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20 ottobre

Rassegna 20 ottobre

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rassegna 20 ottobre

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20 ottobre

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Contratto di servizio:

ancora tutto sul tavolo

di Romani

I l contratto di servizio è l’accordo tra laRai e il ministero per lo Sviluppoeconomico con cui si giustifica il

versamento della tassa annuale chiamata canonetelevisivo. Ma il contratto di servizio, scaduto agennaio, ancora non è stato firmato dalministro, oggi Paolo Romani, sino a duesettimane fa, dopo le dimissioni di Claudio

Scajola, rappresentato da Silvio Berlusconi adinterim. Per la ratifica manca anche l’ok delConsiglio di amministrazione Rai che non èarrivato perché sia il direttore generale Masiche il presidente Garimberti e i consiglieri sonoscettici sull’accordo: senza un aumento delcanone, un recupero dell’evasione oppure uncontributo dello Stato la Rai rischia di fallire.

Perché il contratto di servizio impegna la Rai amandare in onda delle trasmissioni di “ser viziopubblico” opposte a quelle di tipo‘c o m m e rc i a l e ’ finanziate con la pubblicità. Con isoldi del canone la Rai non riesce a sostenere icosti per le trasmissioni di servizio pubblico:così viale Mazzini deve recuperare con lapubblicità.

MASI A SAVIANO:VAI VIA CON FAZIO

“Non vogliono terremoto e mafia in tv”di Carlo Tecce

P oi verranno cifre, soldie repliche, oggi c’è unvuoto nel palinsesto diRaitre. Non c’è Vieni via

con me: “Le condizioni sonoterribili. Come possiamo an-dare in onda?”, ripete Rober-to Saviano, tre volte in ungiorno, stanco di una Rai chetradisce se stessa, promette enon mantiene. Quando c’èun siparietto o un program-ma che sfugge a circolari ebavagli, dialoghi su mafia,monnezza, terremoto e go-verno, il direttore generaleMasi fabbrica indiscrezionisui compensi, diffonde false

notizie per nascondere unacensura vera: “Con un chiarodi luna pazzesco, Roberto Be-nigni osa trattare per 250 milae u ro ? ”. E passa che Benigninemmeno li ha chiesti queisoldi, che la Rai ha approvatola scheda di Vieni via con me erelativi costi, che per le “r i-flessioni sui conti” Fazio e Sa-viano hanno rinunciato a Bo-no Vox. La cronaca e il calen-dario parlano da sé: il debuttodi Vieni via con me è previstolunedì 8 novembre, a tre set-timane dal video mancanol’accordo principale con lacasa di produzione Endemol,i contratti di Saviano, Benignie addirittura le bozze per

ospiti come Claudio Abbado,Antonio Albanese e PaoloRossi. Mauro Masi spesso cer-ca di smontare il palinsesto,quasi mai riesce a togliere unpezzo, ma il dire e il rettifi-care, il fare e l’impedire è unagoccia cinese che scava i ner-vi di conduttori e giornalisti.

P re s s i o n ic o n t i nu e

SUPERATI MESI di rinvii etrappole, un bel giorno denun-ciano le pressioni: “A questecondizioni Vieni via con me è fer-mo”, e non serve capire chi l’hadichiarato ieri, se Paolo Ruffini,direttore di Raitre o Fazio, Sa-viano, Albanese o un autore, re-gista. Di fatto, tutti. Martedì perl’ennesima volta, la Rai spedi-sce al mittente i contratti, ariadi censura fresca, eppure letti igiornali e consultati i soliti av-vocati Masi aggira la questione:“Non ci sono rischi né proble-mi. Soltanto riflessione sui co-sti e valutazioni degli uffici pre-posti”. Loris Mazzetti (capo-struttura di Raitre) conserva

ogni piccolo particolaredell’ostruzionismo: “Questa èuna grande bugia: la Rai avevadefinito ‘congr uo’ l’inga ggioper Benigni e gli altri. Ora ci ras-sicurano su Benigni, poco: noivogliamo la libertà di ospitareAlbanese o Rossi o chiunquepossa dare il suo contributo ar-tistico”. Intervistato da EnricoMentana al Tg La7, lo scrittoredi Gomorra svela i trucchi di via-le Mazzini: “Nulla è risolto.Hanno cercato di legittimare iritardi con cifre assurdi. Ancheperché tutti hanno annunciato– aggiunge Saviano – di voler

CASI DI STAMPA L’articolo del “Molleggiato”

Il “Corr iere” e Celentano all’i n s ap ut a

partecipare a titolo gratuito.Forse ho sbagliato a inviare lascaletta degli argomenti, nonvogliono che si parli di terre-moto e mafia in televisione ...Questo è un nuovo strumentoper frenare persone che vo-gliono parlare a un grande pub-blico. Far capire che può esiste-re un modo nuovo di fare tv. Oforse antico: raccontare, parla-

re, discutere. La risposta (deidirigenti Rai) è stata: ‘Preferia -mo intrattenere le personepiuttosto che fare un racconto.E se lo devi fare, fallo per pochepersone, per l’élite che già lapensa come te’. Io sono l’osta -colo? Me ne vado”. Masi giuradi aver pronta la penna, ma inRai chiudono il telefono a pre-cisa domanda: “Quando fir-

Roberto SavianoNon ci sono le condizioni

“N on si è risolto nulla, oggi non ci sono lecondizioni per andare in onda serena-

mente, perché non si sta lavorando serena-mente. Non si vuole che le storie che ho scrittovengano raccontate in primaserata e arrivino a molte per-sone: la fabbrica del fango, irapporti tra mafia e politica,il ritorno della spazzatura aNapoli, le favole raccontatesul terremoto in Abruzzo”.

Antonio AlbaneseVado anche gratis

“L a questione economica è una balla galatti-ca. Sono onorato per essere stato invitato

a partecipare alla trasmissione di Fabio Fazio fir-mata anche da Roberto Saviano. Lo farei anchegratis. In un Paese normaleRoberto Saviano dovrebbe or-mai essere una divinità per ilsacrificio e per l’onestà. Osta-coli perché si teme un pensie-ro scomodo, alternativo, oforse perché si teme la verità”.

Paolo RossiIl denaro? Non è un problema

“S periamo che si faccia! Sono stato contatta-to dagli autori, trovo il progetto molto bel-

lo e credo sia importante farlo. Al di là dei com-pensi, e al di là di qualunque discorso. Non che ilmio compenso abbia maispostato le sorti dei bilanciRai (non abbiamo neancheiniziato a parlarne), ma il de-naro non è mai stato la mollaper farmi fare le cose. E nonlo sarà neanche questa volta”.

PICCOLISSIMO SCHERMO

di Giampiero Calapà

I n un articolo di Adriano Celen-tano, sterminato come quello

pubblicato ieri dal “Corriere dellaS e ra ” – scritto per attaccare il di-rettore generale della Rai MauroMasi, difendere Michele Santoro,applaudire Beppe Grillo e... Gian-franco Fini – manca una cosa esalta subito all’occhio: gli impareg-giabili silenzi dei monologhi tele-visivi del Molleggiato, la vera forzadel suo eloquio (mentre la teleca-mera sale dallo stivale alla facciadel “re degli ignoranti”).A pagina 15 del “Corr iere” di ieri,però, saltava all’occhio ancheun’altra cosa: il distico, a presen-tazione del pezzo, del direttoreFerruccio de Bortoli: “Pubblic hia-mo un intervento di Adriano Ce-lentano, che ha posto la condizio-ne di non essere minimamente

corretto. Rispettiamo la sua, comedi tutti, libertà d’opinione, parolac-ce ed errori di grammatica com-presi. Noi non condividiamo moltedelle cose scritte, ma viva la libertàd’espressione degli artisti. CaroAdriano, e meno male che esci dirado e parli ancora meno”.Celentano, non avendo una tribu-na televisiva in grande stile (egrande spesa) a disposizione, hadeciso di rivolgersi al “Corr iere”,per dividere il mondo non in buonie cattivi (come farebbe Vasco Ros-si) ma in rock e lento. Partendodalla manifestazione della Fiom disabato scorso: “Mi ha colpito fa-vorevolmente (...) la capacità dellaFiom di portare in piazza centi-naia di migliaia di persone senzaun incidente, dove la protesta, purse arrabbiata, non prevarica il ri-spetto umano fra le persone”. LaFiom è rock. E sono rock anche le

5 Stelle di Beppe Grillo: “Un mo-vimento quello dei grillini, la cui vo-ce si fa sempre più fragorosa (...) Inpratica Grillo ci sta dicendo che sec’è un problema dei rifiuti non ri-guarda soltanto i partiti, che sottoquesto aspetto non bisogna ascol-tarli, ma riguarda ognuno di noichiamato ad essere educato (pri-ma che sia troppo tardi) da chi sa(e lui è uno di questi) come salvarcidalla corruzione. Quello di Grillonon è un partito e tuttavia non èdetto che i partiti siano un male,anche se gran parte del male èproprio nei partiti”. E, clamorosoma non troppo, per l’Adriano na-zionale è rock anche GianfrancoFini: “Se parliamo di partiti, effet-tivamente, all’orizzonte non si rie-sce a vedere il volto di un Leadercapace di un vero e proprio cam-biamento e quindi in grado di po-larizzare l’attenzione degli eletto-

ri. Ma dopo il discorso di Fini aMirabello e quello dignitosissimonel videomessaggio per difendersidalla macchina quanto mai ingiu-sta e distruttiva da parte di alcunigiornali, Fini, a mio parere, ha datol’impressione di essere attualmen-te l’unico Leader in grado di dia-

AT TAC C H I da destraAnnunziata difende SpinelliB arbara Spinelli decide di lasciare La Stampae i quotidiani

di destra partono subito con il manganello. “La sinistrada salotto fa le barricate con la casa a Parigi”, titolava ieri ilGiornale: “La Stampa di Torino a cui la legava l’amicizia dicasta salottiera con gli Agnelli non è più il pulpito adatto,l’ultimo direttore – scrive il quotidiano di Vittorio Feltri –che per lei deve avere il dna sbagliato, visto che è figlio delcommissario Calabresi, segue una linea editoriale troppo‘cerchiobottista e opportunista’”. L i b e ro non è da menocon il titolo: “I tromboni democratici si mobilitano controil Cav, penne rosse in movimento”. Sul quotidiano direttoda Maurizio Belpietro altra filippica contro la scrittrice,colpevole di essere “anti-berlusconiana”: “Rischiando dirovinarsi il candido e vaporoso caschetto, Barbara Spinelliha deciso di calcarsi per bene l’elmetto sulla testa e cam-biare sponda. Niente paura, non intende abbandonare lerive della Senna e l’amata Parigi, dalle cui terrazze ci inviaogni settimana lezioni di democrazia e strali contro SilvioBerlusconi”. Al Comitato di redazione, la rappresentanzasindacale interna, della Stampa, che ha espresso vicinanzaalla linea politica dell’ex editorialista, ha scritto Lucia An-nunziata: “Cari colleghi, mi unisco al dispiacere di vederandar via Barbara Spinelli. Ma non ne sono sorpresa: la suafirma mi pareva da tempo stridente nell’attuale profilo deLa Stampa. Il rapporto tra editorialisti e direzione, d’a l t raparte, è squisitamente elettivo, per cui è naturale che ognidirettore lo gestisca come pensa sia più coerente con ilgiornale che vuole fare. Quello che non è permesso né a luiné ai colleghi(inclusi quellidel Cdr) è cade-re dal pero. Con imigliori auguri atutti voi e a Bar-bara Spinelli”.

Domani riunionecon i suoi vicesul pianoindustriale:“Siamoincazzati, deves p i e g a rc i ”

Il cantante:“Il dittatoregeneralenon è rock”Ma De Bortolip re m e t t e :dissentiamo

Mercoledì 20 ottobre 2010

T est antidroga obbligatorio pertutti i parlamentari: ilsottosegretario alla Presidenza

del Consiglio Carlo Giovanardi, allatrasmissione di Radio2 Un Giorno da Pecora,rilancia l’introduzione del test obbligatorioper i legislatori. E proprio sull’uso di droga,Giovanardi sostiene: “Non metto la mano

sul fuoco per nessuno”. Neanche sulpremier? Gli chiedono. “Non metto lamano su nessuno” replica, per poicontinuare l’invettiva proibizionista in ondemedie: “Vorrei rendere obbligatorio il testantidroga a tutti i parlamentari – precisa ilsottosegretario Giovanardi – mi spaventapensare che ci sia gente giù di testa che può

l e g i fe r a re ”. A chi eventualmente dovesserisultare positivo, sarebbe giusto “farglicambiar mestiere”. Infine, Giovanardirivolge un appello alle cariche istituzionali:“Presidente del Consiglio, capodell’opposizione e ministri: fate il testantidroga e dimostrate alla gente che sietec re d i b i l i ”.

GIULIO BORRELLI RACCONTA

AL TG1 COMANDANO I SEGRETARIIl Tg1 e la Rai visti da dentro e da fuori, vista durante e dopo laPrima Repubblica con il microfono di cronista, poi inviato, poi ancoradirettore e infine corrispondente da New York. Giulio Borrelli haraccontato l'informazione nel servizio pubblico con il libro “Le manisul Tg1” (Coniglio editore), un telegiornale diventato sempre di piùministero distaccato del governo con giornalisti esterni, censure epolemiche. Abbiamo estrapolato cinque profili di cinque direttori.

adesso una rubrica – gestita dalcapo della segreteria, BrunoPalmieri – sull’oroscopo del giornodopo. Ad animarla ci sono dellesignorine a rotazione. Sonoaspiranti del video, scelte sullabase della loro suppostaavvenenza e raccomandate dapolitici e imprenditori di successo”.Clemente Mimun: “Fa ilpendolare tra Rai e Mediaset,riesce a coronare il suo sogno diguidare il Tg1 un anno dopo leelezioni che hanno riportato SilvioBerlusconi a Palazzo Chigi. Il nuovodirettore, che ha cominciato la suacarriera televisiva nella testataprincipe, prima di passare al Tg5 epoi andare a dirigere il Tg2, temedi compiere passi falsi. Adottaall’inizio uno stile molto prudente.Si porta dietro il fido Claudio Fico,segretario di redazione promossovicedirettore, e due segretarie”.

Vespa, testimoni sovieticiper processare Santoro

SCENE DA URSS A “PORTA A PORTA”CON SANSONETTI E COLANINNO

Tutto schermoAdriano Celentano FOTO LAPRESSE

In alto, nel fotomontaggio,Roberto Benigni e Mauro Masi

In alto a destra, Bruno VespaFOTO LAPRESSE.

ma?”. Tu-tu-tu... La tecnica diMasi è semplice, già sperimen-tata per A n n o ze ro e Parla con me:lento sabotaggio per sospen-dere le decisione sino all’ulti -mo secondo. In una riunioneestiva, l’unica tra i due, il diret-tore generale aveva blanditoFazio: “Vuoi rinviare Vieni viacon me all’anno prossimo?Tranquillo, nessun problema”.Endemol e Raitre consegnanoil progetto a febbraio e inizianoa lavorare in aprile e per la fir-ma di una matricola, il nume-rino che avvia la burocraziaRai, pazientano sino a settem-b re .

Tor mentonesulle puntate

POI C’È il tormentone punta-te: prima quattro in un mese,poi due ogni due settimane, sì ilmercoledì, no il lunedì e vice-versa. Vieni via con me è preca-rio, forse andrà in onda, forsemai più. Endemol ha speso al-meno 100 mila euro per i pre-parativi, la concessionaria Si-pra ha venduto circa 4 milionidi euro in pubblicità. E proprionon regge “la fesseria”, dice Sa-viano, dei conti in disordine: ilprogramma costerà intorno ai3 milioni di euro, quindi un mi-lione sarà per le casse di vialeMazzini. Proprio la salute eco-nomica della Rai sembra inte-ressare poco al direttore gene-rale, costretto dai vice (Coman-ducci, Marano, Leone e Lei) aconvocare per domani una riu-nione sul piano industriale.Uno dei quattro confida al Fat -to: “Siamo incazzati. Vogliamo idettagli, altrimenti... ”. Sarà rot-t u ra .

Puntata asenso unicoIl conduttoredi Raidue:usano il serviziopubblicocontro di me

Giovanardi, drogati

in politica? “Mai la mano

sul fuoco neppure per B.”

PICCOLISSIMO SCHERMO

Gianni Riotta: “Tra vialeMazzini e Palazzo Chigi lecomunicazioni sono interrotte. Irispettivi inquilini non si amano enon vanno d’accordo. Il manovrieroPetruccioli accetta, allora, permigliorare i rapporti, di metterealla guida del Tg1 unprofessionista gradito a Prodi. Acontendere il passo a Riotta c’èstato Antonio Caprarica,professionista interno,corrispondente con un buoncurriculum e pieno di sé. È statoanche dal Cavaliere, a PalazzoGrazioli, a presentare le suereferenze, ma è appoggiato soloda Fassino e da una parte deidiessini. Un handicap, agli occhidei prodiani, che gli sbarrano lastrada e puntano sull’esterno.Augusto Minzolini: “Ilprescelto dà subito una svolta.Accorcia i tempi del messale

politico, centra i temi cheinteressano la nuova maggioranza.Mette in cantiere 14 rubriche perattirarsi le simpatie dellaredazione. Ancora a Gianni sirichiama Augusto, quando vienecriticato, in Commissioneparlamentare di vigilanza, per isuoi editoriali. ‘È un mio dirittofarli. Prima di me, Riotta ne hafatti 15’. È vero. Anche altri hannofatto editoriali. C’è da dire, però,che Riotta e non solo lui, hannoscelto una vasta gamma diargomenti per esprimere leproprie opinioni. Augusto, contempismo, compare sempre perdifendere il governo di centrodestrae sostenere le tesi berlusconiane”.

logare e mettere insieme, sulla viadella LIBERTÀ e della DEMOCRA-ZIA, quello che di BUONO c’è, quae là nei vari movimenti e partiti”.Lento, invece Umberto Bossi e“ancora più lento” Silvio Berlusco-ni: “Il Bossi-Lento se ne è guardatobene dal togliere quella miriade difalsi simboli con i quali il Sindacoleghista ha tappezzato la scuoladi Adro. Ha dovuto pensarci il Pre-side! Tu sì che sei ROCK! Con queifalsi simboli, c’era il rischio che gliabitanti del simpatico paesino sichiedessero un giorno chi sono eda dove vengono. Da Lega a Lega,rock, invece, il ministro Maroni:“Eccellente lavoro del governoBerlusconi nel combattere la cri-minalità organizzata”. Lentissimoil dg Rai Mauro Masi, definito“DITTATORE generale della Rai”:a cui chiede “se può farci il favoredi dare subito le dimissioni”.

di Luca Telese

C omunicato della Direzio-ne generale. Avviso ai te-lespettatori. Ieri sera, inomaggio alla funzione di

disservizio che negli ultimi anniquesta azienda si è coraggiosa-mente preposta come fine prin-cipale, illuminata da una rara lu-ce di parzialità di cui rivendi-chiamo l’esclusivo merito, è an-data in onda una puntata di Por taa Porta dedicata alla lapidazionedi Michele Santoro. Non sem-brerà curioso che, nel rimpro-verare ad A n n o ze ro un uso priva-tistico del mezzo pubblico, il di-rettore generale Mauro Masi sifaccia intervistare con tonocompiacente dal suo condutto-re Bruno Vespa, parlando maledel programma di punta di unadelle sue reti. E nemmeno chequesto processo si celebri incontumacia, senza che l’inte -ressato abbia la minima possibi-lità di replica. Non ci siamo li-mitati a questo. Perché l’impat -to sui telespettatori risultassepiù efficace, sono state predi-sposte alcune misure di minimacautela che agevolassero il tele-spettatore a formarsi una visio-ne unilaterale, acritica e brillan-temente eterodiretta. La primacura è stata quella di invitare atutela di Santoro un pool di di-fensori al cui confronto i dispo-sitivi accusatori dell’Urss di Vi-shinsky sono apparsi un esem-pio fulgido di terzietà. A tal fine,va riconosciuto a Vespa il meri-to indiscusso di aver coltivatocon rigore scientifico l’a genteprovocatore Piero Sansonetti,presentato - non senza una qual-che ironia - come un “Editor ia-lista del R i fo r m i s t a ”. A chi si chie-desse perché non sia stato intro-

dotto come direttore del quoti-diano calabrese, bisogna ri-spondere che 1) I calabresi so-no gente seria e potrebbero in-cazzarsi, se solo immaginasseroche Sansonetti mette davveropiede nella loro regione. 2) Ilquotidiano clandestino che gliera stato precedentemente affi-dato per giustificare gli inviti aPorta a Porta (nome in codice Glialtr i) come tutto quello che èpassato per sua mano si è auto-distrutto nella missione “Scusa -ci principessa”. Va però ricono-sciuto al merito indiscusso deldottor Vespa, quello di aver col-tivato un agente capace di similificcanti argomentazioni difensi-ve: “Non mi ricordavo, caro Ve-

spa, che Santoro fosse stato cosìmaleducato con una grandegiornalista italiana come LuciaAnnunziata. Credo che si siacomportato malissimo, andreb-be cacciato, ma poiché da anar-chico sono contrario a ogni re-gola, chiedo al dottor Masi, cheammiro per la sua magnanimitàse volesse perdonarlo”. Va da séche questo ufficio ha risposto“Non ci penso nemmeno”.

È ALTRESÌ importante ricor-dare che il secondo avvocato di-fensore, il dottor Colaninno Mat-teo non è stato meno decisivonell’opera di meritoria distorsio-ne messa in atto. Il giovane ram-pollo di casa Piaggio ha argo-

mentato con brillantezza che“noi nella nostra azienda casi si-mili li abbiamo risolti con il li-cenziamento”. Con la generosainvocazione di una privatizza-zione della Rai, infatti, il Colanin-no offriva il destro a una mera-vigliosa battuta del Gasparri:“Facciamo alla Rai come tuo pa-pà con l’Alitalia?”. Il piccolo Co-laninno, superandosi, riuscivain un virtuosismo: “Ve ra m e n t el’Alitalia perde centinaia di mi-lioni di euro l’anno!”. La scelta diVespa si rivelava meno azzecca-ta con il segretario della FnsiFranco Siddi, che, inspiegabil-mente, cercava, nel pieno dellapolemica di continuare ad argo-mentare, senza azzittirsi di fron-te alle obiezioni del direttoreBelpietro. Per fortuna anche ilSiddi, forse solo per l’ef fettotraumatico delle vicinanza con ilsuccitato Sansonetti, si dimenti-cava persino lui di aver convo-cato una manifestazione nazio-nale del suo sindacato per de-nunciare un precedente tentati-vo di chiusura di Annozero (sfor -tunatamente non andato a se-gno), e un campagna di pressio-ni illecite sull’Authority oggettodi inchiesta della magistratura

(sfortunatamente non risoluti-ve) per chiuderlo d’ufficio. L’in -tervento aggiuntivo del Sanso-netti, che parlando di altro tema,ha infilato una efficace filippicaa favore della legge bavaglio sul-le intercettazioni pur non essen-do copionato, al pari degli altri, èstato insperato e piacevole.

DISPIACE, in questo quadrodi indubitabile successo, che ilSantoro abbia comunque potu-to affidare alle agenzie una di-chiarazione difensiva in cui dicela direzione generale “ha usatodue trasmissioni Rai per rilancia-re accuse nei miei confronti”.Dispiace che il medesimo Santo-ro abbia potuto affermare “dinon essere mai stato sospeso dal-la Rai 15 anni fa” (come afferma-to dal Pm Belpietro) e che si sialamentato di essere stato indica-to (dal Pm Gasparri) come “il re-sponsabile del suicidio del ma-resciallo Lombardo” (“Senzache nessuno facesse notare chele inchieste si sono concluse tut-te con archiviazioni”).Spiace altresì che Santoro abbiaprovato a ricordare che la san-zione comminata dall’Agcom(sempre la nota Authority delloZimbabwe) “fosse stata impu-gnata dalla stessa Rai” (cioè danoi). Data l’efficacia di queste ar-gomentazioni, si prega di far sìche non siano riportate da nes-sun notiziario dell’azienda. Va al-tresì omesso il commento delpresidente della commissione divigilanza Sergio Zavoli (“Gognamediatica”) e dato il massimo ri-salto alle parole irrilevanti pro-nunciate dal noto presidente digaranzia (della cippa) PaoloWimbledon Garimberti, mentreprovava la sua nuova racchettaSpalding titanio Fs6.

Le manisul Tg1

G. BorrelliCONIGLIO EDITORE

Bruno Vespa: “Passiamo giornia mettere a punto un sistema che,pur non intaccando alcuna regola,faccia esprimere di nuovo laredazione. Cabina, voto segreto,tutti sono chiamati a pronunciarsi.Vespa si assicura l’appoggio di unadecina di firme celebri del Tg1,sollecita una serie di dichiarazioniesterne a suo sostegno, facampagna elettorale in grandestile. Si aprono le urne, due giornidi consultazioni. Risultato: dueterzi dei redattori gli vota contro,lo sfiducia. Una praticasperimentata per la prima volta in

Rai. Seguiranno, negli annisuccessivi, in altre testate, replichesbiadite e farsesche”.Carlo Rossella: “L’assetto divertice della direzione Rossella ècompletato. Le illusioni, nel nostropiccolo mondo, nascono etramontano facilmente. Nel miocaso non erano state coltivate.Resto in attesa di che cosa dovròoccuparmi dopo che è statacancellata la trasmissione chedirigevo. Temo di essere confinatonelle ore notturne arricchite, nelfrattempo, da nuove presenze. Achiusura del telegiornale c’è

IL TIRRENO Pagina 13 - Toscana L’assemblea degli albergatori: bene la soppressione delle Apt A rischio le piscine degli hotel Cambia la legge, 600 impianti potrebbero chiudere FIRENZE. Circa 600 piscine d’albergo rischiano di chiudere in Toscana, dal primo gennaio, per effetto di un nuovo regolamento di attuazione. A lanciare l’allarme, il presidente di Federalberghi Toscana, Paolo Corchia, intervenuto ieri in occasione dell’assemblea regionale del consorzio albergatori da lui presieduto: «Per effetto di una rivisitazione dei requisiti minimi delle piscine ad uso natatorio, oltre l’80% degli impianti attualmente esistenti rischia di trasformarsi in accoglienti laghetti per fiori e pesci rossi». Ciò che va maggiormente di traverso a Corchia è l’equiparazione delle piscine d’albergo agli impianti privati e comunali a pagamento: «Pur garantendo tutti i requisiti igienico sanitari necessari - ha continuato - la piscina d’albergo è una struttura la cui sopravvivenza è legata alle compatibilità, non solo di costo, presenti all’interno di ciascuna azienda alberghiera». Necessaria quindi per Corchia una modifica della normativa regionale. L’occasione dell’assemblea di Federalberghi si è rivelata poi utile per fare il punto sulla situazione del turismo in Toscana: «Pur avendo registrato nei primi nove mesi del 2010 un aumento del numero di presenze pari al +2% rispetto allo stesso periodo del 2009, il livello del fatturato ha fatto registrare un valore medio del -8%». Pur esprimendo parere favorevole alla proposta di soppressione delle Apt avanzata da Enrico Rossi, («Non possiamo non apprezzare la volontà di razionalizzare i costi»), Corchia ribadisce che la soluzione non può però essere l’affidamento delle funzioni a Toscana Promozione. Immediata la replica dell’assessore regionale al turismo, Cristina Scaletti, invitata a chiudere il giro di interventi: «Nulla - ha assicurato alla platea di albergatori - sarà più come prima. Quella che stiamo approntando è una rivoluzione dell’intero settore di promozione turistica regionale che comporterà quindi anche una rivisitazione completa di Toscana Promozione». Quanto al regolamento sulle piscine ha dichiarato: «Stiamo lavorando per venire incontro alle vostre istanze». Infine da parte di Scaletti non è mancata una nota di commento circa la campagna promozionale “Voglio vivere così”, criticata dagli albergatori: «Pur non condividendo quella vaghezza emozionale espressa dalla pubblicità, devo riconoscere il grande impianto che ci ha lasciato, cioè il sito Internet, tra i più visitati in Europa».

IL TIRRENO Pagina 4 - Grosseto Commercio e parcheggi, il caso Grosseto in Regione Interrogazione di Andrea Agresti sulla legittimità della controversa delibera di giunta GROSSETO. La delibera sul commercio con cui il Comune di Grosseto concede la deroga alla norma sugli standard di parcheggio avrà interpretazione autentica da parte della Regione. La porta a Firenze - sull’onda delle polemiche scatenate dalle opposizioni consiliari di Grosseto - il consigliere regionale del Pdl Andrea Agresti, con un question time a risposta urgente. «La richiesta di interpretazione autentica da parte della Regione delle norme che hanno portato alla delibera 494 del Comune - specifica Agresti - doveva già essere chiesta dagli uffici comunali». «Tuttavia - prosegue l’ex vicesindaco - dato che nessuno lì pare intenzionato a farsene carico, ho deciso di muovermi io. Così si saprà, una volta per tutte, la verità sulla deroga alla realizzazione dei parcheggi per la sosta di relazione. Del resto - chiosa - sono certo di far cosa utile anche al Comune di Grosseto, già che il sindaco e la giunta si sono dimostrati così incerti da aver approvato una delibera vuota il 21 settembre, per poi riempirla di contenuti solo il 5 ottobre scorso, con evidente vizio per lo meno di forma e procedura». «La delibera del Comune - scrive Agresti - concede, alle strutture di media distribuzione che si insedino in immobili già a destinazione commerciale, la deroga alla norma sugli standard di parcheggio». L’iniziativa è arrivata su richiesta: «In data 14 luglio 2010 - scrive infatti Agresti - Ascom e Confesercenti avevano scritto al sindaco per chiedere una deroga al regolamento. Successivamente, il 7 ottobre scorso, un gruppo imprenditoriale aveva chiesto di potersi avvantaggiare della fresca deroga agli standard di parcheggi. Lo stesso gruppo aveva, il 9 settembre 2010, avanzato identica richiesta, poi ritirata perché destinata a essere respinta non garantendo i parcheggi. Ad aggiustare le cose è poi intervenuta la delibera 494». Da qui le domande che Agresti rivolge all’assessore all’urbanistica Anna Marson: «Qual è l’interpretazione autentica degli articoli 28 e 29 del Regolamento di attuazione della legge regionale?». Secondo Agresti, infatti, mentre «è pacifico che nel caso di nuova costruzione e di nuova destinazione commerciale di edifici esistenti sono comunque necessari i parcheggi per la sosta di relazione, trova diversa interpretazione (da parte della giunta comunale) la necessità dei suddetti parcheggi nel caso di edifici aventi già destinazione commerciale all’entrata in vigore del Regolamento regionale». Necessario dunque, per il consigliere del Pdl, fare chiarezza sugli articoli 28 e 29 del Regolamento. Perché - argomenta Agresti - il comma 2 dell’articolo 28 consente al Comune di disciplinare le ipotesi e le modalità di riduzione o annullamento delle superfici destinate a sosta di relazione, anche in casi come quello di Grosseto, cioè di edifici esistenti già a destinazione commerciale all’entrata in vigore del regolamento. Poi però c’è l’articolo 29, che - al comma 4 - consente al Comune di ridurre fino ad annullare tali dotazioni di parcheggi (applicando il comma 2 dell’articolo 28), “qualora disponga di elementi circostanziati sui flussi di utenza e tenendo conto della situazione dei luoghi”. Bisogna dunque capire se, prima di concedere la deroga, serva la disponibilità di verifiche e valutazioni tecniche approfondite su traffico e tessuto edilizio della zona.

IL TIRRENO Pagina 5 - Pisa Uniti nel bocciare la mozione Dalla maggioranza toni più morbidi verso Sel, Rc e Udc GIANLUCA CAMPANELLA PISA. A quasi una settimana dalla mozione di sfiducia contro Titina Maccioni, presidente del consiglio comunale, le quattro forze che sostengono la maggioranza a palazzo Gambacorti «respingono il tentativo di attacco al sindaco Filippeschi e alla sua maggioranza e invitano l’opposizione a riflettere sul proprio comportamento». Dopo l’incontro di lunedì sera, i segretari e i capigruppo di Pd, Idv, Psi e “In lista per Pisa” hanno diffuso ieri un comunicato per rendere noto l’esito della riunione. Nel documento si introduce una doppia distinzione dei partiti di minoranza. La prima riguarda coloro che hanno «promosso l’attacco alla maggioranza, mediante la presentazione della mozione di sfiducia alla presidente del consiglio comunale, a cui va solidarietà personale e politica». Ebbene, si tratta non di tutte, ma solo di «alcune componenti dell’opposizione: Pdl, Sel, Rifondazione ed Udc». Va detto che sono 14 firme e mancano le due dei finiani; ma l’intento delle forze di governo è mostrare che la mozione è un atto politico e non uno tecnico nato da problemi in consiglio. Infatti, si prova a smascherare il gioco: se si tratta realmente di una «discussione sulle modalità di funzionamento del consiglio», c’è «l’ampia disponibilità» del sindaco e della maggioranza tutta a «rientrare nell’alveo fisiologico di un’azione di correzione e miglioramento dei lavori consiliari». L’altra distinzione è fra Pdl e tutti gli altri firmatari. Andrea Ferrante e Ranieri Del Torto (Pd), Silvia Marroni e Maria Luisa Chincarini (Idv), Rolando Vivaldi e Giuliano Bani (Psi), infine Piero Torrigiani e Alessandro Gorreri (Lista civica) ricordano infatti che Sel, Rifondazione e Udc sono alleati in altri comuni e realtà provinciali. Pertanto gli otto esponenti politici «invitano quei partiti a riflettere sulla coerenza e sulla conseguenza dei propri comportamenti, anche alla luce del quadro complessivo che vede alcune di queste forze impegnate nel governo di vaste realtà a livello provinciale». Il Pd nei giorni scorsi aveva detto a Sel e Rc, che la loro posizione a Pisa pregiudicava altrove le alleanze. Ora sembra prevalere l’invito al dialogo.

LA NAZIONE Pagina 5 – Livorno «Non ci resta che la protezione civile» Sugli sfratti per morosità il sindaco getta la spugna: «Mi spaventano le baracche» di MONICA DOLCIOTTI LIVORNO — Il SINDACO Cosimi, ancora titolare della «maglia» di assessore al sociale e alla casa — ma entro una settimana ha promesso che lo nominerà — in V commissione sociale ha annunciato che «per gli sfratti per morosità in crescita esponenziale pensiamo seriamente, su proposta di Daria Faggi dell’Unione Inquilini che di solito mi fa arrabbiare, di prendere provvedimenti per soluzioni alloggiative transitorie. Mi spaventa parlare di baracche, ma ci organizzeremo per usare ausilii specifici chiedendo alla protezione civile di intervenire». E se il sindaco ha invocato la protezione civile, Salvatore Capuozzo, dell’Udc, chiama direttamente a Livorno il responsabile nazionale Guido Bertolaso. Insomma una grande emergenza quando, fino a poco tempo fa il sindaco si vantava che nessuno a Livorno era finito per strada. Cosimi ha risposto così alla mozione d’ordine di Marco Cannito (Città Diversa) sulla «mancata nomina dell’assessore al sociale e alla casa» e sulle «delicate e complesse problematiche che gli operatori sociali affrontano con sempre maggiori difficoltà». «Sposteremo il mercato ortofrutticolo — ha proseguito il sindaco — al posto del quale in parte realizzeremo alloggi ad affitto concordato. E i 350 alloggi che faremo in aree al Nuovo Centro, dopo la soluzione del contenzioso Fremura, saranno in gran parte destinati agli affitti concordati». E «dal 2005 ad oggi abbiamo ridistribuito più di 600 alloggi tra rassegnazioni di alloggi popolari e piani di recupero nei rioni nord. Ma occorre realizzare case da affittare a canone concordato per sistemare le famiglie che per reddito non rientrano nella graduatoria per le case popolari». Ancora: «Abbiamo 1.000 bambini affidati ai servizi sociali in prevalenza italiani» ha puntualizza rispondendo a Bruno Tamburini (Pdl-Taradash) che ha chiesto «quanti siano i bimbi stranieri seguiti dai servizi sociali». Cosimi ha detto: «I servizi sociali nonostante tutto funzionano e registrano un forte appeal dei cittadini e nelle residenze sanitarie assistite non ci sono più liste di attesa». Andrea Romano (IdV) ha ricordato che è in gestazione «l’agenzia per l’affitto concordato con il coinvolgimento di Casalp». Ancora Cannito: «E’ aumentato del 3,5% il numero di coloro che sono in forte fragilità sociale e sono cresciuti del 25% i livornesi che si rivolgono alle mense sociali e ai centri di distribuzione dei pacchi alimentari». Cannito ha invitato il sindaco ad essere più cauto nelle promesse. E il sindaco: «La politica è intervenuta in modo pesante su questo terreno…». Ma se chiede aiuto alla protezione civile la situazione sembra essere sfuggita di mano.

LA NAZIONE Pagina 14 – Viareggio Idv: ‘I toni usati da Popper non sono adatti per un sindaco’ A DIFENDERE il sindaco dalle critiche del Pdl è l’Italia dei valori. Una scesa in campo che si avverte anche come segnale di ritrovata e riconfermata unità del centrosinistra. Con un anticipo sui tempi elettorali notevoli, la campagna elettorale sembra già entrata nel vivo. «Noi dell’Idv riteniamo che il linguaggio con cui il candidato sindaco del Pdl James Popper attacca il sindaco Buratti non sia all’altezza di un futuro sindaco — scrive in una nota il referente Massimo Galleni —. Il nostro sindaco non spilla soldi ai cittadini. Buratti in questi due anni e mezzo di amministrazione è riuscito a rimettere i conti in pari, a migliorato il nostro paese in tutti gli aspetti non solo in quelli materiali, ma anche in quelli morali riuscendo a far ritrovare la nostra identità e la nostra storia. Molte sono le cose fatte e molte quelle che vedremo entro fine mandato. Nel suo percorso ha fatto anche delle scelte non del tutto condivisibili, ma molte sono però le cose condivisibili. Noi dell’Idv diciamo al consigliere Popper che Buratti «rimanga pure attaccato alla poltrona» perché il campo che sta lavorando in questi primi anni da sindaco necessità di un altro mandato per seminare, periodo in cui i Fortedeimarmini «noi tutti» ne raccoglieremo i frutti».

CORRIERE DI AREZZO Corsa al Comune Sansepolcro si prepara alle elezioni L’Idv: “Primarie a fine novembre”. Ultimatum al Pd: deve scegliere tra Di Pietro e Casini. SANSEPOLCRO - L'Italia dei Valori di Sansepolcro prosegue la serie di incontri con le forze del centrosinistra cittadino e detta le proprie condizioni per un'alleanza elettorale alle amministrative di primavera con gli esponenti del Partito Democratico, ai quali i seguaci biturgensi di Antonio Di Pietro hanno esposto le loro priorità e le loro condizioni, a cominciare da un diverso metodo di definizione di programmi e persone che dovranno rappresentare l'azione di una futura e ampia coalizione di centrosinistra, estesa alle componenti civiche. Per l'individuazione delle persone, l'Idv propone le primarie di coalizione, in modo da offrire ai cittadini biturgensi "la possibilità concreta di scegliere colui che sarà il prossimo candidato sindaco per il centrosinistra", nella convinzione che anche questo sia un modo per riavvicinare i cittadini alla politica: fare sì che le decisioni importanti non vengano più prese soltanto dai partiti, ma siano espressione della volontà degli elettori. L'Italia dei Valori ha inoltre richiesto un impegno a organizzare le primarie quanto prima, indicativamente entro la fine del mese di novembre: rimandare ulteriormente significherebbe infatti, per i suoi esponenti, togliere tempo prezioso alla definizione del programma di governo comune della coalizione. Quanto alle alleanze, è stato ribadito che l'Idv non intende accettare nella possibile coalizione di centrosinistra nessuna forza politica che fa parte dell'attuale maggioranza del governo cittadino. Una delle condizioni più pesanti, si legge nel comunicato e nella scelta dei compagni di viaggio: "Se davvero si pensa che l'attuale amministrazione sia stata un fallimento per Sansepolcro - si legge nella nota - non potremo acconsentire a fare accordi con coloro che a questo fallimento hanno contribuito". Questa, dunque, la prima significativa uscita dell'Italia dei Valori biturgense, che si appresta a esordire alle comunali di Sansepolcro con un bagaglio di voti previsti tra il 5-6%, ma molto dipenderà dalle persone che sarà in grado di far scendere in campo. La presa di posizione dell'Idv ora invita il Pd a fare una precisa scelta di campo: non è stata citata in forma esplicita, ma è chiaro che quando si parla di forze appartenenti all'attuale maggioranza il riferimento vada all'Udc, partito che in più di un’ occasione ha dichiarato di avere le mani libere sebbene non abbia mai affermato di volersi alleare con il Pd e in ogni caso, nella carta, terza forza politica della città e sicuramente componente decisiva alle prossime elezioni. Pertanto, il Pd è invitato a regolarsi, sapendo che non potrà avere Idv e Udc insieme nella coalizione. Della serie: o l'una o l'altra. In secondo luogo, l'Idv parla di estensione alle componenti civiche; anche per esclusione, di realtà a connotazione civica c'è soltanto Viva Sansepolcro, che in un primo momento faceva parte dell'attuale alleanza per poi passare all'opposizione, da ricordare che alcuni esponenti della lista civica in ogni caso siedono ancora nei scranni di maggioranza. In terza battuta, vengono sottolineate la necessità e anche la fretta di indire le primarie di coalizione e di fare in modo che a individuare il candidato sindaco non sia più la sola segreteria di partito. Infine, ci piacerebbe sapere cosa ne pensa il Partito Democratico, il primo in assoluto della città e quindi anche del centrosinistra: l'Italia dei Valori ha messo in chiaro le sue condizioni e il Pd cosa fa? Ha intenzione di subire in maniera passiva queste condizioni, oppure no? O di ricordare e soprattutto comportarsi da principale forza di schieramento? Claudio Roselli