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ISTITUTO TECNICO AGRARIO-CLASSE II B- A.S. 2007/2008 LARINO( CB) Docenti : Battista Giuseppe- Pastorini Marcello STUDIO NATURALISTICO DELL’AREA COSTIERA E COLLINARE MOLISANA Le aree studiate sono la contrada Ramitelli (area costiera) che si estende lungo il Saccione (Campomarino) e quella collinare del bosco di S.Onofrio (Casacalenda). Dell’area mediterranea sono stati studiati: l’ecotono costiero, la macchia mediterranea e la fascia retrodunale umida; di quella collinare il

Alla Scoperta Della Natura

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ISTITUTO TECNICO AGRARIO-CLASSE II B- A.S. 2007/2008LARINO( CB)

Docenti : Battista Giuseppe- Pastorini Marcello

STUDIO NATURALISTICO DELL’AREA COSTIERA E COLLINARE MOLISANA Le aree studiate sono la contrada Ramitelli (area costiera) che si estende lungo il Saccione (Campomarino) e quella collinare del bosco di S.Onofrio (Casacalenda). Dell’area mediterranea sono stati studiati: l’ecotono costiero, la macchia mediterranea e la fascia retrodunale umida; di quella collinare il bosco submediterraneo.

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ECOSISTEMI MOLISANI

MARE

ECOTONO COSTIERO

MACCHIA MEDITERRANEA: STUDIO NATURALISTICO DELL’AREA DI RAMITELLI

BOSCHI PLANIZIALI

BOSCHI DELL’AREA COLLINARE: ESCURSIONE

NATURALISTICA A CASACALENDA (BOSCO DI

S. ONOFRIO)

BOSCHI SUBMONTANI

AREE UMIDE(FIUMI, LAGHI, PALUDI E PICCOLI CORSI D’ACQUA)

AREE MONTANE (ESTENSIONE LIMITATA)

BIBLIOGRAFIA

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ESCURSIONE NATURALISTICA A RAMITELLI:

• L’ Ecotono costiero•

la macchia mediterranea e il bosco mediterraneo umido

• ADATTAMENTI DELLE PIANTE AL CLIMA MEDITERRANEO

• TERMINOLOGIA ECOLOGICA DELLO STUDIO

NATURALISTICO

• CONCLUSIONI

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Termini ecologici dello studio naturalistico:

Ecotono : zona di transizione tra due ecosistemi.

Battigia: la battigia, detta anche bagnasciuga , è quel tratto di litorale costantemente bagnato dall’acqua marina.

Ecosistema: è l’unità che include gli organismi che vivono in una certa area, integrati con l’ambiente fisico (biotopo).

Biocenosi: una comunità che comprende tutte le popolazioni e gli organismi che abitano e interagiscono tra loro in uno stesso ambiente

Biotopo: è un’area di limitate dimensioni (ad esempio uno stagno , un altopiano, un torrente) di un ambiente dove vivono organismi della stessa specie o di specie diverse . esso è dunque la componente fisica e chimica di un ecosistema. Il più delle volte il biotopo è segnalato sulle carte tematiche.

Habitat : Parte dell’ambiente naturale nel quale vivono piante e animali.

Piante pioniere : Nel corso dei secoli , si sono evolute in un ambiente ostico caratterizzato da suoli e condizioni atmosferiche critici.

Macchia mediterranea : Formazione vegetale tipica delle aree a clima mediterraneo, caratterizzata dalla presenza di alberi e arbusti sempreverdi di medie e basse dimensioni e suolo prevalentemente sabbioso.

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Adattamenti delle piante al clima mediterraneo

Il clima mediterraneo è caratterizzato da inverni con temperature medie piuttosto

miti e da estati molto calde. Le precipitazioni sono concentrate soprattutto nel periodo invernale. Le piante mediterranee sfruttano questo periodo per vegetare e riprodursi. Le difficoltà maggiori queste piante le incontrano d’estate, stagione poverissima d’acqua e molto calda; molti adattamenti delle specie mediterranee, quindi, sono tesi a resistere a queste condizioni difficili. Il tutto è peggiorato dal fatto che il terreno è prevalentemente sabbioso.

Molte piante mediterranee presentano un irrobustimento delle foglie mediante una

cuticola spessa , spesso lucente per riflettere i raggi del sole( sclerofillia ). Questo adattamento permette alle piante che lo presentano una grande resistenza nella perdita di acqua per traspirazione ( Filliree, leccio, salsapariglia, lentisco,olivo…).

In altre specie , per diminuire la superficie traspirante , si riducono le superfici fogliari( stenofillia) ecco perché alcune piante mediterranee presentano foglie aghiformi (nell’erica, nel rosmarino, nel ginepro coccolone).A volte le foglie possono addirittura sparire( afillia come nell’ Asparago ).

La presenza di piante mediterranee con foglie tenere come il mirto è spiegata dal fatto che i succhi cellulari sono molto concentrati, una condizione che permette una difesa contro la traspirazione( malacofillia).Anche la pelosità presente sulla superficie fogliare, specie nella pagina inferiore, è un adattamento che permette di rallentare la perdita di acqua per traspirazione ( come nei cisti ).

Molte piante mediterranee ( lentisco,filliree,ginepri,rosmarino..) presentano una forma pulvinata o a cuscino :questo consente una resistenza alla traspirazione e alla violenza meccanica ed essiccatrice del vento

In evidenza , pianta di lentisco con forma “ a cuscino “( studenti della II B dell’ITAS e il Prof. Battista Giuseppe)

Il leccio,tipica pianta con sclerofillia

Rosmarino, tipica pianta con stenofillia

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L’ECOTONO COSTIERO

Abbiamo visitato quel tratto di territorio, nei pressi della foce del fiume Saccione , che prende il nome di contrada Ramitelli. Il suo bosco che agli inizi del 900 misurava 5000 ettari era considerato il più esteso del basso Molise .Gli ecosistemi che abbiamo studiato sono:il mare, la battigia, la sabbia e le dune, la macchia mediterranea e il bosco retrodunale umido. Il mare , in questo caso il nostro mare Adriatico, è l’ecosistema più grande e importante della Terra . Ci fornisce l’80%dell’ossigeno e della sostanza organica grazie alla fotosintesi clorofilliana svolta dalle alghe e dalle poseidonie. La piramide alimentare in questo grande ecosistema inizia con il fitoplancton e finisce con i predatori tra i quali ricordiamo, ad esempio nell’ adriatico, la verdesca , uno squalo del nostro mare( ruolo occupato dall’orca nell’oceano). I danni ecologici che l’Adriatico ha subito riguardano sia il greggio versato in mare dalle petroliere , sia la perdita delle praterie di poseidonia che un tempo ricoprivano una vastissima area del mare. Esse sono di molto diminuite a causa della pesca a strascico e dalle vongolare. La scomparsa di molte aree ricoperte da poseidonie ha portato alla diminuzione del processo fotosintetico con conseguente minore produzione di sostanza organica e quindi alla perdita considerevole degli organismi viventi.

Partendo dalla battigia e dirigendoci verso l’interno per circa un centinaio di metri, abbiamo studiato quello che in ecologia chiamasi ecotono : fascia di transizione tra i due grandi ecosistemi che caratterizzano il nostro Molise( il mare e terra). Le piante che abbiamo studiato, caratterizzanti questa area sono dette pioniere per il fatto che sono state le prime a colonizzare questo ambiente ostile per le sabbie e i venti continui e di forte intensità. A causa delle condizioni di vita proibitive, esse raggiungono pochi centimetri d’altezza ed il più delle volte sono letteralmente prostrate sulla sabbia. Ricordiamo qui tra le più diffuse ,la cachile marittima, l’ammofila o sparto pungente, la calcatreppola marittima e il raro giglio marittimo. Questa associazione vegetale prende il nome di cachileto ammofileto. Nell’area è quasi scomparso lo scarabeo stercorario che una volta era numeroso sulla fascia costiera grazie agli escrementi depositati dai micromammiferi, dagli uccelli ed è rarissima pure l’arenicola. Sono quasi del tutto scomparsi i pivieri, la beccaccia di mare e i corrieri che un tempo nidificavano lungo tutta la fascia costiera molisana. Fra gli uccelli più rari abitanti sono del tutto scomparsi il corrione biondo e la gallina prataiola.

RAMITELLI, FOCE DEL SACCIONE :

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BOSCO RAMITELLI: MACCHIA MEDITERRANEA E

BOSCO RETRODUNALE UMIDO

Lasciando la fascia costiera e procedendo verso l’interno, entriamo nella macchia mediterranea caratterizzata da un terreno in parte ancora sabbioso e da arbusti sempreverdi. Tra essi i più rappresentativi sono il ginepro coccolone , il mirto, il lentisco, le filliree, l’erica e il leccio che in questo contesto assume il ruolo di pianta dominante. Nella macchia mediterranea le piante non superano i cinque metri di altezza a causa del terreno semi sabbioso, delle scarse precipitazioni e del Sole molto cocente. Caratteristica di queste piante, per difendersi dal Sole è l’aver foglie molto piccole a volte aghiformi( esempio ginepro coccolone, erica , rosmarino..) o coperte da una rugosità pelosa (cisto) o da una sostanza cerosa al fine di riflettere i raggi solari e insieme all’azione impermeabilizzante impedisce la perdita dell’acqua

(esempio il leccio, fillirea, ..). L’albero dominante , il leccio, è una quercia sempreverde . Procedendo ancor più verso l’interno entriamo nel bosco retrodunale umido. Proprio per questa caratteristica ( l’umidità) lo strato arbustivo è sostituito da alberi d’alto fusto grazie anche alle migliorate caratteristiche pedologiche. Questo cambiamento è dovuto alla presenza di piccoli ruscelli nell’intera area boschiva. Il leccio, qui sempre dominante, raggiunge notevoli altezze e gli alberi che ad esso si associano sono : l’olmo, il carpino bianco, l’acero campestre, il pioppo bianco , il pioppo nero e il frassino. Nelle parti ancor più umide, al leccio subentrano , come piante dominanti, le querce roverella e il cerro.

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CONCLUSIONI

Scarabeo stercorario :indicatore ecologico dell’integrità delle dune sabbiose..

In questo escursus abbiamo rilevato che l’area più degradata è quella costiera. Questo ecotono, che svolge un ruolo assai importante e che unisce i due grandi ecosistemi mare e terra, in tutta la sua estensione, che va dal Trigno al Saccione, è integro solo per il 5%. Solo qui vegetano le piante pioniere caratterizzate dall’ammofileto-cachileto. Per il resto della superficie costiera il degrado è notevole, provocato essenzialmente dalle attività antropiche ( l’insediamento di stabilimenti balneari , distruzione delle dune sabbiose e diboscamento delle foci fluviali ) che hanno determinato la notevole diminuzione di quasi tutti gli organismi ammofili (arenicola, scarabeo stercorario, pivieri, beccacce di mare …) . Anche per la parte retrostante l’area costiera( macchia mediterranea ) , il degrado è notevole in quanto gran parte dei terreni , ricoperti una volta di piante selvatiche , sono stati recuperati dagli agricoltori a vantaggio delle colture arboricole e orticole che, a causa di terreni sabbiosi, sono poco redditizie. Il degrado è ancor più evidente in quei luoghi ove sono sorte numerose discariche. Sono scomparse così, soprattutto nel versante molisano, quelle aree boschive caratterizzate un tempo da Lecci, allori, lentischi…... In queste aree, bisogna pur ricordarlo, oltre alla ricchezza arborea si sono perse specie ornitiche di grande rilevanza, quali l’aquila dei serpenti, l’airone rosso e il corrione biondo.

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L’Ammofila o sparto pungente è una pianta pioniera appartenente alla famiglia delle graminacee.Fissa con gli steli e le radici la sabbia, proteggendo le dune.E’ ammofila, quindi “ amica “ della sabbia, vegeta in zone aride e ventose e contribuisce alla costruzione delle dune

Sparto pungente( Ammophila arenaria)

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Calcatreppola marittima( Eryngium maritimum).

Della famiglia delle Ombrellifere, è una pianta che raggiunge fino a 60 cm di altezza, con foglie verdi, ricoperte di pruina biancastra con sfumature violacee. Le foglie sinuoso-dentate, fiori di colore blu riuniti in infiorescenze e circondati da brattee simili a foglie larghe e spinose. Comune sulle dune sabbiose

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Giglio marittimo(Pancratium maritimum )

Il nome Pancratium deriva da Pankration = tutta forza e maritimum poiché cresce sulle spiagge e sulle dune litoranee. Appartiene alle Amaryllidaceae. Pianta erbacea perenne alta fino a 40-50 cm, il bulbo ha un diametro di 5-6 cm, le foglie, tutte basali, hanno un colore verde-glauco e sono in numero di 5-6 per bulbo e non molto larghe ( 1-2 cm ) I fiori sono grandi, ermafroditi,bianchi, molto belli e profumati. Fiorisce a luglio-agosto. I frutti sono capsule di 2.3 cm di lunghezza. Ormai rarissimo su tutto il territorio italiano!!

Giglio marittimo a Ramitelli nel mese di Novembre 2007

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Leccio( Quercus ilex)Il leccio è una quercia sempreverde con fusto diritto. Le foglie sono ovali, lucide, con margine semplice o aculeato (le foglie basali), di colore verde scuro, nella pagina inferiore grigiastre. I fiori sono unisessuali: quelli maschili sono amenti, spighe i femminili. La pianta è monoica. I frutti sono ghiande, coperte, per metà della loro lunghezza, di una cupola provvista di squame ben distinte.

Sulla sinistra, particolare delle foglie di leccio( sclerofillia); sulla destra, a Ramitelli, folta vegetazione di leccio dominante un corteo di tipiche piante arbustive mediterranee

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Lentisco(Pistacia lentiscus)

Della famiglia delle Anacardiaceae, è un piccolo cespuglio sempreverde generalmente con forma cuscino; tipico della fascia climatica mediterranea. Le foglie, alterne, sono coriacee e lucide ,la corteccia bruna e squamosa, i fiori sono piccoli e riuniti in racemi di colore rossastro. E’ pianta dioica. I frutti sono drupe tonde prima rosse e poi nere.I frutti erano utilizzati per l’estrazione di un olio combustibile

Pianta della fascia climatica mediterranea con tipica forma a cuscino.Ramitelli : Il Prof. Battista Giuseppe e la classe IIB ( Novembre 2007)

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Erica multiflora

Arbusto mediterraneo con corteccia grigio-brunastra, foglie aghiformi, fiori in fascetti apicali con corolla roseo-violacea e antere bruno scure sporgenti dalla corolla. I frutti sono capsule di 1,5 mm.

Cresce in ambienti di macchia e gariga. Talvolta, in condizioni favorevoli, raggiunge gli 800 m sul livello del mare

Foto con, in evidenza, i bei fiori di erica multiflora mentre si intravedono le foglie aghiformi della pianta. Altre specie visibili quelli di una rosa, del cisto con foglie ruvide e pelose e le foglie cuoriformi e spinose al margine della salsapariglia , da noi chiamata scorciagatte o meglio scorciacrape mentre in italiano viene anche detta stracciabraghe

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Mirto( Myrtus communis)

E’ un alberello; le foglie sono opposte, ovali e lucide con punti traslucidi in corrispondenza delle ghiandole aromatiche. I fiori, lungamente peduncolati, sono di colore bianco o roseo : il calice è gamosepalo , la corolla è dialipetala, numerosi sono gli stami, l’ovario è infero con uno stilo semplice e un piccolo stimma. I frutti sono bacche a maturità di colore blu.Le bacche sono utilizzate per preparare liquori

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Ginepro coccolone(Juniperus oxicedrus subsp.macrocarpa)

E’un arbusto diffuso nelle zone costiere della fascia climatica mediterranea. Nelle zone ventose assume la tipica forma a cuscino dei “ cespugli mediterranei “; le foglie con aghi appuntiti, lunghi fino a 16 mm e con due strie biancastre superiormente. E’ pianta dioica: la pianta femminile produce le coccole o galbule con diametro mediamente di 6-10 mm che a maturità presentano un colore rosso scuro. Il suo legno duro produce ottimo carbone.

Ramitelli :sulla sinistra,Il Prof. Giuseppe Battista e studenti della classe IIB, in primo piano alcuni arbusti di ginepro coccolone( Novembre 2007); sulla destra, particolari del ginepro coccolone con le foglie aghiformi e le galbule immature.

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Fillirea angustifolia ( fillirea a foglie strette)

Arbusto di 1-3metri di altezza, foglie sempreverdi con una forma simile a quelle dell’olivo, coriacee e opposte. Fiori piccoli , con 4 petali bianchi molto profumati e riuniti in corimbi. Fiorisce da maggio e giugno. I frutti sono drupe, scure a maturazione.E’ una delle tre filliree presenti nella macchia mediterranea. Le altre due sono la fillirea a foglia larga e quella a foglia media.

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Escursione nel Bosco di “ Sant’ Onofrio “

Fontana nei pressi del Convento

Il Convento di S.Onofrio è stato costruito, a Casacalenda, nel 1407 dal Commissario Generale dei Frati minori, Padre Giovanni da Stroncone. All’interno sono conservati dipinti del periodo barocco come il polittico con “ L’Annunciazione “, “ San Francesco “ e Sant’Onofrio “. Attualmente, in seguito al sisma del 2002, risulta danneggiato e quindi non visitabile.Nei pressi di questo antichissimo Convento , dopo aver attraversato il torrente Cigno, che ha la sorgente a poche centinaia di metri più a monte, ci si può inoltrare in un bellissimo e ben conservato bosco sub-mediterraneo.

Analisi ecologica del Bosco di Casacalenda ( detto di Sant’ Onofrio )

Il Bosco che ha un’estensione di circa 200 ettari, si sviluppa tra i 550 e i 770 m slm, è stato negli ultimi cinquantanni oggetto di vari diboscamenti per cui oggi, pur se ancor omogeneo, presenta degli spazi vuoti recuperati dai contadini per la coltivazione del grano duro. E’ tuttavia caratterizzato ancor oggi da una notevole integrità ecologica. Tra l’avifauna rara possiamo annoverare il nibbio reale ( Milvus milvus ), il falco pecchiaiolo ( Pernis apivorus) e fra i notturni il gufo comune e l’allocco. Scomparso , ormai da anni , il gufo reale. Tra i mammiferi sono presenti il tasso, il moscardino, il raro ghiro, il riccio, la faina , la donnola e la comune volpe. L’istrice è da anni scomparso, mentre oggi sono numerosi i cinghiali a causa di un ripopolamento operato dai cacciatori. La flora, per la notevole escursione altimetrica e per la presenza del torrente, è caratterizzata, per quanto riguarda le piante dominanti e quelle del sottobosco, da tre tipologie floristiche differenti.In esse infatti, man mano che si sale, si incontrano : salici, pioppi e poi roverelle, cerri , farnetti ed infine, nella parte più alta, il faggio.

L’abbondanza di licheni testimonia l’integrità ecologica dell’intero ecosistema boschivo.

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In questo bosco , tipico dell’orizzonte sub-mediterraneo, sono presenti come alberi dominanti, il Cerro ( Quercus cerris), nelle zone più umide e la Roverella ( Quercus pubescens ) in quelle più aride.

E’ presente anche il Farnetto ( Quercus frainetto), che a questa distanza dal mare rappresenta una rarità. Nel sottobosco sono comuni l’acero oppio, l’acero fico, il sorbo degli uccellatori, il pero corvino, il caprifoglio, il biancospino ,il prugnolo, il ciavardello, il pungitopo, l’asparago, l’orniello, la rosa canina, la ginestra, la ginestrella, il cisto: arbusti tipici di questo orizzonte vegetazionale. In questo caso come in altre aree boschive sub-mediterranee è facile rinvenire piante prettamente mediterranee come, ad esempio, il cisto, quando queste sono esposte a Sud. Queste piante, negli ultimi anni, sono ancor più presenti favorite da inverni sempre meno freddi.

Nella zona è presente anche un’area umida per la presenza del torrente Cigno. In essa troviamo le varie specie di salici, tra cui la più comune è il Salicone ( Salix alba), il pioppo nero( Populus nigra), il bianco ( Populus alba) e il pioppo canescente (Populus canescens) che è un incrocio nato dal pioppop tremolo e il pioppo bianco.

Le specie che caratterizzano il bosco sub-mediterraneo sono caducifoglie; la quantità adeguata di acqua nel semestre primavera-estate rende possibile la crescita delle piante in questo periodo, invece con il freddo, a volte anche rigido nel semestre autunno-inverno,le piante perdono le foglie che ricompariranno nella primavera successiva.

Nel bosco e ai margini di esso si trovano anche meravigliosi fiori di piante spontanee tra le quali diverse specie di orchidee selvatiche .

La pesante siccità del 2007 ha causato il disseccamento di alcuni cerri, soprattutto tra gli esemplari più giovani.

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L’orchidea maggiore, il caprifoglio e il gladiolo delle paludi presenti in zona

Nel bosco, nel periodo estate- autunno , se abbastanza piovoso e caldo, crescono diverse specie di funghi tra le quali il Boletus aereus ( Porcino ), il Cantharellus cibarius ( gallinaccio ) e l’Amanita caesarea ( Ovolo ). Presenti, soprattutto nelle aree quercine, il tartufo nero e il raro bianco.

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Cerro (Quercus cerris)

E’ la quercia a crescita più rapida e per questo anche la meno longeva. La chioma è a cupola, la corteccia, soprattutto nei primi cinquantanni, è la più chiara tra le querce. Le foglie sono lobate con lobi molto profondi e portate da piccioli, sono lucide nella pagina superiore. I fiori maschili sono amenti di 5-6 cm , prima rossi e poi gialli, i fiori femminili sono lunghi 5 mm con stimmi di colore rosso scuro circondati da squame giallastre. Le ghiande sono lunghe oltre 2 cm contenute in cupole con le caratteristiche squame estroflesse appuntite da cui il nome di cerris (riccio

Caratteristiche cupole con squame appuntite del Cerro.

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ROVERELLA E FARNETTO

Roverella ( Quercus pubescens)Comune nell’area mediterranea, predilige terreni freschi ma vegeta bene anche in quelli asciutti e pietrosi ( altitudine 0-1000m) ;l’albero raggiunge i 20m di altezza con rami orizzontali; portate da piccioli fino a 2 cm lunghi, le foglie raggiungono tra 5 e 10 cm di lunghezza, da giovani sono pubescenti poi glabre sulla pagina superiore. Scaglie dell’involucro del frutto pelose.

Farnetto ( Quercus frainetto )

E’ presente nel mediterraneo meridionale. In Italia da Molise in giù. Può raggiungere i trenta metri di altezza, predilige i terreni freschi. Altitudine dai 600 ai 1000m, forma boschi puri e misti associato al cerro e alla roverella. Le foglie, molto grandi, non sono “picciolate”, cortissimo il picciolo che porta le ghiande , la cui cupola emisferica è ricoperta da numerose squame lesiniformi

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il sottobosco

Caprifoglio ( Lonicera caprifolium) Acero Oppio( Acer campestre) Orniello (Fraxinus ornus)

Sorbo degli Uccellatori (Sorbus aucuparia) Pero corvino(Amelanchier ovalis) Pungitopo (Ruscus aculeatus)

Ginestrella Carpinella( Ostrya carpinifolia) Biancospino (Crataegus monogyna)

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Rosa selvatica ( Rosa canina)

Turioni di asparagi( “sparne”)e germogli di tamaro( “dafene”) : in zona sono raccolti insieme ai turioni di pungitopo( “vescarne”) per essere consumati per preparare frittate, sottoli e altre pietanze.

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Bibliografia• Thomas Schauer-Claus Caspari / Guida all’identificazione delle piante/ Zanichelli• Bernini-C. Cova-F.Polani / Frutti di bosco e di macchia / Hoepli• Touring club Italiano/ Guida alle piante d’Italia e D’Europa• Enciclopedia Wikipedia• Banca dati delle risorse naturali-Nuova Atlantide p.s.c.a.r.l.• Il portale naturalistico del Gargano• Carta della vegetazione e della fauna molisana, piani paesistici particolareggiati-Regione

Molise(1990, Giuseppe Battista)• Foto di Marcello Pastorini e Vincenzo Mancinelli“In tutte le attioni quasi di necessità convien che succedano de li errori; ma dove più

facilmente, in più diversi modi, et più ne possono accadere che si avengano nello stampare i libri , non ne so imaginare alcuna. Et parmi la impresa della correttione di essi veramente poterla assomigliare al fatto di Hercole intorno all’Hydra de i cinquanta capi : perciocché si come quando egli con suo ardire, et forze le tagliava una testa, ne rinascevano due, così parimenti mentre co’l sapere, et con la diligenzia, si emenda un errore, le più volte s’imbatte che ne germogliano non pur due, ma ancho tre et quattro, spesse fiate di maggior importanza, che non era il primo…….”

(Prefazione del tipografo Cavallo ad un’ opera di Achille Fario Alessandrino- Venezia 1563)

Mese di Febbraio 2008- Classe II B-ITAS,docenti Battista Giuseppe e Pastorini Marcello, alunni : Boccardi Marco, Colecchia Federica, D’Amico Emilio, De Santis Teodoro, Del Ciotto Rocco, Di Monaco Rossella, Frate Emilio, Lamelza Luigi, Lommanno Francesco, Mammarella Lucio, Mancinelli Vincenzo, Martino Mirco , Marzilli Andrea, Mastromonaco Albano, Nardelli Crisante, Nuozzi Cristian, Palumbo Carlo, Prioriello Francesco, Radica Lara, Ruggi Antonio, Spadanuda Patrizio.

Si ringraziano per la collaborazione :la Prof.ssa Lamanna Immacolata e l’alunno Sarno Antonio.