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Opinione: Dal ‘Made’ al ‘Brain' in Italy

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Page 1: Opinione: Dal ‘Made’ al ‘Brain' in Italy

Ci si interroga di questi tempi su come dare un nuovo slancio all’eco-

nomia di questo Paese, così da ricreare nuova occupazio-ne e nuova ricchezza. Ho già scritto come lo sviluppo passi per la nascita di nuove impre-se, che magari facciano uso di nuovi strumenti tecnologici, i quali in quanto nuovi sono sconosciuti ai più e generano un forte vantaggio competiti-vo. Sarebbe bello, allora, ve-dere che una parte di giovani, al posto di pensare solo a chi mandare il curriculum, pen-sasse anche a come inventarsi il proprio posto di lavoro dan-do vita a una nuova attività. A tal proposito siamo in un mo-mento magico, perché il costo di avvio di una nuova impresa è molto contenuto se questa è basata sulla conoscenza e se fa leva su strumenti tipici del mondo digitale.

accesso al mondo Ict

Quello che serve sono la cre-atività e un sano ottimismo che predispone all’accettare qualche rischio. A differenza del passato, le start-up e le Pmi possono accedere al meglio del mondo dell’Ict alla pari delle grandi imprese e a prezzi che possiamo definire popolari. Tutto ciò è reso possibile dal-la nuova tecnologia del cloud computing, o della cosiddet-ta ‘nuvola’. Ma che cos’è? Per spiegarlo si può fare un’ana-logia con l’energia elettrica: tutti ne abbiamo bisogno, ma nessuno si sogna di costruirsi

Cogliete il ‘magic moment’di roberto siagri

L ’ O P I N I O N E

di calcolo e spazi di memoria inimmaginabili: Facebook deve la sua esistenza alle prime tecnologie della nuvola. Grazie a questa ogni nuova impresa può fare a meno di preoccu-parsi del centro di elaborazio-ne dati, riducendo i costi e la barriera finanziaria d’ingresso al business. Di primo acchito non si capisce come questa nuvola possa portare tante in-novazioni, ma se ci fermiamo a pensare possiamo capire che la cosa è a dir poco rivoluzio-naria. Il progresso segue la re-gola del ‘less is more’ (di meno è di più) e con la nuvola il mondo subirà un ulteriore livello di smaterializzazione: si passe-rà progressivamente dall’idea del possesso di un prodotto all’idea del suo uso. Le impre-se, di conseguenza, dovranno cominciare a pensare di più all’utilità del prodotto anziché al prodotto stesso. Sembra una cosa ovvia, ma non lo è.

dal prodotto aI servIzI

Questo modo di pensare al-lontana l’attenzione dal busi-ness plan e la sposta sul business model, cioè ci obbliga a portare al centro l’ecosistema in cui vive l’impresa anziché l’im-presa stessa: è come se la sma-terializzazione portasse con sé contemporaneamente l’at-tenzione al valore e alla soste-nibilità. Oggi tutte le imprese, anche le più ‘tradizionali’, ov-vero le manifatturiere, devono pensare seriamente a un cam-bio di paradigma che le porti dall’economia della materia all’economia dell’informazio-ne. Secondo uno studio di Ibm

condotto intervistando qualche centinaio di Ad, l’innovazio-ne che dà maggiore vantaggio competitivo è quella del mo-dello di business. Ciò si tradu-ce nella gran parte dei casi nel ripensare il binomio prodotto-servizio e il relativo modello di monetizzazione. L’economia dei servizi sta sostituendo mol-to velocemente l’economia del solo prodotto, che non può più in larga misura prosperare in un Paese come l’Italia. Il mani-fatturiero tradizionale richiede costi di energia e manodopera che non si possono più trovare qui. Dobbiamo ripartire da un modello industriale che porti al centro la creatività che tutti ci riconoscono: allora perché non sganciarci dal concetto del Made in Italy (al di fuori delle produzioni artigianali, per le quali può e deve rimanere) per passare al Brain in Italy (www.brainintaly.eu), come segno appunto di creatività italiana, prima che di produzione ita-liana. In fin dei conti la Apple di Steve Jobs ha nei prodotti la dicitura ‘Designed in Califor-nia’ e non ‘Made in California’. Con il cloud si amplificano le opportunità di generare servizi e tutto può essere visto come servizio: dall’infrastruttura Ict, alla piattaforma di sviluppo del software, al software stesso, ma direi anche e soprattutto il di-spositivo che se ‘intelligente’ e interconnesso può diventare a sua volta servizio.

Dalla creatività e ‘legge-rezza’ dell’economia può prendere vita un secondo Ri-nascimento industriale, che allontani lo spettro del ritorno al Medioevo.

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la propria centrale; l’energia elettrica ci arriva a casa e la paghiamo in funzione del suo uso senza sapere da dove pro-viene. Ecco, una cosa simile sta succedendo alle infrastrut-ture Ict, siano esse computer, hard-disk o connettività. Per quanto riguarda la connettivi-tà, grazie ai telefoni siamo già abituati a pagarla in funzione dell’uso e non ci chiediamo quale sia l’infrastruttura che sta dietro. Oggi lo stesso sta av-venendo per i calcolatori e gli hard-disk. Un esempio di uso del cloud computing è la posta elettronica via web: non serve installare nessun programma e non occorre avere dei dischi locali; basta connettersi e il programma si attiva in qual-che computer nella nuvola, e così pure le nostre e-mail sono memorizzate da qualche par-te di essa. Così, ognuno di noi può disporre, senza possederli e a costi contenuti, di potenze

Grazie alla ‘nuvola’ informatica sta avvenendo una rivoluzione anche nel concepire il modello di business industriale

Dal ‘MaDe’ al ‘Brain in italy’ Oggi il cOstO di avviO per creare una nuOva azienda basata sulla cOnOscenza è mOltO cOntenutO, cOsì i giOvani di talentO anzichè cercare un lavOrO se lO creanO