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www.donnaimpresa.com storia di copertina BRACALENTE ENRICO summer/winter 2008 D i SPECIALE Onorevoli Presidenti ATTUALITA’ Proprietà editoriale e progetto grafico DI.DONNA donna impresa magazine MATTEO MARZOTTO GABRIELLA MEGALE GRAZIANO DI BATTISTA New Generation Roby B: Quei bravi ragazzi ITINERARI DOSSIER DONNE Mr. NeroGiardini JACK la notte come non l’avete mai vissuta L’ITALIA DELLE REGIONI: L’AQUILA SPECIALE MARCHE LUX HOTEL hot summer 2008 BMB s.r.l. Via Ubrico 27/a_63029 monsampietro morico (ap/fm) tel. +39 (0)734.773411_fax +39(0)734.773422 www.bmbsrl.com _ e-mail:[email protected] b mb wire product S.r.l.

Nero Giardini con Enrico Bracalente by Donna Impresa Magazine President Valeriana Mariani

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Il PREMIO INTERNAZIONALE DONNA IMPRESA è dedicato all’universo femminile, ai suoi valori, all’importanza che la donna ha nella famiglia e nella società, ai mille ruoli che riesce a ricoprire, a tutto quello che riesce a fare, a dare, a trasmettere, a cominciare dall’amore che ispira ogni suo atto. Il prestigioso riconoscimento viene conferito a donne che hanno mostrato di sapere eccellere in campo artistico o professionale, sociale, politico o umanitario, senza mai sottovalutare però, la prioritaria importanza della famiglia, riuscendo mirabilmente ad essere mogli, madri, figlie, sorelle perfette oltre che artiste o professioniste affermate. “Premio Internazionale Donna Impresa” is an award for the female universe, dedicated to woman’s values, her importance in the family and in the society, the thousands of roles that she can play, all the things that she can do, give, transmit, starting from love inspired in her every act. The prestigious award is given to women who have shown they

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Mr. NeroGiardiniJACKla notte come non l’avetemai vissuta

L’ITALIA DELLE REGIONI:L’AQUILASPECIALE MARCHELUX HOTEL

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ARTEIommi l’immaginario poetico

della comunicazioneSistilli visto da Dick Adelaar

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Graziano Di BattistaDanilo SpecchiFrancesco SilviAlfredo Gattafoni

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i nostri figli visti da vicino

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intervista a Milko Vitali

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in missione con Jack

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speciale maggio/giugno 2007

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SPECIALE“Fatti, donne, idee con unamarcia in più”

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cose da ragazziNicoletta Morelli Roby B.e

RITRATTIPUBBLICO PRIVATOeFedericoVitali

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Rita Vitali Rosati

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speciale autunno 2007

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PUBBLICO&PRIVATOGraziella CiriaciMassimo RossiAlfredo GattafoniSilvano Lattanzi

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IL VALORE DELLA DIFFERENZAIX CONVENTION DONNEIMPRESALE RAGIONI DELLA NUOVAPOLITICAFERMATOR:PORTE APERTE

MIXERI luoghi dell’arte:ad Utrechtcon Paolo SistilliLIBRI A PROVA DI MEMORIA:le poesie di Soldani e Capriottii racconti di Castellani e Rutili

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Info

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Due anni alienatofra Spagna e Italiadue mostre in Madridsotto l’egidia di Eduarte

programma di scambio fraartisti iberici e olandesi unvero successo di criticae d pu blicoi b

L’ARTEINOTTORIGHE

GiuseppeCapriotti

4 STORIA DI COPERTINAEnrico Bracalente intervista di Valeriana Mariani

10 SPECIALE DONNEa cura di Valeriana Mariani

32 ATTUALITA’Onorevoli Presidenti

35 DOSSIER ITINERARIStorie da vedere: L’AquilaLE MARCHE: L’ITALIA IN UNA REGIONE46Speciale costa adriatica

72 LUX HOTELLe strutture turistico-ricettive più belle d’Italia

74 ABITARE IL TEMPONEWS82Dal mondo della cosmetica e delle fragranze

86 MODA360°/ lusso

88 NEW GENERATIONBelle scoperte

90 QUEI BRAVI RAGAZZIIl futuro è in buone mani

92 JACK /BELLA VITAHot summer 2008 “dal tramonto all’alba”S

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ANTEPRIMA

ANNARITA PILOTTI

AUTUNNO 2008in copertina

arte:GIUSEPPE CAPRIOTTI la vita, le operePAOLO SISTILLI fra Spagna e Italia

“la nascita dell’ItaliaL’EREDIT DI LUIGI EINAUDIÀe la costruzione dell’Europa” visita guidata per i socidell’associazione culturale “L’ALBA DEL TERZOMILLENNIO” SARA IANNONEdella presidentessa

aziende:

libri:CHI STATO? Gli uomini che fanno funzionare l’ItaliaÈ

LUIGI TIVELLIintervista esclusiva all’autoreMIRKA CESARI ci parla del suo ultimo lavoro

CHAT-LINEspeciale donna:ANGELA TAGLIABUE ricordando Sanremo

VILLA PALLADIOdal 20.settembre.2008al 06.gennaio.2009

VICENZA

L’eredità diLuigi Einaudi

Palazzo del Quirinale

OROGEL il Gruppo cesenate investe 40 milioni dieuro nel prossimo triennio per il potenziamentotecnologico e produttivo ed acquisisce due nuovistabilimenti L’obiettivo è quello di rafforzare.ulteriormente la struttura societaria del Gruppo evalorizzare ancor di più la propria offerta conproduzioni tipiche coltivate e raccolte nei terreni piùvocati.

ANGELATAGLIABUEprofessionereporter

in primo piano

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ENRICOBRACALENTE

Il Made in Italyaffonda le sue radici dimito nella forza di unsistema. Bisognaprima orientare glisforzi all' interno, suquei contenuti diqualità, di superioritàoggettiva, che ilconsumatore leggedietro l' etichetta.Perpetuare l'eccellenzaperché il sistema noncrolli. Uno sforzo chenon può essere portatoavanti solo difendendoun marchio.L' etichetta made inItaly è il simbolo di unvalore accumulato dasecoli, di unpatrimonio di qualitàriconosciuto da tutti.Applicarlo è unaforma di tutela.

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“BuongiornoEccellenza”

NERO GIARDINI: ILPRODOTTO, LATECNOLOGIA, I VALORI.UNA PRODUZIONE DI SCARPE ED ACCESSORI MADE IN ITALY, EMBLEMA DI ELEGANZASENZA TEMPO, SI CONFERMA LA SCELTA VINCENTE PER L’AZIENDA MARCHIGIANAPREMIATA DAL MERCATO.

Enrico è intelligente, brillante, ospitale. Carattere deciso che tendeall’autoaffermazione, non per vanità, ma per convinzione profonda nel valore delleproprie idee, non rinnega le sue semplici origini contadine, anzi ne è fiero. Quellafierezza che traspare dagli occhi, tipica di chi conosce il reale valore delle cose, dellepersone, dei gesti. Abituato ad esprimersi con franchezza e decisione, ama essereapprezzato ma non adulato, e non si perde in sottigliezze o futilità. Rivela unapersonalità logica, razionale, ed allo stesso tempo fedele alle tradizioni ed alle proprieidee; esigente prima di tutto con sé stesso. Un uomo che ha colto l'attimo fuggente,che ha sfruttato l'occasione della sua vita, che ha saputo intuire che i sacrifici inizialisarebbero stati compensati in un secondo tempo. Un uomo che ha impegnato la suagiovinezza per raggiungere un traguardo che riteneva meritevole e giusto, sogno eche è riuscito a realizzare. Conversare con Enrico è stata la piacevole conferma diquanto mi avessero raccontato di lui ovvero della semplicità che conservanonostante oggi sia un uomo di grande successo, del suo saldo legame con ilterritorio in cui è nato e vive tutt’oggi con Laura la donna che ha condiviso con lui lefatiche del suo non facile percorso professionale, dell’amore per i figli: il ventenneAlessandro e la secondogenita Gloria di cui parla con rara tenerezza. L’abbiamoincontrato nella sua azienda a Monte San Pietrangeli, una grande struttura luminosaed essenziale dai contrasti cromatici decisi…

Mi parli della sua vita professionaleEnrico…Siamo nati nel 1975 con una nostra piccolaproduzione e lavorando conto terzi. I fatturatidi quegli anni seppur modesti consentivanoall’azienda in cui io e mio fratello lavoravamoe della quale eravamo soci, di “sopravvivere”in maniera dignitosa, questo almeno fino aiprimi anni ’80 quando addirittura si era ancheverificato un incremento del fatturato, nullache modificasse il trend in manieraesponenziale o che facesse percepire nuovirosei scenari, ma che comunque fusignificativo al fine di ridare ottimismo ad una

azienda che faticava non poco a reggere lesorti del mercato. Sempre in quegli anni, eprecisamente nel 1983, nasceva il marchio“Nero Giardini” ad accompagnare iltradizionale “Batam” che non aveva maivissuto, sino ad allora, momenti di splendore.Quel trend positivo di crescita non fu peròriconfermato nella seconda metà di queglistessi anni ’80 per tutta una serie di fattori cheerano principalmente riconducibili ad unacrisi generalizzata della calzatura ma anche alnon riuscito tentativo di entrare in nuovigrandi mercati extra europei in un momentoin cui si viveva l’illusione di un mercato

Storia dicopertinadi Valeriana Mariani

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globale ricco di opportunità, per tutti. Noi perprimi restammo scottati dall’esperienza“globale”, e particolarmente con il mercatoamericano, tanto che ci trovammo adaffrontare una crisi talmente grande darischiare di non farcela. Cercai dicomprendere le ragioni di quello che si erarivelato un tentativo fallimentare e compresiche l’azienda a quel punto era di fronte ad unbivio. Da una parte vi era la possibilità dicontinuare a lavorare conto terzi ricercando ilbusiness attraverso i grandi nomi della moda,dall’altra la possibilità di imporsi sul mercatocon un marchio proprio, ma per realizzarequesto bisognava rivoluzionare l’intero assetaziendale, progetto non condiviso da miofratello a cui era affidato il management inquanto più adulto di me di circa dieci anni.Fondamentali erano intanto eranol’assunzione di competenze in grado dirisanare il deficit. Chiesi aiuto a mio zioGuido, uomo di grandissime capacitàorganizzative che aveva un’esperienzatrentennale maturata al commerciale dimultinazionali, affinché ci trasferisse il suobagaglio di saperi ed a Giorgio, mioconsulente ed amico, perché facesse uncheck-up dello stato dell’azienda che risultòsostanzialmente“sana”. Il loro ingresso fupreziosissimo perché introdussero un modo dipensare e di agire volto ad ottimizzare e ridareslancio ad una struttura organizzativa ecommerciale appesantita da una logisticainadeguata e da funzionari incapaci. Intantocorreva l’anno 1989. In fabbrica, in queglianni, vi era una vera e propria rivoluzione:tutto quanto concorresse a rendere stagnantela gestione e l’economia e /o convergesse coni nuovi principi aziendali, venne reciso.Numerosissimi furono poi i momenti diconfronto alla ricerca delle soluzioni miglioriper non vanificare i sacrifici cui ci eravamosottoposti in questo “ideale viaggio” allaconquista di un sogno. I rapporti con la dittache ci dava lavoro intanto permasero perchérappresentavano un’entrata certa per la nostraazienda che particolarmente in quel momentoaveva bisogno di stabilità in quanto impegnataa muovere i primi passi verso l’affermazionedel marchio sul mercato, ma si sciolserodefinitivamente nel 1993, anno in cuiriuscimmo, per la prima volta, a soddisfare ilfabbisogno giornaliero solo attraverso lavendita del nostro prodotto. Lo considerammoun evento talmente ricco di significato dadecidere di dedicarci completamente allanostra produzione. C’era moltoottimismo…quello che mancava in quelmomento era solo il coraggio di cambiarevision e sfruttare appieno tutte le straordinariepotenzialità che non venivano utilizzate e cheio percepivo come il vero elemento di svolta,pensiero non condiviso da mio fratellononostante le mie ripetute sollecitazioni. Avrei

voluto un’occasione che mi consentisse dimettermi alla prova, certo di riuscire a dare unsignificato diverso a quel momentopropiziatorio, ma invano. L’occasione sipresentò solo l’anno successivo nel mese diSettembre quando per l’ennesima volta chiesila “fiducia” per avere in mano le redini dellasocietà almeno per un semestre. Riuscii aspuntarla, a fatica. Finalmente avevol’opportunità di rendere operativo il progettodi innovazione che avevo chiaro in menteormai da tanto tempo e, malgrado le ripetutelimitazioni da parte degli altri soci chetendevano a conservare un atteggiamento dichiusura nei confronti di un processo dicrescita che ritenevano troppo spregiudicato,chiusi l’anno con un buon utile. Nonostantel’esito positivo però, non giungemmo mai allapiena condivisione delle strategieaziendali…motivo per il quale, di comuneaccordo, nel Maggio del ‘98 decidemmo dichiudere la società di cui rilevai le quote.BAG Spa titolare del marchio NeroGiardini nasce quindi ufficialmente nel1998 quando lei Enrico rileva le quoteazionarie della Batam diventandoAmministratore unico. Il suo marchio inpochi anni diventa leader in tutto ilterritorio nazionale ed oggi si appresta aconquistare anche l’egemonia dei mercatieuropei vantando una produzionerigorosamente made in italy con scarpe edaccessori di altissimo pregio estetico cheassicurano alla sua azienda una crescitacostante nel tempo. Lo testimonia ilfatturato 2006 pari a 112 milioni di eurocon un incremento del 70% rispetto al2005. Il 2007 registra invece un aumento dicirca il 35% con 155 milioni di fatturato,mentre per il 2008 si prevede un ulterioreincremento del 25-30%. La scelta di nondelocalizzare le fasi di produzione inmercati esteri a più basso costo affinché lesue produzioni conservassero lecaratteristiche della tradizione calzaturieraitaliana, in netta controtendenza rispettoalle scelte della maggior parte dei suoicompetitor, si è rivelata una politica disviluppo vincente che oggi la premia.Una scommessa vinta alla grande…

Quali sono, Enrico, gli altri fattori chenella sua azienda hanno concorsoa quell’escalation da record che si èverificata negli ultimi esercizi…

Una scommessa vinta che premia sial’azienda che i partner commerciali iconsumatori…un successo che mi pone difronte a grandi responsabilità, prima fra tuttequella di continuare a realizzare un prodottodi assoluto pregio nel solco della miglioretradizione del Made in Italy ad un prezzoragionevole ed equilibrato.

Sono le donne e gli uomini che ne fannoparte. I cosiddetti “valori intangibili”

L’italianità delle scarpe e degli accessori Nero Giardini è sottolineatasu ogni prodotto attraverso il tricolore esibito con orgoglio sullesuole e sul packaging. Orientata fortemente al proprio sviluppo in Italia edall’estero, BAG Spa che produce attualmente 15.000 paia di scarpe al giorno, hacontinuato a potenziare gli investimenti creando nel 2006 un nuovo polo industrialepresso la sede dell’azienda capogruppo. Ben 10.000 mq tutti climatizzati a cui siaggiungono 4 stabilimenti di proprietà dedicati alle catene di montaggio per unasuperficie totale di oltre 18.000 mq.a breve, nella zona industriale del fermano,inizieranno i lavori per altri 12.000 mq, che ospiteranno una moderna piattaformalogistica per i prodotti finiti e che continueranno ad avere la completaautomatizzazione come già oggi il magazzino merci. Pur adottando le miglioritecnologie - ci dice Enrico – alcune fasi della lavorazione dei prodotti Nero Giardinisono ancora realizzate a mano, in maniera artigianale, come ad esempio la“spazzolatura” un particolare procedimento che conferisce il caratteristico effettoinvecchiato” . Sul fronte delle risorse umane l’azienda, che offre al propriopersonale un ambiente moderno e dinamico e un clima lavorativo sereno, si avvale

La produzionerigorosamentemade in Italy?Un plusstrategico cheimpegna l’aziendanella costantevalorizzazione edifesa del knowhow italiano oltreche delle risorsedel territoriomarchigiano.

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di collaboratori che vantano un bagaglio diesperienza proveniente dalla migliorecultura calzaturiera italiana. Oggi il repartostile è guidato da un team di stilisti chedisegna le collezioni e da un gruppo dimodellisti tecnici che sviluppano ilprodotto. Il totale degli addetti, tra diretti edindiretti, raggiunge oggi le 2.000 unità.Attenzione e qualità ai massimi livelli,garantite per tutto il ciclo produttivo, sonouna prerogativa dell’azienda che haconquistato il mercato negli ultimi annigrazie alle sue scelte vincenti anche sulfronte della distribuzione. Lo testimonial’apertura, dal 2003 ad oggi, dei 7 negozimonomarca Nero Giardini tutti di proprietà:a Milano in Corso Venezia, nell’esclusivoquadrilatero della moda, e in Corso di PortaTicinese, a Firenze in zona Ponte Vecchio ein Via del Corso, a Roma nella centrale ViaFrattina, a Venezia in Castello Salizada S.Lio e a Riccione in Via Milano. Negliultimi anni, oltre 400 negozi multimarca, acui presto se ne aggiungeranno altri 100selezionati tra i 2.500 punti venditamultimarca che costituiscono la base delladistribuzione sul territorio, hanno creatoall’interno dei propri spazi cornermonomarca dedicati all’esposizione discarpe ed accessori Nero Giardini. Inoltrenel 2007 l’azienda ha avviato lo sviluppodel “progetto franchising” con l’apertura di20 punti vendita fra cui Treviso, Marcon,Aversa dopo i primi realizzati a CivitanovaMarche, Ragusa, Sassari e Trieste.La previsione nei prossimi mesi è diaggiungere altri 10 punti vendita.Di recentissima apertura il primo outlet aMonte San Pietrangeli dedicato allecalzature e agli accessori delle linee uomo,donna e bambino. Sul fronte estero invece,Nero Giardini, già presente con proprishowroom a Bruxelles, Dussendolf eBarcellona, prevede la creazione di puntivendita monomarca a Parigi, Londra,Bruxelles e Barcellona, contando diincrementare progressivamente l’export neiprossimi anni. Per quanto riguarda ilprodotto, sono tre le collezioni di calzaturedi calzature e accessori proposte: NeroGiardini caratterizzata da uno stile classico-casual attento alle tendenze e al concetto dieleganza senza tempo; NG Nero Giardinipiù sportiva e outdoor, con un caratteregiovane ed informale spesso improntatoallo stile unisex; Nero Giardini junior cheha visto il suo debutto con la primavera-estate 2007, si caratterizza per uno stilefresco e dinamico in grado di conquistare lenuove generazioni sempre più esigenti infatto di moda. In cantiere la prima linea diabbigliamento uomo e donna dal gustocasual metropolitano.

“...sono legato al territoriopiù bello d’Italia in cui vivegente laboriosa, onesta...unterritorio straordinariamentevario in cui il passare dellestagioni si rivela ogni volta ilpiù grande spettacolo a cuiabbia assistito...fatto dicolori, di luci, di profumi diineguagliabile intensità...nonè forse questa la veraricchezza di un uomo?”

all’interno dei quali vi sono anche ilbrand, la qualità del rapporto con ilcliente, la capacità del management ol'eccellenza organizzativa che noncompaiono nei resoconti contabili, purrappresentando elementi essenziali delvalore di un'impresa. Ed è proprio lacomponente immateriale, perchédifficilmente imitabile, a differenza diquella materiale, che garantisce unmaggiore differenziale competitivo,permettendo al sistema aziendale diaccrescere in maniera duratura il suovalore economico e di prolungare consuccesso la sua permanenza sulmercato.

Essa si basa su due principi assaisemplici che costituiscono i pilastri delsistema toyota: il just in time el’autonomazione che hanno come finequello di superare una serie di limitistrutturali della produzione industrialeattraverso il ravvicinamento dellafunzione umana al processo lavorativo.Se nel sistema fordista il potere didecisione stava saldamente al verticedella catena produttiva, nel toyotismo lafacoltà di decidere passa ad un’entitàastratta che è posta esattamente alla finedel processo lavorativo: la fabbrica deveseguire ogni “repentino cambiamentod’umore”, deve attrezzarsi per unapratica occasionalistica, misurata sultempo breve e brevissimo, capace dimutare l’organizzazione del lavoro,l’organico delle squadre, le disposizionidelle macchine a seconda del volumeproduttivo e del tipo di merce richiesta.Tutto questo presuppone unarivoluzione organizzativa diretta arealizzare economie di spazio e ditempo. Altro elemento di rottura trafordismo e toyotismo è la concezionedella fabbrica come ambientesociale…una comunità di unificata edomologata in cui il lavoratore infonde lapropria intelligenza nel processolavorativo coniugando funzioniesecutive con prestazioni di controllo edi progettazione, segnalando i difetti intempo reale e partecipando direttamentealla ridefinizione della struttura stessadel processo lavorativo in rapporto allevariazioni della domanda. Tralavoratori/operai e direzione d’impresacorre una continuità culturale,

esistenziale, un comune sentire che nonammette fratture. La fabbrica, in sintesi,pensata come identità collettivacoincidente con l’universo dell’impresa.

Innovazione significa coraggio,rivoluzione, passione….è uncomportamento, una forma mentalepersonale o aziendale di affrontare lecose: non esiste una regola da seguire,ma un modo di imparare a ragionare conuna logica un po’ diversa o, ancorameglio, da un punto di vista diverso.

Per poter emergere all'interno di unmercato sempre più competitivol'azienda ha bisogno di definire in modochiaro la propria identità. Per far questoè necessario lavorare ad unaintegrazione tra vision (le ambizioni acui tende un brand), cultura dell'azienda(comportamenti, atteggiamenti e valori)e immagine (la percezione complessivadell'azienda da parte dei suoi clienti edei suoi stakeholder). Allineare questitre elementi ha lo scopo primario direndere uniche le immagini e levalutazioni su un'impresa da parte ditutti coloro che entrano in contatto conessa. Si tratta quindi di un concetto cheoltrepassa la semplice conoscenza ofedeltà alla marca: le persone siinnamorano di un brand, hanno fiducia esoprattutto credono in esso. I clientifedeli, condividendo un mondo comunefatto di valori e di ideali, diventanogruppi, aprendo così la strada amolteplici possibilità comunicative daparte dell'azienda.

Sono d’accordo con lei. Il nostrocompito oggi deve essere innanzi tuttoquello di restituire ai giovanientusiasmo e certezze. Se è vero che igiovani sono schiacciati sulladimensione del presente e faticano asviluppare la dimensione dellaprogettualità, non c’è dubbio cheattraverso una forte relazione con gliadulti possano mettere a fuoco unprogetto di vita e di carriera, in unaparola imparare a costruire il lorofuturo. A volte basta un gesto, a voltebastaun sorriso, una parola per avviare larelazione. Quello che è importante è checi sia un sostanziale desiderio di capire,di entrare in contatto, di abbattere ilmuro di indifferenza che di solito cicostruiamo intorno, di uscire dai propriegoismi per avvicinarci a qualcuno cheha bisogno di noi. Basta un niente percreare una scintilla di interesse in ungiovane che,anche se non lo sa, è allaricerca di se stesso. Si tratta a volte disuperare quelle carenze affettive, spessoinconsapevoli, di chi è impegnato amantenere il benessere economico e agarantire attenzioni solo materiali a figlidi cui non conosce i bisogni di relazionepiù profondi. La cosa più importante èsaper “ascoltare”, non pretendere diavere tutte le risposte già belle epreconfezionate, di voler per forza“modellare” l’altro come un clone di sestessi, ma essere capaci di valutare ibisogni reali dell’altro e avviare unrapporto dal quale può poi scaturire unarelazione ricca di significati.L’esempio, i modelli di comportamentovirtuoso, le testimonianze di eccellenzasono spesso un detonatore di relazioniricche di valore in sé. Questi ragazzihanno davanti un mondo davverocomplicato, difficile. Se qualcuno diceloro: lavora su te stesso, non pretendereche tutto sia semplice, accetta ledifficoltà come parte della vita, perché ildifficile e il facile sono sempre unoaccanto all’altro, i ragazzi si sentonoincoraggiati a fare uno sforzo in più conpassione ed entusiasmo, senza sentirsivittime ma diventando autori della lorovita.

Lei ha applicato i principi deltoyotismo… toyotismo inteso comerivoluzionaria filosofia produttiva cheprende il nome di “produzionesnella”, fondata sulla “fabbricaintegrata”e sulla “qualità totale”.Ce ne parli…

Come definirebbe l’innovazione?

Questo stato mentale a cui fariferimento si è certamente rivelatodeterminante sia per ciò che concernel’amministrazione delle risorsequanto nel processo di costruzione edaffermazione dell’identità del suobrand...

Parliamo di nuove generazioniEnrico, visto che è anche papà di duesplendidi ragazzi poco più cheadolescenti. La realtà giovanile dioggi, inutile dirlo, presenta e poneproblemi che in parte investono igiovani: nuovi bisogni di sviluppo;nuove modalità di relazioniinterpersonali; nuova e più articolataconcezione del futuro ecc., ed inparte, forse la più consistente,investono l'intera comunità e gliadulti in particolare, certicomportamenti dei giovani sonoinfatti veri e propri messaggi dacogliere ed interpretare. Più cheparlare di giovani come problema edei problemi dei giovani, varrebbe

forse la pena di riflettere, almenoqualche volta, proprio su noi adulti?

B.A.G. S.p.A.MONTE SAN PIETRANGELI

ITALY

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