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114 Febbraio 2015 www.techmec.it

Renishaw Equator & Silca: la chiave del successo

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Equator nel suo ambiente

naturale: la produzione

Quando i pezzi prodotti si misurano in milioni e gli scarti massimi accettabili si avvicinano a zero, è indispensabile potere fare affidamento su un sistema di misura e controllo in process affidabile. silca, tra i principali produttori mondiali di chiavi, ha trovato in eQuator di renishaw la soluzione al problema.

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O

tecnica

[ metrologia ] di Andrea Martinello

la chiave del successo

gnuno, frugando nelle proprie tasche,

troverà quasi sicuramente una chiave

Silca. Sono infatti oltre 230 milioni le

chiavi che ogni anno escono dallo stabilimento

Silca di Vittorio Veneto (TV). L’azienda fa parte

dal 2001 della Key System Division di Kaba,

multinazionale svizzera che impiega 7.000 di-

pendenti e con un fatturato che ha raggiunto

il miliardo di franchi svizzeri, suddivisa nelle

divisione Key System e Controllo Accessi. Ogni

anno l’intera divisione Key System - che oltre

a quello di Vittorio Veneto ha stabilimenti pro-

duttivi anche in USA, Cina, India e Colombia -

produce 600 milioni di chiavi. Lo stabilimento

di Vittorio Veneto rappresenta la punta di dia-

Le 4 fasi della lavorazione: da

sinistra tranciatura da nastro,

fresatura, nichelatura, cifratura

mante del Gruppo in termini di innovazione,

tecnologia produttiva e controllo qualità.

Il core business è rappresentato dalla pro-

duzione di chiavi grezze, a cui si affianca la

progettazione e produzione di macchine du-

plicatrici, sistemi integrati per la duplicazione,

macchinari industriali e semindustriali dedicati

alla lavorazione delle chiavi. La gamma di chia-

vi comprende oltre 60.000 codici dedicati a

qualsiasi tipo di utilizzo, e ogni giorno vengono

aggiunte due nuove chiavi.

Sempre più rilevante per il business di Silca è la

produzione di chiavi per l’automotive, settore

notoriamente molto esigente e con regole fer-

ree da rispettare. Ed è proprio questo l’ambito

dove le sfide da affrontare sono sempre più

complesse. Oltre a rispondere alle esigenze

delle Case automobilistiche in termini di tolle-

ranze, tempi di consegna, materiali e finiture

superficiali, Silca deve infatti assicurare l’as-

senza pressoché totale di scarti/difettosità,

il che significa performance di processo ipe-

refficienti. Per ottenere questo, tutte le fasi

del ciclo produttivo sono interne all’azienda:

controllo materia prima, tranciatura, fresatu-

ra, finitura superficiale, cifratura della chiave.

In tal modo Silca riesce ad avere il controllo

totale del processo. Ma per garantire le mas-

sime prestazioni di processo è fondamentale

essere in grado di misurare accuratamente tali

performance. Ed è per questo che nella fase

più delicata della realizzazione di una chiave

automotive, la cifratura, Silca ha optato per un

controllo di processo tramite il sistema di veri-

fica Equator di Renishaw, introdotto recente-

mente in azienda.

Obiettivo 0 ppm

Ogni chiave auto di nuova generazione pre-

senta sulla parte metallica una traccia ondu-

lata che, in combinazione con l’elettronica, la

rende di fatto unica: questa è la cosiddetta ci-

fratura, effettuata da una macchina dedicata

in base ai codici criptati rilasciati dai fornitori

di primo impianto delle Case auto. Le tolleran-

ze sono particolarmente strette: 4 centesimi,

su una lega silver-nichel di spessore 3 mm.

Ma ancora più complesso è il CP (capacità di

processo) richiesto dalle Case automobilisti-

che, che negli ultimi tempi è stato portato a

2. Tradotto in termini pratici, significa che su

un milione di chiavi prodotte quelle difformi

non possono superare le 3 unità, altrimenti il

committente può reclamare l’intero lotto. Di

fatto occorre dunque avere la sicurezza che

ogni chiave sia immune da difetti (0 ppm). Per

ottenere tali performance di processo Silca ha

scelto di adottare un nuovo approccio, intro-

ducendo un controllo di processo nella fase

di cifratura e individuando una soluzione più

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La chiave deL successo

avanzata rispetto ai controlli con visore ottico

fino ad allora utilizzati.

«La cifratura è una lavorazione “cieca”, non a

luce passante, e questo genera una serie di

ombre, in particolare su materiali riflettenti

come i nichelati delle chiavi auto, che possono

in certi casi alterare la misurazione - spiega

l’Ing. Giulio Zane, Industrial Technologies &

Processes Engineer presso Silca - Dopo avere

attentamente scandagliato tutte le soluzioni

disponibili la scelta è ricaduta sul sistema di

calibrazione flessibile Equator che, grazie all’i-

spezione a contatto in modalità punto-punto,

consente di eliminare l’effetto ombra e assi-

curare una misura affidabile».

Ma ancora più importante per Silca era intro-

durre un controllo di processo che, in piena

ottica Lean, potesse essere fatto diretta-

mente in officina dall’operatore, in modo da

avere un feedback immediato delle perfor-

mance di processo e, nel caso di risultati al

Equator al lavoro con stili 0,3 mm.

Il fissaggio al supporto di misura è

estremamente semplice e rapido e

permette anche errori di posizione

di ±1 mm senza compromettere la

ripetibilità della verifica

di fuori dei parametri stabiliti, potere inter-

venire subito senza dover controllare “re-

troattivamente” i pezzi prodotti.

«Al nostro interno siamo organizzati con ope-

ratori multipurpose, responsabili dall’inizio alla

fine del processo a loro assegnato: lo stesso

operatore si occupa quindi di attrezzare la

macchina, caricarla, manutenerla, controllare

il processo e assicurarsi che l’operatore del

turno successivo possa lavorare nelle mede-

sime condizioni - spiega l’Ing. Zane - La nostra

esigenza era quindi trovare un sistema di mi-

sura che potesse operare all’interno dell’am-

biente produttivo e che potesse essere ese-

guito direttamente dall’operatore, eliminando

al contempo l’errore soggettivo che può inne-

scarsi quando, al cambio turno, si passa da un

operatore all’altro. Con Equator riusciamo a

misurare direttamente in officina il pezzo pro-

dotto e a compararlo con il master, tenendo

quindi costantemente sotto controllo il pro-

Tra le virtù di Equator si rileva anche

la facilità d’uso e la semplicità con

cui si identificano i diversi codici da

verificare

Il sistema Equator completo

cesso senza ricorrere alla sala metrologica».

Grazie a Equator, infatti, l’accuratezza assolu-

ta della macchina di misura (CMM) - collocata

in un luogo separato, a temperatura controlla-

ta e gestita da operatori specializzati - può es-

sere estesa all’officina. Una volta che i dati di

calibrazione sono stati importati nel softwa-

re, le misure eseguite con Equator diventano

infatti tracciabili rispetto ai valori nominali

del CAD. La misura in sala metrologica viene

dunque limitata ai pezzi master (per la valida-

zione), mentre per il controllo di processo che

prevede il confronto fra i pezzi di produzione

e il campione di riferimento viene utilizzato

esclusivamente Equator. Si elimina così il “collo

di bottiglia” del passaggio in sala metrologica

che, nell’attesa dei risultati, può di fatto bloc-

care la produzione.

Comparazione in officina

Grazie alla sua compattezza, trasportabilità

e facilità di installazione (non occorrono basi,

supporti e impianti per l’aria compressa),

Equator è stato collocato al centro del repar-

to, in prossimità della macchina che effettua

la cifratura, ed è entrato subito in azione.

«Produciamo pezzi di piccole dimensioni, per

cui ci siamo orientati verso una soluzione che

fosse più compatta possibile e facilmente tra-

sportabile, visto che spesso variamo il nostro

layout - prosegue l’Ing. Zane - Non ci serviva

quindi un’altra macchina di misura, bensì un

comparatore che consentisse all’operatore di

effettuare con la facilità più assoluta un con-

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tecnica

trollo di processo rapido e immediato. Equator

va a misurare i punti salienti del pezzo ispezio-

nato evidenziando subito le misure fuori della

tolleranza impostata e dando quindi all’opera-

tore un feedback immediato».

Oltre all’ispezione in modalità punto-punto, la

sonda SP25 di cui è dotato il calibro flessibi-

le consente la scansione 3D in continuo della

forma dell’oggetto: all’interno del reparto si

ha dunque uno strumento che permette di ef-

fettuare sia il controllo di processo sul pezzo

prodotto che il controllo della campionatura.

Punto di forza di Equator è inoltre la capacità

di compensare le escursioni termiche dell’of-

ficina confrontando i pezzi di produzione con

il campione di riferimento. La rimasterizzazio-

ne viene effettuata azzerando il sistema con

una routine di ispezione sul pezzo campione.

Questo garantisce una precisione assoluta,

visto che Equator riazzera a ogni rimasteriz-

zazione anche le proprie derive termiche, ri-

A sinistra: cifratrici Silca per chiavi

automotive

A destra: l’ambiente produttivo dopo

la riorganizzazione in ottica Lean

sultando dunque potenzialmente più preciso

di una macchina di misura che effettua la ca-

librazione con intervalli più lunghi e che quin-

di potrebbe avere degli errori introdotti dalla

variazione di temperatura. L’aggiornamento

del campione è rapido e consente di compen-

sare immediatamente le variazioni termiche

all’interno dell’officina. È un sensore integrato

a rilevare le variazioni della temperatura am-

bientale, segnalando all’operatore quando è

necessario eseguire una rimasterizzazione in

base al limite inferiore e superiore di deriva

definito dai tecnici di processo. Oltre che sulla

base della deriva termica, il criterio per la rima-

sterizzazione può essere impostato anche in

funzione del tempo trascorso dall’ultima ma-

sterizzazione o del numero di pezzi prodotti o

misurati. Il monitor avvisa l’operatore quando

deve procedere alla rimasterizzazione, elimi-

nando quindi tutti i possibili errori.

Interfaccia a prova di errore

Una delle qualità più apprezzate del sistema

Equator è la facilità d’uso dell’interfaccia ope-

ratore, estremamente semplice e intuitiva, in

modo da annullare ogni possibile errore.

Una volta generati i programmi, anche un

operatore non specializzato può infatti sele-

zionarli ed eseguirli. Sul video compare l’im-

magine in formato ben visibile del pezzo che

si sta per controllare, del relativo codice e della

macchina associata al pezzo: il tutto allo sco-

po di azzerare l’errore umano. Basterà dunque

dare il via all’ispezione e i risultati verranno co-

Semplicità d’uso: il semaforo

verde/rosso evidenzia subito se il

pezzo verificato è negli standard

municati con un semplice messaggio “passa/

non passa” (colore verde o rosso), rilasciando

contemporaneamente un rapporto detta-

gliato dell’ispezione. L’interfaccia Modus

Organiser non richiede dunque particolare

esperienza o formazione e può essere uti-

lizzata correttamente da qualsiasi opera-

tore. Anche lo staffaggio del pezzo risulta

particolarmente semplice. Non occorrono

infatti costose attrezzature di precisione,

sono sufficienti attrezzature in grado di po-

sizionare i pezzi entro 1 mm dal punto in cui

è stato misurato il campione.

Altro vantaggio di Equator è quello di potere

passare in pochi secondi da un pezzo a un

altro, con possibilità dunque di ispezionare

anche pezzi provenienti da macchine diver-

se. Ciò si rivela particolarmente utile per

Silca, visto che solo per il settore auto i codici

sono più di 300.

«Grazie a questo sistema abbiamo azzerato

l’errore operatore, che in precedenza ave-

va comunque una certa incidenza - conclude

l’Ing. Zane - Quando deve avviare la misura-

zione, l’operatore vede in grande sul monitor

il pezzo, il codice e la macchina che lo produce;

abbiamo inoltre avuto un ritorno economico

dovuto principalmente al fatto di potere tene-

re costantemente sotto controllo il processo

ed eliminare gli sprechi: prima, infatti, se si ri-

scontrava un errore di misura era necessario

fermarsi e ricontrollare tutto». ■

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