Il Diario Spirituale Di Qohelet

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  • 7/25/2019 Il Diario Spirituale Di Qohelet

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    Il diario spirituale di Qohelet

    Introduzione

    Luomo non una tabula rasa. Diversamente da altri oggetti, il desiderio diconoscere se stesso parte del suo essere. Per conoscere se stesso egli deveinnanzitutto interrogarsi, e ci signiica interrogare la conoscenza che ha di sestesso, sconvolgendo !uello che potrebbe essere un rapporto narcisistico delliocon i propri concetti, con il proprio pensiero abituale. "ollevare simili problemi !ualcosa di pi# che cercare un approccio alla risposta$ lapertura di un %arco&."in dai poemi pi# antichi lessere umano si posto il problema pi# annoso$ cuna elicit', un piacere di vivere, oppure la vita tutta una disgrazia( )d esempiolantichissimo poema di *ilgamesh& la narrazione di una ricerca, ostinata!uanto inutile, di una via duscita dalla sorte comune di ogni uomo. Di ronte allamorte dellamico +nidu, *ilgamesh comprende la propria morte. Da !uestomomento in poi la sua ricerca non sar' pi# di un nome glorioso, ma di una vitache duri. Inizia un viaggio lungo e interminabile sempre uguale a se stesso, raitte tenebre. + !uando irrompe il sole, *ilgamesh si sente dire$ Dove ti aretti(

    -on troverai mai la vita che cerchi. Quando gli dei crearono luomo, gli diederoin destino morte /0 Quanto a te, *ilgamesh, riempi il tuo ventre di cose buone1giorno e notte, notte e giorno, danza sii lieto, banchetta e rallegrati&. 2 a !uesto

    punto che sente la domanda pi# angosciante, perch3 non pi# semplicemente ladomanda sul senso della vita, ma precisamente una domanda sul senso di una vita

    aticosamente spesa nel cercare una risposta. 2 la domanda delluomo che si tutto speso nella ricerca di una risposta e !uando credeva di averla trovata gli si subito rotta ra le mani$ 2 per !uesto che ho aticato con le mie mani, per!uesto che ho spremuto il sangue del mio cuore( )vevo trovato un segno e lho

    perso. Lasciamo la barca sulla riva e andiamo /0 Quando ritorn, su una pietratutta la storia incise&. -on la memoria di una vita eroica ed esaltante, nemmeno!uella di un uomo generoso, semplicemente la memoria di una atica inutile danon ripetere.Luomo biblico per risolvere il problema della precariet' della vita non solo, ma

    si aida anche alla potenza e alla edelt' di Dio. Queste ultime sembrano smentitedal dolore e dalla morte. -on solo. La malattia e la morte rivelanodrammaticamente la contraddizione interna alla struttura stessa dellessere umano,che sembra ridurlo ad un puro non senso, !uasi un essere sbagliato$ da una parte,la caducit' e la rammentariet'1 dallaltra, una incoercibile esigenza di unit',globalit' e durata. Luomo sembra compiuto, ma sicuramente la morte aerma ilcontrario, la sua incompiutezza. )llora dolore e morte sembrano anche porre unacontraddizione in Dio stesso. Da un lato, un Dio che ore la vita e parla di amore1dallaltro, il dolore e la morte sembrano smentirlo. Il dramma delluomo perci

    insieme antropologico e teologico. Linterrogativo che ci si deve porre non soltanto chi luomo(&, ma anche chi !uesto Dio(&1 pi# radicalmente$

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    corretta lidentit' che la sapienza ci dona di Dio, delluomo, del mondo, dellamorte/ 4ppure !uestultima le ha, in parte, ouscate(Questi sono, a nostro avviso, i motivi di ondo del libretto di Qohelet. 5n librettoaascinante, ma estremamente diicile ed inaerrabile come pochi altri libri nella

    sacra "crittura. La sua estrema diicolt' ed inaerrabilit' legata proprio alconronto serrato con gli interrogativi pi# proondi e drammatici sullesistenzaumana che chiamano in causa, la realt' stessa di Dio e limmagine che di!uestultima luomo si atta.6os7 la rilessione !oheletiana, proseguendo sulla linea della sapienza criticainaugurata da *iobbe, cerca di cogliere !ueste prospettive per giungere ad unminimo certo in cui ogni essere umano pu ritrovarsi ed ancorarsi.Per are !uesto egli riiuta, prima di tutto, il principio di retribuzione cos7 come siera sedimentato nella storia dIsraele, poich3 !uesta sapienza giustamente

    preclusa alluomo. "econdo il suo pensiero luomo nella sua massima saggezzarimane ignorante. 8anto che in tutta la sua atica nel ricercare compito dato daDio agli uomini 9,9:0, insieme alla pratica dellascolto e del timore di Dio, pugiungere solo a !ualche barlume di conoscenza. Luomo, dopo la sua ricerca, deveridurre le sua pretese di padroneggiarsi, di essere re Qoh 9,9.9;0 ed accoglierecome dono dalla mano di Dio la gioia di vivere in !uanto essere inito.Questo maestro di sapienza si a portavoce della tradizione sapienziale, in unmodo del tutto rinnovato, giacch3 aronta !uesta ricerca incontinuit'

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    are alcunch3 senza prima aver considerato che cosa ti spinge che cosa desideri0perch3 la tua vita destinata alla morteA&, gam=zeh havel&.Lesperienza della morte, !uindi, non pi# ignorata o relativizzata, per esempiocome nel libro dei Proverbi, o scoperta per caso come in *ilgamesh, ma

    collocata al primo posto della sua personale osservazione. Per un verso la mortesvaluta le strutture di senso con cui la sapienza tradizionale produce il sensodella vita& mentre per laltro garantisce una nuova visione della vita come donogratuito&. 6os7 lo status di letizia !uotidiano della vita = un vero e proprioritornello, ben sette volteA ;,;?=;B1 :,9;=9:.;;1 C,9@=91 E,9C1 addirittura gliultimi due come imperativo da realizzare ,@=1 99,=9;,90 = assunto in Qohelet,coglie la vita nella dimensione pi# vera, !uella teologale. 5n sano materialismoche a accogliere la vita come la gratuit' del dono divino di cui i molteplici donicibo, ac!ua, godere delle proprie atiche ...0 sono solo dei segni del suo amore.Lasciato il proprio desiderio di autocostruirsi, luomo si abbandona nelle bracciadel desiderioolam0 ed, adagiato in !uesta ricerca, scopre ladolcezza e la letizia della vita che non pu mai essere dimenticata dalluomo$6om dolce la luce, e che gioia per gli occhi vedere il sole&, 99,@0.6ondensata cos7 tra la pena per la morte e lo status di letizia, la vita non si spegnenel limite della initezza, ma ac!uista una connotazione da una parte pi# umile eragile i ritornelli sullhebel0, dallaltra pi# orte perch3 riposta& nelle mani diDio. Io dipendo da 8e ritornelli sulla letizia0A Da !ui sorge il bisogno didecostruire ogni sogno umano, primo ra tutti, !uello della sua possibile auto=regalit'& il sogno nel cassetto di ogni uomo0. Questa decostruzione meglio auto=

    decostruzione atta con magistrale sapienza attuata con !uella che dettalironia in Qohelet&. La necessit' per luomo di una ricerca della elicit' non puescludere lapertura al senso e ai legami = che cosa sto desiderando veramente(&sembra chiedersi Qohelet perch3 il desiderio rivela alluomo dov il suo cuore =.Questa lapertura che rende lessere umano uomo e non animale. Fa proprio!uestapertura, dilatandosi sia avanti sia indietro, inscrive luomo tra la nascita ela morte. )nche lanimale inscritto in !uesti due limiti, ma non ne ha coscienza,!uindi non vive la dimensione tragica di essere ad un tempo aperto al senso e invista della morte, !uale implosione di ogni senso. Il tragico , dun!ue, lelemento

    costitutivo delluomo$ la sua sapienza, dopo averlo costruito come Io aperto alFondo, gli ricorda che non aperto per nulla, deve morire. )llora lotta,soerenza e tedio si avvicinano alluomo per rammentargli ci che in ondo lasua essenza, !ualcosa dimperetto che non pu mai essere in s3 compiuta. +!uando, inine, la morte porta loblio, essa sopprime insieme il presente elesistenza non c ricordo dei primi e anche degli ultimi che saranno, non sar'ricordo di loro con coloro che saranno ultimi&, 9,991 ;,9B0, imprimendo in talmodo il sigillo su !uella conoscenza, che lesistenza solo un interrotto esserestato, una cosa che vive del negarsi, del consumarsi e del contraddirsi.

    La temporalit' diviene cos7 una dimensione essenziale delluomo. Per !uesto nonsi pu realizzare unautentica sapienza umana se non c una corretta cultura dellatemporalit'1 connessa, logicamente, con una giusta assiologia del tempo. Per

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    !uesto Qohelet ha riconosciuto nello >olam non la mortiicazione del tempoumano o la sua relativizzazione ma un principio che, agendo aprioristicamente,valorizza il tempo delluomo assicurandogli un senso e un solido ondamento. Ladinamica dello >olam sprigiona limperativo del desiderio non desiderare di

    meno&. Questistanza rappresentata in Qohelet dal compito donato da Dio& diri0cercare 9,9:1 :,990 !uesto>olam che potremmo chiamare come lordine cheabbraccia tutte le cose& che, in ultimo luogo, il desiderio stesso di Dio.Limperativo del desiderio da realizzare mette in campo continuamente !uestaorza che , nello stesso tempo, il compito

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    Dio che d' e riprende la vita, che distribuisce elicit' e inelicit'. "ia trovare,pagina dopo pagina, la nozione di un giudizio inale in cui il "ignorericompenser' ciascuno secondo le proprie opere la prima in :,9@0. Lattesa diunulteriorit' di un novum che, in !uanto tale, giunge inaspettato. 5n vero e

    proprio donoAIn ultima istanza, !uestintelaiatura si a notare come la chiave ermeneutica& ecomunicativa ondamentale dellintera opera. Inatti, la ritroviamo ripercorsa esviluppata nei capitoli successivi. "i ha limpressione che ino a !uesto puntolopera di Qohelet sia stata organizzata dal maestro stesso, per esprimere la suavisione del mondo, mentre da !uesto momento in poi sembra atta di massimestaccate, raccolte dallautore o da un discepolo non importa&.

    9. 8raduzione di Qoh 9,9=:,;;9,9 Parole di Qohelet, iglio di Davide, re in *erusalemme&; GFancanza a essereH, dice Qohelet,mancanza a essere tutto mancanza&.: Quale guadagno alluomo in tutta la sua dura aticacon cui saatica sotto il sole(&?. *enerazione va e generazione vienee la terra per sempre sta.C. 5scir' il sole e rientrer' il solee al suo luogo anelando ecco col' esce.B. )ndando a sud e girando a nord

    girando rigirando va il ventoe al suo giro torna col' il vento.@. 8utti i iumi vanno al marema il mare non si colmaal luogo verso cui i iumi vannocol' essi ritornano ad andare.E. 8utte le parole sono in eervescenzaun uomo non capace di parlarle0,un occhio non si sazia di vederle0

    un orecchio non si colma di udirle0.. Quel che u ecco sar'e !uel che u atto ecco sar' attoe non c niente di nuovo sotto il sole.9J. 6 una parola che si dice$*uarda !uesta nuovaA&ecco gi' u in un altro tempoche u davanti a noi.99. -on c ricordo dei primi

    e anche degli ultimi che sarannonon sar' ricordo di lorocon coloro che saranno ultimi.

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    9;. Proprio io, Qohelet, ui re su Israele in *erusalemme.9:. )pplicai il mio cuore ad indagare e ad esplorare con sapienza sopra tutto ciche si a sotto i cieli. Questa la cattiva occupazione che Dio ha dato ai igli

    delluomo perch3 vi lavorino.9?. %idi tutte le azioni che si anno sotto il sole ed ecco tutto mancanza, desiderare il desiderio.

    9C. Quello che storto non si pu rendere dritto e !uello chemanca non si pu contare.

    9B. Ko parlato, proprio io, con il mio cuore per dire ecco, proprio io, hoaccresciuto ed ho incrementato la sapienza pi# di ognuno che u prima di mesopra *erusalemme e il mio cuore vide una grande abbondanza di sapienza e diconoscenza.

    9@a. 6os7 applicai il mio cuore a conoscere sapienza, conoscenza e ollie,stoltezza,

    9@b. conobbi che anche !uesto, ecco, desiderare il desiderio.9E. 6ertamente maggior sapienza maggior gravame cos7 che aumento dellaconoscenza aumento della soerenza.

    ;,9. Ko parlato, proprio io, con il mio cuore vai ti metter alla prova con la letizia,godi il buono ma anche ci mancanza.;. Quanto al riso ho detto ollia& e !uanto alla letizia che cosa a(&

    :. Ko esplorato con il mio cuore trascinando con il vino la mia carne mentre ilmio cuore agiva con la sapienza e catturando ollia ino a vedere che cosa sia

    buono per i igli delluomo di modo che lo accia sotto i cieli nei giorni contatidella sua vita.?. ealizzai opere magniiche ediicai per me palazzine piantai per me vigneti,C. eci per me orti e parchi e vi piantai alberi di ogni genere di rutto,B. eci per me cisterne di ac!ua per irrigarne il bosco che produce alberi.@. 6omprai schiavi e schiave e igli di casa urono a me anche greggi di vacche egreggi di pecore urono a me pi# di ognuno che u prima di me in *erusalemme.

    E. accumulai per me anche argento e oro e tesori di re e ricchezze delle province.eci per me cantori e cantatrici e il piacere dei igli delluomo un copioso numerodi donne.. + ui grande e magniico pi# di ognuno che u prima di me in *erusalemme e

    per colmo la mia sapienza rimase a me.9J. + tutto !uello che desideravano i miei occhi non glielo allontanai non horicusato al mio cuore alcun letizia perch3 il mio cuore ero lieto di tutta la miaatica e !uesto u la parte di tutta la mia atica.99. )llora mi voltai, proprio io, su tutte le mie opere che hanno atto le mie mani e

    sulla atica che ho aticato per arle ed ecco tutto mancanza e desiderare ildesiderio non c guadagno sotto il sole.

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    9;. Fi posi, proprio io, a rilettere sulla sapienza, sulla ollia e sulla stoltezza.Perch3 !uale tipo duomo verr' dopo il re il !uale in altri tempi ecero(

    9:. %idi, proprio io, che c un guadagno per la sapienza sulla stoltezzacome un guadagno ha la luce sulla tenebra.

    9?. Il sapiente ha i suoi occhi nella sua testa, lo stolto cammina nelle tenebre maho capito, anche proprio io, che una sorte uguale tocca a tutte e due.9C. 6os7 ho detto, proprio io, nel mio cuore$ la sorte dello stolto anche proprio io,mi accadr' e perch3 sono saggio proprio io( Dove il guadagno()llora ho

    parlato nel mio cuore$ anche ci mancanza.9B. Perch3 non vi sar' ricordo per il saggio cos7 come per lo stolto, per sempre,

    perch3 ormai, nei giorni che vengono, il tutto sar' scordato. 6ome pu il saggiomorire come lo stolto(9@. Presi in odio la vita perch3 male su di me lazione che si compie sotto il sole

    perch3 il tutto mancanza e desiderare il desiderio.

    9E. Presi in odio, proprio io, tutta la mia atica che proprio io eci sotto il sole la!uale devo lasciarla alluomo che sar' dopo di me.9. + chi pu sapere se sar' saggio o stolto( "icuramente avr' pieno dominio sututta la mia atica nella !uale ho aticato e ho impegnato la mia saggezza sotto ilsole anche ci mancanza.;J. Dun!ue sono tornato dentro di me, proprio io, per ar disperare il mio cuore

    per tutta la atica che ho aticato sotto il sole.;9. Perch3 c un uomo il !uale ha aticato con sapienza e con scienza e con

    abilit' e ad un uomo che non ha aticato con lui deve dargli la sua parte di certo!uesto mancanza e sventura grande.;;. Perch3 cosa ha luomo da tutta la sua atica e preoccupazione del suo cuorecon cui saatica sotto il sole(;:. Perch3 tutti i suoi giorni sono alizioni e aanno la sua occupazioneneppure nella notte non si riposa il suo cuore anche ci mancanza.

    ;?. -on c buono nella natura umana che mangi, beva e accia vedere alla suaanima il buono della sua atica, certamente !uesto ho visto, proprio io, che ci

    dalla mano dellIddio.;C. Perch3 chi mangia e chi pu sentire il piacere della letizia& senza di

    lui(;B. Perch3 ad un uomo che buono davanti a lui d' sapienza, scienza e letizia e al

    peccatore d' il compito di raccogliere e di accumulare per dare ad un buonodavanti lIddio anche ci mancanza e desiderare il desiderio.

    :,9. Per tutto una stagioneed un tempo per ogni cosa sotto il cielo.

    ;. 5n tempo per partorire ed un tempo per morire1un tempo per piantare ed un tempo per sradicare il piantato.:. un tempo per uccidere ed un tempo per guarire1

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    un tempo per are una breccia ed un tempo per ricostruire1?. un tempo per piangere ed un tempo per ridere1un tempo acendo lutto ed un tempo danzando1C. un tempo per scagliare sassi e un tempo raccogliendo sassi1

    un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dallabbraccio1B. un tempo per cercare e un tempo per sacriicare1un tempo per custodire e un tempo per gettare via1@. un tempo per strappare e un tempo per cucire1un tempo per tacere e un tempo per parlare1E. un tempo per amare e un tempo per odiare1un tempo guerra e un tempo pace.. Quale guadagno ha colui che acon ci con cui saatica(9J. %idi il lavoroche Dio ha dato ai igli delluomo

    perch3 vi lavorino.99. Il tutto egli ha atto bello a suo tempoanche il desiderio del tempo& ha dato nel loro cuoresenza che luomo trovi loperache Iddio ha atto dallinizio alla ine.9;. 6ompresi che non c buono in loroche star lieti e vivere bene nella sua vita.9:. +d anche ogni uomo che mangia e beve

    e veda il buono in tutta la sua atica,ci dono di Dio.9?. 6ompresi che tutto ci che a Iddio,!uello in continuazione&ad esso non c da aggiungere e da esso non c da ridurrecos7 Iddio a che temano alla sua presenza.9C. Quello che stato gi' u e !uel che ha ad essere gi' ue Iddio cerca il passato.9B. %idi, ancora, sotto il sole

    il luogo del diritto col' lini!uit',il luogo della giustizia col' lini!uit'.9@. Ko detto, proprio io, nel mio cuoreil giusto e il malvagio giudica Iddio

    perch3 un tempo per ogni cosae per ogni azione col'.9E. Ko detto, proprio io, nel mio cuorea proposito dei igli delluomoIddio li prova sicuramente,

    per vedere che, di per s3, essi sono bestie.9. Perch3 una sorte ha il iglio delluomoe una sorte ha lanimale

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    ununica sorte a loro,come !uesto muore cos7 !uello muoreed un unico spirito per tuttie non c guadagno delluomo sullanimale

    certamente tutto mancanza.;J. 8utto cammina verso un unico luogotutto u dalla polvere e tutto ritorna alla polvere.;9. 6hi pu saperese lo spirito dei igli delluomo !uello che sale verso laltomentre lo spirito dellanimale !uello discende in basso verso la terra(;;. %idi, inine,che realmente non c buonoche lessere umano gioisca del suo lavoro

    perch3 !uesta sicuramente la sua parte.*iacch3, chi lo porter' a vedereche cosa ci sar' dopo di lui(

    ;. "truttura della sezione Qoh 9,9=:,;;9,9 8itolo rispecchiamento01 a.0 9,; "entenza iniziale che a da inclusione atutto il libretto 9,;1 9;,E01 b.0 9,: La domanda antropologica. 6ambia la

    prospettiva non pi# che cosa& e

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    divina, si noti la scomparsa di !ualsiasi giudizio di insuccesso1 h.0 :,[email protected]=9.;J=;9.;; Il legame con Dio, ondamento antropologico0. "peranza delluomoi.0

    :. Lapproccio spirituale

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    piacere della gioia& senza di Lui( Perch3 ad un uomo che buono davanti a Luid' sapienza, scienza e letizia e al peccatore d' il compito di raccogliere e diaccumulare per dare ad un buono davanti lIddio anche ci mancanza edesiderare il desiderio&.

    "crive Dionigi commentando !uesto passo$ 6he adesso il discorso non sirierisca ai cibi sensibili, lo dimostra il atto che egli stesso dir' in altro luogo$ Gmeglio andare alla casa del lutto che alla casa del banchettoH +ccle @,;0, e !uelloche egli stesso aggiunge$ Ge che egli mostri alla sua anima il bene provenientidalla sua aticaH. Fa non sono un bene per lanima il cibo e la bevanda sensibiliALa carne, inatti, satolla, muove guerra allanima e si rivolta contro lo spirito. +come potrebbero poi essere Gsecondo il volere di DioH la sregolatezza delmangiare e lubriachezza( Dun!ue parla di realt' mistiche. -essuno, inatti,

    parteciper' al banchetto spirituale, se non invitato da Dio e avendo ascoltato lasapienza che dice$ Gvieni e mangiaH&.6on Dionigi si chiude un capitolo nella storia dellesegesi dell+cclesiaste$!uello dellallegoresi !uale metodo esegetico esclusivo, o per lo meno

    privilegiato, per neutralizzare linsegnamento epicureo e tutte le altre diicolt'dottrinali di !uesto libro&.Fa sar' un altro discepolo di 4rigene, *regorio 8aumaturgo, che, tralasciandolallegoresi e il principio deectus litterae prospetter' due nuove soluzioni al

    problema dellinterpretazione del libretto di Qohelet. La prima ritiene il librettoun monologo o rilessione autobiograica gi' a partire da 9,9;, !uale principalechiave ermeneutica di lettura del Qohelet1 la seconda, in aggiunta alla prima, sta

    nel considerarlo una prosopopea& tra Qohelet e alcuni suoi avversari, cio tuttigli avversari con cui "alomone polemizzerebbe epicurei ed edonisti0. Questomodo di interpretare Qohelet rimarr' un punto ermo lungo i secoli.Da !uesto punto di vista meritano una particolare attenzione le 4meliesull+cclesiaste di *regorio di -issa, nelle !uali il principio dellutilit' richiamato in dallinizio$ 6i apprestiamo a spiegare l+cclesiaste, un libro la cuiutilit' pari alla atica necessaria per interpretarlo&. )ddirittura arriva adasserirgli un grado superiore a !ualun!ue altro libro della Oibbia.+gli utilizza s7 il vecchio principio dellutilit', ma soprattutto lespediente

    esegetico della prosopopea&. iprendendo il passo da noi citato di Qohelet ;,;?=;B, egli aerma$ "i propone poi da se stesso unaltra obiezione, !uella di coloroche giudicano la vita dedita ai piaceri migliori della vita pi# elevata, e conuta!uindi lobiezione, impersonando in se stesso entrambe le cose, sia lobiezione siala sua conutazione. Lobiezione !uesta$ non bisogna ritenere bene nientaltro senon !uello che luomo accoglie dentro di s3, in pratica il cibo e la bevanda. Laconutazione a !uestaermazione che non sono !ueste le cose di cui luomo sinutre e allieta, ma la sapienza e la conoscenza1 e che un bene aspirare a !uestecose, mentre limpegno rivolto per soddisare la carne alizione dellanima e

    vanit'&.8uttavia non va dimenticato lesempio di *irolamo che ha accettato lidea dellaprosopopea& una sola volta ,@=E0, mentre ha interpretato in senso letterale altri

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    passi, diciamo scabrosi&, i cosiddetti passi epicurei& come iuNta litteram, vale adire come un moderato e corretto uso dei beni terreni secondo il piano divino.Da !ueste considerazioni si evidenzia che da una parte in positivo0 il libretto diQohelet aveva un valore iniziatico adatto per un cammino spirituale di cura

    animarum1 dallaltra in negativo0 ha creato, a causa delle rettolose pre=comprensioni ermeneutiche, dei veri e propri pregiudizi nei suoi conronti.+d a causa di !uesti pregiudizi, lesegesi moderna inir' con sacriicare lospessore spirituale e di ede del libretto riducendolo via via come edonistico,materialista e scettico. Posizioni !ueste che, di atto, contrastano con lo spessorespirituale dello stesso.

    :.;. Lapproccio psicanalitico al libretto di QoheletLapproccio psicanalitico non certo una novit' ed ovviamente dei nostri giornie precisamente postreudiano. +ettivamente abbiamo per lo meno due autoridegni di nota$ . immermann 9EE0 e L. )ncona 9?0.+ntrambi adottano unermeneutica che potremmo deinire sovrapposta a mo dicappuccio al testo, cos7 acendo perdono di atto la sostanza del messaggio!oheletiano il primato del testo0 travisandone i contenuti a avore di una meraesercitazione da gabinetto psicanalitico.Proessandosi reudiano moderato, inatti, il primo passa direttamente dal testoallautore, acendo di Qohelet un nevrotico di peggior ama, il secondo, invece,assumendo da O. Fatte il presupposto che nellinconscio il tutto e!uivale alla

    parte e da F. lein il rapporto iglio

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    inerente al linguaggio stesso, una unzione di rallentamento del transito verso ilreerente$ ci assicura al linguaggio una dignit' superiore a !uella di unostrumento. -on si utilizza il linguaggio come un mezzo per passare$ esso certo anche un passaggio, ma un passaggio che non passa. La locuzione se passer

    esprime chiaramente il concetto. La parola ci mediante cui e in cui la cosa si=passa. Il linguaggio si innalza tra&, si erige in unautonomia aperta che merita diessere !ualiicata come mediatrice$ la parola dice il reale1 la parola il reale. 8utti!uesti pensieri vi sono amiliari e voi intravedete gi' senza atica gli eetti per lalettura biblica dun rallentamento del passaggio del reerente a vantaggiodellascolto della parola. 5na rase di Raobson pu servire da sigla per la scuolaimmanentista$ G5nopera darte non a altra cosa che raccontare la proprianascitaH. La seduzione dovuta alla vitalit' estrema Raobson e al suo senso delconcreto, lalleggerimento di essere inine liberati dal anatismo incosciente dei

    positivisti che hanno tanto pesato sugli studi biblici, non devono impedire dirichiamare !uesta sentenza. La parola racconta solo la sua propria nascita( Primadi ritornare a !uesta messa in !uestione che non un annullamento / risponderche in ogni caso la parola rinvia a ci che si=passa tramite essa piuttosto a ci che

    passato prima di essa. Il termine GnascitaH dice bene ci, e io pararaserRaobson dicendo che le "critture non raccontano latra cosa che il lorocompimento che una nascita&. Il testo letterario rivela la dimensioneintransitiva del linguaggio per il suo carattere di GoperaH, cio di unattivit' in cuiil soggetto accede al senso attraverso le orma che egli conerisce al signiicante&.Questo ci permetter' non tanto di conoscere la personalit' dellautore o dei

    personaggi del libretto !oheletiano come hanno preteso = sbagliando = i tentativiinterpretativi psicanalitici precedenti, ma mostrare le dinamiche proonde chehanno condotto la rilessione !oheletiana, in altre parole !uali sono i

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    :.:.9. La duplice unzione della domandaLe domande sono strumenti essenziali per tematizzare correttamente lorizzontein cui lautore si posto nel testo e dal !uale nasce lesigenza$ colui che vuole

    comprendere un testo deve retrocedere al di l' di !uanto viene detto1 deve capirlocome risposta a una domanda della !uale il testo la risposta. etrocedendo cos7,al di !ua di !uanto stato detto, necessariamente si interroga al di l' di esso. 5ntesto capito soltanto !uando si con!uistato lorizzonte del domandare&. Ladomanda, sia nel nostro sia nel caso di Qohelet, tematizza un non sapere inambito di sapere& perch3, evidenziando il senso intrinseco alla domanda, sideinisce che cosa si sta domandando lautore e in !uale sondo va collocata lasua domanda. Dallorizzonte che ne scaturisce si coglie una determinata

    prospettiva, perch3 linsorgere di una domanda orza lessere delloggetto delladomanda stessa. In !uesto senso, il GlogosH che dispiega !uesto essere, apertoorzatamente, gi' una risposta&.6on la domanda di ondo pi# volte reiterata riguadagnandola di volta in volta inun ambito sempre pi# proondo, Qohelet vuole mettere in campo unistanzamaggiore dalla semplice valutazione del guadagno& umano nel suo agire come

    pu sembrare ad una valutazione supericiale. 6i si coglie abbastanzachiaramente dalle sue risposte che percorrono e ripercorrono la realt' in una suacontinua presa e ripresa alla ricerca di aermazioni di valore ondamentalesulluomo di ogni tempo. Questistanza pu cos7 essere evidenziata$ 6he cosadesidera veramente luomo nel suo agire o meglio ancora, !uale il desiderio che

    lo abita(&-ellinterscambio tra domande e risposte, tra sapere e non sapere, ne scaturisceuna messa in scena, creata ad hoc da Qohelet, unironia che posta a vantaggiodellinterlocutore messo di ronte alla pochezza concettuale che possiede peresprimere il proprio desiderio. 6, !uindi, in !uesta rappresentazione& unsegnale importante dellistanza del desiderio, non ancora valutata in modoadeguato dai commentatori di Qohelet. Questo perch3 in !ualsiasi conoscenza e

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    sembra continuamente svalutato e svuotato dalla realt' della vita tutto mancanza&1 ma in realt' proprio !uesta prospettiva, che rompe la dinamica deldesiderio, a capire allessere umano che !uello che cera in gioco, era molto di

    pi# di una vita tran!uilla& vissuta allinsegna dei piaceri umani i desideri di

    basso cabotaggio&0. +ettivamente la realt' della vita, richiamata nella!uotidianit' del mangiare e del bere, in grado di riportare luomo al cospetto ditale dignit'

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    "econdo il nostro avviso, Qohelet sembra cercare la giusta relazione uomo

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    gioia, la vita, la parola, la giustizia / che, di volta in volta, connota, consumature diverse, linconsistenza del vissuto umano.6onsiderando la costruzione del versetto superlativo, parlante, superlativo Mvalutazione ultima0, si a risaltare che i due superlativi sottolineano la

    completezza e la radicalit' dellautoascolto di colui che parla, tanto che si ritrovatra i due superlativi ed il reiterarsi del termine con conseguente asseverazioneinale = sicuramente ricercato e voluto CN0 =, che rimarca le !ualit' vere e

    proonde del vissuto interiore umano. 8utto ci ricavato dalla realt' che, presa eripresa, valutata di volta in volta. isulta abbastanza chiaro che Qohelet da una

    parte vuole ar emergere la situazione eimera e poco idilliaca delluomo e la suaincapacit' di /&, ma dallaltra vuole, se possibile, giungere ad una sapienzaminimale

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    signiicante. La sua unzione di rimandare a !uesta dimensione non immediatadel reale ma mediata, lasciando aperto un varco$ una piega nellordine simbolico.Per !uesto, in ultima istanza, hebel non esprime un giudizio deinitivo, ma apreun varco verso una dimensione inesplorabile della realt' con unapertura ad una

    ulteriore domanda$ 6hi pu sapere :,;90 il ondamento della realt'(& In altreparole, luomo percepisce che c nella realt' un mistero veritativo che deve, suomalgrado, continuamente ricercare dinamica dell>olam0 e nel momento stesso incui riesce a portare a coscienza, con un tenue balbettio$ /&, una briciola di talemistero viene immediatamente sconessato non !uesto0 e tutto ci si perdenellimmensit' del hebel hebelim haol hebel& in uninterminabile gioco dirimando e di ricerca.

    ?.;. La domanda antropologica 9,:Linterrogativo, che troviamo a partire da 9,:, sembra rivelare una duplice

    unzione. Da una parte, si collega allasseverazione di 9,;1 dallaltra apre comeuna inestra sullintera opera di Qohelet. Il termine guadagno ebraico Sitron0evidenzia che le azioni delluomo hanno un guadagno in termini psicanalitici

    parleremmo di etica0 in relazione alla atica& che compie sotto il sole. Quindiogni azione veicola un diverso valore che gli rivela, in modo pi# o meno orte aseconda dellazione, un !ualcosa di !uel mistero veritativo che percepisce, manon riesce a nominare se non in un tenue balbettio$ -on !uesto&. 6i signiicache ogni azione delluomo deve essere considera alla luce di tale istanza. Lareiterazione dellinterrogativo, atta pi# volte da Qohelet, ripropone, ovviamente

    in relazione alle diverse situazioni del vissuto umano, !uesta istanza. Inatti,troviamo tale domanda non solo in 9,: !uale guadagno(0 ma anche in$ ;,9Cdov il guadagno(01 ;,;; che cosa ha(01 :, !uale guadagno /01 C,9C !ualeguadagno ricava /(01 B,E !uale il guadagno ..,(01 B,99 !uale guadagno /(0. Intotale abbiamo per ben @N linterrogativo anche se in ;,;; con un termine diversoha T haUeh0 comun!ue, secondo il nostro avviso, sempre nellarea semantica delguadagno.Da !ui sembra emergere che la domanda, essendo posta subito allinizio dellibretto, deve essere in stretta relazione con lasseverazione iniziale di 9,; e !uindi

    ha anche unimportanza ondamentale per Qohelet."i nota che tale interrogativo posto nella prospettiva pi# ampia, !uelladellintero cosmo 9,?=990 di cui luomo lemanazione pi# alta, anche capace, in!ualche modo, di rappresentarlo pi# dogni altro essere. La domanda in ;,;; assunta in prospettiva regale e allinsegna del godimento e del lusso, poi valutatain relazione alla sapienza e alla stoltezza e al meglio nella natura umana.Il !uesito in :,, che come allinizio abbraccia una prospettiva che sugge nellasua interezza :,9=E0 alluomo, porta luomo nella sera divina. Luomo in !uestomomento, al contrario di !uelle leggi incomprensibili che governano la natura

    9,?b=@0 e la storia 9,?a.E=990 con un ritmo inesorabile che lo rende impotente elo sconcerta, coglie la bellezza e la perezione delloperato divino :,9J=9C.9B==;;0. "olo a !uesto punto la realt' assume una nuova isionomia$ essa rivela un

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    senso anche nel suo movimento inesorabile che inizialmente sembrava non averesenso. Il senso colto da Qohelet nel compito ondamentale dato da Dio cio,!uello di ricercare continuamente :,990 il momento veritativo del suo agire, il!uale deve essere sempre in solidariet' allagire di Dio. )llora Qohelet, con

    linterrogativo sul guadagno nel proprio agire, vuole scoprire se c una elicit'per luomo o comun!ue dar ragione della aspirazione di elicit' che lessereumano porta nel cuore.+cco che linterrogativo, di cui Qohelet si atto portavoce, svela che = in

    positivo = i nostri desideri sono sempre di piccolo cabotaggio, ma = in negativo =sono il segno della mancanza che a capire il carattere totale e originario deldesiderio. -on c !uindi una responsabilit' assoluta delleesere umano, ma!uesto non lo sottrae dalla responsabilit' di essere responsabile di !uel delicatoe!uilibrio che sinstaura tra lapertura del desiderio e la coscienza dellamancanza, soglia che porta luomo allindividualizzazione, cio lo instaura come

    persona

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    occhi delluomo1 !uindi non una valutazione negativa o pessimistica della realt'dellessere umano ma solamente intende sottolineare il viavai delle generazioninel suo continuo nascere e morire. *i' sintravede il tema ancora velato dellamorte che sar' ripreso con orza da Qohelet nelle successive sezioni.

    )d un attento osservatore, come egli , non poteva scappare che luomo non cosa a s3 stante ma vive in un luogo, la terra. 8ale realt' ovviamente non potevanon avere che la stessa, se non maggiore, magniicenza delluomo. La realt' dellaterra, essendo stata dichiarata da Qohelet stante per sempre&, sottolinea dueaspetti$ permette il susseguirsi delle generazioni ed esprime lordine misteriosodelle cose e del tempo, che nemmeno la pi# ervida delle immaginazioni riesce aconcepire e !uindi ad abbracciare.

    C.9.9. La cosmologia !uale palcoscenico umano 9,C=@La natura, rappresentata dai !uattro elementi gi' evidenziati dalla ilosoia comecostitutivi del mondo$ la terra VcosmoW, il uoco VsoleW, laria VventoW e lac!uaVmare e iumiW0 si presenta agli occhi di Qohelet come !ualcosa di bello edincredibile allo stesso tempo giacch3 !uesti elementi sono rappresentati nella loro!uotidianit', nel loro luire e riluire ininterrotto e nella loro tran!uilla maestosit',che nello stesso tempo normalit' ed eccezionalit' della bellezza. 5n

    palcoscenico estetico

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    Probabilmente nella mente del nostro autore sar' balenata una domanda simile a!uesta$ 6om possibile che il Dio della creazione, che ha dato il suo s7allessere umano con la sua benedizione, permetta !uesto(&Due sono le possibilit'$ o luomo si sta ingannando credendo nellesistenza di Dio

    oppure c un senso che gli sugge e lo oltrepassa. 4vviamente, come credenteQohelet nemmeno per un attimo mette in dubbio lesistenza di Dio, anche perch3lordine che il creato evidenzia testimonia la sua presenza. Il mondo comeattraversato da un mistero che si percepisce, ma non si lascia aerrare.

    C.;. Lantropologia si rispecchia nella cosmologia 9,E=996on !uesta seconda parte del poemetto Qohelet, ritornando alluomo e alla suastoria che si dispiega lungo le generazioni nella permanenza della terra, cominciaa scandagliarne la proondit'. La rilessione sullessere umano prende cos7 spunto

    prendendo in considerazione i tre momenti ondamentali delluomo, ma anchedellimpegno sapienziale$ parlare, vedere e udire.Da una parte troviamo la parola, realt' che maggiormente contraddistinguelessere umano. Per la mentalit' semitica, la parola ebraico dabar0 aveva come un

    potere magico, coneriva lessere alle cose. 6os7 !ualun!ue cosa che era senzanome semplicemente non esisteva. + poich3 luomo lunico in grado di parlare,cio di esprimere attraverso la parola, il mondo che lo circonda, ne era ritenuto ilsignore& e il dominatore&. Il saggio, in !uanto tale, era per eccellenzaimpegnato in !uesto compito. Qohelet, asserendo che le parole sono ineervescenza e luomo non in grado di esprimerle, ridicolizza !uesto modo di

    pensare per ricavarne un pi# sobrio e sicuro ondamento nel compito che il saggiodeve svolgere. Qohelet si rende conto che il mondo che circonda luomo molto

    pi# grande delle sue capacit' di comprensione1 per !uesto motivo necessarioessere pi# realistici nelle valutazioni.Dallaltra egli pone il sensorio&, attraverso due importanti sensi la vista eludito0 !uale espressione dellinsaziabilit' del desiderio di conoscere. 6, per,in !uesto modo di argomentare, !ualcosa di pi# radicale, espresso da Qoheletnella triplice costruzione in orma assoluta$sulla parola$ tutte le parole sono in eervescenza non capace /01

    sullocchio$ un occhio non si sazia di vederle non si sazia /01sullorecchio$ un orecchio non si colma di udirle non si colma /0.2 evidente che la negazione, nella costruzione di !uesti stichi, non tocca ilsoggetto ma piuttosto il verbo. Luomo cos7 si trova racchiuso dalla suacondizione umana di initezza e dallinsaziabilit' del suo desiderio di cui ilsensorio una maniestazione elo!uente.5na domanda insorge con orza da tale situazione$ in che rapporto sta la suainitezza ontologica nei conronti dellininitezza del suo desiderio o meglioancora che cosa gli rivela tale dinamica che gli strugge il cuore, tanto che la

    tradizione aveva perentoriamente sentenziato$ -on andrete vagando dietro ilvostro cuore e i vostri occhi, seguendo i !uali vi prostituirete& -m 9C,:0.

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    B.9. Il rispecchiarsi delluomo 9,9;Il rispecchiarsi di Qohelet nella igura regale evidenzia una precisa situazionedelluomo. Diatti, nello stesso momento che il dramma si pone nellassunzionedella maschera regale, abbiamo anche la nascita del soggetto

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    eettivamente conorme alla realt' piano dellontologia01 se !uesta realt' !uella che egli desidera o ci da cui deve diendersi.6i troviamo di ronte alla tragedia della vita umana, racchiusa, come detto nella

    parte introduttoria

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    perch3 atteggiamenti !uali lesplorazione, la ricerca paziente e la vigilanzasapiente sono pressoch3 diicili o impossibili da incontrare. Qohelet comprende

    per che solo rispettando il tempo che nasce come insegna il "al J0 dal sapercontare i propri giorni ed ancora solo prendendo sul serio il tempo dell)ltro&, si

    potr' anche cogliere lalterit' del tempo !uella dimensione che, per un credentecome il Qohelet, rinvio a colui che Dio del tempo :,9=E0, della storia :,9J=9C0 e delluomo :,9B=;;0.Questoccupazione poi deinita da Qohelet cattiva&, un astidio per luomo chevorrebbe vivere senza pensieri come in un eterno sogno dove ogni cosa avvienesecondo la sua volont' senza atiche. 5n mondo immaginario e, sarcasticamente

    parlando, sartoriale. In !uesta beance la ede di Qohelet introduce un terzo cherompe il mondo sartoriale costruito dalluomo$ Dio.6ontinuando nel suo progetto 9,9?0 notiamo che il vedere& di Qohelet antecede!uello che sar' eettivamente il suo esperire. Quasi una presa di coscienza di ciche lattende, un duro lavoro inutile, a prima vista, perch3 ci che egli vedesembra gi' totalmente segnato dalla negativit', tutto mancanza ed anche inutile$desiderare il desiderio. Quindi Qohelet vuole compiere unazione radicale chegioca sia a livello dellascolto interiore applicai il mio cuore0 sia a livello deisensi vidi tutto ...0. Loggetto della ricerca loperato umano nella sua proondit'e integralit'. Inatti, aerma K.*. Fitchel$ -aturalmente il nome ma>aseh0derivato dal verbo Y>asahZ ha un signiicato corrispondente Ya !uello del verboZ. Inaltre parole, viene utilizzato per lattivit' eettiva o per il suo prodotto&.6on 9,9C abbiamo una prima presa di coscienza di Qohelet. )lluomo tocca di

    scoprire le cose come stanno perch3 altrimenti la vita sembrer' senza senso, nonperch3 tutto gi' prestabilito, ma perch3 egli impotente di ronte al mondo senon coglie il signiicato proondo del tempo e dellazione che egli abita. +gli chiamato a scoprire nel suo agire lazione che lo precede, larmonia, il signiicatonascosto, lanelito di senso che lo spirito& di Dio eonde nelle cose e che la solaesperienza umana slegata dal suo senso non riesce a cogliere, perch3 il suo mododi conoscere il tutto nella mancanza.In conclusione !uesta prima unit' della sezione regale introduce a due momentiondamentali, il soggetto e il desiderio. +ntrambi non appartengono allordine

    dellessere o del non essere, ma del non realizzato. 6os7 !uello che pu sembrareun limite delluomo 9,9C0 in realt' la sua possibilit'

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    Il re "alomone super, dun!ue, per ricchezza e saggezza, tutti i re della terra. Inogni parte della terra si desiderava di avvicinare "alomone per ascoltare lasaggezza che Dio aveva messo nel suo cuore&. Lac!uisizione della sapienza edella conoscenza presuppone la capacit' delluomo di dare nome& a tutto il

    mondo. Fa il testo riconosce anche che la sapienza eettivamente ac!uisita da unuomo, anche se il pi# saggio, solo abbondante harbeh0 e non totale1 e si puac!uisire solo un po alla volta e con essa per sincontra anche la ollia e lastoltezza. Quasi come se !uesta sapienza osse legata, in !ualche modo, allaollia

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    B.?. La letizia, una prima parte& nelluomo ;,9=99Il modo di procedere di !uestunit' simile alle precedenti$ a. Proposito del re;,9=;01 b. attuazione del proposito ;,:=01 c. constatazione del vissuto con

    relativa asseverazione inale ;,9J=990.

    a. Il proposito ;,9=;0 attuato attraverso lespediente dello sdoppiamento lIoesteriore che parla al tu intimo nel cuore0 della propria personalit', vai ti metteralla prova. 2 interessante constatare che il campo nel !uale chiamato il cuore acimentarsi la letizia simhah0 ed il buono tob0.La letizia collegata alla gioia della esta, alla maniestazione di uno status di

    benessere. Questultima la prima ad essere considerata perch3 immediatamentepercepibile, lesteriorit', il sentire con i sensi che rende presente linteriorit' allacoscienza e a intravedere la proondit' del vissuto umano. La mera esteriorit', dicui il termine si a portavoce, che sembra a prima vista eimera cio nondurevole, nella realt' la portavoce di una proondit' non immediatamenteevidente alla coscienza, ma nel suo perdurare porter' a scoprire che essascaturisce da Dio. 6os7 Qohelet con il termine letizia non coglie il semplicevissuto esteriore delluomo, ma anche lintimo del suo cuore come aveva gi'annunciato in ;,9 anche se non ancora immediatamente conscio.Il secondo termine buono

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    = 5n secondo livello di comprensione al termine della sezione ;,;?=;B coscienzadella proondit'0. 5na letizia che nasce dal mangiare e bere, intesi non solo comemero nutrimento, ma anche nella loro valenza di relazione di comunione e didesiderio di riconoscimento c unevidente universalit' nellunit' di ;,;?=;B in

    contrapposizione allindividualit' di ;,9E=;:0. Il mangiare e il bere accolto comeproveniente da Dio perch3 si comunica nellessere dato a tutti. Questo secondostato& della letizia potremmo deinirlo come antropologico

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    corporativo che veicola la igura regale sembra aermare che il narcisismo presoin considerazione non sembra essere !uello della singola persona ma !uelloinglobante dellintera cultura del tempo. Inatti, valutando la situazione culturale esociale del suo tempo siamo in piena et' ellenistica = III secolo a.6. =0 rilette un

    periodo di tran!uillit' e di benessere per la societ' israelitica che vive inprosperit' sotto il dominio dei 8olomei, autori di uno stato piccolo, ma compattotra i pi# ricchi e istruiti del suo tempo, aperto agli scambi culturali.Dalla sottounit' di ;,?= appare emergere che, in una situazione economicalorida, un certo ceto sociale di livello superiore gode di possibilit' massimali edanche assiduamente ricercate e coltivate, un vero e proprio tentativo diautorealizzazione socio=culturale narcisistico, esposto come non mai al suosmascheramento che conduce ad alcuni stadi ben rintracciabili nel proseguo dellasezione$ depressione e conseguente pulsione di morte ;,9;=9@0 ed alienazione;,9E=;:0. )gli occhi di Qohelet, tale situazione deve essere rivisitata e valutatacriticamente giacch3 solo se considerata in modo corretto lessere umano sar' ingrado di ritornare in modo positivo alla realt' della vita.Precisamente, se prendiamo in considerazione il narcisismo a livello culturale,esso pu essere visto come una perdita di valori umani$ viene a mancarelinteresse per lambiente, per la !ualit' della vita, per i propri simili. 5na societ'che sacriica lambiente naturale al proitto e al potere rivela la sua insensibilit'

    per le esigenze umane. La prolierazione delle cose materiali diventa la misura delprogresso nel vivere, e luomo viene opposto alla donna, il dipendente al datore dilavoro, lindividuo alla comunit'. Quando la ricchezza occupa una posizione pi#

    alta della saggezza, !uando la notoriet' pi# ammirata della dignit' e !uando ilsuccesso pi# importante del rispetto di s3 vuol dire che la cultura stessasopravvaluta limmagine&, e deve essere ritenuta narcisistica. II narcisismodellindividuo corrisponde a !uello della cultura. -oi modelliamo la culturasecondo la nostra immagine e a nostra volta siamo modellati dalla cultura&.Potremmo deinire !uestesperienza come una prima coscienza critica& diQohelet, come uniniziale con!uista dellidentit' dellessere umano che prendeavvio !uando una persona si specchia 9,9;0 e rilette su di s3 ;,9=:0 e il mondoin cui vive. La realizzazione narcisistica la prima orma della coscienza di s3

    che si ha guardandosi 9,9;0 ed eleggendosi nel ui grande e magniico pi# diognuno che u prima di me& ;,0.Lescamotage narrativo di Qohelet mette in vista una duplice potenzialit'$ ottieneunenorme eicacia comunicativa verso lo spettatore

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    Quindi, la prima origine della coscienza di s3 lesteriorit', linteriorit' unpasso successivo che dipende dallesteriorit' che lelemento irriducibiledellalterit' necessaria perch3 egli percepisca una !ualche identit'. QuestultimaQohelet la gioca nella radicalit', perch3 il personaggio di cui ha indossato i panni

    non un uomo !ualun!ue, ma la igura di ogni essere umano, il re&. -ell)%4egli il modello e garanzia di unumanit' divinamente eletta ed ancheantropologicamente riuscita poich3 egli ne il catalizzatore corporativo disapienza e vita, anche se in Israele la igura regale non libera da vincoli perch3 il

    popolo che il re& governa appartiene a Dio. Inatti, il libro del Deuteronomio d'al re tre consigli

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    atica& chiarisce che si tratta di unautentica soddisazione, tanto che giungenellintimit'$ il suo cuore era lieto.Loggetto della letizia la sua atica che ha aticato, meglio ancora il rutto di!uella atica che crea una grande gioia al cuore1 si tratta di una letizia vera non

    eimera come poteva sembrare ino a ;,, sottolineando per che la atica nonpu divenire tutto per luomo. "e ci ricordiamo che a Qohelet interessa ci che reale lesistere concreto dellessere umano0, allora si comprende che eglidomanda il senso della vita e non i suoi proitti a meno che !uesti proitti hanno ache are con il senso della vita. Inatti, !uando egli si volge, si accorge che tutta!uesta atica ancora mancante, non giunge dove invece egli vorrebbe chearrivasse.Il tentativo di possedere, che vorrebbe essere creatore, ed il tutto della vita nonva mai dimenticato lo spettro della morte che percorre tutta la rilessione delQohelet0, non riesce a dare !uel senso pieno di letizia che luomo vorrebbe1 anzi,molte volte lavere ed il possedere producono solo tristezza. Oasti pensare a!uella atica che, in tante occasioni, produce lotte sanguinose, invidie srenate,concorrenza spietata, in tutto !uesto si coglie solo linelicit' e loppressione?,?0.La elicit', !uella vera, non pu giungere che dalle mani di Dio :,9:1 C,9@0

    perch3 la elicit' delluomo non data dal solo lavoro umano ;,:0 ma provienesoprattutto da Dio ;,;?0. Qohelet sta !uindi criticando la sua societ' che, come lanostra, onda la propria elicit' solo sulla propria capacit' di produrre, in nome diuna ede in Dio che invita ad essere lieto godendo dei suoi doni. La atica

    comun!ue mantiene un plus=valore. Questo plus

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    lalienazione che porta alla irre!uietezza ;,9E=;:0 sono la orma isiologica e nonpatologica dellapparire del desiderio. Questa orma isiologica del desideriotrova, poi, il suo parziale appagamento in due modi ondamentali tra loro indialogo. Il primo, il desiderio di riconoscimento che veicola i beni provenienti da

    Dio1 il secondo, nella struttura stessa della mancanza perch3 i beni provenienti daDio anno comprendere alluomo la sua initezza. 6os7 in un gioco interminabile ecostruttivo, troviamo che la initezza rimanda ai beni, i beni al desiderio diriconoscimento, il desiderio di riconoscimento ai beni, i beni alla initezza e cos7via.

    B.C. La svalutazione di s3 ;,9;=9@Immediatamente !uestunit' denota un marcato sentimento di malinconia, natadallo scoprire, !uasi per caso, la disgrazia della morte che tutto cancella ;,9B0.8ale status di malinconia o depressione trova, nella messinscena regale, il suonaturale sogo nella pulsione di morte ;,[email protected] considerazione previa ci incammina nel ricostruire !uestunit' = e non solo= a partire da ;,9@1 solo davanti al suo destino ultimo il re Qohelet capovolge!uella che era la sua grandezza& in odio per la vita. Il re&, ormai spogliato dallasua alsa gloria, ritorna ad essere un semplice uomo mortale.%a segnalato che !uestunit', collegata alla precedente dal verbo mi posi, ha comescopo riconsiderare il valore della sapienza in relazione alla stoltezza ;,9;0.Questa valutazione si snoda contrapponendo, sia a livello teorico sia a livelloreale, la sapienza alla stoltezza, e Qohelet, per raggiungere tale scopo, utilizza i

    due emblemi della sapienza e della stoltezza$ il saggio e lo stolto.La radice rh riettere0 sottolinea la proondit' della valutazione che Qoheletvuole raggiungere e concretizza tale inalit' attraverso lapprezzamento =applicando il solito metodo in continuit'

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    La sapienza, strada maestra per dare senso

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    alla vita&. Per Qohelet diventa chiaro che luomo muore perch3 non Dio, non la vita assoluta&1 egli solo una semplice creatura. La morte isica vista comeuna necessit' biologica e non come consapevolezza del peccato. La morte

    perci la semplice conseguenza della sua natura inita.

    Fantenendo il brano in ambito letterario

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    letico. 6os7 lo status della pulsione di morte, !uale risultanza inale, rivela epervade linabitazione, in ogni azione umana, di unetica. )llora Qohelet, con lasua domanda, non vuole dare risposte eterne o evidenziare stati particolari, marisvegliare la responsabilit' delluomo.

    ivalutando, sotto !uesta luce, la situazione tragico

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    comandato$ non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tuaA 6ondolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. "pine e cardi produrr' perte e mangerai lerba campestre. 6on il sudore del tuo volto mangerai il pane1 /&*n :,9@=90. -on che nel lavoro, a !uesto punto, sia stato introdotto la atica

    ma lesistenza stessa dellumanit' che cambiata. *n 9;,9=: ristabilisce per ilpiano di Dio. Dio d' nuovamente inizio ad unumanit'& che rutto della suarinnovata benedizione sulluomo in !uesto caso )bramo0. La vera umanit'&,!uella solidale con Dio, un continuo dono divino.Da !uesto scaturisce che dono di Dio *n 9,;E=;0 risulta il lavoro *n ;,9C0, maanche il riposo& sabbatico *n ;,;=:0, che diviene maniesto nel comandamentodivino$ icordati del *iorno di sabato per santiicarlo$ sei giorni aticherai earai ogni tuo lavoro1 ma il settimo giorno il sabato del "ignore in onore del"ignore, tuo Dio. -on arai alcun lavoro n3 tu n3 tuo iglio n3 tua iglia n3 il tuoschiavo n3 la tua schiva n3 il tuo bestiame n3 il orestiero che dimora presso di te.Perch3 in sei giorni il "ignore ha atto il cielo e la terra e il mare e !uanto inessi, ma si riposato il giorno settimo. Perci il "ignore ha benedetto il giorno disabato e lo ha dichiarato sacro& +s ;J,E=99 ed anche Dt C,9;=9C0.Da !ui si coglie che il lavoro, e tutto ci che ne connesso !uindi anche il suo

    prodotto0, produce e raggiunge il suo senso pi# vero solo se collocato nellasolidariet' di Dio e diviene liberatore soltanto se culmina nella santiicazione delsabato cio nellincontro con il Dio che riposa& *n ;,:0. )llora il sabato non una pura astensione dal lavoro

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    sotto il sole& ;,;J0. Il lavoro e il desiderio di possedere non sono creatori disenso, anzi spesso luomo cerca di riempire il vuoto di senso con lavere e il

    possedere, sia sul piano delle ricchezze sia sul piano delle ideologie. La stessasapienza, intesa e vissuta come con!uista e possesso, onte di dolore e di

    tristezza 9,9E0&.8utto !uesto nella sacra "crittura assume lidea di maledizione$ "eminereteinvano il vostro seme$ se lo mangeranno i vostri nemici& Lv ;B,9B01 8iidanzerai con una donna, un altro se la godr'1 costruirai una casa, ma nonlabiterai1 pianterai una vigna ma non potrai coglierne i rutti1 il tuo bue sar'sgozzato ma tu non ne mangerai la carne& Dt ;E,:J=:9, cos7 anche Qoh ;,90 . +tutto !uesto accade solo al malvagio$ Luomo onesto lascia eredi i nipoti, il

    patrimonio del peccatore destinato invece al giusto& Pr 9:,;;0.Qohelet !ui introduce, attraverso il suo metodo in continuit'

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    desiderio onesto. orse che non sarai costretto a lasciare ad un altro la tuesostanze, e il rutto delle tue atiche non sar' orse diviso tra gli eredi( egala eaccetta regali, divertiti perch3 negli ineri non troverai pi# gioia& "ir 9?,9?=9B0.Perci la elicit' di cui in cerca Qohelet non pu essere autoprodotta

    dallumanit', ma vedremo che essa solo proveniente da Dio$ nessuno pugodere ed essere elice senza che sia Dio a dargliela. 6os7 la reiterazione delritornello sul hebel in ;,;: la presentiicazione della sua condizione dimancanza a essere che rende ragione di !uesta esperienza umana.

    B.@. La mancanza& porta alla presenza del divino ;,;?=;BLa inzione regale era iniziata con il rispecchiamento 9,9;0 dellistrionico re&Qohelet !uale paradigma di un Io che si prima autocostruito attraverso un chiaro

    progetto 9,9:=9C0 ben articolato$ la nascita del simbolico nellonnipotenzaedipica 9,9B=9E0, seguita dalla ase immaginaria

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    Dopo la presa coscienza della morte ;,9@0 che toglie ogni pretesa narcisistica diunicit' assoluta, Qohelet intravede in !uesto ritornello la possibilit' di uscita dalladepressione riscoprendo il senso delle cose nellelementare ed universalecondizione umana del mangiare e bere&. Il pi# grande re si ritrova totalmente

    nudo cio ritorna ad essere un semplice mortale01 dipende anche lui dai pi#elementari bisogni umani, la cui soddisazione lega alla stessa mano di Dio$ unmaterialismo o meglio ancora una prima simbologia teologale non ancora

    pienamente contestualizzata.:,9;=9:$ 6ompresi che non c buono in loro che star lieti e vivere bene nellasua vita. +d anche ogni uomo che mangia e beve e veda il buono in tutta la suaatica, ci dono di Dio&.

    -elle sette temporalit', !uale paradigma della totalit' della vita umana, Qoheletha contemplato lagire delluomo ma, soprattutto, la misteriosa azione divina:,9;=9:0. Diatti, nel poemetto dei tempi :,9=E0, intuiamo che esiste un tutto un

    progetto globale0, ma anche che !uesto tutto, essendo aldil' delle possibilit'umane, non sotto il controllo dellumanit', nonostante che !uestultima abbiaricevuto in dono da Dio il sapore& di !uesto tutto. Da !uesta impossibilit' diraggiungere !uesta estensione, alluomo non rimane che godere di !uello che lanatura umana gli ore$ agire bene e godere dei rutti della sua atica. Fa luomoche si lascia pervadere dalla luce divina comprende che lo star lieto, non solo

    proviene da Dio, ma addirittura suo dono."i noti !ui la progressione dei termini. Il buono nella natura umana in :,9; non solo un buono generico come in ;,;?, ma anche uno star lieti. 5no stare lieti come

    stato, permanenza, perch3 nello star lieti c una consapevolezza maggiore, unaprogressione. Inatti, !uesto status ora non solo colto come proviene ma ,soprattutto, dono di Dio. 6os7 dallessere generati alla morte, dalla guerra alla

    pace, tutto dono di Dio, la sua volont' che si dispiega nella storia delluomo.)lluomo tocca di essere solidale con il progetto di Dio.8utto ci, ovviamente, porta nellumanit' un senso di timore di Dio. Il timor diDio , !uindi, il punto di arrivo e non di partenza della vita. 2 la conseguenza diuna sapienza diversa da !uella valutata nella mascherata regale1 il momento disintesi tra lesperire corporale e la comprensione che ne scaturisce dal cuore. 2 la

    percezione dello status cui giunge lessere umano dopo essersi abbandonato nellemani di DioA:,;;$ Inine, ho visto che realmente non c buono che lessere umano stia lietodel suo lavoro perch3 !uesta sicuramente la sua parte. *iacch3, chi lo porter' avedere che cosa ci sar' dopo di lui(&.Lo status dello star lieti ora messo in relazione con la parte come in ;,9J. Il testoa intendere che luomo deve prendere !uesta parte, non deve dimenticarsene

    perch3 essa ci che Dio ha stabilito e donato alluomo per la sua elicit'. Lo starlieti , ora, completamente immerso nel concreto dellesistenza umana. )nche di

    ronte allingiustizia imperante delluomo :,9B0, alla morte come sorte inale pertutti :,;J0 e allimpossibilit' delluomo di conoscere ci che sar' dopo di lui,luomo chiamato ad orientare totalmente lesistere corpo

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    nella letizia = !uindi nessuna rassegnazione o disperazione = !uale unica partesicura. 5nesistenza pervasa dalla ugacit' che pu portare alla disperazione0 edal desiderio per la vita che se accolta come dono porta alla letizia0. Ladisperazione, !uando sopraggiunge, nasce proprio dallincapacit' di tenere in

    e!uilibrio !ueste due istanze imprescindibili dellesistere umano.C,9@=9$ +cco !uello che ho osservato essere0 buono$ bello mangiare e bere egodere dei beni in ogni lavoro in cui si aatica sotto il sole, nei giorni limitatidella sua vita che Dio gli d', poich3 !uesta la sua parte. )nche il atto che0 adogni uomo, cui permette di goderne e di prendere la sua parte e star lieti per la suaatica$ !uesto dono di Dio. Inatti, egli non riletter' a lungo sui giorni della suavita. 6ertamente Dio si rivela risponde0 nella letizia del suo cuore&.

    -uovamente al centro c la sorte delluomo, ora in relazione della ricchezza chesuma C,9@0. -el contesto di C,@=9 si assiste al contrario di ci che era avvenutoin ;,9E=;9. L' il timore era per il successore, !ua ci che non a andare a buonine la successione a monte$ il ricco ha perso tutto per un cattivo aare.E,9C$ Perci ho lodato la letizia, perch3 non vi nulla di meglio nella naturaumana sotto il sole che mangiare, bere e rallegrasi. Questo lo accompagni per lasua atica durante i giorni della vita che Dio gli concede sotto il sole&.Davanti allineluttabilit' della morte, che tutti livella E,9?0, si ritorna al tema gi'sviluppato in ;,9;[email protected]=;:, ma ora nella prospettiva aperta da :,9 in poi latotalit' dellopera Dio imprendibile per luomo E,9B=9@0. esponsabilit' egiudizio sono delluomo E,C=B0, ma chi indicher' allessere umano !uesto E,@0(8ale mancato giudizio di Dio sollecita luomo a are il male E,9J.99.9?0 perdendo

    di vista !uella vitalit' che nasce dopo aver scoperto il timor di Dio E,9;=9:0. Da!ui la conclusione$ la letizia e il ridimensionamento delluomo sono un antidoto oalternativa alla voglia delluomo di are il male. La letizia di vivere !ui lacondizione per perseverare nel bene e nel timore di Dio.,@=9J$ %a, mangia con letizia il tuo pane, bevi il tuo vino con cuore buono,

    perch3 Dio ha gi' gradito le sue opere. In ogni tempo le tue vesti siano bianche eil proumo non manchi sul tuo capo. *odi la vita con la donna che ami per tutti igiorni della vita della tua mancanza che Dio0 ti concede sotto il sole tutti i giornidella tua mancanza, perch3 !uesta la tua parte nella vita e per il tuo lavoro per

    cui ti aatichi sotto il sole. 8utto ci che trovi da are con la tua orza, allo,poich3 non vi attivit' n3 conoscenza n3 scienza n3 sapienza negli ineri, dovestai per andare&.Da !ui i ritornelli diventano imperativi da vivere. Il limite invalicabile delluomola sua perdurante ignoranza a riguardo, lodio e lamore, la stessa sorte per tuttinello sheol e la tentazione di are il male ,9=B0 porta alla letizia e alla sapienza,@=9J0, condizioni sine !ua non per il bene. Oen sette imperativi di cui lultimosuona cos7$ 8utto ci che trovi da are con la tua orza, alloA&99,@=9J$ Dolce la luce e agli occhi piace vedere il sole. )nche se vive luomo

    per molti anni, stia lieto sempre, e pensi ai giorni tenebrosi, che saranno molti$tutto ci accade mancanza. "ta lieto, o giovane, nella tua giovinezza, e sirallegri il tuo cuore nei giorni della tua giovent#. "egui pure le vie del tuo cuore e

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    i desideri dei tuoi occhi. "appi per che su tutto !uesto Dio ti convocher' ingiudizio. 6accia la malinconia dal tuo cuore, allontana dal tuo corpo il dolore,

    perch3 la giovinezza e i capelli neri sono un soio&.Questo lultimo imperativo, prima che la vecchiaia renda tutto pi# diicile

    9;,90, prima che si spenga il desiderio. 2 un invito rivolto esplicitamente ad ognigiovane destinatari in primis del libretto0 e alla cultura sapienziale in genere.Questi passi presentano molti tratti in comune, primo ra tutti la concezione sullaelicit' della vita, ma anche molte parole e

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    possibilit' di trovare il buonoamal0, atica >inSan0 e are >asah0. Questi termini indicano il lavoro e la aticadelluomo ma sotto una visuale particolare perch3 vivere signiica operare, nonc vita senza opere come indica Qohelet in vari passi :,9;.9:1 C,9@1 E,9C1 ,9J0.In particolare >amal esprime il lavoro, meglio ancora la atica di ogni essereumano intrisa per di sapienza, !uindi una atica che porta con s3 il giusto

    proitto

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    Il sintagma non c buono nella natura umana& inserito nei contesti dove siparla dingiusta distribuzione delle ricchezze ;,?=;B1 C,9;=91 E,9?=9C0,dignoranza umana :,9J=9:1 :,;90, di morte :,9=;J1 ,C=9J$ 99,@=9J0 e, pi# ingenerale, di mancanza a essere !uale paradigma della situazione umana.

    Di ronte a tale situazione lessere umano ha una duplice possibilit'$ ricercare ilbuono sempre aldil' di ci che gli dato$ un continuo ammassare ;,?=0 senzasenso come sottolinea il termine saba>, oppure non prendere la propria parte cherende lieto il vivere delluomo. Da !ueste situazioni nascono gli inviti a prendere!uotidianamente il buono e a vedere che solo ci che dono di Dio vera onte dielicit' nello stare lieti. 4ra si comprende lultima esortazione di 99,E$ "talietoA& -on unziona n3 leccesso, n3 perdere la propria parte& perch3 ambeduealienano la realt' ;,9@=9E0 cos7 come invece mostra la realt' stessa. Il buonocome il concetto del timor di Dio, orma come una barriera che separa luomo dalmondo di Dio, rendendolo per presente alla coscienza nel suo oggettivarsi nellarealt'.

    B.@.;. La igura della madre nella mancanza& e nel dono&La nostra interpretazione parte dalla presa coscienza dellimportanza dei setteritornelli in relazione al termine hebel. Il gioco, che scaturisce dal buono&,veicolato nella natura umana dai doni divini, sembra instaurare non solo i beni delmangiare& e del bere& in !uanto realt' da vivere, ma soprattutto lapertura e lamancanza1 diatti !ueste ultime ci donano la verit' della natura delluomo. Questadinamica immediatamente comprensibile attraverso la simbologia della madre,

    !uale primo momento della ase edipica lacaniana.)bbiamo gi' incontrato la simbologia del padre che istituisce e struttura lordinesimbolico del soggetto, precisamente nellattenuarsi della sua identit' materiale,

    biologica e sociale. 6os7 ora con la simbologia della madre ritroviamo il primopresentarsi dellaltro al bambino, il primo signiicante dellaltro, il primo soggettoconvocato a occupare il posto dellaltro che, ripetiamo, la accia del desideriointeso per nella correlazione di appagamento e riconoscimento.Questo schema, secondo il nostro avviso, a comprendere meglio la rilessione di. %ignolo che assume, dalla teoria reudiana sullidentit', lidea che la prima

    orma di rapporto che il bambino ha con il mondo, la prima orma di costruzionedella propria identit' istituita appunto attraverso con lintroiezione delloggetto&.Dal recupero di !uesta pi# elementare situazione creaturale, ancorata tuttaviaallo stato adulto, Qohelet ritrova la dimensione pi# schiettamente teologaledellesistenza$ Dio introiettato, tramite il dono della nutrizione, e, mediante laecondit' della propria atica, atto inabitare nel senso psicologico del termine0nellumana creatura che mangia, beve, lavora&. "i deve solamente eettuare unospostamento da una psicanalisi doggetto& ad una psicanalisi di relazione&come evidenziato da R. Lacan.

    + !uali sono !uesti sottoinsiemi di signiicanti( Pulire, nutrire, coccolare,proteggere, curare, rassicurare, ... la prima volta che il mondo si presenta comerealt' nellorizzonte dellaltro. La madre, !uale soggetto che tiene il posto

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    dellaltro, incomincia a maniestare dellaltro una certa costellazione di signiicatie non ci si deve meravigliare !uindi che dopo, per sempre, !uesti signiicatirestino associati alla sera dellaltro, accuditore, salvatore, nutritore,riscattatore, ... 5na natura cio che si scopre nella mancanza a essere1 ovverosia

    egli dipende da altri&, che immediatamente la madre come simbolo e, in unsecondo momento, sidentiica con la presenza di Dio che dona alluomo ognibene accudendolo, nutrendolo, ...0. Pertanto egli convoca ogni uomo, ormaipienamente decostruito ;,9;[email protected]=;:0 dalle sue alse certezze e umanizzatoritornelli sullhebel&0, a raccogliere !uotidianamente, godendone, i rutti dellasua atica

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    terrestre, non sono sopportabili e lintermittenza deve perci orzatamentetrasormarsi in continuit'.8utto !uesto perch3 Dio non presente immediatamente, ma mediatamenteattraverso i doni del mangiare e bere, occultati come sono dal lavoro delluomo.

    4ra, secondo Qohelet, luomo non deve attendere che Dio si accia vedere ma egliha il suo compito prioritario, nel suo addivenire adulto&, di riempire !uestovuoto ritrovando e riconoscendo che il rutto del suo lavoro e!uivale alla presenzastessa di Dio. Il racconto totalizza il processo, realizzando la convergenza deidue vettori$ !uello del compimento che lo porta verso la ine e !uello dellamaniestazione che lo porta allinizio&. Per !uesto ogni atto umano del mangiare e

    bere compiono latto di Dio senza cambiarlo ma maniestando la sua attualit' ciorendendolo presente alla coscienza. Lunico progresso possibile !uello che siattualizza ra il sensibile e la sua signiicazione originale per lidentit' delsoggetto, cio nellessergli sempre pi# somigliante ma non uguale.Da !ui si scopre e scaturisce lassoluta libert' di Dio ed anche il suo misterioso esconcertante = allocchio delluomo = modo di dare. Daltronde proprio il concettodi dono& prevede la libert' del donatore, poich3 esso risponde alla gratuit' senzaalcuna condizione e la libert' del donatario nellaccogliere e comprendere il dono.Il attore provocante = aerma .+. FurphS = che Dio abbastanza arbitrarionel GdareH. Dio d' a suo piacimento e non c nessuna coerenza su un tale GdareHche Qohelet possa scoprire1 si tratta di vero e proprio mistero pi# che digenerosit'&.6os7 Qohelet sottolinea non solo latteggiamento di Dio che dona, ma anche che

    egli stesso inspira la risposta delluomo con lo stare in letizia di cuorenellaccogliere i doni C,90 e nel gradire le sue opere ,@0. Da !ui scaturisce lavisione religiosa della vita, raorzata dal concetto del timor di Dio, in tutta la sua

    proondit' antropo

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    della madre, nellimpianto psicanalitico, dia non solo la proondit', ma anche laprovenienza, che non immediatamente Dio, come se uno potesse disporne a suopiacimento, ma come primo simbolo dellalterit'1 e, in un continuo rimando,luomo pu giungere a cogliere che, ci che lui esperisce, Dio stesso.

    Qohelet, !uindi, con la sezione 9,9;=;,;B universalizza e secolarizza lesperienzadel popolo di Dio nel cammino del deserto, nutrito da Dio stesso con lac!ua, ilpane del cielo& e le !uaglie +s 9C,;;=9@,9B0. 6ome Fos rispondendo alladomanda del popolo man hu che cosa !uesto0, dice$ il pane che RhUh vi hadato in ciboA&. 6os7 Qohelet, reinterpretando la penosa vita sotto il sole, richiamail cammino sotto il sole nel deserto dell+sodo e aerma che il nutrimento!uotidiano, non essendo una manna miracolosamente data, ma il ciboaticosamente guadagnato e lietamente goduto, diviene il segno=simbolo !uellache P. Oeauchamp chiama igura&0 del vero dono di Dio, che garantisce come a6aino la solidariet' di Dio nonostante il suo peccato0 con tutti gli uomini, ancoraun miracolo non solo per Israele, ma per tutti gli uomini.

    6onclusioneLintero processo della sezione 9,9;=;,;B ha evidenziato un percorso spiritualeunitario e ben articolato. Da !uesto punto di vista va sottolineata la strutturasettenaria della pericope, segnata ortemente dal simbolismo del numero sette&come anche altre parti o sezioni.= Il punto di partenza della sua proonda rilessione interiore stata dettata dallascoperta per ogni uomo della morte. La ricerca spinta ino allautorilessione la

    vera grandezza che a del re Qohelet !ualcuno di superiore a tutti i suoipredecessori nellambito della saggezza$ egli, inatti, non subisce tragediedinastiche o nazionali, spargimenti di sangue, o malattie, e nemmeno perde il

    potere, lonore, le terre, le ricchezze decisiva in tal senso la dierenza con*iobbe0. 8utta autonoma e da puro pensiero, la sua crisi nasce per intima orzarilessiva, pi# precisamente per interiore dolorosa presa di coscienza della morte

    precedentemente rimossa&.= Partendo dalla propria mortale mancanza a essere ed attraverso un camminospirituale a ritroso, con due momenti ermeneutici comunicativi ben articolati e di

    alto proilo 9,9;=;,99.9;=;B0, Qohelet demitizza la condizione umana gi' dellaprecedente tradizione *n 9=;1 "al E0$ luomo non pu are n3 ottenere tutto9,9C0, la stessa sapienza, che dovrebbe dar senso alla vita e permettere il giustoorientamento, risulta unoccupazione parzialmente assurda 9,9@=9E0, la letiziastessa, considerata come valore assoluto, vana ;,9=;0, anche le pi# alterealizzazioni compiute dal re mostrano tutta la loro mancanza ;,?=0.8uttavia Qohelet non schiaccia completamente luomo, ma apre un varcodeterminate con lo status della letizia$ + tutto !uello che desideravano i mieiocchi non glielo allontanai non ho ricusato al mio cuore alcuna letizia perch3 il

    mio cuore era lieto di tutta la mia atica e !uesto u la parte di tutta la mia atica&;,9J0.

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    = Qohelet scopre che linsoddisazione, nonostante tutte le sue realizzazioni, portaa !uel sentimento& da cui era partito$ odiare la vita e il lavoro ;,9@=9E0 perch3deve lasciare i suoi beni a uno che non ha aticato ;,;J=;90, tanto che tutti i suoigiorni e le sue notti diventano aanno ;,;:0. Inatti, in ;,;?=;B ritorna il

    medesimo asserto sulla letizia, ma ora con unaggiunta ondamentale, la suaorigine divina. Questa prima origine divina non comunica ancora per la orzadel dono teologale.

    -on solo. Fentre da una parte si riscontra che non tutti gli uomini ricevono lasapienza = ci sono anche gli stolti =, dallaltra la letizia data a tutti anche se ilriconoscerla come proveniente da Dio non da tutti. +ssa riceve la suaconnotazione teologale solo dopo un cammino introspettivo di elevato proilocome !uello appena atto da Qohelet0. In altre parole Qohelet ha riconosciuto unasserto importante$ la letizia non solo il risultato della atica umana ;,9J0, masoprattutto, in !uanto di derivazione teologale ;,;B0, una comunicazione di Diostesso. )nche !ui, !uindi, ritroviamo lantropologia connessa con la teologia, nonancora completamente compiuta perch3 non ancora completamente illuminatadalla ede.

    -e deriva che una corretta antropo

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    Il sabato il microcosmo dello spirito, come se riunisse in s3 tutti gli elementi delmacrocosmo dello spirito&.6on !uesto cammino lautore ci ha atto passare da un tutto personale conrontoantropologico, anticlimaN0 riscontrato dal re Qohelet 9,9;.9:=9C.9B=9E.;,9=

    99.9;[email protected]=;:0, ad ununiversale ;,;? climaN0 e religioso ;,;C0 conronto trapeccatore e giusto davanti allIddio ;,;B0."olo ora, il re sapiente paradigma di ogni uomo0, godendo della libert' ac!uisitadalla autocostruzione e conseguente auto=decostruzione, pu aprirsi alladimensione teologale nel binomio corpo=spirito della ede che andremo ariscontrare da :,9 a :,;;.@. Il tempo nelle mani di Dio Qoh :,9=E

    *uardando alla struttura cr. cap. ;0, il poemetto dei tempi& corrispondendo al

    poemetto antropo

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    @.9. La distesa dei tempiLelemento su cui Qohelet onda lunit' dellintero poemetto il termine tempo>et0 ? volte @ per un totale di ;EN0. Inoltre, a partire da :,; abbiamo la

    reiterazione di 9? antitesi, due per ogni versetto. )bbiamo anche il terminestagione o simili zeman0 che potremmo deinire come il contenitore&cronologico dei tempi opportuni o meno >ittim0, ma anche il richiamo allaconcretezza dellesistenza in cui le singole azioni richiamano."e guardiamo da vicino le antitesi, ci accorgiamo che la prima antitesi :,;a0 poneluomo di ronte alla sua situazione storica, che richiama lavvento dellegenerazioni gi' di 9,?. Il suo esistere compreso& tra due atti$ il generare darela vita0 e il morire togliere la vita0, perci la vita data ma anche tolta. )seconda del punto di vista che consideriamo la vita generare

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    6on la !uinta :,?a0 e sesta antitesi :,?b0, entriamo nel proondo del sentireumano, giacch3 nella sua vita sociale ogni individuo maniesta due acce della suaesistenza interiore, soerenza e gioia. Qohelet le porta alla luce con due immaginiesteriori$ piangere, are lutto e ridere, ballare. )nche !ui il salmista, incrociando

    le antitesi, ci ore la visuale del credente$ )scolta, "ignore abbi misericordia,"ignore vieni in mio aiuto. Kai mutato il mio lamento in danza, la mia veste disacco in abito di gioia& "al :J,99=9;0.La settima antitesi da sempre una nota cruN interpretum per gli studiosi1 inatti,

    pu essere interpretata in vario modo$ censimento del bestiame o della schiavit#*b 9?,9@1 "al CB,0 o azione militare ;e :,9.;C0 o preparazione di un campo

    per coltivarlo Is C,;0 o un gesto sessuale che linterpretazione rabbinica, inrelazione alla coppia parallela ottava antitesi0 vede in senso igurato$ gettare& ilseme per raccogliere& igli.) prima vista ogni tipo dinterpretazione pu essere plausibile. 8uttavia, seconsideriamo la peretta simmetria di !ueste antitesi, in relazione a !uellasuccessiva ottava0 nonch3 alle precedenti !uinta e sesta0, si evince che lautore,tenendo conto della particolare costruzione a livello letterario dei singoliemistichi, sembra dire che le situazioni esteriori X piangere

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    piccolo strappo *n :@,;.:?1 ;"am 9:,:91 *b 9,;J0 del vestito, segno delladignit' erita di una tradizione&, la scenetta si colora di una tinta osca&. Ilsecondo, in rierimento alla comunicazione umana, dice che la parola e il silenziosono momenti ondamentali della vita dellessere umano in modo speciale in una

    cultura di trasmissione orale. +, secondo il sapiente, luomo saggio sa !uandoutilizzare tale capacit' comunicativa.Inine con le ultime antitesi, tredicesima e !uattordicesima, si ritorna al mondodel sentire proondo umano. +sse sono costruite, come !uelle di :,9, con unastruttura chiastica$ amareittim si bilanciano ed anche, in !ualche modo, si e!uilibrano

    reciprocamente nel loro perpetuo ritorno 9,?=990, sono in ermento nel lorosvolgersi perci sono da scegliere1 sono anche tempi in cui lessere umano chiamato in prima persona ad agire e non vi si pu astenere$ il senso della vita.

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    Perci !uesti eventi possibili ci portano ad aermare che ci troviamo di ronte,non tanto allagire delluomo ma a !uello divino che dovrebbe trovare, di volta involta, una risposta adeguata nella creatura umana. Lintera sezione tematizza lasovranit' di Dio sugli eventi cr. :,9J=9C.9B=;;0.

    6os7 luomo di ogni tempo simbologia del numero sette0 e di ogni luogosimbologia del numero !uattro0 si trova ad agire in situazioni come !uelle delpoemetto dei tempi& e nel momento stesso in cui vi si trova deve personalmente

    prendere posizione. Il suo atteggiamento sar' !uindi di aperturaittim, sapendo per che tali tempi non sono nelle sue mani, madeve parteciparvi destreggiandosi con sapienza.

    -on si tratta perci di determinismo dove luomo subisce apaticamente la suasorte, tanto meno di tutte le opportunit' disponibili n3 un puro estetismo ine a sestesso, ma !ui si d' una enomenologia di azioni tra di loro !uasi sempre in

    peretta antitesi dove esaltata liniziativa divina nei conronti di una pur sempreimportante e determinate risposta umana.6ontrariamente a !uanto aerma *. avasi, il poemetto dei tempi& sottolinea ilcontrasto tra la sola azione umana pura antropologia0, che voleva porre luomocome termine di paragone con ogni cosa, cio luomo causa di se stesso 9=;0, elazione dellessere umano che compartecipa alliniziativa divina concetto disolidariet'0. 8ale compartecipazione una chiara antropo

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    Innanzi tutto, il soggetto non pi# luomo laadam0, ma il pronome personalecolui hu0 il punto ocale ora posto sullagire dellessere umano non pi# sottoil sole& visione umana0 ma sotto il cielo& visione divinaasah0 che rimanda alla creazione.

    Questo verbo !uando ha Dio per soggetto, evidenzia un agire energico edinamico&. Dio sempre allopera$ 6reazione, Diluvio ricreazione0, +sodoliberazione

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    antropoelohim e >adam Dio X uomini X Dio Xuomini, uomo X Dio0 dove solo Dio ad agire attraverso il giuoco dei verbi daree are0, mentre alluomo come conseguenza dellagire divino compete lavorare&e ricercare per trovare& e temere&, compito dato da Dio.Fa cominciamo dallinizio dellunit', mantenendola nel contesto in cui inserita,

    per comprenderne il proondo signiicato che essa veicola, anche ricordando chela prima sottounit' di :,9J=99 nota per le numerose diicolt', prima ra tutte, latraduzione nonch3 interpretazione del sintagma et ha>olam / belibbam&.

    .9. Lantropo

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    6i che osservato il lavoro delluomo. +ettivamente il vocabolo lavoro>inSan0, che ora troviamo associato al verbo dare >anah0, lancia una sguardoretrospettivo sulla precedente sezione = inzione regale& 9,9;=;,;B0 X che oracomincia ad essere ri=connotata. In modo pi# chiaro, !ui il termine lavoro& ha

    una precisazione$ !uelloccupazione che abbiamo trovato nel programma che si dato il re Qohelet cr. 9,9:=9C0, attuato a partire da 9,9B ino a ;,;B. Questainterpretazione possibile e giustiicata dalla presenza dellarticolo determinativoil ha0 davanti a lavoro >inSan0, che alla luce di :,9=E non pi# cattivo come erastato dichiarato in 9,9:$ il lavoro ricon!uistato in relazione al campo normaledelle attivit' umane. Questa novit' sostanziale determinata dallagire di Dio cheha riportato il lavoro& umano nellalveo proliico, anche se, per sua natura, simantiene nel suo ambito della atica$ perch3 vi lavorino&.Lespressione Dio ha dato /& indica che le cose stanno cos71 Dio ha pensato evoluto la condizione umana con i limiti di ogni creatura.La particolarit', !uindi, del versetto sta nel atto che esso introduce, per la primavolta, una novit' assoluta nelle osservazioni di Qohelet. La realt' che egli cogliedeve essere anche vista& con gli occhi di Dio1 !uella che noi abbiamodenominato come una rilessione antropo

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    b. anche il Gdesiderio del tempoH ha dato nel loro cuorec. senza che luomo trovi loperad. che Iddio ha atto dallinizio alla ine&.Possiamo notare che, dopo la constatazione del bello Sapeh&0 del creato,

    troviamo un anche gam0 che annuncia la prosecuzione della rilessione!oheletiana, la !uale !uindi deve essere mantenuta nel contesto prossimo :,9J=9C0, ma anche in !uello remoto :,9=;;0 per non cadere in grossolani errori.4vverosia, abbiamo !ui un chiarimento sulloggetto della sua rilessione, cheevidenzia la bellezza e la proondit' dellessere umano che vive alla presenzacontinua di Dio.Il sintagma mibbeli aser lo&, costruzione unica in tutto l)ntico 8estamento,non costituisce una restrizione, ma, mantenendolo nella linea positiva dellarilessione come evidenzia nel contesto prossimo, rivela la bont' della creatura.Inatti, Qohelet, ponendo lespressione il tutto& in posizione enatica, la collegainnanzi tutto al poemetto antropoasah Uehinneh=tobmeod&, si nota la !uasi completa corrispondenza. Quindi il are& di Dio!oheletiano rimanda ancora una volta al Dio della creazione. Inoltre, essendo ilverbo al peretto a pensare ad un agire di Dio continuo, cio non appartenentesolo al principio originario&, perch3 lagire di Dio al di sopra del tempo e,nello stesso tempo, connesso e strutturante il tempo stesso del creato$ tuttoavviene nel presente& di Dio. Due passi scritturistici su tutti lo conermano$ Iosono il "ignore che ha atto tutto& Is ??,;?0 ed anche$ Io ormo la luce e creo letenebre, accio la pace e provoco la sciagura1 io, il "ignore, accio tutto !uello&

    Is ?C,@0.%i , per, uno scarto terminologico rilevante tra Qoh :,99 e *n 9,:9 e riguardalaggettivo Sapeh& che ha preso il posto di tob&. 8ale cambio ha alla basealcuni motivi di ondo$ tob& in Qohelet terminus technicus riservato airitornelli sul buono nella natura umana&1 invece laggettivo Sapeh&, tipico perindicare la bellezza emminile ::N su BN ricorrenze in tutto l).8.0, risultaessere un termine molto appropriato, poich3 il suo signiicato originale ruotanellorbita dellestetico&. 5na constatazione della bellezza del creato non solonella linea della meraviglia laudativa degli inni cr. "al E1 9J?1 "ir ?;,9Css0, ma

    anche come compiacimento consapevole che coinvolge tutta lesperienza umana.6os7, !uando lautore riporta Sapeh& in C,9@ collegato ai ritornelli sul tob nella

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    natura umana&, sottolinea che lesperienza corporale del buono veicola lo stessoascino che le opere di Dio sprigionano.Lesperienza che la sacra "crittura ha della basar, aerma che lessere umano nonha un corpo, ma che egli carne1 !uesto da intendersi non in modo restrittivo di

    una semplice isicit', ma anche relazione. Il linguaggio stesso, che la basarpossiede, invito a scoprirla e a comprenderla.Lo stupore che la bellezza del creato suscita pu essere colto a due diversi livelli.Il primo ovviamente !uello antropologico, dove il creato stesso si rivolgealluomo il linguaggio usato ovviamente !uella estetico0, coinvolgendolo in undialogo in cui il corpo delluomo si scopre gettato nel mondo alterit'

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    ho osservato essere0 buono$ bello mangiare e bere e godere dei beni in ognilavoro in cui si aatica sotto il sole, nei giorni limitati della sua vita che Dio glid', poich3 !uesta la sua parte. )nche il atto che0 ad ogni uomo, cui permette digoderne e di prendere la sua parte e di star lieti nella sua atica$ !uesto dono di

    Dio. Inatti, egli non riletter' a lungo sui giorni della sua vita. 6ertamente Dio sirivela risponde0 nella gioia del suo cuore& Qoh C,9@=90.)llora, nella bellezza dellagire umano, Dio risponde& alluomo e nella bellezza,che nasce dallesperire, c una certa rivelazione da cogliere perch3 tob& Sapeh&. 6os7, anche se lagire divino sembra inconoscibile agli occhi delluomo,nella bellezza estatica Dio si rende presente&. Perci, mediante la bellezza,lumana esistenza coglie !ualcosa che altrimenti gli rimarrebbe totalmenteinaerrabile$ il sapere& della ede in Dio sapere& esistenziale, che d' ragioneanche di un certo incompleto sapere& conoscitivo. La bellezza che nascedallaver sperimentato i piaceri della vita, diviene addirittura la via principale perar esperienza diretta della presenza divina. Questa, e non altre, la "apienza daricercare per vivere solidariamente con Dio.Quindi luomo vive e vivendo sperimenta che la vita gli data. Questesperienzaa riemergere gli aetti e le relazioni sommerse che ricompaionoimprovvisamente con il sentire del corpo perch3 tutto avviene attraverso il sentiredel corpo e la parola ha !uel compito impossibile 9,E0 di esprimere tale bellezza.

    -el corpo, e non nella mente, sta lautentica spiritualit'. 4gni vera spiritualit'trova, cos7, il suo ondamento nel sentire corporale. + la ede, che

    proondamente radicata in !uesto sentire del corpo, innesta la spiritualit' nel

    tessuto di una natura corporea che potremmo deinire azzardatamene come ilsentire mistico della vita&.

    .;.;. Il desiderio del tempo& al secondo gradoQuesta parte b& del versetto si presenta carico di diicolt' per la presenza deltermine >olam. *uardando alla costruzione del versetto si coglie che Dio ilsoggetto del verbo natan per ben 99N in QoheletA Dio colui che ha dato& la vitaalluomo C,9@1 E,9C1 ,01 il suo spirito vitale 9;,@01 i beni della vita ;,;?1 C,9E1B,;01 la ricerca del senso della vita 9,9:1 :,9J.990. un dare libero e positivo nei

    conronti dellessere umano perch3 sia lieto.6ercando di