in maniera tecnica, oggettiva, svincolata dai giochi di potere e quindi determina, senza manipolazioni, le gratifiche da riconoscere ai partecipanti all’eser-cizio dell’MbO.

Luisoni Consulenze SAvia Balestra 96900 Lugano Tel. +41 91 911 30 00Fax +41 91 923 55 43www.luisoni.ch

Laura Galli

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Vita dei Soci di Lorenza Bernasconi, Marketing Manager Gruppo Sicurezza SA

Ogni azienda possiede una propria organizzazione composta da orari di lavoro, da regole dei reparti che operano al suo interno, da spazi protetti e gestiti in tutta sicurezza.La gestione automatizzata del personale, il più delle volte, diven-ta per molte aziende la soluzione vincente per ridurre i costi fissi interni. La problematica legata al controllo delle ore di presenza del personale è una realtà non più solo legata a grandi aziende, ma tale necessità si espande a molte realtà aziendali medio-piccole, contrariamente a quanto succedeva in passato che era solitamente una prerogativa di realtà industriali importanti in termini di persone professionalmente attive. Erano sistemi com-plessi, soprattutto per quanto riguardava sia la programmazione che l’adattamento alle esigenze individuali. Ciononostante, l’esigenza di supervisionare gli accessi, come pure la registrazione delle presenze e delle assenze, diviene una realtà sempre più richiesta e utilizzata. A tale scopo abbiamo ricercato e implementato soluzioni scala-bili e prodotti all’avanguardia che coniugano efficienza e totale affidabilità. Ci siamo posti quale integratore di sistemi di control-lo accessi e gestione delle presenze, sviluppando e proponendo l’interfacciamento con sistemi di videosorveglianza e antintrusio-ne senza tralasciare l’importante collegamento con i sistemi di elaborazione paghe. La nostra lunga esperienza e l’ampio ven-taglio di competenze consentono di offrire prodotti e soluzioni personalizzate, sviluppate sulle reali esigenze del cliente. Per questi motivi scegliamo unicamente, tra i nostri fornitori al-tamente qualificati, prodotti leader sul mercato che dimostrano grande polivalenza, estrema sicurezza e utilizzo intuitivo; rispon-dono a qualsiasi tipo di esigenza aziendale richiesta dal mercato, permettendo al cliente – tramite i sistemi di controllo accessi – di ottimizzare queste strutture organizzative, inserendosi armonio-samente in esse e integrandosi nell’impianto di sicurezza. È sempre più diffusa l’esigenza di proteggersi dagli accessi non autorizzati e controllare capillarmente il continuo movimento di persone. I nostri sistemi, interamente fruibili tramite software di controllo, permettono all’utente di gestire e programmare auto-nomamente ogni zona d’accesso. Cos’è concretamente un sistema di controllo accessi?Un sistema di controllo accessi deve saper gestire l’identifica-zione di più persone e l’autorizzazione all’accesso delle stesse in determinate aree. Al tempo stesso deve essere in grado di:• controllare tutti i passaggi del personale attraverso specifici

varchi di accesso,• creare gruppi di utenti che condividono medesime caratteri-

stiche e autorizzazione ,• gestire l’anagrafica aziendale, con la relativa gestione del-

le Risorse Umane (controllo automatico delle ore lavorative, creazione dei turni di lavoro, gestione automatica dei giorni di vacanza, malattie, congedi, ...). La gestione automatizzata del personale, il più delle volte, diventa per molte aziende la soluzione vincente per ottimizzare proprio i costi che la gestione stessa genera.

cONTrOLLO DEI MOVIMENTI: LIBErTà DI accESSO

Devono anche essere dotati di importanti caratteristiche software quali, per citarne solo alcuni:• pianificazione delle assenze, • profili orari completamente programmabili, • causali di presenza/assenza definibili dall’utente, • gestione di orari restrittivi e flessibili, • gestione di turni diurni e notturni, • ripartizione automatica degli straordinari su base giornaliera

settimanale o mensile,• segnalazione automatica di personale assente o presente, • identificazione del cartellino presenza mensile a video, • possibilità di stampare report presenze.Queste sono solo parte delle soluzioni che un sistema di con-trollo accessi e gestione delle presenze deve garantire in modo automatizzato.I nostri sistemi sono accessibili tramite software gestionale, con-sentendo all’utente di programmare autonomamente ogni zona d’accesso. In questa prospettiva offriamo una gamma di prodotti sempre all’avanguardia che rispondono alle più diverse esigenze aziendali.Sistemi di Identificazione Automatica e di Raccolta Dati, flessibi-li e performanti, sono alla base di tutti i prodotti e delle soluzioni del prodotto Controllo Accessi. I terminali sono adatti agli impieghi in qualsiasi condizione am-bientale di lavoro; sono programmabili in modo semplice per adeguarsi alle esigenze di raccolta dati più diverse e utilizzano le più diffuse tecnologie di lettura attualmente esistenti, sia RFID che Biometriche. Controllo della produzione, Rilevazione Presenze e Controllo Ac-cessi sono gli ambiti di utilizzo più comuni, ma la loro versatilità e programmabilità ne permettono l’uso in qualsiasi applicazione che richieda l’identificazione di persone o cose.I sistemi di controllo accessi si interfacciano direttamente con i sistemi convenzionali di antintrusione, offrendo così un pacchet-to di altissimo livello adatto agli impianti di sicurezza. Le innumerevoli funzioni di protezione e di sicurezza dei sistemi di controllo accessi operano in relazione con gli altri componenti nel nostro concetto di sicurezza globale esposto nel corso degli scorsi mesi, per ottenere la sensazione di essere sempre liberi di sentirsi sicuri.

Gruppo Sicurezza SAVia Cantonale 206942 Savosa Tel. +41 91 935 90 50Fax +41 91 935 90 [email protected]

Gruppo Sicurezza SA • via Cantonale 20 • CH – 6942 Savosa • [email protected] • grupposicurezza.ch

Lorenza Bernasconi

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rESIDENza rIVaBELLa: IL SEgrETO DEL SUccESSOCure mediche e infermieristiche anche le più specialistiche, grazie alla collaborazione con le migliori strutture sanitarie; un’atmosfera vivibile e per quanto possibile gioiosa come raramente in strutture di questo tipo. Il segreto di un successo nelle parole del Direttore Alexandre Aleman

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A Magliaso sorge la Residenza Rivabella, una residenza priva-ta di riposo, convalescenza e cura all’insegna del “Vivere con servizi”.

In pochi mesi e per eventi diversi la Rivabella ha ospitato autorità del Malcantone e cantonali, il Consigliere nazionale Dr. Ignazio Cassis e persino l’allora Presidente della Confederazione Doris Leuthard. A cosa è dovuta quest’attenzione?“Intanto è un’attenzione molto gradita, un sintomo della nostra apertura sul territorio. Poi è vero, la visita dell’allora Presidente della Confederazione Doris Leuthard è stata un autentico regalo che si è risolto in un momento molto coinvolgente e gradito anche dai nostri ospiti, un incontro di eccellenza all’interno di tanti altri che scandiscono la vita della Residenza Rivabel-la. Naturalmente il sorriso e l’apprezzamento della Consigliera federale ci hanno fatto molto piacere così come la vicinanza di tante persone che contribuiscono al successo della nostra struttura”.

Gli apprezzamenti fanno piacere, ma qual è il segreto de successo?“La risposta è nell’atmosfera che permea questa casa: sereni-tà, sicurezza, gioia, rispetto della privacy. Siamo e rimaniamo una Residenza privata di riposo, convalescenza e cura con uno standing molto alto, che tendiamo a perfezionare con metodo e costanza. La gastronomia, l’animazione e la cultura sono mar-chi di qualità all’interno di una serie di servizi che ci stanno molto a cuore. Riusciamo a mantenere le cure mediche e infer-mieristiche ai livelli più specialistici, grazie alla collaborazione con le migliori strutture sanitarie; il personale è ben aggiornato e confrontato ai più recenti sviluppi del settore e, soprattutto, ognuno può verificare un’atmosfera vivibile e per quanto possi-bile gioiosa come raramente in strutture di questo tipo”.

Dopo la nuova palazzina abitativa con 8 appartamenti studiati ad hoc, ci sono altri programmi in vista per perfezionare la struttura? “Disponiamo di un ampio terreno con vista-lago sul quale è prevista una palazzina di 12 appartamenti di 60 mq. Tutti di grande pregio e ottimamente orientati tra lago e sole. Il punto di riferimento rimane la struttura centrale con tutti i servizi che in qualsiasi momento, 24 ore su 24, possono raggiungere gli ospiti nelle suites e negli appartamenti. La nuova costruzione – pronta nel 2013 – comprenderà inoltre il centro wellness con piscina coperta. Inoltre è previsto un diverso dislocamento della salle à manger, un vero e proprio ristorante, per mettere ulteriore spazio a disposizione degli ospiti e delle loro attività ”.

Questo significa che la domanda continua ad essere alta?“Una struttura di qualità come la nostra è molto richiesta. Oggi risponde ad un bisogno effettivo e crescente visto il costante

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aumento della durata e qualità di vita. Si chiedono strutture che al versante assistenziale e sanitario, per quanto sempre più specifici e completi, affianchino una serie di servizi ben coor-dinati e tutti finalizzati al benessere delle persone residenti. È determinante una vita di relazione all’interno della Residenza e verso l’esterno”.

Vi è dunque un rispetto della privacy ma anche un’apertura sul territorio?“La Rivabella è una struttura con alte competenze e servizi al massimo livello ma aperta affinché le persone possano conti-nuare a sviluppare i propri interessi. Sul piano pratico, nella dimensione degli affetti ma anche sul piano culturale e dei propri interessi. Da qui proposte ben integrate di attività che variano dai concerti alle mostre d’arte, dall’incontro e dialogo con artisti all’animazione e allo sviluppo delle proprie capacità, dal tango (sì, proprio il ballo sotto la guida di specialisti) ad alcune forme di medicina orientale. Un ventaglio di possibilità che scandiscono la vita della Rivabella”.

Come reagiscono i vostri ospiti?“Molto bene perché noi vogliamo offrire il meglio con una Re-sidenza che ha le caratteristiche di una grande casa in cui

Vita dei Soci

leader rende l’azienda di servizi tecnologici svizzera par-ticolarmente interessante.

“In veste di società tecnologica, azienda di servizi tecno-logici e società di servizi offriamo soluzioni su misura, con il massimo a livello di efficienza, protezione e sicurezza degli investimenti” commenta Paolo Colin. “Puntiamo su soluzioni in rete a prova di futuro, che richiedono sem-pre anche una consulenza e servizi completi”. Su tale scorta il team in Ticino intende ampliare ulteriormente il settore dell’assistenza a livello tecnico. “Non intendiamo offrire soluzioni standard” riassume l’elettrotecnico “ma lavoriamo invece tenendo sempre conto della situazione e in stretta collaborazione con i nostri clienti, per soddi-sfarne le esigenti richieste. Progetti di fama come quello della Galleria di base del Gottardo sono un buon esempio di tale filosofia. Tyco Fire & Integrated Solutions AG ha dotato la tratta di cantiere presso Sigirino di un sistema di monitoraggio video e di controllo degli accessi per persone e veicoli, contribuendo così in modo pregnante alla sicurezza della galleria che, con i suoi 57 km, è la più lunga del mondo”.

Per ulteriori informazioni:Tyco Fire & Integrated Solutions AGSandra Parpan, Marketing Manager SwitzerlandTel. +41 55 618 43 43 [email protected]

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DaL LagO DI LUgaNO aL gOTTarDOTyco Fire & Integrated Solutions AG offre soluzioni globali integrate di sicurezza per tutti i campi applicativi e per ogni settore

Sia che si tratti del Palazzo Mantegazza, della centrale europea di Acer o dell‘AlpTransit Gottardo/Monte Ceneri: per la sicurezza l’immobile più elegante di Lugano, la sede principale dell‘azienda produttrice di computer e la ferrovia ad alta velocità di fama mondiale che attraversa le Alpi si sono affidati alla Tyco Fire & Integrated Solu-tions AG con sede a Manno, in Ticino. L’azienda, che offre soluzioni tecnologiche e di sistemi, rappresenta il partner a cui rivolgersi quando si necessitano soluzioni moder-nissime e globali. Impianti di protezione antincendio e antieffrazione, sistemi sprinkler, impianti estinguenti al gas, controlli degli accessi e monitoraggio video, sistemi antitaccheggio, consulenza per l’implementazione tecni-ca, assistenza e prestazioni di servizio: ecco quanto offre la filiale della Tyco Fire & Integrated Solutions AG in un ampio spettro applicativo, per soddisfare ogni richiesta di applicativa e di settore.

L’azienda impiega 25 dipendenti, dotati di ottime cono-scenze tecniche a livello tecnico. Competenza, spirito di gruppo, impegno e la pretesa di offrire al cliente il massimo a livello di flessibilità e qualità con soluzioni individuali sono i punti di forza del team di specialisti del Ticino, sotto la guida del Direttore di filiale, Paolo Colin. Fondata 35 anni fa, ancora sotto l’egida di ZET-TLER, l’azienda è dal 1998 una filiale della Tyco Fire & Integrated Solutions AG, facente parte del gruppo Tyco International Ltd. che opera a livello mondiale nel settore della sicurezza. La stretta collaborazione con un gruppo

ognuno ha il proprio spazio all’interno di una collettività di servizi. Ognuno ha la possibilità di esprimersi e di mantenere il proprio stile di vita. Ci interessa molto l’indice di gradimento degli ospiti, cui diamo la possibilità di conservare la propria dimensione privata ed anche intima in una pluralità di rapporti. Grazie all’alto comfort i residenti hanno la possibilità di non diminuire il proprio standard di vita”.

L’accento dove viene posto?“Sul funzionamento ben organizzato e coordinato della strut-tura. Su un’offerta molto ampia nel campo della cura e della riabilitazione con terapie complementari molto richieste e gra-dite: fisioterapia, ergoterapia, movimento, ginnastica, il thai, l’ayurveda (medicina tradizionale indiana) fino a ballo, nel caso il tango, il canto, che servono a mantenere l’armonia tra corpo e mente. Non dimenticando un accompagnamento culturale molto attento, dai concerti alle esposizione d’arte nella nostra Art Gallery”.

Residenza Rivabella, Via Ressiga 17, 6983 MagliasoTel. +41 91 612 96 96 Fax +41 91 606 60 [email protected]

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Vita dei Soci

TINExT: 10 aNNI DI EVOLUzIONE cON IL wEBDa oltre un decennio Tinext si affianca ai propri Clienti e li supporta nello sviluppo delle loro strategie digitali con un principale criterio ispiratore: la massima qualità possibile

Tinext SA, società svizzera con sede a Bioggio, viene fondata nel febbraio del 2001 da un grup-po di giovani imprenditori ticinesi. Forte del suc-cesso già ottenuto dalla precedente esperienza fatta con Tinet SA, primo Internet service provi-der in Ticino, Tinext nasce come società in grado di progettare, realizzare e mantenere soluzioni complesse in ambito ICT.Dalla successiva acquisizione di due aziende specializzate in Web Design (SitesPro Srl con sede a Busto Arsizio) e Security & System En-gineering (Netics SA con sede a Manno), Tinext eredita un mix di elevate competenze tecniche e una profonda cultura per il web, che in un settore complesso e in rapida evoluzione come quello delle nuove tecnologie rappresenta un importan-te valore aggiunto. Internet, che proprio quest’anno festeggia il ven-tesimo anno di vita, nel tempo si è trasformato da puro strumento di comunicazione e di vetrina a canale privilegiato di business e di interazione con gli utenti, complicando mano a mano il lavo-ro degli operatori del settore sia dal punto di vista tecnologico che comunicativo e creativo. Nella sua una frenetica attività decennale, Tinext ha saputo affrontare questa sfida, in una corsa all’innovazione che l’ha portata ad accumulare grande esperienza nello sviluppo di progetti web complessi, operando con clienti di molteplici set-tori, dalla finanza al turismo, dall’industria al go-verno, dai beni di largo consumo al broadcasting. Inoltre, grazie alle sedi in Svizzera e in Italia e alle attività sui due mercati sin dalla sua fonda-zione, Tinext ha avuto l’opportunità di realizzare numerosi progetti, molti dei quali di respiro in-ternazionale.L’approccio di Tinext si basa sul concetto di tecnologia al servizio del business, quindi par-tendo dalla comprensione delle esigenze e delle dinamiche di lavoro del cliente viene pianificata una strategia di intervento considerando aspetti tecnici, progettuali, di marketing e di comuni-cazione.

Il successo di Tinext nell’affrontare le diverse fa-si di progetto è garantito dalle competenze delle figure professionali che compongono il team, cresciute in un contesto di continua rivoluzione ed evoluzione del mondo digitale e in uno stimo-lante clima di fermento e curiosità.Project manager, web designers e consulenti so-no in grado di seguire l’intera fase progettuale e si avvalgono di una metodologia collaudata e di strumenti efficaci che permettono di affrontare consapevolmente ogni tappa della produzione.Realizzare un progetto web per Tinext significa raggiungere gli obiettivi definiti con il cliente, nel tempo stabilito, al costo pattuito, assicuran-do dei livelli qualitativi in linea con gli elevati standard di mercato. Passando da alcune fasi fondamentali della propria evoluzione, Tinext oggi si presenta sul proprio mercato di riferimento (Ticino e Nord Italia) come società leader nella realizzazione di progetti e fornitura di servizi ad alto contenuto informativo.I tre principali settori in cui Tinext opera sono:

E-Marketing nella sua decennale attività, Tinext ha realizzato oltre 700 pro-getti web di successo di diverso tipo tra cui siti Internet, soluzioni per l’e-commerce, strategie di posizionamento sui canali digitali, attività di marketing online, reti intranet ed extranet per aziende e istituzioni. Tinext è Premium Partner di Magnolia International Ltd., società Svizzera fornitrice della piattaforma di gestione con-tenuti open source Magnolia CMS.

Alcuni progetti web realizzati:•www.bsibank.com•www.ignis.it•www.lugano.ch•www.royalcaribbean.it•www.supsi.ch•www.ticino.ch

ECM – DMSLe soluzioni di Enterprise Content Management di Tinext agevolano la collaborazione integrata e la gestione dell’informazione inter-na o pubblica di una azienda. Le soluzioni proposte spaziano da strumenti base, come soluzioni di archiviazione, fino a strumenti complessi di gestione integrata di contenuti attraverso sistemi di collaborazione, con lo scopo di ottimizzare i flussi informativi aziendali, documentali e i processi di reperimento tempestivo del-le informazioni. L’esperienza di Tinext è completata dalla partner-ship con OpenText, leader mondiale nelle soluzioni di ECM.

Alcuni progetti ECM realizzati:• Aziende Industriali di Lugano (AIL)• BPS (Suisse) SA• Banca dello Stato del Cantone Ticino• Cardiocentro Ticino• Ginsana SA

Housing, System Engineering, SecurityIl datacenter di Tinext nella sede di Lugano aderisce ai più alti standard infrastrutturali, hardware, software e di sicurezza logica e fisica e si propone di soddisfare le crescenti esigenze dei clienti in termini di connettività e servizi legati a soluzioni housing e hosting. Tinext può alloggiare qualsiasi soluzione infrastrutturale, a partire da macchine virtuali, a singoli server fisici, a rack interi attrezzati e indipendenti. La soluzione di hosting di Tinext rappre-senta un valido supporto per tutte le soluzioni tecnologiche nonché garanzia di sicurezza, affidabilità e scalabilità.

Tinext SAStrada Regina 426934 BioggioTel. +41 91 612 22 66Fax +41 91 612 22 [email protected]

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Vita dei Soci

wEB DESIgN, pErché?Per la maggior parte delle aziende il Design è un contorno e viene messo in secondo piano. In realtà il (web) design è un ingrediente di base da integrare nel flusso del progetto

YOUR WEB AGENCY svega.ch

Sono Simone Banfi, Web Designer per Svega Consulting Web. Secondo me il (web) design è fondamentale per avere successo con il proprio sito web.

Analizzo ogni minimo particolare e riconosco subito errori di struttura e di interfaccia utente. Mi rendo conto che per i nostri clienti è difficile individuare qual è esattamente il mio compito, ma bisogna pensare che per ogni settore il lavoro del designer, anche se invisibile agli occhi di molti, è fondamentale.

A. L’IMPORTAnZA DEL WEB DESIGnLa grafica, il web design – di qualsiasi settore – è lo spec-chio di un’azienda. Un design progettato e sviluppato su misura si contraddistingue e si differenzia dalla massa. E porta contatti!

La navigazione di un utente su Internet che cerca un servizio o un prodotto, è paragonabile allo shopping: entriamo nei negozi che sono piacevoli, che hanno colori invitanti e design coinvolgenti.

Quindi qual è il vostro obiettivo? Avere un sito perché lo hanno tutti o avere un sito per fare business?

B. COnOSCERE IL TARGETEsattamente questa è la sfida del web designer. Capire, individuare e conoscere i potenziali clienti che potrebbero visitare il vostro sito web.

Immedesimarsi nell’utente interessato al vostro prodotto / servizio e costruire con criterio l’architettura del sito web in modo che l’utente venga guidato ed ispirato da un design coinvolgente.

Nel linguaggio web questa procedura si chiama “user-experience-design”.

Utilità dell’user-experience-design in pillole:1.Il sito deve guidare l’utente nel fare determinate azioni. Non deve pensare, ma essere guidato tramite una navi-gazione intuitiva2. Un design efficace ha i seguenti vantaggi: più pagine visitate, più tempo di permanenza, più formulari di richie-sta compilati, più contatti e più vendite.

C. IL VALORE AGGIUnTO DI Un BUOn WEB DESIGnLeggetelo su www.svega.ch/consigli

D. PERCHÉ Un BUOn WEB DESIGn?

Il design sostanzialmente è un servizio, non è palpabile come l’acquisto di un elettrodomesti-co ma è fondamentale per l’im-magine della vostra azienda.

Un sito web funzionale e ben progettato è attraente e convince l’utente a proseguirne la navigazione, mentre un sito mal organizzato e mal strut-turato creerà nel potenziale cliente un’immagine negativa della vostra azienda.

E. (WEB) DESIGn InDIVIDUALELeggetelo su www.svega.ch/consigli

Conclusione Se desiderate successo e volete un ritorno sul vostro investimento assicuratevi di scegliere un’agenzia web in grado di poter soddisfare le vostre richieste tecni-che, senza dimenticarne l’aspetto grafico.

Metterci alla prova è semplice: www.svega.ch – Tel. +41 91 971 49 62Maximilian C. Schwenn è a Vostra disposizione per una consulenza

Un buon web design è coinvolgente,

è sexy, è vincitore.

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Vita dei Soci di Monika Lanz, Specialista Health Management

Sapere affrontare i cambiamenti: in sempre più settori dell’economia, questo è uno dei requisiti di base posti ai collaboratori. Ma solo chi conosce la situazione iniziale e comprende i retroscena può sostenere con convinzione un cambiamento e tutte le conseguenze che ne derivano. A sua volta, questo è possibile solo per chi partecipa agli avvenimenti che riguardano l’azienda.

La partecipazione è decisiva per la riuscitaLa partecipazione dei collaboratori è una prerogativa in-dispensabile per la riuscita anche nel management sani-tario aziendale. Infatti le persone desiderano influire nei limiti del possibile sui miglioramenti della propria situa-zione lavorativa.

A tale proposito bisogna sfatare due pregiudizi molto dif-fusi:

• “Fare partecipare i collaboratori costa molto tempo. Più tempo di quello che si ha normalmente a disposizione.” È vero. Ma dopo la realizzazione, questo tempo frutta molto di più.

• “Se in tutte le questioni ognuno vuole dire la sua, si finisce per parlare anziché lavorare.” Non è vero: i col-laboratori non vogliono essere sempre coinvolti. Ma vogliono potere dire la loro in quegli argomenti che li interessano direttamente nel loro lavoro quotidiano e ai quali possono contribuire in modo sensato in base alle loro conoscenze ed esperienze.

Nel management sanitario aziendale, consentire una partecipazione convincente dei collaboratori non è solo una questione di stile di conduzione, ma anche, e princi-palmente, una questione di organizzazione. In tal modo le aziende offrono ai collaboratori e ai superiori l’oppor-tunità di confrontarsi in maniera critica con la propria situazione lavorativa e gli effetti sulla salute.

Rafforzare la motivazione e l’identificazioneNell’ambito del management sanitario aziendale, l’im-portanza della partecipazione dei collaboratori diventa evidente in occasione dei sondaggi, ad esempio, sulla loro situazione lavorativa, sul loro punto di vista, sulle loro proposte e i suggerimenti in relazione all’organiz-zazione. Con una comunicazione adeguata, già solo un

chI pUò DIrE La SUa è pIù prODUTTIVO E SaNOLe aziende che introducono un management sanitario aziendale devono coinvolgere i collaboratori sin dall’inizio. Ne risultano collaboratori motivati che si identificano con l’azienda e contribuiscono a trovare soluzioni più vicine alla prassi

sondaggio in sé può produrre effetti positivi. A essere decisivi sono tuttavia i risultati e quello che se ne fa. Gli esiti dei sondaggi costituiscono una base di dati ecce-zionale per valutare nelle singole unità d’organizzazione insieme ai collaboratori proposte e idee di miglioramento e per attuare i rispettivi provvedimenti. Questo processo contribuisce in modo essenziale a migliorare le presta-zioni e a rafforzare la motivazione e l’identificazione dei collaboratori.

I provvedimenti scaturiti dai progetti del management sa-nitario aziendale devono dunque tenere conto di tutti gli interessi. Essi devono collegare tra di loro le prospettive e le preferenze di tutti gli interessati, indipendentemen-te dal gruppo professionale, dal livello gerarchico o dal settore aziendale.Infatti, una maggiore partecipazione dei collaboratori non aumenta solo la loro fiducia e il loro impegno. Le proposte di miglioramento portano anche a una maggiore efficacia e produttività e a decisioni e prodotti migliori.

Management sanitario con Helsana Business HealthCon la prestazione di servizio Helsana Business Health, gli interessati passivi diventano partecipanti attivi. Con Helsana Business Health, Helsana offre gli strumenti per la messa in pratica di un management sanitario coerente. Le aziende ricevono un sostegno competente. Mediante un sondaggio tra i collaboratori, i manager sanitari analiz-zano le risorse e gli oneri e accompagnano i collaboratori durante un laboratorio di riflessione a sviluppare provve-dimenti di miglioramento.

Un management sanitario non sarebbe tuttavia completo se mancassero due elementi essenziali: il management delle assenze e quello delle generazioni. Impiegate in mo-do coerente, queste due prestazioni di servizio di Helsana Business Health aiutano le aziende a mantenere la salute e la produttività dei collaboratori, anzi, a promuoverla.

Ulteriori informazioni su Helsana Business Health sono disponibili sul sitowww.helsana.ch/management-sanitario

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Pubbliredazionale

cOME SONO aSSIcUraTI I rOBOT TagLIaErBa?L’agenzia generale Marco Ferrari della Mobiliare a Lugano informa

Sempre più persone utilizzano dei robot

per tagliare il prato del proprio giardino.

Ma c’è anche qualche svantaggio. Leggete

come assicurare questi attrezzi che possono

costare anche diverse migliaia di franchi

I robot tagliaerba, attrezzi ad alta tecnologia, ta-gliano il prato come guidati da una mano invisibile. E quando le batterie stanno per scaricarsi vanno automaticamente alla stazione di ricarica prima di continuare a svolgere il proprio lavoro. Pur essendo robusti, questi costosi apparecchi possono essere danneggiati o rubati.

FurtoDurante la stagione calda i robot tagliaerba si tro-vano in genere all’aperto e sono una facile preda per i ladri. Per questo, alcuni modelli dispongono di un allarme antifurto. In caso di furto l’assicura-zione mobilia domestica risarcisce il valore a nuovo dell’attrezzo.

DanneggiamentiImmaginate che il vostro robot tagliaerba non sia dotato di sensore rivelatore di pioggia: se viene dan-neggiato dalla grandine o da un fulmine, il danno è coperto dell’assicurazione mobilia domestica. Se viene messo fuori uso dalla caduta di un ramo o di un altro oggetto pesante, interviene l’assicurazione casco mobilia domestica. Essa copre danni impre-visti e improvvisi provocati da fattori esterni e può essere stipulata come aggiunta alla vostra polizza mobilia domestica. L’assicurazione casco mobilia domestica copre diversi oggetti in modo forfettario (robot tagliaerba, strumenti musicali, impianti stereo o gioielli), senza dover dichiarare i singoli oggetti: in

questo modo gli oneri amministrativi sono ridotti. La somma di assicurazione può essere scelta libe-ramente fino ad un limite di 30’000 franchi; questa somma definisce l’indennizzo massimo in caso di sinistro. Per sapere quali oggetti sono assicurabili, potete consultare le condizioni in internet o rivolgervi al vostro consulente assicurativo e previdenziale.

Questo tema vi riguarda? Rispondiamo volentieri alle vostre domande allo +41 91 224 24 24 oppure via e-mail: [email protected] informazioni sul sito www.mobilugano.ch

La Mobiliare è la prima società privata d’assicurazio-ni svizzera. Fondata nel 1826 sul principio coopera-tivo, la clientela partecipa al successo dell’impresa e gode periodicamente di pagamenti dal fondo ec-cedenze.

La Mobiliare è un solido assicuratore generale atti-vo sia in ambito individuale che aziendale, con una vasta gamma di assicurazioni per stabili, economie domestiche, responsabilità civile, veicoli a motore, malattia, infortunio, previdenza privata, ecc..

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Vita dei Soci

“DISEgNIaMO” IL prOgraMMa gESTIONaLE SU MISUra pEr VOILo “Studio Picas SA” e la “Chiodoni Luigi SA”, come il migliore degli architetti disegnano e strutturano il vostro programma gestionale su misura

Didier BoissardMarketing Manager Studio Picas SA

Paolo BentoglioDirettore, EconomistaaziendaleChiodoni Luigi SA

Strutturare al meglio un programma gestionale, tenendo conto delle singole esigenze dei nostri clienti, equivale al lavoro di un architetto che deve trasformare la visione del committente in una pratica realtà. Con questa formula di Gentlemen’s agree-ment operiamo semplicemente ed in maniera efficace proprio perché mettiamo al centro del progetto l’impresa, l’azienda ed il cliente che richiedono una soluzione mirata. Grazie al programma SelectLine, abbiamo l’opportunità di tracciare ed elaborare la soluzione più adatta, potendo inserire diversi mo-duli ed implementare le diverse funzioni affinché si ottenga un risultato ottimale.Per noi è importante che le funzionalità e la gestione del pro-gramma siano intuitive e soddisfino al meglio le aspettative del cliente, sia sotto l’aspetto pratico che finanziario. Facendo della consulenza e dell’istruzione un punto di forza, siamo in grado di cogliere al meglio quello che sono i criteri e le funzioni normal-mente utilizzate, inserendo se necessario i migliori correttivi.L’obbiettivo che ci poniamo è proprio quello di creare una “struttura” gestionale completa e di supporto per tutte le ope-razioni che con altri programmi richiederebbero sicuramente più dispendio, d’energie, di tempo e di risorse.SelectLine, da questo punto di vista potrebbe essere visualiz-zato come programma “chiavi in mano”, ma sempre soggetto a cambiamenti, aggiunte e adattamenti tipici di un modello che deve, gioco forza, adattarsi agli sviluppi aziendali e gestionali.Il parallelismo con l’abitazione sorge spontaneo proprio perché, come spesso accade, una volta che il progetto va a buon fine e viene realizzata fisicamente la casa, ci troviamo confrontati con l’esigenza, non ponderata, a cui rimediamo con aggiunte, trasformazioni ed adattamenti.

La versatilità e la stabilità del programma SelectLine garanti-scono, anche grazie ad un concetto modulare, un’efficace ed efficiente gestione degli ordini, della cassa, della contabilità finanziaria, come pure dei salari e delle poste aperte.

Naturalmente, per far si che la “costruzione” sia completa, i no-stri “architetti”, grazie anche all’esperienza trasmessa da oltre 20’000 aziende svizzere che utilizzano il prodotto SelectLine, hanno elaborato e studiato ulteriori moduli complementari.L’integrazione e l’aggiunta di servizi quali la registrazione e la gestione delle prestazioni da fatturare, la gestione delle tarif-fe per collaboratore e l’allestimento automatico del resoconto dell’IVA, sono solo un piccolo tassello all’interno della costru-zione ideale e su misura che SelectLine offre.

Ora possiamo soltanto sperare d’aver stuzzicato la vostra cu-riosità ed invitarvi a prendere contatto con i nostri uffici per fissare un incontro senza impegno con un nostro responsabile.Saremo lietissimi di fare la vostra conoscenza e di potervi pre-sentare concretamente un progetto che, mattone dopo matto-ne, potrà diventare realtà.

Gentlemen’s agreement per il Ticino

Chiodoni Luigi SAVia Moncucco 16900 LuganoTel. +41 91 966 88 44Fax +41 91 966 39 [email protected]

Studio Picas SAVia Mulini 66934 BioggioTel. +41 923 36 59Fax +41 923 37 [email protected]

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termoidraulicae delle energie

rinnovabili

Mercato Coperto - GiubiascoGiovedì e venerdì dalle ore 17 alle 22.00

Sabato dalle ore 13.30 alle 19.00

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www.ticinoimpiantistica.com

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Man

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libera

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CAMPAGNA_TINEXT_DEF.pdf 1 14.09.2011 09:45:34