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Materiali del corso di Comunicazione Digitale e Multimediale (CIM, Università di Pavia, a.a. 2013-2014) a cura di Paolo Costa. Forme e funzioni dell'intertestualità.
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Università di Pavia Comunicazione Innovazione Multimedialità
Comunicazione digitale e multimediale
LEGGERE E SCRIVERE
@paolocosta marzo-aprile 2014 CON TWITTER
LETTERATURA
4a di copertina: regole del gioco Tempo a disposizione: quindici minuti
Input: il titolo di un’opera letteraria inesistente, creato fondendo i titoli di due romanzi famosi e celebrati
Output: la quarta di copertina della nuova opera, che può nascere dalla contaminazione di temi e contenuti delle due opere di partenza, oppure completamente inventata (il testo deve avere la lunghezza esatta di 50 parole)
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4a di copertina: esempio
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Alla ricerca del tempo perduto + L’uomo senza qualità = Alla ricerca del tempo senza qualità
Ulrich è giovane, ricco, brillante. Ma vive nell’angoscia di un’insopportabile assenza. Inchiodato al tempo della felicità infantile, Ulrich è incapace di dare un senso al presente. Lo vedremo percorrere le strade dell’ideologia, della perversione sessuale e del misticismo: un doloroso vagare in cerca di una risposta che forse non c’è.
Un sistema di relazioni Ogni opera letteraria è in qualche misura debitrice di altri
testi, al punto che possiamo considerare la storia della letteratura come la mappa di questo complesso sistema di relazioni intertestuali.
L’intertestualità è stata oggetto di studio in particolare da parte della critica strutturalista, fra gli anni Sessanta e gli anni Settanta (Kristeva, Barthes, Genette, Eco), ma è tornata di moda con l’avvento dei nuovi media.
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Tipi di intertestualità L’intertestualità linguistica indica l’insieme dei rapporti che
intercorrono fra i testi di una determinata tipologia (es.: poesie, leggi, favole, ricette). Tale insieme è detto architesto.
In letteratura l’intertestualità è «la rete di relazioni che il singolo testo intrattiene con altri testi dello stesso autore (interna) o con modelli letterari impliciti o espliciti (esterna), sia coevi sia di epoche precedenti». (*)
In una prospettiva semiotica il concetto abbraccia qualsiasi tipo di testo (musica, pittura ecc.)
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(*) Vocabolario Treccani, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma, 1996.
Forme dell’intertestualità Criptomnesia: è un ricordo scambiato per creazione originale,
una forma di plagio involontario.
Citazione: è un rimando esplicito, ossia la ripresa – senza modifiche – di un testo all’interno di un altro testo. (*)
Allusione: il testo ospitato non è riferito alla lettera, ma si mescola più o meno ambiguamente con il testo ospitante.
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(*) Specifici marcatori grafici, come le virgolette, delimitano la citazione, la isolano dal testo ospitante e la rendono evidente. Inoltre la fonte è generalmente esplicitata, specie nei testi di carattere scientifico.
Forme dell’intertestualità Metatesto: è un testo che parla di un altro testo (per es. un
saggio di critica letteraria, ma anche un tweet come quelli realizzati sulla Zaira di Italo Calvino nella seconda lezione).
Paratesto: è il dispositivo periferico di un testo (per es. l’insieme di note, bibliografia, prefazione ecc. di una tesi di laurea).
Palinsesto: è un’opera che deriva interamente e in modo esplicito da un’altra opera (per es. l’Ulisse di James Joyce è un palinsesto dell’Odissea di Omero).
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Forme dell’intertestualità: parodia È l’imitazione - deliberata, riconoscibile e in genere con
intento caricaturesco – di un’opera altrui.
Spesso si parla anche di travestimento o pastiche.
La storia della letteratura antica e moderna è piena di esercizi parodici, anche di altissimo livello: pensiamo alla Batracomiomachia (di attribuzione incerta), alla Gerusalemme desolata di Giovanbattista Lalli (1635), alle antologie poetiche di Luciano Folgore o alla Nonita di Umberto Eco.
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Ipotesto e ipertesto L’ipotesto è l’insieme del materiale testuale alla base di un
ipertesto: L’Odissea di Omero è l’ipotesto dell’Ulisse di Joyce, e quest’ultimo è l’ipertesto dell’Odissea.
Come noto, l’espressione ipertesto ha anche un altro significato: quello di insieme di testi messi in relazione fra loro da connessioni (dette oggi collegamenti ipertestuali o – nel gergo informatico – hyperlink).
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La scrittura come riscrittura Ci domandiamo: è possibile una scrittura che non sia, in
quanto tale, riscrittura? È possibile, cioè, un’esperienza letteraria fuori dalla dimensione della intertestualità?
In realtà qualunque testo può essere letto come «l’effetto di spinte presenti in [testi] precedenti» (*) e come il contenitore di «spinte di cui i testi successivi saranno il risultato». (*)
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(*) Cesare Segre, Avviamento all’analisi del testo letterario, Einaudi, Torino, 1985.
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«La mia ambizione di scrittore è dunque di esplorare, e in ogni caso
di circoscrivere, i campi della scrittura in tutti gli ambiti in cui tale scrittura mi ha permesso di
scrivere a mia volta.» George Perec, Conversazione con
Jean-Marie Le Sidaner, 1979
Variare e citare
Alain Jacquet Le Déjeuner sur l’herbe 1964 Centre Pompidou, Musée national d'art moderne, Paris
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L’immagine formula spesso un discorso su un’altra immagine, più che sulla realtà. L’opera di Jacquet è un omaggio ironico e innamorato a uno dei dipinti-chiave dell’arte moderna, Le déjeuner sur l'herbe di Édouard Manet, realizzato fra il 1862 e il 1863.
Il quadro è realizzato a partire da una fotografia, serigrafata su tela e ritoccata con acrilico.
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Qui ci va il testo della slide, che può arrivare fino in fondo e può contenere parti evidenziate in grassetto grigio (anche al posto del corsivo).
Giorgione Il concerto campestre 1510 ca. Musée du Louvre, Paris
La fonte classica di Manet
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Qui ci va il testo della slide, che può arrivare fino in fondo e può contenere parti evidenziate in grassetto grigio (anche al posto del corsivo).
Pablo Picasso Le déjeuner sur l'herbe 1960 Musée National Picasso, Paris
Un altro «plagio» famoso
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Qui ci va il testo della slide, che può arrivare fino in fondo e può contenere parti evidenziate in grassetto grigio (anche al posto del corsivo).
Rip Hopkins Muses d'Orsay 2006
Fotografia come remix
Dal film al quadro
Bernard Rancillac Hiroshima mon amour 2008 Galerie Nicomède, Biarritz
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La pittura riflette sulle modalità espressive di altri media visuali, in questo caso del cinema. L’opera riprende piuttosto fedelmente una scena del film di Alain Resnais Hiroshima Mon Amour (Francia 1959). Scritta da Marguerite Duras e candidato all’Oscar nel 1961, la pellicola è interpretata da Emmanuelle Riva e Eiji Okada.
Dal quadro al video
Bill Viola The Greeting 1995
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L’artista americano non imita la forma, ma ripropone l’emotività e la spiritualità dell’originale. Bill Viola rivisita l’arte di Jacopo Pontormo (La visitazione di Carmignano, 1528-1530, Carmignano PO). Usa il mezzo elettronico per indagare del passato, con particolare riguardo alla tradizione della pittura medioevale e rinascimentale di carattere religioso.