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Dipinto di Franco Condorelli Lentini Città del Leone C antata puntigliosamente la Città di Lentini dalla letteratura classica ( Omero, Tucidide, Polibio, Teopompo, Plinio il Vecchio, Solino ecce- tera, eccetera… ) come la terra dei leggendari Lestrigoni; non ignorata, peraltro, in questo senso, neppure attraverso le memorie dei numerosi viaggiatori stranieri; definita da Cicerone caput rei frumemta- riae per la fertilità dei tanto decantati Campi Leontini; famosa per aver dato i natali e al grande sofista della grecità, Gorgia, padre con la Sofistica del primo sto- rico illuminismo e del Notaro Jacopo, capo della celebre Scuola Poetica Siciliana, inventore del sonetto, nonché impareggiabile costruttore della lingua ita- liana delle origini all’epoca di Federico II di Svevia; oggi questa famosissima località, in occasione delle elezioni comunali del 29-30 maggio 2011, è stata curata amorevolmente da uno degli uomini politici più prestigiosi della sinistra italiana, Massimo D’Alema, avendo davanti a sé un obiettivo ben definito: por- tare alla vittoria il candidato sindaco del partito demo- cratico, l’uscente e subito dopo rientrante Alfio Mangiameli. La scelta davvero meritoria nei confronti del più antico sito della Sicilia, cioè Lentini, data la valenza politica del personaggio in questione, non poteva che essere considerata positivamente, nono- stante il momento di decadentismo cui versa la comu- nità locale sia a livello storico, sia a livello di sviluppo socio-economico, che identitario. Difatti, attualmente, una cosa appare chiara: non più Lentini può dirsi capitale d’Italia delle arance, titolo una volta coral- mente accreditato; non più asse portante onde tra- mandare ai posteri la dignitas del glorioso passato, essendo stata spogliata di una parte del suo eccelso territorio ( 150 chilometri quadrati ) crudelmente, ingiu- stamente e in modo del tutto arbitrario, dall’assolu- tismo regio borbonico, nel 1857, a favore di un ex quartiere fortezza” di Lentini, denominato poi, anti- culturalmente parlando, Carlentini. A che servono anche le testimonianze immortali del Fazello sulla Lentini vetusta e nobile, ma violen- tata, purtroppo, dal virus ignobile legato, soprat- tutto, al maltolto, se non si crea una coscienza sociale e civile indomita per la restituzione coerente della Lentinità deturpata? Ma sentiamo allora il Fazello, insigne storico e geografo siciliano: “ Questa Città, se noi vogliamo trovar da lunge la sua origine, è la più antica di quante ne sono in Sicilia, poiché i primi che l’abitarono ( secondo che si trova scritto), furono i Lestrigoni”. È su questa stessa terra, di gorgiane illuminazioni, tratteggiata dal Dumas, per la bontà della sua ferti- lità, foriera di lavoro e di ricchezza (I garibaldini), All’INTERNO Lentini: un cantiere socio-culturale sempre aperto Rubrica di indovinelli siciliani Chiosco della vergogna illimitata pagina 2 Il riso fa buon sangue anche a Lentini pagina 4 Liceo “Gorgia” Lentini C’era una volta la festa degli anni verdi pagina 7 I nuovi amministratori di Lentini pagina 5 Almanacco fotografico dell’insediamento pagina 6 Cambio di guardia nell’UCSI di Siracusa Salvo Di Salvo succede a Gianni Failla Lions Club Lentini Anno Sociale 2011-2012 Salvatore Maddalena presidente pagina 8 L’ultima fatica dello scrittore lentinese Santo Militti pagina 10 Rappresentato al comunale “Carlo Lo Presti” “U partitu du mancia mancia” di Rocco Chinnici Trionfa a Modica la ballerina lentinese Giada Inserra pagina 9 I “nudi” di Lentini, di Melilli e di Ferla nella tesi di Cristina Pulvirenti pagina 3 ELEZIONI COMUNALI, MAGGIO 2011 Massimo D’Alema a Lentini nella terra dei Lestrigoni CULTURA - POLITICA - STORIA LOCALE - ATTUALITÀ - SPORT - Copia Omaggio Anno VII - n. 3 Settembre 2011 1 5 0 Lentini, 22 maggio 2011. Dal noto albergo cittadino, che porta il nome del Santo Patrono di Lentini, Sant’Alfio, Massimo D’Alema ha pronunciato, senza microfono e all’aperto, all’interno dell’ habitus archeologico, un applau- dito discorso elettorale. Alla fine, prima di salire in macchina, rivolgendosi direttamente ad Alfio Mangiameli ha pronunciato le seguenti rassicuranti parole: mi raccomando, signor sindaco! Et lux fuit. Nella foto attorno a D’Alema e a Mangiameli sono ben individuabili il consigliere comunale Ciro Greco, il preside Armando Rossitto e il gior- nalista Gianni Cannone, direttore del nostro giornale. (Foto di Luigi Lo Re). segue a pag. 10

LEONTINOI OGGI (SETTEMBRE-2011)

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TRIMESTRALE CULTURALE DI LENTINI - FONDATO E DIRETTO DA GIANNI CANNONE

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Page 1: LEONTINOI OGGI (SETTEMBRE-2011)

Dipinto di Franco Condorelli

Lentini

Città del Leone

Cantata puntigliosamente la Città di Lentinidalla letteratura classica ( Omero, Tucidide,

Polibio, Teopompo, Plinio il Vecchio, Solino ecce-tera, eccetera… ) come la terra dei leggendariLestrigoni; non ignorata, peraltro, in questo senso,neppure attraverso le memorie dei numerosi viaggiatoristranieri; definita da Cicerone caput rei frumemta-riaeper la fertilità dei tanto decantati Campi Leontini;famosa per aver dato i natali e al grande sofista dellagrecità, Gorgia, padre con la Sofistica del primo sto-rico illuminismo e del Notaro Jacopo, capo dellacelebre Scuola Poetica Siciliana, inventore del sonetto,nonché impareggiabile costruttore della lingua ita-liana delle origini all’epoca di Federico II di Svevia;oggi questa famosissima località, in occasione delleelezioni comunali del 29-30 maggio 2011, è statacurata amorevolmente da uno degli uomini politicipiù prestigiosi della sinistra italiana, Massimo D’Alema,avendo davanti a sé un obiettivo ben definito: por-tare alla vittoria il candidato sindaco del partito demo-cratico, l’uscente e subito dopo rientrante AlfioMangiameli. La scelta davvero meritoria nei confrontidel più antico sito della Sicilia, cioè Lentini, data lavalenza politica del personaggio in questione, nonpoteva che essere considerata positivamente, nono-stante il momento di decadentismo cui versa la comu-nità locale sia a livello storico, sia a livello di sviluppo

socio-economico, che identitario. Difatti, attualmente,una cosa appare chiara: non più Lentini può dirsicapitale d’Italia delle arance, titolo una volta coral-mente accreditato; non più asse portante onde tra-mandare ai posteri la dignitas del glorioso passato,essendo stata spogliata di una parte del suo eccelsoterritorio (150 chilometri quadrati) crudelmente, ingiu-stamente e in modo del tutto arbitrario, dall’assolu-tismo regio borbonico, nel 1857, a favore di un ex“quartiere fortezza” di Lentini, denominato poi, anti-culturalmente parlando, Carlentini.

A che servono anche le testimonianze immortalidel Fazello sulla Lentini vetusta e nobile, ma violen-tata, purtroppo, dal virus ignobile legato, soprat-tutto, al maltolto, se non si crea una coscienza socialee civile indomita per la restituzione coerente dellaLentinità deturpata?

Ma sentiamo allora il Fazello, insigne storico egeografo siciliano: “Questa Città, se noi vogliamo trovarda lunge la sua origine, è la più antica di quantene sono in Sicilia, poiché i primi che l’abitarono (secondo che si trova scritto), furono i Lestrigoni”.

È su questa stessa terra, di gorgiane illuminazioni,tratteggiata dal Dumas, per la bontà della sua ferti-lità, foriera di lavoro e di ricchezza (I garibaldini),

All’INTERNO

Lentini: un cantiere socio-culturalesempre apertoRubrica di indovinelli sicilianiChiosco della vergognaillimitata pagina 2

Il riso fa buon sangue anche a Lentini pagina 4

Liceo “Gorgia” LentiniC’era una volta la festa degli anni verdi

pagina 7

I nuovi amministratori di Lentini pagina 5

Almanacco fotograficodell’insediamento

pagina 6

Cambio di guardia nell’UCSI di SiracusaSalvo Di Salvo succede a Gianni Failla

Lions Club LentiniAnno Sociale 2011-2012Salvatore Maddalena presidente

pagina 8

L’ultima fatica dello scrittorelentinese Santo Militti

pagina 10

Rappresentato al comunale“Carlo Lo Presti”“U partitu du mancia mancia” di Rocco Chinnici

Trionfa a Modica la ballerinalentinese Giada Inserra

pagina 9

I “nudi” di Lentini, di Melilli e di Ferla nella tesi di Cristina Pulvirenti pagina 3

ELEZIONI COMUNALI, MAGGIO 2011

Massimo D’Alema a Lentininella terra dei Lestrigoni

CULTURA - POLITICA - STORIA LOCALE - ATTUALITÀ - SPORT - Copia Omaggio Anno VII - n. 3 Settembre 2011

1 5 0

Lentini, 22 maggio 2011. Dal noto albergo cittadino, che porta il nome del Santo Patrono di Lentini, Sant’Alfio,Massimo D’Alema ha pronunciato, senza microfono e all’aperto, all’interno dell’ habitus archeologico, un applau-dito discorso elettorale. Alla fine, prima di salire in macchina, rivolgendosi direttamente ad Alfio Mangiameli hapronunciato le seguenti rassicuranti parole: mi raccomando, signor sindaco!Et lux fuit. Nella foto attorno a D’Alemae a Mangiameli sono ben individuabili il consigliere comunale Ciro Greco, il preside Armando Rossitto e il gior-nalista Gianni Cannone, direttore del nostro giornale. (Foto di Luigi Lo Re).

segue a pag. 10

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Settembre 20112

Alcuni mesi fa, in un giornale locale,è stata avanzata, con una nota late-

rale e quasi defilata, una proposta chiarae non peregrina: quella di dar vita ad una“fondazione per la storia locale”, chedovrebbe avere il compito di rinvenire econservare documenti, pubblicazioni,immagini, testimonianze, studi e ricerchein materia, appunto, di storia locale, al finedi agevolarne la fruizione, la conoscenzae la valorizzazione. Un’idea stimolante esuggestiva, che non pochi, probabilmente,in passato, hanno - ora implicitamente,ora esplicitamente - auspicato. E un’ideanon è un’idea debole o velleitaria quandocoincide con un bisogno reale e com-porta un’ipotesi di lavoro intelligente eappropriata, suscettibile d’essere a suavolta trasformata in occasione di inter-vento operativo e di cambiamento miglio-rativo della realtà. E io sono d’accordo.Nella nostra città non esiste una istitu-zione culturale qualificata e autorevole.Ogni città dovrebbe averne una. Soprattuttole città piccole e medie. Più che un’as-sociazione culturale, generalmente menocomplessa e strutturata, uno strumentoistituzionale più solido e onnicompren-sivo. Una fondazione vera e propria (o,come definita dalla riforma dell’Ordi -namento degli enti locali, una “Istituzione”),quindi, perché consustanzialmente affinealle problematiche formative e ricono-scitive di una comunità e alle relativeimplicazioni storiche e territoriali. A mag-gior ragione quando, in presenza di rife-

rimenti e comportamenti aleatori, insta-bili e non propriamente rassicuranti, sem-brano sempre più sbiaditi i rapporti conla propria storia e i princìpi che ne hannosupportato i lineamenti identificativi.

“La storia”, ci dice Carlo M. Cipolla,introducendo un suo bel libro, “Storiafacile dell’economia italiana dal medioevoa oggi”, “ci dice chi siamo e da doveveniamo... Un popolo che non conoscela sua storia è... un popolo che nonconosce se stesso e che avrà difficoltà arisolvere i problemi che deve affrontare”.Ed è la sacrosanta verità. Sono le consa-pevolezze immateriali, in molti casi, aguidare le nostre quotidiane scelte mate-riali. E può essere questo il ruolo di unafondazione culturale: restituire, tute-landone le note salienti, agli uomini ealle donne di un luogo la conoscenzaimmedesimativa delle proprie origini,delle proprie vicende e delle tradizionipiù significative. Una sorta di fonte spi-rituale e culturale alla quale abbeverarsi,e dalla quale partire per ispirarne fisio-logicamente i comportamenti e le deci-sioni.

Può essere utile, allora, in questa sede,recuperandone per accenni la memoria,ricordare che la nostra città ha cono-sciuto, al riguardo, una esperienza straor-dinariamente esemplare ed esaltante:quella del decennio del “Centro StudiNotaro Iacopo”, la cui attività, ancoraoggi, a distanza di 64 anni, costituisceoggetto di grande interesse e ammira-

zione. Il “CentroStudi Notaro Iacopo”, infatti, nasce nel1947 e si distingue subito per la fattiva eappassionata mobilitazione personale ecollettiva di alcuni insigni intellettualilocali, ai quali non fecero mancare il lorosostegno-consenso numerosi altri citta-dini, appartenenti ad entrambi i generi,giovani e meno giovani, animati dal desi-derio di guardare avanti, lasciarsi allespalle i disagi del passato e costruire unacittà migliore. Si dice oggi che il futuronon sia più quello di una volta. Allora,invece, si credeva ancora in un futurodiverso, più luminoso e promettente,più incoraggiante dello scenario alea-torio nell’ambito del quale le giovanigenerazioni attuali sono costrette a raf-figurarsi il loro orizzonte sociale ed eco-nomico. Si stava, in effetti, passando dauna stagione stentata e difficile, per tantiaspetti tribolata e sofferta, ad una sta-gione caratterizzata da un forte entu-siasmo propositivo.

Del Consiglio Direttivo vennero chia-mati a far parte l’ing. Carlo Cicero (cheassumerà il ruolo di Presidente), l’avv.Alfio Sgalambro, il dott. Federico Bugliarello,il prof. Salvatore Ciancio, l’avv. GiuseppeBruno, il dott. Rosario Cattano. Una com-pagine di primissimo piano, arricchitaanche dalla presenza, nella qualità disegretario, di Carlo Lo Presti, giornalista,attore, regista e autore teatrale, motoreinstancabile dell’attività del Centro Studi.Ospitato inizialmente in alcuni localimessi a disposizione dall’avv. Arcidiacono,siti in via Garibaldi, divenuti col passaredel tempo totalmente insufficienti, nel-l’aprile del 1950, come riferisce GiuseppeLa Pira, il sodalizio s’insedierà “in ungrande magazzino, opportunamenteristrutturato, di via S. Francesco D’Assisi,ceduto in uso gratuito per dieci anni dalBarone Giuseppe Luigi Beneventano.”

La prima iniziativa, la manifestazioneinaugurale, avrà luogo, presso il TeatroLa Ferla, il 23 novembre 1947, con unaconferenza del prof. Enzo Maganuco

Ieri, oggi, domani, sempre

La fabbrica operativa e ideativa leontina:un cantiere di lavoro sempre aperto

di Santo Ragazzi

Le carezze delPapa alla piccolaGiulia Di Salvocon accanto lamamma LucillaDi Salvo Fisicaro

Rubrica di indovinelli siciliani a cura di Liliana Failla

Se le radici di un po -polo non muoiono

tanto facilmente è soltanto perchéogni gesto, ogni parola, ogni azione,ogni momento di vita, nella gioia e neldolore, tutte queste cose, insomma,messe insieme, si ripetono, vuoi onon vuoi, nel rispetto degli insegna-menti e dei racconti dei più vecchi.E allora, anche se il più delle voltenulla è scritto, le tradizioni, i costumi,le usanze, le credenze, i sentito dire,sopravvivono miracolosamente altempo e alle mode.

Il melogranoHaju ‘nu niru ccu centu uova,

e centu para di linzola,cu lu ‘nnimina ni fa la prova.

L’arcobalenoJù l’amai chidda signura,cu’ la viri s’annamura;

quannu è tempu di piuggerella,nesci poi pumpusa e bella.

Il cielo stellatoNina avi ‘n canniscieddu

di cirasi,

‘u nesci ‘a notti,

e all’alba ‘u trasi.

Il grano, la farina,il pane

‘Na fimmina avi ‘n figghiu e beni stava,

di prima ‘u figghiu masculuparìa,

senza parrinu ppò lu vattiaru,

e di fimmina lu nomu ci mitteru,

di fimmina arreri masculu turnava,

dava la vita all’omu e poi murìa.

‘NNIMINAGGHIA ‘NNIMINAGGHIA

Perchè non parli?

segue a pag. 10Chiosco della vergogna illimitata

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si caratterizzano per il pellegrinaggio;centinaia di fedeli vestiti di bianco siriuniscono per incamminarsi verso laparte più alta della città in cui è situatala Basilica di San Sebastiano. I nudi diFerla invece variano dai precedenti inquanto hanno il compito di condurre aspalla il fercolo di San Sebastiano per levie della città gridando Viva SamMastianu.I portatori del fercolo, i nudi, indossanopantaloni bianchi e portano sul pettoun nastro rosso recante l’immagine delSanto. La tradizione dei nudi, è una cul-tura autentica e spirituale della genteche la vive e che la difende gelosamente,in quanto caratterizza la storia di tuttigli uomini che nel corso dei secoli si sonospogliati in nome di Dio”.

Ci corre l’obbligo aggiungere, altresì,che per festeggiare degnamente la tesidella neo dottoressa, Cristina Pulvirenti,è stata preparata presso l’archivio storicodi via Tèocle (6/5/2011), diretto egregia-mente dalla dottoressa Palmina Bellinghieri,un’apposita conferenza dove due auten-tici campioni della cultura lentinese, ElioCardillo e Salvatore Jannitto, hanno rap-presentato nel migliore dei modi la valenzastorica e letteraria del lavoro in oggetto.Il tutto sotto l’egida del Comune di Lentinicon la presenza e del sindaco AlfioMangiameli e dell’assessore alla culturadi quel momento Maria Marino. Ora unanota di serena letizia: nel giorno dellalaurea di Cristina, comprensibile la com-mozione dei genitori Alfio Pulvirenti eSebastiana Inserra. E per finire ecco il giu-dizio autorevole del maestro Enzo Ferraro,grande attore comico lentinese, sulla tesidella Pulvirenti: sarebbe bello e qualifi-cante se i tre Comuni coinvolti nelladevozione dei “nudi”, cioè Lentini, Melillie Ferla, si adoperassero, insieme, per lapubblicazione di cotanta opera.

E le Chiese corrispondenti, perché no?A buon intenditore...

Settembre 2011 3

Con il titolo “I Nuri: tra spe-ranza e devozione” e con il

sottotitolo “Le feste patronali diSant’Alfioa Lentini, San Sebastianoa Melilli e San Sebastiano a Ferla”Cristina Pulvirenti ha realizzato,grazie all’Accademia di Belle Arti diCatania, nell’ambito del Corso diLaurea in Conservazione, Gestionee Tutela dei Beni Storico-Artistici,all’interno dell’Anno Accademico2009/2010, relatore la professoressaViviana Scalia, una autentica e, altempo stesso, originale opera d’arte.

Il 110 su 110 conquistato il giorno dellasuasiva esposizione da parte della lau-reanda (24-3-2011) può considerarsi dav-vero encomiabile per avere raggiunto,pertanto, come base di principio, quantoindicato dalla stessa Pulvirenti al terminedell’introduzione pensosa e solenne: “Loscopo di questo lavoro, consiste nel volercreare attraverso la catalogazione,che è un sistema innovativo di infor-mazione, un metodo che aiuti atutelare e nello stesso tempo a valo-rizzare e promuovere una tradi-zione che si rimanda da padre infiglio”.

E dopo aver fatto un viaggio, brevema oculato, sulle istituzioni e sullelegislazioni passate e presenti, va atrovare la tesista lentinese questeinequivocabili verità, datate 1998, intornoai beni culturali che così vengono defi-niti: “quelli (cioè i beni culturali) che com-pongono il patrimonio storico, artistico,demoetnoantropologico, archeologico,archivistico, librario e gli altri che costi-tuiscono una testimonianzaavente valoredi civiltà”.

Si giunge così alle feste patronali dentrocui ogni cittadina è collegata alla prote-zione dei santi patroni; una tradizionequesta antica quanto il mondo tanto dafar dire alla nostra autrice che “Anche nel-l’antica Grecia veniva affidata ogni sin-gola città una divinità, come ad esempioSparta a Giunone e Atene a Minerva. Lostesso accadeva anche a Roma”.

A Lentini, sempre ad esempio, e sottola responsabilità piena della redazionedel nostro giornale, era stato Apollo il dioprotettore della Leontìnoi greca dell’e-cista Tèocle.

Cristina Pulvirenti, nella sua tesi, tracciail curriculum vitae di ogni santo in pre-

dicato con sobrietà e com-piutezza per poi passare all’a-nima vera e propria, quellaaltamente emblematica, delsuo lavoro, vale a dire la pro-cessione dei “nudi” nellaProvincia di Siracusa.

Qui è opportuno tra-smettere alcuni passaggi di quanto ripor-tato, in tal senso, dalla Nostra, per com-prendere, anche e soprattutto, le simili-tudini e le differenziazioni esistenti sultema:

“Nella Sicilia sud-orientale, più pre-cisamente nella Provincia di Siracusa, esisteuna tradizione, che lega tre Comuni:Lentini, Melilli e Ferla, che viene tra-mandata da secoli, da generazione ingenerazione, da padre in figlio e semprecon lo stesso tipo di devozione. Si trattadella processione dei cosiddetti nudi o

in dialetto siciliano nuri. I nudinon sono altro che devoti, gentecomune unita dallo stesso tipo difede, che si spoglia dei propri averimateriali per onorare e chiederegrazia al proprio santo protettore.

Questa tradizione varia a seconda deipaesi; i nudi si presentano in mododiverso, alcuni si svestono, fino ad indos-sare soltanto un paio di pantaloni bianchi(sinonimo di purezza), una fascia rossacinge le loro spalle (sinonimo del sangue,della passione), portano in mano unmazzo di fiori e camminano a piediscalzi; altri invece intendono la nuditàcome uniformità, scelgono di indossareuna sorta di divisa bianca uguale per

tutti, cingono le loro spalle con un nastrorosso e tengono per mano un mazzo difiori… Nei tre paesi la tradizione deinudi è vissuta in modo diverso. I nudi len-tinesi, ad esempio, si caratterizzano perla cosiddetta curruta, ovvero la corsa ;essi infatti ripercorrono correndo il girosanto, percorso che fecero i tre fratellimartiri Alfio, Filadelfo e Cirino dal car-cere entro il quale erano stati rinchiusifino al luogo del martirio. I nudi di Melilli

Una tesi di laurea oltre i confini temporali

“I nuri” di Cristina PulvirentiTre comunità coinvolte: Lentini, Melilli e Ferla

Cristina Pulvirenti nel giorno della sua laurea(Foto Rocco Imprima, Lentini)

Festa di Sant’Alfio,i nudi di Lentini

Festa di San Sebastiano,i nudi di Melilli

Festa di San Sebastiano, i nudi di Ferla

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Settembre 20114

Un giorno l’on. Rino Formica ebbea dire: «La politica è sangue e merda».

Giudizio pessimistico il suo, piuttostoacido e sbilanciato, che non tiene contodegli aspetti non sgradevoli dell’attivitàpolitica, quelli divertenti compresi.

Ogni attività umana (e quindi anchequella politica), infatti, nella sua quoti-diana “recita a soggetto”, può esprimereanche situazioni e personaggi che hannoun’intrinseca vis comica in grado di evo-care, proprio come avviene nel mondodello spettacolo, anche involontariamente,immagini e sensazioni capaci di suscitarealmeno un sorriso.

Si pensi - a proposito di recite e di spet-tacoli - al maestro Enzo Ferraro, notoattore-regista lentinese, particolarmenteversato nel teatro comico dialettale siciliano,la cui potenza scenica è tale che la suasemplice entrata in palcoscenico provocanel pubblico una spontanea ondata dibuonumore e di simpatia, predisponen-dolo ad un immancabile e corroborantedivertimento. Proprio come accadeva - ilcollegamento mi sorge spontaneo, pro-babilmente per le caratteristiche fisiche eper l’inconfondibile inflessione dialettaledei due brillanti attori - col catanese TuriPandolfini.

Anche la politica, dicevamo, può pre-sentare, nei suoi aspetti meno seriosi,spunti e atteggiamenti da leggere con unadissacratrice disponibilità a coglierne queiparticolari effetti, quasi sempre non volutiné previsti, capaci di regalarci un rilas-sante sorriso. Operazione pienamente riu-scita, ad esempio, nel celebre sketch del-l’on. Trombetta, interpretato da Totò e daMario Castellani (preziosa spalla del De

Curtis sulla scena e suo amicocarissimo nella vita).

Anche i nostri lettori - se lo vor-ranno - potranno dun que diver-tirsi, come chi scrive, a rievocarechissà quanti episodi legati allapolitica lentinese che fa (sor)ridere...

La battaglia sul referendum isti-tuzionale del 2 giugno 1946 fuintensamente vissuta da tutte leforze politiche di Lentini. L’oratoresocialista che tenne il suo comizio rionalea “S. Paolo”, volendo chiarire la differenzacostituzionale fra le due alternative formedi Stato (Monarchia e Repubblica), cosìspiegò: Vutati ppa Repubblica, picchìss’agghiana a Monarchia...e continuòroteando a 180 gradi il braccio destro pro-teso in avanti, col pugno chiuso e il mignoloun po’ alzato, mentre l’altra mano gli facevaquasi da timone nel disegnare l’allusivo semi-cerchio. Il gesto, piuttosto eloquen te, nonlasciava dubbi sulle possibili (e dolorose)conseguenze di un’eventuale vittoriamonarchica.

Più in là ci fu chi riuscì a dimostrare che,se qualche aspirante onorevole non se lafosse sentita di parlare in pubblico rico-noscendosi oratore me diocre, potevasempre affidarsi ad uno bravo; come ap -

punto fece una can-didata-principessa,che tenne il suocomizio in silenzioassoluto, facendo par-lare in suo nome eper suo conto l’ora-tore cortesemente pre-statosi, facondo elirico.

E se negli anni ’50il clima politico si fecepiuttosto aspro, asuscitare un sorrisino

ci pensò l’oratore comunista che, rivoltoal suo pubblico di braccianti, desiderosiforse di affrontare altri argomenti, esordìdicendo: «Io vi parlo di questo balcone»!Ci pensò anche il noto leader democri-stiano che, dirigendosi, assiemead una nutrita schiera disostenitori, verso il palcoper comizi di PiazzaUmberto, avendonotato fra i curiosiun folto gruppo diragazzotti ventenni,rivolto a chi gli stavaaccanto, visibilmentesoddisfatto, esclamò:«Minchia, quanti giovani cisono!».

Un oratore missino volle dare il suo con-tributo, concludendo le sue critiche alCentro e alla Sinistra con una quartina arima baciata: Scudo crociato:/ voto spre-cato!/ Falce e martello:/ sprecato anchequello!

Qualche tempo dopo, la Federazionedel PCI, forse sollecitata in tal senso,decise di inviare a Lentini una sua rap-presentanza, per spiegare ai “compagnidi base” i motivi della inaspettata (e assaimal digerita) mancata rielezione dell’on.Marilli alle politiche del 1958. I tre baldifunzionari, arrivati nei locali di Via Roma,però si accorsero che le “spiegazioni” inrealtà non erano stati chiamati a darle, maa riceverle; e con gli interessi!

Un liceale sinistrorso del “Gorgia” ungiorno (anni ’50) così interpellò il suocolto insegnante di religione: «Professore,se un fedele, durante la confessione, lechiedesse un consiglio su come votare,lei cosa gli risponderebbe?». Il sacerdote,dopo qualche secondo di riflessione, cosìparlò: «Gli direi: il monarchico e il repub-blicano sono partiti ambedue inutili,perché la monarchia non tornerà mai piùe la repubblica già c’è; comunisti e socia-listi sono scomunicati...». «E i socialde-mocratici?» lo interruppe lo studente.«Beh, Saragat aderì alla scuola dell’au-stromarxismo... scomunicati anche quelli;fra i liberali poi molti sono i massoni, ela massoneria è condannata dalla Chie -sa; il fascismo sappiamo quali danni haarrecato all’Italia e non è proprio il casodi votare per i suoi epigoni. Ecco, figliolo,vota per quelli che rimangono!».

A parte le battute e le situazioni localiche emergono per lo più casualmente, ipolitici nostrani spesso utilizzano - traen-doli dal politichese nazionale - vocabolie locuzioni che, per la loro capacità espres-

siva, sono in grado di sfidare il tempo,mantenen do anche quel tanto

di ironico che i loro argutiautori gli infusero.

Con alcuni di essisi potrebbe imba-stire un fantasiosoe sconclusionatodiscorsetto diquesto tipo:Poiché... il potere

logora chi non ce l’ha(Andreotti)... e il convento

è povero, ma i frati sono ricchi(Rino Formica)... come i padroni delvapore (Ernesto Rossi)..., bisogna rifug-gire dagli estremismi, perché... a fare agara a fare i puri, troverai sempre unopiù puro che ti epura (Nenni), bisognacioè essere moderati come lo sono statila... Balena bianca (Giampaolo Pansa)...e i suoi...cavalli di razza (Carlo Donat-Cattin)...per entrare nella... stanza deibottoni (Nenni)..., dove... per fare lecose occorre tutto il tempo che occorre(Aldo Moro)..., sempre che non si mettadi traverso...il destino cinico e baro(Saragat)...

In ogni caso..., a parlare male deglialtri si fa peccato, ma spesso si indo-vina (Andreotti).

di Ferdinando Leonzio

Mario Castellanie Totò

Totò

Turi Pandolfini

Enzo Ferraro

Con gli assi della risata

Il riso fa buon sangue anche a Lentini

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Settembre 2011 5

ma qualcosa di molto diverso in quantoproveniente dal Gabinetto Culturale delgiornalista scrittore Gianni Cannone (lotroviamo attivo, infatti, nel movimento

stracittadino “Città di Leontìnoi” perla riunificazione di Lentini conCarlentini nella qualità e disocio fondatore e di diret-tore editoriale del periodicosociale “La Voce di Leontìnoi”).In virtù di “successive modi-

fiche” alle già esistenti disposizionilegislative in materia l’aula consiliare

che era stata predisposta per 40 compo-nenti, ospitandone ora soltanto 20, essa

sembra essere nelle sedute ordi-narie con un copione chesuscita tenerezza.

Anche nella GiuntaMuni cipale si avvertonole innovazioni più sentite.Non più un’ammi-nistrazione fattadi 6 elementi,ma ades so sol-tanto di quat -tro. Dun que

la Giunta Mangia meli partebene e, di conseguenza, si faapprezzare per la presenzafemminile in campo alla paridell’altro sesso: ossia 2 donnee 2 uomini. Una vera conquista!

La giunta comunale di Alfio Mangiameli

Il Sindaco Alfio MANGIAMELI condetermina n.23 de 12 luglio 2011 ha rite-nuto op portuno definire la destinazionedei nuovi assessori ai vari rami dell’am-ministrazione, attribuendo agli stessi leseguenti deleghe:

Umberto FERRIERO ( Vice Sindaco-MPA) - Urba nistica, Territorio ed am -biente, Viabilità, Verde Pubblico, Servizicimiteriali, Bilancio, Finanze, Protezionecivile;

Annunziata TRONCO (PD) - LL.PP.,Edilizia scolastica e sportiva, Patrimonio,

Pubblica istruzione, Cultura, Beni cul-turali, Contenzioso, Servizi demogra-fici;

Fabio ZAGAMI (con Alfio Sindaco) -Sviluppo economico, Attività produt-

tive, Commercio, Agricoltura, Arti -gianato, Annona, Associazio -nismo, Ecologia;

Giuseppina MariaCASELLA (con Alfio Sin -daco) - Sport, Turismo eSpettacolo, Politiche gio-vanili, Pari opportunità,Informatizza zione. Si rendenoto, inoltre, che non sonostate assegnate le deleghe

relativamente allaRicostru zione L. 433/91pubblica e privata, alla Polizia muni-cipale e Personale, alla Sanità, allaLegalità e cittadinanza, ai rapporti conSigonella, alla Solidarietà sociale, allePolitiche comunitarie giacché esse sonostate riconosciute di competenza delCapo dell’Amministrazione.

Il Presidente e il vice presidentedel Consiglio Comunale

Nella prima seduta del ConsiglioComunale dopo l’insediamento, allaPresidenza è stato eletto Marcello Cormaci(MPA) mentre Paolo Censabella (PD) haottenuto i voti per assumere l’incaricodi Vice Presidente.

A l termine del ballottaggio del 12/13giugno 2011 il risultato ha pre-

miato il sindaco uscente Alfio Mangiamelidel 1965 (PD, UDC, FdS, Popolari perLentini) che è risultato eletto dopoaver riportato 6.713 voti conMPA e FLI nella qualità di listecollegate. Per dovere di cro-naca dobbiamo riferire cheil grande antagonista, NelloNeri, avendo con i suoi al suoattivo 6.410 preferenze ha persola partita con l’onore delle armi, qua-lificando comunque, democraticamente,il ruolo dell’opposizione. Questi i nomidei 20 consiglieri comunali cheandranno a gestire la cosapubblica leontina nei pros-simi anni: Salvatore Barretta(PD), Ciro Greco (PD),Ugo Mazzilli (PDL), AngeloDi Giorgio (PDL), AlfioMangiameli del 1953 (PD),Biagio Portal (I Popolari diItalia Domani), PaoloCensabella (PD), Luca DiMari (PD), Salvatore NazarenoNicotra (PD), Rosario Vacanti (PDL), CiroBrancato (MPA), Stefano Battiato (RinascitaLeontina), Marcello Cormaci (MPA), AdelfioTocco (MPA), Pino Pollicino (RinascitaLeontina), Giuseppo Corso (MPA), SaverioBosco (SEL - con Vendola), Guido Mirisola(Alleanza per Lentini), Gabriele AlfioGalatà (Popolari per Lentini), FiladelfoInserra (Popolari per Lentini). Alcunecuriosità, intanto, vanno portate alla ribaltasubitaneamente per gli amanti di stati-stiche: in questo massimo consesso cittadinosono as senti, rasentando l’assurdo, ledonne partecipanti e vincenti.

E poi si fa immediatamente notare, trai novelli rappresentanti del popolo, ilvalzer dei “figli d’arte” così come segue:Saverio Bosco, figlio dell’ex sindaco MarioBosco; Stefano Battiato, figlio dell’ex sin-daco Davide Battiato, Salvatore NazarenoNicotra, figlio dell’ex conigliere comu-nale Pippo Nicotra; Ciro Brancato figliodell’ex consigliere comunale DelfinoBrancato, Gabriele Alfio Galatà, figlio del-l’ex consigliere comunale Pippo Galatà.

A proposito di Guido Mirisola pos-siamo affermare che il personaggio inpredicato non è di sicuro un figlio d’arte

Le commissioniconsiliari

Ecco come sono state composte, atamburo battente, anche le 6 commis-sioni consiliari:

Prima Commissione Consiliare (Affarigenerali): Alfio Mangiameli (anno dinascita 15/6/1953), Salvo Barretta, AdelfioTocco, Filadelfo Inserra (Presidente),Guido Mirisola (Vice Presidente), AngeloDi Giorgio;

Seconda Commissione (Bilancio):Paolo Censabella (Presidente), Ciro Greco,Adelfio Tocco, Giuseppe Corso, SaverioBosco (Vice Presidente), Stefano Battiato;

Terza Commissione (Urbanistica):Alfio Mangiameli del 1953, Salvo Barretta(Presidente), Ciro Brancato, Biagio Portal,Rosario Vacanti (Vice Presidente), GiuseppePollicino;

Quarta Commissione (Sport, Culturae Spettacolo): Salvatore NazarenoNicotra (Presidente), Luca Di Mari,Marcello Comaci, Gabriele Alfio Galatà( Vice Presidente), Guido Mirisola, UgoMazzilli;

Quinta Commissione (Sanità e ser-vizi sociali): Salvatore Nazareno Nicotra,CiroBrancato (Vice Presidente), FiladelfoInserra, Angelo Di Giorgio (Presidente),Ugo Mazzilli, Giuseppe Pollicino;

Sesta Commissione (Sviluppo eco-nomico e Agricoltura): Ciro Greco, LucaDi Mari (Vice Presidente), Giuseppe Corso(Presidente), Gabriele Alfio Galatà,Biagio Portal, Rosario Vacanti.

Enzo Pupillo,il silente condottiero della sinistra vincente

Nello Neri,una sconfitta pesante

I nuovi amministratori della Città di Lentini

La nuova Giunta comunale (da sinistra a destra): Umberto Ferriero (MPA), Vice Sindaco;Giuseppina Maria Casella(con Alfio Sindaco); il Sindaco Alfio Mangiameli; Annunziata Tronco (PD) e Fabio Zagami (con Alfio Sindaco)

Enzo Reale(MPA), il grandealleato diMangiameli,ex vicepresidentedellaProvinciaRegionaledi Siracusa,simbolodella vittoriadel “centrosinistra”

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Almanacco fotografico dell’insediamento del nuovo Consiglio Comunale di Lentini nella seduta inaugurale del 2 luglio 2011a cura di Luigi Lo Re(premio copertina alla Lentinità 2009)

Uno dei motivi che maggiormente hanno colpito i numerosi presenti nel giornodell’insediamento è stato certamente il rinvio chiesto da parte del consigliere

di maggioranza, Paolo Censabella, relativamente alla elezione del Presidente e del VicePresidente del Consilio Civico.

Qui i consiglieri di minoranza, che non hanno gradito l’atto di presunta furbiziavolpina della maggioranza, hanno scoperto che fare opposizione costruttiva, se ilmezzo viene usato con saggezzae con alto senso di responsabilità,può significare una cosa sola: l’e-sercizio di un potere, il potere del-l’opposizione, davvero invidiabilee micidiale. E così il pubblico haapplaudito gli interventi intelli-genti di Guido Mirisola, di SaverioBosco e di Stefano Battiato. Si èpresentata molto pulita pure lamini relazione di Rosario Vacanti.Anima della serata è stato il “pro-tagonismo intellettuale” del presidente dellaseduta inaugurale, Ugo Mazzilli, che, però, èstato redarguito duramente ed energicamentedal consigliere Alfio Mangiameli, quello del1953, in quanto come “notaio” dell’assembleaavrebbe adoperato, sempre secondo il Mangiameli,un comportamento direzionale sicuramentesopra le righe. Da considerarsi d’assalto e di mediazione le paroledi Ciro Greco e di Salvatore Barretta, entrambi consiglieri di mag-gioranza. Del tutto assente, in questo contesto, la cultura dellatutela della Lentinità. Bene il Sindaco Mangiameli anche se gliaccenti usati nel suo dire erano ancora quelli esternati con il polsopolemico nella recente campagna elettorale.

E intanto, inesorabil-mente e precipitevolissi-mevolmente, la cosiddetta“luna di miele” è finita pertutti: maggioranza e oppo-sizione.

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Organizzati annualmente dal Liceo“Gorgia”, come evento cultu-

rale e ricreativo di primaria grandezza,c’erano una volta le feste degli anniverdi che costituivano un momentofelice per divertirsi ballando e per stareinsieme discepoli e insegnanti, almenocosì nelle origini, nel rispetto soprat-tutto di una tradizione positiva ed edu-cativa che, purtroppo, è stata cancel-

lata per mancanza di effettivacreatività giovanile e diappropriata fantasia istin-tuale all’interno del dif-ficile divenire dello stessomondo scolastico. Ripor -tiamo, oggi, con nostalgiama fedelmente, una dellepagine di quegli anni belliregistrate attraverso il gior-

Settembre 2011 7

Organizzata dal Liceo Gorgia di Lentini

C’era una volta la festa degli anni verdiUn articolo di Pippo Casentino, allora studente liceale, pubblicato dal periodico “La Fessura” il 26 gennaio 1964

nale locale “La Fessura”, dovespicca un articolo dello stu-dente liceale GiuseppeCasentino, poi diventato,da grande, soltanto perun anno, purtroppo,impareggiabile preside

del famoso Istituto scola-stico leontino. La nota criticadi Pippo Casentino risale alla

serata del 14 dicembre 1963 quandonell’organizzazione ormai al crepuscoloappariva in quel contesto un altro nomegià di rilievo, Armando Bosco, dive-nuto nel momento in cui scriviamo unafirma significativa nel mondo dellapoesia, soprattutto dopo la pubblica-zione, a livello nazionale, dell’operaprima “Rac contarsi in versi”, Albatroseditore.Pippo Cosentino

Giuseppe Cosentino

“Tra la folla studentesca visono, ancora giovanissimi,appena percepibili (chi cercatrova!), Delfo Gaeta, esperto,più tardi, nel mondo ospeda-liero; Claudio Rossitto, diri-gente, ora in pensione, delComune di Len tini; ArmandoAnsaldo, mitico professored’inglese e protagonista auto-revole fino alla fine del rap-porto di lavoro nelle scuoleitaliane; Gianni Cannone, alloradirettore responsabile delperiodico locale di vita citta-dina “La Fessura”.

Fotoservizio Lorelan

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Settembre 20118

Sabato 18 giugno (Salone “EttoreBaranzini”) alla presidenza pro-

vinciale della stampa cattolica di Siracusaè stato eletto il giornalista Salvo Di Salvoal posto dell’uscente Gianni Failla.

Il giornalista e scrittore lentinese,Gianni Failla, Vice direttore del settima-nale “Cammino, che lascia l’ambita caricadopo 16 anni di esemplare attività gior-nalistica nel pianeta cattolico siracurano,è stato nominato, successivamente, contutta la forza della gratitudine piacevolee pura, presidente emerito della stessasezione provinciale.

Un cambio di guardia, quello tra GianniFailla e Salvo Di Salvo che, avvenuto all’in-segna della continuità amicale, culturale,religiosa e umana è stato vissuto, nella con-temporaneità della impegnativa situa-zione ovunque sempre in cammino, conprocedere assolutamente sennate.

Un passaggio di consegne non obbli-gatorio, ma naturale, fisiologico e pienodi dottanza cristiana.

Ma chi è Salvo Di Salvo? Questa la scheda del nuovo Presidente

raccolta attraverso Renato Pennini, respon-sabile comunicazione Ucsi Sicilia: SalvatoreDi Salvo, 46 anni, giornalista, collabo-ratore del Giornale di Sicilia e redat-

tore del settimanale cattolico “Cammino”;già consigliere regionale dell’Assostampa;dal 2004 al 2006 ha ricoperto l’incarico

di vice segretario provinciale dell’As -sostampa. Dal 2009 è tesoriere regio-nale dell’Ucsi Sicilia.

Cambio al vertice nell’Ucsi di Siracusa

Salvo Di Salvo succede a Gianni FaillaTra i presenti hanno preso la parola, oltre a Gianni Failla, mons. Alfio Inserra, consulente ecclesiastico;Aldo Mantineo, segretario provinciale dell’Assostampa; Giuseppe Vecchio, presidente regionale dell’Ucsi;Santo Gallo, consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti; Carmelo Petrone, consigliere nazionale della Fisc (Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici)

Foto di gruppo

Foto di gruppo

Tra i presenti hanno preso la parola,oltre all’uscente Failla, mons. Alfio Inserra,Aldo Mantineo, Giuseppe Vecchio, CarmeloPetrone e Santo Gallo.

Dopo un’attenta panoramica sul ruolodel giornalismo cattolico al servizio dellaChiesa sono stati eletti, assieme al DiSalvo, Pia Parlato alla Vice Presidenza;Alberto Lo Passo, segretario; il lentineseLuca Marino, tesoriere; Antonella Siliato,nella qualità di consigliera.

I ringraziamenti dell’interessato inquel contesto sono avvenuti con la gioiadentro il cuore.

Al collega Salvo Di Salvo, oltre alle con-gratulazioni sentite di “Leontìnoi oggi”,sono pervenute, meritatamente, le feli-citazioni di amici, autorità e colleghi.

Lions Lentini, Anno Sociale 2011-2012

Salvatore Maddalena eletto presidenteSalvatore Maddalena, noto penalista del foro sira-

cusano, con un maestro di eccelsa valenza dietrole spalle, che risponde al nome di Angelo D’Amico, èstato eletto con pieno merito presidente del presti-gioso Club Service di Lentini. L’avvocato Maddalena,che fa seguito alla felice gestione del presidente uscenteavvocato Maurizio Caracciolo, è pure annoverato comeuna firma assai stimata nel mondo vitivinicolo per l’ec-cezionale competenza nel settore specifico, mentremolto attaccato nei confronti dei santi protettori diLentini, Alfio Filadelfo e Cirino, egli non lascia occa-sione per dedicare alla fede religiosa, quale devotospingitore, sentimenti veri, caldi e partecipativi. Al neoPresidente gli auguri più sinceri per un buon lavoro.

Il passaggio di consegnetra l’uscente avv. MaurizioCaracciolo e il neo eletto avv. SalvatoreMaddalena

Da sinistra:Salvo Di Salvo e Gianni Failla

SalvatoreMaddalenamentre vienesorpreso dal bravofotografo-artistaLuigi Lo Re, in un’area dicontemplazioneetico-paradigmaticatra i devotispingitori della “vara” di Sant’Alfio

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Aveva ragione da vendere il compianto commediografo lentinese, Carlo Lo Presti,a cui il consiglio comunale di Lentini aveva approvato, giustamente e merita-

tamente, con voto unanime del massimo consesso civico, datato 18 novembre 1999,di intitolargli il Cine Teatro Odeon, non più privato ma ormai definitivamente comu-nale, quando scriveva (Sicilia Teatro) queste storiche parole: “Una attiva azione tea-trale in questa città non s’è mai spenta”.

E quello che viene rappresentato l’11 giugno 2011 proprio presso il Cine Teatro“Carlo Lo Presti”, ex Odeon, lo sta a dimostrare ampiamente attraverso la messa inscena da parte della Compagnia Teatrale Dance Harmony della commedia brillantein due atti “U partitu du mancia mancia”.

I personaggi e gli interpreti sono stati così diligentemente distribuiti: Janu (capofamiglia), Vittorio Basile; Teresa (sua moglie), Anna Maria Cattano; Santuzza (loro figlia),Evelyn Guercio; Padre Luigi (parroco), Salvatore Martello; Razia (vicina), CorradaAmabile; Marianu ( figlio di Razia), Alfio Conti; Turi (concorrente a sin-daco), Delfo Greco;Rosina (moglie di Turi),Maria Inserra; Claudio(figlio), Daniele Fisi caro;Gaitano (compari di Ja -nu), Salvatore Gua scone.

Alla regia una donnapositiva, Angela Pagano,mentre un’altra donna,Pinuccia Greco, si è espres -sa con altrettanto lode-vole spirito partecipativocome aiuto alla regia. Lescene sono state curate daEnza Ossino, da SalvatoreMandragona e da PippiCiciulla. Pinuccia Greco eAngela Pagano, inoltre, letroviamo anche nelle vestidi suggeritrici. Tutti hannolavorato con vistoso impegnopropositivo. Il pubblico, chesi è divertito largamente, ha avuto come spettatori d’eccezione il sindaco della Cittàdi Lentini, Alfio Mangiameli, il grande attore comico lentinese, maestro Enzo Ferraro,direttore del “Nuovo Teatro Leontino” che, di recente, ha realizzato con successo l’o-pera capolavoro Non Ti Pago di Eduardo De Filippo, e, infine, il simpatico autore delbrillante testo teatrale Rocco Chinnici. La serata, è ragionevole ricordarlo, si è arti-colata con il patrocinio del Comune di Lentini.

Una serata sociale (11/6/2011) sotto l’egida del Comune

Rappresentata la commedia in due attidi Rocco Chinnici“U partitu du mancia mancia” Meritevole l’impegno artistico della Dance HarmonyPresenti in sala il sindaco Mangiameli, l’attore comico Enzo Ferraro e l’autore del brillante testo teatrale

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La lentinese Giada Inserra si è classificata prima all’interno del 6° ConcorsoInternazionale di danza “SICILIA BAROCCA 2011” nella categoria “Moderna

Juniores”.La prodezza della giovane atleta di Lentini, che ha trionfato nella città di Modica

raggiungendo senza incertezze di sorta da parte dell’autorevole giuria il 1° postoin classifica, non poteva e non dovevapassare inosservatanella sua città natale.

Alla neo cam-pionessa tantissimiauguri in attesa ditraguardi sempre piùprestigiosi.

Una ballerina lentinese che fa onore al mondo sportivo

Trionfa a ModicaGiada Inserra

6° CONCORSO INTERNAZIONALE

dI dANZA

“SICILIA BAROCCA 2011”

mOdICA

moderna Juniores

1° Classificato

Giada Inserra

Giada Inserra in una difficile e convincente esibizione plastica di danza.

Foto di gruppo

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Via R. Morandi, 3 - Carlentini (SR)Tel. 095 901766

Editore e direttore responsabileGianni Cannone

Autorizzazione del Tribunale di Siracusan. 19 dell’11 novembre 2005

Realizzazione: G&G Stampa - Siracusa

segue da pag. 2 La fabbrica operativa e ideativa leontina: un cantiere di lavoro sempre aperto

dalla prima pagina

Massimo D’Alema a Lentini nella terra dei LestrigoniELEZIONI COMUNALI, MAGGIO 2011

dell’Università di Catania, avente il seguentetema: “Spiriti e forme dell’arte sicilianadal tardo gotico alla rinascenza”. Cominciaa profilarsi, nel contempo, una fisionomiaorganizzativa e identitaria qualitativa-mente e quantitativamente più impe-gnativa (Scuola d’arte drammatica, com-plesso orchestrale, scavi archeologici,ecc). Una intensificazione dell’intra-prendenza, insomma, che si tradurrà,come si è detto prima, in un bisogno dispazi più ampi e funzionali.

Si arriva, così, il 2 aprile 1950, allainaugurazione dei nuovi locali, con duenotevoli e invitanti interventi: il primo,dello stesso Barone Beneventano, inti-tolato “Cultura e popolo”; il secondo,del prof. Stefano Bottari, Ordinario diStoria dell’arte all’Università di Catania,intitolato “Le origini dell’architetturasveva in Sicilia”. innumerevoli, subitodopo e negli anni seguenti, saranno leconferenze, i concerti, le rappresenta-zioni teatrali: (a titolo esemplificativo)a) Il Cavalier Pedagna, una commedia diLuigi Capuana, con Aniello Greco, registae attore protagonista; b) “BenedettoCroce”, del prof. Giovanni Bianca; c) “Lacrisi del teatro”, del dott. S.G. Scapellato,scrittore e docente di Storia e Filosofia alLiceo Gorgia; d) “Il divorzio”; e) “Chiesae Stato nel Regno di Sicilia”; f ) “I monu-menti svevi di Lentini”, del prof. GiuseppeAgnello, Ordinario di Archeologia cri-stiana all’Università di Catania; ecc.

Non a caso, molto probabilmente, datoil quadro in questione, nei primi annicinquanta del secolo scorso comincianoad essere progettate o a prendere corpoalcune importanti infrastrutture monu-mentali come il Liceo Gorgia, l’IstitutoManzitto, il giardino pubblico antistantela Scuola Vittorio Veneto, il MuseoArcheologico. E sempre non a caso, sipuò ragionevolmente ritenere, nel mesedi settembre del 1952 viene inauguratoil Cine-Teatro Odeon. Una strutturamoderna e accogliente, destinata ad ospi-tare spettacoli cinematografici, musicalie teatrali: la prima, forse, del genere inSicilia. Nasce, appunto, non a caso, aLentini, dove con il Centro Studi NotaroIacopo era emerso un dinamismo non

comune; dove, grazie a tale lavoro, comin-ciava a delinearsi un canovaccio socio-culturale meritevole d’essere (pur in pre-senza di una realtà eventualmente diversa)riproposto ed emulativamente replicato.

L’esperienza del Centro Studi si con-clude, e non per consunzione naturale,con la istituzione - mediante Deliberazionedel 17/7/1957, proposta, e approvataall’unanimità dal Consiglio Comunale,dall’allora Assessore alla Cultura Avv.Filadelfo Pupillo - della Biblioteca CivicaRiccardo da Lentini, nel cui ConsiglioDirettivo transiterà una cospicua rap-presentanza del “Centro Studi NotaroIacopo”. Un passaggio, possiamo dire,senza soluzione di continuità, perché sichiude una piccola epoca per aprirsenesubito un’altra, altrettanto elettrizzante,segnata da altre trascinanti iniziative,come quella - per esempio - del famosoPremio Lentini, nell’ambito del quale unruolo non secondario svolse anche, ancoragiovane, il Direttore di questo giornale.

Il tempo, però, dobbiamo anche dire,al di là dei nostri limiti, non è passatodel tutto invano, se oggi possiamo con-tare su un corredo infrastrutturale sicu-ramente non irrilevante: il PalazzoBeneventano, l’Arena S.Croce, il Cine-Teatro “Carlo Lo Presti”, la BibliotecaCivica “Riccardo da Lentini”, il nuovoauditorium dei locali ex-Aias, ecc. Un cor-redo di cui potrebbe unitariamente (diret-tamente o indirettamente) occuparsi (nelcontesto di una programmazione orga-nica più esaustiva: Carnevale, PrimaveraLeontina, Festival del libro e della let-tura, Estate Leontina, Concerto di Natale,Concerto di Capodanno, ecc.), sotto il

che si registra il passaggio di D’Alema, inriferimento alle interessate amministrative2011. È su questa stessa terra, di imperiositàclassiche incancellabili, che fanno tappa,strategicamente, nell’ottica dell’unitànazionale, e Nino Bixio (il secondo dei Mille)e Menotti Garibaldi, (il primogenito del-l’eroe dei due Mondi) e Nicola Fabrizi(l’Aristide della Rivoluzione, consacratodal consiglio comunale leontino cittadinoonorario).

È su questa terra di Alaimo da Lentini,firma vigorosa del Vespro, che si rispon-deva nel 21 ottobre 1860 al plebiscito“Italia e Vittorio Emanuele II” con 1654“si”(nella Sicilia intera: 436 mila “si”, 667“no”). Non c’è alcun nesso specifico tra

l’incedere “dalemiano” nella Lentiniodierna e tutto ciò che appartiene alruolo e alla salvaguardia della Lentinitàche, indiscutibilmente, essa non puòmai perire. Quindi, effettuare delle oppor-tune e costanti riflessioni su un tema tal-mente vivo e scottante non si fa sicura-mente peccato. Passato, presente e futuronella casa democratica e civile dei popolidi ogni tempo hanno il destino segnato,in negativo ovviamente, senza le com-petenze di una cultura condivisa, con-sapevole, responsabile, autentica e tra-scinante.

La questione territoriale della Cittàdi Lentini, insomma, resta sempre unlibro drammaticamente aperto poiché a

nessuno è dato il compito terreno dicancellare le radici di una civiltà tantoantica. Una classe dirigenti illuminata elungimirante non può sempre averepaura di avere coraggio: anche gli erroricompiuti in lontananza (vedi l’incredi-bile scippo borbonico del 1857) nondovrebbero spezzare perennemente lacorda della verità vera sia dal punto divista storico, che identitario o econo-mico. La riunificazione territoriale trala città di Gorgia e Carlentini, non devepiù essere, a questo punto, solo un’u-topia. L’ “accorpamento”, dunque, è unimperativo categorico e costituirebbe, afuror di buon senso, un ritorno allarealtà delle origine. Sic est.

profilo gestionale, la Fondazione (o quella“Istituzione” a cui prima accennavo),come vettore conduttivo di una missionecivica chiamata a distinguersi per la suaeccellenza.

Si sarebbe autorizzati, allora, ad imma-ginare la nostra città come un cantieredi lavoro sempre aperto, una sorta di“Fabbrica Leontina”: una fucina opera-tiva e ideativa che raccoglie, elabora eattua proposte, idee e progetti prove-nienti da molteplici contributi indivi-duali, pubblici e associativi, proponendosidi favorire la utilizzazione virtuosa delnostro patrimonio storico, artistico, monu-mentale e paesaggistico. Quegli intellet-tuali di cui abbiamo parlato, in fondo, siproponevano, con il loro lavoro, di pro-muovere proprio il ruolo e l’immagine dellaloro città, partendo dalle sue anticheradici native e da ciò che ci è stato ere-ditariamente tramandato, non con l’in-tento di riproporne nostalgicamente icontenuti, ma con lo sprone propulsivodi far diventare essi la premessa di nuovee più importanti conquiste socio-cultu-rali ed economiche. Con il nostro lavoro,ora, inoltre, in aggiunta al profilo modu-lare disegnato, già di per sé ricco di fascinoe spunti seducenti, dovremmo soprat-tutto preoccuparci di sottolineare quellacentralità strategica che Lentini possiede,considerata l’invidiabile posizione bari-centrica in cui oggettivamente trovasi.Una dimensione, fino ad oggi, parzial-mente trascurata, ancora inesplorata, piùvicina al sogno che alla realtà, ma di cuioramai i segni visibili (il nuovo assettoautostradale, la vicinanza aeroportuale,ecc.) sono incalzanti e più che tangibili.

L’ultima faticadello scrittorelentinese SantoMilitti

È il sogno, tuttavia, ammesso che così losi possa definire, che spinge in tantissimicasi le persone a muoversi e ad attuareprogrammi e obiettivi più o meno ambi-ziosi. Proviamoci. La pigrizia immobili-stica o fatalistica può essere sconfitta.Sforziamoci di dare, senza enfasi, ma conla massima determinazione, una rispostaalta e risolutiva, compiendo responsa-bilmente il nostro dovere di cittadini attivie illuminati.

Santo Ragazzi