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Ripartiamo. Per una nuova fase. Sabato 14 giugno abbiamo concluso il nostro Congresso con tanta voglia di far ritro- vare alla nostra associazione, dopo i tre giorni burrascosi di Palazzo Re Enzo di marzo, la direzione giusta: quella di es- sere all’altezza delle sfide che il mondo ci presenta, di approfondire il confronto tra di noi sulla nostra identità associativa, partendo dai contenuti e non dal potere. Sappiamo, e non dobbiamo dimenticarlo, che ora nel nostro paese più che mai serve l’Arci: alla politica, che si fonda sempre più sul rapporto diretto tra leader e popolo; alla politica della sinistra, che non riesce a focalizzare priorità legate a un’idea diversa del mondo; ai nostri di- rigenti nei territori, che sentono di dover trovare quelle che ci piace definire «le nuove frontiere del mutuo soccorso». Abbiamo resistito, nella nostra autono- mia, a un’idea di cambiamento.... Ora però abbiamo davanti la sfida di far sen- tire quello che per noi è il cambiamento: democrazia, partecipazione, giustizia so- ciale, avanzamento dei diritti. Vogliamo essere ascoltati dalle istituzioni, dalla politica. Vogliamo che sia riconosciuto il nostro valore di soggetto che costruisce partecipazione, che offre nella socialità occasioni di buona vita, che difende i beni comuni, i diritti di cittadinanza, i diritti di libertà. Credo che per fare tutto questo occorra prima di tutto prendersi cura di noi stessi, attraverso una riorganizzazione degli strumenti di governo e coordina- mento nazionale, nuovi sistemi di comu- nicazione, di conoscenza, di formazione. Lo sforzo compiuto per comporre un Consiglio nazionale che garantisca mag- giore partecipazione (e che dovrà rivedere il proprio modo di lavorare) non basta. Dovremo organizzare altri momenti, altre occasioni di scambio di buone pra- tiche e di ascolto delle Arci dei territori. Il nostro bilancio nazionale necessita di una ristrutturazione, che lo renda capace di investire maggiormente nello svilup- po associativo e nell’iniziativa politica. I meccanismi di scambio e comunica- zione in questa nostra complessa filiera vanno rivisti e rafforzati, potenziati. Anche nell’Arci, come nella società, c’è an- cora tanto da fare. Per dare protagonismo alle donne, per valorizzare i territori e le giovani generazioni. C’è ancora tanto da fare per creare le condizioni affinché tutti e tutte si sentano ‘accolti’ e ‘comodi’ nelle nostre esperienze associative e nelle nostre articolazioni organizzative. C’è ancora Al lavoro per un’Arci all’altezza delle nuove sfide di Francesca Chiavacci presidente nazionale Arci arcireport settimanale a cura dell’Arci | anno XII | n. 22 | 19 giugno 2014 | www.arci.it | report @arci.it tanto da fare per essere tutte e tutti noi consapevoli che la nostra natura di soggetto plurale e il nostro particolare insediamento territoriale sono la nostra originalità e la nostra forza. Questo abbiamo scritto nell’ordine del giorno che abbiamo appro- vato, impegnandoci a una verifica tra due anni nella Conferenza di Organizzazione. Ci siamo dati obiettivi ambiziosi, e ringrazio tutti e tutte per la fiducia che, eleggen- domi Presidente, hanno riposto in me. Con spirito di servizio mi accingo a vi- vere questo nuovo cammino assieme a tutti voi, sapendo che gli obiettivi che abbiamo davanti si potranno rag- giungere soltanto attraverso un lavoro collegiale, condiviso, pensato e realiz- zato da un gruppo e non da uno solo. La ricchezza che girando l’Italia si trova nei luoghi e nei progetti dell’Arci mi dà la forza di affrontare quest’impresa. Un grazie a Paolo Beni, per questi anni di lavoro in una fase non facile. Un pensiero costante per Tom, che ha segnato irre- versibilmente il percorso dell’Arci verso il futuro, che non smetterà mai di essere un riferimento per noi e per la sinistra italiana, che ci ha saputo far capire cosa significa il coraggio del pettirosso, il suo volo leggero, i suoi sogni di libertà intatti.

Arcireport n 22 2014

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Ripartiamo. Per una nuova fase. Sabato 14 giugno abbiamo concluso il nostro Congresso con tanta voglia di far ritro-vare alla nostra associazione, dopo i tre giorni burrascosi di Palazzo Re Enzo di marzo, la direzione giusta: quella di es-sere all’altezza delle sfide che il mondo ci presenta, di approfondire il confronto tra di noi sulla nostra identità associativa, partendo dai contenuti e non dal potere.Sappiamo, e non dobbiamo dimenticarlo, che ora nel nostro paese più che mai serve l’Arci: alla politica, che si fonda sempre più sul rapporto diretto tra leader e popolo; alla politica della sinistra, che non riesce a focalizzare priorità legate a un’idea diversa del mondo; ai nostri di-rigenti nei territori, che sentono di dover trovare quelle che ci piace definire «le nuove frontiere del mutuo soccorso».Abbiamo resistito, nella nostra autono-mia, a un’idea di cambiamento.... Ora però abbiamo davanti la sfida di far sen-tire quello che per noi è il cambiamento: democrazia, partecipazione, giustizia so-ciale, avanzamento dei diritti. Vogliamo essere ascoltati dalle istituzioni, dalla politica. Vogliamo che sia riconosciuto il nostro valore di soggetto che costruisce partecipazione, che offre nella socialità

occasioni di buona vita, che difende i beni comuni, i diritti di cittadinanza, i diritti di libertà. Credo che per fare tutto questo occorra prima di tutto prendersi cura di noi stessi, attraverso una riorganizzazione degli strumenti di governo e coordina-mento nazionale, nuovi sistemi di comu-nicazione, di conoscenza, di formazione.Lo sforzo compiuto per comporre un Consiglio nazionale che garantisca mag-giore partecipazione (e che dovrà rivedere il proprio modo di lavorare) non basta. Dovremo organizzare altri momenti, altre occasioni di scambio di buone pra-tiche e di ascolto delle Arci dei territori.Il nostro bilancio nazionale necessita di una ristrutturazione, che lo renda capace di investire maggiormente nello svilup-po associativo e nell’iniziativa politica.I meccanismi di scambio e comunica-zione in questa nostra complessa filiera vanno rivisti e rafforzati, potenziati.Anche nell’Arci, come nella società, c’è an-cora tanto da fare. Per dare protagonismo alle donne, per valorizzare i territori e le giovani generazioni. C’è ancora tanto da fare per creare le condizioni affinché tutti e tutte si sentano ‘accolti’ e ‘comodi’ nelle nostre esperienze associative e nelle nostre articolazioni organizzative. C’è ancora

Al lavoro per un’Arci all’altezzadelle nuove sfide

di Francesca Chiavacci presidente nazionale Arci

arcireportsettimanale a cura dell’Arci | anno XII | n. 22 | 19 giugno 2014 | www.arci.it | report @arci.it

tanto da fare per essere tutte e tutti noi consapevoli che la nostra natura di soggetto plurale e il nostro particolare insediamento territoriale sono la nostra originalità e la nostra forza. Questo abbiamo scritto nell’ordine del giorno che abbiamo appro-vato, impegnandoci a una verifica tra due anni nella Conferenza di Organizzazione.Ci siamo dati obiettivi ambiziosi, e ringrazio tutti e tutte per la fiducia che, eleggen-domi Presidente, hanno riposto in me.Con spirito di servizio mi accingo a vi-vere questo nuovo cammino assieme a tutti voi, sapendo che gli obiettivi che abbiamo davanti si potranno rag-giungere soltanto attraverso un lavoro collegiale, condiviso, pensato e realiz-zato da un gruppo e non da uno solo.La ricchezza che girando l’Italia si trova nei luoghi e nei progetti dell’Arci mi dà la forza di affrontare quest’impresa.Un grazie a Paolo Beni, per questi anni di lavoro in una fase non facile. Un pensiero costante per Tom, che ha segnato irre-versibilmente il percorso dell’Arci verso il futuro, che non smetterà mai di essere un riferimento per noi e per la sinistra italiana, che ci ha saputo far capire cosa significa il coraggio del pettirosso, il suo volo leggero, i suoi sogni di libertà intatti.

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arcireport n. 22 | 19 giugno 20142 congressoarci

Intervista a Luciana Castellina, presidente onoraria ArciQuando e perché hai deciso di impe-gnarti con l’Arci?Con l’Arci ho avuto a che fare fin dalla sua nascita, perché quando fu creata ero nel Comitato Centrale della Fgci, che con la nuova associazione aveva rapporti strettissimi. Poi però, per un lungo periodo, non l’ho più frequentata, anche se assai spesso ci siamo incrociati negli stessi movimenti. In particolare con quello ambientalista, giacchè sono stata a lungo nel Direttivo nazionale (e tutt’ora nel Comitato Nazionale) della Legambiente, per molti anni strettamen-te collegata all’Arci. Un legame partico-lare l’ho avuto soprattutto quando si è sviluppato in Italia il nuovo pacifismo degli anni ’80; ed è proprio grazie a Tom Benetollo, con il quale in quegli anni avevo strettamente collaborato nella creazione dell’Associazione della pace e nel Coordinamento dell’END (European Nuclear Desarmement), e che nel frattempo era diventato pre-sidente dell’Arci, che ho ristabilito un rapporto diretto agli inizi del 2000. È

stato lui che mi ha invitato per la prima volta ad un Congresso - quello tenuto a Salerno - e poi via via mi ha associato ad altre iniziative. Più organicamente sono entrata nell’Arci attraverso l’Ucca, nella cui presidenza fui eletta al suo Congresso a Ferrara, nel 2005. Di lì, al Congresso d Chianciano, quando sono entrata nel Consiglio nazionale dell’Arci.

Come interpreterai il tuo ruolo di Pre-sidente onoraria?Essere presidente onoraria dell’Arci mi rende assai fiera, perché l’Arci è un pezzo, e fra i migliori, della storia della sinistra italiana. Mi turba anche un po’, perché il mio predecessore, Diodati -

anche lui una persona che conoscevo dagli anni ’40 - non era un compagno qualsiasi: era stato un partigiano eroi-co, e tutti ne conoscete la vicenda. Io invece non sono molto onoraria, sono persona discutibile e che raramente ha conquistato unanimità di consensi. Mi sarà difficile - come ho detto quando il congresso mi ha eletto - non impic-ciarmi. Cercherò di farlo con la dovuta moderazione, ma nonostante i miei 85 anni ho ancora voglia di condividere fino in fondo le passioni - e i bisticci che queste inevitabilmente suscitano - dei militanti (ma potete sempre cacciarmi anche prima che muoia, sebbene questo, per i presidenti onorari, non si usi).

Intervista a Filippo Miraglia, vicepresidente ArciLa tua elezione a vicepresidente sancisce la ritrovata unità dell’associazione?La scelta di votare presidente e vice-presidente insieme, come concordato a partire dalla decisione, presa da me e da coloro che hanno sostenuto la mia candidatura, di convergere su una candidatura unica, è stata certamen-te dettata dal senso di responsabilità e dalla preoccupazione prevalente di tenere unita l’associazione. I prossimi quattro anni saranno per noi decisi-vi, sia per la tenuta dell’associazione, considerato il momento complesso che stiamo attraversando e la necessità di rimotivare le persone a stare dentro un percorso associativo come il nostro, sia per provare a rilanciare il nostro ruolo di soggetto del cambiamento nella sfera pubblica, a livello locale e nazionale. Per raggiungere anche solo in parte gli obiettivi ambiziosi che ci siamo posti nel documento congressuale unitario e, anche se con alcune differenze, nei contributi prodotti da Francesca e da me, ci sarà bisogno di un investimento impegnativo per tutto il gruppo dirigen-

te. L’unità dell’associazione è quindi una necessità, ancor prima che una scelta. Ritengo in questo senso che il confronto, a tratti aspro, che ha segnato questo Congresso, facendo emergere differenze e contraddizioni che convivono nella nostra organizzazione, ci consenta fi-nalmente di affrontare i problemi in maniera trasparente e collettiva, e quindi di provare a superarli. Quali sono secondo te le priorità dell’Ar-ci in questa fase? L’Arci deve, nei prossimi mesi, provare a ripensare la sua organizzazione interna e anche il suo ruolo nella società, sia a livello locale che nazionale. Obiettivi complessi e ambiziosi, che richiedono un’assunzione di responsabilità col-lettiva del nuovo gruppo dirigente e anche una grande fiducia nella nostra associazione e nella sua capacità di rin-novarsi. In una fase storica nella quale si è affermata l’idea, soprattutto nella sfera pubblica, dell’uomo solo al comando, la scommessa sta proprio nel riuscire a mettere in campo una leadership col-

lettiva. Un gruppo di uomini e donne, dai circoli alla direzione nazionale, che insieme provino a costruire un rapporto con il proprio corpo sociale, con le comu-nità dove siamo presenti, per qualificarsi come un soggetto del cambiamento. La nostra società è malata di leaderismo che, anche per l’avvento di nuove for-me di partecipazione virtuali, rischia di snaturare la democrazia rendendo anch’essa una merce di scambio sotto-posta alle leggi di mercato: il consenso si traduce sempre più in un prodotto a cui applicare le regole del marketing. Per questo le organizzazioni sociali come la nostra devono costruire occasioni di partecipazione che consentano ai soci e alle socie di esercitare una cittadinanza attiva, di ridare alle persone di sinistra un orizzonte. Una occasione per poter esercitare la propria voglia di politica attraverso la militanza civile: i diritti, la cultura, la solidarietà possono rap-presentare ancora la molla che spinge migliaia di persone a mobilitarsi sotto il logo dell’Arci. È il momento di provarci. Insieme possiamo farcela.

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arcireport n. 22 | 19 giugno 20143 10annisenzaTom

In ricordo di Tom, un artigiano dell’impegno sociale e politico

A dieci anni dalla sua scomparsa Tom Benetollo ha ancora tante cose da dirci e da insegnarci: la politica e l’impegno personale come esempio e generosità, il valore del pacifismo concreto, la cen-tralità di un associazionismo come una forma della politica diffusa, l’importanza dell’autonomia politica della società civile, la concezione della politica e dell’impegno sociale come ‘collettivo’ e tante altre cose ancora.Tom è stato uomo di frontiera (e unitario), esploratore di quella ‘linea d’ombra’ dove si possono incontrare esperienze e percorsi diversi e dove si possono ibridare culture politiche di storie differenti e apparentemente lontane. Persona curiosa e aperta, Tom è stato un innovatore della politica e dell’associazionismo. All’epoca del pacifismo degli anni ‘80 e ‘90 e negli anni dei movimenti sociali globali è sempre stato capace - con l’Arci - di essere al crocevia di tutti i più importanti appuntamenti dei movimenti, sapendo mescolare culture ed esperienze anche lontane, ma sapendo creare il terreno di una mobilitazione unitaria.

È stato così negli anni ‘80, durante la mobilitazione pacifista contro gli eu-romissili. Nel lavoro in Medio Oriente è riuscito, insieme a molti altri, a far dialogare e lavorare insieme gli israeliani di Peace Now e i comitati palestinesi dell’Intifada. Così negli anni ‘90 -in ex Jugoslavia- insieme a tanti di noi ha saputo far collaborare grandi e piccole associazioni, i pacifisti serbi e quelli musulmani. E poi, con Porto Alegre e la mobilitazione contro il G8 a Geno-va, si è speso per far lavorare insieme associazioni ed organizzazioni più tra-dizionali con i movimenti antagonisti ed i centri sociali.Tom ha sempre messo il ‘collettivo’ (che era il nome di una rivista con la quale aveva lavorato in gioventù) davanti al suo destino personale, rinunciando a facili candidature al Parlamento per poter mantenere l’impegno preso con l’Arci e il lavoro avviato con movimenti e reti as-sociative. Tom non era un professionista (alienato e disincantato) della politica, ma un artigiano (motivato e generoso) dell’impegno sociale e politico che ha saputo mettere al centro la concretezza

del cambiamento. Si è sempre messo al servizio, con generosità e disponibilità. Non è mai stato arrivista e conformista.Oggi Tom ci manca e manca alla politica e alla società civile di questo paese. Ci manca - tramite lui - questa forza ag-gregatrice e unitaria capace di costruire il ‘valore aggiunto’ di quella terra di mezzo di associazioni e movimenti, valore maggiore della somma delle sue componenti. A dieci anni di distanza di Tom capia-mo quanto abbiamo perso, ma anche quanto ci è rimasto. E come in un piccolo scrigno, che si apre senza accorgercene, escono improvvisamente da un passato che sembra ieri i suoi ricordi, parole, frasi che ci guidano nella nostra azione quotidiana e che fanno luce. Come quella dei lampadieri - che lui amava e citava - che si avventurano in un percorso inesplorato nel buio della notte, ma camminando innanzi e tenendo la pertica rivolta all’indietro, appoggiata sulla spalla, con il lume in cima, consentono ai viaggiatori di camminare più sicuri e a tutti noi di seguire la strada giusta.

di Giulio Marcon deputato indipendente Sel

‘Abbiamo fatto la pace’, una selezione degli scritti di Tom Benetollo sui temi della paceA 10 anni dalla sua scomparsa, giovedì 19 giugno ricordiamo Tom Benetollo, protagonista del movi-mento pacifista del nostro paese dagli anni ‘80 al 2004, anno della sua morte.È stato animatore del movimento pacifista contro gli euromissili ne-gli anni ‘80, co-fondatore dell’As-sociazione per la pace, presidente dell’Arci dal 1997 fino alla sua scomparsa, in prima fila nelle mobilitazione antirazziste e nel movimento di solidarietà in Me-dio Oriente e in ex Jugoslavia. E tante altre cose. L’occasione è la presentazione del volume Abbia-mo fatto la pace, una selezione dei suoi articoli sui temi della pace, dal 1981 al 2004.

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arcireport n. 22 | 19 giugno 20144 diritti

‘Da rifugiati a cittadini. Cronache di quotidiana convivenza’

In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, il 18 giugno presso la Sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stata presen-tata l’iniziativa Da rifugiati a cittadini. Cronache di quotidiana convivenza, promossa da UNAR - Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Dipar-timento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri in collaborazione con Anci - Servizio centrale dello SPRAR. Repubblica.it è media partner dell’iniziativa.All’iniziativa, promossa per celebrare la Giornata Mondiale del 20 giugno, hanno aderito l’Associazione Carta di Roma, l’UNHCR e il servizio specialistico gestito da Arci, per conto di UNAR, sulle discri-minazioni dei richiedenti asilo e rifugiati.Da rifugiati a cittadini è un contest giornalistico rivolto ai giornalisti attivi nelle testate locali, sia cartacee che online, che premierà le storie che raccontano in maniera più efficace l’integrazione di rifugiati e richiedenti asilo sui territori, destrutturando così stereotipi e pregiu-dizi che spesso si associano al racconto su questi temi. Chi sono i rifugiati oggi, come vengono percepiti dall’opinione pubblica? Da dove provengono? Quali sono le loro storie? Sono oggi circa 50mila i rifugiati presenti in Italia, persone che in un recente passato avevano un lavoro e un ruolo sociale spesso anche rilevante e che, nell’arco di un tempo brevissimo, si sono ritrovati esclusi, vulnerabili e stigmatizzati come ‘intrusi’ nel Paese

che dovrebbe accoglierli. Le storie metteranno in evidenza il valore aggiunto della presenza dei rifugiati sul territorio, raccontandone il ruolo sociale, le professionalità e le competenze eserci-tate da chi ha scelto di stabilirsi nel con-testo locale di accoglienza. Promuovere un’informazione positiva che rappresenti al meglio il lavoro di accoglienza inte-grata svolto sui territori dallo Sprar e il ruolo positivo delle persone accolte in numerosi contesti locali sono gli obiettivi del concorso, che punta attraverso una stampa attenta e di qualità a contrastare

ogni forma di razzismo e discriminazione. Modalità di partecipazioneIl concorso si rivolge a giornalisti di cronaca locale (anche on line) iscritti all’Albo dei professionisti o dei pubblicisti dell’Ordine dei giornalisti. I giornalisti sono invitati a contattare i progetti ter-ritoriali dello SPRAR (enti locali e realtà del terzo settore) del loro territorio per conoscere e raccontare storie di rifugiati che, alla fine del soggiorno nel centro di accoglienza, abbiano deciso di rimanere sul territorio, avendo trovato un lavoro o una casa o entrambi. La storia dovrebbe anche mettere in evidenza il ruolo sociale e la professionalità che aveva il rifugiato nel proprio Paese d’origine, perché spesso viene percepito in Italia solo come mem-bro della categoria ‘debole’ dei rifugiati, perdendo qualsiasi individualità.Tutti gli articoli dovranno essere scritti rispettando le indicazioni della Carta di Roma ed essere pubblicati su una testata locale e/o on line entro il 28 settembre 2014.Gli articoli pubblicati dovranno essere inviati all’indirizzo [email protected] entro il 30 settembre 2014, indicando nell’og-getto ‘contest UNAR-SPRAR’ e nel testo tutti dettagli relativi al giornalista e ai referenti del progetto territoriale SPRAR coinvolto.PremioLa Commissione, dopo aver esaminato la documentazione trasmessa da ciascun candidato, premierà i 3 articoli ritenuti migliori secondo il criterio di valuta-zione basato sull’originalità e sui valori comunicativi, funzionali all’area tematica oggetto del bando. In particolare saranno valutati la completezza dell’informazione, la sua rigorosità scientifica, la capacità divulgativa e lo stile dell’esposizione.I migliori articoli selezionati da una giuria composta da esperti Unar, referenti del Servizio Centrale dello SPRAR, SPRAR Arci e giornalisti di Repubblica verranno pubblicati su www.repubblica.itInoltre, i migliori articoli (vincitori e non) saranno selezionati e diffusi nell’ambito di campagne informative e di sensibiliz-zazione elaborate dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’Anci-Servizio Centrale dello SPRAR, oltre ad essere raccolti in una pubblicazione.Ulteriori informazioni e il bando com-pleto del contest su www.unar.it

Unida itinerante 2014Quest’anno l’Arci promuove l’Università Estiva sul Diritto d’Asilo insieme all’U-NAR e in collaborazione con l’UNHCR. Il tema affrontato è quello delle di-scriminazioni ai danni dei richiedenti asilo e rifugiati: come riconoscerle e come intervenire. La discriminazione si verifica allorquando un individuo venga svantaggiato sulla base di una «caratteristica protetta».La discriminazione assume forme mol-teplici: discriminazione diretta, discri-minazione indiretta, molestie e ordine di discriminare. L’UNIDA intende ap-profondire quando lo status giuridico di richiedenti asilo e di titolare di una

forma di protezione possa essere con-siderato una «caratteristica protetta» a causa della quale si diventa vittima di discriminazione. La formazione, della durata di 12 ore, farà tappa in ogni regione obiettivo convergenza grazie ai comitati territoriali dell’Arci/Antenne Antirazziste dell’UNAR e si concluderà al Meeting Internazionale Antirazzista di Cecina. Ecco le date: 30 giugno e 1 luglio a Santa Maria Capua Vetere (Ce); 2 e 3/07 a Foggia; 7e 8/07 a Caltanissetta; 8 e 9/07 a Lamezia Terme (Cz); 9 e 11/07 a Cecina Mare (Li). È possibile iscriversi fino al 27 giugno mandando un’email a [email protected] e [email protected]

Contest sull’immagine del rifugiato nei media

Il 20 giugno, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato promossa dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), si terranno iniziative in numerosi circoli e territori Arci di tutta Italia.Su www.arci.it l’elenco delle ini-ziative pervenute.

LA GIornATA DeL rIFUGIATo

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arcireport n. 22 | 19 giugno 20145 solidarietàinternazionale

di Giuliana Sgrena giornalista

La guerra infinita dell’Iraq

L’Iraq sopravviverà all’invasione qae-dista dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil)?Forse sì ma non sarà più quello di prima. La possibilità che l’Iraq ne esca diviso in base all’appartenenza etnico-confes-sionale è molto probabile. In queste ore l’avanzata dei jihadisti continua, Baquba si trova solo a una sessantina di chilometri da Baghdad. Ma invece di marciare sulla capitale i qaedisti hanno preso di mira la raffineria di Baiji, la più grande dell’Iraq, il cui controllo potrebbe mettere in ginoc-chio il governo sciita di al Maliki. La pro-duzione del petrolio comunque crollerà con il ritiro di buona parte del personale delle maggiori compagnie petrolifere straniere – Exxon Mobil, Bp, Petrochi-na, i cinesi che controllano i maggiori giacimenti – con, per ora, l’esclusione dell’Eni. Il ministro degli esteri iracheni Zohari, a nome del governo, chiede agli Usa di bombardare l’Isil, Tehran offre il proprio aiuto. Riuscirà l’Iraq a far alleare due nemici storici come gli Usa e l’Iran? Gli interessi riescono spesso ad arrivare dove la diplomazia non trova soluzioni. L’Iran non ha bisogno degli Usa per en-trare in Iraq, che già controlla in buona parte grazie ai partiti sciiti e dove ha già

inviato le Guardie della rivoluzione con il pretesto di proteggere i luoghi sacri. Ma Obama non può rinunciare all’Iraq dopo un’occupazione che è costata molto al paese sia in dollari che vite umane. Ma come? Non può certo inviare truppe e i bombardamenti con i droni basteran-no? A insinuare dubbi sull’effetto dei bombardamenti è il generale Martin Dempsey, capo di stato maggiore Usa: gli obiettivi da colpire sono estremamente mobili e gli ‘effetti collaterali’ potrebbero rappresentare un boomerang per Obama. Ancora più invisa ai repubblicani Usa un’intesa con l’Iran, che chiede in cambio un accordo sul nucleare. L’Isil difficilmente arriverà a Baghdad perché il gruppo qaedista preferisce com-battere dove ha la possibilità di vincere e la capitale irachena potrebbe essere una trappola poiché la maggioranza degli abitanti è sciita. Inoltre l’esercito che si è ritirato di fronte all’avanzata jihadista nel nord sunnita potrebbe cercare pro-prio a Baghdad il riscatto. Il premier al Maliki paga nel peggiore dei modi la discriminazione nei confronti dei sunniti e la loro esclusione dall’esercito. Questa scelta ha indotto molti capi tribali sun-niti a non opporsi all’avanzata dell’Isil.

Il gruppo qaedista si è rafforzato con i combattimenti in Siria che gli hanno fornito petrodollari – gli altri dollari li hanno prelevati dalle banche irachene nelle città occupate -, armi e uomini. Il successo militare nel nord della Siria ha aumentato il numero degli arruolati. Per conquistare la complicità della po-polazione, dove sono arrivati i jihadisti hanno dimezzato il prezzo della benzina e dei beni di prima necessità. Una com-plicità che sarà pagata a duro prezzo con la sottomissione alla versione più arcaica della sharia, la legge coranica. E come nelle guerre più sporche vengono arruolati anche i bambini. L’esercito di al Maliki assolda bambini di 10 anni, ma nelle immagini compaiono anche donne armate di kalashnikov. I qaedisti invece fanno assistere i bambini alle loro orri-bili esecuzioni. E intanto è ricominciato l’esodo, si parla di un milione e mezzo di profughi alla ricerca di un luogo sicuro, molti si sono diretti verso il Kurdistan, meta già da tempo di chi fugge dalla guerra in Siria. Continua il cammino senza meta di centinaia di migliaia di disperati che non hanno altro obiettivo che la sopravvivenza.

giulianasgrena.globalist.it

Disponibile il dvd del film ‘restiamo Umani - The reading Movie’È disponibile il film della let-tura integrale del libro Gaza - Restiamo Umani scritto da Vittorio Arrigoni (1975 - 2011), diario giornaliero dei 22 giorni di massacro avvenuto durante l’operazio-ne militare ‘Piombo Fuso’, sferrata dal governo israeliano contro i civili della striscia di Gaza, tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, in cui morirono più di 1200 civili e oltre 400 bambini furono assassinati.Il film, narrato seguendo i capitoli del libro, è stato girato alla prima lettura per mantenere l’empatia e la forza espressiva di ogni protagonista. Vittorio Arrigoni, volontario dell’In-ternational Solidarity Movement, assi-steva negli ospedali e sulle ambulanze a soccorrere la popolazione di Gaza, vittima di un bombardamento senza precedenti e contro ogni convenzione internazionale, in cui furono distrutti ospedali, scuole, moschee e abitazioni

civili. Vittorio Arrigoni ci ha lasciato l’unica testimonianza al mondo, scritta giorno dopo giorno, dell’intera offensiva e costituisce il documento storico di un crimine contro l’umanità.Tra i protagonisti alcune delle più autore-voli eminenze accademiche e culturali in difesa dei Diritti Umani come Stéphane Hessel, Noam Chomsky, il premio Nobel per la pace Mairead Corrigan Maguire, Roger Waters, Moni Ovadia, Don Andrea Gallo, l’Arcivescovo di Gerusalemme Hi-larion Capucci, Il rabbino Yisroel Dovid Weiss e molti altri.Al fine di permettere la massima diffusio-ne del film, è stato mantenuto il prezzo più basso possibile (10€ a copia).All’interno del dvd, c’è un libretto di 32

pagine a colori con i ritratti fotografici dei lettori realiz-zati dai fotografi Pino Bertelli e Giorgio Scola, scritti degli autori Luca Incorvaia e Fulvio

Renzi, un saggio critico di Pino Bertelli, pensieri di Egidia Beretta, madre di Vit-torio e della sorella Alessandra Arrigoni.Tante persone hanno creduto nell’im-portanza della testimonianza di Vittorio Arrigoni e tramite una raccolta fondi a cui hanno partecipato oltre 1600 persone, è stato possibile creare questo film, un nuovo strumento a difesa della verità. Il film continuerà a restare visibile gra-tuitamente sul sito www.restiamoumani.comÈ possibile ordinare una copia del dvd alla pagina stayhuman.tv/dvd-itParte dei ricavi verrà utilizzata per le nuove edizioni internazionali del film e parte sarà devoluta al Palestinian Center for Human Rights e al Palestinian Center for Democracy and Conflict Resolution.

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arcireport n. 22 | 19 giugno 20146 cultura

Una nuova stagione di incertezzaper il sistema culturale italiano

Mentre l’Unione Europea prevede una timida crescita del PIL del nostro Paese, con molte incognite legate ai reali effetti degli ultimi provvedimenti del governo, il sistema cultura italiano vive una nuo-va stagione di incertezza. Con qualche interessante novità positiva. In effetti, se da una parte le statistiche su consumi culturali e possibilità di spesa delle famiglie non sembrano migliorare, diversi prov-vedimenti del governo potrebbero avere effetti positivi nel medio periodo. Sempre che vengano emanati i decreti attuativi e si resista alla tentazione di tagliare fondi per far tornare i conti. E il comparto della musica come se la passa? I fronti aperti sono davvero molti. Il primo di questi riguarda i nuovi criteri di accesso al Fondo Unico per lo Spettacolo che hanno avuto il via libera dalla conferenza unificata Stato-Regioni. Sembra che finalmente anche la musica popolare contemporanea di qualità, a cominciare dal jazz, avrà la possibilità di proporre progettualità di

reti regionali. Avranno maggiore spazio esperienze giovanili che potrebbero trovare casa negli spazi demaniali che il precedente decreto ‘Valore Cultura’ sembrava mettere a disposizione di aggregazioni di artisti. Ma siamo ancora in attesa dei decreti attuativi che riguardano quest’ultima importante opportunità. Nel frattempo il jazz italiano è riuscito a conquistare un fondo straor-dinario del Mibact di mezzo milione di euro dal 2015. Un segnale significativo per tutta la musica popolare contemporanea. Altra partita difficile ed impegnativa ri-guarda tutto ciò che ruota attorno al diritto d’autore e alla gestione dei suoi proventi. Negli ultimi mesi si è sviluppato un dibat-tito a tratti aspro che riguarda l’aumento della cosiddetta quota per la ‘copia privata’ che viene incassata dalla Siae per poi essere redistribuita agli aventi diritto. Stiamo parlando di un importo monetario che viene richiesto ai produttori di ogni supporto fisico che può memorizzare dati, e quindi anche musica e video, suppo-

nendo che prima o poi chi è in possesso di una chiavetta usb o uno smart-phone si scaricherà qualche contenuto musicale tutelato dalla Siae. L’aumento delle tariffe richiesto dalla Siae e da molta parte del mondo della cultura sarebbe sostanzioso e potrebbe far crescere i relativi introiti della Siae dagli attuali 80 milioni a circa 200 milioni di euro. Costo che ricadrà totalmente sui prezzi degli apparecchi di elettronica di consumo e quindi su tutti i cittadini. Se almeno la metà di questi introiti venissero utilizzati per promuo-vere progetti e iniziative a sostegno dei giovani autori, si potrebbe pensare che quest’aumento, che si configura come una vera e propria tassa, sosterrà anche il vasto mondo della musica. Parlando di Siae, non si può dimenticare che molti sono ancora in attesa di una riforma importante nel funzionamento dell’ente che produca maggiori ricadute positive sul mondo della musica. C’è chi non crede molto nella capacità di autoriforma dell’ente e propone l’apertura del mercato italiano delle collecting ad altri competitor nazio-nali. Vorrebbe dire superare il monopolio legale della Siae. Una rivoluzione dagli esiti non scontati. Ovviamente non possiamo dimenticare che per rendere più solido il panorama musicala del nostro Paese c’è bisogno di maggior pubblico, curioso e partecipe. Per questo è fondamentale puntare sulla formazione musicale nelle scuole di ogni ordine e grado. Puntando sulla pratica dello strumento musicale e sulla interazione con le tante esperienze di qualità di scuole di musica nate anche da progetti associativi. La campagna Fare musica tutti sostiene un progetto di legge molto interessante che tiene insieme in maniera organica molti provvedimenti importanti che aiuterebbero davvero il vasto mondo della formazione musicale. Già dai primi di giugno sono tantissimi i festival musicali che riempiranno di musica strade e piazze delle nostre città. Non sarà facile far quadrare i conti per gli organizzatori e i musicisti. Costi di gestione che aumentano sempre più, diminuzione dei contributi già bassi delle amministra-zioni locali, minore disponibilità econo-mica delle persone, rendono dura la vita dei festival estivi. Come sarebbe bello se l’iva su tutti costi sostenuti per la loro organizzazione fosse abbassata al 10% e i parametri per il calcolo dei compensi Siae fossero meno onerosi.

di Carlo Testini responsabile Politiche culturali Arci

Il 21 giugno la Musica fa festa!

Il 21 giugno si celebra la Festa europea della musica, a cui l’Arci aderisce dal 1997. Quest’anno, l’Arci ha intitolato la sua Festa della Musica Total Tonal per sostenere la pari dignità di tutte le musiche. Di seguito, alcune delle iniziative promosse da circoli e comitati territoriali. Altre info sulla pagina facebook Festa della Musica dell’Arci.MoDenAIl 21 giugno dalle 18 in piazza Manifattura Tabacchi c’è Rocktail, l’aperitivo con le band modenesi: Karne Kattiva, Cara-van, Doodles, Echoes. Ingresso gratuito. Dalle 21.00 al Supercinema Estivo è in programma Sountracks, la serata di sonorizzazioni di grandi pellicole del film muto. Ingresso gratuito.A Soliera (MO), dalle 21 in concerto in piazza Lusvardi Roy Paci & Aretuska.CeSenAMagazzino Parallelo presenta Frequenze Parallele 2014, quattro giorni di musica nei giorni 21, 25, 26 e 27 giugno a Mon-tiano, Cesena e Gambettola con Sranchio Sound Wawe, Roberto Paci Dalò Klezmer Orchestra, The Big Payback, Pepe Medri & Timbuctù Orchestra feat John De Leo,

Ginevra di Marco, Donna Ginevra e l’Or-chestra da camera Stazioni Lunari.TArAnToIl 22 giugno i circoli Arci del comitato di Taranto si incontrano e scambiano espe-rienze per tutta la giornata in una antica masseria nelle campagne di Maruggio.La Festa è dedicata a Tom Benetollo.BreSCIAL’Arci parteciperà alla Festa della Mu-sica Brescia. I principali appuntamenti organizzati in città il 21 giugno sono: Jam Session dalle 16 al Caffè Letterario; OneDay Festival dalle 16 al Qoelet / il salotto buono; Silent Disco dalla mez-zanotte alla Latteria Artigianale Molloy. Tutti i musicisti suonano gratuitamente e la partecipazione ai concerti è libera.SASSArILa Festa della musica, col patrocinio del Comune di Sassari, si svolgerà ai giardini pubblici, il 21 giugno dalle 16 in poi, e vedrà la collaborazione del comitato provinciale di Sassari e di alcuni circoli Arci, fra cui Officine Musicali, Day Off, 33 Giri, Mescla.Suonano: Mowman, Möhn, Mac and the bee, Grandmother’Safari

Alcune iniziative Arci

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arcireport n. 22 | 19 giugno 20147 alluvionesenigallia

Quando un’alluvione diventa solidarietà

La seduta finale del congresso dell’Arci nazionale sabato 14 giugno presso il circolo Arci San Lazzaro è stata aperta da un intervento molto emozionato e intenso di Paola Stracciari dell’Arci di Senigallia. Vogliamo riproporne alcuni passaggi ai lettori di Arcireport.«Per il 3 maggio a Senigallia potremmo parlare di dissesto idrogeologico; di urba-nizzazione e cementificazione dissennate; di incuria del letto del fiume, argini dis-sestati e interventi mai realizzati (…) di tardiva allerta e soccorsi non coordinati, di come le vittime anziché 3, avrebbero potuto essere decine se fosse accaduto di notte, di come l’incolumità e la salute delle persone sia-no state messe a rischio. Potremmo parlare di nu-meri: 1250 famiglie - quasi 5000 persone - con l’abitazione totalmen-te o gravemente danneggiata; circa 750 attività commerciali devastate, decine di posti di lavoro dispersi nell’acqua. Dati provvisori, perché l’amministrazione co-munale ancora non ne fornisce, neanche ai consiglieri comunali.Invece vogliamo parlare di due circoli Arci, nei quartieri di Borgo Bicchia e Borgo Molino, devastati dall’acqua: 400 soci, persone - una comunità - che oltre ai danni alle proprie abitazioni hanno avuto distrutta anche la loro ‘casa comune’. I circoli sono i quartieri stessi, le gene-razioni che vi crescono e si susseguono e i nuovi residenti che si frequentano,

per questo è stato naturale, per tutti, occuparsi del circolo, svuotarlo dal fango e ripulirlo, prima ancora di spalare il fango dalle loro case. Entrambi hanno perso tutte le attrezzature e subito danni ingenti anche alle strutture, ma si sono organizzati all’aperto, sotto le tettoie o con una cu-cina da campo. Un circolo per due settimane ha sfornato - a spese proprie - 200 pasti al giorno per sfollati e volonta-ri; smistato generi di prima necessità, compilato moduli, censito i danni, consolato i

più disperati (…) si sono costituiti in un comitato per accertare le responsabilità ed esigere il risarcimento dei danni; l’altro ha ripristinato una linea elettrica e i residenti ora si riuniscono all’aperto, sotto la tettoia, discutono gli interventi, si parlano, si incontrano, non più al buio.Avevamo chiesto ai due presidenti di venire qui e parlare loro ma hanno de-clinato l’invito, con il pudore e anche l’orgoglio di chi pensa di aver fatto tutto quello che era possibile, e non se la sente di presentarsi con il cappello in mano. Tra l’altro, proprio oggi sono impegnati nella Festa del Quartiere, una tradizione

decennale che non voglio-no interrompere, perché ritrovarsi insieme è un segnale forte di ripresa e perché è una festa sempre all’insegna della solidarie-tà: fu in questa occasione che raccolsero per il terre-

moto dell’Emilia un cospicuo contributo destinato alla ricostruzione di un circolo emiliano, con cui sono rimasti in contatto.Noi siamo qui per i nostri circoli (…) per rilanciare il nostro appello e una sfida; se ogni circolo versasse 30 euro, si raccoglierebbero fondi a sufficienza non solo per fare ripartire i due circoli ma so-prattutto per fare ripartire una comunità: 5000 circoli per 30 euro. (…) Certo è un impegno, dice Mauro, presidente di uno dei due circoli, ma rifacendosi alla sua esperienza e a quella dei soci che lavo-rano insieme, aggiunge che in fondo ‘si tratta esclusivamente di buona volontà’. Noi diremmo che si tratta anche di non lasciarci soli. Fateci sentire che l’Arci c’è».

5.000 CIRCOLI x 30 euro = Arci aiuta a ricostruire i circoli e una comunità

a cura di Arci Senigallia

C/C dedicato: IT 51 D 05018 03200 000000174490 Banca Popolare Etica intestato: Associazione Arci - Alluvione SenigalliaArci Senigallia, viale Bonopera 55 - 60019 Senigallia [email protected] I tel. 0717929142 I cell. 3396093292 - 3334699221

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arcireport n. 22 | 19 giugno 20148 carovanaantimafie

Schwabenkinder: i bambini sfruttati, ieri come oggi

Schwabenkinder. A dispetto della parola, quasi impronunciabile per un profano, è una delle storie rimaste maggiormente impresse nelle ultime tappe di carovana del nord Italia. Schwabenkinder sono i bambini di Svevia, figli di contadini, provenienti dal Tirolo, dall’Alto Adige, dal Lichtenstein e dalla Svizzera che, a cavallo fra il XVII ed il XX secolo veni-vano acquistati e impiegati in Svevia dai proprietari terrieri per lavori stagionali. Grazie a un gruppo di bravi musicisti e all’Arci di Bolzano abbiamo conosciuto questa storia, ignota ai più, in cui si racconta, attraverso un concept album, della povertà che caratterizzava quelle zone e dello stato di necessità che come sempre antepone la sopravvivenza alla giustizia. Noi carovanieri credevamo che queste storie appartenessero, per restare in Italia, alle terre di Puglia, di Basilicata

o di Sicilia, tutto al più della Toscana. La sorpresa è stata, invece, nello scoprire che migliaia di bambini, fra i 5 e i 14 anni, venivano usati come contadini o servi nelle campagne delle zone setten-trionali dell’attuale Germania, quelle più ricche. Insomma c’è sempre un nord di qualcosa. I bambini di Svevia erano figli di famiglie poverissime e che non avevano possibilità di sopravvivenza con le proprie risorse. Il 19 marzo di ogni anno, i bambini venivano esposti in piazza dove i ‘compratori’ li sceglievano in base alle proprie esigenze. In seguito, iniziava un viaggio faticoso, attraverso i monti, in condizioni climatiche ancora rigide. Una volta giunti a destinazione, in cambio di cibo o indumenti, i bambini venivano impiegati soprattutto nelle campagne. Una storia dimenticata e che sembra lontana, forse solo perché

parla di un territorio che è sicuramente trasformato in quanto a ricchezza. Ve lo immaginate un bambino altoaltesino o svizzero che oggi viene di fatto ‘ce-duto’ temporaneamente, che affronta un viaggio faticoso che lo condurrà ad una lavoro altrettanto difficile? Quanto stupore si può immaginare dalla lettura di questa storia. Noi, tuttavia, siamo gli stessi che si sono abituati allo sfrutta-mento dei bambini cinesi, pakistani, bengalesi, non solo nei loro Paesi ma anche nelle nostre città. Che strana la storia, il tempo e lo spazio battono l’orologio dei diritti. Anche qui ed ora, però, possiamo spostare le lancette, leggendo ciò che è stato, ciò che siamo stati. Solo comprendendo il nostro pas-sato potremo davvero accompagnare i nostri bambini verso viaggi più lievi e consoni alla loro età.

di Alessandro Cobianchi coordinatore Carovana internazionale antimafie

Le Tappe piemontesi di Carovana

Non un semplice elenco di iniziative e date con un titolo comune, ma la possibilità di creare relazioni, legami, di unire storie e persone che praticano quotidianamente azioni per dare vita a contesti di legalità e partecipazione: è così che avevo im-maginato la Carovana Antimafie quando ne avevo sentito parlare le prime volte. Penso che sia stato questo a guidarci nell’organizzare le tappe in Piemonte di quest’anno: l’opportunità di raccontare e far emergere le realtà che si impegnano nel costruire un altro modo di fare società, anche e soprattutto passando attraverso territori a volte considerati marginali.Se l’anno scorso era stato proposto un calendario a tappe diffuso e ampio, che comprendesse eventi correlati anche senza i passaggi fisici della Carovana, quest’anno si è pensato a un’anteprima del percorso in Piemonte, prima dell’arrivo ufficiale dei Carovanieri. Si parte il 31 maggio al Circolo Arci Soce di Ciriè (To), per presentare le tappe piemontesi insieme al concerto di Davide Berardi, giovane cantautore pugliese. È l’occasione per far conoscere un altro pezzo del lavoro dell’Arci a chi frequenta il circolo e ricordare, grazie alle canzoni di Davide, la storia di Beppe Alfano, giornalista ucciso dalla mafia mentre

svolgeva il suo lavoro di inchiesta sui traffici illeciti e infiltrazioni mafiose nella Sicilia degli anni ‘90.I furgoni della Carovana arrivano poi il 3 giugno a Trana (To), per incontrare gli studenti della scuola primaria insieme agli operatori del Circolo Arci Hakuna Matata e agli attivisti di Libera. Il 5 giugno tocca a Torino, alla versione estiva del Centro per il Protagonismo Giovanile, con il concerto di Nack, rapper che ha deciso di affrontare la lotta alle mafie nella sua musica. A Piossasco (To) le associazioni locali attendono la Carovana il 6 giugno, per l’intitolazione a Peppino Impastato di un largo cittadino: un atto di memoria e riconoscimento che possa essere visibile, noto, chiaro. Alla sera la Carovana arriva ad Asti; è il Diavolo Rosso, associazione e locale centro di cultura in città, a ospitare l’evento alla tappa. Sabato 7 giugno è il giorno interamente dedicato a Torino, decido di unirmi ai Carovanieri e fare finalmente una parte di percorso con loro; accompagnarli da lontano, assicurarsi che tutto stia andando per il meglio è mera parte organizzativa: il viaggio sul furgone dà la dimensione degli spostamenti, degli arrivi, delle partenze dopo l’esperienza fatta insieme. A Torino siamo ospiti della Festa del Quartiere a

Pietra Alta. Ci accolgono i ragazzi del Piccolo Cinema e le organizzazioni attive sul territorio. Alla sera siamo al Circolo No.à, per mangiare insieme e ascoltare le letture dedicate ad Angelo Vassallo a cura del laboratorio A.R.T.I - Area Ricerche Teatrali Indipendenti.Si chiude qui la prima parte del viaggio della Carovana 2014. Si riprenderà in autunno, toccando anche l’estero. Mentre saluto i Carovanieri, mi rimangono in mente le parole di una poesia: ogni tappa è stata l’occasione di mettere insieme perso-ne e raccontare le loro storie, l’oc-casione di dire per vedere, per dare un signifi-cato alle parole. Penso a Calvino: è nel racconto, e spesso nella sua ripetizione, che si crea signifi-cato. Un racconto da riprendere l’an-no prossimo, con un nuovo viaggio.

di Dalia Moretto Arci Asti, Langhe e Roero

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arcireport n. 22 | 19 giugno 201499

In pIù

daiterritori

CIneMA e’... BITonTo (BA) Riparte il 20 giu-gno il progetto Cinema è…organizzato e promosso per la prima volta nell’estate bitontina 2013 dall’Arci Train de Vie, da anni impegnata nella diffusione della cultura nel territorio. Le proiezioni sono previste ogni fine settimana, il venerdì ed il sabato, in prima e seconda serata, presso il Chiostro di San Pietro. Si comincia con I diari della motoci-cletta di Walter Salles, le avventure del giovane Ernesto ‘Che’ Guevara, ispirato ai suoi diari di viaggio e del suo fedele compagno Alberto Granado. [email protected]

Tre GIornI Con GIULIo CAvALLIMILAZZo (Me) Con il progetto The red whale, arriva a Milazzo Giulio Cavalli. Presentato dall’Assessorato al Turismo e Cultura del Comune di Milaz-zo in collaborazione con Arci Messina, Arte e a Capo, Compagnia del Castello, MediterrAnima, il Festival si apre con tre giorni di spettacolo e formazione sul teatro, dal 27 al 29 giugno, con l’attore e scrittore Giulio Cavalli, da anni una delle voci più intense e autorevoli del teatro civile in Italia e da anni minacciato dalle mafie per le sue denunce.www.theredwhale-blog.tumblr.com

ArCIpeLAGo 2014TorIno Torna per il quinto anno consecutivo ArciPelago, l’appuntamen-to estivo di Arci Torino. Cinque spazi estivi che si ‘allargano’ sulla città, con proposte artistiche differenziate per accontentare tutti. Sono tre le ‘aree’ in cui si sviluppa l’offerta estiva di Arci Torino 2014: ArciPelago centro (Cap, Museo della Resistenza e Giardino S. Liborio), ArciPelago all’Oltrepò (circo-lo Oltrepò) e Bombo Fest – Summer Music Village (Spazio 211). Programma dettagliato sul sito indicato di seguito.

www.arcipiemonte.it/torino

TrADIZIonI e CoLorIoneGLIA (IM) All’Arci Camalli, fino al 15 luglio, sarà possibile visionare la mostra fotografica Tradizioni e colori di Davide Ghirardo e Cecilia Mosconi.Una selezione di foto che descrive il legame della città con il mare e l’entro-terra: la pesca, le sagre estive, la raccolta delle olive, la montagna e i suoi pascoli.

www.arciliguria.it

Gioca in circolo 2014 è il nome del-la rete targata Arci Terni che, con la collaborazione dei comuni di Terni e Narni, offre spazi educativi qualificati per la promozione della socialità, in cui bambini e ragazzi di diverse età – e provenienza – possono incontrarsi e tutti insieme sperimentare il valore del tempo libero. L’Arci è da sempre impegnata, sia a li-vello nazionale che locale, nelle politiche rivolte ai bambini e agli adolescenti, al fine di promuovere la garanzia dei diritti all’educazione, alla socializzazio-ne e al gioco, senza esclusioni dovute a diversità sociali, etniche, culturali e religiose, nel rispetto della Convenzione internazionale dell’infanzia. Particolare attenzione ai diritti, all’ac-coglienza e al sostegno delle bambine e dei bambini diversamente abili, di quelli con disagi socio-culturali e con famiglie in condizioni di difficoltà. A livello nazionale l’associazione ha redat-to un progetto nazionale di educazione attraverso il protagonismo dei bambini e delle famiglie, dei ragazzi e dei giovani, nell’affermazione dei propri diritti e nella costruzione di risposte ai propri bisogni, al quale hanno aderito oltre cento circoli in tutta Italia. La sfida è quella della promozione di un progetto educativo che sappia declinarsi sui territori, raccogliere contributi e adesioni, dialogare con gli altri attori, proponendo punti di vista universali-stici basati sulla centralità dei diritti, sulla valorizzazione delle differenze,

Gioca in circolo 2014 Con Arci Terni attività estive rivolte a bambini e ragazzi per sentirsi protagonisti e conoscere se stessi e il territorio

di Tommaso Sabatini Arci Terni

sull’integrazione e non sulla richiesta di omologazione culturale. I centri in questione, aperti dal 9 giugno e fino all’8 agosto, sono rivolti ai bambini dai 3 ai 6 anni e ai ragazzi dai 7 ai 14 anni e si svolgeranno nei circoli Arci di Ponte S. Lorenzo, Testaccio, Fiaiola, Arcistufo di Collescipoli, Prisciano, Casa Lina di Marmore e il parco dei Pini di Narni Scalo. Sono divisi in moduli settimanali da 30 ore, che si terranno dalle 8 di mattina fino all’ora di pranzo. Operatori qualifi-cati organizzeranno laboratori creativi, di cucina, giochi e tornei sportivi, attività ludiche e motorie, oltre a lezioni di educazione ambientale. Una volta alla settimana ci sarà anche un’uscita alla piscina del parco Chico Mendes. Oltre a Gioca in circolo sono in corso anche altre iniziative per i più piccoli in tutti i circoli della provincia (cinema all’aperto, tornei sportivi, gite) grazie soprattutto all’impegno dei vo-lontari più anziani che aiutano i giovani operatori nell’organizzazione delle atti-vità. Le varie iniziative messe in campo saranno presenti a Gioca e mettiti in gioco nella Notte bianca dei bambini che il Comune di Narni organizza con le associazioni della zona. Quest’anno l’appuntamento è per ve-nerdì 18 luglio.

Per informazioni sulle attività estive di Arci Terni telefonare al numero 0744 087587 oppure mandare una mail a [email protected]

A Guagnano con ‘InCanti Divini’ Si svolge fino al 27 giugno presso il Museo del Negroamaro a Guagnano (LE) la rasse-gna enomusicale d’autore InCanti DiVini, promossa dal circolo Arci Omar Moheissi insieme all’Assessorato alla Cultura del Comune di Guagnano e all’associazione di promozione turistica Terrae - a sud del tempo, in collaborazione con le cantine Feudi di Guagnano, Cantele, Paolo Leo, Lucio Leuci e Cantina San Donaci, il GAL Terra d’Arneo, il patrocinio dell’Unione dei Comuni del Nord Salento e il supporto tecnico di un gruppo di Sommelier.

Il secondo appuntamento è in programma il 20 giugno con la coppia cantautorale Vincent Butter, duo folk acustico compo-sto da Paola Mirabella (Honeybird & The Birdies) e Andrea Pulcini (Persian Pelican). In abbinamento con le note di questi artisti ci saranno i vini delle cantine Lucio Leuci e Paolo Leo. La rassegna si chiude venerdì 27 giugno con Bronson, nuovo progetto di Lara Martelli insieme a Vieri Baiocchi (Operaja Criminale), Giorgio Maria Con-demi (Spirtitual Front, Operaja Criminale) e Pierfrancesco Aliotta.

omarmoheissi.noblogs.org

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arcireport n. 22 | 19 giugno 201410 daiterritori

#fattifortefanfulla, la campagna di comunicazione a sostegno del circolo

Dal 23 al 30 giugno al Forte Fanfulla, il più famoso circolo Arci della capitale, si svolgerà una settimana di eventi, concerti, spettacoli teatrali e proiezioni per scongiurare la chiusura di questa roccaforte produttiva di cultura e socialità, sita nel quartiere del Pigneto, in via Fanfulla da Lodi 5. Le mo-tivazioni della chiusura sono spiegate in un comunicato dagli stessi soci fondatori dello spazio: «Questa decisione deriva da una crescente difficoltà economica causata dall’impossibilità a sostenere gli onerosi costi d’affitto. La storica associazione cul-turale, nata e radicatasi nel quartiere del Pigneto, è attiva dal 2007 e conta un corpo sociale di quasi 20mila tesserati. Nel corso di questi anni abbiamo lavorato sul territorio attraverso lo sviluppo di attività aggregative realizzando più di 1000 iniziative annuali (concerti, presentazioni, mostre, proiezioni, spettacoli teatrali, corsi di lingua e servizi di assistenza sociale e fiscale). Abbiamo cercato di mettere in atto una politica fruibile e popolare che, con il tempo, ha contribuito a una riqualificazione del quartiere dal punto di vista sociale e culturale. Questo risultato

è stato raggiunto grazie alla partecipazio-ne e all’impegno di tutti i soci che hanno messo a disposizione le loro competenze professionali e artistiche e a tutti gli amici e i collettivi della scena indipendente, italiana e internazionale, che hanno contribuito a rendere quella del Fanfulla un’esperienza straordinaria. Il Fanfulla è una casa comune della sinistra, uno spazio che con fierezza ha ospitato e supportato diversi rappresentanti delle realtà antagoniste romane ma anche del mondo politico e istituzionale, pur nella totale assenza di un riconoscimento e di un sostegno concreto da parte delle istituzioni. La nostra non è una resa ma una resistenza.

Invitiamo tutti a sostenere la campagna #fat-tifortefanfulla e chiediamo a tutti di aiutarci a diffondere questa comunicazione». Sono già tantissimi ad aver aderito alla campagna #fattifortefanfulla, dalle case editrici alle compagnie teatrali romane, dagli artisti della scena musicale italiana, tra i quali, Thony, Filippo Gatti, Underdog, Simone Avincola, Giovanni Truppi, Criminal Jokers, Camillas, Andrea Rivera, Leo Pari, Pino Marino, il col-lettivo Borgata Boredom a dj internazionali come Felix Kubin (DE).Il programma dettagliato delle iniziative sarà diffuso nei prossimi giorni su www.fanfulla.org

Confermati dal giudice i 26 rinvii a giudizio a Salerno

Giovedì scorso il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Salerno, Emi-liana Ascoli, ha convalidato la richiesta di 26 rinvii a giudizio per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata (minacce, percosse) e continuata a danno di 208 immigrati tra Campania, Calabria e Basilicata. Una novità importante sul piano nazionale nel comportamento interpretati-vo fino ad oggi avuto dalla giurisprudenza che ha sempre qualificato gli immigrati complici e non vittime nelle truffe sulle sanatorie, ipotizzando tra l’altro anche il fine indiretto dello sfruttamento lavorativo.Tutto è cominciato quattro anni fa con una denuncia collettiva di cinque immigrati, as-sistiti dall’Arci Salerno e dall’avvocato Liana Nesta, nella quale è emersa un’organizza-zione criminale operante tra il Marocco, la provincia di Salerno, la Basilicata e la Calabria, che avrebbe venduto ai migranti falsi posti di lavoro, approfittando della loro situazione di vulnerabilità, chiedendo dai tremila fino ai dodicimila euro, a seconda che il malcapitato si trovasse già in Italia

oppure no. Ai marocchini, colpevoli solo di voler lavorare regolarmente nel nostro paese, venivano offerte opportunità lavora-tive presso aziende agricole, ma non solo, da parte di fantomatici datori di lavoro. I malcapitati, una volta versate la mazzetta ai faccendieri e le ‘tasse’ necessarie alla ri-chiesta di emersione presso commercialisti compiacenti, si ritrovavano naturalmente con un pugno di mosche in mano. È allora che è scattato per tutti l’orgoglio e la voglia vera di lavorare: ognuno dei denuncianti, con le fotocopie dei documenti di identità del proprio datore di lavoro, si mette in viaggio per contattarlo. Ma l’esito delle ricerche è kafkiano: chi scopre che il proprio datore di lavoro è morto da due anni, chi viene circondato, aggredito e minacciato dagli scherani di questo, chi viene allon-tanato in malo modo con il ricatto della denuncia. L’unità mobile dell’Arci, che monitora i ghetti delle campagne e presta sostegno ai lavoratori agricoli, raccoglie le storie dei cinque marocchini, che tra loro non si conoscevano. Si incrociano

allora i nomi di caporali, commercialisti e faccendieri, e viene fuori la truffa. Que-sta storia dimostra che con la tutela ed il sostegno dell’associazionismo il coraggio delle vittime ottiene un riscontro da parte della giustizia, di cui si potranno giovare molte più persone - in questo caso centi-naia - ed i migranti in generale. L’Arci di Salerno è stata riconosciuta parte civile, nel suo ruolo di ente esponenziale a tutela dei diritti degli immigrati, quale associazione di promozione sociale impegnata per i valori della legalità e nella lotta alle mafie. Ciò può costituire un precedente importante per altre azioni legali di questo tipo. Ora il prossimo appuntamento è il 17 ottobre, all’apertura dell’udienza dibattimenta-le. Si lavorerà per ottenere la condanna dell’associazione criminale ma anche la tutela delle vittime, con la richiesta per i denuncianti del permesso di soggiorno per motivi umanitari e il risarcimento dei danni subiti.

[email protected]

di Francesca Coleti presidente Arci Campania

Dal 23 al 30 giugno una settimana di eventi, concerti, spettacoli

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arcireport n. 22 | 19 giugno 201411 società

ponTorMo e roSSo FIorenTInoFIrenZe - Palazzo Strozzi, fino al 20 luglio. Divergenti vie della ‘maniera’ è un’esposizione dedicata all’opera del Pontormo e del Rosso Fiorentino, i pittori più anticonformisti e spregiudicati fra i protagonisti del nuovo modo di intendere l’arte in quella stagione del Cinquecento italiano che Giorgio Vasari chiama ‘ma-niera moderna’. Pontormo, tra gli artisti preferiti dai Medici, era aperto alla varietà linguistica e al rinnovamento degli schemi compositivi. Il Rosso era invece legato alla tradizione pur con aneliti di spregiudica-tezza e originalità, influenzato anche dalla letteratura cabalistica e dall’esoterismo. www.palazzostrozzi.com

roBerT CApA In ITALIA 1943 - 1944GenovA - Palazzo Ducale, fino al 5 ottobre. Dopo il successo di Roma e Firenze arriva a Palazzo Ducale di Genova la mostra dedicata al grande fotoreporter di guerra Robert Capa, che racconta con 78 immagini in bianco e nero gli anni della seconda guerra mondiale in Italia. Conside-rato da alcuni il padre del fotogiornalismo Robert Capa, pur non essendo soldato, in oltre vent’anni di attività ha seguito i cinque maggiori conflitti mondiali. www.palazzoducale.genova.it

QUeSTIonI DI FAMIGLIAFIrenZe - Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Palaz-zo Strozzi, fino al 20 luglio. Questioni di famiglia. Vivere e rappresentare la famiglia oggi propone opere di undici artisti internazionali tra cui Guy Ben-Ner, Sophie Calle, Jim Campbell, John Clang, Nan Goldin, Courtney Kessel, che permet-tono di investigare immagini, dinamiche e strutture che definiscono il concetto di famiglia nel mondo contemporaneo. www.strozzina.org

LorenZo CApeLLInIGenovA - Palazzo Ducale, fino al 21 settembre. Nei sessant’anni di vita con la fotografia Lorenzo Capellini ha documentato il Novecento artistico e letterario: da Moravia a Hemingway, da De Chirico a Henry Moore, da Pasolini a Marisa Berenson, da Mandela a La Capria. La mostra antologica dei lavori di Lorenzo Capellini presenta con oltre 200 fotografie il suo percorso artistico e di vita. www.palazzoducale.genova.it

‘Liberi di volare’ la tessera Arci 2015

La chiusura del Congresso nazionale dell’Arci, lo scorso 14 giugno, è stata anche l’occasione per proclamare il vincitore del concorso per la grafica del tesseramento 2015.Sono stati oltre 40 i progetti recapitati per tempo, quasi tutti di ottima qualità e fattura, a te-stimonianza di come il sostrato creativo su cui insiste la nostra associazione sia particolar-mente ricco. Partecipanti da tutta Italia, ma anche dall’O-landa, hanno dato la propria interpretazione dell’oggetto ‘simbolo’ di appartenenza per la nostra associazione.Non è stato molto il tempo lasciato ai proponenti (ricordiamo come il bando sia stato pubblicato lo scorso 5 maggio e la scadenza per la consegna era stata fissata per il 4 giugno) e probabilmente un lasso temporale maggiore avrebbe visto la partecipazione di molte più proposte.Il bilancio di questa prima sperimen-tazione è dunque senz’altro positivo e fa ben sperare per le prossime edizioni: unanime è stato il coro di coloro che hanno ribadito come sia necessario ripeterlo negli anni a venire.La stragrande maggioranza degli ela-borati ha presentato opere di buona fattura, sia sotto il profilo tecnico che ideativo, così come tutti hanno proposto una lettura piuttosto originale dello slogan Più cielo per tutti che era stato dato come traccia.La giuria ha dunque affrontato la sele-zione delle opere pervenute con scrupolo e attenzione valutandone gli aspetti grafici e di concetto, con particolare attenzione alla loro applicabilità pratica ed evocativa sui materiali dell’Arci.Vincitore è quindi risultato il progetto Liberi di volare di Monica Torasso e Francesco Puppo da Torino, che pro-pone un trapezista baffuto nell’atto di volteggiare sul trapezio di un circo. L’il-lustrazione dal sapore vintage e giocoso è stata valutata come ben rappresentante lo spirito ‘acrobatico’ dell’Arci, leggera e sognatrice appunto.

Ai vincitori sarà conferito un premio di 3.000 euro oltre ovviamente a veder riprodotto il loro progetto su oltre un milione di esemplari di tessere che ac-compagneranno i nostri soci per tutto il 2015.Secondi classificati pari merito sono

i progetti Al di là delle nuvole di Tiziano Ales-sandrini da Via-reggio e Aqui-lone di nuvole realizzato dalla cooperativa so-ciale Mani Unite da Siena a opera dei grafici Gal-lenti, Novello e Pagnotta. Per

questi due progetti è previsto un pre-mio di 500 euro.Presto su www.arci.it presenteremo tutti gli elaborati pervenuti in un’ap-posita sezione.

di Federico Amico responsabile Tesseramento Arci

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Direttore editorialePaolo Beni

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EditoreAssociazione Arci

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CULTUrASConTATAi tanti vantaggi della tessera Arci

a cura di Enzo Di Rienzo

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