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51 Gennaio 2011 XX MILA LEGHE SOTTO GUY DEBORD GUY DEBORD: RAPPORTO sulla costruzione delle situazioni e sulle condizioni dell’organizzazione e dell’azione della tendenza situazionista internazionale. Pagine 48, 3,00 Il Rapporto sulla costruzione delle situazioni di G.E. Debord nasce come premessa alla fondazione dell’Internazionale Situazionista, ne rappresenta il docu- mento preparatorio e conserva, a cinquant’anni dalla sua stesura, elementi di profeticità che ancora rendono valide le sue considerazioni. Viene proposto in una ver- sione tradotta a suo tempo ma integrata nelle parti man- canti e rivista e corretta laddove abbiamo ritenuto neces- sario per una maggiore comprensione dell’insieme. Il valore di questo testo si esplicita fra gli altri sul tema del tempo libero di cui si intravedeva con certezza il «continuo e rapido aumento» e la valenza rivoluzionaria che poteva rappresentare se sottratto all’industria del consumo e del divertimento passivo che il potere comin- ciava allora ad allestire sul suo scenario. «Lo scopo generale dev’essere quello di ampliare la parte non mediocre della vita, di diminuirne, per quanto possibile, i momenti nulli. (...) sotto i nostri occhi si svol- ge una battaglia del tempo libero, la cui importanza nella lotta di classe non è stata sufficientemente analiz- zata». In un periodo come il nostro dove il vuoto lavorativo pro- dotto dal capitale lascia ancora sgomenti e disorientati giovani e meno giovani che aspettano un improbabile canonico inserimento nel mondo del lavoro e dunque nella società, riflettere su queste parole e tentare di occu- pare finalmente la vita con i propri desideri e le proprie passioni offre uno spunto molto attuale per prefiguare altri scenari e trovare possibili soluzioni. «Devono profi- larsi nuovi desideri, in rapporto con le possibilità attuali». Anche il tema della pubblicità affonda ancora i denti nella critica attuale quando si dice, ad esempio, che «si è giunti a un punto di assenza ideologica in cui a esclusio- ne di ogni preliminare giudizio critico, agisce la sola atti- vità pubblicitaria». Il testo passa attraverso la disamina dei movimenti che hanno fatto da preludio a questo ultimo atto che rappre- senta il superamento delle fasi precedenti legate all’a- vanguardia artistica ovverosia al futurismo, al dadaismo, al surrealismo, al lettrismo: l’I.S. nascerà quindi dalla fusione dell’Internazionale Lettrista, del Movimento per una Bauhaus immaginista e del Comitato psicogeografi- co di Londra. Prosegue con riferimenti legati strettamen- te all’epoca in cui è stato scritto sugli stati operai, riflette sulla cultura dell’epoca usando termini oggi desueti come proletariato e borghesia e delinea quelli che saranno i primi passi dell’I.S. sui temi dell’urbanismo unitario, della deriva e del détournement per la creazione e l’atti- vazione di quelle situazioni senza avvenire di cui gli uomini smettendo i panni da spettatori cominceranno ad agire come protagonisti della loro vita. «Il principale dramma affettivo della vita, dopo il conflit- to perpetuo tra il desiderio e la realtà ostile al desiderio, sembra essere proprio la sensazione dello scorrere del tempo. L’atteggiamento situazionista consiste nel punta- re sulla fuga del tempo, contrariamente ai processi este- tici che tendevano alla fissazione dell’emozione. La sfida situazionista al passaggio delle emozioni e del tempo sarebbe la scommessa di guadagnare sempre sul cam- biamento, andando sempre più lontano nel gioco e nella moltiplicazione dei periodi coinvolgenti. Non è evidente- mente facile per noi, in questo momento, fare una tale scommessa. Tuttavia dovessimo perderla mille volte, non abbiamo la scelta di un altro atteggiamento progressi- sta». Periodi emozionanti, come vengono designati dai situa- zionisti, non sono adesso assolutamente legati alla matri- ce artistica da cui, allora, partivano e verso la quale svi- luppavano la prima critica e, dopo essere passati attra- verso la critica radicale degli anni Settanta, si sono proiettati verso situazioni di vita altra nate da movimen- ti ora di lotta ora di rifiuto ora di rivolta, ma la scom- messa rimane forse sempre la stessa come il primo impulso da cui traggono la loro forza. GUY DEBORD xx leghe 2011 IIb 51 -72 23-01-2011 22:35 Pagina 51

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51Gennaio 2011 XX MILA LEGHE SOTTO

GGUUYY DDEEBBOORRDD

GUY DEBORD: RAPPORTO sulla costruzione dellesituazioni e sulle condizioni dell’organizzazionee dell’azione della tendenza situazionista internazionale. Pagine 48, € 3,00

Il Rapporto sulla costruzione delle situazioni di G.E.Debord nasce come premessa alla fondazionedell’Internazionale Situazionista, ne rappresenta il docu-mento preparatorio e conserva, a cinquant’anni dallasua stesura, elementi di profeticità che ancora rendonovalide le sue considerazioni. Viene proposto in una ver-sione tradotta a suo tempo ma integrata nelle parti man-canti e rivista e corretta laddove abbiamo ritenuto neces-sario per una maggiore comprensione dell’insieme.Il valore di questo testo si esplicita fra gli altri sul temadel tempo libero di cui si intravedeva con certezza il«continuo e rapido aumento» e la valenza rivoluzionariache poteva rappresentare se sottratto all’industria delconsumo e del divertimento passivo che il potere comin-ciava allora ad allestire sul suo scenario.«Lo scopo generale dev’essere quello di ampliare laparte non mediocre della vita, di diminuirne, per quantopossibile, i momenti nulli. (...) sotto i nostri occhi si svol-ge una battaglia del tempo libero, la cui importanzanella lotta di classe non è stata sufficientemente analiz-zata».In un periodo come il nostro dove il vuoto lavorativo pro-dotto dal capitale lascia ancora sgomenti e disorientatigiovani e meno giovani che aspettano un improbabilecanonico inserimento nel mondo del lavoro e dunquenella società, riflettere su queste parole e tentare di occu-pare finalmente la vita con i propri desideri e le propriepassioni offre uno spunto molto attuale per prefiguarealtri scenari e trovare possibili soluzioni. «Devono profi-larsi nuovi desideri, in rapporto con le possibilità attuali».

Anche il tema della pubblicità affonda ancora i dentinella critica attuale quando si dice, ad esempio, che «si ègiunti a un punto di assenza ideologica in cui a esclusio-ne di ogni preliminare giudizio critico, agisce la sola atti-vità pubblicitaria».Il testo passa attraverso la disamina dei movimenti chehanno fatto da preludio a questo ultimo atto che rappre-senta il superamento delle fasi precedenti legate all’a-vanguardia artistica ovverosia al futurismo, al dadaismo,al surrealismo, al lettrismo: l’I.S. nascerà quindi dallafusione dell’Internazionale Lettrista, del Movimento peruna Bauhaus immaginista e del Comitato psicogeografi-co di Londra. Prosegue con riferimenti legati strettamen-te all’epoca in cui è stato scritto sugli stati operai, riflettesulla cultura dell’epoca usando termini oggi desueti comeproletariato e borghesia e delinea quelli che saranno iprimi passi dell’I.S. sui temi dell’urbanismo unitario,della deriva e del détournement per la creazione e l’atti-vazione di quelle situazioni senza avvenire di cui gliuomini smettendo i panni da spettatori cominceranno adagire come protagonisti della loro vita. «Il principale dramma affettivo della vita, dopo il conflit-to perpetuo tra il desiderio e la realtà ostile al desiderio,sembra essere proprio la sensazione dello scorrere deltempo. L’atteggiamento situazionista consiste nel punta-re sulla fuga del tempo, contrariamente ai processi este-tici che tendevano alla fissazione dell’emozione. La sfidasituazionista al passaggio delle emozioni e del temposarebbe la scommessa di guadagnare sempre sul cam-biamento, andando sempre più lontano nel gioco e nellamoltiplicazione dei periodi coinvolgenti. Non è evidente-mente facile per noi, in questo momento, fare una talescommessa. Tuttavia dovessimo perderla mille volte, nonabbiamo la scelta di un altro atteggiamento progressi-sta».

Periodi emozionanti, come vengono designati dai situa-zionisti, non sono adesso assolutamente legati alla matri-ce artistica da cui, allora, partivano e verso la quale svi-luppavano la prima critica e, dopo essere passati attra-verso la critica radicale degli anni Settanta, si sonoproiettati verso situazioni di vita altra nate da movimen-ti ora di lotta ora di rifiuto ora di rivolta, ma la scom-messa rimane forse sempre la stessa come il primoimpulso da cui traggono la loro forza.

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52 XX MILA LEGHE SOTTO Gennaio 2011

GGUUYY DDEEBBOORRDD

GUY DEBORD: I SITUAZIONISTI ELE NUOVE FORME D’AZIONENELLA POLITICA E NELL’ARTE.Pagine 24, € 1,30

Les situationnistes et les nouvelles for-mes d’action dans la politique et l’art èannoverato tra i testi rari di GuyDebord. È stato pubblicato in danese,inglese e francese in occasione dellamanifestazione “Destruction de R.S.G.6” tenutasi nel giugno 1963 inDanimarca, organizzata dall’I.S. sotto ladirezione di J. V. Martin.In quell’occasione i situazionisti diffuse-ro una riedizione clandestina dell’opu-scolo inglese Danger! Official Secret -R.S.G. 6, firmato dalle Spies for Peace,che rivelava i piani segreti del “rifugiogovernativo regionale n. 6”.Era un tentativo di apertura verso unaltro fronte della stessa lotta: quelloartistico.Quale omaggio più grande a Van Goghche non prendere in ostaggio i quadri diuna mostra e chiedere la liberazione deiprigionieri politici? Quale uso miglioredell’arte del passato per renderla anco-ra più viva se non impadronirsi delleopere dei musei e portarle sulle barrica-te?

GUY DEBORD: URLA IN FAVORE DI SADE. Scenografia. Pagine 28, € 1,60

Se nella società di massa fascista “la ci -nematografia è l’arma più forte”, agliinizi degli anni ’50 continua a esserestrumento indispensabile anche nellanascente società mercantil-spettacolare.Chi è andato a vedere il primo film diDebord, Urla in favore di Sade, il 30giugno 1952, si è trovato di fronte auna pellicola che non è spettacolare némercantile. Il film di Debord coglie nelsegno lo spettatore pronto a identificar-si in tecniche cinematografiche banali econsolatorie capaci di metterlo in sinto-nia con lo spettacolo della vita. Tutt’altracosa emerge dalle “immagini” di questofilm. Nella sala di un cineclub d’avan-guardia i consumatori di immagini sitrasformano ben presto in protagonistid’indignazione; “dopo venti minuti digrande trambusto, la proiezione del filmviene interrotta”.

GUY DEBORD: IL PIANETA MALATOseguito da L’AMMAZZAFAME. Pagine 32, € 2,00

Il testo di Debord, preparato nel 1971per il tredicesimo numero dell’Interna-

tionale Situationniste e pub-blicato soltanto nel 2004,vede la luce in un contestostorico che gli conferisce tut-to il suo peso, e si presentacome una sorta di verificaempirica delle analisi del-l’autore. Tutto quello chequesto libro enuncia comeriflessioni riguardanti l’in-quinamento, in quanto ri-sultato della "crescita au-tomatica delle forze produt-tive alienate della società diclasse", merita perciò diessere preso sul serio più chemai, in quanto dà un giudi-zio netto sull’insieme deidiscorsi che oggi ci affliggo-no: discorso tecnocratico sul-

l’inquinamento da affrontare come unasfida; rivelazioni pseudo-ontologichesull’essenza della tecnica; negazioniinteressate delle distruzioni in corso;proclami in favore di un ritorno a unapovertà programmatica, alla trazioneanimale e alla produzione artigianaledelle merci.

GUY DEBORD: LA SOCIETÀ DELLOSPETTACOLO. Film scritto e diretto da Guy Debord. Versioneitaliana.DVD 90 minuti, € 10,00, 7,00per i distributori.

Il lungometraggio del 1973 è ispiratoalla più nota pubblicazione dello stessoautore. Il film analizza la società sullabase di quel particolare rapporto sociale– lo spettacolo – che informa ogni tipodi rapporto umano nell’epoca dellacomunicazione di massa. Il film si puòconsiderare come l’apporto per immagi-ni al medesimo tema, un contributo permeglio definire il proprio pensiero.L’opera di Debord è stata doppiata initaliano rispettando fedelmente il testooriginale.

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1- Avvicinamento: Raoul, all’inizio del 1961hai inviato un testo che includeva qualchepoema - « Frammenti per una poetica » - aHenry Lefebvre, il quale l’ha poi inoltrato aGuy Debord. Nello stesso anno sei subito diven-tato un membro visibile dell’I.S. Puoi essere unpo’ più esplicito sulle ragioni del tuo avvicina-mento all’Internazionale situazionista?

I destini non hanno nulla di aleatorio. Dalfondo di una città di provincia dove la rivol-ta sembrava destinata all’impotenza poiché levoci insolite che cercano di farsi sentire visono subito soffocate, come avrei potuto nonessere abbagliato da Parigi? Era una città dovesi diceva che bastasse starnutire perché ilmondo intero prendesse il raffreddore.Tuttavia, se non avessi sguazzato nella noiaquotidiana e nella dissipazione che la esorciz-za, se non avessi vissuto il disgusto di giorniperennemente ripetuti e la rabbia di mandar-li al diavolo, non so se mi sarei appassionato

della “Criticadella vita quoti-diana” al puntoda scrivere al suoautore, HenryLefebvre, tramiteil quale avrei poiincontrato De-bord, aprendomia un futuro alquale aspiravonella disperazio-ne di non realiz-zarlo mai.Avevo composto,all’epoca, un sag-gio di poesia glo-bale, dove si

mescolavano musiche, eruttazioni fonetiche,frammenti di film e denunce sferzanti con lalodevole intenzione di accrescere la colleradelle masse. Tentavo di illustrare una versio-ne sovversiva della “poesia fatta da tutti e nonda uno” che, almeno nelle sue intenzioni, lostesso Lautreamont non avrebbe sconfessato.Sono rimasto fedele all’idea, ripresa daHölderlin, di una poesia ricollegata al suosenso etimologico di “poiein”, fare, e alla suasostanza fondamentale di “carmen”, il canto eil fascino usati da Orfeo a rischio della vita.Una delle qualità maggiori del movimentosituazionista sarà stata quella di abbordare,attraverso l’esistenza individuale, l’aspirazio-ne ad abolire un mondo invivibile creandouna società fondata sul desiderio insopprimi-bile di vivere. Vi trovavano posto anche ilsuperamento del gruppo, destinato alla scle-rosi, e il rinvio degli individui alla creazionedel loro proprio destino.2- Delusione: Certuni sono arrivati a postulare

un’opposizione tra “Debord come personaggiohegeliano” e “l’ultraromantico Vaneigem” con ilsuo “romanticismo rivoluzionario” (“ben accet-

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RRAAOOUULL VVAANNEEIIGGEEMMIntervista di Javier Urdanibia

SSEEII DDOOMMAANNDDEE AA RRAAOOUULL VVAANNEEIIGGEEMM

R A O U L V A N E I G E M

RAOUL VANEIGEM: LO STATO NON È PIÙNIENTE, STA A NOI ESSERE TUTTO. Pagine 32, € 3,00

Non ho mai disperato della rivoluzione fondata sul-l’autogestione in quanto rivoluzione della vita quoti-diana. Ora meno che mai.Sono convinto che, oltrepassando le barricate dellaresistenza e dell’autodifesa, le forze vive del mondointero si stanno svegliando da un lungo sonno. Laloro offensiva, irresistibile e pacifica, spazzerà viatutti gli ostacoli alzati contro l’immenso desiderio divivere nutrito da quanti, innumerevoli, nascono erinascono ogni giorno. Stiamo per inaugurare il tempo in cui l’uomo assu-merà il suo destino di pensatore e di creatore diven-tando quel che non è mai stato: un essere umano aparte intera.Non domando l’impossibile. Non sollecito nulla. Nonmi preoccupo minimamente né di speranza né didisperazione. Desidero soltanto vedere concretizzatanelle vostre mani e in quelle delle popolazioni dellaterra intera un’Internazionale del genere umano cheseppellirà nel passato la civiltà mercantile oggi mori-bonda e il partito della morte che registra i suoi ulti-mi sussulti.

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54 XX MILA LEGHE SOTTO

RAOUL VANEIGEM: ELOGIO DELLA PIGRIZIA AFFINATA. Pagine 32, € 1,80

C’è sicuramente un certo piacere nel non esserci pernessuno, nel volersi di un’assoluta nullità lucrativa, neltestimoniare tranquillamente della propria inutilitàsociale in un mondo dove un identico risultato è otte-nuto attraverso un’attività nella maggior parte dei casifrenetica. Il lavoro ha snaturato la pigrizia. Ne ha fattola sua puttana nello stesso momento in cui il poterepatriarcale vedeva nella donna il riposo del guerriero.La pigrizia è godimento di sé oppure non esiste. Nonabbiate alcuna speranza che vi sia accordata dai vostrisignori o dai loro dei. Ci si arriva come il bambino peruna naturale inclinazione a cercare il piacere e a met-tere da parte ciò che lo contraria.Nessuno può assicurare la propria felicità (e con piùfacilità la propria sventura) se non egli stesso. Vale peri desideri ciò che vale per la materia prima da cui l’al-chimista cerca di ricavare la pietra filosofale.Costituiscono un loro proprio fondo e non se ne puòestrarre che ciò che vi si trova.

RAOUL VANEIGEM: AVVISO AGLI STUDENTI. Pagine 48, € 2,60

Quando le scuole dell’obbligo e quelle superiori si com-portano come delle imprese e gli allievi sono trattaticome dei clienti, incitati non ad apprendere ma a con-sumare, è salutare ricordare che l’educazione appar-tiene alla creazione dell’uomo, non alla produzione dimerci. Lontano dalle critiche riduttrici del sistema edu-cativo, l’autore del Trattato di saper vivere ad usodelle nuove generazioni e del Libro dei piaceri, percitare alcune tra le sue opere più note, studia e denun-cia l’alienazione che si impadronisce degli studenti edegli insegnanti e mostra ciò che la scuola potrebbeessere: un luogo di autonomia, di sapere e di creazio-ne.«Noi siamo nati - diceva Shakespeare - per cammina-

re sulla testa dei re. I re e i loro eserciti di boia sonoormai polvere. Imparate a camminare soli e sfioreretecoi piedi quelli che, nel loro mondo che muore, nonhanno che l’ambizione di morire con lui».

RAOUL VANEIGEM: LETTERA DI STALIN AI SUOI FIGLIRICONCILIATI. Pagine 64, € 2,60

Ovunque viene elusa la questione posta dallo sfrutta-mento dell’uomo sull’uomo e dal predominio dell’ordi-ne mercantile sull’essere umano: per quale disprezzodi sé le persone continuano a inginocchiarsi e a subirela sorte deplorevole in cui si dibattono impantanando-si sempre più? Per quale rifiuto del proprio piacere,per quale gusto del sacrificio e della morte si appresta,mentre i rituali della rivolta e dell’impotente frenesiaesorcizzano il loro terrore, a incamminarsi verso l’an-nullamento, con le migliori ragioni del mondo, in unastoria di rumore e furore, dove ogni volta la desola-zione risulta vittoriosa? Sono le vittime consenzienti acreare le vocazioni da boia. Non esistono popoli mar-tiri, ci sono solo uomini rassegnatialla schiavitù volontaria. E finchénon ne usciranno, armati final-mente dei loro desideri di vita,Stalin potrà marcire tranquillo.

RAOUL VANEIGEM: IL MOVI-MENTO DEL LIBERO SPIRITO.Indicazioni generali e testi-monianze sugli affioramenti della vita allasuperficie del Medioevo, delRinascimento e incidentalmente della NostraEpoca. Pagine 196, ill., € 11,40

Il Libero Spirito è stato uno dei movimenti ereticali trai più sovversivi e radicali mai apparsi nell’ultimo mil-lennio. Per alcuni il Libero Spirito ha lasciato ai movi-menti rivoluzionari moderni – e in particolare aglianarchici – molte delle idee e stili di vita perfettamen-te operanti. Un filo rosso lega i nomadi e clandestinibegardi, odiati e cacciati dal potere civile ed ecclesia-stico, agli uomini liberi della nostra epoca, che malsopportano e infrangono le regole morali e materialidell’attuale società. L’opinione di Hakim Bey è chequesto è il miglior libro fino a oggi disponibile sulLibero Spirito. Il testo, inoltre, è un’analisi che guardaoltre le origini della religione, svelandone in pieno ilcarattere autoritario e oppressivo, alla storia e soprat-tutto al presente.

RAOUL VANEIGEM: AI VIVENTI. Sulla morte che li governa e sull’opportunità di disfarsene.Pagine 176, € 9,30

L’idea e il sentimento di crisi dominano oggi le preoc-cupazioni di tutti. Benché il carattere di questa crisiresti confuso, appare in maniera sempre più netta chela crisi non colpisce solo l’economia planetaria, ma cheessa modifica anche la struttura tradizionale dellasocietà, porta un colpo severo alle ideologie politiche,svalorizza le virtù patriarcali, ridicolizza le diverseforme di autorità.Il mondo rimasto senza fiato per un’usura progressivaaspettava una rivoluzione e invece si annuncia unamutazione. E sulle rovine ingombranti del lavoro, deldenaro, del credito politico, dell’autorità, spuntanoaltri valori che annunciano un’umanizzazione dellanatura in generale e della natura umana in particola-re, lasciando intravedere la fine di un’epoca e le pri-mizie di un nuovo stile di vita.Ai viventi precisa la frontiera sulla quale si affronta-no ormai una civiltà moribonda e una civiltà nascente.

RRAAOOUULL VVAANNEEIIGGEEMM

Gennaio 2011

INDICAZIONI GENERALI E TESTIMONIANZES U G L I A F F I O R A M E N T I D E L L A V I T A A L L ASUPERFICIE DEL MEDIOEVO, DELR I N A S C I M E N TO E I N C I D E N TA L M E N T E D E L L AN O S T R A E P O C A

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to ai più giovani”). C’è qualcosa di vero? Ericosciente dell’esistenza di due “stili” diversi, teo-ricamente e “vitalmente”? Dopo la rottura o laseparazione, come hai vissuto intellettualmentee praticamente la ricostituzione della tuacoerenza individuale e, nello stesso tempo,empatica e solidale?

La mia relazione amichevole con GuyDebord si era costruita su una fretta comunea farla finita con l’universo, ormai alla fine, diun’impossibile vita. Prima di tradursi in unafebbre ossidionale, l’idea del gruppo in peri-colo fu garante della nostra solidarietà.Avevamo il sentimento di essere stati incari-cati dalla storia - quella che noi facevamo -per eseguire nei confronti della civiltà mer-cantile la sentenza di morte che la storiaaveva promulgato a suo carico. Tuttavia, lavera separazione, quella che ci avrebbe allon-tanati, era in ciascuno di noi. Incarnavamo ilnegativo e questa negatività ci rodeva. Lanostra amicizia era fondata sull’esuberanzaedonista e su un rigore critico paradossale,giacché la sua chiarezza gettata sul vecchiomondo occultava quel che restava di arcaiconei nostri comportamenti. La convergenzatra La società dello spettacolo e il Trattato disaper vivere corrobora il fatto che si ricon-giungevano per due vie differenti l’analisiobiettiva di Debord e la mia, centrata mag-giormente sulla soggettività. Era nella logicaspettacolare del situazionismo e dei suoiadepti di raffazzonare un debordismo e unvaneigemismo sul modello delle opposizioni

ideologiche praticate nelle arene intellettuali,dove il confronto restituisce interesse allanullità di pensiero. Si è lontani dalla veraquestione che è quella di sapere per qualeinsufficienza di lungimiranza abbiamo privi-legiato la coerenza dello spirito sottovalutan-do l’incoerenza che il lavoro dello spiritointroduceva, appunto, in un’esistenza che ciaccontentavamo di abbandonare al culto deipiaceri anziché farne la materia prima di unacoscienza capace di fondare la felicità di tuttisulla felicità di ciascuno.

3- Critica della religione: uno degli aspetti piùnotevoli della tua produzione riguarda lo studiodelle eresie cristiane, considerate come movi-menti di resistenza ai dogmi e alla disciplinamorale e politica della Chiesa (Catari, Fratellidel libero spirito, ecc.). C’è “un’aria di famiglia”tra le eresie e i movimenti rivoluzionari moder-ni: insurrezione e utopia. Il tuo libriccino LesHeresies (1994) finisce con il paragrafo seguen-te che possiamo qualificare di ottimista: «Larivoluzione francese e il capitalismo modernodaranno un colpo mortale alle religioni euro-pee, togliendo alla Chiesa il potere temporale epenale. (…) Cattolicesimo e protestantesimo siridurranno a poco a poco allo stato di ideologie.Non sfuggiranno, negli ultimi anni del ventesi-mo secolo, alla fine dei totalitarismi e delleforme di pensiero monolitico.»Per contro, l’anno scorso, Chomsky ha detto:«Tipicamente, esiste tra le credenze religioseestremiste e l’industrializzazione una relazioneinversa: più la modernizzazione è importante,

meno tollera l’estremismo religioso. Tuttavia,negli Stati Uniti, questa correlazione è total-mente spezzata. Si può dunque parlare di unanecessità sottosviluppata.» Per questo la tuaposizione in proposito è particolarmente pole-mica: «Il preteso ritorno delle religioni non fache tradurre una di quelle regressioni in cui ilpassato si manifesta attraverso una risorgenzafittizia e passeggera. I soli arcaismi istigati esi-stenti sono spettacolari e parodistici. Sradicandoi nostri modi di credere e di pensare tradiziona-li a vantaggio del calcolo a breve termine, ilmercantilismo planetario ha fatto delle religio-ni e delle ideologie politiche dei semplici ele-menti congiunturali sullo scacchiere dei suoibisogni. Li restaura e se ne sbarazza a secondache il mercato giudichi il loro apporto necessa-rio o superfluo.» Il revival delle varianti delreligioso non interviene soltanto negli StatiUniti; la presenza pesante e reazionaria delleChiese si è brutalmente accresciuta nella vec-chia, ricca e illuminata Europa. Qual è il tuoatteggiamento attuale di fronte al fatto religio-so nuovamente onnipresente? E per rimanere sultema delle religioni, in un tempo in cui, daSalman Rushdie alle caricature danesi diMaometto, la questione del niqab e dello hiyab,il senso della jihad, hanno suscitato tensioni epolemiche, l’edizione del tuo libro L’arte di noncredere in niente seguito dal Libro dei treimpostori non ha provocato alcun tipo di rea-zione da parte dei religiosi monoteisti. Che cosaci vuole perché esse si manifestino?

Mettendo fine all’economia agraria, al suoimmobilismo e allo Stato monarchico che neera l’emanazione, la rivoluzione francese e lelibertà mercantili hanno dato un colpo mor-

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tale alla religione. La Restaurazione ha cerca-to invano di ristabilire nei suoi diritti lanobiltà e la Chiesa. Le ideologie hanno sop-piantato le credenze e le hanno, in un certosenso, divorate. Nondimeno, che cosa succe-de oggi? Il libero scambio, sorgente del libe-ralismo e delle sue libertà formali, è diventa-to un mondo chiuso, il cui immobilismo ciricorda, analogicamente, quello dell’AncienRégime che ha inizialmente abolito. La liber-tà mercantile è diventata una tirannia. Ildenaro non è più investito nel dinamismocapitalista e nell’iniziativa privata; si riprodu-ce in circuito chiuso, in quella bolla finanzia-ria che è condannata a implodere. Questomondo non ha avvenire; la frenesia imbecilledi guadagnare denaro ha svuotato il suo pre-sente di ogni passione, e di ogni intelligenzadi vivere.Una tale disperazione programmata non puòche attirare nella sua rete le vecchie credenzeche non sono mai state altro che una giustifi-cazione offerta alla morte: le religioni e lapromessa di una felicità postuma, il naziona-lismo e il suicidio collettivo delle guerre. Ilvero terrorismo non è altro che la rassegna-zione a distruggersi sposando la logica di unmondo che si distrugge in nome del profitto.Quel che ha liquidato la fede religiosa è unafede caricaturale, scavata, vuota: la fede neldenaro. Non ci sono più religioni, soltantomafie per le quali il frastuono dei vecchidogmi e delle ideologie scadute non serve chea coprire il rumore del registratore di cassa.Non mi preoccupo del silenzio che ha accol-to il mio libro De l’inhumanité de la religion(Sulla disumanità della religione), pubblicatoda Denoël nel 2000, perché il tumulto delle

religioni che si pretendono resuscitate non èaltro che il risuonare di una botte vuota. Ildiscorso teologico ha perso la sua sostanza avantaggio delle ideologie e queste si sono sva-lutate in un clientelismo ecumenico dove ilrovescio vale il dritto purché trionfi il poteredel denaro.La scristianizzazione non smette di avanzare.L’evangelismo americano e l’islamismo servo-no da copertura a dei conflitti di tipo mafio-so che finiscono di sconcertare i credenti. Ildubbio s’installa tra i musulmani, indignatitanto dalla barbarie delle loro lotte intestineche dai profitti che ne ricavano dei gruppiper i quali il fanatismo religioso è l’ausiliaredella cupidigia (è anche il caso delle fazionidette marxiste-leniniste dell’America latina,delle Filippine).Una religione toccata dall’umanesimo è unareligione che si perde. Ed io penso che i verivalori umani, quelli della vita prima di tutto,soppianteranno, prima o poi, la volgare ipo-crisia dell’umanesimo.

4- L’agitazione post Trattato. Il nuovo stato dicose globale, l’aggressione contro la natura, inuovi bisogni e le nuove (e vecchie) carenze, laminacciosa campana nucleare sotto la qualesopravvvviamo, la fame, le malattie, non esigo-no una forma inedita di lotta internazionale,proprio quando i numerosi tic e ideologie dellasinistra classica costituiscono dei gravi ostacoliallo spiegamento del desiderio stesso di emanci-pazione? Dicci come giustifichi quell’ottimismoal quale non rinunci mai, che fuoriesce dalletue parole sul “crollo dei sostenitori e dei soste-

gni del passato”, e dall’annotazione secondo laquale “per la prima volta nella storia, l’emanci-pazione completa è nelle mani degli uomini”.

Ho tentato di rispondere alla questione inPer un’Internazionale del genere umano, sotto-lineando che si profilava sotto la massa bloc-cata e improduttiva di un capitalismo finan-ziario destinato all’autodistruzione, un neo-capitalismo disposto ad assicurarsi nuovi pro-fitti sfruttando le energie rinnovabili. Io nonmi sento né ottimista né pessimista.(«Pessimisti che cosa speravate?» ha scrittoScutenaire). Io penso che il neocapitalismo cioffra un’arma assoluta contro se stesso: la gra-tuità. Tuttavia è un’arma che ci sfuggirà senon stabiliamo un sistema di collettivitàautogestite dove produrre noi stessi e per ilnostro uso quella gratuità che il capitalismosi appresta a farci pagare carissimo (la propo-sta di una multinazionale di assicurare a dellecomunità contadine indigene la gratuità deibiocarburanti, a condizione di accettare dellecoltivazioni di colza transgenica, è in questosenso esemplare). Quel che più ci manca è unapresa di coscienza. Ricostruire la nostra vita e ilnostro ambiente è il solo modo per distruggereil mondo della merce che ci distrugge. La dispe-razione non ha mai smesso di essere uno deimigliori alleati dell’oppressione. Basta osservare,per convincersene, le devastazioni che il fatali-smo provoca persino nel campo dei nemici dellatirannia mercantile. La disperazione delle masse,con i suoi soprassalti di rivolta cieca, è il miglioralleato delle mafie nazionali e internazionali alpotere.

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57Gennaio 2011 XX MILA LEGHE SOTTO

RRAAOOUULL VVAANNEEIIGGEEMMPer finire ti pongo due domande conclusive dienorme interesse.

5- La prima riguarda la filosofia. L’obiettivoche tu proponi è quello di «realizzare il supera-mento della religione e della sua serva principa-le, la filosofia». Non è possibile, per contro, tro-vare in numerosi episodi della storia della filo-sofia, le manifestazioni di un pensiero autono-mo e, in gran parte, sovversivo? Questa via è,dunque, attualmente, senza sbocco?

Per quanto sovversiva sia stata, la filosofianon ha mai fatto altro che desacralizzare lareligione, che laicizzare i suoi principi di pec-cato, di colpa, di riabilitazione, di sacrificio.La filosofia scommette sullo spirito anzichéfondarsi sulla vita. I concetti di teoria e dipratica non fanno che riprodurre il dualismoche presiede allo sfruttamento dell’uomo daparte dell’uomo: quello del lavoro manuale edel lavoro intellettuale.Il proposito di Marx «i filosofi non hannofatto altro che interpretare il mondo. Si trat-ta ora di cambiarlo» merita una precisazione:non è grazie al pensiero separato dalla vitache cambieremo il mondo, ma tramite lacoscienza della nostra esistenza quotidiana,della vita che tenta di emanciparsi propagan-do la gratuità, l’affinamento dei desideri, lagenerosità.

6- La seconda di queste due domande chiedeche tu aggiunga qualche parola sulle tue recen-ti esperienze in terra messicana, zona - tra tantealtre - dove i problemi sembrano molto lontanida quelli del nostro contesto europeo.

Ho percepito nelle comunità contadine indi-gene che contano tra le più povere delMessico, un movimento di emancipazione,intenso e lento nello stesso tempo, dove siabbozza una realtà che non ho riscontrato innessun altro luogo: una democrazia direttafondata su un vero progresso umano. Glizapatisti del Chiapas hanno deciso di resiste-re a tutte le forme di potere organizzandosida soli e praticando l’autonomia. Questi“senza faccia” che hanno il viso di tutti stan-no restituendo all’umanità il suo vero volto.Impadronendosi, l’1 gennaio 1994, di settecittà del Chiapas, l’esercito zapatista di libe-razione nazionale (EZLN) non ha suscitatosoltanto l’attenzione di cinque continenti,ma ha pure dimostrato che la rivoluzioneimmaginata nel 1983 da sei guerilleros, cin-que uomini e una donna, piuttosto deliranti,rifugiati nella selva, aveva passato il limitedell’improbabile, ingaggiandosi in un proces-so di realizzazione pratica. Le terre, prece-dentemente frazionate e fonte di conflitti,sono ormai coltivate collettivamente. Leassemblee popolari sono sovrane. I bambinivi assistono e hanno il diritto d’intervenire.Nessuno si propone come candidato matutti, a un momento o a un altro, sono, conil loro accordo, incaricati di una missioneprecisa che assolvono come possono e di cuirendono conto alla comunità.Fin dall’inizio, il movimento indigeno harivendicato congiuntamente la sua specificitàe la volontà di sradicare gli arcaismi che,come il maschilismo e lo spirito patriarcale,erano incompatibili con una vera democra-

zia. L’importanza delle donne non ha smessodi crescere nei “consigli di buon governo” ein quelle istanze di decisione dove il princi-pio “comandare obbedendo” ha come garan-te il controllo permanente della base.Le levatrici lavorano in associazione con i“promotori di salute” nelle microclinicheimpiantate dappertutto. Ogni villaggio ha lasua scuola e i suoi “promotori di educazio-ne”. I bambini giocano - non esistono, evi-dentemente, bambini soldato -, si occupanodei più piccoli, sono iniziati alla lingua ver-nacolare e al castigliano, alla loro cultura,all’apertura al mondo, alle scienze e all’osser-vazione di una natura che proteggono nonper vocazione ecologica, ma perché fa partedella loro esistenza. L’invito a leggere, a scri-vere, a fare di conto, a studiare nasce quidalla lotta di un popolo che ha ereditato dalsollevamento zapatista, per il fatto di nonessere stato nulla per secoli, non la pretesa diessere tutto ma la risoluzione di vivere anzi-ché sopravvivere. Per gli indigeni e per imeticci zapatisti, essere se stessi vuol dirediventare degli esseri umani in tutto e pertutto. Nessuno è pagato, nessun manca del-l’essenziale, fornito dalla comunità. Non cisono diplomi, competizione, concorrenza nériuscita sociale che tratteggi l’orizzonte con lesue sordide ambizioni.La rivalità appropriativa è stata abolita dallosfruttamento collettivo delle terre da parte ditutti e a profitto di tutti. Da chi è istruito siattende soltanto che istruisca gli altri.L’esperienza insurrezionale e il sentimento diresistenza fondano una volontà di autonomiache, pungolata dal desiderio di progredire,sente il bisogno di un sapere sempre piùvasto. L’emulazione e la curiosità vi traggonouna singolare determinazione poiché, perquanto indecisa e svogliata possa talvoltasembrare, essa rimane incrollabile nel suoprincipio: scommettere sul suo fondo pro-prio, sviluppare l’autogestione, rifiutare ognirapporto con lo Stato centrale, con le sueistanze regionali e con le multinazionali chele manipolano secondo i loro interessi. Comela coscienza del corpo che se n’eleva e vi ritor-na, tutto parte dalla base e sta attento a nonsepararsene mai. La volontà di emancipazio-ne è una e sempre minacciata. Essa prende ilrischio in conoscenza di causa. “Noi nonsiamo un modello, ricordava una donna tzot-zil, siamo un’esperienza”.A una ventina di chilometri da San Cristobal,esiste una base che si può definire sperimen-tale. Senza essere zapatista, s’iscrive nella suatendenza. Mi sembra illustrare quel che ècapace di realizzare una società povera dal

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Il consumo di piante e funghi psicoattivi èuno dei comportamenti umani tra i più anti-chi e diffusi. Durante tutta la sua storia evo-lutiva, l’uomo è sempre stato portato a modi-ficare in modi diversi il proprio stato ordina-rio di coscienza, secondo una tendenza bio-logicamente normale, un modo di agireinnato, universale e costante nel tempo chesempre caratterizzerà il suo agire. L’alterazione dello stato di coscienza puòmanifestarsi in modo spontaneo, o si puòottenere tramite una serie di tecniche scoper-te e perfezionate dall’uomo nel corso deltempo. Queste comprendono la deprivazio-ne sensoriale, del sonno, la mortificazionefisica, il digiuno, la danza, la musica, lameditazione e soprattutto l’uso di sostanzepsicoattive, sia di origine vegetale che anima-le. Il rapporto dell’uomo con le specie naturalipsicoattive risale ai tempi preistorici. Sipotrebbe affermare che l’interesse per questespecie corrisponda soprattutto, almeno ini-zialmente, a un eventuale impiego comecibo. Probabilmente, il rapporto nacque in

modo fortuito. L’uomo primitivo, il caccia-tore in lotta costante per la sopravvivenzagiornaliera, spesso affamato, si sarà forseimbattuto in una pianta o fungo che avràattratto la sua attenzione, forse per il suoaspetto vistoso, e lo avrà mangiato.Empiricamente, attraverso ripetute esperien-ze (magari con errori fatali), egli imparò adistinguere tra specie commestibili, tossicheo medicinali, e avrà anche sperimentatomodificazioni dello stato ordinario dicoscienza. Questa nuova dimensione dell’es-sere era qualcosa di inedito che andava oltrela semplice idea di cibo, segnando la nascitadell’idea del sacro e del pensiero religioso el’inizio dello sviluppo spirituale e intellettua-le dell’uomo.Limitandoci ai vegetali, attualmente nelmondo sono note e utilizzate più di 500 spe-cie psicoattive. Quasi tutte le culture umane,in ogni parte del mondo, hanno scoperto eutilizzato una o più di queste specie, anche inquelle aree in cui la flora è meno abbondan-te. Nel Vecchio Mondo, il numero è note-volmente inferiore rispetto a quello del

Nuovo Mondo, secondo un rapporto di circa1:7, e la ragione non è di carattere botanico.La motivazione potrebbe essere invece dicarattere culturale. Infatti, nel NuovoMondo sono esistite (ed esistono tuttora)culture sciamaniche, visionarie, in cui ècomune l’esperienza degli stati alterati dicoscienza, culture programmate per la ricer-ca e l’uso di specie psicoattive e che hannotrovato nel loro impiego un modo di espres-sione. Inoltre, le religioni dogmatico-sacer-dotali del Vecchio Mondo, con la loro rigidadivisione dei ruoli, organizzate come centridi potere o collegate a essi, eliminarono o tra-sformarono culti antichi che non potevanoadattarsi ai nuovi dogmi e li caratterizzarono

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SSTTAATTII DDII CCOOSSCCIIEENNZZAA MMOODDIIFFIICCAATTIImomento in cui la sola ricchezza presa inconsiderazione è la vita. Il Centro indigenodi formazione integrale (Centro Indigena deCapacitation Integral - Cideci) forma, su unterritorio di circa venti ettari, una zona auto-noma e ribelle che dispone del solo sostegnodi una solidarietà internazionale offerta senzacontropartita.Chiunque lo voglia, riceve gratuitamentel’insegnamento di sua scelta. Vi si trova tantoun atelier di calzoleria che un settore di fale-gnameria, di metallurgia, di informatica ditessitura, di medicina ufficiale e tradizionale,di musica, di alfabetizzazione, di architettura,di agricoltura biologica, di confezione, di

ricamo, di cucina, di costruzione, di disegnoindustriale…

Gli allievi vi sono ammessi a partire dai dodi-ci anni senza altro limite di età, senza provepreliminari, senza capacità particolari. Unasola condizione è richiesta: avere voglia distudiare, essere desiderosi di sapere. Un sape-re che non sarà monetizzato ma propagatonelle comunità indigene da cui vengono stu-dentesse e studenti o in quelle in cui essi giu-dicano utile insegnare la loro arte formandoaltri “compas”, come si chiamano le compa-gne e i compagni in lotta per l’autonomia.È chiaro che la specificità di una tal esperien-

za non è esportabile. La questione, nondime-no, si pone: quale lezione se ne può trarre? Enella crisi delle nostre democrazie parlamen-tari, dovunque corrose dalla corruzione, dap-pertutto manipolate dalle imprese multina-zionali, quel che dà una risonanza universalea questa domanda è l’urgenza in cui ci tro-viamo d’inventare una democrazia direttafondata sui diritti dell’essere umano, unademocrazia che implicherà di liberare la vitaquotidiana dal potere economico che la ridu-ce a un oggetto di trattazione mercantile.

Agosto 2007

GIANLUCA TORO: FLORA PSICOATTIVA ITA-LIANA. Piante eccitanti, allucinogene, sedativedel territorio italiano. Pagine 156, illustrato,colori € 18,00

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come legati al male o tabù. Ricordiamo atitolo di esempio l’utilizzo delle Solanaceaepsicoattive da parte delle streghe europee,dell’Amanita muscaria in Siberia e i MisteriEleusini dell’antica Grecia in cui si faceva usodel ciceone, una bevanda psicoattiva probabil-mente a base di cereali infestati da funghiparassiti come l’ergot (Claviceps spp.), pernon parlare di espressioni linguistiche chesembrano nascondere conoscenze passate sul-l’uso di certe specie. Per l’Europa, e specifica-mente per l’Italia, non vi sono dati certi circal’impiego tradizionale di piante psicoattive.Pare che le testimonianze al proposito sianostate perse o distrutte (principalmente aopera del processo di cristianizzazione e dellarepressione dell’Inquisizione). Rispetto agli effetti delle sostanze psicoattive,la prima classificazione moderna fu propostanel 1924 dal farmacologo L. Lewin nell’ope-ra Phantastica. Le classi proposte sono“Euphorica” (sedativi; oppio e suoi compo-nenti e derivati, cocaina), “Phantastica” (allu-cinogeni o ‘droghe dell’illusione’; peyote,canapa e alcune Solanaceae), “Inebriantia”(eccitanti; alcool, cloroformio, etere, benzi-na), “Hypnotica” (induttori di sonno; clora-lio, veronal, sulphonal) e “Excitantia” (stimo-lanti; caffè, tabacco, betel). Nel 1961 J. Delaye P. Deniker riportarono una classificazionefarmaco-clinica basata su quella di Lewin. Visono tre gruppi: psicoanalettici o psicotonici,che aumentano il tono cerebrale (antidepres-sivi, eccitanti, stimolanti della vigilanza), psi-colettici, che riducono il tono cerebrale(ipnotici, tranquillanti, sedativi, neurolettici,regolatori dell’umore) e psicodislettici, che

perturbano il tono cerebrale (alcool e deriva-ti, stupefacenti, allucinogeni). Nel 1979, J.L.Diaz propose una classificazione basata sulletre classi precedenti, ognuna delle quali èsuddivisa in ulteriori famiglie. In particolare,gli psicodislettici sono distinti in allucinoge-ni (producono modificazioni percettive),induttori di trance (generano astrazione,letargia e apatia, più che allucinazioni),cognodislettici (producono modificazioni delpensiero e dell’immaginazione, raramenteallucinazioni), deliranti (determinano unostato simile al sogno) e neurotossici (come i

deliranti, ma neurotossici). Recentemente L.Giacomoni ha proposto una classificazioneaggiornata delle sostanze psicodislettiche,suddividendole in stupefacenti, inebrianti,delirogeni, psicotogeni e allucinogeni pro-priamente detti. Gli stupefacenti hanno azio-ne sedativa, analgesica, narcotica ed euforica(principalmente Papaver somniferum,Erythroxylum coca, Cannabis sativa e Cathaedulis). Gli inebrianti inducono disinibizio-ne, caduta di attenzione, giudizio e controllo,con euforia iniziale e disforia finale (alcool einalanti come etere, protossido di azoto, pop-

59Gennaio 2011 XX MILA LEGHE SOTTO

SSTTAATTII DDII CCOOSSCCIIEENNZZAA MMOODDIIFFIICCAATTII

SILVIO PAGANI:FUNGHETTI.Pagine 36, illustrato, € 2,10

«È una storia millenaria quella di cuimi sento partecipe; una storia fattada tanti uomini nei diversi periodi, eda alcuni funghi, gli stessi, da sem-pre. Sì, poiché non posso ritenereche in questo prato alpino io sia ilprimo uomo a fare ciò che sto facen-do.Eccolo. Sono bastati pochi passi,pochi pensieri, per incontrarlo. È ilfunghetto per eccellenza, il più dif-fuso in Europa, il più ricercato dagliamatori. Il suo nome scientifico èPsilocybe Semilanceata. Mi chino perosservarlo meglio e subito se ne pre-sentano altri alla mia vista...». Perla prima volta viene affrontato l’at-tuale fenomeno della raccolta e del-l’uso dei funghetti psicoattivi inItalia.

AUTORI VARI: ROSPI PSICHEDELICI.Pagine 48, illustrato, € 2,30

Rospi. Molti di questi animalettihanno nelle loro ghiandole cutaneeuna sostanza allucinogena. L’uso diquesta sostanza, estratta dal BufoAlvarius, è ampiamente documenta-to nelle Americhe dove il culto delrospo/dio psichedelico era moltodiffuso tanto da mantenere a paludevaste aree per permetterne un nor-male e costante rifornimento. Losanno anche i bambini che la coda dirospo è un ingrediente molto volen-tieri presente nei calderoni di stre-ghe e fattucchiere. Anche oggi il rospo è utilizzato (non

in Italia e in contesti non ritualizza-ti) e la parte centrale di questo lavo-ro parla proprio di questo, di comepraticamente si estrae e si usa l’allu-cinogeno del rospo. Oltre a questotesto, il lavoro comprende un’intro-duzione sugli aspetti culturali legatial rospo psichedelico nelle societàtradizionali e in Occidente, una sche-da sugli agenti psicoattivi e unabibliografia specifica.

A cura di Giorgio Samorini:AMANITA MUSCARIA.Pagine 64, € 2,60

L’Amanita muscaria continua a esse-re avvolta nelle spesse nebbie deltabù degli allucinogeni, un tabù cheha una lunga storia e che spiega, tral’altro, quell’ingannevole teschio cheancora oggi marchia questa specienei manuali per raccoglitori di fun-ghi.In questo saggio sono stati raccoltiscritti di differenti autori.Dall’indice: L’uso dell’Amanitamuscaria fra le popolazioni dellaKamchatka (G.H. Langsdorf, 1809);In una yurta siberiana (J. Enderli,1903); Riconoscimento delle specie;I principi attivi; Esperienze conAmanita muscaria (A. Bianchi);Un’esperienza con Amanita panthe-rina (J. Ott); L’Amanita muscaria inItalia (P. Cornacchia); Il nostro aga-rico muscario sperimentato come ali-mento nervoso (B. Grassi, 1880);Psiconauti amanitici (S. Pagani).

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SSTTAATTII DDII CCOOSSCCIIEENNZZAA MMOODDIIFFIICCAATTII

pers e solventi organici). I delirogeni, invece,producono disordine delle facoltà intellettua-li, con idee erronee, incoerenti, senza relazio-ne con il mondo reale, disturbi della coscien-za e del giudizio (Solanaceae psicoattive comeAtropa belladonna, Datura stramonium,Hyoscyamus niger e Mandragora officinarum).Gli psicotogeni determinerebbero perturba-zioni gravi, prolungate e forse definitive sulSistema Nervoso Centrale, dovute all’azionediretta della sostanza in sé o al fatto che essapotrebbe evidenziare delle patologie latenti(Pernettya spp.). Infine, gli allucinogeni pro-priamente detti determinano percezionisenza oggetto, disorientamento temporo-spa-ziale, derealizzazione, depersonalizzazione,sinestesie e reminiscenze strane. L’elenco èvasto e comprende differenti specie di vege-tali e funghi diffusi in tutto il mondo, tra cuiricordiamo essenzialmente piante che sinte-tizzano composti triptaminici(Anadenanthera spp. e Virola spp.), cactusche contengono mescalina (peyote[Lophophora williamsii] e San Pedro[Trichocereus pachanoi]) e funghi produttoridi alcaloidi psilocibinici principalmente delgenere Psilocybe e Panaeolus. Riassumendo, la presenza di sintomi domi-nanti permette di classificare determinatespecie naturali o sostanze in particolari classi.Questa classificazione è prima di tutto fisio-patologica e poi chimica (secondo l’identitàdei principi attivi coinvolti), piuttosto chebotanica. Questo significa che la stessa azio-ne farmacologica può essere associata a com-

posti di struttura chimica molto differente.Quando generi o specie differenti di una stes-sa famiglia contengono sostanze psicoattive,queste sono chimicamente simili tra di loro oidentiche. Chimicamente, le sostanze psi-coattive naturali si possono riunire in unnumero limitato di modelli strutturali, sullabase dei quali si possono definire le classi bio-chimiche indolica (psilocibina, psilocina,beocistina, DMT, bufotenina, 5-MeO-DMT, derivati dell’acido lisergico, ‚-carboli-ne come harmano, harmina e harmalina),fenetilaminica (mescalina, soprattutto), tro-panica (atropina, scopolamina e iosciamina)e un’ulteriore classe comprendente specie chesintetizzano una varietà di principi attivi rela-tivamente meno diffusi (isossazoli, oppioidi,cannabinoidi, isochinoline e componenti dioli essenziali). In particolare, le ‚-carbolineagiscono come inibitori degli enzimi monoa-minoossidasi (MAO-inibitori). La loro pre-senza rende oralmente attivi DMT, 5-MeO-DMT e possibilmente la bufotenina. Infatti,tali triptamine sarebbero inattive se assunteda sole per via orale, in quanto sarebberometabolizzate dagli enzimi MAO presentinel nostro organismo. I composti MAO-ini-bitori inattivano gli enzimi MAO, permet-tendo così di sperimentare gli effetti dellecitate triptamine. Quanto detto corrispondeal meccanismo farmacologico dell’ayahuasca,la bevanda psicoattiva tipica dell’Amazzonia,preparata essenzialmente con la lianaBanisteriopsis caapi (fonte di ‚-carboline) el’arbusto Psychotria viridis (fonte di DMT).

L’interesse per la catalogazione della flora psi-coattiva si può fare risalire al già citato lavoropionieristico di Lewin, la prima trattazionescientifica di interesse storico sulle sostanzepsicoattive, particolarmente di origine natu-rale. Ma forse la prima vera e propria tratta-zione di tipo moderno è costituita dalle operedi R.E. Schultes e A. Hofmann, vale a direPlants of the Gods: Origins of HallucinogenicUse (1979) e soprattutto The Botany andChemistry of Hallucinogens (1980). Si trattadi importanti testi di riferimento che, con unapproccio sistematico e multidisciplinare,segnarono un’importante tappa nello svilup-po dell’etnobotanica. Seguì Pharmacotheon.Entheogenic drugs, their plant sources andhistory (1993) di J. Ott e negli ultimi annil’Enzyklopädie der psychoaktiven Pflanzen(1998) di C. Rätsch. Quest’ultima è conside-rata a oggi la guida più completa sull’argo-mento. Per quanto riguarda specificamentel’Italia, la letteratura reperibile è limitata e siconcentra per lo più sulle specie fungine (G.Samorini e G. Camilla) e raramente sui vege-tali (F. Festi e G. Aliotta).Per l’Italia, è stato possibile catalogare unaserie di piante spontanee riconosciute comepsicoattive (o potenzialmente tali), pianteallucinogene, eccitanti, sedative e afrodisia-che, tralasciando quelle appositamente colti-vate allo scopo. L’elenco comprende: aconito,ailanto, alchechengi comune, alloro, anetopuzzolente, assenzio, baccaro comune, barbadi becco, belladonna, bocca di lupo, borragi-ne, calamo aromatico, camomilla, canapa,canna comune, canna sepiaria, cardiaca

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61Gennaio 2011 XX MILA LEGHE SOTTO

SSTTAATTII DDII CCOOSSCCIIEENNZZAA MMOODDIIFFIICCAATTII

HUXLEY, WASSON, GRAVES:L’ESPERIENZA DELL’ESTASI.Pagine 144, €€ 7,80

La moderna etnofarmacologia e la psi-cologia degli stati di coscienza devonomolto a questi tre pionieri delle duediscipline che forse più di altri hannoinfluenzato tutte le successive ricerchetese alla comprensione dell’esperienzavisionaria. Era l’epoca in cui l’ostraci-smo per la mescalina, l’LSD o i funghipsicoattivi era ancora in fasce e si pote-

va parlare e usare queste sostanze inpiena libertà di movimento e di coscien-za.

GILBERTO CAMILLA, FULVIOGOSSO: PIONIERI DELLA PSICHEDELIA. Pagine 96, €€ 6,00

«Ho letto PIONIERI DELLA PSICHEDELIAcon grande interesse, e ritengo che Illibro di Camilla e Gosso riempia il vuotorappresentato dalla mancanza di unavisione d’insieme sui pionieri della

ricerca psichedelica della prima genera-zione, sulla loro personalità e il lorolavoro.(...) La mia valutazione complessiva siracchiude nella frase seguente: «Il pre-sente libro entrerà tra i classici nella let-teratura della psichedelia, come’Enciclopedia’ dei ricercatori che hannoaperto l’affascinante mondo delle dro-ghe che modificano gli stati di coscien-za”».

Dr. Albert Hofmann, Rittimatte, giugno 2003

GIANLUCA TORO: ANIMALI PSICOATTIVI. Stati di coscienza e sostanze di origine animale. Pagine 144, illustrato, €€ 8,00

L’uomo utilizza diverse tecniche peralterare il proprio stato di coscienzaordinario. Così la deprivazione senso-riale, il digiuno, la musica, la medita-zione e soprattutto l’ingestione disostanze psicoattive rientrano nel suobagaglio culturale, sono patrimoniocondiviso dall’umanità da diversi mil-lenni e continuamente si alimentano dinuovi studi, tecniche e sostanze.In questa ricerca, l’uomo si è ancherivolto al regno animale nel tentativo(riuscito) di accedere a mondi altri,anche attraverso sostanze che proven-gono dagli animali.Questo libro si propone di documentarenel modo più completo possibile il loroutilizzo più o meno intenzionale: dal“dream-fish” alle chiocciole, ai rospi,fino alle giraffe, alle anatre e alle for-miche, per finire con scorpioni e cobra,in un viaggio attraverso svariate epo-che e culture.

GILBERTO CAMILLA: LE PIANTE SACRE. Allucinogeni di origine vegetale. Pagine 324, illustrato, € 17,00

Molti sono gli strumenti che modificano la coscienza e forseil più importante di tutti, per antichità, per universalità, èstato l’uso di vegetali psicoattivi: in ogni parte del mondosono diffuse piante e funghi il cui consumo produce visioni,allucinazioni e profondi stati emozionali diversi. In tutti icontinenti sono esistite – e continuano a esistere – cultureche utilizzano questi vegetali per trascendere la realtà ordi-naria. La razza umana li ha immediatamente utilizzati;“immediatamente” nel senso di “senza mediazione”: non viera bisogno di particolari elaborazioni per accettarli, perchéessi erano “cibo”, un qualcosa da immettere nel corpo pervivere. Questa eredità biologica, senza distinzione di razzao popolo, non ha alcun bisogno di particolari spiegazionicirca la sua utilità: queste sostanze stimolano la mente, el’uomo ha imparato nella fondamentale lotta per la soprav-vivenza che con le sole mani, le sole gambe, il solo corpo,non può vincere: lo può solo con la mente, con la coscienza.

Illustrazioni di Matteo Guarnaccia

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SSTTAATTII DDII CCOOSSCCIIEENNZZAA MMOODDIIFFIICCAATTII

comune, carota selvatica, cestro, cicutaacquatica, cicuta maggiore, coda cavallina,convolvolo comune, convolvolo delle siepi,coriandolo, coridalide cava, digitale, dulca-mara, edera, efedra nebrodense, erba gattaia,erba morella, felce maschio, fico degli otten-totti, fico d’india nano, finocchio, fitolaccaamericana, ginestra comune, ginestra dei car-bonai, giusquiamo bianco, giusquiamo nero,glicine, ipomea purpurea, lattuga coltivata,lattuga quercina, lattuga salcigna, lattuga sel-vatica, lattuga velenosa, licopodio clavato,loto, luppolo, malva domestica, mandragora,melissa, menta poleggio, mirtillo falso, nin-fea comune, ninfea gialla, oleandro, olivagnospinoso, orchidea incarnata, origano, panicoacquatico, papavero comune, pelosetta,peperone, pervinca minore, prezzemolo,ranuncolo comune, rodiola rosea, rutacomune, ruta siriaca, scagliola bulbosa, sca-gliola comune, scagliola palustre, scarpetta divenere, scopolia, solano sonnifero, stramo-nio, stramonio metello, stramonio spinosissi-mo, tribolo, uva ursina, valeriana, veratrobianco, zafferano, zizzania, e altre speciesimili.Le piante considerate comprendono speciecon effetto psicoattivo dimostrato (sulla basedi dati etnobotanici, fitochimici e farmacolo-gici), specie di possibile psicoattività (nonancora completamente dimostrata) e speciepiù o meno dubbie, per le quali generalmen-te non vi sono dati etnobotanici significativi,o la cui fitochimica e farmacologia è ancorascarsamente studiata. Per determinate specie,alcuni dati non sono completamente attendi-bili, perché provenienti da fonti poco con-trollate (anche aneddotiche) e non sufficien-temente referenziate, oppure potrebberorimandare a un effetto placebo, guidato dalle

a s p e t t a t i v edello sperimen-tatore. In altricasi, è stato ipo-tizzato da piùautori un effet-to psicoattivosulla base didati validi peraltre specieappar tenent iallo stesso gene-re. In ogni caso,diverse speciesono tossiche epossono causa-re danni allasalute, anchefino alla morte.In passato, que-

ste piante erano ampiamente studiate e usateda medici, guaritori, gente comune; su diesse sono nati miti, fiorite leggende e sonostati imposti tabù e innalzati roghi. Oggi siutilizzano per lo più per estrarne i principiattivi, o sono state soppiantate da sostanzechimiche più efficaci, diffuse e gestite diver-samente che un tempo. Alcune sono moltonote, altre meno, e altre ancora, data la bas-sissima presenza in esse di principi attivi,sono del tutto sconosciute. In ogni caso,

sempre meno fanno parte del bagaglio diconoscenze diffuse, un bagaglio che va scom-parendo e che sarebbe importante recupera-re, per mantenere il contatto con la tradizio-ne.

GIUSEPPE BUCALO: LA MALATTIA MENTALE NON ESISTE. Prime istruzioni d’uso. Pagine 48, € 2,60

Antipsichiatria, prime istruzioni d’uso: noninterferire, non creare riserve, agire... A curadel comitato d’iniziativa antipsichiatrica di S.Teresa di Riva, in provincia di Messina, que-sto manuale ci invita a riflettere sul ruolo cherivestiamo rispetto a chi viene internato.L’antipsichiatria è un riprendersi la vita, lacittà e il futuro. Carmelo non contratta il suodiritto alla libertà di movimento: si slega dasé. Niente a che fare con la psichiatria alter-nativa.

MARIA ROSARIA D’ORONZO - PAOLA MINELLI: SORVEGLIATO MENTALE. Effetti collaterali degli psicofarmaci. Manuale d’uso. Pagine 144, € 10,00

Gli psicofarmaci sono sostanze psicotrope commercia-lizzate in farmacia che oltre a essere spacciate ipo-critamente come “terapeutiche”, sono spesso intro-dotte coercitivamente nel corpo delle persone in dif-ficoltà, del diverso, di chi non si adatta.L’introduzione e l’enorme diffusione sul mercato dinuove molecole psicoattive, il dilagare della psico-medicalizzazione su fasce della popolazione semprepiù ampie, la divulgazione di alcuni studi circa la gra-vità dei danni prodotti da alcuni psicofarmaci hannoreso urgente il rifacimento di Effetti Collaterali, testocurato del Telefono Viola di Milano e ora rivisto eampliato da Maria Rosaria D’Oronzo (Telefono Viola diBologna) e Paola Minelli (Collaboratrice OsservatorioSalute Mentale). Il proposito è quello di fornire stru-menti per l’autodifesa dalla psichiatria in un’otticarealista, in cui sarebbe di scarsa utilità parlare di psi-cofarmaci decontestualizzandoli dal contesto che lipropone. Il testo si presenta quindi come una guidadi autodifesa o di uso consapevole degli psicofarmaciin un’ottica di rifiuto della terminologia medico-psi-chiatrica e delle sue prassi psico-poliziesche.

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MANUALE DI COL-TIVAZIONE DELLACANNABIS DENTROCASA

N A U T I L U S

GIANLUCA TORO: SOTTO TUTTELE BRUME SOPRA TUTTI I ROVI.Stregoneria e farmacologia degliunguenti. Pagine 144, illustrato, € 10,00

Uno tra i molteplici fattori che avrebbe-ro contribuito a definire il fenomenodella stregoneria è quello che si potreb-be definire “farmacologico”. In sostan-za, secondo tale interpretazione, l’im-piego di componenti psicoattivi avrebbeben potuto contribuire alle esperienzepsichiche vissute dalle streghe, soprat-tutto in riferimento alla capacità divolare e di trasformarsi in animali e allaloro approfondita conoscenza delmondo vegetale.Proprio il potere di spostarsi in volo èuna delle caratteristiche indissolubil-mente legate alla figura della strega,potere ottenuto con l’impiego di specifi-ci unguenti.L’unguento delle streghe fu probabil-mente il preparato più conosciuto e uti-lizzato e il presente testo si propone disviluppare l’“ipotesi farmacologica”raccogliendo i principali dati riguardan-ti la sua composizione, tentando diidentificare i diversi ingredienti e diindividuare i loro effetti.

GIORGIO SAMORINI: L’ERBA DICARLO ERBA. Per una storiadella canapa indiana in Italia1845-1948. Pagine 176, illustrato, € 8,30

A seguito della scoperta di documentiinediti del secolo scorso, torna alla lucel’origine del rapporto dell’Italia moder-na con la cannabis indica (marijuana).Un pezzo di storia della medicina italia-na del tutto rimosso; un corposo insiemedi esperienze, di studi e di terapie medi-che con la cannabis affatto secondarioall’interesse nei confronti di questapianta. Milano è il fulcro delle primeautosperimentazioni (sin dal 1847), deiprimi “viaggi” e dei primi tentativi tera-peutici a base di hashish. Vi sono coin-volti i più eminenti nomi della classemedica di quei tempi: Giovanni Polli,Carlo Erba, Andrea Verga, CesareLombroso, Filippo Lussanna, ecc. Per la prima volta in forma integralevengono presentate le descrizioni delleesperienze personali lasciateci da questiprimi “psiconauti” cannabinici, intrise dientusiasmi, di speranze, di innocenza,di poesia. Il testo prosegue con l’esposi-zione di altri eventi occorsi nel corso diun secolo, nel tentativo di offrire uncontributo alla conoscenza della storia

italiana della canapa indiana, indispen-sabile per una corretta visione e per unacoerente soluzione della problematica“questione cannabis”.

GIORGIO SAMORINI:GLI ALLUCINOGENI NEL MITO. Racconti sull’origine delle piantepsicoattive. Pagine 196, illustrato, €€ 10,30

La ricerca prende in considerazione imiti che fanno di queste piante uno deimattoni fondanti le culture di pressochétutti i popoli.Il titolo, di per sé significativo, non faintendere nulla del lavoro accurato,documentato e unico in Italia, riguar-dante i miti di origine delle piante psi-coattive. Qui si parla delle origini, delsenso profondo del mito, così legato allepiante psicotrope; dal peyote alla can-nabis, dalla datura alla coca, dal tabac-co all’iboga, toccando tutte le sostanzepsicotrope naturali utilizzate da millen-ni dall’uomo.

CANNABIS INDOOR: Manuale dicoltivazione della cannabis dentrocasa. Pagine 88, € 5,20

La coltivazione della canapa è una pra-tica iniziata migliaia di anni fa; la suascomparsa dalla faccia della terra,secondo le direttive dell’ONU, deveavvenire entro il 2008. Basterebbe pen-sare a questo per rendersi conto dellacriminale follia che governa nelle stan-ze del proibizionismo. Ma non si puòtacere della stupidità di chi, pur poten-do coltivare le proprie piante, sottraen-dosi così a un mercato illegale altrettan-to criminale, preferisce alimentarlo con-sumandone i prodotti. Ma ci sono tantiche, per motivi terapeutici, nell’impossi-bilità di usare canapa garantita e dibuona qualità, si rivolgono ai semi, ter-ricci e lampade per garantirsi una pian-ta che corrisponda, almeno in parte, ailoro desideri.In questo manuale si possono trovareinformazioni e consigli su:Illuminazione - Recipienti - Spazio econdizioni ambientali - Acqua di irriga-zione - Nutrienti - Metodo di coltivazio-ne - Germinazione - Procedimento perprodurre talee - Sistema continuo conimpianto triplo - Malattie e parassiti -Schemi di impianti.

nautilus.ecn.org

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SSTTAATTII DDII CCOOSSCCIIEENNZZAA MMOODDIIFFIICCAATTII

ALTROVE è unarivista che parladi stati di coscien-za e di stati modi-ficati di coscienza.Affronta cioè unodei campi più dis-cussi e fraintesidella nostra esi-

stenza in quanto esseri umani. Le manifestazioniche chiamiamo Stati Modificati di Coscienza com-prendono sì gli stati mentali prodotti da sostanzepsicoattive chimiche e vegetali ma anche tuttauna serie di fenomeni molto vasti quali l’estasi,la trance, la possessione, la meditazione. In que-ste pagine si legge di funghi allucinogeni italiani,dell’uso del cactus mescalinico, degli stati dicoscienza come realtà virtuale, ma anche dell’u-tilizzo degli allucinogeni per scopi religiosi, dianoressia e misticismo, di sciamanismo.L’antropologia, la botanica, l’etnologia, la neuro-logia concorrono come discipline e campi di ricer-ca a fare luce su un aspetto dell’esperienzaumana che accompagna l’uomo e la donna dallapreistoria e che, guardando alla scoperta e alladiffusione di sostanze psicoattive, è ben lontanadall’essere conclusa.

ALTROVE

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65Gennaio 2011 XX MILA LEGHE SOTTO

SSTTAATTII DDII CCOOSSCCIIEENNZZAA MMOODDIIFFIICCAATTII

ALTROVE # 1pagine 152, illustrato, €€ 7,70

Dall’indice: Universalità dell’esperienza psichedelica;L’utilizzo degli allucinogeni per scopi religiosi; L’uomodell’LSD: Albert Hofmann; Sciamanesimo tra i Matses;Anoressia e misticismo; L’uso del cactus mescaliniconella medicina tradizionale andina del Perù settentrio-nale; Realtà virtuale e autogestione della coscienza;Funghi allucinogeni, una panoramica, ecc.

ALTROVE # 2 pagine 152, illustrato, €€ 7,70

Dall’indice: Ayahuasca e analoghi dell’ayahuasca,enteogeni universali per il prossimo millennio; L’uomoe la cannabis; La marijuana come medicina; La canna-bis di dentro; Bibliografia italiana sulla cannabis;Danza e stati modificati di coscienza; Possessione tran-ce e vita quotidiana; Le erbe del diavolo: botanica chi-mica e farmacologia; Bibliografia sulle solanacee alluci-nogene, ecc.

ALTROVE # 3 pagine 152, illustrato, €€ 8,30

Dall’indice: Ritorno ad Eleusi, Polveri da fiuto allucino-gene nel Cile precolombiano; Cabala ed enteogeni;Droghe da guerra; I profumi della notte Gnaua,Sezione speciale sugli empatogeni (ecstasy, 2C-B, ecc.);Sostanze e rit(m)o; Bibliografia sugli empatogeni, ecc.

ALTROVE # 4 pagine 152, illustrato, €€ 8,30

Dall’indice: Miti e credenze enteogeniche nell’epocaclassica; Ierobotanica mesopotamica; Psichedelici, allu-cinogeni, enteogeni: come li chiamiamo?; Sullo sciama-nesimo nepalese; Animali che si drogano; Ricerca psi-chiatrica e terapeutica sugli allucinogeni; Interruzionedella sindrome di astinenza da eroina con ibogaina;Bibliografia sulle terapie psichedeliche, ecc.

ALTROVE # 5pagine 152, illustrato, € 8,30

Dall’indice: Stati modificati di coscienza, allucinogeni e

sessualità; La dissociazione estatica; Ayahuasca e scia-manesimo nelle terapie della tossicodipendenza; Ilpeyote nella cultura huichol; Arte huichol; The NativeAmerican Church; Intervista alla sciamana NadiaStepanova; Cactus mescalinici; intervista Stati modificatidella e nella reclusione, ecc.

ALTROVE # 6 pagine 152, illustrato, €€ 8,80

Dall’indice: Coscienza e intelligenza artificiale; Los gra-niceros; Pewatero; Ricerca psicodinamica con ayahua-sca; Panorama della ricerca con DMT; Chimica e farma-cologia dell’Amanita muscaria; I misteri di Samotraciae il culto dei Cabiri; Montano e l’estasi frigia; La danzadel vento; La danza della taranta; Lo sperma del sole;L’altrove della chimica di sintesi.

ALTROVE # 7:pagine 152, illustrato, €€ 8,80

Dall’indice: Intervista a Stanislav Grof; La cosmologiaprimordiale e l’evoluzione della coscienza; Freud e l’e-stasi; Stati di allucinazione; L’iniziazione sciamanica trale tribù dell’Amazzonia peruviana; La calata dei barba-ri; Arte visionaria; Il didjeridu; Stati di coscienza in unpellegrinaggio oltre le nuvole; Mao-inibitori e triptamine.

ALTROVE # 8pagine 152, illustrato, €€ 8,80

Dall’indice: Culture, enteogeni, tecnologie del sacro estati non ordinari di coscienza; Buddismo psichedelico;Holos trepein; Chi era Dioniso; Islam e Estasi; Stati dicoscienza e sessualità; Psicosciamanismo oltre l’illumi-nazione; Il sogno sciamanico; Il bwiti e l’albero dellavita: l’iboga; I masticatori di Betel; Salvia divinorum.

ALTROVE # 9:pagine 152, illustrato, €€ 9,30

Dall’indice: Il sonno, il sogno, la morte; Herbaria e lepiante per volare; I funghi sacri del Messico;Conversazioni con Sachanana; Franco Landriscina: Lebasi neurofisiologiche delle esperienze mistiche e visio-narie; Dove e quando. Incontro con Claudio Naranjo;La rivoluzione acida; Stanislav Grof intervista AlbertHofmann; Le esperienze mistiche indotte da enteogenistimolano il sistema immunitario?

ALTROVE # 10:pagine 152, illustrato, €€ 9,30

Dall’indice: L’uso terapeutico delle piante tra credenze,superstizioni e riti religiosi; Formule e strumenti dellaboratorio dionisiaco in diverse culture; Trance, malat-tia e guarigione nella tradizione esoterica europea;Memorie di una beatnik; La tradizione di limitazionedella percezione sensoriale; Con la benedizione diSekhmet e i passi degli uomini; L’insolita corona delsanto eremita; L’ospite inatteso; Riti di guarigione e ini-ziazione nei culti sincretici moderni; Cibo e sogni; GarySnyder a Parigi; I fiumi di lapislazzuli.

ALTROVE # 11:pagine 152, illustrato, € 9,30

Dall’indice: Le visioni delle streghe; La trance sciama-nica e il suo immaginario; Il muro del tempo, notesull’esperienza psichedelica 1966-2004; Introduzioneallo studio del DMT: appunti biochimici e psicodinamicisulle triptamine endogene; Allucinazioni: una prospetti-va sulla psicofisiologia degli stati di coscienza;Sacramenti visionari eretici nell’élite ecclesiastica;Psilocybe semilanceata in Europa: note etnomicologicheecc.

ALTROVE # 12:pagine 152, illustrato, € 9,50

Dall’indice: Addio Marco; LSD, lavoro del lutto edesperienza del mandala; Sognare lucido; Contro laschiavitù; Molecole rare e curiose, il protossido d’azo-to; Funambulismo e stati di coscienza; Bad trip;Stimolanti di sintesi; L’incontro col Santo Daime;Shakti Dance, una danza spirituale; Appunti per unostudio sull’arte rupestre; La prima cena nell’Eden,dove e quando?

ALTROVE # 13Pagine 152, illustrato, € 9,50

Dall’indice: Stati alterati di coscienza e parapsicologia;Stati di coscienza: strutture o funzioni; La vasca direstrizione sensoriale; I colori della coscienza; Induzionidi stati modificati di coscienza e cura delle tossicodipen-denze; Marxismo e stati di coscienza; Il mistero eleusi-no e la rivoluzione psichedelica, ecc.

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PPOOEESSIIAA

BENJAMIN PERÉT: SPARATE SEMPRE PRIMA DI STRISCIARE.Accompagnamento alla lettura di Carmine Mangone. Pagine 112, € 7,20

Questa antologia di poesie, scritti e lettere di Benjamin Peret è un incisivo esercizio di con-trappunto tra la vita e l’arte, il sogno e l’azione di questo poeta che fin dai suoi esordi rifiu-ta di vivere la frattura che di solito questi ambiti impongono. Il dadaismo, il surrealismo, l’esperienza con i trotzkisti in Brasile e più avanti in Messico,la guerra di Spagna (dal P.O.U.M. alla Prima compagnia del Battaglione Nestor Makhnodella divisione Durruti) lo vedono instancabilmente alla ricerca di un superamento dell’ar-te nella vita intesa come un ritorno alle origini, quando ancora non era intaccata quellafusione tra meraviglioso e magia che caratterizzava l’esistenza degli uomini. Le separa-zioni via via determinatesi e le specializzazioni createsi hanno condotto a esiti nefasti emortiferi. «Il poeta attuale non ha altra risorsa che essere rivoluzionario o non esserepoeta, poiché deve di continuo lanciarsi nell’ignoto; il passo fatto la vigilia non lo dispensaper niente dal passo dell’indomani perché tutto è da ricominciare ogni giorno e ciò che haacquisito nell’ora del sonno è ridotto in polvere al risveglio. Per lui non c’è alcun investi-mento sicuro, ma il rischio e l’avventura indefinitamente rinnovati. È solo a questo prezzoche può dirsi poeta e pretendere di occupare un posto legittimo alla punta estrema delmovimento culturale, là dove non c’è da ricevere né lodi né allori, ma c’è da picchiare contutte le proprie forze per abbattere le barriere sempre rinascenti dell’abitudine e dell’uni-formità». La parola a Péret.

ANTONIN ARTAUD: LA VERA STORIA DI GESÙ CRISTO. Pagine 32, disegni dell’autore.€ 1,80

Antonin Artaud si era messo in testa discrivere la Vera Storia di Gesù Cristo nel-l’agosto del 1947. I testi “preparatori”,scritti, si presume, di getto e con rabbiaiconoclasta, non divennero mai un testodefinitivo e compiuto. L’apparente deliriocui si abbandona Artaud non è solo fruttodi una volontà rivoltosa contro tutte le tra-dizioni e le condizioni che viveva nel suopresente, ma anche il prodotto di una luci-da ambizione di rovesciare, in terminisbeffeggianti, alcuni elementi storico-semantici. È noto che “cristo” dal grecoKristo’s, significa “unto”. Secondo la tradi-zione gli eletti venivano definiti “unti”.Artaud rovescia questa interpretazionepseudostoriografica e semantica. La beffagiunge al massimo quando Artaud parladella più “untuosa storia di culattone”: ilsenso di “unto” viene stravolto, rovescia-to. Ma non si pensi a un qualche atteggia-mento moralistico di Artaud verso la sodo-mia o la coprofilia. Non è certo nel suostile né nel suo pensiero. Il gusto sommo èquello di ribaltare la morale cristiana cor-rente, colpire la mistificazione mitologico-ecclesiastica più che la divinità in quantotale, cui Artaud ha sempre dato unadimensione differente, legata all’eccessoumano e a una sorta di mistica pagana opanteistica.

GEORGES BATAILLE:POESIE EROTICHE. Pagine 20, € 1,30

L’opera di Bataille è un’opera “maledetta”nel senso che questo termine ha assuntonella storia della cultura. Maledetta al paridi quella di Baudelaire, Rimbaud, ecc.Maledetta perché ha rappresentato il viziodi fondo della cultura dominante: ciò chequesta ha sempre cercato di rimuovere, dicensurare ed espellere. Inutilmente. Il ten-tativo di santificare i “maledetti” cercandodi recuperarli così a un mito banale e a unculto consolatorio, va ovviamente di pari

passo con lo sforzo di porli su torri d’avo-rio accessibili solo agli “addetti ai lavori”.Il caso di Bataille è questo; anche perchéla sua è una presenza silenziosa. Le sueopere mal si adattano a essere consumate,non solo nel senso di dissipate, ma soprat-tutto in quello di logorate, intaccate, gua-state e corrose.Consumare i “maledetti” non è facile, macon Bataille è più difficile.

FIORITA COME LA LUSSURIA. Pagine 36, € 2,50

Secondo Arthur Rimbaud, la «donnapoeta», liberata dalle costrizioni sociali,avrebbe trovato «cose strane, insondabili,ripugnanti, deliziose».Ebbene, con la poesia di Joyce Mansour,tale premonizione ha trovato certamenteuna delle sue realizzazioni più belle,imperiose ed emozionanti.D’altra parte cosa aspettarsi da una donnache ha fatto pubblicare su France-soir del15-16 ottobre 1967 questo annuncio:«Cerco SOGNI da collezionare. Scrivere aJoyce Mansour, 1 avenue du Maréchal-Maunory. Parigi 16°»? L’opera letteraria di Joyce Mansour ridise-gna incessantemente una cartografia del-l’amore carnale, cercando, allo stessotempo, di sottrarlo all’utilitarismo e aibuoni sentimenti; il tutto grazie all’espres-sione di un’energia vitale ricca di humoure di fervido erotismo.

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67Gennaio 2011 XX MILA LEGHE SOTTO

Carmine Mangone

IILL SSAALLTTOO CCHHEE SS’’IIMMPPOONNEE

PPOOEESSIIAA

Negli arcipelaghi delle isole Andamane eNicobare, oggi ad amministrazione indiana,sopravvivono alcune delle ultime tribù conorigini ed usi paleolitici ancora non estintesia contatto con la civiltà: gli Jarawa, gli Onge,gli Shompèn, i Grandi Andamanesi e iSentinelesi. Questi ultimi, in particolare, sono pressochéisolati, quasi per niente conosciuti (non si saneanche quanti siano) e molto decisi adifendere il loro territorio e la loro integritàanche facendo uso della forza contro glieventuali intrusi.Tutte queste tribù, ancora oggi formate daraccoglitori e cacciatori nomadi della foresta,che integrano la propria dieta col pescepescato con arco e frecce sulla costa, si sonosalvate dal catastrofico maremotodell’Oceano Indiano, nel dicembre del 2004,perché messe in allarme dal comportamentodegli animali e da un movimento anomalodelle maree, affidandosi quindi provviden-zialmente ad una millenaria conoscenza deifenomeni naturali.Al contrario, la popolazione dei Nicobaresi,unica tribù dei due arcipelaghi ad essersisedentarizzata e cristianizzata, ha subitomigliaia di perdite e ha visto molti dei proprivillaggi costieri spazzati via dallo tsunami. A qualche giorno di distanza dal cataclisma,quand’ancora restavano incerte le sorti deinativi insulari, un elicottero della guardiacostiera indiana, in ricognizione a bassa quotasull’isola di North Sentinel, abitata unicamen-te dai Sentinelesi, viene preso di mira con frec-ce e lance da parte degli indigeni.Ciò dimostrava che i Sentinelesi, non soloerano scampati allo tsunami, ma continuava-no come prima a non volerne sapere di con-tatti con l’esterno.Dietro il loro nome, che non è certo il lorovero nome, ma solo il tentativo di collocarliin qualche modo all’interno del nostromondo fondato sui nomi, dove esiste solo ciòche ha una designazione ed è reale solo ciò

che legittima coloro che hanno il potere dinominare; dietro questo nome, dunque,sempre in bilico e a rischio d’estinzione,come d’altronde l’immagine sfocata, indeter-minata, di coloro che dovrebbero portarlo, sievoca qui ironicamente (e non senza una veratragicità) il carattere di sentinelle che certiviventi, posti ai confini di una estrema possi-bilità, incarnano a partire dalla propria unici-tà interiore e di gruppo, la quale si mantieneirriducibile proprio perché il nostro mondodi nomi non ha una totale presa su di essa enon riesce a ridurla a cosa da interpretare evalorizzare all’interno dell’universo simbolicoche caratterizza la civiltà.In realtà, la vedetta che vigila un confine, adun’estremità del proprio mondo, è già dentroun conflitto, benché possa esserne ignara osentirsene avulsa. Se esistono dei confini è perché esistono deiterritori, se esistono dei territori è perché c’èstato a monte un processo di appropriazionee di stanziamento in essi. Creato un mondo edefinita la sua soglia, al di là di quest’ultimarimane o fa comodo pensare che ci sia solol’ignoto o il nemico.Con l’avvento dell’agricoltura e la sedentariz-zazione dei gruppi umani (parliamo di circa10.000 anni fa), la guerra è diventata un fat-tore integrante della nostra civiltà: dinamicanormale di un mondo che aggredisce l’esi-stente per poterlo ordinare, recintare, posse-dere, sfruttare. Il passaggio dal paleolitico al neolitico – conla domesticazione progressiva della natura ela conseguente nascita di agricoltura, alleva-mento e rappresentazione simbolica delmondo – fu con ogni evidenza la conseguen-za di una necessità: i gruppi umani, decimatie duramente provati dall’ultima glaciazione(detta di Würm) e da alcuni cataclismi natu-rali come l’eruzione del supervulcano delLago Toba, hanno dovuto sviluppare le lorocapacità, diventando peraltro molto aggressi-vi, per utilizzare al meglio le ridotte risorse

nutritive e poter quindi sopravvivere e adat-tarsi come specie.Gli istinti originari dell’uomo lo hanno con-dotto a scagliarsi contro la natura e a ridi-mensionare la stessa naturalità insita in essi inquanto elemento perturbante, imprevedibilee di difficile governabilità.La sopravvivenza della specie umana, inne-scando una separazione funzionale tra i suoiindividui e il loro ambiente nativo, ha gene-rato dei meccanismi di carattere quantitativo

CARMINE MANGONE: COSÌ PERDUTAMENTE UMANI. Pagine 36, € 3,00

L’amore vuole tutto il tempo, tutto lo spazio. Non tol-lera l’esistenza di pratiche che lo limitino. Esige latotalità e si pone sempre in essere come una poten-za che tende alla pienezza del vivere. Ecco il motivoper cui è sempre stato relegato in una sfera privataseparandolo funzionalmente dall’ambito politico edeconomico.Quando non è asservito alla riproduzione della spe-cie, l’amore carnale viene visto come una turbativa,un eccesso, una mera dissipazione di forze, risultan-do un intralcio alla produttività e un potenziale peri-colo per la stabilità del sistema.Non essendo mai del tutto assoggettabile alla produ-zione e al consumo dei valori sociali, l’amore mettein gioco l’unicità dei viventi aprendola ogni volta allapossibilità di una Comune ingovernabile, creandocioè uno spazio dove può affermarsi un’intesa senzapadroni e che non è cartografabile a partire dai luo-ghi comuni della società.

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PPOOEESSIIAAe accumulativo, che hanno sì permesso la per-manenza dell’uomo e l’instaurazione del suodominio sull’intero pianeta, ma al prezzo diuna quasi totale perdita di consapevolezza neiconfronti di ciò che la civiltà stessa sta cau-sando al nostro mondo, il che potrebbe rive-larsi molto più catastrofico del più rovinosocataclisma naturale mai avvenuto.

Quando si tira in ballo l’ingenuità, di solito èper biasimare la mancanza di pragmatismodegli altri e il loro inesistente o scarso radica-mento nella “realtà delle cose”. Ingenui pos-sono apparire di volta in volta i bambini, isognatori, i poeti, gli innamorati, i ribelli, ipopoli cosiddetti “primitivi”.Agli occhi di chiunque si sia asservito altempo del lavoro e delle libertà acquistabili alsupermercato, ingenui son tutti quelli chevivono in una dimensione di meraviglia, ossiain rapporto diretto con la bellezza e le radicidel mondo e che, appunto per questo, sonoritenuti quasi sempre improduttivi e quindida educare, compatire, schernire, civilizzare. In una società fondata su gerarchie e ruolirigidamente fissati, l’immediatezza dei rap-porti tra viventi viene scongiurata, differita,oppure standardizzata e resa inefficace, quasisi trattasse di un’imprudenza, di un difetto.L’uomo civilizzato ha paura ad esporsi, amettere in gioco la sua mortalità, i suoi limi-ti; paura, in sostanza, a prendersi carico delleproprie contraddizioni, a farsi vedere per ciòche è. La sua vita diventa allora una trincea,un bunker dove il relazionarsi col mondo sirivela una guerra, uno spostamento di truppesul campo minato dei ruoli da difendere eche, a loro volta, non fanno che garantire ledinamiche autoritarie della società.L’ingenuità del desiderio e l’immediatezza

della presenza procedono spesso a braccetto,incarnandosi in ciò che può divaricare vio-lentemente l’immanenza dell’impossibile e lachance sovrana dell’unicità.D’altronde, se gli uomini calcolassero sempreogni passo che fanno, non avrebbero mododi conoscere la spontaneità e di “passare lamisura”, dando così il via a nuovi sviluppi delloro mondo. La bellezza di certi istanti nasce sempre dauna disfatta di quelli che sono i limiti di pen-siero e di relazione dell’uomo.L’ingenuità e l’immediatezza fondano la crea-tività, quest’ultima muove la vita, e la vita, asua volta, cerca di arginare la creatività pernon naufragarvi.L’argine della creatività è il senso, dentro ilsenso scorre tutto il flusso dell’esistente, ilsenso diventa opera, lavoro, ma niente puòevitare gli straripamenti improvvisi del pen-siero che delegittimano ogni volta l’idea stes-sa del limite.

Arco e frecce contro un elicottero militare.Immagine folgorante, che elude il buonsenso,lo mette in parentesi, lo costringe a muoversi.Radicalità della vita, potenza dei viventi: eccocos’emerge prepotentemente da quell’imma-gine. Noi sentiamo che c’è in ballo qualcosadi essenziale, qualcosa che ci riguarda da vici-no. Avvertiamo un legame che sospende ognigiudizio. La potenza stessa del gesto ci parlasenza aver bisogno delle parole.Ciò che qui possiamo prendere per eroismo oincoscienza è più semplicemente il fonda-mento stesso della vita, ossia la forza, la capa-cità di non indietreggiare di fronte allamorte, all’azzardo, alla qualità possibile dellapresenza.L’immagine ci folgora proprio per questo:

sembra fuori dal mondo – e in qualche modolo è, perché ci proietta verso il limite, versol’impossibile – eppure in questo stesso movi-mento riesce a sintetizzare senza mezzi termi-ni tutto ciò che noi uomini eravamo, siamodiventati e, pur con tutta la nostra “civiltà”,non sappiamo ancora essere.È come se quel velivolo minacciasse improv-visamente, anche dentro di noi, la consonan-za con l’esistente, la comunità affettuosa trauomo e natura, l’azzurro del cielo, il ritmostesso del mare.Chi può nascondere, a se stesso e agli altri,ma soprattutto al suo cuore in tumulto, ildesiderio più o meno recondito di guidareverso il bersaglio la freccia di quell’indigeno?

«Forse bisogna che l’uomo commetta degli erro-ri prima di scoprire, nel profondo di se stesso,l’elemento di verità capace di germogliare e ilcui riconoscimento condiziona il successo delsalto che s’impone. Errore e verità sembranod’altronde esaltarsi l’uno con l’altra e non potersussistere isolatamente, riproducendosi così inun amplesso eterno l’uno nell’altra. La lottasenza tregua, che a volte interrompe quest’ab-braccio, non ne condiziona forse il calore? Noinon intendiamo in alcun modo difendere qui laposizione dell’indifferenza, ma al contrario,ricavare dalla natura percepibile, dalla verità,una ragione in più per facilitare la sua rapidamaturazione. Dappertutto, vita e morte si gene-rano mutuamente, e al di là della superbia deigrandi alberi abbattuti dalla tempesta, gliocchi, domani, potrebbero sempre approfittaredello splendore delle orchidee.» BenjaminPéret, Qui fut le quilombo des Palmares?(1956).

ALFRED JARRY: POESIE. Con disegni di Jean Dubuffet. Pagine 32, € 2,00

Alfred Jarry detto l’Indiano. Ama le inquietudinidell’esistenza, le demoniache illuminazioni, lescienze occulte, l’araldica, la bicicletta, le rivol-telle. È lui che, con due pistole, durante uno spet-tacolo circense, terrorizza i vicini nel tentativo diconvincerli delle sue capacità di domatore. Èsempre lui che alla madre imbufalita per duepargoletti che giocano lì accanto, risponde di nonpreoccuparsi, che in caso di decesso «ve ne fare-mo degli altri». Una volta, dopo aver sparato auno scultore reo, a suo dire, di avergli fatto pro-poste sconvolgenti, si rivolse agli amici che lotrascinavano via dicendo: «Mica male come let-teratura, vero?...»

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69Gennaio 2011 XX MILA LEGHE SOTTO

PPOOEESSIIAA

L’opinione pubblica si è commossa in occa-sione della corsa automobilistica Parigi-Berlino1, per l’incidente che segue: in unadelle città neutralizzate, un bambino di diecianni ha inteso attraversare la strada al soprag-giungere di un veicolo che procedeva allavelocità piuttosto moderata di dodici chilo-metri all’ora, rimanendo ucciso sul colpo.Si tratta, a nostro avviso, di una cosa eccel-lente, per le ragioni che ora esporremo. I turi-sti in bicicletta o in biciclo, nell’anno 1888 o1889, erano insultati in lingua abbaiata,morsi e incitati alla caduta, finché i cani,come oggi possiamo constatare, non preserol’abitudine di scansarsi, come al passaggio diuna vettura, così anche di fronte al nuovoapparecchio locomotore. Completata l’edu-cazione canina, i frustini e gli altri strumentidestinati in quei tempi remoti alla difesa delciclista hanno potuto aggiungersi agli smon-ta-pneumatici dell’età della pietra.L’essere umano adulto ha poi imparato, ben-ché con maggiore lentezza rispetto al suocompagno quadrupede, a lasciar passare ilrapido veicolo. L’uomo a piedi non siammassa più sulle piste ciclabili, mentre vi siriscontra ancora piuttosto comunemente lapresenza dell’orso, nei pressi delle roulottedei nomadi, e una volta vi incontrammo per-fino, a dispetto dei regolamenti, un cavallosormontato da un ufficiale francese.L’essere umano in giovane età, il bambino,poiché bisogna chiamare le cose con il loronome, si esercita al coraggio delle guerrefuture attraversando la strada, per bravata,davanti a cicli e automobili. Osserviamo che,seguendo l’esempio di certe popolazioni sel-vagge, che manifestano il loro valoremostrando il didietro al nemico, benché abi-tualmente non sia esercitata troppo vicino alnemico, il bambino si diverte a correre que-sto rischio soltanto quando il pericolo èancora distante, cioè quando il veicolo nonsopraggiunge troppo rapidamente.L’incidente della Parigi-Berlino è accadutologicamente, a causa dell’assurda idea di“neutralizzare” le città. È anzi un fatto straor-dinario che un solo bambino, e non diecimi-la persone che hanno raggiunto da tempo

quella che si conviene di chiamare età dellaragione, non abbiano sgambettato davanti aicorridori che avessero dato loro il tempo difarlo. Per altri versi, si osserverà che nessunacollisione si è prodotta sulla strada, percorsaalla velocità di circa cento chilometri all’ora.Aggiungiamo, per giustificare il nostro titolo,che il pedone corre un rischio minore rispet-to al ciclista o al guidatore: si espone a unasemplice caduta dalla sua propria altezza enon alla proiezione da un veloce apparecchio,né alla rottura di questo stesso prezioso appa-recchio.Quindi, fino al giorno in cui la follia checonsiste nel lasciar circolare la gente a piedisenza autorizzazione, targa, freno, campanel-lo, tromba e fanale non sarà finita, dovremosconfiggere questo pericolo pubblico: ilpedone investitore.

Un regolamento è in corso di elaborazione alfine di dare un freno al pedone investitore.Nell’intento di documentarci più ampiamen-te sull’argomento, ci siamo esposti alla suaferocia, montando un eteromobile.Il pedone, osservato in tenera età, si è con-formato da ogni punto di vista, quanto al suomodo di procedere, alla descrizione che neabbiamo dato.Concluso l’esperimento, poiché non aveva-mo più bisogno di lui, l’umanità ci ha inve-stito del dovere di metterlo fuori uso.Ecco, crediamo, qualche prescrizione delfuturo regolamento già in vigore in diversicomuni (l’articolo quarto è applicato univer-salmente):

Articolo primoIl permesso di circolazione del pedone potràessere richiesto esclusivamente dai minori:bambini, donne e uomini che non abbianoancora svolto il servizio militare.È noto che quest’ultimo sia stato istituitoprincipalmente per inculcare nell’uomo iprimi rudimenti dell’andare a piedi.

Articolo secondoIl pedone che abbia l’età richiesta o sia muni-to di regolare autorizzazione, provvisto dei

regolamentari apparecchi di segnalazionesarà (ispirandosi alla legge che in Inghilterraregola la circolazione delle vetture prive dicavalli) preceduto, alla distanza di cinquantapassi, da un agente del Genio Civile, giurato,che agiterà una bandiera o un fanale rosso, eseguito, alla stessa distanza, da un agente dironda che agiterà a sua volta freneticamenteuna bandiera o un fanale verde.

Articolo terzoIl pedone in tenera età, per via del legittimosospetto che sia propenso a velocità esagera-te, sarà ammesso sulle strade, stanti le condi-zioni suddette, soltanto se tenuto al guinza-glio.

Articolo quartoUna sola bandiera collettiva sarà sufficienteper i pedoni intruppati; tuttavia, poiché ènecessario che la pubblica sicurezza non siacompromessa da una tolleranza tanto ampia,la truppa in questione dovrà essere precedutada una musica rumorosa a sufficienza daessere udibile alla distanza di cinquecentometri: ciascun individuo, inoltre, dovrà esse-re munito di un segnalatore a detonazione.

1 La corsa automobilistica Parigi-Berlino (27 giugno1901) ebbe un ruolo importante nella politica di disten-sione tra Francia e Germania: per questo motivo Jarryallude alla “neutralizzazione” delle città. Le polemicheprovocate dall’incidente evocato da Jarry, fatale per unbambino che assisteva alla competizione, e dai numero-si altri che funestarono la Parigi-Madrid del 1903, con-durranno alla radicale revisione dei regolamenti dellecorse automobilistiche (ndt).

* Les Piétons écraseurs, «La Revue blanche», N° 195, 15luglio 1901, e N° 202, 1° novembre 1901.

Alfred Jarry

II PPEEDDOONNII IINNVVEESSTTIITTOORRII**

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70 XX MILA LEGHE SOTTO Gennaio 2011

MMUUSSIICCAA

FRANSZISKO: LA COLLINA DEI CORVI. Pagine 64, € 3,10

Dopo Notte da lupi e Cuori solitari, Franszisko siimbarca su Nautilus con questo racconto cheaccoglie tra le sue pagine tre belle tavole di PierPaolo Marchetti.Viaggio sciamanico e viaggio virtuale si incon-trano alla fine di questa storia e concorronoentrambi a rendere manifesto il segreto deiragazzi della Collina.Un assistente sociale del comune, un riccoimprenditore, una tribù metropolitana, alleprese con il loro passato sepolto nel fondo di unaminiera da un’esplosione mortale. I ragazzi sitroveranno a difendere la loro storia sui tettiaffinché anche la memoria non venga affossata.

SUPERCIANO: ULTIMA GUERRA. Pagine 48, € 2,10

L’idea è quella di produrre un piccolo quantitativodi stronzio 90 da inviare a un grande quotidianoin una provetta sottovuoto. Lo scopo è quello dioperare una pressante minaccia contro le nazioniunite per chiedere l’immediato cessate il fuoco, laliberazione di tutti i prigionieri e l’abbandono diogni attività ostile nei confronti delle aree diautoaggregazione riunite formalmente sotto lasigla del fronte di liberazione totale o meno.Questo sì che è giocare pesante.Ho scritto Ultima guerra perché voglio farne unfilm visionario, di cui questo testo è la mappaesplorativa, imprecisa e intuitiva, per territori sco-

nosciuti – sperabilmente non solo di guerra e non solo visuali, ma di autogestione eautoproduzione libertaria, territori ancora tutti da esplorare.

CCC CNC NCN: Proclami/Suicidio. Box conlibretto 24 pagine, CD. € 7,80, (6,20 per i distributori)

Ghiaccio, CCC, Sacro, CNC, Recitano, NCN.Ecco la no-band ostile ai nastri magnetici registrati, piùincline alla presenza virale sulle strade delle metropoliinsanguinate dal potere. Ristampa del libretto e dell’LP“Suicidio modo d’uso” in CD, tutto inscatolato.L’epidemia sonora CCC CNC NCN è un suono che partedalla disgregazione dada, dal furore futurista e dallaperversione della musica industriale, per approdare aun’anarchia selvaggia, con una sorta di introspezioneneuropsichica che ricorda gli acid-test dei tempi chefurono, gli psichedelici più “dilatati”. Superate le esplo-razioni del subconscio collettivo dove una certa enfasiveniva sempre posta sulle pulsioni di violenza e di sessomaniacale, la tendenza allo sfascio diventa qualcosa dipiù sottile e perverso, una distruzione melodica deimodi docili attraverso una efferata tortura sonora chesmonti pezzo per pezzo l’organismo nocivo del potere.

SINT. Pagine 14, quadricromia 22,5 x 21 cm +CD. € 10,30

Una storia di strani connubi, tra suoni e immagini,macchina e mano, ritmo e melodia, tratto e colore. Lafiabesca metamorfosi di un uomo stanco. Sogno orealtà? Lo spettacolo attende lo spettatore ovunque! Eallora in quale grado di realtà potremo seguirlo nellesue peripezie cromatiche? Un libro di 12 tavole a coloricon un CD di 12 tracce stereo. Musiche colorate, disegniritmati.

CONTRAZIONE: STORIA E MEMORIA.Pagine 56 + CD, € 12,00

Quello che avete in mano non è un’operazione edito-riale, non è la solita operazione nostalgica che a distan-za di 20 anni porta a ristampare su cd musica punk,grezza e mal registrata, per gratificare e autocelebrareun gruppo di amici... Quello che avete in mano è un contributo che iContrAzione oggi nel 2006 vogliono lasciare a chi que-

gli anni (1983-85) non li ha vissuti, una sorta di riven-dicazione su quello che era la “scena punx Torinese”.Uno stimolo per chi quegli anni li ha vissuti, per raccon-tare la propria storia... prima che a pensarci sia qualcunaltro... prima che la solita ondata di revisionismo cultu-rale si abbatta sulle radici di quel “movimento” che haportato Torino a essere, da città grigia e senza spazi diautogestione, a una città con 4 spazi occupati di arealibertaria, con una radio autogestita, con una massicciaproduzione di dischi, cd, libri, video, ecc. sempre rigida-mente autoprodotti, fuori dal mercato e dalle sueleggi... La rivendicazione di un metodo, di come autogestione &autoproduzione non siano rimaste solo parole e diquanto siano valide oggi come allora. Quello che avete in mano è un piccolo documento sulla“storia” dei ContrAzione, contestualizzata alla realtà diTorino nei primi anni ’80 ed è anche un cd che com-prende tutto il materiale inciso su vinile dal gruppo: lafacciata C.A. dell’lp split “Franti-ContrAzione” (1984autoproduzione) e il mini lp “Cine occhio – storia ememoria” (1985 blubus autoproduzioni).

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71Gennaio 2011 XX MILA LEGHE SOTTO

IILL NNOOVVEECCEENNTTOO

FRANS MASEREEL:GROTESKFILM.Pagine 64, € 4,10

Sulla scia dell’Idea, pubblicata nel 1984 e da tempoesaurita, riproponiamo una opera dell’artista belga diorigine fiamminga, Frans Masereel. Una serie di 18 dise-gni in doppia pagina pubblicati nel 1921 dall’editoreberlinese J. B. Neumann. Per chi conosce Masereel saràuna bellissima sorpresa, trattandosi di un’opera ineditain Italia, ma ancor più per l’evidente differenza dellostile di queste incredibili tavole rispetto a tutte le succes-sive. Dal punto di vista stilistico si impone il richiamo aGeorge Grosz, amico di Masereel in quegli anni e con ilquale condivide la concezione dell’arte: al di là della tec-nica quello che conta è una forma che si tramuti in azio-ne.«Non sono abbastanza esteta per sentirmi soddisfatto diessere artista» dirà Masereel in una intervista, purnegando sempre il carattere politico della sua opera afavore di un punto di vista umano. È l’uomo infatti alcentro delle sue storie, l’uomo in lotta contro tutte leforme di oppressione e le sue stesse debolezze; l’uomoche Masereel auspica di vedere come unico re sulla terra. Il libro è corredato da fotografie poco conosciute dell’ar-tista che lo ricordano insieme a quanti hanno condivisocon lui le tappe più significative della sua vita.

RICHARD HUELSENBECK: EN AVANT DADA.STORIA DEL DADAISMO. Pagine 72, € 6,70

«Essere dadaisti è alla portata di tutti. Dada non si limi-ta a una qualunque forma d'arte. Il dadaista è il came-riere del bar Manhattan che serve il curaçao con unamano e si becca la gonorrea con l'altra. Il dadaista è ilsignore in impermeabile che intraprende ormai per lasettima volta il giro del mondo. Dovrebbe essere dadai-sta chi comprende, una volta per tutte, che si ha il dirit-to di avere delle idee solo quando si applicano nella vita

– dadaista è la personatotalmente attiva – che vive solo d'azione, suo unicomezzo di conoscenza.Tutto stupito guardi la luna, che ti sembra un buon ter-reno per un investimento, quando il postino ti porta untelegramma, in cui si annuncia che tutti i tuoi polli sonomorti d'afta, che tuo padre cadendo si è infilzato in unaforca e ci è rimasto, che tua madre è volata in mille pezzia causa delle sue nozze d'argento (ma può essere anchestata la padella a restare appesa alle orecchie, non so).I giorni si susseguono come i movimenti dei tuoi intesti-ni, e tu, nonostante sia frequentemente minacciato dalsoffocamento per una spina di pesce, tu vivi ancora. È lavita, mio caro amico; questo è il vero dadaismo».

UN INCONTROLADO: PROTESTA DI FRONTE AI LIBERTARI DEL PRESENTE E DEL FUTURO SULLE CAPITOLAZIO-NI DEL 1937. Pagine 64, € 5.00

Questo appello di un ignoto militante anarchico della"Colonna di Ferro", una formazione del popolo in arminata nella rivoluzione spagnola del 1936, sembra pro-prio essere, fino a oggi, lo scritto più veridico e più belloche quella rivoluzione proletaria ci ha lasciato.Il contenuto di quella rivoluzione, le sue intuizioni e lasua pratica sono riassunti in modo freddo e appassiona-to. Le principali cause della sua sconfitta vi sono lucida-mente denunciate: quelle che derivarono dalla costanteazione controrivoluzionaria degli stalinisti che presero ilposto, nella Repubblica, delle forze borghesi disarmate,e dalle costanti concessioni dei responsabili della CNT-FAI.Chi rivendica fieramente il titolo, allora ingiurioso, di"incontrolado" ha dato prova di grande senso storico estrategico. La rivoluzione è stata fatta a metà, dimenti-cando che il tempo non aspetta. «Ieri eravamo padronidi tutto oggi lo sono loro» e non rimane altro per i liber-tari della Columna de Hierro che «continuare fino allafine» insieme; dopo aver vissuto un momento così gran-

de, non è possibile «dividerci, andarcene, nonvederci più». Ma tutto il resto è stato rinnegato edilapidato.La Columna de Hierro fu poi integrata nell'"eser-cito popolare" della Repubblica, con il nome di83a Brigata. Il 3 maggio la rivolta armata deglioperai di Barcellona fu sconfessata dagli stessiresponsabili, che riuscirono a farla finire il 7maggio. Non rimasero più in campo che duepoteri statali della controrivoluzione, dei quali ilpiù forte vinse la guerra civile.

DANIELE GAGLIANONE – MASSIMOMIRIDE CON LA COLLABORAZIONE DIEVANDRO FORNASIER, ILBUIOFUORI:COME ORDINI URLATI IN UNA TEMPESTA DI VENTO. Teatro sonoroispirato alla vita e agli scritti di MalcolmLowry. Pagine 44, ill. + CD, €€ 12,00

Questa non è, né vuole essere, una biografia di MalcolmLowry. Nel lavoro che qui presentiamo ci siamo concen-trati soprattutto su due romanzi, Caustico Lunare e Sottoil Vulcano, e su alcune delle sue non numerose poesie.Abbiamo immaginato che il destino dello scrittore fosseun’unica cosa con il destino dei personaggi da lui creati;e così, ad esempio, la morte del nostro Lowry evoca lamorte del console Firmin, proprio perché fra autore ecreature letterarie la simbiosi è totale. Il vero protagonista di tutto ciò che Lowry ha scritto èLowry stesso. In questo racconto sonoro sono individuabili tre elementinarrativi; una voce narrante, non priva di sarcasmo, checi racconta il peregrinare del signor Rimorso/MalcolmLowry da un ospedale psichiatrico di New York alle betto-le del Messico dove perdersi nel mescal; la voce del signorRimorso, una voce spesso impaurita e attonita; e la vocemultiforme delle sue poesie, come se si trattasse di fan-tasmi che riprendono vita. Tutto questo è inserito in untappeto che è di volta in volta sia musicale sia una sortadi scenografia sonora.

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