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I.I.S. “ARTURO CHECCHI” DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DI CLASSE PER LESAME DI STATO M.P.-09 Pagina 1 di 49 Rev.0 del 02/05/14 DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DI CLASSE PER LESAME DI STATO INDIRIZZO: Produzioni Industriali ed Artigianali CLASSE ANNO SCOLASTICO COORDINATORE DI CLASSE V CPA 2018/2019 FABIO SALANDRA COMPONENTI DEL CONSIGLIO DI CLASSE MATERIA DOCENTE LINGUA E LETTERE ITALIANE FABIO SALANDRA STORIA FABIO SALANDRA MATEMATICA MAURO MAGNOLFI INGLESE PAOLA LUPI LABORATORI TECNOLOGICI ED ESERCITAZIONI TESSILI, ABBIGLIAMENTO ROSSELLA MANGINI TECNICHE DI DISTRIBUZIONE E MARKETING LUISA PERROTTA/ MARIANNA VIVOLO TECNOLOGIE APPLICATE AI MATERIALI E AI PROCESSI PRODUTTIVI TESSILI, ABBIGLIAMENTO FRANCESCA DI SOMMA/ROSSELLA MANGINI PROGETTAZIONE TESSILE ABBIGLIAMENTO, MODA E COSTUME MARIANTONIETTA BELARDO/ ELENA DESIDERI

DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DI CLASSE PER L ESAME DI …istitutochecchi.it/attachments/article/188/Documento_15_maggio_5C_ipia.pdfuno Stato. Lo Stato italiano e la sua costituzione con

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DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DI CLASSE PER L’ESAME DI STATO

INDIRIZZO: Produzioni Industriali ed Artigianali

CLASSE ANNO SCOLASTICO COORDINATORE DI CLASSE

V CPA

2018/2019

FABIO SALANDRA

COMPONENTI DEL CONSIGLIO DI CLASSE MATERIA DOCENTE LINGUA E LETTERE ITALIANE

FABIO SALANDRA

STORIA

FABIO SALANDRA

MATEMATICA

MAURO MAGNOLFI

INGLESE PAOLA LUPI LABORATORI TECNOLOGICI ED ESERCITAZIONI TESSILI, ABBIGLIAMENTO

ROSSELLA MANGINI

TECNICHE DI DISTRIBUZIONE E MARKETING

LUISA PERROTTA/ MARIANNA VIVOLO

TECNOLOGIE APPLICATE AI MATERIALI E AI PROCESSI PRODUTTIVI TESSILI, ABBIGLIAMENTO

FRANCESCA DI SOMMA/ROSSELLA MANGINI

PROGETTAZIONE TESSILE – ABBIGLIAMENTO, MODA E COSTUME

MARIANTONIETTA BELARDO/ ELENA DESIDERI

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RELIGONE

PATRIZIA CAPONI

SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE

ANTONINO FINAZZO

SOSTEGNO ROSALIA LINDA ULLOA

SOSTEGNO MOIRA DEL PASQUA SOSTEGNO FABIOLA OZZO

1. PRESENTAZIONE SINTETICA DELLA CLASSE A) STORIA DELLA CLASSE NEL TRIENNIO

Nel corso del triennio la classe ha mostrato un‘evoluzione a livello didattico e di interesse nei confronti delle attività scolastiche ed extrascolastiche. Alcune problematiche disciplinari iniziali sono state superate nel tempo attraverso il ridimensionamento del gruppo classe, in special modo a causa della non ammissione agli anni successivi di alcune alunne. Il gruppo attuale si mostra compatto e coeso a livello didattico e disciplinare ma è giusto segnalare la presenza di alunne che mostrano un impegno maggiore in tutte le discipline.

PROSPETTO DI EVOLUZIONE DELLA CLASSE

CLASSE ISCRITTI PROMOSSI A GIUGNO

PROMOSSI A SETTEMBRE

NON AMMESSI

RITIRATI TRASFERITI

III 16 13 1 2 IV 14 13 0 1 V 13

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B) CONTINUITÀ DIDATTICA NEL TRIENNIO

Come si evince dalla tabella successiva, una gravissima discontinuità si può riscontrare sia nelle discipline umanistiche che in matematica, con effetti negativi sul rendimento ma soprattutto sulla possibilità di adottare un‘efficace metodo di studio e delle basi solide.

CONTINUITÀ DIDATTICA

MATERIA

III docente IV docente V Docente

LINGUA E LETTERE ITALIANE

BESSI

GAROFALO ROSA

SALANDRA FABIO

STORIA

BESSI

GAROFALO ROSA

SALANDRA FABIO

MATEMATICA

CECCHI

DELLA MOGLIE ENRICA

MAGNOLFI MAURO

INGLESE

LUPI DANIELA

LUPI DANIELA

LUPI DANIELA

LABORATORI TECNOLOGICI ED ESERCITAZIONI TESSILI, ABBIGLIAMENTO

MANGINI ROSSELLA

MANGINI ROSSELLA

MANGINI ROSSELLA

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TECNICHE DI DISTRIBUZIONE E MARKETING

/

NAZZI

PERROTTA LUISA/ VIVOLO MARIANNA

TECNOLOGIE APPLICATE AI

MANGINI/MAMMOLI

MANGINI/MAMMOLI

MANGINI/DI SOMMA

MATERIALI E AI PROCESSI PRODUTTIVI TESSILI, ABBIGLIAMENTO

PROGETTAZIONE TESSILE – ABBIGLIAMENTO, MODA E COSTUME

PACE/ DESIDERI

BELARDO/MANGINI

BELARDO/ DESIDERI

RELIGIONE

CAPONI PATRIZIA

CAPONI PATRIZIA

CAPONI PATRIZIA

SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE

BROGI

FINAZZO ANTONINO

FINAZZO ANTONINO

C) SITUAZIONE DI PARTENZA DELLA CLASSE NELL’ANNO SCOLASTICO IN CORSO

Si rivelano alcune lacune e difficoltà dovute alla discontinuità didattica ma nell‘insieme la classe presenta un livello medio di conoscenze e capacità, appaiono però evidenti le doti di alcune alunne rispetto al resto del gruppo. Va constato che nell‘insieme non hanno raggiunto la piena autonomia di elaborazione, specie

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nelle discipline più tecniche e laboratoriali. Questo ha portato alcuni docenti a dove recuperare nelle fasi iniziali alcuni conoscenze e abilità che si consideravano già acquisite. Va registrata la presenza di due alunne certificate H, una segue un programma differenziato e l‘altra un programma semplificato, di due alunne DSA e ed un‘alunna per la quale è stato predisposto un PDP BES.

2. OBIETTIVI GENERALI CONSEGUITI (relazionali, comportamentali e cognitivi)

A livello relazionale l‘intero gruppo docenti si è impegnato a creare maggiore coesione fra tutti gli elementi della classe ma questo non è stato sempre possibile. A livello comportamentale spiccano diversi 9 in condotta dovuti all‘eccellente comportamento assunto durante il corso dell‘anno scolastico. A livello cognitivo non tutte le alunne hanno raggiunto un livello sufficiente di conoscenze, abilità e autonomia, specie nelle materie più laboratoriali.

3. OBIETTIVI CONSEGUITI IN TERMINE DI CONOSCENZE E COMPETENZE

Fare riferimento alle relazioni delle singole discipline.

4. CRITERI E STRUMENTI DELLA VALUTAZIONE ADOTTATI DAL CONSIGLIO DI CLASSE

Il CdC si è attenuto agli strumenti di valutazione forniti dal Miur o dalle riunioni di dipartimento ma cercando di declinarli al contesto

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della classe, per tanto si è cercato di spronare le alunne con un rendimento più basso, con valutazioni più clementi e di premiare coloro che sono eccelse.

5. ATTIVITÀ DI RECUPERO E DI POTENZIAMENTO

Non sono stati attivati corsi di recupero e di potenziamento nel corso dell‘anno scolastico 2018/2019.

6. ATTIVITÀ INTEGRATIVE SVOLTE DURANTE IL TRIENNIO Guadare i Diario di Bordo delle singole candidate.

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7. Attività, percorsi e progetti svolti nell’ambito di “Cittadinanza e Costituzione” realizzati in coerenza con gli obiettivi del PTOF

1. Premessa. La legge 169 del 2008 prevede l‘insegnamento di

―Cittadinanza e Costituzioneǁ che ha sostituito gli obiettivi che

costituivano l‘insegnamento di ―Educazione civicaǁ. Deve rilevarsi che la

presenza di quest‘insegnamento non ha comportato un aumento di ore

rispetto all‘orario base. Pertanto, il nuovo insegnamento è rimasto una

competenza aggiuntiva dei docenti dell‘area storico/sociale. In altri casi, a

seconda delle scelte educative e didattiche dei Consigli di classe,

l‘insegnamento si è configurato interdisciplinare, obbligando tutti i docenti

delle varie discipline.

Quanto detto discende dal fatto che si ritiene la scuola obbligata, sia ad

edocere tutti gli studenti nella conoscenza dei principi generali della

Costituzione, sia a far crescere i comportamenti di ―cittadinanza attivaǁ

ispirati a valori di responsabilità, di legalità e di solidarietà in ogni

momento della vita scolastica. In questo senso é stata privilegiata la

trasversalità e la collegialità dell‘insegnamento de quo, essendo compito

dell‘intero corpo docente far acquisire gli strumenti di cittadinanza. Allo

stesso tempo, però, la specifica conoscenza di precetti giuridici non solo di

tipo valoriale (si pensi agli interventi innanzi ai fenomeni di bullismo, alla

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prevenzione della salute o dell‘ambiente, al rispetto delle differenze, etc.,)

bensì di tipo strumentale, da cui discendono le competenze relative al

funzionamento delle istituzioni pubbliche e sociali sia a livello nazionale e

internazionale, sia a livello locale e regionale, giustificano una competenza

giuridica specifica del personale docente con una relativa responsabilità

didattica individuale dell‘insegnamento.

Al momento l‘O.M. del 11.03.2019 del MIUR, (art. 19 commi 1 e 6) anche

in ossequio alle competenze ―chiaveǁ europee, impone ai maturandi una

conoscenza dei predetti principi costituzionali e ordinari, oggetto di

specifica esposizione durante la prova orale, per cui è necessario prevedere

appositi percorsi formativi.

Ciò premesso e in armonia con il PTOF dell‘ISS Checchi si è previsto di

istituire un modulo didattico di 8 lezioni di 1h ciascuna, per i maturandi

delle V ―Cǁ e V ―Dǁ dell‘IPIA Moda, come da allegato schema orario,

tenuto dal prof. Mauro Iavarone, docente di materie giuridiche nel primo

biennio IPIA Moda dello stesso istituto, concepito come un‘analisi dei

temi più rappresentativi dell‘insegnamento di ―Cittadinanza e

Costituzioneǁ. Il tutto in aggiunta alle altre attività formative che i

maturandi hanno svolto in questi anni.

2. Obiettivi del modulo didattico. Gli obiettivi generali che

s‘intendono conseguire con il presente percorso didattico, sono stati già

oggetto di studio nel primo biennio dei maturandi 2019 sopra specificati

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nell‘insegnamento del ―Diritto ed Economiaǁ. Purtroppo, la non

previsione curricolare per il prosieguo degli studi di tale disciplina ha

comportato la necessità di attivare un modulo aggiuntivo ad hoc,

deliberato dal Consiglio di classe per sostenere la preparazione degli

studenti alla prova orale.

Gli obiettivi da conseguire sono i seguenti:

a) Preliminare definizione linguistico/concettuale di ―cittadinanzaǁ e

―costituzioneǁ e successiva trattazione delle varie forme di Stato

moderno sino all‘attualità, attraversando sia sulla teorica della

tripartizione dei poteri/funzioni negli Stati democratici sia sugli

elementi costitutivi di uno Stato, sino a giungere ai criteri generali

dello Stato italiano e della sua evoluzione costituzionale, cioè dallo

Statuto albertino alla Costituzione repubblicana, comprendenti anche

le successive riforme.

b) Analisi dei Principi generali della Costituzione (Diritti umani,

Uguaglianza, Autonomie locali, Confessioni Religiose, Patrimonio

storico e artistico, Ordinamento internazionale, Ripudio della

Guerra). Studio anche di tipo storico/concettuale delle tematiche

facenti parti dei diritti fondamentali della Costituzione.

c) Analisi della Prima parte della Costituzione relativa agli articoli che

trattano i diritti e ai doveri dei cittadini. Al riguardo ci si soffermerà‘

sui: Rapporti civili (liberta penali, individuali e processuali);

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Rapporti etico-sociali (famiglia, salute, educazione/istruzione);

Rapporti economici (lavoro, sindacati, proprietà); Rapporti politici

(elezioni, partiti, tasse).

d) Analisi della Seconda parte della Costituzione relativa agli organi

costituzionali e alle altre principali Istituzioni (Parlamento,

Presidente della Repubblica, Governo, Corte Costituzionale,

Magistratura, Regioni, Enti locali, Città metropolitane).

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e) Studio di alcune tematiche di maggior rilievo contenute, o in leggi

ordinarie, o in Atti Normativi diversi, o quali espressione di

cittadinanza attiva. In particolare, gli organi e i diritti fondamentali

dell‘Unione europea attuali. La legge istitutiva dello Statuto dei

lavoratori con relative modifiche e riferimento al mercato del lavoro.

La legge sull‘acquisto della cittadinanza italiana ed europea. Date in

cui si ricordano eventi come: la Shoah, (27/01) le Foibe (10/02), la

Legalità (19/03), la Liberazione dal nazifascismo (25/04), il Lavoro

(01/05), la Nascita della Repubblica (02/06).

3. Unità di Apprendimento.

• U.D.1. Introduzione al modulo didattico de quo con specificazione

delle sue finalità, della tempistica e del metodo da utilizzare, cioè

lezione frontale, schemi grafici, mappe concettuali, indicazioni

relative alla materia da esporre nella prova orale. Definizioni iniziali.

Chiarimenti per dubbi dei destinatari. (1 lezione).

• U.D.2. Evoluzione storico/concettuale di Stato. Requisiti generali di

uno Stato. Lo Stato italiano e la sua costituzione con relativa

partizione dalla fase monarchica e dittatoriale alla fase repubblica con

le successive modifiche. (1 lezione).

• U.D.3. Analisi dei Diritti Fondamentali della Costituzione. Utilizzo di

braim-storming per far emergere le conoscenze degli alunni sui

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concetti di diritti inviolabili, di uguaglianza, di autonomia, di cultura,

di pace, di ordine europeo. (1 lezione).

• U.D.4. Riepilogo della lezione precedente con indicazione di

materiale per eventuale elaborazione individuale, utile ai fini del

colloquio orale. I rapporti economici (il lavoro) nella prima parte

della Costituzione. Eventuale recupero degli argomenti non trattati

nella lezione disgiunta precedente sui diritti fondamentali. (1 lezione).

• U.D.5. Introduzione all‘ordinamento dello Stato italiano e dei suoi

organi costituzionali con relativo grafico di mappa concettuale.

Funzionamento specifico degli organi costituzionali principali. (2

lezioni).

• U.D.6. Introduzione agli enti regionali, agli enti locali, come previsti

in Costituzione e nello specifico del loro funzionamento. Cenni al

concetto di Pubblica amministrazione centrale e periferica. Lo statuto

della Regione Toscana e del Comune di Fucecchio. (Da strutturare in

2 lezioni).

• Recupero di lezioni e/o approfondimento da concordare con le parti

interessate.

• Follow-up: Eventuale correzione di elaborati individuali degli alunni

in funzione della prova orale degli esami di maturità.

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4. Verifica. La verifica del presente modulo avverrà all‘interno del

Consiglio di classe, eventualmente corredata da una breve relazione messa

a disposizione dei colleghi.

8. Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento previsti dal d.lgs. n. 77/2005, così ridenominati dall’art. 1 n. 145/2018

Anno scolastico: 2018/2019 ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

Classe 5°C PRODUZIONI TESSILI SARTORIALI - OPZIONE IPSIA ABBIGLIAMENTO E MODA (IPTS)

Pr. Alunno Percorso Struttura Ore Tot. ore

svolte 1 Bazarova Anastasia

(04/02/2000) Prof.le (IPIA) Dal 31/01/2019 Al 14/02/2019

Sartoria Zig Zag Via: Giordano, 1A 50054 Fucecchio Tel: 327-2621493 Mail: [email protected]

88 39

2 Furesi Fricano Carlotta (30/08/2000)

Prof.le (IPIA) Dal 31/01/2019 Al 14/02/2019

Mimar S.A.S Via L. Bernini, 35 56022 Castelfranco di Sotto Tel: 0571-480713 Mail: [email protected]

88 88

3 Iapigio Anna (21/11/1998)

Prof.le (IPIA) Dal 31/01/2019 Al 14/02/2019

Centro Trimoda Via Aldo Moro, 15 San Miniato Tel: 349-4771689

88 93

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Mail: /

4 Lepori Nicole (15/02/2000)

Prof.le (IPIA) Dal 31/01/2019 Al 14/02/2019

Magnani Bridal Couture Via Ilaria Alpi, 10/12 56028 San Miniato Basso Tel: 0571-401426 Mail: [email protected]

88 88

5 Mangani Asia (09/04/2000) Mastrolia Silvia (20/10/2000)

Prof.le (IPIA) Dal 31/01/2019 Al 14/02/2019

Notorius Srl Via A. Masani, 16 50054 Fucecchio Tel: 0571-20130 Mail: [email protected]

88 72

6 Mastrolia Silvia (20/10/2000)

Prof.le (IPIA) Dal 31/01/2019 Al 14/02/2019

Marco Confezioni Via: Provinciale Francesca Sud, 116 Castelfranco di sotto Tel: 0571-480058 Mail: [email protected]

88 88

7 Mattei Sara (26/01/2000)

Prof.le (IPIA) Dal 31/01/2019 Al 14/02/2019

Visconf Srl Via 1 Maggio, 81 50053 Empoli Tel: 0571-711822 Mail: [email protected]

88 80

8 Migliorini Aurora (19/04/1998)

Prof.le (IPIA) Dal 05/02/2019 Al 20/02/2019

Poteco Via: San Tommaso 119-121123 Santa Croce sull'Arno Tel: 0571-471318 Mail: [email protected] [email protected]

88 88

9 Piccicuto Clarissa (30/03/1998)

Prof.le (IPIA) Dal 31/01/2019 Al 14/02/2019

Mimar S.A.S Via L. Bernini, 35 56022 Castelfranco di Sotto (Pi) Tel: 0571-480713 Mail: [email protected]

88 88

10 Toschi Giorgia Prof.le (IPIA) Centro Trimoda 88 78

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(01/12/2000) Dal 31/01/2019 Al 14/02/2019

Via Aldo Moro, 15 San Miniato Tel: 349-4771689 Mail: /

11 Tuzzolino Chiara (09/05/2000)

Prof.le (IPIA) Dal 31/01/2019 Al 14/02/2019 Interruzione 07/02/2019

Sem Srl Via F. Turati, 56 56022 Castelfranco di Sotto (Pi) Tel: 0571-489113 Mail: [email protected]

88 16

12 Varca Angela (09/06/2000)

Prof.le (IPIA) Dal 31/01/2019 Al 14/02/2019

Magnani Bridal Couture Via Ilaria Alpi, 10/12 56028 San Miniato Basso (Pi) Tel: 0571-401426 Mail: [email protected]

88 88

13 Voria Alexia (03/10/2000)

Prof.le (IPIA) Dal 31/01/2019 Al 14/02/2019

Notorius Srl Via A. Masani, 16 50054 Fucecchio Tel: 0571-20130 Mail: [email protected]

88 88

“PROFESSIONE MODA-SIMULAZIONE D’IMPRESA” CLASSI 5C-5D MODA

• Borghini 60 ore • Viste aziendali 6 ore • Visita Museo del costume 6 ore

Tot ore prestabilite: 72 ore

1 Bazarova: sempre presente 2 Furesi: sempre presente

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3 Iapigio: 12 ore di assenza quindi presente per ore 60/72 4 Lepori: sempre presente 5 Mangani: 4 ore di assenza quindi presente per ore 68/72 6 Mastrolia: 4 ore di assenza quindi presente per ore 68/72 7 Mattei: 8 ore di assenza quindi presente per ore 64 /72 8 Migliorirni: 36 ore di assenza quindi presente per ore 36 /72

9 Piccicuto: 8 ore di assenza quindi presente per ore 64 /72 10 Toschi: 20 ore di assenza quindi presente per ore 52/ 72 11 Tuzzolino: 24 ore di assenza quindi presente per ore 48 / 72 12 Varca: 8 ore di assenza quindi presente per ore 64 / 72 13 Voria: sempre presente

9. Prove di simulazione effettuate e iniziative realizzate durante l’anno in preparazione al Nuovo Esame di Stato

La classe è stata impegnata in tre simulazioni scritte riguardanti la prima e la seconda prova d‘esame. La prima è stata organizzata in maniera autonoma le altre seguendo il calendario e le modalità previste dal ministero. A queste prove si aggiungono due simulazioni della prova orale tenutasi il 3 maggio 2019 e l‘altra programmata per il 23 maggio 2019. Si riportano per tanto le tracce sviluppate durante la prima simulazione e nelle simulazioni della seconda prova, per le altre si prega di visualizzare le tracce ufficiali presenti sul sito del Miur (http://www.istruzione.it/esame_di_stato/esempi/default.htm). SIMULAZIONE DELL’ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

PROVA DI ITALIANO Svolgi la prova, scegliendo una delle quattro tipologie qui proposte TIPOLOGIA A – ANALISI DEL TESTO TRACCIA N. 1 Giovanni Verga, Libertàin “Novelle rusticane”, Casanova, Torino 1883 Sciorinarono dal campanile un fazzoletto a tre colori, suonarono le campane a stormo, e cominciarono a gridare in piazza: - Viva la libertà!-

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Come il mare in tempesta. La folla spumeggiava e ondeggiava davanti al casino dei galantuomini, davanti al Municipio, sugli scalini della chiesa: un mare di berrette bianche; le scuri e le falci che luccicavano. Poi irruppe in una stradicciuola.- A te prima, barone! che hai fatto nerbare la gente dai tuoi campieri! - Innanzi a tutti gli altri una strega, coi vecchi capelli irti sul capo, armata soltanto delle unghie. – A te, prete del diavolo! che ci hai succhiato l'anima! - A te, ricco epulone, che non puoi scappare nemmeno, tanto sei grasso del sangue del povero! - A te, sbirro! che hai fatto la giustizia solo per chi non aveva niente! - A te, guardaboschi! che hai venduto la tua carne e la carne del prossimo per due tarì al giorno! – E il sangue che fumava ed ubbriacava. Le falci, le mani, i cenci, i sassi, tutto rosso di sangue! - Ai galantuomini! Ai cappelli! Ammazza! ammazza! Addosso ai cappelli! – Don Antonio sgattaiolava a casa per le scorciatoie. Il primo colpo lo fece cascare colla faccia insanguinata contro il marciapiede. - Perché? perché mi ammazzate? - Anche tu! al diavolo! - Un monello sciancato raccattò il cappello bisunto e ci sputò dentro. - Abbasso i cappelli! Viva la libertà! - Te'! tu pure! - Al reverendo che predicava l'inferno per chi rubava il pane. Egli tornava dal dir messa, coll'ostia consacrata nel pancione. - Non mi ammazzate, ché sono in peccato mortale! - La gnà Lucia, il peccato mortale; la gnà Lucia che il padre gli aveva venduta a 14 anni, l'inverno della fame, e rimpieva la Ruota e le strade di monelli affamati. Se quella carne di cane fosse valsa a qualche cosa, ora avrebbero potuto satollarsi, mentre la sbrandellavano sugli usci delle case e sui ciottoli della strada a colpi di scure. Anche il lupo allorché capita affamato in una mandra, non pensa a riempirsi il ventre, e sgozza dalla rabbia. - Il figliuolo della Signora, che era accorso per vedere cosa fosse - lo speziale, nel mentre chiudeva in fretta e in furia - don Paolo, il quale tornava dalla vigna a cavallo del somarello, colle bisacce magre in groppa. Pure teneva in capo un berrettino vecchio che la sua ragazza gli aveva ricamato tempo fa, quando il male non aveva ancora colpito la vigna. Sua moglie lo vide cadere dinanzi al portone, mentre aspettava coi cinque figliuoli la scarsa minestra che era nelle bisacce del marito. - Paolo! Paolo! - Il primo lo colse nella spalla con un colpo di scure. Un altro gli fu addosso colla falce, e lo sventrò mentre si attaccava col braccio sanguinante al martello.Ma il peggio avvenne appena cadde il figliolo del notaio, un ragazzo di undici anni, biondo come l'oro, non si sa come, travolto nella folla. Suo padre si era rialzato due o tre volte prima di strascinarsi a finire nel mondezzaio, gridandogli: - Neddu! Neddu! - Neddu fuggiva, dal terrore, cogli occhi e la bocca spalancati senza poter gridare. Lo rovesciarono; si rizzò anch'esso su di un ginocchio come suo padre; il torrente gli passò di sopra; uno gli aveva messo lo scarpone sulla guancia e glie l'aveva sfracellata; nonostante il ragazzo chiedeva ancora grazia colle mani. - Non voleva morire, no, come aveva visto ammazzare suo padre; - strappava il cuore! - Il taglialegna, dalla pietà, gli menò un gran colpo di scure colle due mani, quasi avesse dovuto abbattere un rovere di cinquant'anni - e tremava come una foglia. - Un altro gridò: - Bah! egli sarebbe stato notaio, anche lui! -Non importa! Ora che si avevano le mani rosse di quel sangue, bisognava versare tutto il resto. Tutti! tutti i cappelli! - Non era più la fame, le bastonate, le soperchierie che facevano ribollire la collera. Era il sangue innocente. Le donne più feroci ancora, agitando le braccia scarne, strillando l'ira in falsetto, colle carni tenere sotto i brindelli delle vesti. - Tu che venivi a pregare il buon Dio colla veste di seta! - Tu che avevi a schifo d'inginocchiarti accanto alla povera gente! - Te'! Te'! - Nelle case, su per le scale, dentro le alcove, lacerando la seta e la tela fine. Quanti orecchini su delle facce insanguinate! e quanti anelli d'oro nelle mani che cercavano di parare i colpi di scure!La baronessa aveva fatto barricare il portone: travi, carri di campagna, botti piene, dietro; e i campieri che sparavano dalle finestre per vender cara la pelle. La folla chinava il capo alle schiopettate, perché non aveva armi da rispondere. Prima c'era la pena di

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morte chi tenesse armi da fuoco. - Viva la libertà! - E sfondarono il portone. Poi nella corte, sulla gradinata, scavalcando i feriti. Lasciarono stare i campieri. - I campieri dopo! - I campieri dopo! - Prima volevano le carni della baronessa, le carni fatte di pernici e di vin buono. Ella correva di stanza in stanza col lattante al seno, scarmigliata - e le stanze erano molte. Si udiva la folla urlare per quegli andirivieni, avvicinandosi come la piena di un fiume. Il figlio maggiore, di 16 anni, ancora colle carni bianche anch'esso, puntellava l'uscio colle sue mani tremanti, gridando: - Mamà! mamà! - Al primo urto gli rovesciarono l'uscio addosso. Egli si afferrava alle gambe che lo capestavano. Non gridava più. Sua madre s'era rifugiata nel balcone, tenendo avvinghiato il bambino, chiudendogli la bocca colla mano perché non gridasse, pazza. L'altro figliolo voleva difenderla col suo corpo, stralunato, quasi avesse avuto cento mani, afferrando pel taglio tutte quelle scuri. Li separarono in un lampo. Uno abbrancò lei pei capelli, un altro per i fianchi, un altro per le vesti, sollevandola al di sopra della ringhiera. Il carbonaio le strappò dalle braccia il bambino lattante. L'altro fratello non vide niente; non vedeva altro che nero e rosso. Lo calpestavano, gli macinavano le ossa a colpi di tacchi ferrati; egli aveva addentato una mano che lo stringeva alla gola e non la lasciava più. Le scuri non potevano colpire nel mucchio e luccicavano in aria.E in quel carnevale furibondo del mese di luglio, in mezzo agli urli briachi della folla digiuna, continuava a suonare a stormo la campana di Dio, fino a sera, senza mezzogiorno, senza avemaria, come in paese di turchi. Cominciavano a sbandarsi, stanchi della carneficina, mogi, mogi, ciascuno fuggendo il compagno. Prima di notte tutti gli usci erano chiusi, paurosi, e in ogni casa vegliava il lume. Per le stradicciuole non si udivano altro che i cani, frugando per i canti, con un rosicchiare secco di ossa, nel chiaro di luna che lavava ogni cosa, e mostrava spalancati i portoni e le finestre delle case deserte.Aggiornava; una domenica senza gente in piazza né messa che suonasse. Il sagrestano s'era rintanato; di preti non se ne trovavano più. I primi che cominciarono a far capannello sul sagrato si guardavano in faccia sospettosi; ciascuno ripensando a quel che doveva avere sulla coscienza il vicino. Poi, quando furono in molti, si diedero a mormorare. - Senza messa non potevano starci, un giorno di domenica, come i cani! - Il casino dei galantuomini era sbarrato, e non si sapeva dove andare a prendere gli ordini dei padroni per la settimana. Dal campanile penzolava sempre il fazzoletto tricolore, floscio, nella caldura gialla di luglio.E come l'ombra s'impiccioliva lentamente sul sagrato, la folla si ammassava tutta in un canto. Fra due casucce della piazza, in fondo ad una stradicciola che scendeva a precipizio, si vedevano i campi giallastri nella pianura, i boschi cupi sui fianchi dell'Etna. Ora dovevano spartirsi quei boschi e quei campi. Ciascuno fra sé calcolava colle dita quello che gli sarebbe toccato di sua parte, e guardava in cagnesco il vicino. - Libertà voleva dire che doveva essercene per tutti! - Quel Nino Bestia, e quel Ramurazzo, avrebbero preteso di continuare le prepotenze dei cappelli! - Se non c'era più il perito per misurare la terra, e il notaio per metterla sulla carta, ognuno avrebbe fatto a riffa e a raffa! - E se tu ti mangi la tua parte all'osteria, dopo bisogna tornare a spartire da capo? - Ladro tu e ladro io -. Ora che c'era la libertà, chi voleva mangiare per due avrebbe avuto la sua festa come quella dei galantuomini! - Il taglialegna brandiva in aria la mano quasi ci avesse ancora la scure.Il giorno dopo si udì che veniva a far giustizia il generale, quello che faceva tremare la gente. Si vedevano le camicie rosse dei suoi soldati salire lentamente per il burrone, verso il paesetto; sarebbe bastato rotolare dall'alto delle pietre per schiacciarli tutti. Ma nessuno si mosse. Le donne strillavano e si strappavano i capelli. Ormai gli uomini, neri e colle barbe lunghe, stavano sul monte, colle mani fra le cosce, a vedere arrivare quei giovanetti stanchi, curvi sotto il fucile arrugginito, e quel generale piccino sopra il suo gran cavallo nero, innanzi a tutti, solo.Il generale fece portare della paglia nella chiesa, e mise a dormire i suoi ragazzi come un padre. La mattina, prima dell'alba, se non si levavano al suono della tromba, egli entrava nella chiesa a cavallo, sacramentando come un turco. Questo era l'uomo. E subito ordinò

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che glie ne fucilassero cinque o sei, Pippo, il nano, Pizzanello, i primi che capitarono. Il taglialegna, mentre lo facevano inginocchiare addosso al muro del cimitero, piangeva come un ragazzo, per certe parole che gli aveva dette sua madre, e pel grido che essa aveva cacciato quando glie lo strapparono dalle braccia. Da lontano, nelle viuzze più remote del paesetto, dietro gli usci, si udivano quelle schioppettate in fila come i mortaletti della festa.Dopo arrivarono i giudici per davvero, dei galantuomini cogli occhiali, arrampicati sulle mule, disfatti dal viaggio, che si lagnavano ancora dello strapazzo mentre interrogavano gli accusati nel refettorio del convento, seduti di fianco sulla scranna, e dicendo - ahi! - ogni volta che mutavano lato. Un processo lungo che non finiva più. I colpevoli li condussero in città, a piedi, incatenati a coppia, fra due file di soldati col moschetto pronto. Le loro donne li seguivano correndo per le lunghe strade di campagna, in mezzo ai solchi, in mezzo ai fichidindia, in mezzo alle vigne, in mezzo alle biade color d'oro, trafelate, zoppicando, chiamandoli a nome ogni volta che la strada faceva gomito, e si potevano vedere in faccia i prigionieri. Alla città li chiusero nel gran carcere alto e vasto come un convento, tutto bucherellato da finestre colle inferriate; e se le donne volevano vedere i loro uomini, soltanto il lunedì, in presenza dei guardiani, dietro il cancello di ferro. E i poveretti divenivano sempre più gialli in quell'ombra perenne, senza scorgere mai il sole. Ogni lunedì erano più taciturni, rispondevano appena, si lagnavano meno. Gli altri giorni, se le donne ronzavano per la piazza attorno alla prigione, le sentinelle minacciavano col fucile. Poi non sapere che fare, dove trovare lavoro nella città, né come buscarsi il pane. Il letto nello stallazzo costava due soldi; il pane bianco si mangiava in un boccone e non riempiva lo stomaco; se si accoccolavano a passare una notte sull'uscio di una chiesa, le guardie le arrestavano. A poco a poco rimpatriarono, prima le mogli, poi le mamme. Un bel pezzo di giovinetta si perdette nella città e non se ne seppe più nulla. Tutti gli altri in paese erano tornati a fare quello che facevano prima. I galantuomini non potevano lavorare le loro terre colle proprie mani, e la povera gente non poteva vivere senza i galantuomini. Fecero la pace. L'orfano dello speziale rubò la moglie a NeliPirru, e gli parve una bella cosa, per vendicarsi di lui che gli aveva ammazzato il padre. Alla donna che aveva di tanto in tanto certe ubbie, e temeva che suo marito le tagliasse la faccia, all'uscire dal carcere, egli ripeteva: - Sta tranquilla che non ne esce più -. Ormai nessuno ci pensava; solamente qualche madre, qualche vecchiarello, se gli correvano gli occhi verso la pianura, dove era la città, o la domenica, al vedere gli altri che parlavano tranquillamente dei loro affari coi galantuomini, dinanzi al casino di conversazione, col berretto in mano, e si persuadevano che all'aria ci vanno i cenci.Il processo durò tre anni, nientemeno! tre anni di prigione e senza vedere il sole. Sicché quegli accusati parevano tanti morti della sepoltura, ogni volta che li conducevano ammanettati al tribunale. Tutti quelli che potevano erano accorsi dal villaggio: testimoni, parenti, curiosi, come a una festa, per vedere i compaesani, dopo tanto tempo, stipati nella capponaia - ché capponi davvero si diventava là dentro! e NeliPirru doveva vedersi sul mostaccio quello dello speziale, che s'era imparentato a tradimento con lui! Li facevano alzare in piedi ad uno ad uno. - Voi come vi chiamate? - E ciascuno si sentiva dire la sua, nome e cognome e quel che aveva fatto. Gli avvocati armeggiavano, fra le chiacchiere, coi larghi maniconi pendenti, e si scalmanavano, facevano la schiuma alla bocca, asciugandosela subito col fazzoletto bianco, tirandoci su una presa di tabacco. I giudici sonnecchiavano, dietro le lenti dei loro occhiali, che agghiacciavano il cuore. Di faccia erano seduti in fila dodici galantuomini, stanchi, annoiati, che sbadigliavano, si grattavano la barba, o ciangottavano fra di loro. Certo si dicevano che l'avevano scappata bella a non essere stati dei galantuomini di quel paesetto lassù, quando avevano fatto la libertà. E quei poveretti cercavano di leggere nelle loro facce. Poi se ne andarono a confabulare fra di loro, e gli imputati aspettavano pallidi, e cogli occhi fissi su quell'uscio chiuso. Come rientrarono, il loro capo, quello che parlava colla mano sulla pancia, era quasi pallido al pari

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degli accusati, e disse: - Sul mio onore e sulla mia coscienza!...Il carbonaio, mentre tornavano a mettergli le manette, balbettava: - Dove mi conducete? - In galera? - O perché? Non mi è toccato neppure un palmo di terra! Se avevano detto che c'era la liberta!... – Giovanni Verga (Catania 1840 – Catania 1922) nasce in una famiglia nobile, terminati gli studi si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza che abbandona nel 1861 per arruolarsi nella Guardia Nazionale di Giuseppe Garibaldi, è preso da patriottico entusiasmo ma si tradurrà in una grande delusione. Nel 1865 fa il suo primo viaggio a Firenze e grazie ai suoi primi romanzi di carattere mondano entra in contatto con i salotti letterari della nuova capitale d‘Italia. Molto importante per la sua svolta letteraria è l‘amicizia con Luigi Capuana teorico del Verismo italiano, nel 1872 Verga si trasferisce a Milano e nel 1874 dà vita al suo primo componimento verista Nedda, da questo momento in poi si dedica solo al racconto della sua terra prediligendo il genere letterario della novella o del romanzo. Fra le opere principali ricordiamo le raccolte di novelle Vita dei campi, Novelle rusticane e i romanzi I Malavoglia e Mastro-don Gesualdo. 1.Comprensione del testo Riassumi sinteticamente il contenuto del brano. 2. Analisi del testo

2.1 A quale episodio storico si riferisce il testo? Perché Verga sceglie di affrontare questo tema? 2.2 Come è caratterizzata la folla? Che azioni compie? 2.3 Come cambia il ritmo della narrazione all‘interno della novella? E quale effetto produce?

2.4 All‘interno della novella Verga si sofferma su alcuni aspetti puramente esteriori come il vestiario dei personaggi. Soffermati suquest‘ultimo puntoe spiega perché l‘autore si sia soffermato su questi dettagli. 2.5 Quali sono le caratteristiche che ci permettono di definire verista questa novella? 2.6 Il messaggio finale che Verga vuole dare con questa novella qual è?

Interpretazione complessiva e approfondimenti Proponi una tua interpretazione critica del brano, tenendo ben in mente quale sia il contesto storico e letterario in cui va inserito. Cerca di ricostruire, in brevi ed esaustivi passaggi, come Verga sia

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arrivato a scrivere una novella ambientata nell‘età della sua giovinezza e che è comunque rappresentativa della sua svolta verista e che idea ha della spedizione dei Mille ed in generale del processo che ha portato allo Stato unitario. Proponi un‘interpretazione complessiva del brano di Verga, arricchendo le tue riflessioni con riferimenti al contesto storico e culturale in cui si inserisce. Ricostruisci, inoltre, il processo che ha portato alla composizione di questa novella, alla luce delle vicende biografiche, dell‘ideologia storico-sociale e politica dell‘autore. TRACCIA N. 2 Giovanni Verga, L’inquietudine di ‘Ntoni, da “Malavoglia” cap. XI, Treves, Milano 1881. Ma d'allora in poi non pensava ad altro che a quella vita senza pensieri e senza fatica che facevano gli altri; e la sera, per non sentire quelle chiacchiere senza sugo, si metteva sull'uscio colle spalle al muro, a guardare la gente che passava, e digerirsi la sua mala sorte; almeno così si riposava pel giorno dopo, che si tornava da capo a far la stessa cosa, al pari dell'asino di compare Mosca, il quale come vedeva prendere il basto gonfiava la schiena aspettando che lo bardassero! - Carne d'asino! - borbottava -Ecco cosa siamo! - Carne da lavoro! - E si vedeva chiaro che era stanco di quella vitaccia, e voleva andarsene a far fortuna, come gli altri; tanto che sua madre, poveretta, l'accarezzava sulle spalle, e l'accarezzava pure col tono della voce, e cogli occhi pieni di lagrime, guardandolo fisso per leggergli dentro e toccargli il cuore. Ma ei diceva no, che sarebbe stato meglio per lui e per loro; e quando tornava poi sarebbero stati tutti allegri. La povera donna non chiudeva occhio in tutta la notte, e inzuppava di lagrime il guanciale. Infine il nonno se ne accorse, e chiamò il nipote fuori dell'uscio, accanto alla cappelletta, per domandargli cosa avesse. - Orsù, che c'è di nuovo? dillo a tuo nonno, dillo! - 'Ntoni si stringeva nelle spalle; ma il vecchio

seguitava ad accennare di sì col capo, e sputava, e si grattava il capo cercando le parole. - Sì, sì, qualcosa ce l'hai in testa, ragazzo mio! Qualcosa che non c'era prima. «Chi va coi zoppi,

all'anno zoppica». - C'è che sono un povero diavolo! ecco cosa c'è! - Bè! che novità! e non lo sapevi? Sei quel che è stato tuo padre, e quel ch'è stato tuo nonno! «Più

ricco è in terra chi meno desidera»; «Meglio contentarsi che lamentarsi». - Bella consolazione! Questa volta il vecchio trovò subito le parole, perché si sentiva il cuore sulle labbra: -Almeno non lo dire davanti a tua madre. - Mia madre... Era meglio che non mi avesse partorito, mia madre! - Sì, accennava padron 'Ntoni- sì! meglio che non t'avesse partorito, se oggi dovevi parlare in tal

modo. 'Ntoni per un po' non seppe cosa dire. - Ebbene! - esclamò poi -lo faccio per lei, per voi, e per tutti. Voglio farla ricca, mia madre! ecco cosa voglio. Adesso ci arrabattiamo colla casa e colla dote di Mena; poi crescerà Lia, e un po' che le annate andranno scarse staremo sempre nella miseria. Non voglio più farla questa vita. Voglio cambiare stato, io e tutti voi. Voglio che siamo ricchi, la mamma, voi, Mena, Alessi e tutti.

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Padron 'Ntoni spalancò tanto d'occhi, e andava ruminando quelle parole, come per poterle mandar giù. - Ricchi! - diceva - ricchi! e che faremo quando saremo ricchi? 'Ntoni si grattò il capo, e si mise a cercare anche lui cosa avrebbe fatto. - Faremo quel che fanno gli altri... Non faremo nulla, non faremo!... Andremo a stare in città, a non far nulla, e a mangiare pasta e carne tutti i giorni. - Va, va a starci tu in città. Per me io voglio morire dove son nato - ; e pensando alla casa dove era

nato, e che non era più sua si lasciò cadere la testa sul petto. - Tu sei un ragazzo, e non lo sai!... non lo sai!...

Vedrai cos'è quando non potrai più dormire nel tuo letto; e il sole non entrerà più dalla tua finestra!... Lo vedrai! te lo dico io che son vecchio! - II poveraccio tossiva che pareva soffocasse, col dorso curvo, e dimenava tristamente il capo: - «Ad ogni uccello, suo nido è bello». Vedi quelle passere? le vedi? Hanno fatto il nido sempre colà, e torneranno a farcelo, e non vogliono andarsene. - Io non sono una passera. Io non sono una bestia come loro! — rispondeva 'Ntoni. - Io non voglio vivere come un cane alla catena, come l'asino di compare Alfio, o come un mulo da bindolo, sempre a girare la ruota; io non voglio morir di fame in un cantuccio, o finire in bocca ai pescicani. - Ringrazia Dio piuttosto, che t'ha fatto nascer qui; e guardati dall'andare a morire lontano dai sassi che ti conoscono. «Chi cambia la vecchia per la nuova, peggio trova». Tu hai paura del lavoro, hai paura della povertà; ed io che non ho più né le tue braccia né la tua salute non ho paura, vedi! «Il buon pilota si prova alle burrasche». Tu hai paura di dover guadagnare il pane che mangi; ecco cos'hai! Quando la buon'anima di tuo nonno mi lasciò la Provvidenza e cinque bocche da sfamare, io era più giovane di te, e non aveva paura; ed ho fatto il mio dovere senza brontolare; e lo faccio ancora; e prego Iddio di aiutarmi a farlo sempre sinché ci avrò gli occhi aperti, come l'ha fatto tuo padre, e tuo fratello Luca, benedetto! che non ha avuto paura di andare a fare il suo dovere. Tua madre l'ha fatto anche lei il suo dovere, povera femminuccia, nascosta fra quelle quattro mura; e tu non sai quante lagrime ha pianto, e quante ne piange ora che vuoi andartene; che la mattina tua sorella trova il lenzuolo tutto fradicio! E nondimeno sta zitta e non dice di queste cose che ti vengono in mente; e ha lavorato, e si è aiutata come una povera formica anche lei: non ha fatto altro, tutta la sua vita, prima che le toccasse di piangere tanto, fin da quando ti dava la poppa, e quando non sapevi ancora abbottonarti le brache, che allora non ti era venuta in mente la tentazione di muovere le gambe, e andartene pel mondo come uno zingaro. In conclusione 'Ntoni si mise a piangere come un bambino, perché in fondo quel ragazzo il cuore ce l'aveva buono come il pane; ma il giorno dopo tornò da capo. La mattina si lasciava caricare svogliatamente degli arnesi, e se ne andava al mare brontolando: - Tale quale l'asino di compare Alfio! come fa giorno allungo il collo per vedere se vengono a mettermi il basto -.

1. Comprensione del testo Riassumi sinteticamente il contenuto del brano.

2. Analisi del testo

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2.1 Individua le caratteristiche del narratore. Rifletti, ad esempio, se sia esterno o interno al mondo rappresentato; se conosca di più, di meno o come i personaggi, se esprima o no dei giudizi (cfr. «In fondo quel ragazzo il cuore ce l'aveva buono come il pane»); sul punto di vista adottato.

2.2 Individua le caratteristiche dello stile: come è organizzata la sintassi? A quale registro linguistico appartiene il testo? Quale funzione assumono i dialoghi presenti? Quale funzione assume l'uso dei proverbi da parte di Padron 'Ntoni e dei paragoni da parte di 'Ntoni?

2.3 Di quali valori si fanno portavoce la concezione della vita del vecchio e del giovane ‗Ntoni?

2.4 II desiderio di mutamento che pervade sempre di più 'Ntoni è determinato solo da una volontà egoistica di miglioramento personale o anche da altri motivi?

3. Interpretazione complessiva e approfondimenti

Alla luce della poetica e dell‘ideologia socio-culturale di Verga, proponi una tua interpretazione complessiva del brano, riflettendo inoltre sullo spazio che assumono tradizione e innovazione all‘interno del romanzo ―Malavogliaǁ. Confronta poi il romanzo con le opere di altri autori di fine Ottocento.

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TIPOLOGIA B – ANALISI DI UN TESTO ARGOMENTATIVO TRACCIA N. 1 – AMBITO ARTISTICO-LETTERARIO

Scuola, addio allo studio della Storia dell’Arte: ecco perché siamo un Paese senza futuro

FONTE: fanpage.it. Articolo del 17 ottobre 2018. Scritto da Federica D‘Alfonso.

Nelle ultime settimane la scuola italiana è tornata a far parlare di sé, e per motivi ancora una volta preoccupanti: a scatenare le proteste e la reazione di studiosi ed esperti del settore è stata la scelta della Commissione, presieduta da Luca Serianni, di eliminare la traccia di Storia dall'esame di maturità. Una proposta che si aggiunge alla lunga lista di cambiamenti e riforme che hanno riguardato la scuola italiana negli ultimi otto anni, in cui spiccava già il triste trattamento che una disciplina come la Storia dell‘Arte stava subendo: quella di Serianni è solo l‘ultima di una lunga serie di scelte che ci trasformeranno in un Paese incapace di guardare al passato e dunque, senza futuro. Ecco perché.

I cambiamenti, in breve

Ma cosa è cambiato davvero nelle scuole italiane? Per quanto riguarda le discipline storicoartistiche il discorso è lungo e complesso, e nasce più o meno all'epoca della riforma Gelmini del 2010: da allora, le ore dedicate alla Storia dell‘arte sono state drasticamente diminuite (ma non eliminate del tutto) sia nei licei sia negli istituti tecnici e professionali, in ottica di un‘ottimizzazione del monte ore e delle risorse già esigue della scuola. Per l‘insegnamento della Storia il discorso è diverso: la materia continuerà, per fortuna, ad essere insegnata e studiata sia nei licei che negli istituti tecnici e professionali, ma il grande traguardo dell‘esame di maturità subirà in questo senso una drastica modificazione. Niente più traccia storica fra le tipologie previste per il tema. Ci si chiede ora se una decisione di questo genere modificherà l‘approccio allo studio di una disciplina che, scomparendo dalla ―listaǁ di competenze e saperi richiesti ad un maturando, molto probabilmente verrà sempre di più sottovalutata.

Senza storia non abbiamo futuro: ecco perché

La maggior parte dei giovani, alla fine del secolo, è cresciuta in una sorta di presente permanente, nel quale manca ogni tipo di rapporto organico con il passato storico del tempo in cui essi vivono. (…) Il lavoro degli storici, il cui compito è ricordare ciò che altri dimenticano, è ancora più essenziale ora di quanto mai lo sia stato nei secoli scorsi. Nel suo lavoro più conosciuto Eric Hobsbawm parlava così. Erano gli anni Novanta, e si iniziava a fare i conti con quel ―Secolo breveǁ che stava cambiando radicalmente, secondo lo storico, il modo in cui l‘uomo si relazionava al progresso e al proprio futuro. La necessità palesata da Hobsbawm è

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oggi passata sotto silenzio: scegliere di privare i giovani degli strumenti essenziali di lettura della realtà storica vuol dire privarli della possibilità di scegliere e determinare il loro futuro. Perché questo vuol dire sostanzialmente studiare la storia o la storia dell‘arte: acquisire la capacità di leggere i fatti, gli accadimenti o, nel caso della storia dell‘arte, i linguaggi creativi, in modo razionale e approfondito in modo da poter sviluppare una coscienza individuale, collettiva, civile, e politica. E anche l‘Arte, forse soprattutto l‘arte, in questo senso, è vitale: essa non è mai stata fine a sé stessa, e le grandi esperienze del Rinascimento ci hanno insegnato come un quadro o un dipinto possa nascondere molta più realtà e politica di quanto pensiamo. L‘arte ha linguaggi e regole ben precise che, se approfondite, permettono di decifrare messaggi che altrimenti resterebbero nascosti: questa capacità, in un‘epoca in cui tutto è immagine e comunicazione visiva, è indispensabile. Senza lo studio approfondito di Raffaello o Caravaggio è impossibile comprendere qualcosa della Street Art che tanto piace ai più giovani, ma ancor di più di quello che ci circonda nella vita quotidiana. Allo stesso tempo la storia, che già per Cicerone era ―magistra vitaeǁ (maestra di vita), non costituisce una semplice raccolta di fatti, date o nomi noiosissimi da imparare: è così che oggi viene insegnata, semmai, perché manca effettivamente il tempo di approfondirne il reale significato. La storia è il presente che in qualche modo è già stato sperimentato, analizzato e vissuto: senza di esso, siamo come ciechi senza una guida.

1. Comprensione del testo Riassumi sinteticamente il contenuto del brano proposto.

2. Analisi del testo 2.1 A chi si rivolge il testo giornalistico? 2.2 Qual è la tesi di fondo sostenuta? 2.3 Quali argomentazioni vengono espresse a sostegno della tesi? 2.4 Sono presenti delle confutazioni? 2.5 Quali sono le risorse espressive alle quali l‘autore dell‘articolo ricorre per sostenere la

propria opinione?

3. Interpretazione complessiva e commento

Esponi le tue riflessioni sull‘argomento e intorno alla tesi di fondo avanzata nell‘articolo anche sulla base delle conoscenze acquisite nel tuo specifico percorso di studi.

TRACCIA N. 2 - AMBITO STORICO-POLITICO

Mattarella: nessuno può incrinare i valori dell’Unione Europea. No a

nazionalismo e a mercanteggiamenti

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FONTE: rai news.it. Articolo del 14 settembre 2018.

I valori dell'Unione europea, il suo futuro, un fermo no a nazionalismi e mercanteggiamenti sul bilancio comunitario sono i temi principali del discorso del capo dello Stato a Riga, in Lettonia, per il vertice del "Gruppo Arraiolos" che riunisce 13 presidenti di Paesi europei. Nessuno può mettere in discussione i valori Ue Quella di "mettere in comune il futuro degli europei" è "una ragione, storicamente, per il futuro, così vasta se si raffronta con il passato, che non c'è movimento che possa mettere in discussione questo valore storico. Però va fatto comprendere con maggiore efficacia e con maggiore capacità", ha sottolineato Mattarella parlando dalla Lettonia. Non mercanteggiare sul bilancio Ue "L'Italia è un contributore attivo dell'Unione. Ma mi sono sempre rifiutato di considerare questi rapporti sul piano del dare e avere, anche perché i benefici dell'integrazione non sono quasi mai monetizzabili interamente. Non è attraverso il calcolo contabile che si definisce il vantaggio che l'Unione assicura a tutti i suoi componenti"ha detto il capo dello Stato. "Il rischio è quello di mettersi a mercanteggiare fra di noi, fra i nostri Paesi, sui rapporti contabili". "Sono anziano, ho idiosincrasia per il nazionalismo" "Io sono avanti negli anni, sono nato durante i bombardamenti e, forse per questo, mi è rimasta un'innata diffidenza, e un'innata idiosincrasia verso qualunque pericolo di nazionalismo e di guerre" per cui "occorre riflettere su questo perché corriamo il rischio che riproporre dentro l'Unione un clima che non è soltanto concorrenziale ma è di contrapposizione, che poi diventa contrasto, poi diventa ostilità, diventa non sappiamo cosa", ha avvisato Mattarella. "Da soli non conteremmo nulla nel mondo" Bisogna "mettere in comune il futuro degli europei" ma anche ricordare che "senza questa prospettiva l'Europa non conterà nulla nel mondo", ha detto il presidente della Repubblica. "E' stato ricordato il ruolo di Stati Uniti, Russia, Cina. Quale Paese dei nostri, anche il più in solido e il più prospero, può essere un interlocutore che può contrastare o comunque discutere amichevolmente, o non amichevolmente, con i colossi della comunità internazionale?", si è chiesto retoricamente. "Ma anche sotto il profilo della sicurezza, rispetto a eventuali ritorni di ostilità di qualcuno dei grandi Paesi, che cos'è efficace? Un'Unione infragilita dalle rivalità interne, in cui ognuno si presenta da solo, in realtà, o un'Unione coesa, compatta, che rende più forti tutti i Paesi che la compongono? Abbiamo spesso commesso degli errori - evidentemente - nel considerare come ormai acquisiti alcuni risultati, dando per scontate alcune condizioni. Invece - ha concluso - va fatto capire, anche alle giovani generazioni, che non sono mai né acquisiti per sempre, né scontati per sempre".

1. Comprensione del testo

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Riassumi brevemente il contenuto del brano.

2. Analisi del testo 2.1. Rintraccia nel testo la frase chiave. 2.2.A chi si rivolge l‘argomentazione? Perché proprio in questo momento storico Mattarella

sente il bisogno di riaffermare con risolutezza l‘importanza dei valori fondanti dell‘Unione Europea?

2.3. Cosa intende, secondo te, il Presidente della Repubblica quando afferma:"Io sono avanti negli anni, sono nato durante i bombardamenti e, forse per questo, mi è rimasta un'innata diffidenza, e un'innata idiosincrasia verso qualunque pericolo di nazionalismo e di guerre"?

2.4.Quali argomentazioni Mattarella espone a sostegno della sua tesi? Ricercale nel testo e sintetizzale brevemente.

2.5.Quali registri stilistici e quali elementi retorici vengono utilizzati dal Presidente della Repubblica per esprimere la propria idea di Unione Europea?

2.6. In che modo Mattarella mette in evidenza le criticità che potrebbero emergere se l‘Unione Europea si infragilisse?

3. Interpretazione complessiva e approfondimenti Commenta il testo appena letto sviluppando ed esponendo la tua idea sull‘argomento trattato, anche sulla base di conoscenze acquisite nel tuo specifico percorso di studio o in approfondimenti personali sull‘argomento. TRACCIA N. 3 – AMBITO SOCIALE Ogni due giorni una donna viene uccisa dal compagno. I numeri della violenza di genere FONTE: l‘Espresso.it. Articolo del 21 giugno 2017. Scritto da Giulia Torlone.

In Italia ogni due giorni una donna viene uccisa. Solo lo scorso anno sono state 120 le vittime ammazzate da un marito, fidanzato o convivente. Per capire il fenomeno abbiamo dato uno sguardo ai dati aggiornati, presentati nell‘indagine condotta dall'Istat in collaborazione con il Ministero della Giustizia. Il fenomeno resta di enormi proporzioni e i numeri parlano chiaro: quasi sette milioni di donne hanno subìto qualche forma di abuso nel corso della loro vita. Dalle violenze domestiche allo stalking, dallo stupro all'insulto verbale, la vita femminile è costellata di violazioni della propria sfera intima e personale. Spesso un tentativo di cancellarne l'identità, di minarne profondamente l‘indipendenza e la libertà di scelta.

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Il tragico estremo di tutto questo è rappresentato dal femminicidio, che anche se in leggero calo rispetto agli anni precedenti, dimostra di essere ancora un reato diffuso ed un problema che necessita di una risposta non solo giudiziaria, ma culturale e educativa. E proprio il femminicidio, l‘uccisione di una donna con la quale si hanno legami sentimentali o sessuali, rappresenta la parte preponderante degli omicidi contro il genere femminile. Più dell‘82 per cento dei delitti commessi a scapito di una donna, nel nostro paese, sono classificati come femminicidi. Un numero gigantesco: oltre quattro su cinque. Gli autori di femminicidi nella maggior parte dei casi hanno una fascia di età compresa tra i 31 e i 40 anni, seguita da quella che comprende un'età tra i 41 e i 50. Le vittime invece sono più giovani: a morire per mano dei propri compagni sono per lo più ragazze tra i 18 e i 30 anni. E' da evidenziare come sia in crescita il fenomeno del femminicidio a scapito delle più anziane; aumentano infatti gli omicidi verso donne di età compresa tra i 71 e gli 80 anni. La dimensione domestica della violenza sulle donne e dell'omicidio che spesso da questi atti di sopruso ne deriva, contestualizza il dato sulla nazionalità di vittime e carnefici. Nella maggioranza dei casi infatti la vittima è italiana, solo nel 22 per cento dei casi è straniera, con una larga maggioranza proveniente dall'est Europa. Lo stesso dato emerge per quanto riguarda il carnefice. Il 74,5 per cento degli assassini hanno nazionalità italiana. Il rapporto che lega la vittima e il suo carnefice è nel 55,8 per cento dei casi di natura sentimentale, con una relazione in atto al momento dell'omicidio o pregressa. Il 63,8 per cento evidenzia che la vittima e l'autore sono coniugi o conviventi, il 12 per cento fidanzati e il 24 per cento aveva intrattenuto una relazione sentimentale (matrimonio o fidanzamento) terminata prima rispetto all'omicidio. Analizzando il modus operandi degli omicidi, emerge un quadro brutale e primitivo. Secondo le analisi condotte da Istat in collaborazione con il Ministero della Giustizia, si tratta di colluttazioni corpo a corpo dove l'assassino sfoga una rabbia inaudita. L'arma più utilizzata è il coltello e in più del 40 per cento dei casi le donne vengono colpite ripetutamente, quasi mai con solo due o tre colpi mortali. Nel 15,5 per cento dei casi la donna viene uccisa con oggetti di uso comune: martelli, accette, picconi, rastrelli e impiegati brutalmente fino a renderla esanime. Più tortuosa è la ricostruzione del movente: quasi sempre la causa è legata a gelosia e possessione nei confronti della vittima. Spesso, alla base dei dissidi ci sono motivi economici. In alcuni episodi l'uomo uccide la donna perché preferisce la sua morte al mantenimento della relazione o per timore dell'eventuale scoperta di adulterio. A ottobre 2013 il Senato ha approvato il decreto legge contro il femminicidio. La normativa rientra nel quadro delineato dalla Convenzione di Istanbul, primo strumento internazionale giuridicamente vincolante sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica. L'elemento di novità è il riconoscimento della violenza sulle donne come forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione. La legge approvata, che rientra nel quadro della convenzione di Istanbul, si basa soprattutto sull‘inasprimento delle pene e delle misure cautelari. È stato introdotto l‘arresto in flagranza obbligatorio per i reati di maltrattamenti in famiglia e stalking. La polizia giudiziaria potrà disporre

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l‘allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Gli aggressori allontanati dall'abitazione familiare potranno essere controllati attraverso un braccialetto elettronico e in caso di stalking potranno essere disposte intercettazioni telefoniche. Il nuovo testo prevede l‘inasprimento delle pene quando la violenza è commessa contro una persona con cui si ha una relazione, e non soltanto se si convive o si ha un vincolo (recesso o meno) di matrimonio. Le aggravanti sono previste anche quando i maltrattamenti avvengono in presenza di minori e contro le donne incinte. Se dal punto di vista normativo le cose vanno finalmente dalla parte giusta, dall'altro i centri antiviolenza stanno piano piano chiudendo per mancanza di fondi. Sono decine le associazioni in difficoltà dopo il taglio sociale voluto dal governo Gentiloni lo scorso marzo. Eppure la legge del 2013 sul femminicidio aveva previsto l‘erogazione di 10 milioni all‘anno per i centri antiviolenza. La prima parte di quel denaro, arrivato già in ritardo di mesi, una volta nelle casse delle Regioni pare sparito. Non vi è traccia e sicuramente non è stato usato per supportare i centri antiviolenza a cui in realtà erano destinati.

1. Analisi del testo Fai un‘analisi dell‘articolo scritto da Giulia Torlone, mostra qual è il messaggio che vuole lanciare la giornalista, quale tesi sostiene e quali critiche o proposte aggiuntive fa, se ci sono. E cerca di fare un‘analisi dettagliata e poi complessiva delle varie parti del discorso.

2. Commento del testo Commenta il testo appena letto sviluppando ed esponendo la tua idea sull‘argomento trattato, anche sulla base di conoscenze acquisite nel tuo specifico percorso di studio o in approfondimenti personali sull‘argomento. TIPOLOGIA C - TEMA DI ORDINE GENERALE TRACCIA N. 1 Comunicare le emozioni: un tempo per farlo si scriveva una lettera, oggi un sms o una e-mail. Così idee e sentimenti viaggiano attraverso abbreviazioni e acronimi, in maniera veloce e funzionale. Non è possibile definire questo cambiamento in termini qualitativi; si può però prendere atto della differenza delle modalità di impatto che questa nuova forma di comunicazione ha sulle relazioni tra gli uomini: quanto quella di ieri era una comunicazione anche fisica, fatta di scrittura, odori, impronte e attesa, tanto quella di oggi è incorporea, impersonale e immediata. Discuti la questione proposta, sulla base delle tue conoscenze ed esperienze personali, illustrandone gli aspetti che ritieni più significativi.

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TRACCIA N. 2 La musica — diceva Aristotele (filosofo greco del IV sec. a.C.) — non va praticata per un unico tipo di beneficio che da essa può derivare, ma per usi molteplici, poiché può servire per l‘educazione, per procurare la catarsi e in terzo luogo per la ricreazione, il sollievo e il riposo dallo sforzo. Il candidato si soffermi sulla funzione, sugli scopi e sugli usi della musica nella società contemporanea. Se lo ritiene opportuno, può fare riferimento anche a sue personali esperienze di pratica e/o di ascolto musicale.

ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

Indirizzo: IPTS- PRODUZIONI INDUSTRIALI E ARTIGIANALI

ARTICOLAZIONE ARTIGIANATO OPZIONE PRODUZIONI TESSILI E SARTORIALI

Tema di: LABORA.TECNO.ESERCITAZIONI TESSILI-ABBIGLIAMENTO e

PROGETTAZIONE TESSILE ABBIGLIAMENTO MODA COSTUME Rapper e trapper sono diventati le nuove icone della moda per i giovani della generazione Z. I trapper sono sempre più attenti alla moda con i loro immancabili accessori, tatuaggi e accostamenti apparentemente bizzarri. Perciò anche la moda è sempre più attenta a rapper e trapper che spesso instaurano vere e proprie collaborazioni con alcuni brand.

Un‘azienda di sportswear con target 16-21 anni, vuole improntare la sua collezione P/E 2020 allo stile RAP e TRAP.

Facendo riferimento alle immagini allegate e/o a dei propri riferimenti iconografici, il candidato dovrà:

1. Presentare un moodboard con la relativa cartella colori;

2. Effettuare una serie di schizzi preliminari con l‘indicazione delle linee dei modelli utilizzati;

3. Realizzare almeno tre figurini illustrativi;

4. Redigere la scheda tecnica con il disegno piatto di uno dei capi e l‘indicazione dei materiali utilizzati.

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____________________________________ Durata massima della prova – prima parte: 4 ore. La prova si compone di due parti. La prima è riportata nel presente documento ed è predisposta dal MIUR mentre la seconda è predisposta dalla Commissione d‘esame in coerenza con le specificità del Piano dell‘offerta formativa dell‘istituzione scolastica e della dotazione tecnologica e laboratoriale d‘istituto. È consentito l‘utilizzo di immagini messe a disposizione dalla scuola e selezionate dalla commissione. Qualora necessario, sempre secondo le modalità stabilite dalla commissione, è consentito l‘utilizzo di apposita strumentazione digitale per la realizzazione degli elaborati. È consentito l‘uso del dizionario della lingua italiana. È consentito l‘uso del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati di madrelingua non italiana. SECONDA PARTE La/Il candidata/o compili la seguente documentazione relativa al capo proposto nella scheda tecnica: 1. Scheda pezzi del modello 2. Schema di descrizione per la confezione 3. Proposta variante tessuti/colori

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SS-2020 da ―Collezioni Trendsǁ n°126 - Gennaio 2019

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SS-2020 da ―Collezioni Trendsǁ n°126 - Gennaio 2019

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ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

Indirizzo: IPTS- PRODUZIONI INDUSTRIALI E ARTIGIANALI

ARTICOLAZIONE ARTIGIANATO OPZIONE PRODUZIONI TESSILI E SARTORIALI

Tema di: LABORA.TECNO.ESERCITAZIONI TESSILI-ABBIGLIAMENTO e

PROGETTAZIONE TESSILE ABBIGLIAMENTO MODA COSTUME

―Alexander McQueen era un visionario. Nell‘arco dei suoi 18 anni di carriera, le sfilate per la sua griffe, ma anche quelle per Givenchy - di cui è stato direttore creativo dal 1996 al 2001 - sono state a dir poco leggendarie: 10 minuti di puro spettacolo che coinvolgeva e incantava il pubblico per le idee audaci e straordinarie.

Per celebrare quello che sarebbe stato il 50° compleanno dello stilista, Vogue rende omaggio al suo lavoro straordinario e ricorda 20 momenti indimenticabili dalle sfilate di Alexander McQueen.ǁ

Vogue italia 12 Marzo 2019

Facendo riferimento alle immagini allegate il candidato dovrà:

1. Effettuare una serie di schizzi preliminari con l‘indicazione delle linee dei modelli utilizzati

2. Realizzare un figurino illustrativo

3. Redigere la scheda tecnica con il disegno piatto di uno dei capi e l‘indicazione dei materiali utilizzati

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____________________________________ Durata massima della prova – prima parte: 4 ore. La prova si compone di due parti. La prima è riportata nel presente documento ed è predisposta dal MIUR mentre la seconda è predisposta dalla Commissione d‘esame in coerenza con le specificità del Piano dell‘offerta formativa dell‘istituzione scolastica e della dotazione tecnologica e laboratoriale d‘istituto. È consentito l‘utilizzo di immagini messe a disposizione dalla scuola e selezionate dalla commissione. Qualora necessario, sempre secondo le modalità stabilite dalla commissione, è consentito l‘utilizzo di apposita strumentazione digitale per la realizzazione degli elaborati. È consentito l‘uso del dizionario della lingua italiana. È consentito l‘uso del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati di madrelingua non italiana. SECONDA PARTE In relazione alle proposte presentate nella prima parte, il candidato realizzi il modello completo dell‘abito descritto nella scheda tecnica e nel plat. Si richiede:

1. La trasformazione del modello fornito nella taglia base secondo il metodo impiegato nel corso di studi e la rilevazione dei pezzi componenti il capo completo di indicazioni tecniche. 2. La compilazione della scheda variante texture per il capo scelto e di rispondere ad uno dei quesiti proposti sulla scheda stessa.

Allegati: Modello dell‘abito base e manica classica in TG 42 scala 1:2

Modello dell‘abito in maglia e relativa manica in TG 42 scala 1:2

Scheda di proposta variante texture con quesiti

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immagini tratte da Vogue italia 12 Marzo 2019

TRACCE DELLA SIMULAZIONE DELLA PROVA ORALE

Traccia 1

Traccia 2 Manifesto del Futurismo

1. Noi vogliamo cantare l‘amor del pericolo, l‘abitudine all‘energia e alla temerità.

2. Il coraggio, l‘audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.

3. La letteratura esaltò fino ad oggi l‘immobilità pensosa, l‘estasi e il sonno. Noi

vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l‘insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.

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4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall‘alito esplosivo... un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.

5. Noi vogliamo inneggiare all‘uomo che tiene il volante, la cui asta ideale

attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.

6. Bisogna che il poeta si prodighi, con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l‘entusiastico fervore degli elementi primordiali.

7. Non v‘è più bellezza, se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un

carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all‘uomo.

8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!... Perché dovremmo guardarci

alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell‘Impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell‘assoluto, poiché abbiamo già creata l‘eterna velocità onnipresente.

9. Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.

10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d‘ogni specie, e

combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria.

(Estratto dal Manifesto del Futurismo, F.T. Marinetti, 1909)

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Traccia 3

Sciorinarono dal campanile un fazzoletto a tre colori, suonarono le campane a stormo, e cominciarono a gridare in piazza: - Viva la libertà! - Come il mare in tempesta. La folla spumeggiava e ondeggiava davanti al casino dei galantuomini, davanti al Municipio, sugli scalini della chiesa: un mare di berrette bianche; le scuri e le falci che luccicavano. Poi irruppe in una stradicciuola. - A te prima, barone! che hai fatto nerbare la gente dai tuoi campieri! - Innanzi a tuttigli altri una strega, coi vecchi capelli irti sul capo, armata soltanto delle unghie. - A te, prete del diavolo! che ci hai succhiato l'anima! - A te, ricco epulone, che non puoi scappare nemmeno, tanto sei grasso del sangue del povero! - A te, sbirro! che hai fatto la giustizia solo per chi non aveva niente! - A te, guardaboschi! che hai venduto la tua carne e la carne del prossimo per due tarì al giorno! - E il sangue che fumava ed ubbriacava. Le falci, le mani, i cenci, i sassi, tutto rosso di sangue! - Ai galantuomini! Ai cappelli! Ammazza! ammazza! Addosso ai cappelli! […] Libertà voleva dire che doveva essercene per tutti! - Quel Nino Bestia, e quel Ramurazzo, avrebbero preteso di continuare le prepotenze dei cappelli! - Se non c'era più il perito per misurare la terra, e il notaio per metterla sulla carta, ognuno avrebbe fatto a riffa e a raffa! - E se tu ti mangi la tua parte all'osteria, dopo bisogna tornare a spartire da capo? - Ladro tu e ladro io -. Ora che c'era la libertà, chi voleva mangiare per due avrebbe avuto la sua festa come quella dei galantuomini! - Il taglialegna brandiva in aria la mano quasi ci avesse ancora la scure. […]Tutti gli altri in paese erano tornati a fare quello che facevano prima. I galantuomini non potevano lavorare le loro terre colle proprie mani, e la povera gente non poteva vivere senza i galantuomini. Fecero la pace.

(Estratto da Libertà in Novelle rusticane, G. Verga, 1882)

Traccia 4 Ma l‘occhialuto uomo, invece, inventa gli ordigni fuori del suo corpo e se c‘è stata

salute e nobiltà in chi li inventò, quasi sempre manca in chi li usa. Gli ordigni si comperano, si vendono e si rubano e l‘uomo diventa sempre più furbo e più debole.

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Anzi si capisce che la sua furbizia cresce in proporzione della sua debolezza. I primi suoi ordigni parevano prolungazioni del suo braccio e non potevano essere efficaci che per la forza dello stesso, ma, oramai, l‘ordigno non ha più alcuna relazione con l‘arto. Ed è l‘ordigno che crea la malattia con l‘abbandono della legge che fu su tutta la terra la creatrice. La legge del più forte sparì e perdemmo la selezione salutare. Altro che psico-analisi ci vorrebbe: sotto la legge del possessore del maggior numero di ordigni prospereranno malattie e ammalati.

Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po‘ più ammalato, ruberà tale esplosivo e s‘arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un‘esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie. (Estratto da La coscienza di Zeno, Italo Svevo, 1923)

Traccia 5

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(E. Munch, Il grido, tempera e pastello su cartone, 1893)

1.

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Il 19 febbraio 2019 il mondo della moda ha perso una vera icona: Karl Lagerfeld, deceduto a 85 anni dopo una lunga carriera per alcune delle più importanti case di moda tra cui Chanel, Fendi e Chloe. Una delle più grandi sfide di Lagerfeld è stata proprio l‘esperienza con cui ha concluso la propria carriera ossia quella come direttore creativo di Chanel.

Nell‘iconico libro ―Il mondo secondo Karlǁ le frasi dello stesso designer ci fanno capire il suo approccio a questa esperienza:

―Cerco di far evolvere lo stile di Chanel pensando alla frase di Goethe: costruire un futuro migliore con le tracce del passatoǁ

―Un pizzico di humor e un tocco d‘irriverenza, ecco cosa serve per far sopravvivere una leggendaǁ

―Il mio lavoro non è far sopravvivere il tailleur Chanel ma mantenerlo vivoǁ Dalla traccia della simulazione seconda prova esame di stato IT sistema moda del 2 aprile 2019

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2 TAGLIAMO CORTO! Londra sta per celebrare con una mostra al V&A Museum Mary Quantcreatrice del simbolo dell‘emancipazione femminile made in Britain. Una rivoluzione cominciata 5 cm sopra il ginocchio, nesso causale fra emancipazione, praticità e seduzione e quintessenza della Londra anni ‘60: la minigonna! Da Elle Italia del 19/01/2019 3 Compie un secolo l‘invenzione più rivoluzionaria del made in Italy. Figlia del futurismo, portatrice sana di geni futuribili come praticità, democrazia, uguaglianza. A inventarla fu Ernesto Michahelles meglio noto come Thayaht, uno scultore ,pittore, fotografo, architetto e inventore fiorentino che Marinetti arruolò nel movimento futurista. Da Elle Italia del 16/03/2019

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4. Le industrie tessili sono tra le più inquinanti del mondo La moda di comprare un abito low cost e l'anno dopo sostituirlo con un altro è dannosa per l'ambiente, producendo tonnellate di rifiuti

Le industrie tessili sono al secondo posto nella classifica tra le più inquinanti del mondo. Il motivo? Semplice, ci siamo scordati del piacere del ―riusoǁ e ora, al primo filo che cede o dopo qualche mese dall‘acquisto, se la moda è cambiata, buttiamogli abiti e ne compriamo di nuovi. Fa tutto parte di un nuovo trend chiamato ―Fast Fashionǁ per cui, ogni stagione, cambiamo gli abiti comprati low cost l‘anno precedente e ne compriamo di nuovi.

La ricerca infatti ha rivelato come la produzione di abiti sia raddoppiata negli ultimi 15 anni, ma ogni capo dura la metà producendo così una grande quantità di rifiuti. Si parla di circa 70milioni di abiti buttati ogni anno e, purtroppo, il riciclo non è una soluzione perché, prima o dopo, quegli abiti saranno comunque buttati e diventeranno comunque spazzatura. Il danno ambientale che nasce da questa ―overdoseǁ di capi d‘abbigliamento è imponente al punto tale da essere visto persino nello spazio. Il Lago D‘Aral, per fare un esempio, si è ridotto in modo esponenziale per colpa delle monoculture del cotone che hanno deviato il corso dei fiumi che lo alimentavano. Senza considerare poi che realizzare un paio di jeans costa 11mila litri di acqua, il

trasporto consuma energia e gli insetticidi e i pesticidi inquinano l‘ambiente. Dal sito web GrennStyle 5. I jeans hanno fatto la storia di intere generazioni e rappresentano l'icona dell'abbigliamento casual per eccellenza: indossati prima solo dai ragazzi e dai giovani adulti, ora i pantaloni di tela blu, anche se poi con gli anni sono state introdotte tutte le varianti del caso, occupano un posto negli armadi pressoché di chiunque. Fonte: Wikipedia Si allegano: Allegato A: Relazioni e programmi delle singole discipline Allegato B: Griglie di valutazione delle prove scritte e orali utilizzate per le simulazioni Allegato C: Documentazione riguardante

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la candidata H con programma semplificato Allegato D: Documentazione riguardante la candidata H con programma differenziato

I componenti del Consiglio di classe

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COMPONENTI DEL CONSIGLIO DI CLASSE MATERIA FIRMA LINGUA E LETTERE ITALIANE

STORIA

MATEMATICA

INGLESE

LABORATORI TECNOLOGICI ED ESERCITAZIONI TESSILI, ABBIGLIAMENTO

TECNICHE DI DISTRIBUZIONE E MARKETING

TECNOLOGIE APPLICATE AI MATERIALI E AI PROCESSI PRODUTTIVI TESSILI, ABBIGLIAMENTO

PROGETTAZIONE TESSILE – ABBIGLIAMENTO, MODA E COSTUME

RELIGONE

SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE

SOSTEGNO

I.I.S. “ARTURO CHECCHI”

DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DI CLASSE PER L’ESAME DI STATO

M.P.-09

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02/05/14

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Fucecchio, 15 maggio 2019