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Rosarium 1999-04

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Rosarium 1999-04

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La nostra propostaper il Giubileo:si fa strada da sola!

N el precedente numero di "Rosarium", vi ho già presentato l'iniziativa che ilMovimento Domenicano del Rosario ha "lanciato" in occasione del GrandeGiubileo del Duemila. L'iniziativa è partita nei mesi di settembre/ottobre, e in questi

suoi "primi passi" la peregrinatio Mariae, ha già fatto numerose conquiste. Vediamo infatti"piccole anime" che si lasciano "toccare il cuore", offrendo il loro tempo e la loro disponibi-lità per Maria che si fa "pellegrina d'amore per noi". Si sta verificando, sin da ora quelloche ci diceva un amico e zelatore del Rosario: "la Vergine stessa si farà strada da sola". Atutti noi è chiesto quel "fiuto" soprannaturale, dono di grazia che nasce da un'intima comu-nione con Gesù e Maria, per saper discernere e scoprire i luoghi che la Vergine vuole visi-tare.

Ma per raggiungere un paese ed un luogo che ci interessa ci vuole necessariamenteuna cartina del luogo con delle indicazioni, e con dei luoghi segnati. La cartina non sostitui-sce la realtà, ma ci aiuta ad avvicinarsi ad essa, e ci introduce.

Per questo motivo, a sostegno della Peregrinatio Mariae, in questo periodo abbiamolavorato ad alcuni strumenti che accompagneranno l'iniziativa, e che cercano di esplicitarlamaggiormente.

Anzitutto il Rituale, che accompagnerà la Peregrinatio Mariae, ma che servirà ancheper altre celebrazioni che fanno capo alle iniziative del Movimento Domenicano delRosario. Il Rituale comprenderà riti e celebrazioni che riguarderanno: la PeregrinatioMariae, le Associazioni - con riti di istituzione di una fraternita o di un Gruppo del RosarioPerpetuo o del Rosario Vivente, di amissione alle tre associazioni, e di nomina di zelatori ezelatrici -, le celebrazioni nei Pellegrinaggi del Rosario, una raccolta di benedizioni per lediverse circostanze, e una scelta di preghiere e di canti.

La sezione riguardante la Peregrinatio Mariae, prevede un capitolo introduttivo dovevengono illustrati I principi animatori e i punti esplicativi essenziali. La sezione specifica delRituale per la Peregrinatio Mariae, contiene delle proposte per le Celebrazioni comunitariein luoghi pubblici, od in luoghi privati, di ingresso e di congedo dell'immagine della B.Vergine del Rosario.Ora vi presentiamo i Principi che animano la Peregrinatio e i Punti esplicativi essenziali.

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PRINCIPI ANIMATORI:

1. Il "Pellegrinaggio di Maria, Regina del Rosario",è un'iniziativa che nasce all'interno della Chiesa,in fedeltà alla sua dottrina ed al suo magistero.Attraverso la Chiesa è aperta a tutti gli uomini,perché, come Maria, ci ha donato il Salvatore,così ora, alle soglie del duemila, ci porti ancorauna volta da Lui.

2. L'iniziativa è proposta dal Movimento Domenicano del Rosario, in continuitàcon la tradizione dell'Ordine fondato da S. Domenico che è "custode e diffuso-re" della preghiera mariana per eccellenza: il Santo Rosario. Inoltre essa si ispi-ra all'opera dei grandi "apostoli domenicani del rosario" quali il Beato Alano dela Roche, e il Beato Bartolo Longo, diffusori del Rosario e della devozione aMaria, e molti altri.

3. Nel corso della storia della Chiesa i fedeli, in segno di venerazione e comerichiesta di grazie, si sono recati in "pellegrinaggio" verso i luoghi più impor-tanti e cari della cristianità. E le statue, immagini o icone della Madonna sonosempre state venerate in occasione di processioni o pellegrinaggi. In tutti i luo-ghi della terra, piccoli e grandi, uomini e donne, hanno dimostrato per laVergine Maria un speciale affetto e devozione. I piccoli e i poveri di ogni partedel mondo, hanno intuito che ricorrendo alla Vergine si sentono capiti, amati,protetti. Essi si sentono "cercati dalla Vergine", che dimostra, nel suo affetto diMadre, il desiderio stesso di Gesù di "cercare la pecorella smarrita". La pere-grinatio Maria, allora, non è altro che la risposta al desiderio stesso di Maria divisitare gli uomini. Come ha visitato Elisabetta, così anche oggi desidera visi-tare i cuori degli uomini per portare loro Gesù.

4. Una tale iniziativa nasce, oggi, alle soglie del duemila, ad opera del Movi-mento Domenicano del Rosario, che, custodi e diffusori del Santo Rosario, so-no chiamati ad essere veri "apostoli di Maria".

5. Si rivolge a tutti coloro che desiderano, alle soglie del duemila, rinnovare lapropria fede, e rinsaldare i cuori, nella speranza che Dio non abbandona il suopopolo fedele, ma continua a visitarlo, nella sua infinita misericordia.

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PUNTI ESPLICATIVI ESSENZIALI:

1. CHE COS'E’ LA PEREGRINATIO MARIAE?E' una iniziativa nata per ravvivare la fede,diffondere la vera devozione e la meditazionedel S. Rosario vivificato dalla Parola di Dioricevuta dalla Chiesa, nelle famiglie e nellecomunità.

2. DA CHI E’ PROPOSTA LA PEREGRINATIO MARIAE?E' un'iniziativa proposta dal Movimento Domenicano del Rosario, dellaProvincia S. Domenico in Italia (nord Italia).

3. PERCHE’ E’ PROPOSTA LA PEREGRINATIO MARIAE?Facendo proprio il grido di S. Domenico: "Cosa ne sarà dei peccatori?", altermine del ventesimo secolo, e alle soglie del Grande Giubileo del duemila,in unione con la Chiesa che invita a ritornare a Cristo, il MovimentoDomenicano del Rosario propone la Peregrinatio Mariae perché, tramite que-sta iniziativa si ravvivi l'intima comunione con Gesù, e i fedeli, le famiglie, lecomunità ritornino a Lui per le mani di Maria, riscoprendo il suo amorematerno che ci guida e ci illumina nei misteri del Santo Rosario meditato.Perciò: - durante la "Peregrinatio Mariae" si crei un movimento di preghiera attorno

alla statua della Madonna del Rosario;- dopo la "Peregrinatio Mariae", si continuino ad animare i Centri di preghie-

ra sorti, in modo tale che possano diventare "gruppi del Rosario".

4. A CHI SI RIVOLGE LA PEREGRINATIO MARIAE?La “Peregrinatio Mariae” è una proposta rivolta alle parrocchie, alle comu-nità, alle Case religiose, ai Gruppi/Movimenti ecclesiali, alle famiglie chedesiderino pregare diffondere il Santo Rosario.

5. QUALI I MODI DI ATTUAZIONE DELLA PEREGRINATIO MARIAE?Il Movimento Domenicano del Rosario articola l'attuazione della sua propo-sta in diversi modi:

✔ PRIMO MODO: rivolta esclusivamente alla comunità. La statua della Madonna del Rosario sosta soltanto nella chiesa, e i fedeli sirecano da Lei; avranno luogo celebrazioni di diverso tipo quali la solenne

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recita del Rosario meditato. In questo periodoverrà promossa una seria predicazione maria-na, curando in modo particolare il Sacramentodella Riconciliazione.

✔ SECONDO MODO: rivolta alla comunità e al-le famiglie di cui questa è composta.- La statua della Madonna del Rosario portatainizialmente nella chiesa vi sosta per un primo periodo di preparazione. Inquesto periodo, oltre alle varie celebrazioni, verrà promossa una seriapredicazione mariana, curando in modo particolare il Sacramento della Ri-conciliazione.- Successivamente dalla chiesa verrà periodicamente portata in case sceltedal Parroco per sostarvi alcuni giorni e far sì che in quelle case, che divente-ranno e rimarranno dei luoghi di preghiera mariana, i fedeli di quella zonapossano radunarsi comunitariamente o sostare singolarmente in preghieracon il Santo Rosario. - Al termine di questo periodo in cui la Madonna è stata portata nelle case,sarà nuovamente collocata in chiesa per la conclusione della Peregrinatio,che avverrà nei modi stabiliti, o da concordarsi.

✔ TERZO MODO: rivolta a Case religiose, Movimenti o Gruppi ecclesiali.- La statua della Madonna del Rosario viene portata e sosta nella cappella diuna Casa religiosa o nella sede di un Movimento/Gruppo ecclesiale. I fedelio gli appartenenti alla Casa o al Movimento/Gruppo ecclesiale si recano daLei, animando momenti di preghiera, riflessione e riconciliazione. Al termi-ne avrà luogo una celebrazione conclusiva, che avvera nei modi stabiliti o daconcordarsi.- Oppure si dia la possibilità che, dopo un'iniziale periodo di preparazione,(nel quale, oltre alle varie celebrazioni, verrà promossa una seria predicazio-ne mariana, e curato in modo particolare il Sacramento della Riconciliazio-ne) dalla cappella della Casa religiosa o dalla sede del Movimento/Gruppoecclesiale, verrà periodicamente portata in case scelte dal responsabile dellaComunità religiosa o del Gruppo/Movimento ecclesiale, per sostarvi alcunigiorni, e far sì che in quelle case, che diventeranno e rimarranno dei luoghidi preghiera mariana, i fedeli di quella zona possano radunarsi comunitaria-mente o sostare singolarmente in preghiera con il Santo Rosario. Al terminedi questo periodo, in cui la Madonna è stata portata nelle case, sarà nuova-mente collocata nella cappella della Casa religiosa o nella sede delGruppo/Movimento ecclesiale, per un determinato tempo, per la conclusione

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della Peregrinatio che avverrà in modo stabiliti,o da concordarsi.

✔ QUARTO MODO: rivolta esclusivamente allefamiglie.

In questo caso la statua della B. Vergine delRosario entra nelle case private, con tempi emodalità propri. Può essere promossa dalParroco o responsabile della comunità, o dai suoi collaboratori, con l'accordoe la supervisione del Movimento Domenicano del Rosario. Inoltre può esse-re promossa su richiesta di singoli consacrati o di comunità religiose, singolifedeli, appartenenti a Gruppi/Movimenti ecclesiali, collaboratori/trici delMovimento Domenicano del Rosario, informando il Parroco o responsabiledella comunità con l'accordo e la supervisione del Movimento Domenicanodel Rosario;

6 QUALI SONO LE CELEBRAZIONI CHE SONO PROPOSTE PER LAPEREGRINATIO MARIAE?

Sono proposte essenzialmente due tipi di celebrazioni:

- CELEBRAZIONI IN LUOGHI PUBBLICI (chiesa, cappella, sede di ungruppo, casa religiosa ecc.).

All'inizio della Peregrinatio:a. Veglia di preghiera in preparazione all'ingresso solenne della statua della

Madonna del Rosario.b. Ingresso della statua della B. Vergine del Rosario, e solenne inizio della

Peregrinatio, dove la statua della Madonna viene affidata alla comunità odai responsabili della comunità precedentemente visitata, o da un delegatodel Movimento Domenicano del Rosario.

Durante la Peregrinatio- Predicazione mariana, solenne recita del Santo Rosario meditato, e

Riconciliazione, ecc. ecc.Al termine della Peregrinatio- Celebrazione di congedo della statua della B. Vergine del Rosario e conclu-

sione della Peregrinatio Mariae; all'interno della quale la comunità si affidaa Maria Regina del Rosario, e consegna la statua ad un'altra comunità ogruppo, o a un delegato del Movimento Domenicano del Rosario che lariprende in consegna.

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- CELEBRAZIONI IN LUOGHI PRIVATI(presso le famiglie)

- Rito di ingresso La statua della B. Vergine del Rosario viene porta-ta in una casa o in un luogo privato, da un incari-cato locale, o da un delegato del MovimentoDomenicano del Rosario.a. All'inizio, uno dei membri della famiglia, o un

laico incaricato, guida il "rito di ingresso" (così come si trova nel Rituale,che prevede una preghiera di accoglienza, la recita meditata del S.Rosario, secondo lo schema "il Rosario con S. Domenico", o altro e che siconclude con la preghiera a S. Domenico e a S. Caterina da Siena).

b. Il tempo della visita della statua di Maria sia possibilmente di una settima-na, e sia gestito dalla famiglia che la ospita. In questo tempo si celebrinomomenti personali o comunitari in cui si recita il S. Rosario meditato, conla possibilità di utilizzare i sussidi di preghiera proposti dal MovimentoDomenicano del Rosario.

c. In questo periodo quella casa diventi "casa di preghiera del Rosario",accettando che, nel periodo in cui viene ospitata la statua delle Vergine, siarivoluzionato e "scombussolato" il ritmo della propria vita, uniformandoloal movimento che la Madonna stessa, con la sua presenza, susciterà.

d. Sia curato in modo speciale la preparazione della sala, in modo tale chediventi una accogliente e degna "piccola cappella per il Rosario di Maria".

- Durante la permanenza e. La famiglia che ospita la statua, in quel periodo è invitata ad offrire il suo

tempo e la sua disponibilità per accogliere i fedeli, e fare in modo che siadata loro effettivamente la possibilità di recarsi a pregare nella loro casa.

f. Concordando prima con i promotori, possono organizzare quanto la fecon-dità dello Spirito e il loro amore a Maria suggerisce.

- Rito di congedoa. Si tratta del rito di chiusura della visita di Maria, Regina del Rosario, in

una famiglia, con la recita del S. Rosario meditato, secondo lo schema pre-sentato nel Rituale, il Rosario con S. Caterina da Siena (o altro). Al termi-ne della celebrazione il capofamiglia o uno dei membri della comunità anome di tutti può rivolgere a Maria, dopo una debita preparazione, unospeciale atto di consacrazione e di affidamento.

b. Al termine della celebrazione di chiusura, uno della famiglia, o un colla-boratore incaricato, oppure un delegato del Movimento Domenicano delRosario porta la statua presso l'altra famiglia che ne ha fatto richiesta, epartecipa al successivo rito di ingresso.

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7. CHI SONO I PROMOTORI DELLAPEREGRINATIO MARIAE?motori della “Peregrinatio Mariae” possonoessere tutti i fedeli, i religiosi, i sacerdoti, i Par-roci, i responsabili e gli appartenenti ai Grup-pi/Movimenti ecclesiali, che si sentano di ri-spondere all'invito di Maria e, vedendone unapossibilità di attuazione, contattano il Movi-mento Domenicano del Rosario.

8. CHI E’, E CHE COSA FA L'EQUIPE DEL MOVIMENTO DOMENICANO DEL ROSARIO?Si tratta di un gruppo locale di persone di buona volontà che, mosse dall'a-more a Maria e dallo zelo per la diffusione del Rosario, si presentano (o ven-gono presentate) al Movimento Domenicano del Rosario, dal quale vengononominate e coordinate, al fine di promuovere, attuare e seguire la“Peregrinatio Mariae”, e i suoi frutti.

Oltre al Rituale il Movimento Domenicano del Rosario ha lavorato recentemente anche perla "riedizione" delle 15 immaginette dei misteri del Rosario, che voi forse già conoscete. Unpiccolo "strumento" utile per diffondere il Rosario, e soprattutto un invito alla meditazionedei singoli misteri.

Le due serie - che rimangono invariate nelle immagini dei misteri - sono state completa-mente rinnovate nel commento. Infatti, a sostegno della peregrinatio Mariae, si è pensato dicommentare i misteri del Santo Rosario con S. Domenico e S. Caterina da Siena. Infattisono proprio questi due Santi che ricevono il Santo Rosario da Gesù e da Maria, e che tro-viamo raffigurati ai piedi di Maria e Gesù, nella statua della B.Vergine del Rosario. Nellaprima serie di 15 misteri, Il rosario con S. Domenico, si medita il rosario a partire dalla vitadi S. Domenico. Nella seconda serie, Il Rosario con S. Caterina da Siena, invece, si contem-plano i misteri del S. Rosario, a partire dagli scritti di S. Caterina.

In questo numero di "Rosarium", appare la prima serie: "Il Rosario con S. Domenico".

Alla fine vi chiediamo la vostra preghiera perché il Signore e la Beata Vergine sosten-gano i passi degli apostoli del Rosario, e di tutti quelli che, risponderanno all'invito di Mariadi "lasciarsi sconvolgere dalla sua visita".

P. Paolo Maria Calaon o. p.

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La “Catechesi sulla Vergine” del Card. Charles Journet

22Parte seconda

Nella seconda parte del suo Catechismo sulla beata Vergine il Card. Journet prende inesame la figura stessa della Beata Vergine Maria, e innanzitutto il fatto che Ella è stataed è la degna Madre di Dio.Essere la degna Madre di Dio significa essere dotata di una santità incomparabile,non solo in quanto particolarmente elevata, ma anche in quanto realizzante unaforma tutta speciale di santità. Infatti, la prerogativa di essere la Madre di Dio, cioè delVerbo Incarnato, è del tutto unica, inconfondibile ed irrepetibile. S. Tommasod’Aquino afferma che Dio avrebbe potuto creare un mondo migliore di questo, ma visono almeno tre cose di cui Dio non avrebbe potuto e non potrebbe creare nulla dimigliore; esse sono:

1 la chiamata delle creature intelligenti (angeli e uomini) alla visione di Dio;2 l’Incarnazione del Verbo;3 la maternità divina.

Quindi la dignità di Madre di Dio ha in se qualcosa di assolutamente insuperabile. Diconseguenza la santità corrispondente non potrà non avere delle caratteristiche analo-ghe.

Scrive Romano Guardini nel suo mirabile libretto sul Rosario: “Chi è Maria? Diciamolonel modo più semplice che ci è possibile: è Colei che ebbe Gesù Cristo, Figlio di Dio enostro Redentore come sostanza della sua vita di donna; questo è un fatto ben chiaro,e che pure supera di tanto ogni umana grandezza di quanto la supera la stessaIncarnazione di Dio. Si può essere grandi in due modi: di per sé, come un creatore,un eroe, un precursore, un uomo di singolare destino; oppure amando questo grande:il secondo modo è nobile quanto il primo, poiché per comprendere e contenere in sél’esistenza di un altro occorre una forza d’animo pari alla figura e al destino dell’uo-mo amato.Quindi, diciamolo con parole semplici, Maria Santissima è stata “a livello” del suoFiglio, il quale era il Verbo Incarnato, il quale era Dio!

TI BASTA CIO’ CHE SAI O VUOI SAPERNE DI PIU?

a cura di P. Roberto Maria Coggi O.P.

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Testo del Card. Journet

La degna Madre di Dio

12. - Come la Santa Vergine ha assolto la sua missione di Madre di Dio?- La Santa Vergine ha assolto santamente la sua missione di Madre di Dio.

Ella è stata la degna Madre di Dio.

13. - Che cosa vuol dire: degna Madre di Dio?- Vuol dire:

1. che Maria ha compreso ciò che significava il messaggio dell’Angelo;2. che Ella ha consentito liberamente e pienamente a ciò che Dio attendeva

da Lei;3. che Ella è stata, da allora, all’altezza della sua missione eccezionale, di

un compito sublime ma doloroso, che superava le semplici forze umane.

14. - Tutto ciò è contenuto nel racconto di S. Luca?- Sì, se gli si dà tutto il suo valore; cioè se lo si legge:

1. credendo al mistero dell’Incarnazione;2. notando con quale delicatezza, quale rispetto, quale amore Dio si rivolge

a Maria.

15. - I Padri hanno compreso che Maria è stata degna Madre di Dio?- Sì, S. Agostino scrive che Maria è stata Madre di Gesù “più ancora per l’ani-ma che per il corpo”.

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Vorrei soffermarmi un istante sulle parole del Card. Journet: “Maria ha compreso ciò che signi-ficava il messaggio dell’Angelo”, cioè Ella ha compreso che l’Angelo Le annunziava l’Incarnazionedel Figlio di Dio, e che quindi Lei era chiamata a diventare la Madre di Dio. Ma ci possiamo chiede-re: la divinità di Gesù apparve davvero chiaramente dal messaggio dell’Angelo? Per rispondere aquesta domanda conviene riportare le parole pronunciate dal messaggero celeste.

LA DIVINITA’ DI GESU’ NELLE PAROLE DELL’ANGELO

L’Angelo, dunque, entrato da lei, disse: “Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te”. “Nontemere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai nel tuo seno un figlio e lochiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono diDavide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. “LoSpirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui chenascerà da te sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio”.

Da queste parole traspare chiaramente il fatto che Gesù, concepito verginalmente da Mariaper opera dello Spirito Santo, regnerà sul trono di Davide e il suo regno non avrà fine. Egli saràquindi il Messia promesso. Ma con ciò non è detto ancora che sarà Dio. Vi sono però le parole:“Sarà chiamato Figlio dell’Altissimo”, “sarà santo e chiamato Figlio di Dio”. Certamente noi,sapendo che Gesù è il Figlio di Dio della stessa sostanza del Padre, come diciamo tutte le domeni-che nel Credo nella Messa, non abbiamo difficoltà a vedere indicata nelle parole “Figliodell’Altissimo”, “Figlio di Dio”, la divinità di Gesù.

Ma la Vergine Maria, che all’inizio era ignara di tutto ciò, poteva dalle sole parole: “Figliodell’Altissimo, Figlio di Dio”, dedurre con certezza che Gesù, cioè il bambino che sarebbe nato dalei, era veramente Dio? La cosa non è così certa, poiché nell’Antico testamento, che la BeataVergine conosceva perfettamente, l’espressione “Figlio di Dio” era usata anche per indicare alcunipersonaggi particolarmente vicini a Dio, ma non necessariamente Figli di Dio per natura, cioè Dioessi stessi. Per esempio il re di Israele viene spesso chiamato “Figlio di Dio” (Salmo 2,7; 2 Sam.7,14 ecc.), e così anche gli Angeli (Salmo 29,1; Giobbe 1,6; 2,1; 38,7). Quindi le sole espressioni“Figlio dell’Altissimo” e “Figlio di Dio” potevano far pensare a una filiazione adottiva: Gesù potevaessere “Figlio di Dio” semplicemente perché Messia, perché Re d’Israele.

Allora come ha potuto Maria santissima capire che il bambino che Lei avrebbe concepito era ilFiglio di Dio in senso vero ed autentico, cioè era veramente Dio? Lo ha potuto capire da alcuneespressioni dell’Angelo che vogliamo adesso brevemente esaminare. Seguiremo da vicino il testogreco, poiché nella traduzione italiana oggi corrente certe sfumature anche importanti non vengo-no sempre rispettate.

Innanzitutto, non appena Maria Santissima sente le prime parole dell’Angelo, subito pensa aun testo del profeta Sofonia, al quale senza alcun dubbio l’Angelo fa riferimento. Si tratta diSofonia 3,14-17. In questo testo la Figlia di Sion, cioè il popolo di Israele, è invitata a rallegrarsi

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perché il Signore è in mezzo a lei; più precisamente nel suo seno, nelle sue viscere:“Rallegrati, Figlia di Gerusalemme, Jahwè è re di Israele nel tuo seno”. L’Angeloinvita Maria a rallegrarsi perché il Signore è con lei; che l’espressione “con lei”vada interpretata nel senso di “nel tuo seno” è confermato dal seguito del testo diSofonia: “Non temere, Sion, Jahwè tuo Dio è nel tuo seno, valoroso Salvatore”. E leparole seguenti dell’Angelo suonano così: “Non temere, Maria, perché hai trovatograzia presso Dio: ecco concepirai nel tuo seno e genererai un figlio, e lo chiame-rai Gesù [cioè Salvatore]”.

La Vergine Maria, che conosceva la Sacra Scrittura nelle sue più recondite sfu-mature, e che era illuminata in modo particolare dallo Spirito Santo, intuisce dun-que che quel bambino che Ella concepirà nel suo seno è Dio stesso, suo Re e suoSalvatore.

Ciò risulta confermato da un’altra allusione all’Antico Testamento contenutanelle parole dell’Angelo. Leggiamo nel libro dell’Esodo (40, 34-35): “La nubeavvolse la tenda del convegno e la Gloria di Jahwè riempì la dimora. Mosè nonpoté penetrare nella Tenda del convegno perché la Nube la copriva sotto la suaombra, e la Gloria di Jahwè riempiva la dimora”. Qui si dice che Dio stava soprala tenda del convegno, coprendola con la sua ombra, e stava dentro la tenda stes-sa, riempendola della sua Gloria. Ora l’Angelo dice alla Vergine Maria che lapotenza dell’Altissimo la coprirà con la sua ombra e il Santo, il Figlio di Dio, verràad abitare dentro di Lei: “Lo Spirito Santo scenderà sopra di te, su te stenderà lasua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà da te sarà dunque santo echiamato Figlio di Dio”. Quindi la Vergine Maria, sempre illuminata dallo SpiritoSanto, capisce che Dio sarà sopra di Lei riempendola della sua Gloria. Quindi il

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bambino che Ella concepirà sarà Dio. Come Dio riempiva la tenda del convegno,così Dio riempie la Vergine Maria venendo concepito da Lei e in Lei.

Possiamo quindi concludere, in base a questi semplici accenni che meriterebberodi essere approfonditi, che Maria santissima ha capito che il bambino che ella avreb-be concepito possedeva la natura divina nel senso stretto e rigoroso della parola.

CONSEGUENZE:

Quindi la Beata Vergine Maria sapeva che quel suo bambino era Dio. Misteroinsondabile, questa consapevolezza di Maria, su cui non ci si stanca di ritornarenella meditazione (riflettiamo su questo aspetto quando diciamo il terzo misterogaudioso del rosario!).

E’ un mistero così grande che anche uno scrittore ateo come Jean Paul Sartre èstato ispirato a scrivere una bellissima pagina, che voglio riportare a modo di con-clusione.

“La Vergine è pallida e guarda il bambino. Quel che bisognerebbe dipingeresul suo volto è una meraviglia ansiosa che non è comparsa che una volta su unafisionomia umana. Perché Cristo è suo figlio, la carne della sua carne e il fruttodelle sue viscere. Ella lo ha portato nove mesi e gli darà il suo seno, e il suo lattediventerà il sangue di Dio. E sul momento la tentazione è così forte che dimenticache è Dio. Lo stringe nelle sue braccia e gli dice: “Piccolo mio”.

Ma in altri momenti resta interdetta e pensa: “Dio è qui”, ed è presa da untimore religioso per questo Dio muto, per questo bambino terrificante. Perché tuttele madri si arrestano a momenti, davanti a questo frammento ribelle della lorocarne che è il loro figlio, e si sentono in esilio davanti a questa vita nuova che si èfatta con la loro vita e che è abitata da strani pensieri. Ma nessun figlio è stato piùcrudelmente strappato a sua madre, perché egli è Dio, e supera da ogni lato ciòche ella può immaginare.

Ma io penso che vi sono anche degli altri momenti rapidi e fuggevoli in cui leisente al tempo stesso che Cristo è suo figlio, il suo piccolo, e che è Dio. Lo guarda epensa: “Questo Dio è il mio bambino, Questa carne divina è la mia carne. Egli si èfatto di me, ha i miei occhi, e questa forma della sua bocca è la forma della mia,mi assomiglia. Egli è Dio e mi assomiglia”.

E nessuna donna ha avuto in tal modo il suo Dio per sé sola, un Dio piccolinoche si può prendere tra le braccia e coprire di baci, un Dio tutto caldo che sorride eche respira, un Dio che si può toccare e che ride. Ed è in uno di questi momenti cheio dipingerei Maria se fossi un pittore”.

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MISTERI DELLA GIOIA

Primo mistero gaudioso: L’annunciazione dell’angelo a Maria

S. Domenico fu visto in visione da sua madre come se avesse infronte una stella: egli sarebbe stato dato in luce alle genti per illu-minare coloro che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte.

Dio ha fissato il suo sguardo su Maria, ha guardato la sua piccolez-za e Lei non si è sottratta al suo sguardo: si è lasciata guardare daLui. Lei ora fissa il suo sguardo su di noi, e ci porta Gesù, lucevera, e ci invita a lasciarsi guardare da Lui.

Secondo mistero gaudioso: La visita di Maria alla cugina Elisabetta

Viaggiando, S. Domenico, spesso si staccava dai suoi confratelli, ecamminava tutto solo e pregava: il fuoco della sua carità attingevadalla sua meditazione un sovrappiù d’ardore.

La carità di Maria, che si manifesta in questo mistero non è soltantoun’azione, ma soprattutto una presenza. E’ la presenza di Gesù, cheMaria ci porta e ci invita ad accogliere.

Terzo mistero gaudioso: La nascita di Gesù

S. Domenico amava la povertà e la faceva amare dai suoi frati, alpunto che lo vedevano entrare in una gioia straordinaria quando sitrovava nelle strettezze e nelle necessità.

Il Natale è un mistero di povertà: è il fascino della povertà che atti-ra Dio e che solo i piccoli e i poveri presentono. A loro Dio svela isuoi segreti perché non resiste ad essi.

Quarto mistero gaudioso: La presentazione di Gesù al Tempio

S. Domenico, immerso nell’orazione, meditava la Parola di Dio econ soavità la ripeteva nel suo cuore.

Maria serbava tutte le cose che si dicevano di Gesù nel suo cuore, ese le ripeteva con la soavità dello Spirito Santo che segretamente lainiziava alla spada di amore che avrebbe trafitto il suo cuore, segnodi contraddizione per le tenebre che non la sopportano.

IL ROSARIOIL ROSARIOCON S.CON S. DOMENICODOMENICO

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Quinto mistero gaudioso: Il ritrovamento di Gesù tra i dottori neltempio

S. Domenico dovunque si trovasse, parlava sempre di Dio o con Dioed esortava i suoi frati a fare altrettanto. E quando predicava trova-va delle parole così sconvolgenti che molto spesso lui stesso si com-muoveva fino alle lacrime e faceva piangere i suoi ascoltatori.

Maria era stupita di tutto quello che dicevano di Gesù. La meravigliaera all’origine della sua meditazione, e dello sconvolgimento del suocuore di fronte all’amore di Dio che continuamente la interrogava.

MISTERI DEL DOLORE

Primo mistero doloroso: L’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi

S. Domenico, durante la notte pregando estendeva la sua compassio-ne non solo ai fedeli, ma anche agli infedeli e perfino ai dannati del-l’inferno, per i quali spesso piangeva. E gemendo diceva: “Signore,abbi pietà del tuo popolo. Cosa ne sarà dei peccatori?”.

Il grido di S. Domenico è l’eco dei gemiti inesprimibili di Gesù, che,nella sua agonia, manifesta lo sconvolgimento della Misericordia divi-na di fronte alle tenebre del peccato e all’inferno.

Secondo mistero doloroso: La flagellazione di Gesù alla colonna

S. Domenico sopportava con una ammirabile pazienza le maledizio-ni e le parole ingiuriose, e le riceveva con gioia come un dono eduna grande ricompensa. Non si lasciava mai abbattere nelle perse-cuzioni: spesso si recava calmo ed intrepido nel mezzo dei pericoli enon si lasciava sviare dalla paura del cammino.

La dolcezza di Gesù straziato nelle sue carni, è la dolcezza stessa diDio, indifeso di fronte alla cattiveria e alla durezza del cuore umano.

Terzo mistero doloroso: L’incoronazione di spine

Dio aveva concesso a S. Domenico in dono la speciale grazia di pre-gare per i peccatori, i poveri, gli afflitti: egli portava gli infelici, nel-l’intimo santuario della sua compassione.

Dio ci ha dato un re secondo il suo cuore, non secondo il nostro:Gesù incoronato di spine è il Re degli umiliati, dei piccoli, dei pove-ri, degli afflitti. La sua corona “gloriosa” è stoltezza e follia per ilmondo, ma sapienza e gloria agli occhi di Dio.

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Quarto mistero doloroso: Gesù sale al Calvario carico della croce

Un giorno un eretico condusse S. Domenico, con malizia ed ingan-no, attraverso una selva di spine e di rovi. Con gran stupore dell’e-retico, il Santo non si lamentava ... Al vedere la sua mirabile pazien-za, l’eretico manifestò il suo inganno e abbandonò l’eresia.

Gesù che porta la croce non con coraggio o con forza, ma in modopovero, ci invita a far sì che la sua dolcezza disarmante smascheri innoi l’inganno delle tenebre che lo combattono.

Quinto mistero doloroso: La morte in croce di Gesù

S. Domenico nella sua preghiera spesso fissava lo sguardo nelCrocifisso, contemplandolo con una incomparabile penetrazione, edavanti a lui si genufletteva più volte.

La croce è il “vessillo del re”, un re che risplende di una gloria che èuna misteriosa “luce crocifissa”. Chiediamo in ginocchio, quello cheil buon ladrone ha capito guardando Gesù ... cioè tutto.

MISTERI DELLA GLORIA

Primo mistero glorioso: La resurrezione di Gesù da morte

Si racconta che S. Domenico chiamato dai parenti di un giovanemorto da poco, si mise a pregare con le mani alzate al cielo, gridan-do a gran voce: “Nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, io tidico, risorgi!”. E subito il giovane si alzò sano e salvo.

Gesù risorto ha il potere di penetrare e abbattere il muro di pietra delnostro cuore, miracolo più grande ancora della risurrezione di unmorto.

Secondo mistero glorioso: L’ascensione di Gesù al Cielo

S. Domenico, sentendo sopraggiungere la morte, consolava isuoi frati dicendo: “Non piangete, perché vi sarò più utile nelluogo dove sto andando di quanto non sia stato qui ... Vi sarò piùutile da morto che da vivo”.

Elevato da terra, Gesù attira tutti a sé. E’ questa un’attrazionemisteriosa che abita il cuore di coloro che si lasciano sconvolgeredal dolore della sua partenza, e dal desiderio del suo ritorno glo-rioso.

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Terzo mistero glorioso: L’effusione dello Spirito Santo su Maria egli Apostoli riuniti nel Cenacolo

S. Domenico, un giorno, dopo lunga, calorosa e persuasiva discus-sione, riuscì con l’aiuto dello spirito di Dio a convertire l’ereticoche li ospitava, il quale non potendo resistere alla sua sapienza,ritornò alla fede.

Lo Spirito Santo, trovando l’impronta di Maria nel cuore degliapostoli, vi si precipita trasformandoli. Anche ora Maria, attira, inuna rinnovata Pentecoste, il fuoco dello Spirito, sorgente di vita econversione.

Quarto mistero glorioso: L’assunzione di Maria al Cielo

Nello stesso momento in cui S. Domenico moriva, fra Guala, ebbequesta visione. Vide due scale che salivano fino al Cielo. La som-mità dell’una era tenuta da Cristo, e l’altra da sua Madre. Infondo vide S. Domenico che, seduto nel mezzo, era fatto salire finoal Cielo da Gesù e da Maria.

Gesù è entrato nel mondo grazie al “Sì” di Maria. Ora attende ilnostro “Sì”, e ci attira al Cielo con la dolcezza di sua Madre chesedendo accanto a Lui, intercede per noi.

Quinto mistero glorioso: L’incoronazione di Maria Regina delCielo e della terra

Un giorno S. Domenico, in visione, vide il Cielo. Non trovando inesso i frati del suo ordine, cominciò a piangere. Allora il Signoregli disse: “Io ho affidato il tuo ordine a mia Madre”. E la Vergine,aprendo il mantello di cui era rivestita, mostrò a S. Domenico unagran moltitudine dei suoi frati.

La regalità di Maria è la gloria nascosta al mondo ma svelata aipiccoli e ai poveri che si rifugiano “sotto la sua protezione”, e chesi consacrano a Lei in una schiavitù d’amore.

V. Prega per noi, Regina del Santo RosarioR. Affinché siamo fatti degni delle promesse di Cristo

PREGHIAMOO Signore Gesù, che per giungere alla glorificazione hai voluto prima vivere una esistenza umana intes-suta, come la nostra, di gioie e di dolori, fa che nella Chiesa non vengano mai a mancare ferventiSacerdoti, Religiosi e Laici che col Rosario di Maria trasmettano agli uomini i misteri della nostraredenzione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.Amen.

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Sono passati venticinque anni da quell’ormai lontano 2 febbraio 1974, quandoPaolo VI pubblicò l’Esortazione Apostolica “Marialis cultus”, dedicata al rinnova-mento ed alla promozione del culto mariano secondo le indicazioni del Concilio

Vaticano lI.Questo documento non si limitava a sviluppare i suggerimenti del Concilio, ma ne

ampliava l’insegnamento con l’aggiunta di nuovi spunti di riflessione e di stimoli per l’a-zione. Il documento, dopo aver ricordato le ricorrenze mariane stabilite dalla riformaliturgica, fa ruotare la sua materia attorno a tre gruppi di temi: 1) “quattro modelli” di vitacristiana offerti da Maria; 2) “tre note del culto mariano”; 3) “quattro orientamenti per ilculto mariano”, ai quali segue una raccomandazione delle pie pratiche dell’AngelusDomini e del S. Rosario.

La ricorrenza di questo venticinquesimo ci sembra una buona occasione per tentare,modestamente, un bilancio della riforma del culto mariano promossa dal Concilio, cosìcome questa riforma è stata portata avanti dagli insegnamenti pontifici da Paolo VI ai nostrigiorni. Dico subito che il bilancio mi pare senz’altro positivo. Le indicazioni pontificiehanno trovato indubbiamente un riscontro positivo nelle convinzioni e nella prassi delpopolo di Dio, anche se alcuni settori sembrano non aver recepito i messaggi pontifici perdue motivi opposti: o per il persistere di una disaffezione al culto mariano provocata da unfraintendimento del messaggio conciliare per quanto concerne il rapporto coi protestanti; oviceversa per il persistere di un culto mariano connesso ad un’esagerata credulità e ad unindiscreto interesse per i fenomeni straordinari o per messaggi fatti passare come “rivela-zioni mariane” improntati ad atteggiamenti esoterici o a dubbio catastrofismo.

Nel complesso, tuttavia, come ho detto, ho l’impressione che i fedeli abbiano comu-nemente recepito gli insegnamenti papali sia quelli di Paolo VI come quelli dell’attualePontefice, che ha ulteriormente sviluppato ed articolato gli spunti offerti dal Papa prece-dente.

Nel ricordare schematicamente, in questo articolo, il contenuto del documento diPaolo VI, penso che il lettore si renderà conto personalmente della verità di quanto dicocirca l’influsso effettivo che l’insegnamento di quel grande Pontefice, seguito dall’attua-le, ha causato nelle nostre comunità e nei singoli fedeli. Indubbiamente con questo nonintendo dire che tutto sia stato messo in pratica, tutt’altro: e per questo intendo qui richia-mare alla memoria brevemente l’insegnamento della ‘Marialis cultus”, anche per invitarea mettere in atto ciò che eventualmente fosse stato dimenticato, oltre che naturalmenteper rendere omaggio al grande insegnamento montiniano circa il culto della VergineMaria.

A VENTICINQUE ANNI

DALLA “MARIALIS CULTUS”

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Mi limiterò a citare i tre gruppi di temicui ho accennato sopra, nonché il richiamoall’Angelus Domini e soprattutto il richia-mo al Rosario, considerando la natura diquesta rivista e la ben nota responsabilitàche la Famiglia domenicana ha nel sostene-re e divulgare la pratica rosariana.

Per quanto dunque riguarda la propostadei “quattro modelli” offerti dalla personadi Maria, essi sono: 1) il modello della“vergine in ascolto”; 2) “la vergine in pre-ghiera”; 3) “la vergine madre”; 4) “la vergi-ne offerente”. Secondo il primo punto,Maria ci è modello nella fede, ossia nell’a-scolto fiducioso della parola di Dio, nellacapacità di vedere le provvidenziali disposi-zioni di Dio anche nei momenti della provae del dolore, la disponibilità e docilità nellasciarsi illuminare dalla verità della fede,“meditandola nel cuore”, conciliandolasenza presunzioni con le esigenze dellaragione, e rendendola feconda di operebuone.

Il secondo punto ci ricorda Maria comemodello di persona orante. Pensiamo allaMadre del Signore in preghiera insieme con

gli apostoli nel giorno di Pentecoste. Maria che prega in comunione con la Chiesa in atte-sa della venuta dello Spirito. L’ascolto e la preghiera in Maria sono indisgiungibilmenteuniti, perché Maria chiede al Signore proprio ciò che essa avverte essere In lei la volontàdel Signore: “Avvenga in me secondo la tua parola”: questa è la preghiera di Maria.

Il terzo punto di per sé si riferisce ovviamente a un privilegio unico della Madre diDio. Tuttavia Maria c’insegna che non è possibile una vera maternità spirituale e la stessamaternità fisica degna della persona umana, senza una certa purezza dell’animo, che vuoldire purezza d’intenzioni, disinteresse, vera e sincera volontà di servire il prossimo e nondi servirsi del prossimo.

Il quarto punto ci ricorda l’atto fondamentale dell’amore così come ce lo ha insegna-to Gesù: l’offerta di sé per la salvezza dei fratelli. Dobbiamo offrire ciò che abbiamo dipiù prezioso: Maria aveva Gesù e non esita ad offrirlo per la nostra salvezza, accondi-scendendo a ciò stesso che Gesù voleva, ed offrendo se stessa con Lui per la nostra sal-vezza.

Le “tre note del culto mariano” sono date: 1) dal rapporto di Maria con la SS. Trinità;2) dal particolare rapporto di Maria con Cristo; 3) dal rapporto di Maria con la Chiesa.

Per quanto riguarda la prima nota, Maria si rapporta col mistero trinitario ad un livel-lo ed in un modo assolutamente unici ed eccelso per una semplice creatura umana: Sposa

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del Padre, perché genera il medesimo Figliodel Padre; feconda di Spirito Santo, che è ilPrincipio vitale nel quale e per il qualeMaria genera il Figlio; ed infine, Madredello stesso Verbo incarnato, per cui essa,giusta l’espressione dantesca, è “figlia delsuo Figlio”, in quanto questi è Dio e Mariaè la prima dei figli di Dio.

La seconda nota, poi, sottolinea comeIl culto mariano è ordinato e subordinato alculto di Cristo. Il Papa insiste a più riprese ein vari modi su questo punto importante,quasi a rassicurare i protestanti, giustamen-te preoccupati di salvaguardare l’unicità esufficienza divine dell’opera di Cristo, etuttavia in difetto per quanto riguarda il giu-sto onore e amore dovuto alla BeataVergine, alla quale indubbiamente nonmancano di rendere omaggio, ma in modoinsufficiente, trascurando di considerare ilfatto che Maria non è semplicemente unabuona cristiana come tante altre, ma è lainsostituibile mediatrice di tutte le grazie ecollaboratrice all’opera della redenzione sudi un piano superiore a quello di tutti glialtri santi; per cui, come dice il documento,

“la pietà della Chiesa verso la Vergine Maria è elemento intrinseco del culto mariano”(n.56). Il dogma mariano è parte integrante del deposito della fede, per cui, poiché senzala fede non ci si salva, senza Maria è impossibile salvarsi, anche se essa svolge solo (maniente di meno!) il compito di condurci a Cristo e di donarci Cristo. Onorare Maria dun-que vuol dire onorare Cristo, mentre d’altra parte un culto a Cristo senza il dovuto onorealla sua Madre, vorrebbe dire disattendere la stessa volontà di Cristo, il quale ha volutodarci sua Madre precisamente come colei che più di ogni altra creatura a lui ci guida econ Lui e di Lui ci fa vivere.

Non bisogna dunque esagerare il culto a Maria, ma non bisogna neppure valutarlomeno di quanto va valutato.

Infine, per quanto riguarda la terza nota, il rapporto Maria-Chiesa, il Papa riprendel’abbondante insegnamento del Concilio al riguardo, insegnamento che sarà poi conti-nuato dal Papa attuale nell’enciclica “Redemptoris Mater” del 1987. Paolo VI mette ulte-riormente in evidenza questa meravigliosa corrispondenza fra Maria e la Chiesa, per cuiè impossibile comprendere il mistero della Chiesa senza comprendere il mistero diMaria; e viceversa è impossibile comprendere questo senza comprendere quello: Maria èsposa di Dio come la Chiesa, è vergine come la Chiesa, è maestra di sapienza come laChiesa, è madre dei cristiani - mediante il Battesimo - come la Chiesa, rivive in se stessa

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la missione, le sofferenze, la morte e la resurrezione del Verbo come la Chiesa, dona almondo Cristo come la Chiesa, prega ed adora il suo sposo divino come la Chiesa, rende cultoal Padre in Cristo come la Chiesa. E viceversa, la Chiesa, in tutte queste cose, imita Maria ela prende a modello.

Gli “orientamenti per il culto mariano” sono poi indicazioni e criteri per una giusta prati-ca, conforme alle esigenze che emergono dalle moderne conoscenze concernenti la SacraScrittura, i problemi e i valori dei nostro tempo, e le moderne acquisizioni delle scienzeumane, non escluse quelle relative all’incremento ed alla promozione della dignità delladonna nella Chiesa e nella società di oggi.

Degni di nota, fra questi quattro orientamenti - quello biblico, quello liturgico, quelloecumenico e quello antropologico, sono gli ultimi due: Paolo VI, con un abile accorgimentopastorale, capovolge la tradizionale (e superficiale) convinzione che il dogma e il culto maria-ni siano occasione di contrasto fra cattolici e protestanti. A tal riguardo il Papa si guarda benedal minimizzare l’esistenza di tale contrasto, ma saggiamente egli punta soprattutto lo sguar-do sulla missione propria di Maria, di chiamare ogni uomo a Cristo, e di essere fautrice diconcordia e di unione fra i discepoli del Signore, così che possa veramente darsi “un sologregge sotto un medesimo Pastore”: il Papa pertanto giustamente confida nella potente inter-cessione di Maria perché possa essere ricomposta l’unità fra i cristiani.

Per quanto poi riguarda l’”orientamento antropologico” papa Montini intende riferirsi alfatto che Maria va intesa come modello della donna non in riferimento alla condizione delladonna ai tempi di Maria stessa, condizione che certamente la Vergine avrà condiviso con tuttele donne del suo tempo, ma in riferimento ai valori, alle possibilità ed alle facoltà delle donnedel nostro tempo, che registra una condizione della donna molto più avanzata di quella deitempi della Madonna.

Ma questa condizione più avanzata dev’essere precisamente intesa - anche se in parteportata avanti da movimenti femministi non-cattolici - come obbiettivamente fondata su quel-l’ideale assoluto e perenne di femminilità cristiana che ci è appunto offerto da Maria. Perquesto, imitare Maria oggi non significa assolutamente assumere quelle condizioni di arretra-tezza che erano proprie della donna nel I° sec. d.C., ma assumere i valori conquistati neitempi moderni, i quali, per quanto spesso non siano stati promossi in nome di un esplicitoriferimento a Maria, non cessano, in se stessi, di trovare solo in lei la loro vera ragion d’esseree il senso autentico della loro dignità.

Il documento del Papa si chiude poi, come ho accennato all’inizio, con un fervente emotivato appello a riprendere e a promuovere la pia pratica del Rosario, e si rivolge in modoparticolare ai “figli di san Domenico, per tradizione custodi e propagatori di così salutaredevozione” (n.43). Ovviamente il Papa non può imporre autoritativamente questa pratica atutta la Chiesa, trattandosi pur sempre di una preghiera facoltativa, e tuttavia Paolo VI nonrinuncia a raccomandarla caldamente, ponendosi così sul solco di un secolare indirizzo pro-prio dei Sommi Pontefici del passato, tra i quali emerge, come è noto, Leone XIII.

Il Papa raccomanda in modo particolare il Rosario in famiglia; e questo richiamo delgrande Pontefice non cessa di farmi andare con commozione al periodo della mia fanciullez-za, allorché appunto recitavo questa bella preghiera insieme a mia madre e al mio fratellino,mentre Maria dolcemente imprimeva nel mio cuore un segno di lei che mai più si cancellerà.

P. Giovanni Cavalcoli o.p.

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Il periodico “Il segno del soprannaturale” riporta, su di un recente numero, la tra-duzione di un articolo apparso l’anno scorso sulla rivista tedesca “Der SchwarzeBrief”, n.45/98, articolo che dà notizia del ritrovamento, da parte di un certo

Padre Antoine la Grande, in Vaticano, di una lettera scritta da S. Bernadette al Papa,contenente “cinque profezie”, quattro delle quali si sarebbero verificate, mentreresterebbe da verificarsi la quinta, che si riferisce proprio alla fine di questo secolo.Questa “profezia” elenca una serie di avvenimenti la cui credibilità sembra piuttostodubbia. Scelgo quelli che maggiormente fanno problema. Si dice:

1) che “verrà data la prova che fu Dio a creare il mondo e l’uomo”;

2) “sarà l’inizio della fine della scienza nella quale gli uomini non crederanno più”;

3) “alla vigilia dell’anno 2000 si assisterà ad uno scontro fra gli adepti di Maomettoe le nazioni cristiane. Una terribile battaglia avrà luogo, nella quale 5.650.451 sol-dati perderanno la vita. ... Ma alla fine vincerà il segno della croce e tutti i musul-mani si convertiranno al cristianesimo”;

4) “seguirà un secolo di pace poiché tutte le nazioni deporranno le armi”;

5) “su tutta la terra nemmeno una sola famiglia rimarrà nella povertà e nella fame”.

PRUDENZA NELDISCERNERE

A propositodi una lettera cheS. Bernadette Soubirousavrebbe inviatoal Papa

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Alcune osservazioni

La prova della creazione è giàstata data nel XIII secolo da quelgrande teologo e filosofo che fuS. Tommaso d’Aquino, il quale,considerando che l’ente finito nonha l’essere per essenza, ma lopossiede in quanto ricevuto daaltro, concluse all’esistenza di unEnte la cui essenza sia lo stessoessere - cioè Dio -, principio crea-tore e donatore dell’essere a tuttigli enti. Quanto al fatto che gliuomini non credano più nellascienza, è un pessimo presagio eper nulla credibile, giacché laricerca scientifica -per fini benefi-ci- è elemento essenziale dellanatura e della felicità umane.Le altre profezie hanno poi untono millenaristico, che lasciamolto perplessi per non direincreduli. Stranissimo, poi, quelnumero così preciso di soldati

uccisi: formule così precise non ricorrono mai nelle autentiche profezie. In particola-re è in contrasto con la rivelazione cristiana l’idea di un periodo storico in questomondo prima della venuta finale gloriosa di Cristo -la Parusia -, nel quale periodol’umanità vivrà nella pace e senza problemi economici. E’ questa, appunto, unaforma di millenarismo; e il millenarismo, come si sa, è stato condannato dalla Chiesae tale condanna è ribadita anche dal recente Catechismo della Chiesa Cattolica(n.676). L’idea di un’umanità totalmente pacifica e materialmente felice - secondo la dottrinacattolica - va riferita soltanto alla condizione della beata risurrezione dai morti, chefarà seguito alla Parusia, e non la precederà. Fino al ritorno di Cristo l’umanitàresterà afflitta da conflitti di vario genere e da diverse forme di ingiustizia economi-ca, appunto perché solo la venuta finale del Signore porrà termine -almeno per glieletti - a queste cose.Questi sono i motivi che ci pongono davanti alla seguente alternativa: o la lettera èautentica e allora Bernadette ci fa una pessima figura. Ma proprio questo fatto indu-ce a credere che non sia autentica. Oppure non è autentica, allora siamo davanti a unmiserevole imbroglio, che infanga la memoria di Bernadette. In ogni caso la conclu-sione pratica è la stessa: buttare la lettera nel cestino.

P. Giovanni Cavalcoli o. p.

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U n arido deserto era la vita mia,

quasi un baratro apertotra peccato e follia.

M a sull’orlo del baratroqualcuno mi attendeva:

vidi ad un tratto un Angelo,e quell’angelo piangeva.

Angelo mio custodeche ti sei rivelato

all’uomo che non odesuccube del peccato,

I l tuo celeste piantoche vuol strapparmi al male

dice: “Dio ti vuole santoper la vita immortale”.

E quasi per miracolomi son visto bambino,

e mamma col Rosarioseduta a me vicino.

“A d ogni Ave Mariache dico, tu alla fine

rispondi ‘Così sia’, giungendo le manine”.

B astò l’immaginariod’un ricordo ñ visione.

Quel richiamo al Rosarioe fu la mia redenzione.

Absconditus

testimonianza in versitestimonianza in versi

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TRENTINO ALTO ADIGE

E’ LA PRIMA REGIONE A “PARTIRE”

Da Trento: Il gruppo dell’Apostolato Mondiale di Fatima ha accolto con entusiasmo l’nvito delMovimento Domenicano del Rosario e si è fatto portare la statua della Madonna del Rosario

per la nostra città. Così il 2 settembre la Peregrinatio Mariae è partita ufficialmente con una funzio-ne celebrata presso le carissime suore della Piccola Opera del Divino Amore a Mattarello. Lasplendida immagine della Beata Vergine Maria col Bambino nel comune atto di donare il s. rosarioa S. Domenico e a S. Caterina è stata benedetta e presentata ad un folto gruppo di fedeli tra cuiuna rappresentanza anche di coloro che seguiranno la peregrinatio a Bolzano.

Gradevole e sostanzioso il rituale preparato per l’occasione con tanto amore e competen-za da P. Paolo. L’immagine poi è rimasta per una settimana nella cappella dell’Opera, fondata asuo tempo dalla compianta Piccola Mamma. In seguito ha visitato le belle famiglie di Armando eAdelina Sebastiani, e Sonia Gentilina trattenendosi una settimana per parte. In queste case si èpregato il s. rosario con tanto amore e devozione. La statua pellegrina è stata da tutti apprezzataper la squisita fattura ed il sentimento di venerazione che ispira.

Ora, domenica 3 ottobre, l’abbiamo consegnata ai nostri fratelli altoatesini dellaParrocchia del S. Rosario di Bolzano. L’abbiamo portata con tanto amore ed anche in segno diquell’unità che Maria tanto desidera tra le due diocesi di Bolzano e Trento.

Ci auguriamo che in seguito la statua della B. Vergine del Rosario ritorni ancora nelTrentino perché molte famiglie desiderano ancora ospitarla per venerarla nella loro casa. Con rico-noscenza il gruppo organizzatore del Trentino

Adelina, Armando, Gianni

Da Bolzano: Da domenica 3 ottobre, finalmente, la Madonna si fa pellegrina anche a Bolzano.Alle ore 10 la statua della B. Vergine Maria è stata accolta nella parrocchia del S. Rosario del

quartiere Oltrisarco e, dopo una settimana di sosta in chiesa per una predicazione preparatoria,sarà ospitata fino alla fine di ottobre in più famiglie che si trasformeranno per alcuni giorni in un“tempio” aperto, offrendo così la possibilità a tutti di venerarla e pregare con il s. rosario.

Tutto questo è stato possibile per “l’audacia”, la volontà e la caparbietà di P. Paolo, l’aiutodi P. Mauro e la disponibilità locale del parroco Don Roberto con il suo consiglio pastorale nonché- a livello cittadino - di un piccolo gruppo amante della B. Vergine e del Suo rosario (l’equipe delRosario) di cui è bello riportare i nomi: Maurizio, Nevosa, Pietro, Silvia, Emma, Fabio, Tiziana,Roberta e Clara.

Successivamente la statua della B. Vergine del Rosario dall’Alto Adige ritornerà nelTrentino per l’intero mese di Novembre. Il nuovo “appuntamento” per la città di Bolzano è perdicembre e per la cittadina “equipe del rosario”. Buon lavoro!

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Come ricorderete nell’agosto 1998 un allagamento provocò diversi danni; fra le cose andate distrutteanche le ultime 10 annate di Rosarium che il P. Giordano aveva accantonato per rilegarle e metterle inarchivio.Nel tempo trascorso da allora, chiedendo personalmente all’uno e all’altro, sono riuscito a recuperarne laquasi totalità; mi mancano ora solo i numeri che elenco:

* annata 1993 ............... il n° 8* annata 1994 ............... il n° 1 e il n° 8* annata 1995 ............... il n° 5 e il n° 7* annata 1996 ............... il n° 2 e il n° 8* annata 1997 ............... il n° 2 , il n° 4 , il n° 6 , il n° 8 e il n° 10* annata 1998 ............... il n° 1 e il n° 6

C’è q u a l -cuno fraVoi dispo-sto a privar-sene affinchésia possibilecompletare leannate e, facen-dole rilegare, per-mettere che nell’ar-chivio siano conser-vati gli anni di ROSA-RIUM nel periodo incui è stato promotore ilP. Giordano?

P. Mauro

rivolto a chi negli anni scorsi ha conservato i vari numeri di ROSARIUMAPPELLO

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Di fronte agli ultimi avvenimenti dellavita terrena di Gesù gli Apostoli simostrano completamente smarriti e,

dopo il suo arresto, lo abbandonano e fuggono.Più che una fuga è un allontanamento, unallontanamento non privo di esitazione, comemostra il caso di Pietro che “lo segue da lonta-no fin dentro il cortile del sommo sacerdote”(Mc 14,54).

Da Lc 23,49 possiamo anche supporreche, sempre da lontano, assieme alle donne chelo avevano seguito fin dalla Galilea, alcuniApostoli abbiano assistito alla Crocifissione ealla Morte.

Colpisce questo “da lontano” su cui insiste il Vangelo: a ciascuno di loro Gesù aveva detto “vienie seguimi”, e in effetti avevano lasciato tutto e l’avevano seguito, almeno fino a quel momento ... Percomprendere il motivo profondo di questo abbandono bisogna leggere con attenzione il Vangelo,soprattutto quello di Giovanni. In questo Vangelo l’ora di Gesù, e cioè la sua morte in croce, è presen-tata come una manifestazione della Gloria divina: è di fronte a questo (e come potrebbe essere altri-menti?) che gli Apostoli sono completamente persi...

Questa fuga è frenata dall’affetto che nutrono per Gesù e che li spinge a seguirlo da lontano.Questo ci colpisce e commuove: non capiscono ciò che sta succedendo, sono impauriti e schiacciati,eppure non possono staccarsi da Lui. San Tommaso d’Aquino fa al riguardo un’osservazione profon-da: questo dramma mostra che il loro affetto per Gesù era ancora umano, ci son voluti tutti questiavvenimenti (e per san Pietro anche il rinnegamento!), la Risurrezione e la Pentecoste per renderlodivino. C’è da tremare: se l’affetto che avevano per Gesù prima della Pasqua era ancora umano, ilnostro che cos’è?

Ho detto che non potevano staccarsi da lui. Naturalmente tutti tranne uno: Giuda. Il Vangelo ce lomostra non lontano ma totalmente separato da Gesù e dagli altri Apostoli; anche nel suo rimorso nonmostra nessun attaccamento a Gesù, è solo dispiaciuto di aver provocato la morte di un innocente...Mentre gli Apostoli restano legati, con il filo di fede che gli resta, al Mistero incomprensibile che si stacompiendo, Giuda sembra aver reciso ogni legame. E’ forse questo il significato della terribile affer-mazione di san Giovanni e di san Luca: “Satana entrò in lui” (Gv 13,27; Lc 22,33).

Son dunque queste le due sole possibilità di fronte al Sacrificio di Cristo: il rifiuto totale di unodei Dodici e la dispersione degli altri? San Giovanni nel suo Vangelo ce ne rivela una terza:

VVinceincechi si rifugia!chi si rifugia!

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“Stavano presso la croce di Gesù sua madre, lasorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria diMagdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accan-to a lei il discepolo che egli amava, disse allamadre: “Donna ecco il tuo figlio!”. Poi disse aldiscepolo: “Ecco la tua madre!” (Gv 19,25).

Vicino alla Croce, dunque, c’è “il discepolo cheGesù amava”. San Giovanni però precisa stupenda-mente che era presso la croce di Gesù “accanto asua madre”: ancora prima di riceverla come tale inun tipico atteggiamento filiale.

Maria dunque, prima fra le donne, sta presso lacroce. Nel “Vangelo secondo Matteo” di Pasolinivediamo la Madonna, impersonata dalla madre delregista, piangere e dimenarsi quasi riversa al suolo.Chiunque abbia un po’ d’umanità è in grado diintuire il suo grande dolore, ma è la fede che ne sco-pre il vero volto. Ascoltiamo san Bernardo: “Unaspada ha trapassato veramente la tua anima, o santaMadre nostra! Del resto non avrebbe raggiunto lacarne del Figlio se non passando per l’anima dellaMadre... Ma non sapeva essa in antecedenza cheGesù sarebbe morto? Certo. Non era sicura che sarebbe presto risorto? Senza dubbio e con la piùferma fiducia. E nonostante ciò soffrì quando fu crocifisso? Sicuramente e in modo veramente terribi-le. Del resto chi sei mai tu, fratello, e quale strano genere di sapienza è il tuo, se ti meravigli della soli-darietà nel dolore della Madre col Figlio, più che del dolore del Figlio stesso di Maria? Egli ha potutomorire anche nel corpo, e questa non ha potuto morire con lui nel suo cuore? Nel Figlio operò l’amoresuperiore a ogni altro amore. Nella Madre operò l’amore, al quale dopo quello di Cristo nessun altroamore si può paragonare” (Discorsi, 14-15).

Eppure la Madonna sta presso la croce. La Tradizione (diversamente dall’immaginazione diPasolini) ha sempre letto in questo verbo una presenza ferma e partecipe. Maria è la sola che può par-tecipare a questo Mistero di luce e di tenebre, a quest’ora delle tenebre che è anche, infinitamente dipiù, l’ora della Luce. Ed è a lei per prima che Gesù si rivolge affidandole come figlio quel discepolo, ein lui tutti noi.

Maria è dunque madre della Chiesa, madre della nostra fede e della nostra vita spirituale. Nonpossiamo fare a meno di Lei: è troppo forte l’impatto colla realtà di Dio e se il discepolo non le simette accanto, non la invoca e non si rifugia in Lei, non può resistere, non può continuare a sperare.

Chi teme, per poco che sia, lo può intuire; chi è presuntuoso purtroppo no. Una conferma di que-sto ruolo la troviamo negli Atti degli Apostoli, dove vediamo gli Apostoli “riuniti nel cenacolo attornoa Maria”, come dice, facendo una lettura profonda del testo, il terzo mistero glorioso del Rosario.

Gli Apostoli han preso sul serio la consegna di Gesù e sono diventati umili. Hanno imparato lalezione. Hanno (duramente) imparato che senza di Lei, e senza lo Spirito Santo che quasi al suo segui-to invocano e attendono, non potevano farcela, che avevano bisogno di quella presenza per mettersi insintonia col Mistero di Dio... P. Paolo Maria Gerosa o. p.

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NUOVI ISCRITTI AL MOVIMENTO DOMENICANO DEL ROSARIO

a) sono stati iscritti all’associazione del Rosario Vivente:1) da Mariella Albertini: Carmela Ingemito - Rosalba Morelli - Teresina Mancini - Lidia Renzi - Loretta Piselli -Daniela Pascucci - Francesca Bartoli - Anna Perini di Villa Ceccolini (Ps), Maria Fiori di Montelabbate (Ps), CristinaVeronesi di Bologna, Guglielma Canova di Bergamo, Kevin Biolcati di Lama Polesine (Ro), Pascucci Paola diRovereto (Tn), Matteo Maria Donati di Recanati (Mc), Gino Trombi di Parma.

b) sono stati iscritti alla Fraternita o Gruppo del Rosario:1) dalla segreteria: Mariangela Savini e Baccarini Alda di Faenza (Ra), Gabriela Biscaccianti e Maria PiaBartoli di Cagli (Ps), Regina Pavan di Massalombarda (Ra), Giuliana Brugnoli di Sestri Levante (Ge), MarziaFontana di Sala Baganza (Pr), Maria Mauriello Montaruli di Bergamo, Antonio Alias di Ancona, Vincenzo Aversadi Taranto, Massimo Brioschi di Carugate (Mi), Anna Oldani di Settimo Milanese (Mi), Paolo Budai di Udine,Giovanni Ferraioli di Angri (Sa), Pasqua Mancini di Molfetta (Ba)2) da Giulia Sparapani di Ancona: Adriana Bevilacqua - Franca Lefari - Enrica Pierdicca - Fedora Ceccagnoli- Rosella Cipolletti - Chisla Masini - Grazia M. e Caterina Ascoli - Mara Paoletti - Marina Cesaroni - Sara Soccetti -Jolanda Bressanelli - Grazia Acqua - Floralba Guidi di Ancona, Maria Cretella di Falconara (An).3) dalla segreteria: Arnaldo Di Medo - Lorenzo Pedrali - Graziella Sonzogni - Luisa Signorelli - MariaMontaruli - Luisa Mazza - Rosanna Lavelli - Anna Guidetti Testa di Bergamo, Anna Maria Amigoni di Torre Boldone(Bg), Sandra Ravasio Viganò di Presezzo (Bg), Valentina Suardi di Locate Bergamasco (Bg), Anatolia Busetti diMornico al Serio (Bg), Donatella Sana di Adro (Bs), Giovanna Ceredi e Rosa Ferrari di Milano. 4) da Fabio Giantomassi di Agugliano (An): Claudio Bonometti di Domegliara (Vr), Silva Dalla Casa diBergamo, Michele Cassano di Bari, Anita Nalin di Adria (Ro), Fabia Milanesi di Massalombarda (Ra), WandaHoller di Pergine Valsugana (Tn), Matteo Aguzzi di Fossombrone (An), Daniela Ragazzi di Bologna, Marco Filonzidi Marina di Montemarciano (An), Eugenio Zeppilli - Elena Palomba - Rita Lorenzoni - Renzo Fanuchi - GiulianaCompagnucci e Fabio Giantomassi.5) dalla segreteria: Antonio Graziani - Medardo Rava e Rachele Frontali di Faenza (Ra), Maria Magnago diBolzano (Bz), Alessandra Sutto di Campodipietra di Salgareda (Tv), Maria Villa di Muggiò (Mi), Giuliano Marsili diBolano (Sp), Carla Gilardi di Costa (Ro), Davide Gualano di Bologna, Silvana Silimbani di Imola (Bo), GiuseppinaFontana di Corsico (Mi), Marco Succi Leonelli di Codigoro (Fe), Pietro e Cristina Vicari di Noceto (Pr), Lidia Pasqualidi Corridonia (Mc).6) da Giulia Sparapani di Ancona: Daniela Dell’Eva di RoË Volciano (BS), Anita Foresi - Benita Garbuglia e

Maria Monteverde di Montecosaro (MC), Vianella Montagnoli - Maria Sabbatini - Adelaide e Tarcisio Vintrici -Anna Testa - Claudia Papini - Paolo e Luigina Pettinari - Roberta e Rosella Morici - Maria Cardellini di Ancona.

7) da Assunta Lorenzetti di S.Lazzaro di Fossombrone (PS): Stefano e Flora Palazzi di Barchi (PS);Alfredo Orciari - Anna Rita Orazi di Fermignano (PS); Luciana Marinelli di Ghilardino (PS); Emilia Marinozzi -Eliade Cini - Maria Damiani ed Anita Mosconi di Fossombrone (PS); Giulia Trentani di Quarna Sotto (VB); Lucrezia- Fabio - Emiliano Cappello di Castano Primo (MI); Teresa Gargiulo di Milano; Antonio Palmieri di Vergato (BO).

c) sono stati iscritti all'Ora di Guardia:Luciana Marinelli il 29 di ogni mese dalle 21 alle 22; Anna Serra la 1a domenica dalle 16 alle 17;Giuseppe Occhi il 1° di ogni mese dalle 18 alle 19; Delù Nello il 1° sabato del mese dalle 10 alle 11; SerraGigliola l’ultimo venerdì di ogni mese dalle 24,00 all’1; Bonacini Rosa la 1a domenica del mese dalle 16,30alle 17,30; Mirella Caffarra il 1° venerdì di ogni mese dalle 23 alle 24;

d) sono stati nominati zelatori o zelatrici:Ilaria Giannarelli Micheli di Fossombrone (Ps), Carmen De Pedrini di Milano, Pier Luisa Livorati di Casalmaggiore(Cr), Ivano Barbieri di Marano sul Panaro (Mo), Fabio Gelmi e Tiziana Bott di Bolzano, Fabio Giantomassi diAgugliano (An), Gianni Sava di Trento, Pietro Maino e Roberta Premier di Bolzano, Adelina e Armando Sebastianidi Trento, Maurizio Tonolli di Bolzano; Barbara Tonini e Marco Trentin di Villazzano (Tn).

RICORDO CHEper gli iscritti (vivi o defunti) alle Associazioni del Rosario nella Basilica Patriarcale di S. Domenico aBologna nelle prime quattro domeniche del mese, alle ore 18, viene celebrata una santa messa.

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Hanno offerto

� per onorare la B. Vergine, sostenere ROSARIUM e il Movimento del Rosario:Paola Nicoli Del Giudice, Luciana Matteazzi, Giancarlo Riccio, Giuseppe Rossi, Laura Simoni, Imelde eAllberta Sponticci, Famiglia Casotti, Rettore Santuario del Pelingo (PS), Domenica Cangiotti, Gruppo delRosario di Secchiano (PS), Maria Stella Gaeta, Gruppo del Rosario di Loro Piceno (MC), Carmela OlivaMassetti, Gruppo del Rosario di S.Lazzaro di Fossombrone (PS), Gruppo del Rosario di Cagli (PS), AntonioAlias, Giovanna Cecchini, Paolo Cipriani, Gruppo del Rosario di Montodine (Cr), Gruppo del Rosario diCagli (Ps), Gruppo del Rosario di Loro Piceno (Mc), Famiglia Mari, Giancarlo Riccio, Partecipanti al ritirospirituale a Fontanellato (Pr), Annarita Nardoni, Maurizio Dall'Oca, Famiglia Mari, Enore Gambazza,Norma Costantini e Oliva Elisabetta, Lina Moretti, Lidia Agostoni, Carmela Ingenito, Alessandra Landi,Fernanda Mantovani, Luisa Scarel, Ilaria Giannarelli, Giovanna Mantovani, Romana Zocca, FamigliaNegri, Trombi Gino, Antonietta Calderoni, Decima Pagliari, Marco Succi Leonelli, Francesco Fabrizio,Anita Vecchi, Giuseppina Fontana, Carla Gilardi, Annalisa Poli, Giuliano Marsili, MonasteroDomenicano di Macerata, Silvia Brida, Silvana Silimbani, Pierina Fiorini, Fedele D'Alberto, FrancescoTrombetta, Parrocchia di Rivara di S. Felice sul Panaro, Partecipanti al pellegrinaggio di Fatima del10/14 settembre, Pio Battagion, Maria Formaggio, Elisa Carcereri De Prati, Gunther Zublasing, SimonettaMoroni, Maria Carella Virgili, Paolo Cipriani, Germana Magoga, Arianna Iubini, Mirella Esposti, SilviaVita Seppi, Lorenzo Pedrali, Saccani Romanini, Maria Vidoni Cucuzza, Francesca Pais, Emilio Fava,Andrea Battaglia, Fernanda Uguzzoni Mantovani, Agnese Dall'Armellina, Elena Festa, Don FiorenzoDorigoni, Laura Simoni, Maria Samuela Cavallin, Claudio Gentilini, Gruppo del Rosario di Vignola (Mo),Bianca Colombi, Stefano Mazzotti, Stefano Rambaldi, Monastero Domenicano "S.Croce" di Firenze,Comitato Parrocchiale di S.Marino di Bentivoglio (Bo), Maria Rosa Gamberini, Bruna Varzini, Don AldoBarotto, Paolino Carraro, Mariarosa Gotti Mangili, Mirella Caffarra.

� in memoria dei defunti, per preghiere, chiedere grazie o celebrazione di ss.messe:Famiglia Casotti, Teresa Pettinari, Gruppo del Rosario di Secchiano (PS), Ilaria Giannarelli, Gina Buffi,Gina Merli, Danilo Gragnato, Vera Pensalfini, Anna Guzzi, Giuseppina Fontana, Paolo Graffigna, AmeliaSpallaccia, Assunta Lorenzetti, Francesco Trombetta, Partecipanti al pellegrinaggio del s. rosario diFatima del 10/14 settembre, Maria Branchini, Ilaria Giannarelli, Maria Rosa Gamberini, Don AldoBarotto.

� per acquisto di sussidi:Mariella Albertini, Fedeli Santuario del Pelingo (PS), Gruppo del Rosario di Secchiano (PS), Gruppo delRosario di Loro Piceno (MC), Don Paolo Ghidi, Giovanni Pavoncelli, P. Angelico Menetti di Bologna,Partecipanti al ritiro spirituale a Fontanellato (Pr), Maria Andreani, Santuario di Fontanellato (Pr). P.Angelico Menetti, Don Gianni della parrocchia di S. Martino di Vezzano sul Crostolo (Re), MonasteroDomenicano di Macerata, Equipe della "Peregrinatio Mariae" di Trento, Partecipanti al pellegrinaggiodi Fatima del 10/14 settembre, Gruppo del Rosario di Vignola (Mo), Fedeli della parrocchia B. Verginedel Rosario di Bolzano, P. Paolo Calaon o. p.

� per sostenere l’opera dei pellegrinaggi:Tosca Carraro, Partecipanti al pellegrinaggio di Fatima del 10/14 settembre.

� per le Missioni:Partecipanti al pellegrinaggio di Fatima del 10/14 settembre.

PAGINA DELLA RICONOSCENZA

Ringrazio tutti di cuore per quanto fate -ognuno nel suo piccolo- alfine di sostenere il MOVIMENTO nella promozione del s.rosario edella devozione alla B.Vergine; assicuro il quotidiano ricordo nellapreghiera ma soprattutto alla celebrazione della s.messa.

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