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È tempo di crisi in Italia. I negozi sono vuoti, le fabbriche mettono in cassa integrazione migliaia di operai, due milioni e 456 famiglie non riescono ad arrivare a fine mese e sette milioni di persone sono povere. È la recessione. Il PIL del nostro paese per tre trime- stri consecutivi è stato inferiore all’1- %, in particolare è diminuito dello 0,5% nell’ultimo trimestre e addirittu- ra dello 0,9% nel secondo: il dato più basso dell’Unione Europea. Quello che si respira nell’aria è o- dore di povertà. Sono le conseguenze di una politica economica speculativa e assetata di guadagni che inevitabil- mente si distrugge con le proprie ma- ni. Le aziende per apparire incredibil- mente ricche agli occhi del mercato e quindi ricevere più investimenti possi- bili, tagliano sulla forza lavoro per mostrare un’opulenza dovuta solo ai soldi risparmiati e non alla reale pro- duzione, limitata dagli stessi tagli che fanno apparire le industrie più ricche. Il processo è un gioco al massacro: taglio forza lavoro – ricchezza appa- rente – carenza manodopera – produ- zione scadente – fallimento. Risultato? Nel Nord Italia le industrie nazionali sono costrette a sfoltire i loro dipen- denti (solo a Torino 79 aziende hanno comunicato l’avvio della cassa integra- zione), le grandi multinazionali come la Motorola chiudono le proprie filiali e mandano a casa i lavoratori e anche le piccole industrie manifatturiere so- no a rischio fallimento. Tutto questo viene poi associato – seppur i pareri degli esperti siano di- scordanti tra loro – alla stagflazione: Giornale d’Istituto fondato nel 2003 AREARE IL GIORNALE PRIMA DELL’USO AREARE IL GIORNALE PRIMA DELL’USO AREARE IL GIORNALE PRIMA DELL’USO AREARE IL GIORNALE PRIMA DELL’USO Povera Povera Povera Povera Italia Italia Italia Italia a pag. 12 a pag. 12 a pag. 12 a pag. 12 a pag. 14 a pag. 14 a pag. 14 a pag. 14 a pag. 13 a pag. 13 a pag. 13 a pag. 13 Into the wild Un viaggio alla ricerca di se stessi L’inter-rail Un’esperienza fatta viaggio Donne in viaggio Le eroine dei nostri tempi www.camaleo.tk PRIMO PIANO | povertà | pag.3 CAMEON | il viaggio TESTA DI CALCIO | DI NUOVO DI NUOVO DI NUOVO DI NUOVO IN CAMPO IN CAMPO IN CAMPO IN CAMPO NIEMAYER NIEMAYER NIEMAYER NIEMAYER l’architettura l’architettura l’architettura l’architettura è libertà è libertà è libertà è libertà ARTE | pag 20 RACCONTO | pag 18,19 Anno 5 - Numero 2 - Dicembre 2008 Segue a pagina 2 Io, me stesso e riflessi pirandelliani Il racconto di Arciprete

Camaleo Dicembre 2008

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Il giornale di dicembre 2008, dedicato alla povertà.

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Page 1: Camaleo Dicembre 2008

È tempo di crisi in Italia. I negozi sono vuoti, le fabbriche mettono in cassa integrazione migliaia di operai, due milioni e 456 famiglie non riescono ad arrivare a fine mese e sette milioni di persone sono povere. È la recessione. Il PIL del nostro paese per tre trime-stri consecutivi è stato inferiore all’1-%, in particolare è diminuito dello 0,5% nell’ultimo trimestre e addirittu-ra dello 0,9% nel secondo: il dato più basso dell’Unione Europea. Quello che si respira nell’aria è o-dore di povertà. Sono le conseguenze di una politica economica speculativa e assetata di guadagni che inevitabil-mente si distrugge con le proprie ma-ni. Le aziende per apparire incredibil-mente ricche agli occhi del mercato e

quindi ricevere più investimenti possi-bili, tagliano sulla forza lavoro per mostrare un’opulenza dovuta solo ai soldi risparmiati e non alla reale pro-duzione, limitata dagli stessi tagli che fanno apparire le industrie più ricche. Il processo è un gioco al massacro: taglio forza lavoro – ricchezza appa-rente – carenza manodopera – produ-zione scadente – fallimento. Risultato? Nel Nord Italia le industrie nazionali sono costrette a sfoltire i loro dipen-denti (solo a Torino 79 aziende hanno comunicato l’avvio della cassa integra-zione), le grandi multinazionali come la Motorola chiudono le proprie filiali e mandano a casa i lavoratori e anche le piccole industrie manifatturiere so-no a rischio fallimento. Tutto questo viene poi associato – seppur i pareri degli esperti siano di-scordanti tra loro – alla stagflazione:

Giornale d’Istituto fondato nel 2003 AREARE IL GIORNALE PRIMA DELL’USOAREARE IL GIORNALE PRIMA DELL’USOAREARE IL GIORNALE PRIMA DELL’USOAREARE IL GIORNALE PRIMA DELL’USO

PoveraPoveraPoveraPovera ItaliaItaliaItaliaItalia

a pag. 12 a pag. 12 a pag. 12 a pag. 12 a pag. 14a pag. 14a pag. 14a pag. 14 a pag. 13a pag. 13a pag. 13a pag. 13

Into the wild Un viaggio alla ricerca di se stessi

L’inter-rail Un’esperienza fatta viaggio

Donne in viaggio Le eroine dei nostri tempi

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PRIMO PIANO | povertà | pag.3

CAMEON | il viaggio

TESTA DI CALCIO |

DI NUOVO DI NUOVO DI NUOVO DI NUOVO

IN CAMPOIN CAMPOIN CAMPOIN CAMPO

NIEMAYERNIEMAYERNIEMAYERNIEMAYER l’architettura l’architettura l’architettura l’architettura è libertàè libertàè libertàè libertà

ARTE | pag 20

RACCONTO | pag 18,19

Anno 5 - Numero 2 - Dicembre 2008

Segue a pagina 2

Io, me stesso e

riflessi pirandelliani

Il racconto di Arciprete

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2 30 SECONDI

Giulio Viceconte

Andrea Rossi

Andrea Bolognino

Lorena Gallotti, Federica Bertocco

Stefano Scarpa

Direttore EditorialeDirettore EditorialeDirettore EditorialeDirettore Editoriale

Direttore OrganizzativoDirettore OrganizzativoDirettore OrganizzativoDirettore Organizzativo

VignetteVignetteVignetteVignette

Ufficio StampaUfficio StampaUfficio StampaUfficio Stampa

Attività di consulenzaAttività di consulenzaAttività di consulenzaAttività di consulenza Progetto GraficoProgetto GraficoProgetto GraficoProgetto Grafico

dalla prima POVERA ITALIA

PACCHETTO ANTICRISIPACCHETTO ANTICRISIPACCHETTO ANTICRISIPACCHETTO ANTICRISI Misure urgenti a favore delle famiglie maggiormente a rischio povertà. D’altro canto, l’aumento dell’IVA sulla pay-tv rischia di far lievitare di 50€ la spesa annuale dei canali satellitari.

ARTICOLO 33ARTICOLO 33ARTICOLO 33ARTICOLO 33 Come sferrare l’ultimo attacco alla scuola pubblica attraverso la modifica della Costituzione. L’elimina-zione della frase “senza oneri a carico dello Stato” aprirebbe nuove frontiere per i privati,

IL PAESE DEGLI SPRECHIIL PAESE DEGLI SPRECHIIL PAESE DEGLI SPRECHIIL PAESE DEGLI SPRECHI Troppi soldi sono bruciati in un anno dalla politica italiana. Dagli aerei a gli stipendi, la cifra risulta esorbitante.

LA SCUOLA A PEZZILA SCUOLA A PEZZILA SCUOLA A PEZZILA SCUOLA A PEZZI Le scuole italiane cadono a pezzi, la tragedia di Rivoli è solo la punta di un iceberg fatto di falsi certificati di agibilità e situazioni davvero paradossa-li.

Di Andrea Rossi

S e per scongiurare la crisi si promettono soldi ai cittadi-ni e poi si raddoppia l’iva alla tv satellitare. Se devi fare un viaggio e hai paura di prendere l’aereo per-ché non sai se parte, ma so-prattutto se arriva. Se il presidente di vigilanza rai punta i piedi a terra come un bambino e dice: “io da qui non me ne vado!” Se mentre sei tra i banchi di scuola vedi il soffitto crollare. Se si vuol modificare l’articolo 33, e tu non sai neanche di che tratta. Se lo stesso presidente che raddoppia l’iva alla pay tv è il padrone della tv concorrente. Se gli stadi sono dipinti come il male, ma prova ad andarci, poi mi racconti. Se la chiesa dice che non si devono discriminare le nazioni che scelgono di discriminare gli omosessuali. Allora amici miei. POVERA I-TALIA. Signore e signori, il secondo numero del Camaleo. Cantami o Stezap del Camaleo il numero secondo che dopo i clamori de lo primo torna a raccontar del mondo spero che i lettori saranno a proprio agio chè ‘sta settimana si parlerà del viaggio

la condizione economica in cui è presente sia l’inflazione che la stagnazione della cre-scita dell’economia reale. Ergo: i prezzi sal-gono ma la produzione non aumenta. Il governo cerca di uscire dal guado del-la recessione ma non fa grossi passi avanti, le leggi anti-crisi hanno ben poco impatto se viene diminuita la pressione fiscale delle imprese, ossia le tasse pagate (attualmente al 5%) e non viene smossa quella dei lavo-ratori e pensionati (al 7%). Per rincarare la dose, poiché le disgrazie non vengono mai da sole, si aggiunge il problema dei precari: quattrocentomila lavoratori con contratto a termine rischiano di perdere il posto alla scadenza dei contratti il prossimo 31 dicem-bre. E anche su questo punto non è stato fatto niente. Un altro problema enorme del-la nostra economia è il debito pubblico, uno dei più alti del mondo. Le ragioni di un debi-to pubblico così elevato sono molto com-plesse, ma il concetto fondamentale è che

in Italia il 56% delle quote di partecipazio-ne ai titoli di stato italiani appartiene ad investitori stranieri e quindi l’aumento del debito pubblico e strettamente legato ai “giochi” economici globali. E Berlusconi? Beh lui ormai è insuperabi-le nel risolvere i problemi economici del pa-ese, ce lo invidia tutta Europa. Berlusconi per far fronte alla crisi dice: “italiani, consu-mate”. Inevitabile il confronto con la fami-gerata frase forse pronunciata da Maria An-tonietta: “Al popolo manca il pane? Che mangino le brioches”. Ovvio che Berlusconi vuole che consumiamo, altrimenti le aziende che comprano gli spazio pubblicitari sulle sue reti falliscono e fanno a meno di recla-mizzarsi. Meno ovvio è perché non vengono presi provvedimenti seri per far fronte alla recessione che non siano gli ennesimi, logo-ri “annunci politici all’italiana”, molto in voga in questo governo.

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nuovi nati, grazie al quale, in caso di nascita o adozione di bambini, si po-trà accedere a particolari prestiti dei quali si farà garante un’ apposita commissione ministeriale. Il Cavaliere afferma soddisfatto che ”E’ giusto che chi abbia un po’ di denaro lo metta in circolo per rilan-ciare l’economia”, rendendo “felice” i proprietari di imprese: il settore im-prenditoriale è infatti quello mag-giormente danneggiato dalla propo-sta legislativa recentemente passata alle Camere. Si discute sull’ipotesi di detrarre l’ IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) dall'IRES (Imposta sul Reddito delle Società), scelta che penalizzerebbe enti pub-blici e privati: Confindustria ed alcuni sindacati, tra i quali la CIGL di Epifa-ni, che ha confermato lo sciopero generale previsto per il 12 dicembre, stanno manifestando stoica resisten-za a tale proposta. C'è al contrario unanime accordo sulla richiesta all'E-secutivo di rendere gli sgravi fiscali in tredicesima, in modo da favorire i lavoratori dipendenti e rilanciare i consumi nel periodo natalizio ormai i n c o m -b e n t e . Sono sta-te infine effettua-te modi-fiche dal ministro o m b r a dell’eco-n o m i a B e r s a n i al model-lo da lui s t e s s o avanzato nel 2007; il proces-so attra-verso il

quale era possibile ridurre del 55% la spesa sull’acquisto di pannelli so-lari dalla dichiarazione dei redditi è stato reso più complesso, in quanto bisogna mandare via internet una domanda all’Agenzia delle Entrate e sperare in una risposta di assenso entro trenta giorni. Ma ciò che ha soprattutto colpito l’attenzione dei cittadini più critici è la volontà del nostro Presidente del Consiglio di aumentare l’IVA sulle Pay TV, ritenute proprietà “da ric-chi”. Sky è in rivolta – molto signifi-cativi gli spot nei quali è denunciato l’atto succitato e lanciato un accora-to appello agli abbonati affinché con-trastino la scelta del Governo – ed il leader della televisione satellitare accusa il “Silvio nazionale” di stare operando uno stratagemma per far chiudere i battenti alle reti concor-renti e monopolizzare l’informazione mediatica in Italia. Forse stiamo troppo sottovalutando il buon Berlusconi: suvvia, sta solo cercando di incrementare il livello culturale nazionale – di per sé poco ammirevole – a pane & reality!

Di Alessandra Petagna Anche il 2008 sta volgendo al proprio termine. Tra le polemiche, siamo pur sempre in Italia. Questo primo anno del Berlusconi quater è stato caratterizzato dall’e-manazione di decreti legge alquanto discutibili e dalla successiva conte-stazione – e qui mi prefiguro nella mente un applauso per la “rivoluzione di ottobre” della scuola. Per non smentire una tradizione or-mai avviata, non poteva poi mancare un progetto “originale” per risanare l’economia nazionale in tempo di cri-si. Il ministro Tremonti è stato ele-mento fondamentale nella ideazione del piano anti–crisi, la cui approva-zione di venerdì 28 novembre ha scatenato le proteste del PD: “Un aiuto per Natale”, questo il parere della parte politica uscita sconfitta dalle scorse elezioni ed ancora poco convincente – e convinta – nel ruolo dell’opposizione. Obiettivo del Governo è quello di recuperare sino a undici miliardi di euro nei prossimi tre anni, assumen-do per di più un atteggiamento da “buon samaritano”. Sarà infatti con-cesso un bonus ai pensionati ed alle famiglie con figli a carico che pre-sentino un reddito inferiore ai seimila euro annui, mentre è già disponibile la Social Card con l’accredito di qua-ranta euro mensili di cui usufruire nei negozi convenzionati, per lo più alimentari. È invece definitiva la noti-zia che vede escluse dal blocco delle tariffe la corrente elettrica, il gas, le autostrade e le ferrovie. Per i soliti “fratelli meno fortunati” è stata an-che valutata la possibilità di ricon-trattare il mutuo a tasso variabile, riducendo l’importo di ciascuna rata ed allungandone la durata, e la crea-zione di un Fondo per il credito per i

3 PRIMO PIANO

PACCHETTO ANTIPACCHETTO ANTIPACCHETTO ANTIPACCHETTO ANTI----CRISICRISICRISICRISI Misure urgenti per il sostegno aMisure urgenti per il sostegno aMisure urgenti per il sostegno aMisure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e imprese.famiglie, lavoro, occupazione e imprese.famiglie, lavoro, occupazione e imprese.famiglie, lavoro, occupazione e imprese.

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Di Dario De Natale

C’è crisi economica. La prima domanda da farsi, a questo punto, forse sarebbe: perché c’è crisi economica? La discussione sarebbe lunga, dovrei tirare in ballo la politica dell’ex-presidentepetroliere George W. Bush, ed esorbiterei dal tema centrale dell’ar-ticolo. Basti sapere, però, che la crisi econo-mica non è una cosa che “accade”, non è una catastrofe naturale, imprevedibi-le, bensì ha delle motivazioni profonde e soprattutto, in linea di massima, dei responsabili. Di fronte alla crisi, ogni stato Euro-peo e mondiale sta rispondendo come meglio può. Anche il Governo Italiano, dunque, vara il suo “pacchetto anti-crisi”, analizzato in dettaglio dalla redattrice Alessandra Petagna. Letto con cura il suo articolo, dunque, passiamo a commentare il suddetto “pacchetto”. Certo, forse qui a Napoli sarebbe più proprio chiamarlo “pacco”, a giudi-care dal suo contenuto: una serie di finti provvedimenti che tentano di dare l’impressione di riempire le tasche Ita-liane che vengono nel frattempo svuo-tate da paralleli aumenti di tasse varie. Della “Social Card” è praticamente inutile parlare: una misura populista e caritatevole che ha, forse, l’unico effet-to di deridere a livello nazionale quei cittadini che, costretti a vivere con 600-0€ annui, potranno, grazie a Tremonti, acquistare un dignitoso set di candele per il proprio funerale, causa morte da inedia, che, checché ne dicano i dema-goghi della Domenica, è più che immi-nente. Sentiti ringraziamenti da parte del SEF, il Sindacato degli Evasori Fiscali, che, costretti a vivere con 6000€ annui nei loro panfili tempestati di diamanti, potranno beneficiare di quei 480€ per pagare i propri camerieri che, guada-gnando 7000€ all’anno, non avranno invece diritto alla Social Card. Ma, come nota giustamente Ales-sandra, la cosa che più ha colpito i po-chi interessati alle azioni governative è stato il raddoppio dell’Iva (dal 10% al 20%) per Sky. Basta fare un semplice, lineare ra-

Falso dalla prima all’ultima parola, ov-viamente, nel caso ci fosse ancora qualcuno che ritiene il Caimano in gra-do di dire la verità, ogni tanto. In realtà, l’agevolamento sull’Iva della pay-tv ha inizio nel 1991, Governo An-dreotti (Sinistra?), che fissa al 4% l’Iva, non per Sky, che non esisteva, bensì per Telepiù, di proprietà di Berlusconi, ovviamente! Nel 1995, poi, il Governo Dini vuole portare l’aliquota al 19%, ma è votato (con la complicità di Rifondazione) un emendamento che la fissa all’attuale 10%. Dunque, caro (per quanto ci costi) Pre-sidente Berlusconi, se privilegio c’è mai stato, è stato sempre e comunque a favore Suo! Tendenza, questa, che va avanti da tempo; tanto che, fin da quando al Go-verno c’era il ladro Craxi, non si scrive legge, nel nostro mal paese, che non sia per Suo proprio beneficio economi-co, non lavora avvocato se non per trovare il modo di cancellare un Suo processo, non si muove foglia che Don Silvio non voglia.

gionamento: il Nano Malefico controlla il 50% delle reti televisive Italiane, in quanto padrone supremo di Mediaset, il restante 50% nel ruolo di Capo del Go-verno (considerando anche che un suo fantoccio, ex-PD, è commissario di vigi-lanza RAI), l’unico fiume televisivo che non sgorga direttamente dalle sue ma-ni è Sky. Come risolvere il problema? Appro-fitta della crisi economica mondiale per raddoppiare l’Iva su Sky. In tal modo, per non chiudere il bilancio in pari, o magari in passivo, Sky sarà costretta ad aumentare i costi di abbonamento, perdendo così clienti (che cederanno, trasportati dalla corrente dei reality show e telegiornali finti) e gravando sulle tasche dei liberi dal controllo tele-visivo assoluto. Per fortuna, in Italia qualche cervel-lo in grado di sostenere una semplice implicazione logica come questa esiste ancora, sebbene ben nascosto, tanto che la notizia e lo scandalo conseguen-te si diffonde rapida. Ma Berlusconi ha la risposta pronta: <<Ma quale conflitto di interessi. La sinistra ha concesso a Sky per i rappor-ti che aveva con quella televisione il privilegio del 10 per cento dell'Iva. Ab-biamo tolto quei privilegi e abbiamo fatto ritornare l'Iva a Sky uguale a quella di tutti gli altri>>.

Il “paccotto” antiIl “paccotto” antiIl “paccotto” antiIl “paccotto” anti----crisicrisicrisicrisi

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IL ROMPISCATOLE DE NATALEIL ROMPISCATOLE DE NATALEIL ROMPISCATOLE DE NATALEIL ROMPISCATOLE DE NATALE

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Conflitto d’interessi Conflitto d’interessi Conflitto d’interessi Conflitto d’interessi “made in Italy”“made in Italy”“made in Italy”“made in Italy”

all’astensione dei titolari di cariche di governo da “ogni atto idoneo ad influenzare specificamente, in virtù

dell’ufficio ricoperto, i propri inte-ressi” e quelli, noti al titolare della carica, propri del coniuge o di pa-renti e affini, non è stato mai ap-provato. Né tantomeno l’applicazio-ne della legge n 215 del 2004 (versione modificata della legge n.1236), il cosiddetto “blind trust”, che prevedeva l’affidamento del patrimonio ad un consiglio direttivo formato da institori, scelti tra perso-ne di fiducia e parenti del titolare, ha portato ad una eliminazione del conflitto d’interessi, fatta eccezione per le dimissioni di Berlusconi dalla carica di presidente dalla società calcio Milan. L’accusa di conflitto di interessi scaturita dal passaggio dell’IVA di Sky, la pay-tv del plurimiliardario imprenditore Murdoch, dal 10 al 20%, applicata dal gover-no italiano, ma di fatto ordinata dal Consiglio dell’Unione Europea, pog-

gia dunque su questi precedenti episodi di conflitto d’interessi. Alle accuse di favoreggiamento della

rete Mediaset, mosse con-tro il Presidente del Consi-glio dalla Sinistra, che ha appoggiato la denuncia di conflitto d’interessi di Mur-doch, il premier ha rispo-sto affermando l’impossi-bilità di abbassare l’IVA di tutte le pay-tv e delle pay-per-view (quali il digitale t e r r e s t r e Med i a s e t Premium) e negando la presenza di conflitto d’in-teressi. Inoltre, se da una parte Murdoch ha reagito con la trasmissione di spot pubblicitari contro il gover-no, dall’altra il premier ha dichiarato che l’IVA age-volata per Sky al 10% concessa nel 1995 per fa-vorire lo sviluppo della tv

satellitare, non ha ormai più sen-so,considerata, tra l’altro, l’emer-genza della crisi finanziaria. L’acce-sa polemica è stata fortunatamente placata dall’intervento della Ue, che già nel 2007 aveva presentato un reclamo, affermando che era neces-sario che l’Italia procedesse all’alli-neamento dell’IVA per i servizi di pay-tv, pena l’apertura di una pro-cedura di inflazione. Tornando quindi al discorso ini-ziale, sembra chiaro che fino a quando non verrà varata una legge imparziale che porti all’eliminazione reale del conflitto di interessi, que-sto resterà uno dei “prodotti tipici” del nostro Bel Paese.

Di Francesca Lalla A differenza della maggior parte dei paesi europei e degli Stati Uniti, l’Italia non gode di una disciplina organica in materia di conflitto di inte-ressi. Prima di tutto, è op-portuno chiarire cosa si intende per conflitto di interessi. Per conflitto di interessi si intende l’affi-damento di un’alta re-sponsabilità decisionale (come un carica politica o giudiziaria) ad un sogget-to con interessi personali o professionali in conflitto con l’imparzialità richiesta dalla responsabilità stes-sa, a cui può dunque venir meno dato il coinvolgi-mento dei propri interessi. Tuttavia va detto che la presenza di un conflitto di interessi non costituisce di per sé una reato, finché non si abusi della posizione privilegiata per trar-ne personale beneficio. Il recente caso Sky ha riaperto l’annosa discussione sul conflitto di interessi riguardante il controllo del-la rete televisiva Mediaset, oltre che di una delle principali case editrici italiane e di una società calcistica da parte dell’attuale presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dibattito cominciato in corrispondenza dell’-entrata in politica di Berlusconi nella XII/XIII Legislatura. Già allora l’ele-zione del premier aveva suscitato un acceso dibattito riguardo al ri-schio di vantaggio personale, data l’inesistenza di leggi che tutelassero l’imparzialità decisionale. Infatti il progetto di legge avanzato in quegli anni contro il conflitto di interessi (progetto di legge n 1236 del 199-8), che di fatto sanciva l’obbligo

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QUANDO MANCANO LE REGOLE DEL GIOCOQUANDO MANCANO LE REGOLE DEL GIOCOQUANDO MANCANO LE REGOLE DEL GIOCOQUANDO MANCANO LE REGOLE DEL GIOCO

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succitato comma dell’articolo 33 della Costituzione (“senza oneri per lo stato”), poiché restrittivo e non adeguato a quanto stabilito dal de-creto Gelmini. Questa la colpa della nostra equa, saggia Costituzione: cercare di fornire a tutti una forma-

zione culturale almeno ele-mentare. Ma i tempi sono di-versi, ragion per cui è il caso di mandare al rogo la storia e la libertà di una nazione per un estemporaneo “capriccio istituzionale”, senza conside-rare che, di tagli, la scuola ne ha subiti fin troppi, in nean-che sei mesi di provvedimenti legislativi. I due politici che si sono resi portavoce di tale deside-rio di rinnovamento hanno motivato la loro proposta af-fermando che “…la libertà di educazione, e quindi il supe-ramento dell'attuale modello di scuola ancora prevalente-mente statalista, è condizione indispensabile di qualunque riforma che voglia dare effi-cienza al sistema formativo e consenta all'Italia di compete-

re nel mondo”. Ma sì, nulla potreb-be risolvere meglio di così l’attuale ed indiscutibilmente critica “questione scolastica” italiana! Sono stati bersagliati il personale ATA, il corpo docenti, la nostra cultura, cosa altro potrebbe accaderci senza la protezione di qualche supereroe dai poteri straordinari? Mancheran-no davvero i fondi per gli istituti pubblici, bocciati senza la famigera-ta sospensione del giudizio, o sono soltanto “voci di corridoio” sparse dal Centro-Sinistra? E quando ci si accorgerà che la nuova scuola non sarà più aperta a tutti cosa faremo?

E soprattutto, dato che siamo in piena crisi economica, come insi-stentemente ricordano i mass me-dia, perché autorizzare sperperi de-gli apparati amministrativi ed au-mentare le uscite finanziarie dei singoli cittadini? A chi gioverà? A noi studenti, non di certo. E’ inutile adesso “arrampicarsi sugli specchi”, giustificarsi con la falsa convinzione che nel vecchio continente i complessi didattici so-no per lo più gestiti da privati grazie ad ingenti finanziamenti dello Stato stesso, con la motivazione inoltre che anche il comma originario, non soggetto alle modifiche previste dai due parlamentari, riserva parte del denaro del settore educativo agli enti non statali. Certo, l’istruzione è diritto fon-damentale di ogni cittadino di un Paese democratico ed in quanto tale non deve essere negata a nes-suno, ma dire che il Governo possa farsi carico anche delle spese dei moltissimi istituti non pubblici sparsi sul territorio nazionale è l’estremiz-zazione di un concetto utopico ed oggi non concretamente realizzabi-le. Ridurre l’inefficacia della didatti-ca statale con l’introduzione nel si-stema scolastico di elementi com-petitivi, come quelli tipici della pari-tà con il privato? La concorrenza è di per sé parte integrante di un sa-no processo di evoluzione e svilup-po, finché almeno non danneggi l’istituzione pubblica e non gravi sulla popolazione. In tal caso, defi-nire questa scelta “garante della libertà individuale” – come in prece-denza fatto dall’esponente dell’UDC Volontè (nella foto) - appare decisa-mente un azzardo. Vogliamo davve-ro accettarla o subirla?

Di Alessandra Petagna “Enti e privati hanno il diritto di isti-tuire scuole ed istituti di educazio-ne, senza oneri per lo Stato.” Leggete questa frase e memorizza-tela: probabilmente sarà una delle

ultime volte che avrete modo di ve-derla. Di sentirne parlare, non cre-do. Il culmine è stato appena rag-giunto: la base dell’indipendenza dell’Italia è stata attaccata. Pare infatti che la nostra Costituzione sia preistorica e poco attenta ai cam-biamenti degli ultimi sessant’anni di progressi – ma anche di momenti bui, per carità – e che necessiti quindi di una revisione, quasi si trattasse di un’automobile. L’Onorevole Volontè, appoggiato anche dal suo “venerando” collega, il deputato Caparini, ha suggerito la soppressione di parte del terzo e

Attacco alla CostituzioneAttacco alla CostituzioneAttacco alla CostituzioneAttacco alla Costituzione

IlIlIlIl disegno di legge Volontè apre disegno di legge Volontè apre disegno di legge Volontè apre disegno di legge Volontè apre

ai finanziamenti pubblici alle scuole privateai finanziamenti pubblici alle scuole privateai finanziamenti pubblici alle scuole privateai finanziamenti pubblici alle scuole private

ATTUALITÁ 6 dicembre_2008

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alle opinioni politiche o ad altre convin-zioni". Tralasciando che le barriere ide-ologiche esistono anche per l’orienta-mento sessuale – forse il papa ha volu-to “riassumere” il concetto nella con l’espressione “altre convinzioni” – , se il Vaticano approva con tanta ammirazio-ne la Dichiarazione universale dei diritti umani, secondo Lei, può mai cadere nella contraddizione di delegittimare quegli stessi diritti che tanto esalta? Perché non è molto coerente affermare l’uguaglianza degli uomini e poi chiu-dersi quando si tratta di difendere i diritti degli omosessuali, nascondendosi dietro la motivazione fragile e poco sensata che Lei ha dato del vostro dis-senso. Se tutti gli esseri umani sono uguali al di là della razza, della religione o delle “altre convinzioni”, è mai possibile chiudere gli occhi davanti alle discrimi-nazioni che gli omosessuali subiscono. Non sono anch’essi esseri umani? Op-pure per la Chiesa Romana sono esseri

umani di “serie B”? Se in Iran lo scorso 19 luglio due ragazzi di sedici e diciotto anni, colpevoli solo di essere omoses-suali, sono stati impiccati dopo quattor-dici mesi di sevizie e 288 frustate, non si può parlare di un diritto umano cal-pestato? Allora, se il Vaticano in quanto organo influente avesse la possibilità – e ce l’ha – di lanciare un monito contro questo tipo di discriminazione, non sa-rebbe doveroso che lo faccia? Le porgo i miei saluti complimentan-domi con Lei. È incredibile, infatti, il modo in cui Lei con quella dichiarazione sia riuscito a capovolgere la situazione. Da che si parlava di discriminazioni nei confronti degli omosessuali ha subito cambiato le carte in tavola mettendo in mezzo una discriminazione inventata, ossia quella nei confronti dei paesi che non riconoscono le unioni civili. È stato in grado, in pratica, di rendere vittima il carnefice. Complimenti.

Di Giulio Viceconte All’attenzione di Monsignor Celestino Migliore, il due dicembre scorso il premier fran-cese Sarkozy, attuale presidente dell’U-nione Europea, ha presentato all’Onu una mozione per depenalizzare il reato di omosessualità previsto in novantuno paesi del mondo e pagabile con la mor-te in sette di essi. La proposta è stata accolta positiva-mente da tutte le massime cariche mondiali, tranne una: il Vaticano. A questo proposito lei ha dichiarato che, nel caso dovesse essere accolta la mo-zione, “Gli Stati che non riconoscono l’unione tra persone dello stesso sesso come “matrimonio” verrebbero messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni.” La posizione della Santa Sede, penso che l’abbia notato, non è molto chiara. Come prima cosa: Lei è a conoscenza del contenuto della proposta? Perché dalle sue dichiarazioni si potrebbe pen-sare che la traduzione simultanea della sede delle Nazioni Unite abbia funzionato male durante la presen-tazione della mozione o che il presi-dente Sarkozy non si sia spiegato molto bene. Nella mozione, infatti, la parola “matrimonio” o “unione” non viene affatto citata. Nel testo della proposta non si parla di altro che della condizione degli omosessuali in alcuni paesi del mondo e non si chiede altro che non sia il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo. Le ricordo infatti che papa Bene-detto XVI, in occasione del sessante-nario della Dichiarazione universale dei diritti umani, che prevede come principio fondante l’uguaglianza tra uomini, ha dichiarato: “non sempre é rispettata l'uguaglianza tra tutti, né la dignità di ciascuno, mentre nuove barriere sono innalzate per motivi legati alla razza, alla religione,

Omosessualità e Vaticano: Omosessualità e Vaticano: Omosessualità e Vaticano: Omosessualità e Vaticano: quando la Chiesa legittima quando la Chiesa legittima quando la Chiesa legittima quando la Chiesa legittima l’emarginazione l’emarginazione l’emarginazione l’emarginazione Lettera aperta all’Osservatore Permanente della Lettera aperta all’Osservatore Permanente della Lettera aperta all’Osservatore Permanente della Lettera aperta all’Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni UniteSanta Sede presso le Nazioni UniteSanta Sede presso le Nazioni UniteSanta Sede presso le Nazioni Unite

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56.00056.00056.00056.000 euro in sei mesi per “camicie di servizio”.

16.20016.20016.20016.200 euro in “fornitura vestiario per motociclisti”. Viene spontaneo chie-dersi cosa c’entrino forniture di vestia-rio per motociclisti per il parlamento, trovare la risposta a noi comuni mortali però è molto difficile.

7.251.0007.251.0007.251.0007.251.000 euro in assegni di solidarietà ai senatori rimasti senza seggio. Di questi 7 milioni ben 307.328 sono stati indirizzati a Clemente Mastel-la per “reinserimento nella vita sociale”. La notizia scandalizzò talmente tanto Famiglia Cristiana che invitò Mastella a devolvere la somma in beneficenza, ma è inutile dire come si concluse la vicen-da. 345.600 euro a Cossutta, 258.716 euro a Biondi e 278.516 a D’Onofrio per reinserirsi nella vita sociale.

1.955.000.0001.955.000.0001.955.000.0001.955.000.000 euro annui tra Quirinale, Senato, Camera, Corte Costi-tuzionale, Cnel e Csm.

320.496320.496320.496320.496 euro lordi annui sono lo stipendio Luis Durnwal-der, presidente della Provincia autonoma di Bolzano, circa 3-6.000 euro più di quanto guada-gna il presidente degli stati uniti.

21.00021.00021.00021.000 i dipendenti della regione Sicilia: il sestuplo della Lombardia. La notizia però non si limita all’esorbitante numero di dipendenti regionali ma com-prende anche che nell’ultimo anno il loro stipendio ha subito un aumento del 114%. Ciò de-termina una spesa di circa un miliardo di euro l’anno.

1.700.0001.700.0001.700.0001.700.000 euro annui per senatore.

102.000.000.000102.000.000.000102.000.000.000102.000.000.000

euro l’anno in sanità. 455 euro

per notte un posto letto in Lombardia, 897 euro a Roma. La Sicilia spende in sanità il 30% in più di tutta la spesa sanitaria della Finlandia.

Di Jorge Giaquinto

260.000260.000260.000260.000 euro in agende da tavo-lo e da tasca del senato. Secondo un calcolo effettuato dal professor Antonio Merlo dell’università di Pennsylvania queste agendine costerebbero 28.000 euro lordi l’una, più dello stipendio an-nuo dei governatori del Colorado, del Maine, dell’Arkansas e del Tennessee messi assieme. Dopotutto è anche vero che Schwarzenegger (162.598 euro lordi) guadagna meno di un consigliere regionale dell’Abruzzo.

180.000180.000180.000180.000 euro al giorno in voli di stato, per un totale di 65.700.000 euro annui. Dunque spesa triplicata rispetto ai 23.000.000 della precedente legisla-tura. Aereo di stato per: ministri, vice-ministri, sottosegretari ed in via del tutto eccezionale anche personale e-straneo alla delegazione (portaborse, parenti, giornalisti graditi, purché ac-creditati al seguito su indicazione dell’-autorità). Simpatica nota è quello che recente-mente è successo che ha visto coinvol-ta la nostra ministra all’ambiente: Ste-fania Prestigiacomo. La Prestigiacomo difatti per recarsi da Roma a Varsavia ha preso un Falcon dell’aeronautica militare. Il Falcon, oltre a produrre una quantità sterminata di anidride carboni-ca, spende 7.200 euro l’ora di carbu-rante, dunque 40.000 euro al giorno, tutto compreso. Prendendo un aereo di linea per tutta la delegazione avrebbero s p e s o 5 . 0 0 0 e u r o . Beh, saranno almeno felici i tifosi del Milan i cui giocatori per recarsi alle par-tite prendono voli di stato.

19.08019.08019.08019.080 euro in sei mesi per il no-leggio di piante ornamentali.

8.2008.2008.2008.200 euro in tre mesi per “calze e collant di servizio”.

I numeri degli sprechiI numeri degli sprechiI numeri degli sprechiI numeri degli sprechi

COME TRITURARE DENAROCOME TRITURARE DENAROCOME TRITURARE DENAROCOME TRITURARE DENARO

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do 27 bambini e una maestra; in seguito si scoprì che il costruttore non aveva rispettato le norme di sicurezza, come ad esempio, l’ar-matura di acciaio,condannando così 28 persone per un pugno di lire (pugno che molti genitori delle vitti-me avrebbero voluto dargli). Uno dei problemi, per quanto riguarda la sicurezza nelle scuole, è che i punti deboli di un ‘istituto, come ad e-sempio travi pericolanti o altro, non si vedono finché non crollano. Que-sto perché i controlli alle scuole non sono effettuati come si deve: infatti in Italia c’è un’altissima percentuale di certificati di agibilità ma anche un bel numero di incidenti. Questo po-ne sullo stesso piano di colpa per gli incidenti non solo i costruttori diso-nesti ma anche le istituzioni colpe-voli di non controllare bene gli edifi-ci scolastici e di dare via come il pane i certificati di agibilità o ven-dere gli appalti senza pensare cosa ciò possa comportare per la sicurez-za dei bambini. Le cifre comunque parlano chiaro: una scuola su cinque è a rischio e le

misure prese sono irrisorie,a pochi giorni dall’ ultimo incidente a Rivoli molti personaggi politici si sono af-facciati sulla soglia dei mezzi me-diatici dicendoci che prestoverranno presiprovvedimen-ti,chelescuolesonosicure,chenonbisognaperderelafiducia,chetuttovabene,checompratedaernestome-da,chevotatePdl e che tutto si ag-giusterà; ma le cose qui sono ben lungi dall’ aggiustarsi, almeno fin-ché non ci sarà un reale interessa-mento da parte della casta politica ma soprattutto finché non ci sarà una presa di coscienza da parte del-l’ intero paese. Concludo lanciando un messaggio di speranza (in tema con le feste natalizie) una speranza vana, ma che, come non mi stan-cherò mai di ripetere, è l’ ultima a morire.

Di Mattia Ostinato Sabato 23 novembre 2008, nel con-tro soffitto dell’ aula 13 del primo piano del liceo scientifico Darwin di Rivoli, a pochi metri dal castello dei Savoia, i consunti fili di ferro che reggono un inutile e pesante tubo di ghisa un tempo usato per gli sca-richi dei piani superiori, cedono fa-cendolo crollare in mezzo alla classe e su quattro studenti: uno di loro, Andrea Macrì, rischia la paralisi mentre il suo compagno, Vito Scafi-di, muore sul colpo schiacciato dal tubo. Questo increscioso incidente è solo la punta dell’ iceberg, un ice-berg sommerso ma che ogni tanto riaffiora, facendo parlare di sé solo quando affonda una nave: sto par-lando dell’ insicurezza nelle scuole, un annoso problema che causa danni anche molto gravi agli istituti e alle persone. Le cause di ciò spes-so sono radicate nel passato, infatti molti degli istituti scolastici sono stati costruiti nei primi decenni del 900 o prima (spesso ottenuti riadat-tando ex conventi o ville signorili) e in molti casi nel tempo hanno subito poche ristrutturazioni, spesso solo marginali, che non hanno eliminato i danni dell’ usura causando molti incidenti negli istituti, alcuni dei quali anche mortali. Ovviamente l’ usura e l’ incuria non sono le uniche cause degli incidenti: infatti alcuni edifici risentono delle conseguenze dei costrut-tori senza scrupoli che, per risparmiare, utilizzano materiali scadenti o non seguono le nor-me di sicurezza incuranti del-l’incolumità dei bambini: basti pensare al 31 ottobre 2002 quando, in seguito al terremo-to che investì il centro sud, crollò una scuola elementare a San Giuliano di Puglia ucciden-

Se la scuola ci cade in testaSe la scuola ci cade in testaSe la scuola ci cade in testaSe la scuola ci cade in testa

ALLARME EDILIZIA SCOLASTICAALLARME EDILIZIA SCOLASTICAALLARME EDILIZIA SCOLASTICAALLARME EDILIZIA SCOLASTICA

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guinoso blitz per la liberazione dell'ho-tel, dove si erano asserragliati gli ultimi terroristi. Il totale degli ostaggi liberati durante le operazioni è di 610 persone. I terroristi uccisi invece sono stati 1-5,tranne uno, catturato vivo. Testimoni hanno riferito che essi cercavano per-sone con passaporto britannico o statu-

nitense. Preoccupante è la diffusione di informazioni discordanti forniteci dai media i giorni successivi alla tragedia:la complessità di questi attacchi pe-rò,sembra scagionare l'estremismo di matrice indù,sia per l'estrema precisio-ne e il coordinamento dei responsabili che per un messaggio di posta elettro-nica spedito a varie agenzie giornalisti-che. In questa comunicazione, l'opera-zione veniva attribuita ad un gruppo islamista sconosciuto, i Mujahideen del Deccan. Molti esperti sono concordi nel dire che sia presente anche la mano di Al Quaida dietro questi eventi dopo il ritrovamento di un cellulare dal quale era stata fatta una telefonata verso Karachi poco prima dell'inizio degli at-tentati. Numerose testimonianze hanno

parlato di telefonate verso il Pakistan. Il 3 Dicembre il ministro degli Esteri in-diano ha affermato di non avere dubbi in merito alla nazionalità dei responsa-bili degli attentati di Mumbai: sono pa-kistani e sono stati coordinati dal Paki-stan. Continua il commissario di polizia

Rakesh Maria che ha esposto alla CNN i tre mesi di addestramento in Pakistan dei terroristi e il loro piano d'azione contro la capitale finanziaria indiana. Quello stesso giorno centinaia di mi-gliaia di persone sono scese in piazza in tutta l'India per manifestare solidarietà alle vittime degli attacchi di Mumbai. E per protestare, inoltre,contro il governo per non aver difeso adeguatamente il paese. La manifestazione più numerosa c'è stata a Mumbai, dinanzi al Gateway of India, il monumento sul lungomare di fronte all'Hotel Taj Mahal .

Di Fiorenza de Minico Mumbai (Bombay) : La città più cosmo-polita d'India, capitale finanziaria, com-merciale, e perfino patria dell'industria dell'intrattenimento. Mumbai è una me-tropoli pulsante, vibrante, una città di contrasti: altissimi gratta-cieli si ergono maestosi da un lato,affollatissime ba-raccopoli dall'altro. E' in questo scenario che ab-biamo assistito agli atten-tati terroristici degli ultimi giorni. Dobbiamo conside-rare che la città non è nuova a questo genere di atti sovversivi, basti pen-sare ai violenti conflitti etnico-religiosi risalenti al 1992 e gli attacchi ai dan-ni dei treni di Mumbai del 2006. Ma torniamo al pre-sente: E' il 26 Novembre quando Mumbai viene scossa da dieci attacchi terroristici avvenuti simul-taneamente. Si contano più di 195 vittime, 30 feriti Indiani e 22 stranieri cir-ca. Tutto inizia alle 22:30 con una serie di attentati concentrati principalmente nel quartiere turistico e nella stazione ferroviaria. Sono caratterizzati, tranne quello nella periferia nord di Mumbai, da sparatorie, lanci di granate e prese di ostaggi. Il più grave degli scontri ha avuto luogo nella sala d'aspetto della stazione: uomini armati hanno sparato e lanciato granate contro la folla. L'a-trio dell'Oberoi Hotel è stato dato alle fiamme,una pompa di benzina a Colaba è esplosa,una stazione di Dadar è stata evacuata. Non è finita:un taxi imbottito di esplosivo è saltato in aria nei pressi di Ville Parle, una sparatoria con la poli-zia ha avuto luogo vicino al cinema Me-tro. Questi incidenti sono stati registrati in almeno nove posti diversi. Dopo aver preso d'assalto gli hotel di lusso della città tra cui il Taj Mahal, (con la cattura di numerosi ostaggi), gli scontri sono cessati dopo circa 60 ore con un san-

Attentato al cuore dell’India Attentato al cuore dell’India Attentato al cuore dell’India Attentato al cuore dell’India

TERRORE A MUMBAITERRORE A MUMBAITERRORE A MUMBAITERRORE A MUMBAI

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Le persone non fanno i Le persone non fanno i Le persone non fanno i Le persone non fanno i viaggiviaggiviaggiviaggi, sono i , sono i , sono i , sono i viaggiviaggiviaggiviaggi che fanno le persone. che fanno le persone. che fanno le persone. che fanno le persone.

John Steinbeck

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Di Lorena Gallotti Un viaggio non va solo inteso come momento vacanza o affari. La meta di un viaggio non è soltanto una bella città d’arte o un paradiso esotico. Lo scopo di un viaggio non è solo l’evasio-ne o il relax. Tutto questo ce lo insegna Giuseppina Pasqualino di Marineo. Chi è? Vi chiederete. Questo nient’altro è che il vero nome di Pippa Bacca. Un’italiana,un artista che fa della trasformazione degli oggetti un’arte. Pippa è purtroppo scomparsa durante la sua ultima performance, l’itinerante “Spose In Viaggio”, realizzata insieme all’artista Silvia Moro. Il progetto preve-deva di attraversare in autostop 11 paesi in stato di guerra,vestite da spo-sa, fino a raggiungere Gerusalemme. Lo scopo? Promuovere la pace e la fi-ducia nel prossimo. Il suo viaggio è iniziato a Milano l’8 marzo 2008, Pippa è riuscita ad attra-versare Slovenia, Croazia, Bosnia e Bul-garia, ma arrivata ad Instanbul , sepa-ratasi dalla sua compagna, ha preso un passaggio da un uomo. Dal 31 marzo fino all’11 aprile nessuna notizia. Il suo corpo è stato poi ritrovato a Gebze uc-ciso e violentato da quello stesso uomo dal quale era riuscita a strappare un autostop. I funerali si sono svolti il 19 aprile nella basilica di San Simpliciano. La violenza a Pippa Bacca ha scosso energicamente l’opinione pubblica, ita-liana, europea e turca. È impensabile pensare che la testimone di un messaggio tanto importante, la protagonista di un viaggio della speran-

za, una portavoce di alti valori sia stata messa a tacere dalla più brutale, visci-da, e orrenda delle violenze. È paradossale il confronto tra l’inten-to di Pippa e il modo in cui è morta. Si batteva per la pace, per elidere la vio-lenza, girava vestita in abito da sposa, quello più significativo della femminili-tà, dell’essere donna, proprio in quei paesi in cui la donna nulla vale. E , pro-prio come quelle donne che avrebbe voluto difendere, è stata considerata come un oggetto, usata e buttata, vio-lentata e poi uccisa. Altro viaggio. Altra storia. voce della Russia, è Anna Stepanovna Politko-vskaja ,arrestata e più volte minacciata a causa della sua opposizione al go-verno e per le sue denunce di violazioni dei diritti umani commesse in Cecenia. La Politkovskaia ,inoltre, aveva realiz-zato una precisa inchiesta sulla corru-zione ai vertici del ministero della Dife-sa e del contingente russo nella stessa Cecenia. Miriadi di pubblicazioni sul Novaya Gazeta (giornale di opposizione al governo russo), nel 2001 la vittoria del Global Award di Amnesty Interna-tional per il giornalismo in difesa dei diritti umani e in seguito la partenza per salvarsi la vita a Vienna, numerosi viaggi in Cecenia per documentare i soprusi da denunciare nella sua inchie-sta, l’attentato del 2004 quando si sta-va dirigendo a Beslan per avanzare delle proposte di liberazione per gli o-staggi della scuola n.1, sull’aereo le è stato servito un tè avvelenato, azione che lei ha attribuito ovviamente al go-verno russo, e infine l’assassinio nell’a-

scensore del suo condominio il 7 otto-bre 2006. Il suo è stato un viaggio alla ricerca del vero, alla ricerca di giustizia e di denunzia. Un viaggio pericoloso, mina-to più è più volte. L’appoggio fornitole dall’opinione pubblica e dall’occidente non le è valsa la vita. La sua denuncia era come suono che vuole viaggiare senza l’aria, il mezzo. Suono muto. Annalena Tonelli, anche lei viaggiava sola per far valere un diritto, per smuo-vere l’opinione pubblica, e anch’essa è stata uccisa. Missionaria italiana, lotta-va in Somalia contro la pratica dell’infi-bulazione, la pratica barbara della muti-lazione del genitale femminile. Aveva iniziato già negli anni ’90 a Merca, nel sud di Mogadiscio, ma il leader dei fon-damentalisti che controllavano la città le intimarono di sgombrare se voleva salva la vita. Così nel 1996 si è trasferi-ta a Borama per continuare la sua lot-ta, e per promuovere la sua campagna anti-infibulazione viaggiava nei villaggi più isolati e dispersi. Incontrava molte difficoltà poiché una donna non infibu-lata è impossibile da far sposare, ma raccoglieva consensi anche grazie agli aiuti che dava in generale alla povera gente. Il 2 giugno 2003 ricevette a Ginevra il premio ONU Nansen, il 5 ottobre del-lo stesso anno è stata uccisa nella tan-to aiutata Borama, nello stesso ospeda-le che lei ha creato, da quei fondamen-talisti che quasi un decennio prima l’a-vevano minacciata

Storie di donne che hanno fatto del viaggio Storie di donne che hanno fatto del viaggio Storie di donne che hanno fatto del viaggio Storie di donne che hanno fatto del viaggio

la loro ragione di vita, e di mortela loro ragione di vita, e di mortela loro ragione di vita, e di mortela loro ragione di vita, e di morte

LORO VIAGGIAVANO SOLELORO VIAGGIAVANO SOLELORO VIAGGIAVANO SOLELORO VIAGGIAVANO SOLE

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Di Federica Bertocco “...il viaggio è una porta attraverso la quale si esce dalla realtà nota e si entra in un’altra realtà inesplorata, che somiglia al sono…” diceva lo scrittore francese Guy De Maupas-sant. Il viaggio è sempre stato uno dei temi più trattati, da Omero a Dante, da Alfieri a Pascoli, ma è an-che stata, e lo è ancora adesso, una delle attività preferite dall’uomo. Si-curamente, viaggiare nel 21° secolo è molto più semplice rispetto al pas-sato, grazie alla tecnologia e alle in-frastrutture. Nel campo ferroviario, nel 1972 ci fu una “rivoluzione”: l’in-ter-rail (dal latino inter = tra, in mez-zo, e l’inglese rail = ferrovia). L’inter-rail è uno speciale biglietto, o tessera ferroviaria, che consente di viaggiare per un periodo prestabilito di tempo, su tutte le linee ferroviarie europee. Ma rendiamo più chiara la spiegazio-ne. La data di inizio di validità del biglietto è scelta liberamente dal viaggiatore, purché non sia posterio-re di tre mesi alla data di acquisto. Inizialmente vi era una fascia massi-ma d’età, ventisei anni, sopra la qua-le non si poteva viaggiare con l’inter-rail; successivamente, il biglietto fu aperto a tutte le età, ma con tariffe diverse. Infatti, tutte le persone al di

sotto dei ventisei anni possono richiedere bi-glietti solo in seconda classe; l’inter-rail per gli under ventisei viene chiamato Youth. Per gli over ventisei, invece, può essere richiesta la prima classe; questo tipo di inter-rail viene chia-mato Adult. Per cono-scere a fondo questa realtà, è necessario comprendere due e-spressioni chiavi: “One Country Pass” e “ Global Pass”. La prima frase indica un biglietto utiliz-zabile in una sola nazio-ne con una scadenza massima di trenta giorni. La seconda, invece, comprende tutte le na-zioni che aderiscono al-l’inter-rail, con una dura-ta complessiva tra i dieci e i trenta giorni. I paesi che fanno parte del progetto inter-rail sono: Albania, Andorra, Austria, Belgio, Bielorussia, Bosnia-Erzegovina, Bul-garia, Cipro, Città del Vaticano, Croa-zia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Isole Faeroer, Italia, Letto-nia, Liechtenstein, Lituania, Lussem-

burgo, Ma-cedonia, Malta, Moldavia, Monaco, Montene-gro, Nor-vegia, O-landa, Po-lonia, Por-togallo, Regno U-nito, Re-pubblica Ceca, Ro-mania, Russia,

San Marino, Serbia, Slovacchia, Slo-venia, Spagna, Svezia, Svizzera, Tur-chia, Ucraina, Ungheria. Ovviamente solo i cittadini europei posso acqui-stare il pass inter-rail, se hanno una residenza in uno di questi, a partire da almeno sei mesi. Per i viaggiatori extracomunitari esiste il pass Eurial, ma con prezzi più elevati. Per esem-pio, se volessimo viaggiare con l’in-ter-rail, per una media di 15 giorni, la prima classe adulti costerebbe 48-9€, la seconda classe adulti coste-rebbe 359€, e la terza classe giovani 239€. Considerati i giorni, il prezzo si potrebbe definire conveniente! Non vi resta che provarlo, e se così fosse, Buon Viaggio!

Un viaggio fatto esperienzaUn viaggio fatto esperienzaUn viaggio fatto esperienzaUn viaggio fatto esperienza

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Di Roberta Setale Christopher è un giovane benestan-te che, dopo aver conseguito la lau-rea, decide di troncare ogni legame con la famiglia e rinunciare a un futuro prospero per intraprendere un lungo viaggio, senza soldi o si-curezze materiali, all’insegna della libertà estrema e della fuga da una società avvelenata e ipocrita. Prima della partenza, Chris dà tutti i suoi risparmi in beneficenza, brucia le ultime banconote e i documenti d’identità e, per non essere trovato dagli amici e dai genitori, che nel frattempo hanno ingaggiato un in-vestigatore privato, sostituisce il suo vero nome allo pseudonimo di Alexander Supertramp. Consapevo-le delle difficoltà che la natura gli porrà davanti, Chris, munito di uno scarso equipaggiamento, impara a cacciare, a conservare la selvaggina e ad individuare le bacche comme-stibili. Prima di raggiungere la meta prediletta, ovvero la parte inconta-minata dell’Alaska, Chris instaura, nel corso del suo viaggio, profondi legami con molte persone, che lo arricchiranno interiormente e al

tempo stesso lascerà su di loro segni indelebili del suo passaggio. Quarta fatica cine-matografica dell’attore e regista Sean Penn (attore in La sottile linea rossa, Mi chiamo Sam), Into the wild è l’accla-mato adattamento cine-matografico del romanzo di Jon Krakauer, Nelle terre estreme; il roman-zo, pubblicato nel 1997 e successivamente nel 2008 in concomitanza con l’uscita del film, racconta la vera storia di Chisto-pher McCandless e del suo viaggio ere-mitico attraverso gli Stati Uniti; nel 19-92, due anni dopo l’inizio del suo viag-gio, Christopher fu trovato morto in un autobus abbandonato nel Parco Nazio-nale del Denali accanto al suo diario, nel quale era solito annotare i suoi ap-punti di viaggio. Senza far pesare la lunga durata del film, il regista ci narra abilmente la sto-ria di un ragazzo che nella fuga riesce a trovare la felicità e la completa cono-scenza di se stesso. Chris è un viaggia-

tore che ha per casa la strada: un estremista, una figura tormentata da un passato intriso di bugie, ma non per que-sto è un avventu-riero dagli ideali deboli: Alexander Supertramp sfida il precario equili-brio tra l’uomo e la natura, cercan-do l’emancipazio-ne dalle astrazio-ni, le false sicu-rezze e il consu-mismo; via dalla storia, dall’op-pressione, dalla legge, dagli obbli-ghi.

Molto curata la fotografia, che sfrut-ta la bellezza dei paesaggi naturali incontaminati, e la struttura della storia, che si avvale dell’uso continuo del flashback: l’arrivo di Chris in Ala-ska si alterna ai ricordi delle espe-rienze vissute e ad alcuni riferimenti alla situazione familiare dopo la sua partenza. Tra i vari personaggi, par-ticolare importanza riveste nella pri-ma unità del film la sorella di Chris, Carine (Jena Malone, vista in Donnie Darko), forse l’unica persona all’in-terno del film in grado di capire i motivi della scelta del fratello; la sua voce, che narra la storia, si alterna a quella di Chris, mentre recita alcuni pensieri tratti dal suo diario o citazio-ni dei suoi autori letterari preferiti, verso i quali mostra un’accesa devo-zione. Personificazione cinematografica del vero McCandless è l’emergente cali-forniano Emile Hirsch (Alpha Dog), consacrato dopo l’uscita e il conse-guente successo del film; grazie alla sua toccante interpretazione è stato eletto vincitore del National Board Of Review come miglior attore. La co-lonna sonora, interamente curata da Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam, ha riscosso svariati premi, come il Golden Globe, assegnato al brano principale del film, Guaranteed. ”

INTO THE WILDINTO THE WILDINTO THE WILDINTO THE WILD Un viaggio alla ricerca di sé stessiUn viaggio alla ricerca di sé stessiUn viaggio alla ricerca di sé stessiUn viaggio alla ricerca di sé stessi

Paese: Paese: Paese: Paese: Stati Uniti d'America Anno: Anno: Anno: Anno: 2007

Durata: Durata: Durata: Durata: 140' Genere: Genere: Genere: Genere: avventura, drammatico

Regia: Regia: Regia: Regia: Sean Penn Soggetto: Soggetto: Soggetto: Soggetto: Jon Krakauer

Sceneggiatura: Sceneggiatura: Sceneggiatura: Sceneggiatura: Sean Penn Produttore: Produttore: Produttore: Produttore: Art Linson, Sean Penn, William

Pohlad Interpreti e personaggi Interpreti e personaggi Interpreti e personaggi Interpreti e personaggi

Emile Hirsch: Christopher McCandless William Hurt: Walt McCandless Marcia Gay Harden: Billie McCandless

Jena Malone: Carine McCandless Catherine Keener: Jan Burres

Brian Dierker: Rainey Kristen Stewart: Tracy Tatro

Hal Holbrook: Ron Franz Vince Vaughn: Wayne Westerberg

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Di Irene Nappi In viaggio per il proprio paese, in viaggio dentro se stesso. Al fianco di un viaggiatore senza volto e sen-za identità, Josè Saramago ci per-mette di viaggiare nel tempo e nello spazio, esplorando in profondità la sua patria: il Portogallo. Un po' gui-da turistica, un po' romanzo, le pa-gine di questo libro scorrono veloci sotto gli occhi di chi le legge. Grazie ad un periodare rapido e leggero, le parole si fondono trasformandosi in una diapositiva, e con un po' di fan-tasia in Portogallo ci si è per davve-ro. Monti e colline tinti d'ambra ap-paiono al posto del nero inchiostro e il bianco della pagine muta in az-zurro cielo. Tutto comincia così: un'attesa interminabile alla dogana e il fiume Duero che placido e incu-rante le scorre accanto. Con lo spi-rito già rivolto al percorso che sta per intraprendere, il viaggiatore la-scia che i propri pensieri vengano trasportati lontano dalla corrente. E

così si rivolge ad altri viag-giatori, i pesci, che senza l'ostacolo di frontiere e dogane si spostano perpe-tuamente in un eterno presente. Un sermone ai pesci, e per uno di quei piccoli miracoli che di tanto in tanto accadono, sembra proprio che i suoi destina-tari lo abbiano ascoltato con attenzione, apprezzan-do le parole dell'oratore. Un buon auspicio per u-n'avventura appena co-minciata. E che proseguirà anche meglio, col sole splendente o con la piog-gia autunnale, ma costan-temente arricchito da ri-cordi sempre nuovi che andranno, a malincuore, a sostituire quelli precedenti,

fondendosi in un mosaico variopinto di momenti trascorsi. Immagini pia-cevoli da incorniciare, come una foto ben riuscita da appendere al muro della memoria, accompagnate da altre che lo sono meno da ad-dolcire con il miele del tempo. Sce-gliendo un percorso che si snoda tra borghi antichi e pittoreschi paesi è facile, imbattendosi in un segno del passato, perdersi in tempi più o meno lontani. Talvolta, a contatto con le rare realtà dove l'ospite vie-ne ancora accolto sempre a braccia aperte, dove ciò che si ha si divide senza riserve con lo straniero di passaggio, non si fatica a credere di esserci davvero finiti, nel passato. Ogni meta di questo pellegrinaggio ha il suo piccolo gioiello da mostra-re, sia esso una chiesa un po' sbi-lenca o un vigneto sterminato. Si avrà la possibilità di apprezzarli, uno per uno in egual maniera, in quei dettagli che altrimenti sarebbero

sfuggiti, guardandolo con gli occhi del pensoso viaggiatore. Non man-cherà l'occasione di ascoltare rac-conti dall'eco lontano e un po' inve-rosimile, attingendo così alla fonte della saggezza locale. Sorge spon-taneo il dubbio che sia lo scrittore stesso, almeno in parte, colui che si sposta di luogo in luogo, di memo-ria in memoria guidandoci lungo il cammino. Chissà che non sia così, ma non c'è risposta a questo inter-rogativo, se non la propria persona-le impressione. Le pagine che com-pongono questo volume sono cin-quecento, un numero di tutto ri-spetto, che potrebbe far desistere i lettori meno intraprendenti. Ma per chi ama lo stile di questo premio nobel per la letteratura, per chi ne ama il paese, o entrambe le cose, sono un ostacolo ben misero. Vale dunque la pena di provare almeno ad incamminarsi lungo il tragitto d'inchiostro di questo volume, sce-gliendolo, magari, come base per un viaggio da fare non solo con la mente , alla ricerca di ciò che ci è stato raccontato. Attenzione però a non sminuirne l'importanza affron-tando il libro di Saramago come una semplice cronaca di viaggio. E' necessario, al contrario, assaporar-ne le riflessioni sui sentimenti, sul viaggio come esperienza, e quindi sulla vita stessa.

VIAGGIO IN PORTOGALLO VIAGGIO IN PORTOGALLO VIAGGIO IN PORTOGALLO VIAGGIO IN PORTOGALLO di Josè SaramagoJosè SaramagoJosè SaramagoJosè Saramago La riscoperta delle proprie radiciLa riscoperta delle proprie radiciLa riscoperta delle proprie radiciLa riscoperta delle proprie radici

ANNO: ANNO: ANNO: ANNO: 1981

EDITOREEDITOREEDITOREEDITORE: Einaudi

PREZZOPREZZOPREZZOPREZZO: € 12,00

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Di Annanaria Architravo Nel “comeon” di questo mese, di viaggi se n’è parlato tanto: viaggi verso luoghi lontani, luoghi sconosciuti, ostili all’uo-mo o, perché no, presenti nella sua nostalgica memoria. Viaggi accomunati da un unico scopo: trovare risposte attraverso l’evasione e la scoperta di qualcosa di certo, reale. Ebbene, anche l’ultimo tra i capolavori di Paulo Coelho narra del viaggio di una giovane donna, Brida, alla ricerca di se stessa. Sarete però sorpresi di sapere che l’in-tera vicenda si svolge in Irlanda, e che non prevede lunghi pellegrinaggi. Si tratta, infatti, di un cammino spirituale attraverso la Tradizione del Sole e la Tradizione della Luna che porteranno la protagonista a rivivere il passato, per-cepire il presente e svelare il futuro. Grazie alla guida di un mago e una strega, personaggi eterei ed affascinan-ti, e al sostegno dell’Altra Parte di sé riuscirà a comprendere, sebbene non del tutto, la Sapienza del Mondo.

Biblioteche sotterranee, roccaforti me-dioevali, immensi deserti dalle sorpren-denti sfumature e antichi templi; sono questi i luoghi che la giovane apprendi-sta avrà la possibilità di conoscere sen-za dover attraversare l’oceano, e che, attraverso la religione e i diversi rap-porti d’amore, la porteranno a diventa-re guida di greggi smarriti tra le cui pecore potremo individuare lo stesso autore. Il testo, infatti, è basato sul racconto della vita di Brida, guida spirituale di uno dei numerosi viaggi di Coelho e non contiene elementi di fantasia (fatta eccezione per i nomi dei personaggi secondari che arricchiscono il testo, modificati nel rispetto per la privacy), ma rispetta le tradizioni. È sorprendente il modo in cui una simi-le vicenda si relazioni con il mondo at-tuale cinico e distaccato che nutre un profondo sospetto nei con-fronti dei valori intangibili e non acquistabili. Pregno di saggezza per chi sarà in grado di coglierla è

un romanzo piuttosto impegnativo, non adatto a coloro che nella lettura cerca-no solo una distrazione; anche tra gli amanti del genere ha, infatti, scatenato opinioni completamente discordanti. Le numerose recensioni fanno risaltare sia la bellezza della storia stessa, che se letta con il cuore ha il potere di inse-gnare a prendere coscienza del miste-ro, sia magari la ripetitività dell’autore nel trattare argomenti presenti anche negli altri suoi romanzi. Per quanto riguarda lo stile il testo è scorrevole, ben articolato e frutto di un’ac-curata riflessio-ne.

Brida Brida Brida Brida di Paulo CoelhoPaulo CoelhoPaulo CoelhoPaulo Coelho

ANNO: ANNO: ANNO: ANNO: 2008

EDITOREEDITOREEDITOREEDITORE: Bompiani

PREZZOPREZZOPREZZOPREZZO: € 18,00

Di Andrea Rossi Il viaggio. Aldo Giovanni e Giacomo sono molto affezionati a questo motivo, sarà perché gli ha portato bene nel loro primo film “Tre uomini e una gamba”, o forse perché sviluppare un film o una scenetta inquadrando semplicemente i viaggiatori o al massimo il paesaggio che li circonda è il modo più efficace per mettere a nudo i sentimenti dei protagonisti. Per non parlare dell’ilarità che si viene a creare quando in macchi-na con te c’è Aldo che litiga con una segreteria telefonica, o che spara a un hamburger, Giacomo che non fa altro che parlare delle sue malattie e Giovan-ni che stermina la selvaggina della “tranquilla strada di campagna”. Ma dietro tutti questi artifici comici si nasconde un messaggio che, il Trio e il loro fedele regista Massimo Venier, sembrano voler lanciare. È come se tutti i loro film esprimessero la voglia di trascorrere delle ore isolati dal mondo reale, senza gli affanni e i pensieri che la vita quotidiana ti riserva. Solo in

compagnia delle uniche persone che realmente ti possono capire, con le quali realmente puoi confrontarti: i tuoi amici. E non necessariamente in un viaggio di piacere, anzi, in modo parti-colare condividendo una disavventura. “In tre uomini e una gamba” ne passa-no di tutti i colori: perdono Ringhio, fanno un incidente, Giacomo si becca una colica renale, perdono la gamba, vengono arrestati. Tutte queste disav-venture hanno fatto sì che ogn’uno possa contare sugli altri due per farsi forza e superare i momenti difficili. “Così è la vita” è il più filo-sofico, lì addirittura si fa un parallelo tra il viaggio in macchina e il viaggio dalla vita alla morte. Aldo evade dal carcere, quindi dalla reclusione, dalla prigionia, dalle sofferenze, rapisce Giovanni e Giacomo, con i quali diventa amico e grazie ai quali Riconosce i valori importanti

della vita: l’onestà e l’amicizia. Questo è un po’ il percorso che l’uomo svolge nel corso della propria vita; nasce pec-catore, confonde il bene col male, ma poi, passato a miglior vita, raggiunge la salvezza. Dai viaggi intrapresi insieme, Aldo Gio-vanni e Giacomo, non vogliono soltanto farci trascorrere 90 minuti in allegria, forse vogliono anche esprimerci la loro visione della vita.

Quel trio esperto di viaggi on the roadQuel trio esperto di viaggi on the roadQuel trio esperto di viaggi on the roadQuel trio esperto di viaggi on the road

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Di Mattia Ostinato “Se rinviano le elezioni, mi suicido”. Giuliano Ferrara, A-borto? No, grazie. Meno ma-le che non l’ ha fatto sennò avrebbero dovuto disboscare e scavare la foresta amazzo-nica per seppellirlo “Non mi risulta che Bossi vo-lesse bruciare il Colosseo; il Colosseo sono soltanto pie-tre e marmi e quindi non può bruciare''. Silvio Berlu-sconi, Pdl perché se fosse stato di le-gno ci avrebbe fatto un pen-sierino? Per Prodi forse servirà l'in-tervento di Amnesty Interna-tional. Siamo di fronte a un imbarazzante caso di censu-ra imposto con piglio stalini-sta da Veltroni. Che pena''. Maurizio Gasparri, Pdl Am-nesty international per pro-di?WWF per Gasparri! ''Ergastolani e mafiosi vota-no a sinistra''. Maurizio Ga-sparri,Pdl ah!ecco perché Berlusconi diceva che nel suo partito c’ erano dei tradi-tori. ''Berlusconi? A una certa età non si dovrebbero più dire

bugie''. Pier Ferdinando Casi-ni Udc infatti non sono bugie ma “verità creative” ' Noi siamo un partito incazza-to e con la bava alla bocca''. Daniela Santanchè La Destra Beh in fondo uno dei motivi per cu non sono andati né alla camera e né al senato è che lì i cani non sono am-messi Le donne della Lega e del centrodestra sono più belle, perché sorridono di più di quelle del centrosinistra. Rocco Buttiglione,ex ppi,ex cdu ex udr ex ccd ex Fi ora udc.Il riso abbonda sul volto degli stolti. E forse, un giorno, ricordere-mo che qui, oggi, in una bel-lissima dome-nica italiana, tutto è co-

minciato.Spello, 10 febbraio 2008 Walter veltroni Pd,L’Apocalisse… A Veltroni ho detto: sono il tuo Messia, ti libero dall'ab-braccio mortale della sini-stra.Silvio Berlusconi Pdl.Tratto dal vangelo secon-do Fede. “Sono sicuro che la storia di-rà che George W Bush è sta-to un grande,davvero gran-de, presidente degli stati u-niti d’America”Silvio Berlu-sconi Pdl

IPSE DIXITIPSE DIXITIPSE DIXITIPSE DIXIT Il peggio della politicaIl peggio della politicaIl peggio della politicaIl peggio della politica

17 FUORI ORARIO dicembre_2008

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18 dicembre_2008

Di Emanuele Arciprete Si può imparare a convivere con il

proprio riflesso? Quanto tempo tra-scorrerà prima ch’esso decida di scivo-lar fuori dallo specchio? Può darsi che in tal caso avanzi la pretesa d’essere anche lui se stesso, così da non essere più qualcun altro? Sarebbe libero di agire in questo modo – e chi glielo negherebbe? – a patto che entrambi potessimo comprendere dove termina il tenue, soffuso – liquido? – confine che ci separa l’uno dall’altro. Ammesso che esista. D’altronde, mi rendo conto che queste domande possono apparire quanto meno assurde; ciò non signifi-ca che sia sbagliato porsele. Tuttavia, perché voi possiate capire quel che intendo davvero, senza ch’io vi lasci lì a vagare in un mondo di inconsisten-ze, privi di modelli reali – dacché sa-rebbe impossibile tentare di rispondere a quelle domande – mi limiterò a rac-contare come si svolse ogni cosa. La domenica sera, verso le sei e

mezza circa, sono solito recarmi in pe-riferia, dove vive la mia ragazza. Per giungere da lei non ho che da prende-re la circumvesuviana, e mi muovo di casa anche un’ora prima dell’incontro, dal momento che coi mezzi pubblici – soprattutto a Napoli – nulla è sicuro. A piazza Garibaldi prendo il mio treno. Anche quella volta di fatto mi appre-

stavo a fare così. Dato il giorno e l’ora invernale, con la stazione avvolta sem-pre in un alone di ombre notturne e luci elettriche, non mi aspetto mai di trovar molta gente, sicché nemmeno allora mi stupii nell’essere io solo ad attendere, sistemato lungo la fredda panchina di marmo del primo binario. Tenevo le cuffie ben premute sulle orecchie, intento ad ascoltare qualche brano metal, e leggevo Borges, non curandomi di null’altro. Quando vidi passare un paio di scarpe, ch’erano le mie stesse, per pura curiosità sollevai lo sguardo. Il tizio che le indossava era già di spalle, ma ebbi comunque modo

di notare la borsa nera che gli pende-va di lato, sulla quale risaltava una scritta rossa, accompagnata da un simbolo a me caro oltre ogni dire – la stessa borsa che poggiava sulle mie ginocchia. A quel punto, oltremodo stupito dalle coincidenze, vidi un picco-lo vuoto nei suoi capelli castani, dietro al cranio, erroneamente da poter con-fondere con un principio di calvizie, quand’ecco che invece la sagoma di certo si presentava giovane, o così pareva. Mi levai in piedi e stetti a guardarla, mentre quella s’accomoda-va qualche metro più in là, silenziosa. Avvertii diffondersi nel mio corpo, co-me morfina, un senso di estraniazione, di inquieta apprensione. L’altra allora mi guardò e non poté che sorridere dinanzi al mio palese turbamento: altri non era che io stesso. Perfetto in ogni particolare. A quel punto, non seppi dir nulla,

oltre che esclamare un masticato: « Gesùiddio! ». Negli occhi del ragazzo ondeggiava

una fastidiosa derisione, quasi provo-catoria; dopo aver atteso qualche i-stante, ridendo disse: « Bè? Ti stupisci forse? » Io però ero incapace di muo-vere un solo muscolo, e mi sentivo come se mi avessero rubato il corpo sotto il naso. Gemetti la prima cosa che mi venne in mente: « Sono morto? » « Non credo. E comunque ti sembra-

no domande da farsi? Se non fossi io, ti prenderei per pazzo. » « Appunto, tu! Io! Noi… cioè, dimmi

qual è il tuo nome! » « Suvvia, credo che tu lo sappia: mi

chiamo Emanuele Arciprete. » « Impossibile! », sussultai, « Ema-

nuele Arciprete sono io! ». « Certo, ma non lo sei più di quanto

non lo sia anch’io. » « Devo dimostrartelo, forse? Ti ho

mai visto? Sto sognando! » « Sognare… forse lo stiamo facendo

entrambi. O è l’uno a sognare l’altro. Chi può dirlo? In questa realtà – o so-

gno che sia – mi hai già visto, oggi, e più volte. Mi vedi così spesso! Ed io vedo te. Ci siamo incontrati anche po-co prima che tu uscissi di casa. » « Quando? Io vedere te? Che follia è

mai questa? » « Piuttosto che stare lì come un folle

tu stesso, cosa ricordi d’aver fatto pri-ma di giungere qui, laddove ci potrem-mo essere visti? » « Uno specchio? » « Vedi che ci arrivi. » « Tu… sei il mio riflesso! Ma che di-

co? Oddio, mi ritrovo impazzito! » « Riflesso… che io forse non possa

dire lo stesso di te? » « Insomma, chi riflette chi? » « Bisognerebbe chiederlo allo spec-

chio, suppongo. Ma non tiriamo in bal-lo pure lui. Soffre già abbastanza a guardare tutti gli idioti che gli si pon-gono davanti. » Stetti in silenzio con gli occhi spalan-

cati, il respiro bloccato a metà, cercan-do di trovare un senso a quel delirio. « Parli di specchi… e idiozie simili… si può sapere perché diavolo mi avresti seguito? » « Non ho per caso la libertà di farlo?

Bello lui! Tornaci tu a casa. Andrò io da Federica, ci penserò io a lei ». Si fermò, poi aggiunse con un sorriso strafottente, di quelli che conosco be-ne: « Non ti fidi di te? » « Non dirai sul serio! Mostro! Sei un

riflesso e hai da stare altrove, non t’impicciare dei fatti miei. » « Sono tuoi quanto miei. Credi che

Federica ci distingua, forse? Bravo im-becille! E sapresti dirmi dove cominci tu e finisco io? » « Tu non rifletti me stesso… sei u-

n’immagine e basta, una proiezione. » « Non mi vedi? È carne, questa!

Tocca! Quale immagine su uno spec-chio può avere sostanza? Siamo veri entrambi. » « O entrambi sbagliati. Ad ogni mo-

do, me stesso dove lo metti? Pensi quel che penso io? »

IL RACCONTO DEL MESEIL RACCONTO DEL MESEIL RACCONTO DEL MESEIL RACCONTO DEL MESE

Io, me stesso e riflessi pirandelliani

Page 19: Camaleo Dicembre 2008

« Appaio te. Poco mi importa di quel che pensi tu! Sono ciò che appari per tutti e come ti vedono gli altri; dunque non meno vero di te. Chi potrebbe di-stinguerci? » « Nessuno… » « Infatti! E a chi credi interessi quel

che vorresti essere? Sapendo solo tu quale sia la tua natura interiore – e non potendo dimostrarlo, dato che ti riveli eternamente scisso a metà – sei quello che appari, ossia un riflesso di te stesso. La forma sono io. C’è più realtà in me, che agli occhi degli altri appaio unicamente come quello che sono, di te che appari ma dici di essere diverso. » « Va’ via! Vivresti comunque la vita

di qualcun altro. Godresti di uno stesso riflesso delle mie emozioni! Esse sono mie. L’anima è mia. » « Che non possa riempirmi anch’io i

polmoni d’aria, per una volta? Che non possa saggiare le labbra di lei? Ne ho diritto quanto te. » « Credi di poterlo fare per tua scelta?

Mi spiace, ma ne sei incapace. Ti rive-leresti comunque assoggettato a me; e sarebbe vita libera la tua? Ti sfido, va’ a vivere! I sentimenti miei – se puoi provarli – sono io ad elaborarli, non tu che sei quel che appaio. La mia anima non si imprime in un vetro. Capisci? Dato che, come dici tu, si esiste in re-lazione agli altri, esisto perché appaio, giusto? Ebbene, io ti dico che non sono in realtà come appaio, per cui tu ti mo-stri come il riflesso di qualcosa che non è. Puoi dire tu stesso di esistere? Inol-tre, io ho libertà di scegliere chi sono o come apparire; tu, riflesso, non puoi che attenerti alle mie scelte. Le tue azioni sarebbero prolungamenti o con-tinuazioni delle mie. » « E chi è vero? Chi è che esiste? Co-

lui che appare pur non esistendo o co-lui che esiste apparendo diverso da quel che è? » « Non c’è riposta, purtroppo… ». Restò interdetto; poi annuì, con ras-

segnazione. Si alzò e andò via. Da ciò, lettori, se ne traggano le op-

portune conclusioni. Fatto sta che or-mai temo ogni volta ad affacciarmi su qualsiasi specchio. Chi è a scrutare nell’altro? Da che parte sono io? A vol-

te ho paura di guardare in quella fred-da superficie e non trovare nulla; altre volte, ho paura di guardare e trovare solo me stesso. laddove ci potremmo essere visti? » « Uno specchio? » « Vedi che ci arrivi. » « Tu… sei il mio riflesso! Ma che di-

co? Oddio, mi ritrovo impazzito! » « Riflesso… che io forse non possa

dire lo stesso di te? » « Insomma, chi riflette chi? » « Bisognerebbe chiederlo allo spec-

chio, suppongo. Ma non tiriamo in bal-lo pure lui. Soffre già abbastanza a guardare tutti gli idioti che gli si pongo-no davanti. » Stetti in silenzio con gli occhi spalan-

cati, il respiro bloccato a metà, cercan-do di trovare un senso a quel delirio. « Parli di specchi… e idiozie simili… si può sapere perché diavolo mi avresti seguito? » « Non ho per caso la libertà di farlo?

Bello lui! Tornaci tu a casa. Andrò io da Federica, ci penserò io a lei ». Si fermò, poi aggiunse con un sorriso strafottente, di quelli che conosco be-ne: « Non ti fidi di te? » « Non dirai sul serio! Mostro! Sei un

riflesso e hai da stare altrove, non t’im-picciare dei fatti miei. » « Sono tuoi quanto miei. Credi che

Federica ci distingua, forse? Bravo im-becille! E sapresti dirmi dove cominci tu e finisco io? » « Tu non rifletti me stesso… sei u-

n’immagine e basta, una proiezione. » « Non mi vedi? È carne, questa! Toc-

ca! Quale immagine su uno specchio può avere sostanza? Siamo veri en-trambi. » « O entrambi sbagliati. Ad ogni mo-

do, me stesso dove lo metti? Pensi quel che penso io? » « Appaio te. Poco mi importa di quel

che pensi tu! Sono ciò che appari per tutti e come ti vedono gli altri; dunque non meno vero di te. Chi potrebbe di-stinguerci? » « Nessuno… » « Infatti! E a chi credi interessi quel

che vorresti essere? Sapendo solo tu quale sia la tua natura interiore – e non potendo dimostrarlo, dato che ti riveli eternamente scisso a metà – sei quello che appari, ossia un riflesso di

te stesso. La forma sono io. C’è più realtà in me, che agli occhi degli altri appaio unicamente come quello che sono, di te che appari ma dici di essere diverso. » « Va’ via! Vivresti comunque la vita

di qualcun altro. Godresti di uno stesso riflesso delle mie emozioni! Esse sono mie. L’anima è mia. » « Che non possa riempirmi anch’io i

polmoni d’aria, per una volta? Che non possa saggiare le labbra di lei? Ne ho diritto quanto te. » « Credi di poterlo fare per tua scelta?

Mi spiace, ma ne sei incapace. Ti rive-leresti comunque assoggettato a me; e sarebbe vita libera la tua? Ti sfido, va’ a vivere! I sentimenti miei – se puoi provarli – sono io ad elaborarli, non tu che sei quel che appaio. La mia anima non si imprime in un vetro. Capisci? Dato che, come dici tu, si esiste in re-lazione agli altri, esisto perché appaio, giusto? Ebbene, io ti dico che non sono in realtà come appaio, per cui tu ti mo-stri come il riflesso di qualcosa che non è. Puoi dire tu stesso di esistere? Inol-tre, io ho libertà di scegliere chi sono o come apparire; tu, riflesso, non puoi che attenerti alle mie scelte. Le tue azioni sarebbero prolungamenti o con-tinuazioni delle mie. » « E chi è vero? Chi è che esiste? Co-

lui che appare pur non esistendo o co-lui che esiste apparendo diverso da quel che è? » « Non c’è riposta, purtroppo… ». Restò interdetto; poi annuì, con ras-

segnazione. Si alzò e andò via. Da ciò, lettori, se ne traggano le op-

portune conclusioni. Fatto sta che or-mai temo ogni volta ad affacciarmi su qualsiasi specchio. Chi è a scrutare nell’altro? Da che parte sono io? A vol-te ho paura di guardare in quella fred-da superficie e non trovare nulla; altre volte, ho paura di guardare e trovare solo me stesso.

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NIEMAYERNIEMAYERNIEMAYERNIEMAYER: : : : QUANDO L’ARCHITETTURA E’ LIBERTÀQUANDO L’ARCHITETTURA E’ LIBERTÀQUANDO L’ARCHITETTURA E’ LIBERTÀQUANDO L’ARCHITETTURA E’ LIBERTÀ

Di Francesca Lalla Nel mese di dicembre è stata inaugura-ta a Napoli, in omaggio al grande archi-tetto brasiliano contemporaneo Oscar Niemeyer, in occasione del suo 101° compleanno, una mostra fotografica (realizzata grazie alla collaborazione di grandi fotografi italiani e brasiliani) presso il padiglione America Latina del-la Mostra d’Oltremare. La mostra ha suscitato grande interesse anche nel presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, che l’ha visitata in antepri-ma durante il suo soggiorno napoletano dei primi di dicembre. Attraverso gli scatti d’autore del brasiliano Robson Olivera e dell’italiano Mimmo Jodice, la mostra traccia un percorso cronologico sulle architetture del “grande vecchio brasiliano”, prodotte in oltre settant’an-ni di appassionato lavoro. Nato a Rio de Janeiro il 15 dicembre 1907, laurea-tosi nel 1937, Niemeyer trova la strada della modernità dopo l’incontro con Le Corbusier, maestro del Movimento Mo-derno. Comunista convinto per tutta la vita, urante il periodo della dittatura militare brasiliana, Niemeyer realizza il Palazzo delle Nazioni Unite a New York e nel ’56 mette in atto un progetto visiona-rio: la costruzione di una nuova capitale al centro del Brasile, Brasilia appunto. So-lo quattro anni per costruire gli edifici più importanti della città, come il Con-gresso Nazionale, la Corte Suprema Fede-rale, la Cattedrale e il Museo Kubitschek, edifici tuttora di rife-rimento per la storia dell’architettura. Du-rante l’esilio in Euro-pa, dovuto alla “scomodità” delle sue idee politiche, pro-getta la sede del Par-

tito Comunista Francese e la sede della Mondadori a Segrate. Dopo la recente costruzione del museo d’arte contem-poranea di Niteroi, nei pressi di Rio, brillante e originale come sempre, Nie-meyer ha presentato nel 2000 il pro-getto dell’Aditorium di Ravello, in Cam-pania; un guscio bianco poggiato su un pendio del versante meridionale del paese, come un “grande occhio” aperto sul paesaggio, la cui costruzione rap-presenterebbe l’ingresso definitivo del centro costiero nel circuito dei grandi eventi culturali internazionali. Tuttavia la realizzazione del progetto è ancora in forse, dati i numerosi vincoli paesaggi-stici e ambientali cui è soggetta Ravel-lo, patrimonio dell’Unesco e la forse difficile integrazione della costruzione moderna con il paesaggio mediterrane-o. D’altra parte,va detto che il segreto dell’ ispirazione di Niemeyer è proprio nella natura, nel paesaggio del Brasile, con le sue curve libere e sensuali. ”Quella curva -ha scritto-che incontro nelle montagne e nei fiumi del mio pa-ese, nelle nuvole del cielo e nelle onde del mare,nel corpo della mia donna

preferita. Di curve è fatto tutto l’univer-so. L’universo curvo di Einstein”. Le sue opere, sono dunque pensate per fon-dersi armonicamente con l’ambiente circostante, nel rispetto della natura, nonostante il prevalente utilizzo di ce-mento, che nella sua architettura di-venta ”lieve come le nuvole”. Ciò che ha reso quest’uomo una delle figure più amate e stimate in Brasile e in tutto il mondo è senza dubbio il suo impegno sociale, l’esempio di umanità e solida-rietà verso il prossimo (che emergono, ad esempio, nella costruzione del nuo-vo Ministero dell’Educazione e della Sanità di Rio), la nitidezza e la moralità politica che, unite ad un tenace ideolo-gismo e ad una fantasia torrenziale, hanno reso quella di Niemeyer una produzione senza eguali. Maestro d’arte e di architettura, ma dunque anche maestro di vita, egli ha detto: ”L’architettura non è importante; im-portante è la vita, importanti sono gli amici e la nostra voglia di cambiare questo mondo sbagliato”.

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21 SPETTACOLI

“Vicky Cristina Barcellona”:“Vicky Cristina Barcellona”:“Vicky Cristina Barcellona”:“Vicky Cristina Barcellona”: il migliore parto alleniano degli ultimi tempi il migliore parto alleniano degli ultimi tempi il migliore parto alleniano degli ultimi tempi il migliore parto alleniano degli ultimi tempi

Di Federica Monda Di primo acchitto la vicenda potrebbe sembrare banale: due amiche in va-canza a Barcellona: una città che ben si presta al divertimento puro e sem-plice,con le avventure che ne deriva-no. Ma la sottile ironia e la conoscen-za dell’animo umano che Woody co-me sempre dimostra, pervadono la vicenda e si insinuano a colorare gli eventi. Vicky e Cristina incarnano due pul-sioni dell’anima femminile, combattu-ta tra il desiderio di stabilità ed equili-brio e il bisogno di evadere dalla mo-notonia della quotidianità. La loro tranquilla vacanza è scossa dall’in-contro con Juan Antonio, un pittore di successo, che propone alle due un’allettante fine settimana ad Ovie-do. Cristina, lo spirito libero per eccel-lenza, attratta da ogni avventura e-strema capace di farle vivere emozio-ni forti, alla proposta di Juan Antonio non resiste, nonostante il pittore ab-bia esplicitamente dichiarato di voler andare a letto con entrambe. E’ pur vero che Juan Antonio fa la sua pro-posta con un tale charme, una tale eleganza fascinosa e carismatica che quale donna con un minimo di verve avrebbe mai potuto rifiutare? Forse qualcuna si. Infatti Vicky è in procinto di sposarsi,è innamorata del marito (anche se è un po’“citrullo”) e non ha alcuna intenzione di vivere esperienze eccentriche ed esaltanti. Ma ad un pittore maledetto è troppo difficile dire di no, e mentre Vicky si ripro-mette di fare la brava e di non farsi abbindolare dagli occhi focosi di Juan, le due partono e ci vanno ecco-me a Oviedo col jet privato dell’arti-stazzo. Il caso vuole, però, che durante lo stravagante week-end, Cristina si am-mali,consentendo al pittore mostruo-samente affascinante di impossessar-

si del cuore di Vicky e di aprirle uno squarcio nella vita al di là delle con-venzioni. La povera non credeva che tanta passione fosse sperimentabile, soprattutto non sapeva che quando ti conquista un artista folle e geniale, è finita. Il marito “citrullo” diventa in poco tempo anche cornuto e tutto viene messo in gioco. Vicky dovrà fare esperienza diretta della follia e degli eccessi di una vita vissuta fuori dagli schemi per capire che infondo il marito un po’ ingenuo non è poi così male che gli artisti spesso lasciano il tempo che trovano. Juan Antonio,colpito dall’anticon-formismo di Cristina, molto in sinto-nia con la sua personalità vivace e un po’ folle, intraprende con lei una rela-zione piuttosto seria e appassionata destinata, però, ad essere scossa dal-l’arrivo di Maria Elena, l’ex moglie, che non può essere definita altrimenti se non come incarnazione del furore: una furia,una pazza inferocita che,

per una fortuita serie di eventi, farà evolvere il rapporto di coppia in un triangolo, un rapporto a tre in cui Cristina, inizialmente entusiasta, ben presto si sentirà scomoda, insoddi-sfatta nel suo bisogno di indipenden-za. Alla fine appare chiaro,infatti, che nulla potrebbe scalfirla nel profon-do,nulla potrebbe condurla a rinun-ciare alla sua libertà. Il suo personag-gio ricorda un po’ Sabina, oppressa dall’insostenibile leggerezza dell’esse-re. Rispetto agli ultimi lavori sfornati da Allen, “Vicky Cristina Barcellona” è il meglio riuscito in quanto indaga sulla psicologia e sulla vita umana con-sentendo al pubblico un’immedesima-zione e una partecipazione più attiva alla vicenda,che gli altri non garanti-vano per l’eccesso di elementi para-dossali e irrealistici,che,attenuati nel film in questione,consentono uno svolgimento più omogeneo della sto-ria.

Paese: Paese: Paese: Paese: USA/Spagna

Anno: Anno: Anno: Anno: 2008 Durata: Durata: Durata: Durata: 96'

Genere: Genere: Genere: Genere: Commedia, Drammatico

Regia: Regia: Regia: Regia: Woody Allen Soggetto: Soggetto: Soggetto: Soggetto: Woody Allen

Sceneggiatura: Sceneggiatura: Sceneggiatura: Sceneggiatura: Woody Allen Produttore: Produttore: Produttore: Produttore: Letty Aronson, Jaumes

Roures, Stephen Tenenbaum, Ga-

reth Wiley Interpreti e personaggi Interpreti e personaggi Interpreti e personaggi Interpreti e personaggi

Scarlett Johansson: Cristina

Penélope Cruz: María Eléna Javier Bardem Juan Antonio

Rebecca Hall: Vicky Patricia Clarkson: Judy Nash

Chris Messina: Doug

Kevin Dunn: Mark Nash

dicembre_2008

Page 22: Camaleo Dicembre 2008

22 SPETTACOLI

La Classe La Classe La Classe La Classe –––– Entre les mures Entre les mures Entre les mures Entre les mures

Di Annamaria Archi-travo Al festival di Cannes 2008, l’ambita Palma D’Oro è stata conferita a “La classe – Entre les mures”, docu-mentario riguardante le condizioni di disagio in una scuola pubblica francese e l’esasperato ruolo dei pro-fessori. Centoventotto minuti di riprese all’interno di una scuola, senza alcuna con-testualizzazione nella me-tropoli parigina, in compa-gnia di un’unica classe, qualche professore e un preside dai rigidi principi. Un modo insolito e curioso di affrontare il problema rappresentato dalla sem-pre più dilagante ignoranza, con qual-che accenno alla discriminazione verso un’intera cultura o un semplice stile. Nove mesi di ordinaria attività scolasti-ca durante i quali, attraverso le scene che vengono proposte, lo spettatore osserva i progressi, seppur minimi, del-le conoscenze e i contrasti, più o meno

marginali, tra gli alunni e i professori. Apprezzabile l’impegno degli attori nel tentativo di interpretare la realtà. Eccessivi l’insolenza degli studenti e la comprensività del loro coordinatore generati dalla diversità di pensiero in una classe etnicamente variegata. La complessità dei rapporti è, molto pro-

babilmente, c a u s a t a dalla nasci-ta di pole-miche ri-guardant i le diverse culture, sia dal punto di vista r e l i g i o s o (un ragaz-zo mostra il p r o p r i o t a tuagg io raffigurante il Corano) che da q u e l l o s p o r t i v o (frequenti discussioni sulle diver-se squadre calcistiche nazionali) o

anche dallo stile di vita (e da qui il ge-nere del film che avrà un’amara conclu-sione per un ragazzo africano). Il film si apre con un primo piano di colui che insieme alla classe sarà prota-gonista assoluto della vicenda, mentre beve un caffè prima di avventurarsi in quello che sarebbe stato un prevedibile salto nel vuoto; le riprese sono così tremolanti che danno l’idea di un auto-bus in movimento. Propensione under-ground del regista o scelta di emanci-pazione? Ma non era “Anche l’occhio vuole la sua parte”? A questo proposito di certo non aiuta il ricorrente cambio di scena improvviso o l’atmosfera chiusa e cupa che rende perfino il momento di ricreazione simile alla giornaliera ora di libertà dei dete-nuti di un carcere. Dopo quei centoventotto minuti tra-scorsi ad immedesimarsi in una realtà scolastica così pessimistica spicca il buon gusto del regista se non altro per la scena finale con una panoramica dei banchi in disordine e il sottofondo delle grida d’incitamento degli alunni durante la partita di calcetto di fine anno. Ebbene, all’interessante tema si con-trappongono numerose difficoltà di ori-gine tecnica che tendono ad abbassare notevolmente la qualità della pellicola.

Paese: Paese: Paese: Paese: Francia

Anno: Anno: Anno: Anno: 2008 Durata: Durata: Durata: Durata: 128'

Regia: Regia: Regia: Regia: Laurent Cantet

Soggetto: Soggetto: Soggetto: Soggetto: François Bégaudeau Sceneggiatura: Sceneggiatura: Sceneggiatura: Sceneggiatura: François Bégaudeau,

Robin Campillo, Laurent Cantet Interpreti e personaggi Interpreti e personaggi Interpreti e personaggi Interpreti e personaggi

François Bégaudeau: François

Nassim Amrabt: Nassim Laura Baquela: Laura

Cherif Bounaïdja Rachedi: Cherif

Juliette Demaille: Juliette Dalla Doucouré: Dalla

Wei Huang: Wei Franck Keïta: Souleymane

Esmeralda Ouertani: Esmeralda

Rachel Régulier: Khoumba

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Page 23: Camaleo Dicembre 2008

Di Andrea Sforza L’anno scorso ci siamo lasciati con la II^A campione (ora la nuova III^A). Quest’anno senza le vecchie V^F, V^D e III^B la storia potrebbe ripetersi. E anche se la squadra del classico è chia-ramente la più forte ci sono 4-5 squa-dre che potrebbero cercare di strappa-re il titolo a Marino, Ferrara & Co. ma dovranno dimostrare carattere, conti-nuità e voglia di vincere. Queste squa-dre sono la IV^I, capitanata dall’otti-mo portiere Peluso, la IV^E, guidata da Claudio Marrone, la IV^F, trascina-ta da Mariano Verde, la III^B di Dani-lo De Luca e compagni, ma ci sono an-che la V^F e la V^D di Luca Lizzadro e di Rodolfo Massa. Finalmente è cominciato il torneo più amato e seguito della scuola e quello di quest’anno si preannuncia molto più equilibrato e combattuto nonostante sia orfano di giocatori come Mariano Ab-

segno per la V^E), anche se il match è stato combattuto e tirato e la squadra sconfitta non ha mai mollato dando del filo da torcere agli avversari. Come l’anno scorso la partita tra III^A e V^F (allora II^A e IV^F) fa scintille e diventa subito la partita più bella del torneo grazie calci, gol, belle giocate e tanto show. 3 a 3 il risultato finale, for-se il risultato più giusto, ma se una del-le due squadre avesse vinto nussuno avrebbe potuto parlare. Forse per la V^F c’è più rammarico che è passata da un possibile 4 a 2, occasione sciupa-ta incredibilmente sottoporta da D’A-mato, ad un pareggio in contropiede sugli sviluppi della suddetta azione. Eurogol di tacco di Ferrara e spettacolo (a volte, però, effimero) di Marino che riesce a fare almeno 3 tunnel agli av-versari. Grande l’intesa tra i giocatori dello scientifico che danno vita ad azio-ni davvero belle. Marcatori (in ordine): autogol Mastrogiovanni, Festa, Lizza-dro, Ferrara, Lizzadro, Parente Alessio. articolo dedicato a Enzuccio il fuggitivo

bate (capocannoniere), Marcello Squillante (miglior giocatore), Luca Rosiello e Walter Ferrante. Infatti le prime 3-4 partite hanno offerto risultati sorprendenti come la vittoria della III^F sulla III^B e risultati mai troppo eclatanti. La prima partita giocata è stata III^C – IV^D finita 3 a 0 per la squadra dello scientifico. Una doppietta di Rossi e il sigillo finale di Sforza stendono una squadra con poca voglia e con grandi svarioni difensivi. Come già accennato prima la III^F di Cafaro e Pennarola vince meritatamen-te su una III^B spenta e con poche idee. Risultato altalenante fino alla fine che non vede mai la squadra del classi-co in vantaggio mentre quella dello scientifico ci mette un pizzico di volontà in più che le ha permesso di portare a casa 3 punti importantissimi; a segno Pedata(autorete a favore della III^F), Aiello, Di Masi, Cavaliere e Cafaro. Il risultato forse più scontato è stato quello della partita tra V^D e V^E che ha visto la squadra di Rodolfo Massa (autore di 3 gol) vincere 3 a 1 (Penna a

23

Si comincia: TRIENNIOSi comincia: TRIENNIOSi comincia: TRIENNIOSi comincia: TRIENNIO

3^C3^C3^C3^C

0000

4^D4^D4^D4^D

3333

IN PRIMAIN PRIMAIN PRIMAIN PRIMA

4D4D4D4D De Iuliis 6 Fa quello che serve, poco impegna-to. Castagnaro 6 Non si vede ma fa buon lavoro. Sforza 6.5 Dalle sue parti non si passa. Gol di prepotenza. Oreto 6 Difensivamente efficace, purtroppo si perde in dribbling inutili. Rossi 7 Fa il suo dovere avanti: 2 gol e tan-to movimento. A volte si vede an-che dietro. Arpaia s.v.

3C3C3C3C Gangheri 5 Pessimo sul primo gol Lepre 5.5 Muscoloso in difesa. Quando sale combina poco. Avagnano 5.5 Comincia bene, si perde nella gara. De Luca 5 Inconcludente. Taraschi 5.5 Si batte per cercare il gol. Non lo trova

IL MIGLIORE

IL PEGGIORE

Rossi 4^DRossi 4^DRossi 4^DRossi 4^D

Gangheri 3^CGangheri 3^CGangheri 3^CGangheri 3^C

7777

5555

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Page 24: Camaleo Dicembre 2008

24 TESTA DI CALCIO 3^F3^F3^F3^F

3333

3^B3^B3^B3^B

2222 3^B Simeone 7 Evita il tracollo della squadra. De Luca 5 Se fossimo stati in piscina avrebbe avuto 9. Pedata 4.5 L’autogol segna la sua prestazione. Ferrara 5 Vaga per il campo senza una meta. Aiello 6 A differenza di altri ci mette impe-gno. Il gol gli vale la suffienza. Cavaliere 6 Il gol e poco altro. Meno dribbling andrebbero meglio.

3^F Cappuccio 6 Fa quello che può in un ruolo che non è il suo. Pignalosa 8 Migliore in campo: un muro. Annul-la ogni tentativo offensivo avversa-rio. Pennarola 6.5 Tecnica e potenza. Gli manca solo il gol. Di Masi 6.5 Si fa trovare al posto giusto nel mo-mento giusto. Cattivo il giusto in mezzo al campo Maraucci 6 A suo modo determinante.

IL MIGLIORE

IL PEGGIORE

Pignalosa 3^FPignalosa 3^FPignalosa 3^FPignalosa 3^F

Pedata 3^BPedata 3^BPedata 3^BPedata 3^B

8888

4,54,54,54,5

Cafaro 7 Che giocatore. Gol a parte ottima gara. La palla va passata di più pe-rò.

IN BREVEIN BREVEIN BREVEIN BREVE

5^D 5^E

Pinto 7 D’Angelo 7

Orta 5,5 Di Nunzio 6,5

De Maria 5,5 Penna 6,5

Menna 6 Cerbone 6

Massa 7,5 Scaglione 6

Scarfiglieri 6,5 Avallone 5,5

3 1

De Falco 5,5

Esposito 5,5

3^A 5^F

Parente And. 7 Mastrogiovanni 6,5

Ferrara 7,5 Troisi 7,5

Parente Ale. 6,5 Festa 7

Tranchini 6 D’Amato 7

Marino 6 Lizzadro 7,5

D’Avino s.v.

3 3

4^E 3^E

Quaremba 6,5 Di Scala 6

Marrone 7,5 Amato 6

Lieto 6 Schiattarella 5,5

Cotini 7 Micallo 6,5

Gattordo 6 Papoff 7

Simeone 6 Riccio 6,5

4 2

Formato 5,5

Page 25: Camaleo Dicembre 2008

dicembre_2008 25 TESTA DI CALCIO

Di Andrea Sforza A differenza del Triennio, nel torneo di quest’anno non ci sarà la squadra cam-pione uscente cioè la II^E (ora la nuo-va III^E) e nanche l’ex II^F (arrivata al 3° posto) o l’ex IV^A (vice-campione), ormai disgregatasi. Questo rende i pronostici più difficili ma rende anche il torneo più aperto e tutto da seguire. Una delle favorite è la II^D di Stefano Marenghi (Gargano) e Mattia Russo (Poppy) che ha dilagato nella prima partita, ma ci sono anche la ID guidata da Sergio Perrella, la IIE di Russo&Guarino o la IIF di Luca Marauc-ci (grande protagonista nella prima par-tita). Da vedere come si comporteranno le nuove prime, che solitamente non riescono subito ad ambientarsi in un torneo che richiede gioco di squadra, cinismo e competitività. Ricordiamo che l’anno scorso i premi sono stati asse-gnati a Francesco Fusi, capocannoniere, Sergio Pennarola, miglior giocatore e Luigi Di Scala, miglior portiere.

La prima partita giocata è stata IV^B – V^B finita incredibilmente 3 a 3: la squadra del primo anno era infatti pas-sata in vantaggio di 3 gol grazie ad una doppietta di Terribile (alla sua ex squa-dra) e una marcatura di Rizzo. Creden-do di aver già vinto la partita la IV^B si rilassa e comincia a subire: le scorriban-de di Barbato e Maiolo danno i loro frut-ti, due gol del primo e uno del secondo portano la V^B ad agguantare un pa-reggio inaspettato. Intervistato a fine gara Terribile esterna tutta la sua ama-rezza per i due punti buttati: “abbiamo sbagliato, la partita non era chiusa, sia-mo stati molto ingenui”. Un altro risultato incredibile è quello del derby tra II^D1 e II^D3: 13 a 1. Parti-ta stradominata da Marenghi & Co. au-tore di uno dei tanti gol, con lui a segno Leopaldi(7), Russo(3) e Zocco(2). Dilaga anche la ID nella partita vincen-do per ben 9 a 1 sulla IV^C. Squadra trascinata dall’ottimo Sergio Perrella (autore di una tripletta) e da Sergio Reale (doppietta per lui). Gli altri gol

sono di Graziano(2) e Muto(2). Un’altra squadra che dilaga è la II^F trascinata da un grande Luca Maraucci (a segno per ben 5 volte) e dal suo por-tiere Stefano Avolio (per tutti Nuccio) che si esibisce in parate favolose. Il match termina sul risultato di 6 a 0, la squadra sconfitta è la I^E2. A segno anche Parisi. Big partitone tra II^E e I^E1 che fini-sce 4 a 3 per i ragazzi del 2°anno. In evidenza Guarino da una parte con tre gol e De Natale dall’altra con una dop-pietta. A segno anche Russo(II^E) ed Esposito(I^E). Un susseguirsi di gol, questa è stata la storia del match, che alla fine termina con il risultato più giu-sto: vittoria sofferta della II^E. Uheeeeeeeeeeeeeeeee!! (Y) dedicato a PierLuigi di ID e Pa-

squale di IID

Si comincia: BIENNIOSi comincia: BIENNIOSi comincia: BIENNIOSi comincia: BIENNIO

1^E11^E11^E11^E1

3333

2^E2^E2^E2^E

4444

IN PRIMAIN PRIMAIN PRIMAIN PRIMA

2^E Guarino A. 6.5 Ha trovato il suo ruolo. Conte 6 Buona prestazione. Perché viene sostituito? Bellomo 5.5 Se si impegnasse di più giochereb-be meglio. Russo 6.5 Gioca bene, ma sa fare cose miglio-ri. Un gol per lui. Guarino 7 Bella tripletta. Passando la palla potrebbe segnarne 5. Daniele 5.5 Conte andava meglio.

1^E1 Piscopo 5.5 Non gioca malissimo, ma è timido. Dovrebbe metterci un po’ di perso-nalità. Terzo 5.5 Come sopra. Morra 6 Da una mano alla squadra quando deve attaccare. De Natale 7 Anima la squadra. Segna due gol. Esposito 6.5 Gran gol. Gioca una buona partita ma può fare di meglio.

IL MIGLIO-

IL PEGGIORE

4 giocatori4 giocatori4 giocatori4 giocatori

7777

5,55,55,55,5

Guarino 2^EGuarino 2^EGuarino 2^EGuarino 2^E

De Natale 1^E1De Natale 1^E1De Natale 1^E1De Natale 1^E1

Page 26: Camaleo Dicembre 2008

26 TESTA DI CALCIO 1^E21^E21^E21^E2

0000

2^F2^F2^F2^F

6666 2^F Avolio 7 Fa bene il suo dovere. Si destreggia anche in parate comiche. De Gemmis 6.5 Gioca senza fare pieghe. Ordinato. Maraucci 8 Cinque gol in tre parole: Luca Ma-raucci Day. Sicuramente è più forte del fratello. Parisi 7 Poteva segnare di più, ne fa solo uno. Buona gara comunque. Castellano 6.5 Gli manca solo il gol.

1^E2 Nasti 6 Che può fare lui da solo? Anzi evita che il risultato diventi umiliante. Tarantino 5.5 Trotterella di qua e di là. Conclude poco. Buonadonna 5 Conclude poco e basta. Delvecchio 5.5 A differenza di altri ci mette impe-gno. Barbati 5 Gioca male e non fa nulla per mi-gliorare.

IL MIGLIORE

IL PEGGIORE

Maraucci 2^FMaraucci 2^FMaraucci 2^FMaraucci 2^F

3 giocatori 1^E23 giocatori 1^E23 giocatori 1^E23 giocatori 1^E2

8888

5555

Ferrara 5 Dannoso. Ci vorrebbe un pallone solo per lui.

IN BREVEIN BREVEIN BREVEIN BREVE

2^D1 2^D3

Lombardi 6 D’Andrea 5

Zocco 7,5 De Rosa 4,5

Marenghi 7,5 Della Monica 4,5

Russo 7,5 Carbone 5

Leopaldi 8 Perrella 6,5

Sodano 4

13 1

4^B 5^B

De Chiara 5,5 De Felice 5

Pisa 5,5 Maglio 6

Rizzo 6,5 Barbato 7

Avallone 6 Lalla 5,5

Terribile 7 Cestaro 5,5

Maiolo 6,5

3 3

Page 27: Camaleo Dicembre 2008

27 TESTA DI CALCIO

to rispetto, c’è Ronaldinho! Ro-naldinho? Ma non è quello che stava al Barcellona che un tempo vale-va fior di quat-trini e adesso vale a stento 20 milioni? Ma non è quello che costa più del capocannoniere M i l i t o ? Ma quanti goal avrà fatto fino ad ora? Ma quando la finisce di scu-lettare in mezzo al campo quando corre? E soprattutto quando la smette di ballare la samba se riesce a vincere con le autoreti degli av-versari (Milan-Napoli, 1-0, autorete di Denis)? Meglio un Napoli che si tiene i suoi piccoli grandi pupilli campionci-ni, che risponde a tono a club come Inter, Barcellona o Real Madrid quando implorano la cessione di Lavezzi, Santacroce e Hamsik. Ma recentemente alcuni di questi

campionci-ni, o me-glio alcuni dei loro procurato-ri, sem-brano ca-dere dalle n u v o l e , chiedendo a um e n t i impossibili di contrat-ti, destabi-l i z z a n d o l’equilibrio del club. E’ il

caso di Alejandro Junior Mazzoni, manager del richiestissimo Pocho: “Il mio assistito è fondamentale per la squadra” – frase comparsa nelle maggiori testate giornalistiche che scombussola un po’ tutti. La richiesta di 3.5 milioni a sta-gione è improponibile se si pensa che solo l’anno scorso è stato ac-quistato Lavezzi e che all’inizio guardava dal binocolo anche solo 1 milione di euro stagionale. Dopo aver creato non pochi disordini in casa Napoli, Mazzoni chiarisce: "Mai avuto in-tenzione di entrare in rotta. Ho grande ri-spetto per un uomo che ha portato il Napo-li, in appena quattro anni, dalla C post- fallimento a questi risultati così si-gnifi-cativi e tra le Grandi del cal-cio" - “Escludo ci siano tensioni o polemiche" – aggiunge. Abbassiamo un po’ le ali, qua nes-suno è fesso!

Di Gianmarco Formisano Rinnovo contratti? Non vi preoccu-pate, ci pensano i procuratori dei giocatori. Ad inizio Dicembre, molte testate di giornali annunciavano una “crisi” in casa Napoli dovuta alle mille richie-ste dei procuratori, e sottolineo pro-curatori e non giocatori, di un rin-novo contrattuale e di una “cosuccia” in più da tenere in ban-ca, il triplo di quanto già guadagna-no! Da quando la maledettissima Legge Bosman ha dato ai beneama-ti procuratori il potere contrattuale per conto dei propri assistiti, il cal-cio è andato piano piano in discesa libera: oramai infatti sopravvivono solo i club più ricchi, solo i club in mano ai petrolieri o ai Presidenti del Consiglio. E non è un caso che al primo posto della classifica troviamo l’antipatica Inter, in mano al ricco petroliere Moratti, che non si fa problemi ad accettare qualsiasi richiesta di rin-novo e ovviamente aumenti, aven-do un budget economico a disposi-zione immenso. E il Milan? Già, dimenticavo, tut-

SOLDI PADRONI DEL CALCIOSOLDI PADRONI DEL CALCIOSOLDI PADRONI DEL CALCIOSOLDI PADRONI DEL CALCIO

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