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CALENDARIO 2009 LÌ CI VEDONO!! Luoghi misteriosi del nostro territorio Inserto Redazionale allegato al n. 6-2008 dell’Oratorio di Anghiari Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia I l focolare, col ceppo che scoppietta in fondo e la brace davanti per arrostire le castagne, non c’è più! Così pure non c’è più la grande cucina con le pareti affumicate dal camino che, nei giorni di vento, tira male. E non c’è più il vecchio, il capoccia, che, mentre manovra la padella coi buchi, racconta con voce pacata e tono uniforme, storie strane, curiose, di solito paurose. Tutti attorno ascoltano e si scaldano. È tipico il riscaldamento da focolare… La parte anteriore dei corpi gode del tepore; a volte il fuoco, troppo violento, costringe ad arretrare i banchetti e gli sgabelli: la vampa del ceppo riesce anche a scottare le mani ed arrossare violentemente i volti. Ma dietro? La schiena normalmente è al fred- do! Sarà il cucinone troppo grande, saranno le storie del vecchio -o l’uno e l’ altro assieme- ma spesso un brivido corre rapido giù per la schiena e, nei più piccoli, diventa paura. Effetto della storia? Effetto della febbre che arriva? Difficile dirlo! Oggi sono altri tempi. Quello descritto è un mondo che non c’è più; ma le storie restano. Gli ultimi ragazzi che hanno visto e sentito quel mondo, che si sono buscati in quei tempi là la febbre o una gran paura, oggi sono gli ultraottan- tenni che, con la tipica inflessione anghiarese e lo spiccato accento dialettale, ricordano, vengono registrati dagli innamorati della tradizione ed offrono, quindi, informazioni e notizie preziose; che, senza di loro, sparirebbero irrimediabilmente. Anzi: ci sarebbe da chiedersi quante sono quelle strane storie definitivamente scomparse; perché quelle che raccontiamo in questa edizione del calendario, probabilmente, sono un residuo, dei relitti fortunosamente sopravvissuti. *** N on è un caso che le storie del focolare abbiano sempre un tono favolistico, fantastico e misterioso, comincino spesso col tradizionale ‘Una volta, tanto tempo fa…!’ che nelle favole dotte degli scrittori è diventato il noto adagio ‘C’era una volta…!’ Perché è così. Perché una volta, molto tempo prima di colui che narra, è successo che… e l’accaduto, di narratore in narratore, si cristallizza nella forma e con la trama che è giunta fino a questo calendario. È difficile dire a quando risalgano certe storie: alcune hanno l’aria di essere relativamente recenti; altre sono certa- mente antiche, altre ancora sicuramente antichissime. L’unica cosa certa è che i citti impauriti davanti al focolare diven- tano a loro volta vecchi che rilanciando le storie sentite lasciano a bocca aperta i citti della generazione più recente. Se si procedesse dunque a ritroso, non si saprebbe mai a quali tempi e a quali epoche -di bocca in bocca- si potrebbe risalire. Certo! Perché un’altra caratteristica di queste storie è che sono tutte narrazioni squisitamente orali. Non c’è nulla di scritto prima. C’è solo il ricordo del vecchio che, semplicemente, ridice -così come ne è capace; con la sensibilità nuova dovuta alla saggezza ed all’esperienza- storie che a sua volta un vecchio gli aveva raccontato quando era bambino. Nelle lunghe notti dell’inverno… davanti al focolare!

2009-0 Calendario dell'Oratorio di Anghiari

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LÌ CI VEDONO!! Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia Luoghi misteriosi del nostro territorio *** Inserto Redazionale allegato al n. 6-2008 dell’Oratorio di Anghiari Edizione riservata ai lettori dell’Oratorio Enzo Papi Per le fasi lunari sono state utilizzate le pagine internet di Marco Menichelli, Fiesole, http://www.marcomenichelli.it. *** Buona lettura! E ricordate… “Lì, ci vedono!” Anche oggi, all’epoca del computer! Inserto Redazionale allegato al n. 6-2008 dell’Oratorio

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CALENDARIO 2009LÌ CI VEDONO!!

Luoghi misteriosi del nostro territorio

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Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

Il focolare, col ceppo che scoppietta in fondo e la brace davanti per arrostire le castagne, non c’è più! Così pure non c’è più la grande

cucina con le pareti affumicate dal camino che, nei giorni di vento, tira male. E non c’è più il vecchio, il capoccia, che, mentre manovra la padella coi buchi, racconta con voce pacata e tono uniforme, storie strane, curiose, di solito paurose. Tutti attorno ascoltano e si scaldano. È tipico il riscaldamento da focolare… La parte anteriore dei corpi gode del tepore; a volte il fuoco, troppo violento, costringe ad arretrare i banchetti e gli sgabelli: la vampa del ceppo riesce anche a scottare le mani ed arrossare violentemente i volti. Ma dietro? La schiena normalmente è al fred- do! Sarà il cucinone troppo grande, saranno le storie del vecchio -o l’uno e l’ altro assieme- ma spesso un brivido corre rapido giù per la schiena e, nei più piccoli, diventa paura. Effetto della storia? Effetto della febbre che arriva? Diffi cile dirlo!

Oggi sono altri tempi. Quello descritto è un mondo che non c’è più; ma le storie restano. Gli ultimi ragazzi che hanno visto e sentito quel mondo, che si sono buscati in quei tempi là la febbre o una gran paura, oggi sono gli ultraottan-tenni che, con la tipica infl essione anghiarese e lo spiccato accento dialettale, ricordano, vengono registrati dagli innamorati della tradizione ed offrono, quindi, informazioni e notizie preziose; che, senza di loro, sparirebbero irrimediabilmente. Anzi: ci sarebbe da chiedersi quante sono quelle strane storie defi nitivamente scomparse; perché quelle che raccontiamo in questa edizione del calendario, probabilmente, sono un residuo, dei relitti fortunosamente sopravvissuti.

***

Non è un caso che le storie del focolare abbiano sempre un tono favolistico, fantastico e misterioso, comincino spesso col tradizionale ‘Una volta, tanto tempo fa…!’ che nelle favole dotte degli scrittori è diventato il noto adagio ‘C’era una volta…!’

Perché è così. Perché una volta, molto tempo prima di colui che narra, è successo che… e l’accaduto, di narratore in narratore, si cristallizza nella forma e con la trama che è giunta fi no a questo calendario.

È diffi cile dire a quando risalgano certe storie: alcune hanno l’aria di essere relativamente recenti; altre sono certa-mente antiche, altre ancora sicuramente antichissime. L’unica cosa certa è che i citti impauriti davanti al focolare diven-tano a loro volta vecchi che rilanciando le storie sentite lasciano a bocca aperta i citti della generazione più recente. Se si procedesse dunque a ritroso, non si saprebbe mai a quali tempi e a quali epoche -di bocca in bocca- si potrebbe risalire. Certo! Perché un’altra caratteristica di queste storie è che sono tutte narrazioni squisitamente orali. Non c’è nulla di scritto prima. C’è solo il ricordo del vecchio che, semplicemente, ridice -così come ne è capace; con la sensibilità nuova dovuta alla saggezza ed all’esperienza- storie che a sua volta un vecchio gli aveva raccontato quando era bambino. Nelle lunghe notti dell’inverno… davanti al focolare!

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Edizione riservata ai lettori dell’Oratorio

Il nostro ringraziamento va alla Banca di An-ghiari e Stia che, con il suo contributo, ci ha permesso la stampa del calendario dell’Oratorio per il 2009.

Redazione: Alessandro Bivignani, Frido Camaiti.Caporedattore: Emmedipì (è sempre il Del Pia) Con la supervisione di don Marco Salvi.Per le fasi lunari sono state utilizzate le pagine internet di Marco Menichelli, Fiesole, http://www.marcomenichelli.it.

Inserto Redazionale allegato al n. 6-2008 dell’Oratorio

Lì ci vedono!!Luoghi misteriosi del nostro territorio

Quest’anno illustriamo per i nostri lettori, mese dopo mese, alcuni dei luoghi che nei tempi passati erano noti per strani fenomeni che vi succedevano. Si va dalle classiche luci che si spostavano al passaggio degli incauti viandanti ai rumori più o meno insoliti che si potevano sentire nei vari posti.

Va premesso che fantasmi o altre diavolerie sono il frutto di suggestioni personali e non vogliamo certo alimentare tali credenze. E allora perché questo calendario?

Questo calendario vuole fare in modo che non si perda la memoria dei fatti raccontati perché sono il frutto dei ricordi tramandati di generazione in generazione.

Abbiamo potuto constatare poi che nei luoghi dove si diceva avvenissero questi strani fenomeni, c’erano stati insediamenti umani più o meno antichi, anche se oggi o cento anni fa non esiste più nessuna traccia di tali insediamenti e quindi potrebbe essere una traccia storica per gli studiosi.

Così abbiamo scelto alcuni di questi episodi limitan-doci a trascrivere i racconti orali così come tramandati di padre in fi glio.

Di bocca in bocca, quindi! Con le conseguenze che ciò comporta a livello di aggiustamento e di narrazione della storia stessa. È un altro dei dati più che sicuri di questa materia che oggi viene defi nita il racconto popolare. Chi sa quanti narratori hanno elaborato ed apportato modifi che alla vicenda originaria…! Conservando l’impianto,

certo, ma modifi cando i particolari, facendoli combaciare secondo una logica più consona alla personalità ed alla sensibilità del narratore stesso.

Non va dimenticato, infatti, che nella cultura antica -sicuramente più sensibilmente impregnata di valore e di senso cristiano di quanto noi oggi non siamo quando ci ricordiamo, per esempio, le vicende che leggiamo nei giornali- l’aspetto etico era sempre molto marcato; così che la storia -di generazione in generazione- tende a trasfi gurarsi sempre più in una vicenda etica: l’orrido è una manifestazione del male e il male deve essere sempre presente perché il bene, il buono e il positivo del momento presente rifulgano sempre più netti ed evidenti.

Di solito dietro narrazioni macabre ci sono, per esempio, vicende delittuose che, però, resta ormai diffi cile o ad-dirittura impossibile identifi care di nuovo; tanta è la fantasia con la quale sono state trasfi gurate! Un’altra nota ricorrente -se di male si parla- è il diavolo. Perché il diavolo è il signore del male. Come pure un dato frequente è quello delle luci misteriose che balenano, che danzano; è la danza macabra, la danza della morte a cui, come dice Francesco ‘nullo omo può skappare’. La morte come la contraddizione più grande, il male più spaventoso.

***

Senza pretendere di fare una esegesi delle storie che abbiamo distribuito lungo i mesi di questo calendario del 2009, si possono però individuare dei motivi ricorrenti non solo nelle storie del nostro territorio, ma -attraverso queste- nelle storie di tutta Europa; perché il retaggio cristiano è comune a tutto il vecchio continente.Così il narrare popolare vede sempre personaggi buoni, come le fate, che altro non sono che la trasfi gurazione di

uomini o donne che si sono assunti la loro responsabilità e, per questo, hanno condotto a buon fi ne una vicenda che ro-tolava pericolosamente in direzione del peggio, cioè verso la perdizione; come ci sono sempre briganti, orchi e fantasmi che presentano la tragedia, cioè il male, in azione.

Da noi tutto questo si può chiamare Omo salvatico, ballo angelico, Ercole, ma resta sempre una vicenda che, in qualche modo, ha a che fare con il disfacimento e il male morale. E quanto più tale male è cruento e spaventoso, tanto più la fi gura che si oppone al male è giusta e da imitare: la lotta al male è un combattimento! Il bene va scelto. Così, per scegliere bene, uno dei personaggi principe delle narrazioni polari è il diavolo: si mimetizza sempre e confonde l’uomo, ma -anche lui- non riesce a fare i coperchi e così è facilmente riconoscibile, magari dai piedi a forma di artigli…!!!

Buona lettura! E ricordate… “Lì, ci vedono!” Anche oggi, all’epoca del computer!

Enzo Papi

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GENNAIO 2009

I proverbi della nonnaGennaio mette ai monti la parrucca...

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

17 gennaio: Festa di Sant’Antonio abate.

A Monterchi antica fiera di merci e be-stiame.

Il tempo di Fridus Meteorologicus

La prima quindicina di gennaio sarà caratterizzata da affl ussi di area da nord-ovest che potranno interessare più direttamente le nostre zone con impulsi di area umida e fredda con spruzzate di neve intorno ai 500-600 metri ad intermittenza.La seconda quindicina vedrà l’affermarsi di un’area di alta pressione di origine sub-tropicale, con nebbie al mattino e temperature che andranno ad assestarsi sui 3-5 gradi al mattino e intorno ai 10-12 gradi durante le ore più calde. Nella parte fi nale della validità aumento di nubi da ovest con possibili piogge nei giorni della merla (28/30). Giorni favorevoli a eventuali nevicate: il 9 e 10 di gennaio.

Temperature medie del mese: minima -1, massima +5

Modi di dire anghiaresi

Te lo do io Carciano!Ti metto in riga.

Che vulivi Trombone?Quando uno vuole troppo

Unn’ha volto paglia!Non ha fatto niente!

dai ricordi della maestra Malvina

S’è mollo lercio!Sei bagnato fradicio!

Che stolzo!Di soprassalto

Ora te cialmo io!Variante per: ti metto in riga.

I giorni della merla Il 29, 30 e 31 gennaio sono chiamati i giorni della “merla” e sono per tradi-zione i più freddi dell’anno.

1 G S. Madre di Dio - Capodanno2 V Ss. Basilio e Gregorio3 S SS. Nome di Gesù4 D II Domenica del Tempo di Natale5 L S. Giovanni Nepomuceno6 M Epifania di N.S.G.C.7 M S. Raimondo 8 G S. Severino 9 V S. Giuliano

10 S B. Gregorio X11 D BATTESIMO DI GESÙ12 L S. Ferreolo13 M S. Ilario di Poitiers14 M S. Firmino15 G S. Romedio16 V S. Marcello I 17 S S. Antonio Ab. 18 D IIª DOMENICA “per annum”19 Ss. Mario e Marta20 M Ss. Fabiano e Sebastiano21 M S. Agnese22 G S. Vincenzo23 V S. Emerenziana24 S S. Francesco di Sales25 D IIIª DOMENICA “per annum”26 L Ss. Tito e Timoteo27 M S. Angela Merici28 M S. Tommaso d’Aquino dott.29 G S. Costanzo 30 V S. Giacinta31 S S. Giovanni Bosco

Il castagno del diavoloIl castagno del diavolo si trova lungo la strada che va al

Carmine, all’inizio della discesina dopo Spogliabecco. Ora del suo enorme tronco non è rimasto niente ma molti lo ricordano bene quando ci volevano quattro o cinque persone per abbrac-ciarlo e il suo tronco cavo poteva ospitare tranquillamente diverse persone.

Un fulmine lo aveva come spaccato in due e, da quel momen-to, si cominciarono a vedere strani lumi gironzolare da quelle parti e venne naturalmente indicato con il nome giunto fi no a noi perché solo il diavolo poteva aver ridotto quella pianta in quello stato.

Una volta una donna che si era attardata per delle faccende e stava rientrando a casa, quando fu all’altezza del Castagno del diavolo, sentì come un rumore di una carrozza. Si fermò e anche la carrozza si fermò. Fece qualche passo e la carrozza fece uguale. Poi fece qualche altro passo e anche la carrozza. E così per altre due o tre volte fi no a che, di fronte al Castagno del diavolo, la carrozza sparì nel bosco e allora poté vedere che sia i cavalli che la carrozza erano tutti neri.

La donna riuscì a tornare a casa ma fu tanta la paura che stette male per diversi giorni.

Altri episodi venivano raccontati spergiurando sulla loro autenticità, ma c’erano sempre gli scetti-ci o gli scaramantici: loro dicevano che tutti questi lumi erano una invenzione e qualcuno arrivò ad affermare che era solo il professor Meozzi che si ritirava lì in solitudine, e con una candela per poter vedere, a scrivere le sue poesie.

Fatto sta che il luogo è rimasto sempre ben impresso nella mente degli anghiaresi che dovevano passare da lì e il luogo era evitato accuratamente nelle ore notturne ma anche in quelle crepuscolari.

Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

Il Castagno del diavolo, disegno di Marilena Del Pia tratto da una foto di Amedeo Vellati.

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Il ConventinoIl Conventino, luogo ameno e bellissimo, a strapiombo

sulle Strette della Sovara, è noto per il suo becco (parliamo del maschio della capra) dal pelo lungo e chiaro che qualche decina di anni fa imperversava attivamente nella zona.

Ma il Conventino era anche uno dei luoghi in cui “ci vede-vano” anzi, a dire il vero, ci sentivano.

La Franca di Tavernelle ricorda bene due episodi di quando era giovane ed era andata a cercare le pincole nei paraggi, dato che al Conventino abitavano i suoi nonni. Rimase così a dormire ma la notte sentì dei forti rumori e fece un sobbalzo nel letto. Corse dalla nonna che però la tranquillizzò dicendo che era stato qualcuno dei fi gli rientrato a notte tarda. Poi, al mattino, scoprì che non era vero ma la nonna le aveva detto quella bugia per non farle ulteriore paura.

Un’altra volta ancora un fatto simile, anche questa volta con strani rumori provenienti dalla soffi tta della casa e quella volta c’era anche la Loredana con lei.

Poi dai rumori ad arrivare ad affermare che si vedevamo anche delle fi ammelle il passo era abbastanza breve. Qualcuno anzi

ipotizzò che erano solo i soldati seppelliti durante la guerra proprio lì in-torno.

Il Con-ventino, for-se per la sua inaccessibilità, viene ipotizza-to dalla fantasia popo-lare come il luogo dove venivano mandati i frati rei di qualche colpa. Qui loro dovevano impegnarsi in lavori manuali nel terreno circostante per espiare qualche loro colpa considerando che il terreno vulcanico della zona non è certo dei migliori per delle coltivazioni.

Comunque sia oggi la residenza è molto bella, restaurata e rimessa a posto, e di rumori o fi accole nemmeno l’ombra, se non i lumi che vengono accesi in occasione di manifestazioni canore che gli attuali proprietari organizzano più volte all’anno.

FEBBRAIO 2009

La ricetta della SantaMinestra di pane

Per una buona minestra di pane si parte dalle verdure tagliate a toc-chetti e messe a cuocere nell’acqua dopo averci fatto un bel soffritto. Le verdure sono quelle di stagione, anzi più ce ne sono e meglio è. Salare e, quando le verdure sono cotte, si aggiungono i fagioli cotti in precedenza (se ne può mettere la metà passati e la metà interi).

Si prende poi una fi amminga e si mette uno strato di pane tagliato fi ne-mente col coltello, più fi no è meglio è. Poi si mette uno strato di minestra e così via fi no a che la nostra fi amminga è piena o la minestra è fi nita.

Al momento di servire si mette una bella spruzzata di parmigiano.

1 D IV DOMENICA “per annum”2 L Presentazione di Gesù - Candelora3 M S. Biagio4 M S. Andrea Corsini5 G S. Agata6 V S. Paolo Miki e compagni martiri7 S B. Pio IX8 D Vª DOMENICA “per annum”9 L S. Apollonia

10 M S. Scolastica11 M Madonna di Lourdes12 G S. Gaudenzio13 V B. Giordano14 S S. Valentino15 D VIª DOMENICA “per annum”16 L S. Giuliana17 M S. Fondatori dei Servi di Maria (7)18 M S. Costanza19 G S. Corrado20 V S. Zenobio21 S S. Pier Damiani22 D VIIª DOMENICA “per annum”23 L S. Policarpo24 M S. Modesto25 M MERCOLEDÌ DELLE CENERI digiuno

26 G S. Vittore27 V S. Gabriele dell’Addolorata astinenza

28 S S. Romano

Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

Il tempo di Fridus Meteorologicus

Dopo i primi giorni un po’ piovosi, verso i giorni 8 e 9, l’alta pressione orientale, il grande orso, tenderà ad invadere la parte orientale del mediterraneo con ap-porto di aria gelida che porterà occasioni di fi tto nevischio nei versanti rivolti ad oriente con piccoli impulsi anche nella nostra vallata con possibilità di incaciate al mattino su Anghiari. Poi i venti si orienteranno da ovest-nord- ovest con tempo variabile-perturbato e locali precipitazioni nevose ai 700 metri. Sul fi nire della validità l’alta pressione delle Azzorre prenderà di nuovo la strada del Mediterraneo con stabilizzazione del tempo e temperature leggermente al di sopra delle medie stagionali. Giorni favorevoli alla neve il 10 e il 12 febbraio.

Temperature medie del mese: minima -1, massima +5

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

I proverbi della nonnaFebbraio grandi e piccoli imbacucca...

Madonna del ConfortoDomenica 15 dicembre

Festa della Madonna del Conforto ad Arezzo.

Le CeneriMercoledì 25 febbraio: inizio della Quaresima con il digiuno e l’imposizione delle “Ceneri”.

Disegno di Marilena Del Pia

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MARZO 2009

Sciagurèto chi è fora! Disse Bartulino dalla prigione vedendo fuori che era un gran tempacccio con nevischio e freddo pensando alla grama giornata che avrebbe passato se era a casa dove l’abbondanza non era di casa.

20/21 marzoEquinozio di primavera. Uguale durata del giorno e della notte.

Sempre peggio, diceva il poro Chiechio. E ad ogni affermazione egli ripeteva il suo bravo motto. E ancora oggi sono molte le occasioni in cui il motto di Chiechio ci sta a pennello.

1 D I DOMENICA di Quaresima2 L S. Quinto3 M B. Benedetto Sinigardi d’Arezzo4 M S. Casimiro5 G S. Lucio6 V S. Fredolino abate astinenza

7 S Ss. Perpetua e Felicita8 D II DOMENICA di Quaresima9 L S. Francesca romana

10 M S. Simplicio11 M S. Costantino12 G S. Innocenzo I13 V S. Sabino astinenza

14 S S. Matilde15 D III DOMENICA di Quaresima16 L B. Torello da Poppi17 M S. Patrizio18 M S. Cirillo di Gerusalemme19 G S. Giuseppe sposo della B.V.M.20 V S. Giovanni Nepomuceno astinenza

21 S S. Nicola di Flue22 D IV DOMENICA di Quaresima23 L S. Turibio24 M S. Severo25 M Annunciazione26 G S. Pietro di Sebaste27 V S. Ruperto astinenza

28 S S. Proterio29 D V DOMENICA di Quaresima (o di Passione)

30 L S. Leonardo31 M S. Agilulfo

La Maestà di SputaltorsoloLungo la via di crinale che da Anghiari conduce al Carmine

e alla Marca, a poco più di due chilometri di cammino, dopo la vigna di Secondo Polendoni e il campo di Francesco Poggini, si trova la Maestà di Corte. Questo uno dei nomi con cui è co-nosciuta e ciò che vediamo oggi è il frutto del suo rifacimento in occasione del Giubileo del 1950.

Un altro nome con cui si conosceva negli anni passati è però quello di Sputaltorsolo. Il nome deriva da un episodio ben preciso successo in quel luogo. Alcuni briganti (di quelli che assaltavano i viandanti lungo le strade) commisero qui un grave delitto. Dopo aver catturato un uomo, che secondo loro li aveva denunciati ai carabinieri, lo legarono e dopo avergli messo una grossa mela in bocca gli intimarono: “O bravo!, Ora sputa il torsolo!”

Va da sé che il pover’uomo morì e il posto prese il nome di “Sputaltorsolo”.

La maestà già esisteva oppure è stata costruita lì in un se-condo tempo per ricordare questo episodio.

Ma l’immagine della Madonna che vi era conservata, sosti-tuita dopo che la maestà stessa era ridotta ad un rudere ed era stata rifatta (come abbiamo detto sopra), si chiamava la Madonna della Guardia perché doveva guardare, proteggere, la persona che gli stava di fronte.

Dai ricordi di Francesca Busatti (la sora Cecchina) e Guido Leo-nardi di Corte.

Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

Il tempo di Fridus Meteorologicus

Inizio del mese con alta pressione abbastanza stabile, solo verso i giorni 6 e 7 la depressione islandese comincia ad erodere in maniera netta il regime anticiclonico con piogge insistenti anche in Valtiberina e temperature che rientrano nelle medie stagionali di inizio marzo.La seconda metà del mese porterà una variabilità insistente con peggioramento da nord-est verso il 24 febbraio con temperature in veloce discesa e nevischio in Appennino sopra la nostra vallata. Qualche fi occo può arrivare anche su Anghiari ad intermittenza.Giornate favorevoli ad eventuale caduta di neve: i giorni 24 e 25 febbraio, spe-cialmente nelle ore pomeridiane.

Temperature medie del mese: minima -1, massima +5

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

I proverbi della nonnaMarzo libera il sol di prigionia...

ProverbiVal più un vecchio in un cantoche un giovane in un campo.

S’aspetti male il contadin quell’annoin cui uccelli e polli faran danno.

La Maestà di Corte o di Sputaltorsolo in un disegno di M. Del Pia

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APRILE 2009

1 M S. Ugo 2 G S. Francesco da Paola3 V S. Riccardo astinenza

4 S S. Isidoro5 D DOMENICA DELLE PALME6 L Lunedì della Settimana Santa7 M Martedì della Settimana Santa8 M Mercoledì della Settimana Santa9 G Giovedì Santo

10 V Venerdì Santo11 S Sabato Santo12 D PASQUA DI RISURREZIONE13 L Lunedì dell’Angelo14 M Ottava di Pasqua15 M Ottava di Pasqua16 G Ottava di Pasqua17 V Ottava di Pasqua18 S Ottava di Pasqua19 D DOMENICA IN ALBIS20 L S. Aniceto21 M S. Anselmo dott.22 M S. Leonida23 G S. Giorgio m.24 V S. Fedele da S.25 S S. Marco ev.26 D III DOMENICA DI PASQUA27 L S. Zita28 M S. Pietro Chanel29 M S. Caterina da Siena patrona d’Italia30 G S. Pio V

Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

Il tempo di Fridus Meteorologicus

Prima decade con ritorno piovoso anche consistente che consentirà la caduta di diversi millimetri di pioggia. Temperature in leggera diminuzione e eventuali cadute di neve solo a quote intorno ai 1200-1400 metri (Faggeta, Verna e Alpe della luna).Leggero affl usso freddo al seguito della depressione piovosa; risultato: calo termico e tempo abbastanza stabile. Verso la fi ne del mese una depressione da nord-ovest abbastanza violenta può riportare clima freddo, con grandinate diffuse e neve sopra gli ottocento metri. Possibilità che il termometro nelle nostre vallate scenda sotto le zero termico.

Temperature medie del mese: minima -1, massima +5

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

I proverbi della nonnaApril di bei color gli apre la via...

Il Lastron del diavoloLungo la via di Pietramala, poco dopo Montemercole, la

strada comincia a scendere per avviarsi verso Ca’ di peccato.Dopo una o due curve, sulla parte sinistra della strada,

si poteva vedere un grosso masso, anzi un lastrone, tipico degli strati di roccia sedimentaria quando affi orano dal terreno. Ma nessuno avrebbe fatto caso al nostro lastrone se, nella zona, non si fossero ripetuti strani fenomeni. Gruppi di cavalli che attraversavano la macchia, anzi più che vederli questi cavalli si potevano sentire; poi strani rumori in mezzo alle scope. Così gli episodi successi, rielaborati ed arricchiti dai narratori intorno al fuoco la sera in veglia, cominciarono a prendere forma e si cominciò a guardare bene il luogo e soprattutto il lastrone.

Allora, guardando bene, si vide sopra il lastrone come l’impronta del sedere di una persona molto grossa, come succede quando uno si mette a sedere sopra dell’argilla che ci lascia l’impronta. Poi ci si rese conto che c’era anche la forma come di una coda e da quel momento il lastrone diventò “del diavolo”. Gli episodi aumentarono e venivano riferiti con tanto di nome e

soprannome di chi aveva potuto esse-re testimone degli strani accadimenti che avveni-vano intorno a quel lastro-ne.

P o i , sarà stato l’abbandono delle famiglie di Montemercole trasfe-ritesi altrove, Ca’ di peccato abbandonata e ridotta ad un rudere, il castello di Pietramala distrutto dai fi orentini addirittura nel 1385, fatto sta che del lastron del diavolo se ne parlò sempre meno. E quando per le esigenze moderne la strada venne allar-gata, l’operatore della ruspa, con una paio di colpi ben assestati, fece sparire il Lastrone del diavolo e tutte le fantastiche storie nate intorno a lui.Dai ricordi della Lidia di Camparma e di Roberto di Casale.

Mercati al BorgoEcco i mercati del Borgo tratti da un calendario edito dall’Emporio Com-merciale R. Pacchi Mangoni.

FIERE E MERCATIDELLA CITTA DI

SANSEPOLCRO

Nel 1903 avranno luogo le seguenti Fiere.

Gennaio 13 Fiera di merci e bestiami.Febbraio 10 id. id.Marzo 26, 27, 28 antica fi era di Mezza quaresima.Maggio 19 fi era di merci e bestiami.Luglio 14 id. id.Settembre 1. antica fi era di S. Egidio.Ottobre 20 fi era di merci e bestiami.Novembre 24 id. id.

***I mercati settimanali hanno luogo il Martedì per il bestiame e il Sabato per cereali, merci, polli ed uova.

10-11-12TRIDUO PASQUALE

Sono i giorni santi in cui si ce-lebrano i grandi misteri della nostra salvezza.

12 aprile: PasquaLa Pasqua è la più grande fe-sta dei cristiani. Dura tutta una settimana, detta “Ottava di Pa-squa”.

Il Lastron del diavolo come poteva essere. Disegno di Marilena Del Pia.

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Il poeta di Upacchi*Tra i cantastorie, Domenico Dell’Omarino di Upacchi aveva un posto

particolare. La gente lo considerava quasi un intermediario con le regioni del mistero e del sacro. Infatti quando mancava il sacerdote, nel villaggio, era lui, il poeta, ad offi ciare le preghiere comuni.

Avvolto nel suo mantellaccio nero vagava a piedi di fi era in fi era, di mercato in mercato a vendere i pianeti della fortuna: labili foglietti colorati della disperata speranza.

Questo avvenne un giorno di mercato ad Anghiari: montato sopra uno sgabello, la gente attorno, recitò un canto mirabile. Poi tacque, assorto. La gente si mosse per dargli l’obolo consueto. Lui si guardò in giro, lento. Alzò il libro in alto e disse: “Questo è Dante: non si vende.”

Gesto di una grande civiltà che aveva permeato di sé tutta la gente.

*Tratto da: Giuseppe Bartolomei, ‘N tra le mura, ITEA Editrice, Anghiari 1992

MAGGIO 2009

1 V S. Giuseppe lavoratore2 S S. Atanasio3 D SS. Crocifi sso - Festa ad Anghiari4 L S. Ciriaco Dedicazione della Propositura

5 M S. Irene6 M S. Lucio7 G S. Augusto8 V Madonna di Pompei 9 S S. Isaia profeta

10 D V DOMENICA DI PASQUA11 L S. Ignazio da Laconi12 M S. Pancrazio13 M Nostra Signora di Fatima14 G S. Mattia apostolo15 V Madonna di Montenero16 S S. Simone Stock17 D VI DOMENICA DI PASQUA18 L S. Felice19 M S. Crispino da Viterbo20 M S. Bernardino da Siena21 G S. Vittorio22 V S. Rita da Cascia23 S S. Fiorenzo24 D ASCENSIONE DI N.S.G.C.25 L B. Bartolomeo Magi d’Anghiari26 M S. Filippo Neri27 M S. Agostino di Canterbury28 G S. Luciano29 V S. Massimiliano30 S S. Giovanna d’Arco31 D PENTECOSTE

Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

Il tempo di Fridus Meteorologicus

Instabilità diffusa fi no al 14 con temporali anche di forte intensità. Poi si affaccia l’alta pressione sub-tropicale che inizierà a portare le temperature a livello quasi estivo con i primi boccheggiamenti in agguato. Solo verso la fi ne mese si avrà un ritorno a temperature più vicine alla media stagionale.

Temperature medie del mese: minima -1, massima +5

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

I proverbi della nonnaMaggio ama musiche d’uccelli...

L’Homo SelvaticoSe vi capita di andare su per il Padonchia, in quel di Monterchi,

raggiungete anche la località della Murcia. Nei boschi lì vicino troverete una strana vasca in pietra con tanto di sgocciolatoio. Serviva al mitico Homo selvatico per mettere le bestie sgozzate che poi mangiava in tutta tranquillità. Queste le dichiarazioni che ancora oggi i Monterchiesi vi faranno.

Già il nome ci dice che questo strano essere, vestito alla meglio anche con pelli di animali, viveva tutto solo in mezzo ai boschi. Si nutriva di qualche animale catturato con le tagliole ma poi cominciò anche a far visita ai poderi più isolati portando via qualche gallina ma anche animali più grossi come maiali o addirittura bestie bianche.

Un certo timore cominciò allora a diffondersi nella zona, alimentato da strane visioni che qualcuno spergiurava di aver avuto nei boschi. E allora, con quello strano essere, quasi nudo, che correva nel bosco e sembrava ti seguisse ad una certa di-stanza, la paura cominciò a dilagare.

Anche la forza pubblica dovette intervenire ma con scarsi risultati perché l’Homo selvatico, pur se colpito dalle armi da

fuoco, sem-brava non subire nes-suna con-seguenza.

Per far-la breve fu il Pancio-ni, l’uni-co amico dell’Homo selvatico, che, con una pallot-tola d’oro, ricevuta in modo rocambolesco, pose fi ne a questo incubo ottenendo per questo una ricompensa.

Oggi sappiamo bene che nei boschi non c’è più l’Homo selvatico o altri esseri strani, però, quando siamo nel folto del bosco e si va verso il buio, un po’ di timore prende anche a noi uomini del 2000.

Madonna del BuonconsiglioMaggio è il mese dedicato alla Madonna, onorata con il S. Rosario quotidiano.

Il mese termina con la festa della Madonna del Buonconsiglio (31 maggio) quest’anno anticipata a sabato 30.

L’immagine è tratta dal libro di Rita Bruni, L’Homo Selvatico, edito dal Comune di Monterchi.

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GIUGNO 2009

Proverbi sul tempo (Malvina)

Quando le nuvole vanno alla montagna (del Borgo)Stai presso il fuoco e mangia la castagna.

Quando le nuvole vanno alla SovaraVattene pure nel campo e lavora.

Quando in gennaio vedi spuntar l’erbaSe in casa hai grano od altro è ben che tu lo serba.

Il tempo di Fridus Meteorologicus

Iniziano le giornate stabili governate dall’anticiclone delle Azzorre: tempo stabile, cieli sereni e temperature calde e gradevoli. Dopo la quindicina piccole infrazioni pomeridiane causate da infi ltrazioni rapide che strisciano l’Adriatico: temperature in leggera diminuzione ma sempre cieli sereni.

Temperature medie del mese: minima +14, massima +24

Nocino d’Anghièrida farsi il 24 giugno (San Giovanni)

Ingredienti: 20 noci con il mallo tagliate a fettine, alcol a 90° 1 litro, 5 chiodi di garofano, la buccia di un limone (solo il giallo).

Si mette il tutto in un recipiente di circa 4 litri per 40 giorni al sole non diretto e si agita almeno una volta al giorno. Dopo questo tempo si fi ltra grossolanamente e si prepara lo sciroppo con 750 gr di acqua e 200 gr di acqua che, una volta freddo, verrà aggiunto all’infuso.

Stagionare minimo un mese e fi ltrare.

21 giugno: SOLSTIZIO D’ESTATEGiornata più lunga dell’anno

(Novella)Chi lavora ha una camiciaChi non lavora ne ha due.

(Santina)Un’alba de foco e una de cantina,fa bene la sera e la matina.

1 L S. Giustino2 M Ss. Marcellino e Pietro3 M Ss. Lorentino e Pergentino 4 G S. Quirino5 V S. Bonifacio6 S S. Norberto7 D SS. TRINITA’8 L S. Vittorino9 M S. Efrem

10 M S. Maurino11 G S. Barnaba apostolo12 V S. Onofrio13 S S. Antonio da Padova14 D SS. CORPO E SANGUE DI GESÙ15 L S. Vito16 M Ss. Quirico e Giuditta17 M S. Pasquale Baylon18 G S. Calogero19 V S. Cuore di Gesù20 S S. Cuore di Maria21 D XII DOMENICA “per annum”22 L S. Tommaso Moro23 M S. Agrippina24 M S. Giovanni Battista25 G S. Massimo26 V S. Josèmaria Escrivà27 S S. Cirillo d’Alessandria28 D XIII DOMENICA “per annum”29 L Ss. PIETRO E PAOLO30 M Ss. Primi Martiri di Roma

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

I proverbi della nonnaGiugno i frutti appesi ai ramoscelli...

Il Sasso d’ErcoleChi percorre la strada che costeggia il fosso dei Confi ni e che

si dirige verso Trafi ume, deve attraversare la Sovara a guado, il ponte non c’è mai stato. Lì nei pressi c’era però un grosso sasso dal quale, tramite un’asse di legno appoggiata da una parte sopra il sasso e dall’altro alla sponda del fi ume, si poteva passare a piedi nei giorni in cui il fi ume “tirava” un po’ troppo.

Il sasso si chiamava il Sasso d’Ercole e strani avvenimenti e storie fi nite male raccomandavano di evitarlo nelle ore buie della notte. Così chi doveva venire o andare dall’altra parte programmava la giornata in modo da passare da quel posto prima del buio.

Ma veniamo al nome del nostro sasso. Proprio a Trafi ume abitava un uomo di nome Ercole, gran bestemmiatore (e per questo spesso rimproverato dalla moglie) e molto robusto, anche per rispetto del suo nome.

Un giorno che era malato e se ne stava a letto in camera di sopra, la moglie fece accomodare uno che chiedeva di lui. Poi però, non sentendo alcun rumore di voci e ripensando a questo

strano personaggio, si rese conto che al posto dei piedi ave-va delle strane dita come se fossero degli artigli.

Corse allarmata di sopra ma di Er-cole e della persona nemmeno l’ombra. Fu cercato in lungo e in largo inutilmente fi nché proprio sopra questo grosso masso del fi ume, fu ritrovata una ciocca di capelli del nostro Ercole.

La conclusione fu che il Diavolo in persona se l’era venuto a prendere facendogli fare quella brutta fi ne. Nei pressi del sasso poi, nelle ore serali, delle strane luci (forse a bella posta fatte muovere da qualche bricconcello della zona) consigliavano di stare alla larga da quel posto.

Si raccontano vari episodi, qualcuno fi nito anche male, con tanto di nome e di paternità, per confermare che la diceria era vera.

Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

Il disegno che illustra l’episodio raccontato è di Michele Ricci.

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LUGLIO 2009

Poesie delle nostre nonne e bisnonne

Il cane

Di forme snelloforte di piede

quanto sia bellonessun lo crede.

L’uomo s’affi daalla sua guidacara, mansuetabuona bestiolache dalla casail ladro invola.

Nemmeno il paneti ruba il canee se la mano

poi lo percuotetrema, guaisce

ma lui la man ti baciae mai ti smentisce.

Il tempo di Fridus Meteorologicus

Prima quindicina abbastanza mossa: dal Rodano affl uisce aria più fresca che, a contatto con i mari ormai caldi, genera dei cumuli in quota con possibilità di tem-porali serali in valle del Tevere. Giorni favorevoli per temporali il 10 e 11 giugno. In seguito l’alta pressione sub-tropicale si impossessa in maniera decisa del medi-terraneo regalandoci tempo estivo con temperature oltre le medie stagionali.

Temperature medie del mese: minima +17, massima +28

Poesie delle nostre nonne e bisnonne

Il gatto

Sono lisciato, lunatico, moscardino;sono animal domesticoscaltrito e birichinotalor mansueto e timidotalor scontroso e fi ero.Son tipo curiosissimodi falso e di sincero,sono animal fi losofopaziente, astuto e vigileso cogliere il momentoe so cambiar di mascherasecondo spira il vento.

1 M Preziosissimo Sangue di Gesù2 G S. Urbano3 V S. Tommaso ap.4 S S. Elisabetta di Portogallo5 D XIV DOMENICA “per annum”6 L S. Maria Goretti7 M S. Panteno8 M S. Adriano III p.9 G S. Nicola Pichi da Sansepolcro

10 V S. Audace11 S Apparizione Mad. del Combarbio12 D XV DOMENICA “per annum”13 L S. Enrico14 M S. Camillo De Lellis15 M S. Bonaventura dott.16 G B. V. Maria del Monte Carmelo17 V S. Alessio18 S S. Rufi llo19 D XVI DOMENICA “per annum”20 L S. Apollinare21 M S. Lorenzo da Brindisi22 M S. Maria Maddalena23 G S. Brigida di Svezia24 V S. Charbell25 S S. Giacomo apostolo26 D XVII DOMENICA “per annum”27 L S. Raimondo28 M S. Vittore 29 M S. Marta30 G S. Pietro Crisologo 31 V S. Ignazio da Loyola

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

I proverbi della nonnaLuglio falcia le messi al solleone...

Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

Il Ballo angelico“A Montaguto dice che facevino il Ballo angelico.” Questa

una delle voci popolari che riporta l’episodio. Ma il popolo, in ogni maniero, meglio se diroccato, dichiarava convinto che ci facessero il Ballo angelico. Addirittura qualcuno racconta che il Ballo angelico lo facevano anche al Castagno del diavolo.

Ma torniamo al nostro castello: organizzavano un ballo e invitavano i giovani della zona e poi, specialmente se le ragazze si rifi utavano di accondiscendere al signorotto locale, le faceva-no cadere nei trabocchi di cui ogni fortilizio era dotato. Spade acuminate nel fondo dello strapiombo, mascherato da una botola che si apriva al passaggio del giovane, era di sicura condanna. La Rosa di Galbinaccio si ricorda bene il racconto di suo nonno, quando stava al Molin del Falchi, che le diceva che nel castello di Pietramala, poco sopra, facevano questi balli angelici e a una sua vicina che non ci volle andare per nessun verso, il giorno dopo la chiamarono in casa e avevano messo un prosciutto attaccato al soffi tto ed una sedia e quando la ragazza salì sopra per prendere questo prosciutto cadde nella botola e morì.

C’è poi un’altra versione di questo ballo poco esaltante, no-nostante il nome. Anche in questo caso la non conoscenza diretta

dei fatti e la v o c e p r o -babilmente vera che nel castello ci si desse un po’ alla paz-za gioia, ha al imentato questa ipote-si. Venivano invitati dei giovani prestanti del contado che dovevano ballare tutti nudi come nude erano le ragazze. Quelli che si esaltavano troppo per le nudità femminili messe proditoriamente in mostra venivano gettati nel solito trabocchetto.

Molto più probabilmente però i castelli erano dotati di trabocchetti, una specie di pozzo nel cui fondo erano collocati dei coltelli che trafi ggevano senza pietà i malcapitati nemici (o rivali) che con l’inganno venivano eliminati. Questi trabocchetti servivano anche da ultima difesa per proteggere da eventuali intrusi che fossero riusciti ad arrivare fi n dentro il palazzo.

Il Castello di Montauto: disegno di Marilena Del Pia

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AGOSTO 2009

Il tempo di Fridus Meteorologicus

Fino al giorno 8 continua il caldo e il tempo abbastanza stabile. In seguito, e per tutto il mese, si alternano condizioni estive a delle infi ltrazioni sempre più frequenti che apportano primi temporali di forte intensità anche nelle nostri valli che saranno anche “grandinosi”.

Temperature medie del mese: minima +17, massima +28

SimèiRacconto di Giuseppe Del Pia

Ventura e suo fratello Baldino facevano i vetturini cioè trasportavano le persone. La vigilia delle fi ere del mestolo ad Arezzo, un monterchiese andò da Baldino e gli fece:

«Simèi, per domèni, si Ventura ‘n cià ‘l posto, vengo cun te.»Baldino non proferì parola e tutto fi nì lì.Il giorno dopo erano molte le persone che si recavano ad Arezzo per

le fi ere, chi per comprare i rinomati mestoli che portavano quelli di Badia o di Moggiona chi per vendere il vischio confezionato a grosse palle.

Naturalmente Ventura era pieno.Il nostro amico si presentò allora da Baldino per andare ad Arezzo.

Solo che Baldino con un fare che non ammetteva repliche gli dice:«Fatte montère su da Siméi!»

1 S S. Alfonso Maria De’ Liguori2 D XVIII DOMENICA “per annum”3 L S. Aspreno4 M S. Giovanni M. Vianney5 M Madonna della neve6 G Trasfi gurazione di Gesù7 V S. Donato Patrono diocesano8 S S. Domenico9 D XIX DOMENICA “per annum”

10 L S. Lorenzo11 M S. Chiara d’Assisi 12 M S. Giovanna de Chantal13 G S. Ippolito14 V S. Massimiliano M. Kolbe15 S ASSUNZIONE M.V.16 D XX DOMENICA “per annum”17 L S. Eusebio18 M S. Elena19 M S. Giovanni Eudes20 G S. Bernardo di Chiaravalle21 V S. Pio X 22 S B. V. Maria Regina23 D XXI DOMENICA “per annum”24 L S. Bartolomeo25 M S. Ludovico26 M S. Alessandro m27 G S. Monica28 V S. Agostino dott. e v.29 S Traslazione del beato Magi30 D XXII DOMENICA “per annum”31 L B. Andrea da Sansepolcro

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

I proverbi della nonnaAgosto avaro ansando le ripone...

L’Omo mortoDopo la località di Cul di Paiolo, nella pineta dei Monti

Rognosi, per la strada che porta a Papiano e alla Selva, esiste un luogo che da antichissima data viene chiamato “Omo morto”.

Esisteva qui un cumulo formato da tutti i sassi che i viandanti, per antica consuetudine, portavano passando da quel luogo come segno di scaramanzia o di commiserazione. Oggi, di nuovo, quel cumulo è lì per ricordare che in quel luogo è avvenuto un fatto tragico: la morte violenta di una persona. I passanti, portando un sasso, ripetono un gesto di pietà un po’ come quando noi ragazzi si mettevano alla base delle croci tanti sassarelli quanti erano i componenti della propria famiglia.

Ma torniamo al nostro Omo morto.La tradizione orale, che le persone del Ponte alla Piera e di

altre zone del posto ancora ripetono (forse anche per dare una giustifi cazione al tutto), dice che un uomo vi fu ucciso da un amico al ritorno dal mercato di Anghiari per la spartizione di un mazzo di cipolle.

Comunque sia era questo un posto che, con tutte le storie

che si rac-con tavano sui boschi e sugli strani incontri che vi si pote-vano fare, sconsigliava a passare dal-la zona nelle ore nottur-ne. Non certo perché avvenissero fatti strani; soltanto che fra i racconti fatti in veglia e il nome del posto quando si doveva passare da quel posto di notte la cosa non era certo molto allegra.

Se poi qualche perditempo buontempone si nascondeva nei paraggi il gioco era fatto.

Oggi la Comunità montana ha ricostruito il cumulo di sassi ed un cartello esplicativo fa conoscere la storia dell’Omo morto nei suoi particolari più curiosi.

Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

Proverbi AnghiaresiIl Ronco, Spogliabecco e la Gattinason tre poderi che mandano in rovina.Chi è vecchio e nun ci credia la saglita se n’avedi.Chi va a letto senza cenatutta la notte se dimena.

L’Omo morto nella pineta dei Monti rognosi. Disegno di Marilena Del Pia.

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SETTEMBRE 2009

ProverbiProva e riprova a far con insistenzaL’errore insegna e l’esperienza è scienza.

***S’ha da imparare più che non fu imparatoL’uomo che sa tutto non è ancora nato.

Il tempo di Fridus Meteorologicus

Primi giorni instabili con frequenti acquazzoni, poi, dopo il 10 del mese, inizia una fase stabile per ingerenza abbastanza intensa di alte pressioni sub-tropicali che regaleranno tempo bello, caldo il giorno e frequenti nebbie al mattino nella valle del Sovara. Sul fi nire del mese piccolo impulso freddo da oriente che farà abbassare le temperature notturne a livello di tardo autunno. Poche precipitazioni nella fase.

Temperature medie del mese: minima +14, massima +24

Anno 1865: Domande per la vendita di vino* Locandiere Antonio Leonardi [il quale chiede di poter proseguire]

l’esercizio di bettoliere e locandiere con vendita di vino al minuto nella casa di propria abitazione in una stanza terrena il tutto posto nella pubblica piazza del Mercatale di Anghiari.

* Giuseppe del fu Mario Busatti dimorante in Anghiari domanda di poter continuare nell’esercizio di bettoliere e di venditore di vino al minuto in una sua bottega posta nel Borgo della Croce di detta Terra.

* [...] Antonio Neri domiciliato al Ponte alla Piera con la quale domanda di poter proseguire in quella località l’arte di venditore di vino al minuto e quella di locandiere e ciò in ordine al disposto [...]

22/23 settembre: EQUINOZIO D’AUTUNNO.

1 M S. Egidio2 M S. Elpidio3 G S. Gregorio magno4 V S. Rosa da Viterbo 5 S B. Teresa di Calcutta6 D XXIII DOMENICA “per annum”7 L B. Guido d’Arezzo8 M Natività B.V. Maria9 M S. Pietro Claver

10 G S. Nicola da Tolentino 11 V S. Paziente12 S SS. Nome di Maria13 D XXIV DOMENICA “per annum”14 L Esaltazione della S. Croce 15 M B.V.M. Addolorata16 M Ss. Cornelio e Cipriano17 G Sacre Stimmate di San Francesco18 V S. Giuseppe da Copertino19 S S. Gennaro20 D XXV DOMENICA “per annum”21 L S.Matteo ap. ev.22 M S. Silvano23 M S. Pio da Pietralcina24 G S. Pacifi co 25 V S. Cleofa26 S S. Teresa Couderc27 D XXVI DOMENICA “per annum”28 L S. Venceslao29 M Ss. Michele, Gabriele, Raffaele30 M S. Girolamo

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

I proverbi della nonnaSettembre i dolci grappoli arrubina...

Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

Nel disegno di Marilena Del Pia l’ingresso del castello di Sorci.

Il Castello di SorciLungo il crinale che divide la Valle del Tevere da quella

della Sovara si trova il castello di Sorci, maniero di quello che fu il più importante capitano di Ventura dei suoi tempi. Era nato in Toscana nel Distretto di Anghiari ed era conosciuto come Baldaccio d’Anghiari.

La sua morte violenta, ed avvenuta per tradimento da parte del Gonfaloniere Orlandini a Firenze in Palazzo Vecchio, è oggetto ancora oggi di studio e di approfondimenti. Ma nel suo castello di Sorci, all’avvicinarsi del 6 settembre, strani rumori proven-gono dalle sale del piano nobile: i mobili si spostano senza che nessuno li tocchi, rumori di catene provengono dai sotterranei e i classici accadimenti di queste situazioni si ripetono.

Primetto Barelli, attuale proprietario del maniero, è ben lieto di raccontare questi episodi a tutti coloro che sono interessati alla storia del nostro valoroso se pur discusso concittadino e a descrivere nei minimi particolari gli accadimenti che puntual-mente si ripetono ogni anno.

***

Ecco alcune note sul capi-tano di ventura anghiarese:

B a l d a c c i o di Anghiari va-loroso caporale di Cavalleria e amico di Neri Capponi si di-stinse in ogni fatto di Armi per la sua bravura e sangue freddo. Ebbe il coraggio di rinfacciare al Gonfaloniere Orlandini la viltà usata a Marradi e fu ucciso poco dopo a tradimento dai sicari del medesimo.

Partecipò alla battaglia di Anghiari secondo il Volume “La Battaglia di Anghiari”.

Page 12: 2009-0 Calendario dell'Oratorio di Anghiari

OTTOBRE 2009

Il tempo di Fridus Meteorologicus

Alta pressione nei primi giorni: garanzia di tempo stabile, gradevole, ma umido con nebbie estese fi no alle ore pomeridiane. Verso la metà del mese la depressione dell’Islanda inizierà a spedire più a sud le sue depressioni e avremo un autunno ottobrino abbastanza umido e piovoso fi no a fi ne mese.

Temperature medie del mese: minima +7,5, massima +14.

Marmellata di castagneSbucciate le castagne e fatele cuocere in acqua abbondante con un

pizzico di sale come quando si fanno monde. Se vi piace il profumo ag-giungete anche qualche seme di fi nocchio.

Quando saranno cotte scolatele, levate la pellicina e passatele al passaverdura.

Pesatele e per ogni chilo di castagne mettete al fuoco 700 gr di zucchero con poca acqua, facendo uno sciroppo, a cui unirete il passato di casta-gne. Mischiate vigorosamente fi no a che non saranno ben amalgamate. Continuate la cottura per circa una mezz’ora e la marmellata è pronta.

Invasate da calda e, una volta fredda, chiudete ermeticamente. Io la faccio sterilizzare che così sono più tranquilla e si conserva anche per mesi. Anzi, come tutte le marmellate, è bene consumarla almeno un mese dopo.

1 G S. Teresa del Bambin Gesù2 V Ss. Angeli Custodi3 S S. Gerardo abate4 D XXVII DOMENICA “per annum”5 L S. Faustina6 M S. Bruno7 M B.V.M. del Rosario8 G S. Ugo9 V S. Dionigi

10 S Ss. Cassio e Fiorenzo11 D XXVIII DOMENICA “per annum”12 L S. Serafi no13 M S. Romolo14 M S. Callisto I15 G S. Teresa d’Avila16 V S. Margherita M. Alacoque17 S S. Ignazio d’Antiochia18 D XXIX DOMENICA “per annum”19 L S. Paolo della croce20 M S. Irene 21 M S. Orsola 22 G S. Lupenzio23 V S. Giovanni da Capestrano24 S S. Antonio M. Claret25 D XXX DOMENICA “per annum”26 L S. Rustico27 M S. Evaristo28 M S. Simone e Giuda apostoli29 G S. Onorato30 V S. Marcello31 S Beato Ranieri da Sansepolcro

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

I proverbi della nonnaOttobre di buon vino empie la tina...

La Croce di RimaggioLungo la vecchia strada di Caprese, dopo la macchia

dei Renicci e poco prima del fosso di Rimaggio, c’è, ancora oggi, una croce infi ssa su una base di pietra che qualcuno cerca di mantenere alla meglio anche se bisognosa di una sistematina. Poi, passato il Rimaggio, la strada prosegue decisa verso Albiano mentre un ramo della strada andava verso Mutale (prima della diga di Montedoglio), il Singerna e Ponte Formole per raggiungere Pieve Santo Stefano.

Ma torniamo alla nostra croce. Sembra che proprio nei dintorni diverse persone abbiano visto come un’ombra aggirarsi nei paraggi. Quest’ombra, nelle ore preserali, aleggiava a mezz’aria in quel luogo senza che ci fossero, fortunatamente, altri strani segni. Un’altra versione vuole che in quel luogo qualcuno avesse visto, o meglio sentito, la presenza di una bestia bianca. Dopo che la voce si era sparsa il traffi co diminuì drasticamente e, piano piano, erano molti quelli che cercavano di evitare di passare nei paraggi.

Po i vi fu col-locata la croce di cui parliamo in quest’arti-colo.

D a quel mo-mento gli strani fe-n o m e n i cessarono e la gente adesso passa senza problemi anche se quelli motorizzati passano più volentieri per la provinciale che si snoda più a monte.

Dai ricordi di Andrea della Cerbaia e del Del Barba del Barbino.

Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

Ottobre è il mese del Rosario e nelle varie parrocchie si svolgono le feste dedicate alla Madonna.

1a domenica: Chiesa di San Biagio a Valealle.2a domenica: chiesa di Sant’Andrea a Galbino.3a domenica: chiesa di San Leone a San Leo.4a domenica: chiesa della Croce ad Anghiari.

Disegno di Marilena Del Pia.

Page 13: 2009-0 Calendario dell'Oratorio di Anghiari

NOVEMBRE 2009

Il borghese e il rospoUn ortolano del Borgo venne ad

Anghiari alla fi era e vendendo le sue verdure aveva fatto dieci soldi. Si fermò al Ponte del Tevere per ricontrollare i suoi denari.

Cominciò a contarli ma in quel mentre un grosso rospo fece il suo carat-teristico verso: uott! Il nostro amico ci rimase male e allora ricontò i soldi ma giunto a dieci il rospo di nuovo: uottt! A quel punto il nostro perse la pazienza, prese i soldi e glieli tirò.

“Toh, arcòntili te alora!”

Il tempo di Fridus Meteorologicus

Fase umida fi no al 12 del mese poi improvviso impulso freddo dai Balcani gene-rato da una depressione in Grecia che richiama aria fredda russa verso le nostre regioni. Possibilità di nevischio in vallata e prime imbiancate ai monti. Giorni favorevoli il 16 e il 22.

Temperature medie del mese: minima +3,5, massima +7.

1 D TUTTI I SANTI2 L Commemorazione dei Defunti3 M S. Martino de Porres4 M S. Carlo Borromeo 5 G S. Donnino6 V S. Leonardo7 S Santi dell’ordine Domenicano8 D XXXII DOMENICA “per annum”9 L Dedicazione Basilica Lateranense

10 M S. Leone I Magno 11 M S. Martino di Tours 12 G S. Giosafat13 V S. Florido14 S S. Veneranda15 D XXXIII DOMENICA “per annum”16 L S. Margherita di Scozia17 M S. Elisabetta d’Ungheria18 M Dedicazione Basilica di S. Pietro19 G S. Matilde20 V S. Benigno21 S Presentazione della B.V.M.22 D CRISTO RE DELL’UNIVERSO23 L S. Clemente I24 M S. Flora e Marta 25 M S. Caterina d’Alessandria26 G S. Corrado 27 V S. Valeriano 28 S S. Giacomo della Marca29 D I DOMENICA D’AVVENTO30 L S. Andrea ap.

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

I proverbi della nonnaNovembre ammucchia aride foglie in terra...

La curva di MucinoQuesta curva, nota ai più... anzianotti, sarebbe

quell’ampia curva della via della Libbia (che una volta era conosciuta anche come via del Chiavaretto) che si trova dopo Torchiale e il Chiuso lì dove c’è anche il bivio per andare verso la Murella o Pieve di Sovara.

Passata dunque la curva, la strada, una volta, passava a metà del greppo sulla destra (ancora si può intuirne il percorso) e quindi passata la Fornace si dirigeva sicura verso Tavernelle.

Proprio sotto a questa curva c’era una sorgen-te d’acqua (se guardate bene tale sorgente era stata recuperata nello spostamento della strada e si trova oggi, anche se spesso è asciutta, a destra della strada stessa) ben conosciuta dagli abitanti del posto anche perché proprio nella zona, proprio in quel posto, si vedevano strane fi ammelle apparire e scomparire quando qualche viandante si attardava oltre il cumbri-

gliume.Comun-

que sia an-che questo posto era guardato con so-spetto e un altro fatto lo rendeva ancor più temibile. Poco lontano, alla Fornace (la ex fornace Vagnetti che si trova poco prima della Commenda), i nostri vecchi dicono avesse sede la banda del Vettori, un gruppo agguerrito di briganti che aspettava fattori o signorotti di ritorno da Arezzo o da qualche fi era.

Quindi fra le fi ammelle e i briganti, che erano anche peggio delle fi ammelle, erano pochi quelli che rischiavano a passare di lì col buio.

Quando descriviamo questi episodi parliamo sempre di gente che si spostava a piedi o al massimo con un calesse. Le auto non c’erano.

Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

I proverbi di novembrePer i Santi, manicotti e guantiPer i morti, guanti e manicotti. ***La semina di San MartinoLa semina del pigarino ***Se de novembre ‘n tonaL’annata non va bona.

Una bella preghiera che ci ha raccontato Assuntina Bivi-gnanelli e che lei ha imparato dal suo babbo.Angiolin bellin bellinoCon quel capo ricciolinoCon quell’occhi pien d’amoreAngiolino del mio cuore.

Angiolino a me me disseChe vegliasse che dormisseChe paura non avesseNé di giorno né di notteNeanche in punto della morteDalla morte in làGesù ci aiuterà.

La Curva di Mucino disegnata da Marilena Del Pia.

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DICEMBRE 2009

Il tempo di Fridus Meteorologicus

L’ultimo mese dell’anno inizia con un anticiclone di origine russo-siberiana che ci porterà delle giornale di “vecchio stampo” per il periodo e cioè temperature sotto lo zero termico durante la notte, belle giornate serene e, nelle ore centrali della giornata, temperature al di sotto dei 5 gradi. Prima di Natale grossa depres-sione dall’Islanda che si impossessa del Mediterraneo centrale causando copiose piogge; al suo seguito richiamo freddo da oriente con fi ne anno al freddo e venti di tramontana.

Temperature medie del mese: minima +1, massima +4

IL TE DEUMIl Te Deum è un antico inno di lode e

ringraziamento a Dio. Viene fatto il 31 dicembre in ringraziamento per l’anno passato.

21/22 dicembre: SOLSTIZIO D’INVERNO

1 M S. Eligio2 M S. Silverio3 G S. Francesco Saverio4 V S. Giovanni Damasceno5 S S. Dalmazio6 D II DOMENICA D’AVVENTO7 L S. Ambrogio8 M IMMACOLATA CONCEZIONE9 M S. Siro

10 G MADONNA DI LORETO11 V S. Damaso I12 S B. V. M. di Guadalupe13 D III DOMENICA D’AVVENTO14 L S. Giovanni della Croce15 M Inizio Novena di Natale16 M S. Adelaide17 G S. Floriano18 V S. Graziano 19 S S. Fausta20 D IV DOMENICA D’AVVENTO21 L S. Pietro Canisio22 M S. Francesca Saveria Cabrini23 M S. Giovanni da Kety24 G VIGILIA DI NATALE25 V NATALE DEL SIGNORE26 S S. Stefano primo martire27 D SANTA FAMIGLIA28 L Ss. Innocenti29 M S. Tommaso Becket30 M S. Ruggero 31 G S. Silvestro I

MercatiLunedì: Pieve S.StefanoMartedì: SansepolcroMercoledì: AnghiariGiovedì: SestinoSabato: SansepolcroDomenica: Monterchi

I proverbi della nonnaDicembre ammazza l’anno e lo sotterra...

Il RoccoloVicino a Sorci, il castello di cui abbiamo parlato a Settem-

bre, c’è una località con un nome apparentemente inspiegabile: il Roccolo (forse il nome deriva da una chiesa dedicata a San Rocco?). La versione popolare dice che il nome deriva dal fatto che lì ci roccolavano, facevano fuori, i nemici del Castello di Sorci. Infatti c’era un passaggio, un collegamento, che univa direttamente Sorci con questo posto.

Comunque sia anche qui fi accole e strani avvenimenti e strani rumori presso quello che era stato un convento di frati convincevano a non passarci vicino nelle ore notturne.

Anzi anche qui, come al Conventino, la fantasia popolare collega la presenza dei ruderi di quello che si diceva essere un convento come il luogo dove i frati venivano messi in punizione. Non saprei se questa spiegazione è collegabile al fatto che forse tale convento poteva essere un convento di clausura ma questa è la versione tramandata dalla gente.

Ma un’altra testimonianza di strani avvenimenti che avve-nivano nella zona è quella della persona che ha abitato proprio nella casa poderale prossima ai ruderi del Roccolo.

Andato ad abitare nel posto, seguendo il normale e perio-

dico avvicendarsi delle famiglie nei vari poderi del-la nostra zona, ben presto avvertì strani rumori. Se-guendo il rumo-re ed accostando l’orecchio alla parete, da dove il rumore pareva proprio provenire, si poteva sentire un distinto ticchettìo come di una sveglia. Solo che non c’era nessuna sveglia né nella stanza né altrove.

La cosa si è ripetuta per diverso tempo ma non gli veniva dato troppo peso. Così tutto andò a fi nire ed anche i ruderi del Roccolo sono ormai sepolti sotto i nuovi capannoni costruiti nella zona e sono molti quelli che di questa storia non ne sanno proprio niente.

Dai ricordi di Vittorio Bianchi del Palazzo e di Giovan Battista Rossi del Poggiolino.

I giochi di una volta: A bottoni

A bottoni si gioca naturalmente coi bottoni. Di varia forma e dimen-sione, quelli dei cappotti o delle giubbe erano ricercati e potevano valere due o tre di quelli da calzoni o da camicie.

I vari giocatori mettevano in palio la loro quota di un bottone. Poi, dopo l’immancabile conta, il primo iniziava il gioco.

Bagnando un dito con la saliva si doveva rovesciare i bottoni messi sopra un murello, o anche in terra, con la gobba verso l’altro. Chi riusciva a rovesciarlo vinceva il bottone e poteva proseguire il gioco, altrimenti toccava al secondo giocatore e così via fi nché tutti i bottoni erano fi niti e si ricominciava una nuova partita.

Qui sopra lo stemma della famiglia Giusti.

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A Pianettole dice che la notte vedevano uno tutto vestito nero che usciva dalla porta del castello e andava per i campi della zona. Poi, sempre a Pianettole, nella torre del castello, dice che ci facevano il Ballo angelico. E infatti, nel piazzale del castello, davanti alla chiesa, ci sono due pozzi dai quali dice che hanno cavato parecchi ossi. Forse erano le giovani ragazze fatte ucci-dere e gettate lì dentro.A Monteroso dice che ci vedevano e anche a Sarfello, vicino al Circolo ACLI di Pianettole. Qui dice che vedevino come dei lumi.Anche alla Maestà della Palaia per qualche tempo s’era sparsa la voce che ci vedevano.A Pratolino, poco dopo Montemercole, lungo la via di Pietra-mala, si sentivano delle “boci”; ma anche alla Villa del Buitoni succedevano fatti strani.Nel bosco de La Valle, un podere che si trova poco dopo San Bartolomeo, ci morì uno mentre stava sistemando il basto del suo mulo. Sarà stato un caso ma proprio in quel punto diverse persone, quando cambiava il tempo, cominciarono a vedere un animale tutto nero che attraversava il bosco.Andando verso Valealle, lì dove si gira per andare a Belvedere, c’è un luogo che si chiama il Duccino. Dicono che lì ci vedevino.Poi s’era sparsa la voce che al cimitero di Valealle c’era un cavallo nero che faceva sporadiche apparizioni. Poi si seppe che era un cavallo scappato dalla stalla e che si era fermato al cancello del cimitero forse perché gli era familiare.Al Giardino, che si trova poco prima di Verazzano, ci vedevano delle ombre bianche e al Ponte di Camproncione, sempre vicino a Verazzano, si sentivano arrivare addosso i sassi (poi si scoprì che era uno che stava nei paraggi che si divertiva).Al vecchio cimitero di Toppole (si trova lungo la strada di Toppole, al bivio di Cafaggio) erano diversi giorni che si vedeva un lume che si spostava e la gente cominciava a evitare di pas-sare in quei paraggi. Alla fi ne si scoprì che era uno di Cafaggio che andava a pregare sulla tomba della moglie morta da poco e siccome ci andava la sera dopo il lavoro, aveva con sé una lanterna per vedere la strada e quindi, per coloro che guardavano da Valle o dai poderi vicini, il gioco era fatto.All’Imbuto, un bosco fra Novigliano e il Mancino, verso Pereto, sentivano suonare le campane.In Valle grande si sentivano degli strani rumori come quando si battono insieme due sassi, due chioccoli. Quando si sentivano questi rumori i vecchi dicevano che era il becco che era tornato (infatti il becco veniva mandato nei poderi vicini per accoppia-resi con le capre dei vari proprietari), ma lo facevano per non impaurire ulterioremente i ragazzi. Il fatto è che nei pressi della porta da dove provenivano gli strani rumori, oltre cento anni fa, c’era morta una donna ed anche il Bongini, il proprietario del podere, quando veniva in Valle, non dormiva nella casa ma presso un vicino.

A S. Lucia, verso Ticchiena, dici che ci vedevino.Alle Bucacce ci vedevano un uomo tutto bianco con un lume in mano. Questo succedeva quando Cannone, Berto di Campalone, Tacito del Palazzo ed altri si riunivano a veglia a giocare a carte e poi, con qualche bicchiere di vino addosso, ognuno andava per i suoi venti. Uno di loro, dovendo tornare a casa sua al Chiuso, passando dalle Bucacce si imbatteva in questi strani avvenimenti che lo costringevano ad arrivare a casa senza fi ato. Alla fi ne si scoprì che era uno della cricca che partiva per tempo e preparava tutto l’arcano indossando un lenzuolo e nascondendosi dietro a qualche cespuglio.Uno di Campalla diceva di aver visto, davanti al Cimitero di Micciano, un calesse ed un cavallo. Il fatto si ripeté per qualche tempo poi tutto fi nì.Al Ponte di Carletto poi ne succedevano di tutti colori ed erano molti quelli che dievano che c’era un fantasma. Poi si scoprì che uno del posto si involtava in un lenzuolo bianco e, quando passava qualcuno, si barullava giù per la discesina che viene dalla Cicogna.A Bartuccino si sentivano forti tonfi venire dalla casa. Il pro-prietario, dimostrando in questo grande sangue freddo, diceva che lui non aveva paura di niente. Così capitava che, particolar-mente in estate, diversa gente, quelli del Cantone, del Mulinello, di Bicecco ed altri posti, venivano la sera nei paraggi, stando a debita distanza, a sentire questi strani rumori. Poi ognuno faceva le sue supposizioni. Non mancava il coraggioso che diceva che lui sarebbe andato dentro e non avrebbe avuto paura ma poi, con una scusa o l’altra non ci andava mai. Alla fi ne invece si scoprì che era proprio il proprietario che faceva questi tonfi . E pian piano tutta la storia si sgonfi ò e i tonfi fi nirono.Alcuni dicevano che anche nei paraggi di Petriolo ci vedevi-no.Invece a Corsano, dove c’è un’immagine che veniva invocata quando qualche partoriente aveva qualche sofferenza o non aveva il latte e si facevano suonare anche la campana, dice che c‘era sotterrata una vitella tutta d’oro.Poi c’è il detto anghiarese che dice: Fra Carciano e Carcianella/ tutta d’oro una vitella.

***Termino questa panoramica con un episodio moderno. Ieri sera il telegiornale ha riferito dell’apparizione di una pantera al sud, mi sembra in Calabria, e tutti facevano le più strane supposizio-ni: chi ha visto le sue impronte, chi l’ha vista passare; ognuno aveva un episodio da raccontare. Mi è sembrato di rivivere la stessa situazione che ci fu alcuni lustri fa anche da noi quando in diversi asserivano di aver visto una pantera aggirarsi nei nostri boschi. Lungo la via del Carmine, fra il Castagno del diavolo e la Maestà di Sputaltorsolo, fu vista di sicuro attraversare la strada. Angh’io andai a vedere e nel campo del Poggini si potevano vedere “nitide?” le sue impronte.

Lì ci vedono!!Gli altri luoghi misteriosi del nostro territorio

I racconti descritti nei mesi di questo calendario e quelli riportati qui sotto, sono il frutto dei ricordi di molte persone che in varie occasioni ho potuto intervistare. Molte di queste persone sono ormai scomparse da tempo ma la loro memoria torna utile anche oggi e ogni volta che voglio approfondire un qualche argomento della nostra tradizione. Una menzione particolare poi la voglio fare per mio padre al quale sempre mi rivolgevo per conoscere qualche particolare delle famiglie anghiaresi, ma non solo, che lui ben conosceva anche per la sua attività di commerciante.

Per i proverbi dei singoli mesi di quest’anno mi sono state di aiuto le mie zie del Borgo e la Franca Bilancetti che li ha messi in riga.

E poi vorrei menzionare Beppino di Celeste, la Gosta di Valealle, la Speranza del Ponte, Vincenzo del Molin del Caccia, Giovacchino dei Renicci, la Rosa di Galbinaccio, Mario di Sezzano, la Rosa di Trafi ume, il Fancelli di Paciano, la Vilma del Carmine, Fernando del Belluccio, Gastone Mafucci di Ca’ di Maurizio, la Maria di Pianettole, la Lucia di Tofanicchio e tanti altri che ora non ricordo ma che mi sono stati di sicuro aiuto.

Mario Del Pia

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Lì ci vedono!!Luoghi misteriosi del nostro territorio

LUGLIO

GENNAIO

Il Castagno del diavolo

FEBBRAIO

Il Conventino

MARZO

La Maestà di Sputaltorsolo

APRILE

AGOSTO

GIUGNO

Il Sasso d’Ercole

SETTEMBRE

NOVEMBRE DICEMBREOTTOBRE

MAGGIO

L’Homo selvatico

Veduta di Anghiari di P. Bertelli

Il Lastron del diavolo

Il Ballo angelico L’Omo morto Il Castello di Sorci

La Croce di Rimaggio La Curva di Mucino Il Roccolo