24
July plus uomo litio autonomia 50 km 1.150euro 850euro 1.150 85 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 0 euro S.S.87 KM 8,800 - CASORIA (NA) • TEL. 081.7585428 - 081.5401013 • www.cerbonemoto.it • no assicurazione • zero consumi • zero inquinamento • tanta autonomia • no assicurazione • zero consumi • zero inquinamento • tanta autonomia e ...BIKE e ...CONOMY e ...MOBILITY e ...LECTRIC e ...BIKE e ...CONOMY e ...MOBILITY e ...LECTRIC Windbike autonomia 40 km 990euro 849euro 990 820euro 610euro 820 Nzt 3 mtb autonomia 70 km 1.490euro 1.099euro 1.490 Inside 26 autonomia 70 km 1.385euro 1.099euro 1.385 Sissy piombo autonomia 40 km 850euro 700euro 850 Francy piombo autonomia 40 km 700euro 600euro 00 70 0 Sprint plus piombo autonomia 40 km ...datevi una scossa, mettetevi in viaggio per il futuro. ...datevi una scossa, mettetevi in viaggio per il futuro. Anno II - Numero 5 del 4 novembre 2012 SIANO I GIOVANI LA VERA RISORSA DELLA CITTA’ All’interno Periscopio di Giuseppe Pesce Fuoco di Puglia di Ilaria Puglia

il domenicale di casoria

Embed Size (px)

DESCRIPTION

5°numero de "il Domenicale di Casoria"

Citation preview

Page 1: il domenicale di casoria

July plus uomo litioautonomia 50 km

1.150euro

850euro1.15085888888888888888 0euro

S.S.87 KM 8,800 - CASORIA (NA) • TEL. 081.7585428 - 081.5401013 • www.cerbonemoto.it

• no assicurazione• zero consumi• zero inquinamento• tanta autonomia

• no assicurazione• zero consumi• zero inquinamento• tanta autonomia

• e ...BIKE• e ...CONOMY• e ...MOBILITY• e ...LECTRIC

• e ...BIKE• e ...CONOMY• e ...MOBILITY• e ...LECTRIC

Windbikeautonomia 40 km

990euro

849euro990

820euro

610euro820

Nzt 3 mtbautonomia 70 km

1.490euro

1.099euro1.490

Inside 26autonomia 70 km

1.385euro

1.099euro1.385

Sissy piomboautonomia 40 km

850euro

700euro850Francy piombo

autonomia 40 km

700euro

600euro00700

Sprint plus piomboautonomia 40 km

...datevi una scossa, metteteviin viaggio per il futuro....datevi una scossa, metteteviin viaggio per il futuro.

TEL./FAX: 081.0382732CASORIA (NA)

RISTRUTTURAZIONI TOTALI E PARZIALI DI APPARTAMENTIRISTRUTTURAZIONE DI ESTERNI DI INTERNIEDIFICI O PARCHI - TETTO TERMICOPRONTO INTERVENTO E MANUTENZIONE

Anno

II - N

umer

o 5 de

l 4 no

vemb

re 2

012

SIANO I GIOVANI LA VERA RISORSA DELLA CITTA’

A l l ’ i n t e r n o

Periscopio di Giuseppe Pesce

Fuoco di Puglia di Ilaria Puglia

Page 2: il domenicale di casoria

2

Domenica 4 novembre 2012

Periodico settimanale a diffusione gratuitaAnno II n. 5 - 4 novembre 2012

Autorizzazione del Tribunale di Napolin. Reg. 4925 del 28/09/2011

Direttore responsabile:Pasquale D’Anna

[email protected]

Redazione:Via G. Marconi,

80026 Casoria (NA)[email protected]

Stampa:

Via dell’Indipendenza, 3780021 Afragola (NA)

[email protected]

Edito da:Associazione Culturale Kasauri

Casoria (NA)

Progetto Grafico e Impaginazione:Marco Capparone

Questo numero è stato chiuso in redazioneGiovedi 1 novembre 2012

LA REDAZIONE

Rosaria Ascolese

Gianni Bianco

Marco Capparone

Vittoria Caso

Valerio Cresci

Emiliana Cresci

Gennaro Crispino

Ciro Esposito

Angelo Ferro

Maria Gentile

Pasquale Lucchese

Marzia Luciano

Pellegrino Mazzone

Carmine Mondola

Raffele Nocera

Domenico Pagliuca

Francesco Pagliuca

Eduardo Paola

Amalia Vettoliere

Maria Ranieri

Mario Romano

Vincenzo Russo

Pina Savorra

Luca Tramici

Umberto Simonetti

Ernesto Valiante

Gea D’Anna

pag. 2 Vignetta di Carmine Mondola pag. 3 Editoriale di Pasquale D’Anna pag. 4 Periscopio di Giuseppe Pesce pag. 5 Periscopio di Giuseppe Pesce pag. 6 Politica di Gianni Bianco pag. 7 Inchiesta di Vincenzo Russo pag. 9 Attualità di Mario Romano pag. 11 Intervista di Maria Gentile pag. 12 Rubrica di Ilaria Puglia pag. 13 Attualità di Vittoria Caso pag. 14 Teatro di Eduardo Paola pag. 16 Rubrica di Valerio Cresci pag. 17 Napoli di Pasquale Lucchese pag. 18 Napoli di Amalia Vettoliere pag. 21 Rubrica di Ciro Esposito pag. 22 Rubrica di Pina Savorra pag. 23 Rubrica di Cattivik

Il graffio di Ciemme

ll PD si RIsiede sulla riva del fiume...

July plus uomo litioautonomia 50 km

1.150euro

850euro1.15085888888888888888 0euro

S.S.87 KM 8,800 - CASORIA (NA) • TEL. 081.7585428 - 081.5401013 • www.cerbonemoto.it

• no assicurazione• zero consumi• zero inquinamento• tanta autonomia

• no assicurazione• zero consumi• zero inquinamento• tanta autonomia

• e ...BIKE• e ...CONOMY• e ...MOBILITY• e ...LECTRIC

• e ...BIKE• e ...CONOMY• e ...MOBILITY• e ...LECTRIC

Windbikeautonomia 40 km

990euro

849euro990

820euro

610euro820

Nzt 3 mtbautonomia 70 km

1.490euro

1.099euro1.490

Inside 26autonomia 70 km

1.385euro

1.099euro1.385

Sissy piomboautonomia 40 km

850euro

700euro850Francy piombo

autonomia 40 km

700euro

600euro00700

Sprint plus piomboautonomia 40 km

...datevi una scossa, metteteviin viaggio per il futuro....datevi una scossa, metteteviin viaggio per il futuro.

TEL./FAX: 081.0382732CASORIA (NA)

RISTRUTTURAZIONI TOTALI E PARZIALI DI APPARTAMENTIRISTRUTTURAZIONE DI ESTERNI DI INTERNIEDIFICI O PARCHI - TETTO TERMICOPRONTO INTERVENTO E MANUTENZIONE

Anno

II - N

umer

o 5 de

l 4 no

vembr

e 20

12

SIANO I GIOVANI LA VERA RISORSA DELLA CITTA’

A l l ’ i n t e r n o

Page 3: il domenicale di casoria

3

Domenica 4 novembre 2012EDITORIALE

Common ground …Pasquale D’[email protected]

Che strano paese è il nostro. Dopo decenni di pessime amministrazioni, dopo aver assistito per anni alle squallide performance che ci hanno propinato i poco “onorevoli” rappresentanti della seconda repubblica, siamo arrivati ad un punto veramente critico. Non c’è giorno che l’Europa e i suoi rappresentanti politici non bacchettino il nostro paese; stranamente, però, nessuno osa protestare, a nessuno viene in mente di scendere in piazza, nessuno obietta, di fronte ad un governo che, non dovendo dar conto all’elettorato, si comporta come una macchina da guerra, fredda e impassibile. In Spagna la gente scende in piazza, in Grecia si dispera e qualcuno muore di crepacuore; qui in Italia si scende in piazza solo per far la fila per il nuovo gioiello della Apple. Dove sono gli indignati? Dove sono gli arancioni dalle molteplici tonalità? Nel mentre si ingrossano le fila dei rottamatori e di coloro che vogliono azzerare la classe politica attuale, ma la gente non ci crede e si allontana dalla politica, convinta che sono tutti inutili proclami.; un esempio eloquente di questa sfiducia è rappresentato dall’allarmante astensionismo registrato alle urne in Sicilia, il 53% della popolazione è rimasto a casa. Tra poco, in vista delle elezioni politiche, inizierà una difficilissima campagna elettorale; il vento dell’antipolitica soffia impetuoso, favorito e stimolato da un’esigenza generale di rinnovamento complessivo, anche alla luce degli ultimi, insopportabili scandali della nuova Tangentopoli, che vede protagoniste soprattutto le Regioni, nessuna esclusa. Il conto deve essere pagato, non si può far finta di nulla; deputati e senatori di tutti gli schieramenti dovranno comportarsi di conseguenza ; alcuni di essi hanno già inserito la retromarcia ed altri sicuramente, o almeno si spera, li imiteranno, sull’onda di un’ opinione sempre più diffusa( a giusta ragione) che li vede corresponsabili del grave deficit che pesa sulla nostra nazione e del danno erariale prodotto ai danni della pubblica amministrazione. Su questo scenario molto complesso, hanno buon gioco coloro che si presentano come novelli rottamatori, di diversa estrazione politica ; essi in genere si proclamano depositari ed interpreti di istanze e domande fino ad ora inevase, sono estremamente presenzialisti, ma non pare che offrano soluzioni reali ai problemi del paese. Il tema del ricambio generazionale in politica non può essere l’unico argomento da sciorinare in ogni momento, ci vogliono programmi e proposte intelligenti e fattibili, in grado di interessare e convincere una popolazione che ne ha viste di tutti i colori, demotivata e sfiduciata oltre ogni dire. Il pensiero di chi scrive è che il ricambio generazionale ci vuole, ma anche i giovani devono dare dimostrazione del proprio valore, attraverso la capacità di

rendere chiare le loro idee, i loro progetti, facendo sentire il loro entusiasmo e la disponibilità a lavorare per un obiettivo comune, di recuperare credibilità in vista delle prossime elezioni. Un nuova classe politica, per poter accreditarsi agli occhi della gente, deve far sperare che alla guida del paese si materializzi una nuova classe dirigente, credibile ed onesta, capace di tirare il paese fuori dalle secche in cui si trova. Casoria non si discosta molto dallo scenario nazionale. Nella nostra città esiste un’area che oscilla tra il 20 e il 30% , che aspetta un discorso serio di rinascita e concretezza. Il Pdl (cosi come a livello nazionale) è ormai un partito allo sbando, il Pd è dimezzato nei consensi e diviso come non mai dalle diatribe interne, i centristi vivono con disagio la lontananza dalle stanze del potere e continuano a perdere pezzi. In questa situazione a nessuno sfugge che esiste un potenziale bacino di consensi per chi, con tempismo e attraverso volti e temi giusti, riuscirà a interpretare il disagio presente, la voglia di futuro e l’idea di cambiamento. Un programma incisivo e di larga presa popolare, condensato in una decina di punti ( aree dismesse, salvaguardia del territorio, sicurezza ed ambiente i punti principali), per rilanciare su basi effettive una reale rivoluzione sociale e culturale. Cerchiamo i migliori, costituiamo dei movimenti fuori dai partiti, i nomi vengano fuori dalla società civile, dalle persone comuni ma oneste e ben intenzionate a lavorare per la res publica, una nuova elitè di giovani (non i giovani dinosauri però). L’attuale stato in cui versa la nostra città è anche il risultato di una pessima gestione della politica che storicamente è riportabile agli anni 50 e 60 (vi consiglio a tal riguardo la lettura del bellissimo articolo di Giuseppe Pesce nelle pagine seguenti), acuita negli ultimi decenni. Allo stato attuale rileviamo una preoccupante pochezza della classe dirigente della nostra città; sembra quasi che tutte le loro energie siano messe al servizio del litigio fine a se stesso, delle offese, delle accuse reciproche e della diffamazione. Nemmeno una stilla di energia per costruire, per pacificare e pensare soltanto al bene comune. Si depongano finalmente le armi e i rancori, mettiamo al centro degli interessi comuni la nostra città, e, speriamo, come amano dire gli anglosassoni, che ci sia la possibilità di investire in un nuovo “Common ground”, un terreno comune che riesca ad aggregare nuove energie, dove si deve rinunciare a qualcosa, dove si può sacrificare qualcuno per far nascere un soggetto che abbia funzione trainante e non passiva, un “corpo” che sia capace di egemonizzare e non soltanto di mettersi in fila passivamente…Lo scrivo e lo penso per la nostra città, per tutti quelli che hanno paura e nostalgia del futuro…buona domenica a tutti!

Page 4: il domenicale di casoria

4

Domenica 4 novembre 2012

LO SVILUPPO DI CASORIA: Un excursus dall’antichità ad oggi

Raccolgo volentieri l’invito del direttore del Domenicale, che lancia un dibattito sulla congestione urbana della città, e mi chiede una sorta di excursus storico sullo sviluppo urbano di Casoria. Le notizie dell’antichità sono, ovviamente, delle pure curiosità. Ma forse qualcuno troverà interessante il fatto che la forma del cen-tro storico di Casoria è dovuta alla so-vrapposizione di due centuriazioni roma-ne che segnarono il territorio, al tempo dei Gracchi e sotto l’imperatore Augusto: a quell’epoca fiorivano sul nostro territorio appena un paio di insediamenti, Carmi-nianum (corrispondente col monumentale palazzo Carmignano, distrutto negli anni Ottanta) e l’altro corrispondente all’attua-le via Modigliani (il cosiddetto vicolo ‘a spuntatora), dove sorgerà poi la chiesa di San Benedetto.Nell’alto medioevo l’agro casoriano, in parte coperto da boschi, era proprietà dei monasteri basiliani di Napo-li, come quello dei Santi Sergio e Bacco, che installò una sua “obbedienza” a Car-mignano. A loro si sostituirono, a partire dal VI Secolo, i Benedettini di San Seba-stiano e poi di San Gregorio Armeno, che fissarono il loro “quartier generale” a due passi dall’attuale piazza, nel vicolo di San Liguoro; a loro è dovuta l’introduzione del culto di San Mauro, e la nascita della chiesa intorno alla quale si aggregherà un nuovo insediamento. C’è da dire che l’an-tico territorio di Casoria doveva essere molto più vasto dell’attuale (estendendosi da Frattaminore a Trocchia, e da Afragola a Ponticelli) ma nella seconda metà del X Secolo fu diviso tra Napoletani e Longo-bardi, e le varie dominazioni che si susse-guirono resero poi impossibile ricostruire l’antico agro. In generale, dunque, il pae-se si sviluppò intorno a tre centri: l’inse-

diamento Carmignano-San Benedetto; l’insediamento San Liguoro-Piazza (co-nosciuta fin dai documenti più antichi come “piazza dell’olmo”, certamente do-minata da un albero secolare); e la zona di San Mauro, che guardava i possedimenti agricoli fino alle pendici del Vesuvio. La struttura urbana di Casoria si consolidò intorno questi centri, e rimase immutata per molti secoli. Cominciò a rinnovarsi a partire dal Cinquecento, quando la città di Napoli, flagellata da epidemie e carestie, portò molti benestanti a spostarsi nei ca-sali del circondario, trasformando le loro tenute di campagna in palazzetti signorili. Un rilancio che dovette divenire significa-tivo nei primi decenni del Seicento, quan-do sorsero anche le fabbriche delle nuove chiese di San Mauro e di San Benedetto, ricostruite più belle e più grandi per sod-disfare le nuove esigenze della popolazio-ne. Il rinnovamento urbano continuò per tutto il Settecento, con ampliamenti e ri-strutturazioni, ma subì una battuta ai pri-mi del secolo successivo, quando Casoria divenne capoluogo di Circondario e sede della Sottointendenza (poi Sottoprefettu-ra), e la presenza delle istituzioni centrali limitarono non poco l’azione degli ammi-nistratori locali. A dare qualche impulso all’ampliamento urbano del vecchio cen-tro fu l’apertura del nuovo tracciato della Sannitica nella prima metà dell’Ottocento (con il lento sviluppo dei primi tratti delle attuali via Marconi e via Manzoni); e poi l’arrivo del tram nel 1881, che attraversa-va l’attuale Corso Umberto/via Verre, fino al passaggio a livello con la piazzetta del-la vecchia stazione ferroviaria (da anni occupata abusivamente); e fu proprio la linea tranviaria, l’asse di un progetto di riqualificazione che unì le piazze di Caso-

ria e di Afragola tra la fine del secolo e i primi del Novecento. Bisogna anche ri-cordare la nascita degli istituti religiosi ispirati dall’opera di Padre Ludovico, che nel corso di mezzo secolo trasformarono il paesaggio di Casoria: i Sordomuti in piazza Pisa (1860), le Stimmatine in via Cavour (1862), le Francescane (1884), le Sacramentine (1890), il Sacro Cuore (1905).Al netto dell’edificio scolastico di via San Mauro, completato nel 1923 ma avviato prima del fascismo, il ventennio fu segnato da un certo immobilismo, do-vuto all’instabilità delle amministrazioni locali, per diversi anni commissariate da un “podestà” napoletano. Riguardo a que-sto periodo c’è da dire anche che il “mito” afragolese dell’annessione di Casoria in una “Grande Afragola” è infondato e non trova in realtà riscontro in alcun docu-mento.Piuttosto, il dato più importante che emerge dai censimenti degli anni Trenta, è che gli addetti all’agricoltura erano inferiori a quelli all’industria: in pratica, anche se a Casoria c’erano po-chissime aziende, la maggior parte dei Casoriani lavorava in fabbrica, nelle gran-di industrie della vicina Napoli, già prima della seconda guerra mondiale. La prima grande industria arrivò a Casoria solo nel 1948: era la Resia, che avrebbe cambiato il destino della città. Ai primi degli anni ‘50, infatti, si insediò la Rhodiatoce nei pressi della Stazione e poi seguirono una lunga serie di fabbriche, che portarono la popolazione ad esplodere: dai 20mila abi-tanti del 1951 ai 26mila del 1961, che poi raddoppiarono divenendo 54mila nel 1971. La nascita improvvisa delle fabbri-che (favorite dalle agevolazioni di Stato), un simile incremento demografico nel giro di un ventennio, non permisero alcu-

Gieseppe Pesce

PERISCOPIO

Page 5: il domenicale di casoria

5

Domenica 4 novembre 2012

na pianificazione.I primi tentativi di edili-zia popolare di via Diaz (Ina Case) e Cor-so Europa (con le case a schiera progettate da Davide Pakanowski nel 1953), di Via Principe di Piemonte e poi di via Petrarca e via Rossini (Iacp) non ri-uscirono a far fronte alla richiesta di al-loggi. Ma soprattutto, la situazione favorì gli appetiti degli speculatori, che a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta cementificarono dal nulla due nuovi quartieri, caratterizzati dalla fitta presenza di palazzi multipiano: il primo a ridosso di via Pio XII, l’altro lungo Via Principe di Piemonte e intorno alla nuova Piazza San Paolo. La situazione era già pesantemente compromessa, ma gli anni Ot-tanta segnarono il punto di non ritorno. Con la fine del sogno in-dustriale, infatti, le fabbriche ce-dettero il posto ad aree dismesse grandi e piccole, spesso inquina-te; e con il dopo-terremoto arri-vò il nuovo quartiere 219 da rea-lizzare ad Arpino. Mentre il centro storico versava sempre più isolato nell’abbando-no e nel degrado, tuttavia, gli anni Ottanta videro anche l’unico tentativo serio di pianificazione, con l’espansione di via Pio XII e la nascita di Villa Comunale, Caserma dei Carabinieri, Pretura, Scuola Media e Palasport (completato diversi anni dopo).Cominciò proprio in questi

anni di condoni post-terremoto una spa-ventosa recrudescenza del fenomeno dell’abusivismo edilizio, che nel giro di qualche decennio portò le periferie di Ca-soria a crescere a dismisura e senza con-trollo, fino a saldarsi definitivamente con Casavatore da un parte, raggiungendo la Circumvallazione e le autostrade con quartiere di via Capri, e la vicina Afragola

con il quartiere Stella. Gli anni Novanta videro un ulteriore tentativo di Pianifica-zione, con la realizzazione del quartiere di via Castagna/Calvanese attraverso un Pia-no di Edilizia Economico Popolare rima-sto incompleto; ma anche una ripresa del-la speculazione edilizia, che a cavallo degli anni Duemila ha sfregiato indelebil-mente un centro storico ormai ridotto in

macerie: alla distruzione/ricostruzione di via Cavour è seguita in anni più recenti quella di Largo Marco Rocco e via Cardi-nale Maglione, mentre resiste come ulti-ma testimonianza di una città che va scomparendo la monumentale basilica di San Mauro. Le aree grandi aree industria-li dismesse sono ancora lì, alcune in mez-zo alla città: la Resia doveva ospitare un

Piano di Insediamenti Produtti-vi; la Rhodiatoce la Città del Li-bro “scappata” a Ponticelli; la Tubibonne scuole e insediamen-ti commerciali. Ma è tutto fer-mo. Gli ultimi quartieri di Caso-ria sono nati in questi anni grazie a quattro lottizzazioni conven-zionate che hanno provocato lo scioglimento dell’amministra-zione (salvo essere poi parados-salmente sbloccate dai commis-sari prefettizi): sorgono all’estrema periferia del rione “Castagna”, al confine con la Circumvallazione; e a poche de-cine di metri di fronte al PalaCa-

soria. Sula carta, sono uffici e locali com-merciali. Ma non si sa mai. Ci sono poi gli ultimissimi progetti: il Piano-Casa (che se non viene ben gestito esporrà la città all’ennesima cementificazione) ed il Pro-getto Integrato Urbano “PIU Europa”, che racchiude una serie di interventi di grande interesse, che dovrebbero essere realizzati nei prossimi anni.

Page 6: il domenicale di casoria

6

Domenica 4 novembre 2012POLITICA

Gianni [email protected]

Il consiglio comunale di lunedì 22 ottobre 2012 sarà ricordato per molto tempo, pomo della discordia: “Il regolamento del Consiglio Comunale – indennità e presenze nelle commissioni consiliari”. Il nuovo corso in Consiglio comunale dell’era Carfora, si presenta quindi demolendo quel poco di buono che aveva prodotto, come il ridimensionamento delle commissioni consiliari, del numero di consiglieri, il risparmio per l’ente, proposto cinque mesi fa dall’allora Presidente Pasquale Fuccio (Pd), votato a maggioranza. Propone lo straordinario dietrofront, il nuovo presidente del consiglio comunale Stefano Ferrara, ex sindaco del centrodestra e candidato sindaco Pdl alle elezioni comunali del 2011. .Apre gli interventi Fuccio e spiega in modo chiaro la differenza delle due proposte, di come si risparmia con la precedente modifica e come oggi aumenterà la spesa con la nuova proposta. Sulla stessa lunghezza d’onda gli interventi di Balsamo, Marigliano, Laezza (Pd), Orlando Esposito e Massimo Iodice (Pdl), Polizio (Udc). L’aumento del numero di componenti nelle commissioni, a parte la spesa per i 25 euro d’indennità spettante ai consiglieri, lieviterà soprattutto per il rimborso ai datori di lavoro dei Consiglieri: professionisti, artigiani o industriali che siano. L’aumento a quattordici o quindici consiglieri su ventiquattro in una commissione, sicuramente non aiuterà

lo snellimento della discussione. Le risposte dei rappresentanti della nuova maggioranza Galluccio, Salvatore Iodice (Api), Cerbone (New Api), Bene (Idv) e Pugliese (Nuovo Psi), puntano sul principio di rappresentanza dei gruppi composti di un solo consigliere, tirano in ballo addirittura la Costituzione, ma non si soffermano sul principio più importante, rispettare il 60% e 40% del risultato elettorale e qui qualche motivo di confusione ci sarebbe. Il consigliere Orsino Esposito (indipendente ex Api), cerca di mediare e propone un approfondimento

riportando all’attenzione della commissione competente l’atto. Niente da fare, il “dado è tratto”, gli impegni vanno mantenuti, si vota. Votano contro: Mosca, Del Prete, Orlando Esposito, Massimo Iodice del centrodestra, Polizio (Udc), Esposito Orsino (indipendente), Laezza, Balsamo, Marigliano (Pd). Votano a favore: il sindaco Carfora, l’attuale presidente del consiglio comunale Stefano Ferrara, i consiglieri Bene e

Petrone (Idv), Salvatore Iodice, Mileto, Galuccio, Cerbone, Monaco (Api), Sosio (indipendente), Colurcio (Noi di Arpino), Cortese (Fli), Capano (?!?), Pugliese (Nuovo Psi). Assenti al momento del voto Fuccio e Mauro Ferrara (indipendente ex Mpa). Il consigliere Cerbone (New API), consigliato dal regista della serata il sindaco Carfora, chiede di votare per l’immediata esecutività dell’atto, accontentato. Il consigliere Monaco (Indipendente ex Api), puntualizza la sua posizione di “indipendente”. I lavori si erano aperti con il minuto di raccoglimento per la scomparsa della madre del consigliere regionale Gennaro Nocera, sono stati interrotti con il minuto di raccoglimento per la scomparsa, avvenuta in quelle ore, del padre dell’assessore Luisa Marro. Il nuovo corso politico dell’amministrazione Carfora sarà dettato da continue trattative e impegni da soddisfare, in questo farà da consulente il presidente del consiglio comunale Stefano Ferrara, che da sindaco è stato ineguagliabile. Aspetto ancora le risposte alle dieci domande che rivolsi da questo settimanale al sindaco di Casoria, il dott. Carfora, la pazienza è una qualità che ci accomuna. Passati Paul Connet e le passeggiate in Villa comunale; la musica di Enzo Avitabile e le manifestazioni culturali, ambientali e religiose, si ritorna al pratico. si ritorna alla politica o alla malapolitica, giudicate voi.

Siamo tutti bugiardi

Page 7: il domenicale di casoria

7

Domenica 4 novembre 2012

Qualcosa si muove. La discarica della morte, quella del Cantariello, al confine tra Casoria e Afragola, forse sarà bonificata. L’atto di nascita di quel sito di stoccaggio risale a un’ordinanza sindacale del 26 gennaio 2001. Il Consorzio di Bacino Caserta2, in seguito alla comunicazione della sospensione delle attività di conferimento rifiuti presso l’impianto di Santa Maria Capua Vetere, individuava un sito di stoccaggio provvisorio in località Cantariello, in un’area di proprietà della EPM Srl, di circa 3.000 mq. Un’area che si trasformerà presto in sito di stoccaggio definitivo. Chi ci restituirà indietro la dignità perduta, chi ci solleverà dal peso della disperazione per la morte dei nostri cari. Dovremmo prendercela con quei politici che 12 anni fa hanno permesso di portare la discarica sul nostro territorio spacciandola per sito di stoccaggio temporaneo. Dovremmo prendercela anche con tutti quelli che, in questi lunghi anni, non hanno mosso un dito e si sono trincerati dietro le parole “non è di mia competenza”. Ora, siamo in attesa di conoscere, nella prima metà di novembre, la relazione definitiva sulla caratterizzazione dei rifiuti da

parte dell’Arpac (Agenzia Regionale Protezione Ambiente Campania). La relazione verrà consegnata al Comune di Casoria, che è il committente dell’attività, e alla Regione Campania che ricevuta la relazione farà partire l’iter di bonifica,

infatti, l’assessore regionale Giovanni Romano sostiene che, nonostante il sito sia di proprietà privata, la Regione è consapevole della gravità per il pericolo sanitario e si farebbe carico della bonifica. Intanto il 26 ottobre scorso il Ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri ha ricevuto in visita al viminale Padre Maurizio Patriciello, parroco di Caivano,

impegnato nella lotta contro i roghi tossici e un’ampia delegazione del Coordinamento Comitati Fuochi di Napoli e Caserta. Un lungo colloquio nel quale il Ministro ha ascoltato con interesse le istanze dei cittadini e le richieste esposte

e presentate in cartaceo con un documento articolato che conteneva una vasta documentazione e la copia della maxiquerela depositata in Procura a Napoli firmata da circa 35.000 persone. Diverse le richieste fatte al Ministro come l’istituzione del sistema satellitare di tracciabilità nazionale dei flussi di rifiuti industriali; l’approvazione di una legge che preveda l’inasprimento delle pene per reati ambientali; il blocco del flusso di rifiuti industriali in ingresso nella nostra Regione; l’istituzione di una cabina di regia da parte dei Prefetti di Napoli e Caserta

per coordinare le azioni di controllo e presidio del territorio anche con una task-force investigativa. Il Ministro da parte sua ha garantito un impegno immediato, congiunto con i Ministri di Ambiente e Salute, per far fronte a questa emergenza che dura da troppo tempo. Buona Domenica!

Vincenzo [email protected]

Siamo tutti bugiardi Cantariello e roghi tossici, i primi passi.INCHIESTA

Prosegue l’inchiesta del Domenicale sulla questione del roghi tossici

Page 8: il domenicale di casoria

8

Domenica 4 novembre 2012

Page 9: il domenicale di casoria

9

Domenica 4 novembre 2012AT TUALITA’

PARADISO ABITATO DA DIAVOLIMario [email protected]

Si trovano sempre prove a sostegno dei propri pregiudizi. Cercando, si trovano. Se vogliamo ne troviamo contro Napoli e la Campania fin dall’antichità. Già il poeta Orazio irrideva nelle sue Satire i costumi degli osci, che abitavano quella che definiamo oggi Terra di Lavoro (la Campania storica). Il termine “cafone” trarrebbe poi la sua origine proprio da queste parti. Anche se l’etimologia è controversa e la più accreditata metterebbe in evidenza piuttosto un atteggiamento di superiorità culturale dei capuani che definirono appunto cafone il comportamento rozzo del centurione romano Cafo e dei suoi veterani, che si erano spartiti le terre dell’ager publicus intorno alla città di Capua. Boccaccio, che pure era legato alla corte angioina di Napoli da vincoli affettivi, ma soprattutto “finanziari”, in una celebre novella del suo Decamerone permette ad un forestiero perugino di farsi beffa dell’imperizia di ladruncoli napoletani. Nell’immaginario letterario si afferma così l’idea di un popolino napoletano malfamato, ma neanche abbastanza astuto. Lo stesso Boccaccio si diverte a prendere in giro l’idioma napoletano, storpiandolo deliberatamente in una famosa epistola. Ma a lasciare il segno nella percezione di Napoli è la celeberrima definizione di un altro toscano, Pievano Arlotto, un sacerdote e scrittore satirico, vissuto nel

Quattrocento. E’ lui a dire di Napoli che è un “Paradiso abitato da diavoli” ovvero da uomini “di poco ingegno, maligni, cattivi e pieni di tradimento”. La definizione ebbe molta fortuna e pesò per molto tempo su Napoli. Viene il sospetto che essa sia stata causata dal disappunto dei banchieri fiorentini, che in quel periodo si videro scavalcati dai genovesi nel ruolo di finanziatori del Regno di Napoli. Anche Leopardi, che pure a Napoli soggiornò nell’ultimo periodo della sua vita, non fu sempre tenero con i napoletani. E in realtà non lo fu quasi con nessuno dei popoli italici. Prima di venire a Napoli, in una nota dello Zibaldone, definisce i napoletani “popolo semibarbaro o semicivile”. Durante il soggiorno napoletano, invece, incostante nei suoi umori e nei giudizi, alterna nelle sue lettere entusiasmi a vero e proprio disgusto. La rappresentazione di un napoletano vanesio, ambiguo, prepotente, ciarliero e insidioso la troviamo nel Don Marzio della commedia “La Bottega del Caffè”, del veneziano Goldoni. Un personaggio archetipico rimasto tal quale in quasi tutte le rappresentazioni (quelle più bonarie) che i connazionali del Nord tengono dei napoletani. Il pregiudizio letterario, unito a quello politico, crea le basi e il pretesto della presunta legittimazione dell’azione civilizzatrice piemontese. I giudizi dei vari Farini e D’Azeglio non

sono teneri. E ricordati ignobilmente, senza spirito critico, nei libri di storia che i bambini e i ragazzi meridionali sono costretti ancor oggi a studiare. La rappresentazione dello stereotipo serve a mascherare i comportamenti rapaci dei piemontesi, che a tutto tennero fuorché allo sviluppo civile ed economico del sud. Il pregiudizio si mantiene vivo e costante fino a diventare una specie di legge scientifica. Non a caso, l’inferiorità morale e intellettiva, la naturale tendenza a delinquere delle popolazioni meridionali viene codificata come norma biologica da Cesare Lombroso nei suoi studi pseudoscientifici. Tant’è che nel museo dedicato dalla città di Torino a Lombroso, sono in mostra i crani di meridionali da lui “studiati” a riprova delle sue assurde tesi. Erede di questo pattume ideologico etno-centrico, appena aggraziato da una venatura moralistica, è stato Giorgio Bocca. Il tal Gian Piero Amandola, il giornalista del TGR Piemonte, che ha molto signorilmente una predilezione per le nostre puzze e di cui gli studiosi stanno cercando di riconoscere lo stile ironico, non è che una manifestazione minore di un’antica tradizione, che ha visto cadute di stile anche di personaggi più illustri. Una tradizione, che come ammoniva Benedetto Croce faremmo bene a reputare “verissima per far che sia sempre men vera”.

Page 10: il domenicale di casoria
Page 11: il domenicale di casoria

11

Domenica 4 novembre 2012

Maurizio Ferrara candidato casoriano nel-la lista “Il tuo consiglio”. Si terranno Gio-vedi 15 e Venerdi 16 Novembre le elezio-ni per il rinnovo del consiglio dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli: per la prima volta a Napoli c’è una donna in corsa per la ca-rica di vertice. Si tratta di Marilena Nasti, consigliera uscente, che ha deciso di cre-are un nuovo raggruppamento per raffor-zare il ruolo della professione “in una in una fase così importante di cambiamento e di adeguamento alle nuove realtà eco-nomiche del nostro territorio e valorizzare le capacità di tanti giovani”, come si leg-ge in una nota diffusa dai candidati dalla lista: “Il tuo consiglio:partecipazione-di-gnità-tutela”. Abbiamo incontrato Mauri-zio Ferrara, classe ’65, dottore commer-cialista e revisore contabile, candidato casoriano in questa lista. “Ho deciso di scendere in campo in prima persona per-ché ritengo che non sia più opportuno che il vertice di un Ordine professionale di una città complessa e delicata come la nostra abbia come rappresentanti sempre le stesse persone. L’alternanza è un valo-re essenziale per garantire trasparenza e rigore. Se l’ordine diventa un feudo di pochi, i tanti non possono sentirsi sereni. Nel nostro programma, tra gli altri pun-ti, è previsto che tutti gli incarichi asse-gnati attraverso l’ordine siano visibili on line in tempo reale sul sito dell’ordine e sulla base di criteri limpidi e definiti”.

Ma quali sono le prospettive per la provincia?

“La categoria vive un momento storico delicato per l’aspetto normativo e dram-matico per quello economico e la crisi investe nel profondo il ruolo svolto dalla nostra professione. Noi che operiamo in provincia, nella stragrande maggioranza

titolari di piccoli studi tenuti su a fatica con il loro lavoro continuo e costante che amo definire commercialisti-artigiani, soffriamo maggiormente questo disa-gio. Alle prese con gli ostacoli, i lacci e lacciuoli della burocrazia siamo spes-so dimenticati da chi dovrebbe tutelarci. Dobbiamo perciò avere piena consapevo-lezza di noi stessi per difendere le nostre

ragioni all’esterno e per farlo dobbiamo avere all’interno una linea rigorosa, tra-sparente e partecipativa”. E conclude: “Invito i miei colleghi a non considerare il voto del 15-16 novembre come una sec-catura, ma ad avere il coraggio di cam-biare e guardare con fiducia il futuro”.

Caro Collega Perché abbiamo deciso di pre-sentare una lista dal nome “Il Tuo consiglio”?

Semplice. Gli ordini professionali sono strumenti attraverso i quali i “delegati” dei professionisti controllano la qualità dei servizi resi nell’interesse degli uten-ti, il rispetto delle norme deontologiche e della normativa interna alle professioni. I vertici degli ordini devono avere caratteri-stiche tali da garantire indipendenza, tra-sparenza, rigore e spirito di servizio. Il ri-cambio dei vertici di un ordine rappresenta

un elemento indispensabile per una tutela non formale degli iscritti all’ordine. Per questo motivo abbiamo messo in campo una lista formata da professionisti di espe-rienza consolidata ma estranei sino ad oggi alla vita di vertice del nostro ordine. Solo due colleghi sono consiglieri uscenti indispensabili per assicurare una memoria storica: e tra questi alla presidenza è can-didato un professionista – Marilena Nasti – una donna per la prima volta nella storia dell’ordine di Napoli, segno tangibile di rinnovamento anche da questo punto di vista.Riteniamo che vada rottamato, per usare una parola in voga, il concetto di “consigliere dell’ordine a vita”, o quello di Presidente o vice Presidente a vita. La categoria vive un momento storico deli-cato per l’aspetto normativo e drammati-co per quello economico: la crisi investe nel profondo il ruolo svolto dalla nostra professione e mina il suo stesso senso di esistere. I colleghi della provincia, nella stragrande maggioranza titolari di picco-li studi tenuti su a fatica con il loro lavo-ro continuo e costante che amo definire commercialisti-artigiani, soffrono mag-giormente questo disagio. Alle prese con gli ostacoli, i lacci e lacciuoli della buro-crazia sono dimenticati da chi dovrebbe tutelarli e che invece non si adopera per sostenere la loro dignità professionale. Dobbiamo perciò avere piena consapevo-lezza di noi stessi per difendere le nostre ragioni all’esterno e per farlo dobbiamo avere all’interno una linea rigorosa, tra-sparente e partecipativa. Ti prego quindi di non considerare il voto del 15 novem-bre, una pura seccatura, che forse si può anche evitare. Abbi il coraggio di cambia-re: guarda con fiducia al tuo futuro consa-pevole che il tuo voto oggi può influen-zare la tua vita professionale di domani.

Elezioni Ordine dei commercialisti di Napoli:Maria [email protected]

I N T E R V I S TA

Page 12: il domenicale di casoria

12

Domenica 4 novembre 2012

Quelli che “ho mal di testa, mal di pancia, un sacco di proble-mi, mi fanno male la nuca e le tempie”: cazzo, ricoverati e non rompere le palle a noi, no? Quelli che ti trattano bene perché non hanno le palle di mandarti a fanculo. Quelli che ti feriscono, non capiscono perché e ti chiedono anche scusa. Quelli di “odio il lunedì” (embè, ti deve capitare una cosa bellissima di lunedì e devi essere talmente impegnato a lamentarti da non accorgertene neppure). Quelli che ridono de-gli altri perche gli altri non possono difendersi e allora ridono più forte. Quelli che siamo tutti fratelli azzurri: guarda che io un fratello come te lo affogavo nel bagnetto. Quelli che vanno allo stadio e chiedono “scusa, ma chi ha segnato?”. Quelli che rischiano l’aneurisma se una donna ha ragione più di loro. Quelli che “dieci anni fa hai detto questo”: bene, ma tu lo sai che potresti morire stasera? Quelli che “non hai capito”: non è che magari sei tu che parli come un troglodita? Quelli che “Fb è un luogo pubblico!” e poi lo usano come un confessionale. Quelli che “sei un tifoso occasionale! Io stavo qui 30 anni fa” Scusa quanti anni hai? “25”. Quelli che “complimenti per l’arti-colo” e intanto si affogano con la saliva. Quelli che “siamo solo noi della curva A a poter intonare i cori”: e allora intonate questo “vado a quel paese allegramente, ciàciàcià”. Quelli che “io non sono come sembro”: vero, sei peggio. Quelli che se scrivi di sport c’hai l’accredito in tribuna stampa: avess’ sapè! Quelli che non ringraziano mai. Quelli che ringraziano sempre. Quelli che “se tu fai un favore a me io ne faccio uno a te”. Allora inizia tu: vai fuori dai coglioni. Quelli che pretendono perché “una volta mi hai detto”: e quella volta ho sbagliato a non mandarti a fan-culo. Quelli che “il tuo fanculo vuol dire ‘ti voglio bene’”. No, no, era proprio fanculo. Quelli che “piccola”: piccola a soreta. Quelli che “può attendere un attimo in linea?” e ti fanno sentire tutto l’lp degli U2. Quelli che, grazie all’America’s Cup, hanno scoperto che Napoli è una città meravigliosa. Quelli che ti dico-no: ma sei di Napoli? Che città meravigliosa, adoro i napoletani,

le vostre battute. Ma con la monnezza come state? E se io il sac-chetto te lo sbatto sul muso non ti adoro di più? Quelli che hanno scoperto, grazie all’America’s Cup, che Napoli ha il mare. Quel-li che “ma perché, era un segreto?”. Tua mamma, la sai? Quelli che “quegli stronzi di juventini che inneggiano al Vesuvio, ma speriamo che un meteorite cada sullo Juventus Stadium”. Quelli

che “domenica c’e’magnamm!”. Magnat ‘o ragù e non guardare la partita, che porti sfiga. Quelli che chiudono la saracinesca, spengono gli occhi e tappano le orecchie perche è meglio non pen-sare e non riflettere. Quelli che ostentano. Quelli che non sanno più ridere perché ce l’hanno con la vita, ma la vita ce l’ha con loro perché non ridono più. Quelli che non citano la fonte. Quelli che scartano le bucce del formaggio. Quelli che non hanno mai mangiato con le mani. Quelli che pretendono che i bambini mangino il gelato sen-

za sporcarsi. Quelli che “figlio mio, non devi sudare non devi correre, non devi giocare per strada”: in pratica, figlio mio, ‘ea’ muri’. Quelli che comprano i pantaloncini bianchi al figlio di 4 anni e poi pretendono che torni a casa senza sporcarsi. Quelli che “ma perché non ti fai i fatti tuoi?” e poi sono i primi a non farseli. Quelli che non hanno voglia di provare tutti i sapori del mondo. Quelli che la fanno in autostrada nelle piazzole di emer-genza, magari nelle immediate vicinanze dell’autogrill. Quelli che non hanno problemi di linea e stanno sempre a dieta. Quelli che prendono l’ascensore per andare al primo piano. Quelli che rovinano tutto oddio, sta diventando un’autobiografia!w. Quelli che ti toccano quando ti parlano. Quelli che “a me non succederà mai”. Quelli che parcheggiano a cazzo di cane invece che a spi-na di pesce. Quelli che “cercasi apprendista con minimo 3 anni di esperienza, massimo 24 anni”. Quelli che “non ho rimpianti” e poi scopri che hanno la tachicardia e non dormono di notte. Quelli che si ritrovano almeno in 5 delle cose scritte qui sopra. Quelli che non capiranno mai il senso di questo “Quelli che”.

RU B R I C A

“QUELLI CHE”Fuoco di Puglia

“Inizia ad infastidire il prossimo in un pomeriggio del maggio 1972 a Napoli. A cinque anni sapeva già dattilografare. Pasionaria tifosa del Napoli, impulsiva, aggressiva e permalosa. Non le interessa altro che scrivere, respira grazie a questo”.

Page 13: il domenicale di casoria

13

Domenica 4 novembre 2012A T T U A L I T A ’

Il 4 NOVEMBRE, OCCASIONE DI RIFLESSIONEVittoria Caso

�����������������������

“Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12

La guerra contro l’Austria-Ungheria che, sotto l›alta guida di S.M. il Re, duce su-premo, l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 Maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta per 41 mesi è vinta.” Così Armando Diaz comunicava la fine di una guerra lunga, durissi-ma, faticosa per i nostri sol-dati, tanti dei quali non erano sopravvissuti alla sconfitta straziante di Caporetto. L’U-nità finalmente si compiva. Ricordo lo sguardo trionfante e l’espressione gioiosa di mio nonno, quando raccontava a me, allora bambina, quella vit-toria sofferta ed attesa; ricor-do la tristezza profonda che si dipingeva sul suo volto quan-do pensava ai suoi compagni di trincea che avevano sacri-ficato la vita per la causa comune. Ogni 4 novembre la vittoria viene rievocata e si rende giustamente onore ai tanti, noti e ignoti, che non hanno più fatto ritorno dal fronte. E’ stata una tappa fondamentale della nostra storia: il traguardo dell’unità nazionale, conclusione vittoriosa di uno sforzo che affratellò, fianco a fianco nelle trincee, giovani d’ogni ceto sociale e d’o-gni regione in nome di un ideale da ren-dere concreto. Quell’ideale, sogno lunga-mente accarezzato, era la patria libera e unita. Certamente non è facile per i nostri

giovani, nati in una terra in cui esiste la libertà di pensiero, di parola, di stampa, di idee, comprendere che non è stato sempre così e che c’è stato un tempo in cui so-stenere le proprie convinzioni significava mettere a rischio la vita. Dolore e san-gue è costata quella vittoria, eppure, non è stata di nessun insegnamento; a quella guerra ne è seguita un’altra, ancora più

lacerante perchè coinvolse cittadini iner-mi, affamò intere popolazioni che, inebe-tite dall’angoscia, sperimentarono sulla propria pelle infinite sofferenze dettate dall’umana follia. Noi siamo per la pace, eppure tanti focolai di guerra sono ancora accesi: troppi! Tante tensioni esistono tra i popoli: troppe! Molti giovani muoiono e sono morti perchè si usano le armi per portare la pace, mentre il “fuoco amico” miete vittime. La pace è rispetto della per-sona umana e della sua dignità. C’è pace

quando questo prezioso valore è ricono-sciuto e rispettato. All’indomani dell’11 settembre, le cui agghiaccianti immagini colpirono fortemente l’opinione pubbli-ca, il pensiero della difesa della pace fu costante nei pensieri dei governanti così come in quelli dell’uomo della strada, degli adulti e dei giovani. Nelle scuole si parlava quotidianamente dei contrasti

che sottendono le apparenti pacifiche relazioni tra i popoli, si svolgevano ricerche sulle diverse tradizioni e sui diversi tessuti sociali, civili, religiosi dell’occidente e dell’oriente, sulle questioni irrisolte allo scopo di sensibilizzare ragazzi e ragazze ai concetti di civiltà, di progresso, di democrazia, quali traguardi preziosi, fatti di scontri, si, ma anche di intese e di accordi ragionati. E’ il caso di continuare a riflettere sulla pace, valore da tutelare, conquista da operare giorno dopo giorno,

bene da coltivare costantemente attraver-so la cooperazione e l’impegno serio e responsabile di tutti, uomini e donne, ra-gazzi e ragazze, consapevoli che “Tutti i popoli formano una sola comunità, hanno un’unica origine perché Dio ha fatto abita-re l’intero genere umano su tutta la faccia della terra – come afferma il Concilio Va-ticano II – Quindi ogni gruppo deve tener conto dei bisogni e delle legittime aspi-razioni degli altri gruppi, anzi del bene comune dell’intera famiglia umana”.

Page 14: il domenicale di casoria

14

Domenica 4 novembre 2012

Giovedì 25 e venerdì 26 ottobre al Cine Teatro “SuperCinema” di Castellammare di Stabia è andata in scena “Nina Scarabattola”, dramma storico scritto e diretto da Luca Nasuto. La pièce è un dramma corale, dove tutti i personaggi raccontano e mettono in scena le loro solitudini, il loro mondo interiore. L’ambientazione della seconda guerra mondiale dà una precisa collocazione storica ai fatti sottolineando la drammaticità degli eventi e dello stato d’animo dei personaggi. Nasuto è riuscito a proiettare, a far entrare lo spettatore nella psicologia di ogni personaggio accendendo man mano i riflettori su ognuno di loro. Le figure infatti sono ben delineate, con uno spessore e un carattere ben preciso e niente è stato lasciato al caso. L’uso del linguaggio è pregevole, i personaggi dialogano tra loro in dialetto antico stabiese regalando alla messa in scena un realismo sorprendente. Il linguaggio sia pure ostico e difficile non appesantisce il testo, anzi lo impreziosisce. Non importa se non tutte le parole vengono comprese, perché hanno una forza ed un’espressività che vanno oltre la comprensione della singola

espressione. Il testo ha una drammaticità intrinseca, che si esprime non solo attraverso le parole, ma anche attraverso i silenzi, i gesti e l’uso sapiente delle

luci e dello spazio, in un regia perfetta e calibrata. Grande attenzione e cura è stata data anche alla scenografia, ai costumi, al trucco e alle acconciature. Protagonista della spettacolo è un’intensa Marina Suma, che è riuscita con la sua recitazione malinconica e sofferta a far emergere e a trasmettere tutta la devastazione interiore di Nina, costretta a vivere una vita fatta di rinunce, chiusa nella sua “scarabattola”,

all’interno della quale non ha riposto solo il suo cuore di donna, ma anche tutta la sua vita. La scarabattola di Nina diventa un simbolo. Ognuno dei personaggi del

dramma si porta il peso della propria scarabattola sulle spalle. Bravissimi anche tutti gli altri attori del cast. Grande prova per Anna Spagnuolo e Piero Pepe, due colonne del teatro italiano, che con la loro recitazione fatta di sfumature, di sguardi, di sospiri, di parole soffocate e urlate hanno esaltato tutta la rappresentazione. All’altezza anche Laura Amalfi, che con grande energia, brio e vitalità è riuscita a calamitare il pubblico; Sergio Celoro, amaro, intenso e di grande impatto, specialmente nella scena recitata in strettissimo dialetto stabiese. Loredana

Cirillo, Cristiana Cesarano e Rosalia Terrana hanno saputo dare ai personaggi interpretati uno spessore davvero notevole. Il numerosissimo pubblico, che ha affollato la sala per la prima, ha tributato agli attori calorosissimi applausi anche a scena aperta. Nina Scarabattola rappresenta un grande esempio di teatro, quello vero, quello intenso, quello che bisogna sostenere ed incentivare.

T E A T R O

TEATRO “SUPERCINEMA” Applausi e grandi emozioni per Nina Scarabattola con Marina Suma

Eduardo [email protected]

Page 15: il domenicale di casoria
Page 16: il domenicale di casoria

16

Domenica 4 novembre 2012

Mercoledì 3 OTTOBRE: Gino saluta la moglie, bacia i suoi due figli ed esce di casa raggiungendo a piedi il pullman che per ben 22 ore sarà la sua casa. Ventidue ore; quanto basta per raggiungere il Phi-lips Stadium a Eindhoven, in Olanda, la-sciando alle spalle l’Italia, l’Austria , la Germania. Gino non è solo con lui ci sono almeno 250 persone divise su più pullman ed ognuna di loro ha una storia, una vita ,un lavoro ed una famiglia che puntualmente scelgono di salutare per poter portare avanti la loro gran-de passione, la fede verso la maglia azzurra. Dopo ore passate tra scher-zi e partite di carte, bagnate da fiumi di alcool ed altro ancora, finalmente Gino arriva a destinazione e comin-ciano i cori. Mancano 3 ore alla par-tita ma fa freddo, un freddo a cui le anime calde dei supporter azzurri non sono abituati perciò è meglio saltare e cantare creando un unico gruppo compatto. Lentamente lo stormo di tifosi entra nello stadio e dopo poco comincia la partita, purtroppo! Sì purtroppo per-ché la partita è un incubo, una disdetta o uno scherzo giocato ai tifosi azzurri dal Napoli B, squadra inconsistente ed ina-

deguata, proprio come la società che an-che quest’anno è stata incapace di creare una rosa fatta di 22 calciatori, con la C maiuscola e non giocatori prossimi alla pensione o giovani dal talento sconosciu-to. Al 18’ il Napoli è già sotto ma merita ampiamente di subire ancora ed infatti al 40’ il PSV raddoppia. A fine primo tempo Mazzarri chiama in campo Cavani, Zuni-

ga e poi Pandev ma non cambierà niente. Anzi il Napoli va ancora una volta sotto. La partita finisce 3-0; Gino e gli altri sono arrabbiati ed il loro viaggio di ritorno sarà ancora peggio dell’andata ma sarà anche l’occasione per meditare e pensare a quan-

to la società non abbia fatto per rispettare i suoi tifosi. Gino e gli altri dopo la lunga trasferta decidono di volere un incontro con la Società e spiegare loro i sacrifici che fanno per seguire la squadra. Dell’in-contro non si sa granché purtroppo ma le risposte della società non credo siano sta-te di stimolo per i tifosi, quelli dei gruppi organizzati, che infatti hanno disertato la

trasferta a Dnipropetrovsk, in Ucrai-na per evitare di non essere rispettati di nuovo come successo in Olanda. Proprio così sarebbe accaduto; pec-cato però che alla Dnipro Arena c’e-rano almeno un centinaio di tifosi che a fine partita hanno addirittura ri-fiutato le maglie dei giocatori: gesto eclatante ma emblematico della man-canza di rispetto che la società ha avuto nei confronti di tutti i suoi tifo-si, nei confronti dell’Italia per quanto concerne i punteggi Uefa, ma soprat-tutto nei confronti della maglia! Al

di là del fair play finanziario, dell’imma-gine, del marketing e degli incassi è ora che il club capeggiato da De Laurentiis cominci ad interessarsi di più ai suoi ti-fosi, unica ragione per cui tutto ciò esi-ste, perciò: RESPECT FOR THE FAN!!!

R U B R I C A

Valerio [email protected] RESPECT FOR THE FAN

A Spasso nel calcio

Page 17: il domenicale di casoria

17

Domenica 4 novembre 2012

Pasquale [email protected]

N A P O L I

Bergamo stregata nella notte di Halloween, la festa di nazionalità americana, che da qualche anno imperversa anche alle nostre latitudini. Campo storicamente ostico, Bergamo anche quest’anno non ci porta bene. Partita strana. Primo quarto d’ora di studio, poi è il Napoli con Insigne ad andare vicino al gol del vantaggio: strepitoso Consigli, portiere dell’Atalanta, sul quale un pensierino, per la prossima stagione, andrebbe fatto. L’Atalanta è ben messa in campo e, scampato il pericolo, dopo 4 minuti si porta in vantaggio: cross dalla “trequarti”, l’ex Denis fa una sponda con il ginocchio, e Carmona inventa un gol da cineteca. Insomma il solito discreto giocatorino, peraltro al rientro dopo un infortunio, che vede azzurro e scopre di avere potenzialità inespresse. Il primo tempo scivola via sostanzialmente senza tanti altri sussulti. Senza il Matador, anche stasera indisponibile, l’attacco formato da Pandev e Insigne appare poco pericoloso, e la “maschia” e arcigna difesa nerazzurra ha vita facile. Nella ripresa il Napoli parte meglio:è ancora Insigne a rendersi pericoloso, ma la sua conclusione finisce a lato. La più nitida palla gol azzurra la costruisce Marek, ma Consigli è bravo a ipnotizzare anche il nostro campione slovacco. Il Napoli gioca molto per vie centrali, e crea le occasioni migliori non appena riesce, con Marek in primis, a velocizzare le trame di gioco. Il forcing partenopeo è totale. Entrano Dzemaili, Mesto e nei minuti finali anche Vargas:

tutto inutile. Le occasioni da rete capitano tutte sulla testa di Maggio: l’ultima al 93°, quando l’esterno della Nazionale fa la barba al palo. In precedenza qualche tentativo dalla distanza, per cercare di superare la granitica difesa orobica. Seconda sconfitta stagionale, pesantissima a maggior ragione se si considerano le vittorie della Juve, che vola a più 6, e dell’Inter, che ci scavalca e vola in seconda posizione. Una notte nella quale, con un pizzico di fortuna, il

risultato poteva essere diverso. Oltre alla sfortuna, ha inciso anche una rosa che stasera ha dato ancora prova di essere poco omogenea. Di primissimo livello in alcuni dei titolarissimi, scadente nelle “seconde linee”. La stessa mancanza di una vera prima punta, che possa sostituire il nostro Matador, è un handicap troppo grande, per una squadra ambiziosa. Insigne continua a mostrare tutta la sua inesperienza, e appare troppo leggero, a volte anche lento e prevedibile. Le premesse ci sono tutte;

ma va a sprazzi, un po’ come il Napoli in questa serata da tregenda. Non me la sento di “condannare” il Napoli. Bergamo è un campo “infame”, e la prestazione non è stata completamente da buttare. Di certo, la sconfitta e la consapevolezza dei soliti, ormai cronici problemi di rosa, rappresentano un segnale di parziale ridimensionamento, e soprattutto un campanello d’allarme da non sottovalutare. Stasera trionferanno i tanti che, orgogliosi e fieri, petto all’infuori, rivendicheranno i loro “l’avevo detto io”... E pensare che potevamo star qui a parlare di due vittorie in 3 giorni. Prima di questa sfortunata e buia prestazione in piena Padania, infatti, domenica sera si erano raccolti tre punti contro un’altra nostra “storica” bestia nera: il Chievo Verona. Una partita, quella di domenica, dominata dal nostro Napoli, con almeno tre nitide palle gol sprecate nei primi 45 minuti di gioco. Nella ripresa, sua maestà Marek trovava la rete del meritato vantaggio azzurro. Tre giorni dopo, il solito, maledetto e poco felice turno infrasettimanale a rovinarci la festività dei Santi e dei morti. Rammarico e delusione devono però lasciare subito il posto al desiderio di riscatto e alla rabbia: la dea bendata tornerà a trovarci e a sorriderci. E se alla fortuna si affiancherà un mercato di gennaio (il pensiero corre già a quel mese…) finalmente “intelligente” e “mirato”, i soloni e i maestri dell’”avevo detto io” magari verranno zittiti, e forse gioiranno...

NOTTE STREGATA A BERGAMO

Page 18: il domenicale di casoria

18

Domenica 4 novembre 2012

2151_OTTICA CECERE 220x120 VXS.indd 1 04/10/12 10.37

Amalia [email protected]

N A P O L I

30 ottobre, una data difficile da dimen-ticare per chiunque abbia amato i colori azzurri. A Napoli, questo giorno é impor-tante quanto una festa nazionale, se non di più. 52 anni fa, infatti, nella lontana Argentina nasceva un piccolo “scugniz-zo”, destinato a diventare un re, il re di Napoli e del calcio. Diego Arman-do Maradona, un nome che ha scrit-to la storia e che i napoletani porta-no inciso nel cuore e nella mente. Scrivere del “Pibe de Oro” non è così semplice, le parole non bastano e qual-siasi aggettivo ti viene in mente è in qualche modo riduttivo; io ci prove-rò, con la consapevolezza di non aver avuto l’onore di vederlo in campo, col pallone tra i piedi, e non aver provato quelle emozioni che solo lui è riuscito a dare ad un popolo intero. 52 anni vis-suti sempre sul filo del rasoio, danzan-do su quel baratro che divide il genio dalla sregolatezza. 52 anni inseguendo quella sfera, con una porta davanti e la folle consapevolezza di essere un campione. Sono quattro le squadre che hanno segnato il destino di Diego: la squadra della sua scoperta, l’Argentinos Juniors dove gli osservatori si sono ac-corti per la prima volta di questo straordi-nario fenomeno, bassino per la sua età, a tal punto che l’allenatore pensò che fosse un nano. Poi il passaggio al Boca Juniors, la squadra del cuore del padre dove però

trovò un ambiente ostile e una dirigenza che non riuscì ad impedire che passasse al Barcellona per una cifra stratosferica pari a dodici miliardi di lire. E infine c’è il Napoli dove arrivò nel tripudio genera-le della folla che pagò la cifra simbolica

di mille lire per vederlo fare due palleg-gi e due tiri in porta. Tanto bastò per far scoppiare un amore mai finito: 7 stagioni, 2 scudetti vinti e “lo sfizio” della Coppa Uefa. Era il luglio del 1984 quando Diego arriva a Napoli ed io ancora non esistevo. Pochi anni dopo arrivano i due scudetti,

uno appena prima della mia nascita, esat-tamente nella stagione ‘86-’87, con Otta-vio Bianchi in panchina e Diego protago-nista unico di un’impresa assolutamente inaspettata per i tifosi azzurri, abituati a essere tutt’al più una squadra di metà

classifica; e l’altro subito dopo, quan-do avevo solo un anno, nell’’89-’90, stavolta sedeva in panchina Albertino Bigon, padre dell’attuale ds azzurro, Riccardo. Praticamente i miei ricordi sono nulli, se non legati a storie narrate e video che riprendono quelle immagi-ni impresse nella storia del calcio mo-derno. Maradona era un personaggio strambo: la sua vita è stata quella di un campione senza paragoni in campo, ma fuori è stato tutto molto diverso, non è stato un campione anche nella vita purtroppo, e questa è stata la sua rovina. La droga, i problemi di peso e l’alcool, oltre alle controversie con la criminalità organizzata e anche quelle in famiglia, sono alcune delle piaghe che ha dovuto affrontare. Del resto, si sa, genio e follia vanno di pari passo! Nonostante tutto, lui è lì, nel cuore di

ogni napoletano, di ogni tifoso, di ogni appassionato di calcio. LUI E’ IL CAL-CIO! Ed io cosa darei per aver dieci o quindici anni in più oggi, per poter dire di averti visto in campo, con quei riccioli neri, danzare con la palla tra i piedi così come nessuno mai! Auguri campione!

“LA CLASSE NON E’ ACQUA”… AUGURI D10S!

Page 19: il domenicale di casoria

19

Domenica 4 novembre 2012

Page 20: il domenicale di casoria
Page 21: il domenicale di casoria

21

Domenica 4 novembre 2012

Cari lettori in questo articolo proporrò note informative per sensibilizzare la vo-stra attenzione sulla vaccinazione di ani-mali da compagnia, non convenzionali che negli ultimi anni oramai sono presenti in molte case, vista la moda del momento e la facilità con cui oggi si possano trova-re sul mercato a prezzi accessibilis-simi. Quindi per chi ormai è stan-co di sentire parlare solo di cani e gatti, o semplicemente è più inte-ressato a queste nuove tendenze au-guro una buona lettura.Coniglio Il coniglio appartenente al genere dei Lagomorfi è vaccinato per la Mixo-matosi e per la Malattia emorragica virale(MEV),e da sindromi respira-torie sostenute da Pausterella mul-tocida e Bordetella bronchiosepti-ca. La profilassi più importante è sicuramente quella contro la mixo-matosi, che è una malattia endemi-ca, altamente contagiosa favorita infatti da alcuni vettori biologici quali zanzare e spesso ad esito letale. Il vaccino viene somministrato di solito dopo le 4 settima-ne di vita succeduto da altre 2 sommini-strazioni a distanza di 4 e 8 mesi. Nel caso della MEV non è dimostrato il contagio attraverso vettori e questo fà si che la maggior parte degli animali tenuti in casa non sia vaccinata per questa patologia, anche qui il piano vaccinale è costituito da una prima vaccinazione dopo le 4 setti-mane, e 2 richiami annuali ogni 6 mesi. È

possibile inoltre una contemporanea vac-cinazione per mixomatosi e MEV purchè in siti di inoculo diversi. Roditori. Intendo per roditori criceto, gerbillo, topo, ratto, cane della prateria, cavia, cincillà, degu non sono previste vaccinazioni cosi come per il riccio europeo, africano e il petau-

ro dello zucchero. Carnivori-mustelidi Il furetto è altamente recettivo nei confronti del cimurro, che a differenza del cane è quasi sempre mortale, ecco perchè è quasi doveroso vaccinarlo contro questa malat-tia.Il furetto è recettivo anche per la lepto-spirosi, ma non per la panleucopenia vira-le del gatto, così come della gastroenterite virale del cane.Carnivori-procionidi. Il procione non è più detenibile come ani-male da compagnia tuttavia ricordo l’op-portunità di vaccinarlo contro cimurro, epatite virale del cane, della leptospirosi

e della panleucopenia felina. Maialino nano o vietnamita è possibile per questo suide apportare una profilassi vaccinale abbastanza articolata, analogamente ai suoi cugini degli allevamenti da reddito è possibile vaccinarlo contro il Mal Rossino,Parvovirosi,Leptospirosi, Colibacillosi,

Rinite atrofica, Malattia diAujesky Profilassi antirabbica dal punto di vista della profilassi sanitaria nei confronti degli animali esotici non ha particolare valore.A motivo del-la gestione domestica a cui sono sottoposti,è alquanto improbabile che questi animali possano venire in contatto con animali potenzial-mente contagianti. Di contro qual-siasi animale a sangue caldo che sia ritenuto “MORSICATORE” deve secondo legge di polizia veterinaria essere sottoposto a controlli per la

rabbia, quindi si consiglia in caso di mor-sicatura di rivolgersi al servizio ASL com-petente del territorio, la tendenza comune è quella di sottoporre a vaccinazione pre-ventiva i carnivori e i maialini nani(che al contrario di quanto si creda hanno molari con cuspidi che possono creare lesioni) e di non vaccinare lagomorfi(conigli) ro-ditori e insettivori. Spero di essere stato abbastanza chiaro su questi “pets” che or-mai si sostituiscono sempre di più a cani e gatti ma di cui spesso si sa ben poco.

Animali e uomo: Profilassi vaccinale dei mammiferi esotici

R U B R I C A

Ciro [email protected]

Page 22: il domenicale di casoria

22

Domenica 4 novembre 2012

La storia del bimbo di Cittadella (Pado-va) ha ormai fatto il giro del mondo sca-tenando una serie di polemiche. Molti sono stati i quesiti posti e molti sono stati i pareri espressi dagli esperti. Certo è, che resterà per sempre impresso nella memo-ria di Leonardo, dei suoi compagni e di tanti bambini che hanno visto quel video, quel giorno in cui, tre persone sono en-trate in classe e li hanno costretti ad usci-re dall’aula lasciando solo il compagno a combattere la sua battaglia persa in par-tenza. Si perché di fronte al potere ed al maltrattamento di un adulto il bambino solo, ha poche probabilità di scampo. La gravità di un così drammatico atto di vio-lenza, inflitto dal mondo degli adulti alla vita di un bambino -Leonardo ed i suoi compagni- è causa di disturbi psicologici che necessitano di lunghi ed accurati in-terventi specialistici. Essere prelevati con la forza da un luogo come la scuola, rite-nuto da sempre un luogo sicuro, dove ci sono persone delle quali è giusto fidarsi, genera nel bambino la certezza della per-dita inesorabile di un punto di riferimento fondamentale, quale possono essere gli insegnanti. La scuola da amica mostra il suo volto cattivo o peggio, il suo vol-to muto e complice di un potere che non legge e non vede ciò che in quel momento sente un bambino. La polizia, le istituzio-ni, i “grandi” tutti, come nelle brutte fiabe si trasformano in mostri dai quali bisogna

difendersi. Questo è quello che si è acce-so in molte fantasie di quei tanti bambini che si sono imbattuti nelle immagini man-date in onda dalle tv ed internet. Il caso di Leonardo non è un caso isolato, infatti nelle cause di separazione, i prelevamenti forzati dei minori contesi sono molto più diffusi di quello che si pensa: l’uso del-la forza viene spesso preferito all’ascolto delle problematiche o ansie dei bambini.

In un mondo adultocentrico, il bambino resta comunque un oggetto da poter re-settare o proteggere e in entrambi i casi, rimane senza un mondo interiore proprio ed un mondo esteriore accudente e di rife-rimento. Il bambino senza storia che vive in un non-luogo è lo stesso al quale, viene fatto credere di esser parte di una società che ha cura dei suoi diritti. La separazio-ne coniugale spesso è anche separazione

genitoriale, ciò vuol dire che i figli subi-scono una percezione oscillante tra l’esse-re sospesi e l’essere desolati in una realtà governata da adulti instabili ed inquieti. Ancora oggi, a molti non è chiaro che non è la separazione in sé che genera rischi per i figli bensì l’esposizione al prolungato ed elevato conflitto genitoriale. Nonostante i proclami dei giudici o delle carte interna-zionali e gli appelli accorati dei genitori, i bambini, come pacchi regalo, circolano tra “casa di mamma” e “casa di papà”, svilendo l’importanza di uno spazio fisico proprio per una sana crescita psicologica. Il bambino è un “non luogo”, una parola vuota di una sentenza legale. Quello che si osserva in separazioni altamente con-flittuali è una maggiore incidenza di dif-ficoltà psicologiche, sociali e scolastiche. Frequentemente i figli di “genitori alla deriva”, mostrano cambiamenti nel qua-dro comportamentale ed emozionale, ac-centuando aggressività, paura, tristezza e vergogna. Il bambino si fa carico dell’in-tensità emotiva manifestandola a livello psicomotorio ad esempio con irrequietez-za, incubi, disturbi del sonno ed inappe-tenza. I sintomi sono sempre e comunque un campanello d’allarme che dovrebbero far riflettere tutti, essi offrono l’opportu-nità all’adulto di intervenire in maniera adeguata in qualcosa di cui il bambino è solo, ancora una volta, una vittima.

Genitori alla deriva: Storie di ordinarie separazioni

R U B R I C A

Pina Savorra [email protected]

Page 23: il domenicale di casoria

23

Domenica 4 novembre 2012

E poi non si dica che il Coniglio Comunale di NonCiRestaChePiangere non è generoso, con se stesso ovviamente. Ad appena cinque mesi dalla modifica al regolamento consiliare approvata su forte pressione del Partito dei Decelebrati, l’onesta maggioranza che governa la città decide di tornare sui suoi passi per riportare un po’ di equità all’interno del consesso civico. I tanti consiglieri bisognosi con le loro enormi fauci spalancate chiedevano al probo ComandoSempreIo di provvedere al loro sostentamento. Ma andiamo con ordine: ormai in un consiglio che si perde nella notte dei tempi con molti mal di pancia e parecchi distinguo veniva approvato il nuovo regolamento il quale tra le altre cose prevedeva una riduzione dei membri delle commissioni che dagli 11 previsti passavano a 5 massimo 7 ed un accorpamento delle stesse che si riducevano dalle precedenti 7 a 5. Questo oltre a comportare una diminuzione di spesa per l’ente garantiva celerità e speditezza dei lavori. Ma ovviamente per coloro che del ruolo di consiglieri ne fanno un mestiere ciò non poteva andar bene, ed in ossequio ad un non ben specificato

diritto democratico hanno chiesto a gran voce una nuova modifica regolamentare che aumentasse il numero di consiglieri presenti in commissione a 14. Ovviamente il saggio ComandoSempreIo convinto dell’indignazione popolare che una tale

manovra avrebbe scatenato non si è nemmeno presentato in aula. Nel solco dell’insegnamento dei migliori Fiorito d’Italia i lesti consiglieri spavaldi e tronfi hanno deciso di tirare dritto e sfidare tutti i pregiudizi avendo la maggioranza per farlo. Il Consiglio si apre però in un surreale silenzio dove nessun membro

della maggioranza ha il coraggio di difendere la propria proposta, gli animi si iniziano a surriscaldare quando qualcuno facendo i conti della lavandaia snocciola una serie di dati allarmanti. Spesa per la politica più che raddoppiata, bel colpo!

Ma il dato più scioccante sono i permessi retribuiti che scandalizzano un po’ tutti. Il consigliere ManoLunga capo gruppo dell’Alleanza Per l’Imbroglio in meno di tre mesi ottiene come permessi da lavoro retribuiti la bellezza di 5.200€. Colto con le mani nel sacco, goffamente si difende dicendo che quelle somme gli sono dovute, che il suo lavoro è stato ineccepibile, che la legge lo consente. Veramente incontestabile, vallo tu però a spiegare a quanti da più di tre anni non percepiscono nemmeno lo stipendio. Con un colpo da maestro si cancella una riforma che aveva almeno

dato un’illusione di ridimensionamento dei costi della politica. Passato il capo l’aula si svuota ed i consiglieri vengono lasciati tristemente soli alle loro sterili chiacchiere. Un altro furto è stato perpetrato ai danni dei cittadini ma la popolazione è troppo stremata persino per indignarsi e protestare. Bravi tutti…

Più gettoni per tutti...R U B R I C A

CattiviK

Page 24: il domenicale di casoria