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ANNO IX - N° 3 • Gennaio 2013 PERIODICO EDITO DA INTER CO. FA. GRUPPO SPORTIVO E DISTRIBUITO GRATUITAMENTE AI SOCI DELLE COOPERATIVE COROFAR; FARMACENTRO; SAFAR; UNIFARM.

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TOTO CANALINI

Farmacentro - Jesi - [email protected]

PERIODICO EDITO DA INTER CO. FA. GRUPPO SPORTIVO E DISTRIBUITO GRATUITAMENTE AI SOCI DELLE COOPERATIVE COROFAR; CO.SA.FA.CA.; FARMACENTRO; SAFAR.

IL COMITATO DI REDAZIONE DI LEMON È COSTITUITO DAL CONSIGLIO INTER CO. FA. GRUPPO SPORTIVOPRESIDENTE: • TOTO CANALINICONSIGLIERI: • ROBERTO BARTOLI

• ALBERTO COSTA • ANDREA MAGLIONI • ANDREA PAOLETTI • FRANCESCO SIMONCELLI • MARIO DUBBINI - “PAPÀ“

TIRATURA 2390 COPIE, COSÌ DISTRIBUITE: 320 COROFAR; 950 FARMACENTRO; 520 SAFAR; 550 UNIFARM; 50 REDAZIONE

Per informazioni, suggerimenti, commenti o un semplice confronto, potete rivolgervi a:

Toto Canalini (Direttore strategico) Tel. 0721 [email protected]

Michele Bresciani (Art director) Tel. 0721 392338 [email protected]

Giuliana Gioacchini (Segreteria organizzativa)Tel. 0731 219729 [email protected]

ANNO IX - N°3 • Gennaio 2013

Grafica Daniela Marchini / Illustrazioni Enrico BaldoniStampa Grapho5

Tutti on line!Grossa novità! Per vedere le foto dei nostriincontri non sarà più necessario confidare nellasollecitudine dei “fotografi” a rispondere allemail e aspettare i pesanti file allegati. Da oggi sono on line tutti gli scatti delle nostrevacanze. Non bisogna far altro che aprire la pagina web: http://picasaweb.google.it/totocanaliniscegliere lʼalbum che ci interessa e poi… scaricare le foto con il nostro profilo migliore!

Le Cooperative

Andrea FascioloPresidente UNIFARM Sardegna

A questo numero ha partecipato:Dott. Claudio Occoffer

Claudio FaliniPresidente Farmacentro Servizi & LogisticaA questo numero ha partecipato:Antonio Astuti - [email protected]

Michele MartellaPresidente [email protected]

Luigi ZuccariPresidente COROFAR

A questo numero ha partecipato:Dott. Toto Canalini - [email protected]

Gli “autori” di questo numero

Michele Bresciani Ada Campanella Toto Canalini Massimo Fagioli Sesa SpaneddaBianca Bettini

uante volte ho chiestoa Sandro Cerni:"vieni anche tu in

vacanza con Inter Co.Fa.gruppo sportivo?" ma la risposta era quasi sempre la stessa: "non posso Toto, ho un impegno importante."Infatti, o c'era un Consiglio di Amministrazione inCooperativa, oppure una presenza a Roma perFederfama.Co, una convoca-zione in ConfCooperative,insomma c'era sempre unappuntamento che non lolasciava libero.Ma forse questo attaccamentoalla sua mission, come gli piaceva dire, al suo mandato,alla sua totale dedizione per iproblemi dei Farmacisti erano

QQ pur nella stanchezza fisica, la soddisfazione per la sceltadi vita che aveva fatto.In tanti anni delle nostremanifestazioni, il PresidenteCerni, lo abbiamo visto invacanza pochissime volte,credo non più di tre (Riccione,Caramanico, a Chia Laguna inSardegna) magari perchè inquelle occasioni erano previsti incontri con altriPresidenti. Ma io lo voglioricordare così e cioè, credoproprio che pur non essendostato capace di farglistaccare la spina la vera passione di Sandro fosse l'impegno per la Categoria equello lo rendesse veramentepiù felice.

In ricordo del PresidenteSandro Cerni

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ci, in cui tutti si davano del tu e sidivertivano con leggerezza e qual-che amico - più interessato allo sci -che era già in giro a noleggiareattrezzature sotto i primi fiocchi dineve della serata. C’era una ariafamiliare, serena, elegante.Soprattutto c’era l’atmosfera cheamavo, lontana dagli schemi classi-ci e irrigiditi dal camice quotidianoe più incline invece allo scherzo,alla battuta, all’allegria. Nellevacanze di Inter Co Fa, anche lepersone meno simpatiche nella vitaquotidiana diventavano solari,divertenti.Tutte, tranne il dot. Medra. Scesedalla camera poco dopo, con il tele-fonino fumante «Non è possibile!!! È già la seconda volta che non con-segnano tutti i farmaci! Sono degliidioti, dei criminali, lo fanno appo-sta, c’è di mezzo il corriere, quellocon la faccia da stupratore, è lui lapecora nera, no anzi sono tuttenere, è un gregge di pecore nere.Perché non l’hanno portato, nonposso fare tutto io». Immagino che dall’altra parte ci

fosse un collaboratore, probabil-mente un uomo esasperato che sistava sorbendo tutto il dramma esi-stenziale di un farmaco mancantenella consegna del pomeriggio.Forse era un collaboratore stancodel lamento, ma dopo pochi secon-di, in cui forse cercò di dire qualco-sa dalla farmacia, immagino che lasua stanchezza si tramutò in qual-cosa d’altro quando Medra urlò: «Elei è un cretino, crede forse di farmifesso? Lo so che lei è d’accordo conla concorrenza e volete sabotarmi.Ma io non ci casco, non sono natoieri! E si tolga quel sorrisino, guar-di che io la vedo anche al telefono.Se il farmaco non arriva la colpa è sua se lo ricordi bene? Ha capi-tooooo?» E chiuse il telefono, venen-do verso di me carico come unamolla, pronto alla sfida di fuoco.«Crede che io arrivi dal Burundi?Eh? Mi dica, crede che io abbia l’a-nello al naso? Ho girato mezzomondo e l’anno scorso sono statoanche a Sciarmel Sceickck». Avevail telefono in mano e lo brandivacome un machete. Mi sentivo comeun filetto quando al cuoco vienevoglia di fare la tartarre in punta di coltello. «Nella mia camera cisono gli sfipperini!!!»Restai un po’ immobile. Insetti?Forse sono insetti. O forse qualcosache ha a che fare con il centrobenessere… Nel dubbio chiesi con-ferma «Sfipperini?»«Si, è indecente, anche con la fine-stra chiusa entrano dappertutto.Vuole farci prendere una polmoni-te? Mia moglie si è sdraiata e subitone ha sentito uno all’altezza deltorace. E guardi, non mi dica dichiudere le persiane che tanto èuguale. Se ci sono gli sfipperi cisono gli sfipperi. Voglio subito unacamera sicura e isolata». Cercai di fare il possibile e per for-tuna la seconda camera non avevalo stesso problema, nessuna perico-losissima corrente d’aria provenivadal termosifone acceso e la sicurez-za era garantita. Solo il panoramalasciava a desiderare perché secon-do Medra avrebbero dovuto inclina-re la finestra per consentire lavista del monte per intero e nonper tre quarti come nelle condizioniattuali. Un chiaro segno di incompe-tenza dell’architetto.Intanto tutti gli amici affezionatialle nostre vacanze e quelli nuoviche si erano aggregati per questaoccasione si erano seduti a cena, edera incredibile come ogni annobastasse così poco per sentirsi

finalmente liberi, in un attimo, deicodici necessari ai rispettivi ruoli.Finalmente nella condizione dipotere fare una battuta, di ritrovar-si in semplicità e coccolati da hotele programmi settimanali pieni diattenzioni. Quella settimana poi eraspeciale, le passeggiate in compa-gnia di un’alpinista che aveva sca-lato le vette più importantidell’Himalaya ci avrebbe regalatoemozioni speciali, la cena in baita alrifugio Faloria, la giornata aBrunico, i tanti pranzi in baita conla compagnia di tutti, sciatori e nonsciatori, sarebbero stati giorni bel-lissimi, come sempre e forse anchedi più. Cortina è sempre una corni-ce speciale in grado di amplificare imomenti più magici. E li stavamotutti aspettando, tra un brindisi euna risata.Quando Medra scese dagli impiantiil giorno seguente aveva gli occhisbarrati. Parlava al telefono ad altavoce come il giorno prima, maaveva un tono diverso, rancoroso eal tempo stesso affranto. Mentre siavvicinava a me sentii solo «digliche ci penserò io quando torno.Probabilmente domani». Sì, era….Impaurito. Mi fissava come se ioavessi picchiato un bambino.«Sono stato assalito».Balzai in piedi, lui stava tremantedi fronte a me, dentro la sua tutada sci super tecnologica, con termo-ventilazione, traspiratore a energiasolare, doppio airbag dorsale e fron-tale, GPS integrato, razzi di segna-lazione e miniparacadute perimprobabili cadute.«Sono stato assalito da un grizzly».«Un grizzly???»«Si, uno orso grigio, enorme, mi hacaricato e sarei morto se non avessifatto tutto il canalone inslalom come unpazzo. Mi ha insegui-to per almeno un chi-lometro. Era spaven-toso. Un mostro!»La sera stessa raccon-tai questa storia al mioamico Marco, maestro disci da vent’anni aCortina, di fronte ad unagrappa al traminer. Luirise come un pazzo e finìla grappa in un sorso.Quello lì ha visto unGrizzly? Io stamattinaero al Doss del Balù evien giù con gli sci unscemo che guarda il tele-fonino per veder la pistasul satellite. Sembrava

un matto! Ha preso el canalonsenza curvare e si è rotolato comeun tappeto. Ho pensato che si fossefatto male e mi sono affacciato perguardare. È caduto vicino a unamarmotta. C’è rimasta male anchelei e non si è mossa. Io li vedevo,tutti e due. Lui e la marmotta, chesembravano imbalsamati. Lui hachiamato aiuto, ma piano, non ciaveva mica la voce… Poi si è toltogli sci e ha corso in giù inciampan-do in ogni albero che trovava. Hadisboscato mezza valle. UnGrizzly… L’è tut mat!!!Non ci misi molto ad architettare ilpiano. La mattina seguente a cola-zione reclutai qualche amico buon-tempone e trovammo quattro paleda neve. Nel cortile davanti all’ho-tel ci mettemmo al lavoro e comin-ciammo ad ammucchiarla intornoalla sua macchina nuova di zecca.Ci vollero quasi due ore ma il risul-tato fu fantastico. Il pupazzo piùgrande che avessi mai visto. Eraalto più di sei metri e non era unpupazzo. Era un gigantesco orsopolare, dalla cui pancia sbucava ilmuso e la targa della sua superjeep.Ci avrebbero potuto assumere comeartisti di strada, tanto era perfettonelle forme. Faceva quasi paura,certo più di una marmotta.Quando Medra uscì con le valige,pronto a ritornare in anticipo acasa per potersi finalmente prende-re cura della farmacia vide l’operascultorea e sentì alle sue spallerisate sempre più incontenibili…era paralizzato. «A dottò….L’orsetto s’è magnato pure la mac-china». Gli amici ed i colleghi nonridevano così dai tempi del liceo equalcuno non trattenne le lacrime.Ma non erano certo di nostalgia perla partenza dello sfortunato dott.

Medra….. che, chissà per qualemotivo non ci onorò più

della sua presenza.

uesta è una storia triste.È la storia del dott.Medra, che conobbi annifa, in un momento di pro-

fonda disperazione. A quei tempinon erano molte le occasioni in cuici si incontrava e ricordo bene ilprimo momento in cui mi strinse lamano. Piacere, dissi tendendo lamano, Riccardo…Piacere, dott. Medra, farmacistatitolare.La sua stretta era energica, ma tre-mante, insicura, tesa come unacorda di violino. Lo sguardo basso,rabbuiato da chissà quale pensieri.E il tono con cui pronunciò il suonome era imperioso, fiero della suaunicità.«Bene arrivato, dissi, sperando inun accenno di sorriso, è andatobene il viaggio?»Non aspettava altro. Si strinse inuna smorfia così smisurata chepareva che anche i suoi organiinterni alimentassero la sua rabbia.«Guardi, un inferno. In autostradaabbiamo trovato due code. Ci hannorallentato di quasi mezz’ora.Mezz’ora eh ? Mica niente! Ah manon succede per caso, è ovvio checon tre corsie la gente va a sbatte-re. Ci vorrebbero almeno sei corsie,come in America. E una corsia dedi-cata a chi ha una macchina così.»(Voltandosi verso il suo nuovomostro a motore, un giocattolinoalto più di due metri grande e gros-so come un bullo di periferia, supe-raccessoriato e pronto alle sfide piùardue, come ad esempio salire larampa del garage o accompagnarela dott.ssa Medra al supermercato).Era davvero furioso, non avevaancora preso la chiavi della camerae già si lamentava che Cortina nonè più quella di un tempo, e poi ilgiorno seguente, secondo le sue pre-visioni ipertecnologiche, quasi sicu-

QQ ramente sarebbe stato tempo cattivo.«È da tanto che non viene qui, dotto-re?»«Non ci sono mai stato, ma mi hannodetto che una volta era meglio.»Si, ha ragione, pensai. Una volta eracertamente meglio. Su questo nonc’era ombra di dubbio. E poi il blusta bene su tutto, qui una volta eratutta campagna etc. etc. «Per cortesia, sig. Riccardo, si assi-curi che domani mattina alle ottoprecise io abbia il mio skipass. Nonintendo perdere tempo prezioso edevo provare gli sci nuovi.»Certamente, risposi. E scomparve,lamentandosi con la moglie dei colo-ri scelti al Grand Hotel Savoia, sicu-ramente non adatti ad un hotel delloro livello. Sono sicuro che neldirlo, ricordò la graziosa e garbatacomposizione fatta nel suo giardinocon il kit completo dei sette nani,appoggiati su colonne romane digesso e plastica e contornati da unesercito di putti lungo le scale.Gli altri colleghi erano già arrivatida qualche ora e si erano distribuititra tavoli di burraco, aperitivi viva-

Orsi polari al Grand Hotel Savoia

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IL NOSTRO PROSSIMO VIAGGIO

Cortina d’Ampezzo 24 febbraio / 3 marzo 2013

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na vacanza da sogno acontatto con una naturaancora incontaminata eduna umanità sorprenden-

te per la sua generosa semplicità.Un ringraziamento particolare aMichele al solito favoloso per la suaaffettuosa disponibilità. Zanzibar, ti porteremo sempre neinostri cuori!!

UU

ella cattedrale anglicanadi Zanzibar - Stone Town -spicca una grande crocemetallica ed una lapide di

marmo dedicata a David Livingston(1813/1873) che prescelse il portodi Zanzibar come sede di partenzadei suoi viaggi di esplorazione nelcentro dell’Africa e come luogo persvolgere una dura lotta contro ilflagello della schiavitù che, permolti anni, ha afflitto l’isola. Nelvisitare i tristi ricordi di un dram-ma che, per secoli, ha afflitto l’uma-nità, le buie celle ove venivano rin-chiusi gli schiavi, le testimonianzecollocate sulle pareti della cattedra-le, gli “Intercofini” commossi hannopotuto constatare il lungo, durocammino di un processo culminatosolo nel 1964, con la rivoluzione,sostenuta dalla maggioranza negra,contro la minoranza araba domi-nante da secoli. Il monumento eret-to a ricordo della schiavitù nel com-plesso della cattedrale, ben sottoli-nea gli ideali di libertà ed egua-glianza che David Livingston, nellasua vita, sempre difese, dai giorniin cui fu raggiunto dalla spedizionedi Stanley inviatagli in soccorso, algiorno della sua morte, causatadalle malattie contrate in Africa.

NN

Stefania e Maurizio BurelliFarmacentro - [email protected]

Zanzibar 4 / 12 dicembre 2012

DIARIO DI BORDO

Paola Avignonesi SorbiniFarmacentro - [email protected]

bbiamo provato l’ebbrez-za dello star soli davantiad un panorama inde-scrivibile fatto di mare

cristallino, di verde rigoglioso e di fiori di tutti i colori.Abbiamo provato la stessa sensa-zione meravigliosa insieme a tutti nuotando insieme ai delfini e in baieverdi smeraldo contornate da man-grovie. Siamo stati in piacevolecompagnia di colleghi e non, allieta-ti dallo staff di IGV. Ci sono mancatiin questo piacevole soggiorno – che ci ha liberato per un po’ dagliaffanni giornalieri – i vecchi amici,compagni di tante piacevoli gite, ma contiamo di rifarci in futuro!

AA

Annalisa ed Eugenio CeccoliniFarmacentro - [email protected]

al 4 al 12 dicembreamici… noi siamo stati inparadiso!!! Veramente,credetemi il vero paradiso

quello con i fiori incantati, gli uccel-lini cinguettanti e… un mare dasogno verde, azzurro, viola, blu,caldo, limpido, con pesci e coralli diogni colore.Cielo stellato con stelle incredibil-mente luminose come solo all’equa-tore possono esserlo. Villaggiosplendido, confortevole, mangiareottimo e… abbondante, animazionedi grande qualità, insomma… midispiace per quelli che non c’erano,soprattutto per Toto: non sai cosa tisei perso, ma se fai il bravo ci tor-niamo tutti insieme! Baci.

i è appena conclusa lasettimana a Zanzibar e ilcommento unanime degliamici presenti è stato

“un paradiso in terra”.Siamo felici che anche questo evento abbia riscosso un grandesuccesso e abbia consentito perqualche giorno di staccare la spinae allontanarsi dai tanti problemiquotidiani.Siamo però ancora più felici di unapiccola, grande cosa: prima di parti-re avevamo fatto un appello di soli-darietà, invitando i partecipanti aportare vestiti e medicine per pote-re aiutare un po’ chi ha meno dinoi. In tanti hanno raccolto l’appel-lo e tutti, ma proprio tutti, hannocompreso il senso di questa iniziati-va: chi non aveva abiti o medicineha comprato oggetti, ha lasciatomance, ha aiutato una scuola…Si corre sempre il rischio di essereretorici in queste situazioni, madesidero ringraziare tutti per ilgrande cuore che hanno dimostratodi avere. Quando ci sono occasionisimili, in cui si ha l’evidenza di unacondizione differente e la fortuna dipotere aiutare senza intermediari,è proprio vero che le persone dannoil meglio di sé. Grazie ancora perquello che avete fatto, io credo siadavvero importante.

MicheleBresciani

DD

iornate lunghe e rilassan-ti, in un ambiente immer-so nel verde tenero e nelblu delizioso. Questa è

stata la vacanza a Zanzibar.Giambo Giambo a tutti da Giovannie Giuseppina

GG

SS

Giovanni e Giuseppina Corda Unifarm - [email protected]

Tiziana Pazzaglini e MicheleBonetti - Corofar - Forlì[email protected]

he bella vacanza” è direpoco, anzi pochissimo!!!Tutto è stato sorprenden-te, la spiaggia di talco, i

pesci coloratissimi, il cielo da blu aviola… sì, viola!!Le maree e l’alba tra mare e fiori anon finire… un paradiso terrestre.Proprio un altro mondo, lontanodallo spread e dalla politica!! Ce ne ricorderemo per sempre. Viva la vacanza in Africa viva i Zanzibarini!!Giambo Giambo a tutti e buone feste!

CC

I tristi ricordi, però, null’anno toltoal senso di serenità e bellezza chespira nelle isole di Zanzibar e dell’a-diacente Pemba e l’incanto dellanatura che filtra tra le palme e lebarriere coralline. Una domanda èd’obbligo: gli “Intercofini” commos-si? Forse sì, perchè anche loroimpegnati in una dura battaglia dilibertà e di vita.

Livingston e gli “Intercofini”

Il solito marito di una farmacistaSergio Rosati - Farmacentro -Perugia - [email protected]

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Zanzibar 4 / 12 dicembre 2012

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primarie. Ha esultato come se avesse vinto le elezioni ma per quelle, per fortuna , abbiamoancora tempo. Ho anche appena finito di confrontarmi con il signor "Missile", un vecchio "comunista " loca-le, che mi ha appena detto: “Giustissimo pagare per votare... io ho dato di più dei due euroobbligatori... son contento perché questi soldi vanno ai circoli” (circa 6.400.000 euro nontassati, alla faccia di Bersani (...mi tocco....) che ci da degli evasori... e la destra ( Renzi )non è passata, e con questo abbiamo messo a posto anche Berlusconi, che ha voluto Monti.Sic!!! Ci ritroveremo ancora una volta a votare per le stesse persone, che ridiranno le stesse cosee rifaranno le stesse coglionate e dato che solo a Lazzaro è stato concesso di resuscitare, èimpossibile che chi dico io lo possa fare!!!Sarà dura rifare l' Italia... però magari aprendo delle farmacie chissà...Un’altra cosa che mi da sui nervi è l'INTER e di conseguenza tutti gli interisti, o coloro chemostrano una leggera simpatia per questa antipaticissima squadra. Oltre ad averci rubatoun paio di scudetti e di aver il cattivo gusto di esibirli sulle maglie, si professano "puri", evanno in giro puntando il dito contro di noi incolpandoci di quanto siano scarsi. I vigliacchifanno così, incolpano sempre gli altri delle loro incapacità... (da Rocky Balboa 6, ultimaserie della superba e suprema saga dell'inarrivabile Silvester Stallone, seconda forse solo aquella di Rambo e forse-forse a quella di Guerre Stellari... forse...) che si presenta insieme amia figlia un certo "Calci" che già per il fatto di toccarla e accompagnarsi a lei, parte legger-mente svantaggiato nel mio "cerchio della vita". Parlando del più e del meno, come si convie-ne, attenendosi al galateo, e come succede fra uomini, il discorso cade , inevitabilmente, sulcalcio e sulla partita di cartello di quel giorno... JUVE e inter (il maiuscolo e il minuscoloche evidenzia le due squadre non è casuale)Abbiamo vinto... dice lui...Come??? La partita è finita 3 a 1 e la Juve ha perso... quindi???Dai... già mi eri poco simpatico prima, pensa adesso... Credo non occorra precisare che stoscherzando. Sia per Cesarino, che mi auguro continui per molto tempo ad interpellarmi e arompermi i "maroni", sia per Bersani (...mi tocco...) che come diceva mio nonno: Tent iè totpracis (Tanto son tutti uguali ) cambia il membro ma il..... è sem-pre il nostro, per il signor "Missile" che con i suoi soldi fa quelloche vuole ed è libero di pensarla come vuole, e sia per l'Inter e gliinteristi, che mi sono comunque simpatici per avere avuto nelleloro file juventini doc: Il tornante che Dio chiese al calcio: il barone Franco Causio, il supremo Roberto Baggio, il grandissimoMarco Tardelli e anche, per un "nostalgico" come me, il magnifi-co... Pietro Anastasi...

ciao a tutti come sempre e che Dio vi benedica... Massimo Fagioli - Corofar Romagna Roncofreddo Italia - [email protected]

llora sento... magari.... col dottore "... Sono esattamente 15 i minuti del mio pre-ziosissimo tempo bruciati per cercare di risolvere, pur non avendo a portata dimano un ecografo o un marchingegno per una radiografia , che comunque nonsaprei usare, e nemmeno un traduttore simultaneo, per capire che cosa sia la

"RAMPAZNA" che attanaglia la spalla di Cesarino. Il quale, prostrato e dolorante, staziona,in posizione eretta, davanti al banco della mia farmacia. E' martedì pomeriggio. Il medico non fa ambulatorio. Quindi i "malati" gravitano tutti, omeglio tutti meno coloro che - peste li colga - vanno ai piani di sotto e di conseguenza inaltre farmacie; gravitano, dicevo, nella zona di mia appartenenza…Sono a disposizione, lo sono sempre, come tutti noi del resto. Sono qua, per un consulto, unamedicazione, una interpretazione di esami, per tradurre prescrizioni illeggibili, redatte daspecialisti frettolosi... differenziare dermatiti seborroiche... atopiche... rosacee, riconosceree distinguere herpes... varicelle e orticarie varie, che con l'aiuto di Dio e della palla di vetro,cerco di interpretare. E ancora, misurazioni di pressione e temperature corporali, calcoliponderali e altro. E tutto questo a "gratis", come voi del resto. O meglio, io lo sono veramente, voi dovete

comunque pagare i vostri dipendenti, masono quisquilie...Dicevo di Cesarino: ormai sono a corto diargomenti. Abbiamo disquisito, spazian-do tra dolori reumatici, artrite reuma-toide, toccando punte elevate... spin-gendoci oltre, con accenni al tunnelcarpale, postumi di colpo della strega,che fa sempre il suo effetto, lesionepost-traumatica da raccoglimentoolive, fibrosite e conseguente irrigidi-mento del muscolo deltoide, forseprobabile periartrite... che Cesarinodice: “allora magari sento col dotto-re”. Questa è una delle cose che midanno un pò sui nervi, insieme a :“di là… (in ambulatorio) è pieno digente, per cui chiedo a lei ....!!!...”.Non perché Cesarino e altri nonsiano liberi di consultare il medico,anzi è bene che lo facciano, manon dopo aver rotto i "maroni" ame.Vuoi andare dal medico?? Bene,vacci subito e amen. Sto scriven-do queste cose in un momentoestremamente grave per lanostra categoria.Purtroppo Bersani (...scusatema io mi "tocco" sempre quando

pronuncio questo nome...) ha vinto le

School of rock.....

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APPUNTI SPARSI

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APPUNTI SPARSI

Non hai Lemon sulla tua mail con 10 giorni di anticipo? Non riceviOrange, la newsletter mensile con informazioni, anticipazioni, gli album delle nostre vacanze e tanto altro ancora? Allora, forse, noi non abbiamo il tuo indirizzo, o magari è sbagliato!Manda la tua mail a [email protected], sarai così sempre aggiornato su tutte le attività del gruppo.

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ari amici non volevo lasciarvi senza i miei auguri e la mia parabola. Auguri auguri auguri e sempre di più... forza paris

Bianca Bettini - UNIFARM - Cagliari - [email protected]

Conosci questa favola?

CC

era una volta una Formichina e una Cicala che erano molto amiche...Durante tutto l’inverno la Formichina lavorò senza riposo, raccogliendo cibo per l’inverno.Non si gustò il sole, né la dolce brezza della sera, né le chiacchiere con gli amici davanti a

una birretta dopo un giorno di lavoro.Nel frattempo, la Cicala cantava con gli amici nei bar della città, non sprecando nemmeno un minuto.Cantò tutto l’autunno, ballò, si godette il sole, senza preoccuparsi del maltempo che stava arrivando.Dopo alcuni giorni arrivò il freddo, e la Formichina, esausta di tanto lavorare, si mise nella sua tana,povera ma piena fino al tetto di cibo.Ma qualcuno la chiamò per nome da fuori, e quando aprì la porta ebbe una grossa sorpresa, vedendo la sua amica Cicala in una Ferrari nuova fiammante, con una bellissima pelliccia indosso.La Cicala le disse: “Ciao amica! Vado a passare l’inverno a Parigi! Potresti dare un’occhiata alla miacasetta?”La Formichina rispose: “Certo! Senza problemi! Ma che ti è successo? Dove hai trovato i soldi per andare a Parigi, comprare la Ferrari, e anche una pelliccia così bella e cara?”E la Cicala rispose: “Guarda, stavo cantando in un bar la settimana passata, e a un produttore è piaciu-ta la mia voce… ho firmato un contratto per degli show a Parigi. A proposito, ti serve qualcosa di là?”Si, disse la Formichina.Se incontri La Fontaine (autore della favola originale), mandalo affa... da parte mia.

Piccola moraleApprofitta della vita, dosa bene il lavo-ro e il divertimento, perché lavoraretroppo porta benefici solo nelle favoledi La Fontaine.Lavora, ma usa bene la vita, è unica.Se non trovi mezza arancia, non per-derti d’animo: prendi mezzo limone,mettici zucchero, rum e ghiaccio e siifelice!

Felice 2013Bianca

C’C’

Gallo denunciato per

schiamazzin una località della costa Smeralda si è

scatenata la guerra contro un pennuto

che canta tra le ville.Il gallo scandisce l'inizio della giornata

nella vita contadina, ma ha scatenato un

inferno perché chi ha speso milioni per una

villa “in costa”e va a letto dopo una notte

brava trascorsa tra balli e bisboccia vorrebbe

dormire fino a tardi. Il pennuto è un animale

domestico che il proprietario tiene nel giardino

della sua villa come fosse un micio, ma per met-

tere fine agli “schiamazzi” i vicini hanno chiama-

to i vigili urbani, da qui un esposto e una denuncia

alla polizia locale. Quando a disturbare i vacanzieri erano la musica e

gli schiamazzi provenienti dai locali notturni c'è

stata un'ordinanza restrittiva degli orari di chiusura

di bar e Pub all'aperto, ma stavolta i vigili non hanno

potuto nulla per zittire il gallo che all'alba ripropone il

suo repertorio. Al sorgere del sole il gallo continuerà a

cantare e ai vicini milionari non resterà che comprarsi

un paio di tappi per le orecchie.

Sesa Spanedda UNIFARM Cagliari

[email protected]

II

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Ti aspettiamo!!! Invia il tuo articolo e la tua foto a: [email protected]

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nter leguminosa faba…secondo il Saggio dei tempiandati; ma siamo in unmomento dell’anno in cui la

regina delle leguminose è la lentic-chia, conosciuta sin dall’antichità ela prima più nota in Europa che perle sue ricche proprietà era detta lacarne dei poveri. Snobbata altempo dei Patrizi romani come cibodella plebe! Più tardi però sembrache, nella stessa antica Roma, fami-glie anche altolocate abbiano deri-vato il nome del casato proprio dailegumi, così i Fabi, i Lentuli, iCiceroni...Torniamo alle nostre lenticchie.Oggigiorno chi non conosce le pro-prietà di questo legume e le “chiac-chiere “ad esso collegate? …mangia-to a Capod’anno apporterà profitti etanti, tanti… “dindini”!!! Abbiamociò constatato? Certo, ma grazie alnostro lavoro. Tuttavia un po’ d’illusion non guasta.Vediamo come prepararle al megliosecondo la mia maniera, semplice,gustosa e digeribile. Non ho alcunapretesa di ché, invero ogni buona“massaia” sa il fatto suo. Tuttaviaper i più giovanetti, per la mogliet-

IIRicetta... dimenticata

Ada Campanella - [email protected] - Farmacentro - Jesi

L’ANGOLO DEI FORNELLI...E DELL’IRONIA

ritate uno spicchio d'aglio½ cipolla e 3 foglie di basi-lico e soffriggeteli in 3 cucchiai d'olio. Aggiungete

250g di passata di pomodoro, salatee fate cuocere a fuoco dolce per unadecina di minuti. Tagliate a fette ilpane casereccio, preferibilmenteraffermo e immergeteli in una pentola di acqua bollente o brodoleggero.Versate un po' di salsa di pomodoro

TTZuppa di pane al pomodoro

tina più incline al lavoro che allacucina o per quei “pantaloni” cheoggidì amano i fornelli… puntualiz-ziamo: tenere a bagno in acqua conun po’ di bicarbonato di sodio, dallasera precedente, la quantità di len-ticchie che crediamo sufficiente;l’indomani sciacquare ben bene conacqua “stemperata” (non fredda!)indi porre in pentola con acqua chericopra a sufficienza e mettere acuocere a media fiamma. A partetenere pronta altra acqua calda.Quando l’acqua delle lenticchiecomincia a “cantare” (non farla bol-lire ) scolarla lentamente e versaresulle lenticchie la calda che abbia-mo tenuta da parte. Aggiungerequalche foglia di alloro (essenziale!)pezzettini di sedano, una carotaintera ed una o due patate intere;verso fine cottura regolare di sale.Finire la cottura sempre a fiammabassa senza mai girare. Quandoimpiatteremo condiremo con olioextra vergine di oliva a crudo e delpepe se gradito. Con zampone ocotechino...?...buona degustazioneinsieme ad un ottimo vin Lacrima-Guardengo!

Mi piace qui dire di spezie, giustoper aver prima ricordato l’alloroche, usato con tutti i legumi, ostaco-la i disturbi intestinali; cosi comeanche la santoreggia. Non sottova-lutiamo la salvia (ne ricordate l’usoper i pizzoccheri?), il prezzemolo,rosmarino, finocchio, basilico timo,origano… aromi e spezie che è pre-feribile usare da fresche e mai tene-re presso fonte di calore, ma inambiente idoneo perché conservinoprofumo e colore. Auguro a tutti un sereno e “gustoso” nuovo Anno 2013, amorevolmente, la vostra ADA

in una terrina e disponetevi unostrato di pane, condite con altrasalsa e uno strato abbondante dipecorino sardo grattugiato.Continuate allo stesso modo fino adesaurire gli ingredienti.Prima di servire gratinate in fornocaldo e buon appetito!!

Sesa Spanedda UNIFARM Cagliari [email protected]

C’era una volta...indomani i gemelli irrompono nello studio-salotto del Nonno e «Nonno,Nonno hai promesso, continui la storia?» I due nipotini accovacciati sultappeto ai piedi del Nonno aspettavano attenti e silenziosi. Il Nonno sischiarì la voce e riprese nei suoi ricordi: se rammento bene vi avevolasciato con l’ammonimento “evitare dire bugie”.

Orbene i due bimbi crescevano sani e belli; tuttavia anch’essi furono “vittime” dellemalattie infantili e si “beccarono” il morbillo! Dovettero rimanere a letto con febbri

alte, avere semibuio in camera per evitare le conseguenze dell’esantema che avrebbe potutolasciare brutti segni sulla pelle, specie sul viso. Ma, come spesso vi ripeto, tutto passa ed anche ciò rimaseun ricordo, pure carino da un lato, perché mentre erano in malattia venivano coccolati e ricevevano gra-diti doni, giocattolini o zuccherini a forma di animaletti (pecorella, gallina, porcellino) .Si avvicendavano gli anni con l’arrivo dei Natale ed Epifania; Gesù Bambino e la Befana portavano doniimprevisti. Col tempo al classico presepe di S. Francesco si affiancò l’albero natalizio di provenienza noncristiana ma piuttosto pagana. I regali perciò si trovavano tra presepe ed albero. Tuttavia la più attesaera la Befana che scendendo dal caminetto lasciava i regali che i bimbi avevano chiesto con letterine scritte in precedenza e deposte sul piano del camino. Qui l’immaginario infantile creava la Befana chevola sulla sua scopa magica e Babbo Natale, amico di Gesù Bambino, sulla carrozza trainata dalle renne.Alle scuole elementari seguirono le medie frequentate in Roma Capitale. Già, infatti la famiglia si era tra-sferita all’Urbe; questo Nonno, Notaio, aveva così deciso con molta riluttanza da parte della Nonna, suamoglie. «Perché la Nonna non gradiva quel trasferimento?» chiesero i fanciulli. …perché, perché…..rispon-deva esitante il vegliardo, …romanticismo delle donne: la sua bella casa, le colline toscane, le abitudini edi settimanali salotti pomeridiani con le amiche. Esse si riunivano per l’ora del tè ognuna col suo lavorettoa maglia, di ricamo o all’ucinetto... che dirvi, lavori e diversivi di donne benestanti di allora (bei tempi!). Quando ami la persona del tuo cuore accetti tutto di lei e così fu per noi; la villa a Monte Verde era pur una gran bella casa e la Nonna la visse felice anche se a volte ricordava ironicamente quella miainiziativa.Allora… in prima, in seconda ed infine siamo arrivati in terza media. I ragazzini erano studiosi e respon-sabili sapendo che avrebbero dovuto sostenere gli esami di fine corso. Non trascuravano i loro doveri, eseguivano i compiti scolastici, seguivano gli sports a loro assegnati eriuscivano sempre, al pomeriggio, trovare il tempo da trascorrere ad ascoltare i racconti del Nonno. Erauna consolidata consuetudine. Che bello negli anni addietro aver udito di “Biancaneve ed i sette nani”, di“Cappuccetto rosso”, di “Giacomo ed i grossi fagioli”, della “Principessa sul pisello”, “Pinocchio” e tantealtre storielle ed aver appreso che parecchie erano state anche tradotte in diverse lingue o raccontatepersino in Africa! Ora si trattava di ben altro che di favole; il Nonno aveva una vasta panoramica di argomenti da quelliameni a quelli più impegnativi della guerra da lui vissuta; argomenti etico-morali o musicali.Un giorno trattò di musica, ricordando la Nonna diplomata pianista, brava ed acclamata. Sul lungo pianoforte a coda, diceva, tanti erano gli spartiti di musica classica e moderna, autori di lirica edi cosiddetta musica leggera. Quando la mia Aurora suonava le sue dita su quei bianchi e neri tasti crea-vano nel nostro salone un’atmosfera di note galleggianti ed io immaginavo la dolce Butterfly accanto alsuo giovane ufficiale americano e dedita ad effondere amore e gioia. Vedevo la piccola Liù sola e dispostaalla rinuncia per Amore, mentre la principessa Turandot si arrende ad un Amore che ha saputo sconfig-gere ogni resistenza. Mi vedevo nel coro del “Va pensiero” dalNabucco del nostro Verdi, grande coro anelante alla libertà.Altresì note di autori stranieri vibravano in quell’ambientereso “teatro” dal tocco di quelle agili dita. Quali emozioni dalWagner (Tristano ed Isotta, Nibelunghi), Wagner che tantoaveva ammirato il nostro Rossini (Barbiere di Siviglia,Gazza ladra, Adina); e poi Mascagni (Cavalleria rusticana),Leoncavallo (Pagliacci) e ancora, tanti; la Nonna era instan-cabile, conscia di recare gioia al mio spirito. Non mancava-no autori meno impegnativi, nonché musiche particolaridei nostri primi incontri, del nostro Amore, della nostravita… A questi ricordi il Nonno si fermò; l’emozione lofece tacere e, sommessamente, invitò i nipoti a rimandareal giorno successivo la continuazione del racconto. Anche noi… alla prossima….Ciao, la vostra Ada

Ada [email protected] - Farmacentro - Jesi

L’L’

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Ciao Sandro, grande Presidente Cooperatore, e grazie per tutto quello che hai fatto per i Farmacistie la Farmacia.

Quando se ne va un grande uomo, su di lui vengono spese tante parole. Così è stato, ovviamente, anchenel caso di Sandro Cerni, il Presidente per eccellenza della nostra Cooperativa che ci ha lasciato in unapiovosa mattinata di metà novembre dopo una breve terribile malattia. Molte cose sono state già state dette, in diverse sedi, da tutti coloro che lʼavevano conosciuto e avevanoavuto lʼoccasione, anzi, il privilegio, di lavorare al suo fianco. Sì, perché, come ribadito più volte, ilPresidente Sandro Cerni era uno che, pur dal suo “posto di comando”, ha sempre condiviso le sue scel-te, le sue decisioni, le sue straordinarie intuizioni, con quelli che aveva “eletto” suoi ristretti collaboratori.Era, in pratica, capace di operare solo in equipe e attraverso il gruppo era convinto di poter raggiungerequalsiasi risultato. Cosa che, effettivamente, è riuscito a fare. Lo storico sodalizio con Giampaolo Zecchini, che, più che un collega e un amico, è stato per lui quasi unfratello, ancora ci sorprende per le apparentemente incredibili idee e progetti che i due sono stati in gradodi concretizzare, integrando perfettamente le rispettive caratteristiche e dando vita ad un rapporto costrut-tivamente “simbiotico” che non sarà mai dimenticato. Tutti noi abbiamo ancora negli occhi la mattina dellʼ8settembre del 2006, quando lʼintera Vallesina era oscurata dal fumo che proveniva dallo stabilimento della

SAF, andato completamente a fuoco. E tutti noi ci ricordiamo Sandro Cerni eGiampaolo Zecchini, affiancati subito da Claudio Falini (destinato a diventare ildegno erede di un ruolo così importante come è la presidenza di Farmacentro),con le lacrime agli occhi, insieme alle decine di dipendenti e farmacisti attoniti,

decidere non solo di ripartire, letteralmente, dalleceneri ma, anzi, di rilanciare, con il grande sogno cheappena due anni e mezzo più tardi ha portato allanascita dellʼattuale Cooperativa, ormai riconosciutacome modello di sviluppo ed efficienza a livello nazio-nale.Con Sandro Cerni si è forse definitivamente conclusoun ciclo, quello della “Farmacia moderna sì … ma,comunque, tradizionale”, ancora proiettata sul servi-zio ai cittadini e sui valori che nel tempo ne avevano

Ciao Sandro

Antonio [email protected]

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fatto un baluardo della Sanità italiana. Si potrebbe anche pensare, naturalmente in maniera “forzata”, per-ché siamo sicuri che lui sarebbe stato in grado di trovare le giuste soluzioni anche in questa situazione,che Sandro se ne sia voluto andare prima di assistere sgomento al possibile imbarbarimento del SistemaFarmacia. Ma poi, riflettendo bene sulle tante volte in cui lo vedevamo entrare nei vari uffici dei responsa-bili lʼindomani delle continue, molteplici, novità dirompenti sul nostro mondo, sappiamo appunto che … perfortuna cʼera lui che, insieme a Giampaolo e agli altri lungimiranti colleghi di cui si fidava ciecamente, tro-vava immediatamente le contromisure per affrontare tutti i problemi e, magari, trasformarle in opportunità.Le centinaia di famiglie che, grazie al lavoro della Cooperativa, hanno potuto garantire un futuro ai proprifigli, i Farmacisti, prima marchigiani e, in un secondo momento, provenienti da altre regioni (Umbria,Toscana, Lazio ed Emilia Romagna), saranno eternamente grati a Sandro Cerni, un uomo, un professio-nista, un autentico “Signore”, che ha fatto dellʼunire le persone e le idee, la sua arma vincente. Una “lezione” che tutti dovremmo sempre tenere nel cuore.

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Come tutti gli anni, anche quest'anno alla prima domenica di dicembre, i Soci Corofar si sono ritrovati in tantialla tradizionale Festa degli Auguri.Il Presidente, Pier Luigi Zuccari, come al solito pur non dimenticando i messaggi importanti da comunicare atutti i Soci, ha cercato di mantenere un sano spirito di festa per quello che si può considerare l' occasioneannuale per ritrovarsi in allegria e convivialità.In questo mix di spirito cooperativistico e qualche beata risata, mai tanto desiderata come in questi ultimitempi, la giornata è trascorsa piacevolmente nelle splendide sale del Palace Hotel di Milano Marittima.Si è confermato quindi ancora una volta quanto sia importante ritrovarsi tutti assieme per meglio affrontareil nostro futuro e quet'anno in modo particolare le difficoltà che stanno tormentando la nostra categoria.Ospite,tra gli altri, anche lui tradizionale, Massimo Massa, Direttore di Federfarmaco, per confermare e dimostrare lo spirito di collaborazione dei Soci Corofar.Al momento dei saluti, l'ovvio arrivederci al dicembre 2013.

Un grazie particolare va alla ditta Teva Italia, sponsor della manifestazione,che ha contribuito a far sì che la festariuscisse nel migliore dei modi.

Domenica 2 dicembreFesta degli auguri

Dott. Claudio OccofferAD Unifarm Sardegna

Eʼ stata un successo la presentazione pubblica di Unifarm Sardegna tenutasi ad Oristano il 7 ottobre scor-so. Davanti ad un parterre di più di 300 Farmacisti provenienti da tutta la Sardegna, il presidente diUnifarm Sardegna dr. Fasciolo, il presidente di Unifarm dr. Zanini ed i manager aziendali (ing SgorbaniAD Unifarm e dr. Occoffer AD Unifarm Sardegna) hanno presentato la nuova società nata dallʼacquisizionedel ramo distributivo di Co.Sa.Fa.Ca., storica cooperativa di Farmacisti presente su tutta lʼisola, da parte diUnifarm.Il dr Fasciolo, a nome dei Farmacisti sardi, ha illustrato le motivazioni che hanno portato Co.Sa.Fa.Ca a sce-gliere Unifarm come partner, individuando nella stessa una capacità intrinseca di aggregazione tra iFarmacisti, nella convinzione che “assieme riusciremo a costruire qualcosa di grande che non avrà più con-fini regionali o locali” e che consentirà a tutti di essere più forti nel prossimo futuro. Il Prof. Falorni, noto commercialista e docente presso lʼUniversità di Pisa, intervenuto a conclusione dellʼin-contro, ha ben interpretato il titolo dato allʼevento “Insieme per Crescere”, cogliendo perfettamente questospirito: INSIEME: “soprattutto in un momento difficile è unʼopportunità per proiettarsi nel futuro prossimo”,per CRESCERE: “in fatturato, in utile e in statura professionale”. Ottimo cibo e buon vino hanno allietato il pomeriggio conviviale organizzato nella splendida cornice delRistorante da Renzo.

UNIFARM SARDEGNA: INSIEME PERCRESCERE

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• Il sosia di gentalyn beta..

• Esimi colleghi, immagino che anche a voi abbiano chiesto un "ANTINGRIPP" compresse...?!

• «Preferisce originali o generici?» «No mi dia i "generali"!»

• Acido solforico x mia moglie incinta. Forse era acido folico.

• Vorrei la TACHIPIRINA 4000 grazie... Mi scusi signora intende la tachipirina 1000? ...no no dottoressa la più fortequella 4000...

• Ragazze di 19 anni che mi comprano un test di gravidanza e dopo un paio d'ore tornano a comprarne un altro perché col primo la cosa non era molto chiara. Faccio le domande di rito per capire se per caso non abbiano utilizza-to quello precedente in modo sbagliato e sembra tutto ok. Chiedo per scrupolo quanti giorni di ritardo ha la ragazzache l'ha utilizzato e mi sento rispondere "non giorni, mesi: quattro". Ragazze sveglie.

• «Mio marito ha la tosse, mi daresti uno sciroppo?» «Che tipo di tosse, secca o grassa?» «Setolosa! Cioè...non so comespiegartelo!»

• «Mio figlio sta prendendo lo sciroppo per la tosse PLOIMUCIL da qualche giorno». «Signora, o è Fluimucil, oPolimucil quale dei due?» «No, è PLOIMUCIL, uno sciroppo per la tosse in una bottiglietta».

• Cliente: "salve, vorrei del caglio"Io: "abbiamo quello grande da 800mL e quello piccolo da 200mL, quale le dò?" Cliente: "quello medio".

• «Mi serve uno sciroppo per la tosse» «Signora ha la tosse secca o grassa?» «Morbida» «….»

• Dottore, voglio l'aspirina vervescente e uno spray che solleva il dolore di gola... ;-)

• Un provisacor al latte!!! Mi scusi non ho capito... un provisacor al latte, per un fungo... forse un pevaryl latte (ora emulsione)... ah si mi scusi dottore credo di aver fatto un po' di confusione...!!!

• Dottore scusi ma la bilancia pesa la persona nuda o con tutti i vestiti?

UMORISMO IN PILLOLE

Strafalcioni in farmacia

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