DTL INCONTRAAttività di prevenzione e promozione - Art. 8 del D.Lgs. n. 124/2004
Dalla scuola al lavoro: Dalla scuola al lavoro: conoscere per scegliereconoscere per scegliere
Seminario di informazioneSeminario di informazione
Direzione Territoriale del Lavoro Direzione Territoriale del Lavoro di Maceratadi Macerata
Cos’è? - Il rapporto giuridico nato dall’accordo (contratto) tra due soggetti (datore di lavoro e
lavoratore), che consiste nello scambio tra prestazione lavorativa e retribuzione/compenso
Requisito - Per costituire un regolare rapporto di lavoro il lavoratore deve aver compiuto 15 anni
per l’apprendistato ovvero 16 anni ed aver assolto l’obbligo scolastico (10 anni di
istruzione obbligatoria)
Il rapporto di lavoroIl rapporto di lavoro
Subordinato – il lavoratore dipende dal potere organizzativo, direttivo e disciplinare del datore.
Parasubordinato – la prestazione del lavoratore è prevalentemente personale; transitoria, ma non occasionale; coordinata in maniera funzionale con la struttura del committente.
Autonomo – il lavoratore si autodetermina e assume in proprio il rischio economico del suo lavoro.
Associativo – il lavoratore opera assieme ad altri in un contesto di società (socio d’opera, socio lavoratore nelle cooperative) o di associazione all’impresa (associato in partecipazione con apporto di lavoro)
TipologieTipologie
Per instaurare un valido e regolare rapporto di lavoro subordinato il datore di lavoro ha l’obbligo di:a) trasmettere in via telematica apposita
comunicazione di assunzione al Centro per l’Impiego entro il giorno che precede a quello di
instaurazione del rapporto di lavoro;b) consegnare al lavoratore, al momento
dell’assunzione prima dell’inizio del lavoro, una dichiarazione di assunzione (copia della
comunicazione già trasmessa o copia del contratto di lavoro sottoscritta da entrambe le parti).
Diciamo «No» al lavoro «in nero»Diciamo «No» al lavoro «in nero»
• a tempo indeterminato o a termine• a tempo pieno o parziale • lavoro intermittente o a chiamata• somministrazione di lavoro• apprendistato
LAVORO SUBORDINATOLAVORO SUBORDINATO
• collaborazione coordinata e continuativa a progetto• associazione in partecipazione• contratto d’opera• lavoro autonomo (in partita IVA)• lavoro occasionale
lavoro accessorio (con voucher) stage (tirocinio formativo e di orientamento)
LAVORO NON SUBORDINATOLAVORO NON SUBORDINATO
Il contratto a tempo determinato è un contratto di lavoro subordinato dove è indicata la durata
dello stesso e quindi la data di fine del rapporto. Perché sia valido, nel contratto (in forma scrittain forma scritta)
deve essere esplicitato la motivazione della durata limitata. Questo contratto costituisce
un’eccezione, in quanto “il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato costituisce la
forma comune di rapporto di lavoro”.
CONTRATTO A TEMPO DETERMINATOCONTRATTO A TEMPO DETERMINATO
Di norma la definizione del termine di fine rapporto di lavoro è consentita solo a fronte di ragioni
(causale) di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo, da specificare nel
contratto.L’azienda, la prima volta che stipula un contratto di lavoro a tempo determinato con un lavoratore, può
farlo senza l’obbligo di indicare la causale (contratto a termine acausalecontratto a termine acausale).
CONTRATTO A TEMPO DETERMINATOCONTRATTO A TEMPO DETERMINATO
Il primo contratto acausale ha una durata massima di 12 mesi e può essere concluso per qualsiasi tipo di mansione, tra un lavoratore e un
datore di lavoro, sia come primo contratto a termine che come prima missione di lavoro in
somministrazione a tempo determinato.
Il contratto acausale è prorogabile, nei limiti della durata massima prevista.
CONTRATTO A TEMPO DETERMINATOCONTRATTO A TEMPO DETERMINATO
I contratti collettivi, anche aziendali, oltre a poter stabilire ulteriori ipotesi di acausalità, possono prevedere una durata maggiore dei 12 mesi
oppure che il contratto si possa stipulare anche con lavoratori che abbiano già avuto un
precedente rapporto di lavoro subordinato.
CONTRATTO A TEMPO DETERMINATOCONTRATTO A TEMPO DETERMINATO
Per evitare un’eccessiva reiterazione di rapporti di lavoro a termine tra le stesse parti è stato
confermato sia il limite di durata complessiva pari a 36 mesi, sia l’intervallo che deve
intercorrere tra un contratto e quello successivo.Raggiunti i 36 mesi cumulativi di tutti i periodi di lavoro a termine, è possibile stipulare un ulteriore
contratto secondo una procedura innanzi alla Direzione territoriale del lavoro e con l'assistenza di un rappresentante di una delle organizzazioni
sindacali maggiormente rappresentative.
CONTRATTO A TEMPO DETERMINATOCONTRATTO A TEMPO DETERMINATO
L’intervallo da rispettare tra la stipula di un contratto a termine e un altro è di 10 giorni nel caso di un primo contratto di durata inferiore a 6 durata inferiore a 6
mesi mesi e 20 giorni nel caso di un contratto di durata superiore a 6 mesidurata superiore a 6 mesi. Altrimenti il secondo contratto si trasforma a tempo indeterminato.
Tale limitazione non si applica nei confronti dei lavoratori impiegati nelle attività stagionali e nelle ipotesi individuate dalla contrattazione collettiva,
anche aziendale.
CONTRATTO A TEMPO DETERMINATOCONTRATTO A TEMPO DETERMINATO
Per venire incontro alle esigenze delle imprese, è stato ampliato il numero di giorni in cui il
contratto, anche acausale, può proseguire di fatto oltre la scadenza, retribuendo in misura
maggiore il lavoratore, con il 20% della retribuzione fino al decimo giorno e con il 40%
per ogni giorno ulteriore. La prosecuzione oltre i 30 giorni per contratti di durata inferiore ai 6
mesi e i 50 giorni per quelli di durata superiore comporta la trasformazione a tempo
indeterminato.
CONTRATTO A TEMPO DETERMINATOCONTRATTO A TEMPO DETERMINATO
Non si tratta propriamente di una tipologia contrattuale, ma di un particolare regime
dell’orario di lavoro del rapporto di lavoro, che permette al lavoratore di coniugare i propri tempi di vita personale e familiare con quelli del lavoro.
Il part-timepart-time implica un orario di lavoro inferiore a quello ordinario (full-timefull-time), individuato in 40 ore
settimanali, ovvero un minor orario rispetto a quello previsto dalla contrattazione collettiva.
CONTRATTO A TEMPO PARZIALECONTRATTO A TEMPO PARZIALE
Nel part-time la riduzione dell'orario può essere: •di tipo orizzontaledi tipo orizzontale, quando il dipendente lavora
tutti i giorni ma meno ore rispetto all’orario normale giornaliero;
•di tipo verticaledi tipo verticale, quando il dipendente lavora a tempo pieno ma solo alcuni giorni della
settimana, del mese o dell’anno; •di tipo mistodi tipo misto, quando si ha una combinazione delle
due forme precedenti.
CONTRATTO A TEMPO PARZIALECONTRATTO A TEMPO PARZIALE
Il contratto di lavoro deve contenere la precisa determinazione degli orari ridotti in modo da
permettere al lavoratore l’organizzazione e la gestione del proprio tempo.
L’orario può però essere modificato tramite l’apposizione, in forma scritta nel contratto, di
clausole flessibili ed elastiche, la cui applicazione deve essere preavvisata al
lavoratore.
CONTRATTO A TEMPO PARZIALECONTRATTO A TEMPO PARZIALE
Le clausole flessibili prevedono la possibilità di modificare la collocazione temporale della
prestazione di lavoro e possono essere contenute in tutte e tre le tipologie di contratto part-time.
Le clausole elastiche prevedono la possibilità di aumentare il numero delle ore della prestazione
di lavoro rispetto a quanto fissato originariamente e possono essere stipulate nei rapporti di part-
time verticale o misto.
CONTRATTO A TEMPO PARZIALECONTRATTO A TEMPO PARZIALE
La disponibilità ad accettare clausole flessibili o clausole flessibili o elasticheelastiche deve risultare da uno specifico patto scritto, anche contestuale al contratto di lavoro; l’eventuale rifiuto del lavoratore non integra gli
estremi del giustificato motivo di licenziamento.
CONTRATTO A TEMPO PARZIALECONTRATTO A TEMPO PARZIALE
E' un contratto che si può attivare se si presenta la necessità di utilizzare un lavoratore per prestazioni a carattere discontinuo (lavoratori dello spettacolo, receptionist, camerieri) e il datore di lavoro può servirsi della prestazione del lavoratore, chiamandolo all’occorrenza.
Ad eccezione dei settori del turismo, dei pubblici esercizi e dello spettacolo, il lavoro intermittente è ammesso per ciascun lavoratore e con lo stesso datore di lavoro per un periodo non superiore a 400 giornate nell’arco di tre anni solari.
LAVORO INTERMITTENTELAVORO INTERMITTENTE
Nel caso in cui sia superato il limite dei 400 giorni, il rapporto di lavoro intermittente si trasforma in un rapporto a tempo pieno e indeterminato.
Il contratto di lavoro intermittente (forma scritta) può aversi: - nelle situazioni oggettive determinate dalla contrattazione collettiva (nazionale, territoriale, aziendale);- per i soggetti di età inferiore a 24 anni (le prestazioni a chiamata si devono concludere entro il 25esimo anno) oppure di età superiore a 55 anni.
LAVORO INTERMITTENTELAVORO INTERMITTENTE
E’ prevista inoltre una indennità di disponibilità nel caso in cui nel contratto il lavoratore si obbliga a rispondere alla chiamata.
Il datore di lavoro effettua, oltre alla comunicazione obbligatoria preassuntiva, una comunicazione prima di ogni chiamata del medesimo lavoratore, anche se all'interno di un ciclo mensile già comunicato, definendo modalità di comunicazione più snelle.
LAVORO INTERMITTENTELAVORO INTERMITTENTE
Il lavoro somministrato è un contratto in base al quale l'impresa (utilizzatrice) può richiedere manodopera (lavoratori) ad agenzie autorizzate (somministratori)
iscritte in un Albo tenuto dal Ministero del Lavoro.La somministrazione di lavoro coinvolge tre soggetti,
legati da due diverse forme contrattuali: •il contratto di somministrazione contratto di somministrazione stipulato tra
utilizzatore e agenzia di natura commerciale a tempo determinato o a tempo indeterminato;
•il contratto di lavoro contratto di lavoro stipulato tra somministratore e lavoratore che può essere a tempo determinato o a
tempo indeterminato.
SOMMINISTRAZIONE DI LAVOROSOMMINISTRAZIONE DI LAVORO
Il contratto di somministrazione di manodopera esige la forma scritta, in assenza della quale il contratto è nullo e i lavoratori sono considerati a tutti gli effetti
alle dipendenze del soggetto che ne utilizza la prestazione lavorativa.
Il pagamento della retribuzione al lavoratore e il versamento dei contributi previdenziali e assicurativi sono a carico del somministratore, con il rimborso
successivo da parte dell’utilizzatore.
SOMMINISTRAZIONE DI LAVOROSOMMINISTRAZIONE DI LAVORO
Nel contratto di somministrazione a tempo determinato va indicata la causale di utilizzo, ma per la prima
missione di durata non superiore a 12 mesi, la causale può non essere indicata. L'acausalità del
contratto di somministrazione può essere prevista in ogni altra ipotesi individuata dai contratti collettivi,
anche aziendali, stipulati dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro
comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.
SOMMINISTRAZIONE DI LAVOROSOMMINISTRAZIONE DI LAVORO
Non occorre la causale di utilizzo anche per: • utilizzo di lavoratori in mobilità (durata massima di 12
mesi, con il beneficio degli sgravi contributivi); • utilizzo di soggetti disoccupati percettori dell'indennità
ordinaria di disoccupazione, da almeno 6 mesi; • utilizzo di soggetti percettori di ammortizzatori sociali,
anche in deroga, da almeno 6 mesi; • utilizzo di lavoratori "svantaggiati" o "molto svantaggiati" (Regolamento CE n. 800/2008);
• ulteriori ipotesi individuate dai contratti collettivi nazionali, territoriali ed aziendali.
SOMMINISTRAZIONE DI LAVOROSOMMINISTRAZIONE DI LAVORO
I lavoratori in somministrazione hanno diritto a condizioni di base di lavoro e d'occupazione condizioni di base di lavoro e d'occupazione
complessivamente non inferiori a quelle dei dipendenti di pari livello dell'utilizzatore.
Il lavoratore assunto a tempo indeterminato dall’agenzia di lavoro, ha diritto ad una indennità di disponibilità per i periodi in cui non è in missione
presso un utilizzatore.
SOMMINISTRAZIONE DI LAVOROSOMMINISTRAZIONE DI LAVORO
Il contratto di somministrazione di lavoro a tempo somministrazione di lavoro a tempo indeterminatoindeterminato (c.d. staff leasing) è ammesso solo
per lo svolgimento di determinate attività e per i casi previsti dalla legge Biagi (d.lgs. n. 276/2003).
In questi casi rientra anche lo svolgimento dell’apprendistato: “in tutti i settori produttivi, in caso di utilizzo da parte del somministratore di uno o più lavoratori assunti con contratto di apprendistato”.
SOMMINISTRAZIONE DI LAVOROSOMMINISTRAZIONE DI LAVORO
L'apprendistato è un contratto di lavoro a contenuto formativo finalizzato a favorire l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro attraverso l'acquisizione di un mestiere e/o di una professionalità specifica direttamente all'interno di un'impresa.Il datore di lavoro assume l’obbligo di garantire una formazione professionale all’apprendista e di versargli un corrispettivo per l’attività lavorativa svolta.
APPRENDISTATOAPPRENDISTATO
L’apprendistato è un contratto a tempo indeterminato che consente di imparare un mestiere, ma anche di diventare un tecnico specializzato o di avviarti alla carriera di quadro o manager aziendale.Solo al termine di un periodo formativo della durata generalmente di tre anni, l’impresa e il giovane decidono se interrompere il rapporto o proseguirlo.
APPRENDISTATOAPPRENDISTATO
Il contratto di apprendistato è definito secondo le tipologie:a) apprendistato per la qualifica professionale e per il
diploma professionale;b) apprendistato professionalizzante o contratto di
mestiere;c) apprendistato di alta formazione e ricerca.
Ma anche: d) apprendistato per la qualificazione professionale
dei lavoratori in mobilità
APPRENDISTATOAPPRENDISTATO
Dal 1° gennaio 2013 il datore di lavoro con più di 10 dipendenti, anche per il tramite di un'agenzia di
somministrazione, può assumere apprendisti nel numero di 2 ogni 3 dipendenti specializzati e qualificati.
I datori di lavoro con meno di 10 dipendenti non possono superare il limite del 100% di assunzioni di apprendisti
rispetto ai dipendenti specializzati e qualificati.Il datore di lavoro senza dipendenti specializzati o qualificati
o che ne ha meno di 3, assume fino a 3 apprendisti. Le imprese artigiane hanno limiti dimensionali più ampi previsti dalla legge-quadro sull'artigianato (L. 443/1985).
APPRENDISTATOAPPRENDISTATO
La durata minima del periodo di formazione in apprendistato è di 6 mesi, a meno che non si tratti di
attività stagionali (in questo caso la durata può essere inferiore). Il contratto deve avere forma scritta e
contemplare, entro i 30 giorni dalla stipulazione, un piano formativo individuale.
Sono previsti il divieto della retribuzione a cottimo e quello per le parti di recedere dal contratto,
durante il periodo della formazione, in assenza di una giusta causa
APPRENDISTATOAPPRENDISTATO
Vi è inoltre la possibilità di inquadrare il lavoratore fino a due livelli più in basso rispetto alla
categoria spettante, di far proseguire il rapporto come un ordinario rapporto di lavoro subordinato a tempo
indeterminato o di recedervi al termine del periodo di formazione.
Il datore di lavoro può rilasciare una dichiarazione per l’accertamento e per la certificazione delle
competenze e della formazione svolta dall’apprendista.
APPRENDISTATOAPPRENDISTATO
Apprendistato per la qualifica e per il diploma Apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale professionale - Possono essere assunti con apprendistato per la qualifica e per il diploma
professionale, in tutti i settori di attività e anche per l'assolvimento dell'obbligo scolastico, i soggetti tra i 15 e
i 25 anni. La regolamentazione dei profili normativi è demandata alle Regioni:
1.definizione della qualifica o diploma professionale; 2.previsione di un monte ore di formazione;
3.rinvio ai contratti collettivi di lavoro delle modalità di erogazione della formazione aziendale nel rispetto degli
standard generali fissati dalle Regioni.
APPRENDISTATOAPPRENDISTATO
Apprendistato professionalizzante o contratti di Apprendistato professionalizzante o contratti di mestiere mestiere - E’ finalizzato al conseguimento di una qualifica professionale a fini contrattuali. Possono
essere assunti i soggetti tra i 18 e i 29 anni (17 anni per chi è in possesso di qualifica professionale).
Alla formazione per l’acquisizione delle competenze tecnico-professionali e specialistiche in funzione del
profilo professionale stabilito, si affianca l’acquisizione di competenze di base e trasversali per complessive di 120 ore di formazione per la durata del triennio.
APPRENDISTATOAPPRENDISTATO
Apprendistato di alta formazione e di ricerca - Possono essere assunti in tutti i settori di attività i
soggetti tra i 18 e i 29 anni per il conseguimento di un diploma di istruzione secondaria superiore, di titoli di studio universitari e dell'alta formazione, compresi i dottorati di ricerca, per la specializzazione tecnica
superiore, per il praticantato per l'accesso alle professioni. La regolamentazione e la durata sono
stabilite dalle Regioni. In assenza di regolamentazioni regionali l'attivazione dell'apprendistato è rimessa ad apposite convenzioni stipulate tra i datori di lavoro e
le istituzioni formative.
APPRENDISTATOAPPRENDISTATO
Questa tipologia di contratto è stata introdotta nel nostro ordinamento dalla Legge Biagi, nel tentativo di disciplinare e regolarizzare i rapporti di collaborazione
coordinata e continuativa, collegandoli ad uno specifico progetto. In assenza di un progetto specifico, il rapporto è considerato di lavoro subordinato, salva
la prova contraria del committente. Il cosiddetto «co.co.pro.» costituisce una forma di lavoro
non subordinato per la cui instaurazione è tassativamente necessaria la forma scritta.
LAVORO A PROGETTOLAVORO A PROGETTO
Sono sottratti alla disciplina delle «co.co.pro.» le prestazioni intellettuali professionali per l'esercizio delle quali è necessaria l'iscrizione ad albi o ordini professionali, nonché le collaborazioni coordinate e continuative utilizzate a fini istituzionali a favore di
associazioni e società sportive dilettantistiche affiliate a federazioni sportive nazionali, quelle rese da
soggetti che percepiscono la pensione di vecchiaia e per i componenti di organi di governance delle
società.
LAVORO A PROGETTOLAVORO A PROGETTO
Sono escluse dal campo di applicazione della disciplina del co.co.pro. quelle prestazioni lavorative prestazioni lavorative
occasionali occasionali di durata non superiori alle 30 giornate nel corso dell'anno solare (ovvero 240 ore nell'anno
solare nell'ambito dei servizi di cura ed assistenza alla persona), definendosi così il concetto di
collaborazione occasionalecollaborazione occasionale o «mini-co.co.co.»
LAVORO A PROGETTOLAVORO A PROGETTO
Il progetto deve essere funzionalmente connesso al conseguimento di un risultato finale e non può
consistere in una mera riproposizione dell’oggetto oggetto socialesociale dell’impresa committente, né in compiti compiti
meramente esecutivi e ripetitivimeramente esecutivi e ripetitivi.
Quando l’attività del collaboratore a progetto è analoga a quella svolta da lavoratori subordinati, salva prova contraria del committente, la collaborazione viene considerata un rapporto di lavoro subordinato fin
dall'inizio.
LAVORO A PROGETTOLAVORO A PROGETTO
Il contratto a progetto non prevede un orario non prevede un orario rigido o un monte ore predeterminato ma l’assolvimento del
progetto nei tempi e modi indicati al momento della stipula del contratto.
Le parti possono risolvere per giusta causa la collaborazione prima della scadenza del termine,
mentre il committente potrà recedere anche quando il collaboratore non risulti professionalmente idoneo per realizzare il progetto, così come il collaboratore potrà recedere con preavviso nel caso in cui tale facoltà sia
prevista nel contratto.
LAVORO A PROGETTOLAVORO A PROGETTO
Il compenso del collaboratore, proporzionato alla qualità e quantità di lavoro prestato, non potrà essere inferiore ai minimi contrattuali previsti per mansioni
equiparabili a quelle svolte dal collaboratore e calcolate sulla media dei contratti collettivi di
riferimento.
LAVORO A PROGETTOLAVORO A PROGETTO
Si tratta del contratto con cui il titolare di un’impresa (associante) attribuisce ad un lavoratore (associato) il diritto alla partecipazione degli utili d’impresapartecipazione degli utili d’impresa, in cambio di un determinato apporto che può consistere
anche in una prestazione di lavoro.
L’associante mantiene la gestione e il diritto agli utili, ma deve pagare all’associato la quota stabilita nel
contratto.
ASSOCIAZIONE IN PARTECIPAZIONEASSOCIAZIONE IN PARTECIPAZIONE
L’utilizzo del contratto è limitato a soli 3 associati indipendentemente dal numero degli associanti.
Fanno eccezione le partecipazioni di lavoratori legati da rapporti parentali con l’associante (coniuge, parentela
entro il terzo grado o affinità entro il secondo).
Derogano al limite anche le imprese a scopo mutualistico, per gli associati individuati dall'organo
assembleare, e i rapporti tra produttori e artisti, interpreti ed esecutori, e per la realizzazione di
produzioni multimediali.
ASSOCIAZIONE IN PARTECIPAZIONEASSOCIAZIONE IN PARTECIPAZIONE
La violazione del limite numerico comporta l'assunzione a tempo indeterminato degli associati.
La stessa sanzione è prevista anche per: •mancata partecipazione agli utili della società •mancata consegna del rendiconto societario
•apporto privo dei caratteri del lavoro autonomo
ASSOCIAZIONE IN PARTECIPAZIONEASSOCIAZIONE IN PARTECIPAZIONE
Si tratta del contratto destinato ai lavoratori autonomi.Il lavoro autonomo con partita IVA, per evitare abusi, non
deve presentare tre criteri presuntivi:• durata superiore a 8 mesi annui, nel corso di due anni
solari consecutivi;• riconducibilità ad un soggetto o centro di imputazione di
interessi di un corrispettivo superiore all’80% del reddito prodotto in due anni solari consecutivi;
• postazione di lavoro presso una sede del committente.Se il rapporto presenta due dei tre presupposti sussiste una
co.co.co. e, in assenza di progetto specifico, un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.
LAVORO AUTONOMO IN PARTITA IVALAVORO AUTONOMO IN PARTITA IVA
Per escludere i criteri presuntivi e quindi per considerare genuina la collaborazione a partita IVA è necessario un
compenso minimo di 18 mila euro lordi annui (nel 2012), elevate competenze professionali del collaboratore o la iscrizione ad un albo o ordine o elenco professionale.
In presenza di tali presupposti la collaborazione viene considerata realmente autonoma, impedendo che scatti
la trasformazione in lavoro subordinato.
LAVORO AUTONOMO IN PARTITA IVALAVORO AUTONOMO IN PARTITA IVA
Con lavoro accessorio si regolamentano prestazioni non riconducibili alle tipologie contrattuali tipiche del lavoro
subordinato o del lavoro autonomo. Il lavoro accessorio va inteso come l’insieme di prestazioni
lavorative che non danno luogo, con riferimento alla totalità dei committenti, a compensi superiori a €
5.000 nel corso di un anno solare. Non rileva il riferimento a prestazioni meramente
occasionali che caratterizzava in precedenza il lavoro accessorio.
LAVORO ACCESSORIOLAVORO ACCESSORIO
Nei confronti del singolo committente, imprenditore commerciale o professionista (intendendosi per
imprenditore commerciale qualsiasi persona fisica o giuridica che opera in un determinato mercato), si applica il limite massimo di 2.000 euro, fermo
restando il limite massimo di 5.000 euro.
Per il lavoratore, il compenso è esente da ogni imposizione fiscale e non incide sul suo stato di
disoccupato o inoccupato.
LAVORO ACCESSORIOLAVORO ACCESSORIO
Nel settore agricolo il lavoro accessorio opera in relazione:1. alle attività agricole stagionali svolte a favore di
aziende di qualsiasi dimensione da studenti sotto i 25 anni e iscritti ad un ciclo scolastico o universitario e da
pensionati; 2. a qualsiasi tipologia di attività agricola svolta a favore di piccoli produttori agricoli (con volume di affari
non superiore ai 7.000 euro), da qualsiasi soggetto, purché non iscritto l'anno precedente nell'elenco dei
lavoratori agricoli.
LAVORO ACCESSORIOLAVORO ACCESSORIO
Il pagamento della prestazione occasionale di tipo accessorio avviene attraverso i cosiddetti vouchervoucher (o buoni lavoro) che garantiscono, oltre alla retribuzione, anche la copertura previdenziale presso l'INPS e quella
assicurativa presso l'INAIL.
L'attività lavorativa accessoria è delineata con riferimento al compenso annuale massimo complessivo di 5.000 euro
nell'anno solare, in capo al lavoratore e non più al committente, che anzi possono essere molteplici.
LAVORO ACCESSORIOLAVORO ACCESSORIO
In generale, non è possibile ricorrere al lavoro accessorio tramite intermediari o contratti di appalto e
di somministrazione, ad eccezione del servizio di steward della società calcistiche.
LAVORO ACCESSORIOLAVORO ACCESSORIO
Il tirocinio formativo è un contratto volto a favorire l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.
Per realizzare un tirocinio formativo è necessaria una convenzione tra ente promotore e soggetto ospitante
corredata da un progetto formativo redatto dal datore di lavoro.
TIROCINIO FORMATIVO E STAGETIROCINIO FORMATIVO E STAGE
• ente promotore: università, scuole superiori (pubbliche e private), provveditorati agli studi, agenzie per
l'impiego, centri pubblici di formazione professionale e/o orientamento, fondazioni dei consulenti del lavoro,
comunità terapeutiche e cooperative sociali, servizi di inserimento lavorativo per disabili, istituzioni formative
private non a scopo di lucro;
• soggetto ospitante: azienda, studio professionale, cooperativa, enti pubblici etc.
TIROCINIO FORMATIVO E STAGETIROCINIO FORMATIVO E STAGE
Sulla base dei criteri previsti dalla Riforma Fornero (Legge n. 92/2012), sono state elaborate il 24 gennaio 2013
dalla Conferenza Stato-Regioni le Linee guida Linee guida finalizzate a stabilire degli standard minimi uniformi e a evitare un
uso distorto ed illegittimo dell'istituto.
Tra questi criteri vi è anche il riconoscimento di un compenso minimo per le attività svolte dal tirocinante.
TIROCINIO FORMATIVO E STAGETIROCINIO FORMATIVO E STAGE
• tirocini “curriculari”tirocini “curriculari”: inclusi nei piani di studio delle università e degli istituti scolastici, la cui finalità è quella di affinare il processo di apprendimento e di formazione.
Devono essere promossi da soggetti ed istituzioni formative (università o istituti di istruzione secondaria
abilitati ai rilasci di titoli accademici, da istituzioni scolastiche che rilascino titoli di studio con valore legale, da centri professionali operanti in regime di convenzione
con regioni o province) a favore dei propri studenti e allievi frequentanti, per realizzare momenti di alternanza
tra studio e lavoro;
TIROCINIO FORMATIVO E STAGETIROCINIO FORMATIVO E STAGE
• tirocini di reinserimento o inserimento al lavorotirocini di reinserimento o inserimento al lavoro, cioè quelli svolti a favore dei disoccupati, compresi i
lavoratori in mobilità, e degli inoccupati. La disciplina di questi rapporti resta integralmente affidata alle Regioni;
• tirocini per categorie disagiatetirocini per categorie disagiate: soggetti in
trattamento psichiatrico, tossicodipendenti, alcolisti, condannati ammessi a misure alternative di detenzione;
• periodi di praticantato periodi di praticantato richiesti dagli ordini professionali.
TIROCINIO FORMATIVO E STAGETIROCINIO FORMATIVO E STAGE
http://www.cliclavoro.gov.ithttp://www.cliclavoro.gov.it
PER SAPERNE DI PIÙPER SAPERNE DI PIÙ
http://www.lavoro.mc.it/http://www.lavoro.mc.it/