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Qui Ticino... ...a voi missionari Periodico trimestrale ticinese del Gruppo Medaglia Miracolosa di Mendrisio attivo dal 1960 settembre 2011 Anno 43, numero 155 www.medaglia-mendrisio.org Una famiglia in uno “slum” di Calcutta, India

Anno 43, numero 155

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Periodico trimestrale dell'Associazione "Gruppo Medaglia Miracolosa" di Mendrisio, Svizzera

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Page 1: Anno 43, numero 155

Qui Ticino......a voi missionari

Periodico trimestrale ticinese del Gruppo Medaglia Miracolosa di Mendrisio attivo dal 1960settembre 2011

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Una famiglia in uno “slum” di Calcutta, India

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Editore:Associazione “Gruppo Medaglia Miracolosa”, Mendrisio

Direzione, redazione e amministrazione:via Carlo Croci 6, 6850 Mendrisiotel: +41 91 646 28 20fax: +41 91 646 28 15email: [email protected]: www.medaglia-mendrisio.org

Orari apertura segretariato:Lunedì - Venerdì: 09:00-11:30 / 14:00-17:00

Direttore Responsabile:don Angelo Crivelli

Redazione:Carla Bernaschina, Stefania Bazzurri, Florindo Brazzola, don Angelo Crivelli, Michele Faul

Impaginazione e Grafica:Michele Faul

Tipografia:Fratelli Roda SA, zona Industriale 2, 6807 Taverne

Abbonamento:Di qualunque offerta, indipendentemente dal modo di versamento, fr. 4.— danno diritto all’abbonamento.

Impressum

CALENDARIO MARIANO MISSIONARIO

prossimi appuntamenti

Martedì, 27 settembre 2011 Nella Chiesa Parrocchiale di Mendrisio: ore 19.30 recita del Santo Rosario e celebrazione della Santa Messa. Segue nella Biblioteca San Damiano l’incontro mensile.

Giovedì, 27 ottobre 2011 Nella Chiesa Parrocchiale di Mendrisio: ore 19.30 recita del Santo Rosario e celebrazione della Santa Messa. Segue nella Biblioteca San Damiano l’incontro mensile.

Sabato, 26 novembre 2011Nella Chiesa dei Cappuccini di Mendrisio: ore 20.00 adorazione. Inizio dell’Avvento.

Sabato, 10 dicembre 2011Mercatino Natalizio di Mendrisio, dalle ore 10.00, la nostra Associazione sarà presente con una bancarella natalizia in zona via San Damiano-Piazzetta Fontana.

Giovedì, 22 dicembre 2011Giornata dedicata alla Preghiera Perenne. Dalle ore 14.00 alle 16.00 possibilità di pregare presso il nostro segretariato.Per chi non può essere presente in segretario l’invito è quello di unirsi in preghiera in famiglia o nella propria comunità parrocchiale.

Martedì, 27 dicembre 2011Celebrazione del “27” in famiglia.

CALENDARIO OTTOBRE MISSIONARIO

Venerdì, 30 settembre 2011Apertura ottobre missionario. Locarno: ore 20.00 - Parrocchia Santa Famiglia. Presentazione della campagna e del paese ospite con interventi e testimonianze dal Nicaragua (Interagire e AMCA) e dal Ticino (Caritas e ACLI).

Venerdì, 14 ottobre 2011Veglia Missionaria dal tema “Gesù Cristo ci dà speranza”. Breganzona: ore 20.00 - Chiesa nuova (della Trasfigurazione).

Domenica, 23 ottobre 2011Giornata Missionaria Mondiale. Sant’Antonino: ore 14.00 - 17.00 – Centro scolastico.• I gruppi missionari presenti all’incontro

formano una rete di speranza per la Chiesa.• Proposte di animazione.• Vespri.

Le girate bancarie e postali sono gratuite!

Se avete un conto corrente postale o bancario vi invitiamo a fare le vostre offerte tramite una girata piuttosto che tramite cedola allo sportello. In

questo modo tutto l’importo giunge a destinazione. Dai versamenti allo sportello, infatti, sono trattenuti franchi 1.50 per versamenti fino a 50 franchi; 1.80 per versamenti fino a 100 e 2.35 per versamenti superiori. Utilizzate quindi, di preferenza, le girate postali o bancarie! Grazie!

Notizie ed avvisi

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stringendo una mano e lasciando che l’amore di cui siamo capaci si sprigioni dal nostro cuore. Ci siamo misurati anche con la nostra fragilità e i nostri limiti, ma abbiamo pure scoperto risorse interiori insospettate e la bellezza della tenerezza. Abbiamo avuto anche il tempo, al pomeriggio, di conoscere Calcutta e di addentrarci nelle viuzze di slums poverissimi ma brulicanti di vita, e di condividere con la Chiesa locale e i missionari Salesiani la gioia dell’arrivo della reliquia di don Bosco. In un’esperienza sicuramente dura e faticosa non solo per il clima caldo e umido, il sostegno del gruppo si è rivelato prezioso, come luogo di scambio, di amicizia, allegria e preghiera.

Nella Santa Messa conclusiva, celebrata accanto alla tomba di Madre Teresa, vero santuario dell’Amore e centro spirituale della città, abbiamo ricordato tutti i sostenitori del campo di lavoro, il cammino della nostra Associazione di Medaglia Miracolosa, i malati e le famiglie delle nostre comunità e abbiamo accolto di nuovo l’invito della Madre a continuare lo stile del servizio anche nella nostra realtà. Porteremo nel cuore tanti volti entrati ormai a far parte della nostra vita, l’esperienza del duro impatto con una povertà sconvolgente, ma anche di una grande dignità dei nostri fratelli indiani e la testimonianza dell’amore gioioso che si sprigiona dalle piccole suore dal sari bianco bordato d’azzurro che scivolano umili e silenziose per le vie di Kolkata.

Ora che siamo tornati ci attende una sfida: essere anche noi, nel quotidiano, piccoli “missionari della carità” nel nostro ambiente. Anche qui è Calcutta.

Don Angelo Crivelli, Assistente

Una medaglietta di latta, quella della Medaglia Miracolosa, e un cartoncino con il nome della Casa dove svolgere il servizio di volontario: con una certa commozione ricevo da suor Mercy Maria questi due “lasciapassare” ed è come se ricevessi da Madre Teresa stessa il mandato e il privilegio di servire i più poveri in una delle sue case. Domani mattina si comincia! È così che è iniziato un altro campo di lavoro, che ci ha riportato a Calcutta dopo l’esperienza del 2003. Dodici come gli apostoli: dieci giovani e due preti ticinesi normalissimi, che si sono messi a disposizione per quindici giorni svolgendo mansioni ordinarie nelle tre case alle quali suor Mercy a nome delle Missionarie della Carità ci ha destinati: Prem Dan, Kalighat e Dum Dum, a fianco di numerosi altri giovani spagnoli, italiani, francesi, messicani, sudcoreani, filippini, americani e anche indiani animati dallo stesso desiderio di servire. Siamo partiti anche a nome delle nostre parrocchie di Balerna, Mendrisio, Vacallo e Castel San Pietro e altre, consegnando in Casa Madre il frutto del Natale di solidarietà di 50’000 franchi, tra i quali anche la generosa offerta della Medaglia Miracolosa, destinati alla ristrutturazione di Kalighat, la casa dei morenti, e una valigia di medicinali. A Kalighat abbiamo potuto costatare di persona la fase avanzata dei lavori, mentre i malati sono stati trasferiti provvisoriamente a Prem Dan, la grande casa “Dono d’amore” che accoglie anche oltre duecento malati, uomini e donne, feriti nel corpo e nell’anima dalla durezza della vita. Il servizio si svolge nella serenità e semplicità: ognuno fa quello che gli viene chiesto o che gli suggerisce il cuore, secondo le sue capacità. Si fa il bucato alla maniera antica, si stende la biancheria sopra il tetto, si lavano i pavimenti e si riordinano le camerate; ci si occupa delle necessità immediate degli ospiti servendo il tè e i pasti, portando loro anche solo un bicchiere d’acqua con un largo sorriso o lavandoli quando è necessario e medicando le ferite. E poi si cerca il contatto personale intrecciando anche senza conoscere il bengali, con qualche parola di inglese, un dialogo rispettoso: a volte basta un sorriso, un massaggio, uno sguardo, l’ascolto.

Madre Teresa ci ha insegnato a stare al loro fianco,

Il privilegio di servire i poveri di Calcutta

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Cari amici,il Sud Sudan è appena uscito da una guerra civile, combattuta per la propria indipendenza e riconoscimento come entità religiosa e culturale, contro il Nord Sudan, in cui prevale la cultura araba e la religione islamica. Pur essendo ricco di materie prime (petrolio, uranio, oro ecc.), fino al 2005 tutti i proventi erano amministrati dal governo del Nord. Attualmente il governo provvisorio del Sud Sudan è impegnato nel processo di ristrutturazione delle infrastrutture e nella formazione dei quadri dirigenti. La grande estensione del territorio rende difficile e costosa la ristrutturazione della rete viaria creando seri problemi ai trasporti e alla comunicazione. La guerra ultraventennale ha distrutto la classe imprenditoriale e artigianale e ha impoverito l’agricoltura. Il Paese dipende totalmente dalle importazioni dei prodotti di prima necessità; ciò rende il costo della vita molto alto. Un’intera generazione è stata spazzata via dal conflitto e ora abbiamo il flagello dell’HIV.

Il processo di pace e di riconciliazione è spesso ostacolato da vecchi conflitti fra tribù, alimentati, a suo tempo e ad arte, dal governo del Nord. La popolazione del Sud Sudan è tra le più giovani del mondo, con un alto grado di fertilità, ma la copertura sanitaria è quasi inesistente. L’alfabetizzazione è molto bassa. Le numerose scuole primarie e secondarie non bastano per

soddisfare la domanda di istruzione. Pochi sono gli insegnanti adeguatamente formati. Non esistono infermieri diplomati. I missionari Comboniani sono impegnati in prima linea nell’immane sforzo della ricostruzione con il governo e con la diocesi nel campo educativo e sanitario. A Wau, città con mezzo milione di abitanti, è stata riaperta la scuola per infermieri. Malakal e Yambio sono state scelte come sede della scuola di formazione per insegnanti. L’ospedale di Wau è stato restituito due anni fa alla Diocesi. La presenza dei missionari Comboniani risale al 1904 e nel 1964, anno dell’espulsione, erano in ottantuno, tra suore, padri e fratelli, a lasciare Wau. La popolazione si occupa di pastorizia e di pesca sul fiume Jur, mentre la comunità araba pratica il commercio. Durante la guerra in molti sono accorsi in città, sperando in una maggiore sicurezza. Non per tutti è stato possibile; i più vulnerabili (disabili, orfani e anziani abbandonati), mendicano per le strade. L’ospedale civile ha un servizio gravemente carente e ha bisogno di essere riattivato; mancano medicinali, strutture sanitarie e personale adeguatamente formato e motivato. Grazie al “Solidarity Project” è stata riaperta la scuola per infermieri i cui corsi durano quattro anni. Con l’aiuto della Diocesi, l’ospedale si avvia a diventare un polo importante per lo sviluppo del Paese. All’inizio di questo anno abbiamo aperto il dispensario giornaliero e iniziato la prevenzione per i bambini sotto i cinque anni.In questi mesi stiamo lavorando al reparto per degenti, alla sala operatoria e ad altri ambienti che speriamo di aprire nei prossimi mesi.Padre Eugenio mi ha detto di rivolgermi a voi sperando e confidando in un vostro aiuto.Ovviamente, qualsiasi aiuto sarà per noi una benedizione.Nell’attesa di una vostra risposta vi saluto e vi ringrazio.

Fratel Peppo Redaelli

Un ospedale al servizio dei cittadiniFratel Peppo Redaelli è un missionario laico Comboniano a Wau, Sud Sudan e ci è stato presentato da Padre Eugenio Caligari, missionario Comboniano attivo pure in quel paese (missione di Raja). Chiede un aiuto finanziario per riattivare l’ospedale di Wau andato in malora durante il conflitto sudanese. Il

suo messaggio descrive la situazione in cui si trova ora il Sud Sudan.

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Cari Amici, mi chiamo don Kreso Puljic e sono responsabile di un Oratorio in costruzione, dedicato a San Tommaso Apostolo nella città di Mostar (Bosnia-Erzegovina). L’Oratorio è situato nelle vicinanze del centro città, in un ex mobilificio che la nostra diocesi di Mostar-Duvno ha comperato quattro anni fa, con l’intento di occuparsi più intensamente dell’educazione dei giovani e degli studenti.Nei dintorni dell’Oratorio ci sono circa 5’000 abitanti, l’università con 18’000 studenti e due centri per loro ed una scuola con 600 alunni. Non c’è né riscaldamento, né aria condizionata e siamo senza alcun altro arredamento (eccetto lo spazio liturgico).

Attualmente, l’Oratorio è così composto: piano seminterrato c’è una sala di 250 mq per gli incontri, per le riunioni e per le conferenze, due locali più piccoli per i lavori di gruppo, una sala per la ricreazione e due ripostigli. Tutti questi locali sono divisi da pareti in cartongesso; pianterreno si trovano lo spazio liturgico di 300 mq, due uffici, il vestibolo di entrata, le scale e il caffè - bar, in totale 500 mq;

primo pianocon un’area di 500 mq (da edificare in virtù di una licenza edilizia già ottenuta), abbiamo programmato due sale di 80 mq ciascuna per i lavori di gruppo e per le varie attività pastorali, il corridoio di 40 mq che dà accesso alle sale. Sul rimanente spazio di 300 mq sono previste le stanze per i volontari e per i collaboratori che periodicamente provengono da altri luoghi per aiutare nelle varie attività educative e pastorali ed è pure programmato l’appartamentino per il responsabile dell’Oratorio.

Chiedo gentilmente alla vostra Associazione “Gruppo Medaglia Miracolosa” di Mendrisio di aiutarci nella costruzione di queste due sale al primo piano di cui abbiamo urgente bisogno,

per le attività a favore dei giovani e degli studenti. Vi facciamo presente che il costo di 1 mq è preventivato in circa 800 franchi.

Nella speranza di una vostra risposta positiva nei limiti delle vostre possibilità, vi ringrazio in anticipo e vi saluto con profonda stima.

don Kreso Puljic

Un oratorio per i giovani di MostarDon Kreso Puljic è sacerdote della Diocesi di Mostar-Duvno, incaricato dal vescovo Ratko Peric, a dirigere l’Oratorio di San Tommaso Apostolo Biejli Brijeg a Mostar, di proprietà della parrocchia della Cattedrale di Mostar. Con la lettera che trascriviamo integralmente (peraltro confermata direttamente a noi

dal suo vescovo con lettera del 14 marzo 2011) egli ci chiede un aiuto per finanziare la costruzione di due sale dell’Oratorio il cui costo è preventivato in circa 100’000 franchi.

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Carissimi amici della Medaglia Miracolosa,vi spero tutti in buona salute e sempre pieni di speranza e fiducia nella bontà del Signore che sempre ci accompagna…Sono rientrato bene a Sadani e ho trovato tutto in ordine grazie all’impegno di tutti; meglio di quanto mi aspettavo.

Ho ripreso subito il lavoro pastorale con la visita ai villaggi per concludere il terzo turno di battesimi e cresime dei giovani unendo tutto alla festa annuale delle donne cattoliche, così fu proprio una festa bellissima che ha visto la missione piena di giovani e donne gioiosi: la gioia della Chiesa di Dio che cresce in Africa. Le donne si sono preparate alla loro festa con una giornata intera di ritiro: il tema era un pensiero di San Giovanni Bosco: “Il cuore della mamma, sorgente di vocazioni...”.Durante l’anno sacerdotale abbiamo così voluto riflettere ancora sul problema delle vocazioni sacerdotali e religiose e ogni mamma è tornata a casa con l’impegno di pregare perché ogni villaggio abbia il proprio seminarista.

Grazie a Dio la nostra Missione di Sadani ha quattro seminaristi in filosofia e teologia, uno in noviziato e sette nelle classi superiori. Il pensiero finale della festa fu: “Accanto a tanti Santi sacerdoti c’è sempre stata una grande mamma.”: Don Bosco - Mamma Margherita; Padre Allamano - Mamma Anna Cafasso, sorella di San Giuseppe Cafasso; Padre Massimiliano Maria Kolbe - la sua mamma che tanto amava.La missione di Sadani, iniziata nel 1938, si prepara al giubileo dei 75 anni nel 2013.

Già da due anni tutta la comunità cristiana si sta impegnando in un lavoro di restauro della

chiesa parrocchiale che è un po’ la Chiesa Madre di tutta la Parrocchia.

Nel 2008 furono rifatte le finestre corrose dalle termiti, ora sono in ferro e apribili per avere più aria all’interno. Anche l’impianto elettrico e degli altoparlanti fu messo a nuovo secondo le norme nazionali.

Nel 2009 furono rifatti i banchi, anch’essi rovinati dalle termiti e ormai insufficienti per l’aumento della frequenza dei cristiani alle funzioni. Quest’anno

e l’anno prossimo dovremo rifare il tetto. Le capriate in legno saranno sostituite da travi in ferro e le lamiere arrugginite e bucate saranno sostituite da quelle zincate. Faremo posare anche un soffitto in perline di legno per attutire il rumore della pioggia. Finora quasi tutto il lavoro è stato coperto con l’aiuto dei parrocchiani, ma quello che dovremo fare sarà molto più pesante delle loro forze. Ecco perché sono tentato di chiedervi qualcosa. Così avrò anch’io la gioia di dare qualcosa a chi mi sta accanto. Questa chiesa è l’eredità dei primi missionari e dei primi cristiani di questa missione, ora la vogliamo rinnovare, rinnovando anche la nostra fede e il nostro amore a CRISTO, alla sua CHIESA e alla nostra CHIESA.

Sempre con gratitudine e affetto immenso auguro a tutti ogni bene.Vi ho accompagnato nel percorso del vostro giubileo. Il mio augurio è che possiate ancora essere seminatori di speranza per tanti anni. Con gratitudine.

Padre Mario Baseggio

Siate seminatori di speranza per tanto ancora!

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Con questo augurio Padre Mario Baseggio, missionario della Consolata nella missione di Sadani, Tanzania, ci incoraggia a continuare la nostra attività. Nel 2013 la sua missione festeggia il suo 75° e questo è il motivo per mettere a nuovo l’edificio della chiesa parrocchiale. Alcuni lavori sono già stati fatti, ma quello

più importante deve ancora avvenire: cambiare il tetto e insonorizzarlo, perché quando piove il frastuono della pioggia copre persino la voce degli altoparlanti.

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Per pregare ogni giorno

Signore, dove saranno i nostri missionariin questo momento?

Lo chiediamo a te, Signore,che li vedi e li accompagni.

Dona a ciascuno di loro la saluteper correre ad annunciarti,

il coraggio per affrontare i momenti difficili,la carità per accogliere ogni uomo,

la gioia per portare a tutti il Tuo Vangelo.

Padre Santo, in Te e per Te tutto vive;Gesù Signore, solo con Te conosciamo

quanto valga ogni uomo;Spirito Santo, sei l’anima

della civiltà dell’amore e della missione!

E se un giorno, o Signore,Tu cercherai e chiamerai qualcuno

per fare arrivare il Vangeloai confini della terra,

ti prego, fa’ che anch’io sia capace di dirti:“Eccomi, manda me!”

Cornelia Kammermann, missionaria laica Svizzera, in mezzo alla “sua” gente di Simiátug, Ecudor, da più di 30 anni...

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Quante domande prima di partire… ce la farò? Chi incontrerò? Sarò capace di aiutare chi ne avrà bisogno? Il primo impatto con Calcutta è molto forte, i rumori, il caldo, gli odori… girando per le strade della città tutto sembra essere percepito molto più intensamente e devi stare attento a non essere travolto da un tuc-tuc o da un taxi. Poi i giorni passano e lentamente inizi ad apprezzare i colori dei sahari stesi ad asciugare, i profumi delle collane di fiori e della frutta ai bordi delle strade. Il caos della città improvvisamente svanisce entrando nella Casa Madre e andando a salutare la tomba di Madre Teresa. È da questa piccola oasi di pace che il nostro campo di lavoro ha avuto inizio. Inizialmente non è stato facile… mi sentivo inutile e impacciata, ma osservando le altre volontarie mi sono resa conto che la cosa più importante era stare accanto alle ragazze ospiti di Dum Dum, con un sorriso o una carezza. Possono sembrare cose banali, ma mi hanno fatto capire che sono i piccoli gesti quelli importanti. Sono tornata, e le domande sono ancora più di prima… ma questa volta non cerco delle risposte. È stata un’esperienza unica che ha lasciato un segno indelebile nel mio cuore… Grazie Calcutta e grazie ai mille volti rimasti sconosciuti che mi hanno insegnato a conoscere la bellezza di questa città.

(Gaia)

Beata Madre Teresa,una sessantina di anni fa accogliesti i primi ospiti, i più poveri tra i poveri della tua città, in

una casa dove potessero trovare conforto nella malattia, e tenerezza e dignità nel momento della morte. Oggi queste tue case, grazie al tuo cuore grande e alle molte compagne che ti hanno seguita, sono diventate numerose e ciascuna è un’oasi d’amore all’interno del caos e della povertà che ancora regnano a Calcutta. Oggi anche a noi è stato concesso il privilegio di trascorrere qualche giorno dentro queste oasi, dove chi ha fame riceve da mangiare, chi è nudo viene vestito, chi è malato viene curato, chi è solo trova braccia aperte pronte ad accogliere e amare. Anche noi abbiamo provato ad offrire un po’ del nostro amore a queste anime provate dalla sofferenza, con un abbraccio, un sorriso, una carezza, lavando i loro vestiti, imboccando chi nemmeno riesce più a nutrirsi da solo. Sono piccole cose davvero, ma sei proprio tu, Beata Madre, a spronarci ad andare in questa direzione: “Amiamo… non nelle grandi ma nelle piccole cose fatte con grande amore”.

(Chiara)

È difficile dover riassumere in poche righe un’esperienza così significativa e intensa come è stata la nostra di Calcutta. Calcutta è una città folle, che non sta ferma un minuto, un mosaico di persone, bus fatiscenti, tuk-tuk, incidenti sfiorati, venditori ambulanti. E poi ci sei tu, e devi trovarti un senso, devi sforzarti di dartene uno, ed è difficile, perché di fronte a tutta quella dignità perduta, di uomini e donne costretti e vivere in strada, tra i rifiuti, è facile farsi prendere dal senso di impotenza. Poi, piano piano, si cerca

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Diamo la parola ad alcuni giovani ticinesi che hanno partecipato, con don Angelo e don Gian Pietro, al campo di lavoro nelle Case di Madre Teresa a Calcutta dal 6 al 21 luglio. Sono riflessioni “a caldo”, scritte per lo più durante il lungo viaggio di ritorno, ma – appunto per questo – sono come il frutto immediato di un’esperienza che li ha profondamente toccati e segnati. Il gruppo è stato benvoluto, quasi prediletto, dalle Suore Missionarie della Carità. Lo spirito di amicizia e di gioia che lo ha caratterizzato, è stato una testimonianza gradita che ha portato un po’ di sorriso e di speranza in quella incredibile metropoli.

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di inserirsi in quel mosaico, di trovare un posto per il proprio tassello... e sperare che abbia dato un po’ di colore in più, anche se solo per due settimane.

(Giulia)

Ogni nuova esperienza che faccio riesce sempre a stupirmi e mi rendo conto che alcune situazioni sono impossibili da immaginare realmente, finché non le si vive. La povertà, la capacità di vivere e adattarsi a condizioni fuori dal nostro “normale”, la cultura diversa di queste persone, vorrei che aiutassero a riflettere e fare un esame di coscienza riguardo alle nostre abitudini. Un’esperienza di volontariato che è una goccia nell’oceano, ma che senza di essa sarebbe più povero.

(Marta)

La nostra esperienza in una grande città-simbolo dell’identità indiana è giunta al termine molto velocemente per quanto mi concerne! Mai però passerà il ricordo di ciò che ho potuto vivere: confesso che questo viaggio ha rafforzato in me alcuni valori, già presenti ma ora approfonditi dopo aver toccato con mano il disagio della gente. Nonostante la povertà imperversi sulla metropoli come una sorta di tumore difficilmente estirpabile, ho potuto costatare la grande forza d’animo nel superare questa condizione, contraddistinta da una certa

rassegnazione. Questo ha fatto nascere in me quello slancio vitale per poter affrontare la vita qui da noi e testimoniarla ai nostri vicini. Ora finalmente capisco perché la baraccopoli di Calcutta viene definita dal celebre romanzo di Dominique Lapierre la “città della gioia”: perché c’è letizia nell’incontrare il volto di Gesù nello sguardo di tante persone indigenti e perché qui si può concretizzare, sconvolgendo in meglio il tuo animo, quanto Madre Teresa afferma: “Siamo stati creati per cose più grandi, per amare ed essere amati”. Questo è Vangelo vissuto: la nostra fede è gioia.

(Riccardo)

Un’esperienza emozionante,Calcutta ci ha conquistato in ogni istante:in dodici siamo partiti,e con i don ci siamo anche divertiti.Quanti rumori, quanti odori!Molta gente assai bisognosaabbiamo accudito come si fa con una rosa:una carezza o un semplice abbraccio,qualche parola o un simpatico bacio.Un piccolo segno abbiamo lasciato,ma tanto affetto abbiamo donato.Ho bene in mente un giovane viso:per sempre nel cuore porterò quel sorriso!

(Corinna)

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In occasione del Giubileo del 2000, il Venerabile Giovanni Paolo II, all’inizio di un nuovo millennio dell’era cristiana, ha ribadito con forza la necessità di rinnovare l’impegno di portare a tutti l’annuncio del Vangelo «con lo stesso slancio dei cristiani della prima ora» (Lett. ap. Novo millennio ineunte, 58). È il servizio più prezioso che la Chiesa può rendere all’umanità e ad ogni singola persona alla ricerca delle ragioni profonde per vivere in pienezza la propria esistenza. Perciò quello stesso invito risuona ogni anno nella celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale. L’incessante annuncio del Vangelo, infatti, vivifica anche la Chiesa, il suo fervore, il suo spirito apostolico, rinnova i suoi metodi pastorali perché siano sempre più appropriati alle nuove situazioni - anche quelle che richiedono una nuova evangelizzazione - e animati dallo slancio missionario: «La missione rinnova la Chiesa, rinvigorisce la fede e l’identità cristiana, dà nuovo entusiasmo e nuove motivazioni. La fede si rafforza donandola! La nuova evangelizzazione dei popoli cristiani troverà ispirazione e sostegno nell’impegno per la missione universale» (Giovanni Paolo II, Enc. Redemptoris missio, 2).

Andate e annunciate

Questo obiettivo viene continuamente ravvivato dalla celebrazione della liturgia, specialmente dell’Eucaristia, che si conclude sempre riecheggiando il mandato di Gesù risorto agli Apostoli: “Andate…” (Mt 28,19). La liturgia è sempre una chiamata “dal mondo” e un nuovo invio “nel mondo” per testimoniare ciò che si è sperimentato: la potenza salvifica della Parola di Dio, la potenza salvifica del Mistero Pasquale di Cristo. Tutti coloro che hanno incontrato il

Signore risorto hanno sentito il bisogno di darne l’annuncio ad altri, come fecero i due discepoli di Emmaus. Essi, dopo aver riconosciuto il Signore nello spezzare il pane, «partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme dove trovarono riuniti gli Undici» e riferirono ciò che era accaduto loro lungo la strada (Lc 24, 33-34). Il Papa Giovanni Paolo II esortava ad essere “vigili e pronti a riconoscere il suo volto e correre dai nostri fratelli a portare il grande annunzio: “Abbiamo visto il Signore!”» (Lett. ap. Novo

millennio ineunte, 59).

A tutti

Destinatari dell’annuncio del Vangelo sono tutti i popoli. La Chiesa, «per sua natura è missionaria, in quanto essa trae origine dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo, secondo il disegno di Dio Padre» (CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Ad gentes, 2). Questa è «la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare» (Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 14). Di conseguenza, non può mai chiudersi in se stessa. Si radica in determinati luoghi

per andare oltre. La sua azione, in adesione alla parola di Cristo e sotto l’influsso della sua grazia e della sua carità, si fa pienamente e attualmente presente a tutti gli uomini e a tutti i popoli per condurli alla fede in Cristo (cfr Ad gentes, 5).Questo compito non ha perso la sua urgenza. Anzi, «la missione di Cristo redentore, affidata alla Chiesa, è ancora ben lontana dal suo compimento… Uno sguardo d’insieme all’umanità dimostra che tale missione è ancora agli inizi e che dobbiamo impegnarci con tutte le forze al suo servizio» (Giovanni Paolo II, Enc. Redemptoris missio, 1). Non possiamo rimanere tranquilli al pensiero che, dopo duemila anni, ci sono ancora popoli che non conoscono Cristo e

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Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la Giornata Missionaria Mondiale 2011«Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi» (Gv 20,21)

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non hanno ancora ascoltato il suo Messaggio di salvezza.Non solo; ma si allarga la schiera di coloro che, pur avendo ricevuto l’annuncio del Vangelo, lo hanno dimenticato e abbandonato, non si riconoscono più nella Chiesa; e molti ambienti, anche in società tradizionalmente cristiane, sono oggi refrattari ad aprirsi alla parola della fede. È in atto un cambiamento culturale, alimentato anche dalla globalizzazione, da movimenti di pensiero e dall’imperante relativismo, un cambiamento che porta ad una mentalità e ad uno stile di vita che prescindono dal Messaggio evangelico, come se Dio non esistesse, e che esaltano la ricerca del benessere, del guadagno facile, della carriera e del successo come scopo della vita, anche a scapito dei valori morali.

Corresponsabilità di tutti

La missione universale coinvolge tutti, tutto e sempre. Il Vangelo non è un bene esclusivo di chi lo ha ricevuto, ma è un dono da condividere, una bella notizia da comunicare. E questo dono-impegno è affidato non soltanto ad alcuni, bensì a tutti i battezzati, i quali sono «stirpe eletta,… gente santa, popolo che Dio si è acquistato” (1Pt 2,9), perché proclami le sue opere meravigliose.Ne sono coinvolte pure tutte le attività. L’attenzione e la cooperazione all’opera evangelizzatrice della Chiesa nel mondo non possono essere limitate ad alcuni momenti e occasioni particolari, e non possono neppure essere considerate come una delle tante attività pastorali: la dimensione missionaria della Chiesa è essenziale, e pertanto va tenuta sempre presente. È importante che sia i singoli battezzati e sia le comunità ecclesiali siano interessati non in modo sporadico e saltuario alla missione, ma in modo costante, come forma della vita cristiana. La stessa Giornata Missionaria non è un momento isolato nel corso dell’anno, ma è una preziosa occasione per fermarsi a riflettere se e come rispondiamo alla vocazione missionaria; una risposta essenziale per la vita della Chiesa.

Evangelizzazione globale

L’evangelizzazione è un processo complesso e comprende vari elementi. Tra questi, un’attenzione peculiare da parte dell’animazione missionaria è stata sempre data alla solidarietà. Questo è anche uno degli obiettivi della Giornata Missionaria Mondiale, che, attraverso le

Pontificie Opere Missionarie, sollecita l’aiuto per lo svolgimento dei compiti di evangelizzazione nei territori di missione. Si tratta di sostenere istituzioni necessarie per stabilire e consolidare la Chiesa mediante i catechisti, i seminari, i sacerdoti; e anche di dare il proprio contributo al miglioramento delle condizioni di vita delle persone in Paesi nei quali più gravi sono i fenomeni di povertà, malnutrizione, soprattutto infantile, malattie, carenza di servizi sanitari e per l’istruzione. Anche questo rientra nella missione della Chiesa. Annunciando il Vangelo, essa si prende a cuore la vita umana in senso pieno. Non è accettabile, ribadiva il Servo di Dio Paolo VI, che nell’evangelizzazione si trascurino i temi riguardanti la promozione umana, la giustizia, la liberazione da ogni forma di oppressione, ovviamente nel rispetto dell’autonomia della sfera politica. Disinteressarsi dei problemi temporali dell’umanità significherebbe «dimenticare la lezione che viene dal Vangelo sull’amore del prossimo sofferente e bisognoso» (Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 31.34); non sarebbe in sintonia con il comportamento di Gesù, il quale “percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e infermità” (Mt 9,35).

Così, attraverso la partecipazione corresponsabile alla missione della Chiesa, il cristiano diventa costruttore della comunione, della pace, della solidarietà che Cristo ci ha donato, e collabora alla realizzazione del piano salvifico di Dio per tutta l’umanità. Le sfide che questa incontra, chiamano i cristiani a camminare insieme agli altri, e la missione è parte integrante di questo cammino con tutti. In essa noi portiamo, seppure in vasi di creta, la nostra vocazione cristiana, il tesoro inestimabile del Vangelo, la testimonianza viva di Gesù morto e risorto, incontrato e creduto nella Chiesa.La Giornata Missionaria ravvivi in ciascuno il desiderio e la gioia di “andare” incontro all’umanità portando a tutti Cristo. Nel suo nome vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica, in particolare a quanti maggiormente faticano e soffrono per il Vangelo.

Dal Vaticano, 6 gennaio 2011, Solennità dell’Epifania del Signore.

Benedictus PP. XVI

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Cappella costruita a Badjava, vicino al “Dito di Dio”, da Fratel Domenico Vicari, missionario del PIME a Moutourwa (Cameroun). Fratel Domenico, durante la sua visita al nostro segretario nello scorso mese di maggio, ci ha lasciato il seguente messaggio: “Sono felice di farvi visita e di portarvi finalmente le fotografie delle due cappelle realizzate, grazie al vostro sostegno, nella missione di Moutourwa, in Cameroun. Grazie di cuore per la vostra solidarietà e per il sostegno spirituale”.

Touloum (Cameroun), 5 giugno 2011

Carissimi amici,ho ricevuto il vostro scritto con gli auguri per il nuovo anno e il vostro periodico. Grazie di cuore per l’aiuto ricevuto durante la mia visita al vostro segretariato e ora per il ricordo che mi serbate e gli auguri… che, sebbene ad anno inoltrato (così vanno le cose in Africa da queste mie parti), ricambio cordialmente.Ormai è iniziata la stagione delle piogge. Speriamo che proceda bene, né troppa acqua che guasterebbe le colture, né troppo poca che essiccherebbe le pianticelle di miglio e dei vari legumi.Poiché l’anno scorso i raccolti furono scarsi, a causa delle troppe piogge che hanno guastato i coltivi, ora si sta soffrendo, qua e là, la fame!

La vita di queste popolazioni agricole, in queste zone climatiche del Sahel, è precaria e povera.D’altronde noi stessi, quando coltivavamo solo la terra, senza l’apporto dell’industria, eravamo poveri, in balia a forze superiori alle nostre capacità di progresso.In questo periodo tutte le altre attività pastorali, formative e scolastiche sono concluse o ridotte al minimo, per attendere all’unico necessario: il pane dell’anno, cioè il miglio e i vari legumi che ne saranno l’intingolo della polenta.

Sono sicuro che voi ci accompagnate con la vostra preghiera e la vostra simpatia perché non manchi a nessuno il necessario.La Madonna, che fu anch’essa una poveretta, ci capisce e non esiterà a compiere qualche “miracolo” necessario.Un caro saluto a tutti e coraggio in quest’opera di bene.

Padre Mario Frigerio

Kwa-Xuma (Sudafrica), 17 giugno 2011

Carissimi della Medaglia Miracolosa,un caro saluto a tutti e un grazie per le vostre lettere che, sebbene con discreto ritardo, ricevo dai miei confratelli.Spero che le celebrazioni in occasione del 50° della Medaglia Miracolosa siano ben riuscite a gloria della Madre di Dio.

Mi trovo attualmente in una parrocchia di Soweto, felice di portare avanti il messaggio di pace che il Signore ci ha affidato, in mezzo a un popolo che ha molto sofferto e che pur tuttavia non porta in cuore nessun astio verso la minoranza bianca che lo ha tenuto schiavo.Vedo con piacere che aiutate Padre Zoga nella missione di Bangui, nella Repubblica Centrafricana. Purtroppo questo paese, anche se ha ottenuto l’indipendenza, tuttavia non ha

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ancora trovato la sua strada. Mi auguro che il Centro Spirituale di Bangui aiuti la Chiesa locale a dare una testimonianza di fede e di amore alla Chiesa Universale.

Ci ricordiamo a vicenda nella preghiera e vi ringrazio tanto delle vostre generose offerte che mi avete mandato. Il Signore vi ricompensi!Un saluto a tutti voi nel Signore Gesù.

Padre Aldo Chistè

Chennai (India), 20 giugno 2011

Cari amici,accettate la nostra gratitudine per la vostra generosità e siamo felici di comunicarvi che abbiamo iniziato i lavori di riparazione della nostra casa. Siete stati generosi con noi: grazie di cuore! Siate sicuri della nostra preghiera, sia comunitaria sia personale. Questa è l’unica cosa che possiamo fare per voi, per la vostra associazione, per tutti i benefattori, ...e lo facciamo volentieri.

La Madonna, nostra Mamma Celeste, ottenga per ognuno di voi grazie abbondanti, buona salute, pace e gioia e benedizioni.Con riconoscenza!

Suor Bonaventure

Lusaka (Zambia), 22 luglio 2011

Carissimi amici,scusate il mio silenzio e ritardo nel ringraziarvi per l’incontro avuto con voi il mese scorso e soprattutto per la vostra generosa offerta. È stato un piacere e gioia incontrarvi nel vostro centro e condividere con voi un po’ della nostra vita missionaria.Grazie per tutto quello che fate per le missioni con l’intercessione della Madonna. Possa la Vergine Santa continuare a proteggere e benedire

la vostra associazione e tutte le persone generose che la sostengono.Uniti nella preghiera. Con affetto e riconoscenza.

Padre Enrico Colleoni

Wau (Sudan), 14 luglio 2011

Carissimi Amici,questi ultimi mesi hanno segnato radicalmente la storia del nostro Paese. Dalla proclamazione dei risultati del referendum fino alla proclamazione dell’indipendenza, pochi giorni fa, il Sud Sudan ha realizzato il suo sogno, la libertà.Il percorso per giungere all’indipendenza non è stato semplice e anche la strada che si è ora aperta davanti a noi presenta molte difficoltà.Il nuovo stato deve imparare a sostenersi con le sue forze e per questo tutti, la popolazione, le istituzioni, le chiese, le organizzazioni della società civile, devono impegnarsi a contribuire e a lavorare per il bene comune.La priorità assoluta è quella di favorire l’unità nel Paese e prevenire ogni tipo di violenza di natura etnica o tribale.A questo scopo la Chiesa Cattolica ha avviato una nuova campagna di preghiera e azione dal titolo “Sud Sudan, una nazione di tutte le tribù, lingue e popoli”. Numerose iniziative sono state svolte finora e altre saranno realizzate per favorire la riconciliazione. In particolare la popolazione è stata invitata a piantare alberi, segno di nuova vita, prosperità e speranza per il futuro.Le celebrazioni del 9 luglio si sono svolte pacificamente in tutto il Paese e per giorni la gente ha cantato con immenso orgoglio l’inno nazionale, riversandosi con gioia per le strade.Il futuro del Sud Sudan si presenta all’insegna della libertà e della giustizia, ma alcune questioni restano ancora irrisolte, come il referendum nella regione di Abyei e la gestione delle risorse. Dovranno poi essere stabilite relazioni con i paesi confinanti, e in particolare con il Nord Sudan, dal quale dipende gran parte della nostra economia.Per molto tempo ancora avremo bisogno di sostegno prima di poter raggiungere la vera autonomia.Vi ringrazio per la vicinanza in questo momento storico per la nostra gente.Che Dio vi benedica e vi protegga.

Monsignor Rudolf Den MajakVescovo di Wau

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12 maggio 2011

Cari amici della Medaglia Miracolosa,un saluto cordiale e sincero a questo gruppo di forza ed energia spirituale mariana e missionaria, che ci unisce nell’annuncio del Vangelo in ogni angolo del mondo. È una gioia immensa potervi visitare nella vostra sede a Mendrisio. Un grazie per l’impegno e l’appoggio che date a tutti noi missionari. Al termine di un breve periodo di vacanza e di un corso di rinnovamento e aggiornamento, mi sento contento ed entusiasta di ritornare al caro e amato Ecuador.Grazie per l’aiuto, segno di un vostro grande appoggio, e della vostra preghiera che mi fa sentire tutti voi tanto vicini anche se distanti tanti chilometri dalle mie comunità.Che Maria, la Madonna di Fatima, ci faccia camminare sempre uniti e ci benedica tutti con le nostre famiglie.

Padre Marillo SpagnoloMissionario Comboniano in Ecuador

27 maggio 2011

Grazie per aver avuto l’opportunità di essere con voi per condividere la meravigliosa esperienza missionaria a El Obeid (Sudan). Maria, Regina delle Missioni, ci guidi e accompagni nel nostro cammino della vita, perché possiamo essere sempre fedeli alla sua Divina Volontà e poter vivere con gioia e serenità la nostra vita cristiana.Ciao e grazie della vostra squisita ospitalità e amicizia.

Fratel Agostino CerriMissionario Comboniano in Sudan

1 giugno 2011

Sono estremamente grato all’Associazione Medaglia Miracolosa per l’ospitalità e per tutto il prezioso aiuto che ho ricevuto per la mia diocesi.È una gioia e incoraggiamento essere tra voi che siete persone speciali, pazienti nell’ascolto e attente ai bisogni di ogni persona. Possa la Madre Maria aiutare l’intera chiesa a portare il messaggio di Gesù, ora e sempre.Con immensa riconoscenza e amore rimaniamo

uniti in Maria, Madre di Gesù e di ogni apostolo.

Monsignor Vincent BarwaVescovo della Diocesi di Simdega (India)

7 giugno 2011

Vi ringrazio di tutto cuore per il vostro aiuto e le vostra affettuosa accoglienza.

Insieme a tutti i bambini della nostra scuola, “Le cime di Giovanni Paolo II”, vi ricordiamo ogni giorno nelle preghiere del mattino e nella Santa Messa. Con tanto affetto e riconoscenza.

Padre Pierluigi CarlettiMissionario in Ecuador

16 giugno 2011

Vi ringrazio di cuore per tutto quanto fate e soprattutto per le preghiere di ogni giorno per noi missionari.

È per me sempre una gioia passare qui a Mendrisio per salutare gli amici e conoscenti della vostra associazione.È bello anche pregare davanti alla statua della Madonna della Medaglia Miracolosa, che avete nel vostro segretariato, a cui chiedo l’aiuto per compiere sempre la volontà del Padre.

Metto sotto la protezione della Madonna i miei giovani e ogni persona della mia Parrocchia in Rwanda. Grazie a tutti e vi affidiamo sempre, nelle nostre preghiere, al Signore.

Padre Patrice NtirushwaMissionario in Rwanda

Le visite dei missionari presso il nostro segretariato...

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24 giugno 2011

Carissimi amici e benefattori della Medaglia Miracolosa, è una gioia grande avere visitato il vostro centro e incontrare persone generose e meravigliose come voi.Un grazie di cuore per tutto il bene che fate per le missioni, i missionari e i più bisognosi.Affido ciascuno di voi e i vostri cari alla protezione e intercessione della Madonna, perché, anche attraverso di voi e la vostra generosità, il Regno di Dio possa toccare il cuore dell’umanità.Vi assicuro della mia preghiera e prometto di rimanere di più in contatto con ciascuno di voi.Chiedo anche a voi il sostegno della preghiera perché possiamo essere testimoni di Gesù per intercessione di Maria.Un abbraccio a tutti voi.

Padre Enrico ColleoniMissionario Comboniano in Zambia

8 luglio 2011

Amici “Masina” (=santi) dell’Associazione Medaglia Miracolosa di Mendrisio,approfitto di un breve passaggio tra di voi per esprimervi la mia e nostra riconoscenza e gratitudine per quanto fate per noi e per tanti operai del Vangelo, in tutto il mondo.

Voi ci aiutate spiritualmente con la preghiera, materialmente con tante piccole e grandi offerte, moralmente con il pubblicare sul “Qui Ticino…a voi missionari” tanti fatti e sforzi edificanti vissuti da tanti missionari e missionarie, religiosi e laici, che ci stimola a continuare il nostro umile lavoro nel campo del Signore.Vi abbraccio “aoka itsia” (=fortissimamente). GRAZIE!

Padre Giovanni Maria RazzuMissionario Vincenziano in Madagascar

12 luglio 2011

Carissimi amici e benefattori,è la prima volta che vengo personalmente a farvi visita nella vostra sede dopo anni di contatti epistolari.Ho sempre ricevuto le vostre notizie e il vostro aiuto che ha reso possibile realizzare progetti di sviluppo nelle missioni in cui ho operato.La missione è sempre un cantiere aperto che ha bisogno di personale e aiuti concreti per rendere visibile il Vangelo che annunciamo.Non essendo più direttamente coinvolto in un lavoro pastorale, ma essendo vicino ancora ad alcune realtà parrocchiali, sono venuto a conoscenza di una bellissima chiesa senza il tetto. Il mio desiderio è che presto i cristiani di Mqunndde (Jinja) possano lodare Dio nella loro costruzione. Questo sarà possibile anche grazie al vostro aiuto.Il Signore continui a benedire tutti voi dandovi sempre la forza di continuare la vostra azione missionaria.Maria vi accompagni sempre con la sua benedizione e intercessione. Grazie di cuore ancora. Vi ricordo nella preghiera.

Padre Damiano GuzzettiMissionario Comboniano in Uganda

26 luglio 2011

Reduce da un doppio intervento all’aorta e provvidenzialmente “recuperato” e ristabilito in salute, ho voluto programmare una visita obbligata a Mendrisio e all’Associazione per ringraziare e per salutare, forse per l’ultima volta…, giacché a una certa età “la barca fa acqua un po’ da tutte le parti”!Il prossimo 6 agosto rientro in Ecuador e continuerò la mia missione nelle “frontiere” del Regno di Dio e dell’Ecuador!Ho portato con me una richiesta con la piena speranza e fiducia nella generosa solidarietà dei tanti benefattori della Medaglia Miracolosa!Vorrei fare qualcosa ancora per migliorare le condizioni di vita e delle prestazioni pastorali della mia “piccola” parrocchia!Con tutto il cuore benedico tutti e assicuro la mia preghiera.

Monsignor Pedro GabrielliVescovo Emerito in Ecuador

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