6
58 Dermakos ottobre 2008 I l peeling chimico rappresenta una delle pratiche cliniche più diffuse in dermatologia e in medicina estetica al fine di migliorare il trofismo e l’aspetto della cute interessata da patologie dermatologiche o da semplice invecchiamento. Questa pratica era già nota all’epoca degli egizi e dei babilonesi presso i quali era diffusa la pratica di strofinare sulla cute del corpo una miscela costituita da pietra pomice, sali minerali e oli vegetali al fine di rimuovere cellule morte e impurità e di indurre la rigenerazione della pelle. Il medesimo concetto, attraverso i secoli è giunto sino ai nostri giorni, passando attraverso una serie di evoluzioni e soprattutto di sostanze, ma con sempre un comune obiettivo: • Andrea Fratter Cambiare pelle QUALI DOVREBBERO ESSERE I REQUISITI DI UN PREPARATO PER PEELING CHIMICO? COME DOVREBBE ESSERE FORMULATO PER OFFRIRE GARANZIE DI EFFICACIA, DURATA DEI RISULTATI E SICUREZZA DI APPLICAZIONE? Cosmetologia

MyCli Press > Dermakos, "Cambiare Pelle"

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Il nostro esperto, il prof. Andrea Fratter, parla di peeling chimico. Per ulteriori informazioni sui prodotti MyCli scrivete a [email protected] Volete entrare nella Community per le bellezza ed il benessere della pelle? Seguiteci su Facebook! http://on.fb.me/MyCliFB

Citation preview

• 58 • Dermakos ottobre 2008

Il peeling chimico

rappresenta una delle

pratiche cliniche più

diffuse in dermatologia

e in medicina estetica

al fi ne di migliorare

il trofi smo e l’aspetto

della cute interessata da

patologie dermatologiche

o da semplice

invecchiamento.

Questa pratica era già

nota all’epoca degli egizi

e dei babilonesi presso

i quali era diffusa la

pratica di strofi nare

sulla cute del corpo

una miscela costituita

da pietra pomice, sali

minerali e oli vegetali al

fi ne di rimuovere cellule

morte e impurità e di

indurre la rigenerazione

della pelle.

Il medesimo concetto,

attraverso i secoli è

giunto sino ai nostri

giorni, passando

attraverso una serie di

evoluzioni e soprattutto di

sostanze, ma con sempre

un comune obiettivo:

• Andrea Fratter

Cambiare pelleQUALI DOVREBBERO ESSERE I REQUISITI DI UN PREPARATO PER PEELING CHIMICO? COME DOVREBBE ESSERE FORMULATO PER OFFRIRE GARANZIE DI EFFICACIA, DURATA DEI RISULTATI E SICUREZZA DI APPLICAZIONE?

Cosmetologia

• 59 • Dermakosottobre 2008

1880-90) e Van Scott

(USA, 1970-80) a

introdurre fondamentali

elementi innovativi

nel modo di concepire

il peeling chimico e

contestualmente di

identifi care le sostanze

più performanti ed

effi caci come l’acido

tricloroacetico (TCA) e

l’acido glicolico (GA)1.

Recentemente sono stati

formulati nuovi preparati

per il peeling chimico in

grado non solo di indurre

una più o meno profonda

e drastica esfoliazione

epidermica, ma altresì

di agire con specifi che

sostanze funzionali nella

modulazione biochimica

della pigmentazione

melanica (problematiche

pigmentarie, melasma,

lentigo) e nella

stimolazione dei

cheratinociti e dei

fi broblasti favorendone

l’attività di neo-sintesi

connettivale2.

In particolare, a tal

riguardo, i preparati che

si sono rivelati più effi caci

e a bassa invasività sono

costituiti di veicoli liofi li

a elevata emollienza,

all’interno dei quali sono

disperse sostanze con

elettiva azione rigenerante

sulle cellule cheratiniche

e dermiche, come i

derivati della vitamina A

sotto forma di acido trans-

retinoico (tretinoina), la

forma più attiva, oppure

di retinaldeide e retinale

palpitato, meno aggressive

sulla cute e in grado di

convertirsi in vivo grazie

a specifi che deidrogenasi

presenti nel tessuto

cutaneo3, 4 (fi gura 1).

A fi anco di tali sostanze

ad azione cherato e

dermo-rigenerante, in

forza di un meccanismo

d’azione farmacologico

ben chiarito e mediato

da recettori citosolici e

nucleari, sono presenti

anche sostanze ad azione

schiarente che agiscono

per blocco di uno degli

step biochimici della

tirosinasi, l’enzima

chiave che innesca la

biosintesi endogena delle

melanine all’interno del

melanocita5, 6 (fi gura 2).

Ancora, sono di comune

riscontro sostanze

indurre l’esfoliazione

delle assisi cellulari

dell’epidermide al fi ne di

indurne una rigenerazione

e di migliorare l’aspetto

della pelle.

Sono stati i dermatologi

Unna (Germania,

FIGURA 1 - PRINCIPALI BERSAGLI TISSUTALI DEL PEELING CHIMICO

Cosmetologia

• 60 • Dermakos ottobre 2008

antiossidanti e lenitive,

vitamine e cofattori

enzimatici al fi ne di

potenziare quanto più

possibile i processi

fi siologici di rigenerazione

e vitalità cellulare

cutanea.

REQUISITI DI EFFICACIA

E SICUREZZA

Il peeling chimico,

mai come oggi vissuto

come un prezioso gesto

nella pratica clinica

del dermatologo

e del medico estetico,

dovrebbe avere i seguenti

requisiti per offrire

le massime garanzie

di effi cacia, durata

dei risultati estetico-

dermatologici e sicurezza

di applicazione:

totale dermo-affi nità

dei componenti la forma

tecnica: eccipienti,

sostanze coadiuvanti la

dissoluzione, ovviamente

principi attivi;

principi attivi di

riconosciuta “effi cacia

farmacologica”, molecole

di impiego farmaceutico

o cosmeceutico di cui

sono stati descritti il

meccanismo d’azione,

le dosi effi caci, il

profi lo di penetrazione

transcutanea;

una forma tecnica che

favorisca l’assorbimento

f

f

f

profondo delle molecole

veicolate e che consenta

loro di raggiungere

i rispettivi target

biochimico-molecolari

(enzimi, distretti

cellulari);

la possibilità di poter

modulare l’aggressività

del preparato in funzione

del dermotipo del

paziente e di “disattivare”

prontamente il preparato

una volta applicato

nel caso di insorgenza

di effetti avversi

importanti;

la ripetibilità del

trattamento e la

riproducibilità clinica dei

risultati;

f

f

l’elevata compatibilità

con l’architettura

istologica della cute.

In realtà dei requisiti

sopra riportati, solo

alcuni sono rispettati

dalla quasi totalità dei

preparati per il peeling

chimico, ma nessuno di

questi può rivendicarne

anche solo la maggior

parte.

Il peeling del futuro

dovrà essere sempre

più orientato a

un’interazione biochimica

con la cute piuttosto

che a un’indiscriminata

azione irritativa, anche

se modulabile: il peeling

inteso come mero

fenomeno esfoliativo-

irritativo, infatti, al

netto dei risultati

dermoestetici più o

meno buoni, non tiene

conto dei cambiamenti

biochimici e fi sio-

patologici della cute

nell’intorno in cui la

singola molecola di acido

glicolico, TCA, acido

piruvico o miscele di

queste e altre sostanze

possono determinare.

Una dimostrazione

clinica di tale assunto

è rappresentata

dalla comparsa

di pigmentazioni

melaniche post

infi ammatorie, anche

severe, in seguito

all’applicazione di

sostanze esfolianti

particolarmente

aggressive allo scopo

di realizzare un peeling

chimico, di frequente

riscontro, specie nei

fototipi alti (III-IV)

dopo applicazione di

gel o soluzioni di TCA a

elevate concentrazioni

(40- 50% p/p).

Tale reperto clinico

presuppone un’azione

f

FIGURA 2 - AZIONE DELLA TIROSINASI: STEP BIOCHIMICO FONDAMENTALE PER LA SINTESI ENDOGENA

DI MELANINE

Cosmetologia

• 62 • Dermakos ottobre 2008

irritativa sul melanocita, che reagisce aumentando la sintesi melanica come in risposta a un insulto esterno (stimolo UV eccessivo, stimolo

termico, stimolo chimico-irritativo)7.Altra importante considerazione riguarda l’interazione tra le sostanze esfolianti

presenti nel peeling chimico e l’azione sulle cellule di Langherans, deputate fi siologicamente alla vigilanza immunitaria cutanea8, 9: sono stati

individuati diversi casi di infezioni anche severe, in pazienti sottoposti a frequenti peeling chimici particolarmente aggressivi e l’eziologia è stata ricondotta all’azione inibitrice delle sostanze esfolianti impiegate (TCA, fenolo, acido glicolico 70%) sulle cellule medesime, inducendo così uno stato di ipovigilanza

immunitaria locale

reversibile che ha reso possibile l’attecchimento di ceppi microbici patogeni normalmente tenuti a bada o, eventualità più allarmante e rischiosa, ma altrettanto ben documentata, la comparsa di neoplasie, come carcinomi spino e squamo-cellulari10, 11.

IL VEICOLO IDEALE

Il preparato per il peeling chimico ideale dovrebbe consistere di un veicolo liofi lo costituito di eccipienti

ad alta compatibilità con l’epidermide come

BIBLIOGRAFIA

Brody HJ, Monheit GD, Resnik SS, Alt TH. A history of

chemical peeling . Dermatologic Surgery 2000; 26, 5: 405-

409.

Khunger N, Sarkar R, Jain RK. Tretinoin peels versus

glycolic acid peels in the treatment of melasma in

dark-skinned patients. Dermatologic Surgery 2004; 30, 5:

756–760.

Rigopoulos D, Gregoriou S, Katsambas A.

Hyperpigmentation and melasma. Journal of Cosmetic

Dermatology 2007; 6, 3: 195–202.

Erbil H, Sezer E, Tastan B, Arca E, Kurumlu Z. Effi cacy

and safety of serial glycolic acid peels and a topical regimen

in the treatment of recalcitrant melasma. The Journal of

Dermatology 2007; 34,1: 25–30.

Hexsel D, Mazzuco R, Dal Forno T, Zechmeister D.

Microdermabrasion followed by a 5% retinoid acid chemical

peel vs. a 5% retinoid acid chemical peel for the treatment of

photoaging – a pilot study. Journal of Cosmetic Dermatology

2005; 4, 2: 111–116.

1.

2.

3.

4.

5.

Cucé LC, Bertino M. Regarding tretinoin peeling.

Dermatologic Surgery 2002; 28, 11: 1097–1097.

Camacho FC. Medium-depth and deep chemical peels.

Journal of Cosmetic Dermatology 2005; 4, 2: 117-128.

Streilein JW. Skin-associated lymphoid tissues (SALT):

origins and functions. J Invest Dermatol 1983; 80: 12s-16s.

Kanitakis J. Anatomy, histology and

immunohistochemistry of normal human skin. Eur J

Dermatol 2002; 12: 390-401.

Qu M, Muller HK,Woods GM. Chemical carcinogens

and antigens contribute to cutaneous tumor promotion by

depleting epidermal Langerhans cells. Carcinogenesis 1997;

18: 1277-1279.

Dainichi T, Koga T, Furue M, Ueda S, Isoda M. Paradoxical

effect of trichloroacetic acid (TCA) on ultraviolet B-induced

skin tumor formation. J Dermatol Sci 2003; 31: 229-231.

Draelos ZD. Skin lightening preparations and the

hydroquinone controversy. Dermatol Ther. 2007; 20(5): 308-

313.

6.

7.

8.

9.

10.

11.

12.

• 63 • Dermakosottobre 2008

acidi grassi polinsaturi,

ceramidi, polimeri

viscosizzanti fi siologici e

coadiuvanti tecnologici

in grado di fungere anche

da antiossidanti per

le cellule cutanee; per

quanto riguarda i principi

attivi, si dovrebbero

prediligere quelli

di natura farmacologica

come i retinoidi, meglio

se in forma di esteri

a elevato assorbimento

come il retinile palmitato,

le sostanze ad attività

modulatoria sulla sintesi

delle melanine come

l’acido azelaico,

meglio se in forma

idrosolubile salifi cato

con glicina

(AzeloglicinaTM,

Sinerga) e pidobenzone,

forma stabilizzata

dell’idrochinone (IC) con

pari attività schiarente,

ma senza la severa

tossicità sul melanocita

tipica dell’IC12 (fi gura 3).

Per quanto riguarda

l’azione di stimolo sui

fi broblasti e l’azione

“detossifi cante”

cutanea, l’utilizzo di

sostanze secretagoghe

e antiossdianti ad

attività enzimatica o

pro-enzimatica risulta

particolarmente utile.

A tal uopo il veicolo

ideale dovrebbe essere

un idrogel a componente

polimerica fi siologica

capace di indurre un

assorbimento profondo

dei principi attivi, grazie

all’effetto fi lmogeno-

occlusivo sulla cute e di

essere convertito in vivo

in sostanze “mattone”

per i GAG dermici.

Fondamentale da ultimo,

l’utilizzo di specifi ci

promotori di assorbimento

in grado di alterare

temporaneamente il

mosaico proteo-lipidico

dello stato corneo e

renderlo da struttura

liquido-cristallina a

viscosità variabile, a

struttura monofasica

fl uida in cui le molecole

possano facilmente

disciogliersi e percolare

fi no a raggiungere

l’epidermide profonda e il

primo strato dermico.

Vi sono diverse sostanze

capaci di indurre tale

reversibile alterazione

chimico-fi sica dei domini

lipidici epidermici, basti

citare l’etossidiglicole

(Transcutol TM,

Gattefossè), il sodio

lauril solfato e gli altri

detergenti anionici

di comune impiego

cosmetico (anche se

fortemente delipidizzanti

e sensibilizzanti), il

glicole propilenico e molti

altri.

Solo quando tali requisiti

saranno messi a sistema,

raccolti e introdotti

in un’unica formulazione

si potrà assistere

al cambio di passo

di questa importantissima

pratica dermatologica

che può di fatto cambiare

la qualità e l’aspetto

della pelle.

FIGURA 3 - OCRONOSI ESOGENA

DA IDROCHINONE