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EVOLUZIONE E CRISI DEI MERCATI FINANZIARI Dalla bolla speculativa dei tulipani ad oggi Project work STORIA ECONOMICA PROF. LEPORE A.A. 2013/2014 1 MARTONE DONATO FEOLA DEL BENE LAZZARO MORLANDO ANTIMO

Evoluzione e crisi dei mercati finanziari - Martone

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Evoluzione e crisi dei mercati finanziari

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EVOLUZIONE E CRISI DEI MERCATI FINANZIARI

Dalla bolla speculativa dei tulipani ad oggi

Project work STORIA ECONOMICA – PROF. LEPORE A.A. 2013/2014

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MARTONE DONATO FEOLA DEL BENE LAZZARO MORLANDO ANTIMO

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MERCATI FINANZIARI Definizione e caratteristiche

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Cos’è un mercato finanziario?

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• Un mercato finanziario è un luogo ideale nel quale vengono scambiati strumenti finanziari di varia natura a medio o lungo termine.

• Esso consente il trasferimento del risparmio dai soggetti che lo accumulano definiti "in avanzo finanziario" ai soggetti che lo richiedono, definiti “in disavanzo finanziario" .

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Criteri di classificazione dei mercati finanziari

1) Natura degli strumenti negoziati Mercati creditizi

Mercati mobiliari

2) Funzione svolta dai mercati Mercati primari

Mercati secondari

3) Scadenza degli strumenti negoziati Mercato monetario

Mercato dei capitali

4) Taglio delle transazioni Mercati al dettaglio

Mercato all’ingrosso

5) Modalità di negoziazione Mercato ad asta (o order driven)

Mercato di market maker (o quote driven)

6) Localizzazione degli scambi Mercato fisico

Mercato telematico

7) Esistenza di una specifica

regolamentazione/organizzazione

Mercati regolamentati (o organizzati)

Mercati non regolamentati (o OTC o SSO o MTF)

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Quali sono le funzioni dei mercati?

I mercati finanziari hanno fondamentalmente 5 funzioni:

• Finanziamento;

• Pricing dei titoli;

• Liquidità dei titoli;

• Riduzione dei costi di transazione;

• Trasferimento del controllo delle spa;

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Microstruttura Regole Supervisione

: Sono caratterizzati da:

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L’efficienza dei mercati finanziari

Efficienza allocativa Capacità di collocare le risorse disponibili tra i richiedenti fondi in una scala di priorità basata su caratteristiche di rischio-

rendimento.

Efficienza operativa Generare condizioni operative

necessarie per minimizzare costi di transazione e massimizzare condizioni incontro domanda-

offerta.

Efficienza informativa Tutte le informazioni rilevanti nella formazione dei prezzi sono note a tutti.

Efficienza valutativa Capacità del prezzo di

ciascuna attività finanziaria di incorporare il suo valore

fondamentale ed essere quindi pari al valore attuale

dei flussi attesi.

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L’efficienza informativa dei mercati finanziari

Effic

ien

za in

form

ativa

Forma debole Sono noti solo i prezzi del passato per cui i prezzi si

formeranno come proiezione storica e non

incorporeranno informazioni attuali.

Forma semi-forte E’ nota l’informazione di dominio pubblico

(bilanci, utili previsti, etc.) e quella sui prezzi passati. Il prezzo incorpora tale livello di informazione è favorito

chi ha a disposizione informazioni riservate.

Forma forte I prezzi riflettono l’informazione storica, quella di

carattere pubblico e quella di fonte riservata. È una condizione difficilmente realizzabile.

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Psicologia e mercati finanziari • La teoria classica, cosiddetta Efficient Market Hypothesis, basata sull’assunzione che

tutti gli investitori sono razionali, sembra superata dalle continue ricerche nel campo della Behavioural finance. Le speculazioni sono frutto di asincronie informative del mercato.

• Gli investitori non sono sempre razionali. Infatti, quando ricevono nuove informazioni, essi NON aggiornano in modo razionale le loro convinzioni precedenti. L’evidenza di questo fatto è data dai seguenti fenomeni:

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5. ECCESSO DI SUPERBIA

2. REAZIONE ECCESSIVA

4. SELF-MONITORING

3. CONSERVATORISMO

1. ECCESSIVO OTTIMISMO

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La finanziarizzazione dell'economia • Il tasso di finanziarizzazione dell'economia è dato dal rapporto tra complesso degli

strumenti finanziari in circolazione in un determinato periodo (azioni, crediti) e il prodotto lordo di un singolo paese o dell'economia mondiale.

• E’ stata rilevata una connessione tra sviluppo degli scambi commerciali e formazione di attività finanziarie: da una recente ricerca risulta che una crescita del 10% del rapporto tra commercio estero e prodotto lordo è stata associata a una crescita delle attività finanziarie di 29 punti percentuali.

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• In Italia questo rapporto è cresciuto da 1 a 5 nel 1980 fino a 1 a 7 nei primi anni 2000. Le cause sono state:

- Esplosione debito pubblico (anni ‘80);

- Vertiginosa crescita mercato azionario (dagli anni ’90);

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BULL AND BEAR

Simboleggiano l’andamento del mercato: il toro rappresenta il rialzo, l’orso il ribasso

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MERCATI FINANZIARI –

Cenni storici

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Origini • Per quanto i mercati finanziari possano sembrare

moderni e di recente istituzione dobbiamo rilevare tuttavia quanto le loro origini siano ben radicate nel passato e il loro sviluppo sia direttamente collegato con l’evoluzione del commercio.

• Già Sumeri e Babilonesi, alcuni millenni prima della nascita di Cristo, facevano custodire i loro averi dai sacerdoti del tempio.

• In Grecia operavano i “trapeziti”, professionisti che fungevano da cambiavalute, raccoglievano tasse e tributi per conto della comunità cittadina ed erogavano prestiti. Tale funzione era svolta nell’Antico Egitto e a Roma dagli “argentari”.

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Medioevo • Nel Medioevo assistiamo alla comparsa

delle lettere di credito. Non sono altro che i primi assegni: i banchieri si prestavano come garanti dei pagamenti, firmando una lettera (detta appunto "di credito") che li impegnava a pagare somme per conto di chi le portava.

• Predominanza finanza italiana.

• Nascita del debito pubblico: nel 1167 la Repubblica di Venezia impose un prestito forzoso ai suoi cittadini abbienti.

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Rinascimento • La prima compravendita di titoli nella storia

dell’umanità si fa risalire al 1500 nella città belga di Bruges.

• Si trattava di un mercato organizzato che si teneva in un palazzo di proprietà della famiglia dei Van der Bourse, il cui stemma era rappresentato da tre borse, dal cui nome si farebbe derivare la denominazione di Borsa.

• Viene unanimemente considerata come la prima Borsa Valori della storia quella istituita nel 1531 nella città tedesca di Anversa. I prezzi delle merci venivano contrattati da questi “operatori” in un determinato edificio, la Borsa.

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Stemma originale famiglia Van Der Bourse

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• Nel XVI secolo, iniziarono a svilupparsi nei grandi centri “borsistici” operazioni di prestito a favore di monarchi: si iniziarono così a negoziare le prime obbligazioni statali.

• Filippo II di Spagna fu finanziariamente il re più ricco del suo tempo e paradossalmente anche il più indebitato, nei confronti dei banchieri genovesi.

• Cominciarono anche le negoziazioni di quote di comproprietà di imprese: nacquero così le prime società di capitali. Un esempio emblematico è rappresentato dalla compagnia olandese delle Indie Orientali, fondata nel 1602 con un capitale sociale di 6.459.840 fiorini.

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• In Francia, le prime Borse si fanno risalire a quelle di Lione del 1548, di Tolosa del 1549, di Rouen del 1556 e di Bordeaux del 1571, mentre per la nascita della Borsa di Parigi si deve attendere fino al 1724.

• In Inghilterra, si deve a Sir Thomas Gresham la creazione della Borsa inglese, per il commercio della carta internazionale, nel 1564. Solo nel 1801 si aprono le prime contrattazioni alla London Stock Exchange.

• Negli Stati Uniti d’America, nel 1792 nacque il New York Stock Exchange, NYSE, situato nella nota strada di Wall Street.

• Le origini della Borsa Italiana risalgono al 1808, quando E. di Beauharnais fondò la "Camera di Commercio di Milano.

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Finanza e globalizzazione delle comunicazioni

• Le innovazioni nei sistemi di trasmissione di notizie ed informazioni che si verificarono nel XIX secolo influirono profondamente anche sulla finanza globale.

• Invenzioni quali il telegrafo (1835) e il telefono (1877) furono impiegate inizialmente in ambito militare ma soprattutto finanziario. La radio (1896) , la televisione (1940 – 1960), quali strumenti di comunicazione di massa, permisero l’accesso ad una elevata quantità di informazioni.

• Inoltre, la diffusione di internet, a partire dagli anni 90 del novecento ha permesso l’invio e la ricezione di informazioni, nonché acquisto e vendita di strumenti finanziari in tempo reale.

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Telegrafo Morse

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La “deregulation” degli anni ‘70 • A partire dagli anni ‘70 si procede a una forte deregolamentazione dei mercati.

Il termine “deregulation” indica sostanzialmente un processo di snellimento e diminuzione delle regole e delle leggi, in questo caso riferite al sistema finanziario.

• Le giustificazioni principali possono essere riassunte nei seguenti punti:

- i mercati funzionano al meglio quando sono liberi di far fluire i capitali dai settori in declino verso nuovi impieghi più redditizi, aumentando la produttività dell’economia e l’efficienza complessiva del sistema;

- I nuovi strumenti finanziari, sempre più sofisticati, offrono nuove possibilità agli investitori e aumentano le possibilità di accesso al credito;

- l’informatizzazione degli ultimi decenni ha permesso di abbattere i costi di transazione delle operazioni, dando inizio ad una nuova forma di trading “istantaneo”.

• Nel lungo periodo, una forte deregolamentazione determina una notevole instabilità del sistema finanziario ed eccessi speculativi.

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L’evoluzione dei mercati finanziari nel

nuovo millennio

• La Borsa diventa telematica durante gli anni ‘90 ed accessibile agli investitori per il tramite di intermediari tra loro collegati da un rete informatica.

• Con la costituzione della zona Euro, gli Stati appartenenti hanno avviato un processo di ammodernamento delle strutture tecniche e giuridiche sulla borsa valori.

• L’anno di partenza delle fasi più recenti del processo di creazione del mercato finanziario unico in Europa può essere considerato il 1999, attraverso approvazione del “Financial Services Action Plan” ; inoltre, il 1° gennaio 1999 è

la data di entrata in vigore dell’UME

• Nel 2000 si forma l’ Euronext, che collega i mercati di Francia, Olanda, Belgio e Portogallo .

• Nello stesso periodo si integrano le borse dei paesi scandinavi e balitici creando l’Omx.

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L’integrazione dei mercati finanziari nell’area dell’euro:

i mercati azionari

• Più integrazione minore costo del capitale più sviluppo.

• Il portafoglio si diversifica per settore ( invece che per paese).

• La capitalizzazione del mercato azionario è cresciuta molto di più che negli Usa ma resta molto minore di questa.

• La crescita è dovuta essenzialmente alla liberalizzazione di alcuni mercati (come quello dell’energia elettrica).

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DEFINIFIZIONE E DINAMICA

DELLE PRINCIPALI CRISI

FINANZIARIE

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Cos’ è una crisi finanziaria?

• In un contesto macroeconomico si è in presenza di una crisi finanziaria quando la domanda di denaro, sotto forma di capitali da parte delle aziende, è superiore all'offerta da parte delle banche e degli investitori.

• Possiamo individuare in ogni crisi finanziaria un premessa comune e quattro fasi di gravità crescente.

1. Formazione di una “bolla finanziaria”.

2. Crisi finanziaria vera e propria: riduzione della liquidità e dal crollo della fiducia all’interno dei mercati finanziari.

3. Effetti sull’economia reale.

4. Crisi cumulativa dell’economia reale.

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1ª fase: bolla speculativa • Con il termine bolla speculativa si definisce il sentiero esplosivo che si forma nel

prezzo di un bene e che lo porta, progressivamente sempre più distante dai valori compatibili con le fondamentali economiche dello stesso, dove con fondamentali economiche ci si riferisce a quelle particolari ragioni economiche che sottostanno al movimento di un prezzo.

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• Durante la formazione di una bolla le quotazioni di Borsa capitalizzano aspettative impossibili da misurare.

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Cosa accade durante una bolla speculativa?

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2ª fase: Crisi finanziaria • L’euforia irrazionale contagia interi mercati e si estende ad altri segmenti del

mercato creditizio mondiale.

• Gli operatori maggiormente esposti, come banche ed operatori finanziari falliscono. Quindi essi non sono in grado di restituire i debiti contratti e la crisi si espande ai loro creditori (effetto domino).

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• Sono necessari interventi da parte delle autorità competenti al fine di definire una severa regolamentazione, per evitare l’espansione della crisi finanziaria e la produzione di effetti sull’economia reale. Tra questi prestiti , nazionalizzazione o ricapitalizzazione delle banche in crisi.

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3ª fase: effetti sull’economia reale

• La caduta dei corsi delle borse e dei prezzi dei beni non deperibili coinvolti nella bolla speculativa spingono i consumatori a ridurre le spese, in quanto li fanno sentire meno ricchi (effetto ricchezza).

• La minore disponibilità di credito, alla quale si accompagna un aumento dei tassi di interesse, oltre a frenare ulteriormente i consumi, impedisce l’attuazione dei progetti di investimento.

• L’aumento del costo di prendere a prestito appesantisce i bilanci dei paesi che debbono far fronte a livelli di debito pubblico elevati.

• Aumento del costo delle materie prime e fuga di capitali verso economie emergenti.

• Crisi valutarie

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La dinamica economica rallenta e l’economia entra in una fase di STAGNAZIONE.

I paesi maggiormente coinvolti sono quelli maggiormente esposti alle transazioni internazionali e che sono più deboli quanto a posizione sui mercati finanziari internazionali.

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4ª fase: crisi cumulativa dell’economia reale

Tre errori di politica economica furono all’epoca commessi:

• Fu ridotta (da parte della Fed) la liquidità, contenendo la quantità di moneta legale immessa nel mercato, anziché aumentarla in presenza di una riduzione della moneta bancaria.

• Vennero ampliate le barriere protezionistiche a favore delle imprese nazionali nonostante il paese si trovasse in una situazione di attivo della bilancia commerciale. Il resto del mondo reagì immediatamente adottando le politiche che saranno poi definite di “beggar-thy-neighbour”.

• Vennero ridotti salari e prezzi. L’effetto che si produsse fu quello di incentivare il rinvio delle spese interne, sia per consumi che per le assunzioni di lavoratori.

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La quarta fase è stata raggiunta nella storia del capitalismo in una sola occasione: la crisi finanziaria del 1929.

Solo attraverso politiche keynesiane messe in campo da Roosevelt gli USA uscirono dalla crisi.

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LA PRIMA CRISI SPECULATIVA

DELLA STORIA

1637 : la bolla dei tulipani olandesi

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Tulpenmanie

• In Olanda la coltivazione dei tulipani iniziò nel 1593.

• L'interesse per i tulipani coincise con una fase di crescita

commerciale dei Paesi Bassi.

• Per le sue caratteristiche il tulipano divenne rapidamente una merce

di lusso.

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• Ben presto gli individui iniziarono ad acquistare tulipani per fini

speculativi.

• Incredibile ma vero, con l’elevato valore (e l’elevata stupidità umana)

del tulipano si arrivò a considerare il bulbo come un solido

investimento per il futuro.

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Dinamica delle vendite

• In un primo momento le vendite dei bulbi avvenivano dalla fine di giugno, quando si dissotterravano, fino a settembre, mese in cui si ripiantavano.

• In seguito operatori del mercato iniziarono, durante gli altri mesi, a firmare contratti "a termine" davanti ad un notaio per l'acquisto di tulipani con l'impegno di consegnare i bulbi in estate.

• Nel 1636 era stato creato un mercato formale di questi futures, dove si commerciavano gli atti d'acquisto e non più i bulbi. Questa pratica fu soprannominata "commercio del vento“. Il bulbo divenne così un “future” sul tulipano.

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• Nel 1636 i prezzi iniziarono a salire vertiginosamente. Il

prezzo record fu pagato per il bulbo più famoso, il Semper

Augustus, venduto per 6000 fiorini (circa 70000 euro).

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Scoppio della bolla

• Il crollo iniziò il 6 febbraio del 1637, apparentemente

scatenato da un'asta di bulbi di tulipani "normali" andata

deserta ad Haarlem.

• Si incominciò a pensare che la domanda di tulipani non

avrebbe potuto più mantenersi a quei livelli, e questa opinione

si diffuse man mano che aumentava il panico.

• Il prezzo dei tulipani subì un brusco ribasso causando ingenti

perdite ad agricoltori e speculatori.

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Azioni successive

• Il 24 febbraio 1637 fu deciso di convertire i contratti a termine

in contratti di opzione.

• Le conseguenze dello scoppio della bolla furono disastrose per

ogni classe sociale, dai contadini alla nobiltà.

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Questo grafico mostra come il valore di mercato del tulipano si

discostava ampiamente dal valore reale. Soprattutto permette

riflettere sul fatto che un semplice fiore abbia creato un disastro

economico a causa dell’avidità umana.

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“ I rapporti umani sono come le bolle: fragili. Come i tulipani. Quella dei tulipani è la storia della bolla più assurda di tutti i tempi. Nel ‘600 in Olanda il prezzo dei bulbi di tulipano salì al punto che si poteva comprare una bellissima casa sul canale di Amsterdam per il valore di un unico bulbo. Fu chiamata la “febbre dei tulipani”. Poi il mercato crollò e ti davano 10 bulbi per 2 dollari. La gente perse tutto…ma chi se lo ricorda più?”

Gordon Gekko, Wall Street 1987

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LA CRISI DEL 1929

Il crollo della borsa di New York

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La crisi del ’29

Il crollo di Wall Street, il grande crollo, la crisi del 1929, sono tutte espressioni usate per indicare un periodo della storia economica del Novecento durante il quale si ridussero considerevolmente e su scala mondiale produzione, occupazione, redditi, salari, consumi, investimenti, risparmi, ovvero tutte le grandezze economiche il cui andamento caratterizza di norma lo stato di progresso o di regresso dell'economia di un paese.

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Contesto storico-sociale Gli anni ruggenti in America: Breve recessione e ripresa

economica nel dopoguerra

• Durante la Grande Guerra la spesa federale cresce rapidamente

fino a raggiungere il triplo delle entrate fiscali. Il Governo

intraprende una politica di tagli alla spesa che porta a una

breve recessione.

• Il rientro dei soldati americani dalla Guerra e il loro

reinserimento tra la forza lavoro e la produzione , risolleva

l’economia americana.

• L’economia è in continua crescita grazie all’alta produttività, ai

bassi tassi d’interesse, all’elevata offerta di lavoro e ai salari

non indicizzati a causa dello scarso potere sindacale sul quale

si basava questa nuova economia americana.

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Euforia e crollo dei mercati

In questo clima favorevole per le imprese,la borsa cresce a tassi sostenuti tra il 1928 e il 1929. La crescita dei corsi azionari è inoltre sostenuta dai tassi d’interesse ancora bassi, dalla facilità di credito e dall’assenza di norme che limitino la capacità di prestito delle banche, che consente dunque operazioni speculative. La crescita dei profitti industriali, accompagnata da aspettative ottimistiche circa l’andamento futuro dell’economia, tende a produrre un clima di euforia sui mercati, rafforzato dalle dichiarazioni di importanti economisti e esponenti del mondo finanziario e industriale. Gli ultimi giorni di ottobre tuttavia segnano una netta inversione di tendenza, impressa nella memoria degli speculatori nel crollo del 29 ottobre, il martedì nero.

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Aspetto finanziario

e formazione della Bolla

• L’esistenza di risparmi cumulati e l’assenza di limiti alle

attività speculative crearono le condizioni per un ampio ricorso

al credito da parte degli investitori e spinsero questi ultimi,

insieme alle banche, alla speculazione in Borsa.

• All’aumento del valore delle azioni industriali tuttavia non

corrispondeva un effettivo aumento della produzione e della

vendita dei beni.

• Formazione della Bolla Speculativa

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Le Giornate Decisive …

• Lunedì 21 ottobre era stato un giorno molto negativo. Quel giorno le vendite ammontarono a 6.091.879 seminando preoccupazione tra gli azionisti e tra gli stessi speculatori.

• Mercoledì 23 fu un'altra giornata di nervosismo sul mercato. Quel giorno si vendettero circa 2.600.000 azioni: ai comuni investitori si richiedevano maggiori garanzie collaterali e dunque, in definitiva, più soldi per la speculazione.

• Giovedì fu il primo di una serie di giornate rovinose per il mercato azionario. Furono 12.894.650 le azioni che cambiarono di mano, a prezzi via via più bassi, gettando nella disperazione molti risparmiatori e investitori. Durante la giornata, si verificarono vere e proprie vendite da panico, negli ambienti dello Stock Exchange, sede della borsa valori, si respirava un'aria di profondo nervosismo,

mentre già si diffondeva la voce che undici noti speculatori si fossero tolti la vita.

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Lunedì 28 ottobre altri investitori decisero di uscire dal mercato e la discesa

continuò con una perdita record del Dow Jones per il giorno del 13%. Il giorno

seguente, il "Martedì nero", 29 ottobre 1929, furono scambiate 16,4 milioni di

azioni, un numero che superò il record stabilito cinque giorni prima e che non

fu superato sino al 1969.

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The Black Tuesday

• Con l'espressione Martedì nero (Big Crash) ci si riferisce al

giorno del crollo della borsa valori avvenuto il 29

Ottobre 1929 a New York, presso lo Stock Exchange, sede

del mercato finanziario più importante per volume degli Stati

Uniti.

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« Coloro che comprarono azioni nella metà del 1929 e le tennero videro passare

la maggior parte della vita da adulti prima di ritornare in pareggio. »

R. Salsman

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I giornali italiani

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La conseguenza diretta del crollo della borsa fu la caduta dei

prezzi agricoli, delle materie prime e, poi (ma in misura

minore), dei prodotti industriali e la rapida contrazione del

commercio in tutto il mondo, il che non poteva non riflettersi

negativamente sul potere d’acquisto degli strati produttivi di

tutti i paesi. Ma l’effetto depressivo del crollo borsistico

sull’economia reale passa per vari canali.

Caratteri della Crisi e canali di

propagazione

Page 49: Evoluzione e crisi dei mercati finanziari - Martone

La letteratura specialistica sottolinea in particolare l’importanza dell’“effetto ricchezza”, che porta ad una drastica riduzione dei redditi da capitale delle famiglie americane, le quali, di conseguenza, riducono i loro consumi, provocando una brusca caduta della domanda e il conseguente calo della produzione e dell’occupazione. Negli anni venti, tuttavia, solo una percentuale limitata (circa il 16 per cento) delle famiglie americane possiede titoli di borsa. La caduta della domanda è piuttosto dovuta ai fallimenti industriali e bancari (falliscono più di 4000 istituti di credito, quasi uno su due), alla caduta degli investimenti (sia per la crisi bancaria, sia per le aspettative negative sull’andamento generale dell’economia), alla perdita di posti di lavoro (e la conseguente riduzione della propensione al consumo) e alla contrazione del credito.

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Aspetto Bancario

Le conseguenze del crollo dei mercati, in altri termini, passano più per il canale bancario, in forma innanzi tutto di crisi di Liquidità. La crisi di liquidità, a sua volta, si trasmette al settore produttivo come crisi degli investimenti, dapprima come difficoltà concreta da parte delle imprese di ottenere i fondi necessari alle attività produttive e, successivamente, come crisi di fiducia, nel senso che il peggioramento delle aspettative degli imprenditori circa l’andamento futuro dell’economia scoraggia gli investimenti e l’attività produttiva in genere.

« Le banche avevano ritirato improvvisamente

dal mercato diciottomila milioni di dollari,

cancellando le aperture di credito e

chiedendone la restituzione »

(Emile Moreau, Governatore della Banca di

Francia, 8 febbraio del 1928)

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Politica economica

La crisi fu aggravata anche dalla politica economica seguita dagli Stati Uniti. Con le loro esportazioni di capitali, avevano contribuito a mantenere in equilibrio la bilancia internazionale dei pagamenti. Scoppiata la crisi, essi non accrebbero questa esportazione di capitali, anzi iniziarono il ritiro dall’estero dei capitali a breve termine (la “Moneta Calda”). Questa tendenza al ritiro dal mercato internazionale, specie europeo, fu rafforzata dalla politica doganale che gli Stati Uniti perseguirono. La tariffa doganale (la famosa Hawley-Smoot) che essi adottarono a partire dal giugno 1930, fu duramente protezionistica, e, quel che è più grave, costituì un pericoloso precedente. Sul piano valutario, inoltre, nel difendere il dollaro dagli attacchi speculativi che tentano di deprezzarlo, la Federal Reserve alza i tassi d’interesse, aggravando le condizioni dell’economia reale.

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… E la Disoccupazione

Secondo i dati della Società delle Nazioni, la disoccupazione

superò nel 1932 i 25 milioni di unità cui bisognava

aggiungere i milioni di lavoratori agricoli e di contadini che,

se non disoccupati, erano occupati quasi ovunque solo

parzialmente. La disoccupazione fu aggravata dalle politiche

deflazionistiche adottate per evitare conseguenze sul bilancio

statale: riduzione degli stipendi, aumento della tassazione

diretta anche sui salari, e drastica riduzione della spesa

pubblica.

Page 53: Evoluzione e crisi dei mercati finanziari - Martone

Azioni

• Il Congresso degli Stati Uniti varò il Glass-Steagall Act nel

1933, il quale imponeva una separazione tra le banche

commerciali, che gestiscono depositi e forniscono mutui,

e banche d'affari, che sottoscrivono, stabiliscono e

distribuiscono azioni, obbligazioni e altri titoli.

• In seguito a tale esperienza, i mercati azionari nel mondo

istituirono misure per sospendere temporaneamente gli

scambi nel caso avvengano declini rapidi, sostenendo che

preverrebbero vendite da panico di tale entità.

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Riepilogando …

Cause

• Speculazione e false speranze

• Bolla speculativa

• Crollo Mercato azionario

Effetti

• Riduzione della ricchezza

• Riduzione della Domanda e

del Reddito

• Fallimento Sistema Bancario,

Crisi di Liquidità e Liquidity

Trap

• Politica Fiscale deflazionistica

• Aumento Disoccupazione

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LA CRISI FINANZIARIA DEL 2007 Bolla immobiliare negli Usa e la sub-bolla delle

materie prime

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Una preview della crisi • Uno dei più importanti impegni politici del governo

Bush era quello di facilitare i mutui sulle case, il cosi detto American Dream. Infatti dal 2001 al 2006 il tasso di interesse della FED fluttuava all’1%. Il nuovo tasso di interesse e un cambiamento delle regole seguite dalle banche per approvare un mutuo ( regole molto meno severe) amplificano il numero di nuovi mutui, molto di questi erano a tasso variabile o misto.

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LA BOLLA IMMOBILIARE NEGLI USA

• Negli anni tra il 2001 e il 2006, la liquidità disponibile sul mercato statunitense determina :

1. Un’impennata dei prezzi immobiliari; 2. Un aumento dell’indebitamento delle famiglie; 3. La diffusione dei mutui “subprime”, concessi a soggetti di non

primaria solvibilità, per i quali si prevede tuttavia che il pieno valore della casa sarà coperto dall’andamento a rialzo dei prezzi;

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Il debito spinge il consumo, che, a sua volta, spinge la crescita economica.

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Grafico Interesse americano FED – a lungo termine

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LA CRISI DEI MUTUI SUBPRIME

• Nel giro di due anni i tassi di riferimento furono portati tra il 2005 e il 2007 dall'1,5% al 5,25% per intervento della FED. Gli effetti furono:

1. Un rallentamento nel settore immobiliare;

2. Un aumento delle rate e delle insolvenze;

3. Incrementarono il numero di pignoramenti e delle vendite immobiliari, generando un’ulteriore caduta dei prezzi;

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La cartolarizzazione

• Le banche non tenevano per se i mutui ma li cartolarizzarono. In diritto commerciale, il rapporto di credito tra debitore e il primo creditore prende il nome di credito fondamentale, mentre il rapporto di credito tra debitore e tutti i successivi prenditori del titolo in cui il credito è incorporato prende il nome di credito cartolare, da qui il nome. La cartolarizzazione dei mutui implica il loro raggruppamento in un’unica scatola che poi viene divisa in quote, ossia in molte parti uguali che poi vengono rivendute. Quando un investitore compra uno di questi titoli non può controllare la qualità di ogni singolo mutuo. La qualità del titolo è certificata da un’agenzia di rating, ma, anch’essa, non può controllare ogni singolo mutuo.

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La speculazione della finanza privata

Le banche quindi: • portavano fuori bilancio i crediti derivanti dai mutui, emettendo

titoli garantiti dai mutui stessi (cartolarizzazione) ; • una volta venduto il credito cartolarizzato, che l’acquirente finale

pagava immediatamente, erano sgravate dal rischio di insolvenza del debitore iniziale;

• con i fondi ricavati dalla vendita del credito cartolarizzato emettevano nuovi mutui, che ricartolarizzano ;

• Gli strumenti finanziari (derivati) così creati, successivamente definiti “titoli tossici”, erano scambiati su un mercato secondario, non regolamentato, da operatori finanziari di tutto il mondo.

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La contaminazione • L’insieme dei mutui cartolarizzati sono chiamati Abs (asset backed

security), questi titoli sono garantiti dal valore della casa dei mutui stessi. Le quote degli abs venivano acquistati da investitori e finirono nei Cdo (collateralized debt obbligation), ovvero fondi di investimento. Questi scambi avvenivano in mercati non regolamentati, globali e ulteriormente rimpacchettati diventando sempre meno trasparenti.

• La difficoltà, comune alle banche di tutto il mondo, di determinare quantità, tipologia e valore dei titoli tossici detenuti in portafoglio genera una crisi di fiducia nel sistema bancario.

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Le conseguenze • Le banche operavano con un elevata leva finanziaria, leva che

amplifica sia i profitti che le perdite. Quando il valore del patrimonio di alcune banche con elevato rapporto di leva è sceso, esse sono fallite. Le banche che avevano capitale sufficiente a sopravvivere cominciarono a preoccuparsi, riducendo il credito e vendendo le attività liquide come le azioni. Il risultato è stato un congelamento del credito e un crollo del mercato azionario.

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Crollo delle borse e crisi di fiducia • Il peggioramento delle borse, segnato dalle fortissime vendite sul mercato

bancario, fu immediato. A causarlo la radicale crisi di fiducia dei depositanti e degli azionisti verso le banche L’indice S&P500 di Wall Street, termometro dello stato di salute della finanza mondiale, nel periodo a cavallo tra settembre e ottobre 2008 segnò una flessione del 25,9%.

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Le risposte di politica economica

• Per compensare il calo dei consumi le Banche Centrali di tutto il mondo hanno tagliato i tassi di interesse a zero e i Governi hanno aumentato la spesa pubblica. Finendo nella trappola della liquidità, le Banche Centrali stampano moneta per acquistare attività dalle banche, una politica chiamata quantitative easing, con questa nuova liquidità le banche possono continuare a svolgere il loro ruolo di creditore.

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Il quantitative easing della Fed

• L’amministrazione USA vara un piano da 700 miliardi di dollari per acquistare o assicurare i titoli tossici presenti nei bilanci delle banche, altrimenti destinate al fallimento. Furono salvate di fatto banche come Fannie Mae e Freddie Mac

• Anche nel resto del mondo la finanza pubblica salva, indebitandosi, la finanza privata .

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Il fallimento della Lehman Brothers • Lehman Brothers Holdings Inc. fondata nel 1850, era una

società attiva nei servizi finanziari a livello globale. Il 15 settembre 2008 la società ha annunciato l'intenzione di avvalersi del Chapter 11 del Bankruptcy Code statunitense (una procedura che si attua in caso di bancarotta). La sua chiusura nel mercato interbancario ha colpito le banche in tutti i paesi.

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LA SUB-BOLLA DELLE MATERIE PRIME

• 2008: la bolla immobiliare non si è ancora sgonfiata

completamente che già ne è iniziata un’altra: quella delle materie prime, la terza in 10 anni

• Probabilmente, lo stesso nascere della bolla delle materie prime è causa scatenante dello scoppio della precedente bolla immobiliare, che funzionava con un livello basso di inflazione, venuto meno con la corsa dei prezzi delle commodities

• Le cause dell’aumento dei prezzi delle materie prime: 1. fattori reali; 2. fattori finanziari;

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I FATTORI REALI

• I fattori reali sono collegati ad un aumento della domanda finale, a

sua volta legata a: 1. l’aumento della popolazione mondiale 2. la ricchezza nei paesi sviluppati 3. la crescita delle aree in via di sviluppo che mettono a dura prova

le non infinite risorse naturali a disposizione e portano la domanda a superare l’offerta

4.l’entrata nel mercato mondiale dell’economia asiatica, in particolare della Cina e dell’India, che hanno avuto una rapida crescita economica, così generando un aumento della produzione industriale e una maggior richiesta di materie prime

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I FATTORI FINANZIARI

• La debolezza del dollaro americano, che è la moneta in cui sono misurati i prezzi delle materie prime e che viene usata come mezzo di pagamento.

• La politica monetaria espansiva della FED, con i tassi americani tornati a livelli molto bassi

• Molti miliardi di dollari fuggiti in tempo dalle cartolarizzazioni dei mutui hanno trovato terreno promettente sul mercato delle materie prime

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I FATTORI FINANZIARI

• La componente speculativa: in un momento in cui la borsa va male

e neanche il mattone è un buon investimento, va da sé che, anche un pò per esclusione, gli investitori si rivolgano al mercato delle materie prime.

• L'importanza sempre maggiore che acquisiscono i mercati a termine dove banche, fondi e altri investitori determinano i prezzi futuri delle materie prime.

• I mercati non trattano materie reali ma materie prime di carta, cioè derivati finanziari, il cui volume non ha più alcun rapporto con le quantità della merce trattata.

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Il prezzo delle materie prime dal 2000: Il prezzo del petrolio

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La madre di ogni male attuale è la speculazione, il debito indotto!

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