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maggio 2012 DI AMEDEO DE CHIARA “Sono le 48 ore più drammatiche della storia europea ed italiana”. Enrico Letta l’ha buttata giù pesante a Ballarò. Purtroppo non ha torto. La situazione è drammatica. La Grecia sa bene di non poter uscire dalla zona euro: l’e- conomista Fiorella Kostoris ha spiegato bene da Floris che il pagamento del debito sarebbe troppo alto, con il cambio euro-dracma; la drac- ma sarebbe una moneta troppo svalutata. La politica, come ha avuto l’umiltà di rinunciare alla conduzione del Paese, scelta dettata for- se dalla paura di seguire i colleghi ellenici nel baratro, deve ora avere la coerenza di soste- nere quest’esecutivo a cui la politica stessa è ricorsa. E non si può permettere di lasciare una camera del Parlamento semi-deserta, come se fosse un’aula scolastica agli inizi di giugno. D’altronde, gli italiani hanno dimostrato e dimo- strano tutt’ora la loro scarsa, se non scarsissi- ma fiducia nei politici, con indici di gradimenti in picchiata, rispetto ai valori degli anni scorsi. Sono quadruplicati in pochi anni, invece, i con- sensi per il MoVimento 5 stelle, alla ribalta nelle amministrative. D’altra parte, è da 6 mesi che al governo del paese non ci sono politici. Ora l’Italia ha l’occasione di tornare da protago- nista nel dibattito politico-economico al tavolo europeo. Monti lo sa bene. E lo sa fare bene (non dimentichiamoci del suo precedente inca- richi come Commissario europeo per il merca- to interno). Ecco la ragione del tour del Premier in giro per il mondo, passando dagli imprenditori cinesi agli sceicchi. Ma l’Italia non è una squa- dretta di calcio sull’orlo del fallimento in attesa dell’acquisto da parte di un magnate russo o americano o di un emiro arabo. Bersani, in una delle sue mille dissertazioni fi- GIORNALE D'ISTITUTO DEL LICEO VICO DI NAPOLI, FONDATO NEL 2003 segue a pagina 2 EDITORIALE ANNO 8 - NUMERO 4 - MAGGIO 2012 CHI PUÒ! ITALIA SPORT pagina 32 teste di ca...lcio CI SALVI DI CIRO AMITRANO «Non è una nuova tangentopoli, sono casi isolati» Così esordiva il Cavaliere Silvio Berlusconi all'indomani di alcuni avvisi di garanzia che avevano bersagliato diversi suoi “compagni” di partito. segue a pagina 12 CORRUZIONE CI RISIAMO

Camaleo Maggio 2012

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Il giornale di maggio 2012 analizza la nuova crisi di tangenti che ha sconvolto il partito Leghista. Spazio ai viaggi ed alla tappa partenopea dell'AC World Series.

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Page 1: Camaleo Maggio 2012

maggio 2012

DI AMEDEO DE CHIARA

“Sono le 48 ore più drammatiche della storia europea ed italiana”. Enrico Letta l’ha buttata giù pesante a Ballarò. Purtroppo non ha torto.La situazione è drammatica. La Grecia sa bene di non poter uscire dalla zona euro: l’e-conomista Fiorella Kostoris ha spiegato bene da Floris che il pagamento del debito sarebbe troppo alto, con il cambio euro-dracma; la drac-ma sarebbe una moneta troppo svalutata.La politica, come ha avuto l’umiltà di rinunciare alla conduzione del Paese, scelta dettata for-se dalla paura di seguire i colleghi ellenici nel baratro, deve ora avere la coerenza di soste-nere quest’esecutivo a cui la politica stessa è ricorsa. E non si può permettere di lasciare una camera del Parlamento semi-deserta, come se fosse un’aula scolastica agli inizi di giugno. D’altronde, gli italiani hanno dimostrato e dimo-strano tutt’ora la loro scarsa, se non scarsissi-ma fiducia nei politici, con indici di gradimenti in picchiata, rispetto ai valori degli anni scorsi. Sono quadruplicati in pochi anni, invece, i con-sensi per il MoVimento 5 stelle, alla ribalta nelle amministrative. D’altra parte, è da 6 mesi che al governo del paese non ci sono politici.Ora l’Italia ha l’occasione di tornare da protago-nista nel dibattito politico-economico al tavolo europeo. Monti lo sa bene. E lo sa fare bene (non dimentichiamoci del suo precedente inca-richi come Commissario europeo per il merca-to interno). Ecco la ragione del tour del Premier in giro per il mondo, passando dagli imprenditori cinesi agli sceicchi. Ma l’Italia non è una squa-dretta di calcio sull’orlo del fallimento in attesa dell’acquisto da parte di un magnate russo o americano o di un emiro arabo.Bersani, in una delle sue mille dissertazioni fi-

GIORNALE D'ISTITUTO DEL LICEO VICO DI NAPOLI, FONDATO NEL 2003

segue a pagina 2

EDITORIALE

ANNO 8 - NUMERO 4 - MAGGIO 2012

CHI PUÒ!

ITALIA

SPORT

pagina 32teste di ca...lcio

CI SALVI

DI CIRO AMITRANO

«Non è una nuova tangentopoli, sono casi isolati»Così esordiva il Cavaliere Silvio Berlusconi all'indomani di alcuni avvisi di garanzia che avevano bersagliato diversi suoi “compagni” di partito.

segue a pagina 12

CORRUZIONE

CI RISIAMO

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maggio 2012

losofiche - interviste rilasciate ha giustamente ammonito sul rischio degli attentati alle sedi di Equitalia e all’accanimento verso i suoi dipen-denti, sull’incombenza di una nuova guerra tra poveri e dell’immolazione di un nuovo capro espiatorio. Per quanto sembrino fasulle le ri-vendicazioni anarchiche di questi attentati, le esplosioni sono state reali. Come reale è il di-sagio dei cittadini: nel 2011 la propensione al risparmio delle famiglie è del 12%, il valore più basso dal 1995; da marzo gli occupati sono 22.947 mila, in diminuzione dello 0,2% rispetto a febbraio (-35 mila unità), mentre il tasso di disoccupazione si attesta al 9,8% in aumento di 1,7 punti rispetto all'anno precedente; di con-tro, si è registrato un aumento del 2% dell’occu-pazione degli under-25 (dati Istat). Monti asserisce di non aver mai parlato di au-sterità, in questi 6 mesi di Governo; ma il non averne mai parlato non significa non averla

messa in atto. Che si parli austerity o spending review (letteralmente, revisione della spesa), appare chiaro che l’Italia sta attraversando un periodo di contrazione per la spesa pubblica e un inasprimento fiscale. Ma in questa situa-zione non si può fissare un tetto anche per la disabilità, come se una persona che guadagni 15000¤ sia più bisognosa di sussidi di chi ne guadagna un euro in più. Il governo paga le scelte incaute del suo predecessore, ma si è assunto una grossa responsabilità e non può venir meno. E questa responsabilità si chiama crescita. E questa non può esistere, se non su “basi solide”, come ha detto Monti; cioè su finanze salde e conti in regola. E per questo abbiamo ricevuto l’elogio del Fondo Monetario, che però chiede ora all’Italia più crescita. Ma la crescita del paese non può non passare anche dal benessere dei suoi abitanti.

3 NEXT LEVEL SCHOOL di A. MONTINI E R. CATALANO

4 CISS...IAMO STATI di F. DI LUCREZIA

6 GLI ESAMI NON INIZIANO MAI di V. GIGANTE

8 NAPOLI-AJACCIO SOLA ANDATA di G. BONITO

10 SNOW WEEK IL VICO SULLA NEVE di M.R. BARBARACI E D. LIPPI

12 QUANDO SCATTA L'ORA LEGALE di C. AMITRANO

13 LA BOMBA PADANA di A. DE MASCELLIS

14 THEY ARE FAMILY di M. OSTINATO

15 LE GUERRE PADANE di F. DI LUCREZIA

16 LE MANI SU MILANO di S. SCHMIDT

17 IN UN PERIODO COME QUESTO di C. SATURNO

19 MUORE GIOVANE CHI È CARO AGLI DEI di M. BARBARACI

20 VIR 'O MARE QUANT’È BELLO di G. PASTORE

22 FORUM DELLE CULTURE RISCHIO FLOP di C. AMITRANO

23 DAL 25 APRILE AL 1° MAGGIO di M. OSTINATO

24 COME DIVENTARE UN TIPO BUONO-ANTIFA' di C. AMITRANO

25 LA RISPOSTA DEL CUORE di U.N.OWEN

26 TO ROME WITH LOVE di AL. DE CHIARA

27 THE ACT OF VALOR di M. R. BARBARACI

28 UNA RAGAZZA DA SPOSARE di N. BARRA

29 WINDRONE SCRAPS di A. DIOUF

30 IL SOGNO di AA. VV.

32 5B vs 5D di A. DE MARTINO

33 3A vs 4A di L. SORRENTINO

33 4A vs 5D di D. MAGLIO

34 L'ATTO FINALE TRIONFA LA 5B di L. SORRENTINO

35 I P KARATE di N. BARRA

2

Direttore Amedeo De Chiara

Vicedirettore EditorialeFrancesco Di Lucrezia

Vicedirettore OrganizzativoMattia Ostinato

VignetteAlberto De Mascellis

WebmasterEnrico Discetti

MOSAICO

DI MATTIA OSTINATO

Dai primi romanzi di avventura fino agli epici film che ogni nerd che si rispetti dovrebbe conosce-re , si sa che gli eroi più fighi tornano da lunghe assenze quasi sempre alla fine delle loro saghe, per risolvere anche le situazioni più tragiche appena prima dei titoli di coda. Proprio come Aragorn, che nel “Ritorno del Re” salva il regno di Gondor dalle forze di Sauron, Luke Skywalker che nel “Ritorno dello jedi” salva la sua galassia dal malvagio Palpatine, Gigione,che in “Grazie Padre Pio” salva il figlio da un giro di corse clan-destine e il Camaleo, che questo mese (Final-mente) ritorna sui vostri banchi per salvare la propria faccia. Dopo oltre due mesi di silenzio stampa non dovuto (ahimè) al rapimento del Di-rector Maximo Amedeo de Chiara da parte di guerriglieri maoisti, bensì da semplici problemi tecnico-organizzativi, siamo alfin riusciti a rive-der le stampe grazie al provvido intervento del tecnico scolastico e possiamo finalmente pro-porvi codesto numero. E che Numero. In questo

cervellotico frullato primaverile potrete trovare la freschissima recensione della Snow week del nostro liceo, nonché la prova che la nostra preside traffica segretamente in tecnologie aliene sconosciute da fare un baffo ai Men in Black, ovvero le nuovissime lavagne interattive multimediali che da qualche mese fanno la loro bella figura in alcune delle nostre classi.Ciss arà poi, un resoconto della fantastica esperienza fatta dal nostro giornale in quel di Perugia in occasione del C.I.S.S. (Convegno Italiano Stampa Studentesca), insieme ad un ardito sondaggio effettuato tra i nostri matu-randi e ad una recensione finale dei nostri corsi scolastici, il tutto senza distogliere lo sguardo da eventi di attualità come il surreale scandalo leghista delle ultime settimane E poi musica, film, racconti, pagelle sportive e tanti altri mo-tivi (come se non ce ne fossero abbastanza) per trasformare questo giornale in materia pri-ma per aeroplanini di carta o in un Art Attack a caso senza però dare prima uno sguardo a quello che contiene.

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EDITORIALEdalla prima

Attività di consulenzaStefano Scarpa

Docenti referentiMarina BruzzeseMaria Rosaria Iorio

StampaGiuseppe Sepe

progetto grafico

CI SALVI CHI PUÒ!

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maggio 20123

DI AMALIA MONTINIE RITA CATALANO

Éstata davvero una sorpresa per gli stu-denti, dopo quelle abituali d’ingresso, tro-

varsi nuove cancellate lì, all’ingresso dei corri-doi; ma è stato ancora più sorprendente, una volta varcata la soglia delle aule numero 4, 5 e 9 del secondo e terzo piano, trovarsi quelle nuove lavagne così futuristiche, a confronto con le lavagne a gesso. Le Smart Board ( LIM- Lavagne Interattive Multimediali) recentemente installate nel nostro Istituto sono delle lavagne interattive che utilizzano la tecnologia del touch - screen. Grazie all'ampia superficie sensibile e alle varie “penne”, è possibile interagire con le immagini proiettate, anche per quanto riguar-da annotazioni e testi. In questo caso si ha la possibilità di utilizzare tutte le applicazioni di un computer collegato in precedenza, compresi i

servizi della rete elettronica.Di questo cambiamento nel nostro Liceo ne ab-biamo parlato con la professoressa Mercoglia-no, che ha risposto ad alcune nostre domande. Quando le abbiamo chiesto cosa pensasse di questa importante novità nel metodo di istru-zione, ci ha risposto che vede più presente un cambiamento nell'apprendimento dei ragazzi. Introdurre, infatti, nuove tecnologie può certa-mente coinvolgere maggiormente gli studenti. La professoressa ci dice poi giustamente che ogni innovazione in ambito scolastico è certa-mente ben accetta: la modernizzazione della scuola permette all'istruzione di restare, sep-pur a fatica, al passo coi tempi. Alle nostre per-plessità sulla possibilità di un impiego frequen-te di queste LIM , anche in rapporto allo scarso utilizzo dei vari laboratori, la professoressa Mercogliano ricorda che è necessaria la par-tecipazione dei ragazzi, che dobbiamo credere davvero nel giusto utilizzo, perché si tratta di

una possibilità importante, legata strettamen-te anche al metodo di insegnamento dei singoli professori, che dovranno rivedere le proprie idee in questo campo, evitando magari con-vinzioni contrarie o “avversioni” vere e proprie verso il materiale multimediale. Ovviamente queste Lavagne Interattive non sono state in-stallate in ogni aula del nostro Istituto, ma ben-sì negli ambienti più ampi. La professoressa ci rende noto che anche lei ha partecipato alla decisione delle aule da impiegare, ed è giusto che ci sia la possibilità anche di una rotazione per l'utilizzo di questi nuovi “laboratori”, in modo tale che un po' tutti possano usufruirne. E ciò non rappresenta un problema , ma una ricchez-za, perché permette ai ragazzi di rapportarsi con uno spazio che è il ''loro'', ossia quello sco-lastico, ed è un modo per avviare alla carriera universitaria.

NEXT LEVELSCHOOL

SCUOLA

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maggio 20124 EVENTI

CISS...IAMODI FRANCESCO DI LUCREZIA

Adispetto di quanto suggerisca il titolo di questo articolo il CISS non e' solamen-

te una fonte inesauribile di battute metalingui-stiche di dubbio umorismo. Nella cornice dell’ IJF(International Journalism Festival) che da dodici anni Perugia ha modo di ospitare, si svol-ge il Convegno Italiano Stampa Studentesca questo aprile arrivato alla sua sesta edizione. E' infatti negli ultimi giorni di aprile(27,28,29) , che il borgo storico perugino si anima di gior-nalismo, dalle eminenti figure del giornalismo estero, passando per giovani ed ambiziosi re-dattori, fino ai nostrani reporter pronti a comu-nicare tutta la dura realtà del fronte in medio oriente. Ma cosa più importante, ogni anno Pe-rugia rende possibile il piccolo miracolo di unire le più diverse realtà giornalistiche studente-sche con la sua posizione di perfetta centra-lità nella penisola. Giovani, giovanissime menti,

le teste di redattori provenienti da tutta Italia si mescolano, si confrontano, e il "Camaleo" ha avuto modo di partecipare a tutto questo, portando ed "importando" tutta l'esperienza dura ,ma gratificante del condurre un giornale nel proprio istituto.Ventitré testate studentesche si sono incon-trate per discutere di quelli che per gli addetti ai lavori sono i temi forti, le eterne sfide che l'at-tività redazionale comporta. Nel caso del "Ca-maleo" alla nostra redazione e' stato chiesto di discutere sull'organizzazione e la gerarchia redazionale, ma al di là dei singoli temi trattati (alcuni, "Videochat con gli inviati in California" molto più godibili e leggeri di altri, come "qualità estrinseca ed intrinseca") la nozione che più difficilmente sarà dimenticata da questo gior-nale e di cui vogliamo rendervi partecipi e' la professionalità. Lasciateci confessare che fa un certo effetto, in completa autonomia, contribuire alla organiz-zazione di un evento simile, lasciarsi accogliere

dagli splendidi spazi dell'Auditorium di Santa Cecilia, sedersi ad un tavolo o in platea con altri ragazzi appassionati almeno quanto te e infine discutere di lavoro. Fa tutto un altro effetto par-tecipare alla boriosa conferenza quando si e' parte della boriosa conferenza; quando tante altre boriose conferenze, tenute da gente che del tuo borioso lavoro giornalistico ne ha fatto il suo borioso mestiere, ti circondano e i boriosi e anonimi cameraman che riprendono le borio-se conferenze stanno riprendendo proprio voi. Non si parla solo di responsabilizzazione, se non fossimo responsabili questo giornale che ora avete tra le mani neppure esisterebbe. Non si tratta di farsi belli e giocare a fare i grandi in mezzo alla manifestazione ufficiale e alle telecamere o al grande giornalista di passag-gio. In quella stanza per ore, per tre giorni ci siamo stancati tutti, stancati per una passio-ne, per un lavoro non sempre adeguatamente apprezzato e di cui spesso si ignorano tanti re-troscena; ma essere circondati da tanto simile

STATI!

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maggio 20125

amore, da tanto sudore per il proprio lavoro e' stata un'esperienza al di sopra di ogni nostra aspettativa. Al professore che leggerà questo articolo chiediamo di non sprecarsi a definire la no-stra esperienza formativa, c'è stata molta più umanità( e divertimento!) di quanto si possa immaginare e formativo sarebbe un termine riduttivo. Purtroppo di formativo in senso sco-lastico c'è stato davvero poco visto che per varie complicazioni ci siamo dovuti muovere con mezzi nostri e senza accompagnamento e pertanto la redazione ha potuto rappresentare adeguatamente solo se stessa, e non l'istituto come avremmo voluto.Al ragazzo che leggerà invece diciamo solo che e' esattamente di questo che il Vico, il movi-mento studentesco, la scuola italiana con tut-te le sue croci ha un disperato bisogno. Serve giocarsi il proprio ruolo con quel senso di vera compattezza e affetto nella comune causa, con quell'impegno sudato, noioso e gratifican-

te che porta a mettere da parte quel diverti-mento solo apparente che diventa un modo per volersi sottrarre alla durezza della realtà con la routine e le frasi fatte. Serve sudore, serve sa-pere che non c'è nulla di gratificante,sottolineo, personalmente, per te. Servono acutezza e azione, servono i fatti, non parole al vento. Serve quell'intelligenza nel saper mediare con gli eventi e gli imprevisti piccoli e grandi sen-za demagogie o tremende motivazioni, a cui piace diventare tremende scuse. Se si vuole Fare bisogna saper rimboccarsi le maniche con responsabilità, questo non vuol dire esse-re meno giovani, ma sicuramente diventare più uomini e donne di quanto non lo fossimo prima. No, al CISS non ci siamo formati da ragazzi, ab-biamo partecipato da professionisti.

"09", Milano; "5+", Trieste; "La Bohème", Milano; "Il Bradipo", Lodi; "Il Cafferino", Milano; "Camaleo, Na-poli"; "Claxon", Bologna; "Dall'alfa all'Omero", Milano; "DeGeneratione", Firenze; "Dragut", Genova; "Fermi Tutti", Policoro (MT); "Il Giornalotto", Milano; "INcontro", Treviso; "Libellu-la", Bellinzona; "L'Oblò sul Cortile", Milano; "Sappilo", Trieste; "Il Saggia-tore", Perugia; Il"Siottino", Cagliari; "La Siringa", Perugia; "Skakkinostri", Bari; "Terzo Occhio", Parabiago (MI); "Il Visconti Dimezzato", Roma; "Zaba-ione", Milano

partecipantiGiornali

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maggio 20126 MATURANDI

DI VALERIO GIGANTE

Alle soglie di maggio lo studente tipo vede già la fine della scuola, la chiusura

dei cancelli e il relax estivo. L’anno sembra qua-si concluso. Il sole comincia a penetrare nelle polverose finestre del Giambattista Vico. Tut-ti tranne pochi: i maturandi! Stress, pensieri e “studio matto e disperatissimo”.Il proprio nome è un segno, un nomen-omen direbbero alcuni, del gradone che questi av-venturieri, un po' ingenui, devono compiere per crescere. La Maturità rappresenta sicuramente una sfida difficile e dura da compiere.Se queste sono le premesse, il futuro è incer-to, lo studio sembra insufficiente, e se Justin Bieber t’attira più del Teorema di Pitagora (ri-cordandosi sempre della TEMUTISSIMA com-missione esterna, più ignota dell'origine dell’U-niverso ) è un grave problema! Come reagire?Noi del Camaleo abbiamo analizzato come quest’ultimo squarcio di “fanciullezza liceale” venga vissuto nel Vico ottenendo risposte va-riegate e molto particolari. Ad un ragazzo e ad una ragazza di ogni classe sono state poste le seguenti domande e nessun professore si è lamentato della nostra intrusione nelle classi; non molto, almeno.

In quali materie sarete sotto esame nel-la terza prova?Quest’anno la scelta delle materie della terza prova ha avuto l’Oscar per la migliore interpreta-zione horror, tanto da indurre i professori a na-vigare tra norme ministeriali e voci di corridoio degne di Maria de Filippi. L’opzione di “sdoppia-re” le materie per facilitare agli alunni la terza prova e l’orale è svanita subito. È arrivato infatti dall’alto, come il “non expedit” di Pio IX , il fati-dico NO. Panico tra i maturandi e sbalzi di pres-sione tra i professori già di per se stressati. Per non parlare di circolari fantasma e solite impre-cazioni contro i superiori. Studenti indecisi tra il pellegrinaggio a Lourdes e la possibilità di pra-ticare il politeismo. Comunque sia finita questa piccola commedia pirandelliana, le classi hanno preso le proprie decisioni e si sono regolate di conseguenza. Più o meno. Molto meno che più. Secondo gli intervistati del Classico, le uniche materie sicure sono Latino (ovviamente, aven-do Greco alla terza prova) e Scienze. La 5B af-fronterà anche Inglese mentre gli interlocutori della 5A non si sono detti sicuri della parteci-pazione della lingua anglosassone al loro dolo-re maturando. La 5C potrà invece sicuramente contare sulla storia dell’Arte.Nemmeno i ragazzi dello Scientifico se la pas-sano meglio. La 5E ha dichiarato di aver avuto

chiaramente le materie da svolgere, con uno sdoppiamento di cattedra previsto tra Storia e Filosofia (e il NON EXPEDIT dov’è finito?). 5D e 5F navigano in alto mare.Al Linguistico in tante classi hanno dichiarato di avere un “Mare Magnum” di materie da portare e non sapere neanche da dove iniziare. Tutte tranne la 5M hanno avuto molte incertezze nel dichiarare le materie d’esame.

Quante simulazioni di terza prova avete svolto in classe? E come sono andate?Ogni classe di ogni indirizzo della scuola ha già invocato qualche dio o il proprio filosofo di fidu-cia almeno una volta, quando la prima simula-zione è giunta. Infatti tutte le classi, nel giorno dell’intervista, avevano compiuto la seconda simulazione. Ma ecco i risultati dell’esame nelle classi, una sorte di exit-poll di quelli reali, futuri, spaventosissimi voti.Allo Scientifico nella 5D e nella 5F c’è stato un range variegato di voti, dove ci sono state vere eccellenze (alcuni 15 su 15) così come molte persone - almeno 1/3 di ogni classe- con volti molto bassi. In 5E, secondo gli intervistati, le simulazioni sono scappate per la vergogna e di loro, o meglio dei loro voti, non si ha traccia.Il Linguistico dichiara invece, non orgogliosa-mente, che almeno metà di ogni classe dell’in-dirizzo ha avuto meno di 10 su in almeno una

GLI ESAMINON INIZIANO MAI

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maggio 20127

materie della terza prova.Il Classico si attesta su un livello medio-alto con numerose eccellenze e voti più bassi, che comunque si aggirano sul 10/15. Che non si pecchi di ybris, però.

Qual è il sentimento della classe verso gli esami? Ansia o tranquillità?L’esame di Maturità può essere vissuto in tan-ti modi. Rimanendo menefreghisti, pensarci ma non troppo, stare un po' in ansia, cominciare ad andare dal psicoterapeuta solo per paura della commissione esterna. Insomma, ci sono tante vie. E’ curioso notare che però molte dipendano dall’indirizzo, almeno nel Vico, da quanto emerge. Al Classico la più tranquilla è la 5A, dove comunque metà della classe sta per cadere in preda all’ansia. Ci vorrebbe invece uno stuolo di neurologi per calmare la 5C e in particolare la 5B, dove praticamente tutti stan-no abusano di camomilla da un anno intero (con poco effetto, a quanto detto dagli intervistati). Il panico pervade quindi le colonne doriche del Classico. Lo Scientifico è invece preso da un aristocratica non-chalance nei confronti dell’e-same, un puro “menefreghismo dell’esame” - diretta citazione di un intervistato -, pronti in-vece a giocare a tresette con il commissario esterno. Lasciandolo vincere, naturalmente. Per quanto riguarda il Linguistico, la 5G vive il

tutto con la giusta misura mentre, a detta de-gli intervistati, la 5H “fa finta di fregarsene” e probabilmente userà il burraco per convincere i professori. La 5M respira ansia d’esame insie-me all’ossigeno, forse a causa degli ansiogeni latinisti e grecisti.

Quali saranno le scelte universitarie o lavorative nella tua classe?Medicina regna sovrana, regina in tutti e tre gli indirizzi. Eccezion fatta per la 5H del Linguisti-co, ove miracolosamente nessuno vuol provare questa carriera. La scelta universitaria, curio-samente, non ha nulla a che fare con il liceo svolto. Forse sarà la crisi che non è più crisi, forse saranno le paure economiche, forse sarà la speranza del posto fisso (che mono-tonia!), o forse, diciamocelo, saranno le futu-re raccomandazioni, ma le quattro facoltà più scelte sono: Medicina, Ingegneria, Economia, Giurisprudenza. E nessuna di queste è alla fine, se non forse nello Scientifico, affrontata spe-cificatamente nella scuola, ma prese sempre per largo. Il Classico porta, secondo gli intervistati, su un totale di circa 60, solo due persone a Lettere Classiche. Allo Scientifico la didattica consen-te una scelta più variegata e più concreta, pro-iettata sempre verso il lavoro. Le scelte sono ben equilibrate tra le solite facoltà, sebbene sia pervaso da una indecisione enorme rispet-to agli altri indirizzi. Anche il Linguistico si tiene nei binari, con l’unico caso della 5H che ha scel-to, almeno così dice, materie umanistiche.

E arriviamo forse alla domanda più in-teressante. Si ricorda che si trasmetto-no solo opinioni e critiche, insomma, ambasciator non porta pena.Dopo 5 anni o più anni passati, come ti senti nei confronti della scuola? Passando tra le quinte, tanti sono i giorni di queste classi passati nella nostra scuola

quanti i soggetti delle loro critiche. Le classi hanno mosso critiche a destra a manca, dalla Classe dirigente alla Rappresentanza d’Istituto passando per l’edificio della scuola. Critiche, in verità, mosse più dalla lunga esperienza nella scuola che da ragioni specifiche. Per il dopo li-ceo, in 5D gli intervistati hanno dichiarato, uno di essere in ansia per il futuro e di non sape-re bene qual indirizzo prendere, l’altro di non sentire un particolare attaccamento a questa scuola e di andarsene da indifferente. In 5F le critiche erano dirette soprattutto all’organizza-zione dell’insegnamento nella propria classe. Spostandoci al Linguistico, la 5M ha ravvisato un peggioramento anche tra le nuove reclute. Secondo entrambi gli intervistati, infatti, il ri-cambio generazionale degli iscritti al Vico è stato più in quantità che in qualità, portandolo il liceo ad un livello più basso e meno elevato. Tuttavia il ricordo e la nostalgia ci saranno, per entrambi gli intervistati. Le stesse sensazioni nei confronti della scuola si trovano anche in 5G, che però prova più che altro sollievo per la propria uscita dall’istituzione scolastica, per loro allo sfascio. Nella 5H le critiche si fanno più acerbe, tanto da raggiungere una sorta di nichi-lismo scolastico: agli intervistati il Vico non sta addosso, o meglio, la propria didattica di clas-se non è adeguata. Se è rimasta qualche spe-ranza per quest’ex-manicomio la si può trovare nel Classico. E invece no. Anche la 5C lamenta una carenza enorme nella scuola, aumentata a tutti i livelli durante il corso degli anni in tutti i settori; nuove generazioni di iscritti incluse. La 5B denuncia la stessa cosa, lamentandosi del numero dei corsi sempre più ridotti nel corso degli anni. La 5A, infine, trova lacune nella bu-rocrazia scolastica. Sembrerebbe uno scena-rio desolante a giudicare da tutto ciò. Tuttavia, quasi tutti hanno detto che questo risentimen-to verso la propria scuola si trasformerà presto in nostalgia. E forse si riderà di tutto questo.

Le prove scritte dell’esame di maturità dell’anno scolastico 2011/2012 si svol-geranno il 20 giugno (prima prova) e 21 giugno (seconda prova).

SECONDA PROVALiceo classico: Greco; Liceo scientifico: Matematica; Liceo linguistico: Lingua straniera; Liceo pedagogico: Pedagogia; Liceo artistico: Figura disegnata.Per l’istituto tecnico commerciale (ragionie-ri): Economia aziendale;Per l’istituto tecnico per geometri: Topogra-fia; Per l’istituto tecnico per il turismo: Lingua straniera;

Per l’istituto professionale per i servizi alberghieri e della ristorazione: Alimenti e alimentazione;Per l’stituto professionale per i servizi so-ciali: Psicologia generale e applicata;Per l’istituto professionale per tecnico delle industrie meccaniche: Tecnica della produ-zione e laboratorio.

MEMBRI ESTERNIIl decreto individua, inoltre, le materie affi-date ai membri esterni. La scelta di queste materie ha seguito, laddove si è rivelato opportuno, il criterio della rotazione delle discipline.

maturitàInfo

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maggio 2012

NAPOLI-AJACCIOSOLA ANDATA

8 SCUOLA

DI GIORGIA BONITO

"Je pense que ce voyage a été très en-richissant et m'a permis de faire be-

aucoup de progrès”- penso che questo viaggio sia stato un arricchimento e mi ha permesso di fare molti progressi-; “Senz’altro è stato molto utile per la lingua”, ”Abbiamo stretto un rappor-to fantastico con tutti i ragazzi e le ragazze del gruppo”, ”Mi sono divertita molto”, ”Ho trova-to una nuova sorellina!”, “L’Italie c’est pas si mal comme on dit” -L’Italia non è poi così male come si dice-

Viaggiare è un’esperienza magnifica! Certo, uscire fuori e sbirciare oltre le finestre del no-

stro microcosmo non è semplice: misurarsi con altre realtà non è semplice, e non lo è nemme-no riconoscere i proprio pregiudizi. Ma pensate, in fondo è quello che facciamo ogni giorno, in misura minore, attraverso i social network. La nostra è una generazione dove ormai comuni-cazione, rapidità, scambio e dialogo sono alla base delle nostre azioni quotidiane; lo si deve riconoscere, anche se con riluttanza, anche se legati a vecchie e impolverate abitudini o im-pauriti dal cambiamento. E poi ci sono vere istituzioni della nostra so-cietà, tra cui la scuola, che ci aiutano nella co-struzione di noi stessi, dandoci la possibilità di migliorarci e attuare questo progetto di cosmo-politismo multietnico. Per quanto riguarda la nostra scuola, il Liceo Ginnasio statale G. B. Vico, negli anni passati,

ha partecipato a varie proposte di scambi cul-turali, mandando molti dei suoi alunni e docenti nei vari paesi dell’Europa ed anche oltre oce-ano. Quest’anno però c’è stata una piccola svolta! È stato il nostro liceo ora a ospitare, con la di-sponibilità di alloggio presso le famiglie di alunni della 2H, 2M e 2R, dal 19 al 30 marzo 25 ragaz-zi e ragazze tra i 16 e i 18 anni del Lycée “Laeti-tia Bonaparte” di Ajaccio, per il progetto COME-NIUS (finanziato dall'Europa). Questa iniziativa è stata possibile grazie al positivo attivismo del dirigente scolastico, la prof.ssa Paisio, e alla prof.ssa Josette Blenx, funzione strumen-tale volta all'internazionalizzazione dell'istituto.Da mesi erano tutti in fermento: il primo gior-no a scuola, il 20 marzo, era stata preparata loro una grande accoglienza in Aula Magna con

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alcune classi e i loro insegnanti del linguistico, che per l’occasione hanno intonato gli inni dei rispettivi paesi e ascoltato le parole di benve-nuto della Preside; il tutto seguito da un grande buffet al terzo piano. Nei giorni successivi, i ra-gazzi della Corsica hanno visitato i migliori mu-sei e le più belle località della città partenopea; un piano fitto,“ des journées assez bien orga-nisées et visites intéressantes” (delle giornate ben organizzate e visite interessanti)Il programma per i Corsi prevedeva, tutte le mattine, lezione presso la scuola e per il pome-riggio si apriva alla città con la visita del Centro Storico, in modo da dare ai ragazzi la possibi-lità di osservare da vicino piccoli scorci della Napoli antica e orientarsi. In seguito, ci sono state varie visite ai complessi monumentali e centri d’arte della city tra cui Capodimonte, Mu-

seo Archeologico Nazionale e la Certosa di S. Martino, le cui guide sono state sostenute da alunni delle classi 3 e 4H; e la visita agli Scavi di Pompei e al Vesuvio che hanno ricoperto un giorno intero.Le escursioni spesso erano molto lunghe e di-ventava difficile per i cugini d'oltralpe seguire le spiegazioni in italiano, ma la bellezza delle opere delle nostre collezioni d’arte, dei nostri monumenti e palazzi, piazze, giardini e luoghi di svago hanno saputo parlare per noi e farsi giustizia da soli.Il gruppo e i docenti si ritengono, infatti, dav-vero soddisfatti del viaggio: non solo perché è stato un mezzo per migliorare la lingua (da ambo le parti) e visitare luoghi e posti che non si conoscevano prima, trarre ispirazione da essi e accrescere il proprio bagaglio di espe-

rienze ed emozioni; questa opportunità ha fatto sì che, tra i ragazzi ospitanti e gli ospiti, si potessero creare nuove amicizie. Molti, do-vendo condividere una stanza con il proprio corrispondente, hanno trovato interessante e stimolante, anche se a volto non facile, anzi, faticoso, il vivere sotto lo stesso tetto, anche se per poco tempo.Mettersi alla pari, confrontarsi, aiutarsi, ascol-tarsi, spingersi oltre il muro delle convenzioni e provare direttamente tutto questo sulla propria pelle è un’esperienza irripetibile che forma l'a-lunno, un'avventura che si spera possa venir sperimentata anche da altri tra noi in futuro.

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maggio 201210 scuola

SNOW WEEK

DI MARIA ROSARIA BARBARACiE DARIO LIPPI

Anche quest’anno gli studenti del G.B. Vico dal 4 al 10 marzo si sono presen-

tati al tradizionale appuntamento con le piste innevate di Passo del TonaleÈ stata una settimana atipica quella trascorsa dagli studenti del G.B. Vico tra le vette innevate di Passo del Tonale, località alpina situata tra la provincia di Trento e quella di Brescia.Non è stato facile quest’anno per il professore Lalla, promotore del tradizionale evento della Snow Week, realizzare il progetto. A causa di problemi legati all’organizzazione, i partecipanti hanno dovuto attendere la prima settimana di Marzo per mettere ai piedi scii e scarponi.Soltanto trenta, infatti, tra gli alunni dell’istitu-to hanno preso parte al sensazionale progetto dell’ anno scolastico 2011/2012. La partenza posticipata e l’arrivo delle pagella hanno spinto molte famiglie, infatti, a rinunciare.

Nonostante queste numerose vicissitudini il giorno 4 Marzo alle ore 5 del mattino i parteci-panti entusiasti erano già a bordo del pullman Gran Turismo, che li avrebbe portati dai piedi del Vesuvio alle bianche cime del Trentino. Già dalle prime ore del viaggio le voci stonate dei ragazzi delle svariate classi risuonavano lungo le località di tutt’Italia. Tra persone che divora-vano crocchè portati da casa, che facevano scorta di formaggi e salumi tipici presso gli au-togrill di tutta Italia e altri che nel segno di una vera e propria vacanza giocavano con vivacità a scopone, è passato in poco il lungo viaggio alla volta dell’hotel Dahu. L’accoglienza del personale è stata da subito calorosa. Subito dopo la sistemazione nelle camere, il gruppo si è recato presso la scuola Tonale-Presena ad affittare gli scii e gli scar-poni, che avrebbero procurato tanto dolore ai piedi dei ragazzi per il resto della settimana.

Finalmente il Lunedì i ragazzi sono potuti giun-gere sulle piste e divisi in tre gruppi hanno ini-ziato le lezioni con i simpatici maestri.

Nonostante le diverse esperienze e le abilità individuali dei diversi partecipanti, quasi ognu-no è stato protagonista di esilaranti momenti all’insegna dell’ilarità collettiva: cadute da far invidia ai più grandi professionisti nello sport olimpico dei tuffi non sono di certo mancate, maestri che con i loro canti alpini avrebbero po-tuto far concorrenza alla sigla di Heidi, leggen-de di sci rimasti intrappolati nelle grinfie della seggiovia e note difficoltà nell’uso dello skilift.Tuttavia alla fine dei 5 giorni tutti hanno avu-to modo di imparare qualcosa di nuovo; anche chi sapeva già sciare può dire di aver appreso nuove tecniche tra ripide discese sulle cime più alte e mosse acrobatiche sui minisci. I princi-pianti che nei primi giorni avevano chiare ed evidenti difficoltà solo a reggersi in piedi, in meno di una settimana sono arrivati a compe-tere con il gruppo intermedio. Le imprese de-gli pseudo-sciatori sono state riprese da chi, munendosi di telecamera posta sul casco, ha registrato il tutto. Tra le varie esperienze, l’intero gruppo ha anche partecipato ad una serata organizzata di sci

IL VICO SULLA NEVE

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notturno nella quale i partecipanti hanno avuto modo di far parte di una tradizionale fiaccolata su una pista buia e di sciare sotto le stelle.

Ma non crediate che dopo una giornata inten-sa e stancante passata sulle piste i ragazzi pensassero a riposarsi. Una volta tornati in albergo e dopo una veloce doccia, ognuno si svagava a suo modo: chi semplicemente con una partita a carte, chi giocando a nascondi-no, chi fingendo di allenarsi in palestra o chi scattando fotografie passava quei pochi minu-ti prima che tutti quanti si riunissero in attesa del video registrato quotidianamente dal Prof. Lalla durante la giornata; ciascuno aveva modo di osservare i propri progressi o comprendere i propri errori, non senza risate generali.Verso le 20:00 giungeva l’ora della cena: alcu-ni degli affamati sportivi avrebbero da subito mangiato, se non insospettivi dai nomi carat-teristici e poco noti delle pietanze loro servite; altri, non curandosi affatto di ciò, inghiottivano si gettavano a capofitto su qualsiasi cosa si trovassero davanti.

Il resto della serata riservava sempre qualche sorpresa di giorno in giorno. Momenti indimen-ticabili sono trascorsi durante le vergognose esibizioni al karaoke, le spassose serate di in-trattenimento, i coinvolgenti giochi di società e un entusiasmante partita del Napoli.

I giorni sono trascorsi in fretta e non sembra-va vero che il momento della gara finale fos-se arrivato: chiunque si è mostrato capace di affrontare questa situazione e nessuno è ri-masto senza soddisfazioni al di là del risultato. La sera stessa i vincitori sono stati addirittura premiati con delle medaglie e tutti hanno avuto notizia del risultato finale dai maestri nella hall dell’albergo. La mattinata della partenza è stata per tutti difficile: dopo la sveglia delle 4:00, i ragazzi sono saliti sul pullman alla volta di Napoli. Il viag-gio è stato sicuramente meno particolare di quello dell’andata; i pensieri erano ovviamen-te tutti rivolti alle piste da neve ormai lontane: una settimana fantastica era già passata. E nonostante il tempo inizialmente sfavorevole

tutti possono dire di aver vissuto un’esperien-za indimenticabile all’insegna dello sport e na-turalmente del divertimento. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza la presenza dei professori accompagnatori A.Lalla e P.Menna, a cui vanno rivolti i ringraziamenti per l’entusia-smo e la pazienza.

del TonalePasso

Il Passo del Tonale (Pas del Tonàl in solandro e Pas del Tunàl in camuno), situato a 1.883 m s.l.m., è un valico alpino nelle Alpi Retiche meridionali che divide le Alpi dell'Ortles a nord e le Alpi dell'Adamello e della Presa-nella a sud. Mette in comunicazione la Val di Sole (Vermiglio) con l’Alta Valle Camonica (Ponte di Legno).

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maggio 201212 SPECIALE TANGENTOPOLI

Questa frase ricorda vagamente le parole del defunto Bettino Craxi che definiva l’allora neo-carcerato Mario Chiesa un “mariuolo isolato”. Di cosa era reo l'esponente del Partito Socia-lista? Lo spiega molto bene Enzo Biagi in “era ieri”:« Tutto era cominciato un mattino d'inverno, il 17 febbraio 1992, quando, con un mandato d'ar-resto, una vettura dal lampeggiante azzurro si era fermata al Pio Albergo Trivulzio e prelevava il presidente, l'ingegner Mario Chiesa, esponen-te del Partito Socialista Italiano con l'ambizio-ne di diventare sindaco di Milano. Lo pescano mentre ha appena intascato una bustarella di sette milioni, la metà del pattuito, dal proprieta-rio di una piccola azienda di pulizie che, come altri fornitori, deve versare il suo obolo, il 10 per cento dell'appalto che in quel caso ammontava a 140 milioni. »Ebbene si avevano beccato un politico con le mani sporche di tangenti.Questo fu il caso che fece emergere il sistema di malaffare e corruzione che stava dilagando nella politica italiana.Il pool di pubblici ministeri di Milano formato da Antonio Di Pietro, Gerardo D'Ambrosio, France-sco Saverio Borrelli, Ilda Boccassini, Gherardo Colombo, Piercamillo Davigo e Armando Spa-taro aveva così scoperto quella che fu poi rino-minata “Tangentopoli”.L'ingegner Chiesa dal carcere di San Vittore, dopo la messa sotto sequestro dei suoi due conti correnti in Svizzera,“Levissima” e “Fiug-gi”, rivelò che il sistema delle tangenti era

molto esteso. Secondo le sue dichiarazioni, la tangente era diventata una sorta di "tassa", ri-chiesta nella stragrande maggioranza degli ap-palti. A beneficiare del sistema erano stati po-litici e partiti di ogni colore, specialmente quelli al governo come appunto la DC e il PSI. Chiesa fece anche i nomi delle persone coinvolte.Tra i vari nomi fatti dall'ingegnere milanese spuntarono Licio Gelli, Carlo De Benedetti e Giuseppe Ciarrapico (coinvolti nel crack del Banco Ambrosiano).L'opinione pubblica, indignata da quello che i pm stavano portando alla luce, punì i partiti che avevano fatto la storia della Prima Repubblica.Infatti nelle elezioni politiche del 1992:La Democrazia Cristiana scese dal 34,3 per cento al 29,7; il Partito socialista Italiano dal 14,3 al 13,6; il Partito democratico della si-nistra (che come Partito Comunista Italiano arrivava al 36 percento) prese il 16,1; Rifonda-zione Comunista il 5,6; il Movimento Sociale Italiano scese dal 5,9 al 5,4; la Lega di Bossi salì dallo 0,7 all'8,7; i Verdi dal 2,5 al 2,8.Nel giro di un anno il pool di Milano ordinò l'ar-resto per tangenti dell'ex segretario del partito social democratico Pietro Longo, del governa-tore del Veneto Gianfranco Cremonese, dell'im-

prenditore milanese Salvatore Ligresti e di tanti altri politici ed imprenditori importanti.Craxi che vedeva che il proprio partito si stava man mano svuotando a “causa” dell'inchiesta “Mani Pulite”, iniziò a diffamare sul giornale or-gano del PSI, l'Avanti, Di Pietro e tutti suoi col-laboratori. Lo stesso Craxi,il 15 Dicembre 1992,si vide re-capitare un avviso di garanzia per corruzione, ricettazione e violazione della legge sul finan-ziamento ai partiti.Poi l'inchiesta toccò le tangenti al Pds, portan-do all'arresto del tesoriere Marcello Stefanini; le tangenti pagate dal manager di Fininvest Aldo Brancher; la maxi tangente “Enimont”. Proprio nel processo aperto per la tangente Enimont furono coinvolti Sergio Cusani e l'ex premier Arnaldo Forlani, celebre per aver avu-to un accumulo di saliva sulle labbra mentre rispondeva “Non ricordo” ad una domanda formulatagli dall'accusa. In questo stesso pro-cesso furono condannati anche l'ex tesoriere della Lega Nord Alessandro Patelli e lo stesso Umberto Bossi per aver intascato 200 milioni di finanziamento illecito.Non vi ricorda qualcosa quest'ultimo particola-re?

SCATTA

L'ORALEGALE!VENT'ANNI DOPOTANGENTOPOLI

QUANDO

AMITRANO dalla prima

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DI ALBERTO DE MASCELLIS

Con il crollo della prima repubblica, quando il pool di Mani Pulite spazzò via in un sol colpo i maggiori partiti dell’Italia di allora, la Lega Nord aveva accresciuto la propria reputazione ed i propri consensi sulla base dell’onestà ad ogni costo, in questo gemella del neonato parti-to di Berlusconi. Su questa base, una faccia pulita che potesse finalmente dare lustro all’I-talia, probabilmente qualcuno aveva cercato di perdonare la canottiera dell’Umberto Bossi dei primi tempi, la tendenza ad un dialogo non sempre eccezionale e qualche altra stranezza meno delicata a proposito del nostro tricolore. Per farla breve: tutto si poteva dire della Lega, meno che fossero disonesti. E invece... E inve-ce no, rivelano indagini a proposito di denaro acquisito illegalmente dal partito e utilizzato per scopi tutt’altro che politici. Tanto meno dal-la faccia pulita. Dalle indagini sul tesoriere del-la Lega Francesco Belsito si evince che parte dei fondi acquisti non legalmente ha finanzia-to la campagna elettorale di Renzo Bossi ma, soprattutto, una villa del Senatur a Gemonio. Nello scandalo potrebbe trovarsi coinvolta an-che Rosy Mauro, leader del sindacato padano, anche lei destinataria del denaro illecito. Le in-dagini hanno portato Umberto Bossi e il figlio alle dimissioni, ma non è da escludere che le in-dagini continuino a mietere vittime eccellenti in un partito che, tolta anche la faccia pulita, è un partito solo per modo di dire. L'evento appare di importanza indescrivibile in quanto lascia sen-za una guida autorevole uno dei più importanti partiti di centrodestra della seconda repubbli-ca, lasciando il posto ad un triumvirato definito instabile (Maroni, Calderoli, Dal Lago) e get-tando ombre inquietanti su tutto il panorama politico attuale, dato che le indagini, condotte sino ad ora dalle procure di tre diverse regioni (Milano, Napoli e Reggio Calabria), sembrano non aver ancora sondato a fondo una serie di illeciti che potrebbero proseguire ben oltre la famiglia Bossi.

padanaLa bomba

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maggio 201214 SPECIALE TANGENTOPOLI

FAMILYDI MATTIA OSTINATO

Un fiume attraversa la Lega in questi gior-ni Non è il Po, ma uno strano fenomeno

idrogeologico che poco ha a che fare con la scintillante ampolla del Monviso tenuta tra le mani di Bossi. Il fiume di cui si parla è quello dello scandalo che sta letteralmente smantel-lando i piani alti della Lega Nord e che ha origi-ne da una cascata di denaro che dai conti della Lega Nord è affluito nei posti più impensabili. E meno opportuni. Tre procure,evidentemente composte da terùn, hanno accusato molti esponenti di spicco della Lega Nord di ap-propriarsi indebitamente dei fondi del partito, provenienti dalle casse dello Stato come rim-borso elettorale, per scopi privati. Scatenando uno scandalo senza precedenti nella storia del Carroccio. L’accensione della miccia di questa bomba risale al gennaio di quest’anno, quando un articolo pubblicato dal “Secolo XIX” rivela che parte dei fondi della Lega veniva investita

in fondi esteri e in particolar modo, ironia della sorte, in Tanzania dall’allora tesoriere France-sco Belsito. Ulteriori indagini ed intercettazioni, correlate non solo alla faccenda dei fondi all’e-stero ma soprattutto hanno poi accertato che i soldi che finivano in mano a Belsito non ve-nivano solo investiti in fondi esteri, ma anche distribuiti ad esponenti di spicco del partito, e soprattutto ai membri della famiglia Bossi. Con questi soldi sarebbero stati pagati, stando alle carte dell’inchiesta, i lavori di ristrutturazione della villa del Senatùr a Cernobbio, il diploma del Trota, le sue multe prese per eccesso di ve-locità e addirittura diamanti e lingotti d’oro per un valore complessivo di alcune centinaia di migliaia di euro. Parte del denaro inoltre sareb-be stata destinata alla Scuola Bosina di Vare-se, di proprietà di Manuela Marrone, moglie di Bossi e ad altri esponenti del cosiddetto “cer-chio magico”, come è stato battezzato il circo-lo dei beneficiari di questo piccolo bancomat leghista, tra cui figura anche Rosi Mauro, Vice-presidente del Senato nonché segretaria del Sinpa, un fantomatico “Sindacato Padano” che

nonostante vanti pochi iscritti, appena sette-mila secondo alcune intercettazioni, gode di un finanziamento annuo di circa 200.000 euro. Le indagini hanno anche evidenziato come Belsito, insieme all’imprenditore veneto Stefa-no Bonet, fosse in stretto contatto, tramite lo studio legale M.G.I.M. del quasi avvocato (non è iscritto all’ordine) Bruno Mafrici, con espo-nenti di spicco della potente cosca calabrese dei De Stefano di Reggio Calabria ed in par-ticolare con l’uomo che ne è considerato il ri-ferimento in campo finanziario, l’imprenditore Romolo Girardelli. Questo dream team di fac-cendieri avrebbe riciclato milioni di euro pro-venienti dagli affari illegali della cosca reggina tramite complesse triangolazioni finanziarie, riguardanti società a stretto contatto o sotto il diretto controllo di Belsito e Bonet, come la Siram o la Polar, e tramite esportazioni di capi-tali all’estero, come è avvenuto nel caso degli investimenti della Lega a Cipro, in Tanzania e in Norvegia. I contatti con la ‘Ndrangheta inoltre non sarebbero cosa nuova per via Bellerio, ma risalirebbero fino ai tempi del predecessore di

THEY ARE

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maggio 201215

Belsito, Balocchi. Se si considera che i vertici del Carroccio non erano totalmente all’oscu-ro di questi movimenti sospetti, per quanto è molto difficile che ne avessero compreso il reale scopo (sono leghisti dopotutto), ci si rende conto di come la portata dello scan-dalo stia andando gradualmente ad ampliarsi fino a scuotere dalla base l’edificio leghista. In questo demolizione il primo a cadere è stato Umberto Bossi, costretto dallo scan-dalo a lasciare la Segreteria del partito, se-guito a ruota dal figlio Renzo, dimessosi da consigliere regionale, che essendo trota e non salmone non poteva andare controcor-rente e non seguire il padre nelle dimissioni. Ovviamente subito dopo sono rotolate le teste di Belsito e della Mauro, costretti a la-sciare i loro incarichi a furor di popolo. In se-guito a questa epurazione di massa le redini del partito sono state assunte da un “trium-virato” incaricato di reggerlo fino al congres-so federale e rappresentativo delle tre più forti correnti interne alla lega, ovverossia i bossiani, con Calderoli, i veneti, con Manuela dal Lago, e i maroniani. Lo stesso Maroni che dopo aver rischiato d’esser ostracizzato dal partito è riuscito a sfruttare questa crisi per ribaltare la situazione, proponendosi come il portatore dei valori originali della Lega. Ma la crisi per i verdi padani c’è e le amministrative l’hanno dimostrato.

DI FRANCESCO DI LUCREZIA

- “Tanto tempo fa, in una padania lontana lon-tana…”

Oggi presentiamo: l’impero del mal(affar)e col-pisce ancora.Se il celebre senatore Palpatine rappresenta una minaccia per la Repubblica Galattica, è invece un Senatùr più nostrano il nemico di questa storia, tutta italiana, che da vent’an-ni non riesce a rinnovare racconti saturi di un cavaliere (non Jedi) e di un altro pericoloso cattivo interstellare arroccatosi da anni su un curioso pianeta immaginario. Questo senato-re cattivo, cui diamo il nome di Umberto Bossi, si ritrova dopo il crollo della prima repubblica galattica ad essere, pensate un po’, uno dei volti più onesti e affidabili sulla piazza. Con la Lega intergalattica, arriva a ben di più: con lo slogan “Naboo ladrona” , il senatore riesce a far credere che al nord (della galassia) non si rubi praticamente mai, e che i malvagi Sith (i cattivi della saga) risiedano tutti nei palazzi del potere. Ora, è inutile disquisire su chi o cosa eserciti il potere nella galassia italiana, quel che conta è che la balla spaziale, per re-stare in tema, funziona.

- “Illimitato potere!”

La faccia pulita, la pregiata tunica interstella-re a giromanica dei primi tempi e tanta, tanta educazione consentono al senatore di sca-lare i ranghi della politica fino a conoscere il potere. Illimitato potere. Con così tante possi-bilità dinnanzi a sé, pare quasi che il senatùr abbia paura di sbagliarsi su cosa fare. Ed ecco fatto il pastrocchio. Lo diceva già il maestro Yoda (anche lui, curiosamente, verde) che “la paura conduce all’ira, l’ira all’odio e l’odio con-duce alla sofferenza”. Bossi insomma inizia ad avercela in maniera inverosimile con tutta la galassia italiana dalla sopracitata Naboo in giù. Fa costruire dunque la Padania Verde (che suona anche meglio della Morte Nera, ma va be’), un simil-pianetucolo dalle grandi poten-zialità offensive, e da lì inizia a sparare insulti

laser praticamente su chiunque, galassia ita-liana compresa.

- “Trota, sono io tuo padre!”

Dal pianetucolo venutosi a formare, nulla sem-bra poter minacciare il senatore, ma il perico-lo viene dall’interno. Le insidie si presentano dapprima nelle vesti della senatrice Bossi, andata prematuramente in pensione, poi sot-to forma di un figlio incapace di incanalare i poteri della forza, un Lord Trota che fatica ad inserirsi nella cerchia dei supercattivi, e infi-ne il tracollo: la Lega intergalattica viene ac-cusata di servirsi di grosse somme di denaro per affari personali, e sia il padre che il figlio indegno devono andare in esilio. A sostituirli giunge un triumvirato di Sith già celebri, ma che gettano sulla galassia italiana ombre di un inquietante nero, anzi, verde.

Ma la triste tendenza ad utilizzare soldi del partito, per sé o per gli altri, ormai non fa qua-si più notizia: ci aveva già pensato Luigi Lusi, tesoriere Dl e senatore Pd, nel tentativo di fre-gare tutti in silenzio e di intascare ben tredici milioni della margherita senza che nessuno se ne accorgesse. Pare che i soldi, semplicemen-te, sparissero senza lasciare tracce. Scrivia-mo pare, perché alcune testimonianze affer-mano che tanto serpentino poi non è stato, questo Lusi: Arturo Parisi, Pd anche’egli, testi-monia che c’erano alcune irregolarità nel bi-lancio della Margherita ma che nessuno, nella commissione di verifica istituita, si presentò. Insomma, quella di Lusi è stata sfortuna, e la paura lo ha spinto a confessare e promettere di restituire il maltolto. Si è dovuto persino di-mettere, il 25 Gennaio tra le severe accuse di Bersani e le promesse di giustizia cieca. Pec-cato, se avesse mantenuto la posizione e la-sciato scorrere gli inceppatissimi meccanismi della giustizia, oggi volerebbe libero nel cielo italiano con in tasca i suoi soldi: Lusi in the sky with diamonds.

PadaneLe Guerre

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maggio 201216 SPECIALE TANGENTOPOLI

DI STEFANO SCHMIDT

Il 9 ottobre 2011 il centro sportivo di via Iseo nel nord di Milano viene bruciato; a marzo

era stato chiuso dal prefetto perché, come si evince dall'ordinanza, c'era la “assoluta certez-za che il centro fosse gestito dai Flachi, che esercitano tutti i poteri tipici del dominus: deci-dono sul personale, risolvono le controversie, gestiscono i servizi e incassano i guadagni.” La famiglia Flachi è un'importante famiglia della 'ndrangheta che controlla da tempo gran parte del nord dell'hinterland di Milano. Il rogo si confi-gura come una vendetta verso lo Stato che ha chiuso il centro sportivo, fonte di guadagno e di potere per le cosche.

PROFITTI ILLEGALI E "LEGALI" Nessuno si immagi-nerebbe che eventi di questo genere, “tipici del Sud”, possano avvenire nella ricca e prospera “capitale del Nord”. Questa scena rappresen-ta una realtà di Milano, spesso sconosciuta, che da anni, silenziosa e quasi incontrastata, sta prendendo il controllo di grandi parti dell'e-conomia, legale e non, della città. Da semplice luogo di investimento dei guadagni fatti al Sud, Milano diventa il luogo dove la 'ndrangheta (e le mafie in generale) hanno i loro guadagni. A Mila-no, per esempio, si concentra la maggior parte dello spaccio di cocaina in Italia con 150.000 consumatori1: qui l'organizzazione calabrese, che detiene il monopolio della cocaina, guada-gna 27 miliardi di euro annui, su 44 miliardi di fatturato2.Ma la 'ndrangheta non gestisce solo il traffico di droga, è anche inserita nel tessuto econo-mico legale della città dove reinveste e usa la

mole di capitale proveniente dallo spaccio. Si occupa principalmente di movimento terra e di prestiti a usura.Tramite il movimento terra smaltisce rifiuti tos-sici sotterrandoli illegalmente, e vende come terra da costruzione la terra estratta per far posto ai rifiuti: due guadagni in uno. Spesso nei territori adibiti al movimento terra, altre imprese, legate alla 'ndrangheta, costruiscono edifici civili.Anche il prestito a usura concorre in modo im-portante al controllo dell'economia. L'organiz-zazione malavitosa presta a tassi esorbitanti grandi capitali alle aziende in difficoltà, molte in questo periodo di crisi, che altrimenti non riescono ad ottenere finanziamenti dalle ban-che. In questo modo i debitori della malavita si legano indissolubilmente all'organizzazione, che li usa come prestanome in appalti pubblici o come “lavanderie” di denaro sporco.La 'ndrangheta ha inoltre il controllo della ge-stione del caporalato, lavoro giornaliero che sfrutta a basso costo una manodopera for-mata spesso da immigrati irregolari e dai più poveri. Tale manodopera è largamente impie-gata nell'ortomercato di Milano, proprio dove numerose cooperative infiltrate dalla malavita operano servendosi del caporalato.

PERCHÉ LA VERTIGINOSA ASCESA DELLA 'NDRANGHETA A MILANO Certamente un fertile terreno di coltura per una grande illegalità orga-nizzata è stato creato dal contesto sociale di piccole e ripetute illegalità che, con l'abitudine alla violazione della legge, hanno portato a una maggiore tolleranza verso le grandi illegalità.Ma sopratutto quest'ascesa è stata possibi-le grazie alla continua negazione e sottovalu-tazione del problema da parte della politica, in

modo analogo alla Sicilia degli anni Settanta, in cui la mafia era considerata un fenomeno mediatico inesistente. Gran parte della socie-tà civile milanese ha continuato a sminuire il problema: le persone hanno preferito “voltarsi dall'altra parte”, piuttosto che affrontare con decisione e coraggio questa piaga che infetta l'Italia intera. In effetti è difficile accorgersi a prima vista della pesante infiltrazione mafio-sa a Milano: la 'ndrangheta è così silente che spesso non ci si riesce a capacitare di come nelle scintillanti vie di Milano si possa insedia-re un'organizzazione malavitosa. Tuttavia, so-pratutto nelle zone più povere e degradate, la 'ndrangheta sta diventando sempre più visibile e tangibile dai cittadini tanto che un'azienda milanese su cinque è costretta a pagare il piz-zo e la malavita riesce a imporre a molti piccoli commercianti i propri fornitori.Oggi sta sorgendo una nuova consapevolezza del problema con un conseguente aumento dell'impegno civile antimafia. Ampie inchieste della magistratura hanno portato a numerosi arresti, dando vita a una coscienza civile che prima sembrava sopita. Molti cambiamenti stanno avvenendo nell'opinione pubblica e an-che nella politica. La nuova Giunta comunale di Milano ha istituito nuovamente la commissione antimafia, già formata dalla Giunta preceden-te e sciolta 45 giorni dopo per una presunta inesistenza del problema, con il compito di stu-diare le mafie che agiscono a Milano. Il Comu-ne ha inoltre firmato un protocollo d'intesa con Libera3 che porta nella gestione del Comune l'esperienza dell'associazione e ha istituito una giunta di controllo sugli appalti legati all'EXPO 2015.Le mafie al Nord, così come in tutt’Italia, sono ancora lungi dall'essere sconfitte.

SU MILANOLE MANI

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maggio 2012

DI CHIARA SATURNO

In un periodo come questo, in cui impera una crisi talmente profonda che si vendono reni

per poter comprare un iPhone (davvero indi-spensabile) è “normale’’ che si parli di quel fe-nomeno che rende tutti amici, quello scambio che accontenta entrambe le parti e riempie, da un lato, il portafogli di uno, dall’altro la pa-rete di un incompetente con titoli non meritati.Non ci si fa corrompere solo per regalare qua-lifiche e attestati: si è disposti a spendere un capitale anche “solo’’ per arraffare una carica politica, cosa che, oggi forse più di un tempo, in un sistema del tutto malato, va più di moda delle felpe Adidas e delle grandissime e com-plicatissime e costosissime macchine foto-grafiche.Cosa spinge un onesto cittadino a diventare un concusso? Bisogno di riconoscimenti o scarsa autostima? E cosa spinge un onesto cittadino a diventare un corruttore? Inevitabile bisogno di denaro o avidità? La risposta è alquanto semplice, la soluzione un po’ meno.Secondo alcuni, l’abbassamento dello stipen-dio dei politici farebbe da filtro, riducendo (se non addirittura eliminando) quelle figure che si siedono sulla comoda poltroncina rossa da parlamentare solo per lo stipendio (assurda-mente) alto.Abbiamo discusso del problema col nostro Pubblico Ufficiale, ovvero il Dirigente Scolasti-co.“La presenza di normative stringenti aiutereb-be molto’’ afferma la nostra Preside, che, tra le tante proposte date, suggerisce più volte

anche l’intervento sui giovani, le cui menti do-vrebbero essere tempestivamente plasmate secondo parametri di giustizia e onestà.Alcuni sono convinti che esistano categorie di cittadini più oneste, perché abituate alla misu-ra e alla moderazione. Ma fino a che punto si può essere convinti anche della propria incor-ruttibilità e integrità?Chi assicura che un citta-dino qualunque che paga le tasse e rispetta la legge non diventi anch’egli un politico corrotto come quelli di cui prima si lamentava, una vol-ta presentatagli l’occasione? Esistono davve-ro leggi o provvedimenti che riescano ad infil-trarsi nelle menti e nella coscienza di chi sta al potere? Difficile a dirsi, dal momento che le leggi esistono; il loro problema, poverine, è che non vengono rispettate.Lo Stato è chiamato ad intervenire dove il sen-so del dovere e l’etica professionale non arri-vano, ma che succede se è lo Stato a manca-re di professionalità? Se sono i rappresentanti dei cittadini a venire meno al loro compito? Come altra possibile soluzione, la Preside par-la di ostracismo sociale.Ma la dignità di un uomo è più forte del dena-ro? Oppure la ricchezza è un valore più impor-tante della reputazione?C’è davvero un modo per eliminare la corruzione?In effetti la parola chiave è “trasparenza’’.Trasparenza nell’elezione di politici, trasparen-za nelle gare d’appalti, trasparenza in ogni atto pubblico. C’è bisogno di un maggiore controllo; c’è bisogno di autorità che si occupino, appun-to, della trasparenza. C’è solo un problema: chi controllerà i controllori?

COME QUESTOIN UN PERIODO

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P.O.F. 2011/12: “La scuola adotta un monumento”Dipartimento di Disegno e Storia dell’arte

Prof. Del Giudice R. - Prof. Garzya C. – Prof. Pastore G. – Prof. Passerelli I.

BASILICA DI SANTA MARIA DELLA PAZIENZA, PIAZZETTA TRINITÀ ALLA CESAREA E CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ ALLA CESAREA:

ARCHITETTURA, ARTE E TERRITORIO A CONFRONTO

L'idea del Dipartimento di “Disegno e Storia dell’arte”è stata quella di "prendersi cura" non tanto di un singolo monumento, ma di un pezzo di città o di territorio in cui esistono alcuni monumenti significativi che gravitano intorno alla nostra scuola, il “Liceo-ginnasio Gian Battista Vico” di Napoli.Il sistema di Piazza Mazzini e del largo della Cesarea costituiscono, oggi, il nodo effettivo delle relazioni tra il centro storico e il Vomero; l’approfondimento dell’evoluzione urbanistica della zona può stimolare una maggiore consapevolezza dell’ interesse storico artistico e sociale di questo luogo, in cui coesistono tradizioni e contemporaneità (me-tropolitana dell’arte), evidenziando il ruolo dell’architettura e dell’arte come opportunità di riqualificazione di un territorio.

Intorno al 1566 la strada “Infrascata”, attuale via Salvator Rosa, sicuramente esisteva già e collegava i casali del Vomero con il centro della città mediante la via Antiniana, che da Antignano portava a

Napoli, passando per il tracciato di via della Cerra e Salvator Rosa, fino alla Cesarea. Quest’ultimo è il nome dato alla zona in virtù della presenza della chiesa di Santa Maria della Pazienza che Annibale Cesareo, segretario del Regio Consiglio, fondò nel 1601 con annesso un ospedale per convalescenti. Nel 1866 l’ospedale fu soppresso; la chiesa fu restaurata nel 1891 e nel 1913.Nella Carta Carafa del 1775 si distingue bene, oltre al complesso della Pazienza, il monastero di San Francesco di Sales, fondato nel 1693 per le monache Salesiane, soppresso intorno al 1814 e diviso in due blocchi nel 1925 destinati ad edifici scolastici: uno di questi corrispon-de all’attuale Liceo-ginnasio Gian Battista Vico. La chiesetta della Trinità alla Cesarea fu fondata nel 1715 dai frati italiani della Reden-zione dei Captivi con l’annesso convento, ora trasformato in ostello della gioventù. L’assetto definitivo alla zona si ha con la realizzazione del corso Vittorio Emanuele, tra il 1863 e il 1873, e di via Girolamo Santacroce tra il 1925 e il 1930.

Alcuni gruppi di studenti del Liceo Gian Battista Vico, partecipanti al progetto in oggetto, saranno lieti di accompagnare come “guide” i visitatori interessati ai luoghi summenzionati nei giorni e negli orari qui di seguito elencati:

Sabato 19 maggio 2012 dalle ore 10.15 alle ore 12.30ore 9.00-10.00 orario riservato alle scuole

Sabato 26 maggio 2012 dalle ore 10.15 alle ore 12.30ore 9.00-10.00 orario riservato alle scuole

Le visite, con relative guide di accompagnamento, avranno inizio all’ingresso del Liceo G. B. Vico.

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maggio 201219SPORT

DI FRANCESCA ALVINO

Ogni civiltà costruisce la sua cultura per stanare o almeno frenare la silenziosa

implacabile tarma che la svuota dal di dentro e ne corrode la sostanza vitale sino al collasso: la morte. I Greci antichi opposero le loro tombe ad argine dell’oblio di colei che tutto rapisce. Chi moriva senza sepoltura era costretto a va-gare in un crepuscolo incerto tra il buio e la luce, inquieto per il morto e inquietante per i vivi.

Chi rimaneva senza tomba cadeva definitiva-mente nel silenzio e non entrava neanche nel mondo dei ricordi, l’unica immortalità che con-solava l’assenza. Ma per entrare nel ricordo bisognava aver lasciato il segno, per questo i Greci chiamavano la tomba «segno», unico ba-luardo capace di pietrificare colei che pietrifica la linfa della vita. Ma i Greci andarono oltre, e inventarono la poesia degli eroi. Anche la pietra delle tombe può sgretolarsi, ma non le parole, unico vero segno che non si sbriciola: chi en-tra nel canto per le sue gesta sul campo sarà ricordato per sempre. Così fu di Achille che pre-ferì morire giovane ma ricordato piuttosto che vecchio e dimenticato. Il giovane eroe preferiva

la sua bella morte, nel gesto estetico che ri-scattava l’orrore della fine prematura, per que-sto un poeta osò dire che muore giovane chi è caro agli dei. Era preferibile morire dando la vita sul campo ed entrare nella memoria sociale, contribuendo all’unità culturale del gruppo, che scivolare nel silenzio dei senza nome. Ma que-sto era privilegio di pochi, nell’aristocratica e greca sfida alla morte.

La morte di Piermario Morosini ha scosso le fondamenta dei nostri corpi perché ha scos-so le fondamenta stesse della nostra società senza argini alla morte, perché la sua è una morte ben più democratica. Come tutte le mor-ti di giovani ci costringe infatti a ripartire da zero. È morto sul campo colpito da una divinità che sembra quasi essersi accanita contro di lui come gli irosi dei antichi: orfano dei genito-ri, con un fratello suicida e una sorella disabile. Tutti siamo rimasti inchiodati ad ascoltare le parole che ci hanno raccontato, in una specie di canto epico in prosa, il vivere e il morire di questo ragazzo, sempre sorridente e così simi-le a noi, sul campo verde della guerra stilizzata del calcio.

La nostra società, se capace di affrancarsi del semplice voyeurismo a cui ci costringono

alcuni media (che ripropongono la morte di un giovane alla moviola come fosse un gol), si ritrova unita e attonita di fronte all’unico gran-de mistero: che cosa ci riscatta dalla morte? Morosini, come già Simoncelli, ci ricordano che non siamo eterni ("gli uomini sono come le fo-glie" dice il poeta di Achille) e che lo saremo solo se riusciremo a vincere la morte.

Oggi come ieri merita la tomba e il canto chi muore da eroe, chi muore sul campo, ma oggi diversamente da ieri può essere eroe chi muo-re sul campo della sua lotta quotidiana, nell’e-roismo che non accetta il compromesso, la raccomandazione, la scorciatoia, la furbata, ma dà la vita onestamente, anche nel silenzio di un’officina, di un’aula, di una cucina, di un ospedale.

Morosini, liberato dalla sua morte spettacolare, ci sveglia tutti. Ci ricorda che ognuno dovrà af-frontare Medusa e potrà sconfiggerla solo se sarà capace di sorriderle, come sapeva fare Piermario anche fuori dal campo. Di questo eroismo quotidiano e democratico, che il sa-cerdote del funerale ha chiamano santità, ha bisogno la nostra cultura imborghesita e stan-ca.

CHI È CARO AGLI DEI MUORE GIOVANE

P.O.F. 2011/12: “La scuola adotta un monumento”Dipartimento di Disegno e Storia dell’arte

Prof. Del Giudice R. - Prof. Garzya C. – Prof. Pastore G. – Prof. Passerelli I.

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DI GIULIO PASTORE

12 APRILE 2012 La giornata inaugurale della tappa partenopea dell'AC World Series ha in-fatti goduto di condizioni meteo dure e spet-tacolari, che hanno messo alla frusta barche ed equipaggi. Una selezione "naturale" che ha premiato i soliti noti. A conquistare i successi nelle due regate che hanno aperto la serie - la terza, che sarebbe servita come regata di ri-serva, non è stata disputata per decisione del Comitato di Regata - sono stati ORACLE Racing Spithill (1-3) ed Emirates Team New Zealand (3-1), già dominatori dei primi tre eventi delle AC World Series, disputati nel 2011

13 APRILE 2012 E' stato Emirates Team New Zea-land (oggi 1-1) a mettere in chiaro le cose du-rante la seconda giornata di regate valide per l'AC World Series di Napoli. L'equipaggio di Dean Barker, che ieri aveva esordito condividendo la testa della classifica provvisoria con ORACLE Racing Spithill (7-4), ha dominato entrambe le prove di flotta portate a termine nel corso del pomeriggio partenopeo e ha mosso importanti passi avanti in classifica generale. Un ruolino di marcia che racconta di un team capace di adattarsi alla mutevolezza delle condizioni me-teo: oggi, infatti, si è regatato in regime di brez-ze medio leggere e mare piatto. Ma i veri prota-gonisti della giornata sono stati i team di Luna

Rossa, che hanno sfruttato la diminuzione della brezza auspicata ieri sera dallo skipper Max Sirena per raccogliere importanti piazzamenti. Guidato dal timoniere Chris Draper, Luna Rossa Piranha (2-3) ha brillato rimediando un secondo e un terzo, mentre Luna Rossa Swordfish (6-2) di Paul Campbell-James ha riscattato il sesto ottenuto nella prima prova con il convincente secondo posto conquistato nella regata a se-guire.

13 APRILE 2012 Ad approfittare della complica-ta situazione sono stati gli uomini di ORACLE Racing Spithill (2-2) che, reduci da un pessimo giovedì, hanno regatato al meglio, conquistan-do due secondi utili per dimezzare il gap nei confronti di un Emirates Team New Zealand (7-1) in chiaro scuro.Performance particolarmente convincenti sono giunte da Luna Rossa Piranha (3-4), ca-pace di confermarsi ai vertici della flotta grazie al lavoro del tattico Francesco Bruni, fine os-servatore di un campo di regata imprevedibile,

e da Energy Team (1-7) di Yann Guichard, che nella prima regata si è cavato la soddisfazione del successo.

15 APRILE 2012 Vento forte e mare mosso ob-bligano a rinviare le regate odierne: bisognerà aspettare domenica per conoscere i nomi dei vincitori

16 APRILE 2012 Il catamarano Luna Rossa Piran-ha, con a bordo Chris Draper (timoniere), Fran-cesco Bruni (wing trimmer), Pierluigi de Felice (trimmer), Nick Hutton (trimmer) e Dave Carr (freestyler) ha conquistato l'ultima prova della tappa napoletana, la più importante in termini di punteggio, ottenendo così il gradino più alto del podio.Al secondo posto si è classificato Oracle Ra-cing - Bundock, precedendo Emirates Team New Zealand, terzo con 60 punti. Luna Rossa Swordfish ha concluso in settima posizione nella classifica di flotta.Artemis Racing ha vinto il trofeo di match race.

CITTA'

VIR 'O MARE QUANT’È BELLO

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maggio 2012

Il catamarano timonato da Terry Huchinson ha battuto in finale Luna Rossa Piranha, qualifica-tasi vincendo contro Oracle Racing - Bundock. Luna Rossa Swordfish ha perso la regata di se-mifinale contro lo stesso Artemis Racing.La settimana di regate è stata caratterizzata da un meteo variabile che ha portato anche forti piogge e temporali nel Golfo partenopeo.Max Sirena (skipper di Luna Rossa Challenge 2013): "Sono davvero contento che Luna Ros-sa abbia vinto a Napoli. I ragazzi sono stati tutti molto bravi; abbiamo faticato tanto nelle ultime tre settimane e siamo molto soddisfatti del ri-sultato ottenuto in questo primo appuntamen-to con questa classe di imbarcazioni sulle quali altri team regatano da ormai oltre un anno."

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Luna Rossa Piranha (Chris Draper)

ORACLE Racing - Spithill (James Spithill)

Emirates Team New Zealand (Dean Barker)

Energy Team (Yann Guichard)

Team Korea (Nathan Outteridge)

Artemis Racing (Terry Hutchinson)

927760544940

ChampionshipFleet Racing

12-20 maggio 2012

23 giugno-1° luglio 2012

Venezia ITA

Newport USA

dateLe prossime

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maggio 201222

DI CIRO AMITRANO

In questi ultimi mesi a Napoli si trovano dei manifesti dai colori molto sgargianti che pub-

blicizzano e/o ricordano alla città di Napoli il grandissimo evento del “Forum delle Culture”.Tra un anno si svolgerà all'ombra del Vesuvio una delle più importanti rassegne culturali al mondo. O almeno si dovrebbe.Ebbene sì. Quest'avvenimento sembra essere sempre più a rischio.Le cause di questa possibile grande disfatta dell'amministrazione De Magistris sono essen-zialmente due:-la mancanza di fondi dovuti a debiti accomulati nel tempo;-la progressiva diminuzione della credibilità dell’amministrazione di questo evento.Ma torniamo indietro di 5 anni cercando di fare un excursus sulla storia del “Forum delle cultu-re”:Nel 2007, durante l'amministrazione del sinda-co Iervolino, la fondazione catalana del forum delle culture assegnò a Napoli l'onere dell'orga-nizzazione dell'evento nell'edizione del 2013.L'allora Sindaco e il Presidente della Regione Bassolino affidarono l'organizzazione dell'even-to all'allora Assessore Nicola Oddati.Quest’ultimo, iscritto al Partito Democratico, rimase in carica fino a quando non subentrò a

palazzo San Giacomo Luigi De Magistris. L'ex Pubblico Ministero subito dopo l'elezione assegnò la presidenza della fondazione orga-nizzatrice del forum a Roberto Vecchioni.La scelta ricaduta su un artista noto come intellettuale “radical chic” ha fatto storcere il naso all'ex presidente Oddati e a tutta la sua kermesse.Dopo qualche mese però il vincitore di Sanre-mo 2011 comunicava le sue dimissioni tramite il social network Facebook con queste parole: “Pensavo di dovermi occupare solo di cultura. Scusate, mi sbagliavo. torno a fare il lanciatore di coltelli, che forse mi riesce meglio”. L'incarico viene quindi affidato a Sergio Ma-rotta, ma il fuggi fuggi dal CDA del forum delle culture continua e porta alle dimissioni del di-rettore generale Francesco Caruso, nominato dalla Regione, e di Giuseppe Barra, l’artista membro del comitato tecnico-scientifico della Fondazione. Entrambi sollevano polemiche sulla gestione della struttura, arrivando ad afferma-re che “sinora è stata una vergogna per tutti”.

Tagli, fondi esauriti, debiti, tutti questi fatto-ri pesano sulle casse del Forum delle Culture 2013. Dei 40 milioni di euro che la Regione Campania avrebbe dovuto investire, necessari alla programmazione di tutti gli eventi, sembra che ne saranno disponibili soltanto 15 con una conseguente riduzione dei giorni di eventi che

calano a sessanta. Al Comune di Napoli non resta che prendere sulle proprie spalle tutto il peso dell’organizza-zione. “Abbiamo ereditato una Fondazione con una posizione debitoria significativa e una serie di ruoli che sono eccessivi rispetto alla snel-lezza che richiede l’evento” Aveva dichiarato il primo cittadino nelle settimane scorse. “Il ruolo gestionale organizzativo dell'evento passa al sindaco, come titolare della città nella quale si svolge il Forum”.Il Forum cade a pezzi, di chi è la colpa? Secon-do de Magistris, i responsabili sono gli ammi-nistratori precedenti: “In questi sette mesi di amministrazione ci siamo dovuti rendere conto della grave situazione economico-finanziaria della Fondazione, e abbiamo rilevato una serie di irregolarità al suo interno. L'abbiamo rilan-ciata con Vecchioni dal punto di vista dell'im-magine, poi Marotta ci ha aiutato a ricostruire amministrativamente la situazione. Questa è un'uscita di emergenza per fare subito e bene”. Manca meno di un anno all’inizio del Forum e non sono ancora stati definiti i bandi e il pro-gramma degli eventi. Da Barcellona osservano preoccupati e, forse, cominciano a pensare di chiedere soldi e format indietro, prima che sia troppo tardi

CITTA'

RISCHIOFLOP!

FORUMDELLE CULTURE:

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maggio 2012

DI MATTIA OSTINATO

Ècurioso come noi esseri umani, al di là di tutta la razionalità che vantiamo di pos-

sedere, siamo in grado di farci fregare da una cosa così comune e ordinaria come l’abitudine. Questa piccola tendenza apparentemente in-nocua della nostra specie, che ci porta a dare per scontata qualcosa di cui siamo in grado di prevedere il “quando” ed il “dove” che le sono intrinseche, porta molto spesso a dimenticare il “perché” delle cose e soprattutto a spogliarle da ogni valore ideologico. È una grande minac-cia alla memoria, individuale e collettiva, ed è quello che rischia di accadere a quelle cele-brazioni storiche che formano le fondamenta della nostra storia da Nazione unita. Celebra-zioni importanti come quella della Liberazione dall’oppressione nazi-fascista del 25 aprile e quella del Lavoro del 1 Maggio, rischiano di perdere gradualmente il loro spessore nelle pieghe dell’abitudine che sempre di più porta a considerarle solo come giorni festivi e non ad inquadrarli nel loro esatto contesto con il messaggio che portano. Ciò è molto rischioso perché stiamo parlando di Feste Nazionali che esprimono concetti fondamentali per l’Italia di oggi, di libertà e di uguaglianza sociale, a partire dalla Festa del Lavoro, che dal lontano 1891, anno della sua istituzione in Italia, porta ogni anno alla memoria le dure battaglie e le vittime attraverso cui la classe operaia è do-vuta passare per vedere riconosciuti i propri diritti basilari. È una celebrazione fortemente ideologica che, tuttavia, ha anche una valenza universale nel messaggio di uguaglianza e di lotta contro ogni forma di barriera sociale che

porta. Più legata alla nostra identità nazionale che ad una’area politica è la festa della Libera-zione, che ogni anno celebra il moto di rifiuto di una nazione intera e delle sue città contro un regime totalitario e i suoi tentativi di farsi uni-co depositario anche delle più semplici libertà individuali .Ed è proprio sui valori che celebra ogni anno, quelli della Resistenza e dell’antifa-scismo che si fonda la nostra Costituzione e la nostra Storia moderna. Storia che oggi più che mai, in quest’epoca di revisionismi, in cui persino un Craxi a caso può passare per padre della Patria, rischia di essere deviata e travi-sata, insieme a tutti i valori e le idee di cui è la risultante. Per questo la festa della Libera-zione e quella del Lavoro sono così importanti: esprimono momenti vitali della nostra Storia, ci identificano per quello che siamo, ovvero un paese fondato sui valori della libertà e dell’u-guaglianza sociale tra i suoi cittadini, valori per cui abbiamo lottato e che abbiamo rivendicato anche a costo delle vite di coloro che, a partire dai partigiani fino ad arrivare a chi combatte quotidianamente la mafia, hanno portato avan-ti questa lotta fino alle estreme conseguenze. Dimenticare il senso di queste celebrazioni si-gnifica mettere a rischio queste conquiste e aprire la strada a pericolose derive, come di-mostrano il trattamento riservato dalla Fiat ai suoi operai, gli assalti all’articolo 18 e i tenta-tivi di riscrivere la storia della Liberazione atte-nuando la parte in essa avuta dalla Resistenza partigiana. Per questo noi Italiani dobbiamo sempre essere custodi del nostro passato e di tutto ciò che ne è diretta espressione, per non dimenticare mai chi siamo e poter andare avanti senza dimenticare da dove veniamo.

AL 1° MAGGIODAL 25 APRILE

19MATTI & OSTINATI

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Se non vuoi sembrare alla comunità un misto tra Sauron e Gargamella, fonte di ogni male e malvagità, devi spostare il tuo orientamento politico più a sinistra possibi-le, evitando idee anche lontanamente con-servatrici.Allo stesso tempo devi però rinnegare di appartenere a qualche partito, se ti viene chiesto quale sia la tua ideologia politica devi rispondere "comunista"; se ti ven-gono chieste ulteriori spiegazioni declina con "tutta la politica fa schifo" mettendo in mezzo parole come "proletariato", "borghe-sia" o "granicolture" che fanno sempre figo.Prima di far parte del movimento dovete in-neggiare infine contro qualunque forma di autorità, se non sai chi sta al governo e per cosa stai protestando non ti avvilire, dai del fascista random e ne uscirai più forte e fie-ro di prima.

1 ESTREMISTAÉ MEGLIO

Il ragazzo politicamente medio, necessita di un mediatore chimico/uditivo per capire chi ha davanti.Questo difficile ruolo è svolto da messaggi in codice, che non hanno finalità di esprime-re un messaggio, ma sono semplicemente formule di riconoscimento.Di seguito una lista delle più frequenti: “X sionista”.“X fascista”.“X infame”.“Acab”.“Carlo vive”.“CHE LINK GAS”.“Celerino figlio di *******”.“Il pompiere paura non ne ha”."Uagliù la porta!"

2 IMPARAIL GERGO

Se desiderate scalare la gerarchia sociale del tipo buono e diventare maschio alpha, è necessario che possediate almeno 2/3 album di foto nelle quali apparite a sciope-ri, manifestazioni e collettivi random con facce contrite e interessate (anche se in realtà state pensando al colore dell'Iphone nuovo).Il modo migliore per accumulare questo ma-teriale è rimanere costantemente vicino al classico hipster-indie e alla sua Nikon da 800 euro più obiettivo da 400 portata ad una manifestazioni anti-crisi.

3 SCIOPERIE LOTTA

Un antifascista di alto rango deve conoscere bene la distinzione tra i 3 tipi di manifestazio-ne:1) Manifestazione “sciolta”.2) Manifestazione "dovrebbe essere sciolta tu però preparati".3) La più importante e rara “TUTTI A RO-MAAAA!”.

ANALIZZIAMOLE SINGOLARMENTE1 Durante la manifestazione sciolta non dove-te stare troppo in tensione: in queste manife-stazioni il tuo unico scopo e quello di urlare gli slogan.Se non fai parte dei tipi "ultra buoni" puoi an-che stare dietro lo striscione e farti la posteg-gia a qualche 15enne spacciandoti per il nipo-te segreto di che-Guevara. Se invece fai parte del movimento da molto tempo e c'è bisogno di te durante il tragitto dovrai far partire gli slogan e dovrai urlare spesso:"Uagliù dietro lo striscione" o "Uagliù più compatti" (il significato della parola "com-patti" così decontestualizzata viene studiata con insuccesso da un equipè di studiosi da anni)La manifestazione sciolta comunque si ferma spesso a Piazza del Gesù senza mai partire perciò il bravo antifascista avrà svolto il suo lavoro nel solo tratto via Scuola-piazza del Gesù 2 La manifestazione meno sciolta mantiene i caratteri della manifestazione "sciolta" fino

al raggruppamento: i tipi ultra-buoni una vol-ta arrivati al raggruppamento si mascherano come se ci fosse la Cia a sorvegliare ogni loro mossa e terrorizzano i semplici "tipi buoni" o gli "occasionali", dicendo loro che i celerini di pupù sono in assetto da guerra e stanno per caricare, anche se magari è passato solo una volante nelle vicinanze per sbaglio. In questa manifestazione non succederà nulla, ma più sarai in tensione, più diventerai antifascista.3 Il tuo sogno è causare distruzione genera-lizzata e totalmente random da fare invidia a Attila?Sei nel posto giusto!Benvenuto a Roma. In questa manifestazione sarai sempre in compagnia di altri antifà come te che ti aiuteranno, è necessario individua-re al più presto lo spezzone dei facinorosi ed unirsi ad esso, così appena verrà individuata una Prefettera, Questura, Pretura, caserma o anche l'Ambasciata del Kazakistan non sarai l'unico compagno a lanciare pietre o a dare fuoco a qualcosa. Non importa quanto siano eccessivi i tuoi gesti,sarà tutto giustificato dall'antifascismo ma non è una manifestazio-ne antifascista? Vabbuò...In queste manifestazioni gli scontri con gli odiati celerini non avranno modo di mancare, di questi scontri i partecipanti parleranno per anni e anni, criticando sempre le forze dell'or-dine, va infatti sottolineato il bellicoso rappor-to tra antifà e celerini, di cui parleremo nella prossima puntata.

4 MANIFESTAZIONI

DI PIERO WEBER ED ABABACAR DIOUF

UN TIPO BUONO-COME DIVENTARE

ANTIFA'IN POCHE SEMPLICI MOSSE

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maggio 2012

La mia migliore

Sono un cesso, un cesso, un cesso! Quante volte avrò sentito dalla bocca di R. uscire queste pa-

role, tra le lacrime, tra le risate, sempre presenti, l’unica costante di tutti i nostri discorsi. Io

e R. siamo migliori amiche da anni. Eppure, R. non è così un cesso come sembra, ma si sente così.

Perché? Perché mi chiedo io? R. è stata lasciata dal ragazzo ormai da sei mesi, ma non riesce a

capacitarsene e nemmeno ad andare avanti. Perché? Perché gli occhi le si riempiono di lacrime ogni

volta che pensa a lui? Perché non riesce a dimenticare? Forse perché il suo ex è stato anche il suo

primo ragazzo, l’unico che è sembrava davvero interessato a lei, l’unico che pareva aver capito chi

ci fosse davvero sotto quella coltre di timidezza e insicurezza. Ma lui l’ha lasciata e forse è stata

anche colpa di R. che aveva paura di perderlo ed era diventata ossessiva, possessiva e gelosa. E

questo perché lo amava. Davvero. Ma lui non se ne è accorto e l’ha accartocciata proprio come un

foglio strappato da un quaderno; lei giustamente non capisce cosa ha sbagliato nell’amarlo e crede

che non troverà più nessuno, che nessuno vorrà baciarla e non piacerà a nessuno più. La sua convin-

zione cresce, ogni giorno che passa, ogni volta che guarda la sua immagine riflessa nello specchio e

si odia per non essere quella che vorrebbe. Più alta, più bionda, più definita; più tutto, a suo parere.

Ma chi è davvero R.? un mostro: la figlia naturale di Frankenstein e La Cosa dei Fantastici 4!

Eppure R. non capisce che il suo problema è se stessa e basta. I suoi occhi tristi da troppo tempo

scompaiono sotto le sopracciglia; il suo bel corpicino, piccino certo, ma ben fatto, sparisce sotto i

maglioni pesanti che non le danno una forma, accozza i colori in un modo assurdo, cerca di truc-

carsi la mattina e arriva a scuola con la faccia maculata e il trucco sciolto. Perché pensa di essere

brutta e brutta appare agli occhi degli altri. E perché allora non si cura? Perché non sa farlo e

si detesta. Sapeste che mondo ha dentro, che pensieri e che dolcezza, che frasi d’amore saprebbe

dire e quante canzoni potrebbe cantare, emozionando chi l’ascolta! Sapeste che belli i suoi capelli,

quando dalle finestre in classe arriva quel raggio di sole e glieli illumina tingendoli di riflessi rossi

e lucidi, sapeste che bella bocca ha (che se solo fossi un maschio la bacerei!) e quanto è disposta

a fare per chi ama. Ma questo a nessuno importa perché gli altri sembrano vedere solo quello che

vogliono e ciò che appare evidente. Perché se una ragazza viene a scuola con un pantalone maculato

e un perizoma è bona, mentre se la facesse lei una cosa del genere la prenderebbero in giro.

Se guardi R. negli occhi ti senti triste, perché senti che lei è triste. E non è giusto. Lei è come nes-

suno e come tutte, immensa e dolce, divertente e sognatrice, come qualunque altra ragazza a 17 anni.

Vi sentite come R.? Avete un’amica come lei? Cosa fare in questi casi? Da brave amiche, sappiate

usare le parole giuste al momento giusto, non siate troppo dure spesso perché le persone come lei

potrebbero soffrire tanto e non ve ne accorgereste nemmeno, talmente sono chiuse in loro stesse.

Organizzate un pomeriggio insieme a lei e tirate fuori la vostra “anima da estetista”. Dopotutto a

tutte le ragazze piace improvvisarsi truccatrici e curatrici del look, parrucchiere e negromanti; a

tutte piace curarsi ed essere curate. E così rendetela bella e, quando si vedrà allo specchio, capirà

che quella splendida ragazza che le sorride restituendole lo sguardo è il vero cigno che giace sopito

nel suo cuore.Io ci provo e vi faccio sapere.

LA RISPOSTA DEL CUORE 25

AMICADI Una Nacy Owen

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maggio 201226

DI ALESSANDRO DE CHIARA

Una storia esilarante e alla stesso tempo profonda: questa è la trama del film “To

Rome with love”, scritto, diretto e interpretato da Woody Allen. Disponibile nelle sale dal 20 Aprile, porta sul set la storia di quattro vite ben diverse ma accomunate da un evento che cam-bierà per sempre la loro vita. E quale se non uno scenario romantico e storico come Roma può fare da sfondo a questa storia?John, famoso architetto, ritorna nella sua cit-tà natale per passeggiare di nuovo dopo molti anni nel suo quartiere. Qui incontrerà un ragaz-zo, Jack, un suo grande ammiratore, a cui so-miglia sotto molti aspetti, che lo ospiterà nella casa che condivide con la sua fidanzata. John aiuterà il ragazzo a superare l'attrazione che prova verso la migliore amica della sua ragaz-za. Solo quando sarà costretta a partire, per motivi di lavoro, Jack capirà che il vero amore lo troverà solo nella sua ragazza e comprende-rà che i consigli che gli dava John erano vera-mente preziosi.Jerry, invece, regista di opere teatrali in pen-sione, è un uomo molto assillante e pauroso della morte; paragona sempre la fine della vita alla pensione. Arrivato in Italia per conoscere il

fidanzato della figlia Hayley, ovvero Michelan-gelo, Jerry sorprende il padre del ragazzo, Gian-carlo, a cantare soavemente sotto la doccia e da qui nasce l' idea di realizzare con lui un opera lirica per poter rilanciare la sua carriera. All'ini-zio contro il suo progetto incontrerà lo scetti-cismo di molti, ma presto avrà una folle e allo stesso tempo geniale idea.Nel frattempo Leopoldo Pisanello, persona tre-mendamente noiosa e monotona, si sveglia una mattina e scopre di esser diventato l'uomo più famoso d'Italia senza potersene dare una ragione. Inizieranno così a trattarlo con i guanti e a documentare ogni suo piccolo gesto fino a sorprenderlo anche in situazioni molto imbaraz-zanti. Ma proprio quando inizierà ad abituarsi a questa nuova vita, se la vedrà svanire davanti agli occhi, e non passerà molto prima che inizi a rimpiangerla.Antonio, infine, arriva a Roma per trovare i suoi parenti con la sua nuova moglie, Milly, e cerca-re di avere l'approvazione della sua famiglia per ottenere un lavoro prestigioso in città. A causa di molte complicazioni, però, non presenterà Milly, bensì sarà costretto a ingannarli con una estranea molto sfrontata che gli si presenta in camera d'albergo per un equivoco. Milly, in-vece, incontrerà il suo attore preferito, il quale dimostrerà di provare un debole per lei. Le vite

dei due protagonisti di questa vicenda cambie-ranno grazie a questi comici incontri. In questa storia si concentrano maggior parte delle sce-ne esilaranti del film.

Film consigliabile a tutta la famiglia, esilaran-te e spensierato, presenta diversi aspetti concentrati in un unica pellicola ricca di sce-ne comiche. Il film, però, ha un pensiero molto profondo che è alla base dell'intera trama del film :“la vita è imprevedibile, in un attimo può cambiare o stravolgersi per un qualsiasi evento anche minimo”. Come in tutti i film realizzati da Woody Allen, dietro l'ilarità si cela una profonda tematica sulla “malinconia nevrotica” che ogni uomo moderno, anche se in minima parte, ha dentro di sé. Nel film troviamo un cast d'eccezione: affianco Woody Allen, nel ruolo di Jerry, troviamo Alec Baldwin, nel ruolo di John; Roberto Benigni, nel ruolo di Leopoldo Pisanello; Jesse Eisenberg, celebre per aver interpretato la parte di Mark Zuckerberg nel film “The Social Network” nel ruolo di Jack, e Penélope Cruz nella escort che passa per la moglie di Antonio. Notevoli anche le partecipazioni di Antonio Albanese ee Ornel-la Muti nei ruoli di due celebri attori e Riccardo Scamarcio nel ruolo di un rapinatore.

CINEMA

PAESE Italia, USA, SpagnaANNO 2012

DURATA 111 minGENERE commediaREGIA Woody Allen

CAST Woody Allen, Woody Allen, Alec Baldwin, Roberto

Benigni, Penelope Cruz

TO ROMEWITH LOVE

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maggio 201227

1 2

3 4

DARKSHADOW

AMERICAN PIEANCORA INSIEME

THEAVENGERS

PAESE USAANNO 2012DURATA 113 minGENERE commedia, horrorREGIA Tim BurtonINCASSO 1.986.939 CAST Johnny Depp, Eva Green, Michelle Pfeiffer, Jonny Lee Miller

PAESE USAANNO 2012DURATA 143 minGENERE fantascienza, azione, supereroiREGIA Joss WhedonINCASSO 16.055.896CAST Robert Downey Jr., Chris Evans, Mark Ruffalo, Chris Hemsworth

PAESE USAANNO 2012DURATA 113 minGENERE commediaREGIA Jon Hurwitz, Hayden SchlossbergINCASSO 4.529.999 CAST Jason Biggs, Alyson Hannigan, Thomas Ian Nicholas, Chris Klein

PAESE USAANNO 2012DURATA 142 minGENERE distopico, fantascienza, drammaticoREGIA Gary RossINCASSO 2.517.133 CAST Jennifer Lawrence, Liam Hemsworth, Elizabeth Banks

ITALY TOP 4

HUNGERGAMES

DI MARIAROSARIA BARBARACI

Act of valor un film di Mike McCoy, Scott Waugh con Roselyn Sanchez, Alex

Veadov, Jason Cottle, Nestor Serrano, Gon-zalo Menendez, Ailsa Marshall, Drea Castro, Alexander Asefa, Sonny Sison, Emilio Rivera, USA,2012,111’,azione.Veri Navy Seals (soldati delle forze speciali della marina militare statunitense) portano sul grande schermo una versione cinematografica di una missione realmente avvenuta. Lasciano la famiglia, intraprendono una missione top-se-cret per recuperare una ragazza, agente della CIA, che stava indagando su uno dei signori della droga più potenti del mondo, un ucraino di nome Christo e della sua amicizia con uno jihadista, Abu Shabal. Nel recupero non solo la squadra “bandito”, dopo un cruento scontro a fuoco e ferite riportate, è riuscita a recupera-re la ragazza ma anche a impossessarsi di un telefono cellulare,utile per comprendere la vera natura del rapporto tra i due criminali. L’intento

era quello di introdurre nel territorio statuni-tense una decina di kamikaze che avrebbero provocato attentati molto più dannosi di quelli dell’11 settembre. Una corsa contro il tempo è quella dei “bandito” della Navy Seal per portare al termine con successo la propria missione. Seguendo i propri ideali non manca la voglia e la speranza di tornare a casa.Act of valor è un mix tra un thriller,un film dram-matico e un documentario. Le scene di tatti-che militari, i dialoghi scarsi,corti ed essenziali e la ripresa soggettiva rendono le situazioni estremamente reali e presentano il film come la trasposizione sullo schermo di un videoga-

me, o meglio per gli intenditori, di Call of Duty. Il film non si occupa solo di combattimenti e scontri a fuoco,ma mette in luce i sacrifici e il tipo di vita che conducono coloro che scelgo-no e sono scelti per difendere il proprio paese e l’umanità: uomini con una famiglia che com-battono secondo un rigido codice di valori. Co-raggio, lealtà, onore sono questi gli ideali che spingono i soldati a mettersi in gioco, giorno per giorno. Act of valor è indirizzato a tutti colo-ro a cui interessa vedere in azione non i paesi, né buoni o cattivi ma semplicemente la realtà con cui i soldati minuto per minuto si devono misurare.

THE ACTOF VALOR

PAESE USAANNO 2012DURATA 111 minGENERE azione, guerra, avventura, drammaticoREGIA Mike McCoy, Scott Waugh

CAST Emilio Rivera, Nestor Serrano, Gonzalo Menendez

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maggio 201228

DI NICOLE BARRA

Medeline Wickham ci sorprende con una commedia davvero brillante e piena di

colpi di scena dal nome Una ragazza da spo-sare. E’ estate e Milly, 18enne spensierata , ha fat-to conoscenza con due ragazzi molto simpatici e soprattutto bellissimi; Allan e Rupert, Allan è americano e si sente dall’accento e Rupert è inglese come Milly. Facendo amicizia poi Allan le chiede un favore molto particolare: chiede la sua mano per non essere rimandato in Ameri-ca e doversi dividere dal fidanzato Rupert. Milly accetta senza esitazioni essendo comunque innamorata di Allan nonostante lui non sia per niente interessato a lei. Le nozze ,certo, sono finte , ma fatte con grande stile :abito bianco con strascico che di per se attira un po’ l’atten-zione all’uscita del comune. Milly è diventata la signora Kepinski . Poi finita l’estate Milly torna a casa e perde i contatti con i cari amici.Ormai sono passati dieci anni e Milly ,ormai una donna matura , sta per sposare l’amore della

sua vita ,Simon, ed è a 4 giorni dal matrimonio sfarzoso organizzato da un’opprimente madre quando il prete comunica alla famiglia di Milly che “il matrimonio non s’ha da fare” come dice un vecchio romanzo. Tutti si chiedono cosa sarà successo ? Cosa ha fatto Milly? . Un’om-bra torna dal passato: Allan. Milly era certa che avesse fatto già tutte le pratiche di divorzio e lei non si era mai creata dei problemi per il suo primo matrimonio e adesso non può sposarsi e ,di certo, non può diventare bigama. Decide allora di mettersi in contatto con i suoi vecchi amici che, oramai non sente da molto tempo. Milly riesce a contattare Rupert scoprendo che 10 anni l’hanno cambiato da come lei se lo ricorda. Quando il fatidico sì è un déjà- vu. Riuscirà a sposare l’amato Simon? Ma Milly è l’unica ad avere dei segreti?La Wickham era già famosa per la saga I love shopping (da cui è stato tratto l’omonimo film ) scritta con lo pseudomino di Sophie Kinsella. Ha scritto con il suo vero nome :La signora dei funerali(2008) ;La compagna di scuola (2010) e Vacanza in villa (2011). Vive a Londra con il marito e 4 figli.

LIBRI

UNA RAGAZZADA SPOSARE

AUTORE Madeleine WickhamANNO 2012PREZZO €19,00EDITORE Mondadori

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maggio 2012MUSICA 29

DI ABABACAR DIOUF

Un Ep fatto bene, con poche sbavature, e che promette altrettanto bene.

I Windrone, trio difficilmente classificabile, nascono nel 2011 a Napoli, e dopo numerosi cambi di membri, arrivano ad una forma stabi-le meno di 7 mesi fa.Questa sembrerebbe la descrizione del classi-co gruppo messo su per attirare ragazze, ma i Windrone, con un Ep registrato in un solo giorno in presa diretta, dimostrano una maturità stra-ordinaria, che gruppi ben più famosi ancora stanno inseguendo.La maturità naturalmente non coincide con la perfezione: sono presenti piccole sbavature ritmiche e alcune scelte di effettistica e suoni sembrano poco studiate (probabilmente sono volute per quel desidero di Lo-Fi che pervade l'intero lavoro). Ma, se considerato nel suo “di spirito”, il lavoro nel suo insieme è un lauto an-tipasto di un futuro album.Da un punto di vista puramente tecnico il lavoro è lodevole nonché gradevole (due aspetti che

spesso difficilmente si conciliano). Ma analiz-ziamo le diverse tracce.

Basso: Granitico, onnipresente e rude, ma di un rude che si adatta perfettamente al genere e lo valorizza. In alcuni punti prende in mano la situazione in modo inaspettato quanto grade-vole. Chitarra: In alcune tracce rarefatta e in altre onnipresente e rude anch'essa, ma mai fuo-ri luogo. Gli assolo non sono particolarmente tecnici, ma mostrano molto “spirito” e si lega-no benissimo al pezzo.

Batteria: Svolge un semplice accompagna-mento per la maggior parte dell'ep, ma sono presenti fill e intro in cui il batterista mostra gli attributi.

Voce: Se avete passato gli ultimi 16 anni della vostra vita ad ascoltare Noise-Rock e Grun-ge la troverete gradevole e potente; se siete “nabbi”, vi risulterà una sgradevole opera del diaulo.

Nel complesso, l'unione di voce e strumenta-zione si uniscono in tutt’uno e si fondono nelle tracce con un lavoro di ottima fattura che, a differenza di altri ep low cost, è quasi pregevo-le. Dato che pagare per qualcosa che è costa-to la fatica e l'impegno di qualcuno è passato di moda, l'ep si trova in Free-Download sulla loro pagina Facebook.

WINDRONESCRAPS

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maggio 2012

Precipito improvvisamente in un tunnel di colori accesi che

violenti feriscono i miei occhi, la ver-tigine forte mi disorienta, poi, pian piano i miei occhi si abituano a quei colori sgargianti mentre il mio corpo continua la sua corsa sgraziata nel vuoto, finchè... Puff! Qualcosa arre-sta la mia caduta, un corpo enorme e morbido come un batuffolo, tene-ro e tiepido al tatto, candido come la neve dall'odore fresco e frizzante. I miei occhi vagano attorno sino a

posarsi sulla mia mano, la mia ma-nina! Abbasso lo sguardo sui piedi, piccoli e le gambette corte... sono ringiovanito e divenuto piccolo pic-colo come un bimbo. Gattono qua e là fino a giungere all'estremità di questo morbido pavimento e vedo una cosa stupefacente! Sono su una nuvola! Sono nel cielo tra le stelle che mi sorridono tenere e benevole ed eccola lì la regina! Uno spicchio di luna che altri non è che una ma-gnifica donna candida vestita d'ar-gento che ruota sul suo trono cir-

colare che la espone lentamente a noi terrestri creando così i cicli lu-nari. Mi sorride e mi porge la mano, l'afferro e mi tira in braccio a sè e sento la sua voce calda e dolce che mi culla, pian piano mi abbandono al sogno ed ecco che cade su di me il buio.

Le ginocchia mi cedettero, a se-guire il corpo.

La mente si offuscò, e sulle mie pal-pebre cadde il sonno.Una sensazione di bagnato mi av-volse la schiena mentre il freddo mi avvolgeva il resto del corpo.A circondarmi c’era un prato verde e rigoglioso, come quelli delle fiabe più belle.Il sole era alto nel cielo di un azzur-ro, così meravigliosamente statico, da inquietarmi;Non c’erano rumori molesti, auto o quei fastidiosi bambini urlanti: niente di tutto questo.La calma avvolgeva quel posto tan-to rassicurante e allo stesso tempo ignoto e vuoto, terribilmente vuoto.La quiete era troppa e miei passati felpati sembravano rimbombare in quel profondo silenzio che nessuno

osava disturbare. Fui colta di sor-presa dai miei stessi pensieri “nes-suno”.L’angoscia partì dal fondo della pan-cia sino ad arrivare alla bocca dello stomaco, trasalii.Ero sola in quell’immensa prateria: sola con i miei pensieri, le mie pa-turnie, sola nell’immenso.Sentii quasi la mancanza del caos di città: stare con me stessa era un prospettiva che mi faceva paura.Poco dopo i problemi mi tornarono in mente nello stesso modo in cui erano scomparsi: troppo gradual-mente perché me ne rendessi conto.Una sensazione di calore mi cinse la vita, tanto da procurarmi un bri-vido.Mi voltai con cautela e un sorriso dolcissimo mi accolse: non ero sola, lui era lì, con me.Il corpo, la mente, il cuore cancella-

rono tutte le emozioni negative che fino ad allora li avevano invasi e la felicità si fece largo in me.Le mie guance avvamparono e le braccia , come in un gesto automa-tico, si avvinghiarono intorno al suo collo, mentre il mio naso sprofonda-va nell’incavo tra la spalla e la cla-vicola.Il suo profumo mi entrò nelle narici e pensai che poterlo respirare anco-ra fosse una cosa bellissima.Mi allontanò dal suo corpo e mi ac-carezzò il viso, per l’ultima volta.Mi svegliai con le gambe indolenzite e le guance rigate dalle lacrime.Quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrei visto, non sarebbe più tornato, non poteva, ma il suo ri-cordo sarebbe ritornato molte altre volte.

30 SCRITTURA CREATIVA

IL SOGNODI LAURA CAFASSO,GIORGIA BONITO,MARIA CLAUDIA GATTO,E VALERIA MASOLA

All'inizio era il sogno... ed il so-gno è solo all'inizio, esso è il

cuore della realtà e come il cuore si dirama nei ventricoli dell'immagina-zione.

Irradiando di stimoli sensoriali la mente, ci permette di visitare mondi e realtà che non avremmo mai creduto possibili, sulle cui superfici è d'obbli-go camminare su passi lievi.

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maggio 201231

Cibo. Mi guardo intorno colto da un’irrefrenabile frenesia.

In un secondo, mi faccio prendere dall’euforia dell’estasi con un morso di dolci speranze. Il cibo! Ecco, al-lungo la mano e gnam! agguanto il montone caramellato, gnam! Il sale, prendi il sale!AH A! Lì c’è un pen-tolone! Afferro il cucchiaio e tutto quello che riesca a mantenere tra le braccia, Munch munch … squisito!Un mondo di odori e sapori tutti da scoprire. Aromi, erbe, spezie; fra-granze tanto forti da penetrare in ogni singola fibra del tuo essere.

Molteplici varietà di pietanze dispo-ste tutte su un tavolo lungo fino all’orizzonte dei due Emisferi; pie-tanze già cotte, ancora da cuocere o da mescolare. Pietanze nuove,già vi-ste e … non saprei dire, non ci sono già più!Lo stomaco brontola -Presto! Ho fame!- , come dargli torto!?Anche il più sazio dei Re avrebbe riavverti-to le bizze nello stomaco di fronte a quel trionfo .Senza attendere oltre mi avvicino di più al banchetto con l’acquolina e il muso sbavante –Presto, presto … sbrigati!- ulula il lupo nel mio ven-

tre.L’acqua bolle nell’enorme recipiente di rame. Corro cercando di avvici-narmi sempre più alla tavola im-bandita di ogni piatto della Terra e anche oltre quelli della Terra; ma più mi avvicino e più avverto che quelli si allontanano da me. Acce-lero fremente nella mia lunga cor-sa. Accelero, accelero; riesco quasi a raggiungere ma in un sussulto cado a terra. Apro la mano e … è una maniglia? Mi guardo in torno e rivedo quella stanza, ma era solo un sogno …

IIl silenzio piombò in quel luogo buio e misterioso, cercavo di re-

stare concentrata ma era piuttosto difficile considerando il fatto che in-torno a me non sentissi il più mi-nimo rumore. Sì, in effetti, avevo avanti a me un mare di possibilità: potevo cantare per distrarmi e di-menticare la paura che inevitabil-mente mi assaliva o semplicemente immaginare di essere altrove. Ero sola in un luogo sconosciuto, nes-sun contatto con il mondo. Solo io, la terra sotto i miei piedi e il lurido scantinato che mi teneva prigionie-ra da ormai varie ore suppongo. Non sapevo che ora fosse, avevo comple-tamente perso il contatto con la re-altà. L’ultima cosa che ricordavo era il rumore di un enorme furgone e un grosso omone che senza curarsi molto del mio stato di salute mi ave-va portata via. Dovevo ammettere che la mia era una famiglia facolto-sa, ma io non potevo restare lì an-cora a lungo, avevo paura e la mia claustrofobia non aiutava in quella drastica situazione. Provavo ad im-maginare i vari motivi che poteva-no avermi portata lì: mi venivano in mente soldi e vendetta. Speravo con tutto il cuore fosse una questione di soldi ma mio padre aveva tanti ne-mici essendo un avvocato di succes-so. Avevo solo 13 anni ma ero sicura di capire perfettamente ciò che mi circondava. Avevo bisogno di sapere da quanto tempo ero rinchiusa lì…

cominciava a mancare l’aria…si an-nebbiava la vista…Si aprì la porta e finalmente l’uomo si fece vedere… beh vedere è una parola grossa aveva il passamonta-gna quindi potevo vedere solo il suo corpo massiccio e rude. A giudica-re dalle macchie sulla maglia sup-pongo fosse un cuoco quindi questa dovrebbe essere la sua cantina, ora riesco a spiegarmi il nauseabon-do odore di vino che mi assaliva da quando ero arrivata. Mi rivolse la parola :”Aah sei sveglia maledetta! Ho dovuto aspettare 4 giorni perché ti riprendessi, tuo padre non paga se non sente la tua voce!” quel tono mi-naccioso mi metteva i brividi e il col-tello nella sua mano ancora di più. “Prendi il telefono ” mi intimò ”Solo altre due ore e sei finita” non volevo chiamare mio padre così, non volevo fargli sentire la mia paura, non vo-levo che notasse la voce spezzata in gola e il respiro affannoso, non vole-vo si preoccupasse più di quanto già non lo fosse, non deve essere facile vivere, mangiare, dormire, pensare quando la propria figlia è in perico-lo, quando dai tuoi soldi dipende la sua vita che, in bilico su una sotti-lissima corda rischia di cadere giù, nel vuoto più profondo. Era tutto così surreale, io, principessina di papà, viziata e coccolata fin dalla nascita mi trovavo a dover chiedere soldi per sopravvivere. Sono un tipo giudizioso, nonostante potessi per-mettermelo non sono mai stata una

spendacciona, sono profondamente convinta che avere l’ammirazione della gente non sia positivo e riten-go che essendo una persona sempli-ce sia molto più facile trovare veri amici. “Chiama!” mi urlò. Composi il numero a fatica il battito accelera-va e l’ansia mi assaliva…il telefono squillava, non rispondeva nessuno, contai i lenti segnali del telefono, era occupato, l’uomo urlava … non capivo cosa dicesse, alzai lo sguar-do e vidi una pistola puntata contro di me, nemmeno il tempo di conta-re fino a tre che sparò un colpo…BUM! Mi svegliai di colpo. Era solo un incubo, tutto un enorme e orribi-le incubo e mi teneva prigioniera in quel letto, mi impediva i movimen-ti…ero terrorizzata ma allo stesso tempo immensamente sollevata, facevo profondi respiri, assaporavo ogni attimo quel dolce profumo di casa che temevo di aver perso per sempre… mio padre bussò alla por-ta, si avvicinò e con un amorevole bacio mi augurò il buongiorno…lo abbracciai, credo di non averlo mai abbracciato tanto forte e per tanto tempo, decisi che da quel momento avrei assaporato ogni momento con lui…il mio abbraccio fu così intenso che lui si commosse e sussurrando mi disse “ti voglio bene pulcino!“ È meraviglioso il potere dei sogni!

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maggio 201232

teste di ca...lcio

TORNEI

DI ANTONIO DE MARTINO

Sono bastati i 40 minuti regolamentari per de-cidere le sorti dell’incontro…strano! Strano per-ché in campo vigeva molto equilibrio: occasioni di uguale importanza sia dall’una che dall’altra parte; strano, perché a guardare l’andamento della partita, tutti avrebbero scommesso sui supplementari. Ma 5B ce l’ha fatta e non c’è da stupirsi, non perché gli avversari fossero facili, ma perché è una squadra vera che in tutte le partite si è comportata da tale, sia nei succes-si che nelle sconfitte.In questo scontro tra titani, il primo tempo non poteva che mostrarci una battaglia per il predominio del centrocampo: grandi contrasti e poche occasioni. Poi, dal caos, si intrave-de qualcosa di definito: Cerullo, innescato da Maglio, centra il palo! Da questo momento le occasioni cominciano a fioccare! E dopo una serie di azioni pericolose da parte dei ragazzi del classico, si verifica la regola del “gol man-cato - gol subito”: grave ingenuità di Cestaro che lancia Improta, appena entrato, in porta: vantaggio 5D! La 5B accusa il colpo e demora-lizzata concede qualcosa agli avversari: prima Improta, poi Natale impensieriscono l’attento portiere De Felice. Ma dopo la resistenza, la 5B risorge dalle ceneri, ed è ancora una volta la caparbietà e la freddezza di Maiolo a portare in parità i suoi: 1-1. Il primo tempo si conclude con un’ottima punizione di Lalla respinta da Flocco, che sancisce la parità di risultato, di posses-so palla, e di occasioni. In questa semifinale si affrontano anche i portieri più forti del torneo, e se nel primo tempo è stato De Felice a dare spettacolo, il secondo vede il turno di Flocco, che salva prima su un gran colpo di testa di Maiolo, poi si oppone sia a Lalla che a capitan Maglio da distanza ravvicinata. Però è anco-

ra una volta la 5D a passare in vantaggio con De Rosa che sigla il 2-1 d’esterno su assist di D’Andrea. Ma stavolta la reazione della 5B è immediata e pirotecnica! In dieci minuti Cerullo colpisce in girata l’ennesimo palo della sua par-tita, Maiolo raggiunge il pareggio con una gran-de imbucata tra Improta e D’Andrea e infine la ciliegina sulla torta: Maglio stacca di testa su un grandissimo cross di Maiolo, palo interno e palla in rete, grazie anche ad una fortuita de-

viazione di Flocco: 3-2. Segue l’assedio finale dei ragazzi dello scientifico, ma è tutto inutile: la 5B con grinta e cuore vola in finale con un risultato che rispecchia quello che si è visto in campo sia oggi, sia nelle partite precedenti. Ora tutti gli occhi sono puntati sulla finalissima, quella più attesa tra la 3A di Bencivenga e ov-viamente la 5B di Maglio. Intanto sono aperte le scommesse!

5B vs 5D: 3-2 IL CUORE E LA GRINTA

trienniosemifinale

FANNO VOLARE LA 5B

Pagelle 5D Flocco 7.5: Si riconferma un portiere-sara-cinesca, salva in più occasioni la sua squadra ma le sue pezze non bastano a tappare i bu-chi di una difesa approssimativa.

D’Andrea 5.5: Alcune mancanze in fase di-fensiva, corre molto, ma spesso inutilmente.

Natale 6: Gioca di fisico, la tecnica in molti casi non è perfetta ma è l’unico baluardo di-fensivo

De Rosa 6.5: Suo il gol del secondo vantag-gio, a parte qualche imprecisione gioca una buona partita.

Marenghi 7: Corre, imposta e aggredisce i portatori avversari, ma non basta. Nella fase cruciale del match perde lucidità e si spegne.

Improta 7.5: Veloce, scattante, buon drib-blatore, è la stella della sua squadra, ma la finale purtroppo non lo vedrà protagonista

5B De Felice 7: Anche questa volta le sue parate sono decisive sul risultato..poche ma buone insomma! E’ lui il favorito al “Miglior por-tiere del torneo”.

Cestaro 7: Grande prova di Dario! Sicura-mente l’errore iniziale non lo avvantaggia, ma il resto è impeccabile, soprattutto la chiusura finale su Improta.

Maglio 7.5: Quando c’è lui in campo la 5B gioca molto di più palla a terra, è decisivo per l’impostazione e per il recupero-palla. Sua la rete che chiude i giochi!

Cerullo 7: Molto sfortunato in questa parti-ta! Dopo l’infortunio iniziale tenta in molti casi la conclusione centrando almeno 3 volte il palo.

Lalla 6.5: Lotta e tenta più volte tiri insidiosi dalla distanza che escono di poco!

MVP: Maiolo 8.5 Non c’è partita in cui non si veda il suo nome sul tabellino. Anche in questo caso è lui a pareg-giare per ben due volte il risultato e a servire un pallone meraviglioso per il vantaggio finale! rispetto ad altre prestazioni, ma è lucido ed efficace.

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3A vs 4A: 6-6 (9-8 d.c.r.)DERBY DI FUOCO, 3A IN FINALE!

DI LORENZO SORRENTINO

3A-4A, la prima classificata contro la quar-ta. Passa la 3A, favorita alla vigilia, ma solo dopo 40 minuti intensi ed emozionanti e dopo la lotteria dei calci di rigore. Una delle partite più belle del torneo di quest’anno. La gara è equilibrata nei primi minuti, ma è la 3A a pro-varci con più convinzione, fino al gol realizzato dal solito Bencivenga: Franco supera Ronca e serve il compagno che solo davanti a De Rosa non può sbagliare. Ma la 3A non si accontenta e ci prova ancora con Salzano: gran botta dal limite che si stampa sulla traversa. Il raddoppio arriva puntuale pochi minuti dopo: Franco parte in contropiede e batte De Rosa. Uno sfortuna-to Salzano per poco non chiude i conti già nel primo tempo: lancio dalla difesa di Genovese, gran colpo di testa dell’attaccante a cui la tra-versa nega di nuovo la gioia del gol. Ennesima occasione con Carpentieri che da due passi

tira centrale, in contropiede è Di Gennaro a ri-aprire i giochi. La 3A accusa il colpo e subisce il gol del momentaneo pareggio: Ronca serve Pocock che spiazza il portiere: 2-2. Il pareggio dura pochi secondi: lancio di Bencivenga per Salzano che riporta i suoi in vantaggio. Il primo tempo si chiude però sul 3-3, ancora Ronca per Pocock che sigla la sua personale doppietta. Nel secondo tempo la 4A passa addirittura in vantaggio: grande discesa di Ronca sulla fa-scia, la conclusione è respinta dal portiere, ma al limite dell’area c’è il solito Pocock che fa 4-3. Anche in questo caso la gioia della 4° dura pochissimo: Bencivenga ci prova da cen-trocampo: parità. Le emozioni non sono finite: mischia nell’area della 4A con Franco che ne approfitta: 5-4. A metà della ripresa è Marot-ta a pareggiare i conti con un tiro dal limite. Nei due minuti successivi ancora un gol per parte, a Bencivenga risponde Ronca. Nei minuti finali il risultato non cambia più: finisce 6-6. Ai rigori

passa la 3° col risultato di 3-2: decisivi gli erro-ri di Ronca e Marotta, a cui si aggiunge quello finale di De Rosa.

Pagelle 4A Pocock 7,5Ronca 7 Di Gennaro 6,5Marotta 6,5De Rosa 6

3A Franco 7Genovese 7Salzano 7Carpentieri 6,5

MVP: Bencivenga 8 Realizza una tripletta, serve assist ai compagni e compie miracoli anche tra i pali. Decisivo.

triennio

4A vs 5D: 6-4UNA GRANDE 4A CONQUISTA

triennio

DI DARIO MAGLIO

La finale per il 3-4 posto riserva un match molto spettacolare e grandi sorprese con una meravigliosa 4A che pratica un gran calcio. En-trambe le squadre si erano rese protagoniste di grandi semifinali contro 5B e 3A, dando vita a partite di grande equilibrio.Nella 4A Pocock è autore di una prestazione maiuscola ed infatti firma subito una fanta-stica rete con una gran botta da lontano che s’insacca nel “sette”: Flocco immobile! A rad-doppiare per i ragazzi del classico è lo stesso Pocock che approfitta di un colossale errore di Flocco (in stile Buffon)! Il dominio incontrastato di Di Gennaro & Co. viene momentaneamente interrotto dalla rete di Natale che spiazza De Rosa sotto le gambe: 2-1! Ma è solo un raggio di sole nella tempesta 4A: 3-1 con uno spetta-colare gol di Di Gennaro (assist di Ronca) che

spiazza Flocco con un cucchiaio elegante. Fini-sce 3-1 la prima frazione di gioco.Nella ripresa di nuovo Pocock firma il quarto gol, ma proprio mentre la goleada sembra or-mai avviata, la 5D ha un sussulto con i soliti Marenghi-Improta che regalano sprazzi di bel calcio e accorciano le distanze fino al 4-3, firmato proprio da Improta con un pallonetto sull’uscita di De Rosa. La 5D sembra vicina al pareggio, ma a spegnere le speranze di recu-pero ci pensa ancora Pocock con un GOLAS-SO: Stop, grande protezione della sfera, supera il difensore e spiazza il portiere avversario! E David non si accontenta ancora realizzando un grande assist per il sesto gol di Ronca; sul fron-te opposto è inutile la rete di Improta che sigilla il 6-4 finale: lui si aggiudica la classifica canno-nieri, ma non porta la sua squadra sul podio: colpa di una grandissima 4A!!!

Pagelle

4A De Rosa 6,5Marotta 7.5Ronca 7Di Gennaro 8

5D Flocco 5.5Della Monica 5D’Andrea 5Natale 6De Rosa 5.5Marenghi 6.5Improta 7.5

MVP: Pocock 9 Spettacolare prestazione di David che impressione per la forza, la elocità e la tecnica del suo gioco: superlativo!

semifinale

finale 3° e 4° posto

UN GIUSTO 3° POSTO

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maggio 2012

Eccoci arrivati all’atto conclusivo: con la sfida tra 5B e 3A, il torneo di quest’anno volge al ter-mine. Le due squadre più competitive del tor-neo si giocano la vittoria finale negli ultimi 40 minuti del campionato. La gara è sin dall’inizio tirata e le squadre sono abbastanza nervose: non potrebbe essere altrimenti. Dopo alcuni minuti di equilibrio, al 6° è Lalla a sbloccare il punteggio con un gran destro da fuori che bat-te il portiere avversario: 1-0. La 3A fa fatica a reagire, la prima occasione per il pareggio arriva infatti solo al 14°, con Salzano che su-pera Cestaro sulla fascia; il suo tiro è di poco alto. Ma l’occasione migliore del primo tempo è per la B: Maglio supera un difensore avversa-rio e da solo di fronte al portiere calcia fuori. Al 16° ci provano anche Cerullo e Maiolo: i loro tiri sono respinti dal portiere. Si chiude così un

primo tempo equilibrato col momentaneo van-taggio della 5B. Nella ripresa arriva il pareggio del bomber Salzano: scambio con Pisano, e gran botta che che si insacca all’incrocio dei pali. Al 5° Genovese cerca il gol del vantaggio con un tiro da fuori, De Felice devia in angolo. Le occasioni a questo punto fioccano da en-trambe le parti: Maglio colpisce un palo da po-sizione favorevole, De Felice evita il 2-1 con al-tri due interventi decisivi. Al 18°, quando tutti ormai pregustano la lotteria dei calci di rigore, un autogol dello sfortunato Franco condanna la 3A alla sconfitta. La 5B porta a casa l’ambito trofeo nell’ultimo anno disponibile, per Benci-venga & co. Invece, ci saranno altre occasioni per alzare al cielo la coppa.

lorsor

L'ATTO FINALE

TRIONFA LA 5Btriennio

Pagelle 5B De Felice 7: I suoi interventi sono sempre decisivi, questa vittoria è anche merito suo.

Cestaro 6,5: Difensore sempre attento,

qualche errore in fase di impostazione.

Maglio 6,5: Su quella fascia non passa nes-suno, è però poco lucido davanti alla porta.

Cerullo 6: È bravo nel far salire la squadra, tenta più volte il tiro senza successo.

Maiolo 6: Entra a partita in corso, utile nelle sponde ai compagni, meno in zona gol.

3A Salzano 7: Riaccende le speranze con un grande gol, ma non basta.

Pisano 6,5: Uno dei migliori; imposta la ma-novra e tenta il tiro quando ne ha la possibilità.

Genovese: 6,5: Attento in difesa, detta i ritmi di gioco alla squadra.

Bencivenga 6: Prestazione sufficiente, ma da uno come lui ci si aspetta qualcosa in più in una gara cosi importante.

Carpentieri 6: Poco lucido nelle conclusio-ni, non trova la via della rete, ma è utile anche in fase difensiva.

Franco 5: Porta troppo il pallone e finisce spesso col perderlo. Suo l’errore nel finale che costa la vittoria alla squadra.

MVP: Lalla 7,5 Realizza il gol del’1-0 ed è suo anche il cross che causa l’autogol del 2-1. Meno brillante rispetto ad altre prestazioni, ma è lucido ed efficace.

finale

34 TORNEI

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DI NICOLE BARRA

Voi, diciamo profani ecco, sapete cos’è veramente il karate ? Vi siete mai chie-

sti cosa c’è al di là di quello che vedete? Voi ci vedete “mosse” complicate accompagna-te da urla di cui non capite il significato. Io ad esempio sono una Karateca da circa 5 anni sono riuscita a capirne il senso solo quando ho iniziato a praticare questo sport , anche se non è un vero e proprio sport è un arte mar-ziale però da un po’ di tempo lo è diventato a livello agonistico ,con gare e premiazioni ,ma fondamentalmente il Karate è un’altra cosa: è un tipo di pensiero ,è.. è…. Non saprei come definirlo . Prima di tutto sapete cosa vuol dire karate? Kara-te significa letteralmente “kara” vuoto e “te” è la rappresentazione di una mano vista di profilo e significa anche “arte, tecnica attività” quindi “mano vuota”. Però fondamentalmente è un tipo di pensiero, una filosofia di vita che rafforza corpo e spirito. Chi lo pratica dovrebbe applicare ciò che im-para sul tatami in tutto ciò che fa nella vita , io sinceramente non ci riesco. Per quanto io

possa amare il karate io non ci riesco a es-sere calma e serena, con la mente libera dai pensieri angoscianti. Però una volta messo il kimono, annodata la cintura intorno alla vita cambia qualcosa, sono un’altra persona , non del tutto calma però cambio almeno di poco. Sciolgo la tensione accumulata dando tutto ciò che posso in ciò che faccio. Non mi stan-cherei mai degli allenamenti , anche se molto faticosi . Quando per un motivo o per un altro salto un allenamento mi sento vuota perché mi manca qualcosa. Però vedendomi non di-reste che io pensi al karate in questo modo, quando lo pratico a volte sembra scocciarmi ma non è così sono solo stanca fisicamente. Adesso non sto qui a fare la predica e a dire che “la mia unica ragione di vita è il karate” perché non è così. Concluderei con una frase che mi piace molto e che ho letto ultimamente ovvero: "Come la superficie di uno specchio riflette qualunque cosa le stia davanti, così il karateka deve rendere vuota la sua mente da egoismo e debolezze, nello sforzo di rea-gire adeguatamente a tutto ciò che potrebbe incontrare." G. Funakoshi.ndare avanti senza dimenticare da dove veniamo.

I P KARATE

ALTRI SPORT 29

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