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www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIO Sport & Spettacolo domenica 14 febbraio 2016 anno 6 numero 8 Milan Genoa 30 ANNI E NON SENTIRLI CONTINUIT BASTA BATTUTE D’ARRESTO ORA TOCCA A TE

N 8 2016 milan genoaweb

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www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIOSport & Spettacolodomenica 14 febbraio 2016 anno 6 numero 8

Milan

Genoa

30 anni enon sentirli

ContinUitàBasta BattUte D’arresto

ORATOCCAA TE

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domenica 14 febbraio 2016 www.stadio5.it2

MILAN

Arbitro: Gianpaolo Calvarese di Teramo

M i l a n Genoa

Allenatore A

llena

tore

GENOADonnarumma

Abate , Alex, Romagnoli, Antonelli;Honda, Montolivo, Bertolacci, Bonaventura;

Bacca, Luiz Adriano (Balotelli)

PerinMunoz, Burdisso, Izzo;

Lexalt, Rigoni, Dzemaili, Gabriel Silva;Tachtsidis;

Suso, Matavz (Cerci)

(4-4-2) (3-4-1-2)

Sandro Mazzola

STADIO MEAZZA ORE 12.30

SinisaMihajlovic

Gian PieroGasperini

Il campionato ha stabilito che anche quest’anno le milane-

si dovranno lottare, eccome, per un posto al sole. Un posto in prima fila l’Inter l’ha anche avuto, ma è stato un momen-to di eventi ben circostanziati, come la grande prima parte giocata da Handanovic, che ha dato una sicurezza in difesa che non capitava dal 2010, e il cinismo che sembrava la vera peculiarità di questa squadra. Il Milan, invece, sta facendo il contrario. Mihajlovic ci ha messo un po’ di tempo per dare un cliché ben preciso alla sua squadra, e pare ci sia riusci-to, seppur la continuità non sembra ancora sorridere. Sarà questione di tempo. Il matinèe di domenica vede i rossoneri confrontarsi contro il Genoa, che solo un paio di partite fa mise paura alla Juventus. E’ una partita interessante, che il Milan deve vincere, per poter proseguire il sogno chiamato “Champions”. A dire la verità, la Roma sembra la vera favo-rita nella corsa a quattro ma, intanto, la vittoria aiuterà a mettere pressione agli avversa-ri. L’Inter nel posticipo serale incontrerà la Fiorentina, un match che potrebbe rimettere in gioco le gerarchie. I neraz-zurri, in caduta libera, non possono commettere più passi falsi. Pareggiare con l’ultima in classifica (in rimonta, per giunta) sono punti persi che potrebbero risultare decisivi nel rush finale. Un pareggio, quello del Bentegodi, che non è passato inosservato: Mancini e i suoi uomini hanno raggiunto un punto di saturazione nervo-sa pericolosa, che solo un risul-tato positivo potrebbe aiutarla a ridursi. Il livello psicologico dei nerazzurri è ai minimi sto-rici; passare dal primo posto al quarto in un mese, non è facile da digerire. Se il Milan vincerà e l’Inter perderà, i punti tra le due compagini si ridurrebbe-ro a un paio, con i rossoneri, però, che avrebbero l’inerzia maggiore, per il ciclo di risul-tati positivi e, soprattutto, per-ché chi è in rimonta di solito è avvantaggiato. Milan-Genoa e Fiorentina-Inter, dunque, rap-presentano la prima tappa che deciderà le sorti europee delle due squadre milanesi. Che, comunque sia, torneranno en-trambe ad abbracciare l’Eu-ropa dopo un anno sabbatico. Outsider permettendo.

Parolaal

Siamo alle solite. Dopo il rocambolesco 3-3 con il Verona, non so più cosa

dire. Se guardiamo la tabel-la di marcia degli ultimi due mesi, l’Inter ha una media da retrocessione. Non ha vinto una sola partita ed ha incas-sato una valanga di gol, ultimi della serie quelli del Bentego-di di domenica scorsa. Juventus e Napoli sono scap-pate e adesso alla squadra di Mancini non resta che giocare per il terzo posto, che sarebbe il massimo se non avessimo a nostro fianco Fiorentina e Roma, senza contare il Milan, che oggi a san Siro con il Ge-noa dovrebbe portarsi a casa

Inter, basta scherzii tre punti. I cugini, momen-taneamente, si porterebbero a soli due punti dall’Inter. Con-seguenza stasera a Firenze con la squadra viola, l’Inter non dovrà sicuramente usci-re a mani vuote dallo scontro, che potrebbe determinare il futuro di Icardi e compagni. Una situazione, quella attua-

indipendentemente dal risul-tato di ieri sera.Sarà interessante, questo po-meriggio, vedere la reazione della Sampdoria, reduce dalla sconfitta all’Olimpico con la Roma, contro l’Atalanta a Ma-rassi, mentre sarà sicuramen-te una partita spettacolare quella del Friuli, tra Udinese e Bologna. Stesso discorso vale per il Palermo che riceverà alla Favorita un Torino arrab-biato, con Ventura contestato, per la sconfitta casalinga con il Chievo.Facciamo le corna, questa volta, e speriamo in un risul-tato positivo per i tifosi con il cuore granata.

le dei nerazzurri, che prima di Natale nessuno avrebbe immaginato, guardando la classifica in quel momento. La sfida con la Fiorentina è molto importante e potrebbe segnare una svolta. Abbiamo bisogno dei gol di Eder e di Icardi, ma soprattutto, di veri-ficare gli svarioni difensivi vi-

sti con il Verona, facendo un piccolo esame di coscienza, cominciando da Handanovic. Il portiere sloveno parecchie volte ha salvato la situazione, però sette giorni fa è stato un disastro.Per quanto riguarda il cam-pionato, la lotta è ormai ri-stretta a Juventus e Napoli,

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3domenica 14 febbraio 2016 www.stadio5.it

la partita

*

*

Luigi Rubino

Severa Bisceglia

*

s. valentino si festeggia solo Con i 3 pUnti

Cerci e Suso hanno il dente avvelenato

Occhio agli ex

Carlos Bacca

1 partita in piùcla

ssif

ica

ma

rcatori

LA C

LASS

IFIC

A

46 30

22

57 36

27 15

12

45

24

47

25

40

28

56

2631

35

24

28

34

19

1013

Éder Citadin MartinsGonzalo Higuain Josip IlicicPaulo Dybala

Riprendere la marcia, pi-giando veloce il piede sull’acceleratore per av-

vicinarsi al terzo posto che vale la Champions o quantomeno garantirsi un posto in Europa League, è l’obiettivo primario del Milan che nel lunch match

Milan, CoMe priMa più Di priMadomenicale affronta il Genoa. Contro i grifoni, la troupe di Mihajlovic deve quindi assolu-tamente vincere. Determinante sarà, a questo punto, non tanto l’apporto degli attaccanti Niang o Bacca, i quali con i loro gol hanno finora garantito punti im-portanti alla squadra, ma quello dei centrocampisti. Honda ha ripreso a sfrecciare sulla fascia e questo è un buon segnale, ma soprattutto sarà fondamentale trovare equilibrio ed incisività a centrocampo. Ecco quindi che può diventare determinante l’ap-

porto di Jack Bonaventura che, praticamente guarito dall’infor-tunio all’anca, dovrebbe essere schierato dall’inizio dal tecnico rossonero, anche per aiutare gli attaccanti in fase di realizzazio-ne. Non è un caso che quando l’ex atalantino non è sceso in campo, il Milan non ha mai vinto. Il Ge-noa arriva a Milano con la chiara intenzione di non prendere. Il suo attacco segna con il conta-gocce, ma la sua difesa fa ben sperare. Nelle ultime cinque gare disputate, i grifoni hanno subito soltanto due gol da Verona e Ju-

24 punti in sedici partite. Ga-sperini, inoltre, dovrà trovare un soluzione nuova a centrocampo. Rincon, giocatore di sostanza, è squalificato. Sull’out destro non ci sarà Ansaldi, anche lui infor-tunato. Per fortuna dei genoani c’è Laxalt, quando gioca contro i rossoneri sembra che si tra-sformi. Dei quattro gol realiz-

pionato, desiderosi come non mai di fare uno sgambetto alla loro ex squadra e soprattutto a Mihajlovic. Tra i grifoni proba-bile anche l’impiego di Matavz come trequartista.

Contro il Genoa conta solo la vittoria

ventus. Gasperini comunque sa benissimo che non sempre le di-fese possono reggere. Pavoletti a San Siro non ci sarà per problemi muscolari. L’assenza, 40 giorni di stop, è di quelle pesanti perché il

ragazzo livornese, con i suoi 10 gol, ha dimostrato tutte le gran-di qualità, scardinando, quasi a ripetizione, i bunker avversari. Con lui in campo il Genoa ha infatti conquistato la bellezza di

zate in serie A, due li ha segnati proprio al Milan. Non è escluso, che Gasp contro il Milan presen-ti in attacco gli ex Cerci e Suso, quest’ultimo autore già di due gol con i grifoni in questo cam-

la partitaparliamone

Trent’anni di gestione Ber-lusconi, compiuti mer-

coledì scorso, 715 milioni spesi che hanno ripagato il presidente rossonero con tan-te soddisfazioni, per la preci-sione 28, come i il numero di trofei vinti dal Milan nella sua gestione. Oggi il Diavolo non è sul tetto del mondo come negli anni d’oro, ma ce la sta mettendo tutta, almeno con Sinisa Mihajlovi, per seminare bene in vista di un buon rac-colto nei prossimi 2-3 anni. In attesa dei tanti arrivi ipotizzati per fine stagione,uno su tutti il gioiellino dell’Ajax Anwa El Ghazi, cerchiamo di acconten-tarci di quanto a disposizione del tecnico serbo oggi. Alle 12.30 al Meazza sarà di scena Milan-Genoa, non una parti-tissima, ma molto importante per entrambe le formazioni intenzionate a non rallentare e

migliorare la striscia di risultati positi. Attenzione, prima di tut-to, ai due ex freschi di mercato uscente, Alessio Cerci e Suso. I due ex rossoneri hanno lascia-to la piazza milanese con non poco amaro in bocca. La voglia di riscatto sarà tanta. Il Milan, peccato per il pareggio casalingo di domenica scorsa contro l’U-dinese, ha bisogno di riprende-re la corsa alla zona calda della classifica e dimostrare di non essere un gambero. Il mercato rossonero ha messo sul piatto di Sinisa ben poco, unico arrivo Kevin Prince Boateng, che non sembra in forma smagliante, e continua, così, a dimostrarsi sempre più debole sulle fasce, soprattutto dopo la partenza di Cerci, Suso. Quando perni ina-

movibili come Bonaventura e Kucka sono out, e quando Niang non pare in gran forma, il Milan piange per carenza di giocatori. Quest’oggi l’unica certezza sulla corsia esterna è Keisuke Hon-da, tornato a cavalcare come ai bei tempi. Giacomo Bonaven-tura sembra aver recuperato ma Mihajlovic potrebbe non voler rischiare buttando nella mischia troppo presto l’unico giocatore che muove la palla, non a caso il Milan, in assenza dell’ex atalanti-no, non ha mai vinto una partita. Palcoscenico importante, quello di oggi, per Mario Balotelli che dovrà dimostrare di meritare la maglia da titolare e non far rim-

piangere Luiz Adriano, in forse per problemi fisici, e soprattutto Niang, alle prese con problemi muscolari rimediati domenica scorsa contro l’Udinese. Fuori ancora Diego Lopez e e Rodri-go Ely, in forse anche Philippe

Mexes. Se M’Baye Niang non recupera, per Super Mario, in coppia con Carlos Bacca, contro il Genoa si presenta una gran-de opportunità e dimostrare, finalmente, a Sinisa Mihajlovic che può contare anche su di lui.

Particolare curioso, Balotelli ha giocato la sua ultima partita da titolare in questa stagione pro-prio contro il Genoa a Marassi. Con il Genoa ha chiuso e sempre con il Grifone potrebbe riaprire i giochi. Momento delicato per il tecnico serbo che dovrà studiare chirurgicamente la formazione da mandare in campo. Sembra

confermato il 4-4-2 con Ignazio Abate, Alex, Alessio Romagnoli e Luca Antonelli a protezione di Gianluigi Donnarumma. A cen-trocampo sulle fasce correrà Kei-suke Honda a destra e Giacomo Bonaventura a sinistra. La regia

sarà affidata a Riccardo Mon-tolivo e Andrea Bertolacci. In attacco, invece, l’unica presenza certa è quella di Carlos Bacca, al suo fianco è ancora aperto il ballottaggio tra Balotelli e Adriano. Gasperini, da canto suo, schiererà il classico 3-4-1-2 con altrettante difficoltà. Out Rincon, per squalifica, Cristian

Ansaldi e Leonardo Pavoletti per infortunio. In ballottaggio Tachtsidis e Ntcham per un po-sto da trequartista, e Suso, Ales-sio Cerci e Tim Matavz per due maglie nel reparto offensivo.

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***

12

Mauro Icardi

10

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Suso

Bertolacci

AlessioCerciAlessio Cerci, fresco fresco di mercato. Al Mi-

lan in prestito dal 5 gennaio 2015, arrivato d’inverno ed è ripartito col freddo, doveva resta-re fino al 1° luglio 2016. Ma il matrimonio con la grande famiglia rossonero non è mai stato fe-lice. Incompreso o poco incline agli adattamenti dell’ultima ora, resta il dato di fatto che l’attac-cante di Velletri a Milanello non si è mai sentito a casa. Ora il prestito, semestrale, è passato, sempre con il consenso dell’Atletico Madrid, al Genoa dove troverà sicuramente maggiore fortuna. L’ul-timo anno calcistico dell’ex rossonero è stato par-ticolarmente movimentato. Dopo solo sei mesi in Spagna, dove lui stesso ha ammesso l’errore di

Tra i tanti calciatori che hanno indossato entrambe le maglie, come Antonio Nocerino (al Genoa 2004-2005 e al Milan 2011-2014 e ancora in forza al Dia-

volo dal 2015) e Antonio Donnarumma, fratello maggiore del portiere rossonero Gianluigi, preferiamo dare risalto agli ultimi trasferimenti, o quasi.

Jesús Joaquín Fernández Sáez de la Torre, per fortuna conosciuto semplicemente

come Suso, è al Genoa grazie all’ultima finestra di mercato dello scorso mese. Al Milan dal 17 gennaio 2015 con cui firma un contratto fino al 30 giugno 2019. Esor-disce con una sconfitta nella partita di Coppa Italia, 27 gennaio, persa contro la Lazio. L’esordio in Serie A, invece, arriva il 4 aprile, entrato in sostituzione di Ales-sio Cerci, nella partita contro il Palermo vinta per 2-1. Il 4 gennaio scorso passa in prestito secco al Genoa ed il giorno dopo è già in campo con la sua nuova squadra nell’importantissima sfida contro la Sam-pdoria. Il derby della Lanterna è andato ai dominai, ma il Grifone ce l’ha messa tutta per rimontare lo svantaggio, 3-2 il risulta-to finale. Il 17 gennaio successivo trova il primo gol nella vittoria per 4-0 contro il Palermo.

Andrea Bertolacci, classe ’91, proviene dalle giovanili giallorosse e, dopo una parentesi di due anni al Lecce,

rinnova il suo contratto con la Roma nel 2012 da profes-sionista. Il 19 luglio dello stesso anno passa in comparte-cipazione al Genoa dove si mette in luce. Il debutto con i rossoblu è alla terza giornata di campionato contro la Juven-tus, il primo gol con i Grifoni arriva ’11 novembre contro il Napoli, gara persa 4-2 per i partenopei. Nel 2013 viene rinnovata la comproprietà tra Genoa e Roma. Con il Genoa, 2012-2015, segnerà 12 reti in 88 gare disputate. Il 23 giugno

dello scorso anno la Roma riscatta la seconda metà del suo cartellino per 8,5 milioni per poi passare, solo sei gior-ni dopo, a titolo definitivo al Milan per 20 milioni di euro firmando un contratto fino al 30 giugno 2019. Con la squadra rossonera esordisce il 17 agosto nella partita di Coppa Italia vinta per 2-0 al

una simile scelta, ha fatto ritorno in Italia convinto di trovare posto al Milan (1 rete in 29 presenze), ma dopo solo 1 anno, il 21 genna-io scorso, ha rifatto le valige per accasarsi a Genova. Con il Grifo-ne sembra avere trovato una sua dimensione e fa il suo esordio due giorni dopo la firma del contrat-to nella trasferta contro il Verona (1-1 risultato finale) subentrando a Suso al 59° minuto di gioco.

Meazza contro il Perugia. La settimana successiva esordi-sce anche in Serie A nella sconfitta esterna contro la Fiorentina (2-0). Il primo gol in rossonero, ad oggi è anche l’unico, arriva il 1° novembre 2015 nella gara in trasferta vinta contro la La-zio per 1-3.

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Juraj Kucka

LucaAntonelli

Il difensore rossonero Luca Antonelli, Monza 11 febbraio 1987, è figlio d’arte, anche il padre Roberto ha indossato la maglia del

Milan. Cresciuto nelle giovanili del Monza e del Milan, dove ha indossato anche la fascia di capitano della squadra Primavera. Ha debuttato con il Milan l’8 novembre 2006 nella partita di Coppa Italia vinta per 4-2 contro il Brescia, l’esordio in Serie A sarà contro l’Udinese in trasferta (0-3). Nel gennaio del 2011 è stato ceduto in prestito al Genoa dove resterà fino al 2015 disputando 104 partite e segnando 8 reti. Il 2 febbraio 2015 fa ritorno al Milan con la for-mula del prestito con obbligo di riscatto fissato a 4,5 milito di euro con un contratto che lo legherà al Diavolo fino al 2018. Cinque giorni dopo fa il secondo esordio in rossonero contro la Juventus e firmerà anche il momentaneo pareggio, la gara finirà 3-1 per i bianconeri. Ad oggi ha disputato 28 gare in rossonero e segnato 2 reti.

Il centrocampista slovacco Juraj Kucka approda in Italia acca-sandosi al Genoa, correva l’anno 2011. La società rossoblu lo

acquistò dallo Sparta Praga per circa tre milioni di euro con un contratto di quattro anni e mezzo. Esordisce con il Grifone, già da titolare, il giorno dopo la firma del contratto nella partita persa contro l’Inter in Coppa Italia per 3-2. Sette giorni dopo arriva an-che l’esordio in Serie A nella sconfitta casalinga contro l’Udinese (2-4). Resterà in rossoblu fino al 2015 segnando 9 reti in 122 gare disputate. Il 28 agosto 2015 viene comprato dal Milan per 3 milio-ni di euro firmando un contratto quadriennale fino al 30 giugno 2019. Anche con i rossoneri debutta il giorno successivo, gara vin-ta in casa contro l’Empoli per 2-1. Il primo gol lo realizza all’Olim-pico contro la Roma (1-1). In rossonero ha segnato, ad oggi, solo la rete dell’Olimpico ed ha disputato 20 gare.

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domenica 14 febbraio 2016 www.stadio5.it6

I Cugini

Severa Bisceglia

Luigi Rubino

Manaj, più genio Che sregolatezza

In poco più di un mese, pas-sare dal primo posto in clas-sifica alla quarta posizione,

metterebbe seriamente in crisi qualsiasi squadra, ma non la pazza Inter. Oggi la situazione è alquanto incerta, in lotta per un posto in Champions con la Roma e con la Fiorentina appun-to. La viola in campo sembra più sicura e cinica dei Mancini boys. Nerazzurri ancora una volta alle prese con l’ansia nella lotta a re-stare in alto, si, domani sera, a chiusura di questa giornata di campionato che ha aperto i bat-tenti già giovedì, ci sarà proprio la sfida, ancora una volta deci-siva, Fiorentina-Inter. La posta in palio è alta. La viola vuole mantenere la terza posizione e l’Inter ha l’opportunità del sor-passo, entrambe le formazioni incalzate da una Roma che con l’arrivo di Spalletti, El Shaarawy e Perotti, ha decisamente cam-biato marcia. Torniamo alla sfida

Una vittoria qUale prova D’orgoglio, alMeno qUesto

E’ tornato ad indossare la maglia della Primave-ra non perché ha delu-

so in prima squadra, ma solo ed esclusivamente per tornare a giocare, mettere minuti nelle gambe e mostrare il suo effetti-vo valore. Rey Manaj, giovane attaccante di scorta dell’Inter di Mancini, è felice. L’obiettivo è stato centrato alla grande. Nella gara di ritorno delle semifinali di coppa Italia Primavera, il bom-ber albanese, contro la Lazio, è stato il protagonista della gara,

PersonaggioIl giovane attaccante albanese protagonista nella Coppa Italia Primavera

realizzando due reti che hanno fatto felice non solo mister Vec-chi, che ha guadagnato la doppia finale in programma il 18 marzo e l’8 aprile contro la Juventus, ma anche la sua famiglia, gli amici e Roberto Mancini che crede nel-le qualità di questo ragazzo, che sembra avere il gol nel sangue. Anche se si sente giocatore di prima squadra, una gara ecce-zionale come quella disputata contro i biancocelesti, Manaj non la dimenticherà tanto facil-mente e sicuramente da ora in

avanti servirà molto a spronarlo ancora di più tra i professionisti. Quando è arrivato in maglia ne-razzurra, il ragazzo non credeva ai suoi occhi. Fare un grande sal-to di categoria, dalla Lega Pro in serie A, passando dalla maglia della Cremonese per indossa-re addirittura e di colpo quella

Rey Manaj, protagonista contro la Lazio

dell’Inter non è stato facile. Ma-naj però subito lo ha capito. Da quando è arrivato a Milano lo scorso anno alla corte di Man-cini non solo si diverte molto, ma soprattutto ha triplicato il suo impegno in ogni partita, in-tegrandosi perfettamente con il gruppo del Mancio e partecipan-

do subito a diverse amichevoli di precampionato. Il 23 agosto 2015 Rey debutta in serie A, di-sputando alcuni minuti finali di Inter-Atalanta. Dotato di mezzi tecnici notevoli, Manaj non si perde mai di coraggio. Ribelle in alcune occasioni e la sfrontatez-za che lo caratterizza, lo ha por-

tato a creare piccoli diverbi con alcuni allenatori, come quello capitato ai tempi in cui il ragaz-zo, con gli Allievi della Sampdo-ria, fu protagonista di un rim-provero da parte dell’allenatore blucerchiato Pedone, dopo che il giovane aveva per forza voluto provare un tiro da meta campo che in un primo tentativo andò fuori e in un secondo centrò la porta. Manaj, prima di appro-dare in maglia nerazzurra, non solo è stato corteggiato da nume-rosi club di serie A, ma anche di squadre straniere tra cui Atletico Madrid e Manchester United. Ora è all’Inter. C’è da augurarsi che questi due primi gol realiz-zati in Coppa Italia, seppur con la Primavera, siano per lui solo l’inizio di una grande avventura in neroazzurro.

di domani sera che verrà i cugini impegnati al Franchi. Roberto Mancini scherza sul suo futuro in nerazzurro, ma c’è poco da stare allegri. Se l’inter perde an-che la sfida di Firenze, si apre un baratro che rischia di buttarla fuori anche dall’Europa League, altro che Champions. La sfida scudetto è ormai cosa privata tra Napoli e Juventus che ieri sera ha segnato il sorpasso bianconero, ma quella Champions vede an-

cora in corsa anche l’Inter che deve, però, smetterla di fare ca-pricci. La nota positiva sta nell’e-videnza, anche la Fiorentina, esattamente come la formazione meneghina, è partita alla grande in questo campionato, tutti ri-corderete l’alternanza fra le due al primo posto in classifica. Se la viola è inciampata una volta di troppo, l’Inter, da canto suo, non ha ancora trovato la via giusta e segnare il passo sulle squadre

che la precedono. Basterà l’as-senza tra i viola di Badelj, fuori dal 9 gennaio, a galvanizzare la squadra milanese? Paulo Sousa sta provando a scuotere i suoi modificando lo schieramento. I nuovi arrivati, Benalouane, Tino Costa, Kone, Zarate e Tello, por-tano una boccata d’ossigeno. Il tecnico viola proverà a sorpren-dere l’Inter sulle fasce schieran-do, nel 4-2-3-1, Bernardeschi più avanzato a destra e il nuovo

arrivato Tello a sinistra, con l’ar-retramento di Borja Valero che dovrebbe dare maggior qualità alla manovra. L’Inter si presenta a Firenze con le quattro pappi-ne prese a San Siro (1-4) , con le idee sempre più confuse e con 15 punti in meno, bruciati in circa due mesi, rispetto a Juventus e Napoli. La squadra nerazzurra continua a non avere né capo né coda, senza punti di riferi-mento e con tante incertezze. Roberto Mancini, nella delica-ta sfida contro la Fiorentina, ha convocato ben 23 giocatori: tre portieri (Handanovic, Carrizo, Berni), sette difensori (Miranda, Murillo, Jesus, Nagatomo, Tel-

les, Santon, D’Ambrosio), cin-que centrocampisti (Kondogbia, Medel, Gnoukouri, Zonta, Bro-zovic) e otto attaccanti (Palacio, Icardi, Eder, Jovetic, Biabiany, Ljajic, Perisic, Manaj), basteran-no? Al 4-2-3-1 di Sousa: Tataru-sanu;  Roncaglia, G. Rodriguez, Astori,  Alonso; Vecino, Borja Valero; Bernardeschi, Ilicic, Tel-lo; Kalinic, il tecnico nerazzurro risponderà con un  4-4-2: Han-danovic;  Nagatomo,  Miranda, Murillo, Telles; Biabiany, Medel, Kondogbia, Perisic; Eder, Icardi. A disp.:  Carrizo, D’Ambrosio, Juan Jesus, Santon, Brozovic, Popa, Gnoukouri, Ljajic, Palacio, Jovetic, Manaj, Correia

Mancini rischia un nuovo mal di testa

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7domenica 14 febbraio 2016 www.stadio5.it

Ignazio Abate

Ignazio Abate, alle pre-se con un problema alla

caviglia, e sotto osserva-zione per valutarne la se-rietà

Rodrigo Ely

Rodrigo Ely, a cau-sa della frattura del

quinto metatarso, è atteso in squadra per fine marzo.

Diego Lopez resta il malato rosso-nero per eccellenza. La tendino-

patia rotule che lo affligge da “sempre” non lascia ben sperare. Mihajlovic non conta di averlo a disposizione fino alla fine del campionato.

Diego Lopez

Juraj Kucka dovrebbe rientrare per fine mese.

Sta recuperando, la lesione al retto femorale è in via di guarigione.

Juraj Kucka

Anche Philippe Mexes è sotto osser-vazione. Un problema fisico che co-

stringe il tecnico rossonero a metterlo tra i sorvegliati speciali.

Philippe Mexes

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domenica 14 febbraio 2016 www.stadio5.it8

Giovanni Labanca

Vita di CLUB

Ci sono delle giornate che non si possono scordare e che ti ri-

mangono scolpite nel cuore per tutta la vita. Questa deve

derby con i cugini dell’Inter. Muoversi dall’isola dei nura-ghi non è semplice e diventa anche dispendioso, sacrifi-ci che non tutti si possono

l’amore per i propri colori, le difficoltà svaniscono in un soffio, perchè in certe occa-sioni, bisogna esserci, bisogna partecipare all’evento specia-

di essere sugli spalti di San Siro, per la partitissima d’Ita-lia, anche se ora leggermente decaduta, ma sempre derby rimane. “Il popolo rossone-ro della Sardegna, - ci dice il presidente Marco Canu -, ha il carattere forte come tutti i sardi, in genere. Prefissato l’obiettivo, fanno di tutto per raggiungerlo, come si trattas-se di un normale impegno di vita giornaliera da onorare. Ancora più valore ha avuto il nostro viaggio a Milano, se si pensa alle difficoltà che sta vi-vendo la squadra, dalla quale non ci saremmo mai aspetta-to un campionato così insi-curo e da metà classifica. Noi tifosi dobbiamo dimostrare sempre nei momenti peg-

pari ad uno scrigno con tutti i tesori che la squadra è stata capace di conquistare in tut-to il mondo. Qui, con grande soddisfazione, sono stati ac-colti da Barbara Berlusconi, che ha ringraziato di cuore i tifosi isolani, promettendo anche una politica societaria che porti fuori dalle acque limacciose il Milan di oggi. La giornata è proseguita con l’immancabile visita al centro della città, con una preghiera alla Madonnina benedicente, fino all’arrivo a San Siro, meta finale di una bella avventu-ra. Qui, prima dell’incontro, hanno incontrato lo staff dell’AIMC, Arabella Pozzato, Nuccia Malvestiti e Vincen-zo, che li hanno accolti con

presidente Dario Scotto -, che ripeteremo il prossimo anno, con la speranza di ritrovare un grande Milan, che sia in lotta per vincere lo scudetto”.

giori l’attaccamento ai colori sociali, memori anche delle belle vittorie di cui abbiamo gioito nel passato” La visita a Milano è stata intensa e spesa nel migliore dei modi. Prima tappa per i ragazzi è stata la visita a Casa Milan, un vero Tempio del tifo rossonero,

affetto, come si fa con i fratelli lontani. Una bella soddisfa-zione, che è stata gradita, an-che se la parte più bella della gita a Milano è stata la partita e la vittoria sonora contro la “nemica” di sempre. “E’ stata una giornata favolosa, - di-chiara prima di partire il vice

Stadio5 si complimenta con tutta la dirigenza del Milan Club per la magnifica condu-zione del sodalizio e si impe-gna a registrare qualsiasi at-tività che esso intraprenderà in futuro. Auguri, coraggiosi ragazzi dell’isola più bella che c’è.

essere stata la sensazione pro-vata dal Milan Club “Franco Baresi” di Sassari in occasio-ne della trasferta organizza-ta a Milano per assistere al

permettere il lusso di affron-tare e che scoraggerebbero chiunque. Certo, ce ne vuole di coraggio, ma quando alla base di tutto c’è la passione,

le. E’ proprio quello che è suc-cesso ai tifosi rossoneri che, sospinti dal ferreo presiden-te Marco Canu, hanno dato fondo alle loro risorse, pur

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9domenica 14 febbraio 2016 www.stadio5.it

Ospiti inTribuna

Giovanni Labanca

In occasione della partita gio-cata contro l’Udinese, il Milan

ha ospitato, in tribuna d’onore, i seguenti Milan Club, come av-viene da sempre e che costituisce un grande segnale di stima verso la tifoseria organizzata: Milan Club Belvedere Latisana Boso-vizza. Per il Derby, sono stati a Milano i Milan Club Rionero in Vulture, dalla provincia di Po-tenza, e Alife.

OSPITI IN TRIBUNA D’ONORE

La Lazio, intanto, torna alla vittoria seppellendo il Verona all’Olimpico con

cinque gol, mentre la Roma,in trasferta a Modena con il Carpi chiude la sfida vincendo per 3-1 una gara graziata ai giallorossi sullo 0-0 che ha visto negare un

BianConeri in testa, fiorentina, inter e roMa per Un posto ChaMpionrigore sacrosanto a favore della squadra emiliana. Oggi a mez-zogiorno a riprende le ostilità sa-ranno Milan e Genoa a San Siro, con il Grifone pronto a graffiare i rossoneri, dopo il pareggio casa-lingo con la Lazio. Dopo l’1-1 di domenica scorsa con l’Udinese, post derby con l’Inter finito 3-0, Mjhailovic è nuovamente sul-

la graticola, avendo pareggiato con i Friulani. Il tecnico serbo dovrebbe impiegare, fin dall’ini-zio, Balotelli, mentre Gasperini giocherà la carta Pavoletti, vera spina nel fianco delle difese con i suoi gol decisivi. Nel pomeriggio, a seguire, il match di San Siro, scenderanno in campo altre sei squadre: il Palermo ospiterà un

Torino dal dente avvelenato per la sconfitta interna con il Chievo, mentre la Sampdoria, a Marassi, contro l’Atalanta proverà a can-cellare la delusione della scon-fitta con la Roma di sette giorni fa. Reja non è affatto soddisfatto della sua squadra, reduce dal pa-reggio interno con l’Empoli e ha chiesto ai suoi giocatori la mas-

sima concentrazione in questo impegno in Terra ligure. Al Friu-li, invece, va in onda Udinese-Bologna, due squadre in ottima salute confortate dai pareggi con il Milan e la Fiorentina. Proprio i Viola saranno chiamati a respin-gere l’assalto dell’Inter al Fran-chi, un’Inter in piena crisi di ri-sultati e con la difesa colabrodo,

visti i sei gol incassati con il Mi-lan e con il Verona, negli ultimi due turni. Per i nerazzurri è forse l’ultima spiaggia per non perdere il treno dei preliminari di Cham-pions League. La partitissima di questa giornata ha segnato il sorpasso bianconero allo Juven-tus Stadium contro il Napoli di Sarri all’88’.

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Antonio e Gianluigi Don-narumma, due fratelli a confronto. Antonio,

nato a Castellammare di Stabia il 7 luglio del 1990, è il maggiore. Cresciuto calcisticamente nella scuola calcio del Club Napo-li Castellammare, inizia a fare sul serio nelle giovanili della Juve Stabia e nel 2005 fa capoli-no anche al Milan dove vince il campionato allievi nel 2007 e la Coppa Italia Primavera nel 2010. Nel 2008 viene anche aggregato alla prima squadra senza però mai scendere in campo. Dal 2010 Antonio gira approdando prima al Piacenza, breve ritorno al Mi-lan e subito riparte per Gubbio in prestito con diritto di riscat-to. Con la formazione umbra colleziona 37 presenze in cam-pionato senza, però, evitarne la retrocessione in Lega Pro Prima Divisione. Nell’agosto 2012 passa a titolo definitivo al Genoa nel-lo scambio che ha portato Johad Ferretti al Milan. L’esordio col Genoa è nella trasferta contro il Bologna (0-0) nell’ultima gior-

Antonio Donnarumma, in forza al Genoa Il rossonero Gianluigi Donnarumma

nata di campionato mettendo in mostra le sue doti salvando il risultato con le sue numero-se parate. Gianluigi nasce nove anni dopo Antonio, il 25 febbra-io 1999. 196 centimetri di altezza e agilità che mettono in campo, partita dopo partita, tutto il ta-lento di uno dei portieri conside-rato tra i più talentassi della sua generazione con ampi margini di miglioramento. Sicuro e deci-so nelle uscite, non teme le palle alte né quelle basse. E’ conside-

Filippo Inzaghi andando in pan-china. Appena compiuti i sedici anni firma il suo primo contratto da professionista con la società rossonera. La stagione in corso gli riserva inizialmente il ruolo di terzo portiere dietro al titolare Diego Lopez ed al secondo Chri-stian Abbiati. Ma le gerarchie per il giovanissimo Gigio non sono mai state un problema, scalarle,

rato il degno successore di Gian-luigi Buffon. Anche Gigio cresce calcisticamente nel Club della sua città natia, ma solo quat-tordicenne, nel 2013, viene già ingaggiato dal Milan, sua squa-dra del cuore, per 250.000 euro. Le tappe rossonere le vive tutte iniziando dai Giovanissimi, poi negli Allievi ed infine con la Pri-mavera. La stagione 2014-2015 segna il suo salto di qualità, gra-zie ad una deroga della Federcal-cio, non ancora sedicenne, viene aggregato alla prima squadra di

poi, è un gioco da ragazzi per lui, aiutato anche dalla cattiva sorte dei suoi colleghi più illu-stri. All’età di sedici anni debutta in Serie A, e non certo con una squadretta ma con il Milan, nella sfida casalinga vinta 2-1 contro il Sassuolo. Sinisa Mihajlovic crede molto nelle sue qualità e, salvo scherzi del destino, nessuno lo sfratterà dai pali rossoneri. Un record Gianluigi Donnarumma l’ha già conquistato, è il più gio-vane portiere di sempre nei der-by della Madonnina.

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Il Napoli è una fede non una semplice squadra di calcio, non per nulla Maurizio Sarri

durante le interviste di rito dopo la gara con il Carpi ha dichiara-to: “A Torino porteremo l’orgo-glio di tutta la nostra gente”.  Il Napoli rispecchia un quadro che va oltre lo spaccato del tifo pal-lonaro, è uno stato d’animo, una voce antica, Napoli è un modo di essere oltre che una città che da sola è stata un Regno. Napoli è la speranza di un mondo più colorato e meno bianconero. Na-pul’è mille culure. Il 13 febbraio 1861 perdemmo il regno di Na-poli a opera dei piemontesi, 155 anni dopo gli stessi piemontesi disarcionano il primato dei par-

la MaDre Di tUtte le partiteJuventus-Napoli

Gaeta è stata di nuovo espugnata

tenopei quasi come una maledi-zione, una nemesi nefasta. Ma non è finita. Juventini e parteno-pei sono da anni le squadre che conducono il nostro calcio, visto che il sodalizio di De Laurentiis è stato l’unico a sottrarre qualche titolo alla Vecchia Signora nelle ultime stagioni. Come dice Ivan Zazzaroni, riferendosi a questa

epico tra l’uomo comune e il po-tere economico, quindi al di là dell’amore che porto da sempre verso i colori azzurri, non si può non tifare per il Napoli.  Fare il tifo per la squadra del padrone e nascere nelle contrade delle Due Sicilie, quindi poveri e messi in ginocchio proprio dagli antenati di questa gente, credo sia un caso

sfida: E’ il nostro “Clasico”. Ma è stata la lotta tra Davide e Golia, tra i poveri contro i ricchi, tra il desolato sud e l’opulento nord, tra Borbonici e savojardi, tra il colore e il bianconero, ma pure uno scontro tra Qui,Quo Qua e la Banda Bassotti, lo scontro

da trattato psicoanalitico serio, una rinnovata Sindrome di Stoc-colma. L’incontro si dice da più parti non è stato decisivo per le sorti finali del campionato, il ri-sultato però ci dice che abbiamo perso il primato del campionato e per il vincitore di sicuro que-

sto risultato sarà molto impor-tante per il resto della stagione, perché sarà la spada di Damocle sulla testa di chi la gara di To-

rino l’ha persa, inseguire chi è davanti non è sempre salutare, il potere, come diceva Andreotti “logora chi non ce l’ha”. Io sono del parere che non servono tanti discorsi, perché il calcio è que-sto, poche alchimie tanta nor-malità, una sconfitta è tale come lo è una vittoria, tutto ciò incide sulla psiche di un atleta che vive di risultati. Qualche problema la partita contro il Carpi il Napoli lo ha evidenziato , la corsia di si-nistra, la famosa “catena” Ghou-lam, Hamisk e Insigne è stata disastrosa, personalmente ho contato la bellezza di 10 passaggi errati, consecutivi, da parte dello slovacco, che è apparso davvero fuori forma, così come Insigne che ha preso l’abitudine oramai di tirare in porta anche dal bal-cone di casa sua, troppo elitari e a tratti indolenti, speravamo fosse stato solo un caso, ma con la Juve credo Insigne sia stato il peggiore degli azzurri, il Napoli è mancato sotto porta, Gonzalo Higuain, che se è vero come è vero che ha segnato in maniera torrenziale va pure sottolineato che da un bel poco sta fallen-do un numero esagerato di reti,

non di certo contro i biancone-ri, cui se non ricordo male, non ha prodotto nemmeno un tiro in porta degno di questo nome. Allegri ha tra l’altro studiato bene la squadra azzurra, dando spazio di manovra nella corsia di destra, dove il Napoli dispone di ottimi cursori ma non di certo di uomini dediti alla costruzione del gioco. Bisogna dire, però, che hanno giocato tutti è tre bene e  le prestazioni di Hysaj, Allan, di Callejon e quelle di Peppe Reina, Raúl Albiol e soprattut-to di Kalidou Koulibaly, a tratti sontuoso, un muro nero invali-cabile. Insomma la classe ope-raia ha meritato in assoluto un voto oltre la sufficienza. E’ stata una battaglia tra toscanacci, e tra due tecnici che di calcio se ne in-tendono e come, ha vinto la Juve e onore a loro, ma il campiona-to ancora non è finito, abbiamo sperato di dipingere il cielo di Torino di Azzurro Napoli, sarà per un’altra volta. Il campiona-to è ancora lungo e come ripeto spesso, non eravamo noi i candi-dati alla vittoria finale, ci stiamo solo provando.

Le Altre

Era nell’aria e non poteva essere altrimenti. La ca-valcata bianconera è con-

clusa. Complimenti ai campio-ni d’Italia in carica, un recupero degno di grandi squadre, un alchimia fatta di feeling, buon gioco e ottime strategie tattiche. Il Napoli, non irresistibile in questa gara, ha provato a resi-stere, e per poco non ci riusciva, ma ha dovuto arrendersi all’88 a mister ZAZA, il centrocam-pista, complice la deviazione di Albiol, ha “arrestato” il grande cuore partenopeo firmando, così, la quindicesima vittoria consecutiva. Così si vincono gli scudetti. Allegri batte Sarri, dunque, 1-0 tra toscani e buon

conoscitori di calcio. Ma nulla è perduto, i numeri sono anco-ra tutti sul campo. La Juventus, però, non sembra voler fermare la sua cavalcata e prova a mettere fieno in cascina per i momenti duri che li vedrà impegnati in gare europee e nazionali. Intanto la classifica fa segnare +1 in clas-sifica sui partenopei. Tutto som-mato, l’attesa partita scudetto è risultata equilibrata, da segnare comunque la supremazia bian-conera facilitata psicologica-mente dal fattore campo, e sem-brava destinata a lasciare i conti alla pari, una degna occasione per parte non sfruttata dalle due formazioni. Ma la palla è roton-da, come si sa, e dal momento

che la partita, come amava dire il grande Boskov, finisce quando arbitro fischia, conviene tentare fino all’ultimo secondo di gioco, se poi una deviazione ti dice a fa-vore, ancora meglio. Non ha de-meritato il Napoli, ma il risultato diche ha meritato la Juventus. Nulla ha potuto ieri sera Reina sul tiro dell’ex Sassuolo, come detto sporcato da Albiol, e poco ha da rimproverare Sarri ai suoi uomini se non la poca convin-zione di riuscire ad espugnare lo Juventus Stadium. Tanto merito, invece, va dato ad Allegri che ha avuto la capacità di ribaltare le sorti di un campionato che sem-brava nato sotto il segno, poco convincente, della Madonnina

e quello del Giglio, arenatosi troppo presto. La grande im-presa è compiuta e, per la prima volta in questo campionato, la testa della classifica conquistata. Ora saranno bocconi amari per tutti, quando la Zebra prende il comando, difficilmente molla il colpo. Grande Juventus, onore al popolo bianconero.

Severa Bisceglia

sorpassoBianConero

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pagine 284 - ill. - prezzo € 16,00isbn 978-88-6218-242-3

Nell’ottobre del 1908, cu-riosamente a Chiasso, si

disputava il primo Inter-Milan, la sfida che sarebbe diventata il derby italiano per eccellenza, il più giocato, il più prestigioso. Il derby della Madonnina ne ce-lebra la storia ripercorrendo in sessantuno storie la sua gloriosa epopea attraverso partite famose e incontri che pochi conoscono. Un lungo, intenso e vivace rac-conto, ricchissimo di aneddoti, interviste, personaggi: dai fratelli Cevenini all’immenso Meazza che segnò con entrambe le ma-glie, dai fuoriclasse come Nyers e il Gre-No-Li, Rivera e Mazzola, Matthaeus e van Basten, Ibra e Kaká, a giocatori magari meno celebri ma che un’impronta, nel-la stracittadina, l’hanno lasciata: Smerzi, Bonizzoni, Cappellini, Belli, De Vecchi, Minaudo e tan-ti altri. Calcio, dunque, ma non solo. Poesia, musica, fatti di cro-naca si inseriscono spesso e vo-lentieri nei racconti, al pari delle vicende di una città fortunata a possedere il derby. Perché la stracittadina, oltre a essere emo-zione allo stato puro, è anche de-mocrazia: una sorta di bipolari-

Alberto Figliolia, Davide Grassi, Mauro RaimondiIL DERBY DELLA MADONNINA

smo calcistico, l’esaltazione della dialettica, della libertà. Questo libro rappresenta un sincero, ap-passionato atto d’amore nei suoi confronti.Alberto Figliolia è giornali-sta pubblicista. Collabora con il «Gazetin», periodico indi-pendente di cronaca civile, e «tellusfolio», rivista telematica “glocal”. Allenatore di basket, ha provato a coniugare la passione dell’insegnamento con i concetti di agonismo, democrazia e soli-darietà. Collabora con Silvana Ceruti alla conduzione del Labo-ratorio di Scrittura creativa nella Casa di Reclusione di Milano-Opera. Ha scritto numerosi libri navigando fra poesia e sport. Condivide con Çlirim Muça la vocazione alla divulgazione del-lo haiku e crede con fermezza nel martello libertario e gandhiano della poesia.Davide Grassi, giornalista pub-blicista, ha collaborato con diver-si quotidiani nazionali – tra cui il «Corriere della Sera» – prima di approdare agli uffici stampa. Ha pubblicato Inter? No, grazie! (Li-mina, 2002), Rossoneri comun-que (Limina, 2003) – antologia curata con Andrea Scanzi –, La palla è rotonda? (Limina, 2003), Rossoneri. Il manuale del perfet-

to casciavit (Fratelli Frilli Editori, 2008). Nel 2013, ha curato il Dia-rio della mia guerra (Segni e Pa-role), scritto da suo padre Paolo, e nel 2014 ha partecipato all’an-tologia 33 Racconti rock (QuiE-dit). Il suo sito è www.davideg.it, il blog www.fuorigiocoblog.com. Mauro Raimondi, milanese, ha esordito nel 2003 con Invasione di campo. Una vita in rossonero (Limina), partecipando all’an-tologia Rossoneri comunque (Limina, 2003). Insegnante di Storia di Milano, ha curato la biografia del poeta Franco Loi in Da bambino il cielo (Garzanti, 2010). Della sua città ha raccon-tato il cinema in Milano Films 1896/2009 (Frilli, 2009, coautore M. Palazzini), le testimonianze dei viaggiatori stranieri in Dal tetto del Duomo (Touring Club, 2007) e i libri in CentoMilano (Frilli, 2006). I tre autori hanno pubblicato insieme Centonovan-tesimi (Sep, 2005), Eravamo in centomila (Frilli, 2008) e Portieri d’Italia (A.Car, 2010). Nel 2010, Figliolia e Grassi hanno inol-tre scritto La sua Africa. Storia di Samuel Eto’o (Limina), e nel 2012 Grassi e Raimondi hanno pubblicato Milano è rossonera (Bradipolibri).

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Le speranze del deltaplano azzurro volano a LosannaSi avvicina il 21 febbraio, quando a Losanna in Svizzera la FAI (Fe-derazione Aeronautica Interna-zionale) deciderà a quale nazio-ne assegnare il 22° Campionato Mondiale di volo in deltaplano che si disputerà nel 2019. Tra le candidature quella italiana fa volare le speranze del Friuli Ve-nezia Giulia che si propone con un progetto articolato in un’area di gara che includerebbe territo-ri estremamente variegati, este-sa anche a Slovenia ed Austria. Ad avanzare la proposta l’Aero Club Lega Piloti insieme all’as-sociazione Volo Libero Carnia, delegati dall’Aero Club d’Italia. Nel caso in cui la proposta ita-liana risultasse vincente, i piloti si sfideranno in una zona cono-sciuta ed apprezzata a livello in-ternazionale dagli appassionati di questa disciplina, favorita da zone climatiche con condizioni di volo diversificate, che spazia dai monti alla pianura, dall’A-driatico alle Dolomiti. Il centro operativo sarebbe dislocato a Tolmezzo (Udine) ed il comitato organizzatore sta lavorando per offrire un progetto unico e spet-tacolare. L’intento è di coinvolge-re gli appassionati di volo libero, cioè senza motore, e per far co-noscere il patrimonio naturale e

turistico della regione. Scende-rebbe in campo una squadra di oltre 100 volontari per caricarsi in spalla la complessa organiz-zazione. Alla scorsa edizione dei mondiali di deltaplano, marzo 2015 in Messico, parteciparono 95 piloti rappresentanti 20 na-zioni oltre ad accompagnatori e dirigenti. La gara fu seguita da qualsiasi computer grazie alla tecnologia Live Tracking, divenuta ormai indispensabile. L’Italia può vantare ottimi pre-cedenti organizzativi e sportivi. Per tre volte, 1999, 2008 e 2011, i campionati del mondo furono ospitati a Sigillo (Perugia) con ottimo successo di partecipazio-ne. Incredibile il palmare spor-tivo del team azzurro: otto volte campione del mondo, le ultime quattro consecutive; individual-mente Alessandro Ploner ha vin-to 4 medaglie d’oro e 3 d’argen-to; Christian Ciech 3 d’oro e tre d’argento. Si aggiungono la me-daglia d’oro di Andrea Iemma ai mondiali d’acrobazia e quelle di Elio Cataldi e Gaetano Matrella agli Europei più numerosi piaz-zamenti. L’Italia ha già ottenuto l’assegnazione di campionati del mondo di volo in parapendio, l’altra disciplina di volo libero. Si terranno nel 2017 a Feltre (Be-luno) nella cornice del Monte Avena.

Ospiti

Giovanni Labanca

Sembrava, ad un certo pun-to, che il Genoa Cricket and Football Club, datato 1893, fosse diventato, senza miste-ro, una delle protagoniste del campionato, dopo quello che aveva mostrato l’anno scorso e che aveva fatto andare in giuggiole Preziosi e compa-gnia bella. Filava che era una meraviglia e le sue rotte sem-pre ben tracciate davano l’im-pressione che la ciurma della Lanterna mirasse decisa ad un approdo prestigioso, sotto la guida di capitan Gian Piero Gasperini, che aveva dato am-pia prova di saperci fare con il timone. Le navigazioni, si sa, anche quelle più tranquille, possono nascondere insidie, possono incappare in qual-che secca o battere la prua in qualche nascosto scoglio a fior d’acqua, non segnalato dalla mappa di bordo. E’ pro-prio quello che è successo alla prima squadra d’Italia, che di gloria ne ha guadagnata tan-ta agli albori del calcio, fino a rientrare, poi, nella normalità della truppa delle provinciali, rassegnate solo a salvarsi in tempo dalla caduta in B. “E’ assolutamente inspiegabile un calo così vistoso rispetto alla scorsa stagione, ci dice il

Un Grifone allo scogliomite Mister ligure. Sapevamo che sarebbe stato impossibi-le mantenere la stessa forma anche per quest’anno, ma mai avremmo creduto ad un calo così preoccupante, che non fa felice nessuno, figuriamoci il nostro presidente , che ne ha ben donde di arrabbiar-si. La B sembra lontana,ma i pronostici possono andare sottosopra, anche se i punti di distacco dalla terzultima ci possono garantire una relati-va tranquillità. La gara con il Milan , fermato dall’Udine-se, può presentarsi più facile del previsto, ma il Diavolo non è mai andato all’inferno del tutto”. Ha ragione. E così la pensano anche i marinai stanchi di affrontare morosi che portano alla sfracello se i remi non riprendono a gi-rare come si deve. I giocatori ci mettono poco a rassicurare i tifosi di via Prè e della Foce che credono ancora in un bel finale di campionato, tanto da vivere tranquilli. Il Grifone ha le ali ammalate e stanche e assomiglia , sempre più, a quei profughi che, anna-spando, hanno raggiunto uno scoglio provvidenziale al qua-le si sono aggrappati,ma che di tanto in tanto, per man-

canza di forze, ne perdono la presa, con grave pericolo, ma che,per miracolo, ne ri-prendono un lembo che li fa rimanere sulla linea di galleg-giamento. Fino a quando po-trà durare questo fenomeno? I tifosi della curva Nord, pur professando ogni domenica, immutata fede, cominciano a perdere la pazienza e lo han-no fatto capire e per questo, a mezzogiorno che potrebbe essere anche di fuoco, vo-gliono mangiare tranquilli e predicano, al tempo stesso, il signore del mare Dio Nettu-no, di allontanare le procelle da San Siro, luogo santo dove hanno fatto già un grande mi-racolo contro l’altra milanese, quell’Inter che un tempo fu di Gasperini e di cui si è persa traccia nella memoria. Meglio così e buon appetito, magari con un Grifone allo scoglio.

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buco NERO

Luigi Sada

finestra sul mondo e dintorni

Giovanni Labanca

Attualità

Armiamoci di pinze e guanti per affrontare uno dei temi scottan-

ti che, come un uragano, sta attraversando l’Italia, in que-sti giorni. Si parala di gay, dei diritti negati, di unioni e di altre diavolerie, come se il destino della nostra ormai logora Repubblica dipendes-se solo dall’approvazione o meno di queste leggi, con tut-to il rispetto verso la proble-matica. Sono temi assai deli-cati, di cui ha preso possesso assoluto la sinistra italiana, quella che ci governa. Questa, non avendo altro a cui pensa-re in questo momento di crisi economica internazionale, ha pensato bene, scusate le necessarie ripetizioni, di fare delle sue idee una bandiera e dietro la quale si son mes-si a correre tutti. Da gente comune fino ai soliti sottili intellettuali, con un buon co-dazzo di artisti o supposti tali che, cosa assai vergognosa e

gay-MatCh tra politiCa e ragionesubita con estremo piacere dalla dirigenza, stanno usan-do la RAI, quella pubblica e di tutti, come un palchetto di comizi elettorali a costo zero. Il pensiero di questa gente, sbagliato o giusto che sia, non interessa al Festival della can-zone, almeno non dovrebbe, ma si sa come vanno le cose in questo postribolo media-tico in cui siamo immersi: devi dire qualcosa in favore del potere, mostrarsi allineati, farsi credere progressisti per necessità e convenienza. La-sciamo stare, comunque, que-sto aspetto folcloristico che interessa gente strapagata che ha sempre cavalcato l’onda del tornaconto. E va bene, accet-tiamo tutto, ma non possia-mo accettare, a senso unico, che un partito o parte di esso, fatto di cervelloni pensanti, si impossessi di convinzioni altrui e ne pretenda l’accogli-mento supino da parte di tutti gli altri, anche di coloro i qua-li hanno idee diverse e con-trarie. I temi in discussione li conosciamo tutti. Sappiamo anche che “dobbiamo” imita-re le altre Nazioni per essere considerati progressisti, mo-derni. E’ vero, le altre nazio-ni hanno assunto posizioni nette e chiare senza, però, mai chiederci se siamo d’accordo. Quello che conta oggi in Italia

è copiare la Francia, la Ger-mania ecc. per poi, in altre sedi, criticarli pesantemente. Non importa, anche perchè ci sentiamo dire “anche l’Eu-ropa ce lo chiede, ce lo impo-ne”. Di quale Europa si parla, di quella che ingrassa i suoi parlamentari con stipendi da favola, di quella che non ci dà una mano a supporto delle fatiche che facciamo contro l’ondata degli immigranti ir-regolari, di quella che ha mes-so in ginocchio l’economia italiana tagliando con una fal-ce nostre specialità esclusive agro alimentari, quell’Europa matrigna che ha impoverito i nostri coltivatori? Tra l’assor-dante silenzio, anche questo ha una voce, come dice bene

la canzone del laureato. E la nostra politica? Non è mia in-tenzione mettere in discussio-ne la bontà o meno dell’anno-sa discussione parlamentare. Sono contrario all’obbedienza a prescindere. Dobbiamo per forza ubbidire riducendoci a schiavi e gregari non pen-santi? Bene! Il Parlamento, o meglio quell’accozzaglia di partiti che lo compongono e lo governano, deve fare di tut-to per approvare la legge Ci-rinnà, se no va tutto a rotoli, questo è il problema e al di là dell’argomento in questione. Con tutti i problemi che oggi attanagliano il nostro Paese, dobbiamo assistere a contrap-posizioni sterili, ripeto la mia non intenzione ad entrare

nel merito dell’argomento in discussione, a prese di co-scienza di tanti PD o cristiani di altri partiti, per non chia-marli proprio ex democristia-ni che, in un sussulto di di-gnità a loro dire, si mostrano contrari ed esprimono il loro dissenso, minacciando di non votare parte del disegno di legge, ma guardandosi bene dal lasciare il governo stesso di cui fanno parte e del quale non vogliono cedere la como-da poltrona, come insegna il più squallido opportunismo italiota. Perché rischiare di essere tacciati di ignoranza ed essere linciati se non concor-di? Guai a palesare un pen-siero contrario. Quando c’era da decidere per il diritto all’a-

borto o per quello al divorzio, chi non era d’accordo non rischiava il linciaggio. Perchè l’omosessualità deve dividere in modo così aspro? C’è chi pensa all’unione gay come ad un sacrilegio, chi non con-divide l’adozione da parte di coppie dello stesso sesso o bambini nati da madre surro-gata, vogliamo condannarli? Il loro pensiero non è meri-tevole di altrettanto rispetto? Non ci permettiamo di scri-vere della Chiesa, se no suc-cede il finimondo, quelle leggi che nessun politico ha potuto mai scrivere, quelle leggi che hanno da sempre regolato il lento cammino dell’umani-tà, dettato dal tempo, dalla ragione e dalla ineluttabilità. Oggi, purtroppo, il Kaos re-gna e sembra intenzionato a prendere, a furor di decreti, il primo posto nel lungo elenco delle priorità di un Paese, de-terminando anche uno scon-tro tra le velleità politiche e la forza della Ragione. Sta-remo a vedere come andrà a finire. Crediamo che alla fine, come stanno le cose, vincerà il “nuovo” o quello che si cre-de possa esserlo. A noi, gelosi delle nostre convinzioni, non resta che rispettare quelle de-gli altri, pur sapendo che non saranno gli altri a rispettare le nostre.

Il presidente Sisi, da quando si è insediato a capo della giunta militare egiziana, non

è mai riuscito ad abbassare la guardia con chi vuole creare di-sordine e instabilità nel paese dei Faraoni. Non è un mistero che Sisi abbia usato il pugno di ferro per togliere di mezzo l’opposi-zione, in particolare modo i Fra-telli Musulmani, gruppo andato al potere con regolari elezioni. I Fratelli Musulmani, però, era-no troppo estremisti e volevano

Caso Regeni, morte misteriosa

L’Egitto è una polveriera

imporre la sharia e Sisi, che non è uno sprovveduto, intuendo i pericoli che il Paese correva, è corso prontamente ai ripari, con un colpo di Stato, sostenuto dalla popolazione, che ha messo fuo-ri legge i Fratelli musulmani ed altri piccoli partiti islamici. Un risultato, questi ultimi, eredita-to con la primavera araba, defe-nestrato Mubarak. Cosa c’entra in tutto questo Giulio Regeni? molti se lo chiedono. Con quale gruppo il giovane italiano avevo

preso contatto nella sua ricerca politica sull’Egitto? La polizia de Il Cairo smentisce le proprie

responsabilità e potrebbe essere vero, perchè nella galassia poli-tica estremistica del paese delle Piramidi, tutto può succedere, dal momento che la vita non vale neanche un euro. Assad, con l’a-

iuto dei russi, ha ripreso il con-trollo di Aleppo, seconda città siriana. In settimana, incontro a Roma tra Renzi ed il presidente Iracheno Al-Abadi. I due statisti hanno discusso sulla situazio-

ne in Irak, per debellare l’Isis. Al-Abadi ha ribadito l’appoggio totale alla coalizione, assicuran-do Renzi che entro fine anno il Califfato verrà distrutto. Nel frattempo, è arrivata la conferma

che settecento militari italiani avranno il compito di difendere la diga di Mosul, fonte importan-te per la sopravvivenza dell’inte-ro paese. L’Irak, intanto, grazie alla reazione del proprio esercito,

ha riconquistato terreno, cacciando i taglia gole da Ramadi. Un’operazio-ne promossa grazie all’appoggio dei militari italiani, che ormai da mesi stanno istruendo sul campo i vertici dell’esercito di Bagdad.

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n o n s o l o c a l c i o

Suoni eSapori

Dal 17 febbraio al teatro Car-cano di Milano torna in

Italia, dopo il successo al Teatro Nazionale di Pechino e al tea-

CoMix al Carcano

Teatrotro Helikon - Opera di Mosca e in attesa di partire nei prossimi mesi per la Francia (paese in cui è ormai di casa), Bogotà, Mon-tevideo e Santiago del Cile, la compagnia NOGRAVITY con COMIX. L’autore dello spetta-colo è Emiliano Pellisari, che ha introdotto l’atletismo circense sul palco, mescolando la poesia del teatro con l’armonia della danza e dei giochi di luce. Ad ispirare Pellisari le suggestioni dei fumetti, dei cartoni animati dove i sogni eterni dell’uomo - volare nel cielo come gli uccelli,

nuotare nel mare come i pesci, scomporre il corpo umano e far-lo scomparire come un fantasma – diventano magicamente real-tà. Comix sta per fumetto, ma anche per comicità: nel doppio valore semantico della parola sta la chiave del gioco dello spetta-colo, definibile come pura gioia in movimento, gesto atletico e allegria a suon di jazz. A com-porre lo spettacolo tante piccole storie fantastiche in cui fisicità e comicità concorrono alla pari al divertimento degli spettatori grandi e piccoli.

Le crociate, secondo un va-lente scrittore patrio, por-

tarono a noi il morbo della leb-bra dall’Egitto e dalla Palestina. Coloro i quali ne vennero afflitti invocarono a protettore il laz-zaro del Vangelo e fu creato un Ospedale col titolo di S. Lazzaro, nonchè l’ordine cavalleresco ed ospedaliero sotto il medesimo titolo conosciuto. Or come quelli che componevano l’infimo or-dine de’ nostri popolani, specie di proletari, vestivano una sem-plice camicia e calzoni di tela grossolana, rendendo così una tal quale simiglianza de’ lebbro-si dell’Ospedale di S. Lazzaro i quali indossavano una veste di tela bianca, con buon fondamen-to può rintracciarsi in ciò l’eti-mologia della voce lazzaro onde poi nacque lazzarone. Gli storici si accordano nell’opinare essere il nome di lazzaro sorto al tem-po de’Vicerè spagnuoli e dato per delusione a quelli del basso popolo perchè andavano quasi nudi come Lazzaro. Difatti tra un gran numero di abbiette gen-ti (seguo le espressioni di uno di essi storici) molti vivevano a modo di belve, mal coperti, sen-za tetto, dormendo il verno in certe cave e l’ estate al ciel sere-no. Comunque sia, oggi il lazza-ro non somiglia più a quello de’ primitivi tempi, sensibilmente nel numero diminuito, e mutato nelle forme. Imperocchè dappri-ma se ne contavano presso di noi circa quarantamila, gente pigra, oziosa, noncurante di sè, dedita al ventre ed al sonno, cenciosa, scalza. Oggi una tale cifra è di-venuta favolosa; i lazzari odierni, partecipi anche eglino al benefi-co ascendente dell’incivilimento,

i lazzari

non più si coprono con cenci; di scalzi (salvo qualche rarissima eccezione) non più si veggono per la capitale, anzi taluno veste in modo abbastanza proprio e decente, di tal che oggi lo stra-niero inutilmente ricerchereb-be il tipo. Anche oggi quando il nostro popolo vede taluno impiagato o malconcio ha per suo detto — Me pure un Santo Lazzaro. Primieramente accioc-ché fossero distinti ed ognuno quindi potesse cansarli, ed in secondo luogo acciocché la ca-micia potesse facilmente lavar-si.  Il commercio indicibilmente facilitato e promosso, grazie alle stupende invenzioni delle ferro-vie e de’ bastimenti a vapore ha renduto indispensabile il soccor-so di braccia, epperò il lazzaro, anziché starsene meschinamente a poltrire, trova sempre in che spendere con profitto la giorna-ta, ed in conseguenza a provve-dere, meglio che per lo innanzi, ai suoi bisogni. Oltre a ciò il de-stro che di continuo gli si offre di avvicinare persone illustri per nascita e per dignità. Ingentilen-do i suoi costumi, migliorando ed ampliando le sue idee, ha giovato non poco a solleticarne la piccola ambizione ( chè anche egli come tutti ne ha un tantino a questo mondo) a persuaderlo come sconcia e sconvenevol cosa sia la sudicezza e la improprietà ancora all’infimo e più vile de-gli uomini, anzi la nettezza non sapere iscompagnarsi da qua-lunque, avvegnachè abbiettissi-mo uffizio; ed infine come ogni gentile e bennata persona tanto più volentieri si senta inclinata ad avvalersi dell’opera altrui per quanto più mondo e castigato

sopra sè stesso lo veggia. Quanto all’indole talun autore ha voluto dare una tinta di ferocia al no-stro lazzaro; qualche bell’umore straniero, tramutandolo in una specie di brigante, sul fare di Titta Grieco o Peppe Mastrillo, io ha descritto armato di stile e di coltello, accattabrighe, inso-lente, corrivo alle risse ed all’of-fendere. Senza dividere alcuna di queste opinioni, o piuttosto

sogni, diremo come il nostro laz-zaro nulla ha di feroce; in quella vece è gaio e di rado si spinge ad eccessi se non provocato, nel quale caso soltanto è a temersene molto, imperocchè la parte fisica è in lui possentemente sviluppa-ta. Nè manca, per la intellettua-le, di quell’acume e prontezza di spirito per avventura sì propri del nostro popolo; singolar pri-vilegio dalla natura largitogli. In effetti a chi non è noto quanto sia esso concettoso ed epigrammati-co? Che se tal fiata eccede gli è ad attribuire a quella sua soverchia franchezza abituale, da veru-na buona disciplina ovvero edu cazione raddolcita e moderata. L’idea del lazzarone si accorda naturalmente a quella del facchi-no, imperocchè ne sia una delle tante diramazioni, come dirama-zioni del lazzarone sono anche il vastaso ed il mascalzone. Potre-mo in conseguenza distinguere cosi queste specie: Lazzarone – nome generico dell’infimo or-dine del nostro popolo. Mascal-zone – peggiorativo di lazzarone;

nome che gli si da per ischerno o vituperio, e tolto per avventura da quello onde nell’età del feu-dalismo addimandavansi i pe-doni o soldati di masnada male in arnese. Facchino – lazzarone che ha deposto in gran parte la rozzezza originaria, utilissimo anzi necessario alla società , in-dustrioso, intelligente, onesto, sempre occupato attivo solerte, e d’ordinario, come vedremo, assai onorato e stimato. Vastaso – suo-na quasi facchino ma è voce più volgare, nascente dal greco che significa portare, e che ha for-nito bastah agli Illiri, vastaso ai Napolitani e bastagio ai Toscani.Vengono infine i lazzaroni ta-lune volte chiamati anche ban-chieri e ciò dalla vecchia co-stumanza di riposare sotto le panche ovvero banchi. Riepilo-ghiamo. II lazzarone è di un’in-dole soverchiamente franca ed aperta, ciò che in lui deriva da mancanza di coltura e da quella rustichezza primitiva non mo-derata in lui da circospezione e prudenza e da que’ modi gentili,

i quali formano l’appannaggio dell’alta società. Provocato, è terribile nell’ira,capace di tutto intraprendere, pronto e risoluto nella presa determinazione, ma trattato con garbo è umile, sotto-messo, rispettoso e sempre leale. II suo umore è sempre allegro e gioviale, il suo cuore, a dispetto d’un’apparenza di spavalderia, è ben formato e la sua anima (come ne han dato prova in varie congiunture) aborrente da tutto ciò che non sia giusto ed onesto. È dotato per natura di molto acume e di molta penetrazione, di una mente pronta e svegliataci che con grande facilità̀ intraprende qualsivoglia arte o mestiere e, quando pur lo vo-glia, non è a dubitare della sua riu-scita. Tratto dal testo:  Usi e costumi di Napoli e contorni, di Francesco de Bourcard.

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domenica 14 febbraio 2016 www.stadio5.it18

Anastasia Mazzia

Cinema

Applaudito ed osannato dalla critica internazionale ar-

riva anche in Italia l’attesissimo “L’Ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo” diretto da Jay Roach (“Austin Powers”, “Mi presenti i tuoi?”). Adattamento cinematografico della biografia

L’Ultima parolaLa vera storia di Dalton Trumbo

“Trumbo” di Bruce Alexander Cook, il film racconta la vita del noto sceneggiatore america-no Dalton Trumbo. Tra la fine della seconda guerra mondiale e l’inizio della Guerra Fredda, Trumbo è un famoso sceneggia-tore, molto ricercato e ben pa-gato, della platinata Hollywood. Il “Maccartismo” però  inizia a mietere le sue vittime: i “filo-russi” sono considerati nemici e devono essere allontanati. Così, ben presto, Trumbo venne inse-rito per le sue simpatie politiche nella Black list. Sotto interroga-

torio, Trumbo però si rifiutò di rispondere alle domande perchè le considerava una violazione dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione. Per la sua reticen-za, venne condannato e mandato in un carcere federale. Gli anni che seguirono furono molto difficili: abbandonato dagli ami-ci ed allontanato dalle Majors, Trumbo fu costretto a realizzare sotto falso nome sceneggiature per film di scarso valore. Nono-stante le enormi difficoltà e la clandestinità, riuscì comunque ad aggiudicarsi due Oscar: uno per “Vacanze Romane”, il celebre film con Gregory Peck e Audrey Hepburn, e l’altro per “La più grande corrida”, diretto da Ir-ving Rapper. Tra storia e fiction, “L’Ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo” è la storia di un uomo, che nonostante le sue apprezzate e riconosciute doti artistiche, venne schiacciato e condannato dal sistema senza aver la possibilità di difendersi.Ad una sceneggiatura molto line-are si affianca un ricercato taglio classicheggiante sia nella foto-

grafia che nel montaggio. I dia-loghi sono ricchi e ben articolati, i personaggi approfonditi e ben caratterizzati. Ottime poi son le interpretazioni: prima fra tutte, il candidato all’Oscar Bryan Cran-ston, già apprezzato interprete nella serie TV drammatica “Bre-aking Bad”. Importante risulta anche l’interpretazione di Diane Lane nel ruolo della fedele ed in-stancabile moglie; e di Elle Fan-ning, la vivace e turbolenta figlia. Il cast poi si compone anche di altri importanti interpreti come Helen Mirren, Michael Stuhl-barg, Louis C.K., John Goodman e David James Elliott.  La regia di Roach sicuramente non eccelle in originalità, ma la sceneggiatu-ra incentrata sull’uomo-artista, con le sue debolezze e le sue fra-gilità, il suo genio artistico ed i suoi saldi valori, risulta brillante e spumeggiante. Le tematiche af-frontate, in realtà, risultano esse-re drammaticamente attuali. La condanna della pellicola contro la patinata Hollywood, che san-tifica e condanna i suoi discepoli seguendo le mode del momento,

riecheggia la polemica di questi giorni che sta dividendo lo star system americano riguardo l’e-sclusione delle minoranze etni-che, le cosiddette “quote nere”, dalle nomination agli Oscar. Il film, infatti arriverà nelle sale dall’11 febbraio, a poche set-

timane dalla grande serata di premiazione degli Oscar 2016. “L’Ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo” è un buon prodotto cinematografico che offre molti spunti di riflessione su tematiche sempre e dramma-ticamente attuali.

ZootropolisDal 18 febbraio arriva sul

grande schermo “Zootro-polis” (Zootopia), il nuovo film d’animazione in computer gra-fica della Walt Disney. Diretto da Byron Howard (“Rapunzel - L’intreccio della torre”) e Rich Moore (“Ralph Spaccatutto”, “I Simpson” e “Futurama”), il film vanta un ottimo cast di dop-piatori italiani, tra cui  Frank Matano, Teresa Mannino, Pao-lo Ruffini, Diego Abatantuono, Massimo Lopez e molti altri. L’ottimista e ingenua Judy è una coniglietta di campagna che so-gna di diventare da grande una poliziotta. Grazie al duro lavoro ed alla sua tenacia raggiunge il suo obiettivo ed il suo primo in-

carico sarà proprio a Zootropo-lis, la grande città. Zootropolis è composta da quartieri  diversi per i cittadini mammiferi che li abitano: Piazza Sahara dove vi-vono gli animali del deserto, la glaciale Tundratown dove vivo-no alci e orsi polari, l’umidissi-mo Distretto di Foresta Pluviale. Ogni mammifero di taglia di-versa coabita tranquillamente: il sindaco è un leone, il vice una simpatica pecorella. Il fragile equilibrio però viene minaccia-to dalla misteriosa scomparsa di alcuni animali. La piccola Judy, insieme alla volpe truffaldina Nick Wilde, scopriranno presto la verità. La pellicola Disney è ricca di emozioni, avventura e

mistero. La sceneggiatura è far-cita da dialoghi briosi e sketch divertentissimi, battute ironi-che e ritmo incalzante. Inoltre come ha dichiarato recentemen-te il produttore Clark Spencer (“Ralph Spacatutto”, “Lilo & Stitch”): “Zootropolis è il film di cui vado più orgoglioso, perché possiede tutte le caratteristiche dei migliori film Disney: cuore, risate ed emozione”.  Il film in realtà affronta molte tematiche attuali. Il titolo originario “Zoo-topia” già suggerisce un mondo utopico dove prede e predatori sono co-protagonisti della vita economica e sociale della città. Dall’architettura al clima: tutto

è a misura dei suoi abitanti, dei loro bisogni e delle loro taglie. La società perfetta però non esi-ste ed i difetti tipici degli umani si riflettono tra le strade di Zoo-tropolis mietendo tra le proprie vittime proprio l’adorabile co-niglietta Judy. Così tanti sono i messaggi sottesi rivolti in modo semplice e divertente al pubblico dei più piccoli: il superamento dei pregiudizi e dei soliti cliché, secondo cui le volpi sono per forza imbroglione e le conigliette poco astute; la necessità di ribel-larsi al bullismo, l’accettare ed apprezzare la diversità ed infine credere che ognuno di noi può diventare ciò che vuole. Bellissi-

ma è anche la musica di Shakira e sia l’impatto visivo che la ma-niacale cura dei dettagli grafici sono sicuramente lodevoli. “Zo-otropolis” è il terzo Classico Di-sney ad avere come protagonista una volpe, dopo “Robin Hood” e “Red e Toby - Nemici amici”, e rappresenta forse uno dei mi-gliori film Disney degli ultimi anni non solo per la ricercatezza stilistica e grafica ma anche per la sceneggiatura ironica e briosa.

“Zootropolis” è un ottimo pro-dotto cinematografico che sicu-ramente conquisterà il pubblico dei più piccoli ma che divertirà ridere molto anche i più grandi.

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19domenica 14 febbraio 2016 www.stadio5.it

Musica

Riccardo Sada

Si intitola “Pyre” il nuovo Ep di Geo From Hell, in uscita su

Molto Recordings. Cinque trac-ce che rappresentano un deciso rinnovamento nella continuità per l’artista ravennate, che con questo Ep ha voluto rivolgersi

Pyre: il nuovo Ep di Geo From Hell, in esclusiva su iTunesessenzialmente al pubblico dei club e dei festival, che lo segue sempre con crescente entusia-smo. Ogni brano di “Pyre” rap-presenta precisi momenti della vita di Geo From Hell: “We Are From Hell” è il suo marchio di fabbrica, le parole con le quali apre sempre ogni suo set; “Hi-ghway” si richiama alle migliaia e migliaia di chilometri percorsi in questi anni da una discoteca e all’altra; “Bones” costituisce un omaggio alla sua mai accan-tonata passione per lo skatebo-ard, “Central Station” significa il punto di ritrovo prima di partire per una serata; “Tears” infine ne rivela la parte più introspettiva e romantica. “Pyre” è destinato ad avere un forte impatto sulle dan-cefloor. Musica elettronica con la

giusta dose di cattiveria, in grado di far esplodere la pista e dare le giuste sensazioni a chi lo ascolta e soprattutto a chi lo balla. Non vengono meno i riferimenti sto-rici di Geo From Hell, ovvero le sue fonti di ispirazione quali Daft Punk, Justice e Deadmau5,

richiami esaltati da un sistema-tico utilizzo di strumentazioni analogiche. Da venerdì 5 feb-braio “Pyre” è disponibile in esclusiva su iTunes; da venerdì 19 su tutti gli altri store digitali. https://soundcloud.com/molto-recordings/sets/geo-from-hell-

pyrehttps : / /w w w.youtube.com/watch?v=xd4uiF17kFo

http://www.moltorecordings.com/promomail/MOL202.htmlhttps://itun.es/it/pMtzab

Heathens, sbarco sulla base “Alpha”È uscito lo scorso 5 febbraio per Irma Records il nuovo album degli Heathens dal titolo “Alpha”

Un lavoro oscuro, intimo e maturo che sintetizza due emozioni apparentemente ben di-stinte come rabbia e malinconia

Composto nell’arco di due anni, “Alpha” costituisce una riflessione attenta ed uno sguardo critico verso alcuni comportamenti sociali propri dei giorni nostri. Affronta e appro-fondisce tematiche come l’elogio del pensiero critico, razionale e libero da dogmi, tabù e condizionamenti e la critica verso lo sconsiderato utilizzo di strumenti come internet e mass media, in grado di generare informa-zione pilotata e distorta. Registrato e prodotto da Tommaso Mantelli (Cap-tain Mantell) nel suo GrooveStudio, “Alpha” è un viaggio sonoro e imma-ginifico verso atmosfere che uniscono

Radiohead e Massive Attack, Knife e certa IDM mitteleuropea, visioni alla Lynch e Von Trier, letture di Louis-Ferdinand Céline e Bertrand Russel. Oltre l’importante e decisivo apporto di Mantelli, il disco vede la parteci-pazione di altri artisti e amici della band: Nicola Manzan (Bologna Vio-lenta), Anna Carazzai (Lume, Love in Elevator) e George Koulermos (Technogod, y:dk). L’idea della co-pertina, opera di Luca Camilotto (aka Eeviac), nasce da una attentissima ri-cerca riguardo le tematiche chiamate in causa nell’album ed è sintesi esatta delle stesse: alcuni individui girano in

cerchio, uno dietro all’altro, collegati come in un telefono senza fili; tutti hanno in mano uno schermo che rap-presenta un’ Alpha falsa e storpiata, determinata dal pensiero di chi gli sta davanti. Non si rendono conto che se alzassero gli occhi vedrebbero quella reale, nella schiena di chi è loro da-vanti non riescono ad alzare il naso e guardare il mondo, sono troppo im-pegnati a guardare gli schermi e con-tinuano a credere solo a ciò che vedo-no lì, passivamente, e passano senza pensarci più di tanto la loro versione dell’Alpha al prossimo, il quale la rice-verà ancora più modificata.

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Collaboratori: [email protected] Andrea Anelli, Bianca Ara, Marjlja Bisceglia, Severa Bisceglia, Alessandra Caronni, Debora Cheli, Aldo Colombo, Lara Comi, Luca De Franco, Giovanni Labanca, Marby, Fiore Marro, Sandro Mazzola, Toni Morandi, Christopher Nasso, Enzo Occhiuto, Marco Papetti, Paolo Pirovano, Daniel Rizzo, Luigi Rubino, Luigi Sada, Riccardo Sada, Pino Sardiello, Laura Tangari, Emanuele Tremacere, Daniela Veronese, Gustavo Vitali, Federico Zanon.

Registrazione del Tribunale di Milano: n° 446 del 3 agosto 2011