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A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud ® Progetto Valorizzazione di prodotti meridionali attraverso lo sviluppo di Vetrine, Supermercati e Villaggi a marchio CompraSud ® nella Regione Puglia e nella Regione Basilicata Pensa globale, mangia locale Pensa globale, mangia locale - 1 -

Relazione progetto CompraSud

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Contiene indicazioni riguardanti il progetto CompraSud. Ricerche di mercato e ulteriori informazioni riguardanti produzioni agroalimentari della terra ex-Due Sicilie

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A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

Progetto

Valorizzazione di prodotti meridionali

attraverso lo sviluppo di

Vetrine, Supermercati e Villaggi

a marchio CompraSud®

nella Regione Puglia e nella Regione Basilicata

Pensa globale, mangia localePensa globale, mangia locale

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Lo status attuale

Per Meridione s'intendono le regioni a Sud dell'Italia e più precisamente: Puglia, Basilicata,

Calabria, Campania, Molise, Sicilia, Sardegna, Abruzzo. Tali regioni comprendono una popolazione

di 21milioni di abitanti (36% della popolazione italiana), con una densità minima di 59 ab/kmq

della Basilicata ai 428 ab/kmq della Campania.

Tralasciando per semplice comodità di calcolo le regioni Abruzzo e Sardegna, proviamo ad

esaminare la situazione delle restanti regioni (18milioni di abitanti).

Nell'esame della produzione agroalimentare delle regioni italiane possiamo notare come il

Meridione esporta il 13,4% dell'industria alimentare e ne importa l'11% del totale italiano.

Tabella 2 - Confronto tra peso degli scambi, popolazione residente, produzione primaria e valore aggiunto (Fonte ISTAT)

Guardando alla componente primaria degli scambi, le regioni meridionali assumono un peso

maggiore: in particolare, due regioni, Puglia e Sicilia, si collocano tra le prime cinque esportatrici

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Le importazioni sono dominate dalle regioni più popolose del Nord (Piemonte, Lombardia e

Veneto), dove si concentrano anche le industrie di trasformazione; seguono, ad una certa distanza, il

Lazio e la Campania. Per quanto riguarda l’industria di trasformazione, le

esportazioni sono fortemente concentrate al Nord (72%), mentre nel resto del paese emergono le

vendite della Toscana (7,1%) e della Campania (8,3%). Per le importazioni dei prodotti industriali,

va sottolineata la rilevante quota della Lombardia, che concentra oltre il 28% del totale, a cui fanno

seguito Emilia Romagna e Veneto, mentre la prima regione di un qualche rilievo del Mezzogiorno è

la Campania, con appena il 4,8%. In posizione appena superiore rispetto ai valori del Sud si

collocano le due più importanti regioni del Centro: Toscana (7,8%) e Lazio (6,1%). Guardando al

saldo agroalimentare, nel 2005 cinque regioni mostrano segno positivo: il Piemonte, la Valle

d’Aosta, il Trentino Alto Adige al Nord e, al Sud, la Puglia e la Sicilia.

A fronte di questi dati dovremmo avere una situazione di tutto rispetto in Puglia e in Sicilia

(o addirittura in tutto il Meridione) nei confronti dei consumi agroalimentari. Infatti il totale delle

esportazioni, rispetto alla produzione nazionale, delle regioni meridionali è del 13,4% rispetto

all'11,0% delle importazioni. Un saldo attivo di 2,4%.

In tale situazione il prodotto agroalimentare del Meridione dovrebbe assicurare lavoro e

stabilità alla sua popolazione. Ma così non è. Consideriamo il caso Puglia: il tasso di

disoccupazione del 12,5% è notevolmente superiore alla media nazionale del 8,2% (rapporto

Confindustria 2007) nonostante lo sviluppo costante di biologie, ICT, meccatronica,

nanotecnologie, 15.000 laureati all'anno, tre aeroporti e tre porti (tra cui quello di Taranto, terzo in

Italia per traffico e volume). Nonostante nel decennio 1995-2004 il valore aggiunto di ciascun

abitante sia cresciuto del 46% rispetto al 41% della media nazionale. Nonostante sia tra le regioni

peninsulari con la più lunga estensione costiera, nonostante sia tra le regioni con il più alto numero

di agri-turismo e aziende agroalimentari, nonostante i 50milioni di alberi di ulivo, nonostante le

eccellenze di mandrie podoliche e produzione ovina della Murgia, l'eccellente produzione di

insalate, carciofi, finocchi, cavoli, avena, sedano. Nonostante i recenti successi della coltivazione

del pesco e del kiwi. Senza considerare l'avvento della produzione di energia pulita grazie all'eolico

e al fotovoltaico. Il tutto “condito” da flussi turistici da record. Tanto lavoro eppure tanta

disoccupazione, disagi, delinquenza.

La popolazione di famiglie continua a diminuire perchè ci si accorge di un senso di

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insicurezza sul proprio futuro. Non si è più in grado di pianificare uno sviluppo personale lavorativo

proprio perchè ci si rende conto che i valori su cui il Meridione poteva contare fino a qualche

decennio fa non sono più elementi stabili.

Nella tradizione meridionale oltre la famiglia, da sempre elemento sostanziale ed infungibile della

vita di ognuno, ci sono altri elementi che creano il senso di nostalgia ogni volta che ci si allontana

dalla propria Terra. Il momento culminante della vita familiare è stata sempre intesa come il pranzo

o la cena. Intorno ad un tavolo si sono prese decisioni importanti, si sono conclusi contratti, si sono

trovati diplomatici accordi su questioni familiari, si sono festeggiati eventi lieti o ricordati momenti

tristi. La tavola imbandita è stato sempre l'elemento cardine su cui fare leva nelle questioni

familiari. Quasi a voler suggellare il momento prandiale come l'unico tribunale e unico consesso per

confermare l'unità e la forza di una famiglia.

I meridionali non si sono mai fatti mancare niente a tavola: vino, pasta, olio, verdure,

salumi, formaggi, olive, pesce, carne, dolci. Talvolta, a discapito di problemi cardiaci e circolatori e

improbabili prove costume, i pranzi, durante le festività religiose più importanti, si ricollegavano

facilmente alle cene.

Ma quanto spende un meridionale per mangiare? Secondo recenti statistiche un meridionale

ha una spesa pro-capite di 50 euro la settimana per mangiare, bere e lavarsi, comprendendo

colazione, pranzo e cena. Circa 7,14 euro al giorno che moltiplicati per 18milioni di meridionali

generano un flusso di denaro di 128,52milioni di euro al giorno. Un fatturato annuo di 47miliardi di

euro. Escludendo il 15% che confluisce presso piccoli negozianti, i restanti 40miliardi di euro sono

spesi presso la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) composta da colossi come: IperCoop,

Auchan, Dok, ecc.

Esaminiamo allora cosa è possibile trovare in un qualsiasi supermercato:

• bevande gasate: quasi tutte della CocaCola Company, più altri come SanBenedetto

ed energy drink

• acque minerali: Ferrarelle, Sant'Anna, Recoaro, Uliveto, Rocchetta

• Formaggi duri: Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Pecorino Romano

• Formaggi morbidi: Asiago, Emmenthal, Gorgonzola

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• Formaggi freschi: Granarolo, SantaLucia, Galbani.

• Latte: Parmalat, Granarolo, oltre il latte di commercializzazione con il marchio del

supermercato

• Biscotti: Mulino bianco, Doria, Buitoni, Motta, Gran Pavesi, ecc.

• Carne: quasi tutta di importazione francese

• Pesce: tutto decongelato e pescato tra l'Oceano Indiano e il Pacifico

• Pollo: Aia, Campese, ed altri commercializzati con nomi di supermercati

• Uova: Aia, Ovito, Campese

• Caffè: Lavazza, Vergnano, Splendid,

A questo punto mi sembra inutile continuare: abbiamo capito che almeno il 95% di prodotti

che noi acquistiamo e mangiamo non è prodotto nel Meridione. Ogni anno 38miliardi di euro

finiscono nelle casse della GDO per alimentare le imprese non residenti al Meridione.

Talvolta, ironia del caso, ci troviamo a mangiare prodotti agroalimentari della nostra Terra,

venduti all'industria settentrionale che ce li rivende, magari con aggiunta di confezione e nome

diverso.

Ma la tradizione mediterranea del mangiar bene, del gusto, della salubrità della nostra tavola

come facciamo a salvaguardarli? Chi ci assicura che il tanto decantato formaggio Rodez, spacciato

come formaggio tipico pugliese, non sia invece prodotto in Francia da un'azienda più volte indagata

e condannata per frode alimentare (Lactalis-Galbani, fonte www.rodez.it). E soprattutto se i nostri

soldi finiscono tutti altrove, perchè dovremmo meravigliarci se aumenta la disoccupazione e le

“fughe dei cervelli”?

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Il progetto CompraSud®

La GDO, ormai radicata in tutto il Sud, per poter svolgere al meglio la sua attività ha

bisogno di gestire gli acquisti secondo rigide regole di mercato. Si rivolge al produttore, richiede la

qualità, richiede ritmi di produzione, richiede il prezzo di mercato.

Riguardo la qualità non siamo pronti a poter garantire i vari prodotti in quanto ci capita

spesso o sempre di acquistare prodotto senza nemmeno sapere cosa contengono, se sono scaduti o

meno, se il prodotto corrisponde al nostro gusto, se contiene elementi dannosi alla nostra salute.

I ritmi di produzione richiesti dalla GDO spesso (o sempre) non tengono conto degli eventi

naturali o delle caratteristiche dei prodotti stessi. Un esempio per tutti: se fosse convertito in olio

extravergine di oliva tutta la produzione nazionale di olive, avremmo olio per fornire per 5 mesi i

supermercati. E' evidente che per mantenere i ritmi di produzione i fornitori della GDO sono

costretti a rivolgersi all'estero, nella migliore delle ipotesi, e a scardinare il concetto di qualità.

Anche il prezzo di mercato, deciso secondo rigide regole statistiche, influenza in maniera

determinante il prodotto esposto negli ipermercati. Un chilo di olio venduto a meno di 5 euro,

quando sul mercato locale viene commercializzato a 8 euro, sottende una serie di problematiche

riguardante la produzione, la commercializzazione e la stessa qualità.

Un piccolo produttore locale non ha la forza, ma forse nemmeno la volontà, di aderire alle

necessità imposte dalla GDO e preferisce gestirsi il suo piccolo mercato territoriale e, nella migliore

delle ipotesi, vendere il suo prodotto attraverso il web a buyers internazionali. Così facendo riesce a

sottrarsi al sistema GDO. L'aspetto positivo di tale situazione è costituita dalla sopravvivenza

dell'azienda che riesce a vendere il suo prodotto all'estero, di contro non genera lavoro.

L'andamento produttivo avrà una stabilità e, salvo eventi particolari, continuerà di padre in figlio il

proprio lavoro senza particolari sconvolgimenti nell'assetto produttivo.

Da una parte abbiamo un produttore di eccellenza che riesce a vendere il proprio prodotto

all'estero, dall'altra un tasso di disoccupazione che aumenta. L'imprenditore meridionale preferisce

non assumere manodopera e continuare a produrre lo stretto indispensabile alle sue necessità.

Immaginiamo per un attimo di poter far entrare uno sconosciuto produttore di formaggio o

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di pasta in un supermercato con i suoi prodotti. Una confezione curata, un prodotto qualitativamente

adeguato ed un prezzo centrato grazie alla filiera corta. Se un prodotto simile venisse immesso in un

supermercato della GDO avrebbe innanzitutto un carico finanziario ragguardevole. La GDO per

poter esporre sui propri scaffali un prodotto impone il pagamento di un “pedaggio” costituito da

complessi calcoli statistici sulle vendite. Il più delle volte si richiedono pagamenti di parecchie

migliaia di euro che i piccoli produttori non sono affatto disponibili a pagare.

Ma se lo stesso prodotto fosse preceduto da una corretta filosofia commerciale. Se ci fosse

un “luogo” dove la prerogativa sia proprio la valorizzazione dei prodotti meridionali, e con questi

anche la valorizzazione della sua gente? Dove ogni euro pagato è denaro che resta nel proprio

territorio. Denaro che servirà a produrre altro lavoro.

Il progetto “CompraSud®” tende proprio a realizzare questo disegno: “pensa globale, mangia

locale”. Filiere ridottissime, rapporto qualità/prezzo, salvaguardia del territorio, valorizzazione del

lavoro del Meridione.

Il Cliente che entrerà in un supermercato CompraSud® sa di poter trovare tutto il meglio del

suo territorio. Non acquisterà la CocaCola ma un succedaneo ugualmente buono, certificato e ad un

prezzo nettamente inferiore. Acquisterà formaggi locali, frutta e verdura locale e di stagione, troverà

saponi ecologici, marmellate, spezie, carni e salumi locali, prodotti d'eccellenza di tutte le regioni

del Sud Italia. Accanto a prodotti convenienti potrà anche acquistare di pregio: marmellate,

confetture, dolci, sughi, liquori, vini. Questi prodotti saranno il fiore all'occhiello della nostra

produzione meridionale e saranno anche i nostri ambasciatori presso i turisti che visiteranno le

nostre coste, le nostre città e le nostre terre.

Il vantaggio commerciale

Il progetto CompraSud® rappresenta un indubbio vantaggio commerciale sia per gli esercenti

quanto per gli acquirenti.

Come già anticipato la GDO è attualmente distribuita su tutto il territorio nazionale

attraverso le catene dei vari Auchan, Ipercoop, Famila, Dok, ecc. Ogni giorno le cassette della

nostra corrispondenza sono bersagliate da volantini riportanti i prodotti in promozione.

Costantemente gli acquirenti consultano febbrilmente quanto svogliatamente questi volantini alla

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ricerca del prodotto pubblicizzato attraverso i maggiori media nazionali (televisioni, radio,

quotidiani). Avremo così l'analisi dei prezzi sui prodotti “civetta” che illudono il cliente alla ricerca

di convenienza. Si cerca il prezzo della CocaCola, del latte, del prosciutto, dell'olio, del tonno, del

pane, delle uova, dei surgelati, della carta da cucina, dell'acqua minerale. Poi si confrontano i prezzi

che in genere oscillano di pochi centesimi tra una catena e l'altra. Se si riesce a fare un confronto

anche sui prodotti che, alternativamente, non sono riportati sul volantino si scopre che una

mozzarella Fior di Latte può avere quotazioni completamente differenti, talvolta anche di 1 euro su

un prezzo di 6 euro al chilo (in pratica circa il 16% di differenza). Ma a questo l'acquirente non

riesce a tener conto se non attraverso compilazione di tabelle, visita presso i vari ipermercati, con

conseguente perdita di tempo e denaro tra trasferimenti e compilazione di tabelle.

Quando un Cliente visita un supermercato CompraSud® ha la sicurezza di trovare un

prodotto che altri supermercati non hanno, soprattutto quelli della GDO. Un prodotto a filiera

ridottissima, con la migliore quotazione di mercato in perfetta corrispondenza del concetto di

qualità/prezzo. Il Cliente “vive” soprattutto il concetto di “far del bene alla propria Terra”,

eliminando trasporti, conservazioni in celle frigorifere, favorendo l'agricoltura nel territorio in cui

vive e salvaguardando la tradizione e la cultura della propria comunità. E' cosciente che non potrà

acquistare angurie a Natale o mandarini ad agosto. La carne è prodotta nella stessa regione in cui

l'acquista. L'olio con l'etichetta “extra vergine di oliva” è composta delle sole olive della sua terra.

Tutto quello che spende finisce a ripagare il lavoro della sua comunità. Facile pensare, anche se

avvolto da un alone di utopia, di poter utilizzare sistemi monetari alternativi quali il SIMEC o lo

SCEC, per agevolare gli acquisti di fasce deboli della popolazione.

L'esercente è tutelato dagli sbalzi improvvisi del mercato, dalla concorrenza spietata dei

grandi gruppi della GDO e riesce tranquillamente a programmare il suo lavoro. La certezza che ogni

prodotto esposto ha una sua peculiarità, il suo profumo, un suo gusto, unico ed inconfondibile.

L'esercente che apprezza e crede nei suoi prodotti è il principale veicolo pubblicitario della merce

venduta.

Per il produttore è importante comprendere i vantaggi a cui va incontro. La funzione del

progetto CompraSud® è di valorizzare il prodotto meridionale e questo è possibile ottenerlo senza

snaturare lo stesso prodotto e/o il produttore. Il programma nasce con l'affiancamento ai GAL

(Gruppi di Azione Locale) che per mezzo del programma Leader+ di fondi comunitari, permette a

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ciascun produttore di avviare un miglioramento e ampliamento della propria produzione, in favore

di una migliore presentazione del prodotto all'utente finale. Una volta avviato questo processo la

fase successiva è quella della verifica del prodotto sul mercato attraverso la presentazione nelle

“Vetrine CompraSud®”. Lo staff del progetto CompraSud® provvede all'analisi del prezzo e del

posizionamento all'interno del supermercato CompraSud® . Una volta immesso il prodotto, il

produttore ha la possibilità di gestire il suo prodotto come meglio crede, così facendo non si crea

dipendenza con lo stesso supermercato ma un rapporto di collaborazione attiva.

A supporto e consolazione di questa caratteristica del progetto CompraSud® è utile l'esempio

derivante dal seguente aneddoto.

Durante l'attività di reperimento di prodotti di eccellenza, già esistenti, ci siamo imbattuti nei

prodotti di una cooperativa di giovani nati dal progetto “Fabbriche di Nichi”. Tale cooperativa si

occupava della scelta (mediante un programma di analisi delle proprietà organolettiche del

prodotto) e packaging di prodotto agroalimentari con un marchio registrato. In pratica acquistavano

sul mercato un prodotto, dopo averlo selezionato, e lo imbustavano per poterlo vendere con un

marchio loro. La prima domanda scaturita dalla nostra indagine è stata:”ma vi occupate della

produzione?”. Prontamente la persona ha risposto che loro, essendo tutti laureati ex-disoccupati, si

occupavano esclusivamente della scelta, catalogazione, assegnazione del marchio e imbustamento e

successivamente della commercializzazione sui mercati nazionali e transnazionali. Ma nella loro

ricerca del prodotto non si occupavano minimamente del rapporto con il produttore. Se un

produttore non era in grado di soddisfare la loro ricerca non facevano altro che scartarlo e passare al

produttore successivo. Questo comportava inevitabilmente una ricerca anche sul prezzo del

prodotto, pur salvaguardando la qualità e la tradizione del prodotto. In pratica è l'operazione che

compie la GDO quando acquista partite di prodotto e imbusta con il proprio marchio (prodotto

Coop, prodotti Selex, prodotti DICO, prodotti Auchan, ecc.) Viene invertito il concetto di

valorizzazione del prodotto meridionale salvaguardando il concetto di valorizzazione del lavoro di

commercializzazione. Alla base del progetto CompraSud® è essenziale considerare che sussiste un

concetto, una filosofia, un'idea, un progetto che va oltre la semplice commercializzazione di

prodotti agroalimentari. Il supermercato o il villaggio o la vetrina non sono il nostro fine ma il

mezzo per valorizzare un sogno: ridare al Meridione e alla sua gente il valore del lavoro svolto con

la propria famiglia e la propria tradizione.

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Il programma a breve scadenza

Il primo compito da svolgere consiste nella ricerca di prodotti di eccellenza, certificati e

“biologici”. Tali prodotti andranno a riempire le “Vetrine CompraSud®”. Posizionate nei posti

strategici, queste “Vetrine” saranno il piccolo tesoro della produzione meridionale. Saranno

opportunamente sostenute da una campagna di comunicazione presso tour-operator, agenzie, catene

di hotel. Il turista che visita il Meridione avrà la sicurezza che in queste vetrine potrà acquistare un

prodotto meridionale di eccellenza al prezzo giusto. E' importante in questa fase di avvio del

progetto divulgare il concetto di CompraSud® come un elemento di differenziazione rispetto alla

massa commerciale. Un marchio che contraddistingue oltre ad un prodotto di eccellenza, anche una

filosofia di produzione e commercializzazione.

Questa prima fase di avvio sarà accompagnata da una campagna di responsabilizzazione e

collaborazione delle istituzioni e degli istituti di credito primari che dovranno accompagnare i

produttori al miglioramento delle proprie produzioni. Fondi, provvedimenti, bandi dovranno essere

indirizzati verso una formula innovativa commerciale che tende al miglioramento delle condizioni

territoriali, produttive e commerciali.

La priorità sarà quella di investire nel pensiero del consumatore. Diffondere l'idea di un prodotto

meridionale migliore di quello settentrionale pubblicizzato in maniera incalzante in tutti i canali

televisivi. Proporre il prodotto della nostra Terra come una missione piuttosto che un consumo.

Accanto alla proposta CompraSud®andranno a svilupparsi tutta un'altra serie di iniziative

tutte tese alla valorizzazione del prodotto meridionale, della sua gente, delle sue tradizioni, della sua

terra, della sua cultura. Interventi a feste, ritrovi, fiere, manifestazioni serviranno a diffondere il

concetto del CompraSud®.

Il progetto prevede anche ulteriori interventi che, parallelamente, procederanno alla

diffusione degli stessi concetti: ecologia, salvaguardia delle tradizioni, studi sulla “questione

meridionale”, interventi presso università e centri studi, conferenze.

Il programma a media scadenza

Supermercati CompraSud®

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A media scadenza sono previste le aperture dei primi supermercati CompraSud®.

Tale evento dovrà essere supportato da strutture finanziarie con investimenti mirati. Lo staff

dirigenziale della Medinvest CompraSud® si impegna a produrre business-plan, bilanci di previsione

e quant'altro in grado di guidare l'imprenditore nella gestione del proprio supermercato.

Contemporaneamente saranno coordinati programmi di comunicazione in grado di dare il giusto

apporto al marchio.

Potranno essere creati supermercati ex-novo oppure convertiti centri già esistenti. La misura

ideale del supermercato è tra i 250 e i 300 mq., con circa 4.500 referenze in grado di soddisfare ogni

esigenza. Sono previsti anche dei “centri pilota”, con supporto logistico, di 2.000 mq di superficie

espositiva, solo nei capoluoghi di provincia.

L'apertura di un nuovo supermercato comporta un esborso di circa 200mila euro, che

comprendono il supermercato completo “chiavi in mano”, dotato di tutti i dispositivi e sistemi atti a

salvaguardare prodotti, igienicità, logistica e contabilità.

Cosa comprende un supermercato CompraSud® “chiavi in mano”:

• analisi di mercato;

• valutazioni commerciali delle zone prescelte;

• predisposizione di un piano economico finanziario;

• supporto per la scelta dei locali;

• supporto per l’adeguamento o la ristrutturazione dei locali;

• supporto commerciale;

• affiancamento per le pratiche burocratico-amministrative (permessi, licenze, legge 81/08, etc.);

• formazione e aggiornamenti continui del personale;

• progettazione e realizzazione del layout espositivo;

• fornitura degli arredi;

• fornitura dei prodotti in assortimento a prezzi vantaggiosi, grazie ad accordi con fornitori convenzionati;

• realizzazione e definizione degli assortimenti;

• servizi di merchandising;

• marketing e comunicazione interna al Punto Vendita ed esterna;

• supporto e consulenza tecnica (qualità, stoccaggio, ordini, prima fornitura, etc.);

• supporto amministrativo e gestionale;

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• supporti informatici.

Cosa trova un cliente in un supermercato CompraSud®:

• tutti i prodotti di origine meridionale;

• per ogni prodotto sarà possibile reperire la filiera. Per le carni, in particolare, grazie ad un totem accanto

al banco carni, sarà possibile ottenere tutte le informazioni relative all'animale, alla sua vita, alla sua

alimentazione, alle certificazioni e anche metodi di cottura e ricette relative al taglio acquistato;

• sul sito sarà possibile ottenere ricette e varianti sulla merce acquistata;

• consegna a domicilio, prevista gratuitamente per i disabili, con il solo addebito di 2 euro per un minimo

di 20 euro di spesa;

• servizio informativo attraverso magazine, volantini e web-tv;

• personale costantemente aggiornato sulle normative e sui prodotti;

• cordialità ed educazione e totale rispetto delle tradizioni grastronomiche;

• partecipazione ad iniziative culturali, folkloristiche, musicali, teatrali, ecologiche inerenti il territorio.

I villaggi CompraSud®

Un'ulteriore opportunità di sviluppo per il progetto CompraSud® è rappresentato dai Villaggi

CompraSud®.

Un Villaggio CompraSud® è un non-luogo dove sarà possibile gustare una cucina tipicamente

meridionale con prodotti locali, un bar dotato di pasticceria, rosticceria e gelateria, un angolo

market dove sarà possibile acquistare prodotti di eccellenza meridionale, e un wine-bar dove, con

piccoli assaggini di salumi, formaggi, composte di frutta, sarà possibile bere ottimi vini meridionali.

Il tutto condito da una piccola libreria, una discoteca, quadri, pezzi particolari di abbigliamento e

artigianato che possano ricordare la Terra del Sud.

Il luogo ideale dove convogliare i flussi turistici alla ricerca di un pezzo di mondo

meridionale che rispecchi la vera anima di questa Terra antica.

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Il programma a lunga scadenza

Una volta diffuso il marchio e posizionato sul mercato il concetto del CompraSud® sarà

possibile “esportare” il progetto verso quelle nazioni dove i discendenti di emigranti meridionali

ormai rivestono incarichi di tutto rispetto e desiderano vedere le proprie origini evidenziate nella

giusta luce che gli compete. Nonostante il costante controllo delle evoluzioni del mercato,

dell'avvicendarsi di situazioni di contrazione ed espansione di fenomeni commerciali, la mancata

programmazione stabile degli organi politici preposti, non è possibile poter prevedere con assoluta

certezza un progamma di sviluppo che vada oltre di due o tre anni. L'unico conforto di cui possiamo

godere è che il progetto CompraSud® essendo una formula innovativa e a forte impatto emozionale,

avrà una evoluzione duttile e potrà facilmente adattarsi alle varie situazioni. La prerogativa di

supermercati di 300 metri quadrati permette di realizzare forme societarie molto facili da gestire.

Sicuramente la più accessibile sarà la formula familiare dove una famiglia troverà facilmente una

attività proficua quanto soddisfacente. Si potrà agevolare più facilmente anche l'accesso al credito

di piccole aziende. Anche l'entità produttrice sarà tutelata dal rispetto di norme e protocolli locali,

oltre che l'assistenza verso forme di espansione e certificazione dei propri prodotti.

Il progetto D.O.M.® (Denominazione di Origine Meridionale) sarà il marchio che

identificherà un prodotto che rispetta la qualità, la genuinità, la tradizione e il lavoro del popolo

meridionale. Questo sarà il traguardo da raggiungere prossimamente per coronare gli sforzi atti a

valorizzare il nostro lavoro.

Il progetto a lunga scadenza è un impegno preciso che desideriamo perseguire fino in fondo

perchè rappresenterà il coronamento di un lavoro di cesellatura di un materiale duro e impenetrabile

come quello delle convinzioni radicate nel mondo come il Sud dell'Italia come la culla della mafia e

della delinquenza e non come la culla della civiltà e del progresso che fino al 1860 è stato il vanto

del Mediterraneo.

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Riferimenti

GAL

Leader +

PAC

PAL

G.A.L.

Il gruppo di azione locale (o semplicemente GAL) è un gruppo (generalmente una

Società Consortile) composto da soggetti pubblici e privati allo scopo di favorire lo sviluppo

locale di un'area rurale.

I GAL elaborano il Piano di Azione Locale (PAL) e gestiscono i contributi finanziari erogati

dall'Unione Europea e dal Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e di Garanzia.

Per realizzare il PAL il GAL dispone di fondi nell'ambito del programma d'iniziativa

comunitaria LEADER+.

Il GAL è, in sintesi, uno strumento di programmazione che riunisce tutti i potenziali attori

dello sviluppo (quali sindacati, associazioni di imprenditori, imprese, comuni, etc.) nella

definizione di una politica "concertata".

Il quadro delle nuove norme comunitarie a sostegno dello sviluppo rurale nel periodo di

programmazione 2007 - 2013 prevede un’ampia e definitiva valorizzazione dell’approccio

Leader attraverso una sua diretta implementazione nell’ambito della programmazione

generale delle strategie e degli interventi. L’approccio Leader, come definito agli articoli 61-

65 del Reg. (CE) 1698/2005, viene quindi trasposto in termini di Asse metodologico (Asse

IV) ed attivato come strumento strategico e qualificante degli interventi per lo sviluppo

rurale per il periodo di programmazione 2007/2013.

Ai sensi dell’art. 62 del Reg. CE n. 1698/2005, la strategia associativa di sviluppo locale è

posta in essere da Gruppi di Azione Locale (GAL) pertanto, i soggetti attuatori dell’Asse 4

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sono rappresentati dai GAL.

Sulla base anche dell’esperienza maturata a livello regionale nei precedenti periodi di

programmazione, il Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 (PSR) recepisce e valorizza

la metodologia Leader, ampliandone la potenziale valenza e la ricaduta territoriale rispetto

alla precedente fase Leader+, per innescare significativi “effetti di processo e di sistema”.

Attraverso il progressivo consolidamento delle logiche programmatorie e decisionali

partecipate e condivise previste dal Leader, vengono favoriti percorsi ed atteggiamenti

innovativi e, comunque, propulsori di effettivo cambiamento nell’ambito della sfera

pubblica locale, del mondo imprenditoriale e della collettività, con conseguente emersione

e valorizzazione di nuovi attori e nuove relazioni e l’affermazione di modelli locali di

sviluppo orientati alla valorizzazione delle risorse e delle opportunità presenti nel territorio.

A tale scopo, il PSR stabilisce le strategie, le priorità e gli obiettivi specifici da perseguire

attraverso l’Asse 4, definendo in maniera piuttosto dettagliata anche gli strumenti, i

soggetti, gli interventi e l’assetto operativo ed attuativo generale, nonché le principali

modalità ed i percorsi esecutivi da attivare.

Ai sensi dell’art. 61 del Reg. (CE) 1698/2005, l’approccio Leader è caratterizzato almeno

dai seguenti elementi:

• a. strategie di sviluppo locale territoriali destinate a territori rurali ben definiti, di

livello sub-regionale

• b. partenariato pubblico-privato sul piano locale (“gruppi di azione locale”)

• c. approccio dal basso verso l'alto, attraverso gruppi di azione locale dotati di potere

decisionale in ordine all'elaborazione e all'attuazione di strategie di sviluppo locale

• d. concezione e attuazione multi-settoriale della strategia basata sull'interazione tra

operatori e progetti appartenenti a vari settori dell'economia locale e. realizzazione

di approcci innovativi

• f. realizzazione di progetti di cooperazione

• g. collegamento in rete di più partenariati locali.

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Conseguentemente, tali elementi, oltre che determinare il quadro generale delle condizioni

che devono essere assicurate ai fini della corretta attuazione dell’Asse 4 nell’ambito del

PSR, rappresentano necessariamente anche il quadro di riferimento per quanto riguarda i

requisiti generali richiesti ai singoli soggetti/strumenti di programmazione locale (GAL-

PSL). Nel recepire tale impostazione, il PSR riconosce e ricompone i suddetti elementi

qualificanti dell’approccio Leader sulla base di tre aspetti principali e complessivi,

strettamente legati tra loro, atti a fornire le coordinate prioritarie ai fini della configurazione

dell’approccio medesimo:

1. territorio rurale chiaramente definito e delimitato

2. partenariato pubblico-privato (Gruppi di Azione Locale)

3. strategia di sviluppo locale promossa e realizzata con approccio ascendente e

intersettoriale.

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Page 17: Relazione progetto CompraSud

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Referente dei GAL per la regione Puglia:

Sig. Giuseppe Ferro

Indirizzo: Settore Agricoltura, Lungomare N. Sauro 45, 70121 Bari

Telefono:+39 0805405199

Fax:+39 0805405233

Sito Internet:www.regione.puglia.it

Indirizzo E-Mail:[email protected]

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Page 18: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

Elenco GAL PUGLIA

GAL ALTO SALENTO Fabrizio DeCastro 0831303998Ostuni – Via Cattedrale 11

GAL CAPO S. MARIA DI LEUCA Antonio Lia 0833 545312Tricase – Piazza Pisanelli

GAL DAUNOFANTINO Luca D'Errico 0884580918Manfredonia Piazza del Popolo 8

GAL GARGANO Nicola Abatantuono 0884562088Monte S.Angelo Via Sant'Antonio Abate

GAL LUOGHI DEL MITO Stefania Taurino 0831986354Mottola – Piazza XX settembre

GAL MERIDAUNIA Alberto Casoria 0881912007Bovino – Contrada Paduli

GAL NORD OVEST SALENTO TERRA D'ARNEO Giovanni Muia 0832970574Veglie – Via Roma

GAL PIANA DEL TAVOLIERE Nicola Grillo 0881709077Cerignola – Via C. Battisti

GAL TERRE DEL PRIMITIVO Gianfranco Cataldi 3483837227 Manduria – Via XX Settembre

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Page 19: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

LEADER+

Il programma di iniziativa comunitaria LEADER, acronimo dal francese Liaison entre

actions de développement de l'économie rurale (Collegamento fra azioni di sviluppo

dell’economia rurale), sostiene progetti di sviluppo rurale ideati a livello locale al fine di

rivitalizzare il territorio e di creare occupazione. In altre parole, è finalizzato a promuovere

lo «sviluppo integrato, endogeno e sostenibile delle aree rurali». Ad oggi (2006) l'iniziativa

è conosciuta col nome di LEADER + [Leader Plus].

LEADER nell'ambito dei fondi europei

All'interno della Politica Agricola Comune (PAC) l'iniziativa LEADER viene finanziata dai

fondi strutturali europei, caratterizzati dall'essere erogati ai beneficiari come fondi indiretti.

Per il periodo 2000-2006, all'interno dei quattro fondi strutturali (FESR, FSE, FEAOG e

SFOP)1 il budget totale è di 5.050.000.000 €, dove poco più di 2 miliardi provengono dal

Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e di Garanzia (FEOGA), la restante parte da

contributi pubblici e privati.

Per il periodo 2007-2013 all'interno dei fondi strutturali, ampliati andando a includere

1Il Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e di Garanzia (abbreviato FEAOG, detto anche Fondo

Europeo di Orientamento e Garanzia Agricola - FEOGA) è un fondo strutturale dell'Unione Europea, istituto

dal Reg. 25/1962 e modificato dal Reg. CEE 728/70. È parte dei più estesi finanziamenti della Politica

agricola comune, dei quali costituisce comunque una parte rilevante.

Esso si compone di due sezioni distinte, chiamate Garanzia ed Orientamento. La prima finanzia le spese

dell'organizzazione comune del mercato agricolo, misure di sviluppo rurale legate al sostegno dei mercati ed

altre misure rurali non comprese nell'Obiettivo 1, diverse spese veterinarie, oltre a tutti i finanziamenti relativi

all'informazione riguardo la Politica Agricola Comune. La sezione Orientamento interviene invece a sostegno

di altre misure di aiuto allo sviluppo rurale escluse della prima sezione, come l'iniziativa comunitaria

LEADER.

Nel periodo di programmazione 2007-2013 a seguito delle importanti modifiche che hanno interessato la

Politica agricola comune (PAC) il fondo scompare sostituito da due distinti fondi, chiamati Fondo Europeo

Agricolo di Garanzia o FEAGA, per la parte "Garanzia" del precedente FEAOG, e Fondo Europeo Agricolo

per lo Sviluppo Rurale o FEASR, erede della sezione "Orientamento" del precedente fondo FEOGA.

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Page 20: Relazione progetto CompraSud

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FESR, FSE, FEP e FEAGA, l'iniziativa LEADER rientra nel Fondo Europeo Agricolo per lo

Sviluppo Rurale (FEASR, erede della sezione "Orientamento" del precedente fondo

FEOGA). Le risorse disponibili per il fondo nel prossimo periodo ammontano a

88.750.000.000 €, ed è stato proposto dalla Commissione Europea che almeno il 7% della

partecipazione totale debba essere riservato all’asse prioritario LEADER.

Tali fondi sono erogati e monitorati attraverso la suddivisione in 4 "assi principali":

• Asse I: politiche di sviluppo rurale e territoriale integrato

• Asse II: sostegno alla cooperazione inter-territoriale inter-regionale, inter-

comunitaria ed inter-nazionale

• Asse III: creazione di una rete cooperativa fra territori rurali

• Asse IV: gestione, sorveglianza, assistenza tecnica, monitoraggio e valutazione del

programma (3,7% del totale)

PAC – Politica Agricola Comune

La spesa agricola è finanziata da due fondi, che rientrano nel bilancio generale dell'UE:

il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) finanzia i pagamenti diretti agli agricoltori e

le misure per regolarizzare i mercati agricoli, come gli interventi e le restituzioni

all'esportazione, mentre il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) finanzia

i programmi di sviluppo rurale degli Stati membri.

Questi due fondi sono stati istituiti con il regolamento (CE) n. 1290/2005 del Consiglio, del

21 giugno 2005 relativo al finanziamento della politica agricola comune, che ha definito un

quadro normativo unico per il finanziamento della spesa nell'ambito della PAC.

Troverete informazioni dettagliate sul bilancio per la politica agricola e di sviluppo

rurale nel titolo 05 del bilancio generale dell'UE.

Sulla base delle regole che disciplinano la gestione finanziaria della PAC, la Commissione

è responsabile della gestione del FEAGA e del FEASR. Di norma, tuttavia, la

Commissione non effettua pagamenti ai beneficiari. Conformemente al principio della

gestione concorrente, questo compito è delegato agli Stati membri, i quali operano, a loro

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Page 21: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

volta, attraverso 85 organismi pagatori nazionali o regionali. Per poter richiedere

l'intervento del bilancio comunitario, gli organismi pagatori devono essere stati

precedentemente riconosciuti sulla base di una serie di criteri stabiliti dalla Commissione.

Gli organismi pagatori, tuttavia, non si limitano ad effettuare i pagamenti ai beneficiari.

Prima di procedere ai pagamenti, devono infatti accertare, direttamente o tramite

organismi delegati, l'ammissibilità delle domande di aiuto. I controlli specifici che devono

essere realizzati sono stabiliti nei vari regolamenti settoriali della PAC e variano da un

settore all'altro.

I pagamenti effettuati dagli organismi pagatori sono successivamente rimborsati dalla

Commissione agli Stati membri su base mensile, nel caso del FEAGA, e su base

trimestrale, nel caso del FEASR. Questi rimborsi sono tuttavia soggetti ad eventuali

rettifiche da parte della Commissione nel quadro delle procedure di liquidazione dei conti.

Struttura

Il network europeo assegna alla Rete Europea di Sviluppo Rurale compiti di «favorire la

divulgazione delle informazioni sulle politiche di sviluppo rurale, gli scambi di esperienze

tra operatori rurali, la diffusione dell’innovazione e il trasferimento di know-how, in

particolare a favore delle zone rurali più svantaggiate, nonché la realizzazione di progetti

comuni». A livello comunitario è istituito un Osservatorio Europeo dei territori rurali, gestito

dalla Commissione Europea e si avvale di una struttura di assistenza tecnica chiamata

Punto di Contatto (Contact Point). A livello nazionale e regionale un Comitato Direttivo è

convocato almeno almeno una volta l'anno per monitorare il progresso dell'iniziativa.

I GAL, Gruppi di azione locale, presentano i progetti oggetto di finanziamento, costituiti da

un insieme di partner pubblici e privati. Ogni GAL elabora ed attua un progetto incentrato

su un tema centrale, caratteristico dell’identità e/o delle risorse e delle conoscenze

specifiche del territorio. Ogni GAL deve adottare uno o più temi fra quelli consigliati

dall'amministrazione europa, o in alternativa proporne uno. I quattro temi catalizzatori

sono:

1. L'utilizzo di nuove tecnologie e nuovi know-how per aumentare la competitività dei

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A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

prodotti e dei servizi dei territori (The use of know-how and new technologies to

make the products and services of rural areas more competitive) (11%)

2. Miglioramento della qualità di vita nelle zone rurali (Improving the quality of life in

rural areas) (24%)

3. La valorizzazione dei prodotti locali, in particolare agevolando mediante azioni

collettive l'accesso ai mercati per le piccole strutture produttive [Adding value to

local products, in particular by facilitating access to markets for small production

units via collective actions] (20%)

4. Valorizzazione delle risorse naturali e culturali, compresa la valorizzazione dei siti di

interesse comunitario Natura 2000 (Making the best use of natural and cultural

resources, including enhancing the value of sites of Community interest selected

under Natura 2000) (34%)

Fra parentesi è indicata la percentuale dei GAL che a livello europeo l'hanno selezionata

come primo tema. Il restante 19% ha adottato un tema proprio.

I progetti presentati prendono il nome di Piani di Sviluppo Locale (PSL), e sono presentati

e guidati dai GAL. Ciascun progetto deve riguardare una zona rurale molto ristretta, per

una popolazione compresa fra 10000 e 100000 abitanti. A capo delle iniziative troviamo

per ogni nazione una unità di animazione: le unità nazionali attivate sono 15, compresa

quella italiana, e sono in alcuni casi enti pubblici (come in Germania, Spagna o Italia),

gestite da società private (come in Gran Bretagna o Austria) o un mix delle due (come in

Francia). I 3 obiettivi principali del sistema sono:

• favorire delle sperimentazioni in materia di sviluppo agricolo

• sostenere la cooperazione tra aree agricole: diversi GAL possono mettere in

comune le loro risorse

• fare sistema fra distretti agricoli: si tratta di condividere le proprie esperienze e

conoscenze in materia di sviluppo dei territori agricoli attraverso la creazione di

banche-dati, pubblicazioni ed ogni altro sistema di scambio d’informazioni.

A livello dei GAL viene istituito un Comitato di Sorveglianza composto da un

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Page 23: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

rappresentante di tutti gli attori coinvolti e di tutti i soggetti erogatori dei fondi. Questo

provvede al monitoraggio degli interventi e dell'erogazione dei fondi attraverso un sistema

di indicatori finanziari e strutturali esclusivamente numerici che permettono di analizzare

l'esecuzione finanziaria, la realizzazione effettiva delle operazioni e il loro impatto sul

territorio, trasmettendo poi i risultati all'Osservatorio Europeo predisposto per stesura

finale e relativa diffusione.

L'approccio Leader

L’approccio LEADER è una strategia di sviluppo locale comprendente almeno i seguenti

elementi:

1. programmi territoriali destinati a territori rurali ben definiti, di livello sub-regionale

2. approccio dal basso verso l’alto, con gruppi di azione locali dotati di potere

decisionale in ordine all’elaborazione e all’attuazione di una strategia di sviluppo

locale

3. partenariato pubblico-privato sul piano locale (ovvero GAL)

4. approccio globale multi-settoriale basato sull’interazione tra operatori e progetti

appartenenti a vari settori dell’economia locale

5. implementazione di approcci innovativi

6. realizzazione di progetti di cooperazione

7. collegamento in rete di più partenariati locali.

Leader interviene sui problemi legati ai territori rurali quando sono presenti fattori di

crescenti esigenze dei consumatori, limitata diffusione delle nuove tecnologie,

invecchiamento della popolazione, esodo rurale; l'intento è potenziare lo sviluppo rurale e

incentivare nuove attività e fonti di occupazione.

È quindi forte il coinvolgimento dei protagonisti locali e lo scambio delle esperienze tramite

la istituzione di reti e anche la promozione di eventi a sostegno di titolari di piccoli progetti.

Nell'attuazione dei piani Leader ci sono alcuni problemi legati alla pletora di procedure, a

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A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

ritardi nell'assegnazione dei soggetti beneficiari, quindi alla frammentazione delle risorse

finanziarie e alla costituzione di partenariati fragili.

LEADER in Italia

La rete istituzionale, UE-MiPAF-Regioni, è dedicata alle attività svolte dalle

Amministrazioni comunitarie, nazionali e regionali coinvolte nell’attuazione che insieme ai

GAL svolgono un ruolo fondamentale nell’implementazione del sistema rete: questo

attraverso la creazione di spazi interattivi per favorire quanto più possibile il dialogo e lo

scambio di esperienze.

Il MiPAF ha affidato all'ATI INEA-Agriconsulting (Istituto Nazionale di Economia Agraria) il

compito di gestire l'Unità di Animazione della Rete Nazionale per lo Sviluppo Rurale o

Rete Leader Italia. Questa assume il compito di realizzare le attività previste dall'Asse 3

del Programma Rete Nazionale per lo Sviluppo Rurale. Le attività dell’Unità di Animazione,

rivolte a tutti i gli operatori pubblici o privati interessati a progetti di sviluppo in queste aree,

sono finalizzate a:

• favorire il consolidamento dell'approccio Leader sul territorio nazionale

• stimolare la crescita della cooperazione fra territori

Inoltre, le attività per la creazione della Rete Nazionale per lo Sviluppo Rurale si articolano

in quattro azioni:

• individuazione, analisi e divulgazione delle buone pratiche

• animazione e scambi di esperienze

• banche dati e supporti informativi

• assistenza tecnica e monitoraggio dei progetti di cooperazione

In Italia si contano 132 GAL e relativi PSL, che si sono ripartiti fra i temi proposti come

segue:

1. Nuove tecnologie e nuovi know-how (9% e 12 GAL)

2. Miglioramento della qualità di vita nelle zone rurali (12% e 16 GAL)

3. Valorizzazione dei prodotti locali (24% e 32 GAL)

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Page 25: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

4. Valorizzazione delle risorse naturali e culturali (23% e 30 GAL)

5. Altro tema (specifico della regione/provincia autonoma) (32% e 42 GAL)

Sei regioni hanno optato per temi addizionali:

• Friuli-Venezia Giulia: «Potenziamento dei servizi a sostegno del sistema produttivo

locale favorendole la creazione e l’accesso» (Strengthening of services supporting

local production system through facilitating its setting-up and access'))

• Toscana: «Miglioramento delle possibilità di impiego e autoimpiego, con priorità ai

giovani e alle donne» (Improvement of employment and self-employment

opportunities, giving priority to young people and women)

• Campania: «Creazione di nuove attività produttive in sistemi marginali»

(Establishing new production businesses in marginal areas)

• Puglia:

• «Recupero delle identità delle aree rurali» (Recovering the identity of rural

areas),

• «Valorizzazione dell'artigianato locale» (Enhancing of local crafts),

• «Recupero e valorizzazione dell'artigianato in via di estinzione» (Recovering

and enhancing of dying crafts),

• «Creazione di nuove opportunità produttive e servizi» (Creating new

opportunities for production and services) e

• «Creazione di reti locali nei settori della produzione, della gestione delle

risorse umane e delle amministrazioni pubbliche» (Creating local networks in

the sectors of production, human resources management and public

administrations)

• Basilicata: «Recupero dell'identità delle aree rurali» (Recovering the identity of rural

areas)

• Calabria:

• «Valorizzazione dei siti archeologici e storico-culturali» (Enhancing

archaeological, historical and cultural sites) e

• «Valorizzazione dei siti turistici rurali» (Enhancing rural tourist sites)

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A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

Finanziamento in Italia

Per il periodo di attività di Leader+ (2000-2006) all’Italia sono stati assegnati 267.000.000

€, pari a circa 517.000.000.000 ₤.

Nel caso delle regioni comprese nell'Obiettivo 1 si devono gestire questi fondi nell'ambito

del POR, Programma Operativo Regionale.

Basilicata

Il programma LEADER II in Basilicata ha interessato circa l’86% dell’intera superficie

regionale, con una popolazione pari a circa 427.000 abitanti (70% del totale regionale). La

densità media per Km², tra le più basse d’Italia, è pari a 50 ab./Km²: tale valore diminuisce

sensibilmente nelle aree interne, nelle quali sono inesistenti sbocchi occupazionali in

settori produttivi diversi dall’agricoltura, fino a raggiungere meno di 20 ab./Km² in ben 8

comuni inclusi nei GAL.

Dal censimento ISTAT del 2001 emerge che la popolazione residente nel corso dell’ultimo

decennio è diminuita; inoltre è in atto un fenomeno di senilizzazione (ovvero di crescita

della popolazione residente con più di 65 anni); la percentuale degli analfabeti è ancora

notevole, vicino al 14%, a fronte di soltanto il 2,6% di laureati. Secondo le analisi

l’agricoltura è un settore importante nell’economia della zona, non tanto in relazione alla

formazione del PIL (8%), quanto in termini occupazionali.

Il programma Leader II inizia il suo percorso in Basilicata nel luglio 1994, anticipando le

Linee Guida Nazionali comparse nell'agosto del 1994. Nel luglio 1997, la Giunta Regionale

approva la graduatoria di merito dei GAL. Si capisce dunque che le fasi di

programmazione e di selezione dei beneficiari sono state i momenti di maggiore criticità

perché i ritardi hanno determinato un’accelerazione nell’impegno dei fondi da parte dei

GAL. I finanziamenti sono stati pari a circa 84 miliardi di lire, distribuiti nelle 4 misure. La

partecipazione finanziaria pubblica al Programma è stata pari al 76,08%: di questi 2/3 a

carico dell'Unione Europea ed rimanente terzo a carico dello stato. Per i fondi a carico

dell'Unione Europea, il FESR ha partecipato per il 40,24%, il FSE per il 24,35% e il

FEOGA per il 35,41%.

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La base sociale è risultata formata mediamente da 18 soci. Tra la fase iniziale di

promozione e la costituzione formale non si sono registrate significative variazioni nella

composizione della partnership. La componente pubblica è rappresentata

prevalentemente dagli enti territoriali: Comuni e Comunità Montane, la cui attenzione

manifestata nella fase costitutiva si è quasi completamente confermata nell’adesione,

come soci, ai GAL.

Gli intenti del LEADER II sono stati raggiunti e realizzati. Si è riusciti nel tentativo di

sensibilizzare ed informare la popolazione sulle finalità del programma, oltre che a fornire

le risorse finanziarie per il funzionamento e la gestione degli organismi selezionati per

l’attuazione dei singoli PAL; sono stati svolti corsi per formare nuove figure professionali ;

sempre a proposito di occupazione e lavoro è stata incentivata la creazione di nuove

imprese o il consolidamento di quelle già esistenti; gli investimenti riguardano anche

settori innovativi e ricerche; c'è stata anche attenzione alla promozione culturale e turistica

recuperando siti e borghi, valorizzando le risorse naturali, sensibilizzando verso

l'ambiente; altro obiettivo raggiunto è stato quello della cooperazione internazionale.

La Commissione Europea nel 2002 ha approvato il Programma Leader + 2000-2006 della

Basilicata inserendola fra le regioni dell'Obiettivo 1, quindi dotate di un Quadro Strategico

comune con funzione di facilitare il raggiungimento degli obiettivi istituendo una rete

strategica e fissando le linee prioritarie di intervento anche con riferimento agli interventi

per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, ha favorito la concentrazione degli interventi intorno a

determinati obiettivi. I programmi iniziati con LEADER II sono stati sviluppati con spirito più

critico facendo attenzione a quelli che potevano essere i punti deboli nell'attuazione degli

obiettivi e istituendo incentivi che premiano la buona gestione della programmazione e

della gestione delle spese. Una delle misure più rilevanti adottate è stata quella che

riguarda la concessione di indennità compensative per le zone svantaggiate, che nella

regione coprono il 90% del territorio, la cui conservazione dipende in modo rilevante dalla

continuazione di pratiche agricole estensive. Grazie agli investimenti realizzati con le

politiche strutturali destinate all'Obiettivo 1 la Basilicata presenta un discreto tasso di

crescita economica.

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Page 28: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

Un esempio: il Sistema GIS. Il territorio a cui fa riferimento il Gal Le Macine è situato al

centro della Basilicata e coincide con la zona più interna della Provincia di Matera, al

confine quella di Potenza; l’area comprende i territori delle comunità montane Collina

Materana e Medio Basento, oltre ai comuni di Salandra e Ferrandina. Il paesaggio è

caratterizzato da rilievi montuosi e collinari e da una vegetazione assai varia. Il GAL, in

collaborazione con HSH Informatica e Cultura e ITABIA - Italian Biomass Association - ha

realizzato un sistema GIS nell’ambito di uno studio sulle energie alternative dell’area. È

uno strumento di analisi del territorio rivolto ad operatori pubblici e privati, come singoli

cittadini, in attività di gestione territoriale per supportare la definizione di aree di vocazione

per lo sfruttamento delle energie alternative; è anche importante perché ha permesso di

realizzare la raccolta, l’organizzazione, la gestione e la pubblicazione di informazioni

relative al territorio, grazie alle sue caratteristiche di sistema a struttura trasversale. La sua

realizzazione ha coinciso con l'introduzione sapiente delle nuove tecnologie al servizio di

una migliore conoscenza e gestione del territorio dovuta alla produzione di una buona

cartografia e di informazioni ad essa legata, con un occhio di riguardo per l'accessibilità e

la trasparenza del materiale prodotto e delle iniziative.

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Page 29: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

Situazione Finanziamenti Leader al 30 aprile 2010

L'aggiornamento dei dati messi a disposizione dai servizi della Commissione Europea per

il calcolo dell'avanzamento delle spese dei 27 Stati membri a valere sul FEASR

confermano il grave ritardo di attuazione in cui versa l'Italia dello sviluppo rurale. La

capacità di spesa dei fondi comunitari per lo sviluppo rurale si attesta, a livello di UEa27, a

circa il 26,9% dell'intera dotazione a disposizione per il periodo 2007-2013. L'Italia, con

circa il 18,5% secondo le fonti UE aggiornate al 31 marzo 2010, si colloca

pericolosamente al quart'ultimo posto, lasciando alle sue spalle solamente Romania,

Bulgaria e Malta.

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Page 30: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

Elenco prodotti tipici tradizionali riconosciuti

REGIONE PUGLIA

Tipologia N° Prodotto

bevande analcoliche, distillati e liquori

1 amaro del gargano

2 amaro di san domenico, gran liquore di san domenico

3 ambrosia di arance

4 ambrosia di limone

5 arancino

6 latte di mandorla

7 limoncello

8 liquore di alloro

9 liquore di fico d’india

10 liquore di melograno

11 liquore di mirto

12 mirinello di Torremaggiore

13 nocino

14 padre peppe elixir di noce

carni (e frattaglie) fresche e loro preparazione

15 capocollo di martina franca

16 carne al fornello di Locorotondo, carn o furnid du Curdun

17 carne arrosto di laterza

18 carne di capra, primaticcio, corvesco, mulattio

19 carne podolica, bovino pugliese

20 cervellata

21 involtino bianco di trippa di locorotondo, gnumerèdde suffuchète du Curdùnne

22 fegatini di laterza

23 lardo di faeto, rèj de faite

24 matriata, 'ntrama fina

25 muschiska

26 pancetta di martina franca, a ventrèsche arrutulète

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Page 31: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

REGIONE PUGLIA

27 prosciutto di faeto

28 pzzntell

29 salsiccia a punta di coltello dell'alta murgia

30 salsiccia alla salentina, sardizza, sarsizza, satizza

31 salsiccia dell' appennino dauno

32 salsicciotti di laterza

33 sanguinaccio leccese, sangugnazzu

34 soppressata dell'appennino dauno

35 soppressata di martina franca, a sebbursète

36 tocchetto

37 turcinelli

38 zampina

condimenti 39 sugo alla zia vittoria

formaggi 40 burrata

41 cacio

42 caciocavallo

43 caciocavallo podolico dauno

44 cacioricotta

45 cacioricotta caprino orsarese, cas rcott

46 caprino

47 giuncata

48 manteca

49 mozzarella o fior di latte

50 pecorino

51 pecorino di maglie

52 pecorino foggiano

53 scamorza

54 scamorza di pecora

55 vaccino

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A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

REGIONE PUGLIA

prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati

56 albicocca di galatone, arnacocchia di galatone

57 arancio dolce del golfo di taranto

58 asparagi sott’olio

59 barattiere, cianciuffo, pagnottella, cocomerazzo

60 batata dell'agro leccese, patata dolce, patata zuccherina, patàna, taràtufulu

61 capperi del gargano, mattinata

62 capperi in salamoia

63 capperi sott’aceto

64 caramelle di limone arancio

65 carciofini sott’olio

66 carciofo brindisino, catanese, violetto di sicilia, violetto di brindisi, locale di brindisi, brindisino

67 carciofo di san ferdinando

68 carosello di manduria, carusella

69 carota di zapponeta

70 carota giallo - viola di tiggiano, pastanaca ti santu pati

71 caruselle sott'aceto, infiorescenze di finocchio selvatico sott'aceto, caruselle allu citu, finucchiu riestu

72 cicerchia, fasul a gheng, cicercola, cece nero, ingrassamanzo, dente di vecchia, pisello quadrato

73 cicoria all' acqua, cicoria otrantina

74 cicoria riccia, cecora rizza

75 ciliegie di puglia, cerase

76 cima di rapa

77 cipolla di acquaviva delle fonti

78 cipolla di zapponeta

79 concentrato secco di pomodoro

80 conserva piccante di peperoni

81 cotognata

82 cotto di fico

83 fagiolo dei monti dauni meridionali, fasùl

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Page 33: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

REGIONE PUGLIA

84 farinella

85 fava di zollino, cuccìa

86 fave fresche cotte in pignatta

87 fichi secchi

88 fico secco mandorlato (di san michele salentino)

89 finocchio marino sott'aceto, ripili, critimi, salippici, erba di mare

90 fiorone di torre canne, culumbr

91 funghi spontanei secchi al sole

92 funghi spontanei sott’olio

93 fungo cardoncello, cardoncello (carduncjdd), fungo ferula (fong ferv)

94 lampascioni sott’olio

95 lenticchia di altamura, lenticchia gialla di altamura, gigante di altamura

96 mandorla di toritto, aminue

97 marmellata di arancio e limone

98 marmellata di fichi

99 mela limoncella dei monti dauni meridionali, limoncella

100 melanzane secche al sole

101 melanzane sott’olio

102 meloncella, spiuleddhra, minunceddhra, cucumbarazzu, cummarazzu

103 mostarda

104 mostarda di uva e mele cotogne

105 mùgnuli, spuriàtu, spuntature, càulu, pòeru

106 olio extra vergine aromatizzato

107 oliva da mensa, mele di bitetto, ualie dolc

108 olive cazzate o schiacciate

109 olive in salamoia

110 olive verdi

111 patata di zapponeta

112 patata novella sieglinde di galatina, siglinda te galatina

- 33 -

Page 34: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

REGIONE PUGLIA

113 peperoni secchi al sole

114 peperoni sott’olio

115 peranzana da mensa di torremaggiore, provenzale

116 piattello

117 pisello nano di zollino

118 pisello riccio di sannicola

119 pomodori secchi al sole

120 pomodori verdi e pomodori maturi secchi sott’olio

121 pomodorino di manduria, pomodorino mandurese, pummitoru paisano

122 pomodoro da serbo giallo, pummitoro te 'mpisa giallu, pummitoru te prendula giallu

123 salicornia sott’olio

124 salsa di pomodoro

125 uva baresana, doraca, uva drech, imperatore, lattuaria, lattuario, roscio, sacra, sagrone, turca, turchiesca, uva di cera, uva rosa

126 uva da tavola

127 vicia faba major ecotipo "fava di carpino"

128 vincotto

129 zucchine secche al sole

130 zucchine sott’olio

paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

131 africani

132 biscotto di ceglie messapico

133 bocca di dama

134 buccunottu gallipolino

135 calzoncelli

136 calzone di ischitella

137 cartellate

138 cazzateddhra di nardò, cazzateddhra cu lu pepe

- 34 -

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A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

REGIONE PUGLIA

139 cazzateddhra di surbo

140 cavatelli

141 cuddhura, cuddhura cu l'oe, palomba, palummeddhra, panareddhra, puddhica cu l'oe

142 cupeta, cupeta tosta

143 dita d'apostoli, oi a nuvola, oi a nnèula, oi a nèmula, oi ncannulati

144 dolcetto della sposa, dolcetto bianco

145 dolci di pasta di mandorle (pasta reale)

146 farrata di manfredonia, a farréte

147 focaccia a libro di Sammichele di Bari, fecazze a livre

148 friselle di orzo e di grano

149 fruttone, barchiglia

150 fusilli

151 grano dei morti

152 intorchiate

153 lagane

154 lasagne arrotolate

155 marzapane, biscotto tipico, pasta secca

156 maccaruni

157 mafalda

158 mandorla riccia di francavilla fontana, cunfietti rizzi, mennuli rizze

159 mandorlaccio

160 mandorle atterrate

161 mostaccioli

162 mpilla

163 mustazzueli 'nnasprati, mustazzòli 'nnasparati, mustazzùeli 'nnasprati, scagliòzzi, castagnole

164 orecchiette

165 ostie ripiene

166 pane di ascoli satriano

167 pane di grano duro

- 35 -

Page 36: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

REGIONE PUGLIA

168 pane di laterza

169 pane di monte sant'angelo, pane di monte sant'angelo "li panett"

170 pesce e agnello di pasta di mandorla

171 paposcia (pizza a vamp) di vico del gargano, pizza schett, pizza a vamp, paposcia

172 passulate di nardò, pucce con li pàssule, passuliate

173 pasta di grano bruciato

174 pasticciotto

175 piscialetta, piscialletta

176 pistofatru

177 pitilla, pirilla, simeddhra, brocula, frizzulu

178 pitteddhre

179 pettole

180 pizza di grano d'india

181 pizza sfoglia e scannatedda

182 pizzelle

183 purceddhruzzi, purciddhuzzi, purceddhi

184 pucce, uliate, pane di semola, pane di orzo

185 ravioli con ricotta

186 rustico leccese

187 scaldatelli

188 scarcelle

189 scèblasti, ascèplasti

190 semola battuta

191 spumone salentino

192 susumelli, susumierre

193 taralli

194 taralli neri con vincotto

195 tenerelli (confetti "tenerelli"), chembitte

196 troccoli

197 zèppula salentina, zèppula, zeppola

- 36 -

Page 37: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

REGIONE PUGLIA

prodotti della gastronomia 198 agnello al forno con patate alla leccese, auniceddhru allu furnu

199 cìciri e trya, lasagne e ceci alla salentina, lajana e cìcici, làcana e cìceri, massa, massa e cìciri

200 fave bianche e cicorie, fae e fogghie, fae janche e cicore, fae nette e foje, favi e fogghi, 'ncapriata

201 galletto di Sant'Oronzo, iaddhruzzu te santu ronzu

202 grano stumpato, ranu stumpatu

203 melanzanata di Sant'Oronzo, meranganata de Santu Ronzu, Parmigiana de Santu Ronzu

204 millaffanti in brodo, mille fanti, triddhi

205 paparine 'nfucate, paparine ffucate, paparine cruffulate, paaprine fritte

206 piselli a cecamariti, pisieddhri cu li muersi, muersi e pisieddhi

207 spezzatu, spezzatieddhu, spizzatiellu, spazzatu

preparazioni di pesci, molluschi e crostacei e tecniche particolari di allevamento degli stessi

208 alici marinate

209 cozze piccinne allu riènu, cuzzeddhre allu riènu

210 cozza tarantina, cozza gnure

211 monacelle, munaceddhre'mpannate, munaceddhri'mpannati, monaceddhi 'mpannati, uddratieddhri, cozze munaceddhre alla ginuvese

212 polpo alla pignatta, purpu a pignatta

213 quatàra di porto cesareo, quataru ti lu pescatore, quatàra alla cisàrola

214 scapece gallipolina

215 scapece di lesina

216 zuppa di pesce alla gallipotana, suppa alla caddhripulina

prodotti di origine animale (miele, prodotti lattiero caseari

217 ricotta

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Page 38: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

REGIONE PUGLIA

di vario tipo escluso il burro)

218 ricotta forte

219 ricotta marzotica leccese

220 ricotta salata o marzotica

- 38 -

Page 39: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

Esempio di programmazione di simposio informativo

Il documento che segue è un esempio di una manifestazione organizzata per la

presentazione del tartufo del Delta del Po.

Tale documento viene stilato da chi presenta il progetto e comprende tutte le operazioni

che concorrono alla realizzazione del progetto: aspetti pratici, tecnici ed economici.

Occorre, pertanto predisporre tale documento per ogni GAL e per ogni presentazione del

progetto CompraSud®. In tali occasioni è da considerare la presenza di un funzionario di

un istituto bancario accreditato che presenterà il pacchetto di collaborazione dell'istituto

nei confronti delle aziende che partecipano al progetto CompraSud ®, un responsabile della

Medinvest – CompraSud® che presenterà l'intero progetto e per moderatore lo stesso

dirigente del GAL, che potrà presentare le caratteristiche del programma Leader + che

affianca e supporta le iniziative dei GAL.

All'interno della conferenza informativa ci saranno supporti multimediali che

accompagneranno l'esposizione del progetto CompraSud® .

Dette conferenze informative saranno indette sia per i produttori, direttamente invitati dai

GAL e sia per gli eventuali aderenti imprenditori al progetto Supermercati CompraSud® e

Villaggi CompraSud®, invitati dalle Camere di Commercio di zona.

Saranno da valutare con i responsabili all'approvazione del progetto i vari costi da

affrontare per ottimizzare tempi e risorse.

- 39 -

Page 40: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

Il progetto che segue può essere un valido aiuto all'avvio di un ciclo di conferenze.

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Page 41: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

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Page 42: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

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Page 43: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

Fonti: NOMISMA

Il quadro strutturale del sistema distributivo: la Puglia

Rispetto alla quota ragguardevole dei punti vendita alimentari in sede fissa, le

Regioni del Sud si trovano in condizioni di assoluto ritardo di sviluppo in tutte le formule di

vendita moderne. Al momento nel Mezzogiorno le imprese individuali, che sono la forma

d'impresa più ‘arcaica' nel settore del commercio al dettaglio, rappresentano il 74% del

totale. La quota di imprese di capitali incide invece solo per il 10% mentre il restante 16%

si ripartisce tra società di persone ed altre forme giuridiche.

Tabella 3.2 – Puglia: gli esercizi al dettaglio, per tipo di specializzazione (Anno 2005) –

(U.M. = unità)

Tipo di specializzazione Italia PugliaIncidenza Puglia

su Italia

Frutta e verdura 22.400 1.958 9%

Carne e prodotti a base di carne 37.140 3.888 10%

Pesci, crostacei e molluschi 8.274 1.016 12%

Pane, pasticceria e dolciumi 12.958 807 6%

Bevande 4.852 350 7%

Altri esercizi specializzati alimentari 19.807 1.736 9%

Altri non specializzati, a prevalenza alimentare 86.685 6.108 7%

Esercizi alimentari (specializzati e non) 192.116 15.863

- 43 -

Page 44: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

Tipo di specializzazione Italia PugliaIncidenza Puglia

su Italia

Altri, non alimentari 569.472 48.696 9%

Totale 761.588 59.020 8%

Esercizi alimentari su totale (%) 25% 27%

In Puglia, in base ai più recenti dati forniti dal Ministero delle Attività Produttive, i punti di

vendita del dettaglio “tradizionale” alimentare sono poco meno di 10.000 unità, tra cui

spiccano le pescherie (categoria: pesci, crostacei e molluschi) la cui diffusione, pari al 12%

del totale nazionale, è favorita dalle migliaia di chilometri di costa e dai numerosi mercati

ittici. Le macellerie, i negozi di frutta e verdura, i fornai ed i negozi specializzati nella

vendita di bevande, elencati in ordine di diffusione, completano il quadro del settore

( tabella 3. 2 ).

A sua volta, la categoria dei punti di vendita al dettaglio in sede fissa non specializzati, ma

a prevalenza alimentare, cioè le strutture a libero servizio, incidono per il 7% sul totale

nazionale.

Si tratta di una quota significativa per il Mezzogiorno, comunque superiore a quella della

vicina Campania, l'altra grande regione dell'area dove invece la percentuale si attesta al

4%. In effetti, la Puglia è una regione dove forte è la diffusione dell'industria alimentare per

cui le strutture commerciali al dettaglio a libero servizio per la diversità di ruoli e funzioni

che sono in grado di assumere - non ultimo la titolarità del rapporto diretto di fiducia con il

consumatore –, rappresentano un interlocutore importante per il sistema produttivo locale.

D'altra parte, è da notare come le caratteristiche di diffusione del commercio al dettaglio

all'interno della Puglia non sono omogenee in tutte le province.

In particolare, in alcune zone il livello dei principali indicatori della ricchezza e del

benessere della popolazione - ad esempio il reddito medio familiare, il consumo pro-

capite, la spesa extra-domestica ecc. – possono variare di parecchio. Per questo motivo

anche il sistema distributivo ha registrato una specifica evoluzione della propria struttura

- 44 -

Page 45: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

nelle singole province. In dettaglio, nella provincia di Bari è oggi localizzato ben il 36%

degli esercizi alimentari, cioè un numero superiore alle 5.700 unità. I punti di vendita

riconducibili alla formula a libero servizio sono poco meno di duemila, di poco superiori a

quelli delle province di Foggia, con oltre 1.400 unità e Lecce, a sua volta, con poco più di

1.300. Al contrario, il divario è molto più marcato per il dettaglio di tipo “tradizionale”, dove,

nella maggior parte delle merceologie, il rapporto è di uno a due tra Bari e le altre province

( tabella 3.3 ).

Tabella 3.3 – Puglia: gli esercizi al dettaglio, per specializzazione e provincia (numero

aziende, 2005)

Merceologie

Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto Totale

Frutta e verdura 760 198 270 415 315 1.958

Carne e prodotti a base di carne 1.533 413 628 733 581 3.888

Pesci, crostacei e molluschi 408 118 134 271 85 1.016

Pane, pasticceria e dolciumi 291 104 127 200 85 807

Bevande 152 44 49 70 35 350

Altri esercizi specializzati

alimentari685 206 206 352 287 1.736

Altri non specializzati, a

prevalenza alimentare1.907 628 1.345 1.435 793 6.108

Altri, non alimentari 15.799 4.247 7.169 9.777 6.165 43.157

TOTALE 21.535 5.958 9.928 13.253 8.346 59.020

% degli esercizi alimentari 36% 11% 17% 22% 14% 100%

- 45 -

Page 46: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

In tal senso, vale la pena di ricordare che il comune di Bari, capoluogo della regione, ha

una popolazione residente di soli 380.000 abitanti a fronte di 1,5 milioni di persone censite

in tutta la corrispondente provincia. In tal senso, l'elevato numero di punti di vendita del

“dettaglio tradizionale” sparsi per il territorio riflette le molteplici sfaccettature che derivano

da un ampio spettro di aspetti socio-economici - dinamiche demografiche, livello di

sviluppo delle infrastrutture, tenore di vita, affari e lavoro e tempo libero -, e che incidono

anche sul percorso e modalità di modernizzazione del sistema distributivo locale.

In questa logica, vale la pena di ricordare che ad una diversa configurazione strutturale del

dettaglio, corrisponde anche un diverso tipo di concorrenza. In effetti, vi sono aree dove

l'apertura di un Ipermercato provoca la chiusura di piccoli dettaglianti e dunque si registra

una concorrenza di tipo “verticale”, cioè tra formule commerciali diverse. In altre aree, è

invece l'apertura di un discount che può togliere clientela ad un supermercato, generando

una competizione “orizzontale” cioè tra formule commerciali dello stesso tipo. A livello

territoriale, gli effetti più vistosi di un cambiamento della struttura del dettaglio tradizionale

è rappresentato dal dato occupazionale. In tal senso, i dati del censimento del 2001

sull'industria ed i servizi mettono in luce che in Puglia si concentra l'8% delle imprese del

dettaglio specializzato ed il 6% del totale degli addetti. In questo contesto il rapporto tra il

settore del dettaglio tradizionale specializzato e quello a libero servizio non specializzato,

ma a prevalenza alimentare mette mostra il diverso impatto in termini occupazionali,

soprattutto per quanto riguarda il lavoro dipendente ( tabella 4 ).

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Page 47: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

Tabella 3.4 – Puglia: addetti e dipendenti negli esercizi del commercio al dettaglio (2001)

Tipologia Imprese Dipendenti AddettiAddetti per

impresa

Specializzati in alimentari,

bevande

e tabacco

9.052 1.998 13.114 1,4

Commercio al dettaglio in esercizi

non specializzati5.113

10.46517.339 3,4

TOTALE 14.165 12.463 30.453 2,1

Puglia su Italia (%) 7,2% 3,8% 5,1%

In effetti, il rapporto imprese per addetto è largamente a favore del dettaglio non

specializzato a libero servizio che è di 3,4 addetti per unità di vendita contro gli 1,4 del

dettaglio alimentare specializzato. Tuttavia, il vero elemento di distinzione è rappresentato

dal peso del lavoro dipendente su questa ultima forma di impresa: il rapporto tra i

lavoratori dipendenti impiegati in unità di vendita alimentari specializzate ed i lavoratori di

unità non specializzate a prevalente specializzazione alimentare è di uno a cinque.

L'impatto dell'occupazione delle forme di vendita alimentari a libero servizio è dunque

molto più ampio di quello garantito dalla rete al dettaglio tradizionale. Nel merito delle

singole province, con riferimento al numero complessivo degli addetti rispetto alle unità di

vendita, emerge il ritardo di Foggia il cui rapporto addetti imprese è di 1,9 a fronte di un

dato media regionale di 2,1 ed un “punto di eccellenza” nella provincia di Lecce, che con

2,3 addetti per unità di vendita vanta invece l'indice più alto in assoluto ( tabella 3.5 ).

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Page 48: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

Tabella 3.5 – Puglia: addetti per formato di vendita (2001)

Tipologia Imprese Dipendenti AddettiAddetti per

impresa

Specializzati in alimentari,

bevande e tabacco9.052 1.998 13.114 1,4

Commercio al dettaglio in

esercizi non specializzati5.113 10.465 17.339 3,4

TOTALE 14.165 12.463 30.453 2,1

Puglia su Italia (%) 7,2% 3,8% 5,1%

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Page 49: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

Il quadro strutturale del sistema distributivo in Puglia:

il ruolo della GDO

Anche in Puglia il processo di evoluzione del sistema di distribuzione al dettaglio

vive un processo di rimodulazione delle tipologie di vendita imperniato su di una crescita

generalizzata delle tipologie a libero servizio. Tuttavia, è necessario sottolineare che

questa forma di unità di vendita al si articola in diversi “format” commerciali. In particolare,

vale la pena di segnalare come, nel corso degli ultimi cinque anni, la crescita delle

strutture di maggiori dimensioni, cioè gli ipermercati sia avvenuta con lentezza, a

dimostrazione di un più generale trend di rinnovo delle strutture di vendita che ha assunto

più il profilo del “rinnovamento” che quello della “rivoluzione” ( tabella 3.6 ).

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Page 50: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

Tabella 3.6 – Puglia: l'evoluzione dei principali format alimentari della Gdo (2005)

NumeroSuperficie di vendita (mq)

Addetti (n.ro)

REGIONE PUGLIA – Anno 2001

Ipermercati 13 79.183 3.107

Supermercati 305 216.183 3.232

Grandi Magazzini (*) 51 56.210 602

REGIONE PUGLIA – Anno 2005

Ipermercati 15 124.731 3.468

Supermercati 396 270.191 3.990

Grandi Magazzini (*) 47 49.177 580

ITALIA – Anno 2005

Ipermercati 417 2.452.440 72.210

Supermercati 7.821 6.698.590 142.985

Grandi Magazzini (*) 1.126 1.873.810 24.304

% Puglia su Italia

Ipermercati 3,6% 5,1% 4,8%

Supermercati 5,1% 4,0% 2,8%

Grandi Magazzini (*) 4,2% 2,6% 2,4%

Al momento operano in Puglia solo quindici ipermercati – un numero inferiore al 10% del

totale nazionale - contro i tredici di cinque anni addietro. Al contrario, un balzo in avanti

molto più netto è stato fatto registrare dai supermercati passati, nello stesso periodo di

- 50 -

Page 51: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

tempo, da poco più di trecento unità a poco meno di quattrocento, per una superficie di

vendita vicina ai trecentomila metri quadri contro una superficie di poco superiore ai

duecentomila. In termini numerici, l'incremento è stato del 23% se riferito al numero di

supermercati e di 20 punti percentuali per quanto riguarda le superfici. A completamento

del quadro fornito si può osservare il trend negativo dei Grandi Magazzini, calati del 9%.

Questo tipo di negozi hanno rappresentato una formula di successo negli anni sessanta

perché localizzati nei centri urbani delle città. Oggi, la ridotta disponibilità di gamma

alimentare, lo spostamento residenziale della popolazione fuori dai centri urbani e la

mancanza di adeguate aree per il parcheggio della clientela ha provocato il loro declino.

Nel caso specifico della Puglia, la crescita del peso economico di supermercati ed

Ipermercati, ha favorito la riduzione del numero di punti decisionali, cioè dei luoghi in cui

vengono pianificati e realizzati gli acquisti di prodotti alimentari grocery e deperibili. In

effetti, l'affermazione di una particolare tipologia di vendita determina un cambiamento più

o meno marcato anche nella dimensione e nella numerosità dell'assortimento alimentare

gestito e nelle correlate modalità di acquisizione dei prodotti: modalità di stipulazione dei

contratti, politiche di promozione, rapporti con i fornitori, margini commerciali del

distributore, politica di approvvigionamento ecc. In tal senso, oggi un gruppo di operatori

agli acquisti molto più ristretto rispetto al passato è chiamato a rifornire catene

caratterizzate da un numero sempre più alto di punti di vendita. D'altra parte, se il questo

processo è in atto, probabilmente procede troppo lentamente, come dimostra l'indice di

densità dei metri quadrati di superficie di vendita (Iper + Super) per mille abitanti, che, con

78,9 mq/1.000 abitanti, relega la provincia di Foggia al penultimo posto della graduatoria

nazionale e le altre quattro province in analoghe posizioni di rincalzo ( tabella 3.7 ).

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Page 52: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

Tabella 3.7 – Puglia: la densità in metri quadri di Super + Iper ogni 1.000 abitanti

Provincia

Densità metri

quadri

per 1.000 abitanti

Ranking

Bari 145 1

Brindisi 78,9 5

Foggia 110,5 4

Lecce 112,1 3

Taranto 115,6 2

In effetti, questa situazione si spiega con il fatto che è ancora molto diffusa

presenza di strutture che sono espressione dell'associazionismo tra grossisti (Unioni

Volontarie) e dettaglianti (Gruppi d'acquisto) mentre, la Gdo “classica”, basata su tipologie

di vendita più efficienti in termini di rapporti con i fornitori quali sono gli Ipermercati ed i

supermercati di grandi dimensioni è presente solo in minima parte. I dati analizzati

lasciano dunque trasparire come in Puglia lo sviluppo della Gdo, pur tendendo alla

concentrazione delle superfici di vendita in un numero più contenuto di tipologie, è

avvenuto nella realtà del territorio, con modalità imperniate su strutture - minimarket,

piccoli supermercati, discount – che per superficie individuale e gamma merceologica

ricalcano un modello di rapporti con la clientela molto simile a quello di vicinato, tipico dei

punti di vendita del dettaglio tradizionale.

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Page 53: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

INDAGINE NOMISMA

L'indagine si è rivolta ad un campione rappresentativo di responsabili acquisti

italiani ed ha seguito una metodologia progettuale che ha consentito di poter disporre di

una importante base informativa su cui potranno essere sviluppati percorsi strategici ed

operativi.

Il piano di campionamento adottato per l'indagine è stato di tipo stratificato sulla base della

regione di residenza dell'intervistato, dell'età, della composizione del nucleo familiare e

delle caratteristiche del comune di residenza (capoluogo di provincia o non capoluogo di

provincia).

L'indagine ha complessivamente coinvolto 1.532 famiglie. Tale dimensione assicura alle

stime un errore non superiore al 2,5 calcolato ad un livello di fiducia pari al 95%.

La 1a risposta indica una risposta data liberamente dall'intervistato, mentre la risposta

multipla riporta una risposta condizionata da 4 scelte diverse.

I prodotti pugliesi: la percezione del consumatore

Tabella 9 – Quali sono secondo Lei i prodotti alimentari pugliesi che ritiene

maggiormente rappresentativi della regione ?

Italia Puglia e Basilicata

Le percentuali sono calcolate sul totale

degli intervistati1a Risp. (%)

Multipla

(%)

1a Risp.

(%)

Multipla

(%)

OLIO D'OLIVA 27,75% 32,62%

Olio d'oliva (prodotto in generale) 27,65% 44,76% 32,45% 62,58%

Olio d'oliva Dauno 0,08% 0,08% : :

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Page 54: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

Olio d'oliva d'Otranto 0,01% 0,01% 0,17% 0,17%

Olio Bitonto 0,00% 0,01% 0,00% 0,17%

Olio del Gargano 0,00% 0,01% 0,00% 0,17%

PANE E PASTA 27,51% 33,77%

Orecchiette 11,11% 15,26% 5,46% 8,28%

Pasta (prodotto in generale) 8,70% 21,02% 18,38% 40,89%

Pane (prodotto in generale) 2,73% 9,69% 5,96% 20,03%

Taralli 1,83% 5,62% 0,66% 1,99%

Pane di Altamura 1,63% 2,59% 0,83% 1,99%

Tarallucci 0,42% 0,79% 0,17% 0,17%

Tarallini 0,36% 0,55% 0,50% 0,50%

Friselle 0,23% 0,37% 0,50% 0,99%

Pane pugliese 0,19% 0,19% : :

Prodotti da forno 0,11% 0,57% 0,00% 0,66%

Focaccia 0,09% 0,12% 0,00% 0,33%

Pasta Divella 0,05% 0,06% 0,66% 0,83%

Pasta fresca 0,04% 0,06% 0,50% 0,83%

Farina 0,01% 0,54% 0,17% 0,83%

Cavatelli 0,00% 0,17% 0,00% 0,33%

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Page 55: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

Ravioli con ricotta 0,00% 0,11% : :

Calzoncelli 0,00% 0,08% : :

Pasta casereccia 0,00% 0,01% 0,00% 0,17%

Pasta grano duro 0,00% 0,01% 0,00% 0,17%

Puccia 0,00% 0,01% 0,00% 0,17%

FORMAGGI E LATTICINI 9,40% 14,57%

Formaggi (prodotto in generale) 4,37% 12,19% 6,46% 16,89%

Mozzarella 2,52% 4,69% 2,65% 6,29%

Burrata 0,56% 1,94% 0,33% 0,66%

Caciocavallo 0,50% 0,86% 0,66% 0,83%

Latticini 0,30% 0,96% 1,66% 4,97%

Ricotta 0,27% 0,33% 0,50% 1,32%

Mozzarella di bufala 0,22% 0,22% : :

Cacio ricotta 0,14% 0,26% 0,50% 0,66%

Latte 0,14% 0,23% 0,33% 1,49%

Caciotte 0,11% 0,11% : :

Ricotta marzotica leccese 0,10% 0,21% : :

Scamorza 0,10% 0,19% : :

Formaggi della aia vecchia 0,03% 0,03% 0,33% 0,33%

- 55 -

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Formaggi di andria 0,01% 0,01% 0,17% 0,17%

Pecorino fresco 0,01% 0,01% 0,17% 0,17%

Provola 0,01% 0,01% 0,17% 0,17%

Ricotta piccante 0,01% 0,01% 0,17% 0,17%

Caciocavallo Silano 0,00% 0,33% : :

Formaggi freschi 0,00% 0,13% 0,00% 0,17%

Mozzarelle di Gioia del Colle 0,00% 0,11% : :

Pecorino pugliese 0,00% 0,10% : :

Ricotta affumicata 0,00% 0,09% : :

FORMAGGI E LATTICINI 9,40% 14,57%

Ricotta salata 0,00% 0,09% : :

Trecce 0,00% 0,08% : :

Provola di bufala 0,00% 0,03% 0,00% 0,33%

Cacio 0,00% 0,01% 0,00% 0,17%

Canestrato pugliese 0,00% 0,01% 0,00% 0,17%

Formaggi di pecora 0,00% 0,01% 0,00% 0,17%

Formaggi locali 0,00% 0,01% 0,00% 0,17%

Maparelle 0,00% 0,01% 0,00% 0,17%

Mozzarella San Lazzaro 0,00% 0,01% 0,00% 0,17%

- 56 -

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Pecorino 0,00% 0,01% 0,50% 0,66%

Stracciatella 0,00% 0,01% 0,00% 0,17%

FRUTTA E ORTAGGI 3,55% 5,46%

Ortaggi (prodotto in generale) 0,87% 4,22% 3,15% 10,26%

Frutta (prodotto in generale) 0,82% 2,35% 0,00% 3,97%

Olive 0,62% 3,30% 0,33% 0,83%

Uva da tavola 0,41% 1,18% 0,50% 1,32%

Pomodori 0,36% 2,46% 0,83% 3,64%

Cime di rapa 0,11% 0,51% 0,00% 0,17%

Carciofi 0,11% 0,46% 0,00% 0,50%

Peperoncino 0,10% 0,48% 0,17% 0,17%

Agrumi 0,10% 0,11% 0,17% 0,33%

Rape 0,03% 0,06% 0,33% 0,83%

Frutta e verdura 0,00% 0,12% 0,00% 0,17%

Melanzane 0,00% 0,11% 0,00% 0,17%

Catalogna 0,00% 0,11% : :

Broccoli 0,00% 0,11% 0,00% 0,17%

Fave 0,00% 0,10% : :

Mandorle 0,00% 0,10% : :

- 57 -

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Fichi d'india 0,00% 0,10% : :

Fichi secchi 0,00% 0,10% : :

Peperoni 0,00% 0,08% : :

Frutta secca 0,00% 0,08% : :

Pesche 0,00% 0,02% 0,00% 0,33%

Anguria 0,00% 0,01% 0,00% 0,17%

Ciliege 0,00% 0,01% 0,00% 0,17%

Legumi 0,00% 0,01% 0,00% 0,17%

Melone 0,00% 0,01% 0,00% 0,17%

Noci 0,00% 0,01% 0,00% 0,17%

Zucchine 0,00% 0,01% 0,00% 0,17%

VINO 3,01% 4,64%

Vino (prodotto in generale) 2,98% 9,60% 4,30% 28,48%

Primitivo 0,01% 0,01% 0,17% 0,17%

Primitivo di Manduria 0,01% 0,01% 0,17% 0,17%

Vino del Salento 0,00% 0,31% : :

Castel del Monte 0,00% 0,01% 0,00% 0,17%

SALUMI e CARNI 1,62% 1,66%

- 58 -

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Salumi (prodotto in generale) 0,89% 4,33% 0,99% 4,14%

Salame 0,33% 0,41% 0,17% 0,17%

Salame piccante 0,18% 0,18% : :

Salsicce piccanti 0,10% 0,10% : :

Soppressata 0,08% 0,18% : :

Carne (prodotto in generale) 0,01% 0,26% 0,17% 3,48%

Salsiccia 0,01% 0,14% 0,17% 0,33%

Mortadella 0,01% 0,01% 0,17% 0,17%

Prosciutto crudo 0,00% 0,10% : :

Capocollo 0,00% 0,10% : :

Prosciutto 0,00% 0,10% : :

CONSERVE 1,16% 1,32%

Conserve (prodotto in generale) 0,33% 1,08% 0,33% 1,99%

Passata di pomodoro 0,31% 0,32% 0,50% 0,66%

Pomodori secchi 0,19% 0,71% : :

Verdure sott'olio 0,12% 0,36% 0,33% 0,66%

Pomodori sott'olio 0,11% 0,11% : :

Confetture 0,10% 0,11% 0,00% 0,17%

- 59 -

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Verdure sott'aceto 0,01% 0,03% 0,17% 0,33%

Pomodori pelati 0,00% 0,39% 0,00% 0,99%

Conserve di pomodoro 0,00% 0,14% 0,00% 0,66%

Cotognata 0,00% 0,01% 0,00% 0,17%

DOLCI E BISCOTTI 0,47% 0,66%

Dolci (prodotto in generale) 0,13% 2,34% 0,17% 4,30%

Biscotti (prodotto in generale) 0,11% 0,79% 0,50% 1,82%

Bocca di dama 0,11% 0,11% : :

Miele 0,11% 0,11% : :

Pasta di mandorle 0,00% 0,09% : :

Pasticciotto 0,00% 0,08% : :

Dolci di pasta di mandorle 0,00% 0,08% : :

PESCE 0,25% 0,17%

Pesce (prodotto in generale) 0,15% 1,11% 0,17% 1,16%

Cozze tarantine 0,10% 0,10% : :

ALTRI PRODOTTI 0,21% 0,33%

Origano 0,10% 0,20% : :

- 60 -

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Grano 0,08% 0,24% 0,00% 0,83%

Caffé 0,01% 0,03% 0,17% 0,33%

Limoncino 0,01% 0,03% 0,17% 0,33%

Funghi secchi 0,00% 0,10% : :

Cereali 0,00% 0,09% : :

Semola 0,00% 0,01% 0,00% 0,17%

Nessuno 4,35% 4,35% 2,15% 2,15%

Non ne conosco 13,41% 13,41% 1,32% 1,32%

Non sa/non risponde 7,32% 7,32% 1,32% 1,32%

Totale 100,00% 100,00%

Le percentuali relative ai consumatori pugliesi rispecchiano sostanzialmente tale

ordine, pur su livelli più elevati; la differenza principale rispetto al campione nazionale,

infatti, sta nella quota complessiva di mancate risposte (dalla somma delle voci “Nessuno”,

“Non ne conosco” e “Non sa/non risponde”) che nel campione totale risulta superiore al

25%, mentre nel campione locale non supera il 5%. Appare evidente quindi come i

residenti conoscano in modo più approfondito le produzioni alimentari del territorio;

ciononostante le produzioni pugliesi conservano un elevato livello di notorietà anche al di

fuori dei confini regionali, in una graduatoria di preferenze che non mostra particolari

differenze rispetto a quanto espresso internamente.

Tra le caratteristiche che rendono gli alimenti citati rappresentativi della Puglia (tabella 10),

spicca l'unicità di gusti e sapori, indicata dal 26,2% di coloro che hanno segnalato almeno

- 61 -

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un prodotto (39,7% nella risposta multipla); importanti appaiono anche la “tradizionalità”

della ricetta (18,7% come prima risposta e 29,2% come risposta multipla) e l'origine

pugliese delle materie prime (17,3% come prima risposta e 29,2% come risposta multipla).

Si tratta dunque di elementi che sottolineano ancora una volta la tipicità dell'alimentare

pugliese, che gode senza dubbio di una buona reputazione tra i consumatori italiani.

Ciò è altresì vero anche per gli stessi abitanti della regione, i quali tendono però, a

differenza del resto dei connazionali, ad evidenziare maggiormente caratteristiche non

necessariamente riconducibili alla sfera connotativa della tipicità, come ad esempio a

sicurezza delle materie prime (14,6% come prima risposta e 26,2% come risposta

multipla) e il rapporto qualità-prezzo (13,2% come prima risposta e 22% come risposta

multipla).

- 62 -

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Tabella 10 – Quali sono secondo Lei le caratteristiche che rendono questi prodotti

rappresentativi della Puglia?

Italia Puglia e Basilicata

1a Risp.

(%)

Multipla

(%)1a Risp. (%) Multipla (%)

Unicità di gusti e sapori 26,2% 39,7% 21,9% 37,2%

Ricetta tradizionale 18,7% 29,2% 17,5% 28,6%

Materie prime e ingredienti pugliesi 17,3% 29,2% 17,4% 31,1%

Produzione non industriale 13,2% 20,1% 12,3% 21,9%

Sicurezza delle materie prime 10,8% 18,8% 14,6% 26,2%

Buon rapporto qualità -prezzo 6,9% 12,3% 13,2% 22,0%

Altro 2,1% 2,2% 1,0% 1,0%

Non sa/Non risponde 4,7% 4,7% 2,1% 2,1%

Totale 100,0% 100,0%

Se la conoscenza media dei prodotti pugliesi da parte dei consumatori si è dimostrata

piuttosto diffusa, l'indagine ha evidenziato anche una ampia penetrazione dei consumi .

Nell'ultimo anno, infatti, quasi i due terzi degli intervistati (64,4%) ha consumato almeno

una volta un prodotto pugliese, di cui il 19,4% ogni settimana e il 27,5% almeno una volta

al mese (tabella 11).

Il segmento di consumatori di prodotti pugliesi è composto principalmente da un 20,2%

(29,6% per quanto concerne la risposta multipla) di intervistati che si è indirizzato

soprattutto verso “Pane e pasta”. Tra gli altri prodotti si segnala una ampio consumo di olio

- 63 -

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d'oliva (17,6% indica tale prodotto come prima risposta e il 24,2% come risposta multipla)

e i formaggi (7,6% e 13,6% rispettivamente).

In tale analisi, si è preferito non considerare l'analisi sul sub-campione Puglia-Basilicata in

quanto poco indicativa per le analisi.

Tabella 11 – Nell'ultimo anno, ha mai consumato prodotti alimentari pugliesi?

Italia

Le percentuali sono calcolate sul totale degli intervistati 1a Risp. (%)Multipla

(%)

CONSUMATORI DI PRODOTTI PUGLIESI

Si, abitualmente (circa ogni settimana) 19,4%

Si, ogni tanto (circa ogni mese) 27,5%

Si, raramente (circa 1 volta all'anno) 17,5%

TOTALE SI 64,4%

PRODOTTI PUGLIESI CONSUMATI CON MAGGIOR FREQUENZA NELL'ULTIMO

ANNO

Pane e pasta 20,2% 29,6%

Olio d'oliva 17,6% 24,2%

Formaggi 7,6% 13,6%

Frutta e ortaggi 3,6% 6,3%

Vino 3,4% 6,3%

- 64 -

Page 65: Relazione progetto CompraSud

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Italia

Conserve (sott'oli, sottaceti, sughi) 2,9% 5,1%

Dolci e biscotti 2,1% 4,6%

Salumi 2,0% 4,2%

Carne 0,3% 0,9%

Altro 0,4% 0,5%

Tutti i prodotti alimentari 2,5% 2,5%

Non sa/Non risponde 1,7% 1,7%

LUOGO DI ACQUISTO-CONSUMO DI PRODOTTI PUGLIESI

Negozi che abitualmente frequenta 38,5% 41,2%

Solo nei negozi specializzati (enoteche, boutique alimentari...) 8,0% 13,1%

In vacanza 7,2% 8,8%

Fiere e sagre paesane 3,2% 5,2%

Al ristorante 0,7% 1,6%

Tramite Internet 0,1% 0,2%

Altro 6,2% 6,9%

Non sa/Non risponde 0,5% 0,5%

NON CONSUMATORI DI PRODOTTI PUGLIESI

No, mai 32,7%

MOTIVAZIONI DEL MANCATO CONSUMO DI PRODOTTI PUGLIESI

- 65 -

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Italia

Preferisco i prodotti della mia regione 10,1% 12,7%

Non ci sono nei negozi in cui vado abitualmente 9,5% 11,0%

Sono soddisfatta di altri prodotti 4,5% 5,9%

Non amo le novità 1,8% 2,3%

Non so come prepararli 1,1% 1,5%

In genere i prodotti pugliesi non mi piacciono 0,8% 1,1%

Prezzo troppo elevato 0,6% 0,9%

Non mi fido della qualità 0,4% 0,5%

Altro 2,9% 3,1%

Non sa/Non risponde 0,9% 0,9%

DISPONIBILITÀ AD ACQUISTARE PRODOTTI PUGLIESI SE SI TROVASSERO

NEI PUNTI VENDITA ABITUALI

Si, sicuramente 5,6%

Si, probabilmente 19,2%

TOTALE Non consumatori attuali disposti ad acquistare in

futuro24,8%

No probabilmente 3,7%

No, sicuramente 2,8%

Non sa/Non risponde 1,3%

- 66 -

Page 67: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

Italia

TOTALE Non consumatori attuali 32,7%

Italia (%)

1a Risp. Multipla

PRODOTTI ALIMENTARI PUGLIESI CHE SAREBBE DISPOSTO AD ACQUISTARE

Olio d'oliva 4,6% 6,7%

Pane e pasta 4,1% 7,2%

Formaggi 3,2% 6,1%

Frutta e ortaggi 2,7% 3,6%

Salumi 2,0% 4,0%

Dolci e biscotti 1,4% 2,5%

Vino 1,1% 1,7%

Conserve (sott'oli, sottaceti, sughi) 0,8% 1,5%

Carne 0,4% 0,7%

Altro 0,5% 0,7%

Tutti i prodotti alimentari 2,4% 2,4%

Non sa/Non risponde 1,6% 1,6%

- 67 -

Page 68: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

Italia (%)

Non sa/Non risponde 2,9%

Totale 100,0%

Il principale canale di acquisto di prodotti pugliesi è rappresentato dall'abituale

punto vendita frequentato (indicato dal 38,5% come prima risposta e dal 41,2% per quanto

concerne la risposta multipla); importante è anche la quota di chi si rivolge, invece, a

negozi specializzati (8% e 13,1% rispettivamente). Trascorre vacanze in Puglia

rappresenta un momento di conoscenza e di approvvigionamento delle relative produzioni

regionali (7,2% come prima risposta e 8,8% come risposta multipla). Il ristorante è ancora

un luogo di acquisto/consumo marginale (0,7% e 1,6% rispettivamente).

Il target di consumatori italiani che nell'ultimo anno non hanno mai consumato

prodotti pugliesi ha dimensioni ancora piuttosto ampie: oltre 32,7% dei responsabili

acquisti intervistati dichiarano infatti di non aver mai consumato o acquistato tali produzioni

(tabella 11).

Anche nel mercato interno esistono quindi ampie opportunità per aumentare la

domanda complessiva di prodotti di origine pugliese. Tali considerazioni possono essere

condotte soprattutto alla luce delle motivazione addotte dai consumatori che giustificano il

mancato acquisto nell'ultimo anno. Oltre il 10% degli italiani indica infatti che il mancato

consumo dipende soprattutto dalla preferenze per le produzioni della propria regione. Tale

assunto non implica quindi alcuna connotazione negativa associata alle produzioni

pugliesi e lascia comunque spazio alla possibilità di inserire tra gli acquisti futuri anche tali

referenze, soprattutto se adeguatamente proporzionati e/o distribuiti.

Una quota analoga (10%) indica invece che tra le motivazioni del mancato acquisto

vi è la impossibilità di trovare referenze pugliesi nei punti vendita abitualmente frequentati.

Solo l'1,8% dei consumatori italiani propone una bocciatura dei prodotti pugliesi.

Tra questi c'è chi non li acquista perché hanno caratteristiche organolettiche non conformi

- 68 -

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al gusto dei consumatori (0,8% sulla prima risposta), chi dichiara che il prezzo è troppo

elevato (0,6%) o che la qualità è insufficiente (0,4%).

Altro fattore positivo è rappresentato dalla ampia domanda potenziale.

Oltre il 24,8% dei responsabili acquisti che attualmente non consuma si dichiara però

disposta ad acquistare prodotti alimentari pugliesi, se li trovasse nei punti vendita di fiducia

abitualmente frequentati. Tra questi, oltre il 5% afferma che in maniera certa acquisterà tali

prodotti (sicuramente si); un ulteriore 19,2% dichiara invece che lo farà probabilmente.

I prodotti pugliesi che gli attuali non consumatori sarebbero disposti ad acquistare

prevalentemente olio d'oliva (4,6% come prima risposta e 6,7% come risposta multipla),

pane e pasta (4,1% e 7,2% rispettivamente) e formaggi (3,2% e 6,1%).

L'indagine ha inoltre evidenziato l'opinione dei consumatori in merito al riconoscimento di

un differenziale di prezzo ai prodotti di sicura origine pugliese.

La disponibilità a pagare è condivisa dal 46% degli intervistati (tabella 12), tra cui il 26,3%

riconosce un prezzo non superiore al 10%, il 14% tra il 10 e il 20% e il 6% oltre il 20%. Se

si considera che per le produzioni a certificazione d'origine DOP-IGP la percentuale

complessiva del campione disposta a pagare un sovrapprezzo superava il 67%, si può

considerare tale risultato più che positivo, denotando una sostanziale favorevole

valutazione i prodotti alimentari pugliesi, indipendentemente dalla presenza di eventuali

marchi di certificazione.

Tabella 12 – Lei è disposto a pagare un prezzo più elevato per l'acquisto di prodotti

alimentari provenienti dalla Puglia?

Italia

Si, anche oltre il 20% 6,0%

Si, tra il 10% e il 20% 14,0%

Si, non più del 10% 26,3%

- 69 -

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Italia

No, non sono disposto a pagare di più 51,3%

Non sa/Non risponde 2,4%

Totale 100,00%

Oltre alla verifica della domanda attuale e potenziale e alla definizione della percezione

delle produzioni pugliesi, l'indagine ha inoltre considerato l'effettiva conoscenza del

consumatore italiano di alcune specifiche produzioni tipiche e tradizionali.

L'indagine ha considerato tre tipologie di prodotti:

• Prodotti pugliesi con marchio di denominazione di origine Dop-Igp;

• Principali vini pugliesi a marchio Doc-Igt ;

• Prodotti della tradizione pugliese.

Per ciascuna delle tre categorie, sono stati valutati i seguenti indicatori:

• La riconoscibilità effettiva del prodotto,

• Il tasso di penetrazione;

• Il giudizio sulla qualità (espresso solo dal sub-campione Puglia-Basilicata);

• Le principali motivazioni del mancato acquisto;

• La domanda potenziale per i tre panieri di prodotti.

Il livello di conoscenza delle produzioni certificate pugliesi a marchio Dop-Igp si dimostra

mediamente abbastanza contenuto, fatta eccezione per tre casi (tabella 13):

• il Pane di Altamura, conosciuto da oltre il 70% dei consumatori italiani e consumato

da una quota pari al 49,7%;

• il Caciocavallo Silano, conosciuto da oltre il 60% e consumato dal 42,9%;

• le Clementine del Golfo di Taranto, consumate dal 34,4% e conosciute dal 45%.

I vini pugliese su cui è stata realizzata l'indagine sono stati selezionati in base ai maggiori

quantitativi prodotti.

- 70 -

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È bene precisare, tuttavia, come tali dati risentano di un effetto moltiplicativo dovuto

all'elevata diffusione di tali prodotti nelle versioni non certificate, elemento che potrebbe

aver indotto una parte degli intervistati ad affermare di aver consumato il prodotto

certificato, quando in realtà non lo era effettivamente (è il caso soprattutto delle

Clementine del Golfo di Taranto, i cui volumi certificati sono attualmente minimi).

Tale precisazione conduce, però, ad un'importante considerazione: per diverse produzioni

certificate Dop-Igp esistono ampi margini di crescita, a partire dalla sostituzione di quelle

produzioni simili, ma non certificate.

Per le altre produzioni menzionate il livello di consumo/conoscenza in ambito nazionale

risulta decisamente minimo, con percentuali che, sommate (consumo più semplice

conoscenza), non superano il 20% in nessun caso.

I prodotti con il più basso livello di notorietà sono infatti:

• Oliva Bella della Daunia la cui esistenza è ignorata dal 93,8% dei consumatori

italiani;

• Olio d'oliva dauno (91,9%);

• Olio d'oliva dauno (91,9%);

• Olio d'oliva Terra d'Otranto (86,2%);

• Olio d'oliva Terra di Bari (82,9%);

• Canestrato pugliese (81,4%);

• Olio d'oliva Collina di Brindisi (80,0%).

Oltre ad una bassa notorietà, tali produzioni sono caratterizzate anche da basse

penetrazioni.

Le più basse incidenze di consumo sono infatti riconducibili a:

• Oliva Bella della Daunia (3,1%);

• Olio d'oliva dauno (4,5%);

• Olio d'oliva dauno (91,9%);

• Olio d'oliva Terra d'Otranto (6,1%);

• Olio d'oliva Terra di Bari (8,4%);

- 71 -

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• Canestrato pugliese (8,9%);

• Olio d'oliva Collina di Brindisi (12,7%).

Le stesse riflessioni si adattano anche all'analisi dei consumatori pugliesi-lucani, pur su

quote di consumo/conoscenza in alcuni casi decisamente più elevate.

I prodotti in cima alle preferenze di consumo sono gli stessi (Pane di Altamura,

Caciocavallo Silano e Clementine del Golfo di Taranto), ma è chiaro come, a maggior

ragione in un contesto dove tali alimenti sono d'uso comune, gli intervistati non avvertano

una netta differenza tra prodotto certificato e non.

Per quanto concerne i prodotti meno conosciuti, se anche per il canestrato pugliese i livelli

di consumo/conoscenza si alzano significativamente rispetto alla media nazionale (il

consumo passa dall'8,9% al 26,8%, la conoscenza dal 18,6% al 42,2%), per i quattro oli

d'oliva DOP e per l'Oliva La Bella della Daunia le differenze sono più contenute.

In altre parole, per queste produzioni si riscontra un marcato deficit informativo già in

ambito regionale, dal momento che più di due terzi dei residenti in Puglia e Basilicata non

ne conosce neppure i nomi.

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Tabella 13 – Ora Le elencherò una serie di prodotti pugliesi che possiedono un marchio a

denominazione di origine. Per ciascuno le chiederò se li conosce/li ha sentiti nominare e/o

li ha consumati almeno una volta nell'ultimo anno.

Italia Puglia e Basilicata

Conosco e

consumo

Conosco, ma non

consumo

Non conosco Totale

Conosco e

consumo

Conosco, ma non

consumo

Non conosco Totale

Canestrato Pugliese (DOP) 8,9% 9,7% 81,4% 100,0% 26,8% 16,4% 56,8% 100,0%

Caciocavallo Silano (DOP) 42,9% 18,3% 38,8% 100,0% 60,9% 18,2% 20,9% 100,0%

Olio d'oliva Collina di Brindisi (DOP) 12,7% 7,2% 80,0% 100,0% 13,1% 14,2% 72,7% 100,0%

Olio d'oliva Dauno (DOP) 4,5% 3,6% 91,9% 100,0% 8,1% 12,4% 79,5% 100,0%

Olio d'oliva Terra di Bari (DOP) 8,4% 8,8% 82,9% 100,0% 16,6% 15,7% 67,7% 100,0%

Olio d'oliva Terra d'Otranto (DOP)

6,1% 7,7% 86,2% 100,0% 10,1% 18,9% 71,0% 100,0%

Oliva La Bella della Daunia (DOP) 3,1% 3,1% 93,8% 100,0% 3,8% 7,5% 88,7% 100,0%

Clementine del Golfo di Taranto (IGP)

34,4% 9,0% 56,7% 100,0% 50,8% 8,3% 40,9% 100,0%

Pane di Altamura (DOP) 49,7% 20,5% 29,8% 100,0% 85,9% 9,8% 4,3% 100,0%

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Tabella 14 – (Se non ha consumato nessun prodotto Dop-Igp pugliese)

Quali sono le motivazioni che la hanno indotta a non acquistare prodotti alimentari

pugliesi a marchio DOP-IGP?

Italia

1 Risp. (%) Multipla (%)

Non ci sono nei negozi dove vado 28,8% 31,8%

Non ne conosco nessuno 26,5% 31,5%

Preferisco i prodotti della mia regione 18,9% 27,8%

Sono soddisfatta di altri prodotti 7,5% 10,3%

Non amo le novità 4,0% 5,2%

Prezzo troppo elevato 3,3% 3,9%

In genere i prodotti pugliesi non mi piacciono 2,6% 3,0%

Non mi fido della qualità 1,0% 1,0%

Non so come prepararli 0,0% 0,5%

Altro 5,4% 5,4%

Non sa/Non risponde 1,9% 1,9%

Totale 100,0%

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Tabella 15 – Se trovasse i prodotti che le ho appena elencato presso i suoi punti vendita

abituali, li comprerebbe?

Italia

Si, sicuramente 28,5%

Si, probabilmente 54,7%

No, probabilmente 8,2%

No, sicuramente 5,5%

Non sa/Non risponde 3,1%

Totale 100,0%

Indagando le motivazioni del mancato consumo di tale categoria prodotti, emergono due

ragioni fondamentali (tabella 14): una prima ragione è da rintracciare nell'assenza di tali

prodotti dagli scaffali dei negozi frequentati (28,8%); una seconda riguarda la non

conoscenza di tutti i prodotti citati (26,5%). Importante è anche la preferenza per le

produzioni della propria regione (18,9%). Più elevata in questo caso la quota di coloro che

rivelano motivazione dalla connotazione molto negativa: prezzo troppo elevato (3,3%), in

genere non mi piacciono i prodotti pugliesi (2,6%), non mi fido della loro qualità (1,0%).

L'indagine ha quindi messo in luce le dimensioni della domanda potenziale e i relativi

spazi di crescita del mercato.

D'altro canto, nel caso in cui i prodotti fossero disponibili nei punti vendita abituali (tabella

15), la percentuale complessiva di coloro che sarebbero disposti ad acquistare i prodotti

pugliesi supera l'83% del totale.

È evidente, dunque, come i consumatori intervistati incontrino degli ostacoli al consumo di

prodotti pugliesi certificati soprattutto nella scarsità d'informazione e nella limitata presenza

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degli stessi nei canali distributivi utilizzati; in assenza di tali barriere, la domanda

potenziale potrebbe aumentare.

Decisamente più problematica si presenta la situazione dei vini pugliesi a denominazione

d'origine (tabella 16). Il livello di consumo delle principali etichette Doc pugliesi non supera

in nessun caso il 12,5% del campione complessivo (è questo il caso del Primitivo di

Manduria, seguito al 12,4% dal Martina Franca). Anche considerando la conoscenza, la

situazione non cambia: la notorietà raggiunge il 25% solamente nel caso del Martina

Franca.

Se si restringe il punto d'osservazione al solo contesto locale di riferimento, si ravvisano

alcuni miglioramenti, anche se non determinanti: solamente nel caso del Primitivo di

Manduria la conoscenza raggiunge poco più del 50%.

Tra le motivazioni del mancato acquisto, è la mancata conoscenza dei prodotti citati a

rappresentare il principale ostacolo (tabella 17). Tale spiegazione è infatti addotta come

elemento più importante dal 29,8% degli intervistati che hanno dichiarato di non aver

consumato nessuno dei suddetti vini nell'ultimo anno; in secondo luogo, acquisiscono una

grande rilevanza motivi di salute o di gusto (citazione “Non bevo vino” con il 21,5% delle

citazioni) e la preferenza per i vini tipici del proprio territorio di appartenenza (17%).

Rispetto ai prodotti alimentari perde d'importanza tra le motivazioni di mancato consumo il

fatto di non poter reperire i vini pugliesi Doc nei negozi frequentati (solamente l'8,6%).

Nonostante la scarsa conoscenza complessiva dei vini indicati, si ravvisa comunque una

buona disponibilità di acquisto potenziale (51,7% del campione complessivo), qualora tali

referenze fossero disponibili negli scaffali dei punti vendita abitualmente frequentati

(tabella 18).

Ciò potrebbe significare una possibilità per tali produzioni di godere, in una strategia

di marketing integrata, di un effetto volano dovuto agli alimentari pugliesi dotati, al

momento, di un appeal più elevato presso il consumatore finale, come il pane, la pasta e

l'olio d'oliva. Se si passa, infine, ai prodotti di chiara tradizione pugliese, ma non certificati,

il livello di conoscenza si innalza notevolmente (tabella 19). Le orecchiette, innanzitutto,

sono conosciute dal 95,4% dei consumatori italiani; anche la penetrazione è decisamente

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elevata e raggiunge quasi l'80% delle famiglie intervistate. In questo caso occorre

comunque sottolineare che tali risultati sono senz'altro agevolati dal fatto che diverse

industrie pastarie hanno introdotto tra le loro referenze le orecchiette, che non

necessariamente seguono la ricetta pugliese e le relative materie prime ma richiamano la

tradizione quasi esclusivamente tramite forma e aspetto del prodotto.

Produzioni come taralli (consumati da parte del 58%, conosciuti dal 74,2%), pomodori

secchi (consumati da parte del 45,1%, conosciuti dal 74,2%), dolci di pasta di mandorle

(consumati da parte del 48%, conosciuti dal 73,6%) e olive da tavola (consumate da parte

del 59%, conosciuti dal 72,8%) denotano un diffuso apprezzamento della gastronomia

regionale pugliese. Anche in questo caso, nonostante tali ricette appartengano forse ad un

patrimonio di aree più vaste della sola regione, ciò non toglie che la loro declinazione

pugliese abbia contribuito in buona parte all'immagine e ad un livello di apprezzamento

evidentemente diffuso. D'altro canto altre produzioni più notoriamente pugliesi fanno

registrare comunque percentuali ottime di consumo: è il caso per esempio della burrata

(consumata dal 41,6% del campione e conosciuta comunque dal 67,1%) o delle friselle

(consumate dal 34,9% del campione e conosciute dal 49,6%). È chiaro che tali quote

sono ancor più amplificate nel contesto locale, dove la maggioranza delle produzioni

indicate supera il 90% degli intervistati in quanto a conoscenza. Unica voce fuori dal coro

è il pasticciotto, sia nel contesto complessivo (è conosciuto solamente dall'8%) che in

quello pugliese-lucano (40,6%), a causa di una diffusione limitata alla sola penisola

salentina.

Le motivazioni addotte dagli intervistati che non consumano nessuna delle specialità

elencate (tabella 20) appaiono molto simili a quelle già viste per le produzioni certificate e

sono focalizzate soprattutto sull'assenza di tali referenze dai negozi frequentati (28,6% di

coloro che non consumano) e sulla non conoscenza dei prodotti (22,8%). Allo stesso

modo è molto rilevante la preferenza per le tradizioni gastronomiche della propria regione

(21,9%).

Dell'esigua quota di intervistati (pari al 6,7% del campione complessivo) , che attualmente

non consumano nessuna delle produzioni pugliesi elencate (tabella 21), si individua,

infine, una percentuale molto elevata e pari all'84,7% che li comprerebbe nel caso di

disponibilità nei punti vendita di fiducia.

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Le valutazioni che emergono da quest'ultima sezione appaiono abbastanza chiare.

Olio d'oliva, pane, pasta e, in misura minore, formaggi sono senza dubbio le produzioni

pugliesi più rappresentative e più conosciute in ambito nazionale. Prodotti come il Pane

d'Altamura, l'olio d'oliva pugliese, le orecchiette, i tarall

Nell'ultima sezione del questionario si è indagato il livello di conoscenza e di gradimento

dei consumatori nei confronti dei prodotti pugliesi.

Una domanda preliminare ha, innanzitutto, individuato il posizionamento della Puglia in

base al livello di apprezzamento delle produzioni alimentari tipiche rispetto a quello delle

altre regioni italiane (tabella 7).

L'esito di tale valutazione è sicuramente molto positivo, dal momento che gli intervistati

hanno collocato la Puglia in seconda posizione con il 12,4% delle preferenze (22,7% nella

risposta multipla). La graduatoria è guidata dall'Emilia-Romagna, indicata dal 18,4% degli

intervistati come regione caratterizzata dalle produzioni alimentari più apprezzate.

La Toscana presenta un buon piazzamento: è indicata come regione con la migliore

tradizione enogastronomica dall'11,9% degli intervistati guadagnando così la terza

posizione in tale graduatoria. Se si considera invece l'insieme delle citazioni fornite,

indipendentemente dall'ordine di priorità, la Toscana raccoglie il 23,9% dei consensi,

superando anche la Puglia (22,7%).

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Tabella 7 –Secondo Lei quali sono le regioni italiane, che producono i prodotti alimentari

tipici che lei apprezza di più?

Italia Puglia e Basilicata

1a Risp.

(%)Multipla (%)

1a Risp.

(%)Multipla (%)

Emilia Romagna 18,4% 31,5% 17,4% 31,0%

Puglia 12,4% 22,7% 45,9% 64,4%

Toscana 11,9% 23,9% 4,8% 12,1%

Sicilia 7,1% 13,3% 1,5% 5,1%

Campania 5,9% 10,4% 1,0% 4,8%

Sardegna 4,2% 6,3% 0,2% 0,8%

Calabria 3,7% 7,1% 2,3% 9,8%

Piemonte 3,6% 5,9% 0,7% 2,0%

Trentino Alto Adige 3,5% 6,1% 1,3% 2,6%

Veneto 3,4% 8,0% 1,2% 3,8%

Lombardia 2,8% 6,5% 1,0% 2,8%

Abruzzo 2,8% 3,8% 0,3% 1,8%

Lazio 2,6% 3,7% 0,0% 1,2%

Liguria 2,4% 4,8% 0,2% 0,3%

Umbria 2,4% 4,6% 2,0% 4,6%

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Italia Puglia e Basilicata

1a Risp.

(%)Multipla (%)

1a Risp.

(%)Multipla (%)

Marche 1,4% 2,3% 0,2% 0,7%

Friuli Venezia Giulia 1,4% 2,6% 0,0% 0,7%

Valle d'Aosta 1,0% 2,0% 0,0% 0,3%

Basilicata 1,0% 1,6% 9,9% 13,7%

Molise 0,6% 1,1% 0,5% 0,7%

Non sa/Non risponde 7,6% 7,6% 9,8% 9,8%

Totale 100,0% 100,0%

Come è lecito attendersi, per il sub-campione pugliese-lucano la Puglia si assesta

saldamente al primo posto con una percentuale prossima al 46% (64,4% nelle risposte

multiple). Tra le altre regioni, viene confermato il risultato dell'Emilia-Romagna (17,4%

come prima risposta e 31% come risposta multipla), mentre la Toscana si classifica in

quarta posizione (4,8% come prima risposta e 12,1% come risposta multipla), superata

dalla stessa Basilicata (9,9% come prima risposta e 13,7% come risposta multipla), i cui

consumatori sono compresi nel sub-campione.

Accanto a tale percezione complessiva, l'indagine ha consentito di delineare quale sia

l'opinione dei consumatori italiani associata ai prodotti di origine pugliese.

L'idea associata dagli intervistati alle produzioni alimentari pugliesi è decisamente positiva

(tabella 8). Il 35,7%, infatti, attribuisce un carattere di tipicità agli alimenti prodotti in

regione, il 26,2% definisce i prodotti pugliesi saporiti e gustosi, mentre un altro 12,3% li

definisce di alta qualità. Solamente il 7% degli intervistati pensa che l'origine pugliese non

sia garanzia di nulla in particolare.

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Gli intervistati del bacino di riferimento tendono, come era lecito attendersi, ad enfatizzare,

invece, le caratteristiche di sapore e gusto (30,6%) e di alta qualità (21,5%), oltre alla

tipicità (comunque al 25,7%). Più elevata rispetto al dato del campione complessivo è, poi,

l'idea che i prodotti pugliesi possano fornire anche garanzia di sicurezza (11,3% contro

4,4%) che viene assegnata alle produzioni alimentari pugliesi dai consumatori ivi residenti.

Tabella 8 – Secondo Lei, un alimento prodotto in Puglia è…

ItaliaPuglia e

Basilicata

Tipico 35,7% 25,7%

Saporito e gustoso 26,2% 30,6%

Di alta qualità 12,3% 21,5%

Non è garanzia di nulla 7,0% 4,6%

Sicuro 4,4% 11,3%

Costoso 3,1% 3,8%

Altro 2,0% 1,0%

Non sa/Non risponde 9,4% 1,5%

Totale 100,0% 100,0%

L'indagine ha identificato inoltre quali siano i prodotti alimentari della Puglia ritenuti

maggiormente rappresentativi dalle famiglie italiane. La domanda formulata era di tipo

aperto e ha consentito all'intervistato di indicare diverse risposte in modo spontaneo,

senza sottoporre alcuna sollecitazione pre-codificata. In diversi casi l'intervistato ha quindi

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segnalato produzioni ritenute rilevanti senza fornire nessuna specifica identificazione del

prodotto in senso stretto.

La Puglia deve la sua popolarità in termini di prodotti alimentari a due categorie

merceologiche (tabella 9): l'olio d'oliva, indicato dal 27,8% del campione e a “Pane e

pasta”, con il 27,5%, risultante dalla somma di diverse citazioni (in particolare

“Orecchiette” con l'11,1% e “Pasta” indicata senza particolari accezioni dal l'8,7%). Più

distanziati si trovano “Formaggi e latticini” (9,4% del campione, con la citazione “Formaggi”

al 4,4%), l'insieme delle citazioni relative a “Frutta e ortaggi” (3,6%) e il vino (3,0%).

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Atlante dei prodotti tipici pugliesi:

E' possibile scaricarlo dal seguente link: http://www.zumodrive.com/share/5LFwNmMxNz

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I Marchi di Tutela dei Prodotti Tipici

DOP

La Denominazione di Origine Protetta è un marchio di qualità che serve a tutelare il

legame imprescindibile che alcuni prodotti alimentari hanno con il loro territorio di

produzione.

Questo legame riguarda sia fattori naturali (clima e caratteristiche ambientali) sia fattori

umani (tradizioni e tecniche di lavorazione) capaci di attribuire agli alimenti delle peculiari

caratteristiche qualitative che non avrebbero se venissero prodotti in altre aree.

Oltre al legame con l’area geografica, per ottenere il marchio Dop, le fasi di produzione,

trasformazione ed elaborazione devono seguire rigide regole stabilite nel disciplinare di

produzione, il cui rispetto è garantito dall'organismo di controllo.

Nota: fino al 1° maggio 2010, potrà essere ancora esposto il vecchio marchio a sfondo blu

(CE n. 628/2008 del 2 luglio 2008).

Regolamento (CE) n. 692/2003 del Consiglio, dell'8 aprile 2003, che modifica il regolamento (CEE) n. 2081/92 relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine dei prodotti agricoli ed alimentari

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A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

IGP

L’Indicazione geografica protetta è il marchio di qualità che viene attribuito a quei prodotti

agricoli e alimentari per i quali una determinata qualità o altre caratteristiche specifiche

dipendono dall'origine geografica dell’alimento e la cui produzione e/o trasformazione e/o

elaborazione avviene in un'area geografica determinata.

Il processo produttivo degli alimenti Igp deve seguire, per legge, le rigide regole produttive

stabilite nel disciplinare di produzione, il cui rispetto è assicurato dall'organismo di

controllo.

Regolamento (CE) n. 692/2003 del Consiglio, dell'8 aprile 2003, che modifica il regolamento (CEE) n. 2081/92 relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine dei prodotti agricoli ed alimentari

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Page 92: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

STG

La Specialità Tradizionale Garantita è il marchio di qualità che viene attribuito a prodotti

agricoli e alimentari per i quali vengono utilizzate le definizioni di “specifico” e

“tradizionale”.

Specificità: è l’elemento o l’insieme di elementi che distinguono nettamente un prodotto

agricolo o alimentare da altri prodotti o alimenti analoghi, appartenenti alla stessa

categoria.

Tradizionale:corrisponde all'uso di un prodotto, sul mercato comunitario, attestato da un

periodo di tempo che denoti un passaggio generazionale; questo periodo dovrebbe essere

all'incirca corrispondente a quello di una generazione umana, cioè di almeno 25 anni.

Regolamento (CE) N. 1216/2007 della Commissione del 18 ottobre 2007

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A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

DOC

La Denominazione di origine controllata è un marchio di origine italiano che viene

assegnato ai vini di qualità per certificare la particolare zona di origine dell’uva con cui il

vino è prodotto.

Il marchio DOP che contraddistingue vini le cui caratteristiche sono strettamente connesse

all’ambiente naturale ed ai fattori umani, viene rilasciato dopo approfondite analisi

chimiche ed accurati esami organolettici.

Fonti normative:Regolamento CE n. 823-1987 - Legge 10 febbraio 1992 n. 164 - D.P.R. n. 348-94

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Page 94: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

DOCG

La Denominazione di origine controllata e garantita è il marchio assegnato ai vini Doc di

"particolare pregio qualitativo" che rivestono un prestigio nazionale ed internazionale.

I vini Docg sottostanno a controlli ancora più rigorosi, devono essere venduti in contenitori

inferiori a 5 litri e recano un contrassegno che indica lo Stato che attribuisce la garanzia

dell'origine, la qualità e che consente di numerare le bottiglie.

Fonti normative:Regolamento CE n. 823-1987Legge 10 febbraio 1992 n. 164D.P.R. n. 348-94

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IGT

L'Indicazione geografica tipica (IGT) viene assegnata ai vini posizionati ad un livello inferiore rispetto ai vini Docg e Doc e corrisponde a vini prodotti in aree geografiche generalmente ampie.

Il marchio Igt può essere accompagnato o meno da menzioni (ad esempio del vitigno) e prevede dei requisiti di produzione meno restrittivi di quelli richiesti per i vini Doc e Docg.

Fonti normative:Regolamento CE n. 823-1987Legge 10 febbraio 1992 n. 164D.P.R. n. 348-94

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Page 96: Relazione progetto CompraSud

A. Abbaticchio – M.Tempesta : Progetto CompraSud®

BIOLOGICO

Il Marchio Biologico contraddistingue quegli alimenti per i quali, il processo di lavorazione

non prevede l'utilizzo di pesticidi e fertilizzanti ed avviene con tecniche di coltivazione e

allevamento rispettose dell'ambiente. La fertilizzazione del terreno viene praticata

mediante la rotazione delle colture e l'utilizzo di concimi organici e minerali naturali mentre,

per difendere i raccolti dai parassiti si adoperano prodotti non nocivi all'ambiente.

I prodotti provenienti dall’agricoltura biologica sono disciplinati dal regolamento Cee

2092/91 e sono sottoposti a un rigido sistema di controlli, stabilito per legge, che ne

verifica la conformità a specifiche regole produttive. Sull'etichetta, insieme alla dicitura “Da

agricoltura biologica”, compare il nome dell’organismo di controllo, l’autorizzazione

ministeriale e una serie di lettere e cifre che sono la “carta d’identità” del prodotto e del

produttore.

Per la normativa Biologico:

Regolamento (CEE) n. 2092/91 del 24 giugno 1991 (Ministero dello Sviluppo Economico)

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DE.CO.

Il Marchio Comunale di Origine (De.Co.) è un marchio di garanzia dei prodotti

agroalimentari realizzati in un determinato territorio, che viene rilasciato dai Comuni i quali,

in questo modo, assumono un ruolo di primo piano nel certificare e valorizzare i prodotti

tipici della zona.

Il Comune dovrà censire i prodotti che identificano il territorio ed elaborare un regolamento

di tutela dei prodotti stessi; quindi nominerà una commissione composta da rappresentanti

della comunità che si occuperà di rilasciare il marchio di garanzia alle aziende che ne

faranno richiesta.

Le aziende, dopo aver aderito all’iniziativa e seguito in modo preciso un disciplinare,

potranno certificare la loro attività beneficiando di un logo ben definito, depositato presso

la Camera di commercio di riferimento. I controlli sono effettuati periodicamente da

ispettori accreditati presso il Sincert (l’organismo nazionale che forma queste figure

professionali).

Fonte normativa:

Legge 8 giugno 1990 n. 142

DE.C.P.

Il Marchio Comunale di Provenienza o De.C.P. è una certificazione di qualità che

contraddistingue la qualità di determinati prodotti agroalimentari ottenuti in determinati

territori.

Il rilascio del marchi comunale di provenienza segue lo stesso iter del Marchio Comunale

di Origine ed ha come motore sempre l’amministrazione comunale. La differenza tra il

marchio comunale di origine e quello di provenienza riguarda i controlli , previsti

periodicamente nel primo caso, con l’utilizzo di ispettori accreditati presso il Sincert

(l’organismo nazionale che forma queste figure professionali).

Fonte normativa:

Legge 8 giugno 1990 n.142

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Page 98: Relazione progetto CompraSud

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Consorzi di tutela

I consorzi di tutela sono organismi costituiti da produttori e/o trasformatori di

determinati prodotti tipici di qualità con lo scopo di promuovere, valorizzare e

salvaguardare tali prodotti da abusi, contraffazioni e atti di concorrenza sleale tenendo

sempre aggiornato il consumatore.

L’Italia attualmente vanta il primato europeo tra i prodotti ai quali sono state attribuite le

qualifiche DOP (Denominazione di Origine Protetta), DOC(Denominazione di Origine

Controllata), IGP (Indicazione Geografica protetta e SGT (Specialità Tradizionale

Garantita).

La Pubblica Amministrazione sostiene e favorisce con sempre maggiore forza il sistema

delle Denominazioni in quanto la storia e le tradizioni del nostro paese risiedono anche

nella valorizzazione del grande patrimonio agroalimentare italiano.

I consorzi che gestiscono le denominazioni DOP e IGP, si dividono in due categorie:

A. Consorzi di tutela riconosciuti MiPAF (Ministero delle Politiche Agricole e Forestali). Si

tratta di organismi privati che però svolgono, per incarico del Ministero, funzioni di

carattere pubblico nel confronti dei produttori che utilizzano la denominazione;

B. Strutture non riconosciute che agiscono solo in nome e nei confronti degli associati, ma

sottoposte al controllo e al vincolo del MiPAF per le decisioni relative alla denominazione

(questo perché, non avendo il riconoscimento, è possibile che tali strutture non

rappresentino a tutti gli effetti la denominazione).

Consorzi Meridionali

Consorzio del bergamotto di Reggio Calabria

Il Bergamotto è un agrume classificato come Citrus Bergamia Risso, appartiene alla

famiglia delle Rutacee, genere Citrus. Il frutto ha forma sferica con un peso medio di 100

gr., il colore, alla maturazione è giallo. Nel 1931 venne istituito il Consorzio Produttori

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Bergamotto, "antenato" dell'attuale Consorzio del Bergamotto, con lo scopo di gestire

l'essenza di Bergamotto e tutelare il prodotto.

Consorzio Aprutino Pescarese DOP

Consorzio di Tutela dell'Olio Extravergine d'Oliva della Provincia di Pescara. Il Consorzio è

stato costituito nel 1992 per volontà delle Associazioni dei Produttori Olivicoli, delle

Cooperative e di un gruppo di olivicoltori della Provincia di Pescara.

Consorzio di tutela dei Vini d'Abruzzo

Il Consorzio di Tutela dei Vini d'Abruzzo è un'associazione senza scopo di lucro costituita

da viticoltori, vinificatori ed imbottigliatori autorizzati, riconosciuto con decreto 21

novembre 2003 del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (MiPAF) che ne ha

approvato lo statuto. Il Consorzio, esercita funzioni di tutela, di valorizzazione e di cura

generale degli interessi connessi alle denominazioni di origine controllata dei vini

“Montepulciano d'Abruzzo” e “Trebbiano d'Abruzzo”. Inoltre ha anche una funzione

consultiva nei riguardi della Regione e della CCIAA in materia di gestione degli albi dei

vigneti; gestione degli elenchi delle vigne; denunce di produzione delle uve e dei vini;

distribuzione dei contrassegni di Stato e quant'altro di competenza delle Regioni e dei

predetti Enti Camerali in materia di vini a denominazione.

Consorzio di Tutela del Limone di Sorrento IGP

Il progetto nasce dalla volontà del Consorzio di Tutela del Limone di Sorrento IGP di

promuovere e valorizzare la denominazione protetta con un’azione sul territorio al fine di

destare interesse sia in ambito nazionale che internazionale.

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Consorzio DOC Terre dell’Alta Val d’Agri

Il Consorzio è la storia di alcune piccole aziende vitivinicole della Val d’Agri che hanno

voluto raccogliere la sfida di preservare e valorizzare la tradizione che finora è rimasta

patrimonio riservato ed esclusivo dei nostri contadini.

Nel 2002, appena ottenuto il riconoscimento a DOC della zona, questi viticoltori della

Valle hanno voluto costituire per libera iniziativa un Consorzio di Tutela e Sviluppo al fine

di rappresentare la massima istituzione a baluardo della qualità, di promuovere in modo

organico e sistematico il vino appena riconosciuto, e auto-disciplinarsi stabilendo i criteri

essenziali per tutelare il vino di questo straordinario territorio.

Oggi il Consorzio conta 14 soci ma molti altri sono sul punto di aderire, organizzandosi

per l’imbottigliamento o per il conferimento delle uve.

Consorzio Pane di Altamura DOP

Il pane di Altamura è ufficialmente il primo prodotto in Europa a fregiarsi del marchio DOP

nella categoria merceologica Panetteria e prodotti da forno.

Consorzio Tutela Arancia rossa di Sicilia IGP

Le arance - coltivate esclusivamente in alcuni comuni delle province di Enna, Catania,

Siracusa e Ragusa - si presentano con buccia di colore arancio acceso con sfumature

rosse variabili a seconda delle varietà e del momento di raccolta e sapore dolce.

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Consorzio Tutela Caciocavallo Silano DOP

Il Caciocavallo Silano è fra i più antichi e tipici formaggi a pasta filata del Mezzoggiorno

d'Italia. Le zone di produzione sono la Basilicata, la Calabria, la Campania, la Molise, la

Puglia.

Consorzio Tutela Mozzarella di bufala campana D.O.P.

Dagli anni Novanta il riconoscimento della "DOP" (Denominazione di Origine Protetta)

assicura i consumatori e specifica l'area geografica in cui essa viene prodotta.

Consorzio Tutela Olio Cilento

Consorzio per la tutela e la valorizzazione dell'olio extra vergine di oliva a Denominazione

di Origine Protetta del "Cilento"

Consorzio Tutela Pomodoro Pachino IGP

La zona di produzione del "Pomodoro di Pachino" comprende l'intero territorio comunale di

Pachino e Portopalo di Capo Passero e parte dei territori comunali di Noto (SR) ed Ispica

(RG), ricadenti nella parte sud orientale della Sicilia.

Consorzio Tutela Vino Cerasuolo di Vittoria DOCG

Il Cerasuolo di Vittoria è un vino DOCG la cui produzione è consentita nelle province di

Caltanissetta, Catania e Ragusa. Si ottiene dal Nero d'Avola (detto anche Calabrese) e dal

Frappato.

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Consorzio Tutela Vino Marsala DOC

Il Consorzio Volontario per la Tutela del Vino Marsala associa viticoltori, vinificatori, piccole

e grandi Case del Marsala, con lo scopo di armonizzare gli interessi di tutti e di assicurare

lo sviluppo della D.O.C.

Strada del Vino del Val di Noto - Associazione

L'Associazione che riunisce le più importanti realtà vinicole del territorio della Sicilia Sud

Orientale, i 6 Comuni di Palazzolo Acreide, Avola, Noto, Pachino, Rosolini e Ispica e il

Consorzio di Tutela dei vini DOC Eloro e Moscato di Noto.

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Olii Pugliesi

La produzione di olio in Puglia può contare su 50 milioni di alberi estesi su una superficie che

collega il confine nord, nei pressi del promontorio del Gargano, percorre 360 chilometri, tra il 40°

parallelo e il 42°, e si chiude a Capo Santa Maria di Leuca alla confluenza tra mar Adriatico e mar

Ionio. Un superficie totale di 20.000 chilometri quadrati di cui il 53% pianeggiante, il 45% collinare

e solo il 2% montuoso. Terreno ideale per la coltivazione dell'ulivo da olio. La Terra pugliese è

suddivisa in Capitanata a nord, Terra di Bari e Pianura Salentina. La zona collinare è suddivisa in

Murgia e Serre Salentine

Definizioni e caratteristiche di un olio

Cosa significa olio extravergine di oliva ?

Si definisce "Extra Vergine di Oliva" l'olio ottenuto dalla prima spremitura di olive attraverso

processi meccanici, quindi senza ricorso a processi o sostanze chimiche, in condizioni che non

causino alterazioni dell'olio e la cui acidità libera, espressa in acido oleico, non risulti superiore

all'1%. Solo olive fresche, di prima qualità, colte e spremute, che non abbiano subito altro

trattamento oltre al lavaggio, alla separazione delle foglie, alla centrifugazione e alla filtrazione.

Cosa determina "l'acidità" di un olio ?

L'acidità indica la percentuale di acido oleico in un olio e ne è il principale indicatore della qualità.

Più alto è il suo valore, più scadente è la qualità del prodotto. L'acidità, espressa in acido oleico, può

aumentare anche a seguito di negligenza nella fasi di produzione, e cioè utilizzo di olive troppo

mature, intervalli eccessivamente lunghi tra la raccolta e la lavorazione delle olive, scarsa cura nella

lavorazione. L'acidità non è riscontrabile nel sapore dell'olio, ma è definibile solo mediante analisi

in laboratorio. Non deve essere pertanto confusa con il leggero pizzicore che è invece indice di

bassa acidità e recente spremitura delle olive.

Come si ottiene il prodotto commercializzato con la denominazione di olio di oliva ?

Il prodotto commercializzato con la denominazione di "olio di oliva" può avere un grado massimo

di acidità dell' 1,5% ed è ottenuto miscelando olio di oliva raffinato con oli di oliva vergini

commestibili. L'olio di oliva raffinato, a sua volta, è il cosiddetto olio vergine di oliva "lampante",

che per difetti e gravi alterazioni (tra cui l'acidità superiore al grado limite del 3,3%), non è

considerato commestibile e necessita di un processo industriale di deacidificazione,

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deodorizzazione e decolorazione, divenendo cosi un prodotto assolutamente neutro sia per gusto

che per colore. L'aggiunta di una percentuale di olio "vergine" di oliva gli conferisce un minimo di

profumo e di gusto e si commercializza cosi con la denominazione di OLIO DI OLIVA. Una

curiosità: l'olio di oliva lampante si presenta molto scuro ed emana un odore sgradevole. In antichità

veniva utilizzato solo per alimentare le lampade ad olio.

Come si ottiene l'olio di sansa di oliva ?

La sansa vergine, cioè il sottoprodotto solido delle olive lavorate, contiene una quantità residua di

olio che può andare dal 2 al 4%, per 100 kg di sansa. Per recuperare questa percentuale, che non si

può estrarre con procedimenti meccanici, si ricorre ai sansifici che provvedono all'estrazione

affidandosi ad una procedura simile a quella adottata per la produzione degli oli di semi, basata

sull'impiego di solventi. Naturalmente l'olio ottenuto non è commestibile e deve essere

successivamente raffinato e corretto, attraverso il procedimento utilizzato per ottenere l'olio di oliva

raffinato. Miscelando l'olio di sansa raffinato cosi ottenuto, con una percentuale di olio vergine di

oliva e mantenendo l'acidità entro il limite massimo dell'1,5%, si ottiene l'OLIO DI SANSA DI

OLIVA.

Da cosa dipende la qualita di un olio extravergine di oliva ?

La qualità di un olio extra vergine di oliva dipende da molti fattori. Determinante è la varietà delle

olive, poi la zona di produzione, quindi le condizioni climatiche e la composizione del terreno,

aspetti che influiscono soprattutto sul sapore e profumo dell'olio. Tutti i pregi e difetti inoltre

dipendono da differenti fattori quali: grado di maturazione delle olive, tecnologia di raccolta, tempi

e luoghi di conservazione delle olive, tecnologie di estrazione, conservazione dell'olio, igiene e

pulizia generali, tempo e temperatura di gramolazione, trattamenti alla pianta e al terreno, stato di

salute della pianta e delle olive.

Qual'è il miglior metodo di raccolta delle olive?

Le olive vanno raccolte al giusto grado di maturazione. Dobbiamo lasciarci guidare dal colore e

raccogliere le olive quando la loro colorazione superficiale e ancora parziale o si e appena

completata: il contenuto in olio sarà della massima qualità e ricco di sostanze benefiche, avremo

minor livello di acidità e aroma elevato e gradevole. Il miglior sistema di raccolta è la tradizionale

brucatura (raccolta a mano dalla pianta) che consente di cogliere il frutto al grado di maturazione

voluto, nelle condizioni migliori, integro e senza che sia venuto a contatto con il terreno. Un altro

valido sistema di raccolta e quello con scuotitore meccanico, mentre assolutamente da evitare e la

raccolta da terra. La formula per ottenere un buon olio extra vergine rimane, nel tempo, sempre la

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stessa: olive sane, raccolte dalla pianta e macinate subito.

Come avviene il processo produttivo dell' olio extravergine di oliva ?

Ultimata la raccolta, che deve avvenire nel modo più corretto, le olive devono essere trasportate con

ogni precauzione al frantoio. Prima di procedere all'estrazione vera e propria, le olive vengono

separate dal fogliame residuo; sono successivamente lavate per eliminare i residui e le impurità

vegetali e minerali. A questo punto possono essere avviate al processo di frangitura, cioè la

riduzione in pasta della buccia, polpa e nocciolo delle olive. Si prosegue poi con la gramolatura,

cioè un continuo e delicato rimescolamento della pasta che da luogo alla umidificazione delle

molecole dell'olio per meglio poter separare l'olio dall'acqua. L'estrazione vera e propria, avviene

per pressione o centrifugazione e porta alla definitiva separazione delle tre componenti della pasta:

l'acqua, la sansa e l'olio.

Quante olive occorrono per ottenere un litro di extravergine ?

Per produrre un litro di olio occorrono ben 5 o 6 kg di olive. L'extra vergine ottenuto dalla

spremitura del frutto, grazie alla massima cura osservata in tutte le fasi di lavorazione, è pertanto un

prodotto per sua natura "costoso". Ad esempio, le condizioni in cui viene effettuata la spremitura,

incidono sulla resa delle olive da un lato, sulla qualità dell'olio dall'altro. La temperatura ottimale,

durante la spremitura dovrebbe essere di circa 28°: aumentarla consentirebbe di ottenere una

maggiore percentuale di olio estratto dalle olive, ma a rischio di un abbassamento sostanziale della

qualita del prodotto.

Quanto dura l'olio extravergine di oliva ?

E' buona regola consumare l'olio extra vergine di oliva nella stessa annata di produzione, anche se

generalmente si considera che il prodotto può essere consumato fino a 20 mesi dalla sua spremitura.

L'olio extra vergine di oliva contiene sostanze naturali antiossidanti, quali i composti fenolici e i

tocoferoli, che lo proteggono dall'irrancidimento, ma con il passare del tempo la loro azione si

affievolisce o può essere vanificata se non si rispettano alcune semplici regole di conservazione. In

primo luogo, l'olio va conservato in luoghi freschi e asciutti, in ambienti con escursioni termiche

non eccessive, va protetto dalla luce diretta, dall'aria e dal calore. Contrariamente a quanto si pensa,

il freddo non provoca alterazioni nella struttura del prodotto e nella sua conservabilità.

Che colore ha un buon olio extravergine di oliva ?

Il colore di un buon olio extra vergine di oliva può assumere un'infinita gamma di gradazioni, dal

verde brillante al dorato intenso. In ogni caso il colore non rappresenta un indicatore attendibile

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della qualità del prodotto. A determinare il colore e soprattutto la varietà delle olive, lo stadio di

maturazione e la prevalenza di clorofille o caroteni in esse contenute. Si possono avere oli di un bel

verde brillante con un gusto tenue e delicato e per contro, oli giallo paglierino dal gusto molto

intenso, mentre i toni aranciato-rossastri sono sempre associati alla degradazione ossidativa.

Che cosa significa FRUTTATO?

Il primo segno distintivo di un olio extra vergine di oliva di buona qualità è il fruttato, cioè il

profumo che ricorda il frutto, lo stesso che si ottiene schiacciando un'oliva fresca tra le dita. Oltre al

fruttato, altre sfumature di gusto caratterizzano l'olio extra vergine di oliva, a seconda delle varietà

delle olive, del loro grado di maturazione e dell'area geografica di produzione. Gli olii ottenuti con

olive acerbe appena colte, hanno un sapore "piccante" piuttosto pronunciato e gusto "amarognolo”,

altri prodotti con frutti più maturi, un gusto "dolce", più delicato. Vi sono poi sfumature di gusto

particolari come quelle di carciofo, mela, mandorla, pomodoro, sedano, sapore erbaceo, ecc. Per

valorizzare al meglio questi aromi, e buona norma associarli ai piatti giusti: olii dolci per insalate

delicate (lattuga, indivia), pesci alla griglia o lessi, il cui sapore non deve essere coperto; olii fruttati

per insalate amare (radicchio, rucola, pinzimonio), ragù e fritti; olii molto fruttati, intensi, per

vegetali dal sapore forte (carciofi) e legumi, ecc.

Cosa garantisce il marchio DOP?

Il marchio DOP - Denominazione di Origine Protetta - garantisce la zona di origine di un olio extra

vergine di oliva. Gli olii extra vergine, infatti, non sono tutti uguali: caratteristiche, sapori, e

profumi, cambiano a seconda delle regioni di provenienza. La Denominazione di Origine Protetta è

lo strumento di tutela di queste tipicità e di orientamento per il Consumatore, conferito

esclusivamente agli olii extra vergine di oliva prodotti nel pieno rispetto della tradizione della

propria zona di origine.

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Olii Pugliesi DOP

Terra di Bari

La zona di maggior produzione di ulivo è situata nella Terra di Bari con il suo DOP “Terra di Bari”.

Il “Terra di Bari” ha le seguenti suddivisioni: Castel del Monte, Bitonto, Murgia dei Trulli e delle Grotte.

Il territorio competente di questo marchio è compreso tra i seguenti comuni: Altamura, Andria, Barletta, Bisceglie, Bitonto, Canosa, Corato, Gravina, Minervino, Poggiorsini, Spinazzola, Trani. Il disciplinare per il DOP “Terra di Bari – Castel del Monte” prevede i seguenti parametri:

– 80% di oliva indigena (Coratina, Cima di Bitonto, Cima di Mola)

– 20% di altre olive (in genere ogliarola)

– produzione non superiore a 100 quintali per ettaro

– resa non superiore a 22 chili di olio per ogni quintale di olive

– il raccolto deve essere eseguito per brucatura (staccato dalla pianta e non raccolto dopo caduta del frutto)

– oleificazione entro 2 giorni dal raccolto

– acidità massima di 0,5 gr di acido oleico per 100 grammi di prodotto

Caratteristiche organolettiche:

– Castel del Monte (prevalente coratina): olio fruttato deciso e intenso di olica con profumi netti di carciofo e mandorla, con gusto lievemente piccante e un poco amarognolo con ottimo floreale. Lieve pizzicore nel retrogusto per la sua bassa acidità. Molto apprezzato dagli intenditori. Uso: bruschette, pinzimonio, insalate, carni, verdure bollite

– Bitonto (prevalente ogliarola o Cima di Bitonto): olio fruttato netto di oliva con profumo di mandorla, gusto dolce, armonico ed equilibrato. Uso ideale per cotture alla griglia e arrosti.

– Murgia dei Trulli e delle Grotte (prevalente Cima di Mola) gusto fruttato netto di oliva con profumi di erba e legumi. Gusto molto dolce e fluido. Uso: crudo su pesce, risotti, paste, arrosti e fritture

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Dauno

L'altro DOP di Puglia è il “Dauno” della provincia di Foggia, zona compresa tra Cerignola, San Ferdinando di Puglia, Margherita di Savoia e il nord della Puglia, compreso il promontorio del Gargano.

Il “Dauno” si suddivide in: Dauno Gargano, Dauno Sub-Appennino, Alto Tavoliere, Basso Tavoliere.

Il disciplinare che identifica questo DOP è il seguente:

– 70% di oliva indigena (Ogliarola, Coratina, Peranzana)

– 30% altre olive

– produzione non superiore a 100 quintali per ettaro

– resa non superiore del 24 chili di olio per ogni quintale di olive

– raccolto per brucatura

– oleificazione entro 2 giorni dal raccolto

– acidità massima di 0,6 gr di acido oleico per 100 grammi di prodotto

Caratteristiche organolettiche:

– Dauno Gargano (prevalente Ogliarola del Gargano): olio dal fruttato tenue di oliva con profumi di pomodoro e dal gusto dolce con persistenza aromatica. Uso: verdure, legumi, zuppe e antipasti.

– Dauno Sub Appennino e Basso Tavoliere (prevalente Coratina): fruttato netto di oliva con profumi di carciofo e buona fragranza aromatica. Gusto dolce con lieve fondo amarognolo. Uso: bruschette, pinzimonio, insalate, carni, verdure bollite.

– Dauno Alto Tavoliere (prevalente Peranzana): olio fruttato netto di oliva con gusto dolce e armonico con buon profumo floreale. Uso: pesce, antipasti di mare, salse delicate e salse di pomodoro.

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Terra d'Otranto

Il DOP “Terra d'Otranto” è riservata all'olio extravergine di oliva ottenuto nella intera provincia di Lecce, alcuni comuni della provincia di Brindisi (Brindisi, Cellino San Marco, Erchie, Francavilla Fontana, Latiano, Mesagne, Oria, Sandonaci, San Pancrazio Salentino, San Pietro Vernotico, Torchiarolo e Torre S. Susanna) e parte della provincia di Taranto (sono esclusi i seguenti comuni: Ginosa, Laterza, Castellaneta, Palagianello, Palagiano, Mottola, Massafra, Crispiano e Statte)

Il “Terra d'Otranto” è suddiviso in: Sud Brindisi, Lecce e Basso Salento, Taranto Orientale, Taranto Occidentale.

Il disciplinare del Terra d'Otranto è il seguente:

– 60% di oliva indigena (Ogliarola Leccese, Cellina di Nardò)

– 40% altre olive

– produzione massima di 120 quintali per ettaro

– resa non superiore a 20 chili di olio per quintale di olive

– raccolta per brucatura

– oleificazione entro due giorni dal raccolto

– acidità massima di 0,8 gr di acido oleico ogni 100 gr di olio

Caratteristiche organolettiche:

– Sud di Brindisi (prevalente: Cellina di Nardo o Saracena e Ogliarola leccese o salentina): olio dal fruttato verde di oliva con gusto dolce, con profumi di legumi e ottima fluidità. Buona fragranza aromatica di erba. Uso: crudo su antipasti e verdure; legumi e zuppe.

– Lecce e Basso Salento (prevalente: Cellina di Nardo o Saracena e Ogliarola leccese o salentina): olio dal fruttato verde di oliva con gusto dolce, con profumi di legumi e ottima fluidita; buona fragranza aromatica di erba. Uso: crudo su antipasti e verdure; legumi e zuppe.

– Taranto Orientale (prevalente: Leccino e Ogliarola salentina): olio dal fruttato verde di oliva con gusto dolce, con profumi di legumi e ottima fluidita; buona fragranza aromatica di erba. Uso: crudo su antipasti e verdure; legumi e zuppe.

– Taranto occidentale (prevalente: Leccino-Frantoio e Coratina): fruttato netto di oliva con profumo di mandorla, dal gusto dolce armonico ed equilibrato. Uso: crudo sul pesce, sugli antipasti di mare, sul carpaccio; nelle salse e nella salsa di pomodoro.

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Colline di Brindisi

Anche se produttivamente marginale, anche l'olio “Colline di Brindisi” può fregiarsi del marchio Dop. Le zone di competenza sono: Carovigno, Ceglie, Messapica, Cisternino, Fasano, Ostuni, San Michele Salentino, San Vito dei Normanni, Villa Castelli. In particolare, la zona è così delimitata: ad Est dalla costa Adriatica; ad Ovest dalla provincia di Taranto; a Nord dalla provincia di Bari; a Sud dalla restante parte della provincia di Brindisi.

Il disciplinare di questo DOP prevede:

– 70% di oliva Ogliarola,

– 30% di altre varietà (Cellina di Nardò, Coratina, Leccino, Picholine, Frantoio)

– produzione massima di 150 quintali per ettaro di terreno

– resa non superiore ai 25 chili di olio per ogni quintale di olive molite.

– Raccolta per brucatura

– oleificazione entro due giorni dalla raccolta delle olive

– acidità massima di 0,8 gr di acido oleico per ogni 100 gr di olio

Caratteristiche organolettiche:

Olio dal fruttato di oliva con profumi di erba e legumi; gusto molto dolce con buona fluidita. Uso: crudo sul pesce e i carpacci; risotti, arrosti, fritture.

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Vini Di Puglia

La Puglia è la regione d'Italia con la più alta produzione vitivinicola. Per molti anni però si è puntato più alla quantità che alla qualità del prodotto e sovente il mosto pugliese è stato impiegato in altre zone d'Italia come arricchimento a produzioni con grado alcolico molto basso. Fortunatamente le cose sono cambiate. Alcuni bravi e coraggiosi produttori hanno cominciato, anni fa, un opera di valorizzazione della viticultura pugliese. Grandi investimenti sono stati fatti per ammodernare le tecnologia di cantina e i reparti di imbottigliamento. Si è poi puntato molto sulla rivalutazione del vigneto con la valorizzazione di molti vitigni autoctoni (negroamaro, malvasia nera, primitivo, uva di Troia, bombino bianco e nero). Questo ha fatto si che la qualità generale di vini sia costantemente aumentata, mantenendo comunque un eccellente rapporto con il prezzo.

Di pari passo sono arrivati i riconoscimenti sia a livello nazionale, che internazionale e finalmente il vino pugliese si è fatto conoscere in tutto il mondo. Oggi la Puglia conta 25 vini a denominazione di origine controllata ( D.O.C. ) con 128 preparazioni diverse: 52 vini rossi, 28 bianchi, 22 rosati, 17 dolci e/o liquorosi e 9 spumanti. Accanto a vini diventati un cult, come il Primitivo, prodotto nella zona di Manduria, altre produzioni, anno dopo anno, stanno salendo di quotazione.

1. aleatico di puglia 2. alezio3. brindisi4. cacc'e mitte5. castel del monte 6. copertino7. gioia del colle8. gravina9. leverano10. lizzano11. locorontondo12. martina13. matino14. moscato di trani15. nardò16. ortanova17. ostuni18. primitivo di manduria19. rosso di barletta20. rosso di canosa21. rosso di cerignola22. salice salentino23. san severo 24. squinzano25. galatina

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CANTINE DUE PALME - CELLINO SAN MARCO - ( BR )

AZIENDA VINICOLA SOLOPERTO - MANDURIA - ( TA )

CONSORZIO PRODUTTORI VINI - MANDURIA - ( TA )

ACCADEMIA DEI RACEMI – FELLINE (LE)

CANDIDO - SAN DONACI - ( BR )

AZIENDA VITIVINICOLA LA MEA MARCO MACI - CELLINO S.MARCO ( BR )

AZIENDA AGRICOLA CONTI ZECCA - LEVERANO - ( LE )

LEONE DE CASTRIS - SALICE SALENTINO - ( LE )

TORMARESCA - S.PIETRO VERNOTICO - ( BR )

AZIENDA AGRICOLA TAURINO COSIMO - GUAGNANO ( LE )

CANTINA D'ARAPRI' - SAN SEVERO - ( FG )

COOPERATIVA AGRICOLA SANTA BARBARA - SAN PIETRO VERNOTICO ( BR )

CANTINA SOCIALE DEL LOCOROTONDO - LOCOROTONDO ( BA )

CANTINE BOTROMAGNO - GRAVINA IN PUGLIA ( BA )

AZIENDA AGRICOLA VITIVINICOLA TORRE VENTO - CORATO ( BA )

CANTINE BORGO CANALE - FASANO ( BR )

MASSERIA LUDOVICO - San Basilio, MOTTOLA ( TA )

AZIENDA VINICOLA BARSENTO - NOCI ( BA )

AZIENDA VITIVINICOLA GIULIANI - TURI ( BA )

Solo una piccola rappresentanza di quella che è la produzione pugliese: circa 900 vini espressione di 325 vitigni autoctoni in rappresentanza di 492 cantine.

Di seguito alcuni dei vini più rinomati, con la loro recente Rannata migliore e la cantina di provenienza:

BianchiBianco d'Alessano Cupa 2008 I Pastini dei F.lli CarparelliBombino Bianco Catapanus 2008 D'Alfonso Del SordoBombino Bianco Sogno di Volpe Bombino Bianco 2008 Ariano AttilioFiano Jody 2008 Conte Spagnoletti ZeuliFiano Minutolo Auva 2008 Cantine PolvaneraFiano Minutolo Crè 2008 VetrereFiano Minutolo Rampone 2008 I Pastini dei F.lli CarparelliFiano Minutolo Tenuta Marini 2008 Francesco Candido

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Fiano Ruah 2008 Santi DimitriGravina 2008 Cantine BotromagnoGreco Palea 2008 Ariano AttilioGreco Le Carrare 2007 CrifoLa Piana 2008 Conte Spagnoletti ZeuliMalvasia Bianca 2008 Cantine Paolo LeoTenuta Partemio Fiano-Malvasia Bianca 2008 Lomazzi e SarliVerdeca 2008 Cantine MenhirVerdeca Faraone 2008 I Pastini dei F.lli CarparelliVerdeca Messapia 2008 Leone De Castris BollicineBombino Nero Due Carri 2007 Crifo RosatiAleatico Zavijava 2007 Cantine PolvaneraBombino Nero Pungirosa 2008 RiveraMontepulciano Silvium 2003 Cantine BotromagnoMontepulciano Sogno di Volpe Rosato 2008 Ariano Attilio RossiMalvasia Nera 2008 Botrugno SergioMalvasia Nera Passaturo 2008 VetrereMalvasia Nera Tre Lune 2007 Cantine MenhirNegroamaro 2006 Cantina Coop. Santa BarbaraNegroamaro 2007 Ionis ViniNegroamaro Barbaglio 2004 Cantina Coop. Santa BarbaraNegroamaro Carminio 2005 Alessandro CarrozzoNegroamaro N° Zero 2007 Cantine MenhirNegroamaro Vereto 2006 Agricole ValloneNero di Troia Bottaccia 2007 Torre QuartoNero di Troia Violante 2006 RiveraOttavianello 2007 Botrugno SergioPrimitivo 2005 Cantina Coop. Santa BarbaraPrimitivo 2006 Cantine BotromagnoPrimitivo 2007 Ionis ViniPrimitivo 2008 Cantine Paolo LeoPrimitivo Krasì 2007 Alessandro CarrozzoPrimitivo di Manduria Cerva Regia 2006 Antiche Terre del SalentoPrimitivo di Manduria Feudo del Conte 2006 Antiche Terre del SalentoPrimitivo Genius 2006 Mille UnaPrimitivo Lirica 2006 Consorzio Produttori Vini e Mosti

RossiPrimitivo Piluna 2007 Castello MonaciPrimitivo Polvanera 16 2005 Cantine PolvaneraSusumaniello Nomas 2005 Lomazzi e Sarli

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Uva di Troia Casteldrione 2007 D'Alfonso Del SordoUva di Troia Squarcione 2004 CrifoUva di Troia Vigna Grande 2006 Conte Spagnoletti Zeuli Dolci e PassitiAleatico 2002 Francesco CandidoAleatico Negrino 2007 Leone De CastrisAleatico Serra dei Santi 2008 Santi DimitriMalvasia Nera Botrus 2008 Botrugno SergioMoscato Bianco Reale Piani di Tufara 2007 RiveraPrimitivo Madrigale 2006 Consorzio Produttori Vini e Mosti

Rossi

Vitigni Autoctoni Pugliesi

Aleatico, Bianco d’Alessano, Bombino Bianco, Bombino Nero, Fiano, Fiano Minutolo, Greco, Malvasia Bianca, Malvasia Nera, Montepulciano, Moscato Bianco Reale, Negroamaro, Ottavianello, Pampanuto, Primitivo, Susumaniello, Uva di Troia, Verdeca

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