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LA VOCE DELLA COMPAGNIA DI S. ANGELA BRESCIA LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE 2015 4 Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 48) art. 1, comma 2, DCB Brescia

La Voce della Compagnia di Brescia, n. 4 -2015

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Luglio-Agosto-Settembre 2015

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LA VOCEDELLA COMPAGNIA DI S. ANGELA • BRESCIA

LUGLIO • AGOSTO • SETTEMBRE 2015

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VOCEDELLA

COMPAGNIA DI S. ANGELADI BRESCIA

LUGLIO - AGOSTO - SETTEMBRE 2015

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Via F. Crispi, 23 - 25121 BresciaTel. 030/295675-3757965

Nihil obstat quominus imprimatur

Aut. del Trib. di Brescia n. 24/69 del 5 sett. 1969Direttore responsabile: D. Antonio Fappani

Tipografia: Alfa - Brescia

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003(conv. L. 27/02/2004 nº 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia

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La parola del Superiore

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“Discepoli –Missionari”1 - Scrivo queste note prima

dell’assemblea del 12 settembre con l’unico scopo di esortare

tutte le figlie ad iniziare con serena fiducia l’anno pastorale, alla luce delle indicazioni date dal Papa per l’Anno della Vita Consacrata, e in preparazione del Giubileo della Misericordia. Con l’Anno della Vita Consacrata tutte le comunità cristiane sono state stimolate a rendere grazie al Signore per il dono della verginità per il Regno e a “fare memoria grata dei doni ricevuti e che tuttora riceviamo per mezzo della santità dei fondatori e delle fondatrici e della fedeltà di tanti consacrati ai propri carismi”. E in particolare gli Istituti religiosi e secolari stanno riflettendo sugli obiettivi indicati dal Papa: Guardare il passato con † Vigilio Mario Olmi

“Discepoli – Missionari”

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La parola del Superiore

gratitudine, vivere il presente con passione, abbracciare il futuro con speranza. La Compagnia ne ha fatto motivo di confronto in diverse circostanze, anche con il convegno del 24 gennaio su “Papa Paolo VI e la Vita Consacrata” ed è oggetto della condivisione dell’assemblea di settembre.E la Compagnia si sente singolarmente stimolata a tale riflessione, per la sua natura di istituto secolare ante litteram; ma anche perché Papa Francesco in un passaggio della sua lettera pone una domanda che ci interpella direttamente: “Cosa sarebbe la Chiesa senza …. sant’Angela Merici”?Nei pochi mesi che ci rimangono, cercheremo di approfondire meglio e con più amore la nostra storia per conoscere come le figlie nel susseguirsi delle vicende storiche hanno testimoniato la loro consapevolezza del singolare dono di essere spose dell’Altissimo e della sua fecondità nella vita delle comunità cristiane. Sicuramente questo ci gioverà per maturare scelte coerenti per il prossimo futuro.Che se poi adattiamo alla nostra storia la stessa domanda, potremmo chiederci: “Cosa sarebbe la Diocesi di Brescia senza la Compagnia di S. Angela”? Per dare una risposta corretta, mi permetto di consigliare ai singoli gruppi e alle singole figlie di consultare i tre volumi scritti da d. Mario Trebeschi su “La Compagnia di Sant’Orsola: Figlie di Sant’Angela di Brescia. - L’Opera delle Sorelle Girelli”, del gennaio 2003. Si avrebbero più spunti per ringraziare il Signore del bene seminato in quasi tutte le parrocchie della Diocesi, soprattutto durante la vita delle Venerabili Girelli, e riceveremmo indicazioni per guardare al futuro, con più fiducia, certi che il carisma mericiano continua ad essere dono creativo dello Spirito Santo per la vita e la missione della Chiesa. Di fatto la Compagnia di S. Angela ha potuto vivere con fedeltà il

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La parola del Superiore

carisma originale di vergini consacrate nel mondo, perché ha saputo partecipare attivamente alla vita pastorale della Diocesi in piena comunione con i pastori, in diversi ambiti dell’azione pastorale e privilegiando l’educazione della gioventù femminile. Forse la Compagnia nel contesto sociale oggi è meno presente e quindi anche meno considerata. Potrebbe essere questo un motivo in più per riflettere in questi ultimi mesi e maturare qualche scelta condivisa, sempre nella fedeltà al carisma di consacrazione sponsale a Cristo e nel contesto della pastorale diocesana in occasione del Giubileo della Misericordia. In ogni caso è urgente ravvivare la coscienza della propria identità e responsabilità: il carisma di S. Angela proposto con semplicità e fervore potrà anche in futuro adornare la nostra Chiesa, che riconosce e venera S. Angela, come sua Patrona insieme ai Santi Faustino e Giovita.

2 - Allo scopo di ravvivare la coscienza della propria identità e responsabilità, mi pare particolarmente appropriato quanto Papa Francesco, nella Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium,

propone per risvegliare in ogni battezzato la coscienza missionaria con l’affermazione: il cristiano è un “discepolo missionario”. Ciascun battezzato, egli spiega, va considerato come “un soggetto attivo di evangelizzazione” “Nessun cristiano può rinunciare al proprio impegno di evangelizzazione, dal momento che, se uno ha realmente fatto esperienza dell’amore di Dio che lo salva, non ha bisogno di molto tempo di preparazione per andare ad annunciarlo. Ogni cristiano è missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù; non diciamo più che siamo “discepoli” e “missionari”, ma che siamo sempre “discepoli-missionari”. E poi precisa: “Certamente tutti noi siamo chiamati a crescere come

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La parola del Superiore

evangelizzatori. Al tempo stesso ci adoperiamo per una migliore formazione, un approfondimento del nostro amore e una più chiara testimonianza del Vangelo; in ogni caso tutti siamo chiamati ad offrire agli altri la testimonianza esplicita dell’amore salvifico del Signore, che al di là delle nostre imperfezioni ci offre la sua vicinanza, la sua parola, la sua forza e dà senso alla nostra vita. Il tuo cuore sa che la vita non è la stessa senza di Lui; dunque quello che ho scoperto, quello che ti aiuta a vivere e che ti dà speranza, quello è ciò che devi comunicare agli altri.La nostra imperfezione non deve essere una scusa; al contrario, la missione è uno stimolo costante per non adagiarsi nella mediocrità e per continuare a crescere”.

3 - Le parole del Papa che esprimono chiaramente il compito missionario di ogni battezzato, sono ancora più pertinenti per chi ha risposto alla vocazione di speciale consacrazione, come le

figlie di S. Angela: dunque “consacrate missionarie”.La convinzione di “essere state separate dalle tenebre di questo misero mondo e unite insieme per servire Sua Divina Maestà”, proprio per il fatto di “essere state elette ad essere vere e intatte spose del Figliuol di Dio”, non ammette nessun dubbio o incertezza. Giustamente annota il Papa: “Che amore è quello che non sente la necessità di parlare della persona amata, di presentarla, di farla conoscere? Se non proviamo l’intenso desiderio di comunicarlo, abbiamo bisogno di soffermarci in preghiera per chiedere a Lui che torni ad affascinarci. Abbiamo bisogno d’implorare ogni giorno, di chiedere la sua grazia perché apra il nostro cuore freddo e scuota la nostra vita tiepida e superficiale. Che dolce è stare davanti a un crocifisso, o in ginocchio davanti al Santissimo e semplicemente essere davanti ai suoi occhi”.

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La parola del Superiore

Riconosciamo perciò che “è urgente ricuperare uno spirito contemplativo, che ci permetta di riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che ci umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova. Non c’è niente di meglio da trasmettere agli altri”.E ancora: “Il vero missionario che non smette mai di essere discepolo, sa che Gesù cammina con lui, parla con lui, respira con lui, lavora con lui. Sente Gesù vivo insieme con lui nel mezzo dell’impegno missionario”.Non è forse stata questa l’esperienza di S. Angela, che viveva continuamente alla presenza di Gesù, suo Sposo, così che o parlava a Lui o parlava di Lui?

Concludo perciò esortando tutte le figlie, singolarmente e nei gruppi, a pregare, riflettere e condividere alla luce delle parole del Papa, su quanto ho proposto, per essere pronte ad

accogliere ciò che lo Spirito vorrà dire alla Compagnia di S. Angela per il suo futuro.

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La parola della Superiora

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Carissime sorelle

“Dovete ringraziarlo infinitamente che a voi specialmente abbia concesso un dono così singolare”.(Regola Proemio)

Il Signore ci chiama ogni giorno a seguirlo con coraggio e fedeltà; ci ha fatto il grande dono di sceglierci come sue discepole, come sue spose, e ci invita ad annunciarlo con gioia come Risorto, sia con la parola che con la testimonianza della nostra vita nella quotidianità.Dobbiamo prendere coscienza di questa scelta: la bellezza della consacrazione è la gioia, la gioia.... La gioia, dice Papa Francesco, di portare a tutti la consolazione di Dio.

“che cosa comporta una tale elezione, e che nuova e stupenda dignità essa sia. Poi che vi sforziate,

“Chiamate a essere vere e

intatte spose del Figlio di Dio”

“Chiamate a essere vere e

intatte spose del Figlio di Dio”

Maria Rosa Pollini

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La parola della Superiora

con ogni vostro potere, di conservarvi secondo la chiamata di Dio, e cerchiate e vogliate tutti quei mezzi e quelle vie che sono necessarie per perseverare e progredire fino alla fine”. (R. Pr.)

I mezzi indicati da S. Angela sono: il dialogo con il mondo, il digiuno, la preghiera, l’Eucaristia e i tre Consigli Evangelici di obbedienza, verginità e povertà.

Le vie si possono ridurre a due, o meglio, una sola con due binari: l’imitazione di Gesù Cristo e la Regola che è un commento particolare del Vangelo.

“Però non basta alcun principio senza la perseveranza”. (R. Pr)

Per perseverare è necessario usare i mezzi stabiliti, abbracciare tutti quei mezzi e vie che sono necessari alla perseveranza, e non solo mostrare di aver preso sul serio la vita ma anche di non aver operato spensieratamente.La perseveranza dipende dall’ascolto continuo, assiduo, della Parola: non si può percorrere la via tracciata da Dio attraverso il Vangelo e la Regola se non si ha il cuore e la mente attenti alla voce dello Sposo; la chiamata, qualsiasi chiamata, e non solo quella della verginità consacrata, non può essere udita se si è presi da ciò che non è Cristo.Secondo S. Angela la Parola divina diventa, nell’anima che si pone in ascolto, verità che illumina, che rende chiara la propria posizione creaturale.

“Non basta, infatti, incominciare, se non si avrà anche perseverato” Infatti, potrà conservarsi solo quella persona che vorrà abbracciare i mezzi e le vie a ciò necessarie”. (R. Pr)

Per Angela il compito principale è che la persona consacrata a Dio ha il dovere più degli altri cristiani di rivelare che ci sono beni non transitori e che hanno come fondamento una vita spesa, non conservata, per Dio e i fratelli; e per essere coerenti con questo stato di vita cioè,

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La parola della Superiora

essere spose di Cristo, bisogna essere fedeli anche a quei mezzi che la Compagnia mette a disposizione per le figlie: Ritiri, Esercizi Spirituali, Assemblee, giornate di formazione e di studio ecc…

Se non vi sforzerete per l’avvenire, con tutte le vostre forze, di vivere come si richiede alle vere spose dell’Altissimo, e di osservare questa Regola come via lungo la quale dovete camminare e che è stata composta per il vostro bene. Su da brave, dunque! Abbracciamo tutte questa santa Regola che Dio per sua grazia ci ha offerto”. (R. Pr)

Termino con le parole di Papa Francesco: “Il discepolato fedele è grazia ed esercizio d’amore, esercizio di carità oblativa: ”quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza la Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani.

E ancora: quando ci fermiamo, la cosa non va. Camminare sempre, alla presenza del Signore, alla luce del Signore, cercando di vivere con quella irreprensibilità che Dio chiede. Camminare, andare avanti, camminare sempre alla sua presenza…..non ripiegatevi su voi stessi, non lasciatevi asfissiare dalle piccole beghe di casa, non rimanete prigionieri dei vostri problemi. Questi si risolveranno se andrete fuori per aiutare gli altri a risolvere i loro problemi e ad annunciare la buona novella. Troverete la vita dando la vita, la speranza dando speranza, l’amore amando.”

Dal 1° settembre al 31 dicembre 2015 l’olio della lampada votiva che arde di fronte a S. Angela è stato offerto dalla Compagnia di S. Angela di Trento.

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Carissime sorelle,

nei giorni di grande calura, che ci siamo lasciate alle spalle, chi di noi non ha sognato di buttarsi in un ruscello, anche piccolo, perché non sappiamo nuotare; forse ci siamo accontentate di una doccetta di casa nostra, di bere acqua rinfrescata nel frigorifero, ma l’arsura ha persistito. Quanto è fragile il nostro corpo specie quando è sottoposto a scompensi della natura! Si, certamente cerchiamo di accettare le condizioni che ci si presentano, pur elevandole a più alti sentimenti di fede, ma troviamo ben poco sollievo. Qual è l’acqua che ci può dissetare? Proviamo ad accostarci a quella donna samaritana che va ad attingere acqua al pozzo di Giacobbe, dove, incontra “Uno” che lei non conosce, il quale chiede da bere alla donna dubbiosa: “Se tu sapessi Chi ti chiede da bere saresti tu a chiederglielo ed Egli ti darebbe acqua viva...e non avresti più sete, anzi quell’acqua diventerebbe sorgente di vita eterna”.Quante volte ci siamo sedute a quel pozzo trovandoci a tu per tu con Colui che vuole saziare la nostra sete con l’acqua santificata dal Suo spirito! Il nostro Battesimo ci ricorda che il peccato è stato lavato e continuerà ad essere purificato da quel’acqua che dà la vera vita.Dopo queste riflessioni, pur vere e sante, potrebbe sorgere qualche contraddizione con il nostro quotidiano vivere, specie quando questo è spesso segnato dalla sofferenza; anche la vita di Maria SS. fu cosparsa di grandi dolori: dall’annuncio di divenire Madre alla dolorosa passione e morte del suo Figlio; la sua accettazione la fece

Alle sorelle ammalate

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Alle sorelle ammalate

divenire Madre di tutta la Chiesa. Questa missione è resa possibile anche a noi per mezzo del nostro Battesimo, e ce lo ricorda il Profeta Ezechiele: “Così dice il Signore... Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati... vi darò un cuore nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e farò si che camminiate nelle mie leggi...voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio”. (36,24-28)Il Poeta Trilussa racconta di una bianca colomba che volando in alto fu attratta da una pozzanghera sulla terra e si gettò in essa infangandosi tutta. La vide un topo di fogna che, soddisfatto, le disse: “Anche tu hai sporcato le tue bianche piume”, ma la colomba gli rispose: “Sì mi sono sporcata, ma voglio e riesco ancora a volare in alto”!La bontà del Padre ci mette sempre sulla giusta strada per uscire da quegli equivoci che ci tengono spesso legati alle condizioni ancora troppo umane. Allora, la nostra reciproca preghiera ci aiuti a spiccare sempre il VOLO.

Fraternamente Enrica L.

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Spiritualità

Maestro, dove abiti?Un incontro con Gesù

“Maestro, dove abiti? ”(Gvl; 38).

Questa domanda fu posta un giorno a Gesù di Nazaret da due giovani. Accadde sulla riva del Giordano. Gesù vi si era recato per ricevere il battesimo di Giovanni; ma il Battista, al vedere Gesù che gli veniva incontro, disse: “Ecco l’Agnello di Dio” (Gv l,36). Tali parole profetiche indicavano il Redentore, colui che avrebbe dato la vita per la salvezza del mondo. Così fin dal battesimo nel Giordano Giovanni designava il Crocifisso. Furono precisamente due i discepoli di Giovanni Battista che, udendo tali parole, seguirono Gesù. Quando Gesù chiese loro “che cosa cercate”? (Gv l,38), essi risposero a loro volta con una domanda:” Rabbi (che significa maestro), “dove abiti”? Gesù rispose loro: “Venite e vedrete’’. Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui” (Gv l,39). Divennero i primi discepoli di Gesù. Uno dei due era Andrea, che condusse a Gesù anche suo fratello Simon Pietro. Ognuno di noi può ripetere le parole del Salmista: “Il tuo volto, Signore io cerco. Non nascondermi il tuo volto” (Sal 27/26). Ognuno di noi ha la propria storia personale e porta in se stesso il desiderio di vedere Dio, un desiderio che si prova nel momento stesso che si scopre il mondo creato. Questo mondo è meraviglioso e ricco, dispiega davanti all’umanità le sue innumerevoli ricchezze, seduce, attira la ragione tanto quanto la volontà. Ma, in fin dei conti, non riempie

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Spiritualità

lo spirito. L’uomo si rende conto che questo mondo, nella diversità delle sue ricchezze, è superficiale e precario; in un certo senso è destinato alla morte. Oggi prendiamo ancor più coscienza della fragilità della nostra terra, troppo sovente degradata dalla mano stessa dell’uomo al quale il Creatore l’ha affidata. Quanto allo stesso uomo, egli viene al mondo, nasce dal grembo materno, cresce e matura; scopre la sua vocazione e sviluppa la sua personalità nel corso degli anni di attività;

poi si avvicina il momento in cui deve lasciare questo mondo. Più lunga è la sua vita, più l’uomo percepisce la propria precarietà, e più si pone la domanda dell’immortalità: che cosa c’è al di là della frontiera della morte? Allora, nel profondo dell’essere, sorge la domanda posta a Colui che ha vinto la morte: “Maestro, dove abiti?” Maestro, tu che ami e rispetti la persona umana, tu che hai condiviso la sofferenza dell’uomo, tu che rischiari il mistero dell’umana esistenza, facci scoprire il senso vero della nostra vita e della nostra vocazione! “Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto”. Ai bordi del Giordano, e anche in seguito, i discepoli non sapevano chi era veramente Gesù. Avranno bisogno di molto tempo per capire il mistero del Figlio di Dio. Pure noi portiamo in noi stessi il desiderio di conoscere Colui che rivela il volto di Dio. Cristo risponde alla domanda dei discepoli mediante tutta la sua missione messianica.

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Spiritualità

Insegnava; per confermare la verità di quanto proclamava, compiva grandi prodigi, guariva i malati, risuscitava i morti, calmava le tempeste del mare. Ma questo intero percorso fuori dal comune giunse alla sua pienezza sul Golgota. E’contemplandolo sulla Croce, con lo sguardo della fede, che è possibile “vedere” chi è Cristo Salvatore, lui che si è caricato delle nostre sofferenze, il giusto che ha fatto della sua vita un sacrificio per la giustificazione di molti (Is 53).Per rispondere alla domanda: “Maestro, dove abiti” Cristo ci lancia un appello: “venite e vedrete”; nella Croce vedrete il segno luminoso della redenzione del mondo, la presenza amorevole del Dio vivente. Proprio perché hanno compreso che la croce domina la storia, i cristiani hanno posto il crocifisso nelle chiese e ai bordi delle strade, o lo portano sul loro cuore. Poiché la Croce è un segno vero della presenza del Figlio di Dio; attraverso questo segno si rivela il Redentore del mondo “Maestro, dove abiti”?. La Chiesa risponde ogni giorno: “Cristo è presente nell’EUCARISTIA”, il sacramento della sua morte e risurrezione. In essa e attraverso di essa riconoscerete la dimora del Dio vivente nella storia dell’uomo. E’ il sacramento dell’Alleanza, puro dono per la riconciliazione degli uomini; è il dono della presenza reale di Gesù, il Redentore, il pane che è il suo Corpo immolato, nel vino che è il suo Sangue versato per tutti. L’ultima risposta alla domanda: “Maestro,dove abiti?” deve dunque intendersi cosi: abito in tutti gli esseri umani salvati. Si, Cristo abita il suo popolo che ha affondato le sue radici in tutti i popoli della terra, il popolo che segue Lui il Signore crocifìsso e risorto, il Redentore del mondo, il Maestro che ha parole di vita eterna, lui “il Capo del nuovo ed universale popolo dei figli di Dio” (L. G. 13).

Rosa P.

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Attualità

Nel mondo quindici milionidi bimbi invisibili

Nella Giornata contro l’occupazione minorile, l’Organizzazione internazionale del lavoro punta il dito contro quella che viene considerata tra le forme più nascoste di abuso di minori, perché, spesso, nel Sud del mondo viene socialmente accettata. Anche nel migliore dei casi, il piccolo non riceve cure adeguate né tantomeno formazione. Papa Francesco, nella Pasqua scorsa, ha definito “la tratta di persone, specialmente di minori, come la schiavitù più estesa in questo ventunesimo secolo”. Nei 15 milioni di minori “usati”, 7 hanno meno di 14 anni; 8 svolgono mansioni pericolose e 300 milioni sono

baby lavoratori come domestici; 11,3 sono bambine, ma oltre 10 milioni si trovano in condizioni di schiavitù.Quando si parla di questa realtà, il pensiero vola subito a situazioni lontane da noi: purtroppo non è così. Nonostante lo sviluppo economico e il progresso sociale in Europa, i fatti dimostrano che lo sfruttamento di minori, spesso a livello di lavoro domestico, è un fenomeno in crescita anche da noi. Lo dice A. Guichon, direttrice della O.A.I. l’organo internazionale che segue il lavoro domestico. Certo, in India, Bangladesch, Perù, Filippine l’impiego Don Franco Frassine

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Attualità

dei bambini è permesso a condizione che il piccolo lavoratore possa andare a scuola e non venga abusato.In Europa i piccoli costretti al lavoro sono spesso vittime di traffico illecito; capire quanti siano gli addetti al lavoro è difficile perché questi hanno paura di perdere quel guadagno o essere maltrattati dai “datori di lavoro”. La domanda di chi conosce la realtà è :”Perché le autorità sono spesso reticenti a intervenire?”. Molti degli sfruttatori riescono ad ingannare la polizia dicendo che i bambini sono loro parenti o che il loro modo di crescere i minori in affidamento, è legato alla loro cultura di origine.In Italia i minori che lavorano, lo fanno in particolare nell’ambito della cerchia familiare. E’ quanto emerge da un’indagine sul lavoro minorile realizzata dall’Associazione Bruno Trentin e da Save the Children. Per il 41% dei minori si tratta infatti di un lavoro nelle mini o micro

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Attualità

imprese di famiglia, un fenomeno probabilmente aumentato in questi anni di crisi: uno su tre si dedica ai lavori domestici continuativi per più ore al giorno, anche in conflitto con l’orario scolastico. Più di uno su 10 lavora presso attività condotte da parenti o amici, ma esiste un 14% di minori che presta la propria opera a persone estranee all’ambito familiare.Tra i principali lavori svolti dai minori fuori casa, prevalgono quelli nel settore della ristorazione (18,7%), come il barista o il cameriere, l’aiuto in cucina, in pasticceria o nei panifici, seguito dalla vendita stanziale o ambulante (14,7%), ma non manca il lavoro in cantiere (l,5%)spesso gravoso e pieno di rischi. In totale, a essere coinvolto in attività lavorative, è oltre il 5% dei minori di età compresa tra i 7 e i 15 anni: circa 260mila preadolescenti costretti a lavorare a causa delle condizioni familiari, di un rapporto con la scuola che non funziona o per far fronte da soli ai loro bisogni. Circa 30mila i 14-15enni a rischio di sfruttamento che fanno un lavoro pericoloso per la loro salute, sicurezza e integrità morale.Il quadro è preoccupante perché non c’è chi sottovaluti la conseguenza che un’intera generazione s’avventuri a dirigere -sia pure a titolo diverso - la società del domani. Non possiamo accampare scuse o giustificazioni: ogni giorno che passa il problema s’allarga e la soluzione si presenta difficile e onerosa, ma ognuno, a qualsiasi sito sociale, professionale, politico, religioso, appartenga, cominci a riflettere e a suo modo colga l’occasione di servire al meglio il Paese cui apparteniamo.

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Le sorelle del Brasile ci scrivono...

Carissime Sorelle e Figlie di Santa Angela tutte,

desideriamo esprimere i nostri migliori auguri alla Rosa Pollini per essere stata eletta nuova superiora della nostra Compagnia. Vogliamo anche ringraziare di cuore Maria Teresa per tutto il tempo che è stata Superiora e per aver mostrato il suo carisma materno e la sua dedizione.Sant’Angela sia sempre presente nella sua vita perché possa vivere in salute e saggezza, dono che viene dallo Spirito Santo. In tutte le nostre preghiere vi ricordiamo sempre.Questa sera, subito dopo la celebrazione della Santa Messa abbiamo deciso di trovarci per parlarvi un poco di noi, di Sao Geraldo e delle iniziative della parrocchia e di quelle diocesane.

Missioni

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Missioni

Le sorelle Fulvia e Lucia possono ben capire che cosa comportano i nostri impegni in parrocchia, soprattutto in questo anno pieno di Grazia del Signore. Carissime abbiamo iniziato l’anno al Bairro “Novo Horizonte” Centro Pastorale Santa Angela Merici con la grande festa della nostra patrona e madre nostra Santa Angela. E’ stato molto bello con la partecipazione di tutto il Bairro e delle comunità parrocchiali lontane (di cui Fulvia e Lucia conoscono bene i nomi e la gente). Abbiamo dovuto allestire l’Altare per la Santa Messa all’esterno, perché la Chiesa non conteneva la folla. Il tema scelto, insieme al Parroco padre Cristiano, per i giorni del triduo è stato “VITA CONSACRATA E SOCIETÀ”. Noi due abbiamo portato la nostra testimonianza di persone consacrate a Dio per vivere nel mondo. Quest’anno abbiamo molti ragazzi che stiamo preparando alla Santa Comunione e un gruppo, già pronto ad incontrare Gesù, fece la prima Comunione durante la Santa Messa della domenica accompagnati dalla corale dei fanciulli (già avviata da Lucia ) “farfalle di Gesù”: è stato meraviglioso!Seguirono poi altre feste, di cui noi siamo responsabili per la preparazione spirituale. La riflessione durante la preghiera, che si è tenuta anche di notte, è stata “LA FAMIGLIA: EDUCARE I FIGLI”.Il 13 maggio si è svolta la festa della” Madonna di Fatima” patrona del Bairro san Giuseppe: un Bairro giovane ben organizzato con una famiglia custode della Chiesa e un catechista che aiuta nella preparazione dei bambini.Infine in giugno abbiamo celebrato con una grande festa San Giovanni Battista patrono di San Geraldo! Il tema annunciato a tutta la città, a tutte le comunità fino aldilà del fiume Araguaia, è stato: “FAMIGLIA E PACE”.Dall’11 al 19 luglio nella città e nelle comunità rurali si sono svolte le SANTE MISSIONI POPOLARI. Tutta San Geraldo era

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Missioni

animata per questa grande settimana missionaria, tutti si sono messi disponibili ad aiutare, persino molti fedeli della chiesa Evangelica hanno collaborato con il nostro parroco, con il nostro Vescovo e con i padri missionari, religiosi e laici, venuti dal Paranà per organizzare le missioni. I missionari si sono divisi in tre grandi centri di studio: famiglie, giovani e fanciulli/e. L’ultima notte abbiamo partecipato alla “ Romaria” (pellegrinaggio) preceduta dal nostro Vescovo Dominique e da tutti i missionari. Con 800 persone abbiamo passato tutta la notte camminando (ca. 100 km) e pregando. Alle 6 del mattino finalmente siamo entrati nella Chiesa di Floresta do Araguaia in mezzo alla foresta amazzonica stremati, ma pieni di allegria, cantando e battendo i tamburi. Il vescovo ed i padri missionari hanno celebrato la Santa Messa; inoltre il Vescovo Dominique ha voluto accompagnarci nella città di Piçarra per iscriverci alla scuola della PAROLA. I nostri primi esami hanno dato voti buoni, grazie a Dio e a Santa Angela.

Dalva e Regina figlie di Santa Angela Merici

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Padre Giulio Bevilacqua CardinaleUna vita per Cristo, per la Chiesa, per l’Uomo

In data 9 maggio 2015, presso la parrocchia di S. Antonio di Brescia, il Vescovo Mons. Luciano Monari ha presieduto la S. Eucarestia nella ricorrenza del 50° della morte del Cardinale Padre Giulio Bevilacqua, fondatore e parroco della parrocchia.Tracciare un profilo sia pur sintetico e generale di Padre Giulio Bevilacqua appare impegnativo ma necessario per conoscere questo grande uomo.Padre Giulio Bevilacqua, ultimo di dieci figli, nasce a

Isola della Scala (Vr) il 14 settembre 1881.Trasferitosi a Verona frequenta il ginnasio partecipando ai fermenti di vita cristiana e alle lotte sociali di quel periodo.Terminati gli studi liceali si reca all’università di Lovanio, in Belgio, iscrivendosi all’istituto di Scienze Sociali.Qui avrà un costante rapporto con l’insegnante, futuro cardinale, Desiderato Mercier, una personalità che inciderà sull’animo e sulla formazione di Bevilacqua.Il 13 giugno 1908, facendo parte della Congregazione dei Padri

Cronaca

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Cronaca

Filippini di Brescia, viene ordinato sacerdote da S. E. Mons. Coma Pellegrini.La vita filippina lo porta, senza tralasciare interessi culturali e sociali, in due particolari direzioni d’impegno: l’istruzione religiosa e la liturgia.

Nel 1° conflitto mondiale riesce dopo molti dinieghi ad arruolarsi come ufficiale degli alpini, in coerenza con il suo pensiero di seguire e partecipare al dolore dei giovani al fronte.L’esperienza della guerra lo segna profondamente tanto da dire di essa che è “crisi di dignità, notte di miseria umana, follia e abisso di dolori, un inferno inutile”.

Dopo 11 mesi di dura prigionia in Boemia, nel 1918 toma a Brescia dove riprende con maggior vigore il suo impegno sacerdotale in particolare nella salvaguardia dei principi cristiani allora inconciliabili con i movimenti quali il bolscevismo ed il fascismo.Per la sua coerenza sarà costretto, per non subire persecuzioni, a lasciare Brescia recandosi a Roma presso la casa dell’amico Mons. Giovanni Battista Montini, futuro Papa Paolo VI.

Nel 1940, quando l’Italia entra in guerra, con l’idea che non bisogna rimanere assenti dove l’uomo soffre , decide di vivere questa tragedia partendo come cappellano militare della marina.

Alla fine del conflitto ritorna a Brescia presso la Comunità Filippina.Inizia per lui un intenso impegno di predicazione in tutta Italia ed in Francia dove conoscerà e frequenterà a lungo Jean Guitton, che lo considera come “una delle colonne della Chiesa e del Concilio”.

A 68 anni nel 1949 ha la forza di impegnarsi come parroco nella nascente parrocchia di S. Antonio posta nella periferia di Brescia, dove darà tutto se stesso fino alla morte.

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Cronaca

Il 22 agosto 1960 viene nominato membro della Commissione Preparatoria Liturgica del Concilio; durante il Concilio ha la gioia di vedere eletto al soglio pontificio il suo amico Card. G. B. Montini con il nome di Paolo VI.Il Papa Paolo VI nel febbraio 1965, dopo la consacrazione a Vescovo, all’età di 84 anni gli conferisce la porpora cardinalizia con la promessa di accettare il suo desiderio di rimanere parroco a S. Antonio.Si realizza così un evento senza precedenti nella Storia della Chiesa: per la prima volta c’è un Parroco-Cardinale.

Muore il 6 maggio 1965 alle ore 21,30 mentre recita la “Salve Regina” nella sua parrocchia. Durante l’omelia del 50° della sua morte il Vescovo Monari ha evidenziato in particolare tre aspetti fondamentali dell’apostolato di Bevilacqua: la Parola, la Liturgia, la Carità.

Ciò che meglio riassume il profilo spirituale ed esistenziale di Bevilacqua è proprio quello di essere “prete oratoriano filippino”. Innanzi tutto prete, sacerdote cristiano, ministro del sacrificio salvifico e testimone vero e radicale della Croce.

Bevilacqua afferma: “benedetta la Chiesa che trova la forza di irrigidire la sua disciplina verso il sacerdote, perché è questa che salva l’autenticità del sacerdozio; il sacerdozio imprime il carattere della piena conformazione a Cristo. Cristo è dunque il centro del respiro universale”.In Bevilacqua, nelle sue azioni e in tutti i suoi scritti, c’è un seme, un costante fermento di idee come nel 1960 dando il suo prezioso contributo sulla nuova liturgia della Chiesa.La liturgia da lui considerata come preghiera comunitaria comunicazione, azione, gestualità, come azione cristocentrica: è Cristo che si offre al Padre e noi facciamo comunità nell’offerta di Cristo.

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Cronaca

L’assistenza caritativa per Bevilacqua è un caposaldo della sua tipica maniera di intendere il ministero sacerdotale.“Discretissimo con tutti nel chiedere, è invece generosissimo nel dare: i poveri erano i suoi preferiti”.Egli vuole stare tra la sua gente, ascoltarne o percepire i bisogni, le aspirazioni, le ansie, verificandone la rispondenza alla categoria evangelica dei “poveri in spirito” in quanto ne costata l’assoluto bisogno di tenerezza, di affetto, di amore.Nel duomo di Brescia, da Cardinale, ha fatto sentire in profondità la sua grande e ultima parola sulla responsabilità di certe dignità chiedendosi:

“un Cardinale che cosa è?”

Rispondendo:

“E’ un cieco che domanda a Dio in nome degli altri ciechi di vedere. Noi siamo tutti dei ciechi e la luce la domando a Cristo, soltanto a Cristo, umilmente da povero uomo”.

Egli presagisce la sua fine terrena durante la Quaresima del 1965, ma tanti episodi mettono in risalto la sua splendida Fede per la quale il termine inteso in senso umano di fine coincide con l’inizio di una nuova eterna Vita, con l’incontro definitivo col Cristo.

Federico Bonafini

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Tra Noi

Ma io non ho nemici!

Mi trovavo in Parrocchia durante l’ora di catechismo. I bambini ascoltavano con attenzione la catechista che parlava dell’amicizia, citando il Vangelo di Matteo (5,43-48): “… “Avete inteso che fu detto: amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico, ma io vi dico: Amate i vostri nemici e pregate per loro”.Uno di loro, il piccolo Marco, esclamò con gli occhi sorpresi: “Ma io non ho nemici!”(Una simile risposta può darla solo chi è innocente e chi non ha subìto il male. Infatti Marco non sa che proprio i bambini sono molto spesso vittime di persone che, con fini vergognosi, rubano loro l’innocenza).

Ma, come è possibile non avere nemici? Come è possibile perdonare chi fa del male e ricorre ad ogni cattiveria per ottenere il potere, il denaro, il successo o la soddisfazione degli istinti più vergognosi? Cercando la risposta ho capito che posso trovarla soltanto nella testimonianza dell’Amore infinito di Gesù.Per Gesù la parola Amore non è soltanto una parola gentile, di convenienza, svuotata spesso del suo alto significato, ma ci propone l’unico programma di vita vera che si realizza con il dono totale di sè a Lui e ai fratelli e che si identifica con Dio stesso.

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Tra Noi

Dice infatti l’evangelista Giovanni:…“Dio è Amore e chi rimane nell’Amore rimane in Dio e Dio in luì” E ancora: “Amatevi l’un l’altro come io ho amato voi”.

Papa Francesco sta indicando al mondo la via dell’Amore che si offre, che dona e che perdona coma unica via di salvezza.I tantissimi martiri del nostro tempo ci dimostrano che Dio dà sempre la forza di affrontare anche la morte violenta.E che dire di S. Angela che, rivolgendosi al Divin Sposo, dice: “Ahi!, me misera! Che finora non ho mai sparso una sola goccia di sangue per amor tuo…” (Reg. cap. IV).?

A.P.

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Tra Noi

Vivere nel sociale da battezzati

Mi piacerebbe riflettere almeno un poco su qual è la reale percezione, in qualunque contesto sociale sia, del nostro vivere da cristiani. E noi dove ci troviamo? Da parte mia, sempre più mi ritrovo in un ritmo di vita che mi incita a crescere con uno sviluppo fortificato nella comunità della Parrocchia.Sempre più ci si ritrova in uno stile di relazioni che, grazie a Dio, aiutati dalla Chiesa, non riguardano i propri interessi, ma quelli della comunità. E’ la logica del Dono, dell’Amore che trova riscontro nelle opere sia corporali che spirituali.In tale contesto risuona – dovrebbe!!! – una gioia cristiana, ricca di Comprensione, Amore e Misericordia.

Mariuccia G.

Un pensiero per Agnese

Ciao Agnese carissima!Ricordo, tra l’altro che tu a Costagrande di Verona, durante l’adorazione

al Santissimo, eri inginocchiata per terra, con ferma convinzione.Ora credo che ti si addica proprio la preghiera di S. Agostino: “Se mi ami non piangere perché sono nella Luce radiosa dell’Amore di Dio. Se mi ami non piangere”! Arrivederci in Paradiso.

Mariuccia G.

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Angela Vaccari

Nata a Carpenedolo il 30 ottobre 1922Consacrata nel 1948 – Deceduta il 2 luglio 2015 Il cielo oggi diventa più splendente di luce: è la fiaccola ardente della carità di Angela che qui in terra ha coltivato con impegno umile e discreto e che ora si è fatta incandescente, purificata dalla sofferenza, accettata sempre con serena rassegnazione.Sto tratteggiando una “piccola grande anima”,

che proprio perché non ha mai fatto parlare di sé nemmeno avrebbe voluto un semplice commento durante questa liturgia eucaristica, tanto meno sentirsi ringraziare per il bene compiuto. Parlare però è necessario per che noi ne imitiamo lo spirito. Questa è una discepola di Gesù da imitare e voglia il Signore suscitarne delle altre simile a lei.Non si è mai vantata Angela del suo servizio in Caritas e all’ufficio missioni, ma altri me l’hanno additata come una straordinaria apostola della carità, fatta di dolcezza e di mansuetudine, di vicinanza rasserenante alle persone tale da suscitare subito fiducia. Non appena la conobbi, ebbi l’impressione di trovarmi di fronte a un’anima bella.Mi colpì l’intensità del suo sorriso, uno sguardo mite, pacificato e pacificante, una di quelle anime in cui le sofferenze proprie non emergono mai, anche se non ne sono prive. Una persona che era un tutt’uno col suo Signore da accettare dalla sua mano amorosa tutto, perfino una lunga e sofferta malattia, fino alla morte.Veramente le si addice la parola dell’apostolo Paolo che è appena stata annunciata e che ella ha interpretato in maniera mirabile: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo?”Una persona che ha incontrato il Signore attraverso tanti poveri bisognosi, a cui si è donata con generosità e umilmente. Una persona a cui il Signore Gesù apre le porte del paradiso con le dolci espressioni del Vangelo: Vieni, serva buona e fedele, tu che mi hai riconosciuto e accolto nei poveri, i miei fratelli prediletti nel Regno!

don Franco Tortelli - arciprete di Carpenedolo

Le ricordiamo

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Le ricordiamo

Rosina Pedretti

Nata a Inzino il 19 luglio 1916Consacrata nel 1936 – Deceduta il 1° settembre 2015 Presso la casa di Riposo di Gardone Val Trompia, dove era ricoverata dal 2008, è morta la nostra compaesana Rosina. Ha vissuto per lungo tempo la sua consacrazione prestando servizio dapprima nella casa di un sacerdote e

poi, morta la mamma e ritornata in famiglia, accudendo ai suoi. Oggi siamo qui a riconoscere il merito e l’importanza della presenza tra noi di questa donna semplice ed umile. E’ evidente che i tesori dello Spirito non sono facilmente visibili all’occhio umano inesperto e frettoloso, ma oggi possiamo affermare, senza tema di smentita, che la nostra comunità è divenuta più povera. È venuta a mancare una presenza importante che è rimasta fedele a Dio per ben settantotto anni. Oggi ha ancora senso oggi parlare di consacrazione a Dio? E’ possibile oggi dare a Dio tutta la vita? La nostra sorella ha donato tutta la vita in pienezza anche se oggi qualcuno dice che non è più possibile farlo. Anche se la sua vita ci appare lontana e persa nel tempo, la sua esistenza è apportatrice per noi di un messaggio, sempre attuale, di una parola che non passa, la Parola del Vangelo. Oggi, consegnando questa nostra sorella, per il giusto premio della sua fedeltà a Chi può ricompensarla, sappiamo di doverci assumere il compito di una maggiore testimonianza cristiana; tutti, come comunità, abbiamo la consegna di essere a nostra volta maggiormente e con più intensità fedeli al Vangelo, Parola che resiste nei secoli.

Dall’omelia funebre delParroco don Gabriele Banderini

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Indice

La parola del Superiore (S. Ecc. Mons. Vigilio Mario Olmi) “Discepoli – Missionari” pag. 3

La parola della Superiora (Maria Rosa Pollini) pag. 8

Alle sorelle ammalate (Enrica Lamberti) pag. 11

Spiritualità Maestro, dove abiti? (Rosa Pollini) pag. 13

Attualità Nel mondo quindici milioni di bimbi invisibili (Don Franco Frassine) pag. 16

Missioni Le sorelle del Brasile ci scrivono... (Dalva e Regina) pag. 19

Cronaca Padre Giulio Bevilacqua Cardinale (Federico Bonafini) pag. 22

Tra noi Ma io non ho nemici! (A.P.) pag. 26 Vivere nel sociale da battezzati (Mariuccia Goffi) pag. 28 Un pensiero per Agnese (Mariuccia Goffi) pag. 28

Le ricordiamo pag. 29

Indice

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Compagnia di S. Orsola - Figlie di S. AngelaBrescia

Calendario degli incontri formativi

2015 - 2016

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Appuntamenti vari

SABATO 12 SETTEMBREAssemblea d’inizio anno pastorale

Santuario di S. Angela Merici

SABATO 21-22 NOVEMBRECONVEGNO

480° di fondazione della Compagnia di S. Orsola

MARTEDÌ 26 GENNAIO 2016Ritiro Plenario

eVeglia vocazionale di preghierapresso il Santuario di S. Angela

MERCOLEDÌ 27 GENNAIOFesta di Sant’Angela

SABATO 6 FEBBRAIO 2016Giornata di formazione

SABATO 4 GIUGNOAssemblea

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Ritiri in casa S. Angela

– Iniziano puntualmente alle ore 8.45 e terminano alle ore 16.00 dopo la celebrazione comunitaria del Vespro.

– Il testo è quello preparato dalla Diocesi per la Vita consacrata.

GIOVEDÌDon Flavio Saleri

DOMENICADon Luigi Gregori

1 ottobre 11 ottobre

5 novembre 18 novembre

3 dicembre 16 dicembre

7 gennaio 13 gennaio

3 marzo 16 marzo

7 aprile 13 aprile

5 maggio 11 maggio

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Ritiri in zona

MALONNODon Antonio Leoncelli

Incaricata di zona: Carla LazzariniIncaricata dal Consiglio: Clara Stella

MARONEDon Fausto Manenti

Incaricata di zona: Maria CorbelliIncaricata dal Consiglio: Flora Boninsegna

Sabato 21 novembre ottobre » 19 dicembre novembre » 20 febbraio dicembre » 16 marzo gennaio » 21 maggio febbraio

marzoaprilemaggiogiugnoluglio

PISOGNEDon Ermanno Turla

Incaricata di zona: Rita ZanardiniIncaricata dal Consiglio: Giusi Gregori

BAGOLINODon Paolo Morbio

Incaricata di zona: Carmela FusiIncaricata dal Consiglio: Giulia Salodini

17 ottobre 21 ottobre14 novembre 18 novembre12 dicembre 16 dicembre14 gennaio 1513 febbraio 20 febbraio12 marzo 17 marzo16 aprile 1514 maggio 20 maggio11 giugno

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Ritiri in zona

PONTOGLIODon Angelo Mosca

Incaricata di zona: Claudia PanizzaIncaricata dal Consiglio: Natalina Vezzoli

CHIARIDon Rosario Verzelletti

Incaricata di zona: Emilia RavizzaIncaricata dal Consiglio: Natalina Vezzoli

Mercoledì 21 ottobre Sabato 10 ottobre

» 18 novembre » 21 novembre

» 17 febbraio » 19 dicembre

» 16 marzo » 16 gennaio

» 18 maggio » 19 marzo

» 16 aprile

» 21 maggio

L’Incaricata di Zona tiene i rapporti col Predicatore e per ogni Ritiro compila la “relazione” da consegnare alla Segreteria della Compagnia alla fine dell’anno.

La Consigliera è presente per portare le notizie di Famiglia per poter riportare al “centro” le osservazioni, soprattutto per le ammalate.

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Corsi di esercizi spirituali 2015-2016

Iniziano la domenica mattina alle ore 9.30 con la giornata di fraternità e terminano il sabato successivo alle ore 9.30.

Si raccomanda di: -

zio corso;-

nità sulla promozione della Compagnia;

n. data sede

1 11-17 ottobre Casa S. Angela - Brescia

2 Maggio Casa S. Angela - Brescia

3 Fine agosto Fuori Casa

4 Ottobre Casa S. Angela - Brescia

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Incontri di Congregazione

Dal testo “Scrutate”della Sacra Congregazione degli Istituti Religiosi

e Società di Vita Apostolica

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LA VOCEDELLA COMPAGNIA DI S. ANGELA • BRESCIA

LUGLIO • AGOSTO • SETTEMBRE 2015

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