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24 gennaio 2012 anno X - n. 3 [email protected] www.arci.it arci report settimanale a cura dell’Arci 27 gennaio Giornata della Memoria Liberalizzazioni: un pacchetto con luci e ombre Il popolo dell'acqua ha vinto un'altra battaglia. Sotto la spinta della mobilitazione che in pochi giorni ha portato decine di migliaia di cittadini a firmare l'appello per il rispetto dell'esito refe- rendario, il Governo ha deciso di cancellare dal decreto sulle liberalizzazioni il divieto di ricorrere nella gestione del servizio idrico ad aziende speciali costituite come enti di diritto pubblico. È un'altra prova di forza di un movi- mento che non intende abbassare la guardia, perché gli interessi di chi lucra sul diritto all'acqua sono ancora forti e ben rappresen- tati. Sarà la partecipazione dei cittadini a dover presidiare il ciclo delle acque, dai bacini idro- grafici alle modalità di gestione del servizio, dalle tariffe alla trasparenza degli appalti. Del resto il pacchetto sulle liberalizzazioni presentato venerdì contiene non pochi ele- menti di accelerazione del processo di priva- tizzazione dei sevizi pubblici locali, in contro- tendenza con l'orientamento emerso dal refe- rendum. C'è poi anche molto di buono nel decreto, soprattutto laddove si cominciano a colpire lobby e rendite di posizione e si favori- sce una maggiore concorrenza con l'intento di produrre l'abbassamento dei costi per gli utenti, maggiori consumi e nuova occupazio- ne. Ma le liberalizzazioni non sono il toccasa- na di ogni male e paiono francamente ecces- sivi gli entusiasmi di alcuni organi di stampa sui benefici che il paese ne trarrà. In più parti il pacchetto è contraddittorio nei tempi e nelle modalità di attuazione. Il nodo del trasporto ferroviario regionale resta irrisol- to e la gestione di Trenitalia continuerà a pri- vare tanti pendolari del diritto a una mobilità accessibile, economica e sicura; la totale libe- ralizzazione dell'apertura dei negozi, oltre a peggiorare le condizioni di chi ci lavora, rischia di favorire la grande distribuzione strozzando la rete dei piccoli esercizi di quali- tà; banche e assicurazioni vengono appena sfiorate dalle misure e potranno continuare ad imporre condizioni capestro ai consumatori. In compenso si amplia la libertà di trivellazio- ne vanificando il divieto di estrarre petrolio dalle aree marine protette, proprio mentre l'ar- cipelago toscano rischia un devastante di- sastro ecologico. Restano molti gli appetiti che minacciano i beni comuni, e sarà bene contrapporvi l'al- leanza di enti locali e società civile che ai pro- fitti privati spacciati per interesse generale intendono anteporre il vero benessere dei ter- ritori e delle comunità. GIORNATA DELLA MEMORIA I PAGINA 7 Un articolo di Luciano Guerzoni, vicepresidente nazionale dell’Anpi, sul significato che ha oggi ricordare l’Olocausto CULTURA I PAGINA 6 Un articolo di Geppino Materazzi sulle polemiche suscitate dallo spettacolo ‘Sul concetto di volto nel figlio di Dio’ N elle conclusioni del suo splendido I sommersi e i salvati, Primo Levi scrive che in Europa «incredibil- mente è avvenuto che un intero popolo civi- le… seguisse un istrione la cui figura oggi muove al riso; eppure Adolf Hitler è stato obbedito fino alla catastrofe. È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire.» Fu anche il suo ultimo messaggio prima della morte cercata. Il libro che concludeva la sua trilogia dedicata alle immani sofferen- ze dei deportati nei campi di concentramen- to nazisti, è infatti del 1986 e uscì, forse non a caso, in contemporanea con l’accendersi del famoso e aspro dibattito fra Jurgen Habermas e il revisionista Ernst Nolte. La giornata della memoria del 27 gennaio per noi è questo. Se ci è quasi impossibile oggi comprendere le ragioni di tanto orrore, conoscere cosa è avvenuto e non dimenti- carlo mai è indispensabile. Soprattutto per- ché, in altre forme, potrebbe riaccadere. La madre del fascismo è sempre incinta. L’Europa pacificata cova il peggio dentro di sé. Ancora oggi. Basta guardare all’Un- gheria o all’Estonia, ove le SS di Himmler stanno per essere elevate a eroi antisovieti- ci. La crisi economica e le oligarchie tecno- cratiche alimentano il populismo di destra, i rigurgiti nazifascisti, il razzismo, l’anti- semitismo che, secondo uno studio della Fondazione Ebert, riguarda un quinto degli europei. La giornata della memoria serve anche per impedire la rinascita della ‘zona grigia’, di coloro che fingono di non sapere e chiudono gli occhi. Se comprendere è forse impossibile, conoscere è necessario, ricordare indispensabile I giovani del Treno della Memoria visitano il campo di sterminio di Auschwitz

Arcireport numero 3

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24 gennaio 2012anno X - n. 3

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arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

27 gennaioGiornata della Memoria

Liberalizzazioni: un pacchetto con luci e ombre

Il popolo dell'acqua ha vinto un'altra battaglia.Sotto la spinta della mobilitazione che in pochigiorni ha portato decine di migliaia di cittadinia firmare l'appello per il rispetto dell'esito refe-rendario, il Governo ha deciso di cancellaredal decreto sulle liberalizzazioni il divieto diricorrere nella gestione del servizio idrico adaziende speciali costituite come enti di dirittopubblico. È un'altra prova di forza di un movi-mento che non intende abbassare la guardia,perché gli interessi di chi lucra sul dirittoall'acqua sono ancora forti e ben rappresen-tati. Sarà la partecipazione dei cittadini a doverpresidiare il ciclo delle acque, dai bacini idro-grafici alle modalità di gestione del servizio,dalle tariffe alla trasparenza degli appalti. Del resto il pacchetto sulle liberalizzazionipresentato venerdì contiene non pochi ele-menti di accelerazione del processo di priva-tizzazione dei sevizi pubblici locali, in contro-tendenza con l'orientamento emerso dal refe-rendum. C'è poi anche molto di buono neldecreto, soprattutto laddove si cominciano acolpire lobby e rendite di posizione e si favori-sce una maggiore concorrenza con l'intento diprodurre l'abbassamento dei costi per gliutenti, maggiori consumi e nuova occupazio-ne. Ma le liberalizzazioni non sono il toccasa-na di ogni male e paiono francamente ecces-sivi gli entusiasmi di alcuni organi di stampasui benefici che il paese ne trarrà.In più parti il pacchetto è contraddittorio neitempi e nelle modalità di attuazione. Il nododel trasporto ferroviario regionale resta irrisol-to e la gestione di Trenitalia continuerà a pri-vare tanti pendolari del diritto a una mobilitàaccessibile, economica e sicura; la totale libe-ralizzazione dell'apertura dei negozi, oltre apeggiorare le condizioni di chi ci lavora,rischia di favorire la grande distribuzionestrozzando la rete dei piccoli esercizi di quali-tà; banche e assicurazioni vengono appenasfiorate dalle misure e potranno continuare adimporre condizioni capestro ai consumatori. In compenso si amplia la libertà di trivellazio-ne vanificando il divieto di estrarre petroliodalle aree marine protette, proprio mentre l'ar-cipelago toscano rischia un devastante di-sastro ecologico. Restano molti gli appetiti che minacciano ibeni comuni, e sarà bene contrapporvi l'al-leanza di enti locali e società civile che ai pro-fitti privati spacciati per interesse generaleintendono anteporre il vero benessere dei ter-ritori e delle comunità.

GIORNATA DELLA MEMORIA I PAGINA 7Un articolo di Luciano Guerzoni, vicepresidente nazionale dell’Anpi, sul significato che ha oggi ricordare l’Olocausto

CULTURA I PAGINA 6Un articolo di Geppino Materazzi sullepolemiche suscitate dallo spettacolo‘Sul concetto di volto nel figlio di Dio’

N elle conclusioni del suo splendido Isommersi e i salvati, Primo Leviscrive che in Europa «incredibil-

mente è avvenuto che un intero popolo civi-le… seguisse un istrione la cui figura oggimuove al riso; eppure Adolf Hitler è statoobbedito fino alla catastrofe. È avvenuto,quindi può accadere di nuovo: questo è ilnocciolo di quanto abbiamo da dire.» Fu anche il suo ultimo messaggio primadella morte cercata. Il libro che concludevala sua trilogia dedicata alle immani sofferen-ze dei deportati nei campi di concentramen-to nazisti, è infatti del 1986 e uscì, forse nona caso, in contemporanea con l’accendersidel famoso e aspro dibattito fra JurgenHabermas e il revisionista Ernst Nolte. La giornata della memoria del 27 gennaioper noi è questo. Se ci è quasi impossibile

oggi comprendere le ragioni di tanto orrore,conoscere cosa è avvenuto e non dimenti-carlo mai è indispensabile. Soprattutto per-ché, in altre forme, potrebbe riaccadere. Lamadre del fascismo è sempre incinta.L’Europa pacificata cova il peggio dentro disé. Ancora oggi. Basta guardare all’Un-gheria o all’Estonia, ove le SS di Himmlerstanno per essere elevate a eroi antisovieti-ci. La crisi economica e le oligarchie tecno-cratiche alimentano il populismo di destra, irigurgiti nazifascisti, il razzismo, l’anti-semitismo che, secondo uno studio dellaFondazione Ebert, riguarda un quinto deglieuropei. La giornata della memoria serve anche perimpedire la rinascita della ‘zona grigia’, dicoloro che fingono di non sapere e chiudonogli occhi.

Se comprendere è forse impossibile, conoscereè necessario, ricordare indispensabile

I giovani del Treno della Memoria visitano il campo di sterminio di Auschwitz

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Secondo gli ultimi dati dell’Ismu (Iniziativee studi sulla multietnicità) oggi in Italiavivono e lavorano 443mila immigrati senzapermesso di soggiorno. In base ai provve-dimenti in vigore, il loro allontanamentodovrebbe avvenire o direttamente allefrontiere o dopo l’ingresso sul territorio ita-liano. Ma nonostante le dichiarazioniroboanti dell’ex ministro Maroni, la realtà èassai diversa, come ci spiega una ricercapubblicata dal Mulino.Si viene per esempio a sapere che lesanatorie, dagli anni settanta ad oggi, sonostate 12 e hanno permesso la regolarizza-zione di un milione e ottocentomila stranie-ri. Persone che probabilmente avevano unlavoro in nero e che grazie alla sanatoriane sono potute emergere, con benefici perloro e per la fiscalità generale. Il dato più eclatante che però emerge dallaricerca è il flop delle espulsioni e l’eviden-te inutilità (che si somma all’ingiustizia) deltrattenimento nei Cie finalizzato a parole aquesto scopo.

Oggi vengono espulsi il 28% dei rintraccia-ti in posizione irregolare. Questo è dovutoin parte alla sentenza della Corte Costitu-zionale che nel 2004 ha giustamente impo-sto il controllo del magistrato prima del rim-patrio, ma anche all’introduzione del nuovoreato di clandestinità, voluto a tutti i costidalla Lega nonostante la sua palese illegit-timità. All’elevato numero di denunce noncorrisponde infatti un numero altrettantoelevato di espulsioni. Il principale effettoottenuto è quello di aver ingolfato ulterior-mente le Procure. Finora solo un denunciato su cinque haricevuto la sanzione di espulsione e peralcune nazionalità la quota scende ulterior-mente. Insomma, da qualunque parte le siguardi, le scelte politiche in tema di immi-grazione del governo Berlusconi sonostate disastrose. Per le violazioni dei dirittiumani e dei principi del nostro sistemademocratico, ma anche per gran partedegli obiettivi che i proponenti si augurava-no di ottenere.

migranti

arcireport

«I n vista dell'incontro tra il Governoitaliano e quello libico, ci rivolgiamoal Professor Monti, ai ministri degli

Esteri, degli Interni e della Cooperazione eIntegrazione con l'auspicio che già a partiredal 21 gennaio venga dato un chiaro segna-le di discontinuità rispetto alle politiche finoraadottate dall'Italia in materia di immigrazione.Quelle politiche hanno toccato il culmine del-l'ignominia con gli accordi Italia-Libia, dandoil via alla pratica di respingimento delle imbar-cazioni, senza tener conto delle testimonian-ze di gravi violazioni subite dai migranti inLibia. L'auspicio è che venga finalmente fattachiarezza sulla netta distinzione tra acco-glienza e politiche di gestione dell'immigra-zione. Quali che siano le scelte su quest'ulti-mo tema, va affermato che l'obbligo di salva-re le vite umane e del soccorso in mare, il

rispetto dei diritti umani, il dovere di accoglie-re dignitosamente le persone, non devonopiù essere messi in discussione. Tanto piùquesto deve essere ribadito nei confronti diquanti arrivano dal mare. I dati dimostranoche la stragrande maggioranza dei migrantiapprodati sulle coste italiane provengono daPaesi in guerra, fuggono da persecuzioni oda regimi dittatoriali, sono stati vittime di vio-lenze. Sono richiedenti asilo. Riteniamo chechiunque giunga sul suolo europeo debbaavere riconosciuto il diritto di vedere esami-nata la propria situazione individuale, in uncontesto dignitoso e in tempi rapidi, cosìcome stabiliscono le convenzioni internazio-nali e la nostra Costituzione. Rimpatri colletti-vi e deportazioni di massa non sono compa-tibili non solo con il regime normativo deiPaesi democratici, ma anche con il più ele-mentare principio di civiltà. Così come ladetenzione e i lunghissimi tempi di attesa vis-suti nell'incertezza sono inaccettabili violazio-ni dei diritti umani, perpetrate anche nei con-fronti di donne e minori non accompagnati. Chiediamo pertanto che questo incontro siaun primo decisivo passo per chiudere con unvergognoso passato. Chiediamo che nonvengano mai più conclusi accordi bilateraliper sostenere finanziariamente e tecnica-

mente la Libia nel ‘controllo dei flussi di immi-grazione clandestina’, così come è stato fattodal Governo italiano sin dal 2004, rendendo-si complice delle violenze inflitte a migliaia diesseri umani arrestati e deportati dalla polizialibica, al fine di fermarne l'emigrazione versol'Europa. Siamo convinti che la difesa deivalori, primo fra tutti il rispetto delle viteumane sia, oltre che un dovere etico, anchel'arma più efficace per fronteggiare la derivarazzista. Così come crediamo che l'introdu-zione del reato di immigrazione irregolare, lasostanziale trasformazione dei centri di acco-glienza in prigioni, il vergognoso trattamentoriservato ai migranti a Lampedusa nei mesi difebbraio e marzo 2011, la recente dichiara-zione dell'isola come ‘luogo non sicuro’ ai solifini del soccorso ai migranti, il mancato rico-noscimento della cittadinanza ai bambinistranieri nati in Italia, siano l'humus su cuiproliferano l'intolleranza, la paura e la violen-za nei confronti degli immigrati. Un'Italiamigliore si comincia a costruire riaffermandola centralità dei diritti umani, la difesa dei piùdeboli, un nuovo modo di concepire e prati-care l'accoglienza e la solidarietà verso lepersone in fuga dai propri Paesi».

Stralci dell'appello al Governo, prima della visita inLibia, per rivedere gli accordi bilaterali

Il fallimento delle politiche sull’immigrazione del governo Berlusconi

All’Arci Belleville il 27 gennaio dalle19.30 aperitivo con l’associazioneNuovi profili e raccolta firme per la Campagna L’Italia sono anch’io. Aseguire concerto degli Audiograffiti

GENOVA

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n. 3 24 gennaio 2012

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L’Italia sono anch’ioin CampaniaIl comitato promotore campano inizialmen-te costituito da Anci Campania, Acli, Arci,Arcobaleno, Asgi, Caritas, Centro Astalli,Cgil, cooperativa sociale Dedalus, Federa-zione Chiese Evangeliche, Filomena, Gari-baldi 101, Hemispheres, Libera, LibrerieFeltrinelli, Priscilla, Thomas Sankara, UilCampania si è subito allargato con il con-tributo di altre associazioni come Macchiadi colori, Arcobaleno e la Comunità Palesti-nese della Campania e di singoli cittadini.Un contributo è arrivato anche dal socialnetwork Facebook, con cui è stato possibi-le comunicare facilmente le iniziative edessere reperibili. Come in altre regioni, laparte più attiva e combattiva è rappresen-tata dai giovani. Forte è lo sdegno tra amicicresciuti insieme che subiscono una dispa-rità imposta. Affatto spaventati dalle diffe-renze culturali, si rendono conto di esserepiù ricchi delle generazioni precedenti pro-prio in virtù della multietnicità che speri-mentano nel quotidiano, ma non capisconoperché questa ricchezza non possa supe-rare il livello individuale e diventare patri-monio della propria città e della propriapatria.

3solidarietàinternazionale

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Dal 1990 la disuguaglianza è aumentata in 14 dei 18 paesi delG20, mentre la crescita economica continua a escludere i piùpoveri: lo rivela un nuovo rapporto di Oxfam pubblicato in occa-sione dell'incontro dei ministri delle finanze in Messico.Concentrandosi sugli obiettivi di crescita economica globale, igoverni dei paesi G20 hanno trascurato totalmente i bisogni deiloro cittadini più disagiati. Con il risultato che la forbice di redditotra ricchi e poveri si è ulteriormente allargata, e che i costi dellacrescita economica, come il degrado dell'ambiente, pesano sullespalle dei meno abbientiL'1% della popolazione mondiale detiene infatti una fetta spropor-zionata delle risorse economiche. La disuguaglianza è aumentatain modo più veloce in Russia, Cina, Giappone e Sudafrica nelperiodo 1990-2010 e più di un milione di persone saranno ridottein povertà in Sudafrica nel prossimo decennio, a meno che nonvengano prese misure adeguate. Il disagio sociale è aumentatoanche in paesi ricchi come Canada, Regno Unito e Germania. Il 50% dei poveri del mondo vive nei paesi del G20, che sono quin-di cruciali per la lotta contro la povertà. Il rapporto dimostra cheridurre le disuguaglianze è necessario non solo da un punto divista etico, ma anche economico. Ed elenca cinque politiche chia-ve, da adattare ai contesti nazionali, che i governi possono adot-tare per ridurre le disparità: trasferimenti redistributivi; accesso uni-versale alle cure e all'istruzione; tassazione progressiva; rimozio-ne delle barriere a uguali diritti e opportunità per le donne; riformadelle politiche agrarie.

S i è svolto nei giorni scorsi a Roma l'in-contro della delegazione dell'Asso-ciazione delle ONG Italiane con il

Ministro della Cooperazione e dell'Integrazio-ne Andrea Riccardi. Nel corso dell'incontro, irappresentanti dell'Associazione delle ONGItaliane (AOI) hanno espresso il loro forteapprezzamento per la scelta fatta dal gover-no Monti di istituire un Ministro dellaCooperazione - come accade nella maggiorparte dei paesi avanzati - nominando unapersona di grande valore e dimostrata sensi-bilità come il professor Riccardi. «Si tratta diun segnale di discontinuità politica e istituzio-nale, fortemente innovativo che auspichiamopossa essere di carattere permanente», hadichiarato Francesco Petrelli, presidentedell'AOI. «Oggi, nel mondo in costante e rapi-da trasformazione, la cooperazione interna-zionale non è solo parte integrante della poli-tica estera, ma deve essere uno strumentoessenziale di tutta la strategia internazionaledell'Italia, in termini di coerenza, coordina-mento ed efficacia delle politiche, per ridareruolo e credibilità al nostro Paese. Solo cosìsi potrà rispondere positivamente al momen-to di fortissima crisi della cooperazione italia-na, sia sul piano delle risorse - in seguito ai

tagli di bilancio di circa l'88% avvenuti tra il2008 e il 2011 - che di strategie e prospetti-ve». Al tempo stesso l'Associazione delleONG ha auspicato che vengano sciolti prestoalcuni nodi attraverso i più appropriati stru-menti di carattere legislativo. A partire dalconferimento di deleghe, poteri e strumentiche mettano in condizione il Ministro di agireefficacemente. In assenza di questi atti tuttorischia di esser vanificato. Non possiamopermetterci un Ministro della ‘cultura dellacooperazione’, ma dobbiamo contare su unMinistro che abbia un ruolo definito e risorseadeguate per produrre fatti e azioni che a lorovolta producano politiche. «L'istituzione delMinistro della cooperazione è una grandeoccasione che l'Italia non può perdere, tor-nando alla situazione precedente. Tutti, cia-scuno per la sua parte e con il suo ruolo:Ong, governo, forze politiche, debbono dareil loro contributo», sostiene Petrelli. Nel corsodell'incontro l'AOI ha avanzato alcune propo-ste per realizzare quest'obiettivo. In primis, lacostituzione di un Tavolo interistituzionale dicoordinamento per garantire la coerenzadelle politiche, in stretta collaborazione ecoordinamento con gli altri dicasteri del qualeil Ministro della Cooperazione potrebbe costi-

tuire il riferimento; in secondo luogo, la crea-zione nell'ambito del Tavolo interistituzionaledi un tavolo di dialogo strutturato con la plu-ralità degli attori, sociali e istituzionali (asso-ciazioni, Ong, autorità locali, imprese, univer-sità ecc.). È altresì necessaria la convocazio-ne nei prossimi mesi di una ‘Convenzioneper il rilancio della cooperazione italiana’, conla partecipazione attiva di tutti gli attori, con loscopo di proporre nuovi indirizzi per arrivarealla riforma della cooperazione e a unanuova legge. Infine, anche tenendo in contola difficilissima crisi economica, è indispensa-bile un'inversione di tendenza rispetto al'punto zero' toccato dalla cooperazione italia-na, per farla ripartire con nuove risorse finan-ziarie e umane. Info: [email protected]

L'Associazione delle Ong italiane incontra il ministroAndrea Riccardi. Le proposte avanzate

Nei paesi del G20 cresconopovertà e disuguaglianze

Secondo la XII Relazione annuale sul controllo delle esportazioni diattrezzature militari realizzata dal

Consiglio dell’Unione Europea, l'Italiafigura tra i paesi che più ha rifornito

Libia, Bahrein, Siria e Yemen

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n. 3 24 gennaio 2012

Questo è l'appello sottoscritto da 40 intellettuali contro la chiusu-ra di Rai Med, l'unico canale italiano e il primo in Europa diffusoanche in arabo. Chi vuole aderire all'appello può farlo anche sullapagina Facebook di TgrMediterraneo Amici oppure inviando unamail a [email protected]«Le 'primavere arabe' rappresentano un punto di non ritorno perchéla rivolta dei popoli della sponda sud è nata soprattutto per chiede-re diritti e futuro. Se i percorsi elettivi consentiranno la nascita digoverni democratici, la nuova frontiera del Mediterraneo sarà losbocco naturale del nostro Paese, sia per la cultura che ci acco-muna, sia per i processi economici che s'innesteranno. Gli eventi diquesti ultimi mesi ci mostrano quanto sia importante, spesso deter-minante, la comunicazione per la nascita delle nuove democrazie esoprattutto per creare un forte dialogo nord/sud. Per questo la chiu-sura di Rai Med, l'unico canale italiano e il primo in Europa diffusoanche in arabo, ci appare una decisione irragionevole, un provve-dimento più che doloroso, che arriva proprio nel momento in cuisulle sponde del Mediterraneo si sta giocando una partita storica,da un punto di vista politico, economico e culturale. Cancellando lafinestra di Rai Med, l'Italia, prima ancora del Servizio PubblicoRadiotelevisivo, si preclude uno strumento essenziale di interventoin un'area strategica, dove il nostro Paese dovrebbe anzi moltipli-care gli sforzi e le occasioni di presenza. Per questi motivi chiedia-mo alla Rai di ripensare alla chiusura di Rai Med, restituendo allaSicilia e all'Italia quel ruolo di mediazione che sia la Storia sia laGeografia le hanno sempre riconosciuto.»

Non chiudete Rai Med

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I ministeri dell'Ambiente e della Salute sonostati condannati dal Tar del Lazio, dopo ilricorso di alcuni cittadini, a risarcire con 100euro ciascuno circa 2.000 utenti di varieregioni che lamentano la presenza di arse-nico nell'acqua. Il Tribunale amministrativo ha infatti riaffer-mato che l'acqua fornita ai cittadini deveessere salubre e la tariffa legata proprio allasua qualità, da cui l'indicazione di agirecontro le Ato che non potevano non tenereconto di questo dato nel determinare latariffa. Non solo. Il Tar ha anche affermato il principio (chepotrebbe moltiplicare le querele penali) chenella vicenda sussiste un preciso «fatto ille-cito, costituito dall'esposizione degli utentidel servizio idrico ad un fattore di rischio(l'arsenico disciolto in acqua oltre i limiticonsentiti in deroga dall'Unione Europea),almeno in parte riconducibile, per entità etempi di esposizione, alla violazione delleregole di buona amministrazione. Violazione che determina un danno nonpatrimoniale complessivamente risarcibile,a titolo di danno biologico, morale ed esi-stenziale, per l'aumento di probabilità di

contrarre gravi infermità in futuro e per lostress psico-fisico e l'alterazione delle abi-tudini di vita personali e familiari conse-guenti alla ritardata e incompleta informa-zione del rischio sanitario». È certa la pericolosità per la salute - prose-gue la sentenza - «derivante da un'esposi-zione prolungata all'arsenico presente nel-l'acqua potabile, anche in quantità piccolis-sime, come risulta dalla ricerca condotta suoltre 11.700 persone in Bangladesh e pub-blicata dalla rivista scientifica The Lancet,che ha dimostrato che la presenza di arse-nico in elevate concentrazioni nel sangueaumenta in modo significativo il rischio ditumori. Secondo le stime effettuate dal-l'Organizzazione mondiale della sanità, inBangladesh, a partire dagli anni '70, alme-no 35 milioni di persone hanno bevutoacqua contaminata con piccolissime quan-tità di arsenico, e secondo uno studio del-l'Università di Chicago, ciò è stato sufficien-te a provocare il 21% delle morti per tutte lecause e il 24% di quelle attribuite a malattiecroniche (in prevalenza, tumori al fegato,problemi alla cistifellea o alla pelle e malat-tie cardiovascolari)».

acquabenecomune

arcireport

I n queste settimane di grande enfasi sulleliberalizzazioni, il popolo dell'acqua, gra-zie ad una mobilitazione diffusa su tutto il

territorio nazionale, è riuscito ad ottenere ilritiro di un provvedimento che avrebbe postola parola ‘fine’ al voto referendario dello scor-so giugno. Il decreto governativo conteneva,infatti, l'esplicito divieto alla gestione dei ser-vizi pubblici attraverso aziende speciali,ovvero gli enti di diritto pubblico che da sem-pre il movimento dell'acqua propone comestrumenti per la ripubblicizzazione del servi-zio. È una vittoria importante, perché ottenu-ta contro un Governo che aveva tutte le pre-condizioni per portare a termine l'affondo

finale: consenso della quasi totalità delParlamento, sostegno europeo e dei merca-ti finanziari, schieramento dei poteri forti edei grandi mass media, clima opportuna-mente emergenziale. Eppure ha dovutoindietreggiare, dimostrando la persistenza,ancora otto mesi dopo, del significato politi-co e simbolico del voto referendario e laforza di un movimento che mantiene una dif-fusa capacità di mobilitazione. Ma il giudiziocomplessivo sul decreto non può limitarsi aquesto segnale pur importante. Perché, neldecreto si confermano, aggravandole, lenorme per la privatizzazione degli altri servi-zi pubblici locali - anch'essi oggetto del voto- e si introduce il vincolo del patto di stabilitàper le gestioni direttamente pubbliche. Unitoal mancato rispetto delle modifiche tariffariesul servizio idrico - eliminazione dei profittidei gestori - ignorate ad oggi dalla quasi tota-lità delle istituzioni locali, il quadro risultachiaro: l'attacco al referendum continua e l'i-deologia del pensiero unico del mercatosembra tutt'altro che intenzionata a volerprendere atto dei propri fallimenti.

Ecco perché la nuova fase del movimentoper l'acqua richiederà un importante salto diqualità, sia nella mobilitazione sociale sianell'approfondimento degli obiettivi.Sul rispetto del voto referendario in materiadi tariffa, è partita in molti territori, e prestosarà estesa a tutto il Paese, la Campagna diobbedienza civile, ovvero l'apertura di spor-telli territoriali per chiedere ai cittadini dipagare la giusta tariffa, opponendo reclamoalle bollette che i gestori continuano a invia-re inalterate. Sulla ripubblicizzazione dei ser-vizi idrici integrati, la pressione sugli entilocali perché seguano l'esempio della città diNapoli, dovrà affiancarsi ad una campagnagenerale per la richiesta di deroga dal pattodi stabilità per le spese che riguardano beniessenziali, come l'acqua, e per l'utilizzo deglienormi fondi a disposizione della CassaDepositi e Prestiti (129 miliardi di liquidità)per gli investimenti, da ottenere a tasso cal-mierato, necessari al rifacimento delle infra-strutture idriche. Perché non è dalle ‘esigen-ze’ dei mercati, ma dal riconoscimento deibeni comuni che può nascere una nuovademocrazia e un modello sociale gravido difuturo.

Fermato l’affondo di Monti, la battaglia per l’acqua continua

Arsenico nell'acqua. Condannati i ministeri dell'Ambiente e della Salute

Obbedienza civile ad ArezzoDopo poco più di un mese dall'avvio, sonogià oltre 1.000 le famiglie aretine che hannoaderito alla Campagna di obbedienza civileper l'applicazione del risultato referendarioche, ricordiamo, a giugno 2011, con un con-senso del 95,8%, aveva abrogato il profittodalla gestione dell'acqua. La Campagna èstata promossa poiché in tutta Italia i gesto-ri del servizio idrico si sono rifiutati di rece-pire, con argomentazioni pretestuose, l'esi-to referendario e la conseguente riduzionedelle tariffe. In sostanza, la Campagna diobbedienza civile consiste nel pagare le bol-lette successive al 21 luglio 2011 (data del-l'entrata in vigore del DPR 116/2011 che hasancito l'esito referendario) applicando unariduzione pari alla componente della ‘remu-nerazione del capitale investito’ che nell'am-bito di Nuove Acque è pari al 13,82%.Il Comitato di Arezzo, assieme ad altreassociazioni, tra cui l’Arci, ha organizzatodegli sportelli informativi gratuiti presso iquali i cittadini possono avere le informazio-ni necessarie per aderire alla campagna. Il successo dell'iniziativa, nonostante leminacce del gestore, è superiore ad ogniaspettativa.

Il Comune di Napoli ha promosso,per il 28 gennaio, il Forum deiComuni per i beni comuni.Protagonisti della giornata sarannoamministratori, movimenti, associazioni, cittadine e cittadini

NAPOLI

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Di Marco Bersani, del Forum dei Movimenti per l'acqua

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Hanno fra i 15 e i 29 anni, non lavorano,non studiano, non fanno formazione. Si tratta dei Neet (not in education,employment or traing), un fenomeno ormaiconosciuto che Noi Italia, il rapportodell’Istat, dà però in netta crescita. Sono oltre due milioni di giovani che si tro-vano in queste condizioni, il 22,1% deltotale (che diventa 24,9 per le ragazze) ela tendenza - dopo una leggera regressio-ne fra il 2005 e il 2009 - è in netta crescita. Peggio di noi, in Europa, fa solo la Bulgaria(media del 23,6%), la Francia si ferma al14,6, la Germania non arriva all´11. Il dato, letto assieme a quello sulla disoc-cupazione giovanile (27,8%), lascia pochidubbi: è da qui che bisogna ripartire,magari puntando all’istruzione. Oltre che per l’alto tasso di abbandonoscolastico, l’Italia si distingue infatti ancheper il basso livello di studi: fra i trenta-tren-taquattrenni solo uno su cinque è laureato.Il 19,8% del totale contro una media Ue del33,6. Se i giovani sono scoraggiati i disoccupatinon sono da meno perché, perso un lavo-ro, per trovarne un altro devono attendere

mesi e mesi e non è affatto detto che trovi-no risposta. In Italia, certifica l’Istat, la di-soccupazione di lungo periodo sta aumen-tando: oltre il 48,5% dei ‘senza lavoro’resta tale per più di un anno. Se la crisi ha reso le condizioni più difficiliper tutti e molti altri Paesi stanno sopra lamedia del 40% (Germania compresa), inItalia il peggioramento è stato più evidente:fra il 2009 e il 2010 la disoccupazione dilungo periodo è aumentata di oltre quattropunti. Al dramma del lavoro che non c’è, segna-la l’Istat, va aggiunto quello del lavoronero. In Italia c’è una quota di lavoro irre-golare pari al 12,3%. Ma guardando al Sud, ben un occupato su5 è fuori da ogni regola (uno su 4, limitan-do l´analisi all´agricoltura). L’economiasommersa viene stimata al 17% del Pil,quota che arriva al 20 se non calcoliamo laPubblica Amministrazione, settore dovepraticamente non c´è lavoro nero. Ma inalcuni settori - come alberghi, pubblici ser-vizi (leggi bar) e assistenza alla persona(badanti, lezioni private) - il sommerso arri-va al 57%.

L a scuola gratuita e di massa è in peri-colo? Ce ne eravamo accorti datempo, e probabilmente non si è mai

realizzata. Forse perchè siamo uno deipaese con l'evasione e il tasso di abbando-no scolastico più alti di quest'Europa (stima-to tra il 18% e il 20% da più fonti), che qual-che anno fa parlava attraverso il Trattato diLisbona di ridurre questo dramma socialedel 10% in ogni paese, ed ora si trova adabbandonare totalmente l'interesse nell'am-bito della formazione per far fronte alla crisifinanziaria. Forse perchè è dai tempi dellaMoratti che si definanzia l'autonomia scola-stica. Forse perchè la legge 133 ha total-mente devastato il livello di sopravvivenzaeconomica degli istituti. Forse perchè irecenti tagli agli enti locali indebolirannoancora di più il livello dell'edilizia scolastica.O forse un po’ per tutte queste ragioni etante altre. In questo quadro di grave sofferenza dellescuole, e ovviamente di chi le vive, ovvero glistudenti, i docenti e il personale della scuo-la, è stata resa nota attraverso il nuovo por-tale del MIUR Scuole in chiaro la portata dicome i costi del definanziamento alla scuola

stiano ricadendo sulle famiglie. A partire dal2008 si è fatta strada la possibilità per lescuole di chiedere contributi aggiuntivi perarricchire l'offerta formativa e migliorare l'edi-lizia scolastica. In questo modo è stato intro-dotto un elemento pericolosissimo. Tralasciando il fatto di per sé grave che lescuole utilizzano quei contributi anche per leloro spese ordinarie, in un quadro comequello attuale: in cui le scuole non riesconoa garantire neanche l'offerta minima, è auto-matico il meccanismo per cui il contributolibero diventi uno strumento necessario, enon accessorio, e soprattutto imposto. Per la sopravvivenza degli istituti vengonorichiesti sacrifici sempre maggiori alle fami-glie degli studenti, passa l'idea per cui l'istru-zione non sia un diritto a cui tutti devono libe-ramente accedere senza oneri e costi, maun privilegio per cui bisgona fare sempremaggiori sacrifici economici. In un contestocome quello italiano la situazione tenderà adaggravarsi; è sufficiente vedere i redditi dellefamiglie i cui figli frequentano istituti tecnici eprofessionali e confrontarli con quelli dellefamiglie che frequentano i licei, è sufficientevedere dove si iscrivono gli studenti migran-

ti (sempre nei tecnici e professionali), dovesono i licei migliori (nel centro delle città) eche scarto spesso ci sia con le scuole delleperiferie, per accorgersi di come le famigliedi reddito più alto potranno permettersi dicontinuare a garantire un'offerta formativaalta ai propri figli e viceversa, in contestisociali meno semplici, le scuole sarannocostrette al collasso economico o al tagliosconsiderato dell'offerta. Vuole essere questo l'ennesimo passaggiodi indebolimento della scuola pubblica peraprire definitivamente le porte ai finanzia-menti privati e piegare l'offerta formativa agliinteressi delle aziende, come aveva in testal'onorevole Aprea nel 2008 con il suo pro-getto di legge? Come sindacato studentesconon possiamo accettare quest'idea di scuolae ne rivendichiamo una totalmente differen-te; abbiamo già avviato vertenze nelle scuo-le per impedire di imporre alle famiglie non ingrado di sostenerli contributi illegittimi, abreve apriremo anche con il Ministero un'ini-ziativa politica per risolvere a monte il pro-blema. La discontinuità con Gelmini va maturataanche in questo.

Il contributo libero, fine della scuola pubblica?

Due milioni di giovani non studiano e non lavorano. Ci batte solo la Bulgaria

Odg dell’Arci: vicinialle lotte dei lavoratoriLa lotta delle lavoratrici e dei lavoratori inquesto momento di forte crisi strutturale rap-presenta non solo la legittima difesa deiposti di lavoro ma il tentativo di mettere inluce una drammatica situazione economica,sociale e culturale per lungo tempo ignora-ta. Oggi questa crisi interroga i Governi e lapolitica ma, più in generale, tocca l'interoPaese attraversato da spinte regressive eprofonda insicurezza. Come associazionedi promozione sociale quotidianamenteimpegnata nella tutela dei diritti siamo vicinialle lavoratrici e ai lavoratori in lotta, alle lorofamiglie e alle organizzazioni sindacali conla consapevolezza che in questa fase stori-ca è necessario assumere collettivamente iltema del lavoro come il fulcro attorno alquale costruire nuove politiche di sviluppo edi coesione. Siamo infatti convinti che soloda nuove politiche occupazionali, da unaritrovata e innovata capacità produttiva, daun nuovo e forte investimento sulla ricercasia possibile affrontare il nodo più comples-so, cioè una ritrovata capacità di fare comu-nità. Chiediamo dunque ai soci e ai circolidell'Arci di continuare a sostenere le iniziati-ve di lotta che si renderanno necessarie.

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n. 3 24 gennaio 2012

di Roberto Campanelli dell’esecutivo nazionale Unione degli Studenti

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La scrittura teatrale è una professione alta-mente specializzata, che si nutre di espe-rienza e intuizione, di ispirazione e pratica.È il motore primo di ogni accadimento tea-trale e richiede una formazione permanen-te. Queste semplici verità, riconosciute intutto il mondo, fanno fatica ad affermarsi nelnostro paese, dove invece il ruolo dell'auto-re continua ad essere marginalizzato. Questo comporta una mummificazione delnostro teatro, che rischia sempre più di per-dere ogni aggancio con la realtà e con lanostra identità nazionale. Il teatro italiano habisogno di una nuova legislazione, cheregolamenti il finanziamento pubblico, ilwelfare e la fiscalità. Servono nuove formedi contratto collettivo, nuovi percorsi forma-tivi, regole per la facilitazione dell'accesso allavoro, un modo nuovo di formare e infor-mare il pubblico, una nuova leva di mana-ger teatrali, una più efficace attività di pro-mozione, la presenza degli autori italiani sulmercato nazionale, europeo e internaziona-le con le stesse opportunità dei colleghistranieri. Per raggiungere questi obiettivi, gliautori hanno dato vita al Centro nazionale didrammaturgia italiana contemporanea.

Lo scopo del Centro è quello di occupare unvuoto istituzionale e culturale, dopo le muti-lazioni subite dal nostro teatro, ultima lasoppressione dell'Eti. Il Centro prenderà laforma di una rete capillare, instaurandorelazioni con tutte le figure professionali delteatro, con le compagnie, con gli Stabili econ le istituzioni, cercando di riportare l'at-tenzione della pratica teatrale sulla narra-zione del presente. Già è stata avviata unaproficua collaborazione con l'Agis Lazio eun dialogo con l'assessorato alla Cultura delComune di Roma per ottenere una serie dispazi in cui organizzare azioni teatrali,occuparsi della formazione dei giovani auto-ri e diffondere la cultura teatrale nelle scuo-le. Il teatro Quirinetta ha fornito una sedeprovvisoria, ma il Centro ambisce a supera-re la dimensione romana per porsi comestruttura federale con rappresentanze intutte le regioni, con il massimo spirito inclu-sivo nei confronti delle associazioni già esi-stenti. I 120 autori aderenti invitano tutti gliautori non ancora iscritti a partecipare e adare il loro contributo alla fase costituentedel Centro. Info: [email protected]

cultura

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M artedì 24 gennaio al Pier Lombardodi Milano va in scena lo spettacolodi Romeo Castellucci Sul concetto

di volto nel figlio di Dio. Dopo aver girato i pal-coscenici europei senza eccessive proteste,a Milano ha fatto nascere una girandolainfuocata di polemiche con toni e giudizidiversi. Riportiamo, dalla lettera aperta scrit-ta da Castellucci sul sito del teatro, alcunibrani: «Questo spettacolo nasce come ungetto diretto delle e dalle Sacre Scritture. LaTeodicea del Libro di Giobbe..i Vangeli.L'azione teatrale vuole essere una riflessionesulla difficoltà del 4° comandamento... Credein questo comandamento e fino in fondo ilfiglio sopporta quella che sembra essere l'u-nica eredità del proprio padre.. gli escremen-

ti di cui si sporca il vecchio padre incontinen-te non sono altro che la metafora del martirioumano come condizione ultima e reale». Aquesta lettera risponde con intelligenza dolo-rante Antonio Socci su Libero del 20 gennaio:«Visto il tono personale e appassionato dellasua lettera, le scrivo non come giornalista oscrittore cattolico..ma anzitutto come padre diCaterina, inchiodata, nel fiore della sua giovi-nezza, su una croce terribile e più insoppor-tabile della vecchiaia. Ogni giorno e ogninotte io ripeto il grido drammatico e strug-gente che anche lei, nella sua opera, lanciaal Salvatore. E ogni giorno io mi sorprendo ascoprire nel volto luminoso e bellissimo dimia figlia la risposta viva del Salvatore, l'au-rora di un giorno di felicità. Quello che ci staaccadendo - pur nel dolore - meraviglia meper primo. Non è un assioma ideologico quel-lo che vorrei testimoniarle ma è un miracolo,fatto di carne, di occhi, di dolcezza (anche dipianti), che si rinnova ogni mattina. .. Alla fineinfatti 'la tela del dipinto si lacera' e appareuna scritta di luce: 'Tu sei il mio pastore'. Maecco che si può intravedere un'altra piccolaparola che si insinua tra le altre: Tu 'non' sei ilmio pastore. La frase di Davide si trasforma

così per un attimo nel dubbio. Tu sei o nonsei il mio Pastore? E questa è preghiera.Significa: Signore, sono disperato, salvami!Spargi il tuo sangue per guarire anche me!».(Antonio Socci, Libero 20 gennaio 2012). Aquesto dialogo di grande intensità umana ereligiosa si contrappone la protesta di gruppicattolici conservatori di varia origine - MilitiaChristi, Comitato San Carlo, RiscossaCristiana - che minacciano blocchi alla primadello spettacolo, e il teologo Giovanni Cav-alcoli del convento di San Domenico diBologna alla cui denuncia e richiesta di inter-vento risponde Monsignor Wells dellaSegreteria di Stato Vaticana: «Incontri la rea-zione ferma e composta della comunità cri-stiana, illuminata e guidata dai suoi Pastori».E poi Padre Lombardi, portavoce della SalaStampa Vaticana: «che sia riconosciuta erispettata la sensibilità di quanti cittadini mila-nesi vedono nel Volto di Cristo l'Incarnazionedi Dio, la pienezza dell'umano e la ragionedella propria esistenza» ed ancora «la pre-ghiera per manifestare il proprio dissensonon può accompagnarsi a eccessi di qualun-que tipo, anche solo verbali».

continua a pagina 10

Polemiche infuocate per la prima a Milano dellospettacolo ‘Sul concetto di volto nel figlio di Dio’

Gli autori teatrali danno vita al Centro di drammaturgia italiana contemporanea

Il Teatro Valle diventabene comuneDopo mesi di occupazioni, spettacoli edassemblee, le lavoratrici e i lavoratori dellospettacolo riuniti nello storico Teatro romanohanno presentato la loro proposta concretaper il futuro del Valle Occupato. Una Fondazione a partecipazione popolareper assicurare un progetto artistico degno alteatro e quindi anche la copertura economi-ca necessaria. Una possibilità per rendere icontenuti della programmazione fedeli alletante identità rappresentate dalle occupantie dagli occupanti dello stabile, ma anche unsalvagente per l'arte e gli artisti che la incar-nano. Il lancio della campagna per la costi-tuzione della Fondazione Teatro Valle benecomune è avvenuta in una 48ore il 13 e 14gennaio scorsi, con dibattiti ed eventi concontributi artistici, tra gli altri, di ValerioMastandrea, Caterina Guzzanti, PaoloRossi e un incontro su Le opportunità dellacrisi in cui sono intervenuti, tra gli altri,Christian Marazzi e Stefano Rodotà. È pos-sibile partecipare e diventare socio fondato-re effettuando un versamento sul conto cor-rente aperto presso Banca Etica. Per informazioni consultare il sito.Info: www.teatrovalleoccupato.it

Il 31 gennaio alle 18 presso la Sala Di Liegro a Palazzo Valentini saranno presentati i progetti finalisti della prima edizione del Premio tv per il giornalismo investigativo dedicato a Roberto Morrione

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7GiornatadellaMemoria

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I l 27 Gennaio si celebra la memoria diquella grande tragedia del '900 originatadalla deportazione che stroncò la vita,

innanzitutto nei campi di sterminio, non soloa uomini e donne di fede ebraica ma anchea tantissimi civili, militari, anziani, bambini,omosessuali e zingari, atei o di altre fedi.Ricordiamo dunque l'orrore, la barbarie. Il'diverso' per razza, colore, fede religiosa,stile di vita, fu assunto come metafora ditutto ciò che si opponeva, nella cultura, nel-l'economia, nella vita civile e nella stessacomunità internazionale, al raggiungimento,con lo stesso ricorso alla guerra mondiale,del dominio economico, militare e culturalesul mondo da parte del nazismo coadiuvatodal fascismo italiano e da quelli europei. Alperseguimento e al dispiegarsi della barba-rie, Hitler e Mussolini hanno legato il loronome così come all'azione nefasta del nazi-fascismo. Ciò a smentire ancora una voltal'insulsa storiella, negata dalla verità storica,di un fascismo italiano buono, rilanciata inquesti anni in Italia sull'onda di un vergogno-so revisionismo e smentita dalle leggi raz-ziali, dallo stragismo e dalla guerra ai civili dicui fu artefice il fascismo. Dunque di memo-

ria c'è bisogno non solo per un giorno bensìsempre, in ogni tempo momento e luogo peronorare tutte le vittime oltre che per informa-re, documentare ed educare cittadini enuove generazioni affinché dal ricordo sca-turisca netto e perentorio un monito contro ilripetersi di una barbarie che segnò la piùimmane e dolorosa sconfitta della civiltàumana. Oggi ancor più del passato haragion d'essere la preoccupazione per il fattoche quel passato angoscioso possa pende-re minaccioso sul nostro futuro. Questa pur-troppo è già la realtà dell'Ungheria: nazionedi grandi tradizioni civili, antifasciste e demo-cratiche e di tante eccellenze nella cultura enell'arte. E c'è da dolersi della indifferenzacon la quale la democrazia europea e lastessa Ue, di cui l'Ungheria fa parte, hannoassistito a tutto ciò che a Budapest è avve-nuto e sta avvenendo. Ma anche nel restod'Europa, Italia inclusa, da anni conviviamocon una realtà inquietante fatta di gruppi cul-turali, circoli, movimenti e anche partiti politi-ci, alle volte con esiti elettorali inquietanti,che per ispirazione, finalità dichiarate e perla loro pratica di azione ai margini quandonon fuori dalla legge e dai dettati costituzio-

nali, ricorre anche alla violenza, portandoavanti l'apologia del nazismo e del fascismoo facendosi portavoci del negazionismo. Enon può non colpire che questo campo diforze sembri unificarsi ancora una volta con-tro il diverso. Innanzitutto l'immigrato quandonon anche il rom, lo zingaro, l'omosessuale.Esasperando allo scopo paure e disagiosociale provocati da una crisi che colpisce iceti più deboli. La consapevolezza dellaminaccia e la fiducia di poterla contrastare evincere, vanno tenuti insieme nel pensiero enell'azione quotidiana di ogni democratico edi ogni antifascista, battendosi affinché entri-no in campo in questa battaglia culturale epolitica cruciale, forze politiche, sociali e cul-turali, aree sempre più ampie della societàed innanzitutto le istituzioni nazionali edeuropee. E ciò con la pratica di un dialogocontinuo con le nuove generazioni, decisivoperchè prendano parte da protagonisti,come nel passato, per garantire alla libertà,alla democrazia, alla dignità di ogni essereumano un futuro. È questa la necessità chel'Anpi pone al centro delle sue politiche e chepropone, per una battaglia comune, a tutti idemocratici che operano nella politica, nelleistituzioni oltre che nella vita sociale e cultu-rale del Paese ed in Europa.

L'orrore di un passato che pende minaccioso sul nostro futuro

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di Luciano Guerzoni, Vice Presidente Nazionale Anpi

L a scritta che accoglie ancora oggitutti i visitatori che entrano al campodi Auschwitz 'Arbeit macht frei' - Il

lavoro rende liberi - mi provoca i brividi tuttele volte che la varco. I prigionieri arrivavanoal campo dopo giorni di viaggio in treni adi-biti al trasporto merci, in vagoni chiodati,senza cibo e senza servizi, non sapevanocosa li aspettasse. Quando mi capita di par-lare del campo di sterminio di Auschwitzdico sempre che la cosa più faticosa di visi-tare quei luoghi è la presa di coscienza del-l'esistenza di quei luoghi stessi, tutti noisappiamo che sono esistiti i campi di con-centramento, di sterminio e di lavoro pen-sati, progettati e realizzati dai nazisti, mavisitarli ci obbliga ad accettarne l'esistenza.Il percorso di visita che proponiamo airagazzi all'interno del campo parte dal bloc-co numero 6 e 7 dove sono state recupera-te le foto dei detenuti, con la data di entrataal campo e la data di morte; chiediamo airagazzi di scriversi il nome di una singola

vittima e visitare il campo partendo da quelvolto. Un modo per ridare dignità a una vita,per non cadere nella trappola dei grandinumeri, che negano ancora una volta la sto-ria della persona.Alla fine della visita tutti i ragazzi hanno lapossibilità di ricordare il nome di quella vitti-ma. Il Treno della Memoria nasce dal biso-gno di un gruppo di giovani di non relegarequella che molti definiscono la pagina piùbuia del '900 a una singola giornata, il 27gennaio Giornata della Memoria. Il Trenodella Memoria è un percorso di cittadinanzache accompagna i ragazzi durante un annoscolastico tra storia, memoria, testimonian-za e impegno. Auschwitz è il più grandecimitero a cielo aperto d'Europa, un luogodove sono stati uccise almeno 1.200.000persone, a cui i nazisti non toglievano solola vita ma negavano la dignità che è propriadell'essere umano. Siamo però convinti chela visita a un luogo di tale sofferenza debbarappresentare per un giovane un punto di

partenza e non di arrivo. Il pugno nello sto-maco che ti provoca la visita al campo deveessere trasformato in impegno perché que-sto non accada mai più. Se si è arrivati adavere in tutta Europa tanti campi di stermi-nio non è stato solo per il pensiero di unpazzo. Durante il nazismo non vi erano solovittime o carnefici, ma c’era un tessutosociale, politico ed economico che ha porta-to a tanto, una zona grigia che ha permes-so che il germe del nazismo imperasse. Loscopo del progetto è proprio quello di pro-porre ai ragazzi di uscire da quella zona gri-gia, nel quotidiano con impegni concreti.Ogni anno una proposta di impegno - que-st'anno la campagna per la cittadinanzaL'Italia sono anch'io - che si concretizza nelfirmare le proposte di legge, animareassemblee su questo tema e raccogliere lefirme. Terra del Fuoco quest'anno ha coin-volto 3200 ragazzi provenienti da 12 regio-ni italiane, e per la prima volta, grazie all'im-pegno dell'Arci, su uno dei quattro treni par-tirà una delegazione di più di cento ragazziprovenienti dalla Sardegna.

Il Treno della Memoria: un percorso di cittadinanza che non si esaurisce nel viaggiodi Oliviero Alotto, Presidente di Terra del Fuoco

Mantova Jazz compie 31 anni, e siconferma la più longeva rassegnamusicale mantovana, oltre che uno

degli appuntamenti jazzistici più attesi edapprezzati del panorama nazionale ed euro-peo. La manifestazione si impone fin dallasua prima edizione, nel 1981, per la grandequalità del proprio cartellone, in cui compaio-no i nomi dei jazzisti più creativi sia della tra-dizione che delle varie forme di avanguardia,da Woody Shaw a Dizzy Gillespie, da ChetBaker a Ron Carter, da Art Blakey a MichelPetrucciani, dal Modern Jazz Quartet a ChickCorea, da Jimmy Giuffre a Paul Motian, daTim Berne a Steve Coleman, senza dimenti-care i maestri della scena europea ed italia-na.

Il cartellone 2012 è il risultato di uno sforzocollettivo straordinario, come straordinariarisulta essere la qualità e la mole di artisti inesso proposti. Un programma in cui si leggeil tentativo, già in corso nelle ultime edizionidella rassegna, di portare eventi di alta quali-tà nel cuore pulsante della vita cittadina, neiclub, ristoranti, bar, caffè. E non come collo-cazioni secondarie, ma come il luogo dell'a-nima, vibrante e confortevole, dove il jazz èdiventato grande mettendo alla prova sestesso. Un programma che dimostra che ilJazz sta bene, anzi benissimo: dal suo cuorepuro, la febbrile e pulsante Downtown NewYork, fino all'Italia (Mantova gioiosamenteinclusa), con la sua splendida primavera chenon accenna a finire. Ma passiamo ad alcunidei nomi protagonisti della trentunesima edi-zione di Mantova Jazz, che conta su 22 con-certi, dal 27 gennaio al 14 aprile: per la sezio-ne ‘New York’, novità del 2012, saranno pro-tagonisti al circolo Arci Tom tre grandi nomidel nuovo panorama jazzistico newyorkese:Marc Turner, Sam Yahel e Bill Carrothers; lasezione Bibiena sarà invece dedicata aigrandi nomi italiani, quali Rava, Coscia, Tro-vesi e Conta, mentre la sezione ‘Conser-

vatorio di musica’, altra novità 2012, vedràprotagoniste tre esperienze mantovane d'ec-cellenza: Mauro Negri, Simone Guiducci e laMantua Band Studio, per chiudere, il 17 apri-le, con i giovani talenti Petrella Guidi in duo(entrambi presenti nel quintetto di Rava). Iltutto contrappuntato dalle ottime, quandonon notevoli, proposte della sezione ‘Club’:Caffè Modì, Circolo Arci Tom, Ristorante laMasseria, Circolo Arci Virgilio, RistoranteGiallo Zucca, Circolo Arci Cinciana, sarannoinfatti protagonisti assoluti della rassegna,con ben 15 concerti in programma, che, traincantevoli abbinamenti ‘Jazz-dinner’, pro-porranno nomi quali Fabrizio Bosso, RaffaeleCasarano, Boris Savoldelli, e molti altri.MantovaJazz è una rassegna ideata e pro-mossa da Arci Mantova e Circolo del Jazz‘Roberto Chiozzini’ di Mantova, in collabora-zione con il Comune di Mantova, Provincia diMantova e Conservatorio di Musica ‘L.Campiani’ di Mantova, e conta sul sostegnodi Fondazione Banca Agricola Mantovana eBanca Popolare di Mantova, oltre che sullasponsorizzazione tecnica di Hotel LaFavorita e Omega-Net.Info: www.mantovajazz.it

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In programma 22 concerti da gennaio ad aprile:torna la rassegna musicale Mantova Jazz

Al Biancovolta Spazio Arci il 28 e 29gennaio si terrà il workshop fotografico a cura di Francesco GalliDietro il profilo delle nuvole. La fotografia e il paesaggio

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Pasta neraBOLOGNA - Tra il 1945 e il 1952più di 70mila bambini del Sud piùsvantaggiato furono ospitati tem-

poraneamente da famiglie delCentro-Nord. Una storia di solidarietàraccontata nel film documentario diAlessandro Piva Pasta nera, chesarà presentato mercoledì 25 gen-naio alle 21.15 alla presenza del regi-sta, al circolo ArciBrecht. La proiezio-ne sarà preceduta, alle 20, da unadegustazione dei cibi tipici di varieregioni d'Italia. L'ingresso è riservatoai soci Arci.Info: [email protected]

Sportello stranieri OutsideBARCELLONA POZZO DI GOTTO(ME) - In collaborazione con la Facol-tà di Scienze Politiche dell'Universitàdi Messina, il circolo Arci Città Futurapresenta, il 30 gennaio a partire dalle9.30 presso la Sala Cultura BartoloCattafi, il progetto Sportello stranieriOutside rivolto agli stranieri ristrettinell'Ospedale Psichiatrico Giudiziariodi Barcellona Pozzo di Gotto. Durantela giornata saranno presentati gliobiettivi e la metodologia del proget-

to, la campagna nazionale Stop Opge la costruzione di un comitato sicilia-no e ci sarà una testimonianza diret-ta della reclusione in Opg.Info: [email protected]

Psicometrica al MalaussènePALERMO - Il 27 gennaio alle 18.30presso il circolo Malaussène ci saràla presentazione del fumetto Psico-metrica di Simone Brusca, con dise-gni di Giacomo Pilato. Il volume haper tema lo sfruttamento della mano-dopera per la produzione di oggetti diuso comune ed è corredato da tavolecon schede di approfondimentoredatte da alcuni associazioni. Aseguire aperitivo biologico organizza-to dal gruppo locale di Greenpeace,che per l'occasione allestirà un ban-chetto informativo sul tema delladeforestazione.Info: www.associazionemalaussene.it

Evento sulla legalitàBELLUSCO (MB) - Presso la Salaconsiliare in piazza Kennedy i circoliArci Antonio Banfi di Vimercate e PierPaolo Pasolini di Bellusco presenta-no l’evento Legalità. Un investimento

per il futuro, con mostra e dibattito suEuropean Caravan for Legality.Memoria e impegno contro le mafie.Partecipano Federico Bernini, autoredella mostra, Mario Portanuova, gior-nalista de Il fatto Quotidiano e LuigiLusenti, responsabile della Carovanadella legalità.Info: [email protected]

I giovani e la memoriaBRUINO (TO) - Dal 27 al 31 gennaio è possibile visionare, presso la SalaPertini, la mostra multimediale I gio-vani e la memoria. Un percorso idea-to dal Gruppo Giovani di Bruino che,dopo i viaggi ad Auschwitz eMauthausen, ripercorre attraversopannelli, video e testimonianze unodei più tragici eventi del ’900: laShoah. La mostra, promossa in colla-borazione con l’Arci Valle Susa, ospi-ta il collezionista Claudio Bistondicon oggetti provenienti dai campi disterminio.Info: [email protected]

La mostra ‘Il viaggio’MANTOVA - Il 27 gennaio alle 19, inconcomitanza con l’aperitivo jazz,

l’Arci Fuzzy presenterà la mostrafotografica di Elisabetta Negrini daltitolo Il viaggio. Obiettivo della mostraè accompagnare il ‘viaggiatore’ attra-verso un percorso multisensorialeche lo lasci con un dono da portarecon sè. Per l’occasione, verrà creatoun allestimento particolare con appo-siti espositori creati ad hoc. Non soloimmagini, ma anche pensieri e paro-le.Info: www.arcifuzzy.it

Lo spettacolo ‘I will survive’UDINE - Il 30 gennaio al circoloMis(s)Kappa Arcigay e ArcilesbicaUdine presentano I will survive.Triangoli rosa, per non dimenticarel’Olocausto, performance teatrale suigay e le lesbiche deportati nei campidi concentramento nazisti. Per l’occa-sione sarà anche allestita la mostrafotografico-documentaria Omocau-sto. Lo sterminio dimenticato degliomosessuali, già esposta in moltissi-me città italiane e all’estero. Ingressolibero per i soci Arci, Arcigay e Arcile-sbica.Info: misskappa.wordpress.com

Notizie Brevi

C inque incontri, tra gennaio e mag-gio, con esponenti delle istituzioni,della politica, del sindacato, della

società civile, della cultura. E un cineforum di4 film, ogni martedì del mese di febbraio.L'Italia sono anch'io, parole e pellicole perl'integrazione e l'antirazzismo è il vasto pro-gramma di iniziative sui temi dei diritti deimigranti allestito dal circolo Arci Il gironeinsieme all'Arci di Firenze, che prenderà ilvia giovedì 26 gennaio, presso i locali del cir-colo in via Aretina 24 a Fiesole, alle 21 conIus Soli, una cittadinanza moderna per l'Italiamoderna, tavola rotonda a cui parteciperan-no il senatore democratico e demografoMassimo Livi Bacci, Francesca Chiavacci(presidente Arci Firenze), Diana Kapo(segretaria dei Giovani Democratici diFirenze, e 'nuova italiana'), Don AndreaBigalli (referente Libera Toscana), FabioIncatasciato (sindaco di Fiesole) e AndreaBarducci (presidente della Provincia diFirenze). Realizzato con il patrocinio diComune di Fiesole, Provincia di Firenze,Regione Toscana e con il contributo diCooplat e CFT, l'intero ciclo di incontri e

proiezioni rappresenta la volontà del circoloArci di caratterizzare il 2012 come anno del-l'integrazione fra culture e popoli diversi, edei diritti di milioni cittadini immigrati chevivono ormai da anni nel nostro Paese.Una volontà nata da un lato all'indomanidella strage razzista del 13 dicembre scorsoin piazza Dalmazia a Firenze, dall'altro persegnare la continuità con l'attività su cui tuttoil movimento associativo dell'Arci a Firenze eProvincia si è impegnato in questi mesi,ovvero L'Italia sono anch'io, la campagna diraccolta di firme per due proposte di legge diiniziativa popolare, che mirano a riconosce-re i diritti di cittadinanza alle persone di origi-ne straniera residenti in Italia e ad estendereil diritto di voto alle elezioni amministrative aicittadini migranti che si trovano da almeno 5anni sul territorio nazionale (campagna che,da prime rilevazioni parziali, ha raggiunto4mila adesioni nella provincia di Firenze). Glialtri momenti di riflessione comune cheseguiranno l'appuntamento di apertura siconcentreranno sui fattori primari dell'inte-grazione, a cominciare dal lavoro (dueimportanti realtà imprenditoriali del territorio

come Cooplat e Cft porteranno la loro espe-rienza - 7 marzo); sulla marginalità deglistranieri (18 aprile); sulla questione irrisoltadell'asilo politico e dei rifugiati politici (9 mag-gio); e una tavola rotonda di chiusura sulruolo dell'Italia nel Mediterraneo con, tra glialtri, il presidente della Regione ToscanaEnrico Rossi e una personalità come DonAndrea Gallo (23 maggio). Febbraio saràinvece il mese dedicato al cinema. Sul gran-de schermo del circolo, ogni martedì,Inte(g)razione, 4 film contro le discriminazio-ni. Quattro pellicole a tema, spesso con pro-blemi di distribuzione nonostante la loro altaqualità. Inizio proiezioni alle 21, ingresso 6euro (18 per l’abbonamento alla rassegna).Info: [email protected]

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Al circolo Il Girone ‘L’Italia sono anch’io, parole e pellicole per l’integrazione e l’antirazzismo’

Il 27 gennaio alle 20.30 presso il circolo Arci Janzaria, in occasione

della Giornata della Memoria per le vittime della Shoah, ci sarà

la proiezione di Ogni cosa è illuminata di Liev Schreiber

S.MICHELE DI GANZARIA (CT)

notizieflash

A Barletta il Redditodi formazioneEsprimono soddisfazione il circolo Arci CarloCafiero e la Rete Studenti Medi Barletta, all’in-domani dell’emanazione da parte dell’ammi-nistrazione locale del bando per l’assegnazio-ne del ‘Reddito di formazione’. Una particola-re forma di sostegno al reddito, ispirata al red-dito di cittadinanza, che consiste nell’eroga-zione, ai soggetti in formazione ritenuti idonei,di un assegno mensile che permetta loro diemanciparsi dalla famiglia, garantendosi allostesso tempo una formazione adeguata all’in-gresso nel mondo del lavoro. Per ‘soggetti informazione’ sono da intendersi giovani di etàcompresa tra i 16 e i 26 anni frequentantiscuole superiori, università e corsi di specia-lizzazione, master e corsi di formazione pro-fessionale. Un percorso iniziato con le prote-ste contro lo smantellamento di istruzione euniversità pubblica, concretizzatosi poi nel-l’avvenuta pubblicazione del bando, che nonmetterà fine alle lotte con uno sguardo sem-pre rivolto al reddito di cittadinanza. Barlettarisulta essere, ad oggi, il primo comune d’Italiaa sperimentare il reddito di formazione e l’in-tento sarà quello di fare da modello per l’at-tuazione di sperimentazioni anche in altrelocalità italiane.

Al circolo Arci Zei lo Spazio sociale dellavoro per i giovani Apre a Lecce lo Spazio sociale del lavoro,uno sportello per i giovani sui diritti nellavoro voluto dalla Cgil di Lecce in collabo-razione con il circolo Arci Zei di Lecce.Obiettivo dello sportello, spiegano i promo-tori «è quello di aiutare i giovani a utilizza-re e soprattutto conoscere gli strumenti perrivendicare i propri diritti: come orientarsisul lavoro, cosa guardare prima di firmareun contratto di lavoro, cosa fare se si lavo-ra in nero o se ci si sente vessati nel luogodi lavoro. Ma anche sapere come fare unadichiarazione dei redditi, una richiesta didisoccupazione, di maternità, beneficiare

di ammortizzatori sociali, come e quandofare una vertenza di lavoro».All’inaugurazione dello sportello, avvenutapresso il circolo Zei il 18 gennaio, sonointervenuti Salvatore Arnesano, segretariogenerale Cgil Lecce, Leo Caroli, coordina-tore dei servizi Cgil Puglia e MatteoPagliara del circolo Zei; a seguire, lamostra fotografica 100 anni di lotta 100anni di sindacato e lo spettacolo teatraleLa Cisterna a cura di Mana Chuma Teatro.Lo Spazio sociale del lavoro sarà apertotutti i giorni dalle 16 presso il circolo Zei.Info: www.spaziosocialezei.org

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n. 3 24 gennaio 2012

Una serata contro la mafia. La organizza il25 gennaio il circolo Arci Fuori Orario diTaneto di Gattatico, con una cena-incontroche ha come ospite d’eccezione NandoDalla Chiesa, politico, scrittore e presiden-te onorario di Libera, nonché figlio delGenerale Carlo Alberto ucciso dalla mafia.Dalla Chiesa sarà a Taneto per presentareil suo nuovo libro La convergenza. Mafia epolitica nella Seconda Repubblica.

Accanto a lui, i rappresentanti del sitoStampo Antimafioso (specializzato sullacriminalità organizzata al Nord e gestito daDalla Chiesa con alcuni suoi studenti diScienze Politiche all’Università di Milano)e i ragazzi del comitato La grande quercia,che si stanno battendo contro la costruzio-ne di una bretella autostradale vicino aCremona.Info: www.arcifuori.it

Nando Dalla Chiesa al Fuori Orario

In verità, rispetto alla minacce e all'enfasidei diversi gruppi, una risposta dovuta masenza toni eccessivi e sostanzialmentenon adeguata alle richieste di crociata. IlComune di Milano con l'assessore StefanoBoeri appoggia la scelta del teatro di por-tare a Milano una compagnia e uno spetta-colo noto in tutto il mondo. Noi laici per scelta e formazione ci avvici-niamo con grande rispetto, quasi con tre-more a quello per molti di noi sconosciutoma profondo ed intimo sentimento rap-presentato dalla fede che attraversa gliambiti più sensibili della persona credentedi tutte le religioni, ne illumina la vita priva-ta e quella pubblica in una grammaticacomplessa di gesti, di scelte, di inquietudi-ni e di interrogativi verso il bene personalee collettivo. In questo complesso laborato-rio che è la nostra società attuale con lecrisi economiche e sociali, le epocalimigrazioni e mischiamenti, i radicalismiestremi che fomentano violenza, guerre,morte e ignoranza e nel contempo l'azio-ne paziente, solidale e instancabile di tantiche caparbiamente operano per germina-re nuove speranze e nuove frontiere dilibertà e di giustizia, è importante che

venga sempre riconosciuta e garantita ladignità della ricerca umana, intellettuale edartistica e la libertà che la deve sempreaccompagnare nei suoi percorsi, il rispettodei diritti collegati alla persona e alle suemolteplici espressioni, il riconoscimentodella sua maturità e della sua capacità discelta e di giudizio. Per questo non pos-siamo che provare preoccupazione per leiniziative che da più parti ed in più luoghi(Milano, Casa Pound, strage di Firenze…)si stanno accendendo in tante parti d'Italiae che attizzano conflitti verso i luoghi, leidee, le persone e le opere che sonosegnali della nuova società per la qualelavoriamo.Info: [email protected]

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Calano gli spettatorial cinema

Hanno collaborato a questo numeroOliviero Alotto, Marco Bersani, RobertoCampanelli, Antonio Cannata, Enzo Di Rienzo,Luciano Guerzoni, Geppino Materazzi, StefanoMencucci, Francesco Meneghello, Elvira Peduto

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Progetto graficoSectio - RomaCristina Addonizio

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

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n. 3 24 gennaio 2012

Cultura... scontatai tanti vantaggi di avere in tasca la tessera Arci

L’eleganza in esilioVENEZIA - Museo di Palazzo Mocenigo -Centro Studi di Storia del Tessuto e delCostume, fino al 29 febbraio. La mostra rac-conta l'atmosfera culturale tipica degli ambientidell'intelligentija russa e il prestigio sulla scenainternazionale della compagnia dei famosiBallets Russes di Djagilev (1909-1929).Presenta più di duecento opere, dai costumi deiBallets Russes, realizzati dai noti artisti LéonBakst, Natalia Goncarova, André Derain, agliabiti realizzati da nobili emigrati russi fuggiti inEuropa in seguito alla Rivoluzione d'Ottobre.Info: www.museiciviciveneziani.it

1861-2011: un’isola, un’arte, un museoMURANO - Museo del Vetro, fino al 30 aprile.Nel 1861 veniva fondato il Museo del Vetro diMurano: dopo 150 anni si vuole ricordare que-sto importante avvenimento con una mostrache ripercorre l'ultimo secolo e mezzo, doveverranno presentate le opere più rappresentati-ve della collezione del Museo, alla quale saran-no affiancate opere della Biennale, creazioniinedite di maestri vetrai e di fabbriche.Info: www.visitmuve.it/

Armenia. Impronte di una civiltàVENEZIA - Museo Correr, Museo Archeo-logico Nazionale, Sale Monumentali dellaBiblioteca Nazionale Marciana, fino al 10 apri-le. Una grande mostra dedicata alla civiltàarmena in occasione del V Centenario dellastampa a Venezia del primo libro in linguaarmena, avvenuta nel 1512.Vartan Karapetian, presenta, attraverso un per-corso suddiviso cronologicamente e tematica-mente, oltre 200 opere provenienti dai principa-li musei e biblioteche dell'Armenia e dell'Eu-ropa, tra cui alcuni rarissimi manoscritti e minia-ture.Info: www.visitmuve.it/

Gennaro Favai (Venezia 1879 - 1958)VENEZIA - Ca' Pesaro - Galleria Internazio-nale d'Arte Moderna, fino al 26 febbraio. Lamostra si propone di scoprire, ripercorrere edocumentare, attraverso una sessantina diopere, l'itinerario creativo di Gennaro Favai,artista complesso, formatosi nell'ambiente sim-bolista veneziano, amico, tra gli altri, di MarioDe Maria e Mariano Fortuny.Info: www.museiciviciveneziani.it

www.arci.it/associarsi - [email protected]

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Se per il box office cinematografico il 2011 èfinito male, il 2012 è incominciato peggio. Èun crollo del 45% quella che separa gliincassi del primo dal secondo weekend digennaio. Già era stato un Natale amaro peril cinema. Rispetto all'anno precedente lefeste appena passate avevano avuti cali dioltre il 14%, sia per presenze che per incas-si. Un calo simboleggiato dal flop del solitocinepanettone, ma che sconta anche i duecolpi piazzati nel 2010 con Avatar e nel2011 col film-rivelazione di Checco Zalone.Ma se i due dati sono difficilmente confron-tabili a causa della performance di un sin-golo film, indica un trend negativo un raf-fronto, ad esempio, con un anno senzagrandi exploit come il 2009. Rispetto ad allo-ra il calo è del 25%. Colpa della crisi, pro-babilmente, che ha ulteriormente ridottoquella percentuale già bassa (il 50%) di ita-liani che va al cinema. Resta però che in tre anni un quarto degliincassi siano rimasti sul campo.Senza un titolo forte a cui votarsi, con lanecessità del pubblico a selezionare sem-pre più le spese, questo 2012 rischia di pas-sare alla storia come annus horribilis delcinema in Italia.

continua da pagina 6

‘Sul concetto di volto nel figlio di Dio’

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