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013 SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE Anno 10, numero 15 dal 29 aprile al 5 maggio 2013 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. soc. cons. a R.L. - Cremona 15 2 PROFESSIONI Il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha dichiarato l'intenzione di valorizzare le libere professioni, “che in una società postindustriale rappresentano la spina dorsale della nostra economia”. Le li- beralizzazioni, ha aggiunto, “ormai so- no state adottate. Ora bisogna lavora- re per dare opportunità ai giovani, in- nalzare la qualità, servire al meglio i clienti". STP La Fnovi ha diffuso una circolare agli Ordini con le prime istruzioni per la re- gistrazione delle società tra professio- nisti nell’elenco speciale previsto dal regolamento ministeriale. Fac-simile e modulistica. DIPARTIMENTI Prima convention e primo documento unitario dei direttori dei dipartimenti di prevenzione. Dal documento emerge la preoccupazione per i "tentavi di smon- tarne le varie componenti facendole af- ferire ad altri livelli statali", ad esempio spostare "i veterinari al Ministero delle politiche agricole". ENC La commissione tecnica istituita dal- l'Ente Nazionale Circhi e formata da veterinari, giuristi e ammaestratori, ha ultimato la stesura del Regolamento per l'educazione e l'esibizione degli a- nimali nei circhi. Ne dà l'annuncio il sito ufficiale dell'Ente. FISE Gianluigi Giovagnoli è il Responsabile del Dipartimento Tutela del Cavallo del- la Fise. La nomina è del Consiglio fede- rale e attiene alle attività incentrate sul benessere del cavallo e sui progetti che riguardano i cavalli a riposo e le ricer- che sperimentali avviate con l’Univer- sità di Milano e con l’Arma dei Carabi- nieri. ENCI Il Consiglio Direttivo dell'Enci, costituito dopo l'assemblea del 6 aprile scorso, ha confermato Francesco Balducci alla Presidenza. Balducci è stato eletto per la prima volta all'Enci nel 2010. Vice- presidente Dino Muto. Il Comitato Ese- cutivo è composto dai consiglieri Bar- bati, Biondolillo e Grosso. SEMPRE PIÙ ONLINE A PAGINA 3 LA SALUTE ANIMALE NELL’EXPORT A PAGINA 4 A PAGINA 4 A PAGINA 8 A PAGINA 10 A PAGINA 19 GLI USA RIAPRONO AGLI “ITALIAN SALAMI” GESTIRE IL CARRY OVER NEI MANGIMI È TRUFFA LA LIBERA PROFESSIONE NON DICHIARATA NEONATOLOGIA DEL CANE E DEL GATTO SANITÀ ANIMALE BREVI ORGANO DI INFORMAZIONE DELL ’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI A.N.M.V.I. la PR O FESSI O NE VETERINARIA Autocontrollo in allevamento La sicurezza alimentare comincia in azienda. La produzione primaria punta sul binomio OSA-Veterinario. IL 10° RAPPORTO CENSIS/UCSI SULLA COMUNICAZIONE PRE- SENTATO ALL’INIZIO DELL’ANNO EVIDENZIA UN DATO MOLTO IM- PORTANTE, gli italiani sono sempre più online. Secondo lo studio, infatti, tra i nuovi media Internet è il mezzo di comunicazione che registra il tasso di incre- mento più elevato evidenziando nel 2012 una crescita del 9%. A fine anno gli i- taliani che utilizzano Internet hanno raggiunto la percentuale del 62,1%, ancora lontana rispetto a paesi come gli Stati Uniti o la Gran Bretagna ma comunque certamente significativa ed in costante crescita. Dieci anni fa era il 27,8%. Sem- pre secondo i dati della ricerca a navigare in Internet sono soprattutto i giova- ni, 90,8%, le persone più istruite, diplomate o laureate, 84,1% ( i Medici Veteri- nari superano l’86%) e i residenti delle grandi città con più di 500mila abitanti, 74,4%. Fra i Medici Veterinari è ormai abituale utilizzare Internet per la propria informazione e formazione. Basta pensare che Vetpedia ( enciclopedia scienti- fica veterinaria online) ha superato in un solo anno e mezzo i 10mila iscritti o che la newsletter del quotidiano online @nmviOggi viene inviata ogni giorno a circa 21mila indirizzi email e che quasi l’80% dei Medici Veterinari dichiara di leggerlo regolarmente mentre Vetjournal, il periodico online scientifico, si ferma poco sotto con circa il 75%. Questo per quanto riguarda l’informazione ma anche i dati riferiti alla formazione online sono estremamente importanti e si- gnificativi. Gli eventi FAD sono seguiti sempre da migliaia di iscritti, con una punta massima di poco superiore agli 8000, e le videoconferenze sono viste in diretta da una media di 7/800 fruitori. Il futuro è certamente sempre più online, ma a condizione che sia gratis. VETERINARY FARM VISIT Nella sua ultima newsletter la FVE plaude alla "veterinary farm visit". Secondo le antici- pazioni della Federazione dei Veterinari Europei, la Commis- sione Europea sta per presentare, per la prima volta in via ufficiale, la nuova Animal Health Law. Si tratta di una legge di riordino delle norme europee di sanità veterinaria e dei controlli veterinari ufficiali, destina- ta a riformare profondamente il quadro normativo attuale. L’obietti- vo è un testo unico, che enfatizzerà il concetto di One Health e - è sempre la FVE a dirlo - eviden- zierà l’importanza delle prestazioni veterinarie come "bene pubblico". La nuova Animal Health Law definirà le responsabilità e i compiti della pro- fessione veterinaria e la FVE ha suggerito di includervi la definizio- ne di Medico Veterinario adottata durante la General Assembly del 2011. In particolare, la FVE apprez- za la previsione che gli allevatori europei siano regolarmente assisti- ti in allevamento dai medici veteri- nari, perché una regolare assisten- za veterinaria è una "pietra angola- re della prevenzione". La salute de- gli allevamenti, attraverso un siste- ma di "herd health visits", andrà ol- tre l’approccio alla biosicurezza, per coprire anche le consulenze sulla prevenzione delle malattie che possono impattare sulla salute ani- male, sul benessere animale e sulla sanità pubblica. Nella nuova legge, si leggerà il binomio sussidiarietà e responsabilità Pubblico e Privato, anche con finalità di controllo della spesa che, nella prevenzione e nel- la lotta alle patologie, dovrà conti- nuare ad essere ripartita, trovando un equilibrio di mezzi e di modi per dividere i costi finanziari delle ma- lattie animali e della loro prevenzio- ne e bilanciando gli ambiti di responsabilità a livello europeo e na- zionale. La Commis- sione esplora tutte le possibilità di risparmio, riducendo il carico del- le incombenze ammi- nistrative e i relativi costi, con pro- poste di revisione delle certificazio- ni ufficiali, attualmente richieste dal- la legislazione europea sulla macel- lazione. In questo ambito, la sem- plificazione potrebbe portare fino a 80 milioni di euro di risparmio an- nuale senza compromettere i livelli più elevati di sicurezza dei cittadini europei. Più che in passato - si so- stiene a Bruxelles - il settore della salute animale deve dimostrare quanto vale, la sua importanza nel- la società e giustificare gli investi- menti pubblici che richiede. A.N.M.V.I Fondo Sanitario A.N.M.V.I. Salute risparmio e

La Professione Veterinaria 15-2013

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La Professione Veterinaria 15-2013

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013SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Anno 10, numero 15 dal 29 aprile al 5 maggio 2013Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003

(conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB MilanoConcessionaria esclusiva per la pubblicità

E.V. soc. cons. a R.L. - Cremona15 2

PROFESSIONIIl Presidente del Consiglio Enrico Lettaha dichiarato l'intenzione di valorizzarele libere professioni, “che in una societàpostindustriale rappresentano la spinadorsale della nostra economia”. Le li-beralizzazioni, ha aggiunto, “ormai so-no state adottate. Ora bisogna lavora-re per dare opportunità ai giovani, in-nalzare la qualità, servire al meglio iclienti".

STPLa Fnovi ha diffuso una circolare agliOrdini con le prime istruzioni per la re-gistrazione delle società tra professio-nisti nell’elenco speciale previsto dalregolamento ministeriale. Fac-simile emodulistica.

DIPARTIMENTIPrima convention e primo documentounitario dei direttori dei dipartimenti diprevenzione. Dal documento emerge lapreoccupazione per i "tentavi di smon-tarne le varie componenti facendole af-ferire ad altri livelli statali", ad esempiospostare "i veterinari al Ministero dellepolitiche agricole".

ENCLa commissione tecnica istituita dal-l'Ente Nazionale Circhi e formata daveterinari, giuristi e ammaestratori, haultimato la stesura del Regolamentoper l'educazione e l'esibizione degli a-nimali nei circhi. Ne dà l'annuncio il sitoufficiale dell'Ente.

FISEGianluigi Giovagnoli è il Responsabiledel Dipartimento Tutela del Cavallo del-la Fise. La nomina è del Consiglio fede-rale e attiene alle attività incentrate sulbenessere del cavallo e sui progetti cheriguardano i cavalli a riposo e le ricer-che sperimentali avviate con l’Univer-sità di Milano e con l’Arma dei Carabi-nieri.

ENCIIl Consiglio Direttivo dell'Enci, costituitodopo l'assemblea del 6 aprile scorso,ha confermato Francesco Balducci allaPresidenza. Balducci è stato eletto perla prima volta all'Enci nel 2010. Vice-presidente Dino Muto. Il Comitato Ese-cutivo è composto dai consiglieri Bar-bati, Biondolillo e Grosso.

SEMPRE PIÙ ONLINE

A PAGINA 3

LA SALUTE ANIMALE

NELL’EXPORT

A PAGINA 4 A PAGINA 4 A PAGINA 8 A PAGINA 10 A PAGINA 19

GLI USA RIAPRONO AGLI

“ITALIAN SALAMI”

GESTIRE IL CARRY OVER NEI MANGIMI

È TRUFFA LA LIBERAPROFESSIONE NON

DICHIARATA

NEONATOLOGIA DEL CANE

E DEL GATTO

SANITÀ ANIMALE

BREVI

ORGANO DI INFORMAZIONE

DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE

MEDICI VETERINARI ITALIANIA.N.M.V.I.

laPROFESSIONE VETERINARIA

Autocontrolloin allevamentoLa sicurezza alimentare comincia

in azienda. La produzione primaria

punta sul binomio OSA-Veterinario.

IL 10° RAPPORTO CENSIS/UCSI SULLA COMUNICAZIONE PRE-SENTATO ALL’INIZIO DELL’ANNO EVIDENZIA UN DATO MOLTO IM-PORTANTE, gli italiani sono sempre più online. Secondo lo studio, infatti, tra inuovi media Internet è il mezzo di comunicazione che registra il tasso di incre-mento più elevato evidenziando nel 2012 una crescita del 9%. A fine anno gli i-taliani che utilizzano Internet hanno raggiunto la percentuale del 62,1%, ancoralontana rispetto a paesi come gli Stati Uniti o la Gran Bretagna ma comunquecertamente significativa ed in costante crescita. Dieci anni fa era il 27,8%. Sem-pre secondo i dati della ricerca a navigare in Internet sono soprattutto i giova-ni, 90,8%, le persone più istruite, diplomate o laureate, 84,1% ( i Medici Veteri-nari superano l’86%) e i residenti delle grandi città con più di 500mila abitanti,74,4%. Fra i Medici Veterinari è ormai abituale utilizzare Internet per la propriainformazione e formazione. Basta pensare che Vetpedia ( enciclopedia scienti-fica veterinaria online) ha superato in un solo anno e mezzo i 10mila iscritti oche la newsletter del quotidiano online @nmviOggi viene inviata ogni giorno acirca 21mila indirizzi email e che quasi l’80% dei Medici Veterinari dichiara dileggerlo regolarmente mentre Vetjournal, il periodico online scientifico, si fermapoco sotto con circa il 75%. Questo per quanto riguarda l’informazione maanche i dati riferiti alla formazione online sono estremamente importanti e si-gnificativi. Gli eventi FAD sono seguiti sempre da migliaia di iscritti, con unapunta massima di poco superiore agli 8000, e le videoconferenze sono viste indiretta da una media di 7/800 fruitori. Il futuro è certamente sempre più online,ma a condizione che sia gratis.

VETERINARY FARM VISIT

Nella sua ultima newsletter laFVE plaude alla "veterinaryfarm visit". Secondo le antici-pazioni della Federazione deiVeterinari Europei, la Commis-sione Europea sta per presentare,per la prima volta in via ufficiale, lanuova Animal Health Law. Si trattadi una legge di riordino delle normeeuropee di sanità veterinaria e deicontrolli veterinari ufficiali, destina-ta a riformare profondamente ilquadro normativo attuale. L’obietti-vo è un testo unico, che enfatizzeràil concetto di OneHealth e - è sempre laFVE a dirlo - eviden-zierà l’importanza delleprestazioni veterinariecome "bene pubblico".La nuova AnimalHealth Law definirà leresponsabilità e i compiti della pro-fessione veterinaria e la FVE hasuggerito di includervi la definizio-ne di Medico Veterinario adottatadurante la General Assembly del2011. In particolare, la FVE apprez-za la previsione che gli allevatorieuropei siano regolarmente assisti-ti in allevamento dai medici veteri-nari, perché una regolare assisten-za veterinaria è una "pietra angola-re della prevenzione". La salute de-gli allevamenti, attraverso un siste-ma di "herd health visits", andrà ol-tre l’approccio alla biosicurezza,

per coprire anche le consulenzesulla prevenzione delle malattie chepossono impattare sulla salute ani-male, sul benessere animale e sullasanità pubblica. Nella nuova legge,si leggerà il binomio sussidiarietà eresponsabilità Pubblico e Privato,anche con finalità di controllo dellaspesa che, nella prevenzione e nel-la lotta alle patologie, dovrà conti-nuare ad essere ripartita, trovandoun equilibrio di mezzi e di modi perdividere i costi finanziari delle ma-lattie animali e della loro prevenzio-

ne e bilanciando gliambiti di responsabilitàa livello europeo e na-zionale. La Commis-sione esplora tutte lepossibilità di risparmio,riducendo il carico del-le incombenze ammi-

nistrative e i relativi costi, con pro-poste di revisione delle certificazio-ni ufficiali, attualmente richieste dal-la legislazione europea sulla macel-lazione. In questo ambito, la sem-plificazione potrebbe portare fino a80 milioni di euro di risparmio an-nuale senza compromettere i livellipiù elevati di sicurezza dei cittadinieuropei. Più che in passato - si so-stiene a Bruxelles - il settore dellasalute animale deve dimostrarequanto vale, la sua importanza nel-la società e giustificare gli investi-menti pubblici che richiede.

A.N.M.V.I

Fondo Sanitario A.N.M.V.I.

Salute risparmioe

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Le autorità sanitarie europeee internazionali stanno chie-dendo ad ogni Paese didiffondere il concetto che“l’utilizzo dell’antibiotico esi-ge un valido rapporto veteri-

nario-allevatore”. Lo leggiamo nel Manualedel Ministero della Salute “Biosicurezza e usocorretto e razionale degli antibiotici in zootec-nia” (www.veterianriodifiducia.it) dove si deli-nea la collaborazione fra l’allevatore-OSA (O-peratore del settore alimentare) e il medicoveterinario d’azienda zootecnica. Il controllodell’antibiotico-resistenza è il paradigmadell’evoluzione della produzione primaria chesempre più sarà improntata a logiche di pre-venzione e autocontrollo. Si legge infatti nelManuale che, per quanto riguarda il controlloda parte delle autorità competenti, “questonon può esser l’unico mezzo di prevenzione,ma è necessaria una corretta valutazione egestione dei rischi da parete dei veterinari edegli allevatori”. Il Ministero della Salute ha piùvolte sottolineato che i principi dell’autocon-trollo valgono per la sicurezza degli alimenticome per le produzioni primarie. Il salto cultu-rale che il nostro Paese si prepara a compie-re richiede un veterinario in grado di accom-pagnare le produzioni sui mercati mondiali. Laquestione delle resistenze è particolarmenteavvertita in campo zootecnico. Infatti, le auto-rità europee, Commissione e Parlamento, in-coraggiano l’adozione di provvedimenti daparte degli Stati Membri, sulla base di spinteprovenienti dalla sanità umana che guardanocon preoccupazione all’impiego di antibioticinegli animali produttori di alimenti destinati alconsumo umano. Con una risoluzione, il Parlamento Europeo sot-tolinea "l’esigenza di farsi un’idea precisa diquando, dove, come e in quali animali venga-no effettivamente utilizzati oggi gli antimicrobi-ci, e ritiene che la Commissione debba racco-gliere, analizzare e rendere pubblici tali dati sen-

za indugio". La risoluzione riprende quella del12 maggio 2011 dedicata alla resistenza anti-microbica. Un parere del 30 agosto scorso del-la Commissione Agricoltura del Parlamento Eu-ropeo suggerisce che "entro il 2018 il ricorso adantimicrobici per uso veterinario sia dimezza-to nell’Unione europea rispetto ai dati del2012".Il veterinario d’azienda riveste dunque un ruo-lo cruciale, secondo quell’approccio "olistico"suggerito dal Legislatore Europeo che si basa"su un utilizzo prudente e adeguato degli anti-microbici nonché sul miglioramento dei siste-mi di allevamento", attraverso nuove modalitàgestionali in grado conciliare l’esigenza di pre-sidi terapeutici con interventi di prevenzione edi biosicurezza in grado di abbattere l’inciden-za delle patologie in allevamento.

IL VETERINARIOÈ sempre il Ministero della Salute a dirci che ilruolo del veterinario è fondamentale per la ga-ranzia di un utilizzo razionale del medicinale ve-terinario, nel rispetto del consumatore, della sa-lute e benessere degli animali e dell’ambiente.Il veterinario ha un ruolo attivo nella gestione del-le modalità di utilizzazione del farmaco, di ve-rifica dell’efficacia dello stesso e nel controllo dieffetti indesiderati. Il ruolo del veterinario deve essere rafforzato nel-la gestione del farmaco mediante specifica for-mazione relativa ai complessi aspetti gestionalidell’allevamento in modo da poter dare rispo-ste sui vari problemi che non si risolvono conla semplice firma sulla prescrizione medico-veterinaria. Inoltre è auspicabile maggiore sinergia tra il ve-terinario aziendale e quello pubblico nel se-gnalare all’allevatore azioni correttive che pos-sano portare ad un miglioramento delle situa-zioni microclimatiche ambientali, delle misure dibiosicurezza con la riduzione dell’incidenzadelle malattie e quindi dell’impiego del farma-co.

L’ALLEVATOREL’allevatore - è scritto nel Manuale - è un anel-lo fondamentale della “filiera”, in quanto dalla suacompetenza e capacità dipendono, oltre chegran parte del risultato economico dell’attività,anche le caratteristiche qualitative del prodot-to che consegna al mercato: egli è a tutti gli ef-fetti un Operatore del Settore Alimentare (OSA)e come tale ha importanti obblighi di legge e pre-cise responsabilità. L’allevatore deve attenersialle indicazioni del veterinario rispettando le po-sologie e il tempo di attesa indicato e curandoattentamente tutti gli aspetti non farmacologi-ci della prevenzione delle patologie. Il miglioramento della gestione dell’allevamen-to passa attraverso una puntuale registrazionedella mortalità e dell’identificazione dei gruppiin allevamento in modo da rendere chiare le con-dizioni di utilizzo del farmaco, applicando il ma-nuale di buona prassi igienica. Devono essereimplementate le attività formative (corsi di for-mazione, giornate di apprendimento), previstetra l’altro dalla 193/06, tenute in collaborazio-

ne con le autorità di controllo a favore degli al-levatori, favorendo il senso di responsabilità ecreando una maggiore interazione con il vete-rinario dell’allevamento.

IL MANAGEMENTLa modernizzazione dell’ispezione delle carnicome la lotta all’antibiotico-resistenza sono i ban-chi di prova del veterinario di fiducia. Ogni ve-terinario chiamato in azienda deve avere unabuona conoscenza dei sistemi di produzione egestione aziendale. Basti pensare che al primoposto per gli accorgimenti specifici relativi all’u-so degli antibiotici negli animali da reddito, il Mi-nistero della Salute suggerisce che i veterinari“dovrebbero concentrare i propri sforzi sulla for-nitura di assistenza ai clienti attraverso adeguatiprogrammi di management aziendale, immu-nizzazione, gestione delle poste, selezione ge-netica e programmi nutrizionali in grado di con-sentire la riduzione dell’incidenza delle malattiee la conseguente necessità di utilizzare anti-biotici”. D’altra parte gli allevatori devono con-siderare gli agenti terapeutici antimicrobicicome “un complemento della buona gestione,vaccinazione e igiene del sito”. Per questo, ol-tre ad avviare terapie farmacologiche solo sot-to stretto controllo di un veterinario, gli alleva-tori devono “assicurarsi che vengano fornite alveterinario notizie precise (consumo di alimen-to/acqua, peso corporeo, numero di animali pergruppo di trattamento) in modo da poter cal-colare la corretta posologia per gli animali e ga-rantire che siano ottenute chiare istruzioni peril dosaggio e la somministrazione da trasmet-tere, se necessario, al personale incaricato”. Iveterinari dovrebbero formare il personale chefa uso di antimicrobici in azienda sulle indica-zioni, dosi, tempi di attesa, via di somministra-zione, magazzinaggio, manipolazione, con-servazione dei documenti nonché sui principi didiagnostica delle malattie comuni.

LA BIOSICUREZZAUn altro aspetto che richiede particolare at-tenzione per mantenere gli animali sani è la bio-sicurezza. Il compito della biosicurezza è quel-lo di ridurre il potenziale rischio causato dal-l’introduzione di organismi patogeni all’internodell’azienda, come ad esempio, animali acqui-stati di recente, persone, veicoli ed animali do-mestici. Accorgimenti semplici possono esse-re veramente efficaci e di aiuto per garantire lasalute degli animali. Anche quando una misu-ra non sembra essere completamente efficace,ciò non vuol dire che sia inutile è meglio una ri-duzione, anche se limitata, del rischio di intro-duzione di germi piuttosto che nessun inter-vento. ■

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Management aziendale in allevamentoL’evoluzione della sanità animale punta sul binomio veterinario-allevatore

L’uso razionale dei farmaci veterina-ri ed in particolare degli antimicro-bici riguarda tutti i soggetti che in-

tervengono, in modalità differenti, nel ci-clo di somministrazione. È responsabilitàdei medici veterinari conoscere bene lemolecole per prescrivere i medicinali piùappropriati e controllare il loro uso in si-curezza. È infatti compito dell’allevatoreprevenire la malattia e garantire un usocorretto dei medicinali prescritti. L’alle-vatore deve monitorare regolarmente lasalute ed il benessere dei propri animali;prendere nota di qualsiasi modifica delloro stato di salute è essenziale per unaprecoce diagnosi da parte del veterina-rio. Il veterinario, assumendosi la re-sponsabilità di formulare un giudizio me-dico e di garantire le condizioni ottimalidi sicurezza sanitaria, svolge un ruolo ri-levante a cui deve far riscontro una ade-guata corrispondenza da parte dell’alle-vatore. L’allevatore, a sua volta, essendoil soggetto più vicino ai bisogni emergen-ti rappresenta colui che più di ogni altropuò evidenziare con chiarezza le proble-matiche più pregnanti. Entrambi devonoessere consapevoli che l’uso dell’anti-biotico deve rappresentare la parte fina-le di un processo che si avvia con le op-portune attività di prevenzione e biosicu-rezza.

INSIEME NEL CICLO DISOMMINISTRAZIONE

“Siamo di fronte ad una ulteriore revisione delle norme dell’ispezione degli alimenti: èchiaro che il sanitario, anche nella funzione di colui che accompagna il produttore, deveessere soprattutto una figura in grado di gestire situazioni complesse”. Così RomanoMarabelli durante l’ultima edizione di Sanit, aggiungendo che “bisogna superare l’ideache il veterinario sia nello stabilimento di macellazione a fare i tagli e forse anche evita-re la battaglia nei confronti di un operatore tecnico che sta alla catena. Bisogna invecevalorizzare il sanitario - ha aggiunto - come colui che è in grado di favorire e accompa-gnare globalmente il sistema produttivo ad un elevato standard di sicurezza alimentare.Altrimenti non si spiega come mai - con un sistema di autocontrollo e un sistema di con-trollo ufficiale come quelli che vantiamo - nel momento della verifica il nostro Paesescopre di avere una serie di défaiance non gestite. Se dal mercato escono l’impianto, ilproduttore e il prodotto uscirà anche colui che fornisce il servizio: siamo legati alla sal-vaguardia trasparente ed obiettiva delle produzioni come elemento di vitalità del nostrosistema”. Lo stesso vale per le produzioni zootecniche, “perché le regole dell’autocon-trollo sono state portate anche sulla produzione primaria, nonostante abbia delle speci-

ficità che richiedono di adattare un sistema valido su scala industriale alle peculiaritàdel settore agrozootecnico”. Il Ministero della Salute sta conducendo una sperimenta-zione che si concluderà a settembre, per analizzare il rischio sanitario legato alla mo-dernizzazione. Si parte dai suini, ma tutte le specie da macello saranno interessate dalpassaggio dall’ispezione tradizionale a quella modernizzata.Tra i punti di debolezza deltradizionale sistema ispettivo, Efsa riconosce che le Ica (Informazioni sulla Catena Ali-mentare) correntemente in uso non includono tutti gli indicatori utili a classificare i lottidi suini in relazione ai rischi per la salute pubblica, così come le informazioni sulla salu-te e benessere degli animali sono attualmente sottoutilizzate. Si propone l’adozione diun sistema integrato di garanzia della sicurezza della carcassa suina, che trova tra isuoi elementi fondamentali la sistematica raccolta delle informazioni sulla catena ali-mentare (Ica) per i rischi maggiori, a livello di allevamento e di macello. Nei suini, le Icadovrebbero consentire di differenziare i lotti di suini nei confronti dei rischi maggiori(basandosi sullo stato sanitario del gruppo attraverso campionamenti in allevamento oal macello).

L’ISPEZIONE DEGLI ALIMENTI STA CAMBIANDO

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Animali e prodotti di origineanimale senza problemidi ordine igienico-sanita-rio. Questa la condizione,di estrema importanzastrategica per il nostro

Paese, da presentare ai negoziati internazionali.Il Rapporto 2012 sull'attività internazionale - pub-blicato in queste settimane sul sito del Ministerodella Salute - evidenzia il ruolo del Dipartimen-to della sanità pubblica veterinaria del Ministe-ro della Salute nella negoziazione con i Paesi ter-zi importatori per il raggiungimento di accordidi cooperazione tecnica e certificati sanitari. Inparticolare il Dipartimento interviene per risol-vere le problematiche all’export relative a que-stioni di carattere igienico-sanitario. Il 2012 è sta-to un anno intenso da questo punto di vista conla firma di 2 Accordi di cooperazione nel settoreveterinario (Libano e Mongolia), la definizione di29 nuovi certificati sanitari e la modifica/ag-giornamento di 21 certificati sanitari già esistenti.

NEGOZIAZIONIPer poter esportare le merci sopra indicate i pro-

duttori italiani si trovano a dover fornire adeguategaranzie igienico-sanitarie alle autorità dei Pae-si importatori e qui entra in gioco il Dipartimentoche, su sollecitazione delle Associazioni di ca-tegoria interessate o di Confindustria-Federa-limentare e con l’ausilio delle nostre Ambasciate,negozia con le Autorità dei Paesi interessati ap-positi Accordi tecnici. Si tratta nella maggior par-te dei casi di negoziazioni dal taglio tecnico chevengono stipulate al fine di garantire l’imple-mentazione dei requisiti veterinari e sanitari lun-go l’intera catena produttiva dalle materie pri-me ai prodotti finali. In alcuni casi invece si trat-ta di Accordi che nascono dalla volontà di coo-perazione tecnico-scientifica in uno o più set-tori della sanità pubblica e della sanità anima-le al fine di prevenire il rischio connesso alla dif-fusione delle malattie infettive ed infestive de-gli animali (ivi comprese le zoonosi) e delle ma-lattie derivanti dai prodotti di origine animale (tos-sinfezioni alimentari).

L’OIE E L’EXPORTAltro intervento finalizzato a favorire il nostro ex-port è quello relativo al corretto riconoscimen-

to della nostra situazione zoo-sanitaria da par-te dell’OIE. In proposito, nel corso del 2012, èstata presentata all’OIE la richiesta di rivederela classificazione dell’Italia in materia di BSE conil passaggio dalla categoria 2 (Paese a rischiocontrollato) alla categoria 1 (Paese a rischio tra-scurabile). Se il processo di valutazione, che sidovrebbe concludere nel maggio 2013, avràl’auspicata conclusione positiva il settore del-l’esportazione delle carni e dei prodotti a basedi carne bovina ne trarrà un consistente bene-ficio. Ai fini di facilitare la redazione e firma deicertificati sanitari da parte dei veterinari delleAziende Unità Sanitarie Locali, il Dipartimentoproduce e distribuisce mensilmente un notiziariosulla situazione epidemiologica internazionaledelle malattie infettive degli animali.

COREA DEL SUDNel 2012 si è raggiunto l’importante obiettivodel pre-listing per gli impianti interessati ad espor-tare prodotti a base di carne suina in questo

Paese. L’Italia è fra i pochi Paesi ai quali la Co-rea del Sud ha concesso tale possibilità a cuisi aggiunge la possibilità di poter utilizzare nonsolo suini nati ed allevati in Italia, ma anche quelliallevati in Italia da 3 mesi. La buona collabora-zione fra i due Paesi, seppur con alcune pro-blematiche di rilievo (divieto export di prodottisuini diversi dagli stagionati e cotti), è confer-

laPROFESSIONE VETERINARIA 15 | 20134 Attualità Veterinaria Internazionale

Il ruolo della salute animale nell’exportSiamo importatori-esportatori di prodotti di origine animale tra i più forti al mondo

Ottenere la revoca del divieto all’importa-zione in Cina di seme bovino (Bluetongue);Calendarizzare una seconda visita autoriz-zativa in Italia da parte cinese;Ottenere la regionalizzazione per pestesuina africana ai fini dell’export versoTaiwan;Organizzare una visita ispettiva in Italia daparte filippina per l’esportazione di prodottisuini.

OBIETTIVI PER IL 2013

Dopo 15 anni gli Usa riaprono ai nostri salumiSconfitta la vescicolare, rimosso il bloccoal Made in Italy

Buone notizie per le Regionichiave della nostra suini-coltura: l'apertura dellefrontiere statunitensi ai sa-lami, alle pancette e coppee ai salumi a breve stagio-

natura. Il 26 aprile Aphis (Animal and plant healthinspection service) ha deciso che i nostri pro-dotti possono sbarcare negli Usa. Bisognerà at-tendere il 28 maggio, così come rispettare pre-cisi vincoli. Gli stabilimenti di origine dovrannopreventivamente essere autorizzati dalle auto-rità statunitensi e le produzioni dovranno essereaccompagnate da un'apposita certificazione ve-terinaria. Soddisfatta Lisa Ferrarini di Assica, l'as-sociazione delle industrie delle carni e dei sa-lumi, che da tempo si era adoperata per av-viare l'esportazione negli Stati Uniti di importantiprodotti della salumeria italiana. È una svolta chesi attendeva da molti anni, dopo la decisione del-le autorità sanitarie statunitensi di vietare le im-portazioni di questi prodotti. Il blocco statuni-tense era legato ai timori per la malattia vesci-colare dei suini. Da tempo però i piani di era-dicazione della malattia vescicolare hanno sor-

tito risultati apprezzabili, tanto che Lombardia,Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, oltre alleprovince di Trento e Bolzano, sono indenni dal-la “vescicolare”. Spesso le barriere sanitarie ven-gono utilizzate a fini commerciali, vincoli che,secondo Assica, comportano per il settore unaperdita di circa 250 milioni di euro di mancateesportazioni. Il Rapporto sull’attività interna-zionale del Ministero della Salute dà conto deinegoziati per aprire l’esportazione dal nostroPaese dei prodotti a base di carne suina a bre-ve stagionatura e per il riconoscimento della re-gionalizzazione della malattia vescicolare (ma-croregione del nord che comprende 9 regionisituate nel nord Italia). Questo riconoscimento ha previsto una modi-fica della legislazione statunitense e tempi lun-ghi. Il solo processo di risk assessment ha ri-chiesto un anno e mezzo, e nel corso del 2012i contatti si sono intensificati per cercare di tro-vare un accordo a più breve termine. A fine2012, le Autorità dell’Aphis avevano comunicatol’adozione di un provvedimento chiamato “fe-deral notice” o “federal act” in vigore nella pri-ma metà del 2013. ■

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mata dal fatto che anche quest’anno una de-legazione coreana ha voluto visitare questo Mi-nistero per studiare, per una eventuale traspo-sizione nella normativa coreana, il sistema di con-trolli veterinari applicati in Italia.

INDIAPermane una posizione di forte contrasto, at-traverso l’imposizione di requisiti del tutto con-trari a quelli previsti dalle Organizzazioni mon-diali di riferimento, all’importazione in questoPaese di prodotti a base di carne suina sta-gionati. A seguito di un incontro bilaterale av-venuto con l’FSSAI si è comunque instauratoun canale di comunicazione diretto, finora ne-gatoci.

HONG - KONGA seguito della prevista visita ispettiva in Italiada parte di una delegazione di Hong-Kong, sonostate definite le condizioni di polizia sanitaria edi certificazione veterinaria ai fini dell’esporta-zione di carni bovine e preparazioni di carni bo-vine. La procedura, durata diversi anni, ha riam-messo all’esportazione prodotti la cui espor-tazione era vietata per motivi legati alla BSE nelnostro Paese. Si segnala che questo è il primomercato asiatico in cui sia possibile, almeno acondizioni concordate, esportare prodotti bo-vini.

CINAA distanza di ormai 6 anni dalla missione di AQ-SIQ/CNCA, sono stati autorizzati all’esportazionedi prodotti a base di carne suina cotti i 4 impiantiin una prima fase esclusi dalle Autorità cinesi.Questo evento porta il numero totale di tali im-pianti a 6 i quali potranno esportare una voltadefinito il pertinente certificato veterinario, og-getto di revisione da parte cinese seppur giàconcordato in passato. A seguito dell’interes-se degli operatori economici al riguardo, si sonocreate le condizioni per l’esportazione di pro-dotti della pesca e lana sucida.

TAIWANSi evidenzia la ripresa comunicazione conTaiwan su quegli argomenti che penalizzano leesportazioni italiane di prodotti suini (mancataregionalizzazione per peste suina africana) e bo-vini (BSE).

FILIPPINEA seguito di un progetto governativo filippino,è stato praticamente definito un certificato per

l’esportazione in questo Paese di bufali.

USAOltre allo sblocco dei salumi, sul fronte multi-laterale, è di grande interesse la modifica dei cer-tificati per l’esportazione del seme e materialegenetico, che ha subito delle modifiche a cau-sa della presenza del virus di Schmalleberg inItalia nel 2012, modifiche che permetterebbe-ro di far riprendere un flusso di esportazione co-stante.

CANADAProseguono le negoziazioni con le Autorità delCFIA per esportare prodotti composti, bufali eprodotti a base di carne come la “carne sala-da”.

BRASILEGli esiti della missione condotta nel 2011 sonostati comunicati nel corso del 2012, ma non han-no chiarito la possibilità di ampliare la gammadi prodotti esportabili. Sembra che gli ispetto-ri brasiliani vogliano condurre un’altra visita inItalia. Nel corso del 2013 comunicheremo chel’Italia ha richiesto il riconoscimento dell’inden-nità da malattia vescicolare all’OIE (assenza del-la malattia dall’aprile 2011) e richiederemol’ampliamento della gamma dei prodotti espor-tabili, stagionatura inferiore ai 400 giorni.

PANAMADurante il 2012 è stato concordato il certifica-to per l’esportazione, nel 2013 si intende cer-care di ampliare la gamma di prodotti esportabili.

AUSTRALIANel 2012 è stato concordato un nuovo certifi-cato per l’esportazione della “culaccia”, prodottoa base di carne suina, verso l’Australia.

RUSSIANel 2012, la fervida attività di negoziazione tragli esperti della Commissione europea con l’au-silio degli Stati membri e gli esperti dei Paesi del-l’Unione doganale - Federazione russa (RU), ilKazakistan (KZ) e la Bielorussia (BY) - , ha por-tato alla definizione di 5 nuovi modelli di certi-ficazione unificata UE-CU per l’export. In par-ticolare sono stati concordati i modelli per l’e-sportazione di gelatine, di pulcini di un giorno,tacchinotti, anatroccoli, paperi, pulcini di struz-zo e uova da cova, di carni di pollame, di car-ni equine, di carni ovine e caprine. Per quan-to riguarda l’esportazione degli altri prodotti di

origine animale verso i Paesi dell’Unione do-ganale è stato consentito l’utilizzo dei modelliveterinari già approvati per la Federazione rus-sa. Sono stati aggiornati anche i corrispettivi cer-tificati pre-export. Nel maggio del 2012 è sta-ta condotta una visita ispettiva in Italia da par-te degli ispettori russi al fine di verificare lo stan-dard sanitario degli stabilimenti, la conoscen-za nonché conformità alla normativa russa in talistabilimenti abilitati all’esportazione nei paesi del-l’Unione doganale. Preliminarmente a tale ispe-zione era stata condotta dal Ministero una ri-cognizione degli impianti al fine di ridurne il nu-mero ed individuare quelli effettivamente attivisul mercato russo. Purtroppo l’esito di tale missione non è stato fa-vorevole, perché essa ha portato alla definitivacancellazione della lista dei budellifici italiani, av-venuta inizialmente per errore, al blocco delleesportazioni da parte di alcuni stabilimenti ita-liani visitati dagli ispettori russi per il riscontro dialcune non conformità nonché all’inattualità delripristino della procedura del pre-listing tanto au-spicata dal nostro Dipartimento. È stato mes-so in piedi un piano d’azione per riavviare l’at-tività di esportazione verso la Federazione rus-sa associato ad un’intensa attività di training con-dotta su tutto il territorio italiano in presenza del-le autorità locali veterinarie e le associazioni dicategoria al fine di implementare la conoscen-za della normativa russa. Allo stato attuale e aseguito di tale ispezione l’esportazione delle bu-della dall’Italia verso la Russia non è consenti-ta e l’esportazione di prodotti a base di carneè resa possibile solo se gli involucri che li rive-stono sono di origine e lavorazione esclusiva-mente comunitaria.

CROAZIAÈ stato aggiornato il certificato per l’esportazionedei prodotti a base di carne e negoziato quel-lo per l’esportazione di paglia e fieno.

ALBANIASono stati concordati 5 nuovi certificati per l’e-sportazione dei bovini da macello e da alleva-mento, di ovi caprini da macello e da alleva-mento e per l’esportazione di lumache.

SERBIASono stati pubblicati i nuovi certificati veterina-ri per l’esportazione di sperma di animali dellaspecie equina, equidi registrati per l’allevamentoe riproduzione, di carne fresche bovine, di col-lagene destinato al consumo umano ed è sta-

to aggiornato due volte durante il corso dell’annoil certificato per l’esportazione di carni di pollamee di carni separate meccanicamente di polla-me.

TURCHIACon molte difficoltà è stato negoziato, ma nonancor ufficializzato, il certificato per l’esportazionedi bovini vivi da macello. Tali complicazioni sono state legate alle prete-se da parte delle competenti Autorità turche diimportare bovini di esclusiva nazionalità italia-na sin dalla nascita. La mancata ufficializzazioneè stata causata dalla richiesta pervenuta dalleAutorità turche di autorizzare, previa visitaispettiva, gli allevamenti abilitati a tale espor-tazione. Sono stati proposti ai Turchi anche i modelli dicertificati per l’esportazione di bovini da alle-vamento e da riproduzione. Il certificato per l’e-sportazione dei prodotti a base di latte è statoinviato dalle compenti Autorità turche alle qualiè stata richiesta una modifica di tale certifica-to per consentire l’esportazione anche deiprodotti italiani lattiero caseari ottenuti da lattecrudo. Sono stati richiesti anche diversi modellidi certificati per consentire l’esportazione di pellidi coniglio, prodotti della pesca, di pesce vivodall’Italia verso la Turchia.

SUD-AFRICANon è ancora stato aperto il mercato per l’e-sportazione di proteine animali trasformate, sonoancora al vaglio le documentazioni relative allalavorazione di tali prodotti inviate da altre 3 azien-de italiane, oltre alle 2 già inviate nel 2011. Inol-tre il certificato per l’esportazione di prodotti abase di latte è tutt’ora in fase di negoziazionecosì come il modello per l’esportazione delpetfood. È stato richiesto alle Autorità delSud-Africa di negoziare il modello di certifica-to veterinario per l’esportazione di embrioni dibovini. Non è stato invece possibile accettareil modello di certificato per l’esportazione di pro-teine d’uovo per la richiesta di un processo pro-duttivo ad una temperatura talmente elevata danon essere osservato nei nostri impianti di pro-duzione. Motivo per il quale tale modello di cer-tificato è stato bocciato.

TUNISIAÈ stato pubblicato sul portale del Ministero il cer-tificato per l’esportazione dei bovini vivi già ne-goziato alla fine del 2011, su iniziativa di que-sto Dipartimento. Durante tutto il corso dell’annonon è pervenuta la risposta sul quesito inviatonel 2011 concernente la richiesta di deroga perle vaccinazioni contro l’IBR e la FCO richiestenel certificato per gli animali spediti in Tunisia dal-la Regione Bolzano in quanto ufficialmente in-denne da queste ultime due malattie infettive.

ALGERIAÈ stato redatto dalle competenti Autorità alge-rine e pubblicato sul sito del Ministero il modellodi certificato sanitario per l’esportazione dipetfood. Allo stato attuale sono ancora in fasedi negoziazione il certificato per l’esportazionedei prodotti a base di latte e quello per l’e-sportazione di bovini vivi sul modello di quellogià negoziato con le Autorità tunisine.

MAROCCOIl certificato per l’esportazione dei prodotti a basedi latte è stato modificato su richiesta di que-sto Ministero dalle competenti Autorità ma-rocchine. Inoltre è stato richiesto ai Marocchi-ni di poter negoziare anche un certificato perconsentire l’esportazione di prodotti lattiero-caseari ottenuti da latte crudo. Sono ancora infase di discussione i modelli di certificati vete-rinari per l’esportazione di bovini vivi, di carnesuina fresca e di prodotti a base di carne bo-vina. ■

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Èpronto e approvato il Pia-no Nazionale per l’uso re-sponsabile del farmacoveterinario e per la lottaall’antibiotico-resistenzain coniglicoltura. L’Uni-

versità di Milano, l’IZS della Lombardia ed E-milia Romagna e l’Associazione UNA ITALIAhanno predisposto il Piano nazionale per l’u-so responsabile del farmaco veterinario e perla lotta all’antibiotico-resistenza in coniglicol-tura. Il Piano è stato sottoposto alla valuta-zione della Direzione Generale della Sanità A-nimale e del Farmaco Veterinario, che ne hacondiviso l’impostazione e le finalità. La ver-sione definitiva e consolidata del documentoè stata trasmessa alle Regioni e per cono-scenza al Centro di referenza nazionale perl’antibiotico-resistenza presso l’IZS Lazio eToscana. L’obiettivo - scrive la direzione mi-nisteriale nella nota di accompagnamento - èdi diffondere il principio di un uso più razio-nale degli antibiotici in un settore "sensibile"quale quello della coniglicoltura e, conse-guentemente, di limitare quanto più possibilefenomeni dì resistenza ai medesimi. In pro-posito, l’Unione Europea ha fornito cifre e for-mulato un piano di azione per il quale è statarichiesta la collaborazione dei Paesi membrinei prossimi 5 anni. Il Ministero della Saluteha quindi invitato le Regioni e Province auto-nome a sensibilizzare gli allevatori ed i mediciveterinari del proprio territorio rispetto all’a-desione al Piano in argomento al fine di coin-volgere il maggior numero di operatori nelprogetto. Il Piano sarà adottato dall’Associa-zione proponente e sarà realizzato sulla basedi un’adesione volontaria da parte degli alle-vatori.

OBIETTIVIL’uso razionale degli antibiotici nella conigli-coltura industriale è il primo obiettivo del Pia-no, allo scopo di limitare l’insorgenza di feno-meni di antibioticoresistenza e per tutelare lasalute pubblica. Ma altrettanto prioritario èsalvaguardare l’efficacia della terapia in alle-vamento. Si tratta di conservare in maniera duratural’arsenale terapeutico attualmente disponibi-

le in medicina veterinaria, viste le scarse pro-spettive di avere nell’immediato futuro nuovemolecole ad azione antimicrobica. Altro o-biettivo è di eliminare o comunque limitarel’uso terapeutico di quelle classi di antibioticidi particolare interesse in medicina umanaquali le cefalosporine e monitorare l’antibioti-co resistenza nei conigli. L’implementazionedi pratiche di profilassi diretta e indiretta e lemisure di biosicurezza rientrano fra gli obiet-tivi del Piano per migliorare la sanità e il be-nessere degli animali allevati e limitare cosìl’uso di antimicrobici.

STRUMENTIGli strumenti necessari al raggiungimentodelle finalità prospettate si fondano essen-zialmente sui seguenti punti: promuoverebuone pratiche di allevamento; sviluppare si-stemi alternativi che consentano una diminu-zione all’uso di antimicrobici; monitorare ilconsumo e l’efficacia degli antimicrobici;diffondere in maniera capillare ed annual-mente i dati raccolti; promuovere lo scambiodi informazioni con altre realtà europee;coinvolgere, educare e formare tutti gli ope-ratori della filiera.

COME VUOLE LA UEI contenuti strategici individuati per la conigli-coltura sono coerenti con le indicazioni euro-pee e corrispondono al Piano d’azione del-l’Unione europea (Comunicazione dellaCommissione al Parlamento europeo e alConsiglio "Piano d’azione di lotta ai crescentirischi di resistenza antimicrobica" AMR/COM/2011/0748 definitivo), nel quale sonoraccolti i dati numerici ed è richiesta la colla-borazione degli Stati Membri nei prossimi 5anni. Il Piano è coerente anche con le indica-zioni del "Manuale sulla biosicurezza e usocorretto e razionale degli antibiotici in zootec-nia" e con la "Linea guida per la predisposi-zione, effettuazione e gestione dei controllisulla distribuzione e l’impiego dei medicinaliveterinari", documenti emanati dalla DGSFV,al fine di fornire indicazioni sia sui criteri otti-mali per l’impiego della terapia, che sulle mo-dalità di predisposizione dei controlli previstidalla farmacosorveglianza. ■

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Sensibilizzareall’uso prudentenei conigliAdesione volontaria, ma raccomandata al Pianonazionale

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laPROFESSIONE VETERINARIA 15 | 20138 Osservatorio farmaco Contaminazione crociata

Sull’applicabilità della circo-lare 1 del 23 gennaio 1996relativa alla produzione dimangimi contenenti pre-miscele medicate, la Dire-zione generale della sanità

animale ha recentemente fornito chiarimenti atutti gli assessorati regionali. Il 9 gennaio scor-so, la DGSAFV scriveva loro “anche in relazio-ne alle criticità emerse nel corso della recentemissione DG(SANCO)/2012-6492”. Le criti-cità in questione sono dettagliate nel Reportpubblicato in questi giorni dal Food VeterinaryOffice, dal titolo “Evaluate measures in placefor the identification of hazards and manage-ment of risks along the feed chain”. La racco-mandazione conclusiva degli ispettori euro-pei all’Italia è stata di assicurare che gli ope-ratori dei mangimi riducano la contaminazio-ne crociata, in particolare per quanto riguardal’uso di coccidiostatici.

IL REPORT FVOIl documento descrive le risultanze dell’audit con-dotto in Italia dal 20 al 30 novembre dell’annoscorso. Lo scopo generale della verifica ispet-tiva era di valutare il grado di implementazionedelle disposizioni previste dal Regolamento eu-ropeo 183/2005 sull’igiene dei mangimi. L’au-dit è stato condotto in particolare su quelle si-tuazioni che, alla luce dell’esperienza acquisi-ta durante le crisi del passato, sono conside-rate più a rischio di altre. L’audit ha anche va-lutato le contromisure adottate in risposta alleraccomandazioni formulate durante l’ultimoaudit sulla sicurezza dei mangimi. Nel com-plesso, il Report conclude che le autorità com-petenti gestiscono un buon livello di comuni-cazione e di coordinamento e dispongono di mi-sure ampiamente adeguate per verificare l’ef-ficacia dei controlli ufficiali, come pure per di-sporre azioni correttive in caso di non confor-mità. Le autorità italiane possono anche con-tare su informazioni esaustive sugli operatori cheagiscono lungo la catena dei mangimi. Il reportFVO conclude con una serie di raccomanda-zioni alle autorità nazionali per correggere le ri-sultanze riscontrare e migliorare i controlli in es-sere. Il Ministero della Salute ha riscontrato il Re-port con una serie di proposte di intervento sot-to forma di Addendum 2013 al PNAA Piano Na-zionale di Controllo Ufficiale sull’alimentazionedegli Animali 2012-2014.

I CONTROLLI ITALIANIPunto debole sono i controlli ufficiali che, pur te-nendo ampiamente in considerazione i rischi de-rivanti dall’operatività della filiera, non sono ingrado di valutare le procedure HACCP con par-ticolare riferimento ai rischi connessi agli in-gredienti utilizzati. I controlli non sono nemme-

no in grado di assicurare che gli operatori deimangimi implementino effettive misure per ridurrela contaminazione crociata, in particolare perquanto riguarda l’uso di coccidiostatici come ad-ditivi per mangimi, stante che il campionamentoufficiale non è correttamente mirato.

CARRY OVERIn proposito, il Ministero della salute, già a gen-naio di quest’anno ha diffuso una nota alle Re-gioni chiarendo l’applicabilità della circolare 1 del23 gennaio 1996 sulla gestione dei fenomienidi carry over negli impianti che producono man-gimi medicati e concludendo con la racco-mandazione di garantire che i controlli ufficialiverifichino le misure messe in atto dagli opera-tori per gestire il carry over inevitabile e le con-taminazioni crociate, anche tramite campiona-menti dei mangimi prodotti in seguito alle pro-duzioni medicate o con coccidiostatici.

GLI OPERATORINella nota alle Regioni del 9 gennaio 2013, il Mi-nistero della Salute fa presente che “tutti gli ope-ratori del settore dei mangimi sono soggetti inprimis all’applicazione dei requisiti previsti dalReg.(CE) 183/2005. nonché dell’ulteriore nor-mativa pertinente per il settore mangimistico. Ilregolamento attribuisce all’operatore del settoredei mangimi la responsabilità di assicurare laconformità dei propri prodotti alla normativa ela relativa sicurezza d’uso. Due i passaggi delRegolamento 183, citati dal Ministero, sugli ob-blighi a carico degli operatori: il primo recita: “Glioperatori del settore dei mangimi assicurano chetutte le fasi della produzione, della trasforma-zione e della distribuzione che ricadono sottoil loro controllo siano condotte conformemen-te alla normativa comunitaria, alla legislazionenazionale con essa compatibile nonché ai det-tami della corretta prassi. Essi assicurano in par-ticolare che soddisfino i pertinenti requisiti in ma-teria di igiene stabiliti nel presente regolamen-to”. Il secondo passaggio dice che gli stessioperatori “devono assicurare che le diverse fasidella produzione siano svolte secondo proce-dure e istruzioni scritte prestabilite volte a de-finire, convalidare e assicurare la padronanza deipunti critici nel processo di fabbricazione”; e che“vanno adottate misure tecniche o organizza-tive per evitare o ridurre al minimo, a secondadelle necessità, le contaminazioni incrociate egli errori”.

COCCIDIOSTATICIGli obblighi e le responsabilità citate dal Rego-lamento 183/2005, si applicano anche alla ge-stione della presenza di residui di farmaci o coc-cidiostatici nei mangimi a causa di fenomeni dicarry over inevitabile. L’operatore, chiarisce in-fatti la Direzioni ministeriale, “dovrà valutare a se-

conda della propria attività produttiva e realtàaziendale, quali misure adottare e mettere in pra-tica al fine di produrre mangimi conformi alla nor-mativa”. Nello specifico, la circolare 1 del 23 gen-naio 1996, fornisce alcuni suggerimenti agli ope-ratori in merito alle procedure da adottare pergestire il carry over nei mangimi. Tra queste, ri-corda il Ministero, “vengono raccomandate op-portune sequenze di produzione, atte a evi-tare la permanenza di residui nei prodotti de-stinati all’alimentazione umana. In caso tali mi-sure non siano sufficienti, sono necessarieuna o più cariche di lavaggio (flushing) per larimozione dei residui dall’impianto, che potrannoessere riutilizzate per la successiva produzio-ne dello stesso tipo di prodotto medicato”.

PRODOTTI NON CONFORMII suggerimenti forniti dalla Circolare, non pos-sono prescindere dalle disposizioni normativevincolanti, siano esse nazionali e comunitarie.Nello specifico, essendo stati definiti dalla nor-ma (Direttiva 2002/32) i livelli massimi ammes-si per il carry over da coccidiostatici, i mangi-mi che non rispettano tali limiti “sono chiara-mente non conformi alla normativa suimangimi”. Pertanto il produttore dei mangimi,che ha la responsabilità primaria di non im-mettere sul mercato prodotti non conformi, po-

trà garantire ciò adottando la o le misure cheritiene opportune in relazione alla propria tipo-logia produttiva e di impianto (ad esempio lineeseparate, eliminazione del mangime contami-nato, sequenze di produzione, validazione del-l’impianto con prove analitiche che dimostranoun carry over a livelli accettabili, flushíng etc.).Della bontà di dette procedure, “dovrà esseredata sempre evidenza all’autorità competen-te, ad esempio tramite opportune metodiche divalidazione, in grado di dimostrare che la mi-sura adottata è capace di raggiungere lo sco-po”.

VALORE DELLA CIRCOLAREIl Ministero della salute conclude che la Circo-lare 1 del 23 gennaio, 1996 “è applicabile nel-la misura in cui lo è un atto nazionale normati-vo d’indirizzo nei confronti di regolamenti co-munitari cogenti per tutti gli operatori del set-tore dei mangimi e direttamente applicabili”. IlMinistero della Salute chiede pertanto di garantireche durante le attività di controllo ufficiale ven-gano verificate le misure messe in atto dagli ope-ratori al fine di gestire i fenomeni di carry overinevitabile e le contaminazioni crociate, anchetramite campionamenti dei mangimi prodotti inseguito alle produzioni medicate o con cocci-diostatici. ■

Gestire il carry over nei mangimiIndirizzare in modo omogeneo e coerente le attività di controllo ufficiale

Modificata la voce relativa alla so-stanza prednisolone nel regola-mento (UE) n. 37/2010: nella ta-

bella 1 dell’Allegato viene inserito il LMRper gli equidi. Lo prevede il Regolamentodi esecuzione (UE) n. 406/2013 dellaCommissione Europea del 2 maggio2013. Il provvedimento modifica, perquanto riguarda la sostanza prednisolo-ne, l’allegato del regolamento (UE) n.37/2010 concernente le sostanze farma-cologicamente attive e la loro classifica-zione per quanto riguarda i limiti massimidi residui negli alimenti di origine anima-le. L’opportunità di stabilire il limite mas-simo di residui (LMR) viene adottata inconformità al regolamento (CE) n.470/2009, per le sostanze farmacologica-mente attive impiegate nell’Unione euro-pea in medicinali veterinari destinati a es-

PREDNISOLONE: LMR PER GLI EQUIDI

sere somministrati ad animali da produ-zione alimentare o in biocidi impiegati nelsettore zootecnico. La sostanza predni-solone figura attualmente nella tabella 1dell’allegato del regolamento (UE) n.37/2010 tra le sostanze consentite per ibovini, per i seguenti tessuti: muscolo,grasso, fegato, rene e latte. Ma l’Agenziaeuropea per i medicinali ha ricevuto la ri-chiesta di includere gli equidi nella vocerelativa al prednisolone e il Comitato per imedicinali veterinari ha raccomandato difissare un LMR per la sostanza predniso-lone per gli equidi, per muscolo, grasso,fegato e rene. È opportuno prevedere unperiodo di tempo ragionevole per con-sentire alle parti interessate di adottare iprovvedimenti necessari per conformarsial nuovo LMR. Di conseguenza il Regola-mento si applica dal 3 luglio 2013.

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laPROFESSIONE VETERINARIA 15| 2013 Sentenze Legale 9

Importante pronuncia della IV se-zione penale della Cassazione, re-lativa all’impatto della Legge Bal-duzzi (art. 3 della legge n. 189/2012)sui processi. Il 9 aprile la SupremaCorte ha depositato una sentenza -

non la prima in assoluto - che interviene sullelinee guida, il sapere scientifico e la respon-sabilità del medico e che per la prima voltaimpegna i giudici in una analisi approfonditadella nuova norma, e del suo significato nelsistema complessivo della responsabilità pe-nale del medico (Cass., sez. IV pen., 29 gen-naio 2013 - dep. 9 aprile 2013 - n. 162379).Pur non aggiungendo nuovi elementi sul ver-sante soggettivo della colpa, la nuova normaè innovativa nella parte in cui prevede la valo-rizzazione delle linee guida e delle affidabilipratiche terapeutiche, quando esse sianoconfortate dal consenso della comunitàscientifica: «le linee guida costituiscono sape-re scientifico e tecnologico codificato, meta-bolizzato, reso disponibile in forma conden-sata, in modo che possa costituire un’utileguida per orientare agevolmente, in modo ef-ficiente ed appropriato, le decisioni terapeuti-che. Si tenta di oggettivare, uniformare le va-lutazioni e le determinazioni; e di sottrarle al-l’incontrollato soggettivismo del terapeuta».Nel diritto penale, la disciplina della colpa ne-cessita di essere integrata non solo dalla leg-ge, ma anche da atti di rango inferiore (con ri-ferimento alle cautele e alle prescrizioni e inrelazione agli aspetti tecnici); dato questocontesto, nell’ambito della responsabilità me-dica tali integrazioni sono fortemente orienta-te dal sapere scientifico e dalle consolidatestrategie tecniche, «che svolgono un impor-tante ruolo nel conferire oggettività e determi-natezza ai doveri del professionista e posso-no al contempo orientare le pur difficili valuta-zioni cui il giudice di merito è chiamato». È ne-cessario pertanto valutare il modo in cui il sa-pere scientifico debba essere preso in consi-derazione dai giudici: «per valutare l’attendi-bilità di una tesi occorre esaminare gli studiche la sorreggono; l’ampiezza, la rigorosità,l’oggettività delle ricerche; il grado di consen-so che l’elaborazione teorica raccoglie nellacomunità scientifica […]». Il giudice di meritonon dispone da solo delle conoscenze per e-sperire una completa indagine sul grado di at-tendibilità dei dati scientifici che entrano nel

giudizio; questi saranno veicolati nel proces-so dagli esperti, che dovranno perciò saperdelineare un completo scenario scientifico perfornire al giudice gli elementi di giudizio. Il giu-dice di merito sarà poi chiamato a dar contodi tutto ciò nelle motivazioni, esplicitando inparticolare le informazioni scientifiche dispo-nibili e illustrando l’apprezzamento compiuto;al giudice di legittimità spetterà eventualmen-te una valutazione sulla razionalità e sulla ri-gorosità dell’apprezzamento compiuto. Le linee guida non diventano regole cautelari,ma restano strumenti di indirizzo e orienta-mento. «La legge propone un modello di te-rapeuta attento al sapere scientifico, rispetto-so delle direttive formatesi alla stregua di soli-de prove di affidabilità diagnostica e di effica-cia terapeutica, immune da tentazioni perso-nalistiche». Dall’interpretazione che la Cassazione forni-sce alla novella legislativa risulta che nel casoin cui il professionista si orienti correttamentein ambito diagnostico e terapeutico, basan-dosi su di un sapere scientifico consolidato e,tuttavia, nell’agire commetta qualche errorepertinente all’adattamento delle direttive alleevenienze del caso specifico, la sua condottasarà soggettivamente rimproverabile penal-mente solo quando l’errore non sia lieve. «Al-la stregua della nuova legge, le linee guida ac-creditate operano come direttiva scientificaper l’esercente le professioni sanitarie; e la lo-ro osservanza costituisce uno scudo protetti-vo contro istanze punitive che non trovino laloro giustificazione nella necessità di sanzio-nare penalmente errori gravi commessi nelprocesso di adeguamento del sapere codifi-cato alle peculiarità contingenti». Sulla distin-zione tra colpa lieve e colpa grave: il giudicesarà chiamato a valutare tutti gli elementi rile-vanti del caso specifico (la complessità delquadro patologico, l’urgenza, l’atipicità dellasituazione, ecc.). Quanto più la vicenda risulti problematica,tanto maggiore dovrà essere la propensionea considerare lieve l’addebito nei confronti delmedico che - pur seguendo le linee guida e ilsapere scientifico - non sia stato in grado diprodurre un trattamento adeguato. La mate-ria è oggetto di una questione di legittimitàcostituzionale sollevata dal Tribunale di Mila-no. Si attende il parere della Corte di Costitu-zionale.(fonte:biodiritto.org) ■

Il Giudice di fronteal sapere scientificoIn tema di responsabilità medica, protocollie linee guida sono strumenti di orientamento

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Scatta la truffa per il medi-co impegnato nel servizio«intramoenia» che svolgeanche l’attività libero-pro-fessionale senza autoriz-zazione dell’Asl. È quanto

emerge dalla sentenza 19156/13, pubblicatail 3 maggio dalla seconda sezione penale del-la Cassazione. La dichiarazione in cui il professionista atte-sta di non aver svolto altra attività retributivanel quinquennio precedente rappresenta unillecito. Anche se non compie il reato ex arti-colo 640 del Codice Penale. Il medico che affiancava all’attività intramoe-nia nel servizio nazionale quella del suo stu-dio privato all’insaputa dell’azienda sanitarialocale si limita a percepire i compensi senzaporre in essere alcuna attività fraudolenta. Latruffa sta nella dichiarazione rilasciata dalprofessionista che afferma di aver svolto sol-tanto prestazioni occasionali negli ultimi cin-que anni. Il ricorso dell’imputato è stato accolto soltan-to avuto riguardo alle somme confiscate co-me profitto del reato.

Il reato di truffa, infatti, non si consuma almomento del raggiro ma all’atto del conse-guimento del profitto: è da allora che comin-cia a decorrere la prescrizione. Il giudice chedichiara estinto il reato per intervenuta pre-scrizione può ordinare la confisca soltantoquando la relativa applicazione non presup-pone comunque la condanna e può avereluogo anche in seguito a una declaratoria diproscioglimento. Una parte delle condotte è coperta dalla pre-scrizione: la parola passa al giudice del rin-vio. Il dottore paga le spese di giudizio all’A-sl, costituitasi parte civile.

LA MASSIMAIntegra il reato di truffa, aggravata e continua-ta, la condotta del medico impegnato nell’at-tività «intra moenia» presso il servizio sanita-rio nazionale e svolge contestualmente atti-vità libero-professionale senza l’autorizzazio-ne dell’Asl, configurandosi il raggiro nella di-chiarazione sottoscritta dal professionistache attesta la mancata prestazione di attivitàretribuita nel quinquennio precedente. (fonte:cassazione.net) ■

L’origine inetichetta e lafrode incommercioUna sentenzachiarisce la relazionefra equivoco e illecito

Un’indicazione geografica troppoampia che impedisce di verificarea colpo d’occhio la reale prove-

nienza dell’alimento è una frode in commercio.Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, conla sentenza n. 19093 del 3 maggio 2013, haconfermato e reso definitiva la condanna a ca-rico di un produttore di pistacchi provenienti dal-la Tunisia ma che sull’etichetta riportavano la di-zione vaga di prodotti nel Mediterraneo sottoquella di «sfiziosità siciliane». Il reato sussiste sel’etichetta induce in errore il consumatore cir-ca la reale origine del prodotto. Non sussiste,anche successivamente alle modifiche normativeintrodotte dal D.Lgs. n. 181 del 2003, alcun rap-porto di specialità tra la previsione di cui all’art.2 del D.Lgs n.109 dei 1992 (Disposizioni in temadi etichettatura e presentazione dei prodotti ali-mentari) e l’art. 515 del Codice Penale, che tu-tela il corretto svolgimento dell’attività com-merciale. Il nesso non c’è, dato il diverso am-bito di operatività delle due disposizioni. E dun-que anche nella vigenza della disciplina del DLgsn. 109/92, è fatta comunque salva la possibi-lità di configurare la violazione dell’art. 515 delcodice penale. La massima è semplice e chia-ra: commette una frode in commercio chi ap-pone sui prodotti un’indicazione geografica trop-po ampia che impedisce di verificare a colpod’occhio la reale provenienza dell’alimento. (fon-te: cassazione.net) ■

laPROFESSIONE VETERINARIA 15 | 201310 Legale Sentenze

È truffa la libera professionenon dichiarataEsercitava in studio privato all’insaputa della Asl

Non contano né il diritto alla comu-nicazione né le liberalizzazioni: èl’Ordine che decide quali sono le

condotte che ledono il decoro della pro-fessione. Così la sentenza 10304/13,pubblicata il 3 maggio dalle Sezioni unitecivili della Cassazione: “Deve esseresanzionato con l’avvertimento l’avvocatoall’esito del procedimento disciplinare,laddove l’incolpato si è reso responsabi-le di una condotta lesiva della dignità edel decoro della professione forense ri-lasciando a un mensile che esce in alle-gato con un noto quotidiano nazionaleun’intervista che, lungi dall’affrontare itemi giuridici annunciati dal titolo dell’ar-ticolo, si risolve in un mero messaggiopromozionale dell’attività dello studioprofessionale, non risultando controver-tibile il diritto dell’avvocato alla comuni-cazione del proprio operato ma unica-mente censurabile la pubblicità informa-tiva «sotto altre spoglie» effettuata e,dunque, le modalità con cui il messaggioè veicolato”.

«INDECOROSA» LA FINTAINTERVISTA

PUBBLICITARIA

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laPROFESSIONE VETERINARIA 15| 2013 Eventi Veterinari 11

SEMINARIO NAZIONALE AIVEMPMATERIALI A CONTATTO E ADDITIVI

Cremona - Centro Studi EV, 7 Giugno 2013

OBIETTIVI EVENTO FORMATIVIFornire ai partecipanti le conoscenze rela-tive alla normativa che regola il settore deiMOCA e degli additivi alimentari, nonché lenozioni pratiche di come condurre un con-trollo ufficiale sugli OSA

MODERATOREAldo Benevelli - Servizio Veterinario Ispe-zione Alimenti ASL RM/C

RELATORITiziana Civera - Facoltà di Medicina Veteri-naria di TorinoFrancesca Mostardini - Pack Co Srl, PratoAmbrogio Pagani - Azienda USL 2 Lucca

PROGRAMMA SCIENTIFICO08.30 Registrazione partecipanti08.45 Saluto ai partecipanti, presentazio-

ne del corso09.00 Materiali a contatto con gli alimenti:

panoramica legislativaFrancesca Mostardini

11.00 Pausa caffè11.30 Come organizzare e condurre i con-

trolli sui MOCA - Ambrogio Pagani12.30 Discussione13.00 Pausa pranzo14.00 Gli additivi negli alimenti; legislazio-

ne e controllo ufficialeTiziana Civera

17.00 Discussione

17.30 Questionario ECM, consegna atte-stati e chiusura lavori

Gli organizzatori dell’evento si impegnanoa rispettare il programma pubblicato che ri-mane suscettibile di variazioni per cause diforza maggiore. È proibito filmare o fotogra-fare le presentazioni dei relatori.

INFORMAZIONISegreteria AIVEMP - Paola OrioliTel. +39 0372 403541Fax +39 0372 [email protected] - www.aivemp.it

PARTECIPAZIONEIniziativa riservata ai laureati in MedicinaVeterinaria.

SERVIZI INCLUSI NELL’ISCRIZIONE• Accreditamento ECM• Attestato di frequenza• Light lunch• Pausa caffè

SEDECentro Studi EV - Palazzo TrecchiVia S. Trecchi, 2026100 Cremona

Richiesto accreditamento per 5 crediti formativi

ASSOCIAZIONE ITALIANA VETERINARIA MEDICINA PUBBLICAASSOCIAZIONE FEDERATA ANMVI

14/15 Ottobre 2013 - Cremona, Centro Studi EV

La valutazione della shelf-life ed il ranking di rischio degli alimentiIniziativa a numero chiuso massimo 20 partecipanti

OBIETTIVIIl corso rientra in un percorso formativo finalizzato alla attività di verifica ispettiva secondo la norma ISO 17020. L’evento in oggetto èindirizzato alla formazione sulla gestione del Risk Assessment al fine di disporre degli strumenti per la identificazione del ranking di ri-schio delle diverse categorie di alimento.

RELATORIPIER SANDRO COCCONCELLI, GIOVANNI DI FALCO

INIZIATIVA RISERVATA ESCLUSIVAMENTE AI LAUREATI IN MEDICINA VETERINARIA

SEGRETERIA SCIENTIFICA E ORGANIZZATIVASIVAR - Paola OrioliVia Trecchi, 20 - CremonaTel. 0372 - 40.35.39 - Fax 0372 - 40.35.54E-mail: [email protected]: www.sivarnet.it

SEDE SVOLGIMENTO CORSICentro Studi E.V. - Palazzo TecchiVia Sigismondo Trecchi, 20 - Cremona

L’ISCRIZIONE AI CORSI DÀ DIRITTO A:• Atti delle relazioni • Attestato di frequenza • Pausa pranzo

CORSI PRATIC I

SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA REDDITO

ASSOCIAZIONE FEDERATA ANMVI

SOCIETÀ ITALIANA VETERINARIA MEDICINA PUBBLICA

ASSOCIAZIONE FEDERATA ANMVI

FORMAZIONE PER L’ISPEZIONE ACCREDITATAIl progetto ha la finalità di diffondere la cultura della ispezione accreditata e di fornire ele-menti di formazione e qualifica per professionisti che hanno l’intenzione di operare in questosettore. Al fine di fornire gli strumenti di valutazione più efficaci, il percorso formativo affrontatemi generali legati ad aspetti di tipo regolamentare, legislativo e tecnico sempre con l’obietti-vo di calarli nella realtà applicativa della ispezione. Il percorso contiene un elevato livello diinnovazione affrontando il tema della ispezione accreditata, differenziandola dalle attuali for-me di audit di certificazione, con l’obiettivo di fornire agli ispettori strumenti tecnico - applica-tivi molto specifici in modo tale da renderla rispondente alle richieste del Regolamento 882/04e del Regolamento 765/08. Si tratta quindi di un percorso che apre una nuova opportunitàprofessionale e di qualifica per i professionisti oparenti a diverso livello, pubblico e privato,nel settore della garanzia della qualità e della sicurezza alimentare.

PROGRAMMA SCIENTIFICO E SCHEDA D’ISCRIZIONE AL SITO WWW.SIVARNET.IT

E.V. Soc. Cons. a r.l. è una Società con sistema qualità certificato ISO 9001:2008Organizzato da

RELATORIEnrico Bottero, Cuneo - Roberta Caccamo,Torino - Davide De Lorenzi, Forlì - PaolaGianella, TorinoUgo Lotti, Pistoia - Paola Scarpa, Milano

ISCRIZIONEL’incontro è gratuito per tutti i soci SIMIV inregola con l’iscrizione 2013. NON è neces-saria la pre-iscrizione. Presentarsi in sedecongressuale per la registrazione.

QUOTE DI PARTECIPAZIONE (COMPRENSIVE DI IVA 21%)Soci SIMIV 2013: GRATUITOSoci SCIVAC: € 120,00Non soci: € 240,00

INFORMAZIONISegreteria Società Specialistiche SCIVACTel. 0372 403509 - Fax 0372 403558 E-mail: [email protected]

SIMIVSOCIETÀ ITALIANA DIMEDICINA INTERNA VETERINARIA

QUANDO L’INTERNISTA DEVE CHIEDERE AIUTO

ALL’ENDOSCOPISTASabato 28 e Domenica

29 Settembre 2013Cremona, Palazzo Trecchi

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laPROFESSIONE VETERINARIA 15 | 201312 Eventi Veterinari

DELEGAZIONE REGIONALE SIVAE-SCIVAC SARDEGNA TARTARUGA: S’ACCOMODI IN SPIAGGIA!

Domenica 23 Giugno 2013

RELATORI: Giordano Nardini, Andrea DeLucia (Biologo CNR, rete Regionale Sarde-gna)Delegato Regionale Sarah Loddo

RELATORE/IGiordano Nardini, Andrea De Lucia (Biolo-go CNR, rete Regionale Sardegna)

PROGRAMMA SCIENTIFICO8.30 Registrazione dei partecipanti e ve-

rifica presenze9.25 Saluto ai partecipanti del Presiden-

te, presentazione del relatore ed ini-zio dei lavori

9.30 La conservazione delle tartarughemarine in Italia (A. de Lucia)

10.30 Linee guida per i centri di recupero(A. de Lucia)

11.00 Pausa11.30 Anatomia e fisiologia delle tartaru-

ghe marine (G. Nardini)12.00 Primo soccorso e medicina delle

tartarughe marine (G. Nardini)13.00 Spazio per eventuale relazione

commerciale (nel caso non si svol-ga la relazione il programma nel po-meriggio sarà anticipato di mezz’o-ra)

13.30 Pausa14.30 Casi clinici interattivi (traumatologia)

- (G. Nardini)15.30 Pausa16.00 Casi clinici interattivi (malattie infet-

tive) - (G. Nardini)17.00 Discussione finale17.30 Termine della giornata

OBIETTIVILa giornata affronta un tema di grande importanza nelnostro territorio nazionale, la cura e la conservazionedelle tartarughe marine sulle coste italiane. Lo scopo èquello di informare i veterinari di quelle che sono le at-tuali conoscenze nella medicina di questi rettili, fornirenozioni di conservazione dell’ambiente marino e costie-ro, individuare le criticità in cui il medico veterinario e-sperto in animali esotici può entrare con la sua profes-sionalità a sostegno dei progetti di conservazione af-fiancando altre figure professionali come il biologo. Lerelazioni metteranno in rilievo le principali patologie e lerispettive procedure di intervento necessarie in un cen-tro di recupero. L’obiettivo finale sarà affiancare l’infor-mazione tecnica, corredata da ampia casistica, con lasituazione delle leggi vigenti in Italia, che normano icentri di recupero.

ISCRIZIONEL’incontro è gratuito per tutti i soci SIVAE eSCIVAC in regola con l’iscrizione 2013.Non è richiesta la prescrizione. Gli interes-sati devono registrarsi direttamente in seded’incontro presentandosi alle ore 08.30presso la segreteria.

SEGRETERIA SIVAEElisa Tel: 0372/40.35.00E-mail: [email protected]

SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI ESOTICI

CORSO PRATICO AVANZATO DI ANESTESIALodi, 24-25 Maggio 2013

RELATORI Sara NannaroneGiuliano Ravasio

PROGRAMMA SCIENTIFICO Venerdì 24 Maggio 20138.30 Registrazione dei Partecipanti 9.00 Contenimento farmacologico del ca-

vallo: molecole impiegabili9.45 Chirurgia in campo: TIVA vs Seda-

zione Profonda10.30 Pausa caffè 11.00 Anestesia generale: tecnica inalato-

ria vs PIVA11.45 Anestesia generale: monitoraggio,

posizionamento…12.15 Anestesie loco-regionali: epidurale, te-

sta13.00 Pausa pranzo 14.30 Esercitazione pratica

- induzione in campo / anestesia ina-latoria

- tecniche loco-regionali: teste (al-meno 4-5) / epidurale (1-2 ad estra-

zione su cavallo della clinica)18.00 Termine della prima giornata

Sabato 25 Maggio 20139:00 Anestesia per pazienti “particolari”: ca-

vallo in colica, taglio cesareo: consi-derazioni perioperatorie (fluidoterapia,squilibri elettrolitici, analgesia…)

10.20 Pausa caffè 10.40 Anestesia per pazienti “particolari”: pu-

ledro, asini e muli11.40 Complicazioni/emergenze intra-ope-

ratorieComplicazioni/emergenze post-ope-ratorie

12.30 Termine del Corso

SEDEPolo Universitario di Lodi Via dell’Università6 - 26900 Lodi

QUOTE DI ISCRIZIONESoci SIVE: € 380 + IVA 21% = € 460.00Non Soci SCIVAC: € 500 + IVA 21% = €605,00Entro il 3 Maggio 2013Numero massimo di Partecipanti 20

COMPRESO NELLA QUOTA:Pause caffè Pausa pranzoAtti delle relazioniAttestati di partecipazione

PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI Segreteria SIVE - Monica BorghisaniTel. 0372 403502 - E-mail: [email protected] -www. sive.it

SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER EQUINISOCIETÀ FEDERATA ANMVI

III° CONGRESSO INTERNAZIONALE

31 Maggio - 1 Giugno 2013 - Rimini

FISIOTERAPIA NEL PAZIENTE ANZIANO

Un paziente speciale che merita cure speciali

traduzione simultanea dall’Inglese all’Italiano

In contemporanea con il 78° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC

Società con sistema qualità certificato ISO 9001:2008

Organizzato da

In collaborazione con

SIFIRVETSocietà Italiana di

Fisiatria e Riabilitazione

Veterinaria

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Page 13: La Professione Veterinaria 15-2013

di ALEX BACHIRTA - Department of Ruminant Production,

Caldes de Montbui (Spain)

Icosti di alimentazione incidono percirca il 40-60% dei costi di produ-zione totali, per questa ragione icosti di alimentazione e le perfor-mance devono essere valutati qua-si continuamente, indipendente-

mente dall’evoluzione dei prezzi sul mercato.Negli ultimi anni i costi degli alimenti hannosubito un importante aumento, mentre il prez-zo del latte non ha seguito lo stesso anda-mento.

RIDUZIONE DEI COSTINel tentativo di mantenere dei ritorni economi-ci all’interno dello scenario descritto qui sopra,i produttori e i consulenti hanno tentato di ridurrei costi senza compromettere le performance.Tuttavia, è importante differenziare due tipi dispese: quelle che possono essere considera-te un investimento e quelle che potrebbero ef-fettivamente essere risparmiate ed eliminate. Peresempio, la riduzione della quantità di lettiera po-trebbe di fatto far risparmiare denaro in brevetempo, ma dovrebbe invece essere consideratorealmente come un credito (siccome la saluteed il confort delle vacche è messo seriamentea rischio). Se, come risultato di questo appa-rente risparmio, le vacche diventano zoppe ole mastiti aumentano, la prospettiva è che i co-sti associati a questa decisione gestionale su-pereranno qualunque risparmio originario. Si-milmente, una riduzione dei costi di alimenta-zione, se non attentamente collocata, potreb-be danneggiare la produzione di latte e perciòdiminuire il ritorno economico. Quindi, quandosi riducono le spese, una attenta valutazione del-le conseguenze è obbligatoria.Una buona opportunità per ridurre i costi di ali-mentazione senza ostacolare la produzione ola futura salute delle vacche, implica 1) mini-mizzare le perdite di alimento dovute alla con-servazione del foraggio (specialmente con gli in-silati) e 2) rivedere l’ordine di miscelazione de-gli alimenti nel carro miscelatore. Per esempiosi dovrebbe evitare di insilare direttamente sulsuolo e una scorretta inclinazione del silo po-trebbe aumentare le perdite di alimento. Inoltrela conservazione dell’insilato è cruciale ed è van-taggioso l’utilizzo di conservanti allorché que-sto risultasse necessario (insilato eccessiva-mente umido, ecc…). In termini di ordine di mi-scelazione, è importante evitare perdite di ali-mento dovute alla polvere (ad esempio lamaggior parte delle proteine dell’erba medicaè nelle foglie, e se si rompono quando vengo-no caricate nel carro la maggior parte delle fo-glie si separa dagli steli e viene soffiata fuori). Perminimizzare la polvere, si raccomanda di intro-durre prima di tutto un alimento umido nel car-ro, come un insilato, e quindi i componenti piùsecchi (concentrati, fieno ecc…).Un’altra opportunità per diminuire i costi di ali-mentazione è quella di ri-valutare il risparmio oi costi associati con la somministrazione di di-verse razioni in funzione della produzione di lat-te. Nella maggior parte dei casi le mandrie sonosuddivise in due gruppi e viene somministratauna razione altamente concentrata alle vacchealtamente produttive e una razione a bassa con-centrazione di nutrienti alle vacche che produ-cono poco. Questo è pensato per ridurre i co-sti di alimentazione, ma non è sempre così.

Quando animali altamente produttivi vengonospostati da una dieta ad alta concentrazione aun’altra a bassa concentrazione di nutrienti, siverifica una perdita di produzione. La decisio-ne di fare due diverse razioni sarà economicasolamente quando la perdita di latte (in euro) piùla manodopera associata alle 2 diverse razio-ni non supera il potenziale guadagno determi-nato da una dieta a bassa concentrazione di nu-trienti.

LATTE “MARGINALE”Il latte “marginale” potrebbe essere definitocome la proporzione di latte che una mandriadi vacche lattifere potrebbe potenzialmente pro-durre ma che non viene prodotta a causa di al-cune limitazioni. Le limitazioni potrebbero in-cludere il metodo di alimentazione, la formula-zione della razione, la densità di soggetti, l’am-biente esterno, la salute ecc… Una volta chele limitazioni sono eliminate ed il latte prodottoè raccolto, questo è il latte marginale. Il latte mar-ginale è estremamente proficuo in quanto nondeve “pagare” i costi fissi ma solo quei costi va-riabili necessari per produrlo.

QUALITÀ DEL LATTEI produttori hanno poca voce in capitolo rela-tivamente alla quantità di denaro che prendo-no dal latte che producono. Tuttavia per quelpoco che potrebbero modificare, dovrebbero far-lo. I produttori possono modificare il prezzo dellatte modulando la qualità del latte che produ-cono. Per esempio, applicando buone pratichedi mungitura e una pulizia adeguata, le cellulesomatiche possono essere ridotte e questo po-trebbe riflettersi sul prezzo del latte.Non solo la gestione e la routine di mungitura,ma anche l’alimentazione può aiutare a ridur-re le cellule somatiche ed aumentare il valore dellatte. L’integrazione con adeguati livelli di vita-mina E e selenio aiuteranno a minimizzare l’in-cidenza di mastiti. Inoltre una corretta sommi-nistrazione di proteine permetterà al sistema im-munitario di funzionare al massimo della sua ca-pacità diminuendo il rischio di mastiti. Ancora,le proteine assunte con l’alimentazione po-trebbero contribuire all’aumento della quantitàdi proteine nel latte, cosa che contribuirebbe adaumentare il valore del latte.

DISTRIBUZIONE DEI COSTI DIALIMENTAZIONE

RimonteLa riduzione dell’età al primo parto non impli-ca solamente una riduzione del numero di gior-ni durante i quali l’animale mangia senza pro-durre ma riduce anche il numero di rimonte ne-cessarie. Per esempio, la riduzione dell’età alprimo parto da 27 a 24 mesi potrebbe facilmentefar risparmiare più di 10 mila euro all’anno in co-sti di alimentazione. Tuttavia è importante che la riduzione dell’etàal primo parto non comprometta il peso cor-poreo al primo parto. Per ogni chilogrammo dipeso corporeo al parto, le vacche possono pro-durre circa 14.5 kg in più di latte durante la pri-ma lattazione (Bach e Ahedo, 2008), che cor-risponde a circa 1000 litri in più nella prima lat-tazione per ogni 70 kg in più al primo parto.

Asciutta e periodo di transizioneL’alimentazione intorno al parto è cruciale perminimizzare i disordini metabolici e assicurareuna buona lattazione e buone performance ri-produttive. Tornando indietro agli anni ’90, si

pensava che somministrando diete ad alto con-tenuto energetico alle vacche prima del partosi sarebbe limitata la mobilizzazione delle riservecorporee e quindi i disturbi metabolici post-par-tum sarebbero stati ridotti (Minor et al., 1998).Ciononostante le nuove esperienze di campo(Drackley e Janovick-Guretzky, 2007) mostra-no che razioni ad alto contenuto energetico (>1.54 Mcal di ENl/kg) proposte pre-partumpredispongono le vacche alla chetosi e com-promettono l’ingestione post-partum. Perciò èraccomandabile somministrare razioni che ab-biano circa 1.32 Mcal di ENl/kg. Questo tipo dirazioni producono un vantaggio aggiuntivo: nonsono diverse dalle razioni solitamente sommi-nistrate alle vacche asciutte e perciò non esi-ste più la necessità di fare due gruppi diasciutte che possono invece essere alimenta-te tutte con la stessa razione lungo tutto il pe-riodo di asciutta. Ancora, durante il periodo di asciutta, è im-portante fornire un adeguato livello di proteine.Da un lato le proteine sono necessarie per sup-portare la crescita fetale e la produzione di co-lostro e dall’altro lato è importante che la vac-ca non consumi la piccola riserva di proteine cheha prima del parto in modo che queste riservepossano essere utilizzate per supportare ilpicco di produzione dopo il parto. È racco-mandabile che le vacche siano alimentate conuna razione che fornisca il 13% di proteina grez-za nel caso di vacche multipare, o il 14.5% nelcaso siano primipare.

LattazioneUno dei parametri più importanti per assicura-re un ritorno economico da parte delle mandriedi vacche da latte è l’efficienza della produzio-ne di latte (milk efficiency). La “milk efficiency”è il riflesso dell’efficienza con la quale i nutrientisono convertiti in latte. Le opportunità di mi-gliorare l’efficienza degli alimenti sono molte. Peresempio il livello di P nella dieta potrebbe es-sere ridotto a circa il 0.3% della sostanza sec-ca senza compromettere la produzione o leperformance riproduttive. Altre alternative in-cludono il limitare al massimo errori di pesatu-ra quando si inseriscono gli ingredienti nella mi-scelata (questo si può realizzare evitando di ave-re piccoli gruppi di alimentazione). Ancora, cor-reggere la lunghezza delle particelle della die-ta è importante. Una riduzione delle particellepotrebbe migliorare la digeribilità (e quindi l’ef-ficienza di conversione) e potrebbe limitare lapossibilità di selezionare. Inoltre l’efficienzadell’alimento può essere migliorata ottimiz-zando la somministrazione di proteine. In genere l’obiettivo di un nutrizionista che si oc-cupa di ruminanti è quello di formulare razioniche soddisfino i fabbisogni dell’animale attra-verso la fornitura di una quantità sufficiente ditutti i nutrienti. Tra i nutrienti che spesso si tro-vano in eccesso ci sono gli amino acidi (AA) chesono richiesti in quantità relativamente grandidall’animale, ma sono relativamente abbondantinegli alimenti utilizzati per bilanciare le razioni,come ad esempio l’asparagina (Asp). A causadella complessità di fattori che contribuisconoa determinare l’approvvigionamento di AA perle vacche da latte, unita alla grande abilità del-la ghiandola mammaria di modulare il flusso san-guigno per compensare lo sbilancio di AA(Beuette et al., 2000; Weekes et al., 2006), per-mangono delle incertezze sull’effettivo ap-provvigionamento di AA in una data razione. Poiè piuttosto difficile sapere se un cambiamento

nella fornitura di proteine nella dieta ha corret-to o piuttosto determinato uno sbilancio di AA.Un eccesso di certi AA potrebbe avere riper-cussioni negative sulle performance o anche sul-la salute della vacca, perché tutti gli AA sonopotenzialmente tossici. Un eccesso di AA nel-la dieta stimola la sintesi di proteine nel fegato(Rogers, 1976) ed il catabolismo della maggiorparte degli AA essenziali (Yuan et al., 2000) cherisulta in una minor proporzione di AA essen-ziali rispetto a quanto aveva prima a disposizionela vacca. Questa diminuzione della proporzio-ne di un AA essenziale determinerà un segna-le da parte della corteccia cerebrale piriformeanteriore e l’ingestione sarà inibita (Gietzen,1993). Infatti, nelle vacche da latte è stata ri-portata una depressione della capacità di in-gestione di circa 2 kg/giorno quando la razio-ne veniva supplementata con metionina protetta(Robinson et al., 2000).

Figura 1. Correlazione tra la concentra-zione di proteina grezza della dieta e laproduzione di latte, e correlazione tra lat-te prodotto e contenuto proteico del lat-te

L’NRC (2001) ha riconosciuto l’esistenza di unadebole correlazione positiva tra una maggior pro-duzione di latte e l’incremento della proteinagrezza (CP) nella dieta, con circa il 12% di va-riazioni osservate nella produzione di latte, at-tribuibili proprio al contenuto di proteina grez-za. Bach e colleghi (2006) hanno condotto unameta-analisi utilizzando i dati di 131 studi pub-blicati su Journal of Dairy Science (principal-mente tra il 2000 e il 2006) e hanno trovato si-milmente una debole correlazione positiva (R2

= 0.17; P < 0.001) tra questi 2 parametri (Figura1). Una simile correlazione è stata anche trovatatra il contenuto di CP della dieta ed il contenutoproteico del latte prodotto (R2= 0.16; P <0.001). La correlazione tra CP della dieta e lat-te prodotto ha probabilmente stimolato l’utiliz-zo di razioni ad alto contenuto proteico per mi-gliorare la produzione di latte. Tuttavia al cresceredella produzione di latte (Figura 1) il contenuto

Alimentazione e gestione di grandimandrie di vacche da latte

laPROFESSIONE VETERINARIA 15| 2013 Allevamenti Focus 13

ASSE X: proteina grezza della dieta, %ASSE Y: latte prodotto, kg/giorno

ASSE X: latte, kg/giornoASSE Y: contenuto proteico del latte,%

Professione Veterinaria 15-2013:ok 6-05-2013 15:38 Pagina 13

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di proteine del latte diminuisce (r = -0.61; P <0.001), suggerendo che al crescere della pro-duzione di latte, la sintesi delle proteine del lat-te potrebbe restare indietro. Il risultato è che l’ef-ficienza di utilizzo delle proteine (EPU) è asso-ciata negativamente (R2 = 0.81; P < 0.001) conil livello di CP nella dieta (Figura 2). Questa cor-relazione negativa era prevedibile, attribuibile inparte all’equazione matematica utilizzata per cal-colare EPU, dove l’ingestione di CP è al deno-minatore. Ciononostante la valutazione di un mo-dello “mixed-effects” (ad effetti misti) che com-prendeva l’assorbimento di CP e il contenutodi proteine del latte come variabili dipendenti,per poter inserire la dipendenza matematica traassorbimento di CP ed EPU, oltre al contenu-to in CP della dieta, permetteva di osservare cheil contenuto di CP nella dieta era ancora cor-relato negativamente con l’EPU, e contribuivaal 13% della variazione spiegata dal modello.Questa osservazione indica che al crescere delcontenuto di CP nella dieta, l’efficienza di uti-lizzo delle proteine diminuisce. Siccome EPU ècorrelato positivamente con la produzione di lat-te (r=0.65), sembrerebbe possibile la produzionedi maggiori quantità di latte in relazione ad unaalta efficienza di sintesi proteica del latte. Si-milmente a quanto accaduto per il livello di CPnella dieta, questa correlazione positiva era pre-vedibile a causa del fatto che la produzione dilatte compare al numeratore nell’equazione percalcolare l’efficienza di conversione della pro-teina grezza.

Figura 2. Correlazione tra contenuto diproteina grezza della dieta (CP) ed effi-cienza di utilizzo delle proteine per laproduzione e la sintesi proteica del latte.

Un approccio comune utilizzato per soddisfa-re i fabbisogni di proteine della vacca in latta-zione è quello di provvedere ad una grandequantità di CP nella dieta. Ma il fabbisogno diAA nei bovini da latte non dipende solamentedall’ingestione di energia, ma anche dal tipo dienergia che la vacca sta ricevendo. Oke e Loer-ch (1992) e Tamminga (1992) insistevano sul-l’importanza del rapporto tra proteina assorbi-ta ed energia netta allo scopo di massimizza-re l’efficienza di utilizzo dei nutrienti per la sin-tesi o l’aumento delle proteine del latte. Tam-minga (1992) aveva concluso che aumentan-do la proporzione tra proteina assorbita ed ener-gia netta, diminuiva drasticamente l’efficienza

di trasferimento delle proteine assorbite al lat-te, soprattutto all’inizio della lattazione. Van Straa-len e colleghi (1994) hanno indicato che lo sta-to energetico dell’animale gioca un ruolo im-portante nel determinare la risposta alle proteineassorbite. Questi autori hanno trovato una correlazione ne-gativa forte tra il rapporto proteine assorbi-te:assunzione di energia e EPU. Similmente nel-la nostra meta-analisi abbiamo trovato anchenoi una correlazione forte tra il rapporto pro-teine:energia della dieta (dove le proteine rap-presentano una percentuale delle CP diviso per10 per rendere l’unità di misura simile a quelladel Nel, e l’energia è espressa in Mcal/kg di Nel)e EPU (R2 = 0.85; P < 0.001). Ancora una vol-ta questa correlazione è stata alimentata dal fat-to che il contenuto di CP della dieta è mate-maticamente collegato a EPU. Per rimuoverequesta dipendenza matematica, è stato crea-to un modello che includeva il consumo di CP(kg/giorno) e l’effetto lineare e quadratico del rap-porto proteina:energia (Figura 3). La correlazioneche è stata trovata (R2 = 0.44; P < 0.001) indi-cava che per massimizzare l’EPU, il rapporto traCP/10 e la concentrazione di energia netta do-veva essere il più vicino possibile a 0.8. In al-tre parole per una dieta con una densità ener-getica di 1.7 Mcal/kg, il contenuto ottimale diCP per massimizzare l’EPU dovrebbe essere cir-ca 13.6%.Una meta-analisi condotta da Bach e colleghi(2006) ha mostrato che per massimizzare la pro-duzione di proteine nel latte, il rapporto idealeproteina:energia dovrebbe essere circa 1.1(Figura 3) oppure una dieta da 1.7 Mcal/kg dienergia dovrebbe contenere 18.7% di CP.Tuttavia questa condizione ottimale potrebbenon coincidere con il massimo profitto. La Fi-gura 4 mostra l’evoluzione della produzione diproteine del latte, guadagno lordo dal latte, co-sti della proteina associati con il livello di pro-teine prodotto, e profitto netto (considerandosolo i costi della proteina) determinato dalrapporto proteina:energia. Da questa analisi sipuò concludere che il rapporto ideale protei-na:energia nella dieta per massimizzare i pro-fitti, non la produzione, dovrebbe essere circa1.0.

laPROFESSIONE VETERINARIA 15 | 201314 Focus Allevamenti

ASSE X: CP della dieta, % sulla ssASSE Y: efficienza dell’utilizzo delle proteine, %

ASSE X: CP della dieta, % sulla ssASSE Y: proteine del latte, kg/giorno

ASSE X: Proteina10/energiaASSE Y: Efficienza o utilizzazione delle proteine, %

ASSE X: Proteina10/energiaASSE Y: proteine del latte prodotte, kg/giorno

Figura 3. Correlazione tra il rapporto pro-teina/energia assunto e l’efficienza disintesi di proteine nel latte e proteine dellatte prodotte.

Professione Veterinaria 15-2013:ok 6-05-2013 15:38 Pagina 14

Page 15: La Professione Veterinaria 15-2013

Figura 4. Andamento previsto della pro-duzione di proteine, guadagno lordo, co-sti delle proteine associate con il livellodi proteine prodotte e profitto netto (con-siderando solamente i costi delle protei-ne) determinato dal rapporto protei-ne/energia

ASSE X: protein/energiaASSE Y (sin) : costo delle proteine, $/giorno oproteine del latte prodotte, kg/giornoASSE Y (dx): profitto o costo delle proteine,$/giorno

È molto interessante il fatto che non siano sta-te evidenziate correlazioni tra il rapporto pro-teina10:energia e l’efficienza dell’energia-correttalatte/ingestione di sostanza secca (MPE) macoerentemente con la necessità di massimiz-zare l’apporto di energia per ogni unità di pro-teina fornita, il contenuto in NFC della dieta erapositivamente correlato (R2 = 0.11, P < 0.001)a EPU nonostante l’aumento fosse decisamentemodesto (aumento percentuale di 0.21 per unitàdi EPU ad ogni cambiamento di una unità per-centuale dell’NFC della dieta). La correlazione tra NFC:RDP e EPU (Figura 5)era positiva (R2 = 0.76; P < 0.001) e simile allacorrelazione trovata tra EPU e il rapporto pro-teina10:energia. Hoover e Stokes (1991) hannosuggerito che con un basso rapporto NFC:RDPsi verificava un maggior flusso microbico nei fer-mentatori a colture continue. Conclusero cheil rapporto ottimale per massimizzare la pro-duzione microbica sarebbe 2:1 (NFC:RDP).Mentre questo è vero per i fermentatori artificialiin coltura continua, questa scoperta non si tra-spone in una miglior efficienza di utilizzo delleproteine (EPU) perché somministrare razioni conun basso rapporto NFC:RDP potrebbe risulta-re in un eccessivo consumo di N da parte del-la vacca. Inoltre nella raccolta di dati che ab-biamo utilizzato non c’era alcuna correlazionetra il contenuto di CP nella dieta o il rapportoNFC/RDP e la MPE. In conclusione sembra es-sere positivo ridurre l’ammontare di CP e au-mentare il rapporto NFC:RDP nella dieta in quan-to non ci si aspetta nessuna perdita di MPE glo-bale.

Figura 5. Correlazione tra il rapportoNFC:RDP e l’efficienza di utilizzo delleproteine e la produzione di proteine nellatte

Pagare per il valore e non per il costo degli in-gredientiLa crescita costante dei costi di alimentazione de-termina in maniera imperativa la necessità di va-lutare l’effettivo valore (non il prezzo) di ogni in-grediente. Per esempio, è comune assegnare al-l’insilato di mais un prezzo per volume di circa60€/t. Ma di fatto il valore dell’insilato di mais do-vrebbe dipendere dal livello di amido e dalla suadigeribilità dal momento che non tutti gli insilatisono fatti allo stesso modo. Lo stesso vale perdiversi ingredienti. Per questa ragione è racco-mandabile valutare gli ingredienti sulla base delnutriente principale per il quale vengono acqui-stati. Per esempio il fieno di erba medica è ge-neralmente acquistato sulla base del suo con-tenuto di CP ma di fatto il costo unitario della pro-teina grezza da erba medica è molto più alto delcosto unitario della proteina da farina di estrazionedi soia. Inoltre l’erba medica viene messa nellerazioni come fonte di fibra e non come fonte diproteine (esistono molte alternative a minor co-sto) e perciò all’erba medica dovrebbe essere as-segnato un prezzo sulla base del suo contenu-to di fibra e non delle proteine. Per quanto riguarda gli integratori, generalmen-te solo quelli che possono garantire un ritorno del-l’investimento di 4:1 dovrebbero essere usati (Hut-chens, 2001). Quegli integratori alimentari il cuirisultato non può essere misurato o annotato (an-che a lungo termine) non dovrebbero essere uti-lizzati. Non tutti gli integratori funzionano alle stes-se condizioni e nelle diverse razioni. I produtto-ri devono essere sicuri che alle loro condizioni,l’integratore che utilizzano, effettivamente funziona.Esistono sul mercato delle “opportunità” alimentariche hanno un valore relativamente alto e sonofacilmente reperibili. Un buon esempio è la gli-cerina, che è un sottoprodotto della produzionedi biodiesel che può essere somministrato ai ru-minanti ma può essere assunto solo in piccoledosi dai monogastrici. La glicerina fermenta nelrumine quasi completamente in propionato e lafrazione che raggiunge l’intestino viene trasfor-mata in glucosio dal fegato.

CONCLUSIONIIl profitto delle mandrie da latte dipende da di-versi fattori. Tra i più importanti troviamo:• Diminuire il più possibile le perdite di cibo• Rivalutare se raggruppare e alimentare gli ani-

mali sulla base del livello produttivo è vantag-gioso o meno

• Cercare di catturare parte del latte “margina-le” identificando i colli di bottiglia e risolvendoli

• Massimizzare il prezzo del latte aumentandonela qualità

• Ottimizzare la crescita e la rimonta• Fornire una razione a basso contenuto ener-

getico durante tutto il periodo dell’asciutta• Massimizzare l’efficienza dell’alimento• Determinare il valore dell’alimento sulla base

di un nutriente e non sulla base degli ingredienti.

Abstract tratto dagli atti del Seminario SIVAR“Strategie per migliorare la sostenibilità eco-nomica dell’allevamento del bovino da latte”tenutosi a Cremona il 27 Ottobre 2011 ■

laPROFESSIONE VETERINARIA 15| 2013 Allevamenti Focus 15

ASSE X: NFC/RDPASSE Y: Efficienza di utilizzo delle proteine, %

ASSE X: NFC/RDPASSE Y: produzione di proteine nel latte, kg/giorno

Professione Veterinaria 15-2013:ok 6-05-2013 15:38 Pagina 15

Page 16: La Professione Veterinaria 15-2013

di MARIA GRAZIA MONZEGLIOMed Vet PhD

Mycobacterium aviumssp. Paratuberculo-sis (MAP) causa lamalattia di Johne(JD) nei ruminanti eviene eliminato nel

latte delle vacche affette, contribuendo allacontroversa discussione circa un possibile le-game tra MAP e morbo di Crohn nell’uomo.Uno studio ha indagato il rischio di ingressodi MAP nella catena alimentare attraverso illatte di allevamenti affetti da JD subclinica. Sistudiava quindi la presenza di MAP nei cam-pioni di latte individuali e di massa di unamandria da latte con bassa prevalenza di JDin un periodo di 23 mesi, confrontandola conl’eliminazione di MAP nelle feci. Si prelevavano campioni di latte, feci e san-gue da tutte le vacche di età maggiore di 1,5anni all’inizio e al termine dello studio, analiz-zandoli per la ricerca di MAP o anticorpi spe-cifici. Inoltre, 63 vacche (33 MAP infette e 30MAP non-infette) venivano scelte per control-

li mensili. I campioni di latte di massa crudoe pastorizzato venivano prelevati mensilmen-te. Nei campioni di latte si ricercava MAP me-

diante PCR quantitativa real-time (qPCR), neicampioni fecali si valutava l’eliminazione bat-terica mediante qPCR o coltura solida. Sulla base dei risultati delle indagini di man-dria, la prevalenza di vacche che eliminavanoMAP era del 5% circa. Non si osservavanocasi di JD clinica nel periodo di studio. I risul-tati dell’ELISA mostravano una notevole va-riabilità, con 2,1-5,1% campioni di latte posi-tivi e 14,9-18,8% campioni ematici ELISA-positivi. Il campionamento mensile del latterivelava bassi livelli di eliminazione di MAP neicampioni individuali delle vacche sia MAP in-fette sia non infette, con solo 13 vacche cheeliminavano il microrganismo nel latte duran-te il periodo di studio. Mycobacterium avium ssp. Paratuberculosisnon veniva identificato mediante qPCR innessun campione di latte di massa crudo opastorizzato durante lo studio. Si riscontravaun’associazione significativamente positivatra eliminazione di MAP nel latte e nelle feci. Dai risultati dello studio si può concludere,osservano gli autori, che MAP viene elimina-to nel latte da una bassa proporzione di vac-che con JD subclinica per un periodo di tem-

po limitato e che è diluito al di sotto del livellodi identificazione con qPCR nel latte di mas-sa di queste mandrie. Questi risultati indica-no che le mandrie da latte con infezione sub-clinica di JD costituiscono una fonte minoredi assunzione di MAP da parte dell’uomo at-traverso il latte e i latticini.“Long-term detection of Mycobacterium a-vium subspecies paratuberculosis in indivi-dual and bulk tank milk from a dairy herd witha low prevalence of Johne's disease.” KholJL, Wassertheurer M, Sodoma E, Revilla-Fernández S, Damoser J, Osterreicher E,Dünser M, Kleb U, Baumgartner W. J DairySci. 2013 Apr 19. [Epub ahead of print] ■

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laPROFESSIONE VETERINARIA 15 | 201316 Vet Journal Attualità scientifica o

Vet Journal è un periodico di informazione scien-tifica di proprietà di E.V. srl iscritto nel PubblicoRegistro della Stampa periodica presso il Tribu-nale di Cremona al n. 396 dal 18.12.2003. È diret-to dal dottor Enrico Febbo e dalla dottoressa Ma-ria Grazia Monzeglio. Fornisce un flusso informa-tivo continuo sugli eventi della medicina veteri-naria e sul mondo delle bioscienze, con tre edi-zioni alla settimana.

Le notizie di Vet Journal sono consultabili on line all’indirizzo www.vetjournal.it/

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di LORENZO TAGLIABUESegretario SIODOCOV

Si è svolto a Cremona il 14Aprile il primo incontro an-nuale della Società Italia-na di Odontostomatologiae Chirurgia Orale Veterina-ria (SIODOCOV). L’argo-

mento della giornata è stato “Ortodonzia ve-terinaria e comparata: concetti di base” e, se-guendo la linea del precedente incontro, sisono messe in parallelo conoscenze odon-toiatriche di medicina umana e veterinaria. Lapartecipazione, che anche questa volta è sta-ta molto numerosa, ha premiato gli sforzi delConsiglio Direttivo e degli organizzatori e rile-va un interesse sempre più crescente in o-dontoiatria.È stata molto apprezzata la presenza comerelatore del Dott. Antonio Darsiè, ortodonzi-sta, che grazie a una esposizione semplice epratica ci ha permesso di iniziare a compren-dere come viene impostato il lavoro in medi-cina umana. Il dott. Mirko Radice e il dott. Alessandro DeSimoi hanno poi introdotto quest’argomentoin campo veterinario, valutando alterazioni a-natomiche, indicazioni e possibilità terapeuti-che. Forse più di altri argomenti, l’ortodonziaveterinaria, si presta a rendere il dibattito sutecniche, materiali e indicazioni molto acce-so; i limiti deontologici vanno dibattuti e chia-riti non perdendo di vista mai il fine che spin-ge il medico veterinario dentista a operare.Quello che “desidererebbe” il nostro pazienteè sicuramente quello che deve muovere lenostre decisioni. In ortodonzia veterinaria inparticolare si è soggetti a pressioni da partedi propietari e allevatori, che dimenticano ilvero ruolo del veterinario e il benessere delloro amico, focalizzando la loro attenzione suinteressi economici e parametri estetici. A vol-te è proprio il veterinario che si trova nella si-tuazione di dover “parlare” a nome degli ani-mali.Negli ultimi venti anni la nostra professione haassistito alla trasformazione dell’odontoiatriaveterinaria da una fase elementare di presta-zione di alcuni servizi di base a un contestomolto avanzato di scienza. Poiché sia la co-munità veterinaria sia la clientela hanno rico-nosciuto questa tendenza, la richiesta di for-mazione e aggiornamento professionale ècresciuta in maniera quasi esponenziale. Pro-prio per questo uno dei principali impegni diSIODOCOV è la costante preparazione deimedici veterinari perché possano gestire almeglio le proprie conoscenze e competenzein odontoiatria veterinaria e, contemporanea-mente, cercare di coinvolgere i proprietari nel-

la prevenzione e nella diagnosi precoce dellepatologie del cavo orale.Certa dell’utilità di ogni azione volta a sensi-bilizzare i proprietari ad assumere un atteg-giamento responsabile nei confronti della sa-lute dei propri amici a 4 zampe, SIODOCOVha collaborato in quest’ultimo anno con MarsItalia patrocinandone un progetto finalizzatoall’educazione sull’importanza dell’igienedentale in cani e gatti. Da anni, infatti, Mars Italia promuove iniziativein quest’ambito con l’obiettivo di comunicareal grande pubblico come sia possibile ottene-re risultati significativi, in particolare nel cam-po della salute del cavo orale, grazie a unacorretta prevenzione. Grazie alla collaborazio-ne con SIODOCOV, Mars ha voluto e vuolesottolineare quanto il medico veterinario siaun riferimento indispensabile quando si parladi salute dell’animale, e che soltanto instau-rando un rapporto di fiducia con il proprio ve-terinario si può garantire un’assistenza ade-guata ed efficace.La survey realizzata in settembre e la video-lezione d’introduzione agli argomenti di paro-dontologia gestita dalla dott.ssa MargheritaGracis e dal dott. Mirko Radice e tenutasilo scorso ottobre sono state preziose percomprendere l’interesse verso l’odontoiatriaveterinaria. Entrambe le iniziative sono state supportatedalla divisione Petcare di Mars Italia attraver-so un concorso a premi: sono stati estratti inomi di 100 veterinari che riceveranno a bre-ve un kit Pedigree Dentastix contenente undossier educational sull’igiene orale del cane,sample di prodotto e voucher di sconto per iclienti e i nomi di 2 “vincitori finali” che hannoricevuto un Ipad proprio in occasione dell’in-contro formativo. A conclusione di questa attività, Mars ha de-ciso di aiutare in maniera concreta i mediciveterinari. Per questo, a breve, un campione di struttureveterinarie riceverà assolutamente in OMAG-GIO un BOX firmato PEDIGREE DENTASTIX;Mars è decisa a proseguire questo percorsodi sostegno educativo e supporto concretoanche in futuro. Questa iniziativa nasce dallaprofonda convinzione che l’odontoiatria vete-rinaria, un settore ancora agli esordi nel no-stro paese, possa rappresentare un’opportu-nità di lavoro e di guadagno per tutti. I nume-rosi studi compiuti in questo campo dimo-strano come le patologie orali, oltre ad essereal secondo posto fra tutte le patologie che af-fliggono i pazienti, rappresentino una reale mi-naccia per la salute e la longevità di cani egatti. Il Consiglio Direttivo SIODOCOV ringraziaMars per la collaborazione e per il contributoalla realizzazione dell’incontro e tutti i parteci-panti al progetto di formazione professionale.Nell’attesa di incontrarvi a Rimini in occasio-ne del Workshop pratico “Odontostomatolo-gia e chirurgia orale” che si terrà sabato 1Giugno p.v. nell’ambito del Congresso SCI-VAC, vi ricordiamo che il secondo incontro siterrà a Cremona il giorno 19 novembre 2013e verterà su aspetti più pratici: “Ortodonziaveterinaria e comparata: tecniche e applica-zioni pratiche. Tecniche ortodontiche in ambi-to veterinario”. ■

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OrtodonziaveterinariaL’interesse nel settore è cresciuto negli ultimi anni inmaniera esponenziale

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di MARIA CARMELA PISUPresidente SIRVAC

Il 20 aprile, a palazzo Trecchi si ètenuto l’incontro SIRVAC (Societàitaliana Riproduzione VeterinariaAnimali da Compagnia). Il temadell’incontro è stato “Da Rimini inpoi: tavola rotonda sulla Neonato-

logia”; dopo il grande successo avuto a Ri-mini 2012 con la giornata dedicata alla neo-natologia del cane e del gatto e con il Work-shop di Neonatologia, si è cercato di “andareoltre” le conoscenze note e gettare le basiper nuove acquisizioni nella materia.Per questo motivo i relatori della giornata so-no stati il dott. Claudio Martano Direttore delreparto di terapia Intensiva neonatale dell’O-spedale S. Anna di Torino, la dott.ssa Rossa-na Bagna neonatologa nello stesso reparto ela prof.ssa Maria Cristina Veronesi, docentedi Clinica Ostetrica alla Facoltà di MedicinaVeterinaria di Milano nonché autrice del re-cente libro sulla neonatologia del cane e delgatto.L’incontro si è svolto seguendo le regole ba-se delle tavole rotonde: ogni argomento èstato presentato prima del Neonatologo U-mano e poi dalla Neonatologa Veterinaria co-sì da poter comparare le conoscenze, evi-denziare i punti di contatto e le possibili nuo-ve acquisizioni utilizzabili anche in Medicinaveterinaria, e alle trattazioni sono seguite lenumerose domande e le considerazioni deipartecipanti.La giornata si è aperta con la trattazione del-la particolarissima fisiologia neonatale, so-vrapponibile nel bambino e nel cane e gatto,la cui conoscenza è fondamentale per poter-si approcciare al neonato.Le relazioni sono continuate trattando la va-lutazione della vitalità neonatale, la rianima-zione di base e la rianimazione avanzata.Mentre per quanto riguarda la valutazionedella vitalità e la rianimazione di base, anchein medicina degli animali da compagnia sonstati fatti negli ultimi anni grandi passi avanti,per quanto riguarda la rianimazione avanzata(intubazione neonatale, uso delle mascherelaringee, ventilazione a pressione positiva,rianimazione in ipotermia) la medicina del ca-ne e del gatto deve scontrarsi con lo scoglioimmenso delle ridottissime dimensioni deinostri pazienti. Nonostante ciò alcuni degliaccorgimenti che vengono adottati nei bam-bini molto prematuri (23-25 settimane di ge-stazione) e di ridottissimo peso alla nascita(inferiore agli 800 grammi) hanno dato ideemolto utili e tali da poter essere provate an-che sui nostri piccoli neonati.Le ultime relazioni sono state dedicate allafarmacologia e alla nutrizione parenteraleneonatale. Poiché il sistema epatico ed e-scretorio alla nascita non sono sviluppati equindi i neonati non sono in grado di meta-bolizzare ed eliminare in modo corretto i far-

maci, le terapie sia nel bambino che nei no-stri pazienti devono essere condotte congrande attenzione e conoscendo i rischi/be-nefici dei vari farmaci e le dosi utili in questafase della vita. Anche per questo aspetto èstato possibile acquisire dall’esperienza deineonatologi umani, nozioni e piccoli trucchiimportantissimi per la rianimazione farmaco-logica.La presenza di numerosi iscritti, le numero-sissime domande e i dibattiti che si sono svi-

luppati hanno reso interessante e appassio-nante la giornata e dimostrano come l’atten-zione non solo verso gli aspetti riproduttivi ema anche verso il benessere e la salute deineonati stia notevolmente aumentando sianei Colleghi sia nelle aspettative di proprietarie allevatori. Nonostante la terribile giornata di pioggia, gliiscritti hanno quindi vissuto un’esperienza in-tensa che ha riportato a casa tutti col sorrisoe tante nuove idee.

Le prossime iniziative di Riproduzione saran-no a Rimini in occasione del 78° CongressoInternazionale SCIVAC, durante il quale po-tremo partecipare ad una intensa giornatasulla farmacologia ed una sessione avanza-ta, gratuita per i soci SIRVAC 2013, sulle re-centi acquisizioni sui tumori mammari nellacagna e poi il 24 novembre a Cremona l’in-contro “Cosa c'è di nuovo nel panorama del-la riproduzione” con relatore unico il Dott. Xa-vier Levy (Vienne - F). ■

laPROFESSIONE VETERINARIA 15| 2013 SIRVAC Dalle Associazioni 19

Neonatologia del cane e del gattoUna tavola rotonda per gettare le basi, acquisire nuove conoscenze e approfondire la materia

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Aventi giorni dal fenomenodella polvere nera che hacolpito alcune migliaia dipecore e la vegetazione suun'area calcolata in oltretrecento ettari si conosce, sia

pure ufficiosamente, la natura della sostanza in-quinante. Le analisi dell'Arpas, l'agenzia regio-nale per l'ambiente, avrebbero infatti appura-to tracce di idrocarburi alifatici, non aromatici,con un numero di atomi di carbonio tra i 20 e

i 30. Una classificazione che consente di tira-re un respiro di sollievo almeno per un aspet-to: il fatto che gli idrocarburi siano "non aromatici"ne declassa la pericolosità, ed esclude che lamisteriosa polvere nera sia cancerogena.Quali conseguenze sanitarie sugli allevamenti esulla filiera agroalimentare della Piana di Otta-na. I residui nel latte sono al di sotto dei limitidi legge, mentre la morte della pecora ritrova-ta il 27 aprile è imputabile a una polmonite bat-terica. Questi gli esiti degli esami necroscopici

e dei test di laboratorio eseguiti dall'Istituto Zoo-profilattico della Sardegna (IZS) sui campioni pre-levati all'interno delle aziende sottoposte a se-questro nel territorio tra Noragugume e Ottanaa seguito del fenomeno della coltre nera che hacolorato il manto delle pecore.La pecora morta è stata prelevata dalla Asl3 nel-le campagne di Noragugume ed è stata esa-minata dai laboratori di Anatomia patologica delDipartimento IZS di Nuoro. Dalle analisi sonoemersi tracheite, edema polmonare e diverse

altre lesioni imputabili ad una patologia respi-ratoria di origine batterica. Il secondo capo ovi-no, consegnato lunedì 29 dal Corpo Foresta-le, invece, era affetto da fasciola hepatica, unamalattia parassitaria diffusa nella zona.Negativi anche i test su due campioni di latteprelevati all'interno dello stesso territorio esottoposti a controllo per la ricerca di diossinee pcb, sostanze derivate dalla combustione. Ivalori dei residui chimici riscontrati sono «benal di sotto dei limiti di legge - spiegano gli esper-ti del laboratorio di Chimica ambientale dell'I-stituto Zooprofilattico -. Pertanto sono perfet-tamente in linea con quelli di altre aree della Sar-degna». L’altro aspetto che le analisi mettonoin risalto riguarda l'origine della sostanza e saràutile sul piano delle indagini avviate dalla ma-gistratura. La sua composizione escluderebbeinfatti l'ipotesi di un incendio di sterpaglieavanzata da Ottana Energia all'indomani del-l'allarme per il boato, udito distintamente da mol-ti cittadini di Ottana la stessa notte del 14 apri-le, proveniente dalla centrale termoelettrica, chedista dai pascoli colpiti in agro di Noragugumequalche chilometro in linea d'aria. Si trattereb-be (il condizionale è d'obbligo, in mancanza diconferme ufficiali) di un residuo di combustio-ne, forse di una cattiva combustione, di pro-venienza industriale. Sono in corso le indaginicoordinate dal sostituto procuratore Andrea Vac-ca con i carabinieri del Noe e del Corpo fore-stale. Le analisi dell'Arpas sono rassicuranti: gliesami tossicologici sulla sostanza scura che haricoperto diverse greggi nella zona di Noragu-gume hanno dato risultati negativi. Si tratterebbedi particelle di carbonio, che potrebbe risulta-re tossico solo per inalazione, ma non al tatto.I tecnici della Regione dovranno comunquecompiere altri accertamenti. La Procura di Ori-stano ha sequestrato 360 ettari di terreno, apoca distanza dalla zona industriale di Ottana,dove sorgono dieci aziende. Intanto l’IstitutoZooprofilattico replica alle accuse fatte dai le-gali dei pastori di non aver voluto consegnareloro l’esito degli esami sul latte.«I proprietari dei rapporti di prova sono solo icommittenti accreditati: in questo caso la Asl3.Pertanto non è possibile, per legge, consegnarecopia dei referti ai legali di parte".L’Istituto Zooprofilattico risponde così ai legaliche per conto dei pastori hanno contestato al-l’Istituto di non aver voluto consegnare gli esi-ti degli esami sul latte delle "pecore nere". L’I-stituto Zooprofilattico della Sardegna ha con-segnato gli esiti degli esami "alla Asl richiedenteil 30 aprile, nel rispetto delle norme".Nella nota dell’Istituto - pubblicata da La Nuo-va Sardegna - si legge che se gli avvocati de-siderano conoscere il contenuto dei documentipossono rivolgersi ai legittimi proprietari, i qualiprovvederanno secondo i propri regolamenti ele norme in materia».L’Istituto fa anche notare che i legali "non han-no presentato richiesta formale all’Istituto, masi sono identificati solo verbalmente". ■

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Le “pecore nere” di OttanaManto colorato da coltre inquinante. Negative le prime analisi su campioni di latte

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Nel mese di Maggio ElancoAnimal Health sarà prota-gonista di uno tra i più im-portanti lanci di prodottiper la salute animale dellastoria recente. Elanco A-

nimal Health, infatti, porterà sul mercato unasoluzione assolutamente innovativa - Kexxto-ne® - in grado di ridurre l’incidenza della che-tosi nelle vacche da latte del 74% con un sin-golo trattamento. Kexxtone® è un prodottomirato, destinato a manze e vacche da latteper le quali si preveda l’insorgenza della che-tosi nel periparto.La somministrazione viene effettuata medianteun singolo bolo ed assicura la copertura nel pe-riodo di maggiore rischio. Spesso la chetosi nonviene individuata perché i sintomi non risultanoimmediatamente visibili: si tratta tuttavia di unacondizione comune che interessa circa il 29%delle vacche con conseguenze negative su sa-lute, fertilità e produzione di latte dell’animale.Questo nuovo approccio arricchisce in manie-ra significativa la gamma di soluzioni a disposi-zione dei veterinari impegnati nella gestione del-la salute della mandria. L’utilizzo di Kexxtone®

non richiede periodo di attesa per il latte e perle carni. La formulazione del prodotto ha comeprincipio attivo la monensina, una molecola conuna lunga storia di efficacia e sicurezza d’uso.Kexxtone® rappresenta una novità sostanzialeper l’intero settore lattiero-caseario: la chetosi puòinfatti causare perdite medie pari a circa 350-500litri di latte ad animale per lattazione; mentre i co-sti diretti ed indiretti (perdita di latte e patologieconseguenti a chetosi subclinica) sono stati sti-mati intorno a € 250-600 per animale affetto.Kexxtone® attraverso una nuovissima tecnolo-gia, assicura il rilascio continuo e controllato delprincipio attivo: grazie ad una molla interna il prin-cipio attivo entra a contatto con i fluidi rumina-li, generando un gel che viene rilasciato attraversol’orifizio presente su una delle 2 estremità del di-spositivo Kexxtone®. Il principio attivo a livello ru-minale genera una maggiore produzione diacido propionico, precursore epatico del glu-cosio, aumentando l’energia a disposizionedell’animale. Nelle vacche da latte questo pro-cesso di ottimizzazione dell’utilizzo dell’energiapreviene l’instaurarsi di un bilancio energetico ne-gativo nel periodo di transizione, fattore identi-ficato come principale causa di chetosi.La Dott.ssa Francesca Archilei, consulente tec-nico Elanco, dichiara: “Kexxtone® offre un’inte-ressante opportunità a vantaggio di veterinari edallevatori. I veterinari potranno fornire interven-ti strategici per il management aziendale, ac-quisendo un ruolo sempre più fondamentale nel-la gestione della salute della mandria dei propriclienti. Al di là degli interventi di salvataggio d’e-mergenza, lo scopo è quello di riuscire a misu-rare in maniera semplice la reale prevalenza del-la chetosi all’interno della mandria con Keto-Te-stTM e, dove opportuno, adottare azioni preventiveche facciano la differenza.”Kexxtone® può essere ordinato a partire dal 1°

di Maggio 2013 presso le farmacie e gli ingrossidi farmaci veterinari.Per maggiori informazioni contattare: Elanco Ani-mal Health Italia, Dr.ssa Francesca Archilei, Con-sulente Tecnico per i Ruminanti, e-mail: [email protected], tel. +39 0554257031

Bibliografia1. 2CVMP assessment report of an applica-

tion for the granting of a community marke-ting authorisation for Kexxtone (E-MEA/V/C/002235).2. Audit aziendale Elanco 2011, N.GN4FR110006.3. Riassunto delle caratteristiche del prodot-to Kexxtone®, <data>.4. Ospina 2010. Association between theproportion of sampled transition cows withincreased nonesterified fatty acids and ßhy-

droxybutyrate and disease incidence, pre-gnancy rate and milk production at the herdlevel. J. Dairy Sci. 93:3595-3601.5. Adapted from Esslemont 2012. The Costof Ketosis in Dairy Cows, World BuiatricsCongress, Lisbon, Portugal.

*Chetosi definita come livello di beta-idrossi-butirrato nel sangue (BHBA) >1000µmol/l ■

laPROFESSIONE VETERINARIA 15| 2013 Dalle Aziende 21

Elanco presenta Kexxtone®

Il prodotto è assolutamente innovativo per la gestione della Chetosi, costosa patologia che interessa le vacche da latte

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Chiuso in stampa il 3 maggio 2013

laVETERINARIAPROFESSIONE

Questo periodico è associatoall’Unione Stampa Periodica Italiana

laPROFESSIONE VETERINARIA 15 | 201322 Calendario attività Dal 31 maggio al 20 settembre

Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi

2. Qual è la sonda più indicata per l’esecuzione di unesame ecocardiografico in un cavallo adulto?

a Sonda settoriale da 2.5-3.5 MHz

b Sonda settoriale da 5-7.5 MHz

c Sonda microconvex da 2.5-3.5 MHz

d Sonda microconvex da 5-7.5 MHz

e Sonda lineare da 5-10 MHz

1. I bovini sono animali

a Indifferentiall’ambientecircostante

b Curiosi

c Aggressivi

QUIZ 1Risposta corretta: b)

XI CONGRESSO NAZIONALESIVAR - Cremona, Maggio

2009

QUIZ 2Risposta corretta: a)

XIV CONGRESSO MULTISALASIVE/FEEVA - Palazzo delCasinò, Lido di Venezia,

Gennaio 2008

SOLUZIONI

31 MAG - 2 GIUCONGRESSO INTERNAZIONALE SCIVAC 78° CONGRESSO INTERNAZIONALE MULTISALA SCIVAC - Palacongressi di Rimini, Rimini - Via della Fiera, 23 -

ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congres-si e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

31 MAG - 1 GIUCONGRESSO INTERNAZIONALE SIFIRVET / SCIVAC VEPRA - 3RD EUROPEAN VETERINARY REHABILITATION SYMPOSIUM - Palacongressi di Rimini, Rimini - ECM:

Non richiesto accreditamento ECM - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel.+39 0372 403509 - E-mail: [email protected]

5 - 7 GIUITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SCIVAC 1° IT. MEDICINA FELINA: III PARTE - CORSO 3 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accredi-

tamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari -Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

7 GIUCORSO AIVEMP MATERIALI A CONTATTO E ADDITIVI - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto

Accreditamento - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria Scientifica AIVEMP - Tel. +39 0372 403541 - E-mail: [email protected]

12 - 14 GIUITINERARIO DIDATTICO SCIVAC 3° IT. DIAGNOSTICA PER IMMAGINI: II PARTE - ECOGRAFIA CLINICA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trec-

chi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi,Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

14 - 15 GIUCORSO SCIVAC CORSO AVANZATO - MICROCHIRURGIA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento

ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +390372 403508 - E-mail: [email protected]

16 GIUINCONTRO REGIONALE SCIVAC SICILIA IPERATTIVITÀ, IPERATTACCAMENTO E DISTURBI EMOZIONALI NEL CANE: L’IMPORTANZA DEL PRIMO AP-

PROCCIO CLINICO - Catania - ECM: Crediti non previsti - Per info: Monica Borghisani - Segreteria Del. Regionali SCI-VAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: [email protected]

18 - 21 GIUITINERARIO DIDATTICO SCIVAC 4° IT. ORTOPEDIA: V PARTE - CHIRURGIA ARTICOLARE E PERIARTICOLARE - Centro Studi SCIVAC, Cremo-

na - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento per 36,6 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segrete-ria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

19 - 22 GIUITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SCIVAC 1° IT. MEDICINA INTERNA: VI PARTE - APPARATO URINARIO: COME SCOPRIRE LA GRAVITÀ E LA SEDE DEL-

LA LESIONE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento per 38,2 Crediti -Per info: Paola Gambarotti - Segr. SCIVAC - Corsi, Congr. e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

21 - 23 GIUCORSO REGIONALE SCIVAC CORSO REGIONALE DI CHIRURGIA - Napoli - Via Monte Nuovo Licola Patria, 85 - ECM: Crediti non previsti - Per

informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372403506 - E-mail: [email protected]

21 - 23 GIUCORSO FSA / SCIVAC CORSO DI BASE PER IL CONTROLLO DELLA DISPLASIA DELL’ANCA E DEL GOMITO, DELLA LUSSAZIONE DELLA ROTULA E

DI ALTRE PATOLOGIE SCHELETRICHE EREDITARIE DEL CANE - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: No crediti - Per info:Monica Borghisani - Segr. Del. Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: [email protected]

22 GIUCORSO FSA / SCIVAC CORSO AVANZATO PER IL CONTROLLO DELLA LUSSAZIONE DELLA ROTULA NEL CANE DI RAZZA E DI AG-

GIORNAMENTO SUL CONTROLLO HD/ED - Cremona, Palazzo Trecchi - ECM: No crediti - Per info: Monica Borghisani- Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: [email protected]

23 GIUINCONTRO REGIONALE SIVAE/SCIVAC SARDEGNA TARTARUGA: S’ACCOMODI IN SPIAGGIA! - Centro di educazione ambientale Laguna di Nora, Pula - Laguna di Nora

- ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500- E-mail: [email protected]

23 GIUINCONTRO REGIONALE SCIVAC BASILICATA IL PAZIENTE ACUTO - Matera - Hilton Garden Inn - Via Germania - Borgo Venusio - ECM: Crediti non previsti - Per

informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372403506 - E-mail: [email protected]

24 - 25 GIUCORSO SCIVAC CORSO AVANZATO - CITOLOGIA DEI VERSAMENTI CAVITARI: DALL’INTERPRETAZIONE ALLA REFERTAZIONE

- Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Pao-la Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

26 - 28 GIUITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SCIVAC 2° IT. MEDICINA COMPORTAMENTALE: II PARTE - MEDICINA COMPORTAMENTALE 2 - Centro Studi SCIVAC,

Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segrete-ria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

28 - 30 GIUCORSO SIVE IN COLLABORAZIONE CON SIPE CORSO PRATICO DI MASCALCIA “MANISCALCHI TRA I TRULLI” - Masseria Galeone - Martina Franca (TA) - Via

Per Noci - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 -E-mail: [email protected]

29 GIU - 1 LUGINTERNATIONAL COURSE SCIVAC 12° CORSO VETERINARIO ASAMI. TEORICO E PRATICO SULLE METODICHE DI ILIZAROV - Centro Studi SCI-

VAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Se-greteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

3 - 5 LUGITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SCIVAC 1° IT. MEDICINA FELINA: IV PARTE - CORSO 4 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accredi-

tamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari -Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

9 - 11 LUGITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SCIVAC 2° IT. MEDICINA INTERNA: II PARTE - EMATOLOGIA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Ac-

creditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Semi-nari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

12 - 14 LUGCONGRESSO NAZIONALE SCIVAC 79° CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC - MOLTO È CAMBIATO IN ONCOLOGIA VETERINARIA ... VEDIAMO DI

FARE IL PUNTO - Palermo - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segre-teria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

19 - 20 LUGCORSO CEFME CORSO TEORICO PRATICO - INNESTI OSSEI - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - ECM: Richiesto Ac-

creditamento - Per informazioni: Monica Villa - Segreteria CEFME - Tel. +39 0372 403504 - E-mail: [email protected]

6 - 8 SETCORSO SCIVAC CORSO AVANZATO - LINFOMA E LEUCEMIE NEL CANE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM:

Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Se-minari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

7 SETCORSO CEFME CORSO TEORICO - PRATICO PER ASSISTENTI ALLA POLTRONA - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - ECM:

Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Villa - Segreteria CEFME - Tel. +39 0372 403504 - E-mail: [email protected]

8 SETINCONTRO REGIONALE SCIVAC VALLE D’AOSTA IL GATTO HA TROPPO SPIRITO PER NON AVERE UN CUORE: UNA GIORNATA INSIEME SULLA CARDIOLO-

GIA FELINA - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCI-VAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: [email protected]

15 SETINCONTRO REGIONALE SCIVAC MOLISE ERRORI E TRAPPOLE DIAGNOSTICHE IN MEDICINA INTERNA E PATOLOGIA CLINICA - Campobasso - ECM:

Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regio-nali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: [email protected]

16 - 17 SETITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SCIVAC 1° IT. MEDICINA FELINA: V PARTE - CORSO 5 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accredi-

tamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari -Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

18 - 20 SETITINERARIO DIDATTICO SCIVAC 3° IT. DIAGNOSTICA PER IMMAGINI: V PARTE - ECOGRAFIA AVANZATO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via

Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento per 27,9 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCI-VAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: [email protected]

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