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di PAROLE GIORNALE DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE DI CASTELLO GIORNALE DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE DI CASTELLO MARZO 2013 N. 01 MARZO 2013 N. 01 La tua Parola, luce sul mio cammino

Parole di Vita - Marzo 2013

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“Parole di Vita” è il giornale della Parrocchia di Castello, pubblicato per tutti i membri della comunità parrocchiale.

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La tua Parola, luce sul miocammino

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CONFESSIONIMercoledì 27 marzo ore 21.00Venerdì 29 marzo ore 16.30 - 18.30Sabato 30 marzo ore 15.00 - 18.30

TRIDUO PASQUALEGiovedì 28 marzo - Giovedì Santo

ore 15.15 Lavanda dei piedi - accoglienza degli Oli - S. Messa

ore 21.00 S. Messa in Coena Domini

Venerdì 29 marzo - Venerdì santo

ore 15.00 Celebrazione della Passione del Signore

ore 21.00 Via Crucis per le vie del quartiere

Sabato 30 marzo - Sabato Santo

ore 21.00 Veglia pasquale

Domenica 31 marzo - S. Pasqua

SS. Messe nell’orario festivo

ore 10.00 S. Messa solenne

Lunedì 1 aprile - Lunedì dell’Angelo

SS. Messe ore 10.00 e 18.30

Settimana Santa

CONTRIBUTO per il Giornale della ComunitàIl Giornale viene distribuito in tutte le famiglie

gratuitamente.È possibile, però, contribuire

alle spese di stampa con una libera offerta.

Ringraziamo la vostra generositàche ci permette questa presenza in tutte le famiglie.

ED I TOR IALE

PAROLE DI VITA 2013 N. 1 1

CARISSIMI PARROCCHIANI,questo numero del Giornale della Comunità vi giunge nell’imminenza della Pasqua ma anche e soprattutto nel cuore dell’evento del nuovo Papa che il Signore, che conosce bene i tempi della Chiesa e del mondo, ci ha donato, superando tutte le previsioni e le statistiche.Infatti lo Spirito Santo non segue i nostri schemi. A lui veramente stanno a cuore la Chiesa e ciascuno di noi.Che cosa si può dire allora di questo nuovo Papa, Papa Francesco?

E’ presto; tuttavia lasciamo parlare un po’ il cuore, perchè in questi giorni i sentimenti di gioia, di gratitudine e di speranza per la chiesa e per il mondo sono stati molti ed appassionati.Innanzitutto il suo breve saluto alla gente. Ritornano in mente alcune parole: accoglienza, fratellanza, popolo e preghiera.Ha ringraziato per l’accoglienza calorosa della gente, all’inizio e al termine del saluto alla folla.Era estasiato e quasi incantato dinanzi allo strepitoso saluto del popolo di Dio radunato in piazza S. Pietro. E infatti più volte ha ripetuto l’altra parola magica: il popolo.Se avesse potuto, l’avrebbe abbracciato quel popolo, dall’alto della sua loggia; e in quel momento l’ha veramente incontrato: “Vi chiedo che voi preghiate il Signore, perchè mi benedica”: la preghiera del popolo.Ed è proprio in quell’istante che il Papa si inchina in preghiera davanti al Signore ed al suo popolo. Tra le tante foto, quella più suggestiva, quella più eloquente è stata per me proprio questa: il Papa in preghiera davanti alla sua gente.Cosa grandiosa e strepitosa: infatti la fratellanza, altra parola richiamata dal Papa, passa attraverso il riconoscimento della dignità della persona, di ogni persona, ma anche attraverso gesti profondi di umiltà che sono indispensabili per ogni processo di pace e di fraternità.Papa Francesco. Questo nome racchiude in modo fortissimo un programma di fratellanza, di umiltà e di pace.E la folla dinanzi a lui ha colto subito il signifi cato di questo nome; nome che è un programma; non solo, ma che sa esprimere le vere attese dell’umanità intera e che fa rinascere sentimenti di speranza e di bene.Mi ricordavo del brano di Vangelo di Giovanni al capitolo 18, dove si racconta il momento del processo di Gesù davanti a Pilato. Pilato chiederà a Gesù: ma tu sei Re?Risponderà: si, ma il mio regno non è di questo mondo; sono venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità. E noi sappiamo che Gesù ha dato la sua testimonianza alla verità fi no alla fi ne per amore, regnando dall’alto della croce.Sulle spalle del Papa il Signore ha posto una grande Croce; tocca anche a tutti noi sostenere il suo cammino con la fede e con la preghiera.Teniamoci stretto anche quel prezioso e fortissimo momento di silenzio, dove forse abbiamo potuto anche “toccar con mano” l’immenso amore di Gesù attraverso l’affetto e l’amore di un Papa, chiamato ad essere il Vicario di Cristo in terra.Il Signore ce lo conservi nella sua bontà e nella sua santità.Grazie Papa Francesco!A tutti voi un augurio fraterno di Buona Pasqua.

Cordialmente don Egidio

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PAROLE DI VITA 2013 N. 12

CH IESA

La conclusione non deriva dalle premes-se, l’esito non è secondo le previsioni: l’emozione e l’improvvisa simpatia uni-versale per un uomo praticamente esclu-so dall’attenzione fi no al giorno prima so-no il segno di una sorpresa. L’elezione di papa Francesco non è coerente con le aspettative della vigilia. La sorpresa, per essere franchi, è anche una smentita di tante parole spese nell’impazienza del-l’attesa da tutti coloro che sono costretti a produrre una certa quantità di parole ogni giorno. La sorpresa, però, è soprattutto l’invito a un’attenzione più docile alla voce dello Spirito, più disponibile ai segni che la misteriosa presenza del Regno affi da alla Chiesa, come il più piccolo tra tutti i semi, perché la messe sia sovrabbondante. Dalla sorpresa si può imparare. Si impara

per esempio a non immaginare il ministe-ro e il magistero di papa Francesco come se si potesse dedurre dalle notizie che si raccolgono in queste ore con la frenesia di chi vuole mostrarsi informato. Dal fatto che venga dalla fi ne del mondo, dal fatto che sia di origini italiane, dal fatto che sia gesuita, dal fatto che abbia esercitato il suo ministero a Buenos Aires, in un Paese di enormi ricchezze e sempre a rischio di povertà, che cosa si può immaginare a proposito di quello che sarà? Mi sem-bra diffuso il rischio di pretendere che corrisponda a una certa aspettativa ro-mantica che riduce Francesco d’Assisi a una specie di testimonial di luoghi comuni e vorrebbe assimilarvi anche papa Fran-cesco. Immagino, invece, che per papa Francesco incominci una vita nuova, un

Francesco, imparare dalla sorpresaTra le moltissime parole che abbiamo letto e ascoltato in questi giorni sul nuovo Papa, Francesco, abbiamo scelto l’articolo di mons. MARIO DEL-PINI Vicario Generale della Diocesi pubblicato su Avvenire di domenica 17 marzo.

PAROLE DI VITA 2013 N. 1 3

CH IESA

«eccomi qua» che si fa pastore della Chiesa di Roma che presiede alla carità e che nella continuità con la successione apostolica farà risplendere la bellezza di quel segno della presenza del Regno che è la Santa Chiesa di Dio. L’accoglien- za festosa e commossa del nuovo Papa piuttosto che l’enfasi sulla «prima volta» diventa un’esperienza spirituale perché favorisce l’atteggiamento della docilità. Non saremo pertanto così superfi ciali daprovare simpatia perché si dice: «Final-mente un Papa che ha lavato i piedi ai poveri», perché tutti i vescovi e i preti del mondo compiono lo stesso gesto duran-te la Settimana santa. Piuttosto ci dispor-remo a lasciarci convincere: «È tempo che mi decida anch’io a servire i poveri; è tempo che vada anch’io a pregare con semplicità la Madonna perché possiamo tutti camminare nella fede, è tempo chemi metta anch’io alla sequela del Cro-cifi sso, per evitare il rischio di essere inu-tile». Forse per questa disponibilità a la-sciarsi condurre riconosceremo la vita di una Chiesa che non ti aspetti e potremo addirittura esserne pietre vive. Viva il Papa!

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PAROLE DI VITA 2013 N. 14

CH IESA

È stata una giornata storica in Vaticano quel-la di mercoledì 27 febbraio. Anche noi di Ca-stello abbiamo deciso di unirci alle 200.000 persone presenti in S. Pietro per assistere alla 348esima e ultima udienza di Papa Be-nedetto XVI. Siamo partiti alle 4.30 del mat-tino e, dopo un lungo, ma veloce viaggio in Frecciarossa siamo giunti a Roma. Siamo an-dati in piazza San Pietro il più velocemente possibile cercando di conquistare un posto in Piazza il più vicino possibile alle transenne per poter vedere e salutare il Santo Padre per l’ultima volta da Pontefi ce. Era un piazza festosa e colorata al tempo stesso, quella che si è presentata davanti ai nostri occhi. Molti erano i fedeli giunti da diverse parti del mondo, molte le bandiere che sventolavano; si respirava una grande

voglia di partecipazione unita ad una grande, anzi grandissima emozione. Tanti cori e suoni di tamburelli si sono elevati dalla piazza in attesa dell’arrivo di Papa Benedetto XVI.Alle ore 10. 30 il Papa ha fatto il suo ingresso nella piazza San Pietro inondata dal sole e gremita di fedeli. A bordo della sua papamobile ha compiuto un lungo, lento giro per la piazza salutando e benedicendo i fedeli, fermandosi ogni tanto per baciare alcuni neonati. Noi, uniti alla gran folla, abbiamo accolto con un lungo e caloroso applauso il suo arrivo, una grande commozione, ma anche una grande gioia ha riempito il mio cuore. E’ un grande messaggio quello che ci ha lasciato il Papa; la sua rinuncia mi ha addolorato, ma riempito l’animo allo stesso tempo. C’è bisogno di si-lenzio per ritrovare noi stessi. E’ un atto di for-te coraggio quello che ha compiuto. In quei pochi secondi, in cui sono riuscita a vederlo, ho notato tanta sofferenza nel suo volto, ma anche tanta serenità d’animo. Ai miei occhi è apparso un Papa sorridente ecommosso al tempo stesso. Anche le sue semplici parole improvvisate lo hanno dimo-

Insieme a Benedetto XVI

PAROLE DI VITA 2013 N. 1 5

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strato: ‘’Vi ringrazio di essere venuti così nu-merosi a questa ultima udienza generale delmio pontifi cato. Grazie di cuore, sono vera-mente commosso; vedo la Chiesa viva e pen-so che dobbiamo dire grazie al Creatore per il tempo bello che ci dona anche se è inverno!”Il Papa ha poi incominciato l’udienza ringra-ziando i fedeli, i cardinali e tutti i collaboratori: «Non mi sono mai sentito solo, grazie». E sul-le dimissioni ha aggiunto: «Ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, ma anche con una profonda serenità d’animo». Poi ha rassicurato i fedeli sulle sue scelte: «Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo».Le parole che, però, mi hanno maggiormen-te colpito e che porterò nel cuore sono state quelle in cui si è riferito ai momenti non facili da lui vissuti: «Mi sono sentito come San Pie-tro con gli apostoli nella barca sul lago di Gali-lea». La Chiesa ha vissuto in questi anni «mo-menti di gioia e di luce ma anche momenti non facili - ha proseguito Benedetto XVI. Il Signo-re ci ha donato tanti giorni di sole e di brez-za leggera, ma ci sono stati anche momenti

in cui le acque su cui si muove la barca di Pietro erano agitate e il vento contrario...». Tuttavia, ha sottolineato, «ho sempre saputo che nella barca della Chiesa - che non è mia, non è nostra, ma è Sua - c’è il Signore». E ilSignore «non la lascia affondare: è lui che laconduce, anche attraverso gli uomini che hascelto. Questa è stata ed è una certezza che nulla può affondare. Il mio cuore è colmo per-chè non ci ha fatto mai mancare il suo amore».Il Papa ha terminato l’udienza affermando: «Continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera. Vi chiedo di ri-cordarmi davanti a Dio e soprattutto di pre-gare per i cardinali chiamati a un compito così importante. Dio guida la Sua Chiesa, anche nei momenti diffi cili. Non perdiamo mai questa missione di fede. Nel cuore di ciascuno di noi, ci sia sempre la gioiosa certezza che il Signore ci è accanto e ci avvolge con il suo amore».Grazie Santo Padre, grazie Papa Benedetto XVI per aver guidato con forza e coraggio la Chiesa fi no ad oggi.

Giorgia

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PAROLE DI VITA 2013 N. 16

… Se la riforma liturgica invitava l’assem-blea ad una partecipazione attiva in quanto soggetto primo della celebrazione, come po-teva permanere l’immagine di una Chiesa che si identifi cava con la gerarchia (preti, vescovi e Papa) mentre i fedeli laici restavano un gradino sotto? La Chiesa è il popolo ra-dunato da Dio che cammina nella storia per essere segno e sacramento dell’amore che Dio vuole a tutti gli uomini. Un popolo nel quale tutti i suoi membri, ministri ordinati, religiosi e laici sono incaricati di annunciare la buona notizia della salvezza, ciascuno con una responsabilità propria. La Chiesa è il popolo della comunione, unito e fraterno, dove tutti hanno la stessa dignità. La Chie-sa, quindi, è chiamata a dimenticarsi per es-sere serva del Vangelo e a servizio degli uomini.“Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacer-dozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l’uno all’altro, poiché l’uno e l’altro, ognuno a suo proprio modo, partecipano dell’unico sacerdozio di Cristo. Il sacerdote ministeriale, con la po-destà sacra di cui è investito, forma e regge il popolo sacerdotale, compie il sacrifi cio eucaristico nel ruolo di Cristo e lo offre a Dio in nome di tutto il popolo; I fedeli, in virtù del loro regale sacerdozio, concorrono all’offerta dell’Eucaristia, ed esercitano il loro sacerdo-zio col ricevere i sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, con l’abnegazione e la carità operosa”. (Lumen Gentium 10)“I laici, radunati nel popolo di Dio e costituiti

nell’unico corpo di Cristo sotto un solo capo, sono chiamati, chiunque essi siano, a con-tribuire come membra vive, con tutte le for-ze ricevute dalla bontà del Creatore e dal-la grazia del Redentore, all’incremento del-la Chiesa e alla sua santifi cazione perma-nente. L’apostolato dei laici è quindi parte-cipazione alla missione salvifi ca stessa del-la Chiesa; a questo apostolato sono tutti de-stinati dal Signore stesso per mezzo del bat-tesimo e della confermazione. Dai sacramenti poi, e specialmente dalla sacra Eucaristia, viene comunicata e alimentata quella carità verso Dio e gli uomini che è l’anima di tutto l’apostolato”. (Lumen Gentium 33) Cristiani nel mondoI tempi erano cambiati ed erano ormai maturi per un nuovo soffi o evangelico sul mondo. Mai la Chiesa si era rivolta in un documento conciliare a tutti gli uomini; mai un Concilio si era espresso sulle dimensioni concrete della loro vita. Questo è lo slancio commovente che si respira nelle prime righe della Gaudium et Spes: “Le gioie e le speranze, le tristezze

Continuiamo la rifl essione sul Concilio Vaticano II in occasione del 50° anniversario

Anno della fede:alla scuola del Concilio Vaticano II

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PAROLE DI VITA 2013 N. 1 7

e le angosce degli uomini di oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore”. (Gaudium et Spes 1) Siamo davanti ad un linguaggio nuovo: la Chiesa incoraggia l’uomo ad avere fi ducia e lo invita ad avere passione per la sua storia. La Chiesa vuol dire a tutti gli uomini che il Vangelo è soprattutto compassione e misericordia e vuole condividere i loro faticosi cammini per una società più fraterna.“La coscienza è il nucleo più segreto e il sa-crario dell’uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità. Tramite la co-scienza si fa conoscere in modo mirabile quella legge che trova il suo compimento nel-l’amore di Dio e del prossimo. Nella fedeltà alla coscienza i cristiani si uniscono agli altri uomini per cercare la verità e per risolvere secondo verità numerosi problemi morali, che sorgono tanto nella vita privata quanto in quella sociale. Quanto più, dunque, prevale la coscienza retta, tanto più le persone e i gruppi si allontanano dal cieco arbitrio e si sforzano di conformarsi alle norme oggettive della moralità”. (Gaudium et spes 16) Il Concilio è vivo, anche se non c’è l’entu-siasmo di cinquant’anni fa. Il Concilio va an-zitutto conosciuto meglio, specie da chi non ha vissuto quella straordinaria stagione di Chiesa. In ogni caso, più che rimpiangere il fervore di ieri o criticare la freddezza di oggi, occorre porsi la domanda con la quale il cardinale Martini chiude il suo testamento spirituale. Essa apparentemente è fatta al-l’intervistatore, ma in realtà è rivolta a tutti: ‘‘E tu che cosa puoi fare per la Chiesa?’’. Queste parole sono l’eco del motto evangelico con cui Martini iniziò e concluse il suo servizio pastorale a Milano: Duc in altum! “Prendi il largo, affronta il mare aperto!”.

Chiara

Ci sono date nella storia che hanno un si-gnifi cato speciale perché aprono la strada a orizzonti nuovi. Esse acquistano un grande valore simbolico segnando un passaggio da un’epoca ad un’altra. Una di queste è il 313 d.c., anno in cui l’imperatore romano Costantino promulgò il famoso Editto di Mi-lano, atto attraverso il quale si poneva fi ne alle persecuzioni religiose che avevano col-pito in maniera particolare i cristiani. Un fat-to storico dunque che la diocesi ambrosiana sta ricordando con una serie di iniziative tra le quali la mostra a Palazzo Reale re-centemente conclusasi. Perché, come ha sottolineato il cardinal Scola nel discorso di sant’Ambrogio dello scorso dicembre, daquel momento emersero “per la prima volta nella storia le due dimensioni che oggi chiamiamo libertà religiosa e laicità dello Stato. Due aspetti decisivi per la buona or-ganizzazione della società politica”.In realtà la legge che dichiarava il cristiane-simo “religione lecita” fu emanata due anni prima dall’augusto d’Oriente Galerio e ven-ne successivamente confermata nel 313 da Costantino e da Licinio. Si disponeva che l’editto emanato da Galerio fosse ri-spettato in tutto l’impero e che da quel mo-mento in poi pagani e cristiani ricevessero lo stesso trattamento dalle autorità e go-

313 d.C.L’alba della

libertà religiosa

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PAROLE DI VITA 2013 N. 18

dessero d’identica libertà, nella comune speranza e nella comune necessità di un tempo che fosse fi nalmente di pace. Il testo delle disposizioni emanate a Milano, steso nel linguaggio uffi ciale imperiale con una solennità particolare, recita così: Quan-do noi, Costantino e Licinio imperatori, ci siamo incontrati a Milano […] ci è sembrato che, tra le cose che potevano portare van-taggio all’umanità, la devozione offerta al-la Divinità meritasse la nostra attenzione principale, e che fosse giusto dare ai cri-stiani e a tutti gli altri la libertà di seguire la religione che a ciascuno apparisse pre-feribile; così che quel Dio, che abita in cie-lo, possa essere benigno e propizio a noi e a tutti quelli sotto il nostro governo. Raramente il concetto di tolleranza e di ri-spetto per la persona e per le sue convinzioni è stato espresso meglio. Nonostante la fi -gura di Costantino porti con sé innegabili contraddizioni, da un lato imperatore spie-tato a cui si addebita persino l’uccisione del fi glio e della moglie, dall’altro il fi glio disant’Elena convertitosi al termine della suavita, fu, come scrisse sant’Ambrogio qual-che anno dopo la sua morte, il primo tra gli imperatori a scegliere la via della fede, stabilendo in essa la sua eredità.

A 1700 anni di distanza da quell’inizio, con-statiamo che il cammino resta ancora in-compiuto. Se è vero che l’editto di Milano apriva la strada alla libertà religiosa, anco-ra oggi in tante parti del mondo la possibili-tà di professare il proprio credo è ancora una conquista da acquisire pienamente. Come riporta infatti Mondo e Missione, in venti Paesi l’apostasia resta un reato; in al-cuni, come Arabia Saudita o Iran, punito addirittura con la morte e trentadue sono gli Stati che, con accenti diversi, sanzionano la blasfemia. Raccogliamo allora l’invito che il car-dinale Scola ci rivolge all’interno della sua lettera pastorale: “L’anniversario dell’editto di Costantino sarà l’occasione non solo per riprendere il tema della libertà religiosa, ma anche per una rifl essione, da condividere con tutte le persone e istituzioni disponibili, sulla rilevanza pubblica della religione e sul bene per l’intera società di una comunità cristiana viva, unita, disponibile a farsi prota-gonista nel tessuto sociale secondo la sua specifi ca vocazione e secondo una idea di società democratica che anche i cristiani hanno contribuito a costruire e devono con-tribuire a rinnovare”.

Chiara

CH IESA

PAROLE DI VITA 2013 N. 1 9

“Beati gli operatori di pace”. Questo era il tema proposto per la marcia della pace del 12 gennaio 2013 che ha preso il via da piazza V Alpini, a Germanedo. L’iniziativa è stata promossa dal decanato di Lecco e da alcune associazioni e gruppi presenti sul territorio.“Non c’è via per la pace... la pace è la via”. Queste erano le parole scritte su un grande stri-scione colorato portato da alcune ragazze e forse il vero signifi cato di questa marcia è riassunto in questa frase. Moltissime persone, nonostante ilfreddo pungente, si sono ritrovate per poi “cam-minare” insieme lungo un itinerario che ha toc-cato alcuni luoghi signifi cativi della nostra città, ponendo numerosi quesiti e richiamando il messaggio del Papa ad essere operatori di pace nella concretezza della vita quotidiana:- il villaggio (quartiere di Germanedo): emargina-zione o integrazione?;- la casetta dell’acqua (piazza V alpini): business privato o bene comune?;- il centro diurno per disabili (via Tagliamento): esclusione o inclusione?;- ex pizzeria “Wall street” (via Belfi ore): Italia, pizza mafi a e mandolino o sapore di legalità?;- istituto Giuseppe Parini: scuola, parcheggio o palestra di vita?;- laminatoio dell’Arlenico: crisi del lavoro, assi-stenzialismo o solidarietà?;- casa don Guanella: minori in diffi coltà, solitudine o calore di casa?;

- politecnico di Milano: scienza e ricerca, per di-struggere o per costruire?;- servizi Caritas: indifferenza o accoglienza?- basilica di San Nicolò: religioni, strumenti di guerra o di pace?Alla marcia hanno partecipato inoltre autorità religiose e politiche, confl uendo al termine, nel cuore della vita cristiana cittadina: la basilica di San Nicolò, nella quale ha tenuto una emozionan-te testimonianza la mamma di Vittorio Arrigoni, l’attivista brianzolo ucciso a Gaza nel 2011. «Dob-biamo imparare ad amarci tutti per la nostra sal-vezza» scriveva Vittorio in un tema già da bam-bino.Il Vicario episcopale della zona di Lecco, mons. Maurizio Rolla ha ricordato il messaggio del San-to Padre Benedetto XVI, pace come valore per cui lottare al di là del proprio credo. Ma la pace deve essere in qualche modo «insegnata». Per la pedagogia della pace non servono lezioni teo-riche, ma una ricca vita interiore con validi e fermi riferimenti morali, non solo etici, stili di vita appropriati. Pensieri, parole e gesti di pace creano mentalità e cultura della pace, un’atmosfera di ri-spetto e cordialità. È questa l’educazione alla pace che è molto più di una semplice «tolleranza».Come costruire la pace? «Dire no alla vendetta,riconoscere i propri torti, accettare le scuse sen-za cercarle e, infi ne, perdonare, perdonare, per-donare» sono queste l’eredità e la testimonianza che ci lascia il Papa.La preghiera conclusiva è stata letta dai rappre-sentanti di tutte le religioni presenti, per testimo-niare che la pace è di tutti.

Mario e Matteo (Resegoneonline)

“Beati gli operatori di PaCe”

CH IESA

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PAROLE DI VITA 2013 N. 110

VI TA PARROCCH IALE

Anche per quest’anno l’of-ferta culturale del Palla-

dium, oltre alla consueta programmazione ordinaria di fi lm in prima visione, da quest’an-no in digitale, oltre alla rassegna teatrale del-la domenica con quattro titoli in cartellone, si è completata con il tradizionale appuntamen-to del Cineforum.Nel 2012 fu il tema della famiglia a costituire il fi lo conduttore delle proiezioni, mentre per quest’anno è stata la fede, nelle sue sfaccettature e nel contesto dell’Anno ad es-sa dedicata, a defi nire il tema delle opere scelte.Le proiezioni sono state il martedì e sonostate arricchite dalla presenza di Maurizio Giovagnoni e Beppe Musicco dell’Associa-zione “Sentieri del cinema” che hanno aiu-tato gli spettatori a comprendere meglio si-gnifi cati, immagini e sfumature che, ad una prima visione, potrebbero essere sfuggiti.

L’avvio è avvenuto il 26 febbraio con il fi lm franco/canadese “Monsieur Lazhar”, dove una classe scolastica e un docente, colpiti

da eventi tragici, riescono insieme e reci-procamente ad aiutarsi e a riscoprire i valori della vita e dell’esistenza.

Il 5 marzo è stata la volta del tedesco “La rosa bianca” che narra la vicenda storica di un gruppo di studenti cristiani che pagano con la vita la loro attività contro il regime nazista.

“Monsieur Ibrahim e i fi ori del Corano”, èstato il terzo titolo, un fi lm francese che rac-conta il percorso di crescita e di formazione che viene a stabilirsi fra un ragazzo e un vecchio droghiere arabo, mirabilmente im-personato da Omar Sharif.

La conclusione del ciclo è stata affi data al-l’italiano “Maternity Blues”, proiettato il 19 marzo; il tema trattato è la descrizione dei diffi cili ritorni alla vita di alcune donne rin-chiuse in un ospedale psichiatrico perchè sisono macchiate del più terribile dei delitti: l’uccisione dei propri fi gli.

Temi forti e che hanno voluto tracciare alcune traiettorie di vita, secondo il titolo della ras-segna di quest’anno.

Claudio

Traiettorie di vitaTraiettorie di vita

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VI TA PARROCCH IALE

Sabato 23 febbraio la Com-missione Famiglia ha orga-

nizzato un momento di condivisione e rifl es-sione in preparazione alla Pasqua. L’incon-tro è iniziato con una cena al sacco in un fe-stoso clima conviviale, cui hanno contribuito anche i numerosi bimbi presenti.A seguire don Egidio ha tenuto una breve ri-fl essione sulla centralità della Resurrezione nell’esperienza cristiana, richiamando passi delle Scritture, ed in particolare S. Paolo: “SeCristo non fosse risorto, vana sarebbe la no-stra fede…”.Ci siamo quindi divisi in gruppi per poterci scambiare rifl essioni ed esperienze, mentre i più piccoli assistevano alla proiezione di un fi lm.A provocare la discussione, la lettura di un breve racconto, che descriveva l’esperienza di una mamma chiamata dal proprio fi glio a rendere ragione della propria fede e della verità sconvolgente della Resurrezione. Ci sia-mo interrogati su come - spesso - le domande apparentemente semplici dei bambini ci indu-cono a rifl ettere sul senso profondo della vita e della fede. Dallo scambio di opinioni è emerso che forse non siamo in grado di com-prendere e spiegare razionalmente la verità della Resurrezione ma che ciascuno di noi ne ha fatto esperienza tutte le volte in cui ha saputo riconoscere nella trama - non sempre lineare - della propria vita i segni del-la presenza e dell’amore di Dio che ci è ac-canto anche nei momenti più bui, quando, come il Cristo crocifi sso, invochiamo il Padre,temendo di essere stati abbandonati. La ve-rità della Croce e della Resurrezione si mani-festa nella vita di ciascuno di noi quando l’amore di Dio che giunge a noi attraverso i nostri fratelli ci induce a sperare comunque, anche contro ogni logica umana. Forse non

riusciremo a spiegare ai nostri fi gli il mistero della Resurrezione, ma possiamo tentare di esserne testimoni. È stata una serata intensa ma piacevole perché ci siamo sentiti parte di una comunità che ci sostiene nel cammino di fede.Ringraziamo la commissione famiglia!

Lucilla e Luigi

La fede è una grazia che Dio ci dona, da alimentare e comprendere. Non sempre lanostra mente riesce a capire il mistero della Resurrezione e noi cristiani spesso ci inter-roghiamo su quello che dopo la morte ci aspetta.Anche i nostri fi gli chiedono delle risposte che non sempre riusciamo a dare, ma sicuramente il rispettare il prossimo, volersi bene e dare il buon esempio nelle cose più semplici è un buon inizio di rettitudine.È diffi cile immaginare che durante una malat-tia o un momento diffi cile, Dio ci stia accanto, ma è proprio in questi istanti che la nostra fe-de è messa alla prova.La fede è fi ducia assoluta in Dio che parla all’uomo con le Sacre Scritture ed è “certezza di cose che si sperano e la dimostrazione di cose che non si vedono”.

Anna e Mauro

II incontro con le famiglie 23 febbraio 2013

Verso la Pasqua con Gesu’’

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PAROLE DI VITA 2013 N. 112

VI TA PARROCCH IALE

Si è concluso il ciclo di incontri quaresimali che, tradizionalmente, si tengono il venerdì sera nella chiesa parrocchiale. Quest’anno il parroco e la commissione liturgica han-no voluto dare un approccio diverso rispet-to al solito cammino di avvicinamento alla Settimana Santa. Sulla scia dell’Anno della Fede, sono state offerte sia testimonianze (di conversione di un laico, come quella del

signor Sabatino di Mattia oppure di don Gio-vanni Caprio, diacono del Seminario arcive-scovile di Venegono e prossimo sacerdote) che rifl essioni sulla Fede.Sono stati aiuti alla rifl essione sia per testi-monianza diretta – ricordo che anche Papa Francesco nell’omelia della santa messa con i Cardinali, nella Cappella Sistina, il giorno dopo l’elezione, ha ripetuto come siamo ve-ramente cristiani solo quando confessiamo, cioè testimoniamo, il Cristo – che tramite la meditazione di Mons. Rolla sulla Parola di Dio che ancora tramite quella forma di pre-ghiera e meditazione tutta particolare che è il canto, grazie al Coro gospel di Valmadrera e alla Corale di Caglio, che ci hanno guidato verso la Pasqua con musiche e parole che attraversano il tempo e la geografi a. Almeno un punto comune, che voglio offrire in que-ste pagine come ulteriore spunto di medita-zione, giunti ormai all’inizio della Settimana Santa, possiamo trovare nelle parole di don Maurizio e in quelle delle testimonianze che abbiamo ascoltato: questo Anno della Fede ci smuove un po’?Riusciamo a scuoterci dalla nostra assuefa-zione, anche alle cose di Cristo? Riusciamo a riscoprire le cose belle della nostra Fede?Riusciamo a superare lo sconforto di quan-do ci accorgiamo che anche la buona riu-scita delle cose concrete della nostra vita non dipende da noi, ma dallo stare vicini a Cristo?Mons. Rolla, il Papa emerito Benedetto e Papa Francesco, già in questi primi giorni di pontifi cato, ci indicano la via per ripartire facendo crescere la nostra Fede: non dob-biamo stancarci mai di chiedere perdono a Dio, nel sacramento della confessione e rientrare in noi stessi per aderire al Signore, tramite il sacramento dell’eucarestia. Solo così possiamo rinforzare la roccia su cui co-struire le fondamenta della nostra fede.

Matteo

Costruire le fondamentadella Fede

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VI TA PARROCCH IALE

Sollecitati dall’anno della fede, il cam-mino di Quaresima per i bambini della iniziazione cristiana, ha come cuore la preghiera del CREDO.

Durante la S. Messa delle ore 10, i bam-bini ascoltano la liturgia della Parola nella cappellina dell’oratorio, guidati dadon Paolo. La preghiera del Credo, di-visa in 5 parti (Credo in Dio Padre - in Gesù, nello Spirito Santo, - nella Chiesa - nella Vita eterna) di volta involta viene spiegata con parole ed esempi adatti all’età dei presenti.

I ragazzi poi rientrano nella chiesa par-rocchiale per vivere con tutta la comu-nità la seconda parte della Messa. Durante la recita del Credo, una classe alla volta, sale sull’altare per testimonia-re la propria fede.

CREDO IN TE

I bambini inoltre vengono invitati a par-tecipare alla Via Crucis preparata per loro, il venerdì alle 16,45 ed a compiere un gesto di condivisione portando i propri risparmi quaresimali il giovedì santo.Chi entra in chiesa durante la quaresima, incontra, al lato dell’altare, una grande croce, con le parole del Credo.

Ognuno viene così sollecitato a ripen-sare alla propria fede, a come vive la sua adesione a Gesù che dalla croce spalanca le braccia per abbracciare ogni uomo.

Maria

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PAROLE DI VITA 2013 N. 114

VI TA PARROCCH IALE

Segni di speranza per trovare la strada

Lo raccontano le storie dei vecchi, le anti-che leggende che una volta si studiavano a scuola. C’è un uomo - o un bambino - che cammina, e a un certo punto perde la strada, nel bel mezzo dell’avventura, e non sa più da dov’è partito e dove voleva arrivare. Per fortuna - dicono sempre le storie - qualcuno ha tracciato il sentiero percorso con segnali da poco: briciole di pane, i ciottoli raccolti da un torrente, o un fi lo di lana sottile tirato tra le pareti buie di un labirinto senza fi ne. Chi trova il segno e lo segue ritrova la speranza e la strada di casa.Quest’anno la Pasqua la leg-go così: un segno di bene nelmio smarrimento, un cammi-no possibile nel mio perdermi di tutti i giorni. E allora mi viene naturale rubare tre immagini alla notte di risurrezione, echiedere al Signore doni chesiano come briciole che mi ri-portino a casa, come fi li da se-guire nelle curve della vita,nei sentieri che si confondo-no e si intrecciano lascian-domi disorientato, senza una bussola, senza una direzione. C’è il segno di un mare che si apre. È l’esperienza del popolo di Israele, a un passo dalla clamorosa disfat-ta: i nemici alle spalle, una muraglia di acqua davanti. Sembra che non ci sia un varco, che tutte le speranze se ne siano andate, che si debba soltanto scegliere di che morte morire. Mi capita a volte di avere il cuore come un muro d’acqua impenetrabile, come un mare in tempesta dove affogano miseramente le

buone notizie. Un cuore incapace di ricevere il bene, di scoprire che Dio crea una strada di salvezza là dove mi ostinavo a vedere solo morte e sconfi tta, che le stesse acque che potrebbero travolgermi diventano muro di sostegno a destra e a sinistra. Vorrei di-ventare capace di dare ascolto alle belle notizie, di credere che c’è un sentiero in mez-zo al mare su cui camminare con fi ducia. Dire a tutti che Dio apre una strada certa sotto i

miei passi proprio quando non ho più una terra dove andare. C’è il segno di un Agnello da mangiare. Non è questione di consuetudini gastronomiche: l’Agnello che voglio mangiare è Cristo. A Pasqua mi viene presentato così: uno che èbuono. Mansueto come unapecorella, appunto, ma anchebuono da mangiare. Mi colpi-sce il silenzio di Gesù di fron-te a chi lo condanna. Forse perché di solito ascolto trop-pe parole. Parole dette conrabbia, con l’arroganza di chisi sente forte, parole inu-

tili, parole fatte di vuoto e di niente, parole piene di giudizi, di risentimenti, di offese. Un mondo di lupi, verrebbe da dire, un mon-do abituato a divorare e sbranare, a colpi-re e a offendere. Cristo è l’Agnello di Dioche tace, che si lascia condurre a morire. E si lascia mangiare, senza tenere nulla disé. Allora riparto da questa cena, da questobanchetto pasquale. Provo a nutrirmi di man-suetudine, ad abbeverarmi di pazienza,

Un invito a rifl ettere sulla pasqua con un brano tratto dal libro che raccoglie le omelie di don Davide Caldirola e di don Antonio Torresin

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a masticare le erbe amare delle passioni quotidiane, a lavare il mio peccato nel sangue dell’Agnello. Io stesso vorrei essere agnello, cibo per la mia gente e i miei cari. E se anche mi trovo divorato da limiti e passioni, chiedo al Signore che almeno un poco di me sia pane sulla tavola del fratello. Che io possa essere offerta, che possa diventare dono.E per fi nire c’è il segno di un Angelo che appare, e mi dice di non avere paura. Mi capi-tano giorni in cui mi faccio del male da so-lo. Sono le ansie, le angosce che mi por-to dentro, a rendermi la vita impossibile, atrasformare il cammino dell’esistenza in un

pellegrinaggio al sepolcro. Ho bisogno del-le parole dell’Angelo di Pasqua, che mi in-vita a non avere timore. Vorrei che qual-cuno ribaltasse con forza la pietra che mi porto sul cuore, che visitasse con un raggio di luce le oscure caverne di malcontento che scavo senza tregua dentro me stesso. Vor-rei raccogliere la voce dell’Angelo, provare a credere almeno una volta che Dio mi rag-giunge nel mio affanno e nella mia stan-chezza, che c’è spazio nella vita per una notizia di speranza. Guardare la mia sto-ria con gratitudine e commozione.Ricordare che l’amore vince la paura.

Per bambini della classe quartaMercoledì 25 Aprile alle ore 10.00

Prima Comunione

Alcuni dei bambini che domenica 17 marzo si sono accostati al Sacramento del-la Riconciliazione si sono presentati alla Comunità durante la S. Messa delle ore 10.00 animata dal coro gruppo.

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FAMIGLIA... di dono in donoGIORNATA DELLA FAMIGLIA (27 gennaio)

Piera e Franco che quest’anno festeggiano 50 anni di matri-monio non hanno dubbi in pro-posito.“Bisogna assolutamente to-gliere dal nostro vocabolario la frase “non ce la faccio più”. I momenti di diffi coltà e le prove non sono mancate nella nostra vita, ma con la vicinanza di chi ci vuole bene e, soprattutto, con la fi ducia che il Signore non ci lascia mai soli e ci so-stiene, possiamo affermare cheinsieme si può”.La loro casa è sempre stataun via-vai di persone diverse, dai fami-liari agli amici a tutti quelli che presta-no qualche servizio in parrocchia. Un pun-to di incontro e di riferimento e quando Piera è assente, c’è sempre Franco pron-to ad accoglierti.Che cosa ha rappresentato per voi questo stile di vita familiare con una porta sempre aperta sul mondo esterno?“Sicuramente una grande ricchezza per tutti noi. Quando ci sediamo e ripensiamoai vari momenti della nostra vita insieme,

ai nostri tre fi gli, ai quattro nipoti, ormai cresciuti, che hanno sempre piacevolmen-te invaso la nostra casa è come se una pellicola cinematografi ca scorresse da-vanti ai nostri occhi, con le tante vicende che si sono succedute negli anni, le tante persone che abbiamo incontrato e con le quali abbiamo fatto un tratto di strada; al-lora nasce in noi la gratitudine per quello che il Signore ci ha donato e la certezza che per sempre è possibile”.

Chiara

In una società dove tutto appare effi mero e di corto respiro, incontrare coppie che da decenni condividono affetti e fatiche serve a ridare fi ducia e speranza nel matrimonio. La frase “fi nchè morte non vi separi” non è soltanto un auspicio liturgico ma un bellissimo e concreto programma di vita.Una vita di famiglia vissuta come un cammino verso un amore sempre più vero, nella fatica di comprendersi e di accettarsi ogni giorno è un grande tesoro, si-curamente uno dei doni più preziosi che la vita può regalare agli uomini e alle donne di sempre.

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PAROLE DI VITA 2013 N. 118

I bambini dell’Iniziazione cristiana hanno ri-fl ettuto sul tema della Vita e hanno realiz-zato dei disegni. Durante la S. Messa delle ore 10.00, li hanno messi ai piedi dell’altare e li hanno offerti ai fedeli presenti.

La vita di un bambino, è nelle sue dita; la vita di un vecchio è nei ricordi in un cassetto. La vita è festa, se guardi fuori dalla fi nestra; la vita è fatta di momenti, non sempre intelligenti. La vita è colore, dipende dall’umore; la vita è passione, che hai nel cuore. La vita è un dono, da prendere al volo; La vita è amore, portiamola sempre nel cuore. Poesia scritta da Anna, mamma di Martina, Cristian e Margherita

Generare la VITA, vince la crisiGIORNATA DELLA VITA (3 febbraio)

la vita

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PAROLE DI VITA 2013 N. 1 19

Il buon samaritano: “va’ e anche tu fa’ lo stesso”XXI GIORNATA DEL MALATO (11 febbraio)

La parabo-la evange-lica narra-ta da san Luca si in-serisce inuna seriedi immagi-n i e rac-conti tratti dalla vita quo t i d ia-n a , c o ncui Gesù

vuole far comprendere l’amore pro-fondo di Dio verso ogni essere uma-no, specialmente quando si trova nella malattia e nel dolore.Ma, allo stesso tempo, con le parole conclusive della parabola del Buon Sa-maritano, «Va’ e anche tu fa’ lo stesso», il Signore indica qual’è l’atteggiamento che deve avere ogni suo discepolo verso gli altri, particolarmente se bisognosi di cura.Si tratta quindi di attingere dall’amore infi nito di Dio, attraverso un’intensa re-lazione con Lui nella preghiera, la forza di vivere quotidianamente un’attenzione concreta, come il Buon Samaritano, nei confronti di chi è ferito nel corpo e nello spirito, di chi chiede aiuto, anche se sco-nosciuto e privo di risorse. Ciò vale non solo per gli operatori pastorali e sanitari, ma per tutti, anche per lo stesso malato, che può vivere la propria condizione in una prospettiva di fede: «Non è lo scan-sare la sofferenza, la fuga davanti al do-

lore, che guarisce l’uomo, ma la capaci-tà di accettare la tribolazione e in essa di maturare, di trovare senso mediante l’unione con Cristo, che ha sofferto con infi nito amore».(Enc. Spe salvi, 37)

Vari Padri della Chiesa hanno visto nella fi gura del Buon Samaritano Gesù stes-so, e nell’uomo incappato nei briganti Adamo, l’Umanità smarrita e ferita per il proprio peccato. Gesù è il Figlio di Dio, Colui che rende presente l’amore del Pa-dre, amore fedele, eterno, senza barriere né confi ni. Ma Gesù è anche Colui che “si spoglia” del suo “abito divino”, che si abbassa dalla sua “condizione” divina, per assumere forma umana e accostarsi al dolore dell’uomo, fi no a scendere negli inferi, come recitiamo nel Credo, e porta-re speranza e luce. Egli non considera un tesoro geloso il suo essere uguale a Dio, il suo essere Dio, ma si china, pieno di misericordia, sull’abisso della sofferenza umana, per versare l’olio della consola-zione e il vino della speranza.

Tratto dal Messaggio di Benedetto XVI

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Il LAVORO, un dono per tuttiGIORNATA DELLA SOLIDARIETÀ (10 marzo)

Anche quest’anno vogliamo sostenere il Fondo Famiglia Lavoro istituito dal Card. Tettamanzi che a Lecco ha assunto una forma diversa.

A Lecco si è sviluppata una collabora-zione tra le Parrocchie della città, la Ca-ritas e Consolida che hanno costituito unnuovo Fondo denominato “Solidarietà alLavoro”, che favorisce e sostiene concontributi economici, la stipulazione di con-tratti di lavoro a favore di persone disoc-cupate, prive di qualsiasi rendita economi-ca e con particolari situazioni di disagio. Questo intervento diventa un gesto che tenta di dare un lavoro e con esso resti-tuire piena dignità di lavoratore al bene-fi ciario dell’iniziativa.Alcune persone della nostra parrocchia hanno venduto dei dolci per questo fondo. Sono stati raccolti 541 euro.

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Ben 220mila euro raccolti in due an-ni, 22 lavoratori assunti in aziende o cooperative sociali con contratti di sei mesi o un anno: quanto basta almeno a godere degli ammortizzatori sociali. In aggiunta, 17 cittadini che hanno ricevuto borse lavoro o tirocini.I 220mila euro raccolti sono arrivati daComune, Fondazione della Provincia,Colsolida e Caritas, e in più da tantilecchesi, che hanno sentito il bisognodi essere solidali con i sempre più nu-merosi cittadini che stanno vivendo si-tuazioni di grave diffi coltà.I fondi vengono spesi come contributo alle cooperative sociali, alle onlus o alle parrocchie che assumono le persone, con una copertura pari a circa al 50% del costo comportato dall’assunzione. Dei 220mila euro, 120mila sono statispesi, altri 70mila euro sono già impe-gnati per concludere i contratti in atto. Restano 30mila euro, che è poco per nuove assunzioni. Ecco allora il rilancio del Fondo per potere andare avanti altri progetti.

Da La Provincia di Lecco on line 2/1/ 2013

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CAR I TAS

Da più di un mese mi trovo coinvolto in qualità di re-sponsabile di una esperien-

za caritativa che mi sta cambiando e facendo maturare. La Caritas zonale ha aperto un ri-fugio notturno per senza fi ssa dimora a Lec-co. Attualmente gli ospiti sono circa una ven-tina. Arrivano al rifugio tra le ore venti e le ventidue. Si offre loro una bevanda calda, li si intrattiene chiacchierando di vari argomenti, pochi per la verità visto che la loro vita sulla strada è quasi sempre la stessa. Offriamo loro la possibilità di una doccia calda con il cambio della biancheria. Il clima di accoglienza che sanno creare i volontari di prima serata aiuta a ritrovare un ambiente caldo, di relazioni umane altrimenti impossibili. Ciascuno di loro ha una storia particolare. Si va dalle rotture familiari ai fal-limenti economici, alle dipendenze da gioco,da sostanze, da alcol, ecc. Storie di emar-ginazione come tante, con l’aggravante dinon poter contare più sulla rete di sostegno e di aiuto familiare e sociale. Sono storieche ti prendono sullo stomaco. Ti chiedi per-ché un uomo o una donna si riduca in que-sto stato. Ti chiedi perché tu sei circondato da persone che ti vogliono bene, hai la vita piena di impegni e di progetti. Ti alzi la matti-na con la giornata piena di cose da fare e rin-

grazi il Signore. Per loro non è così. Al mat-tino, quando lasciano il rifugio, si chiedonocosa faranno tutto il giorno. Lo sappiamo noi. Vivranno di espedienti! Poi arriveranno al rifugio per un’altra notte e domani sarà uguale. Nel vivere questa esperienza di vo-lontariato la cosa più importante, penso, è cercare di assumere un certo “stile”, una serie di atteggiamenti che deve caratterizzare l’incontro con i poveri, con quanti chiedono il nostro aiuto. L’attenzione per i poveri si espri-me soprattutto nella capacità di accostarsi a loro con uno sguardo di fede, senza consi-derarli un caso sociale, una preoccupazione o un problema da risolvere. Gli ospiti del-l’ “hotel” ci chiedono anzitutto che li si chiami per nome, che “si renda onore alla loro per-sona e ci si accosti con rispetto al mistero della loro soggettività, cercando di costruire una relazione che il più delle volte diventa uno scambio di reciprocità, dove “chi aiuta” e chi “viene aiutato” collaborano con ruoli diversi ad un progetto comune”. Il mio compito, come responsabile, è quello quindi di non essere solo un “buon organizzatore”, preoccupato di “fare”, ma avere la consapevolezza di “fare nello spirito della fede” con la luce di Dio. Nella misura in cui riconosciamo che Dio è attento alla nostra vita e alla nostra storia, possiamo essere dono per gli altri, in libertà

e verità. Importante èconsiderare questepersone in difficoltà anche come soggetto e non solo oggetto degli interventi, crede-re in loro, dare loro la capacità di scegliere e prendere decisioni. Credere nelle loro ri-sorse, far loro acquisire

UN RIFUGIO NOTTURNO

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la consapevolezza del problema per rimet-tersi in gioco. Il vuoto relazionale che queste persone sperimentano, cerchiamo di tradurloin benessere e questo dipende dalla qualitàe quantità delle relazioni su cui possiamocontare. L’ascolto, in particolare, risulta lacarta vincente per entrare in sintonia con lepersone, anche sconosciute. Nel buio della notte si vedono meglio e più luminose le stelle, ecco che anche in questo rifugio le stelle sono i sessantacinque volontari che garantiscono la presenza a turno tutte lenotti. Una volta di più capisco quanto gran-de è il bene e il cuore di chi non si chiede cosa altri possano fare, ma si sono lasciati coinvolgere dalle situazioni di emarginazio-ne e si sono messi accanto a coloro che han-no perso ogni speranza. (Alcuni passaggi sono tratti dalla lettera per la giornata Caritas diocesana: “La fede che si rende operosa per mezzo della carità” di don Roberto Davanzo).

Vincenzo

Sabato 11 maggio 2013

RACCOLTA DIOCESANADI INDUMENTI USATI

Organizzata dalla Caritas Ambrosiana e dal Servizio Giovani

per fi nanziare progetti in Diocesi e nel mondo legati alla realtà del carcereI sacchi si potrannoritirare domenica 5 maggioe dovranno essererestituiti sabato 11 maggiocon le modalità che verranno comunicate in seguito

I sacchigialli per gli indumenti riutilizzabiliazzurri per indumenti in ottimo stato

Nella sede della ex biblioteca parrocchia-le stiamo lavorando da parecchio tempo,per una ristrutturazione totale dei locali perdestinarli ad attività di solidarietà.Sono le sale grandi che si affacciano sulla strada, al piano terra, vicino all’ingresso del-l’Oratorio. Da poco tempo in Parrocchia è na-ta un’associazione di volontariato “Castel-lo solidale”, che ha nei suoi obiettivi anche quello di sostenere le situazioni di disagio. Sarà questa Associazione a coordinare le diverse realtà e gruppi di attività sociale chenel nuovo ambiente troveranno la loro siste-mazione e la loro sede.Ne indico solo alcune:

S. Vincenzo parrocchiale che da anni so-stiene ed aiuta sia con viveri, sia economi-camente numerose famiglie in situazione di povertà e di disagio.

Il Gruppo mis-sionario cheha una atten-zione privile-giata verso le povertà del Terzo Mondo e in particolare

Nuovi locali per le attività di solidarietà

VI TA PARROCCH IALE

sostiene iniziative sociali di alcuni missionari conosciuti e vicini al Gruppo stesso.

Il Servizio del doposcuola: anche questa attività è presente in parrocchia da molto tempo ed i volontari sono impegnati nel so-stegno scolastico a studenti con varie dif-fi coltà.

Il Centro di Ascolto attivo e presente so-prattutto per le problematiche del lavoro e non solo. Infi ne ci sarà anche una signifi cati-va presenza delle ACLI di Lecco che da-ranno vita in questa sede ad un patronato per le necessità di questo genere.

Nello stesso ambiente poi si trasferirà anche la Buona Stampa Parrocchiale che troverà in una sala appositamente at-trezzata lo spazio per la diffusione di gior-nali, riviste e libri per la nostra Comunità.

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VI TA PARROCCH IALE

Al termine di questi lavori avremo la pos-sibilità di pensare anche ad un riordi-no del locale della attuale buona stampa:il progetto prevede la realizzazione di una cappellina per la celebrazione della S. Messa feriale e soprattutto la realizzazione di unacappellina festiva che servirà per le fa-miglie con bambini molto piccoli, così da permettere a questi genitori di partecipare, in luogo a loro riservato, alle celebrazioni domenicali di tutta la Comunità cristiana.

Tutte queste opere comunque hanno uncosto non indifferente e quindi, con moltadelicatezza, chiedo qualche sostegno eco-nomico alle persone che condividono lescelte che stiamo facendo e che hanno lapossibilità di sostenerci.

don Egidio

Viaggio in IRLANDA 3/10 AGOSTO 2013 3 Agosto - MILANO - DUBLINO 4 Agosto - DUBLINO - ARMAGH - DOWNPATRICK - BELFAST 5 Agosto - BELFAST - ENNISKILLEN - LOUGH DERG - SLIGO 6 Agosto - SLIGO - KNOCK - GALWAY 7 Agosto - GALWAY - MOHER - TRALEE 8 Agosto - DINGLE 9 Agosto - TRALEE - KILKENNY - DUBLINO 10 Agosto - DUBLINO - MILANO

QUOTE DI PARTECIPAZIONE € 1.490 - Supplemento camera singola € 400 - Acconto € 150DOCUMENTO RICHIESTO: Carta d’identità o Passaporto individuale, in corso di validità

Per info e dettagli sul programma: 0341.364138

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fi era di Castello 2013fi era di Castello 2013 Periodo di apertura:

Lunedì - Martedì - Mercoledì - Venerdì:dalle ore 18,00 alle ore 23,00

Sabato e Giovedì:dalle ore 16,30 alle ore 23,00

Domenica:dalle ore 11,00 alle ore 23,00

... per

incontrarsi

e far festa

insieme...

dal 17 al 26 maggio

- S. MESSA ore 10.00

- LANCIO DEI PALLONCINI (dopo la Messa)

- SGAMBATA per le vie di Castello sono previsti due tipi diversi di percorso:- 3 km (per famiglie)- 9 km (per tutti gli altri; età minima 14 anni)

partenza alle ore 14.30 da piazza Dell’Oro

PESCA DI BENEFICENZAPESCA DI BENEFICENZAGli oggetti premio potranno essere consegnati

presso i locali dell’ ORATORIOda MARTEDI’ 9 APRILE a GIOVEDI’ 7 MAGGIO ore: 9.30-11.00 - 15.00-16.30- Verranno ritirati solo oggetti puliti e in buono stato. - Non saranno accettati oggetti con immagini.

Tutti i giorni: ASSALTO AL CASTELLO!ASSALTO AL CASTELLO!

GAZEBO con GIOCHI per ragazzi e giovani:

freccette, tiro al barattolo, tiro al canestro, mini calcetto,

minigolf

DOMENICA 26 MAGGIO

Domenica 27 maggio alle ore 16.00in occasione della chiusura della Fiera

ESTRAZIONE DEI BIGLIETTI DELLA SOTTOSCRIZIONEfi nalizzata al sostegno delle spese per gli interventi sulla ristrutturazione

della ex biblioteca per le attività di solidarietàPer questo motivo avete ricevuto o riceverete una busta

con l’invito ad acquistare qualche biglietto della sottoscrizione.

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VI TA PARROCCH IALE

DAL CONSIGLIO PASTORALEdi venerdì 1 febbraio

Ha aperto la serata Mons. Maurizio Rolla continuando la rifl essione sulla Fede iniziata la scorsa riunione. Come sfondo la domanda fatta a Gesù dagli apostoli: “Cos’è la Salvezza? Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere tue?”. La vita degli apostoli non è così lontana dalle nostre comunità!1. La prima rifl essione riguarda l’espressione evangelica luce e sale della terra, corrispondente a quella ecclesiale Spirito e Testimonianza. Queste espressioni “manifestano la testimonianza di Gesù”, dice il Santo Padre nella lettera apostolica Porta Fidei; dobbiamo convergere in Gesù, fare in modo che il mondo vada avanti con Dio, dove noi uomini e donne credenti dimostriamo di essere luce e non tenebre e parte attiva della storia della nostra Salvezza, dove non ci accontentiamo soltanto di “fare le cose”, ma “CREDERE” IN QUELLO CHE FACCIAMO. Come mettere in pratica tutto ciò? Sta “dentro” chi si comporta bene, è attento alle persone, ha un atteggiamento veritiero e non falso verso il prossimo.

2. La seconda rifl essione riguarda la consapevolezza che la Fede è segno di Comunione e Fraternità e pertanto coinvolge la Chiesa: sarebbe bello che in questo anno della Fede si perdesse l’abitudine di identifi care gli uomini di chiesa, le loro parole, i loro fatti e le loro gesta con la CHIESA! In concreto dovremmo usare una nomenclatura differente!3. La terza rifl essione riguarda la trasmissione della Fede alle nuove generazioni. Come trasmetterla, quanto siamo interessati che questi ragazzi credano, siamo preoccupati che credano? Certamente deve essere ben visibile agli altri la nostra fede, ma la Fede, il “Dono” di Dio è già dentro in tutti; questo non signifi ca che sono tutti cristiani, ma che tutti sono a somiglianza di Dio!

Dopo alcuni interventi sulla rifl essione proposta la Commissione liturgica ha presentato il programma della Quaresima: tante occasioni, belle e coinvolgenti: la settimana di deserto, i Quaresimali del Venerdì, la S. Messa per i lavoratori, la Via Crucis con il Cardinale il martedì.

La Commissione famiglia ha presentato le quattro giornate: la prima dedicata alla famiglia, già celebrata con notevole affl uenza; quella della vita; del malato e, in ultimo, quella della solidarietà.

Don Egidio ha presentato il Corso Fidanzati appena partito con 7 giovani coppie ben motivate e capaci di confrontarsi.

Per quanto riguarda l’oratorio, don Paolo ha spiegato come la decisione dell’animazione di una domenica al mese ha dato i suoi frutti. Ha poi elencato le varie iniziative quaresimali per i ragazzi dell’Iniziazione cristiana con la Messa differenziata in Quaresima, i ritiri per i pre - adolescenti in oratorio e i giovani a Civate. Si tratta di gruppi grandi e motivati!

Il Palladium ha ampliato la sua offerta, affi ancando ai fi lm di prima visione, anche una rassegna teatrale con varie compagnie. Durante la Quaresima, continua la proposta del Cineforum il martedì. Dimostra così di essere una sala della comunità che sa valorizzare sia il discorso ecclesiale sia quello sociale!

Nelle varie ed eventuali Don Egidio ha parlato dei lavori che si stanno svolgendo nell’ex biblioteca, dove troveranno posto tutte le nostre Associazioni; la Buona Stampa lascerà il posto a una Cappellina per le Messe feriali e, durante quelle festive, potrà essere utilizzata dalle famiglie con bambini piccoli.

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Non c’è futuro senza memoria:PINO GALBANI

La sera del 27 gennaio abbiamo ospitato con noi Giuseppe (Pino) Galbani, residente nel nostro quartiere, che ci ha raccontato la sua tragica esperienza nel lager di Mauthausen-Gusen.“Siamo qui oggi perché è la Giornata della memoria, per ricordare, per ricordare sen-za odiare, ma per ricordare il passato, per-ché una nazione che non ricorda il suo passato non è degna di avere un futuro” ha cominciato Pino Galbani. Il dramma del viaggio, la tragedia dell’arrivo, lo strazio del-le famiglie separate, la trasformazione dei prigionieri da uomini a larve umane senza diritti e senza dignità, la crudeltà gratuita che veniva infl itta ai deportati, la ricerca dei compagni sopravvissuti la domenica pomeriggio, unico momento della settimana in cui i deportati non lavoravano, sono i capitoli non della vita dell’essere umano, ma «della storia del deportato, perché quellanon era vita. Nemmeno gli uomini primitivi vivevano in condizioni simili a quelle del deportato politico». Le atrocità viste e subite furono tali che alla liberazione del campo, il 5 maggio 1945, da parte degli americani, fu diffi cile resistere al desiderio di vendetta verso i propri aguzzini. Pino, nonostante nella prigionia avesse perduto la fede, so-lo parzialmente ravvivata dagli incontri do-menicali con don Sordo, pure di Lecco e morto nel campo, come altri 5750 italiani, trovò dentro di sé la forza per non odiare e resistere, per far prevalere la gioia della libertà riconquistata al desiderio di vendetta, che pure poteva essere giustifi cabile, in quella situazione. Il ritorno a Lecco fu il 29 giugno 1945, un ritorno da uomo libero

negli stessi luoghi da cui Pino fu portato via legato come un delinquente, ma è diffi cile il ritorno per un sopravvissuto: dove sono gli altri compagni? Che cosa è successo? Come sono morti? Chiedevano amici, mogli,genitori e fi gli e i racconti di cose tanto crudeli sono quasi incredibili, per chi non le ha vissute, non possono essere vere. Tanti anni di silenzio. Solo nel 1995, quando vie-ne proiettato pubblicamente per la primavolta il fi lm girato dagli inglesi nel campo di Buchenwald e tenuto nascosto per molti anni e, su un altro versante, si fanno avanti voci che negano la verità dei campi di con-centramento, Pino comincia a raccontare la sua storia e diventa testimone nei confronti delle nuove generazioni, perché tutto quanto è accaduto – e accaduto davvero! – non possa accadere mai più.Ci ha fatto molto piacere vedere tanti volti giovani: quando in futuro non potremo più assistere a preziose testimonianze come quella di Pino, toccherà in prima persona a noi giovani farci carico di tramandare la Memoria e la disumanità dei campi di concentramento.

Matteo e Francesca

PAROLE DI VITA 2013 N. 126

ORATOR IO

Il rapporto tra giovani italiani e politica non è dei più felici. Troppe le promesse mancate e le inadempienze nel fornire risposte credibili e solide per migliorare il presente e il futuro delle nuove generazioni.Ricordandoci e volendo ricordare che il voto è un diritto e un dovere civico ed è l’unico strumento che abbiamo nelle nostre mani per poter mettere in atto quel cambiamento che tanto ricerchiamo. Noi ragazzi del Bar-Batrucco abbiamo organizzato una serata a tema politico in vista delle elezioni del 24 e 25 febbraio.Con l’aiuto di Mauro Gattinoni, membro della “Scuola di Formazione Sociale e Poli-tica per Giovani” della Diocesi di Milano, abbiamo ripercorso il processo di nascita della democrazia, l’insieme delle norme che regolano le elezioni e le diverse formule elettorali.

Francesca

VERSO LE ELEZIONI: LA POLITICA È UN BARBATRUCCO?

PAROLE DI VITA 2013 N. 1 27

ORATOR IO

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CarnivalBarbaParty

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ORATOR IO

Sistemazione presso Casa Albergo Hotel Kennedy

NUMERO posti disponibili: 50QUOTA di partecipazione € 280,00

comprensiva di alloggio,viaggio e materiali per la vacanza.

LE ISCRIZIONI SI CHIUDERANNO DOMENICA 02 GIUGNO 2013

PARTENZASabato 29 Giugno ore 9.00 P.zza CarducciARRIVOSabato 06 luglio ore 11.30 (circa) P.zza Carducci

29 giugno - 06 luglio 2013

vacanza a

caspoggiopaese della Valmalenco (So),

ai piedi dei gruppi montuosi del Bernina e del Disgrazia.

TURNO UNICO (dalla IV elementare alla IV superiore)

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ORATOR IO

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XI FESTA DEL CHIERICHETTO

Giornata di ritiro dei confratelliGiornata di ritiro dei confratelli

PAROLE DI VITA 2013 N. 130

CH IER ICHETT I

Carnevale Carnevale scuola scuola

infanziainfanzia

SCUOLA DELL ’ INFANZ IA

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pugnido

Condividiamo con tutti voi il racconto di Paolo Corti (un volontario di Canzo che è in contatto con il nostro gruppo missionario) che descrive le feste e la gioia di una comunità etiope per l’inaugurazione della piccola chiesa nella missione di Padre Giorgio. Padre Giorgio è un missionario Salesiano che si trova Etiopia, a Pugnido - Zambella - area distante pochi chilometri dal Sud Sudan. A noi è stato chiesto di fornire alcuni arredi sacri per la chiesetta. È un motivo di rifl essione in questa quaresima: forse sono tante le cose che diamo per scontate e alle quali non sappiamo attribuire il profondo valore che meritano.

In questi giorni è Gog Dipach ad essere ilcentro delle attività. Sabato 26 sarà inaugu-rata la nuova chiesa e tutti, a partire da Abba (Don) Giorgio hanno in mente questa data.Qui diventa tutto molto più diffi cile per la carenza o la mancanza assoluta di mezzi, attrezzature anche le più semplici.Il trattore era già stato importante nei giorni precedenti per il trasporto di materiali e le ultime pulizie attorno alla chiesa. Ma ancor più importante è diventato nel momento in cui è stato necessario trasferire in quel villaggio tutti i cantori, e persone magari meno giovani che volevano esserci!Ci sono persone che, per partecipare, sono state fuori dalla loro casa, una capanna, per non meno di quattro notti. E non hanno trovato hotel ad accoglierli, ma semplice-

mente o il pavimento dell’asilo o il cielo stel-lato. Ed allora il trattore ha cominciato laspola andata e ritorno, ininterrotta, dal gio-vedi alla domenica successiva. Quante trattorate di ragazzi e ragazze ...!I meno fortunati si son fatti a piedi diversi chilometri dai loro villaggi e il sole durante il giorno non lascia scampo! Molte mamme con i loro bambini hanno accettato la sfi da!La cerimonia è prevista per le 10.00. Alle 7.30 Abba Giorgio è già sul campo. Ab-biamo tutto l’occorrente liturgico.A quell’ora c’è un miscuglio di luci del pri-mo chiarore frammiste ad umidità che sale dal terreno. Una sensazione strana, che de-vono provare anche le molte ragazze dei co-ri dei vari villaggi che provano a risvegliarsi mangiando qualcosa e provando le loro tuniche, di colore diverso per ogni pro-

PAROLE DI VITA 2013 N. 132

MONDO

venienza.Ogni momento è contornato dalle corali che

si alternano. Mi son dovuto affrettare adaprire tutte le fi nestre, diversamente si sa-rebbe aperto il tetto!! E’ stato bello, al Pa-dre Nostro, sentire Abba Giorgio dare l’in-tonazione alla preghiera nella lingua del-l’etnia Nuer, comunità presente in rappre-sentanza dei profughi Sudanesi ospitati nei Campi di Pugnido. E loro, al volo, ri-prenderla e concluderla. Momento sicura-mente d’emozione per loro, qui in gran mi-noranza.Ed infi ne... tutti fuori. Molta felicità e gioia d’essere presenti, per tutti. E’ mezzogiorno, il sole è stato tranquillo, offuscato da molta umidità. E’ veramente un mondo tutto par-ticolare!

Agosto 2007, rifugio Brasca.Siamo da poco andati a dormire.... (o me-glio, tentare di dormire, vista l’ora...) quan-do si sente un colpo di tosse e uno, ritto sul suo letto a castello, nel buio della camerata, chiede: “Scusate, nessuno ha un Alka Selt-zer?”. Scoppia una risata: un Alka Seltzer? In montagna? E’ così che si è rivelato a noi,una delle prime volte, un Giuliano scherzo-so, pronto alla battuta. E di lì poi è stato un crescendo: la sua torta di carote “unica”, il vino della Valcalepio a tutti i costi, l’imbo-scare i biscotti avanzati nei rifugi....A tutti noi era noto per la sua serietà, com-postezza. Pronto a gustare le cose belle che la vita gli offriva, era impegnato nel civile ein politica, compagno di coro e di Palladium. Ha dato il suo contributo anche nel Consi-glio Pastorale. Sempre presente, puntuale, garbato, capace. Attento agli altri, nelle pic-cole e grandi cose.Poi la notizia della sua malattia; abbiamo seguito con trepidazione e incredulità l’e-

A Giuliano

volversi della situazione che è improvvisa-mente precipitata.Tante volte ci siamo chiesti il perchè, e non abbiamo trovato una risposta. Ci siamo solo stretti forte.Ora ci ha lasciato, se ne è andato. E non ci sembra ancora vero. Nell’amarezza di questa partenza repentina e prematura siamo però grati di averlo co-nosciuto e avuto come amico e compagno di viaggio.

Emma

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Orari S.Messe vigiliari e festive in Lecco

10.00 S. Nicolò - Castello* - S. Francesco -Olate - Acquate - Germanedo

10.30 S. Giovanni - Laorca - Belledo -Castello+

11.00 Caleotto - Chiuso - Santuario dellaVittoria - Piani d’Erna+ - Rancio+ - Bonacina

11.15 Pescarenico - San Carlo al Porto

11.30 S. Nicolò - Castello* - S. Francesco**

16.00 Cappella Ospedale

17.00 PIME - Santuario della Vittoria

18.00 S. Nicolò - Pescarenico - S. Giovanni -Laorca* - Acquate - Bonacina - Germanedo -Maggianico - Laorca Malavedo

18.30 Castello - S. Francesco

19.00 S. Nicolò - Cappella Ospedale

21.00 S. Francesco

* S. Messa sospesa luglio e agosto** S. Messa sospesa agosto+ S. Messa solo luglio e agosto

Mercoledì ore 15.00 Liturgia dei doni presantificatiSabato ore 15.00 VesperiSabato e Domenica ore 10.00 Divina liturgia

CHIESA RUSSO ORTODOSSA p.zza XXV Aprile - ORARI DELLE CELEBRAZIONI

S. MESSE VIGILIARI

16.00 Cappella ospedale

17.00 PIME - Bonacina

17.30 Germanedo - Laorca Malavedo

18.00 San Giovanni - Pescarenico - Olate -Acquate - Caleotto - San Carlo al Porto -Santuario della Vittoria

18.30 S. Nicolò - Castello - S. Francesco -Maggianico - Rancio

20.30 Belledo

S. MESSE FESTIVE

7.30 Maggianico

7.45 Cappella Ospedale

8.00 Castello - S. Francesco* - Laorca -Acquate+ - Germanedo* - Santuario dellaVittoria

8.30 S. Nicolò - Olate - Belledo - Chiuso -Rancio Sup.

9.00 Caleotto - Bonacina - Varigione

9.30 Maggianico - Santuario della Vittoria

PAROLE DI VITA 2013 N. 134

Milani Giovanna di anni 88

Nava Maria di anni 73

Paro Iolanda di anni 86

Tenconi Giampaolo di anni 83

Fumagalli Giuseppe di anni 79

Curioni Luca di anni 35

Pigazzini Carmela di anni 75

Brambilla Giuliano di anni 57

Verdi Eligio di anni 88

Gattinoni Carolina di anni 84

Magnani Silvio di anni 90

Baroni Anna di anni 95

Balestrini Davide di Dario e Paganoni Barbara

Crespi Samuele di Francesco e Domenici Giulia

Bellucci Giulia di Jacopo e Gallucci Anna

De Francesco Simone di Luca e Ventre Debora

Cavallaro Sabrina di Riccardo e Gatto Valeria

Castellani Davide e Bertarelli Gaia

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GRANDE CONCORSO CASTELLO COM’ERA, COM’È, DOV’È?IN PALIO 40 INGRESSI GRATUITI AL PALLADIUM

DOV’È?

Hai riconosciuto questo angolo di Castello? Rispondi selezionando una delle 3 risposte indicate nel coupon qui sotto. Compilalo con i tuoi dati, ritaglialo e imbucalo entro il 30 aprile 2013 nella cassetta postale della Casa Parrocchiale: tra tutti quelli che avranno risposto correttamente, saranno estratti 10 vincitori che riceveranno in premio 4 ingressi gratuiti al Cinema Palladium ognuno. Ciascun lettore potrà partecipare con un solo tagliando e saranno considerati validi solo i tagliandi originali (escluse fotocopie o altro). L’estrazione sarà effettuata entro il 15 maggio, i nomi dei vincitori saranno pubblicati sul sito www.parrocchiadicastello.it nella pagina Pubblicazioni/Parole di Vita, su Parole di Vita n. 2, La voce di Castello e su alcuni giornali locali. I Biglietti Ingresso Gratuiti potranno essere ritirati presso la Casa Parrocchiale, buona ricerca e .... buona fortuna!

Via Seminario, angolo con via Mentana Via alle Fucine

Via Seminario, angolo con via Salerno

NOME

COGNOME

TEL. O CELL.

E-MAIL

COM’ERA COM’È

1

23

?

La redazione

Don Egidio Casalone, Santo Caruso, Francesca Galli, Stefano Ghislanzoni, Paolo Longhi, Mariolina Mauri, LauraPanzeri, Chiara Pizzi, Matteo Possenti, Umberto Riva.

Si ringraziano tutti coloro che hanno collaborato alla stesura dei testi e alla distribuzione del Giornale della ComunitàParrocchiale.

Sabato : ore 18.30 (vigiliare)Domenica : ore 8.00 - 10.00 - 11.30 - 18.30

I Sacerdoti sono normalmente disponibili per le Confessioni prima delle S. Messe.

Parroco (don Egidio)Don MarioDon ContardoDon PaoloScuola MaternaAbitazione Suore Betlemite

Indirizzi E-mail: [email protected] - [email protected] Internet: www.parrocchiadicastello.it

- Tel. e Fax 0341.36.41.38- Tel. 0341.36.89.21- Tel. 0341.28.55.57- Tel. 339.5629229- Tel. e Fax 0341.36.93.37- Tel. 0341.28.37.24

Per problematiche familiari, assistenza alimentare, richieste di lavoro, patronato sociale,servizio medico, consulenza giuridicaMartedì ore 9.30 - 10.00 e Giovedì ore 14.30 - 15.30 in casa parrocchialeServizio medico, consulenza giuridica: solo su prenotazione

S. MESSE FESTIVE

BUONA STAMPA

da Lunedì a Venerdì: ore 8.30 - 18.30

Sabato dalle ore 19.00 alle ore 19.30Domenica dalle ore 8.30 alle ore 12.30

SEGRETERIA PARROCCHIALE

SERVIZIO SEGRETARIATO SOCIALE

da Lunedì a Venerdì ore 16.00 - 17.00

PER EVENTUALI OCCORRENZE

SAN VINCENZOMercoledì ore 9.30 - 10.30 in oratorio

CINETEATRO PALLADIUMTel. e Fax 0341.361533 - www.cinemapalladium.com

S. MESSE FERIALI

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SOMMARIO

GIO

RN

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UN

ITÀ

PA

RR

OCC

HIA

LE D

I CA

STEL

LOM

ARZO

201

3 N

. 01

EDITORIALE .01 Carissimi parrocchiani

CHIESA .02 Francesco, imparare dalla sorpresa .04 Insieme a Benedetto XVI .06 Anno della fede: alla scuola del Concilio Vaticano II .07 313 d.c. L’alba della libertà religiosa .09 “Beati gli operatori di pace”

VITA PARROCCHIALE .10 Traiettorie di vita .11 II incontro con le famiglie - Verso la Pasqua con Gesù .12 .13 Credo in te .14 Segni di speranza per trovare la strada .16 Famiglia… di dono in dono - Giornata della famiglia .18 Generare la vita, vince la crisi - Giornata della vita .19 Il buon samaritano: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso” - XXI Giornata del malato .20 Il lavoro, un dono per tutti - Giornata della solidarietà .22 Nuovi locali per le attività di solidarietà .24 Fiera 2013 .25 Verbale Consiglio pastorale

CARITAS .21 Un rifugio notturno

ORATORIO .26 Non c’è futuro senza memoria: Pino Galbani .27 Verso le elezioni: la politica è un BarBatrucco? .28 CarnivalBarbaParty .29 Vacanza 2013

CHIERICHETTI .30 XI Festa del Chierichetto

SCUOLA DELL’INFANZIA .31 Carnevale scuola dell’infanzia

MONDO .32 Pugnido

.33 A Giuliano

.34

Orari S. Messe vigiliari e festive in Lecco

.35

Anagrafe parrocchiale

.36

Grande Concorso - Castello com’era, com’è, dov’è?

Orari parrocchia di Castello

Foto di copertina: mandorlo in fiore nel giardino della casa parrocchiale

Costruire le fondamenta della Fede

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